delle imprese - Facoltà di Economia
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delle imprese - Facoltà di Economia
Statuto scientifico dell’impresa 1 Compito non facile: numerose proposte teoriche nelle scienze sociali Necessaria una scelta tra due possibilità: riferimento a un’impresa-tipo analisi contemporanea di tutti i tipi di impresa 2 Nell’economia classica Scarsa attenzione alla teoria dell’impresa e alla sua corretta identificazione Solo riferimenti indiretti: l’attenzione è sull’imprenditore e sui suoi comportamenti 3 Nell’economia classica Postulato fondamentale: la massimizzazione del profitto Elevata dicotomia tra le formulazioni teoriche classiche e la realtà delle imprese 4 A proposito del fine della massimizzazione del profitto ……. “Fino a poco tempo fa, molte imprese avevano un’idea alquanto diversa del proprio scopo. Affermavano semplicemente che era fare soldi. Ma ciò si è dimostrato privo di significato quanto asserire che lo scopo della vita è mangiare. Mangiare è un requisito, non uno scopo della vita. Senza mangiare, la vita finisce. Il profitto è un requisito dell’impresa. Senza profitto l’impresa cessa di esistere”. (T. Levitt) 5 Gli economisti classici Nessun contributo apprezzabile Per essi l’insieme dei ruoli si concentra nell’imprenditore (è, nel contempo, proprietario e manager) 6 Gli economisti classici Difficile interpretare l’impresa moderna con tali teorie Il comportamento dell’imprenditore è basato su una “ipotesi marginalista”: tendenza a raggiungere l’equilibrio in presenza di coincidenza tra costo marginale e prezzo dato 7 Modello Walrasiano Per il Walras, l’imprenditore adotta comportamenti atti a far mantenere all’impresa una condizione di equilibrio procedendo ad aggiustamenti basati sulla legge della domanda e dell’offerta tanto che scrive: “Il profitto […] dipende da circostanze eccezionali e non normali, teoricamente esso deve essere ignorato”. 8 La “controversia marginalista” Individuabili alcune “svolte” rilevanti: contributi che si riferiscono all’impresa come entità non coincidente con l’imprenditore si pongono l’obiettivo di un’elevata concretezza dell’indagine si verifica una sorta di tendenziale ricomposizione rispetto alle tematiche specificamente concernenti l’impresa 9 P. Sraffa Formula la prima decisa e scientificamente rigorosa contestazione ai marginalisti “l’importante costruzione della produttività decrescente è utilizzabile solo per lo studio di una minuscola specie, la merce nella cui produzione è impiegata la totalità di un fat tore della produzione” 10 “Costo pieno” R. Hall e C. Hitch evidenziano che il prezzo non è una variabile esoge-na e che gli imprenditori e i mana-ger si comportano sulla base di una “regola”, nota con l’espressione “costo pieno” Il prezzo deve consentire di coprire i costi e ottenere un surplus 11 Economisti post-keynesiani La loro attenzione si sofferma sull’individuazione degli elementi dai quali deriva il mark-up cioè L’entità da aggiungere ai costi variabili che, unitamente al costo di produzione, consente di formulare un prezzo per l’output 12 J. Bain, P. Sylos Labini, F. Modigliani Contributi principali: il livello di mark-up pricing deve essere tale da costituire una valida barriera all’entrata da erigere nei confronti delle imprese concorrenti La contestazione ai “marginalisti” da parte dei comportamentisti e dei managerialisti 13 A.A. Berle e G.C. Means: approccio comportamentista In molte imprese le decisioni più rilevanti sono affidate a un nucleo di “direttori” che hanno con l’impresa un rapporto basato su un contratto di lavoro E’ una tesi “rivoluzionaria” se rapportata all’assunto walrasiano della coincidenza nell’imprenditore di tutte le funzioni 14 E. Penrose: approccio managerialista Centralità dei suoi studi: problemi della crescita delle imprese Il suo pensiero: l’impresa può crescere – fino ad una certa dimensione – senza significative barriere se riesce ad utilizzare congruamente le proprie risorse ed altre mutuabili dall’esterno 15 Nella teoria economica gli studi citati determinano un cambiamento radicale: l’impresa non è più un’entità che riceve indicazioni dal mercato, statica, passiva, ma diviene un’entità da studiare come organizzazione dinamica, in evoluzione dimensionale 16 W. Baumol: massimizzazione del saggio di crescita dell’impresa 17 O.E. Williamson: considera l’autonomia dei manager nel perseguire le politiche aziendali che massimizzano la loro funzione di utilità 18 R. Marris: influenze che il mercato azionario determina sugli azionisti e sui manager (studi influenzati dal pensiero della Penrose) 19 Sulla base degli stimoli derivanti dal contributo di Cyert e March è stato anche notato che “raramente cadiamo nell’errore di caratterizzare il mercato del grano e la borsa valori come un individuo, ma spesso facciamo l’errore di pensare alle organizzazioni come se fossero persone con motivazioni e intenzioni” 20 R. H. Coase: The Nature of the Firm Basilare intuizione: “la differenza di funzione tra mercato e impresa all’interno della comune partecipazione ai processi produttivi: da un lato, c’è il mercato che per il tramite della funzione regolatrice esercitata dal prezzo si autodisciplina e, dall’altro lato, c’è l’impresa che utilizza la gerarchia per ottenere il concorso di tutti i soggetti partecipanti al comune impegno produttivo e per coordinarne la prestazione” 21 Coase considera i costi delle transazioni che vengono “risparmiati” con l’esistenza dell’impresa, anche se genera costi di tipo manageriale Con O.E. Williamson la teoria di Coase assume un rilievo universale: le organizzazioni operano con il costante obiettivo di ridurre i costi derivanti dalle transazioni degli scambi di beni e servizi 22 Williamson si pone il problema del controllo delle transazioni e formula una propria “teoria delle transazioni” è tesa alla valorizzazione dell’impresa, attribuendole una precisa funzione e un connotato istituzionale considera gli aspetti relativi alle relazioni tra i soggetti e ogni altro tipo di rapporto che sia rilevante rispetto agli interessi propri di ciascuno dei partecipanti all’attività d’impresa 23 Principal-agent theory Considera l’instaurarsi di rapporti tra soggetti con interessi diversi: il proprietario (principal) e il manager (agent) Presupposto: esistenza di “un conflitto di interessi tra imprenditori-proprietari e manager: questi ultimi dispongono delle conoscenze professionali e d’impresa e quindi di fatto hanno il potere di assumere le decisioni strategiche e tattiche” 24 Per gli economisti “moderni” l’impresa è “l’unità di produzione” risultante dalla coordinazione dei fattori della produzione 25 Fabio Besta “La somma dei fenomeni, o negozi, o rapporti da amministrare relativi ad un cumulo di capitali che formi un tutto a sé, o a una persona singola, o a una famiglia, o ad unione qualsivoglia, od anche soltanto una classe distinta di quei fenomeni, negozi o rapporti costituisce ciò che si dice azienda” Per il Besta l’impresa è il contesto nel quale “si amministrano i capitali” 26 Gino Zappa L’azienda “è una coordinazione economica in atto nella quale ogni elemento – ossia ogni fenomeno economico – ha la sua ragion d’essere in corrispondenza agli altri elementi e allo stesso complesso” (1927) Successivamente precisa che “è un istituto economico destinato a perdurare, che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione, o il procacciamento e il consumo della ricchezza” 27 Amaduzzi L’azienda è “un sistema di forze economiche che sviluppa nell’ambiente di cui è parte complementare un processo di produzione, o di consumo, di pro duzione e di consumo insieme, a favore del soggetto economico, ed altresì degli individui che vi cooperano” 28 Considerazioni di sintesi Emerge chiaramente che non è agevole formulare una precisa definizione di impresa Fra i motivi: - le definizioni non possono denotare tutte le importanti caratteristiche riscontrabili, ma devono limitarsi a una o poche di esse - il grado di varietà padroneggiabile con la teoria è notevolmente inferiore rispetto a quello presente nella realtà 29 - nel concreto i processi decisionali portano a scegliere alcune variabili trascurandone altre - non si può eludere il ruolo dello spazio e del tempo (contingenza) 30 Pertanto, si può riproporre il quesito: riferimento a un’impresa-tipo oppure analisi contemporanea di tutti i tipi di impresa 31 Le difficoltà di analisi dipendono dalla non possibilità di descrivere e spiegare realtà eterogenee con un’unica teoria 32 Le imprese e le loro molteplici configurazioni Pubbliche, private, miste Grandi, medie, piccole Collettive e individuali Più o meno ampia dissociazione tra proprietà e direzione Svolgimento dell’attività in sistemi socioeconomici che ne condizionano l’attuazione Operare in condizioni di monopolio, di oligopolio o in un mercato ampiamente concorrenziale Indipendenti o partecipanti a gruppi economici o ad accordi tra imprese 33 Dalla varietà sopra indicata emerge che la teoria dell’impresa non può basarsi su un’impresa-tipo La teoria deve esprimere modelli esplicativi validi per ogni impresa Ciò significa che è possibile individuare gli “attributi generali” delle imprese Utili per determinare le specificità delle imprese rispetto alle altre organizzazioni 34 Attributi generali dell’impresa Appartenenza alla fattispecie delle organizzazioni Produzione di beni e servizi per il mercato Vincolo di economicità Specificità delle dinamiche finanziarie ed economiche 35 Qualche considerazione generale Gli attributi indicati: - non si trovano solo nelle imprese ma in esse assumono importanza notevole - ciascuno di essi ne sottintende o ne comprende altri - sono tra loro interdipendenti - concorrono ad attribuire all’impresa specifici connotati caratteristici 36 Impresa quale organizzazione Attenzione: ciascuno degli elementi distintivi delle organizzazioni assume specifica configurazione Specificità particolarmente qualificante è la missione: produzione di beni o servizi per il mercato Per avere garanzia di sopravvivenza e sviluppo deve essere una “macchina per competere” 37 Contributi alla soluzione dei problemi del proprio ambiente È l’essenziale strumento per lo sviluppo socio-economico Determina la creazione di posti di lavoro stabili Attiva la circolazione della ricchezza Stimola lo sviluppo tecnico e tecnologico 38 In conclusione Principale conseguenza del concetto di “impresa quale organizzazione”: la “centralità” dei soggetti umani 39 Produzione di beni e servizi per il mercato La nascita di un’impresa è sempre connessa con la “produzione” di beni e/o servizi La “produzione” non è un’esclusiva dell’impresa, MA: - la pubblica amministrazione e le unità del terzo settore producono beni o servizi non per il mercato 40 Implicazione più rilevante La produzione di beni e/o servizi per il mercato implica che l’ambito “naturale” dell’impresa è l’economia Altre implicazioni Tecnologiche, sociali, sociologiche, psicologiche, politiche, connesse con l’attività della “collettività” umana impegnata nella produzione, etiche, civili 41 Si può affermare che l’impresa è un’organizzazione complessa, differen ziata e difficile da comprendere e descrivere L’aspetto economico pur fondamentale non è l’unico aspetto rilevante L’impresa, quale sistema, deve essere analizzata in una prospettiva interdisciplinare 42 Vincolo di economicità Per comprendere questo attributo – che in realtà è un vincolo – occorre evidenziare con precisione i “mecca nismi” basilari del funzionamento dell’organizzazione impresa basa la sua esistenza su investimenti che le consentano un’adeguata capacità produttiva 43 Tipologie di investimenti Materiali e non materiali Iniziali e successivi Per ampliamenti Per adattamenti ai cambiamenti ambientali 44 Gli investimenti consentono all’impresa la disponibilità dei fattori della produzione la cui utilizzazione determina i costi (espressione economica negativa dell’attività) cui si contrappongono i ricavi (espressione economica positiva dell’attività) 45 Casi possibili a) Costi = Ricavi b) Costi < Ricavi c) Costi > Ricavi 46 Caso a) Costi = Ricavi Condizione di equilibrio Rispetto del vincolo di economicità 47 Caso b) Costi < Ricavi Risultato positivo che può essere utilizzato per nuovi investimenti (autofinanziamento) e per remunerare il capitale (utili distribuiti) 48 L’impresa, oltre ad avere soddisfatto il vincolo di economicità, concorre: alla soddisfazione dei bisogni dei consumatori al conseguimento dello sviluppo economico all’impiego congruo dei fattori della produzione all’occupazione alla crescita (o, almeno, diffusione) dello sviluppo tecnologico 49 Caso c) Costi < Ricavi Oltre a non rispettare il vincolo di economicità, questa condizione implica: - uscita dell’impresa dal mercato - trasferimento della differenza negativa a carico di altri soggetti Il trasferimento del costo può essere accettato dai soggetti in quanto l’attività svolta dall’impresa è ritenuta importante In taluni casi può essere imposto 50 Specificità delle dinamiche finanziarie ed economiche Primo aspetto da considerare: distinzione tra investimenti d’impian to e investimenti d’esercizio (connes si con i fabbisogni ricorrenti dei fat tori della produzione sistematicamen te e continuamente da rinnovare Con termini tecnici: “capitale d’impianto” e “capitale d’esercizio” 51 Aspetto di specificità delle imprese Differenza tra aspetto finanziario aspetto economico e Aspetto finanziario: entrate e uscite di tesoreria (manifestazione concomitante) Aspetto economico: manifestazione definita in relazione la periodo di utilizzazione dei beni e servizi impiegati per ottenere i prodotti per immetterli nel mercato e al tempo della vendita degli stessi 52