Piano di Zona - Comune di Lentini
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Piano di Zona - Comune di Lentini
DISTRETTO SOCIO-SANITARIO 49 Carlentini Lentini Capofila Francofonte A.S.P. Siracusa Piano di Zona 2013/2015 Legge 8 novembre 2000, n° 328 APPROVATO CON PARERE DI CONCRUITA’ N 22 DEL 22.10.2014 1 RELAZIONE SOCIALE 2 SEZIONE I - DINAMICHE DEMOGRAFICHE 1.1. Indicatori Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato 1 Trend popolazione residente negli ultimi 3 anni nel Distretto Tab. 1.1. POPOLAZIONE DISTRETTUALE RESIDENTE –TRIENNIO 2010/12. ANNO DI RIFERIMENTO ANNO 2010 ANNO 2011 ANNO 2012 2 LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO 23869 24017 24466 17607 17587 17928 12404 12392 12932 53880 53996 55326 Popolazione suddivisa per genere (M/F) negli ultimi 3 anni nel Distretto Tab. 1.2. POPOLAZIONE DISTRETTUALE DI SESSO MASCHILE –TRIENNIO 2010/12. ANNO DI RIFERIMENTO 2010 2011 LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO 11523 11563 8548 8549 5977 5972 26048 26084 2012 11814 8730 6263 26807 Tab. 1.2.1. POPOLAZIONE DISTRETTUALE DI SESSO FEMMINILE – TRIENNIO 2010/12. ANNO DI RIFERIMENTO 2010 2011 LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO 12346 12454 9059 9038 6427 6420 27832 27912 2012 12652 9198 6669 28519 3 Popolazione residente negli ultimi 3 anni <14 anni nel Distretto Tab. 1.3. POPOLAZIONE DISTRETTUALE <14 ANNI –TRIENNIO 2010/12. ANNO DI RIFERIMENTO 2010 LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO 3220 2321 1859 7400 3 2011 2012 4 3221 3237 2338 2402 1832 1930 7391 7569 Popolazione residente negli ultimi 3 anni 15-64 anni nel Distretto Tab. 1.4. POPOLAZIONE DISTRETTUALE 15-64 ANNI –TRIENNIO 2010/12. ANNO DI RIFERIMENTO 2010 2011 2012 5 LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO 15142 15238 15713 11923 11857 12065 8008 8022 8436 35073 35117 36214 Popolazione residente negli ultimi 3 anni = >65 anni nel Distretto Tab. 1.5. POPOLAZIONE DISTRETTUALE >65 ANNI –TRIENNIO 2010/12. ANNO DI RIFERIMENTO 2010 2011 2012 6 LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO 5356 5442 5516 3300 3370 3461 2512 2531 2566 11168 11343 11543 Popolazione residente negli ultimi 3 anni 65-74 anni nel Distretto Tab. 1.6. POPOLAZIONE DISTRETTUALE 65 -74 ANNI –TRIENNIO 2010/12. ANNO DI LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE DISTRETTO RIFERIMENTO 2010 2533 1561 1145 5239 2011 2485 1552 1110 5147 2012 2488 1657 1135 5280 7 Popolazione residente negli ultimi 3 anni = >75 anni nel Distretto Tab. 1.7. POPOLAZIONE DISTRETTUALE >75 ANNI -TRIENNIO 2013/15. ANNO DI LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE RIFERIMENTO 2010 2730 1619 1271 2011 2804 1631 1298 2012 2700 1566 1277 4 DISTRETTO 5620 5733 5543 8 Indice di dipendenza (o indice di carico sociale) [Italia=52 – Sicilia=51] 9 Indice di vecchiaia [Italia=143 Sicilia=117] 10 Età media per distretto [Italia=43 – Sicilia=41] 11 12 13 14 Lentini Carlentini Francofonte Distretto 55,7 48,5 53,2 52,7 2012 Lentini 170,40 Carlentini 144,09 Francofonte 132,95 Distretto 152,50 42,93 Tasso di natalità [Italia=9,6 -Sicilia=9,8] Lentini 7,2% Carlentini 7,57% Francofonte 10,2% Distretto 8,1% Tasso di mortalità [Italia = 9,7 Sicilia=9,2] Lentini 15,53% Carlentini 9,3% Francofonte 11,8 % Distretto 11,35% Numero famiglie residenti nel distretto Media componenti nucleo familiare Numero di convivenze Richiesta prot. n. 1207/ASS del 02.04.09 Sollecito prot. n. 2231/ASS del 10.06.09 N. famiglie senza nuclei (persone sole, due fratelli/sorelle, un genitore con figlio separato/divorziato o vedovo, ecc.) Lentini 10676 Carlentini 6836 Francofonte 5147 Distretto 22659 2012 2012 2012 2012 2012 Distretto 2,4 2012 Distretto 47 2012 Lentini 3766 Carlentini (dato non pervenuto) 2012 Francofonte (dato non pervenuto) 15 16 N. famiglie con un nucleo senza altri membri aggregati Lentini (dato non pervenuto Richiesta prot. n. 5393 del 03.034.14) Carlentini 1915 Francofonte (dato non pervenuto) 5 2012 17 18 N. famiglie con un nucleo ed altri membri aggregati N. famiglie con due o più nuclei Lentini (dato non pervenuto dall’Anagrafe Richiesta prot. n. 5393 del 03.034.14) Carlentini (dato non pervenuto) Francofonte (dato non pervenuto) Lentini (dato non pervenuto dall’Anagrafe Richiesta prot. n. 5393 del 03.034.14) Carlentini (dato non pervenuto) Francofonte (dato non pervenuto) 2012 2012 1.2 Analisi ragionata delle dinamiche demografiche La fotografia demografica del Distretto rappresenta la necessaria cornice per la lettura delle dinamiche del contesto sociale, della domanda e dell’offerta dei servizi. Il territorio del Distretto S.S. 49 ha una superficie di 447,81 Kmq, pari a 44.781 ettari, di cui 21.584 di pertinenza del Comune di Lentini, 15.802 del Comune di Carlentini e 7.395 del Comune di Francofonte, con una densità demografica (rapporto tra popolazione e territorio) di 123,55 per Kmq. Riguardo al dato della popolazione nel Distretto risultano 55.326 abitanti e precisamente nel Comune di Lentini 24.466, nel Comune di Carlentini 17.928 e nel Comune di Francofonte 12.932. Tra l’anno 2002 e l’anno 2012 si è registrato un decremento della popolazione nel triennio 2006/08 e un leggero incremento nel 2012 . Rispetto al precedente triennio per fascia di età si è rilevato: Ø un moderato decremento di 78 minori da 0 a 14 anni; Ø un incremento di 775 unità da 15 a 64 anni ; Ø un decremento di 662 unità da 65 a 74 anni; Ø un incremento di 243 unità nella fascia di età superiore ai 75 anni. Dall’analisi effettuata si è rilevato che la popolazione ha subito un lieve decremento degli abitanti rispetto al triennio 2008/10 concentrata nella fascia di età da 0 a 14 anni e in quella da 65 a 74 anni. Analizzando le dinamiche evolutive della famiglia si rileva che nel Distretto sono presenti nel triennio di analisi 22.659 nuclei familiari. Nell’anno 2012 si rileva una diminuzione del numero delle famiglie, infatti, si è passati da 23.437 nel 2006 a 22.867 nel 2008 e a 22.659 nel 2012. Rispetto al dato del 2008 c’è stato un aumento di 208 famiglie. 6 Tab. 1.8. Popolazione Distrettuale Trend popolazione distrettuale della Anno 2002 Anno 2006 Anno 2008 Anno 2012 57599 54184 54155 55326 Il grafico sottostante, invece, evidenzia la distribuzione dei residenti nei Comuni del Distretto: il 44,2% residente nel Comune di Lentini, il 32,4% nel Comune di Carlentini e il 23,3 % nel Comune di Francofonte. Grafico 1.1. Percentuale della popolazione residente nel Distretto - Anno 2012. 23.3% 44,2% Lentini Carlentini Francofonte 32.4% Analizzando il trend delle nascite nel triennio 2010-2012 si rileva che l’indice di natalità si mantiene rispetto al triennio precedente con una percentuale di 8,1%, nei tre Comuni come segue: Lentini 7,2; Carlentini 7,5% e Francofonte 10,2%. La diminuzione di residenti si registra nella fascia di età dai 65 ai 74 anni, con meno 662 unità, si presume per mortalità. L’incremento di residenti registratosi nella fascia di età tra i 15 e 64, si pensa sia dovuto al rientro nei propri luoghi di origine dal nord o da altri Stati per le mancate opportunità lavorative che insistono sia in Italia che all’estero. L’indice di vecchiaia calcolato nel Distretto pari a 152,50 si è alzato rispetto al triennio precedente, evidenziando quindi la notevole presenza di soggetti anziani rispetto ai giovani. L’analisi della struttura per età della popolazione residente nei tre comuni del Distretto mostra nell’insieme una chiara 7 tendenza all’invecchiamento e un costante decremento del tasso di natalità che comunque dal 2008 è quasi stabile attestandosi all’ 8,1%. Il processo di contrazione della popolazione più giovane fra 0 e 14 anni e crescita della popolazione anziana oltre i 65 anni, determina una crescente debolezza della struttura demografica, commisurata con scarsa incidenza della popolazione in età centrale (15/64 anni), che rappresenta quella parte di popolazione attiva su cui grava il peso economico sociale. Dalla lettura dei dati i tre Comuni del Distretto fanno registrare un indice di vecchiaia superiore a 100, conferma di un equilibrio tra popolazione giovane e anziana ultra 65. Negli ultimi anni, tutti i Comuni superano il valore 100 confermando il progressivo e costante invecchiamento della popolazione con punte che toccano i 170,40% Lentini, 144,09 Carlentini e 132,95 Francofonte. 8 SEZIONE II - AREA POVERTA’ 2.1 Indicatori della domanda sociale Tab. 2.1 Servizi e interventi richiesti (anno 2012) 1 N. richieste per assistenza economica 1967 2012 2 N. di richieste per sostegno abitativo 50 2012 3 N. di senza fissa dimora presenti nel distretto 0 2012 4 Residenti in stato di disoccupazione, per genere, nel distretto e per singoli comuni. 5 Tasso di disoccupazione, per genere, nel distretto. 6 Altro… (informazioni utili ad approfondire i bisogni dell’area di riferimento) Comune Donne Uomini Lentini 2477 3039 Carlentini 1757 2009 Francofonte 1504 1696 5738 6744 Distretto 12.482 (34,4% ) Maschi 38% Femmine 32% Eventuali ricerche, focus group, tavoli tematici e iniziative condotte nell’ambito territoriale di riferimento 2012 2012 Ultimi 3 anni 2.2 Indicatori dell’offerta sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato a) Le strutture 1a N. di strutture presenti (attive) nel distretto, per tipologia, ricettività e localizzazione (residenziale o semiresidenziale) 0 2012 b) Servizi, interventi e prestazioni 2b N. di soggetti che hanno usufruito di una assistenza economica, per tipologia e fonte di finanziamento. Servizi erogati: contributi Straordinari Lentini 179 Carlentini 3 Francofonte 118 9 2012 Contributi Temporanei Lentini 40 Carlentini 57 Francofonte 133 Contributi tramite Economato Lentini 6 Assistenza Scolastica Lentini 48 Voucher alimentare Lentini 70 Carlentini 67 Voucher farmaci Lentini 55 Totale distretto 776 3b N. di soggetti che hanno usufruito di un sostegno abitativo Lentini e Carlentini 29 Servizi territoriali Tipologia: Informazione e orientamento · Segretariato sociale Target: residenti, comunitari ed extra comunitari; (attività svolta dagli operatori dei Servizi Sociali) Sostegno e accompagnamento attraverso progetti di intervento · Servizio Sociale Professionale Target: residenti, comunitari ed extra comunitari; Fonte di finanziamento: bilancio Comunale 4b N. di servizi territoriali centralizzati per tipologia, utenza e fonte di finanziamento (pronto intervento sociale, segretariato sociale, sostegno per l’inserimento sociolavorativo, ecc.) 3. Assistenza economica · Contributo temporaneo a fronte di attività lavorativa, · Contributo straordinario, · Contributo tramite economato; · Progetto Spe.S.S.O. (Spesa Socio Sanitaria Orientata) per voucher sanitari con i fondi del 5 per mille (Comune di Lentini); · Progetto d’intervento di aiuto ai cittadini particolarmente bisognosi in convenzione con il Banco 10 2012 Anni di riferimento 2010 – 20112012 Opere di Carità Sicilia per voucher alimentari; · contributo di assistenza scolastica(Comune di Lentini); · Progetto D.A.T.E. (Dare Ausili in Tempi di Emergenza) (Comune di Lentini); Target: residenti Fonte di finanziamento : Bilancio Comunale (L. 22/86); Progetto: Banca del Tempo Comune di Lentini; · Assegno per nuclei familiari con tre figli minori Target: nuclei familiari italiani e comunitari residenti Fonte di finanziamento: statali (L. 448/98) · Assegno di maternità Target: madri italiane, comunitarie ed extra comunitarie in possesso di carta di soggiorno residenti. Fonte di finanziamento: statali (L. 448/98); · Servizio di compensazione per la fornitura di energia elettrica e gas · Contributi per canoni di locazione. Target: famiglie a basso reddito Fonte di finanziamento: regionali ( L. 431/98); · Assistenza alloggiativa Target: famiglie senzatetto Fonte di finanziamento: bilancio comunale. Progetti e interventi distrettuali: 5b Altri progetti e interventi attivati nell’area di riferimento, suddivisi per tipologia e target, attivati con altre fonti di finanziamento ( APQ, FSE, Programmi di Iniziativa Comunitaria, …) Tipologia 1. Inclusione sociale · Sostegno all’inserimento socio lavorativo” Target: (Ex detenuti, ex tossicodipendenti, donne sole con minori a carico, adulti sottoposti a misure alternative alla detenzione) 11 Anni di riferimento 2010 – 20112012 Fonte di finanziamento: F.N.P.S. (L. 328/00). N. 119 utenti hanno beneficiato dell’intervento nel corso degli anni 2010 – 2011-2012 2.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale 2.3.1. La domanda sociale Il fenomeno della povertà, inteso principalmente come disagio economico, ha assunto in questo ultimo triennio 2010/12 dimensioni rilevanti in tutti i Comuni del Distretto. L’indagine Istat (2012) su “Reddito e condizioni di vita” conferma dati allarmanti sulla condizione del sud e delle isole in cui si registrano segnali particolarmente marcati rispetto al resto del Paese”. Nel 2011, la disuguaglianza misurata dall’indice di concentrazione Gini mostra un valore più elevato nel Mezzogiorno ( 0,33), inferiore nel Centro (0,31) e nel Nord (0,29). Su scala nazionale l'indice di Gini è pari allo 0,32. L’indagine rileva che “il 22% delle famiglie meridionali e insulari arriva con grande difficoltà alla fine del mese e il 46% dichiara di non poter far fronte alla spesa imprevista di 700 euro”. Inoltre la tipologia familiare che presenta maggiori difficoltà è quella in cui sono presenti tre o più figli, le famiglie composte da mono genitori e quelle di anziani soli. Nell’anno 2012 nel Distretto circa 1.564 famiglie risultano richiedenti di assistenza economica, e di queste solo 776 sono beneficiari di prestazioni economiche, per la maggior parte soddisfatte a fronte di bilanci comunali, come segue: Lentini Contr. Contr. Straord. n.179 Contr. voucher Voucher Voucher Temp. n. 40 Economato Assistenza alimentare farmaci (Servizio Scolastica n. 70 n. 55 n. 6 Civico) Carlentini Francofonte n. 48 Contr. Contr. Voucher Straord. Temp. alimentare n. 3 n. 57 n. 67 Contr. Contr. Straord. Temp. n. 108 n. 133 Inoltre, a fronte di 45 richiedenti di sostegno abitativo, sono stati erogati nel Comune di Lentini e di Carlentini 29 contributi per assistenza alloggiativa. Dal 2008 al 2012 si è passati da 823 istanze di assistenza economica diretta e indiretta a 1.564 e da 511 beneficiari a circa 766. Il tasso di disoccupazione che ci indica il livello di precarietà economica di tutto il Distretto si attesta intorno al 34,4% in forte aumento rispetto al triennio precedente il cui dato rilevato era 12 del 23%. Il numero dei disoccupati del Distretto nel 2012 è pari a 12.482 (di cui Maschi 38% Femmine 32%) rispetto al triennio precedente in cui sono stati rilevati 8.313 disoccupati . Tasso di disoccupazione, per genere, nel distretto: Comune Lentini Carlentini Francofonte Distretto Donne 2477 1757 1504 5738 Totale 12.482 Uomini 3039 2009 1696 6744 Il dato relativo alla disoccupazione distrettuale rappresenta in parte la condizione di chi espleta un lavoro non regolare in quanto nelle nostre zone è diffuso il “lavoro nero” che comporta un’economia sommersa di cui non si conosce la reale portata e incide sulla condizione delle famiglie come unica accezione esistente al Sud. Le forme di lavoro sommerso riguardano i lavori stagionali, di pulizie, di manovalanza in genere, nonché di assistenza a domicilio svolte da parte di soggetti che pur di assicurarsi un compenso si sottomettono ad assunzioni irregolari. Questo alto tasso di disoccupazione ha determinano un aumento delle richieste di assistenza economica o di inserimenti in lavori socialmente utili, erogati dai Comuni per mezzo dei Servizi Sociali che nella maggior parte dei casi fungono da agenzie di lavoro o da sportelli di consulenza lavorativa. I predetti dati evidenziano l’urgente necessità di percorrere forme alternative all’erogazione di contributi attivando servizi inclusivi socio-lavorativi per i soggetti svantaggiati. Gli uffici di servizio sociale professionale dei tre Comuni rilevano che numerose richieste pervengono da nuclei monoparentali con donne separate o divorziate e con uomini che sono usciti dal circuito lavorativo per stati di detenzione, malattia, disoccupazione, o altri disagi prolungati nel tempo che rappresentano per la maggior parte nuclei in stato di povertà. La situazione di povertà del territorio viene confermata dall’aumento del numero delle istanze di assistenza economica come già evidenziato precedentemente. Ed ancora, nel triennio di riferimento l’UEPE di Siracusa segnala un incremento delle misure alternative e sostitutive della pena detentiva per gli effetti conseguenti dell’attuale legislazione che favorisce la fuoriuscita dei detenuti dalle strutture di pena per la liberazione anticipata. 2.3.2. Offerta sociale Rispetto ai dati descritti rilevanti il bisogno, le politiche sociali attuate in favore dei nuclei familiari in stato di povertà, diversificati nel territorio, hanno inteso fornire risposte alle multifattorialità della domanda sociale e alla multi problematicità che spesso ne deriva. Nell’intento di contenere e prevenire il bisogno economico emergente, in particolare dalle famiglie con redditi inferiori alla soglia del minimo vitale, accentuato da situazioni di esclusione sociale (detenzione, ex detenzione, difficile inserimento lavorativo, sottoccupazione ecc.), e da altre situazioni per le quali il reddito non riesce a soddisfare le esigenze quotidiane, sono state elaborate risposte ed interventi attraverso il servizio di assistenza economica 13 assicurato da tutti i Comuni del Distretto e interventi di prossimità che soddisfano esigenze immediate (vitto, farmaci ed altri generi di prima necessità come vestiario per bambini a supporto dell’ assistenza scolastica). Altri aiuti vengono realizzati con erogazioni economiche dirette per soddisfare esigenze straordinarie ed improvvise di nuclei familiari disagiati con fondi di bilanci comunali. Altre forme di assistenza economica sono rappresentate da interventi finanziati da leggi statali e regionali, quali, assegni per famiglie con tre figli minori o numerose e assegni di maternità (L. 448/98, art. 65 e 66). I Comuni oltre i contributi per il canone di locazione (L. 431/98 art. 11) erogano un servizio di assistenza abitativa sotto forma di contributo economico per l’integrazione o la corresponsione del canone di locazione, rispondendo al bisogno abitativo e in tutti i Comuni facenti parte del Distretto, viene assicurato il servizio per l’ assegnazione di alloggi comunali, con canoni agevolati. Nel corso dell’ultimo triennio il Comune capofila ha programmato con somme di bilancio comunale e risorse provenienti dal Fondo 5 per mille nuovi servizi attraverso l’erogazione di voucher sanitari e voucher per la consegna mensile di alimenti alle famiglie indigenti, per lo più con reddito zero o al di sotto del minimo vitale, che ha permesso loro di usufruire di una card sociale con la quale hanno beneficiato di altri servizi di prossimità come sconti per visite mediche e per farmaci o con negozi convenzionati. Inoltre, il Comune di Lentini, ha realizzato il servizio di integrazione sociale lavorativa dell’assistenza economica attraverso il cosiddetto “servizio civico” che oltre ad assicurare un “sussidio guadagnato” con lo svolgimento da parte dell’utente di attività socialmente utili attraverso percorsi motivazionali e socioculturali ha inteso trasformare il sussidio da forme di assistenzialismo ad occasione di riscatto e crescita civile e sociale, grazie ad un contratto con l’utente e ad una progettazione partecipata per la redazione del Piano Individuale di assistenza. Nel corso dell’ultimo decennio, in sintonia con l’evoluzione delle normative varate, si è cercato di passare da una risposta di tipo assistenziale e solo di recupero ad una politica sociale più attenta all’esigenza di fasce particolari della popolazione a maggior rischio di marginalità. In linea con questa strategia sono nati progetti ed iniziative come quelli di “sostegno all’inserimento sociolavorativo di soggetti svantaggiati”. Hanno avuto quindi una notevole evoluzione azioni che coniugano il sostegno economico a percorsi di orientamento e di inserimento socio – lavorativo. La sperimentazione di interventi orientati all’inclusione lavorativa, programmati nel corso delle triennalità precedenti del PdZ, hanno soddisfatto in parte questo tipo di bisogno, poiché vissuti dagli utenti come una risposta precisa e tangibile al loro stato di disagio e precarietà economica e alla ricerca affannosa di occupazione. Tali interventi si sono dimostrati utili ammortizzatori sociali, funzionali e compensativi per diverse categorie di destinatari, soprattutto per soggetti deboli dai trascorsi particolari per i quali vengono a mancare sempre più opportunità di lavoro. A sua volta gli Enti del Distretto coinvolti in tale progettazione ne hanno tratto un ritorno d’immagine positiva. I Comuni hanno gestito detti servizi di inserimento socio lavorativo in 14 integrazione con l’A.S.P. (Ser.T, C.S.M.), con l’U.E.P.E., con modalità di concertazione dei criteri organizzativi sulle attività di progettazione, di valutazione e monitoraggio, ai sensi di una regolamentazione distrettuale. Riguardo l’area in questione i servizi del Distretto hanno rivolto l’attenzione allo sviluppo di attività che garantiscono l’esigibilità di diritti fondamentali e la soddisfazione dei bisogni primari, ed hanno realizzato un metodo di lavoro basato sulla condivisione programmatica e sull’integrazione degli interventi. 15 SEZIONE III - AREA ANZIANI 3.1 Indicatori della domanda sociale (anno 2012) 1 2 3 4 5 6 7 N. richieste ricovero presso strutture residenziali (casa di riposo, RSA,…) N. richieste servizi semi-residenziali (centri diurni, centro socioriabilitativi…) N. richieste di interventi a carattere domiciliare (SAD, ADI, Telesoccorso…) N. domande di regolarizzazione assistenti familiari straniere Lentini n. 19 Carlentini n. 1 Francofonte n. 6 Totale distretto n.26 0 2012 Lentini 138 Carlentini 74 Francofonte 115 Totale distretto 327 (Dato non pervenuto dall’INPS Richiesta prot. n. 5877 del 07.03.14) 0 N. richieste di indennità d'accompagnamento ad anziani invalidi > 65 anni (Dato non pervenuto dall’INPS Richiesta prot. n. 5877 del 07.03.14) N. richieste di buono socio sanitario per anziani > 65 anni Lentini anno 2011 29 Carlentini anno 2011 3 Francofonte anno 2011 21 Altro… (informazioni utili ad approfondire i bisogni dell’area di riferimento) 2012 Eventuali ricerche, focus group, tavoli tematici e iniziative condotte nell’ambito territoriale di riferimento 3.2 Indicatori dell’offerta sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato Strutture iscritte all’Albo Regionale: 4 · Casa di riposo “Ain Karim” ricettività 70 · Casa di riposo “Santa Tecla” ricettività 19 · Comunità protetta “ Padre Pio” ricettività 22 N. di strutture residenziali presenti 1a e attive nel distretto, per tipologia e Strutture iscritte all’Albo ricettività Comunale: 5 · Residance per anziani “Villa Adriana” ricettività 17 · Casa di riposo “Istituto Sacro Cuore Scavonetti” ricettività 20 16 2012 2012 2012 2011 Ultimi 3 anni 2012 · · · · 2a Casa di riposo “Oberdan” ricettività 25 Casa di riposo “S. Alfio” ricettività 20 Casa di riposo “Carmes” ricettività 25 Casa di riposo Alexander ricettività 24 N. di strutture semiresidenziali presenti e attive nel distretto, per tipologia e ricettività 0 Al 31.12.2012 b) Servizi, interventi e prestazioni 3b 4b 5b N. di persone che hanno usufruito di interventi a carattere domiciliare (SAD, ADI, Telesoccorso…) N. assistenti familiari straniere regolarizzate N. di indennità d'accompagnamento riconosciute ad anziani invalidi > 65 anni N. di buoni socio sanitari erogati per anziani > 65 anni, suddivisi per buono sociale e buono servizio 6b Lentini Carlentini Francofonte Totale Distretto 110 50 100 260 (Dato non pervenuto dall’INPS Richiesta prot. n. 5877 del 07.03.14) (Dato non pervenuto dall’INPS Richiesta prot. n. 5877 del 07.03.14) LENTINI Tot. 27 di cui Anno 2010: buono sociale n. 19 Anno 2011: buono servizio n. 8 CARLENTINI Tot. 4 di cui Anno 2010: buono sociale n. 3 Anno 2011: buono servizio n. 1 FRANCOFONTE tot 46 di cui Anno 2010: buono sociale n 30. Anno 2011: buono servizio n 16 Al 31.12.2012 Al 31.12.2012 2012 Al 31.12.2012 Progetti e interventi: 7b Altri progetti e interventi attivati nell’area di riferimento, suddivisi per tipologia e target, attivati con altre fonti di finanziamento ( APQ, FSE, Programmi di Iniziativa Comunitaria,…) Tipologia: 1. Assistenza domiciliare: · ADA Target: donne dai 55 anni di età e uomini dai 60 anni di età parzialmente e/o totalmente non autosufficienti. Fonte di finanziamento: F.N.P.S. (L. 328/00) e bilancio comunale -Telesoccorso: a favore di utenti che hanno usufruito dell’ADA; -escursione culturale; -magnetoterapia. 17 Ultimi 3 anni 2.Attività ricreative e del tempo libero: · N. 2 Gite socio culturale: “ Anche per te…. è tempo di vacanza”. UTENTI del Distretto N. 250; Fondi del FNPS · Centri sociali. Target : anziani residenti Fonte di finanziamento : bilancio comunale e distrettuale. 3.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale 3.3.1 Domanda sociale Il progressivo invecchiamento della popolazione del distretto, come evidenziato dall’indice di vecchiaia che è passato da 147% del 2008 a 152,5% del 2012, rappresenta uno dei fenomeni più rilevanti connessi alla trasformazione strutturale della popolazione, producendo, di conseguenza, una maggiore richiesta di interventi socio-assistenziali e sanitari sempre crescente. Il manifestarsi di una sopravvenuta non autosufficienza o di una conclamata diminuita autosufficienza di una persona anziana, pone, spesso, la famiglia di fronte a problemi complessi (l’allocazione dell’anziano, la riconfigurazione dei ruoli assistenziali, il carico familiare), nei confronti dei quali si tenta di trovare soluzione nel “delegare” all’ente pubblico gli oneri dell’assistenza. Si registrano sempre più casi di anziani e/o disabili che mostrano, per particolari aspetti della loro quotidianità, di non avere il senso della realtà ovvero di anziani disabili che necessitano, a causa di gravi patologie psicologiche e/o fisiche, in assenza di parenti, di un “amministratore di sostegno” che affianchi loro nella gestione di alcuni aspetti della vita quotidiana. Dalla lettura dei dati si evince che gli anziani da 65 anni e oltre nel Distretto sono 11.543, numero rilevante che comporta una seria programmazione delle politiche integrate socio sanitarie orientate all’assistenza domiciliare o a garantire interventi di aggregazione e di socializzazione per favorire loro vita di relazione nel contesto abitativo evitandone il ricovero. A fronte del totale della popolazione anziana del Distretto, i soggetti richiedenti interventi a carattere domiciliare nell’anno 2012 nei tre Comuni sono stati 327, mentre 26 sono state le richieste di ricovero in strutture residenziali pervenute nello stesso anno. Sulla base delle problematiche analizzate, afferenti ai bisogni della maggior parte degli utenti assistiti, si evidenzia che almeno il 60% di essi sono in precarie condizioni di salute, affette da patologie croniche disabilitanti. 18 3.3.2 Offerta sociale Rispetto alla domanda sociale, le persone che hanno usufruito degli interventi a carattere domiciliare sono state 260 a fronte di 327 , mentre 16 sono stati i soggetti ricoverati in strutture socio assistenziali a fronte di 26 richieste pervenute. Il servizio di assistenza domiciliare rappresenta una valida alternativa per soggetti anziani parzialmente autosufficienti o non autosufficienti, privi di adeguato supporto familiare, e garantisce la loro permanenza nel proprio contesto socio ambientale. Questo servizio si rivolge agli anziani residenti nel Distretto i quali attraverso piani individualizzati, elaborati dal Servizio Sociale Professionale in collaborazione con il coordinamento dell’Ente gestore, usufruiscono di prestazioni a domicilio. Il servizio ADA consente all’anziano di non essere istituzionalizzato, garantendogli la possibilità dell’assistenza a domicilio quindi della permanenza nel proprio contesto familiare. Inoltre, a fronte di 53 richieste di buono socio sanitario, nel 2011 hanno goduto di tale prestazione 25 anziani di età non inferiore ai 69 anni e un giorno, in condizione di non autosufficienza debitamente certificata con riconoscimento dell’invalidità al 100 % e accompagnamento. Nell’ambito del triennio oggetto di rilevazione si sono realizzati servizi previsti nella prima triennalità del P.d Z. 2001/2003, quali : servizi domiciliari a favore di anziani e disabili- azione ADH e ADA; servizi ricreativi come gite socio culturali rivolte a n. 250 anziani del distretto, realizzatesi in Campania e in Umbria. A livello ricreativo si rileva l’esistenza di diversi centri sociali ubicati nel Distretto, su cui ruotano attività di aggregazione e socializzante. Questi centri rappresentano un punto di riferimento per soggetti autonomi o parzialmente autonomi che, se opportunamente sostenuti, riescono a valorizzare le loro potenzialità. Le iniziative di tali centri favoriscono la partecipazione alla vita sociale, sottraendo l’anziano al senso di solitudine e di emarginazione in cui spesso si viene a trovare. A tal proposito, i centri hanno sviluppato negli ultimi anni, maggiore partecipazione all’organizzazione di iniziative, come gite o serate danzanti. I suddetti centri non vengono frequentati dai soli uomini, ma anche da donne e da persone che non rientrano nella fascia di età pensionabile, sviluppando reti di integrazioni sociali. Le strutture esistenti nel distretto sono di tipo socio-assistenziale, come Case di Riposo o Comunità Protette per anziani. A tal riguardo si rileva rispetto al triennio precedente la presenza di due RSA nel territorio di Lentini che garantiscono prestazioni prettamente sanitarie riabilitative. Il Distretto 49 è stato ammesso al finanziamento legato ai fondi dell’INPS destinati al progetto Home Care Premium, progetto innovativo di assistenza domiciliare ed altre prestazioni per anziani non autosufficienti utenti INPS o loro familiari ed è richiedente dei fondi PAC avendo presentato al Ministero dell’interno il Piano Anziani che prevede azioni integrate con il Distretto Sanitario di Lentini inserite nell’Accordo di Programma stipulato con l’ASP per la costruzione di percorsi unificati di cura e assistenza a domicilio a favore di utenti over 65 non autosufficienti e/o parzialmente autosufficienti. 19 SEZIONE IV - AREA DIPENDENZE 4.1 Indicatori della domanda sociale (anno 2010-2011- 2012) Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato N. utenti in carico al Sert per fasce d'età e per genere N. utenti in carico ai Sert per titolo di studio N. utenti in carico ai Sert per condizione occupazionale N. utenti in carico ai Sert per forme di dipendenza (stupefacenti, alcool, gioco d'azzardo, tabacco, ecc.) Da 0-15 anni 0 maschi 0 femmine Da 15 a 19 anni 2 maschi e 1 femmina Da 20 a 24 anni 1 maschio e 1 femmina Da 25 a 29 anni 7 maschi 0 femmine Da 30 a 34 anni 16 maschi 0 femmine Da 35 a 39 anni 26 maschi e 4 femmine Da 39 in su 29 maschi 0 femmine Elementari 32 Scuola media inferiore 57 Professionale 7 Medie superiori 12 Non rilevato 0 Studente 0 Occupato stabilmente 65 Disoccupati 29 Lavoro saltuario 14 Casalinga 3 Alcool 18 Cannabis 3 Cocaina 10 Eroina 56 Metadone 0 Gambling 2 Dipend. Tecnologica 1 N. utenti immigrati in carico ai Sert N. di casi da infezione HIV Altro… (informazioni utili ad approfondire i bisogni dell’area di riferimento) ASP ASP ASP ASP 2 ASP 0 ASP Eventuali ricerche, focus group, tavoli tematici e iniziative condotte nell’ambito territoriale di riferimento Ultimi 3 anni 4.2 Indicatori dell’offerta sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato a) Le strutture 1a N. di strutture presenti e attive nel distretto, per tipologia (comunità terapeutiche, di pronta accoglienza…) e ricettività 0 20 ASP 2a N. di strutture di accoglienza/ricovero per malati di AIDS 0 ASP b) Servizi, interventi e prestazioni Servizi, progetti e interventi attivati nell’area di riferimento, suddivisi per 3b tipologia e target 1) Progetto “SerT incontra” presso istituti superiori; 2) Sportello “Segretariato Sociale” presso istituti superiori; 3) “Scuola per genitori” presso istituti scolastici di 1° e 2° grado; 4) Formazione degli insegnanti degli istituti di 2° grado ( ITC Alaimo Lentini). ASP 4.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale 4.3.1 Domanda Sociale Dal punto di osservazione del SerT si osserva una sostanziale continuità della domanda legata all’uso di eroina e di alcolici, ma in una situazione sociale sempre più caratterizzata da perdita e/o precarietà del lavoro, che tende ad aggravare la quota di patologia psichiatrica manifestata (prevalentemente disturbi dell’umore e disturbi d’ansia). Il numero di soggetti che fanno uso di queste sostanze appare complessivamente stabile, a causa della costante pressione del mercato, e le differenze nel numero di accessi appaiono più correlate ai cambiamenti della politica di offerta dei servizi, che a fenomeni primariamente legati alla domanda. La domanda relativa a disturbi provocati da altre sostanze (cocaina, cannabis, farmaci psicoattivi) appare in secondo piano. Per l’uso primario di cocaina ciò è legato in parte al fatto che il consumatore tende a rifiutare l’identità di tossicodipendente, e quindi non chiede l’intervento del servizio pubblico se non nei casi più gravi. Per la cannabis, la più diffusa sostanza psicoattiva illegale, rimangono interessati dall’uso le fasce di età più giovanili, anche queste senza un’effettiva coscienza del rischio, e nella maggior parte dei casi, fortunatamente, senza complicanze che generino una domanda di intervento sanitario. Queste due tipologie di consumatori pervengono al servizio soprattutto quando coinvolti nel sistema giudiziario, per segnalazione prefettizia, come assuntore, o in minor numero per reati di detenzione o spaccio. Il fenomeno nuovo, contingente alla crisi economica, è l’aumento dell’incidenza dei casi di gioco d’azzardo patologico, sia nelle fasce sociali già interessate dalla dipendenze da sostanze, che in quelle fino ad ora meno coinvolte: pensionati, lavoratori dipendenti, imprenditori e studenti. In parte, ciò è dovuto alla disponibilità enormemente aumentata di occasioni di gioco d’azzardo: chiunque osservi il territorio con attenzione potrà notare la proliferazione di sale slot e sale di scommesse, che in 21 aggiunta ad altri esercizi che consentono il gioco come bar, tabaccherie, centri commerciali ed alle connessione internet personali, hanno ampliato in maniera selvaggia la pervasività nelle dimensioni del tempo e dello spazio, e la virulenza dell’agente patogeno. Dall’altra parte, è aumentata la consapevolezza del problema nella popolazione generale e nell’ambito sanitario. Il risultato è l’affacciarsi all’ambulatorio di un numero crescente di soggetti che mostrano un disagio personale, familiare e sociale legato al gioco d’azzardo, con decadimento delle possibilità economiche della famiglia, ben presto strangolate dal debito e delle condizioni psicopatologiche del singolo e dei conviventi, con disturbi secondari dell’umore e d’ansia. Il gioco d’azzardo patologico si osserva in comorbilità con altre dipendenze da sostanze, o come alternativa all’uso di sostanze psicoattive nel paziente che ha raggiunto l’astinenza. 4.3.2 Offerta Sociale A parte i servizi sanitari istituzionalmente deputati (SerT, e nella cerchia ampliata i servizi di salute mentale, di medicina scolastica ed i reparti ospedalieri) il territorio del Distretto offre limitate risposte alla domanda di salute sopra delineata. Si dispone di un singolo centro di auto-aiuto tra pari per disturbi alcool-correlati con coinvolgimento familiare, e cioè il CAT di Lentini, che applica la metodologia di Hudolin e ha una storia di collaborazione con il SerT. Il territorio non dispone di comunità terapeutiche residenziali o semiresidenziali per soggetti con dipendenze patologiche e, nei casi ove questo intervento è indicato, si fa riferimento ad una singola comunità accreditata della provincia ed a più numerose comunità situate nelle altre province regionali. Nel triennio di riferimento non si rilevano nel distretto interventi tali da incidere in maniera efficace sulle condizioni sociali dei soggetti con dipendenza patologica e dei loro familiari da parte del Terzo Settore. Si evidenzia la necessità di organizzare strategie significative di inserimento lavorativo nei confronti di soggetti che a causa della patologia, delle cure e spesso a causa di detenzione sono usciti dai circuiti occupazionali. Le politiche sociali, sull’analisi dei dati e dei bisogni rilevati dovrebbe mirare ad un coinvolgimento della scuola nella prevenzione primaria e secondaria e realizzare piani integrati degli interventi tra i vari servizi territoriali. 22 SEZIONE V - AREA DISABILI 5.1 Indicatori della domanda sociale (anno 2010-2011- 2012) Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato 1 2 3 4 5 6 7 8 7 Lentini 11 Carlentini 3 Francofonte 7 Totale distretto 21 N. richieste ricovero presso strutture residenziali (Dopo di noi, comunità alloggio,…) N. richieste servizi semi-residenziali (centri diurni, centro socioriabilitativi…) N. richieste di interventi a carattere domiciliare (SAD, ADI, Tele assistenza…) N. richieste di assegno di accompagnamento nel distretto N. richieste di buono socio sanitario per disabili Centro diurno CSM Lentini 90 Centro socio riabilitativi 30 Centro di aggregazione 25 Intervento Distrettuale PdZ ADH 19 (Dato non pervenuto dall’INPS Richiesta prot. n. 5877 del 07.03.14) Lentini Carlentini Francofonte 44 21 48 Alunni disabili iscritti nelle scuole: materne, elementari, medie e superiori, nel distretto. Totale distretto 180 Iscritti al collocamento mirato (legge 68/99), per livello di invalidità, invalidità superiore al 45% ,invalidi al lavoro con invalidità superiore al 33%, sordomuti e ipovedenti nel distretto Carlentini 6 Lentini 22 Francofonte 5 Totale distretto 33 N. di persone con disagio mentale seguiti dai servizi attivati dal distretto. Altro… (informazioni utili ad approfondire i bisogni dell’area di riferimento) 2012 Carlentini 280 Lentini 2 650 Francofonte 759 Totale distretto 3.689 nel triennio Progetto distrettuale : Teatro e territorio Focus group e tavoli tematici e iniziative condotte nell’ambito territoriale di riferimento 23 2012 2012 2011 2012 2012 ASP Ultimi 3 anni 5.2 Indicatori dell’offerta sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato a) Le strutture 1a 2a N. di strutture residenziali presenti e attive nel distretto, per tipologia e RICETTIVITÀ N. di strutture semiresidenziali presenti e attive nel distretto, per tipologia e ricettività N. 1 comunità alloggio per disabili psichici - Ricettività 10 CSM- Centro diurno Lentini ricettività 30 Lentini 2012 b) Servizi, interventi e prestazioni 3b 4b N. di persone che hanno usufruito di interventi a carattere domiciliare (SAD, ADI, Tele assistenza…) N. di assegni di accompagnamento riconosciuti N. di buoni socio sanitari erogati per disabili, suddivisi per buono sociale e buono servizio 5b Servizi, progetti e interventi attivati nell’area di riferimento, suddivisi per tipologia (Servizio di inserimento lavorativo, integrazione scolastica, servizi di socializzazione,….) 6b 17 (Dato non pervenuto dall’INPS Richiesta prot. n. 5877 del 07.03.14 LENTINI Anno 2010: buono sociale 33 Anno 2011: buono servizio 8 CARLENTINI Anno 2010: buono sociale 18 Anno 2011: buono servizio 13 FRANCOFONTE Anno 2010: buono sociale 48 Anno 2011: buono servizio 35 Servizi : · ricoveri presso Comunità Alloggio per disabili psichici; · trasporto gratuito presso centri di riabilitazione; · contributi alle famiglie per raggiungere i centri di riabilitazione non convenzionate; · tessere di trasporto gratuito urbano ed extra urbano; · assistenza igienico personale agli alunni disabili; · trasporto scolastico; · colonia estiva; · buono socio sanitario Progetti distrettuali : 1. assistenza domiciliare: 1.“ADH”; 2. Progetto Teatro e 24 2012 INPS Al 31.12.2012 Ultimi 3 anni territorio” interventi di socializzazione. 2. Progetto educativo e d’integrazione scolastica per minori: 1. progetto Autismo: “Un futuro per l’autismo” 5.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale Nel corso del triennio 2010/12 l’U.O. di Medicina Riabilitativa del distretto socio-sanitario ha erogato servizi di assegnazione presidi e di riabilitazione domiciliare ed ambulatoriale tramite i centri convenzionati di riabilitazione CAR e ASPER, e tramite il proprio ambulatorio per un totale di 3.198 prestazioni, così suddivise: visite ambulatoriali 1270 visite domiciliari 994 trattamenti riabilitativi 822 presidi riassegnati D.M. 332\99 112 Inoltre nel corso del 2012 i soggetti affetti da patologie croniche stabilizzate sono stati avviati al trattamento riabilitativo ciclico contribuendo ad una riduzione delle liste d’attesa presso i centri convenzionati. La realtà della disabilità nel territorio del Distretto 49 è diversificata e complessa, sia in relazione alle tipologie di handicap e sia ai diversi bisogni espressi. Ciò determina la necessità d’interventi differenziati e di diversa natura. Si rilevano infatti, in relazione all’età e alla tipologia di handicap, bisogni di tipo terapeutico e riabilitativo a rilevanza sanitaria e bisogni di tipo socio-assistenziale. Nella disabilità intervengono diversi enti ed istituzioni, con compiti specifici, ma talvolta anche sovrapposti, per la mancanza, in alcuni settori, di protocolli formalizzati. Non esiste una banca dati della popolazione disabile complessiva, nel nostro distretto proprio perché è un’utenza che afferisce a servizi diversi. Le politiche attivate in favore dei disabili, in ragione dell’incertezza e della frammentarietà che le ha contraddistinte, non hanno garantito i livelli essenziali di assistenza in termini di misure assistenziali educative, riabilitative, lavorative, di integrazione sociale, così come non hanno valorizzato la partecipazione dei singoli, delle famiglie e dei soggetti sociali alla progettazione ed attuazione d’ interventi. In particolare i soggetti disabili esprimono i seguenti bisogni: · assistenza sanitaria e socio-riabilitativa; · assistenza domiciliare; · trasporto di servizi di accompagnamento non solo per i centri terapeutici, ma anche per altre attività di socializzazione; · inserimento presso centri residenziali per soggetti più gravi ( R.S.A, C.T.A, Case protette, Dopo di noi….); · sostegno economico; · inserimento presso centri di aggregazione sociale · servizi di supporto alla famiglia in modo da consentire ai membri la normale vita di relazione · centri di ascolto · centri culturali, ricreativi, musicali. Bisogni latenti presunti sono: · diritto alla qualità della vita relazionale del soggetto · diritto all’integrazione sociale e culturale · diritto alla formazione ed all’integrazione lavorativa 25 · diritto alla sessualità · diritto all’espressione e realizzazione del sé · diritto dei familiare ai propri spazi di vita sociale e relazionale Al fine di soddisfare i bisogni assistenziali e sanitari a tutela dei diritti soggettivi dei disabili e dei bisogni delle famiglie è necessario: - l’integrazione delle prestazioni mediche, sociali, psicologiche, riabilitative ecc…per evitare sovrapposizione e/o duplicazione; - implementare il lavoro di rete; - elaborare progetti individualizzati integrati; - ridurre la disomogeneità territoriale nell’offerta dei servizi; - accrescere la collaborazione interistituzionale, con il privato sociale ed il volontariato; - accrescere la cultura e la sensibilizzazione sulle problematiche della disabilità; - incoraggiare la cittadinanza attiva, le iniziative di auto mutuo aiuto e di aggregazione delle persone con disabilità, la solidarietà organizzata. Una razionalizzazione delle risorse economiche potrà garantire al disabile di permanere nel proprio ambiente familiare e sociale, superando con i supporti dei servizi a carattere domiciliare situazioni di fragilità dovute alle loro condizioni psico-fisiche. 26 SEZIONE VI - AREA IMMIGRATI 6.1 Indicatori della domanda sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato Anno 2010: 844 di cui 351 maschi e 493 femmine Popolazione straniera residente per genere, nel distretto. Anno 2011: 879 di cui 359 maschi e 520 femmine Al 31.12.2012 Anno 2012: 952 di cui 394 maschi e 558 femmine 1 2 Incidenza % della popolazione straniera sulla popolazione totale residente nel distretto. Popolazione minorenne straniera residente 0-18 anni nel distretto 3 4 1,7% Al 31.12.2012 Lentini 67 Carlentini 40 Francofonte 87 Distretto 194 Incidenza % dei minorenni stranieri sulla popolazione straniera totale nel distretto. Al 31.12.2012 Al 31.12.2012 20,2% Cittadini U.E. 5 stato maschi femmine totale Austria 1 0 1 Romania 223 264 487 Albania 58 36 94 Polonia 21 102 123 Germania 6 26 32 Belgio 0 3 3 Bulgaria 0 3 3 Francia 2 3 5 Finlandia 1 0 1 Croazia 0 0 0 Spagna 1 1 2 Ungheria 0 2 2 27 al 1° gennaio 2011 Popolazione residente straniera per paese di cittadinanza, UE ed extra-UE, per genere, nel distretto Paesi Bassi 3 3 6 Portogallo 1 0 1 Regno Unito 4 6 10 Slovenia 3 5 8 Malta 0 1 1 Grecia 0 0 0 Cittadini Extra U.E. Cina Repub. Popolare Colombia 16 14 30 0 5 5 Moldova 3 7 10 Algeria 1 0 1 Repubblica CECA Svizzera 0 1 1 0 4 4 Libano 1 3 4 Uzbekistan 0 1 1 Congo 1 0 1 Repub. 3 Domenicana Australia 9 6 9 8 17 Tunisia 30 18 48 Bangladesh 1 0 1 Cuba 1 4 5 Federazione Russa Ucraina 1 8 9 0 4 4 Bielorussia 0 3 3 Eritrea 2 0 2 Mauritius 1 0 1 Angola 1 2 3 Marocco 8 8 16 Senegal 3 1 4 Egitto 1 Argentina 0 0 0 Brasile 0 6 6 Stati Uniti d’America Canada 4 4 8 0 3 3 Venezuela 3 5 8 28 1 6 7 Perù 0 1 1 Filippine 0 2 2 Nigeria 2 8 10 Mauritania 1 1 2 kazakhstan 0 1 1 Sri Lanka 4 2 6 India 11 2 13 Ruanda 0 1 1 Madagascar 0 2 2 Montenegro 0 0 0 Incidenza % della popolazione extracomunitaria sulla popolazione totale residente, nel distretto. Incidenza % della popolazione extracomunitaria sulla popolazione straniera residente nel distretto 0,6% 2012 33% 2012 Carlentini 15 Scuole materne 3 Scuole primarie 9 Scuole medie 3 8 Minori stranieri iscritti ai vari ordini scolastici. Lentini Scuole materne 3 Scuole primarie 16 Scuole medie 11 Francofonte 2012 24 Istituti superiori 11 (dato distretto) 9 Altro… (informazioni utili ad approfondire i bisogni dell’area di riferimento) focus group nell’ambito territoriale di riferimento Ultimi 3 anni 6.2 Indicatori dell’offerta sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato a) Le strutture a N. di strutture presenti e attive nel distretto, 0 29 2012 per tipologia (centri di prima accoglienza e centri di accoglienza) e ricettività b) Servizi, interventi e prestazioni c Servizi, progetti e interventi attivati nell’area di riferimento, suddivisi per tipologia (Mediazione culturale, mediazione legale, mediazione linguistica, centri di ascolto, servizi formativi) 0 Ultimi 3 anni 6.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale 6.3.1 La domanda sociale La presenza straniera nel territorio distrettuale è un fenomeno in crescita e l’incidenza rispetto al dato della popolazione distrettuale è di 1,7 , ciò sta a dimostrare un progressivo aumento della presenza di soggetti immigrati all’interno del DSS49. La tabella indica chiaramente i dati di questo aumento, passando da n.751 soggetti residenti nel 2008 a 952 del 2012. Anche per quel che riguarda la popolazione minorile si evidenzia un incremento rispetto al 2008 di n. 42 unità. Nella tabella viene evidenziato un ulteriore dato riferito ai cittadini provenienti dalla U.E. nella quale si evidenzia un persistente incremento della popolazione proveniente dalla Romania e dalla Polonia. Relativamente alla presenza scolastica di minori stranieri frequentanti la scuola materna e dell’obbligo si rileva una diminuzione delle unità rispetto al dato del 2008. 6.3.2 Offerta Sociale Nel territorio distrettuale si denota la mancanza di strutture di prima accoglienza e che l’unica offerta è garantita dai servizi sociali professionali dei Comuni che hanno attuato ogni forma di consulenza e di supporto rispetto alle procedure per l’ottenimento di prestazioni socio sanitarie, scolastiche e quant’altro. I servizi sociali hanno posto interventi di mediazione tra i soggetti stranieri e le agenzie istituzionali del territorio al fine di evitare il disagio sociale ed ogni forma di emarginazione. Nel Comune di Lentini è stato realizzato il Progetto “Angeli 3” in favore delle vittime della tratta che ha offerto i seguenti servizi: attività di emersione, protezione (assistenza psicologica e sanitaria, promozione e inserimento socio lavorativo) alle persone straniere e ai cittadini comunitari vittime di violenza che intendono sottrarsi al grave sfruttamento sessuale, lavorativo, all’accattonaggio e alle attività illegali. 30 SEZIONE VII - AREA FAMIGLIA, MINORI E GIOVANI 7.1 Indicatori della domanda sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato 70 ( asilo nido comunale) N. iscritti asili nido/servizi integrativi per la CARLENTINI 1 prima infanzia LENTINI 60 FRANCOFONTE (dato non pervenuto) 2 3 4 5 6 7 Tasso di copertura posti asili nido/ servizi integrativi per la prima infanzia per la popolazione della classe di età 0-2 anni N. iscritti scuole materne CARLENTINI 15% LENTINI 9% FRANCOFONTE (dato non pervenuto) CARLENTINI 380 LENTINI 831 FRANCOFONTE DATO NON PERVENUTO Tasso di frequenza scuole materne N. di iscritti scuole dell’obbligo 83% LENTINI CARLENTINI FRANCOFONTE 1571 1283 691 DISTRETTO 3.545 Tasso di frequenza scuole dell’obbligo N. di casi di abbandono e dispersione scuole dell’obbligo 8 N. di richieste di affidi ed adozioni 9 N. minori in carico ai Servizi sociali professionali territoriali 10 N. segnalazioni casi di violenza ai minori Altro… (informazioni utili ad approfondire i eventuali ricerche, focus group, tavoli 11 tematici e iniziative condotte nell’ambito territoriale di riferimento 2012 2012 2012 2012 76% 2012 26 2012 Lentini 20 Carlentini 11 Francofonte 9 Lentini 120 Carlentini 25 Francofonte 16 Lentini 35 Carlentini 10 Francofonte 0 Elenco iniziative e convegni rivolto alle famiglie e ai minori relativo all’anno 2012: · Progetto “fidati dell’affido” mostra concorso e convegno “fidati dell’affido…; ti affido una famiglia 31 2012 2012 2012 2012 Ultimi 3 anni · Mostra – concorso, convegni e incontri per parlare dell’affido dietro l’iniziativa del Kiwanis di Lentini; 7.2 Indicatori dell’offerta sociale Per ciascun indicatore riportare la tabella o il valore calcolato a) Le strutture Strutture iscritte all’Albo regionale: 4 Tipologia : 1. IPAB · Santa Rosa da Viterbo (semiconvitto) ricettività 19 · Aletta (semiconvitto) ricettività 40 2. Ente Morale Religioso · Istit. Manzitto ( CENTRO DIURNO CON DECRETO REGIONALE ) 1a N. di strutture presenti e attive nel distretto, per tipologia (Comunità di tipo familiare, comunità alloggio, asili nido, centri sociali e di aggregazione…) e ricettività 3.Comunità alloggio · “Maria Schininà” ricettività 10 4. Strutture Comunali · Asilo nido (Comune di Carlentini) 5. Strutture paritarie/private · Asilo nido e servizi integrativi a livello distrettuale 6. Casa Famiglia · Cooperativa Ad Maiora – Casa famiglia “L’isola che non c’è” Ricettività 6 b) Servizi, interventi e prestazioni Servizi, progetti e interventi attivati nell’area di riferimento, suddivisi per tipologia (Educativa domiciliare, mediazione familiare, centri di ascolto, consultori familiari, sportelli informa famiglia, sostegno scolastico, assistenza post penitenziaria…) Servizi : · affidamento giuridico; · refezione scolastica; · fornitura buoni-libro; · trasporto scolastico; · fornitura buoni occhiali; · affidamento familiare; · adozione nazionale ed internazionale · ricovero minori; · assegno per nucleo familiare con tre figli; · assegni per la maternità; · Progetto P.A.S.S.I. (Politiche Attive e 32 al 31.12.2012 · · · · · · · · Servizi Sociali Integrati)(Comune di Lentini) Progetto Tutoring a favore di minori del Comune di Lentini in collaborazione con l’IPAB Aletta; Progetto distrettuale “La Famiglia al Centro” realizzato nel Comune di Lentini; Progetto distrettuale “Centro di Aggregazione per minori” realizzato nel Comune di Carlentini. Rieducazione psicopedagogica a favore di minori con problemi di sviluppo psicofisico e difficoltà relazionali Un futuro per l’autismo” – Progetto educativo e d’integrazione scolastica per minori Ludoteca a Lentini “Attività di socializzazione per i minori presso i centri parrocchiali”; Attività di promozione della cultura e dell’affido familiare 7.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale 7.3.1 La Domanda Sociale Oggi si parla molto di crisi e di “destrutturazione” della famiglia tradizionale per indicare la transizione verso nuove tipologie di unioni familiari. Tra le tendenze che muovono questa transizione si evidenziano a livello locale e nazionale fattori che rilevano la diminuzione dei matrimoni con l’aumento di separazioni e di divorzi, la riduzione del numero dei componenti per nucleo familiare e l’aumento della permanenza dei figli nella famiglia di origine . Sono in aumento sia a livello locale che nazionale, le donne che diventano madri dopo i 30 anni, in piena età lavorativa. Si pone pertanto, il problema di conciliare lavoro e famiglia, compito che nel Distretto verrà supportato attraverso l’erogazione dei servizi per minori da 0 a 3 anni del Piano Infanzia di cui ai Fondi PAC, quali: micronido, spazio gioco per bambini, centri per bambini e famiglie. I dati Istat relativi alla popolazione 2011 si riferiscono ad un numero complessivo di minori da zero a 36 mesi residenti nei Comuni del Distretto Socio Sanitario di 1.885 così ripartito per Comune: - Comune di Lentini 831; - Comune di Carlentini 621;- Comune di Francofonte 433. La popolazione residente da o a 14 anni di età, come indicato nell’indice ragionato e specificato nell’area demografica, ha subito nel triennio 2010-2012 un leggero calo di 78 unità. Si fa rilevare che i minori residenti nel distretto da 0 a due anni sono 1.384 di cui 684 maschi e 700 femmine, rispetto ai 1.463 del 2008, ciò indica un lieve decremento in tale fascia di età. La carenza di strutture pubbliche e private che si rivolgono a questa fascia di età, comporta un rapporto 33 del 5% tra i bambini frequentanti l’asilo nido o un servizio integrativo per la prima infanzia e il totale dei bambini del distretto. Riguardo i bambini frequentanti le scuole materne si è rilevato un numero di 1.211 unità a fronte di numero 1.459 minori residenti da 3 a 5 anni di età, registrando un tasso di frequenza dell’ 83%. I minori iscritti nelle scuole dell’obbligo sono 3.545 rispetto ai 4.641 residenti nel distretto, appartenenti alla classe di età dai 6 ai 14 anni, pertanto, si registra un tasso di frequenza del 76 %. Da indagine risulta che molti minori, conseguita la licenza media, non proseguono gli studi in quanto tante famiglie vivono uno stato di precarietà culturale ed economico, faticano anche a garantire ai figli i supporti necessari per la frequenza scolastica (libri, materiale scolastico, e quant’altro). Le segnalazioni ufficiali relative ai casi di abbandono e dispersione scolastica riguardano 10 minori per lo più frequentanti i primi anni di Scuola Superiore. I casi di dispersione e di abbandono scolastico segnalati durante l’anno 2012 dagli Istituti Comprensivi di Base hanno subito un decremento rispetto al 2008, da ascrivere presumibilmente al lavoro sinergico attuato tra gli operatori scolastici e i Servizi Sociali del Distretto Al 31.12.2012, a fronte di 112 unità nell’anno 2008, i minori affidati e seguiti dai Servizi Sociali Professionali dei Comuni del Distretto da parte del Tribunale per i Minorenni di Catania sono 128. Questi minori per lo più appartengono a famiglie disgregate e fragili, i cui rapporti genitori-figli sono altamente problematici. Si tratta di genitori incapaci le cui condizioni di disagio e di trascuratezza non consentono ai minori una adeguata crescita psico-fisica e un appropriato livello educativo. Per i minori seguiti dai Servizi Territoriali si rileva un incremento di disagi familiari per fattori di vario tipo: economico, sociale e relazionale. Altri minori vengono seguiti dai Servizi Sociali Professionali in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Minorile per reati penali. Si tratta di un fenomeno in continua ascesa e legato soprattutto al genere maschile. I contesti dove si sviluppa maggiormente la criminalità sono quelli densamente popolati o periferici, privi di offerte di servizi pubblici e in cui avviene l’inserimento dei soggetti più fragili a gruppi che protendono verso attività criminose. Nell’ultimo triennio sono pervenute dai Tribunali Ordinari numerose richieste ai Servizi Sociali Professionali del Distretto di indagini per casi di separazioni o divorzi nei quali nuclei disgregati vivono minori. Ed ancora vengono segnalati dalle scuole o dalle AA.GG. ai Servizi Sociali dei Comuni minori che hanno subito abusi o atti di violenza fisica o psichica. Il numero complessivo dei minori seguiti dai Servizi Sociali Professionali, come già detto, è abbastanza rilevante. Le problematiche familiari riguardanti i minori gravano sul carico assistenziale affidato alle donne costrette a compiti di cura nei confronti di minori e anziani. 34 Molto spesso i Servizi Sociali Professionali riscontrano, all’interno del sistema familiare, la presenza di comportamenti devianti da parte dei genitori, dovuti a vissuti di dipendenza, detenzione o precarietà economica. Spesso la famiglia non riesce autonomamente a fronteggiare tali problematiche senza il supporto dei servizi territoriali. 7.3.2 Offerta Sociale In riferimento all'arco temporale dell'anno scolastico 2012 - 2013 per i servizi presenti nel DSS49 relativi alla prima infanzia, si evidenzia come segue: nel territorio Distrettuale esiste un solo servizio a titolarità pubblica di Asilo Nido ed è collocato presso il Comune di Carlentini con ubicazione dislocata nel centro storico del Comune e presso la frazione denominata Carlentini Nord. Nello specifico l'Asilo Nido Comunale, nella sua dislocazione anzi descritta, a fronte di una ricettività massima di 72 bambini, ha accolto nell'anno di riferimento n° 70 bambini. Per quanto riguarda le caratteristiche dell'offerta privata relativa ai servizi alla prima infanzia esiste sul territorio del Comune di Lentini un'offerta privata di sezioni primavera gestita da tre strutture per un totale di 60 bambini, come da indagine (Rilevazione spesa sociale dei Comuni singoli od associati relativa all'anno 2012 effettuata dal Comune di Lentini) nei confronti delle strutture presenti sul territorio comunale che realizzano e gestiscono privatamente sezioni primavera. Altresì, nel territorio del Comune di Lentini si registra, per il periodo in questione, la presenza di soggetti del terzo settore che erogano servizi socio educativi per la prima infanzia, dal sostegno diretto alle famiglie per la promozione della genitorialità responsabile, alle aree gioco (baby parking, ludoteche, ecc…). Il Comune di Francofonte risulta ad oggi sprovvisto di servizi a titolarità pubblica atti ad erogare interventi a favore della prima infanzia in quanto nel territorio sono presenti solo strutture private. Le due uniche strutture residenziali del distretto che accolgono minori, quali la comunità alloggio per minori e la Casa Famiglia, non rispondono quasi interamente al fabbisogno di accoglienza e residenzialità del minore, quando è necessario allontanarlo temporaneamente dalla famiglia d’origine e inoltre non sono disponibili famiglie affidatarie nel territorio distrettuale. In tutti i Comuni del Distretto i Servizi Sociali Professionali, nella maggior parte dei casi, cercano di intervenire a sostegno dei minori e delle loro famiglie, relativamente ai bisogni emersi, attivando piani di intervento e proposte progettuali, che vengono idoneamente rimodulati, in corso d’opera per essere rispondenti all’evolversi dei bisogni stessi. Si è registrato un riscontro positivo per l’aumento delle istanze, volte ad ottenere l’idoneità all’adozione nazionale ed internazionale, presentate dalle coppie aspiranti residenti nel distretto. Nell’ultimo triennio per i minori seguiti con il Tribunale per i quali è stato necessario all’allontanamento delle famiglie si è fatto riferimento alla disponibilità di Centri affidi Distrettuali extra territoriali o ai parenti. Oltre i servizi che il Distretto garantisce a tutela dei minori e delle loro famiglie i progetti avviati negli ultimi 35 anni hanno perseguito i seguenti obiettivi: · favorire esperienze costruttive di socializzazione all’interno dei gruppi; · facilitare la comunicazione tra le diverse derivazioni; · stimolare i minori ad appropriarsi dei propri spazi; · promuovere la cultura della genitorialità e dell’affidamento dei minori; · valorizzare le risorse inespresse di minori a conclamato rischio di devianza. Questi obiettivi sono stati realizzati grazie ai servizi compresi nei PdZ precedenti attraverso l’istituzione del Centro per le famiglie nel Comune di Lentini, Centro di aggregazione per minori a rischio nel Comune di Carlentini, servizio di semiconvitto e di sostegno a minori a rischio con l’intervento “Tutoring” realizzati nel Comune di Lentini con i fondi del bilancio comunale presso l’IPAB “Aletta”. 36 SEZIONE VIII – AZIONI DI SISTEMA 8.1 Descrizione sintetica delle azioni di sistema attivate Diverse azioni di sistema sono state avviate dal distretto tendenti all’eliminazione di processi organizzativi, autoreferenziali ed alla realizzazione di azioni basate sulla pianificazione locale, partecipazione dei cittadini e uniformità delle azioni. Oltre le conferenze di servizio, le riunioni del Gruppo Piano, indette fin dalla prima annualità del PdZ, che hanno contribuito a garantire alle varie realtà territoriali (servizi, terzo settore, enti terzi), la concertazione per la programmazione delle politiche sociali si sono svolti ultimamente in modo più articolato tavoli tematici per garantire un esteso livello di concertazione e partecipazione degli interventi, oggetto della recente programmazione (Fondi PAC –Piano Anziani e Infanzia e nuovo PdZ 2013/15). Ciò al fine di superare logiche di progettazione e di gestione dei Servizi autonomi e di avviare dialogo sociale tra attori pubblici e privati, creando le basi di un modello di programmazione partecipata e condivisa. Nonostante la ristrettezza dei tempi e l’organico esiguo dei tecnici dei tre Comuni, si è cercato di rendere meno convulso il grado di coinvolgimento dei referenti intervenuti e nello stesso tempo di avviare un percorso di costruzione di un linguaggio comune e sinergico, integrato con i Servizi socio sanitari e del terzo settore, capace di poter definire, tramite una decodificazione, azioni di sistema di implementazione dei servizi e di promozione di culture di governance. 8.2 Definizione delle azioni di sistema da attivare (max 1 pagine) Con le finalità di cui sopra, a partire dalla nuova programmazione del PdZ, si vuole rendere permanenti i tavoli tematici attraverso l’elaborazione di un regolamento che ne disciplinano le modalità e i criteri, dovendo rafforzare nel territorio l’interscambio e l’interazione fra le diverse realtà locali, per lo sviluppo di forme di programmazione ad indirizzo comune. Fenomeni come quello della violenza di genere, confermato dai dati statistici come la prima causa di morte per violenza delle donne in Italia, in Europa e nel mondo, rendono necessario che sul tema si apra e si mantenga vivo e permanente il dibattito e il confronto. Sono stati coniati i termini "femmicidio" per indicare l'omicidio di donne, quando la morte della donna rappresenta l'esito di atteggiamenti o pratiche sociali misogine, e "femminicidio", per indicare la continua 37 erosione della dignità della donna attraverso la violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato. Il femmicidio costituisce la cima di quell'iceberg sommerso che è il femminicidio. Se si vuole che il sommerso arrivi all'emersione è importante che non si lasci nulla di "non detto" quando si parla di violenza contro le donne. L'esperienza dimostra che non è così, che arriva in superficie solo un segmento di una conoscenza parziale e frammentaria. Un motivo di questa scarsa conoscenza, e perciò della scarsa o nulla visibilità del vissuto di violenza di molte donne, è dovuto alla fatica che ancora fa la società ad uscire dai tabù che limitano la conoscenza di questa realtà, soprattutto quando la violenza si consuma tra le mura domestiche, cioè nella stragrande maggioranza dei casi. Sulla violenza di genere, tema ancora oggi sottovalutato e sottostimato o addirittura rappresentato in modo distorto dai mass media, è necessario che i diversi attori del territorio mettano insieme conoscenze e competenze, riconoscendo nella “rete” lo strumento per dare più forza ed efficacia alla capacità d'intervento dei singoli perchè oggi più che mai rappresenta una emergenza che richiede misure di salute pubblica, in quanto non investe solo la sfera privata della vittima, ma coinvolge per le sue conseguenze tutti i settori della società. Compito dei Comuni è favorire la formazione della rete come prodotto di un percorso di riconoscimento reciproco e di condivisione di linguaggi, procedure e risorse da parte dei vari attori del processo volti alla formazione di punti di vista e linguaggi comuni per costruire, in quanto territorio, un percorso finalizzato a realizzare obiettivi comuni attraverso azioni adeguate. Da ciò la necessità di dotarsi di strumenti per fare in modo che la realtà di tutte le donne che sperimentano su di sé la violenza sia una realtà conoscibile. Questo presupposto è alla base del lavoro di informazione e sensibilizzazione al problema e interessa in maniera diretta gli attori istituzionali e non del territorio. Un territorio è fatto di soggetti con culture, esperienze e punti di vista differenti. La violenza di genere è un fenomeno che investe i servizi sociali, il sistema sanitario, le scuole, le forze dell'ordine, l'autorità giudiziaria, i centri antiviolenza, le associazioni di volontariato con il compito di mettere insieme le loro conoscenze, quale precondizione per formare nel territorio un patrimonio comune di saperi sul tema finalizzato al lavoro di prevenzione. Lo strumento per mettere a frutto questo patrimonio è una rete locale che sia un nodo importante della più ampia rete di relazione prevista dalla legge regionale 3/2012 "Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere". Prevenire la violenza contro le donne vuol dire saperne riconoscere le cause per rimuoverle. Si vuole, attraverso l’istituzione di una rete dei servizi e dei referenti degli enti terzi e di agenzie locali che promuovono iniziative contro la violenza di genere, prevenire promuovendo un cambiamento culturale con un approccio metodologico finalizzato a ritessere le relazioni tra esseri umani differenti per genere, ma ugualmente soggetti di diritti. Questo cambiamento deve passare in primo luogo per la scuola. E' dimostrato che le prime immagini sociali della donna e dell'uomo vengono offerte alle bambine e ai bambini in tenerissima età dalla televisione. Attraverso queste immagini, in particolare quelle della pubblicità, si interiorizzano modelli e ruoli, si formano gli stereotipi di genere, si percepiscono le relazioni 38 tra uomini e donne come relazioni di potere, asimmetriche. Un lavoro di decondizionamento e rieducativo non può perciò che avere la sua centralità nella scuola, come agente di promozione di una nuova cultura delle relazioni. Molti studi contemporanei dicono che oggi si è di fronte a una modalità storicamente inedita della violenza contro le donne che ha le sue radici nella fragilità dei ruoli e della relazione tra uomini e donne. L'obiettivo da raggiungere diventa perciò, nella battaglia culturale complessiva, una relazione tra soggetti che siano in grado di stare su un piano di pari autonomia e di pari dignità. 39 SEZIONE IX - VALUTAZIONE COMPLESSIVA DEL SITEMA DEI BISOGNI 9.1 Descrizione sintetica del profilo di comunità* (max 2 pagine) Il profilo di comunità del Distretto S.S.49 rappresenta la premessa fondamentale per la definizione di obiettivi, strategie e indirizzi operativi della programmazione triennale. La lettura dei differenti aspetti del territorio risulta infatti fondamentale per elaborare politiche ed interventi tarati sui bisogni emergenti e per razionalizzare e/o riorientare l’offerta esistente. Dalla lettura dei bisogni della popolazione, dalla mappatura dei servizi e delle risorse disponibili si giungerà ad un quadro interpretativo sintetico che collegherà l’analisi dell’esistente alla progettazione prevista per il triennio a venire. ll territorio distrettuale è situato nell’area nord della Provincia di Siracusa e dal punto di vista morfologico e socio-demografico i tre Comuni che lo costituiscono presentano caratteristiche affini. Ha una superficie di 447,81 Kmq, pari a 44.781 ettari, di cui 21.584 di pertinenza del Comune di Lentini, 15.802 del Comune di Carlentini e 7.395 del Comune di Francofonte, con una densità demografica (rapporto tra popolazione e territorio) di 123,55 per Kmq. Il tessuto produttivo del Distretto, mostra una grande difficoltà di ripresa per il crollo di molteplici attività commerciali e artigianali e per il crollo dell’agricoltura, settore prevalente negli anni passati che ha determinato la chiusura dei magazzini di produzione degli agrumi. Ad oggi, come negli anni precedenti, il territorio non ha subito sostanziali modificazioni rispetto all’incremento edilizio residenziale, tranne che per ciò che riguarda la ristrutturazione di alcuni edifici pubblici e privati, la sistemazione di parte della viabilità e la normale attività di manutenzione dell’esistente. Maggiore densità edilizia di tipo cooperativistico e popolare si mantiene nelle zone periferiche che a tutt’oggi sono sprovvisti di adeguate opere di urbanizzazione. Questi dati rilevano che il modello produttivo locale è caratterizzato dalla presenza di imprese di piccola dimensione nel settore agricolo, commerciale e artigianale. In questi ultimi anni si è registrata ulteriormente la dismissione di diverse attività artigianali e di attività commerciali piccole, per lo più di tipo alimentare, che hanno ceduto il passo ai Centri Commerciali o Discount alimentari a diffusione nazionale. Nel Distretto non vi sono attività industriali di rilievo. Il settore petrolchimico e dell’indotto di Priolo, che in passato ha offerto opportunità lavorative a molte persone, ha subito un decremento occupazionale, incidendo negativamente sulla già persistente crisi lavorativa. Anche il settore turistico non è riuscito a decollare, nonostante, a livello ambientale e culturale vi siano importanti siti naturalistici e culturali. Il livello di disoccupazione è ancora più esteso del triennio precedente per un numero sempre crescente di 40 disoccupati tra i 15 ai 64 anni o addirittura non iscritti nelle liste di collocamento. Anche il lavoro in nero che prima contribuiva a incrementare il “sommerso” e la domanda di lavoro delle fasce più deboli si esprime con difficoltà e la mancanza di opportunità lavorative si traduce nell’impiego in lavori socialmente utili per pochi mesi all’anno, garantiti dai Comuni a fronte di bilanci comunali. A livello demografico si registra un timido aumento della popolazione distrettuale rispetto al 2008; si è passati da 54.155 residenti a 55.326 nel 2012 e precisamente nel Comune di Lentini 24.466, nel Comune di Carlentini 17.928 e nel Comune di Francofonte 12.932. I dati sulla popolazione rilevano che tra l’anno 2002 e l’anno 2012 si è registrato un decremento della popolazione nel triennio 2006/08 e un leggero incremento nel 2012 . Dal 2008 al 2012 si è passati da 823 istanze di assistenza economica diretta e indiretta a 1.564 e da 511 beneficiari a circa 766. Il tasso di disoccupazione che ci indica il livello di precarietà economica di tutto il Distretto si attesta intorno al 34,4% in forte aumento rispetto al triennio precedente il cui dato rilevato era del 23%. Il numero dei disoccupati del Distretto nel 2012 è pari a 12.482 (di cui Maschi 38% Femmine 32%) rispetto al triennio precedente in cui sono stati rilevati 8.313 disoccupati. Dai sopra indicati dati sulle prestazioni assistenziali di tipo economico, erogate dai Comuni a favore di nuclei familiari bisognosi, si rileva che molti minori vivono in condizioni di rischio per disagi economici, dovuti alla precarietà lavorativa o a stati di permanente disoccupazione dei genitori che non consente loro di soddisfare i bisogni quotidiani più necessari. Tali bisogni incidono nelle relazioni familiari e sociali, acuendo la situazione di nuclei già appesantiti da altre problematiche e determinando una carenza di comunicazione o forme di devianza o di violenza. Molte famiglie prive o con basso reddito da lavoro si sostengono tramite i sussidi assistenziali, le indennità di pensione d’invalidità o di accompagnamento o i Bonus Socio Sanitari erogati a favore di famiglie in cui sono presenti soggetti diversamente abili gravi. Le coppie di nuova formazione si mantengono, perlopiù, con gli aiuti che ricevono dai genitori, se pensionati o lavoratori. Si registra la richiesta altrettanto elevata di famiglie senza casa. Dalla lettura dei dati sulla domanda sociale, emerge che nel Distretto i soggetti anziani richiedenti interventi a carattere domiciliare, nell’anno 2012, sono stati 260 a fronte di 327 , mentre 16 sono stati i soggetti ricoverati in strutture socio assistenziali a fronte di 26 richieste pervenute. Al 31.12. 2012, a fronte di 112 unità nell’anno 2008, i minori affidati e seguiti dai Servizi Sociali Professionali dei Comuni del Distretto da parte del Tribunale per i Minorenni di Catania sono 128. Questi minori per lo più appartengono a famiglie disgregate e fragili, i cui rapporti genitori-figli sono altamente problematici. Si tratta di genitori incapaci le cui condizioni di disagio e di trascuratezza non consentono ai minori una adeguata crescita psico-fisica e appropriato livello educativo. Per i minori seguiti dai Servizi Territoriali si rileva un incremento di disagi familiari per fattori di vario tipo: economico, sociale, relazionale. Altri minori vengono seguiti dai Servizi Sociali Professionali in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Minorile per reati penali. Si tratta di un fenomeno in continua ascesa e legato soprattutto al 41 genere maschile. I Servizi del territorio evidenziano che comparando i dati statistici con le pratiche quotidiane, (colloqui, incontri con referenti vari delle reti istituzionali e non), emerge una progressiva crescita di comportamenti trasgressivi, violenti e aggressivi dei minori nei confronti sia di coetanei che di adulti, un “distacco” emozionale dalle vicende penali e una superficiale comprensione del disvalore sociale dei fatti illeciti. I minori, pur avendo stimoli visivi e tecnologici, talvolta anche in eccesso, risentono di un indebolimento educativo familiare e scolastico, sono portati a commettere atti di bullismo, intolleranza alle regole, uso di sostanze stupefacenti, ricerca ossessiva di forme di divertimento o l’abulia. Sono questi tutti fenomeni sintomatici di una difficoltà a confrontarsi con il processo di crescita e con modelli di riferimento. Inoltre, il Servizio Sociale Professionale interviene a favore dei minori stranieri e neocomunitari per favorire una loro integrazione scolastica e sociale e partecipazione ad iniziative della scuola, del volontariato locale, delle associazioni religiose, sportive, o ricreative, per preservarli dall’accattonaggio o dalla strada. Altrettanto rilevante risulta il dato dei soggetti seguiti dal Ser.T. (Servizio per le tossicodipendenze), che per l’anno 2012 si esprime in 100 interventi su casi di situazioni di dipendenza e dal C.S.M. (Centro Salute Mentale) i cui soggetti seguiti sono 4.561 con disagio psicologico individuale e/o familiare o disturbi psichiatrici nelle forme sub-cliniche e conclamate (disturbi della personalità, della condotta alimentare, della sfera sessuale, schizofrenia, psiconevrosi, reazioni di adattamento, ecc.). 9.2 Definizione delle priorità, dei servizi e degli interventi da attivare (Il libro dei sogni). Il profilo di comunità fino ad ora riportato offre una descrizione molto parziale della realtà sociale del Distretto 49 che dovrà essere approfondita e aggiornata anche attraverso l’integrazione dei vari sistemi informativi in uso nei servizi sociali distrettuali, comunali e sanitari. I dati riportati nella relazione sociale sono stati acquisiti dagli uffici competenti ed elaborati attraverso informazioni assunte da altri Enti, nelle Conferenze di servizio e nei tavoli di concertazione. Diversi i motivi che non permettono e non favoriscono interventi di analisi e ricerca sui fenomeni sociali, primo fra tutti, il permanente sotto organico che caratterizza tutti gli uffici di servizio sociale che ostacola una adeguata programmazione e supervisione delle politiche sociali. Nondimeno le numerose informazioni raccolte ci permettono di abbozzare un quadro interpretativo complessivo che sarà esposto per punti: - In generale, gli interventi sociali si collocano in un contesto territoriale che deve essere maggiormente esplorato e analizzato per trovare una migliore integrazione con le politiche ambientali, economiche, culturali e abitative, il cui bisogno di trovare forme di risorse al disagio conclamato ed espresso offrirebbe un punto di partenza per pensare ad una più stretta collaborazione e integrazione tra le politiche non solo sociali e sanitarie ma anche abitative. - La popolazione residente dopo un calo registratosi in passato sta riprendendo ad aumentare, forse per un saldo migratorio di cittadini e/o per l’aumento di stranieri nonostante la crisi economica continua la sua ascesa. - La crisi del tessuto produttivo ed imprenditoriale produce non solo l’aumento della disoccupazione o delle condizioni di precarietà lavorativa, ma amplia la domanda di servizi sociali e alimenta anche 42 fenomeni di sfiducia soprattutto tra i giovani. Le politiche sociali non possono essere più pensate solo come riparative, ma piuttosto necessitano di essere considerate generative di un nuovo welfare e dunque di un diverso sviluppo locale. - Si registra una scarsa presenza di servizi residenziali e semi residenziali e per quel che riguarda i servizi domiciliari si riscontra una forte evoluzione in corso dovuta all’erogazione degli stessi grazie alle risorse dei fondi PAC e PISU e del F.N.P.S. del triennio 2010/12. - Nel territorio distrettuale sta crescendo la consapevolezza dell’associazionismo, il senso di solidarietà e con esse la presenza di pratiche sociali innovative costituite da capitale sociale e umano che si intende valorizzare nei processi di governante locale. - Molti indicatori rilevano per lo più che nei tre Comuni del Distretto i bisogni, i servizi e le risorse sono distribuite in modo omogeneo. 1. Area povertà: assicurare la continuità dell’intervento “inserimento socio lavorativo”. incrementando il numero dei destinatari. Da una valutazione del bisogno emerge la necessità di proseguire da parte del Distretto a garantire servizi di inclusione lavorativa sociale attraverso la riproposizione di progetti di sostegno all’inserimento lavorativo e/o l’attivazione di servizi di prossimità a sostegno delle famiglie come l’intravedere forme di aiuti alimentari considerate le attuali difficoltà riscontrate nella filiera della distribuzione dei prodotti alimentari. Relativamente alle difficoltà di alloggio manifestate da alcuni utenti, l’attuale disponibilità abitativa risulta insufficiente rispetto alla domanda in quasi tutti i Comuni del Distretto. Nei Comuni si rileva il problema di far fronte ad esigenze abitative, immediate, per nuclei familiari che si trovano prive di alloggi. Rilevato l’alto indice di disoccupazione che ha determinato un’elevata richiesta di contributi di assistenza economica è quanto mai necessario proseguire e integrare l’esperienza del progetto “sostegno all’inserimento sociolavorativo”. In continuità con la positiva esperienza degli anni passati e tenendo presente i bisogni rilevati, si potrebbero prevedere aiuti a soggetti o a gruppi di persone svantaggiate, che ne fanno richiesta, attraverso l’inserimento nel servizio civico. 2. Area anziani: assicurare l’assistenza domiciliare a persone sole e senza supporto familiare Il servizio di assistenza domiciliare rappresenta una valida alternativa per soggetti anziani parzialmente autosufficienti o non autosufficienti, privi di adeguato supporto familiare e garantisce la loro permanenza nel proprio contesto socio ambientale. Detto servizio, già erogato da anni nel Distretto, si rivolge agli anziani residenti compresi nella fascia di età pensionabile ( donne dai sessanta anni e uomini dai 65 anni) Considerato che buona parte dei soggetti che hanno usufruito del servizio sono in precarie condizioni di salute occorre mantenere l’opportunità dell’assistenza a domicilio per evitare di sradicarli dalla famiglia integrando anche prestazioni di tipo sanitario (ADI). Visto che l’esiguità delle risorse economiche dei Comuni del Distretto non consentono di garantire il servizio di A.D.A., lo stesso verrà finanziato con risorse PAC e con risorse del F.N.P.S. di cui al PdZ 2010/12, attraverso nuove procedure di affidamento avviate con accreditamento dei servizi a enti del terzo settore 43 iscritti all’ALBO DISTRETTUALE, verrà assicurato il servizio domiciliare a un cospicuo numero di soggetti con priorità di accesso e in particolar modo, a quei soggetti le cui condizioni di salute sono problematiche. 3. Area disabilità: garantire preliminarmente una continuità al servizio di Assistenza domiciliare ai disabili. Dai dati rilevati si evince l’esigenza di dover ricavare il numero complessivo dei residenti distrettuali che presentano problematiche di disabilità, nonché la tipologia delle forme di disagio per definire gli opportuni interventi. L’assenza di tali dati comporta l’esigenza di una mappatura nel territorio per la conoscenza reale del fenomeno, utile in caso di calamità, anche al soccorso immediato e messa in sicurezza di tali soggetti. Inoltre il servizio domiciliare di assistenza a disabili adulti e minori verrà erogato con fondi della seconda triennalità, per garantire e assicurare, soprattutto ai soggetti gravi, adeguata assistenza e permanenza nel proprio contesto familiare. Nei tavoli tematici è stata evidenziata la necessità di garantire interventi a favore di soggetti affetti da demenza senile e forme di alzhaimer. 4. Area famiglia, minori e giovani: interventi preventivi di rete a livello distrettuale di tipo educativo da avviare in integrazione tra i Servizi Sociali Professionali, Enti Terzi e Terzo Settore A fronte dei bisogni espressi, l’ipotesi progettuale che s’intende proporre rientra in un’ottica di interventi di prevenzione e d’integrazione, finalizzata al conseguimento dei seguenti obiettivi: · supporto alle funzioni genitoriali di accudimento e di crescita dei figli, offerto alle famiglie in modo individuale e limitato nel tempo, per particolari momenti di problematicità familiare e all’interno di un progetto socio-educativo redatto dai Servizi in integrazione tra loro, atto a sostenere i diritti del/della minore e le responsabilità genitoriali; · sostegno del ruolo educativo primario della famiglia, attraverso interventi di tipo formativo e domiciliare a minori che presentano problematiche di comportamento, crescita individuale, disagio socio-familiare e ai loro genitori che mostrano difficoltà di mantenere un’adeguata relazione per vissuti anaffettivi o abbandonici o problematiche scaturite da eventi eccezionali come malattia, lutto, disoccupazione che si sono verificate nel contesto familiare. Al fine di eludere il ricovero del minore e supportare la famiglia evitando l’allontanamento dei figli dal proprio contesto familiare e tenuto conto, peraltro, dell’esiguità di risorse economiche a disposizione dei Comuni del Distretto, si ritiene opportuno proporre un progetto articolato in più azioni che agisca secondo il modello di rete, agevolando l’integrazione tra i Servizi Sociali Professionali, gli Enti Terzi e il Terzo Settore. Il personale previsto per le azioni di supporto educativo nei confronti dei destinatari che deve collaborare con il gruppo interistituzionale è il seguente: · Assistente Sociale per l’attività di coordinamento; · Educatore Professionale; 44 · Psicologo (bambini e adolescenti fino ai 18 anni) con problematiche di apprendimento o di sviluppo, con problemi comportamentali o di socializzazione oppure provenienti da famiglie con situazioni problematiche o di disagio sociale; · Esperto laboratorio. Il sostegno educativo a livello domiciliare e presso strutture educative (centri diurni) a favore del minore e della sua famiglia è l’elemento centrale per la programmazione di ogni azione del progetto e deve essere intesa come occasione per stimolare l’identificazione ai ruoli genitoriali adeguati e ottenere la condivisione nella logica di una progressiva restituzione agli adulti di competenze e funzioni che sono loro proprie. Ciò consente di favorire la permanenza del minore nel nucleo familiare d’origine, evitando altresì l’allontanamento ed il ricorso ad altri interventi impropri e di valorizzare le risorse familiari e sociali nell’intento di superare forme di emarginazione. Occorrerebbero servizi a sostegno della genitorialità dirette a fornire un reale supporto alle famiglie. 5. Implementazione di azioni di sistema : Implementazione dei tavoli tematici per favorire la nascita di sistemi di RETE per fenomeni complessi come la violenza di genere. Fenomeni come quello della violenza di genere, confermato dai dati statistici come la prima causa di morte per violenza delle donne in Italia, in Europa e nel mondo, necessitano sul tema che si apra e si mantenga vivo e permanente il dibattito e il confronto sul fenomeno trasversale a tutti gli strati sociali. Da ciò la necessità di dotarsi di strumenti per fare in modo che la realtà di tutte le donne che sperimentano su di sé la violenza sia una realtà conoscibile. Questo presupposto è alla base del lavoro di informazione e sensibilizzazione al problema e interessa in maniera diretta gli attori istituzionali e non del territorio. Un territorio è fatto di soggetti con culture, esperienze e punti di vista differenti. E' un fenomeno che investe i servizi sociali, il sistema sanitario, le scuole, le forze dell'ordine, l'autorità giudiziaria, i centri antiviolenza, le associazioni di volontariato con il compito di mettere insieme le loro conoscenze, quale precondizione per formare nel territorio un patrimonio comune di saperi sul tema finalizzato al lavoro di prevenzione. Lo strumento per mettere a frutto questo patrimonio è una rete locale che sia un nodo importante della più ampia rete di relazione prevista dalla legge regionale 3/2012 "Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere". 45 FORMULARIO DI PRESENTAZIONE delle AZIONI 46 GUIDA ALLA COMPILAZIONE Il formulario di presentazione delle azioni che ciascun distretto si propone di realizzare sul proprio territorio è composto da 7 sezioni: 1. NUMERO AZIONE. Si richiede di numerare le azioni tenendo conto della numerazione del prospetto riepilogativo delle azioni1. 2. TITOLO AZIONE. Si richiede di riportare lo stesso titolo dell’azione utilizzato in fase di caricamento della stessa nell’Anagrafica azione2. 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ. Si richiede di descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, distinguendo quelle rivolte ai destinatari da quelle rivolte al sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…). 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE. Si richiede di individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. 5. FIGURE PROFESSIONALI. Si richiede di specificare la tipologia e il numero di figure professionali che si intendono impiegare all’interno dell’azione di riferimento, distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali, ASP (EX AUSL), T.M., Scuole…) da quelle in convenzione. 6. PIANO FINANZIARIO. (Allegati 4 e 5). E’ richiesta la compilazione di un piano finanziario per ogni azione che si vuole realizzare, per le tre annualità di riferimento. 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE. Si richiede di specificare le modalità di gestione che si intendono adottare per l’azione di riferimento: diretta, mista e indiretta/esternalizzata. 1 2 Vedi pag. 17, paragrafo 2. Il Piano di Zona e i suoi allegati L’Anagrafica azione si trova nella sezione Piano di Zona del Monitoraggio dei Piani di Zona (area ad accesso riservato del portale S.I.R.I.S.); 47 FORMULARIO DELL’AZIONE 1. NUMERO AZIONE N. 1 2. TITOLO AZIONE P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) Intervento distrettuale l.a - Classificazione dell'Azione programmata (D.M. Lavoro e Politiche Sociali 26/06/2013 AREE DI INTERVENTO MACRO LIVELLO RESPONSABILITÀ' DISABILITA' POVERTÀ' E NON ED SPECIFICARE LA OBIETTIVI DI SERVIZIO A CU I VA FAMILIARI AUTOSUFF. ESCLUSIONE TIPOLOGIA RICONDOTTA LA SOCIALE D'INTERVENTO TIPOLOGIA D'INTERVENTO Interventi di Lotta alla povertà in favore della X X contrasto alla inclusione socio lavorativa di povertà e in nuclei familiari in difficoltà a favore rischio di marginalità. dell’integrazione sociale di soggetti con disabilità psichica. Specificare il Macro livello di riferimento, la tipologia di intervento, collegando quest'ultima con gli obiettivi di servizio e l'Area di Intervento. Il Macro livello di riferimento in questione riguarda l’area povertà ed esclusione sociale e si prevedono azioni di contrasto alla povertà attraverso l’erogazione del contributo stabilito. 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, specificando quelle rivolte ai destinatari da quelle di sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…). L’azione progettuale denominata P.O.L.I.S. avrà un capo di intervento Distrettuale e riguarderà dunque i Comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte. Si intende promuovere interventi atti a combattere la povertà, la marginalità sociale, e (soltanto per il Comune di Lentini) le difficoltà di integrazione dei soggetti diversamente abili con svantaggio psichico. Durante il triennio di competenza si prevede l’erogazione di contributi in favore di soggetti appartenenti a fasce sociali svantaggiate. Il principio che anima il sostegno all’inserimento lavorativo erogato a fronte di 48 attività lavorativa prestata come servizio civico, è quello di disincentivare ogni forma di mero assistenzialismo; si intende favorire il reinserimento sociale di soggetti i cui nuclei familiari versano in stato di indigenza economica, mediante assegnazione di un impegno lavorativo al fine di valorizzarne le potenzialità e le risorse personali. I destinatari degli interventi saranno i cittadini residenti nel DSS49, maggiorenni in età lavorativa e in condizioni psicofisiche idonee allo svolgimento di attività lavorativa, che per diversi motivi vivono una grave forma di disagio economico e sociale. Gli interventi saranno destinati prioritariamente ai seguenti soggetti: -Persone che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro per i loro vissuti personali (ex detenuti, ex tossicodipendenti, ecc..); -Persone che sono da anni prive di occupazione; -Persone che hanno perso il posto di lavoro per motivi non imputabili alle stesse. Il progetto P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) intende promuovere e valorizzare la dignità della persona, favorendo il mantenimento di un ruolo sociale attivo e della partecipazione alla vita comunitaria. I tre Comuni del DSS49 sono già dotati di regolamenti attuativi che consentiranno l’ordinaria erogazione del contributo a fronte di attività lavorativa. Le azioni anzi descritte avranno come destinataria l’intera comunità locale con il beneficio che quest’ultima potrà attivare le risorse, teoricamente più fragili, in favore di un crescente e sano protagonismo civico. Il compito di regia riguarderà prioritariamente i Servizi Sociali Professionali dei Comuni del DSS49; gli stessi servizi cureranno – in concerto con i servizi pubblici che hanno la presa in carico dei soggetti destinatari degli interventi – le azioni di coordinamento, monitoraggio e valutazione del progetto. 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. Le azioni del progetto P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) non prevedono la mediazione dei soggetti del privato sociale, appare invece necessaria una stretta e sinergica collaborazione con i servizi pubblici che hanno la presa in carico degli utenti (U.E.P.E. per i soggetti coinvolti nell’area penale; l’A.S.P. con le U.O. preposte alla disabilità psichica; ecc..). Sono attori coinvolti nel progetto i referenti dei Settori delle amministrazioni comunali riguardo alle attività che verranno realizzate di cui gli stessi ne cureranno il monitoraggio. Si tratta dunque di un’azione con un buon livello di integrazione socio sanitaria che prevede la stesura di appositi protocolli operativi nell’ottica di una collaborazione funzionale al raggiungimento di risultati concreti e tangibili. In riferimento alle risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature, queste ultime verranno interamente fornite dalle Amministrazioni coinvolte, le quali lavoreranno in sinergia per massimizzare l’uso dei mezzi necessari al buon esito progettuale. 49 5. FIGURE PROFESSIONALI Inserire le figure professionali che si intendono utilizzare all’interno dell’azione distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte da quelle in convenzione TIPOLOGIA Assistenti Sociali Comuni del DSS 49 Amministrativi Comuni del DSS 49 Referenti ASP Personale UEPE A carico delle In convenzione amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali, ASP(ex ASL) TM, scuole….) dei 3 Totale dei 3 3 1 1 1 1 8 Totale 50 3 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 1 – 1^ ANNUALITÀ ' Titolo Azione P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale €400,00 €133.200,00 RISORSE UMANE Beneficiari 111 unità Subtotale 3 mesi €133.200,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: cancelleria, spese utenze, materiali per le pulizie, acquisto materiale informativo, abbonamenti, costi connessi alla comunicazione, ecc.) Subtotale ALTRE VOCI Stipula assicurazione infortuni e R.C.T. (rischi diversi), materiale divulgativo/informativo, ausili vari…… Subtotale TOTALE 51 € 5.357,21 € 5.357,21 € 138.557,21 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 1 – 2^ ANNUALITÀ ' Titolo Azione P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale €400,00 €133.200,00 RISORSE UMANE Beneficiari 111 unità Subtotale 3 mesi €133.200,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: cancelleria, spese utenze, materiali per le pulizie, acquisto materiale informativo, abbonamenti, costi connessi alla comunicazione, ecc.) Subtotale ALTRE VOCI Stipula assicurazione infortuni e R.C.T. (rischi diversi), materiale divulgativo/informativo, ausili vari…… Subtotale TOTALE 52 € 5.357,21 € 5.357,21 € 138.557,21 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 1 – 3^ ANNUALITÀ Titolo Azione P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale €400,00 €133.200,00 RISORSE UMANE Beneficiari 111 unità Subtotale 3 mesi €133.200,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: cancelleria, spese utenze, materiali per le pulizie, acquisto materiale informativo, abbonamenti, costi connessi alla comunicazione, ecc.) Subtotale ALTRE VOCI Stipula assicurazione infortuni e R.C.T. (rischi diversi), materiale divulgativo/informativo, ausili vari…… Subtotale TOTALE 53 € 5.357,21 € 5.357,21 € 138.557,21 PIANO FINANZIARIO AZIONE N.1 – 3^ Riepilogo della Triennalità Titolo Azione P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 333 3 mesi €400,00 €399.600,00 Costo Totale RISORSE UMANE Beneficiari Subtotale €399.600,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: cancelleria, spese utenze, materiali per le pulizie, acquisto materiale informativo, abbonamenti, costi connessi alla comunicazione, ecc.) Subtotale ALTRE VOCI Stipula assicurazione infortuni e R.C.T. (rischi diversi), materiale divulgativo/informativo, ausili vari…… € 16.071,63 Subtotale € 16.071,63 TOTALE € 415.671,63 Ripartizione del costo triennale totale dell'azione per fonte di finanziamento Azione N.1 -Titolo Azione P.O.L.I.S. ( Promuovere Opportunità di Lavoro = Inclusione Sociale)FNPS € 415.671,63 3 € per abitante 0 Compartecipazione utenti Cofinanziamento3 0 0 3 Totale € 415.671,63 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ...). 54 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Indicare le modalità di gestione che si intendono utilizzare per l’azione di riferimento X Diretta Mista (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………. Indiretta/esternalizzata (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …..……. ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 55 FORMULARIO DELL’AZIONE 1. NUMERO AZIONE N. 2 2. TITOLO AZIONE C.A.S.E. (CONIUGARE L’ACCOGLIENZA ED IL SOSTEGNO EDUCATIVO) DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI LENTINI l.a - Classificazione dell'Azione programmata (D.M. Lavoro e Politiche Sociali 26/06/2013 AREE DI INTERVENTO RESPONSABILITÀ' DISABILITA' SPECIFICARE E NON MACRO LA OBIETTIVI DI SERVIZIO A CU I VA FAMILIARI AUTOSUFF. RICONDOTTA LA LIVELLO TIPOLOGIA D'INTERVENTO TIPOLOGIA D'INTERVENTO Interventi di Sostegno educativo alla cura e X educativa domiciliare e percorsi con laboratori educativi POVERTÀ' ED ESCLUSIONE SOCIALE all'accudimento del minore; promozione/sostegno all'autonomia del/i genitori nell'accesso a prestazioni e servizi sanitari e socio-sanitari in favore dei loro figli. Specificare il Macro livello di riferimento, la tipologia di intervento, collegando quest'ultima con gli obiettivi di servizio e l'Area di Intervento. Il Macro livello di riferimento è l’area Famiglia, Minori e Giovani, l’area di intervento in questione riguarda le responsabilità familiari e si prevedono azioni in favore degli interventi di educativa domiciliare e percorsi con laboratori educativi con il coinvolgimento delle famiglie. 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, specificando quelle rivolte ai destinatari da quelle di sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…) Il titolo del progetto rimanda ad una condizione domestica, su cui l’azione punta, è anche un acronimo che vuole raccontare l’intento di coniugare azioni ed obiettivi (la promozione dell’accoglienza dei minori e delle loro famiglie per la realizzazione di laboratori e corsi coniugati con il sostegno educativo di stampo domiciliare). In egual misura “case” ha una sua traduzione in lingua inglese in termini come: caso, coppia e custodia, in gran parte sinonimi dell’agire professionale previsto. C.A.S.E. (CONIUGARE L’ACCOGLIENZA ED IL SOSTEGNO EDUCATIVO) è rivolto a minori e alle loro famiglie che vivono una condizione di disagio che rischia di marginalizzarli socialmente. Si compone – come richiama il 56 titolo del progetto – fondamentalmente di due azioni: un intervento di educativa domiciliare in favore di minori e famiglie; un’azione di accoglienza dei minori e delle loro famiglia in un Centro adeguato dove si possono svolgere delle attività di socializzazione di stampo educativo. L'Assistenza Domiciliare Educativa ai Minori, comunemente abbreviato in A.D.M., è un servizio rivolto a minori in situazioni di disagio sociale ed a rischio di emarginazione, ed alle loro famiglie, quando queste si trovino in difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali ed educative, per impedimenti oggettivi (temporanei o strutturali), per deprivazione socio - economica e culturale, per limitazioni fisiche o psichiche. L'intento generale di questo tipo di intervento è di salvaguardare la qualità del rapporto genitori -figli, al fine di evitare l'allontanamento del minore dal proprio nucleo familiare. Ciò fa chiaramente intendere che, alla base dell'intervento devono porsi due attenzioni fondamentali: guadagnare il consenso della famiglia; operare intensamente e "fino a prova contraria" per la recuperabilità delle capacità genitoriali e l'autonomia nella gestione delle funzioni educative e di cura, il che comporta la non accettazione della delega o della sostituzione. Gli obiettivi dell'intervento: - sostegno educativo alla cura e all'accudimento del minore; - promozione/sostegno all'autonomia del/i genitori nell'accesso a prestazioni e servizi sanitari e socio-sanitari in favore dei loro figli; - prevenzione dell'insuccesso scolastico e promozione alla socializzazione; - mediazione delle dinamiche educative e relazionali interne al nucleo, monitoraggio delle funzioni genitoriali; - protezione e tutela del minore. Il servizio prevede interventi di tipo educativo prestati da personale qualificato - educatore professionale prevalentemente a domicilio, ma anche nei luoghi in cui si svolge in modo significativo la vita sociale e relazionale del minore. È tuttavia possibile che a tale intervento si affianchi, per prestazioni di carattere socio-assistenziale la figura dell'assistente sociale o per azioni di sostegno psicologico la figura dello psicologo. La seconda macro azione del progetto denominata C.A.S.E. (Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) prevede la promozione di interventi presso una sede apposita (Centro) che consenta lo svolgimento di attività laboratoriali con e per i minori e percorsi di sostegno alla genitorialità responsabile. Dove gli interventi di educativa domiciliare non appaiono efficaci o congrui nella trattazione dello specifico caso, appare opportuno prevedere azioni di recupero e sostegno educativo presso una sede diversa dal domicilio del minore dove quest’ultimo può interagire in un gruppo di pari. L’equipe degli operatori professionali coinvolti strutturerà le attività pomeridiane, le quali nascono come spazi e luoghi che si adoperano per rispondere ai bisogni culturali e sociali che vengono espressi dai ragazzi. Le attività 57 vengono concepite per ri-motivare le giovani generazioni e co-costruire percorsi di prevenzione puntando su fattori quali il rafforzamento dell’autostima, le capacità di autonomia decisionale, una maggiore predisposizione a instaurare rapporti all’interno di una contesto protetto che con momenti di aggregazione, comunicazione, confronto e studio, fungendo anche da punto di riferimento per gruppi ed associazioni sociali e culturali, presenti sul territorio, al fine di creare opportunità di rapporti sociali positivi con il ragazzo e il contesto in cui vive. Attività: doposcuola, con studio assistito volto non soltanto a fare i compiti, ma anche ad acquisire un metodo di studio; creazione di strumenti di comunicazione (giornalini, diari di bordo, verbali di attività) tra mattino e pomeriggio; attività laboratoriali. In egual misura lo spazio aggregativo immaginato può diventare un luogo che accoglie le istanza delle famiglie dei minori coinvolti con momenti di confronto, supporto ed informazione di stampo psico sociale. Un esempio per tutti: percorsi di sostegno alla genitorialità responsabile e di mediazione sociale con modalità differenti: gruppo allargato; interventi con le coppie; interventi individuali. Il personale che realizzerà tali interventi sarà l’assistente sociale (con funzioni di coordinamento), gli educatori professionali , l’esperto di laboratori e lo psicologo. Nelle due macroazioni l’entità dell’intervento (numero di ore settimanali, durata dell’intervento e periodicità) sarà valutato di volta in volta a seconda delle caratteristiche del caso. In tal senso appare opportuna l’adozione dello strumento del voucher sociale per realizzare il progetto “C.A.S.E” tenendo conto che il DSS 49 da tempo ha privilegiato lo strumento del voucher per garantire la libera scelta da parte dell’utenza, la qualità degli interventi attraverso la costituzione dell’Albo Comunale dei soggetti accreditati. Le azioni anzi descritte vedono come destinatari minori e famiglie a rischio di marginalità sociale residenti nel Comune di Lentini. I compiti di invio ed attivazione dei casi riguarderanno prioritariamente il Servizio Sociale Professionale del Comune di Lentini che provvederà alla stesura del progetto educativo individualizzato in sinergia con la famiglia e i referenti dei servizi territoriali coinvolti. Lo stesso servizio curerà – in concerto con il soggetto/i del terzo settore erogatore degli interventi – le azioni di coordinamento, monitoraggio e valutazione del progetto. 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. Per l’azione denominata C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) le figure professionali da attivare sono: ♦ Assistente Sociale Coordinatore; 58 ♦ Educatore Professionale; ♦ Psicologo; ♦ Esperto laboratori. L’equipe socio psico educativa anzi descritta sarà garantita dal soggetto del terzo settore in possesso della struttura nel territorio del Comune di Lentini, accreditato per erogare gli interventi previsti attraverso i voucher sociali. Un intervento come quello ipotizzato trova la sua origine nell’approccio metodologico di rete. Il progetto prevede la partecipazione attiva di servizi socio sanitari pubblici e privati, agenzie educative formali ed informali, soggetti del terzo settore e soggetti della cittadinanza attiva. La metodologia che favorisce l’attivazione degli interventi ha origine nelle pratiche di buona prassi già realizzatesi nel territorio grazie all’apporto dei Servizi Sociali Professionali che con i soggetti del terzo settore abilitati ed accreditati erogano i servizi previsti in raccordo con i diversi Istituti Scolastici del territorio, i Servizi Sanitari Specialistici in ordine alle dinamiche familiari e alle problematiche giovanili. 5. FIGURE PROFESSIONALI Inserire le figure professionali che si intendono utilizzare all’interno dell’azione distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte da quelle in convenzione TIPOLOGIA Assistenti Sociali Neuropsichiatria Infantile ASP Psicologo ASP A carico delle In convenzione amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali,ASP(ex ASL) TM, scuole….) 2 assistenti sociali del 1 assistente Comune di Lentini coordinatore Totale sociale 1 1 3 1 1 psicologo 1 educatore professionale 1 esperto laboratori/animatore 59 2 1 1 8 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 2 – 1^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Assistente Sociale Coordinatore (Cat. D2) 1 440 € 20,50 € 9.020,00 Educatore Professionale (Cat. D2) 1 1.188 € 18,50 € 21.978,00 Psicologo (Cat. E2) 1 275 € 22,50 € 6.187,50 Esperti laboratori/Animatore (Cat. C1) 1 440 € 16,50 € 7.260,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale € 44 445,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo/divulgativo…. Subtotale € 3.555,64 € 3.555,64 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE 60 € 1.920,05 € 1.920,05 € 49.921,19 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 2 – 2^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Assistente Sociale Coordinatore (Cat. D2) 1 440 € 20,50 € 9.020,00 Educatore Professionale (Cat. D2) 1 1.188 € 18,50 € 21.978,00 Psicologo (Cat. E2) 1 275 € 22,50 € 6.187,50 Esperti laboratori/Animatore (Cat. C1) 1 440 € 16,50 € 7.260,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale € 44 445,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE Cancelleria, utenze, gestione amministrativa,, materiale informativo/divulgativo…. 8% Subtotale € 3.555,64 € 3.555,64 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE 61 € 1.920,05 € 1.920,05 € 49.921,19 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 2 – 3^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Assistente Sociale Coordinatore (Cat. D2) 1 440 € 20,50 € 9.020,00 Educatore Professionale (Cat. D2) 1 1.188 € 18,50 € 21.978,00 Psicologo (Cat. E2) 1 275 € 22,50 € 6.187,50 Esperti laboratori/Animatore (Cat. C1) 1 440 € 16,50 € 7.260,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale € 44 445,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo/divulgativo…. 8% Subtotale € 3.555,64 € 3.555,64 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE 62 € 1.920,05 € 1.920,05 € 49.921,19 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 2 – Riepilogo della triennalità ' - Titolo Azione C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Assistente Sociale Coordinatore (Cat. D2) 1 1.320 € 20,50 € 27.060,00 Educatore Professionale (Cat. D2) 1 3.564 € 18,50 € 65.934,00 Psicologo (Cat. E2) 1 825 € 22,50 € 18.562,50 Esperti laboratori/Animatore (Cat. C1) 1 1.320 € 16,50 € 21.780,00 Subtotale € 133.336,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo/divulgativo…. Subtotale € 10.666,92 € 10.666,92 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE € 5.760,15 € 5.760,15 € 149.763,57 Ripartizione del costo triennale totale dell'azione per fonte di finanziamento Azione N.2 - Titolo Azione C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) FNPS € 149.763,57 3 € per abitante 0 Compartecipazione utenti Cofinanziamento4 Totale 0 0 € 149.763,57 4 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ...). 63 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Indicare le modalità di gestione che si intendono utilizzare per l’azione di riferimento Diretta Mista (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………. X Indiretta/esternalizzata (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) Si prevede di esternalizzare il progetto denominato C.A.S.E. ( Coniugare l’Accoglienza ed il Sostegno Educativo) avvalendosi della modalità, peraltro largamente utilizzata nel DSS49, dell’accreditamento attraverso la formazione di Albo per i soggetti deputati a ciò. Si erogheranno, dunque voucher socio assistenziali al fine di favorire la scelta consapevole ed il sano protagonismo delle famiglie aderenti al progetto. 64 FORMULARIO DELL’AZIONE 1. NUMERO AZIONE N.3 2. TITOLO DELL’AZIONE SERVIZIO DI EDUCATIVA DOMICILIARE AI MINORI DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI CARLENTINI 1.a – Classificazione dell’Azione programmata (D.M. Lavoro e Politiche Sociali – 26/06/2013 SPECIFICARE LA AREE DI INTERVENTO OBIETTIVI DI TIPOLOGIA SERVIZIO A CUI VA POVERTA' D’INTERVENTO RICONDOTTA LA RESPONSABILITA' DISABILITA' ED E NON TIPOLOGIA FAMILIARI ESCLUSIONE AUTOSUFF. D’INTERVENTO MACRO SOCIALE LIVELLO Servizio di educativa Sostegno psicodomiciliare ai minori sociale su minori e famiglia X 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, specificando quelle rivolte ai destinatari da quelle di sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…) Il servizio educativo domiciliare si rivolge ai nuclei familiari con minori. Si svolge a casa del minore, ed è realizzato da educatori professionali che hanno la funzione di sostenere i genitori e/o familiari di riferimento nella loro funzione educativa e nelle loro difficoltà relazionali con i figli. Il servizio intende, inoltre, sostenere il minore nelle sue difficoltà relazionali-comportamentali attraverso attività ludico-ricreative pomeridiane includendo il sostegno nello svolgimento delle attività di studio. E’ un servizio volto a promuovere nel minore e nella sua famiglia capacità e potenzialità temporaneamente inespresse e inutilizzate sia a causa di eventi esterni, sia per l’incapacità di riconoscerle ed utilizzarle in modo adeguato. Gli obiettivi del servizio di educativa domiciliare per minori rappresentano una risposta flessibile al disagio psico-sociale, coinvolgendo il minore, la sua famiglia e l’ambiente di vita nel quale è inserito. Il servizio di educativa domiciliare per minori avrà i seguenti obiettivi: ■Sostenere il minore e aiutarlo nel rapporto con le figure genitoriali e parentali per permettergli di maturare ed esprimere tutte le sue potenzialità; ■ recuperare risorse potenziali della famiglia e rafforzare le figure parentali; ■ costruire una rete di legami tra il minore, il nucleo familiare e l’ambiente ( scuola vicinato,comunità locale) ■Favorire nel minore l’acquisizione e l’interiorizzazione del sistema di regole. ■Salvaguardare le qualità del rapporto fra genitori e figli. ■sostenere e favorire l’apprendimento scolastico. 65 Il progetto è rivolto ai minori e a famiglie multiproblematiche che si trovano in stato di disagio, seguiti dal servizio Sociale e dal Tribunale per i Minorenni. Tale intervento favorisce la permanenza dei minori presso la famiglia di origine. I destinatari prioritari dell’intervento sono: minori con famiglie che vivono un disagio momentaneo tali da compromettere e limitare le funzioni educative ( malattie fisiche e psiche gravi, morte di un familiare , conflittualità coniugali, difficoltà socio-economiche). Minori con disagio familiare grave a rischio di allontanamento dalla famiglia. Minori con malattie croniche o disabilitanti. 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. Nel corso dell’intervento verrà consolidato un rapporto di rete tra i servizi pubblici e quelli privati. I servizi pubblici e privati con i quali si intende collaborare sono: Servizio sociale professionale, Scuola Servizi specialistici (N.P.I.- C.S.M.) Terzo settore. C.G.M. Agenzia di aggregazione sociale ( parrocchie, gruppi di volontariato). Le figure professionali previste sono: Psicologo, educatore, animatore, assistente domiciliare. Mentre al servizio sociale professionale viene attribuito il coordinamento e la regia delle azioni da seguire. L’integrazione fra i vari servizi è necessaria al fine di predisporre un piano educativo individualizzato. 5. FIGURE PROFESSIONALI Inserire le figure professionali che si intendono utilizzare all’interno dell’azione distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte da quelle in convenzione A carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali, ASP (EX AUSL), T.M., Scuole…) Tipologia Educatore Assistente sociale psicologo animatore Assistente domiciliare In convenzione 1 1 1 1 1 Totale 1 1 1 1 1 5 66 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 3 – 1^ ANNUALITÀ ' CARLENTINI - Titolo Azione SERVIZIO DI EDUCATIVA DOMICILIARE AI MINORI DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 1 1 1 22,50 18,50 16,50 16,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Psicologo Educatore Animatore Assistente domiciliare 222 444 444 444 Subtotale €4.995,00 €8.214,00 €7.326,00 €7.326,00 € 27.861,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 6,6% Materiale di cancelleria, materiale di facile consumo, spese di carburante per coordinamento e svolgimento servizio, materiale informativo/divulgativo Subtotale €1.838,83 €1.838,83 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE 67 €1.187,99 €1.187,99 €30.887,82 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 3 – 2^ ANNUALITÀ ' CARLENTINI - Titolo Azione SERVIZIO DI EDUCATIVA DOMICILIARE AI MINORI DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 1 1 1 22,50 18,50 16,50 16,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Psicologo Educatore Animatore Assistente domiciliare 222 444 444 444 Subtotale €4.995,00 €8.214,00 €7.326,00 €7.326,00 € 27.861,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 6,6% Materiale di cancelleria, materiale di facile consumo, spese di carburante per coordinamento e svolgimento servizio, materiale informativo/divulgativo Subtotale €1.838,83 €1.838,83 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE 68 €1.187,99 €1.187,99 €30.887,82 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 3 – 3^ ANNUALITÀ ' CARLENTINI - Titolo Azione SERVIZIO DI EDUCATIVA DOMICILIARE AI MINORI DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 1 1 1 22,50 18,50 16,50 16,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Psicologo Educatore Animatore Assistente domiciliare 222 444 444 444 Subtotale €4.995,00 €8.214,00 €7.326,00 €7.326,00 € 27.861,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 6,6% Materiale di cancelleria, materiale di facile consumo, spese di carburante per coordinamento e svolgimento servizio, materiale informativo/divulgativo Subtotale €1.838,83 €1.838,83 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale TOTALE 69 €1.187,99 €1.187,99 €30.887,82 PIANO FINANZIARIO– Riepilogo della Triennalità - AZIONE N. 3 - Titolo Azione SERVIZIO DI EDUCATIVA DOMICILIARE AI MINORI DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI CARLENTINI Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 1 1 1 22,50 18,50 16,50 16,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Psicologo Educatore Animatore Assistente domiciliare 666 1332 1332 1332 Subtotale €14.985,00 € 24.642,00 € 21.978,00 € 21.978,00 € 83.583,00 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 6,6% Materiale di cancelleria, materiale di facile consumo, spese di carburante per coordinamento e svolgimento servizio, materiale informativo/divulgativo Subtotale €5.516,49 €5.516,49 ALTRE VOCI IVA 4% 4% Subtotale €3.563,97 €3.563,97 TOTALE €92.663,46 Ripartizione del costo triennale totale dell'azione per fonte di finanziamento Azione N.3- Titolo Azione SERVIZIO DI EDUCATIVA DOMICILIARE AI MINORI DA REALIZZARSI NEL COMUNE DI CARLENTINI FNPS € 92.663,46 3 € per abitante 0 Compartecipazione utenti Cofinanziamento5 0 0 5 Totale € 92.663,46 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ...). 70 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Indicare le modalità di gestione che si intendono utilizzare per l’azione di riferimento Diretta Mista (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………. X Indiretta/esternalizzata (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) affidamento con modalità di gara. ………………………………………………………………………………………………………………………………………. 71 FORMULARIO DELL’AZIONE 3. NUMERO AZIONE N.4 4. TITOLO AZIONE TITOLO DELL'AZIONE: (R)ESTATE INSIEME l.a - Classificazione dell'Azione programmata (D.M. Lavoro e Politiche Sociali 26/06/2013 MACRO LIVELLO Sezione VII Area Famiglia Minori e Giovani 1 SPECIFICARE LA OBIETTIVI DI TIPOLOGIA D'INTERVENTO AREE DI INTERVENTO SERVIZIO A CU I VA DISABILITA' POVERTÀ' ED RICONDOTTA LA RESPONSABILITÀ' E NON ESCLUSIONE TIPOLOGIA FAMILIARI AUTOSUFF. SOCIALE D'INTERVENTO Interventi in favore di minori nel Comune di Francofonte Specificare il Macro livello di riferimento, la tipologia di intervento, collegando quest'ultima con gli obiettivi di servizio e l'Area di Intervento. Il Macro livello di riferimento è l’area Famiglia, Minori e Giovani, l’area di intervento in questione riguarda gli interventi educativi e ludici in favore di minori a rischio di disagio. 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, specificando quelle rivolte ai destinatari da quelle di sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…) Il titolo del progetto rimanda ad una stagione particolare e a una modalità - lo stare insieme – che riguarda le attività educative e di sostegno di stampo laboratoriale. Il progetto vuole chiamare a raccolta quei minori che in un periodo non coperto dall’offerta didattica rischiano di disperdersi in un deserto di offerte educative e ludiche. Il Comune di Francofonte ha partecipato nella precedente edizione del PdZ ad un progetto denominato “Tutoring ed oltre” e in tal senso la presente offerta progettuale riprende l’approccio metodologico condividendone le azioni e la ricerca di senso. Gli obiettivi del progetto sono: il sostegno educativo alla cura e l’accoglienza dei minori in una struttura idonea alla realizzazione di interventi e laboratori sportivi, educativi e ludici; la prevenzione dell'insuccesso scolastico e la promozione alla socializzazione; la protezione e la tutela del minore. Il servizio prevede interventi di tipo educativo prestati da personale qualificato – psicologo coordinatore, educatori professionali ed esperto di laboratori - nei luoghi in cui si svolge in modo significativo la vita sociale e relazionale del minore. 72 Sono destinatari del servizio i minori dai 6 ai 14 anni e le loro famiglie, residenti nel Comune di Francofonte , segnalati dall’AA. GG. o dai Servizi competenti del territorio, dalla scuola o da agenzie del privato sociale in situazioni di particolare disagio per problematiche personali/familiari, fragilità sociali o comportamentali. Nel progetto (R) Estate insieme l’ entità dell’intervento (numero di ore settimanali, durata dell’intervento e periodicità) sarà valutato di volta in volta a secondo delle caratteristiche del caso. In tal senso appare opportuna l’adozione dello strumento del voucher sociale per realizzare tenendo conto che il Comune di Francofonte da tempo ha privilegiato lo strumento del voucher per garantire la libera scelta da parte dell’utenza, la qualità degli interventi attraverso la costituzione dell’Albo Comunale dei soggetti accreditati. I compiti di invio ed attivazione dei casi riguarderanno prioritariamente il Servizio Sociale Professionale del Comune di Francofonte; lo stesso servizio curerà – in concerto con il soggetto/i del terzo settore erogatore degli interventi – le azioni di coordinamento, monitoraggio e valutazione del progetto. 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. Il sostegno educativo a favore del minore e della sua famiglia è l’elemento centrale per la programmazione di ogni azione del progetto e deve essere inteso come occasione per stimolare l’identificazione dei ruoli genitoriali e ottenere la condivisione nella logica di una progressiva restituzione agli adulti di competenze e funzioni che sono loro proprie. La presa in carico globale del minore avviene da parte del Gruppo Interistituzionale composto dal servizio sociale professionale, servizi specialistici dell’ASP e la scuola, coinvolti nella presa in carico del minore e nella redazione del PEI (Piano Educativo Individuale) documento di programmazione delle attività a favore del minore e della sua famiglia che prevede la definizione delle prestazioni da effettuare da parte dei servizi territoriali e degli operatori dell’ente accreditato. Le risorse professionali saranno impegnate per ciascuna annualità per mesi 4 ( da Giugno a Settembre) Le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature saranno prevalentemente garantite dal Comune di Francofonte. 73 5. FIGURE PROFESSIONALI Inserire le figure professionali che si intendono utilizzare all’interno dell’azione distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte da quelle in convenzione TIPOLOGIA Assistente Sociale Neuropsichiatria Infantile ASP Psicologo ASP A carico delle In convenzione amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali,ASP(ex ASL) TM, scuole….) 1 assistente sociale del Comune di Francofonte 1 Totale 1 2 1 1 6 1 psicologo coordinatore 1 educatore professionale 1 esperto laboratorio 74 1 1 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N.4 – 1^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione ®Estate Insieme Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Psicologo Coordinatore Cat. E2 1 120 € 22.50 € 2.700,00 Educatore Professionale D2 Esperto laboratorio/Animatore C1 1 1 400 156 € 18,50 €7.400,00 € 16,50 € 2.574,00 € 12.674,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, spese carburante per lo svolgimento servizio Subtotale €1.013,92 €1.013,92 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% € 547,52 Subtotale TOTALE 75 € 14.235,44 PIANO FINANZIARIO AZIONE N.4 – 2^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione ®Estate Insieme Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Psicologo Coordinatore Cat. E2 1 120 € 22.50 € 2.700,00 Educatore Professionale D2 Esperto laboratorio/Animatore C1 1 1 400 156 € 18,50 €7.400,00 € 16,50 € 2.574,00 € 12.674,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, spese carburante per lo svolgimento servizio Subtotale €1.013,92 €1.013,92 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% € 547,52 Subtotale TOTALE 76 € 14.235,44 PIANO FINANZIARIO AZIONE N.4 – 3^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione ®Estate Insieme Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Psicologo Coordinatore Cat. E2 1 120 € 22.50 € 2.700,00 Educatore Professionale D2 Esperto laboratorio/Animatore C1 1 1 400 156 € 18,50 €7.400,00 € 16,50 € 2.574,00 € 12.674,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, spese carburante per lo svolgimento servizio Subtotale €1.013,92 €1.013,92 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% € 547,52 Subtotale TOTALE 77 € 14.235,44 PIANO FINANZIARIO AZIONE N.4 – Riepilogo della triennalità - Titolo Azione ®Estate Insieme Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Psicologo Coordinatore Cat. E2 1 360 € 22.50 € 8.100,00 Educatore Professionale D2 Esperto laboratorio/Animatore C1 1 1 1.200 468 € 18,50 €22.200,00 € 16,50 € 7.722,00 € 38.022,00 Voci di spesa Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Subtotale RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, spese carburante per lo svolgimento servizio Subtotale €3.041,76 €3.041,76 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% Subtotale €1.642,56 €1.642,56 TOTALE € 42.706,32 Ripartizione del costo triennale totale dell'azione per fonte di finanziamento. Azione N .4 - Titolo Azione ®Estate Insieme FNPS € 42.706,32 3 € per abitante 0 Compartecipazione utenti Cofinanziamento6 0 0 6 Totale € 42.706,32 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ...). 78 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Indicare le modalità di gestione che si intendono utilizzare per l’azione di riferimento Diretta Mista (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………. X Indiretta/esternalizzata (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) Il sistema di accreditamento dei soggetti, possessori dei requisiti previsti dal regolamento comunale, consentirà di erogare gli interventi previsti sottoforma di voucher educativi. Ciò al fine di favorire la partecipazione responsabile e la scelta consapevole dei cittadini del Comune di Francofonte. 79 5. NUMERO AZIONE N.5 6. TITOLO AZIONE UN TEMPO PER L’Alzheimer l.a - Classificazione dell'Azione programmata (D.M. Lavoro e Politiche Sociali 26/06/2013 MACRO LIVELLO 1 SPECIFICARE LA OBIETTIVI DI AREE DI INTERVENTO TIPOLOGIA D'INTERVENTO SERVIZIO A CU I VA DISABILITA' POVERTÀ' ED RICONDOTTA LA RESPONSABILITÀ' E NON ESCLUSIONE TIPOLOGIA FAMILIARI AUTOSUFF. SOCIALE D'INTERVENTO Un’iniziativa rivolta a pazienti affetti da demenza senile e/o Alzheimer con i loro familiari, allo scopo di integrare la rete dei servizi territoriali e costituire un punto di riferimento socio-sanitario per chi affronta la patologia nelle prime fasi del suo manifestarsi. Allo stesso tempo offrire attività multidisciplinari con e per pazienti affetti da demenze senili X ed Alzheimer e loro familiari. Attività multidisciplinari con e per pazienti affetti da demenze senili e/o Alzheimer e loro familiari. Specificare il Macro livello di riferimento, la tipologia di intervento, collegando quest'ultima con gli obiettivi di servizio e l'Area di Intervento. 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, specificando quelle rivolte ai destinatari da quelle di sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…) Si propone di accogliere i pazienti affetti da demenza senile e/o Alzheimer per un numero di 10 (ed altrettanti familiari /caregiver) residenti in città, gli stessi saranno segnalati dai servizi territoriali: dalle UVA, dai Medici di base ed in particolare sarà importante cercare di far venire fuori quella nutrita sacca del sommerso. L’iniziativa avrà la durata di undici mesi per annualità: si svolgerà con cadenza settimanale, dalle 15,30 alle 18,30 a partire da …….., con pausa per le festività e nel mese di agosto. 80 Le attività relative verranno svolte nei locali di proprietà del Comune di Francofonte-, che si trovano presso il Centro Sociale per Anziani, sito in C/da Quadri. Il sito è facilmente raggiungibile con mezzo proprio, con molti spazi e verde. I locali, che rispettano i criteri di sicurezza, constano di ampi spazi interni, ampio giardino facilmente fruibile in sicurezza anche dai pazienti più deteriorati, ampio parcheggio e arredi moderni e funzionali che contribuiscono a creare una atmosfera accogliente e familiare. Il servizio si potrà avvalere anche di associazioni di volontariato e si prefigge di realizzare: · un incontro a settimana che costituirà un punto di riferimento per familiari e pazienti, in un luogo d’incontro per confrontarsi/informarsi e trovare supporto, in un clima in cui sono centrali l'accoglienza e la cordialità. Stimolazione cognitiva, arte-terapia, musicoterapia, danza-movimento-terapia, le attività organizzate per i pazienti. Seminari formativi / informativi, laboratori creativi, gruppi di auto mutuo aiuto, sostegno psicologico individuale, sono le attività offerte ai familiari. · incontri a tema, per anziani autosufficienti e non. · convegni di approfondimento e sensibilizzazione sulle tematiche inerenti la Terza Età e soggetti affetti da Alzheimer. · pomeriggi e tè danzanti per anziani con animazione e trasporto. Il Servizio, inoltre, si propone di raggiungere l’obiettivo del soddisfacimento dei bisogni del territorio a completamento di quanto offerto dalla rete socio – sanitaria. L’obiettivo è quello di: · facilitare l’inserimento nella rete dei servizi offerti · creare una sorta di front–office al fine di dare il massimo supporto possibile al paziente ed al familiare su quelle che sono le notizie utili sulla patologia e quant’altro relativo alle cure e l’accesso ai servizi sul territorio; · Dare la possibilità di condurre una vita socialmente attiva che è un aspetto importante della salute psico-fisica e affettiva e sembra rallentare il declino cognitivo nel paziente Alzheimer; · promuovere la socializzazione prevenendo il rischio di isolamento sia per il paziente che per il suo nucleo familiare. Il paziente parteciperà, inoltre, ad attività multidisciplinari, che rappresentano una delle opzioni scelte nella formulazione del progetto di cura. I pazienti in grado di trarre beneficio dalle attività proposte ,verranno inseriti nel PAI (piano di 81 assistenza individuale) formulato dall’UVA, rivalutato periodicamente per le attività, in base al livello cognitivo e funzionale dei pazienti (stadiazione CDR, ADL, IADL). In tale ambito verranno previste per i pazienti le seguenti attività: il contesto sereno e amichevole, aiuta il paziente affetto da Alzheimer ad entrare in contatto con gli altri, e favorisce i momenti di relazione sociale e ludica; pertanto saranno predisposti arredi tipo “ambiente familiare” (tovaglie colorate, centri tavola, scatole contenenti oggetti che richiamano momenti vissuti tipo cartoline, fotografie, ecc,). All’inizio verranno proposte attività semplici tipo passeggiate (utilizzando il giardino di pertinenza), ascolto musicale, ballo, ginnastica dolce. A seguire attività mirate gestite da personale specializzato: letture, giochi a carte e da tavolo che seguono il ritmo e la capacità di attenzione e concentrazione dei pazienti; supporto psicologico, attività di terapia occupazionale , floricoltura, laboratori creativi, Pet-Therapy con personale specializzato . 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. Assistente sociale Operatore Socio Sanitario Volontari (Ente promotore) E’ previsto fra i soggetti pubblici coinvolti nella realizzazione del progetto, la partecipazione delle UVA del Distretto Sanitario, con un Medico Geriatra Neurologo, uno Psicologo a rotazione fra le varie Unità. Ad integrazione di tutte le figure coinvolte, è prevista la partecipazione di volontari. 5. FIGURE PROFESSIONALI Inserire le figure professionali che si intendono utilizzare all’interno dell’azione distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte da quelle in convenzione TIPOLOGIA Assistente Sociale Operatore socio-sanitario Infermiere Professionale Medico Geriatra Neurologo Psicologo A carico delle In convenzione amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali,ASP(ex ASL) TM, scuole….) 1 1 1 1 1 82 Totale 1 1 1 1 1 5 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 5 – 1^ ANNUALITÀ ' Azione N.5 - Titolo Azione UN TEMPO PER L’Alzheimer Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale 1 1 20,50 16,50 €3.382,50 €2.541,00 RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Assistente Sociale Coord. D2 Operatore Socio-Assistenziale( OSA) C1 165 154 Subtotale €5.923,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo Subtotale €473,88 €473,88 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% Subtotale TOTALE 83 €255,90 €255,90 €6.653,28 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 5 – 2^ ANNUALITÀ ' Azione N.5 - Titolo Azione UN TEMPO PER L’Alzheimer Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale 1 1 20,50 16,50 €3.382,50 €2.541,00 RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Assistente Sociale Coord. D2 Operatore Socio-Assistenziale( OSA)c1 165 154 Subtotale €5.923,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo Subtotale €473,88 €473,88 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% Subtotale TOTALE 84 €255,90 €255,90 €6.653,28 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 5 – 3^ ANNUALITÀ ' Azione N.5 - Titolo Azione UN TEMPO PER L’Alzheimer Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale 1 1 20,50 16,50 €3.382,50 €2.541,00 RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Assistente Sociale Coord. D2 Operatore Socio-Assistenziale( OSA)c1 165 154 Subtotale €5.923,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo Subtotale €473,88 €473,88 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% Subtotale TOTALE 85 €255,90 €255,90 €6.653,28 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 5 – Riepilogo della Triennalità Azione N.5 - Titolo Azione UN TEMPO PER L’Alzheimer Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario Costo Totale 1 1 20,50 16,50 €10.147,50 € 7.623,00 RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Assistente Sociale Coord. D2 Operatore Socio-Assistenziale( OSA)c1 495 462 Subtotale € 17.770,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Cancelleria, utenze, gestione amministrativa, materiale informativo Subtotale € 1.421,64 € 1.421,64 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) 4% Subtotale € 767,70 € 767,70 TOTALE €19.959,84 Ripartizione del costo triennale totale dell'azione per fonte di finanziamento. Azione N .5-- Titolo Azione UN TEMPO PER L’Alzheimer FNPS €19.959,84 3 € per abitante 0 Compartecipazione utenti Cofinanziamento7 0 0 7 Totale €19.959,84 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ...). 86 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Indicare le modalità di gestione che si intendono utilizzare per l’azione di riferimento Diretta Mista (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………. X Indiretta/esternalizzata con affidamento diretto (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) 87 FORMULARIO DELL’AZIONE 1. NUMERO AZIONE N. 6 7. TITOLO AZIONE RETE: T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) da realizzarsi nel Comune di Lentini. l.a - Classificazione dell'Azione programmata (D.M. Lavoro e Politiche Sociali 26/06/2013 AREE DI INTERVENTO SPECIFICARE MACRO LA LIVELLO TIPOLOGIA D'INTERVENTO Promozione di Azione di una rete di sistema contrasto per le violenze di genere. OBIETTIVI DI SERVIZIO A CU I VA RICONDOTTA LA TIPOLOGIA D'INTERVENTO Avviare un percorso che coinvolga il territorio del Comune di Lentini nel processo di consapevolezza della violenza contro le donne e di riconoscimento del valore della differenza di genere Costruire una base comune di linguaggio fra i soggetti coinvolti con ruoli e responsabilità diverse, al fine di pervenire a scelte il più possibile partecipate e condivise Incrementare e divulgare la conoscenza dei dati statistici e informativi raccolti dai soggetti che si occupano di violenza contro le donne Promuovere l'educazione di genere nelle scuole Potenziare nel territorio la capacità di ascolto e di accoglienza della domanda di aiuto delle donne vittime di violenza attraverso il coordinamento dei servizi Fornire adeguata e accessibile informazione sulla presenza e le modalità di funzionamento dei servizi. 88 RESPONSABILITÀ' DISABILITA' POVERTÀ' FAMILIARI E NON ED AUTOSUFF. ESCLUSIONE SOCIALE X Specificare il Macro livello di riferimento, la tipologia di intervento, collegando quest'ultima con gli obiettivi di servizio e l'Area di Intervento. Il Macro livello di riferimento è l’area Famiglia, Minori e Giovani, l’area di intervento in questione riguarda le responsabilità familiari e si prevedono azioni di promozione e realizzazione di una rete di contrasto per le violenze di genere. 3. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Descrivere sinteticamente le attività che si intendono realizzare all’interno dell’azione di riferimento, specificando quelle rivolte ai destinatari da quelle di sistema (coordinamento, monitoraggio e valutazione…) Si prevede di realizzare un’azione informativa e di sensibilizzazione del fenomeno della violenza di genere, un compito che investe i servizi sociali, il sistema sanitario, le scuole, le forze dell'ordine, l'autorità giudiziaria, i centri antiviolenza, le associazioni di volontariato. Mettere insieme le conoscenze di ogni soggetto è la precondizione per formare nel territorio un patrimonio comune di saperi sul tema finalizzato al lavoro di prevenzione. Lo strumento per mettere a frutto questo patrimonio è una rete locale che sia un nodo importante della più ampia rete di relazione prevista dalla legge regionale 3/2012 "Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere". Finalità: Il progetto T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) vuole costruire nel territorio del Comune di Lentini punti di vista condivisi sulla violenza di genere con il coinvolgimento di tutti i soggetti che a vario titolo sono interessati a combattere il fenomeno. Lo scopo è quello di iniziare a parlare un linguaggio comune e gettare le basi per la formazione e il consolidamento di una rete che funzioni come strumento per individuare cause, strategie e interventi adeguati ai bisogni di prevenzione presenti nel territorio del distretto. Il modello di rete da adottare dovrà essere aperto, antiburocratico e flessibile, per consentire anche in progress l'inserimento di ulteriori soggetti che intendano condividerne finalità e obiettivi. Criticità: Il progetto intende intervenire sulle seguenti criticità: - criticità culturali: - presenza diffusa di stereotipi e pregiudizi, che limitano la possibilità di riconoscimento della violenza di genere da parte delle stesse donne, in particolare nel caso di violenza domestica; - scarsa conoscenza dei diritti e delle tutele fra le donne vittime di violenza; - insufficiente attenzione ad un'educazione che promuova relazioni improntate al rispetto e alla pari dignità tra i generi. - criticità informative: - scarsa disponibilità di informazioni e dati aggiornati sul fenomeno; - difficoltà di reperire informazioni sui servizi presenti sul territorio; - mancanza di un'organizzazione informatizzata dei dati per un monitoraggio costante del fenomeno. - criticità organizzative: - frammentarietà di servizi/interventi mirati a prevenire e contrastare il fenomeno; - mancanza di un sistema di comunicazione e di organizzazione strutturato e condiviso; - mancanza di un sistema di raccordo territoriale che consenta di integrare competenze e risorse. Obiettivi: In rapporto alle criticità si individuano i seguenti obiettivi: - avviare un percorso che coinvolga il territorio del Comune di Lentini nel processo di consapevolezza della violenza contro le donne e di riconoscimento del valore della differenza di genere; 89 costruire una base comune di linguaggio fra i soggetti coinvolti con ruoli e responsabilità diverse, al fine di pervenire a scelte il più possibile partecipate e condivise; - incrementare e divulgare la conoscenza dei dati statistici e informativi raccolti dai soggetti che si occupano di violenza contro le donne; - promuovere l'educazione di genere nelle scuole; - potenziare nel territorio la capacità di ascolto e di accoglienza della domanda di aiuto delle donne vittime di violenza attraverso il coordinamento dei servizi; - fornire adeguata e accessibile informazione sulla presenza e le modalità di funzionamento dei servizi. Azioni: Per la realizzazione degli obiettivi si individuano le seguenti azioni: - costituzione della rete di relazione; - raccolta dati e creazione di una banca dati informatizzata; - azioni informative, di sensibilizzazione ed educative; - apertura di uno sportello informativo per la realizzazione di azioni di integrazione e messa a sistema di risorse fra i soggetti della rete. Fasi previste: Prima fase: costituzione della rete di relazione Durante la prima parte della prima annualità del progetto (sei mesi) si favorirà la costituzione della rete di relazione, in quanto strumento principale per promuovere interazioni e scambi costanti tra gli attori locali, istituzionali e non, che sarà il presupposto per la realizzazione delle successive azioni previste dal progetto. Sarà attivato un apposito protocollo di rete stipulato tra i soggetti aderenti. Nel protocollo saranno definite le competenze e gli apporti dei singoli soggetti, le procedure e le metodologie di lavoro che si intendono adottare per integrare politiche, saperi e risorse, per individuare linee comuni d'intervento e per mettere a punto buone prassi. Sin dalla prima fase e per tutta la durata dell’azione progettuale sarà costituito uno sportello informativo che costituirà il riferimento operativo e di raccordo dell’intero progetto. L’Amministrazione Comunale di Lentini si impegna a fornire i locali consoni ad ospitare l’anzi citato Sportello. Seconda fase: azioni informative/formative e di messa a sistema Durante la prima annualità sarà costituita la rete di relazione, le azioni si svilupperanno in misura adeguata agli apporti che i soggetti della rete metteranno in campo. La formazione di unità di lavoro potrà favorire il raggiungimento degli obiettivi relativi alle azioni di: analisi, raccolta ed elaborazione dei dati; istituzione banca dati informatizzata; monitoraggio del fenomeno della violenza di genere nel territorio; azioni di informazione/sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e specificamente alle donne; laboratori di educazione di genere nelle scuole; mappatura dei servizi e delle opportunità per un facile accesso da parte delle donne. Terza fase: Consolidamento rete Durante il triennio si consoliderà la rete di relazione che resta il presupposto della capacità di sviluppare azioni sinergiche sempre più mirate per intercettare e accogliere la domanda d'aiuto della donna. Obiettivo avanzato è il passaggio da una fase a carattere prevalentemente informativo/comunicativo/formativo a una fase di raccordo/interazione dei servizi di prevenzione e protezione in rete. La gradualità del passaggio è proporzionale al livello di organizzazione e cooperazione raggiunto dagli attori nella messa a sistema di competenze, risorse e opportunità. Le azioni anzi descritte avranno come destinataria l’intera comunità locale con il beneficio che quest’ultima potrà attivare le risorse migliori in favore di un crescente e sano protagonismo civico. Il compito di regia riguarderà prioritariamente il Servizio Sociale Professionale del Comune di Lentini; lo stesso servizio curerà – in concerto con il soggetti aderenti alla rete locale – le azioni di coordinamento, monitoraggio e valutazione del progetto. - 90 4. DEFINIZIONE DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DELLE RISORSE Individuare la rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale, i soggetti coinvolti, le modalità di coinvolgimento e di partecipazione; in particolare l’eventuale livello di integrazione socio-sanitaria. Indicare, inoltre, le risorse necessarie in termini di strutture ed attrezzature. Un progetto come “T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza)” ha il proprio patrimonio genetico nella costruzione della rete costituita da soggetti pubblici e privati, forze dell’ordine e agenzie educative, servizi sociali e sanitari. La rete che si intende promuovere è concepita come soggetto aperto con caratteristiche persino extra territoriali, un esempio per tutti: si prevede l’adesione dell’Ente Comunale al Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere recentemente istituito dall’Assessorato Regionale della Famiglia. Al fine di garantire idonee azioni di prevenzione della violenza di genere, si sostiene e incentiva l'istituzione di una rete di relazioni tra Ente Locale, l’Azienda Sanitaria Provinciali, le Scuole di diverso ordine e grado, le forze dell'ordine, l'autorità giudiziaria, la prefettura, le organizzazioni sindacali, gli enti datoriali, i centri antiviolenza presenti sul territorio e le associazioni culturali e di volontariato. Sono previsti momenti formativi ed informativi con convegni ad hoc ed interventi di sensibilizzazione nelle scuole. Le risorse previste sono: una figura professionale e dei costi generali per la realizzazione delle iniziative formative ed informative (realizzazione di opuscoli, inserimento dell’iniziativa sul sito comunale e su quelli appartenenti alla rete, ecc). Un’azione trasversale alle fase temporali dell’azione progettuale riguarderà l’adesione dell’Ente Locale – in collaborazione con i soggetti pubblici e privati aderenti alla rete locale – l’adesione formale all’Osservatorio permanente per il contrasto alla violenza di genere, con sede a Palermo, presso l’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro. 5. FIGURE PROFESSIONALI Inserire le figure professionali che si intendono utilizzare all’interno dell’azione distinguendo quelle a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte da quelle in convenzione TIPOLOGIA A carico delle In convenzione amministrazioni pubbliche coinvolte (Enti Locali, ASP(ex ASL) TM, scuole….) Assistenti Sociali 2 Comune di Lentini 1 Psicologo ASP 1 Referente delle Forze 1 dell’Ordine Referenti Scuole 1 Referenti Associazioni 1 Totale 3 1 1 1 1 7 91 6. PIANO FINANZIARIO (ALLEGATI 4 e 5) Compilare il piano di spesa dettagliato per ogni azione che si vuole realizzare. PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 6 – 1^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 € 20,50 € 8.343,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Facilitatore (Assistente Sociale) Cat. D2 407 Subtotale € 8.343,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, materiale divulgativo Subtotale € 667,48 € 667,48 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) Iva al 4% 4% Subtotale TOTALE 92 €360,44 €360,44 € 9.371,42 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 6 – 2^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 € 20,50 € 8.343,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Facilitatore (Assistente Sociale) Cat. D2 407 Subtotale € 8.343,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, materiale divulgativo Subtotale € 667,48 € 667,48 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) Iva al 4% 4% Subtotale TOTALE 93 €360,44 €360,44 € 9.371,42 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 6 – 3^ ANNUALITÀ ' - Titolo Azione T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 € 20,50 € 8.343,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Facilitatore (Assistente Sociale) Cat. D2 407 Subtotale € 8.343,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, materiale divulgativo Subtotale € 667,48 € 667,48 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) Iva al 4% 4% Subtotale TOTALE 94 €360,44 €360,44 € 9.371,42 PIANO FINANZIARIO AZIONE N. 6 – Riepilogo della Triennalità - Titolo Azione T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) Voci di spesa Quantità Tempo ore/mesi Costo unitario 1 € 20,50 €25.030,50 Costo Totale RISORSE UMANE Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: responsabile azione, responsabile tecnico del servizio, assistente sociale, mediatori socio-culturali, consulenti, segretari, ausiliari, operatori, amministrativi, esperti di monitoraggio e valutazione, ecc.) Facilitatore (Assistente Sociale) Cat. D2 1.221 Subtotale €25.030,50 RISORSE STRUTTURALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: affitto locali, strutture, noleggio auto, ecc) Subtotale RISORSE STRUMENTALI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: telefono, fax, pc, stampante, fotocopiatrice, ecc.) Subtotale SPESE DI GESTIONE 8% Materiale di facile consumo, materiale divulgativo Subtotale €2.002,44 €2.002,44 ALTRE VOCI Dettagliare ogni singola voce di spesa (es.: IVA, ecc.) Iva al 4% 4% Subtotale €1.081,32 €1.081,32 TOTALE € 28.114,26 Ripartizione del costo triennale totale dell'azione per fonte di finanziamento. Azione N.6 - Titolo Azione T.E.R.R.A. ( Territori ed Esperienze in Rete: Risorse Antiviolenza) FNPS € 28.114,26 3 € per abitante 0 Compartecipazione utenti Cofinanziamento8 0 0 8 Totale € 28.114,26 Tale voce si riferisce sia alle eventuali risorse investite dalle amministrazioni pubbliche locali, comprensive degli oneri figurativi, e sia agli eventuali finanziamenti provenienti da altre fonti (FSE, APQ, ...). 95 7. SPECIFICA RAGIONATA SULLE MODALITÀ DI GESTIONE Indicare le modalità di gestione che si intendono utilizzare per l’azione di riferimento Diretta Mista (specificare la procedura di affidamento che si intende adottare) …………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… X Indiretta/esternalizzata (cottimo fiduciario - procedura negoziata ai sensi dell’art. 125 comma 11 del D.Lgs 163/2006 e del regolamento del Comune di Lentini per gli affidamenti in economia ) 96