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Osservatorio Popai di Daniele Tirelli* L’ortofrutta alla Mondrian di Nugget Market Il retailer americano ha elaborato un sistema di composizione degli scaffali che trova il suo culmine nell’esposizione di frutta e verdura, organizzate cromaticamente secondo l’astrattismo di De Stijl E siste un retailer che non ha mai licenziato un dipendente dal 1926? Può una catena gestire profittevolmente un posizionamento altissimo e parallelamente un proprio canale discount? Quale insegna, nel pieno della crisi del 2009 che ha colpito in modo durissimo la West Coast americana, ha continuato ad assumere personale e a investire in promozioni per i propri shopper? Questa “pepita” esiste e l’ho scovata nelle placide campagne della California centrale. Si chiama Nugget Market ed è il frutto dell’intuizione e del lavoro di una famiglia di imprenditori di nome Stille che ancora oggi guidano con fantasia e risolutezza l’azienda in un contesto concorrenziale estremamente agguerrito. Ma andiamo con ordine. Nugget Market è una piccola catena indipendente. Opera da sempre nella zona attorno a Sacramento (Ca), in cittadine quali: Roseville, Vacaville, Davis, El Dorado Hills, Elk Grove Gli speciali espositori a parete consentono di disporre i prodotti vegetali di stagione secondo geometrie fantasiose. La struttura è studiata per consentire la perfetta irrorazione e areazione dei prodotti collocati al loro interno. 86 gennaio 2010 I colori caldi degli esterni e dell’entrata di Nugget Market richiamano gli elementi dell’architettura locale e ospitano stand di prodotti freschi di stagione per sottolineare il carattere di “mercatino all’aperto” che l’insegna si attribuisce. Gli scaffali a libreria ospitano specialità alimentari e accessori da cucina complementari ai diversi prodotti di qualità, offerti da Nugget Market. ecc.… piccoli centri che da poche migliaia di abitanti sono cresciuti durante gli anni ’50, sino a raggiungere gli attuali 30/60.000 residenti distribuiti in un ampio territorio agricolo, che ospita anche industrie avanzate e qualche campus universitario. Sono osservazioni molto pertinenti che ci fanno capire che non stiamo parlando di punti di vendita per i ricchi e sofisticati residenti di Beverly Hills o di Sausalito. Il reddito mediano delle famiglie che formano il parco clienti di Nugget Market è attorno ai 60.000 dollari, la qual cosa significa che, fatte le debite proporzioni, l’ambiente è simile a quello dei nostri connazionali pavesi o modenesi. Accanto all’insegna principale, gli attuali eredi Eric e Gene Stille gestiscono infatti anche tre Food 4 Less. Si tratta, tanto per intenderci, di discount pulitissimi e ordinatissimi, che operano sul polo opposto di Nugget Market, perseguendo l’approccio ai grandi formati e al prezzo più basso. Ed eccoci a una prima caratteristica di questa catena: la gestione del personale. Da quando, nel 1926, William Stille e suo figlio Mack aprirono il loro primo grocery store a Woodland, l’attenzione alla relazione con il personale, al suo coinvolgimento nella gestione dell’azienda, è sempre stata un punto d’orgoglio. Anche in occasione delle successive acquisizioni di negozi concorrenti la famiglia scelse sempre d’integrare il personale preesistente con il proprio. Il risultato (constatato di persona) è una straordinaria partecipazione del personale allo svolgimento di una serie di difficili ruoli al servizio della clientela. Bisogna notare infatti che, anche nel 2009, Nugget ha conquistato il 10° posto nella classifica stilata da Fortune delle migliori aziende in cui lavorare. Non si trascuri poi il fatto che questo clima positivo coinvolge un numero di occupati che sfiora le 1.500 unità. L’azienda offre loro un piano retributivo e d’incentivazione di notevole spessore: assicurazione sanitaria, dentale e oculistica, un fondo di accumulazione per il fine rapporto, una partecipazione agli utili e 5 settimane annue di ferie oltre ad altri benefici di varia natura. Non male quindi rispetto agli standard della distribuzione americana che in genere è considerata un settore a bassi salari. Malgrado (è il caso di dire) questa base di costi e in barba a un orribile 2009 il cui financial meltdown ha dissestato anche le finanze della pubblica amministrazione californiana, Nugget Market ha gestito egregiamente le sue recenti aperture, continuando ad assumere personale. Ed allora qual è la ragione di tanta fortuna in una zona dove esiste una notevole densità di grandi predatori come WalMart e CostCo? La chiave esplicativa è la grande fedeltà del suo parco clienti che si è consolidata nel tempo grazie a un’offerta di qualità e servizi che produce una netta segmentazione del mercato locale. La qualità, per questo retailer, si declina (come ormai avviene per tutte le catene indipendenti americane sopravvissute alla predazione dei category killer) attraverso la gestione del prodotto fresco. Nel caso di Nugget Market il reparto fresco e freschissimo copre una quota di fatturato vicina al 60% e su questo terreno l’alternativa WalMart non esiste. Il gigante di Bentonville, come sappiamo, è imbattibile nel non-food, ma nell’upscale food ha molti limiti. Le immagini a corredo di questo articolo rendono bene l’idea di quale cura viene posta da questa catena soprattutto nella gestione dell’ortofrutta. I fondatori William e Mack (la cui storia è raccontata nei fumetti stampati sulle shopping-bag!) avevano una spiccata vocazione da “fruttivendoli”, e questa loro passione è rimasta il tratto distintivo della strategia dell’azienda californiana. Nugget Market infatti ha inventato il concetto del “painting with produce”. Si tratta di una gennaio 2010 87 Osservatorio Popai nuova modalità di organizzare il display dell’ortofrutta cosicché appaia come una composizione astratta dai forti cromatismi e dai violenti contrasti che paiono ispirarsi all’astrattismo geometrico del neoplasticismo di De Stijl. Nei fatti la catena ha provveduto non solo a elaborare autonomamente un proprio sistema di composizione degli scaffali, ma si è impegnata anche a progettare e a realizzare strutture espositive molto originali. Il fatto non è passato inosservato e altre catene lo stanno progressivamente adottando dando vita a una nuova “scuola californiana” di visual merchandising che trasferisce la tecnica del “painting with produce” dall’allestimento delle manifestazioni fieristiche agli scaffali dei supermercati. Certamente l’effetto che scaturisce dal reparto ortofrutta all’entrata degli store di Vacaville o di Davis è di grande impatto visivo. La continua rotazione del prodotto esposto nelle ore morte o notturne attuata dagli addetti fa sì che il cliente percepisca non solo la bellezza degli accostamenti, ma anche la freschezza del prodotto irrorato con microgoccioline d’acqua attraverso gli impianti di nebulizzazione. Il prodotto fresco accoglie pertanto il cliente fin dall’entrata dei negozi, spettacolarizzata dai colori caldi delle pareti e dove campeggiano varie copie della “Market Mom”: la figura femminile simbolo dell’insegna che porta una cesta di frutta sulla testa ed è scolpita in stile grecoromano a rappresentare la fertilità della terra. Il tutto conferisce al luogo un’atmosfera molto particolare che fonde il mercato “all’europea” e il farmer market. Periodicamente, queste aree di grande passaggio divengono anche luogo espositivo delle varie promozioni che scandiscono i mesi e che vengono teatralizzate con materiali naturali del luogo, coerentemente con la vocazione agricola della regione. Tuttavia Nugget non è solo ortofrutta, al contrario. Esplorando l’intera superficie degli store (che non raggiungono i 5.000 mq) le peculiarità positive che si colgono sono tante. Gli arredi e i decori sono tutti di raffinati materiali, essendo prevalente l’uso del legno massello e dei metalli lavorati. Da qui una cura dei dettagli che agli occhi di un retailer europeo appare quasi sempre esagerata e superflua. Ne sono un esempio i raccoglitori di materiali riciclabili le cui imboccature in metallo sono sagomate in forma di pesci con la bocca spalancata. Potrei citare ulteriormente il reparto delle birre (con le sue centinaia di marche!) che si avvale come decoro molto suggestivo dei loghi colorati al neon delle birre più famose, dei vasi di piante collocati al di sopra delle gondole, oppure degli affreschi e dei mosaici delle pareti e ancora dei pavimenti smaltati e lappati 88 gennaio 2010 La frutta di stagione viene esposta a piramide su isole costituite da tavoli e scaffali in legno massiccio. La peculiarità di Nugget Market è l’applicazione del “painting with produce”, una tecnica che sfrutta gli speciali scaffali sagomati che consentono una disposizione artistica delle verdure e l’accostamento di colori diversi e contrastanti. Negli slarghi delle entrate vengono collocate le aree promozionali. In questo caso è in palio una vettura Smart per coloro che provano una nuova linea di prodotti freschi. In occasione di Halloween alcune aree sono dedicate all’esposizione simbolica di zucche di varia grandezza collocate su cumuli di paglia a simboleggiare la tradizione agricola del luogo. Tra i reparti più spettacolari vi è sicuramente il bakery cotto nel negozio e servito caldo di forno ai clienti a varie ore del giorno. che producono, oltre a un mirabolante “effetto specchio”, una grande sensazione di pulizia e lindore. Un pezzo forte di Nugget Market è anche l’atelier gastronomico gestito sotto la guida di uno chef specializzato. Oltre alla vendita al banco assistito grande successo riscuote la tavola calda a libero servizio da cui i clienti si possono servire per consumare i piatti preferiti nelle aree di ristoro interne ed esterne al negozio. In particolare, grazie al programma Nugget Signature Recipes, la catena valorizza il contributo della locale Culinary School di Sacramento per preparare ricette creative continuamente rinnovate e servite al banco della gastronomia e spiegate nella attigua scuola di cucina. I punti di eccellenza sono numerosi. Il bakery (dal pane ai prodotti da forno dolci o salati) è prodotto in loco e offerto appena sfornato a diverse ore del giorno. La pasticceria, opulenta e freschissima, è un richiamo irresistibile. Se si esaminano poi altri dettagli bisogna concludere che le distinzioni rispetto ad altri punti di vendita del grocery tradizionale sono notevoli. I caffè di varia origine, per esempio, sono tostati localmente e venduti freschi al pari del ricco menù di fruit juice. Da menzionare il programma Fish Wise: un’iniziativa molto originale a sostegno della qualità del pescato. La marcatura del prodotto evidenzia i nuovi criteri di sostenibilità. Attraverso un sistema semioticamente chiaro e studiato per il grande pubblico, i clienti vengono infor- I colori caldi degli esterni e dell’entrata di Nugget Market richiamano gli elementi dell’architettura. Il visual merchandising molto accurato di Nugget Market non si applica solo ai reparti alimentari. I prodotti per la cura del corpo sono esposti in special display: in questo caso si tratta di una vasca da bagno d’epoca. mati sui tipi di pesce catturati, sui metodi di pesca ecologicamente corretti e non, per decidere liberamente quali scegliere. Tuttavia il pezzo forte di Nugget Market è un programma di comunicazione sulla propria politica dei prezzi. Il visual merchandising e la qualità dei servizi offerti tendono a ingenerare l’impressione di alti prezzi. Da sempre la catena combatte questo pregiudizio in modo molto originale. Un grande cartellone segnapunti posto all’interno di ogni negozio tiene conto, come in una partita di baseball, delle vittorie dei prezzi di Nugget Market su quelli dei concorrenti. Particolarmente interessante è il metodo di raccolta delle informazioni. Ai clienti vengono date delle schede in cui segnano il nome di 25 prodotti di cui devono raffrontare i prezzi pagati in altri punti di vendita. Gli shopper conservano gli scontrini e li consegnano assieme alla scheda. Se i prezzi di Nugget Market sono superiori a quelli dei concorrenti, la catena rimborsa dieci volte la differenza e inserisce il nome del cliente in una lotteria che periodicamente prevede un premio di 1.000 dollari. In conclusione, possiamo annoverare Nugget Market tra le insegne che perseguono la ricerca della retail excellence e aggiungere che si tratta di un bell’esempio su come una catena indipendente possa sopravvivere alla sfida mortale dei grandi discounter e prosperare pur conservando piccole dimensioni. * Presidente di Popai Italy gennaio 2010 89