Il traffico voce passa su Voip

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Il traffico voce passa su Voip
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Lunedì 17 Dicembre 2007
CO N CO RR E NZ A & M E R CATO
Le novità per gli enti pubblici in Finanziaria e la conferma da uno studio della Bocconi
Il traffico voce passa su Voip
Dal 2008 nella p.a. Già adottato dal 16,8% delle imprese
DI MICHELANGELO RINELLI
E SILVIO NOBILI
I
l mercato del Voip è in forte
crescita. Imprese pubbliche
ed enti privati sono pronti a
trarne vantaggio, non solo sul
fronte economico. Il governo ha
deciso di sfruttarne le potenzialità taglia-spese. È stato infatti
approvato l’art. 76 della legge
finanziaria 2008 che obbliga gli
uffici pubblici a passare al sistema di Voice over Ip (Voce tramite
protocollo internet) entro gennaio
2008 o comunque a partire dalla
scadenza dei contratti relativi ai
servizi di telefonia. Inoltre, proprio
in questi giorni, il ministro per
gli affari esteri ha annunciato il
completamento dell’infrastruttura Voip stando a una nota della
Farnesina, utile a «migliorare i
servizi di comunicazione, ottenendo al contempo un risparmio
economico, tanto più rilevante
per un’amministrazione che utilizza essenzialmente comunicazioni su tratte internazionali».
Gli entusiasmi non mancano nel
settore privato. Secondo uno stu-
dio realizzato da Iosi Bocconi in
collaborazione con Italtel e Cisco,
questa tecnologia sta prendendo
piede in Italia a ritmi sostenuti:
il 16,8% delle imprese con più
di dieci dipendenti ha già deciso
di adottare sistemi Voip, mentre
due terzi delle imprese italiane
sono qualificabili come potenziali
adottanti; solo il 19% dichiara di
non essere a conoscenza di questa
tecnologia.
Un taglio ai costi. A fare da
apripista sono state le imprese
con più di 500 addetti: quasi il
40% di esse presenta un sistema
Voip già attivo a pieno regime.
Questo dato può essere spiegato
dal fatto che tali sistemi, se adottati in contesti organizzativi con
più sedi, permettono una rapida
semplificazione infrastrutturale
del sistema delle comunicazioni
e una possibilità di risparmio nel
traffico telefonico sviluppato intergruppo. È proprio la riduzione dei
costi che fa propendere le aziende
verso l’adozione di questo sistema.
Una sforbiciata alle spese che non
deriva solo dal risparmio sul costo
delle telefonate ma anche da altri
fattori: l’integrazione tra linea dati
e linea telefonica, che permette il
contenimento dei costi d’infrastruttura e del cablaggio; una minore necessità di banda a parità
di qualità; infine un contenimento
dei costi operativi di circa il 50%
(strutture meno complesse e con
maggiori servizi integrati). Ma i
cambiamenti apportati da questa
tecnologia potrebbero portare a
una trasformazione delle metodologie di lavoro, come la cosiddetta
«virtualizzazione del posto di lavoro» (per esempio, il Voip permette
la portabilità del numero, non più
legato a un’unica postazione fisica
o a un unico apparecchio).
Occhio alla sicurezza. Nel
momento in cui tutto diventa
parte di uno stesso sistema diviene più facile gestirlo, secondo
procedure e metodi unici. L’80%
delle imprese che si è convertita ai protocolli internet dichiara
però di mantenere parallelamente il vecchio sistema di telefonia
tradizionale. Le ragioni di questa
decisione vanno ricercate in problemi di messa a punto della tecnologia, come la qualità del servi-
Convergenza a rischio oligopolio
Operatori virtuali a servizio delle big four
della telefonia. L’Antitrust non ha correttamente accertato le condotte anticompetitive
con le quali gli operatori mobili hanno precluso
l’ingresso dei concorrenti nell’offerta di servizi di comunicazioni convergenti, mantenendo
assai ristretta la cerchia dei fornitori di tali
servizi. È il contenuto del ricorso al Tar effettuato dall’Associazione degli internet provider
(Aiip).
Secondo l’Associazione, l’anomalia italiana è
rappresentata dal fatto che gli operatori mobili virtuali altro non sarebbero che semplici
rivenditori di servizi (Esp, Enhanced service
provider) per le aziende dei cellulari, vincolati
a tariffe e tecnologie decise dai quattro operatori di telefonia mobile. Solo poche settimane fa
Aiip aveva promosso una petizione popolare nei
confronti della Commissione Ue che stava decidendo di deregolamentare la telefonia mobile.
Lo scorso 30 novembre l’Aiip ha perciò deciso
di ricorrere al Tar contro l’Antitrust.
Secondo Aiip è necessaria una regolamentazione per i servizi convergenti fisso-mobile
che apra il mercato dei servizi all’ingrosso,
di raccolta e di terminazione, su rete mobile
(cosiddetti mercati 15 e 16). In particolare, le
imprese hanno ritenuto fondamentale ricorrere
contro il provvedimento finale dell’Autorità antitrust nel caso A357 che non ha riconosciuto la
dominanza congiunta degli operatori mobili nel
mercato della telefonia cellulare (riconosciuta
lo scorso anno in Spagna). Secondo Gianmarco Carnovale, consigliere Aiip responsabile del
settore mobile, «è importante che le autorità
agiscano altrimenti gli operatori fissi saranno
tagliati fuori dalla convergenza, licenzieranno
personale e chiuderanno, mentre i quattro del
mobile diverranno i quattro del fisso-mobile a
danno dei consumatori, giacché una ridotta concorrenza produce sempre prezzi assai superiori
ai relativi costi».
zio e a noti problemi di sicurezza.
Una rete non ben configurata può
soffrire di alcune problematiche
legate alla natura dei protocolli
Ip (su cui si basano le maggiori
parte delle reti Lan interaziendali e internet). Essendo concepito
per il trasporto dati, soffre spesso
durante il trasporto voce poiché
non fornisce alcuna garanzia sul
corretto ordine di ricezione dei
pacchetti trasmessi e sui tempi
di trasmissione. Ciò, in una rete
non correttamente configurata
per i servizi Voip, può essere causa
di alcuni problemi durante le conversazioni che possono disturbare
la comunicazione tra due interlocutori (linea interrotta, echi, voci
metalliche). Un ostacolo superabile con un’adeguata configurazione
che permette un innalzamento dei
livelli qualitativi del Voip al punto
da renderlo un protocollo utilizzato perfino dalle compagnie di telefonia tradizionale (Telecom Italia
dichiara di instradare il 60% delle
interurbane tra Roma e Milano
attraverso questa tecnologia in
maniera totalmente trasparente
per l’utente). Per quanto concerne
le problematiche di sicurezza un
grido d’allarme arriva da Alessio
L.R. Pennasilico, Security Evangelist at Alba S.T. srl che dichiara:
«Molte aziende e privati cittadini
stanno adottando questa nuova
tecnologia. Purtroppo in pochi
si occupano della sua sicurezza
e, per questo motivo, altrettanto
impressionante sarà il numero di
problemi che ci troveremo ad affrontare in futuro, se non iniziamo
a prenderci cura oggi della sicurezza delle nostre infrastrutture».
«Se configurata correttamente
una infrastruttura di IP Communications è tanto sicura quanto
una infrastruttura di telefonia
tradizionale se non di più», sostiene Marco Misitano, specialista di
sicurezza di Cisco. Da parte sua
nessun dubbio sul futuro di questa tecnologia: «prevedo un uso
sempre più massiccio. Sostituirà
la telefonia tradizionale grazie anche alla possibilità di trasporto di
rich-media come video interattivo
e molto altro», e conclude, «il fatto
che la banda disponibile per tutti
sia in aumento continuo rende più
realistica la sua evoluzione».
Miraggio Cartaviaggio
Tessere Cartaviaggio solo a pochi eletti. Sembra
infatti che per ottenere la carta di Trenitalia,
che permette di ricevere sconti, tariffe speciali
e accumulare punti in base all’età e alle offerte
varate man mano dalla società ferroviaria, non
basti fare una semplice domanda. Numerose sono
le segnalazioni da parte degli utenti che mesi
dopo l’iscrizione continuano ad attendere la ricezione della tessera invano. Ma una spiegazione
c’è. A detta di un responsabile della stazione di
Milano Centrale pare che la politica dell’azienda
sia quella di non inviare le tessere a tutti coloro
che ne fanno richiesta, sottoscrivendo l’apposito
modulo in biglietteria o chiamando il call center
(a pagamento), ma di inviarle solo dopo alcuni
mesi e soltanto a condizione che il cliente abbia
già accumulato un certo ammontare di punti. Le
motivazioni addotte dalla compagnia sarebbero
quelle di risparmiare sul costo di spedizione e di
fabbricazione della Cartaviaggio nei casi in cui non
se ne fa un uso frequente.