Il giornalista TOMMASO BOTTO PRESENTA il suo libro di inchieste

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Il giornalista TOMMASO BOTTO PRESENTA il suo libro di inchieste
SAFARÀ EDITORE ALL’ADUNATA NAZIONALE
Dal 3 all’11 maggio - Bookshop al Convento di San Francesco
Martedì 6 maggio ore 18.30 – Pordenone, via Mazzini
Il giornalista
TOMMASO BOTTO
PRESENTA il suo libro di inchieste sull’ANA
“DOVATU ALPIN?”
Comunicato Stampa
Con preghiera di diffusione
Pordenone, 28 aprile 2014
Martedì 6 maggio alle ore 18.30 presso la Sala multifunzione all’interno della filiale della BCC
di via Mazzini a Pordenone avverrà la prima presentazione di “Dovatu Alpin?”, il libro di
inchieste sull’ANA scritto dal giornalista e alpino Tommaso Botto. Il volume è una raccolta di
servizi, articoli giornalistici e documenti che fanno luce sulle epurazioni operate dall’Associazione
Nazionale Alpini in questi ultimi anni, non emerse se non in minima parte nella stampa tradizionale.
Lo stesso autore, il giornalista professionista Tommaso Botto, è stato sottoposto a procedimento
disciplinare, all’interno dell’ANA di cui fa parte, per aver fatto da tramite tra i “condannati” e
l’opinione pubblica, ovvero per aver svolto il suo mestiere. Modera Pier Gaspardo, vicepresidente
del Circolo della Stampa di Pordenone.
L’evento è stato realizzato in collaborazione con il Circolo della Stampa di Pordenone.
Safarà Editore dal 3 all’11 maggio sarà presente con un suo bookshop presso il Convento di San
Francesco (piazza della Motta, Pordenone). Per l’occasione i libri verranno venduti a prezzo ridotto.
Dovatu Alpin? – Dovatu è irriverente, a volte impertinente. Dovatu è un’espressione dialettale,
ibrida tra friulano e veneto, decisamente sarcastica: significa “dove vai” ed è naturalmente
accompagnata, con pungente ironia, dall’altalenare tipicamente italiano della mano a grappolo.
Può essere scanzonato come amaro, può piacere o non piacere ma il dovatu nasce dalla
constatazione di qualcosa che viene presentato diversamente da quel che è nella realtà, spesso con
maliziosa tendenziosità.
Dovatu quindi introduce, in una discussione, un dubbio: sarà vero? È proprio così? «Ma dovatu?».
Dubbi: viviamo nell’epoca dei dubbi. E dai dubbi, giornalisticamente, nascono le inchieste. E le
inchieste devono essere irriverenti, impertinenti e fastidiose, sennò non si è giornalisti, ma
passacarte.
Questo volume non è uno sfregio all'ANA: si tratta invece di un lavoro per l'ANA, intesa come
Associazione d'Arma che raccoglie coloro i quali hanno indossato il Cappello Alpino prestando
servizio militare, un'opera finalizzata a far sapere a tanti associati all'oscuro di tutto, alcune vicende
che, secondo buon senso e spirito di fratellanza alpina, non avrebbero dovuto verificarsi.
Alcuni articoli sono tratti dalla testata on-line Dovatu.it, dove hanno trovato spazio, con ampio
seguito di pubblico, numerose indagini giornalistiche sulle tematiche alpine, più specificatamente
sull'Associazione Nazionale Alpini. Altri sono inediti, scritti da Tommaso Botto o dagli stessi
protagonisti di queste tristi vicende. Le epurazioni consistono in processi disciplinari avviati nei
confronti di alcuni associati dissidenti, persone che, pur conservando innegabile fede alpina e
avendo operato attivamente all'interno della organizzazione associativa, non digerivano alcune
scelte imposte dall'alto, che hanno a che fare più con movimenti di denaro e con logiche partitiche
che non con lo spirito e gli ideali alla base della grande famiglia alpina. Purtroppo un dialogo con i
vertici dell'ANA, anche se cercato a più riprese, non c'è mai stato: questa delusione, però, non ha
intaccato la fiducia dell’autore - Ufficiale, in congedo, del Corpo degli Alpini e allievo della SMAlp
di Aosta - per 300 mila Penne Nere, oltre agli Amici degli Alpini.
L'ANA sta vistosamente invecchiando, come conseguenza della sospensione del servizio militare.
In cima alle polemiche sollevate dai dissidenti, si posiziona il tema della “naja”, il servizio militare
d'un tempo che si è tentato di sostituire con l'incredibile “mini-naja”: uno stage di tre settimane (a
pagamento) che è stato comunque ricompensato con l'attribuzione ai partecipanti del Cappello
Alpino, sommo emblema per avere il quale tante generazioni di giovani Italiani hanno sudato,
sofferto e lavorato per almeno 12 mesi.
L’autore – Tommaso Botto: è nato nel 1975 a Udine, dove abita con sua moglie Emanuela,
pittrice e restauratrice siciliana, e i loro tre bambini. Laureato in Relazioni Pubbliche, è giornalista
professionista, ha vinto alcuni premi di giornalismo d’inchiesta, scrive sempre ed è un freelance: ha
collaborato con numerose testate e si è affermato nel settore on-line soprattutto con le inchieste
pubblicate su Dovatu.it, testata di cui è direttore responsabile. Serio ma esuberante, ha sempre
evitato di giungere a compromessi con un sistema, quello dell'informazione, troppo spesso legato a
interessi di parte: taluni, per questo motivo, lo considerano uno spirito ribelle. Per lui, scrivere è
soprattutto tentare di svelare la verità. Da sempre appassionato di Alpini ha frequentato la Scuola
Militare di Aosta per poi prestare servizio militare nella brigata Tridentina. È sciatore esperto ma
anche istruttore di windsurf: a quella per la montagna ha sempre infatti accompagnato la forte
passione per il mare. Non sa ancora cosa farà da grande, né dove si fermerà a vivere: saltella infatti
dalle Alpi al Mediterraneo, soggiornando per lunghi periodi in Sicilia.
Per ulteriori informazioni:
www.safaraeditore.com
www.dovatu.it
UFFICIO STAMPA
Elisa Marini [email protected]
Safarà Editore
Via Piave, 26 – 33170 Pordenone (PN)
Tel. 0434 – 1970282
www.safaraeditore.com