Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 01/08/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
01/08/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Svolta sull'Ebola, c'è il vaccino «Nei test risulta efficace al 100%»
6
01/08/2015 Corriere della Sera - Nazionale
È prevenzione non terapia Così evita l'infezione
8
01/08/2015 La Repubblica - Nazionale
La forza naturale dei cosmetici
9
01/08/2015 Il Fatto Quotidiano
Ebola, trovato un vaccino efficace al 100% contro il virus
10
31/07/2015 Il Foglio
Lettera al Direttore di Giovanni Cobolli Gigli
11
01/08/2015 Il Tempo - Nazionale
Ancora assunzioni negli ospedali 34 medici e sanitari
12
01/08/2015 ItaliaOggi
Il Sud é strozzato dalle Regioni
13
01/08/2015 L'Unità - Nazionale
La fine dei notai a numero chiuso. Adesso raddoppiano
14
01/08/2015 Milano Finanza
LE POLIZZE MIGLIORI PER LA VOSTRA SALUTE
16
01/08/2015 Milano Finanza
Le polizze non sono più un lusso per un'élite
19
01/08/2015 Left
Guarire a caro prezzo
20
VITA IN FARMACIA
01/08/2015 Corriere della Sera - Milano
Sanità, intesa sul testo «Merito e trasparenza»
25
01/08/2015 La Repubblica - Napoli
Affondo di De Luca "Bagnoli, demenziale la legge del governo"
27
01/08/2015 La Repubblica - Firenze
Sì al referendum contro la riforma della Sanità
28
01/08/2015 La Repubblica - Genova
Ricette taroccate, denunciato dai Nas un farmacista
29
01/08/2015 La Stampa - Imperia
Ricette mediche "gonfiate" indagato farmacista di Prelà
30
01/08/2015 Il Messaggero - Umbria
Emendamenti al bilancio riunione di maggioranza
31
01/08/2015 Il Messaggero - Umbria
Indagine sanità, spettro corruzione
32
01/08/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ferrara
Estate Bambini quest'anno allarga i confini
33
01/08/2015 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia
«Chi non disdice pagherà il ticket» Il 6,5% dei reggiani non si presenta
34
01/08/2015 QN - Il Resto del Carlino - Forli
«Apri la cassa della farmacia, dammi i soldi»
35
01/08/2015 QN - Il Resto del Carlino - Cesena
Rapinata farmacia Santini
36
01/08/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Beni comunali, slitta la cessione delle farmacie
37
01/08/2015 Il Gazzettino - Treviso
Manutenzioni: c'è un tesoretto
38
01/08/2015 Il Gazzettino - Pordenone
Farmacia, la Regione sceglie Corva
39
01/08/2015 QN - Il Giorno - Milano
I conti tornano Imposte congelate e in programma una nuova farmacia
40
01/08/2015 Libero - Milano
Riforma Sanità Vertice fiume Martedì il via libera
41
01/08/2015 Il Secolo XIX - Imperia
Ricette mediche "gonfiate " , nei guai farmacista di Prel à
42
PROFESSIONI
01/08/2015 Il Foglio
DANNATO FROOME
44
01/08/2015 Milano Finanza
Scaccabarozzi (Farmindustria): sono finti risparmi
47
01/08/2015 Milano Finanza
Sale la febbre da m&a
48
PERSONAGGI
01/08/2015 La Sicilia - Nazionale - Catania
Da oggi le visite si prenotano in farmacia
51
01/08/2015 Giornale di Cantu
Consegna gratuita dei medicinali a casa
52
01/08/2015 Giornale di Erba
Consegna gratuita dei medicinali a casa
53
01/08/2015 Giornale di Sondrio - Centro Valle
Consegna gratuita dei medicinali a casa
54
31/07/2015 IlFarmacistaOnline.it 00:06
Dispositivi medici. D'Ambrosio Lettieri (Cri): "Pay-back mette a rischio posti di
lavoro e qualità assistenza". Mozione in Senato
55
SANITÀ NAZIONALE
11 articoli
01/08/2015
Pag. 17
diffusione:619980
tiratura:779916
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Svolta sull'Ebola, c'è il vaccino «Nei test risulta efficace al 100%»
L'annuncio dell'Oms. Sviluppato in Canada, è già utilizzato per i medici in Africa Lotta al virus La
sperimentazione è stata conclusa il 27 luglio in Guinea, uno dei Paesi più colpiti
Elena Tebano
C'è finalmente speranza contro l'Ebola: poco più di un anno dopo l'inizio della più grave epidemia del virus
dalla sua scoperta nel 1976 (27.784 contagiati e 11.294 morti in 10 Paesi), potrebbe finalmente essere
arrivato un vaccino capace di contenere il contagio. «È estremamente promettente» ha detto la direttrice
generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Margaret Chan.
La sperimentazione, conclusa in Guinea il 27 luglio, fa infatti pensare che il vaccino sia efficace nel 100% dei
casi: «È sicuro e funziona così bene che nei giorni scorsi lo abbiamo già usato per immunizzare 1200 dei
nostri medici, infermieri e operatori sanitari che lavorano nelle zone più esposte del Paese», spiega Saverio
Bellizzi, epidemiologo di Medici senza frontiere (Msf), che ha lavorato in Africa con la popolazione colpita dal
virus (Msf ha collaborato alla sperimentazione anche con l'Oms e l'Istituto di sanità della Norvegia).
L'annuncio arriva neanche un mese dopo che una commissione indipendente nominata dall'Oms aveva
fortemente criticato la stessa agenzia dell'Onu per la lentezza nel gestire la crisi scoppiata a marzo 2014,
accusandola di non possedere «la capacità o la cultura organizzativa per riuscire a dare una piena risposta a
un'emergenza di sanità pubblica».
L'epidemia è ancora in corso nei tre paesi dell'Africa Occidentale più colpiti dal contagio, nonostante il 9
maggio l'Oms avesse dichiarato che la Liberia era libera dal virus: c'è stato un nuovo caso due settimane fa,
mentre sono stati 9 i malati nell'ultima settimana in Sierra Leone e 21 in Guinea.
Il nuovo vaccino, sviluppato dall'Istituto nazionale della sanità del Canada, fa ora pensare che sia possibile
debellare i focolai: «Lo stanno usando con una "strategia ad anello" - spiega Bellizzi -. Vengono vaccinate
tutte le persone entrate in contatto con i malati». E poi anche coloro che sono entrati in contatto con questi
ultimi: per ogni nuovo caso di Ebola vengono così immunizzate tra le 50 e le 100 persone.
Nella sperimentazione tutti coloro che sono stati vaccinati subito non hanno sviluppato la malattia. Per ora il
farmaco sperimentale è stato autorizzato solo in Guinea, «ma noi spingiamo perché venga approvato anche
negli altri Paesi coinvolti e impiegato per contenere i focolai dell'epidemia - dice Bellizzi -. Non ha invece
senso, al momento, usarlo a tappeto su tutta la popolazione: serve più ricerca per capire bene quanto tempo
prima deve essere somministrato e per quanto tempo è efficace».
Intanto però può offrire uno strumento in più contro il virus, «a patto che non si rinunci a tutte le altre misure
di sicurezza e si producano abbastanza dosi», avverte l'epidemiologo di Medici senza frontiere. «È un'ottima
notizia - ha commentato Stefano Marongiu, infermiere del 118 di Cagliari, uno dei due italiani contagiati dal
virus Ebola (l'anno scorso mentre lavorava in Sierra Leone con Emergency) e curato all'Istituto Spallanzani di
Roma -. Speriamo solo che quando sarà in commercio tengano i prezzi bassi e accessibili anche per i Paesi
più poveri».
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Il vaccino sperimentale contro il virus Ebola Fonte: Afp, HUG, Geneva University, WHO d'Arco 1 2 3 E
trasferito nel virus Vsv Il gene della glicoproteina viene preso dal virus Ebola Così che la glicoproteina riveste
il virus innocuo per l'uomo Virus della stomatite vescicolare: colpisce i bovini ma non è pericoloso per l'uomo
Il virus Vsv viene indebolito e usato come vettore per il vaccino Rna Glicoproteina (GP) Virus dell'Ebola VSV
Il virus attacca le cellule umane agganciandole grazie alla glicoproteina che lo ricopre Gene della
glicoproteina Il vaccino contiene il virus Vsv modificato ma non le molecole di Ebola vaccino Anticorpi
L'individuo vaccinato può così sviluppare anticorpi che neutralizzano la glicoproteina e impediscono all'Ebola
di infettare le cellule
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Il virus
L'Ebola è apparsa la prima volta nel 1976 con due focolai: in un villaggio nei pressi del fiume Ebola nella
Repubblica del Congo e in una zona remota del Sudan Colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla,
scimpanzé) I Paesi più colpiti sono la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone 11 mila I morti da quando è
riesploso Ebola
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Domande&risposte
È prevenzione non terapia Così evita l'infezione
Margherita De Bac
1 Il vaccino messo a punto dall'istituto nazionale di sanità canadese è l'unico in corsa per superare la
sperimentazione e diventare farmaco?
Non è l'unico, altri due candidati sono in dirittura di arrivo e stanno per concludere la terza e ultima fase di
sperimentazione su un largo numero di volontari. I tre futuri farmaci agiscono secondo lo stesso meccanismo.
Una frazione del virus Ebola disattivato, cioè non più infettante, viene inserito in virus di altro genere che
fungono da navetta e trasportano il loro ospite nell'organismo. In questo modo si ottiene una risposta del
sistema immunitario che si difende producendo anticorpi ed evitando l'infezione .
2 Si tratta di vaccini preventivi o anche terapeutici con cui trattare pazienti già colpiti da Ebola?
Sono strumenti di prevenzione non di terapia. Ora bisognerà decidere chi vaccinare. L'idea è di cominciare
dalle persone entrate in contatto con un malato per evitare che l'infezione si propaghi. Si chiama strategia ad
anello, la stessa utilizzata per l'antivaiolosa.
3 Il vaccino appena sdoganato dall'organizzazione mondiale della Sanità quando sarà disponibile al di fuori
della sperimentazione?
Prima che possa essere prodotto dall'industria e venduto bisognerà risolvere alcuni problemi. Innanzitutto
serve un piano su come distribuirlo in caso di epidemia e come assicurare la buona conservazione del
farmaco in Paesi dove le alte temperature e le difficoltà per raggiungere i villaggi rendono difficile il
mantenimento della catena del freddo. Resta inoltre da verificare per quanto tempo la persona vaccinata
mantiene l'immunità.
4 E il prezzo?
Il Gavi, l'organismo internazionale composto da istituzioni pubbliche e private, si è già proposto per studiare le
modalità di finanziamento per l'acquisto del vaccino da distribuire ai governi.
5 Risultati così eclatanti erano attesi?
Il vaccino aveva dimostrato efficacia nei test sugli animali e ha confermato le aspettative. È stato provato su
circa 9 mila persone in Guinea che avevano avuto contatti con pazienti contagiati da Ebola. Nella prima fase
di sperimentazione aveva evitato l'infezione nel 100% dei casi.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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01/08/2015
Pag. 40
diffusione:556325
tiratura:710716
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R CLUB Nato a New York nel 1851, il marchio di skin care Kiehl's oggi conta 345 negozi monomarca, dei
quali 14 in Italia
La forza naturale dei cosmetici
LAURA LAURENZI
UNA STORIA, quella del marchio Kiehl's, che si potrebbe raccontare attraverso i suoi clienti più illustri. Uno
per tutti Andy Warhol, che diventò un consumatore compulsivo di una speciale lozione alle erbe,
essenzialmente canfora e mentolo più acido glicolico e salicilico, lanciata sul mercato nel 1964 come potente
antiacne: un astringente che sopiva le sue eruzioni cutanee. Nasce infatti come farmacia, una piccola bottega
a conduzione famigliare nell'East Village di New York aperta nel 1851, il marchio di skin care che, molto
americanamente, dovrà la sua fortuna anche alla politica del Try before you buy, diventato sin dagli anni
Venti, più che lo slogan, il motto della casa. La pratica del sampling, una vera apoteosi dei campioni,
distribuiti al ritmo di 12 milioni l'anno, si accompagna a un altro record, in cosmetica significativo: è sempre
più alto (fino al trenta-quaranta per cento e nelle grandi città anche di più) il numero di uomini che
frequentano i negozi di questo marchio ritenendoli "non intimidenti", apprezzandone i loro prodotti definiti
"apotecari", dalle performance che sono un mix di tradizione e di futuro.
Una galleria di best seller. Citiamo qualche classico: per esempio l'Original Musk Oil, creato nel lontano 1921
e soprannominato per la sua sensualità "Love Oil", troppo peccaminoso rispetto alla morale puritana del
tempo per restare in commercio, tanto che sarà ritirato dagli scaffali e custodito in cantina per oltre 40 anni.
Sempre negli anni Venti, l'azienda elenca sull'etichetta i componenti di ogni prodotto cosmetico, come si
trattasse di un farmaco, ben prima che una legge degli Stati Uniti lo rendesse obbligatorio. Si privilegiano
ingredienti naturali trattati con tecnologie sempre più avanzate, ma allo stesso tempo mantenendo un
approccio artigianale. I petali di calendula vengono raccolti a mano per non sciuparli e inseriti interi in ogni
singola bottiglia del tonico lenitivo. La crema rigenerante Rosa Arctica è agli estratti del fiore della
Resurrezione. Un'intera linea è a base di una nuova molecola, Abyssine 657, presente nelle aree idrotermali
del Pacifico e in grado di sopravvivere fino a tremila metri di profondità. Dagli abissi allo spazio: per i
cosmetici anti-oleosità e anti-lucido viene utilizzato l'Aerolite, che fa evaporare il sudore in pochi secondi: è un
materiale idrofobo di ricerca impiegato come isolante nel rover per l'esplorazione di Marte nel '97.
Altra caratteristica del marchio, che nel 2000 è stato acquisito da L'Oréal e conta oggi 345 negozi
monomarca 14 dei quali in Italia, è l'attività filantropica in favore dei bambini disagiati, dei malati di aids e in
difesa dell'ambiente. Vere e proprie campagne affidate a personaggi popolari, da Magic Johnson a Jeff
Koons, da Terry Richardson ad Alicia Keys, Mark Ruffalo e Julianne Moore. L'azienda investe zero in
pubblicità: il passaparola basta e avanza.
IERI/OGGI In grande, lo store Kiehl's di Torino, in alto a destra, uno scatto del 1851 della farmacia Kiehl's di
New York e, qui a fianco, il team che ci lavorava.
Qui sopra, un flacone del powerful Strength Line - Reducing Concentrate
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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01/08/2015
Pag. 14
tiratura:100000
Ebola, trovato un vaccino efficace al 100% contro il virus
qPER LA PRIMA volta nella storia della malattia, abbiamo la prova dell ' efficacia di un vaccino che ci aiuterà
a combattere l ' Ebola. Servono altri dati per capire quanto sia effettivamente efficace questo strumento
preventivo, ma è una svolta senza precedenti " . Così Bertrand Draguez, dirigente medico di Medici Senza
Frontiere , hacommentato lapubblicazionedeipromettenti datipreliminarisu un vaccino anti-Ebola. Infatti i
risultati dei test su uno dei vaccini sperimentali contro il virus Ebola hanno mostrato " un alto grado di efficacia
" dopo la somministrazione a oltre 4mila persone entrate in contattoconlamalattiain
Guinea,unodeiPaesimaggiormentecolpiti l ' annoscorso. Larivistascientificabritannica The Lancet , ha
pubblicato lo studio che dimostra come il vaccino, denominato Vsv-Zebov, sia " efficace al 100% " dieci giorni
dopo la somministrazione a un soggetto non malato, in meno di 12 mesi. " Un tempo da record " se condo la
squadra scientifica che ha sviluppato il vaccino, di cui fanno parte anche esperti dell ' Organizzazione
mondiale della sanità.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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IL TEST Oms: " Una svolta senza precedenti "
31/07/2015
Pag. 4
diffusione:25000
Al direttore - Qualche riflessione sull'articolo da voi pubblicato il 25 luglio dal titolo "L'impero del carrello". Non
voglio entrare sulla ricostruzione della storia della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) italiana e
straniera, né sul tono complessivo del pezzo, che lascia intravvedere un mondo speculativo e opaco,
esattamente il contrario di quello che riteniamo di essere. Due aspetti, tra loro interconnessi, mi interessano
però particolarmente e fanno entrambi riferimento al nostro rapporto con i consumatori: il primo riguarda, per
usare le parole del vostro testo, "che cosa ci guadagna il cliente?"; il secondo riguarda invece il grado di
concorrenza presente nel nostro settore. Sul primo punto: è da tutti riconosciuto che la Gdo ha sostenuto il
processo di democratizzazione dei consumi, che ha accompagnato lo sviluppo del paese dal Dopoguerra,
rendendo disponibile a tutti e per tutte le tasche ogni tipo di prodotto. Un processo che continua ancora
adesso, proponendo la maggiore convenienza possibile, con prezzi più bassi di qualsiasi altra formula di
commercio. Un risultato ottenuto attraverso promozioni, nuovi posizionamenti commerciali ("every day low
price", cioè prezzi bassi tutti i giorni), l'utilizzo del canale e-commerce in modo complementare al canale fisico
dei punti vendita. L'articolo parlava di inflazione, citando l'Istat. Ecco allora gli ultimi dati Istat di giugno 2015.
Per fare un'analisi corretta occorre depurare l'inflazione dai beni energetici: ciò perché in questo momento
stanno spingendo l'indice generale dei prezzi verso il basso, ma solo in un recente passato sono stati la
causa di un fortissimo rialzo. Ebbene, a giugno 2015 Istat ci dice che l'indice generale al netto dei beni
energetici è pari al +0,8 per cento e l'indice dei beni alimentari, della cura della casa e della persona (cioè ciò
che vende un supermercato) è anch'esso pari a +0,8 per cento. E ciò vale a maggior ragione per l'intero
2014: sempre secondo l'Istat il primo indicatore ha mostrato un +0,6 per cento, mentre i prezzi dei beni da noi
venduti si è fermato a un +0,3 per cento. Non è quindi in questi beni che s'annida ora l'inflazione. Ma, numeri
a parte, deve essere tenuta presente una considerazione fondamentale: i prezzi che la Gdo propone ai
consumatori sono il risultato di tutto ciò che accade nella filiera, dall'agricoltura (con le sue variabilità dovute
principalmente ai fattori climatici) all'industria di trasformazione (con le sue politiche commerciali) e, certo,
anche alla distribuzione. Le cose non possono dunque essere affrontate in modo semplicistico, attribuendo
alla sola distribuzione la formazione del prezzo e la sua dinamica! Veniamo ora alla concorrenza. La
concentrazione in Italia è inferiore rispetto a quella degli altri paesi europei. Il tessuto della Gdo è composto in
grande parte da imprese nazionali che operano su scala regionale o multi regionale (il peso delle aziende a
capitale straniero è inferiore al 20 per cento e anch'esse operano in forte competitività), con fortissimo legame
con il territorio. Questo fatto assicura un alto grado di concorrenza che è la miglior tutela degli interessi del
consumatore. D'altra parte chiunque sia solito fare la spesa è al corrente di quanta "lotta" si facciano le
insegne attraverso comunicazione, promozioni sui punti vendita, ecc. Un livello di concorrenza che non
vediamo nei settori a noi limitrofi (farmacie, banche, assicurazioni, professioni, eccetera) e che è causa di
costi impropri per le nostre imprese. Attraverso concorrenza e convenienza la Gdo sta quindi operando,
anche in questo periodo di crisi, a tutela del potere d'acquisto dei consumatori, pagando un calo sostanziale
degli indicatori di redditività (utile sul fatturato ridotto allo 0,4 per cento nel 2013, con prospettive ancora
peggiori per il 2014). Un'azione che difficilmente viene riconosciuta, ma che per noi è motivo di soddisfazione
e che, come in questa occasione, vogliamo affermare
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lettera al Direttore di Giovanni Cobolli Gigli
01/08/2015
Pag. 17
diffusione:50651
tiratura:76264
Ancora assunzioni negli ospedali 34 medici e sanitari
Salite a 178 le immissioni in ruolo dal 2015. Due dottori a Viterbo
Francesca Mariani
La Regione autorizza le Asl di Roma e quella di Viterbo ad assumere a tempo indeterminato 34 unità di
personale tra medici e infermieri. Con queste nuove deroghe, che si aggiungono a quelle concesse nei mesi
scorsi, sale a 178 il numero di nuove assunzioni nel servizio sanitario regionale nei primi 7 mesi del 2015,
contro le 92 dell'intero 2014. Lo ha comunicato la Regione Lazio in una nota. «Un esempio di come la sanità
del Lazio sia definitivamente entrata in una nuova fase» ha dichiarato il Presidente della Regione Lazio,
Nicola Zingaretti. «Si tratta di assunzioni fondamentali per poter garantire la piena funzionalità delle strutture
sanitarie e al tempo stesso diamo stabilità lavorativa a tanti giovani medici che per troppi anni hanno vissuto
nella precarietà e nell'incertezza per il proprio futuro e per le loro famiglie» ha aggiunto. Le Azienda
autorizzate sono la Roma B (Pertini ad area est di Roma) la Roma C (Eur) , Roma D (Ostia), Roma E
(Aurelia) e il Policlinico Umberto I, oltre a quella della Tuscia. Nel dettaglio la Asl Roma B è autorizzata ad
assumere complessivamente sette dipendenti: cinque medici (uno psichiatra, un medico dell'emergenza nelle
discipline di rianimazione e anestesia, un dirigente della medicina generale, un neonatologo un oncologo
un'ostetrica e un tecnico della prevenzione sui luoghi di lavoro. Uguale numero complessivo di assunzioni è
previsto per la Roma C in questo caso però 5 sono gli infermieri e due i medici uno di anestesia e
rianimazione e un neurologo. Le assunzioni nella Roma D sono complessivamente cinque: un chiriurgo di
accettazione e urgenza, un ostetrica e 3 infermieri. Nella Roma E invece le assunzioni sono 10, sette medici
e tre infermieri: i medici in particolare sono un oculista, un medico di radioterapia, due di medicina e chirurgia
per l'emergenza, nefrologo, un medico ortopedico e uno di medicina trasfusionale. Il Policlinico Umberto I
invece potrà assumere un dirigente per la farmacia, e due medici per potenziare l'emergenza urgenza.
Sempre due sono i medici dell'emergenza che invece potrà procedere a contrattualizzare a tempo
indeterminato la Asl di Viterbo. Polemico Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio componente della
commissione Salute:«Arriva l'ennesimo campanello d'allarme per quei presidi sanitari del litorale romano che
una volta erano un punto fermo per i cittadini. Ora tocca anche a Ladispoli e Cerveteri».
92 dipendenti In tutto il 2014 il personale assunto: lo ha riferito la Regione
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Regione Zingaretti: «Entrati in una nuova fase»
01/08/2015
Pag. 14
diffusione:88538
tiratura:156000
Il Sud é strozzato dalle Regioni
L'unica salvezza per i suoi giovani viene dall'Europa
GIUSEPPE DIMICCOLI
Nicola Rossi, professore, economista e già senatore della Repubblica per il Pd, non è affatto stupito.
Addirittura ipotizzerebbe una «commissione di inchiesta» e cancellerebbe le Regioni. La salvezza per i
giovani? L'Europa. Domanda. Professor Rossi i dati del rapporto Svimez sono palesemente chiari. Risposta.
«Francamente sarei stato sorpreso se fosse stato il contrario». D. Si spieghi. R. «Sono venti anni che il
Mezzogiorno è oggetto delle politiche più sbagliate che si possano immaginare e che hanno selezionato la
peggiore classe politica. Il risultato mi sembra scontato. Trovo strano che faccia notizia. Si è lavorato
duramente, giorno dopo giorno, per ottenere questo risultato». D. Il Governo Renzi compie passi per invertire
la rotta? R. «Credo che non stia compiendo alcun passo in tal senso. L'unico che ha compiuto è problematico
non avendo fatto nulla affi nché vi fosse una diversa modalità di selezione della classe dirigente meridionale.
L'unico intervento non è stato di ordine economico ma politico - istituzionale ed è servito a rafforzare le
modalità della selezione delle classi dirigenti che tanto danno sta facendo. Onestamente da questo punto di
vista non vedo molto purtroppo. D. Cosa di dovrebbe fare ora? R. «La verità è che 10/15 anni fa si poteva
pensare a mettere in campo le medicine. Ora il paziente è gravissimo».Almeno un inizio.«Abolire le Regioni
tagliano alla radice quel legame perverso tra le risorse pubbliche e la selezione delle classe dirigente. Se non
viene tagliato tutto questo credo che sia difficile uscire da questo stato di cose. Il Mezzogiorno ha bisogno di
provvedimenti drastici. So benissimo che sono diffi cili da attuare. Lo capisco ma al tempo stesso dopo venti
anni in cui non solo non si è fatto niente ma si è lasciato che si facessero errori anno dopo anno questa è la
«medicina». D. Perché proprio le Regioni? R. «Ripeto: non servono e lo dico pensando alla Sanità. Quella
meridionale potrebbe essere assimilata ai modelli migliori di questo paese. Si può scegliere tra quello
lombardo, toscano ma non sta me farlo. Si scelga il migliore. A quel punto la spesa regionale sarà ridotta del
10 per cento rispetto a quella odierna». Chi si occupa di Sanità?Il Ministero. Questa idea delle tante sanità
gestite dalle Regioni non serve a niente. Una volta che abbiamo levato la sanità alle regioni rimangono
pochissime cose, quasi niente». D. Solo questo? R. «La sanità è una delle prime cose. Il nodo vero del
Mezzogiorno è che bisogna operare con l'accetta anche su tutta la Pubblica Amministrazione. Il tema è li, si
capisce. Si è fatto venti anni fa l'errore clamoroso di puntare tutto sulle Regioni. Si è gettata via una quantità
di soldi che non si può raccontare». D. Così gli investitori scappano? R. «Certo. Mi metto nei loro panni e mi
sembra una cosa ragionevole». D. Percentuali di crescita al di sotto del 24% della Grecia. Tante ombre. R.
«Certo, ma credo che se il Mezzogiorno fosse uno Stato a sé, forse non saremmo in queste condizioni
perché probabilmente avrebbe saputo usare diversamente l'occasione dei fondi europei come hanno fatto
Portogallo e Spagna. Tutto questo, ripeto, è frutto della modalità con cui si è utilizzata la spesa pubblica del
Mezzogiorno. Per venti anni si è perseverato negli errori con queste classi di amministratori, di consulenti, di
professionisti e di dirigenti pubblici che hanno prodotto risultati che francamente un Paese normale si
domanderebbe se non fosse necessaria una commissione di inchiesta su quello che è accaduto». D. Un
Ministro per il Mezzogiorno? R. «L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Quando lo abbiamo avuto solitamente
è stato scelto tra quelli che hanno ideato questo modello. Meglio non averlo, ripeteremmo l'errore». D. Ai
giovani che leggono questi dati cosa dice? R. «L'Europa è piena di opportunità. Ci sono molti paesi dove è
possibile lavorare con modalità e salari accettabili e dove si viene premiati se lo si merita. Non sono di quelli
che si stracciano le vesti quando vanno via. Anzi fanno bene a lasciare ora questa parte del paese. Faranno
bene a tornare quando questa parte sarà cambiata come auspichiamo». da La Gazzetta del Mezzogiorno
Foto: Nicola Rossi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Che anche per questo dovrebbero essere abolite subito. Lo dice l'economista Nicola Rossi
01/08/2015
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L'Unità
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Nel disegno di legge sulla concorrenza passano da sette a dodicimila Rc auto: sconti obbligatori a chi fa più
polizze per più veicoli con guida esclusiva
Claudia Fusani Basta con il numero chiuso degli avvocati. Più trasparenza nelle assicurazioni e obbligo di
garantire sconti ai titolari delle polizze. Fine del monopolio delle Poste, a partire dal 2017 ma almeno adesso
è scritto nero su bianco. Via libera all'ingresso delle società nelle farmacie, negli studi legali e benvenuti agli
studi multiprofessionali. A vederlo così ha le sembianze del golpe estivo: caldo, umido, stanchezza, voglia di
ferie tra i deputati invece chiusi in Commissione a Montecitorio. E certamente toccherà aspettare settembre e
l'autunno per vedere questi 32 articoli diventare legge. Da oggi ad allora le lobby tenteranno come sempre
l'ultimo assalto, di notte, di giorno, blandendo e mettendosi di traverso. Ma intanto, dopo sei anni di attesa,
prende forma il primo disegno di legge sulla concorrenza. Era il 2009 quando fu introdotta per legge la
necessità di aggiornare ogni anno i criteri della concorrenza nel commercio e nelle professioni. Ogni tentativo
finora s'è perso per strada. In questo fine settimana la Commissione Finanze e Attività Produttive sta
lavorando per approvare due/ terzi del disegno di legge sulla concorrenza ed essere poi pronta a settembre a
votare gli ultimi articoli e andare in aula. Molto è cambiato rispetto al testo licenziato da palazzo Chigi a firma
del ministro Federica Guidi. «A tutela dei cittadini consumatori»assicura Silvia Fregolent relatrice del testo
insieme con Andrea Martella Il via libera della Commissione, spesso con il supporto dei Cinque stelle, è già
arrivato su notai e assicurazioni. Per i notai una notizia buona e un'altra pessima. Quella buona riguarda le
compravendite: saranno sempre e soltanto loro ad autenticare gli atti di compravendita anche degli immobili
ad uso non abitativo (box, negozi, garage). Ma in cambio di questa concessione, hanno dovuto cedere sul
numero chiuso. In Commisisone è passato infatti l'aumento del numero di questi pregiati quando preziosi
professionisti che quasi raddoppiano. La norma infatti prevede che l'attuale rapporto di un notaio ogni 7.000
abitanti diventi uno ogni cinquemila abitanti. «Si tratta di una norma che spoiega la relatrice Silvia Fregolent
dovrebbe portare il numero dei notai «agli attuali 7000 fino a 10-12mila, dipenderà dai concorsi». A segno
anche la modifica sulla portabilità dei fondi pensione. La norma prevista all'articolo 15 è saltata e quella
nuova prevede «la convocazione di un tavolo di consultazione con sindacati, organizzazioni datoriali ed
esperti di previdenza con la finalità di avviare un processo di riforma delle medesime forme pensionistiche».
L'iperlavoro dell' assessore Causi Tra i più attivi in Commissione Marco Causi, il nuovo assessore al Bilancio
del comune di Roma che divide il suo tempo tra buco di bilancio dell'Atac e norme sulla concorrenza. Dopo i
notai, la parte che più dovrebbe incidere sul nostro quotidiano riguarda le assicurazioni delle auto. Anche per
i colossi delle assicurazioni il disegno di legge è una doccia fredda. Le compagnie assicurative sono state
vincolate a fare sconti all'assicurato che contrae polizze per più veicoli e sottoscrive per ciascuna una
clausola di guida esclusiva. Causi ha strappato un emendamento per cui «se l'assicurazione non applica
sconti alle polizze, rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 40 mila euro e la riduzione
automatica del premio di assicurazione relativo al contratto in essere». Esultano anche i Cinque stelle che
hanno portato a casa due emendamenti sulla stessa linea. «Arriva così un contributo concreto al calo delle
tarie Rc Auto, visto che l'Italia è ancora in testa alla classifica Ue per il caro-premi e visto che, in media, gli
automobilisti del Bel Paese pagano 177 euro in più l'anno rispetto a tedeschi, francesi e spagnoli». Per il
grillino Daniele Pesco «è un passo iniziale verso lo spostamento della Rc Auto dal mezzo alla persona». Il
vicepresidente della Camera Luigi Di Maio è importante «la modifica che consente di concludere online
l'acquisto di una polizza, presso il sito della compagnia, con condizioni non peggiorative rispetto ai preventivi
comparati ed esplorati sul sito del Mise subito prima». Bollette trasparenti Insomma, più trasparenza e più
potere d'acquisto per le famiglie. Sulle assicurazioni. Ma anche sulle bollette. L'obiettivo generale è quello del
libero mercato nel campo dell'energia e il nodo è quello dell'acquirente unico. «Una modifica che faremo per
passaggi graduali fino al 2018 visto che il 75 per cento delle famiglie usa l'acquirente unico» spiega Silvia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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La fine dei notai a numero chiuso. Adesso raddoppiano
01/08/2015
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L'Unità
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Fregolent. Dal 2016. intanto, la bolletta sarà pubblica e dettagliata in ogni sua voce. Liberalizzate anche le
Poste: nel 2017 finisce il regime di monopolio anche per la notifica degli atti giudiziari. Poste italiane ha fatto
molta resistenza ma ha ottenuto solo il rinvio di un anno. Bisognerà invece aspettare settembre per il voto
all'altra parte del disegno di legge sulla concorrenza, quella che riguarda l'ingresso delle società nelle
farmacie ma anche negli studi legali. Anche qui molte e varie le resistenze. «Ma indietro non si torna»
assicurano i relatori.
Foto: Via libera anche alla fine del monopolio di Poste italiane
01/08/2015
Pag. 1 N.150 - 1 agosto 2015
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LE POLIZZE MIGLIORI PER LA VOSTRA SALUTE
Paola Valentini
LE POLIZZE MIGLIORI PER LA VOSTRA SALUTE Il blitz del governo sulla sanità pubblica rischia di rivelarsi
molto dispendioso per le famiglie italiane. La mossa a sorpresa è contenuta nel decreto legge 78/2015 che
avrebbe dovuto contenere disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. Nato come provvedimento teso a
consentire a Comuni e Regioni di affrontare l'emergenza bilanci, è diventato una piccola grande manovra che
ha ottenuto la fiducia al Senato e ora va all'esame della Camera. Non estraneo al provvedimento è
sicuramente l'analisi condotta da Marco Carrai, presidente del Cambridge Management Consulting Labs
molto vicino al premier, sull'azione di risanamento del San Raffaele che ha portato a un livello di efficienza in
tutte le procedure tale, che se fosse preso a benchmark di riferimento per la sola Regione Lombardia vi
sarebbero risparmi nel settore per 1,8 miliardi annui. Considerando che la Lombardia rappresenta il 9-10%
del settore in Italia i conti dei risparmi sarebbero presto fatti: 18 miliardi Nella norma è prevista una riduzione
di 2,3 miliardi annui a decorrere dal 2015 dei fondi trasferiti alle Regioni per garantire il Servizio Sanitario
Nazionale. E non è chiaro quanti di questi rientrano nella riduzione complessiva di spesa per la sanità di 10
miliardi previsti nell'ambito della spending review. Per ridurre i costi della sanità il decreto dispone interventi
sulla spesa per l'acquisto di beni e servizi sanitari, dispositivi medici e farmaci e si punta a una rinegoziazione
dei contratti con i fornitori. Ma soprattutto saranno multati i medici che prescriveranno esami superflui e inutili.
Si prevedono infatti misure di riduzione dello stipendio del medico, in caso di «comportamento prescrittivo»
non conforme alle indicazioni del decreto del ministro della Salute, che individuerà condizioni di erogabilità e
appropriatezza delle prestazioni. D'altra parte da un'indagine dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali emerge che il 50% dei medici ospedalieri pratica la medicina difensiva, che si esplica attraverso
prescrizioni di esami e visite a scopo precauzionale, per il timore di incorrere in cause legali. Un fenomeno
che secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, costa alla sanità circa 13 miliardi l'anno. Ma
l'opposizione si fa sentire. Il problema è che oggi i cittadini italiani pagano di tasca propria le spese per
curarsi, quando non rinunciano per mancanza di soldi, perchè le coperture integrative latitano. Il rapporto
Costruire la nuova sanità integrativa realizzato da Rbm Salute con il Censis, descrive un Paese, l'Italia, in cui
il livello di spesa privata intermediata dalle forme sanitarie integrative è inferiore di più del 30% alla media Ue,
mentre l'incidenza della spesa sanitaria privata, ovvero pagata direttamente dai cittadini, risulta appena
inferiore a quella dei Paesi dell'Europa a 27. In tale contesto, spiega il rapporto, il tratto peculiare dell'Italia è
rappresentato dalla forte incidenza (87%) della spesa sanitaria sostenuta dalle famiglie e non coperta da
polizze o fondi sanitari. sul totale della spesa sanitaria privata. Nel 2013 la spesa sanitaria privata dei cittadini
ha sfiorato i 27 miliardi di euro (circa 485 euro pro capite per cittadino) superando il 20% della spesa sanitaria
totale in Italia, compresa quella pubblica. Le forme sanitarie integrative hanno intermediato soltanto 4,5
miliardi di euro. Dai dati emersi dalla ricerca effettuata da Rbm Salute, oltre l'80% degli italiani non dispone di
una forma sanitaria integrativa e fuori dal mondo del lavoro non esiste alcuna forma di secondo pilastro. Ecco
perché la sottoscrizione di una polizza ad hoc diventa ancor più una necessità (nella tabella in basso una
selezione di alcune proposte delle compagnie) In altre parole, il Paese, spiega il rapporto Rbm Salute-Censis
«non si è ancora dotato di un adeguato sistema di sanità integrativa in grado di ridurre l'impatto economico di
tali cure sui redditi della popolazione». Pertanto, prosegue il rapporto, «la quasi totalità dei costi riferibili alle
cure per le quali il cittadino deve ricorrere alla sanità privata, e si tratta nella generalità dei casi di prestazioni
di natura extraospedaliera, in particolare delle cure dentarie, ma in molte Regioni anche dei ricoveri, incide
direttamente sui redditi delle famiglie, senza che le stesse dispongano di un effettivo sistema di protezione
che garantisca questi bisogni». Che aumenteranno sempre di più. «I risparmi ottenuti tagliando ciecamente
risorse alla sanità verranno dilapidati nei prossimi anni perché i cittadini godranno di una salute peggiore. In
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DOPO LA RIFORMA Il governo sta per varare un nuovo modello di sanità ? Per proteggersi è meglio
attrezzarsi in proprio
01/08/2015
Pag. 1 N.150 - 1 agosto 2015
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realtà esistono gli strumenti per risolvere l'annoso problema del governo della sanità italiana», afferma
Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, lanciando un
appello ai politici perché la revisione della spesa non guardi solo alla quantità di prestazioni, beni e servizi
erogati ma anche alla salute prodotta. Quel che è certo, d'altra parte, è che una popolazione anziana sempre
più numerosa impone misure di contenimento dei costi del sistema sanitario pubblico, considerando che
l'Italia è un Paese dove l'elevato tasso di disoccupazione, quindi il basso gettito, e l'elevata evasione fiscale
non consentono come una volta allo Stato di avere risorse a disposizione per far fronte al bisogno crescente
di welfare delle famiglie. Ma questo significa che bisogna trovare forme di integrazione tra pubblico e privato
più efficienti, e soprattutto un sistema di collaborazione che renda il sistema sanitario italiano sostenibile,
ovvero in grado di rispondere nel tempo alla crescente domanda di salute dei cittadini. Proprio in tema di
sostenibilità, una conferma che la sanità pubblica sia in crisi strutturale dopo i ripetuti tagli alla spesa che ne
hanno determinato un progressivo deterioramento arriva dalla Commissione Sanità del Senato. «Il rispetto
dei vincoli di finanza pubblica», scrive la Commissione, «hanno messo in crisi il sistema». Tra i punti più
critici, «accessi complicati, tempi di attesa elevati, ticket superiori al prezzo della prestazione». Nella
relazione si sottolinea come, nel periodo 2000-2012, il tasso medio annuo di crescita della spesa sanitaria
italiana sia stato dell'1,4%, molto inferiore alla media Ue 15 (3%) e a quella Ocse (3,9%). Inoltre l'Italia è agli
ultimi posti nella classifica Ocse per la spesa in prevenzione: destinati a questo scopo solo 80 euro pro-capite
a fronte di Finlandia, Svezia, Paesi Bassi e Germania che spendono tra 157 e 115 euro. Magra consolazione:
l'Italia è al quinto posto tra i Paesi Ocse quanto a speranza di vita attesa alla nascita. «Non si tratta di
scardinare il nostro modello di Stato Sociale quanto, al contrario, di assicurarne la sopravvivenza attraverso
una riorganizzazione che consenta di utilizzare anche le risorse messe a disposizione dal mercato
assicurativo e finanziario per fare fronte alle dinamiche della popolazione italiana», afferma Roberto
Favaretto, presidente di Rbm Salute. Quindi bisogna spostare l'attenzione della spesa sanitaria pubblica a
quella complessiva, includendo quella privata. Progetica, società indipendente di consulenza finanziaria, ha
elaborato alcuni dati che fanno capire l'importanza di proteggere per via assicurativa la salute (si veda tabella
a pag. 18). «Secondo i dati 2013 del ministero della Salute, gli italiani ogni anno ospedalizzati per episodi
acuti sono 14 su 100. Il tema è se ci sono a disposizione cifre potenzialmente nell'ordine dei 100 mila euro, o
se sia meglio proteggersi per via assicurativa», afferma Andrea Carbone di Progetica. (riproduzione riservata)
QUANTO COSTA CURARSI E QUANTO SI SPENDE PER LA SALUTE GRAFICA MF-MILANO FINANZA *
Moltiplicatori che indicano quanto costa in più rivolgersi a una struttura privata rispetto a quella pubblica
Fonte: elaborazioni Progetica su dati Censis 2012 Fonte: elab. Progetica su Gazzetta Ufficiale del 28/1/2013
Fonte: elaborazioni Progetica su rapporto annuale Istat 2014 Fonte: elab. Progetica su Oms - Global Health
Observatory 2014 15-44 45-64 65-74 >74 8,3% 12,7% 10,3% 8,5% 13,2% 17,9% 15,0% 11,9% Fascia d'età
% MASCHI % FEMMINE Italia Francia/Germania Stati Uniti x 1,28 x 1,31 x 2,16 Paese Differenziale* Il più
costoso (trapianto polmone) media 2% più costosi media 16% più costosi 72.572 56.957 19.240 Tipologia di
intervento Costo in € Quanti italiani Media pro capite annua 84,6% 1.156 € QUANTO COSTA UN GRANDE
INTERVENTO CHIRURGICO? LA SPESA PER LA SANITÀ DEGLI ITALIANI Costo medio rimborsato dallo
Stato alle Regioni per tipologia di intervento Spese nell'anno per farmaci, visite ambulatoriali e odontoiatriche
sostenute direttamente dalle famiglie QUANTO COSTA FARLO PER VIA PRIVATA? QUANTI ITALIANI
RINUNCIANO A CURARSI? Differenziale tra spesa sanitaria individuale e spesa pubblica pro capite Chi
rinuncia a spese sanitarie in tempi di crisi, pur avendone bisogno
LE COPERTURE DELLE POLIZZE SANITARIE OFFERTE DALLE PRINCIPALI COMPAGNIE DI
ASSICURAZIONE
GRAFICA MF-MILANO FINANZA Compagnia Nome polizza Ricovero convenzionato Terapia e diagnostica
alta specializzazione senza ricovero Parto naturale Sito internet ° Opzione standard °° Formula completa *
Azzerabile. In caso di parto naturale previsto un limite alle spese rimborsabili ** Minimo non indennizzabile 55
euro. Entrambe max 5500 *** Piano di copertura extra ^ Possono essere previsti anche un'indennità di
01/08/2015
Pag. 1 N.150 - 1 agosto 2015
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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convalescenza e una maggiorazione dell'indennità per ricovero ^^ Eventuale franchigia Reale mutua Allianz
Axa Assicurazioni Generali Generali Toro Unisalute (Unipol) Unipol Sai Cattolica Poste vita Per te salute
reale° Universo salute Protezione salute°° Sei in salute alta prot. Basic Gransalute formula D Piano completo
Sanicard salute formula convenz. Tuttasalute Postaprotezione salute*** 300.000 € per persona e anno No
franchigia, no scoperto No franchigia, no scoperto No franchigia, max 50.000 € annui Scoperto del 25%* No
franchigia, no scoperto No franchigia, no scoperto Massimale 500.000 annui^^ Indennità giornaliera di 100 €^
5.000 € a persona all'anno, scoperto del 20% Scoperto 20%, max 2.500 € annui Scoperto 20% con min 50 €
Scoperto 25%, max 5.000 € annui Scoperto 25% min 50 € per richiesta Senza limite conv., non conv.
scoperto 25%** Max 5000 € annui Franchigia di 500 € annui, max 6.000 € - 3.000 € 3.000 € 3.000 € 2.500 €
Scoperto del 25%* 3.500 € 1500 € Massimale 500.000 annui^^ Indennità giornaliera di 100 €^ Realemutua.it
Allianz.it Axa.It Generali.it Toro.generali.it Unisalute.it Unipolsai.it Cattolica.it Postevita.it Fonte: elaborazione
MF-Milano Finanza su note informative delle singole polizze
01/08/2015
Pag. 19 N.150 - 1 agosto 2015
diffusione:100933
tiratura:169909
Le polizze non sono più un lusso per un'élite
Paola Valentini
Assicurare la salute non è più un lusso per pochi, e lo sarà sempre meno. Parola di Fiammetta Fabris,
direttore generale di Unisalute (Unipol), che spiega come orientarsi nella scelta della polizza sanitaria più
adatta alle proprie esigenze. Domanda. Che impatto avrà la riduzione della spesa sanitaria pubblica
contenuta nel dl sugli enti locali, appena approvato in Senato? Risposta. La spesa sanitaria pubblica già da
alcuni anni registra una significativa contrazione. Allo stesso tempo la stessa spesa privata si va riducendo,
perché sempre meno gli italiani riescono a provvedere di tasca propria alle cure mediche. La riduzione
prevista dal nuovo decreto mette ulteriormente in evidenza la necessità di un'integrazione sempre maggiore e
funzionale tra pubblico e privato. Alla luce dei mutamenti sociali ed economici che il Paese sta vivendo, non è
pensabile che esista un sistema a esclusiva matrice privata, né un sistema universalistico che possa
soddisfare una richiesta di assistenza che sta cambiando e fa lievitare sempre di più i costi sanitari. È
necessario trovare un riposizionamento di ruoli e compiti per permettere a tutti cittadini di poter usufruire della
più ampia offerta di prestazioni mediche a costi contenuti. Domanda. Le famiglie stanno diminuendo le spese
per curarsi? R. Negli ultimi anni gli italiani hanno ridotto il consumo di beni e servizi sanitari per motivi
economici. Secondo una delle ultime indagini dell'Osservatorio Sanità UniSalute, la maggioranza degli italiani
(53%) ha razionalizzato negli ultimi 12 mesi le spese per la salute. Il 38% fa solo le visite indispensabili
quando ne ha davvero bisogno, mentre il 15% dichiara di effettuare meno controlli per motivi economici. A
ulteriore conferma di come l'attenzione alle spese coinvolga anche la salute c'è il dato secondo cui più di un
italiano su quattro (27%) abbia diminuito la frequenza con cui si rivolge alla sanità privata, notoriamente più
costosa di quella pubblica, e ben il 75% dichiara che ciò è dovuto a questioni economiche. Per questo la
sanità dovrà essere sostenuta da forme di assistenza integrativa che suppliscano alla contrazione dei redditi
delle famiglie, permettendo loro di accedere in tempi rapidi a prestazioni di qualità. D. In Italia la gran parte
della spesa sanitaria privata è sostenuta dalle famiglie. Quali sono i vantaggi economici di assicurare la
salute? R. Le coperture previste da un'assicurazione, che si tratti di polizze individuali o previste nel proprio
contratto di lavoro, permettono un immediato vantaggio economico perché prevedono il rimborso delle spese
e consentono di accedere rapidamente alle cure. Sta crescendo l'attenzione verso coperture individuali e
prodotti mono prestazione, specifici per odontoiatria, fisioterapia, diaria e visite a costi contenuti, ovvero 100150 euro l'anno. D. Molti ritengono che le polizze sanitarie siano care e che la loro copertura sia limitata.
Questo è un falso mito? R. La sanità integrativa copre solo una parte di persone, quasi 11 milioni, e quindi c'è
ampio margine per diffondere questo tipo di coperture. L'interesse è sempre più diffuso, anche per via dei
recenti fenomeni in atto nella sanità. Si stanno diffondendo nuove forme di tutela in grado di adattarsi ai
differenti bisogni di protezione. UniSalute dal 2011, per prima in Italia, propone coperture individuali mono
prestazione come odontoiatria, fisioterapia, diaria e visite a basso prezzo e acquistabili online: acquisto ciò di
cui ho bisogno, anche eventualmente per integrare la copertura prevista dal contratto di lavoro. Inoltre, per
diffondere ulteriormente le coperture sanitarie stiamo lavorando per portare soluzioni di welfare a categorie
della popolazione che, nel mondo del lavoro, sono protette marginalmente o non sono coperte. L'obiettivo di
UniSalute è proprio quello di fornire a grandi numeri di persone, coperture a costi molto contenuti. D. Sul
mercato esistono polizze con coperture e franchigie molto diverse tra loro per lo stesso evento. Quali sono gli
elementi a cui prestare attenzione quando si sceglie una polizza? R. È importante accertarsi della solidità
della compagnia con cui si andrà a firmare il contratto, valutando anche se tutti i servizi vengono gestiti ed
erogati direttamente o se si fa uso di service esterni, a disposizione anche di altre compagnie, che quindi
rischiano di minare l'efficacia del servizio. (riproduzione riservata)
Foto: Fiammetta Fabris
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
INTERVISTA
01/08/2015
Pag. 46 N.29 - 1 agosto 2015
diffusione:57256
tiratura:78653
Guarire a caro prezzo
Anche in Italia finalmente è possibile curare l'epatite C, grazie a un pacchetto di farmaci miracolosi. Unico
problema: i prezzi altissimi. Che li rendono inaccessibili alla maggior parte dei pazienti
Ilaria Giupponi
Negativizzato». Questa la parola che quasi un milione di persone in Italia spera di sentirsi dire dal proprio
medico o di poter annunciare ai propri figli. Tanti sono quelli che nel nostro Paese convivono con il virus
dell'epatite C, che nel corso del tempo può portare seri danni al fegato, cirrosi, tumore. Proprio a causa della
sua alta epidemiologia, l'infezione da Hcv è il primo motivo di trapianto di fegato nel nostro Paese. Ora però,
a rivoluzionare non solo il percorso clinico e la vita di queste persone (di cui almeno 250.000 malati gravi),
così come il sistema sanitario a loro congiunto, un insieme di "farmaci miracolosi" è pronto a debellare in
maniera definitiva il virus. A capo di questa squadra portentosa, il sofosbuvir, nome in commercio "Sovaldi",
che associato a un altro antivirale sembra in grado di "negativizzare" definitivamente il virus. La percentuale
di guarigione di questi farmaci ancora sperimentali nel nostro Paese, oscillerebbe tra il 95 e il 98%. Bastano
tre mesi e altrettanti cicli di questa cura, quasi del tutto priva di effetti collaterali (con quelli elencati sul
bugiardino purtroppo chi è malato di epatite ha già imparato a convivere) per guarire dalla malattia cronica.
Scetticismo e trepidante attesa (l'immissione in commercio del sofosbuvir nell'Ue è datata gennaio 2014 ) si
sono alternati fino al 30 settembre scorso, quando l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha stretto un accordo
con la casa farmaceutica Gilead, autorizzando l'impiego della preziosa pillola anche in Italia, e disponendone
la rimborsabilità a carico del Sistema sanitario nazionale. Il ministero della Salute ha previsto uno
stanziamento di un miliardo di euro per il 2015-2016, ma i fondi bastano a curare soltanto 50mila pazienti. Un
piccolo dettaglio: ogni confezione di sofosbuvir costa quasi 25mila euro. Ovvero, 884 euro a pillola. A cui va
aggiunta una seconda scatola magica, un altro antivirale che necessariamente va associato al sofosbuvir
(come ad esempio il simeprevir) che, a sua volta, costa intorno ai 15mila euro. Il tutto moltiplicato per ciascun
ciclo. Naturalmente, il prezzo concordato con lo Stato è inferiore, circa 35mila euro a paziente, ma la cura
rischia di essere molto discriminatoria, visto che chi non rientra nei casi gravi e può permetterselo è libero di
andarlo a comprare altrove - in Svizzera o in Vaticano - pagandolo di tasca propria. Come mai un farmaco
così importante costa così tanto? «Anche noi abbiamo ritenuto la richiesta iniziale dell'azienda produttrice
eccessiva e improponibile, sotto il profilo etico oltre che finanziario, invitando pubblicamente Gilead a
riconsiderare la proposta, anche alla luce degli insperati profitti che si profilavano grazie al farmaco», aveva
dichiarato il direttore dell'Aifa Luca Pani a novembre. Guadagni notevoli: «8 miliardi e mezzo di dollari il
fatturato realizzato nei primi nove mesi del 2014 (7,3 miliardi in Usa, 1,1 miliardi in Europa e 134,5 milioni di
dollari in altri Paesi)», spiega ancora Pani, «il che proietta il ricavo di sofosbuvir a 11,3 miliardi di dollari nel
primo anno di lancio. Ciò equivale a 944 milioni di dollari al mese, quasi 31 milioni al giorno, circa 1.300.000
dollari all'ora. Sono cifre che fanno riettere. Almeno a noi». E allora riettiamo: su quali basi è avvenuto
l'accordo sul prezzo tra Aifa e Gilead? «Gli accordi negoziali condotti dall'Aifa prevedono degli sconti
prezzo/volume confidenziali, in virtù dei quali il costo terapia dei nuovi farmaci dell'epatite C è uno dei più
convenienti in Europa», spiega a Left Pierluigi Russo, coordinatore dell'Area strategie e politiche del farmaco
dell'Aifa. Per la definizione del prezzo, l'agenzia si basa sul «parere espresso dalla Commissione
tecnicoscentifica che tiene in considerazione la valutazione comparativa del rapporto rischio/ beneficio
rispetto a eventuali analoghi terapie già disponibili per la medesima indicazione, oppure l'eventuale vantaggio
terapeutico qualora il medicinale si dimostrasse utile per la prevenzione o il trattamento di patologie o di
sintomi rilevanti nei confronti dei quali non esista alcuna cura efficace», spiega Russo. Tradotto: valutando
quanto può costare al paziente e al sistema sanitario l'impiego di un'altra terapia, per di più a fronte di una
eventuale scarsa probabilità di riuscita, è meglio pagare un prezzo alto per un farmaco che può apportare
benefici decisamente incomparabili. In effetti, fino a oggi, la terapia disponibile era basata sull'interferone
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SOCIETA
01/08/2015
Pag. 46 N.29 - 1 agosto 2015
diffusione:57256
tiratura:78653
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 01/08/2015
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(unito alla ribaverina), che «oltre a essere poco efficace, era anche pieno di effetti collaterali», conferma
Antonio Gasbarrini, direttore della Divisione di Medicina interna e gastroenterologia al Policlinico Gemelli,
nonché coordinatore di Alleanza contro l'epatite (Ace), un gruppo di scienziati che da anni studia e cura
queste patologie. «Il tutto, con una rispondenza del 20%: su 10 pazienti trattati, 7-8 non rispondevano».
Inoltre, c'è una differenza fondamentale nella nuova terapia: «In un periodo variabile fra le 12 e le 24
settimane di terapia, questi farmaci eliminano definitivamente il virus dal nostro organismo nel 95% dei casi»,
sottolinea più volte il docente della Cattolica. Tre mesi di cure e poi più niente? Finito? Finito. Epatite passata.
E nessun rischio di recidiva? «L'eradicazione del virus si raggiunge quando, tre mesi dopo la fine del
trattamento, il virus non è più presente nel sangue delle persone. Si fa il ciclo di trattamento, si continua a
seguire il paziente, quando dopo 12 settimane la cosiddetta svr12 (la risposta virologica a 12 settimane dopo
il completamento della terapia, ndr ) mostra che il virus non è presente vuol dire che è stato eliminato
definitivamente». Insomma, si entusiasma il professore: «La nostra generazione vedrà la scomparsa di una
malattia che oggi fa 10.000 morti l'anno, si rende conto?». Non solo: «Significa che forse fra 4-5 anni, quando
questi farmaci saranno dati a tutti, vedremo un crollo dei trapianti dovuti a conseguenze dell'epatite. Se noi
liberiamo dal virus C, 500600 trapianti l'anno, potremmo usarli per altre indicazioni, come i tumori per i quali
oggi non ci sono sufficienti fegati a disposizione», conclude Gasbarrini. Anche per Ivan Gardini, presidente
dell'Epac, l'associazione di e per malati epatici, siamo di fronte a una terapia rivoluzionaria: «E sotto diversi
aspetti: il primo è la capacità di guarire con percentuali elevatissime. Secondariamente gli effetti collaterali:
prima servivano 18 mesi di cure con effetti simili alla chemio. Molte persone dovevano abbandonare
addirittura la terapia. È un altro mondo». Un risultato che mette in secondo piano le polemiche relative al
prezzo delle cure. Quasi troppo bello per essere vero. «Non dobbiamo avere paura del progresso, come non
dobbiamo essere contro l'azienda farmaceutica a tutti i costi», riprende Gardini: «Bisogna riconoscere la
conquista e separarla dalla questione del prezzo. Mettere in relazione l'efficacia con il costo è una forzatura:
sono due cose che vanno trattate in maniera separata». Peccato che proprio a causa dei costi elevati, il
sistema sanitario nazionale ha potuto acquistare il farmaco solo per la fascia più grave, come i trapiantati o
quelli a rischio cirrosi. E quando ti consegnano l'ampolla, epatologi e assistenti incaricati si raccomandano più
di una volta: «Badi bene, che se perde o salta una pasticca, non ne abbiamo un'altra da darle. Né possiamo
acquistarla da nessuna parte. Questa, e solo questa, è la sua dose». Come a dire: abbiamo un'unica e sola
chance. E tutti gli altri, bisognerà che aspettino: «Stiamo cominciando dai pazienti più gravi: epatite avanzata,
cirrotici e sottoposti a trapianto. 1600 finora nel Lazio», conferma il gastroenterologo. «Dal 2016-2017, guariti
questi pazienti, i farmaci potranno essere usati anche per pazienti con fibrosi meno gravi», che si spera a
quel punto non siano a loro volta peggiorati. Solo che, nel frattempo, in Paesi come l'Egitto o l'India, la stessa
cura viene venduta per circa un euro a pillola nel Subcontinente, a 900 euro l'intero trattamento nel Paese
delle piramidi. Come si arriva a un divario del genere? «Le differenze di prezzo dipendono dagli accordi
negoziali che ogni Paese raggiunge con le aziende produttrici in funzione di variabili decise a seguito del
parere scientifico, tecnico ed economico degli organi collegiali di supporto all'Agenzia», riprende Russo dell'
Aifa. «In Italia, anche per via dell'incidenza elevata della patologia rispetto ad altri Paesi europei, il prezzo è
tra i più bassi», assicura. E se in altri Stati viene venduto a un decimo, è perché «in India come per altri Paesi
in via di sviluppo, Gilead, che detiene il brevetto di Sovaldi, ha conferito la licenza per la produzione di questo
medicinale ad alcune aziende genericiste in loco per la vendita esclusivamente in 91 Paesi in via di
sviluppo», che comprensibilmente non potrebbero avere accesso al farmaco ai prezzi "occidentali". Allo
stesso tempo, l'accordo «non consente la vendita al di fuori di quei Paesi, e sulle vendite le aziende
genericiste riconosceranno a Gilead le royalties concordate», precisa il dirigente. Certo, una casa
farmaceutica ci deve guadagnare, è un'azienda. Inoltre, «bisogna considerare che questo è un farmaco da
una tantum », spiega a Left il professor Stefano Vella, direttore del Dipartimento del Farmaco presso l'Istituto
Superiore di Sanità. «Le aziende cercano di fare i soldi il prima possibile perché poi i pazienti guariscono non come per i farmaci dell'Aids, che vanno presi per tutta la vita e hanno tempo per "rifarsi", per così dire».
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«Purtroppo», prosegue Vella, «questo prezzo obiettivamente ingiustificato ha fatto sì che si stabilissero delle
priorità fra i malati, mentre il modo migliore per usare questi farmaci in maniera efficace è proprio usarli
presto. Per esempio per chi ha una neuropatia, che si è sviluppata negli anni: quella persiste nonostante il
virus sia eliminato. I farmaci andrebbero dati prima. Non solo: tu azienda, guadagni uguale, perché se
abbassi il prezzo la usano più persone». Anche il ricercatore, fra i dieci più importanti al mondo grazie ai suoi
studi sull'Hiv, non ha dubbi sull'efficacia di quello che paragona a un insetticida: «Non c'è niente da fare,
funzionano. E in più, hanno una bassissima tossicità, perché vanno direttamente contro il virus. È un farmaco
specifico, che va come il ddt sulle formiche, direttamente sulle cellule. Bloccano gli enzimi che lui usa per
replicarsi». C'è un altro dato, politico, da considerare: «I soldi per i farmaci li devono scucire oggi, mentre il
risparmio sui trapianti li ha il ministro successivo. Questo è il motivo per cui non spingono più di tanto. Una
visione miope che non una visione di Paese», spiega serenamente Vella, che da sempre si occupa dei
problemi dell'accesso ai farmaci. «Serve una strategia global anziché local - un po' come il discorso della
Grecia: se uno vedesse il discorso in generale e non locale le strategie sarebbero migliori», scherza. Peraltro,
è facile pensare che se il farmaco non fosse garantito dal sistema sanitario nazionale, inizierebbero veri e
propri viaggi di "turismo farmacologico" alla volta dell'accessibile India. Negli Stati Uniti, dove il trattamento
costa 80mila euro, ci sono già agenzie viaggi che propongono pacchetti di questo tipo. In ogni caso «il costo
dei farmaci nel nostro Paese, raggiunti determinati valori (leggasi pazienti curati, ndr), si ridurrà», ne è sicuro
il professor Gasbarrini. Merito della cosiddetta curva "prezzo-volume", ma nell'immediato resta lo spartiacque
dovuto alle possibilità economiche tra chi può accedere alla cura e chi no. «Questo è il vero problema. Per
questo stiamo lavorando per consegnare al Ministero un documento di pianificazione pluriennale con stime
ponderate del fenomeno, per quantificare, allocare le risorse e rimuovere questi paletti discriminatori che poi
danno luogo a fenomeni di persone che si vanno a comprare il generico in altri posti». Non a caso, i dubbi
sono venuti anche al procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, che a seguito della morte di 27
pazienti causata dal mancato accesso alla cura, ha aperto un'indagine, al momento senza indagati, per
lesioni colpose e omissione di cure. Naturalmente non si sbottona, il pm che ha portato a pagare il conto
aziende come la ThyssenKrupp, e con fermezza e con garbo risponde a Left «Stiamo cercando di capire
come sia stato determinato il costo. Quali sono state le linee seguite dalle industrie. Quello che posso dirle, è
che è un'indagine molto ampia. Spero fra non molto di poter raggiungere dei risultati». E se un po' si conosce
il rigore del pm, si sa che il suo tono cortese lascia intendere orizzonti minacciosi.
Il ricavo dal sofosbuvir è di 11,3 miliardi di dollari nel primo anno di lancio. 944 milioni al mese, 31 al
giorno, 1,3 all'ora. Sono cifre che fanno riettere
Il procuratore Guariniello: «Stiamo cercando di capire come è stato determinato il costo del farmaco.
Quali sono state le linee guida seguite dalle industrie»
COS'È L'EPATITE C? È un'infezione causata dal virus Hcv, che determina infiammazione e formazione di
tessuto cicatriziale nel fegato. Il virus si moltiplica prevalentemente nelle cellule epatiche evolvendo nella
maggior parte dei casi in epatite cronica, fibrosi, cirrosi, carcinoma epa tico. Il più delle volte la malattia non
mostra sintomi e per questo motivo molte persone ignorano di esserne affette. Come per ogni malattia, a
seguito dell'infezione e con il suo progredire, il sistema immunitario si attiva per bloccare il virus ma: salvo
alcuni casi, nella maggior parte delle persone infettate il virus elude il sistema immu nitario. Superati i 6 mesi
dal contagio, l'Hcv può evolvere in infezione cronica.
Terapie sperimentali combinate Non esiste solo il sofosbuvir . Il farmaco della Gilead, il Sovaldi®, è il più
famoso perché è il primo dei farmaci di nuova generazione a essere entrato nel mercato. Tuttavia, benché
riconosciuti come "far maci rivoluzionari", questi inibitori e antivirali vanno usati in combinazione uno con
l'altro. E questo a causa delle differenze fra l'attività specifica dei genotipi (l'Oms, ne prevede 11, per
ciascuno dei quali sono previsti dei sottotipi) del virus. L'appartenenza ad un genotipo piuttosto che ad un
altro determina una diversa risposta al tratta mento. Tra i medicinali da associare al sofosbuvir, ci sono il
simeprevir (nome commerciale Olysio®), il ledipasvir (Harvoni®), e daclatasvir (della Bristol-Myers Squibb). In
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alternativa, un combinato di di versi farmaci dai nomi complicatissimi (ombitasvir, paritaprevir e ritonavir +
dasabuvir), noti al mercato come Viekira Pak®. Questi farmaci sono in grado di eliminare tutti i genotipi
presenti. Starà al medico in base al paziente scegliere la combinazione ideale.
VITA IN FARMACIA
17 articoli
01/08/2015
Pag. 1 Ed. Milano
diffusione:619980
tiratura:779916
Sanità , intesa sul testo «Merito e trasparenza»
Ravizza
Meno politica nelle nomine dei manager sanitari oggi scelti in base alla tessera di partito. Regia dei controlli
sugli ospedali in mano alla minoranza. Eliminazione delle norme finite sotto accusa per gli scandali del San
Raffaele e della Maugeri. E la nascita dell'ospedale dei bambini con l'unione di Buzzi, Sacco e Macedonio
Melloni.
Ieri gli autori della riforma della Sanità Fabio Rizzi (Lega) e Angelo Capelli (Ncd) hanno elaborato il testo
definitivo che - salvo colpi di scena - andrà in aula il 4 agosto. Ora il testo è al vaglio dei tecnici. Le novità
sulla governance del sistema sanitario sono l'esito degli incontri con gli esponenti di Pd, Movimento 5 Stelle e
Patto Civico. a pagina 3
Meno politica nelle nomine dei manager sanitari, scelti troppo spesso in base alla tessera di partito. Regia dei
controlli sugli ospedali in mano alla minoranza. Eliminazione (o quasi) delle norme finite sotto accusa per gli
scandali del San Raffaele e della Maugeri. Il ridisegno della rete di assistenza pubblica con la nascita delle
Agenzie per la tutela della Salute (al posto delle Asl) e delle Aziende sociosanitarie territoriali (che
sostituiranno le attuali aziende ospedaliere per mettere sotto lo stesso cappello cure in ospedale e assistenza
ambulatoriale).
Chiusi da giorni fino a notte fonda in una stanza del Pirellone, una riunione dopo l'altra con i partiti politici di
minoranza, gli uffici legislativi e i tecnici dell'assessorato alla Sanità, tra il viavai del governatore Roberto
Maroni e degli esponenti di Forza Italia, ieri gli autori della riforma della Sanità Fabio Rizzi (Lega) e Angelo
Capelli (Ncd) hanno elaborato il testo definitivo che - salvo colpi di scena - andrà in aula il 4 agosto.
E, in questo contesto, ieri mattina il governatore Maroni ha illustrato la mappa con le nuove Ats e Asst che
rivoluzioneranno la geografia dell'assistenza sanitaria. Al centro, la nascita dell'ospedale dei bambini su cui
nelle scorse settimane c'è stato un duro scontro tra Lega e Forza Italia. Il pluriconteso Buzzi, struttura
d'eccellenza per le cure pediatriche, si unirà al Sacco, già sede universitaria. È la soluzione che avevano
auspicato il leader della Lega Matteo Salvini e l'Università Statale con il rettore Gianluca Vago. Decisivo il
ruolo del governatore Maroni che ieri al tavolo con i rappresentanti delle opposizioni e i relatori della riforma
sanitaria ha spiegato: «È la scelta più logica». All'interno dello stesso polo ospedaliero, è prevista a sorpresa
anche la clinica ostetrica Macedonio Melloni (ambita dal Policlinico, tagliato fuori dalla partita). Messa nero su
bianco anche la creazione di un centro ortopedico specialistico con il Gaetano Pini e il Cto. Uniti, come
previsto, il San Carlo e il San Paolo che formeranno una delle tre Asst di Milano. L'altra, appunto, è composta
da Sacco-Buzzi-Macedonio Melloni. Mentre la terza è quella del Fatebenefratelli, al quale si unisce la gran
parte della rete di poliambulatori milanesi. Complessivamente il ridisegno, al contrario di quanto promesso,
taglia ben poche poltrone: i manager sanitari in Lombardia, che oggi sono 162, diventeranno 151, solo undici
in meno.
Le altre novità sulla governance del sistema sanitario sono invece l'esito degli incontri con gli esponenti di Pd,
Movimento 5 Stelle e Patto Civico. Se l'accordo andrà in porto come sembra, in cambio del recepimento di
principi considerati irrinunciabili - come una maggiore meritocrazia nelle nomine dei manager ospedalieri, un
efficace sistema di controlli contro gli scandali giudiziari e il pagamento del ticket in base al reddito - le
opposizioni non faranno più ostruzionismo sulla riforma, che rischiava di arenarsi in Aula sotto il peso di 24
mila ordini del giorno da discutere.
Ora il documento è al vaglio dei tecnici degli assessorati alla Sanità e alle Politiche sociali. Ma i principi
sanciti - dicono i ben informati - non dovrebbero più subire cambiamenti straordinari. Il governatore Maroni:
«Sono ottimista e sono convinto che entro la fine della prossima settimana avremo questa grande e
importante riforma». E anche l'opposizione, che comunque voterà contro il testo, appare soddisfatta: «C'è
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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La riforma Opposizione garante dei controlli
01/08/2015
Pag. 1 Ed. Milano
diffusione:619980
tiratura:779916
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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stato un lavoro serrato da cui siamo usciti con notevoli passi avanti, a partire dal risultato sui ticket - dice il
capogruppo Pd Enrico Brambilla -. Maroni ci ha comunicato oggi la sua ultima proposta sul ridisegno di Ats e
Asst, su cui però vorremmo ancora discutere».
Resta da capire quale sarà la contropartita di Forza Italia che, al momento, non è riuscita a portare a casa né
l'Ats unica né l'unione del Buzzi al Fatebenefratelli. In gioco c'è ancora la poltrona, pesantissima, del super
assessorato al Welfare che unirà quelli della Sanità e delle Politiche sociali.
Simona Ravizza
@SimonaRavizza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Trattative Tra
i protagonisti delle trattative, Enrico Brambilla, capogruppo del Pd (nella foto ): in cambio del recepimento
di principi considerati irrinunciabili
le opposizioni non faranno più ostruzionismo sulla riforma
La scelta Dopo
un duro braccio
di ferro sul futuro del Buzzi, ieri il governatore Roberto Maroni (nella foto ) ha spiegato che l'ospedale
si unirà
al Sacco, con cui costituirà
un polo
di ricerca, e alla Macedonio Melloni
Foto: Il governatore «Sono ottimista: entro
la prossima settimana avremo questa grande e importante riforma»
01/08/2015
Pag. 7 Ed. Napoli
diffusione:556325
tiratura:710716
Il presidente contro Renzi: "Si sono persi nove mesi Il commissario? Vediamo quale scienziato mandano"
Nuovo round con Caldoro. L'ex governatore: "Giunta incapace" La replica: "Cialtrone tu e i tuoi. La Soresa
andava chiusa"
OTTAVIO LUCARELLI
LA LEGGE per Bagnoli è «demenziale».
La società Soresa per la sanità in Campania «così come ce l'hanno consegnata era da smantellare e perciò
abbiamo bloccato tutte le gare». L'ex presidente Stefano Caldoro e i suoi sono dei «cialtroni che continuano a
dire palle e imbrogliare le carte». Vincenzo De Luca rincara la dose nel tradizionale appuntamento del
venerdì all'emittente salernitana Lira tv. Affonda i colpi su Caldoro, dopo il pesante scambio di insulti di due
giorni fa in aula, e attacca anche il governo su Bagnoli: «Si sono persi nove mesi. Una legge demenziale
prevede un commissario a titolo gratuito, ma un manager vero si paga. Ora vediamo quale scienziato ci
mandano».
In mattinata, a riaprire le ostilità era stato Caldoro con un tweet: "Svimez: declino Sud. La giunta De Luca
perde risorse Ue e assiste incapace allo scippo di 180 milioni su sanità. Così si uccide la Campania". Nel
frattempo il consigliere regionale Francesco Borrelli, capogruppo di Verdi e socialisti, era intervenuto
chiedendo una «commissione di inchiesta sulla gestione Caldoro e sulle sue bugie».
De Luca, intanto, in tv usava la sciabola come promesso in aula: «Caldoro è un cialtrone. Continua a
mentire, continua a imbrogliare le carte. Sempre con quel sorrisino. In cinque anni alla guida della Regione
non ha lavorato, si è preoccupato solo di sorridere e pettinarsi i capelli. La sua è stata la giunta più
inconsitente nella storia della Campania. Caldoro e i suoi cialtroni del centrodestra rompono le scatole per
farci perdere tempo, ma ho fatto più io in due settimane e mezzo che lui in cinque anni».
De Luca ha elencato alcuni dei suoi primi atti: 15 milioni di euro per la ricostituzione del fondo per i disabili,
accordo per la Fincantieri di Castellammare (la prossima settimana incontrerà a Roma il ministro della Difesa
Pinotti), la stabilizzazione dei precari nella sanità. E proprio su questo terreno molte aziende sanitarie sono
già in attività.
Ottocento i precari da stabilizzare entro settembre. A Napoli e Salerno sono già partire le procedure.
De Luca accelera e il consiglio regionale prova a tenere il passo. Ieri al Centro direzionale sono stati eletti i
presidenti di tre commissioni. Nicola Marrazzo e Gennaro Oliviero del Pd guideranno rispettivamente le
attività produttive e l'ambiente. Il demitiano Maurizio Petracca, irpino dell'Udc, guiderà invece agricoltura e
risorse comunitarie. Nella prossima settimana saranno eletti i presidenti delle commisioni speciali, la cui guida
spetta all'opposizione, con un braccio di ferro tra grillini e centrodestra.
PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.campania.it www.comune.napoli.it
Foto: CONSIGLIERE Francesco Emilio Borrelli. A destra Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro
Foto: De Luca e Caldoro
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Affondo di De Luca "Bagnoli, demenziale la legge del governo"
01/08/2015
Pag. 4 Ed. Firenze
diffusione:556325
tiratura:710716
Sì al referendum contro la riforma della Sanità
SI potrà fare il referendum che chiede di abolire la riforma della sanità toscana appena avviata dal
governatore Rossi. Il collegio di garanzia del consiglio regionale ha accolto il quesito referendario presentato
da un gruppo di comitati e associazioni che nelle scorse settimane avevano depositato 4 mila firme. Dal
momento in cui la decisione sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione i proponenti avranno 3 mesi
di tempo per raccogliere le residue 36 mila firme, delle 40 mila necessarie.La riforma prevede tra le altre cose
di ridurre da 12 a 3 il numero delle aziende sanitarie.
«Abbiamo sempre sostenuto che si tratta di una controriforma che disegnerà una struttura mastodontica e
poco trasparente, in cui le scelte saranno accentrate politicamente e sempre più distanti dai cittadini e dai
territori», dicono Tommaso Fattori e Paolo Sarti, i due consiglieri regionali di Sì-Toscana a sinistra.
Soddisfatto Stefano Mugnai, coordinatore toscano di Forza Italia, da sempre contrario alla riorganizzazione
voluta da Rossi. E il capogruppo di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli annuncia che contribuirà alla raccolta
delle firme: «Eviteremo così di eliminare 2500 tra medici e infermieri in tutta la Toscana», spiega.
Foto: LA CONTESTAZIONE Sia da sinistra che dal centro destra la riforma viene attaccata. Nella foto
Stefano Mugnai di Forza Italia
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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LA REGIONE
01/08/2015
Pag. 5 Ed. Genova
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tiratura:710716
Ricette taroccate, denunciato dai Nas un farmacista
LA TRUFFA delle ricette "taroccate": il medico di base prescriveva una scatola di antibiotico, ma nella
farmacia di Prelà, in provincia di Imperia, il dottor Fabio Renzi, 53 anni, le moltiplicava. È andata avanti così
per due anni, fino a quando i carabinieri del Nas lo hanno denunciato. Nel confronti del farmacista è stata
anche emessa la misura cautelare della sospensione dai pubblici uffici per sei mesi.
Tradotto: farmacia chiusa. Ne gioveranno le casse dell'Asl 1 imperiese, che nei mesi scorsi ha avviato una
segnalazione ai militari perché i conti proprio non tornavano. Nel piccolo comune di 500 anime, nella farmacia
Renzi, le confezioni di medicinali venivano vendute come in un supermercato. Soprattutto le lunghe cure
hanno fatto insospettire la Asl che ha avviato un'indagine sulle spese. I carabinieri hanno cominciato a girare
per il paese andando a casa dei malati. «Tre scatole di Buscopan? Macché, io ne ho comprata solo una», si
sono sentiti rispondere. Un controllo incrociato con i medici di base ha fatto venire a galla la verità.
Renzi modificava le ricette, vendeva un medicinale, ma ne segnava due se non tre.
Facendo due conti, i carabinieri del Nas hanno calcolato che in due anni ha truffato l'Asl per circa 20 mila
euro.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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IMPERIA
01/08/2015
Pag. 43 Ed. Imperia
diffusione:309253
tiratura:418328
Ricette mediche "gonfiate" indagato farmacista di Prelà
giulio gavino
La magistratura ha disposto la sospensione dai pubblici uffici per sei mesi di un farmacista dell'entroterra. Il
motivo? Un'indagine che ha rivelato una serie di «maneggi» nella gestione delle ricette e dei rimborsi del
servizio sanitario nazionale. La misura cautelare è stata disposta nei confronti del dottor Fabio Renzi, 53 anni,
titolare della farmacia di Prelà, in via Dolcedo 2.
È accusato di indebita percezione di erogazioni da parte dello Stato. Sono stati i carabinieri del Nas, il
Nucleo anti sofisticazioni di Genova, ad occuparsi degli accertamenti d'indagine che hanno portato i pubblici
ministeri imperiesi Paola Marrali e il giudice Alessandro Bogliolo a chiedere ad ottenere il provvedimento
firmato dal giudice per le indagini preliminari Massimiliano Botti.
L'apertura della farmacia del paese, vista la decisione del tribunale, è vincolata alla presenza di un altro
farmacista che non sia quello raggiunto dalla misura cautelare. L'attività di indagine dei carabinieri del Nas di
Genova, coordinati dal capitano Mario Carta, è scattata a fronte di una serie di anomalie segnalate dal
sistema nazionale che si occupa di verificare le «ricette rosse» e di rilasciare poi i pagamenti ai farmacisti.
Secondo l'ipotesi accusatoria nella farmacia di Prelà il dottor Renzi avrebbe «moltiplicato» il numero di
confezioni che i medici di base prescrivevano ai pazienti. Lo scenario emerso al termine degli accertamento è
stato quello di un'alterazione materiale delle ricette sulle quali veniva «gonfiato» il numero delle confezioni. Il
paziente arrivava in farmacia con la ricetta e prendeva il suo farmaco. Successivamente le confezioni
diventavano di più rispetto a quella regolarmente prescritta e venduta, le fustelle finivano attaccate alla ricetta
rossa. Il tutto a danno dello Stato per un importo che i carabinieri del Nas hanno stimato intorno ai 22 mila
euro. Gli accertamenti sono ancora in corso e riguardano anche la destinazione dei farmaci «venduti» con il
singolare escamotage. Se dal punto di vista amministrativo le ricette e i codici a barre dei farmaci hanno
consentito di ricostruire nei dettagli una serie di passaggi, nulla è emerso in merito al destino delle decine e
decine di confezioni che sono rimaste senza fustelle.
In procura il riserbo sulla vicenda è assoluto. La vicenda ha visto l'imbarazzo del paese che si è trovato
improvvisamente con il farmacista retrocesso ai ranghi di normale cittadino, senza vincoli per la libertà
personale ma impossibilitato a dare le medicine. L'interrogatorio di garanzia, nel quale il dottor Fabio Renzi
potrà dare le prime spiegazioni, è stato fissato per la prossima settimana.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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È accusato di indebita percezione di erogazioni da parte dello stato
01/08/2015
Pag. 51 Ed. Umbria
diffusione:210842
tiratura:295190
LA MANOVRA
Fissate le date per la convocazione del consiglio comunale per la discussione del Bilancio di previsione 2015.
I consiglieri si ritroveranno tra i banchi di palazzo Spada il 6 e il 7 agosto. Tra i punti all'ordine del giorno oltre
all'approvazione della manovra finanziaria di Palazzo Spada anche il piano delle opere pubbliche, quello delle
alienazioni e la trasformazione in Spa delle farmacie comunali. Per oggi invece è stata convocata una
riunione di maggioranza per discutere degli emendamenti da inserire nel Bilancio. Emendamenti che possono
essere presentati fino alle 9,30 di lunedì, per essere sottoposti in tempo al vaglio dei dirigenti prima di essere
discussi in consiglio.
Per il comune di Terni i trasferimenti statali e regionali sono passati da 45,2 milioni nel 2010 a 9,5 milioni nel
2014. Nel 2015 i trasferimenti statali sono ulteriormente diminuiti di 3,5 milioni a cui vanno aggiunti quelli
regionali. Accanto alla minore disponibilità di risorse si è fatto anche più stringente il quadro normativo che
impone al Comune di Terni di accantonare 7 milioni per i residui attivi. Queste le cifre da cui partirà la
discussione sul Bilancio.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Emendamenti al bilancio riunione di maggioranza
01/08/2015
Pag. 39 Ed. Umbria
diffusione:210842
tiratura:295190
segue dalla prima pagina
Cioè da Giuseppe Legato, manager della Asl, Alessandro Benedetti, presidente della commissione di
concorso e Luana Mascotto, responsabile dell'assistenza farmaceutica interdistrettuale e della medicina
penitenziaria della Asl1. Tutte accuse che i tre indagati, Legato in testa, respingono con fermezza sicuri di
poter dimostrare la correttezza del loro operato sul fronte dello svolgimento delle procedure di concorso.
I numeri dell'inchiesta raccontano che per infilare il gruppetto dei presunti favoriti si debba contare fino a otto.
Anche se i posti in palio in due concorsi erano soltanto quattro. Ma c'è si sa come vanno i concorsi.
Graduatorie aperte, colleghi più anziani che vanno in pensione e basta stare nei primi posti per arrivare
all'agognato posto fisso, magari qualche mese più tardi di chi è arrivato in testa alla classifica. Tutto normale.
Se non fosse che nell'unico concorso che è stato espletato fino in fondo (mancherebbe soltanto la delibera
definitiva del direttore generale, c'è la graduatoria della commissione anche se la Asl 1 l'ha annullata in
autotutela), alcuni dei nomi di chi sarebbe entrato nella lista dei favoriti, comparirebbero proprio in testa alla
classifica. Nomi, come quelli dei candidati esterni, che tornerebbero anche nell'altro concorso. Perché è
logico che in tanti hanno partecipato alle due selezioni nelle speranza di avrre più possibilità di fare centro.
Ed è questo il lavoro nei carabinieri del Nas guidati dal capitano Marco Vetrulli e di quelli dell'aliquota di
polizia giudiziaria della Procura della Repubblica comandati dal tenente colonnello Giovan Battista Mele
(nella foto): infilare i nomi dei presunti eletti con chi, alla fine ha vinto il concorso. Almeno l'unico che è
arrivato alla fine. È logico che non ci sono solo le parole ascoltate al telefono, ma anche riscontri oggettivi sul
campo visto che in una delle prove i carabinieri del Nas sono arrivati per bloccare tutto.
L'indagine sui concorsi è partita dal filone principale dell'inchiesta, quella sulle farmacie e le autorizzazioni
degli uffici regionale.
Nei giorni caldi in cui l'inchiesta raddoppia, torna a farsi sentire uno dei principali indagati, Antonio Perelli,
dirigente sino al febbraio 2015 del Servizio di accreditamento della direzione regionale salute, per ribadire,
tramite l' avvocato, Alessandro Vesi, la correttezza del suo operato.
Luca Benedetti
Egle Priolo
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Indagine sanità , spettro corruzione
01/08/2015
Pag. 6 Ed. Ferrara
diffusione:165207
tiratura:206221
Estate Bambini quest'anno allarga i confini
GIOCHI, teatro, laboratori. È pronta 'Estate Bambini' e quest'anno abbraccia tutta la città, dal centro storico ai
quartieri, grazie all'impegno e all'entusiasmo di tante associazioni. È la 22esima edizione della festa ferrarese
che coinvolge grandi e piccoli e scandirà le giornate dal 1° all'11 settembre. «L'aver ripensato l'architettura
tradizionale della manifestazione - ha spiegato ieri l'assessore Annalisa Felletti -, non più solo attorno all'Isola
del Tesoro all'acquedotto di piazza XXIV Maggio ma in un arcipelago di tante 'isole' diverse in tanti punti della
città, allarga i confini e include realtà nuove, permettendo ai bambini di vivere luoghi nuovi. Si conferma un
momento di attività ludiche dall'alto valore didattico e formativo». «È una manifestazione molto importante ma
anche complessa da organizzare in tutti i suoi aspetti - ha aggiunto il sindaco Tiziano Tagliani - ma la città
risponde alle difficoltà tirando fuori energie inimmaginabili. Un grazie va a tutti i volontari e alle associazioni
che la rendono possibile». Fondamentale il ruolo dell'Azienda Farmacie comunali, diventato come sponsor
perno dell'appuntamento che, come ha sottolineato il sindaco Tagliani, «rivela in questo modo il suo ruolo
pubblico a servizio della città». La presidente dell'associazione Circi Anna Maria Bovinelli, nell'entusiasmo di
un impegno che ogni anno si rinnova e accompagna da sempre Estate Bambini, ha sottolineato la finalità di
una manifestazione che «vuole dare a tutti una grande opportunità per vivere a pieno titolo una dimensione di
cittadinanza attività. Fine è scopo del Circi è essere un osservatorio permanente rispetto alla condizione
dell'infanzia che ha cercato negli anni di fare evolvere e crescere la coscienza, di essere volontari». Claudia
Fortini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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DAL 1° ALL'11 SETTEMBRE SI TERRÀ IN PIÙ PUNTI DELLA CITTÀ
01/08/2015
Pag. 3 Ed. Reggio Emilia
diffusione:165207
tiratura:206221
di BENEDETTA SALSI UNA SFIDA, quella lanciata dalla Regione per la riduzione delle liste di attesa, che
non vede arrivare Reggio impreparata. Anzi. L'Ausl provinciale e l'Arcispedale Santa Maria Nuova - stando ai
dati forniti ieri dai direttori generali delle due strutture sanitarie, Fausto Nicolini e Antonella Messori - risultano
avere performance già di tutto rispetto, se confrontate con altre realtà emiliano-romagnole («e gli standard
che si pone la nostra Regione sono già molto alti rispetto alla media nazionale», chiosa Nicolini). NUOVI
accorgimenti in questa direzione, infatti, erano già stati introdotti dalla fine del 2014. Ora, però, serve un
ulteriore giro di vite, per seguire le direttive di Bonaccini (l'obiettivo è quello di garantire il 90% delle
prestazioni entro 30 giorni dalla richiesta per le prime visite, entro 60 giorni per le prestazioni strumentali,
sette per le urgenze differibili). PER QUESTO è stato definito un piano ad hoc per la situazione reggiana, dal
costo stimato di 1,6 milioni. Risorse che saranno messe a disposizione per il 46% (750mila euro)
dall'ospedale, per il 28% (463mila euro) dall'Azienda Usl e per il 26% (433mila euro) dal sistema delle
strutture private accreditate. SEMPRE sul fronte delle visite la Regione punta molto sulla loro prenotazione
via web o con smartphone, invertendo una tendenza che a Reggio, nel 2014, ha visto il 71,6% delle visite
prenotate agli sportelli Cup, seguiti da farmacie (16,9%), Cup telefonico (5,7%) e studi medici (5,2%). Sui
reggiani, invece, ancora non fanno presa la modalità di prenotazione più 'tecnologiche'. Il web (0,04%) e la
app dedicata per il cellulare (0,3%), infatti, si attestano invece su percentuali da prefisso telefonico. NOVITÀ
importante, invece, arriva sul piano di 'educazione della cittadinanza'; ossìa il pagamento del ticket per chi
prenota la visita e non si presenta senza disdirla. La percentuale media provinciale registrata nel 2014 di
questo cosiddetto «tasso di abbandono», è del 6,5%. Non poco, se si considera che chi non annuncia per
tempo di rinunciare al suo appuntamento non permette il reinserimento di un nuovo cittadino 'in lista di
attesa'. «Fino a qualche tempo fa si assisteva ad un fenomeno opportunistico per cui molti cittadini si
prenotavano in più liste e si presentavano a quella per loro più conveniente - chiosa Nicolini -. Oggi grazie ai
controlli incrociati che vengono messi in pratica abbiamo arginato questa tendenza». Le modalità e le tariffe
di questa nuova sanzione, però, sono ancora in fase di definizione.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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«Chi non disdice pagherà il ticket» Il 6,5% dei reggiani non si presenta
01/08/2015
Pag. 2 Ed. Forli
diffusione:165207
tiratura:206221
E' LA SETTIMA rapina in farmacia da quel maledetto 11 maggio in via Seganti. Questa volta il bandito ha
colpito in pieno centro, alla farmacia dell'Ospedale, in corso della Repubblica 76. Il modus operandi è identico
alle altre volte: il malvivente ha atteso l'orario di chiusura per poi fare irruzione (l'esercizio chiude alle 20). Il
colpo si è consumato in pochi istanti, il tempo di agguantare il bottino e darsi alla fuga. STANDO ai primi
riscontri delle forze dell'ordine (sul posto i carabinieri della Compagnia di Forlì guidati dal capitano Gianluigi
Di Pilato, i colleghi del Nucleo operativo e radiomobile e del Nucleo investigativo), l'uomo, presumibilmente
italiano dall'accento, ha agito con il volto travisato da un passamontagna e ha minacciato la commessa
dell'attività, armato di pistola e coltello (al momento della rapina erano presenti due farmaciste): «Apri la
cassa, dammi i soldi!». Non è chiaro se l'arma fosse vera o giocattolo. Il bottino si aggira sui 700 euro, ovvero
tutto quello che c'era in cassa, al momento del colpo. Gli esercenti, alla fine della mattinata, avevano già
provveduto a versare l'incasso della prima metà della giornata. Il rapinatore è scappato a piedi, non si sa in
quale direzione. Queste le prime informazioni che gli inquirenti sono riusciti a raccogliere dalle dipendenti
della farmacia, ancora visibilmente sotto choc. Potranno essere d'aiuto le immagini delle telecamere
dell'esercizio; una di queste è puntata proprio all'entrata della farmacia dell'Ospedale. SOLO una settimana
fa, il 24 luglio, era toccato alla farmacia Malpezzi di via Andrea Costa, che vanta un triste primato nella lunga
scia di colpi che sta mettendo in ginocchio il settore: al momento, infatti, è l'unica ad essere stata assaltata
ben due volte dai banditi (il colpo precedente risale al 19 giugno). Il giorno seguente il titolare, Alberto
Lattuneddu, aveva lanciato l'allarme: «Sto pensando di pagare la vigilanza privata per il controllo dell'attività
in determinati orari. La sicurezza è diventata un concetto aleatorio, affidato al caso e alla fortuna». Cresce la
preoccupazione anche tra i cittadini. Ieri un forlivese, che passava in bicicletta davanti alla farmacia, ha
commentato così l'episodio: «Cominciano a rapinare anche le attività in corso della Repubblica? È davvero
un brutto segno».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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«Apri la cassa della farmacia , dammi i soldi»
01/08/2015
Pag. 7 Ed. Cesena
diffusione:165207
tiratura:206221
UNA PISTOLA, il volto coperto da un fazzoletto e poche parole pronunciate col tono di chi non accetta
repliche. Pochi secondi per pretendere il contenuto della cassa e poi dileguarsi, correndo via a piedi e
facendo perdere le proprie tracce tra le strade del centro di Cesena. Ieri sera intorno alle 19.15 un uomo
armato di pistola (non è ancora chiaro se si trattava di un'arma vera o di un'imitazione) è entrato all'interno
della farmacia Santini (foto) all'angolo tra via Finali e via Chiaramonti, a due passi dal centro storico. A pochi
minuti dalla chiusura, all'interno del locale erano presenti una farmacista e una cliente, che il rapinatore ha
superato per puntare direttamente al banco e rivolgendosi così alla donna al lavoro. Ha chiesto l'incasso,
agitandole davanti alla faccia l'arma appena estratta. Aveva il volto parzialmente travisato da un foulard che
lasciava liberi solo gli occhi. Dalle prime testimonianze raccolte, pare fosse un uomo di mezza età, coi capelli
brizzolati e l'accento italiano. Ha arraffato le banconote e ha girato immediatamente i tacchi. Fortunatamente
nessuno è rimasto ferito. La richiesta d'aiuto è stata tempestiva e sul posto è velocemente intervenuta una
pattuglia dei carabinieri, che si stanno occupando delle indagini. Per quanto riguarda l'ammontare della cifra
sottratta, sono ancora in corso le verifiche, pare comunque che l'importo si attesti almeno sui cinquecento
euro.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Rapinata farmacia Santini
01/08/2015
Pag. 16 Ed. Ancona
diffusione:165207
tiratura:206221
Beni comunali, slitta la cessione delle farmacie
- FABRIANO - SLITTA al 2016 l'eventuale vendita delle due farmacie comunali. E' il primo effetto del braccio
di ferro in corso tra le forze di maggioranza mai così in fibrillazione, tanto che il progetto della giunta
Sagramola di mettere all'asta i due beni viene quanto meno congelato. Non figurerà, dunque, nel bilancio di
previsione 2015 ormai in dirittura d'arrivo la cessione delle due attività, una davanti all'ospedale, l'altra a
Santa Maria nei pressi del supermercato Coop. Nell'ambito del nuovo regolamento sulle partecipate, infatti, è
stato stabilito che la Farmacom, l'ente a totale controllo comunale alla guida delle due farmacie municipali,
sarà regolarmente attiva per tutto il 2015. Per il momento, dunque, il progetto è rinviato, anche se il locale
comitato 'Sveglia fabrianesi' continua la sua raccolta di firme contro la vendita delle farmacie di proprietà
pubblica che ha già raccolto alcune centinaia di adesioni dopo pochi giorni dal debutto della petizione. A
proposito di cessioni di immobili, il Comune è pronto ad inserire nuovi beni all'asta. Dopo un lungo confronto
politico è stata esclusa la vendita dello storico Bar Centrale a due passi dalla fontana Sturinalto, ma
nell'elenco delle opportunità per fare cassa per la prima volta è pronto a comparire il Bar della Nave di
piazzale Matteotti. Un'altra possibile cessione illustre, dunque, dopo che nei mesi scorsi per la prima volta
erano già stati finiti nell'elenco dei beni in uscita due immobili storici di via Balbo, ovvero l'ex cinema Montini e
l'attuale sede del circolo Gentile. In entrambi i casi le prime battute d'asta sono andate deserte così l'ente
municipale è costretto ad abbassare le cifre minime per aumentare l'appeal nei confronti degli acquirenti.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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BILANCIO NELL'ELENCO DELLE ALIENAZIONI C'È LA NEW ENTRY 'BAR DELLA NAVE'
01/08/2015
Pag. 55 Ed. Treviso
diffusione:86966
tiratura:114104
È la liquidità, oltre un milione e mezzo, della Vittorio Servizi che non realizzerà più la farmacia di Costa
VITTORIO VENETO La liquidità di cassa della Vittorio Veneto Servizi spa, circa 1,6 milioni di euro, per le
manutenzioni degli stabili comunali e delle strade. Mentre ufficialmente tramonta il progetto di edificazione
della nuova farmacia di Costa davanti all'ospedale, nei giorni scorsi è stato anche rimosso il maxi-cartellone
che ne annunciava la costruzione dopo che un anno fa la giunta Tonon aveva bocciato il progetto sostenuto
invece dalla precedente amministrazione, il Comune ragiona su cosa poter fare con i soldi che la partecipata
ha ora in cassa. «Entreranno nel bilancio comunale - anticipa l'assessore Giovanni Napol -, c'è un
ragionamento in corso sull'utilizzo: c'è solo l'imbarazzo della scelta su cosa fare». Preciso però l'obiettivo:
intervenire sulle proprietà del Comune, non costruirne di nuove, così come aveva fatto la giunta Scottà che
con i soldi delle farmacie aveva finanziato la nuova elementare "Sauro" di S. Giacomo. «È una cifra
importante - non nasconde Napol -, ma piccola se la rapportiamo con le esigenze della città. Usciamo da 15
anni di manutenzioni che sono stati pari quasi a zero. Vedi il municipio che aveva i balconi bucati, ha un
impianto elettrico vecchio ed è senza clima. Per non parlare della rotonda di villa Papadopoli: c'è un problema
di infiltrazioni dal tetto, infissi vecchi, impianto di riscaldamento a gasolio. Ci possiamo aggiungere villa
Papadopoli, la biblioteca e poi le strade che necessitano di essere asfaltate, l'impianto di illuminazione
pubblica che va rinnovato. Il problema è mantenere fruibile il patrimonio pubblico. Non far nulla - prosegue l'
assessore - significa far cadere tutto». Oggi il Comune non ha previsto l'incameramento a bilancio di tutta la
cifra, ma solo degli utili della Vittorio Veneto Servizi: «Saranno utilizzati fino all'ultimo centesimo per le
manutenzioni». Quanto alle «manutenzioni quasi zero» l'ex sindaco Da Re replica: «Ne abbiamo fatte, si
guardino i lavori. E se useranno i soldi delle farmacie per questi lavori vuol dire che non abbiamo lasciato solo
derivati, ma anche un bel po' di soldini».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Manutenzioni: c'è un tesoretto
01/08/2015
Pag. 50 Ed. Pordenone
diffusione:86966
tiratura:114104
Farmacia , la Regione sceglie Corva
È sempre più vicina la quarta farmacia di Corva. La Regione ha infatti individuato nella terza frazione più
popolosa di Azzano il luogo per il nuovo servizio. Lo ha fatto con una delibera del 17 luglio, accogliendo la
proposta del Comune, che la voleva nel tratto di strada che da Corva conduce alla località Cinque Strade.
«La Regione ha fatto sua la nostra proposta - afferma con soddisfazione la vicesindaco Lorella Stefanutto - Ci
auguriamo che ora l'iter non subisca ulteriori intralci». Il riferimento è alle azioni del farmacista Giuseppe
Selva, titolare dell'omonima farmacia di Tiezzo, che dal 2012 ha fatto di tutto affinché la quarta farmacia non
venisse individuata a Corva, ad appena 2 km e mezzo dalla sua. Selva, contestando la procedura burocratica
seguita dal Comune, ha già vinto due ricorsi al Tar: uno nel maggio 2013 e l'ultimo, accolto lo scorso
novembre, che aveva costretto la Regione a sborsare 3mila euro e il Comune 2mila per il rimborso delle
spese. La scelta del luogo infatti sarebbe spettata alla Regione e non al Comune. La questione era finita
dunque nelle mani della Regione e la risposta è arrivata, con pareri favorevoli dell'Ordine dei farmacisti e
dell'Azienda sanitaria: la Regione ha scelto Corva, una frazione con 1.854 abitanti, alcuni dei quali hanno più
volte manifestato all'amministrazione la necessità di una farmacia più vicina. Selva però non ha mollato fino
all'ultimo: nel marzo scorso il suo avvocato, Daniela Facca, aveva fatto pervenire alla Regione un'istanza
nella quale si evidenzia come, «posizionando la quarta farmacia a Corva, si hanno 4 farmacie in 3 chilometri
mentre rimane scoperta tutta la zona di Cesena, Le Fratte, Santa Croce e tutta la frazione di Fagnigola». La
Regione nella delibera di qualche giorno fa ha risposto che «la realizzazione di un'equa distribuzione nel
territorio delle farmacie richiede una valutazione complessiva della situazione del territorio non diretta
unicamente a ridurre le distanze tra frazioni e farmacie esistenti». Insomma, se Selva non deciderà di fare
nuovamente ricorso al Tar, stavolta per i criteri di scelta usati dalla Regione, oltre alle 2 farmacie di Azzano e
a quella di Tiezzo, aprirà anche la farmacia di Corva.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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LA STORIA Vicenda annosa con tanto di ricorsi al Tar del farmacista di Tiezzo
01/08/2015
Pag. 13 Ed. Milano
diffusione:69063
tiratura:107480
I conti tornano Imposte congelate e in programma una nuova farmacia
- PANTIGLIATE - APPROVATO il bilancio previsionale 2015. Rimasti inalterati i tributi per l'anno in corso:
Irpef allo 0,8%, Imu sulle seconde case allo 1,06%, Tasi all'1,3%, una delle aliquote più basse fra i paesi
limitrofi. Bloccata anche l'aliquota Tasi per i negozianti. Fra le novità previste dal programma, l'apertura di una
Farmacia Comunale grazie all'acquisto di quote di proprietà della società partecipata Farcom, che provvederà
alla ristrutturazione del vecchio edificio Comunale e gestirà l'erogazione dei servizi, e la riapertura a
settembre delle attività del Centro di Aggregazione Giovanile, dopo un fermo di anni dovuto a tagli al bilancio,
attraverso il progetto «La Ratatouille» dell'associazione Aias. Bocciata la proposta del gruppo di minoranza
Pantigliate al Centro che chiedeva l'assunzione di un nuovo agente di polizia locale in sostituzione alla
prevista figura di un vice Segretario Comunale. Bilancio accolto con soddisfazione dall'amministrazione che,
secondo le opposizioni, sarebbe ancora lontano dal soddisfare le promesse elettorali. Valeria Giacomello
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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PANTIGLIATE
01/08/2015
Pag. 37 Ed. Milano
diffusione:125215
tiratura:224026
Riforma Sanità Vertice fiume Martedì il via libera
C.OS.
Seduta fiume a Regione Lombardia per quanto riguarda la riforma della sanità. Ieri si è riunito nuovamente il
tavolo di maggioranza e opposizione per discutere le ultime misure da inserire nel testo che verrà presentato
in Aula nei prossimi giorni. Clima favorevole e sereno, fanno sapere gli addetti ai lavori, eppure la riunione è
andata avanti a oltranza. Per quanto riguarda uno dei nodi più difficili, la questione del "polo pediatrico", pare
che a spuntarla sarà la linea che intende aggregare con il Buzzi e il Macedonio Melloni l'ospedale Sacco.
Certezze però, al momento, nessuna: l'ultima parola spetta alla presidenza di Regione Lombardia e gli occhi
sono puntati, quindi, sulla riunione di maggioranza di martedì prossimo. «Il testo della riforma sarà in
discussione non oltre il 6 agosto», assicura Angelo Capelli (Ncd). Come da cronoprogramma, insomma. E
dello stesso avviso è il governatore Maroni: «Sono ottimista e sono convinto che entro la fine della prossima
settimana la Lombardia avrà la sua riforma della sanità».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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PIRELLONE
01/08/2015
Pag. 14 Ed. Imperia
diffusione:103223
tiratura:127026
Ricette mediche "gonfiate " , nei guai farmacista di Prel à
L'accusa è di indebita percezione di erogazioni da parte del sistema sanitario. Scattata sospensione di sei
mesi
G. GA.
La magistratura ha disposto la sospensione dai pubblici uffici per sei mesi di un farmacista dell'entroterra. Il
motivo? Un'indagine che ha rivelato una serie di «maneggi» nella gestione delle ricette e dei rimborsi del
servizio sanitario nazionale. La misura cautelare è stata disposta nei confronti del dottor Fabio Renzi, 53 anni,
titolare della farmacia di Prelà, in via Dolcedo 2. È accusato di indebita percezione di erogazioni da parte
dello stato. Sono stati i carabinieri del Nas, il Nucleo anti sofisticazioni di Genova, ad occuparsi degli
accertamenti d'indagine che hanno portato i pubblici ministeri imperiesi Paola Marrali e il giudice Alessandro
Bogliolo a chiedere ad ottenere il provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari Massimiliano
Botti. L'apertura della farmacia del paese, vista la decisione del tribunale, è vincolata alla presenza di un altro
farmacista che non sia quello raggiunto dalla misura cautelare. L'attività di indagine dei carabinieri del Nas di
Genova, coordinati dal capitano Mario Carta, è scattata a fronte di una serie di anomalie segnalate dal
sistema nazionale che si occupa di verificare le «ricette rosse» e di rilasciare poi i pagamenti ai farmacisti.
Secondo l'ipotesi accusatoria nella farmacia di Prelà il dottor Renzo avrebbe «motiplicato» il numero di
confezioni che i medici di base prescrivevano ai pazienti. Lo scenario emerso al termine degli accertamento è
stato quello di un'alterazione materiale delle ricette. Il paziente arrivava in farmacia con la ricetta e prendeva il
suo farmaco. Successivamente le confezioni diventavano di più rispetto a quella regolarmente prescritta e
venduta, le fustelle finivano attaccate alla ricetta rossa. Il tutto a danno dello Stato per un importo che i
carabinieri del Nas hanno stimato intorno ai 22 mila euro. Gli accertamenti sono ancora in corso e riguardano
anche la destinazione dei farmaci «venduti» con il singolare escamotage. Se dal punto di vista amministrativo
le ricette e i codici a barre dei farmaci hanno consentito di ricostruire nei dettagli una serie di passaggi, nulla è
emerso in merito al destino delle decine e decine di confezioni che sono rimaste senza fustelle. In procura il
riserbo sulla vicenda è assoluto. La vicenda ha visto l'imbarazzo del paese che si è trovato improvvisamente
con il farmacista retrocesso ai ranghi di normale cittadino, senza vincoli per la libertà personale ma
impossibilitato a dare le medicine. L'interrogatorio di garanzia è stato fissato per la prossima settimana.
Foto: L'indagine è stata condotta dai carabinieri del Nas
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 01/08/2015
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INCHIESTA DELLA PROCURA E DEL NAS DEI CARABINIERI DI GENOVA
PROFESSIONI
3 articoli
01/08/2015
Pag. 14
diffusione:25000
Il giudizio sull'atleta della Sky è influenzato anche dall'antipatia che genera e dal suo modo di correre: più
automa che corridore Chris ha vinto la sua seconda Grand Boucle. Ora è di fronte al tribunale d'inquisizione
della stampa e della televisione francese Il secondo Tour vinto, le illazioni, lo spettro del doping . Perché nel
ciclismo c'è una caccia alle streghe in nome dello sport pulito Prima della morte di Simpson (1967) e
dell'affaire Festina (1998), parlare apertamente di sostanze dopanti era cos
Giovanni Battistuzzi
La strada che sale, che si inerpica da valle sino alla sommità del monte, tra creste alpine, panettoni pirenaici,
boschi e pietraie sembra ormai non essere più il luogo delle bici, dei ciclisti in veloce agonia per una maglia,
gialla o bianca a pois rossi che sia. Quella strada è diventata un'aula di tribunale dove va in scena tappa
dopo tappa la caccia all'uomo, il processo all'azione sportiva, giudiziario sia chiaro, non più atletico. Il Tour è
finito, la sua storia già scritta, ma il vociare di sospetti e accuse, di illazioni e diffidenze ancora non si placa,
perdura in Francia in un clima da caccia alle streghe, in un maccartismo a pedali fatto di dita puntate e
arricciamenti di naso. Lo spettro che aleggia sulla schiena dei corridori è il solito, il doping. E' la caccia al
colpevole, perché uno dev'esserci, per forza, perché è necessario un capro espiatorio da sacrificare innanzi
all'altare dell'universale diritto allo sport pulito. E' l'inquisizione ciclistica, bellezza, telenovela sportivogiudiziaria, un Perry Mason in bicicletta, che ricerca, scruta, analizza, va pazza per dati e grafici, per Vam
(velocità ascensionale media) e watt, telemetrie e numeri, quasi come se il ciclismo si fosse tramutato in una
Formula 1 qualsiasi, come se fossero ormai solo la tecnica e la tecnologia a guidare le gambe dei corridori.
La nuova puntata ha come protagonista assoluto Chris Froome, inglese nato in Kenya, vincitore dell'ultima
Grande Boucle, maglia gialla da Fougères, settima tappa, a sotto L'Arc de Triomphe. Imputato per manifesta
superiorità lungo l'ascesa di La PierreSaint-Martin, decima tappa, primo arrivo pirenaico della corsa: rivali
schiacciati, reclusi in ritardi abbondanti e Tour ucciso. La corsa che doveva essere segnata dalla lotta tra i
magnifici quattro - Froome, Alberto Contador, Nairo Quintana e Vincenzo Nibali -, si trasforma alla prima
occasione nel dominio inglese griffato Sky, il team finanziato dal colosso televisivo e dalla federazione
ciclistica inglese, abile a programmare vita, allenamento e tattica di corsa dei suoi uomini, sino a trasformarli
in vincenti. L'ascesa di Froome è un soliloquio, una prova magistrale di superiorità ciclistica, assolo, tripudio,
dominio. Troppo forte il keniano per gli altri, troppo forte per essere merito della sola forza fisica, fanno
intendere la stampa e la televisione francese. E così la salita di La Pierre-Saint-Martin da trono diventa
flagellazione personale. Anzi collettiva, della Sky, che oltre la vittoria ha ottenuto il secondo posto con Richie
Porte e il sesto con Geraint Thomas. L'indomani spuntano su YouTube due video del corridore della Sky
durante l'ascesa al Mont Ventoux del Tour de France 2013 (il primo vinto da Chris) nel quale appaiono in
sovrimpressione i dati fisiologici dell'atleta hackerati pochi giorni prima dall'archivio informatico della squadra
inglese - sottrazione denunciata ufficialmente - e che mostrano parametri sorprendenti: pulsazioni basse
nonostante lo sforzo, watt espressi a livelli dell'epoca Armstrong, Vam (ossia il parametro che misura il
numero di metri di dislivello in salita percorsi in un'ora), mai raggiunte da nessun ciclista. Il video è
prontamente mandato in onda dal canale televisivo France2 in un servizio che commentava la prestazione
come "oltreumana". Quei dati diventano accusa e poco importa se la parola doping non sia mai
esplicitamente detta, è quello che non viene esplicitato a contare, le mezze parole a ergersi a giudizio
insindacabile, è quell'oltreumano a pesare sulle spalle esili del corridore keniano, a riportare alla mente quel
passato che il ciclismo prova a dimenticare, ma che ritorna immancabilmente a ogni prestazione non
ordinaria, come se qualsiasi impresa non potesse più essere possibile senza il ricorso a sostanze proibite. Il
ciclismo riscopre a ogni Tour la perdita della sua verginità, le sue eccezionalità si trasformano da vanto a
problema, le sue bellezze perdono le sembianze di grazie e dive per assumere solamente quelle di meretrici
infestate dalla peggior malattia che questo sport ha visto diffondere: il doping. Se Froome abbia assunto o
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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DANNATO FROOME
01/08/2015
Pag. 14
diffusione:25000
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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meno sostanze dopanti non è ancora dato a sapersi. I suoi test sono sempre risultati negativi, i valori ematici
catalogati nel passaporto biologico - ossia la tecnica antidoping introdotta dalla WADA (World Anti-Doping
Agency) che consiste nel tracciamento nel tempo dei parametri del sangue dell'atleta - in ordine. Questo però
non basta. Sul corridore si sono concentrati comunque i sospetti di parte dell'opinione pubblica, le luci della
inquisizione dell'antidoping collettivo si sono accese e continueranno a essere puntate su di lui sino a quando
non verrà colto in fallo per poter finalmente allestire un vero processo, perché è questo che in molti
aspettano, vedere l'olimpo ciclistico cadere per poter continuare a illudere tutti della limpidezza dello sport.
Froome è solo l'ultimo capitolo di quella serie letterario-giudiziaria di erbacce da diserbare a ogni costo
iniziata sulle rampe del Mont Ventoux al Tour de France del 1967. Il 13 luglio di quell'anno, durante la
tredicesima tappa, probabilmente a causa di un eccesso di anfetamine, si fermò il cuore dell'inglese Tom
Simpson. L'apice venne raggiunto durante la Grande Boucle del 1998, l'anno dell'affaire Festina, quando il
mondo sportivo ebbe conferma dell'esistenza del doping di squadra. L'esclusione della formazione francese,
a causa del rinvenimento nell'auto del massaggiatore di centinaia di dosi di eritropoietina, anabolizzanti e
anticoagulanti del sangue, è stata l'inizio di quella fase che potremmo definire del disincanto rispetto alle
gesta atletiche dei campioni di questo sport. L'Unione ciclistica internazionale iniziò a studiare un protocollo
per affinare la ricerca di sostanze illecite nel sangue e nelle urine dei corridori e gli appassionati scoprirono la
componente farmaceutica alla base di certe prestazioni. I tifosi iniziarono a convivere con squalifiche e
farmaci, con parole come Epo, Cera, Testosterone, diuretici e trasfusioni, soprattutto con la consapevolezza
della possibilità che le prestazioni sportive del singolo potessero essere in qualche modo aiutate dalla ricerca
medica e farmaceutica. Non più la cosiddetta bomba dell'epoca di Coppi e Bartali, un mix mai ben definito di
Simpamina (anfetamina), caffè e stimolanti, ma l'esistenza di un substrato farmacologico capace di innalzare
a dismisura i normali limiti fisici. Prima di Simpson infatti il doping era risaputo ma tollerato, accettato, perché
la fatica era tanta, troppa, e andava pur agevolata con qualcosa: a quelle gambe e a quel destino da forzati
della strada si potevano perdonare aiuti. Nel 1924, le dichiarazioni dei fratelli Péllissier, forse i ciclisti più noti
e importanti dell'epoca, al giornalista Albert Londres, reporter in mezzo mondo, ritornato dalle colonie penali
francesi e inviato al Tour nonostante poco o niente sapesse di ciclismo, non destarono indignazione, ma
pietà, vicinanza: "Voi non avete idea di cos'è il Tour de France, è un calvario", aggiunsero: "Volete vedere
come andiamo avanti? ... ecco, questa è cocaina per gli occhi, questo è cloroformio per le gengive ... questa
è pomata per riscaldarmi le ginocchia. E le pillole? Volete vedere anche le pillole? A voi, signori! Eccole qui! ne tirano fuori tre scatole a testa -. Per farla breve, andiamo avanti a colpi di 'bombe'". Bombe, le stesse su
cui ironizzavano Coppi e Bartali in televisione, le stesse che l'Airone candidamente ammise di usare: sono
"un paio di gambe di ricambio. E' composta da ingredienti segreti, i principali dei quali sono la simpamina e la
fiducia che funzioni" e tu la prendi, Fausto Coppi?, "Naturalmente", Tutti i corridori prendono la bomba? "Sì,
tutti, e a quelli che dicono di non prenderne è bene non avvicinarsi con fiammiferi accesi", quando prendi la
bomba?, "Quando serve", e quando serve?, "Quasi sempre". Pensare che qualcuno possa dire qualcosa del
genere adesso è follia. Nonostante le contromisure dell'antidoping, i casi di positività si sono susseguiti negli
anni, capitani e gregari hanno subito squalifiche e radiazioni, numerosi atleti si sono sentiti affibbiare
l'aggettivo "drogato", nonostante il doping non sia droga, anzi l'opposto, è eccesso di cura preventiva, anche
senza motivo o bisogno. Questi casi hanno reso vano, almeno per quanto riguarda una gran parte
dell'opinione pubblica, il tentativo di pulizia di questo sport, che si è (ri)umanizzato, ha abbassato medie di
gara ed exploit poco chiari, ma che non si è totalmente ripulito dall'alone della chimica, tanto da perdere la
sua stessa essenza: la capacità di uomini apparentemente normali di compiere imprese incredibili. Il ciclismo
sembra aver smarrito con l'ossessione per il doping il ricordo del volo solitario di Fausto Coppi nella
CuneoPinerolo al Giro del 1949, l'assolo di Gino Bartali sul Tourmalet nel 1939 e quello di Eddy Merckx
sempre sui Pirenei nel 1969, di aver scordato e rottamato il suo grande passato, quando le imprese erano
ancora concesse agli atleti e non venivano indagate e messe sotto la lente dello scetticismo. Froome è
l'ultima pagina di questo disincanto, di questa diffidenza per l'impresa sportiva, perché vincere si può, si deve,
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Pag. 14
diffusione:25000
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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ma farlo disintegrando la resistenza degli avversari, infliggendo pesanti distacchi a tutti è diventato
sconveniente, non ammissibile. Sul giudizio del keniano però non pesano solamente le prestazioni in gara, le
vittorie. A generare perplessità è in primis il suo modo di pedalare: l'atleta della Sky in bicicletta è goffo,
sgraziato, gambe larghe e gomiti in fuori, schiena storta e spalle che ciondolano in maniera scomposta, un
elefante su due ruote, nonostante il fisico esile e allampanato. Froome non scatta, non affronta le salite come
uno scalatore alzandosi sui pedali per cercare di fare il vuoto, se ne sta seduto in sella e frulla a una
frequenza di pedalate incredibile. E' figlio del metodo Armstrong, massima agilità per ritardare la formazione
di acido lattico e una cadenza altissima che supera i 90 giri di pedale al minuto, rivoluzione - al limite della
New Age - di intendere il ciclismo: la differenza sugli avversari non la si fa più con il rapporto, ma con la
frequenza. E poi quella testa sempre bassa a scrutare il ciclocomputer, battiti e watt generati, che lo rendono
più simile a un automa che a un atleta, nemesi stessa di generazioni di campioni che si lasciavano trascinare
solo dall'istinto e dalla voglia di stupire. All'appassionato di ciclismo, di per se conservatore e tradizionalista
fino all'eccesso, capace di passare ancora ore in osteria a discutere se fosse migliore Coppi o Bartali, tutto
questo provoca un certo fastidio: il calcolo e il centellinare lo sforzo è un insulto, alla gente piace il temerario,
colui che prova il colpo a effetto, il resto è finzione, come non sport. E se vince, genera dubbi. Froome
rappresenta tutto quello che non piace: corre attaccato alla radiolina parlando con il suo direttore sportivo che
gli suggerisce cosa fare - qualcuno maligna che lo guidi pure nell'andare in bagno -, non è aggraziato, non è
spettacolare, non è simpatico, neppure spocchioso, il che nei francesi genera un certo fascino; è schivo, "al
limite dello stronzo", ha sentenziato senza troppi giri di parole Richard Virenque, uno che spocchioso lo era
davvero e che anche per questo era amatissimo dai tifosi. E poi trova sempre la dichiarazione buona per farsi
odiare. L'ultima dopo la conquista del suo secondo Tour. Al giornalista che gli ha ricordato che il suo primo
direttore sportivo non avrebbe mai pensato potesse fare un exploit alla Pantani ha risposto: "Non amo essere
accostato a certi corridori. Mi sento molto diverso dai ciclisti di un certo passato e dal loro modo di
interpretare il nostro sport". Apriti cielo. Se c'è qualcosa che accomuna il tifo francese a quello italiano è, per
ovvi motivi, l'amore per il modo di correre del Pirata. Uno così non lo si può amare, non lo si può tifare, non
genera trasporto emotivo, ma da qui ad accusarlo, più o meno esplicitamente, di doping ne passa. Il
problema è che "il retroscena, il chiacchiericcio, l'accusare senza muovere accuse specifiche, ha ormai
creato un'atmosfera irrespirabile", ha detto il tre volte vincitore del Tour Greg LeMond all'Nbc. Si è arrivati a
un'inquisizione senza tribunale, dove "si è colpevoli di doping in ogni caso, basta che a qualcuno venga il
dubbio che una vittoria possa non essere tutta farina del proprio sacco". Un clima che riporta "agli anni bui,
quelli subito successivi allo scandalo Festina", quelli di cui Froome non vuole nemmeno sentir parlare.
Eppure proprio quanto successo a Pantani dovrebbe essere ricordato a quelle dita che si puntano facilmente
contro Froome, perché oggi come allora sembra che serva un capro espiatorio, qualcuno che possa riempire
prime pagine e servizi televisivi per ricordare a tutti che il ciclismo è stata roba sporca, ma si sta ripulendo e
chi prova a fare il furbo viene preso e sbattuto all'angolo, fustigato in nome dello sport pulito.
Foto: Chris Froome è nato a Nairobi il 20 maggio 1985. Corre per il Team Sky (foto LaPresse)
01/08/2015
Pag. 19 N.150 - 1 agosto 2015
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Scaccabarozzi ( Farmindustria ): sono finti risparmi
Andrea Cabrini ClassCnbc
Per l'Italia del farmaco è un'estate di ansia. Da quando il governo ha annunciato una nuova stretta sulla
spesa sanitaria, il settore teme di tornare nel mirino. E, soprattutto, di perdere lo slancio che negli ultimi anni
lo ha trasformato in un motore dell'economia. Oggi l'Italia è seconda in Europa dopo la Germania per la
produzione di medicinali, con 174 fabbriche e 2.5 mld di investimenti, e prima al mondo per crescita in valore
dell'export di farmaci e vaccini per quattro anni di fila. Massimo Scaccabarozzi, a luglio rieletto per la terza
volta presidente di Farmindustria, e presidente e ad di Janssen in Italia, spiega a Class Cnbc cosa è in gioco
con la prosima legge di stabilità. Domanda. Renzi cerca soldi per finanziare il taglio delle tasse. Quanto si
potrà risparmiare sui farmaci ? Risposta. Negli ultimi dieci anni siamo stati tirati in mezzo a ogni manovra.
Nella legge in discussione la farmaceutica è coinvolta ancora perché siamo l'unica voce della spesa sanitaria
con tetti vincolanti. Significa che quando il Paese spende più del previsto, perché c'è una maggiore richiesta
di farmaco, noi dobbiamo restituire i soldi, a volte ancora non incassati, pur avendo fornito i farmaci al servizio
sanitario. Adesso si ricorre di nuovo alla revisione dei prontuari cercando di riallineare i prezzi dei farmaci al
prezzo più basso. D. Voi vi lamentate , ma lo Stato risparmia. R. Non è cosi.Lo scorso anno, in ottobre,
abbiamo fatto incontrare a Renzi i numeri uno delle 12 aziende del farma più importanti presenti in Italia. È
stato un incontro positivo. Abbiamo tutti creduto alla stabilità e abbiamo fatto ripartire gli investimenti in
produzione e ricerca. Abbiamo assunto 5 mila nuovi addetti in poco tempo, addirittura prima del Jobs Act
perché ci abbiamo creduto. Oggi il settore occupa 63 mila dipendenti. Le nostre esportazioni continuano a
crescere e ormai il 72% di quello che produciamo è esportato. L'industria spende ogni anno 12 miliardi di
farmaci e noi ne produciamo per 28, esportando tutta l'altra parte. È un contributo non banel per il pil. D. La
manovra vuole anche tirare il freno sulle prescrizioni in eccesso. R. Sono luoghi comuni duri a morire. Se ci
confrontiamo con altri Paesi registriamo minor consumo di farmaci, minore spesa in farmaci, minor costo e
minor uso di farmaci nuovi. D. Com'è la situazione dei debiti Pa? R. Non siamo ancora nei termini di legge.
anche se c'è stato un gran miglioramento rispetto a due-tre anni fa. D. È possibile offrire i costosi prodotti di
nuova generazione a prezzi compatibili con i conti del sistema sanitario nazionale? R. Ci sono farmaci
indispensabili per curare certe malattie. Prendiamo l'esempio dell'Epatite C. Se si considera il costo di tuttii
trattamenti che erano necessari prima dell'introduzione del nuovo farmaco (come la cura della cirrosi, il
trapianto), ci rendiamo conto che gran parte di quelle spese ora non si devono più sostenere. Quindi, quando
si dice che non ci sono risorse, basterebbe prendere quelle risorse risparmiate e metterle sui farmaci o su
quelle tecnologie che hanno un costo immediato ma fanno risparmiare la sanità nel corso del tempo. E
questo si fa. D. Resta il fatto che i prezzi di alcune nuove terapie, come quella per l'Epatite C cui faceva
riferimento, arrivano a decine di migliaia di euro. R. I farmaci di cui stiamo parlando hanno un costo di ricerca
e di produzione molto alto perché sono biotech. Non sono più prodotti di sintesi chimica ma nascono da
organismi viventi. Nei Paesi in difficoltà economica facciamo sconti proprio per rendere accessibili questi
farmaci anche ai pazienti che altrimenti non potrebbero accedere alle cure. In altri Paesi con economie più
solide manteniamo i prezzi reali, gli unici sostenibili. (riproduzione riservata)
Foto: Massimo Scaccabarozzi
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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INTERVISTA
01/08/2015
Pag. 20 N.150 - 1 agosto 2015
diffusione:100933
tiratura:169909
Sale la febbre da m&a
Ester Corvi
La recente acquisizione da parte dell'israeliana Teva di Allergan Generics per 40,5 miliardi di dollari è solo
l'ultima di una lunga serie di operazioni che mantengono alto l'appeal in borsa del settore farmaceutico, che
negli ultimi cinque anni ha realizzato a livello globale una performance del 140% (indice Msci World Health
Care in dollari), ma che nel caso dei titoli biotech Usa arriva al 360%. Nel settore sanitario, che a livello
mondiale valeva nel 2014 7.700 miliardi di dollari (pari al 10% del pil mondiale), il segmento farmaceutico e
quello biotech presentano fatturati annui superiori rispettivamente a 1.000 e 120 miliardi di dollari, con
prospettive di crescita molto elevate. «Le aspettative indicano un +5,7% medio annuo fino al 2018 per il
pharma e un +10,8% per il biotech, trainati rispettivamente dai farmaci generici e specialistici (ospedalieri,
oncologici, per malattie rare) e da soluzioni terapeutiche innovative (biomaker e farmaci molecolari)», spiega
Marco Mazzucchelli, responsabile servizi Transaction advisory di Ernst & Young Med (Italia, Spagna e
Portogallo). L'Italia è uno dei principali Paesi produttori di farmaci, al secondo posto in Europa per volumi. Il
comparto impiega 63.500 addetti e ha generato nel 2014 più di 28 miliardi in termini di valore della
produzione, con un aumento del 4,5%. Nel biotech operano invece 256 società. Dietro l'attuale febbre da
m&a, secondo Christophe Eggmann, gestore del fondo Jb Health Innovation, ci sono due driver. Il primo è
rappresentato dalla forte appetibilità di tante piccole aziende in grado di realizzare prodotti di successo, che
vengono incorporate in realtà più grandi, L'altro riguarda i cambiamenti strutturali in atto nel settore sanitario
(innovazione, maggiore attenzione al successo del trattamento per ottenere il rimborso) che costringono
molte aziende a rivedere il modello di business, il portafoglio prodotti e il marchio (come nel caso di Allergan
e Pfizer). I processi di aggregazione sono quindi destinati a continuare senza sosta. Con quali target? «A mio
avviso fra le aziende attivamente alla ricerca di acquisizioni ci sono Gilead, Biogen, Allergan e Pfizer»,
commenta Eggmann, che ha un giudizio positivo su Gilead, leader nel trattamento dell'epatite C. Un altro
titolo considerato promettente è appunto Allergan, che sta accelerando la sua trasformazione in una società
di prodotto ad alto contenuto di innovazione. Dopo aver perso un terzo della capitalizzazione di mercato, è
diventata attraente, secondo il money manager, anche Biogen, considerando i farmaci in pipeline (per la
sclerosi multipla e per il morbo di Alzheimer). Gli analisti di Morgan Stanley hanno un rating positivo, con
target 125 dollari su Gilead, del 6% superiore alle quotazioni attuali, ma assegnano un potenziale di rialzo
maggiore a Ophthotech (+49%), Biogen (+34%) e Galapagos (+28%). Quali saranno le tendenze del futuro?
«Il primo trend a livello di big pharma evidenzia la volontà di focalizzarsi su un determinato core business»,
mette in evidenza Mazzucchetti, «un secondo trend riguarda operazioni di m&a che hanno coinvolto società
di produzione di specialità farmaceutiche, spinte dalla necessità di consolidamento per migliorare le
economie di scala, in un contesto caratterizzato da forti pressioni sui prezzi. Il terzo trend rilevato nell'ultimo
periodo riguarda le grandi società biotech che hanno effettuato operazioni di acquisizione con la finalità di
ampliare il loro portafoglio prodotti. Le principali aree terapeutiche di interesse sono l'oncologia e l'ematologia,
l'immuno-oncologia e le malattie rare». Anche nel settore dei farmaci generici procede la fase di
consolidamento, in questa caso motivata dalla scadenza di numerosi brevetti. Infine, in Italia le operazioni di
fusione & acquisizione riguardano tre segmenti in particolare: la produzione conto terzi (Cmo-Contract
manufacturing organization), i prodotti Otc e le specialità farmaceutiche. Dal 2014 ad oggi nel settore
farmaceutico italiano sono state portate a termine 15 operazioni di m&a. (riproduzione riservata) Dati in
milioni di euro Fonte: Rielaborazione EY su fonte Mergermarket
GLI ACCORDI TOP DI M&A NEL SETTORE BIOTECH NEL 2015 GRAFICA MF-MILANO FINANZA Data
Società target Acquirente Valore accordo* 20/04/2015 04/03/2015 13/05/2015 06/05/2015 11/01/2015
05/03/2015 17/06/2015 30/03/2015 12/01/2015 29/06/2015 31/03/2015 29/01/2015 11/01/2015 28/04/2015
16/01/2015 09/06/2015 05/02/2015 30/03/2015 04/03/2015 09/07/2015 29/06/2015 SK Holdings ( quota
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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IN BORSA
01/08/2015
Pag. 20 N.150 - 1 agosto 2015
diffusione:100933
tiratura:169909
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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68,18%) Pharmacyclics Pall Corporation Synageva BioPharma Nps Pharmaceuticals Ikaria Kythera
Biopharmaceuticals Hyperion Therapeutics Foundation Medicine (quota 61,72%) Juno Therapeutics (quota
10%) Boditech Med Dendreon OnCore Biopharma Chinese Peptide Novescia Tianhe Environm. Engineering
(quota 60%) Advanced Scientifics Cellular Dynamics International SuppreMol Celsis International Spinifex
Pharmaceuticals SK C&C AbbVie Danaher Alexion Pharmaceuticals Shire Mallinckrodt Allergan Horizon
Pharma Roche Holding Celgene NH Special Purpose Acquisition 2nd Co Valeant Pharmaceuticals
International Tekmira Pharmaceuticals Guizhou Xinbang Pharmaceutical Cerba European China Western
Power Industrial Thermo Fisher Scientific Fujifilm Holdings Baxter International Charles River Laboratories
International Novartis 22.593 17.235 12.190 7.442 4.191 2.081 1.606 809 796 761 454 438 318 301 275 270
263 262 200 192 179
GLI ETF AZIONARI SALUTE QUOTATI IN ITALIA Etf che replicano indici del settore health care delle varie
aree del mondo GRAFICA MF-MILANO FINANZA Amundi Msci Europe Healthcare Db X-Trackers Msci
World Health Care Db X-Trackers Stoxx 600 Health Care Lyxor Ucits Etf Msci World Health Care Lyxor Ucits
Etf Stoxx Eur. 600 Healthcare Source Health Care S&P US Sel Sect Spdr Msci Europe Health Care Europa
Mondo Europa Mondo Europa Usa Europa 24,42% 24,59% 25,42% 24,46% 25,39% 22,1% 24,53% Rend. %
da inizio anno Area Nome Etf
PERSONAGGI
5 articoli
01/08/2015
Pag. 29
diffusione:64550
tiratura:80914
Da oggi le visite si prenotano in farmacia
"Cup Intelligente". Le prestazioni specialistiche e ambulatoriali si potranno fissare come i voli
Partirà oggi, in quattro farmacie catanesi, per estendersi poi alle altre della provincia, il primo "Cup
intelligente" volto a favorire l'accesso dei cittadini all'offerta sanitaria della città metropolitana. Il nuovo portale
delle farmacie, previsto nell'ambito del progetto "Urban Wellness", promosso da Federfarma, Comune e
Università, consentirà di prenotare visite specialistiche secondo il sistema utilizzato per la prenotazione dei
voli aerei. I cittadini che si recheranno in farmacia potranno prenotare con facilità la prestazione ambulatoriale
o diagnostica più prossima in termini di tempo e più vicina in termini di luogo. «Questo sistema di
prenotazione dei servizi sanitari - ha detto il presidente di Federfarma Catania e vicepresidente di Federfarma
nazionale, Gioacchino Nicolosi - rappresenta la prima applicazione concreta in Sicilia dell'agenda digitale.
Partendo dal basso, dalla rete delle 297 farmacie etnee, e senza oneri a carico della pubblica
amministrazione, abbiamo progettato un Cup intelligente ed economicissimo, ben lontano dalla vecchia
prenotazione telematica. Federfarma diventa così protagonista del cambiamento grazie a un'applicazione
intelligente delle tecnologie digitali, mettendo l'innovazione a servizio dei cittadini, della società e della sanità
territoriale». A fare da apripista al progetto saranno la farmacia Nesima in via Nobili 3, la farmacia Merlo in
piazza S. Maria di Gesù, la farmacia Vieni in piazza Duomo 16 e la farmacia Gialdi, Poggio Lupo, Strada San
Giovanni Galermo 91/a. «Questa iniziativa - ha aggiunto il coordinatore del progetto per Federfarma, Gaetano
Cardiel - consente di incrociare l'offerta di salute messa a disposizione dal Servizio Sanitario Regionale con la
domanda di salute dei cittadini, senza sprechi di risorse, valorizzando gli investimenti tecnologici fatti dalle
istituzioni sanitarie e dotando le farmacie di una sorta di traduttore simultaneo analogo ai sistemi in uso per la
prenotazione dei voli aerei. Verranno utilizzati standard avanzati di comunicazione in ambiente cloud
computing, in una regione come la Sicilia che, grazie alla collaborazione con Federfarma, ha già conseguito
un primato nazionale con la dematerializzazione delle prescrizioni farmaceutiche». Il progetto partirà con
l'azienda ospedaliera Garibaldi, che per prima si è attivata per promuovere la sperimentazione con
Federfarma. Intanto le oltre 30 parafarmacie aderenti a Confesercenti Catania chiedono ancora una volta
all'amministrazione etnea di coinvolgerle nel sistema di prenotazione ed erogazione di visite specialistiche.
«Le nostre strutture sono moderne e forse ancora più idonee a offrire un servizio simile per la clientela spiegano il direttore di Confesercenti Catania, Salvo Politino e il responsabile etneo dell'Anpi, l'associazione
nazionale delle parafarmacie, Sandra Di Bartolo -. In tutti questi anni ci siamo sentiti esclusi e trattati come
farmacisti di serie B. E' arrivata l'occasione per l'amministrazione di offrire uguali opportunità a professionisti
che ogni giorno prestano servizio alla comunità con dedizione e serietà. Chiediamo, dunque, di essere
convocati il prima possibile ribadendo la nostra volontà nel mettere a disposizione strutture, personale e
competenze».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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PARTE IL NUOVO PROGETTO DI FEDERFARMA
01/08/2015
Pag. 54
tiratura:5000
Consegna gratuita dei medicinali a casa
(ces) Consegna dei farmaci a domicilio, totalmente gratuita, per le persone non deambulanti per una
patologia cronica o grave che non abbiano a disposizione qualcuno che possa recarsi in farmacia. E' il nuovo
servizio messo in campo per l'estate in tutta Italia dalle farmacie private associate a Federfarma, con il
patrocinio del Ministero della Salute. Per accedere al servizio basta chiamare il numero verde 800 189 521,
attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Risponderà un operatore che metterà in contatto con la farmacia
disponibile più vicina al proprio domicilio, con la quale si potrà concordare modalità e tempi di consegna del
farmaco richiesto. «Con questa iniziativa di alto valore sociale - ha dichiarato Annarosa Racca (nella foto),
presidente di Federfarma nazionale e Federfarma Lombardia - le farmacie si mettono ancora una volta al
servizio della popolazione e in particolare delle fasce più deboli. Questa iniziativa delle farmacie, presenti in
modo capillare sul territorio, è l'ennesima conferma della farmacia come primo presidio socio-sanitario del
Servizio Sanitario Nazionale». Apprezzamento per il nuovo servizio è stato espresso dal ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin: «La consegna a domicilio di farmaci rientra in un quadro di grande attenzione alle
esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta il livello di cronicità. Le
farmacie costituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario perché garantiscono con professionalità e
capillarità l'accesso al farmaco in tutto il Paese, fin nelle zone meno popolate».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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SALUTE Il nuovo servizio Federfarma a favore delle fasce più deboli della popolazione
01/08/2015
Pag. 54
tiratura:6000
Consegna gratuita dei medicinali a casa
(ces) Consegna dei farmaci a domicilio, totalmente gratuita, per le persone non deambulanti per una
patologia cronica o grave che non abbiano a disposizione qualcuno che possa recarsi in farmacia. E' il nuovo
servizio messo in campo per l'estate in tutta Italia dalle farmacie private associate a Federfarma, con il
patrocinio del Ministero della Salute. Per accedere al servizio basta chiamare il numero verde 800 189 521,
attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Risponderà un operatore che metterà in contatto con la farmacia
disponibile più vicina al proprio domicilio, con la quale si potrà concordare modalità e tempi di consegna del
farmaco richiesto. «Con questa iniziativa di alto valore sociale - ha dichiarato Annarosa Racca (nella foto),
presidente di Federfarma nazionale e Federfarma Lombardia - le farmacie si mettono ancora una volta al
servizio della popolazione e in particolare delle fasce più deboli. Questa iniziativa delle farmacie, presenti in
modo capillare sul territorio, è l'ennesima conferma della farmacia come primo presidio socio-sanitario del
Servizio Sanitario Nazionale». Apprezzamento per il nuovo servizio è stato espresso dal ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin: «La consegna a domicilio di farmaci rientra in un quadro di grande attenzione alle
esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta il livello di cronicità. Le
farmacie costituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario perché garantiscono con professionalità e
capillarità l'accesso al farmaco in tutto il Paese, fin nelle zone meno popolate».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 01/08/2015
53
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SALUTE Il nuovo servizio Federfarma a favore delle fasce più deboli della popolazione
01/08/2015
Pag. 44
diffusione:12490
tiratura:14616
Consegna gratuita dei medicinali a casa
(ces) Consegna dei farmaci a domicilio, totalmente gratuita, per le persone non deambulanti per una
patologia cronica o grave che non abbiano a disposizione qualcuno che possa recarsi in farmacia. E' il nuovo
servizio messo in campo per l'estate in tutta Italia dalle farmacie private associate a Federfarma, con il
patrocinio del Ministero della Salute. Per accedere al servizio basta chiamare il numero verde 800 189 521,
attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. Risponderà un operatore che metterà in contatto con la farmacia
disponibile più vicina al proprio domicilio, con la quale si potrà concordare modalità e tempi di consegna del
farmaco richiesto. «Con questa iniziativa di alto valore sociale - ha dichiarato Annarosa Racca (nella foto),
presidente di Federfarma nazionale e Federfarma Lombardia - le farmacie si mettono ancora una volta al
servizio della popolazione e in particolare delle fasce più deboli. Questa iniziativa delle farmacie, presenti in
modo capillare sul territorio, è l'ennesima conferma della farmacia come primo presidio socio-sanitario del
Servizio Sanitario Nazionale». Apprezzamento per il nuovo servizio è stato espresso dal ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin: «La consegna a domicilio di farmaci rientra in un quadro di grande attenzione alle
esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta il livello di cronicità. Le
farmacie costituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario perché garantiscono con professionalità e
capillarità l'accesso al farmaco in tutto il Paese, fin nelle zone meno popolate».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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SALUTE Il nuovo servizio Federfarma a favore delle fasce più deboli della popolazione
31/07/2015 00:06
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
"Il pay-back rischia di provocare un aumento vertiginoso dei contenziosi tra imprese e pubblica
amministrazione, e quindi di spese legali a carico di entrambi, una riduzione drastica della qualità dei servizi
di assistenza sanitaria per i cittadini e un impatto negativo per molte aziende stimabile fra i 300 e i 450
milioni". Questi i rischi denunciati dal componente della commissione Sanità del Senato.
31 LUG - "Gravi ripercussioni sia sulla occupazione in un settore che conta più di tremila aziende, 50mila
addetti e ha già perso, grazie agli effetti di una fantomatica spending review, più di 6mila posti di lavoro, sia
sulla qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini: questi i rischi concreti e immediati che riverrebbero
dall'applicazione del meccanismo del pay- back anche in caso di superamento del tetto di spesa da parte dei
fornitori dei dispositivi medici". Questi i rischi denunciati da Luigi d'Ambrosio Lettieri (Conservatori e riformisti)
che ha presentato, insieme ai colleghi Aiello, Bonfrisco, Liuzzi, Tarquinio, Zizza, Bruni, Di Maggio, Ceroni,
Conte, Milo, Pagnoncelli, Rizzotti e Perrone, una mozione in Senato. Il meccanismo del pay-back è stato
introdotto con il maxi-emendamento del Governo al Dl Enti locali che recepisce l'intesa della Conferenza
Stato Regioni del 2 luglio scorso e che ha approvato il taglio al vigente finanziamento statale ordinario (FSO)
del Servizio sanitario nazionale per il 2015, di 2,352 miliardi di euro, attraverso una serie di misure tra cui la
rinegoziazione dei contratti e il payback per i dispositivi medici. Introdurre opportune modifiche e adeguati
correttivi per evitare che l'applicazione del pay¬back per i dispositivi medici produca effetti distorsivi e per
salvaguardare l'occupazione e la competitività del comparto; garantire che i tagli al FSO del Ssn, approvati in
sede di Conferenza Stato Regioni, non avranno ripercussioni negative sulla qualità e quantità delle
prestazioni sanitarie dei cittadini italiani; razionalizzare la spesa, attraverso la eliminazione degli sprechi e
delle inefficienze, così come indicato dagli stakeholders, durante le audizioni nel corso dell'indagine
conoscitiva svoltasi in 12ma Commissione Igiene e Sanità del Senato "Sullo stato e sulle prospettive del
Servizio sanitario nazionale"; attuare la Cabina di regia prevista dalla legge di stabilità 2015,
responsabilizzando tutte le componenti del sistema a raggiungere gli obiettivi comuni di efficienza e
razionalizzazione del sistema sanitario, anche facendo delle proposte operative. Queste, in sintesi, le
richieste contenute nella mozione che impegnano il governo. "Il pay-back - spiega d'Ambrosio Lettieri - rischia
di provocare un aumento vertiginoso dei contenziosi tra imprese e pubblica amministrazione, e quindi di
spese legali a carico di entrambi, una riduzione drastica della qualità dei servizi di assistenza sanitaria per i
cittadini e un impatto negativo per molte aziende stimabile fra i 300 e i 450 milioni, che rappresenterebbero
una percentuale fra il 5,5 per cento e l'8 per cento del totale dei ricavi in Italia. Questo meccanismo, qualora
applicato, potrebbe far registrare effettive entrate per le casse regionali verosimilmente non prima di un paio
di anni dalla sua introduzione. Immediate, invece, sarebbero le ripercussioni negative per le imprese che
dovrebbero comunque accantonare nei propri bilanci appositi fondi per rischi e oneri, pari a circa 1 miliardo di
euro nel triennio 2015-2017, che si tradurrebbero in altrettanti minori investimenti". "Fra le 3mila aziende del
settore - continua - vi sono moltissime Pmi italiane, i cui margini sono di gran lunga inferiori a queste
percentuali e che sarebbero quindi nell'oggettiva impossibilità di concorrere per la loro parte a questa misura,
con inevitabile e forzosa chiusura o drastico ridimensionamento dell'attività. Mentre sul fronte delle grandi
imprese multinazionali, largamente presenti in Italia con importanti attività di ricerca e produzione, si
assisterebbe ad una lunga sequenza di disinvestimenti e delocalizzazioni". L'effetto complessivo
dell'intervento normativo in materia di dispositivi medici è stimato in 550 mln di euro nel 2015 e 792 mln di
euro nel 2016 e gli stessi tecnici del Bilancio del Senato mettono in guardia circa la sostenibilità della
operazione che presenta profili di illegittimità costituzionale.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 01/08/2015
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Dispositivi medici. D'Ambrosio Lettieri (Cri): "Pay-back mette a rischio
posti di lavoro e qualità assistenza". Mozione in Senato