La notte di San Lorenzo e dintorni: viaggio nel cosmo e nel tempo

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La notte di San Lorenzo e dintorni: viaggio nel cosmo e nel tempo
La notte di San Lorenzo e dintorni: viaggio nel cosmo e nel tempo
Perché
la notte fra il 10 e l’11 agosto, la notte di San Lorenzo, è detta
la “notte delle
stelle cadenti”? Perché questa è la notte in cui,
talvolta, in presenza di certe caratteristiche
meteorologiche,
nell’oscurità, possono vedersi le famose “lacrime” di
San Lorenzo
,
cioè quella “polvere di stelle” cadenti che poi non sono stelle, come si
vedrà. Sta di
fatto che questa notte ha sempre esercitato un fascino
particolare, e sono tanti che la
considerano in qualche modo magica. Dico
la verità, questa notte ha sempre affascinato
anche me. Forse perché il
cronista è nato proprio in una notte di
San Lorenzo
, di un po’
troppi anni fa…
La
notte delle stelle cadenti, pardon, delle comete
Come si
diceva, le stelle, in realtà, non cadono, e quelle luci in movimento che
qualcuno poeticamente identifica come “le lacrime del santo durante il
martirio”, hanno una
precisa origine cosmica nello “sciame delle Perseidi”,
costituito da corpi celesti, più
propriamente meteoriti, cosiddetti perché
sembrano irradiati dalla costellazione di Perseo.
La nostra Terra
“incontra” la parte più intensamente luminosa delle Perseidi proprio fra
il 9 e l’11 agosto, e così la notte del 10 è quella più adatta per
scrutare il cielo.
In
realtà, più che di notte delle stelle, bisognerebbe parlare di “notte
delle comete”.
Vediamo perché. Intanto, nell’accezione popolaresca del
termine, le comete indicano un
po’ tutti i corpi celesti che lasciano una
scia luminosa. Ma c’è molto di più, e soprattutto di
più scientifico, a
supporto di tale definizione. Infatti, bisogna ricordare intanto che
l’astronomo tedesco Ernesto Tempel (1821-1899) individuò una grande
cometa, che da lui
prese il nome, e che è apparsa per l’ultima volta nel
1862. Successivamente, l’illustre
astronomo italiano
Giovanni Virginio
Schiaparelli
(1835-1910) dimostrò l’origine cometaria delle “Lacrime
di San Lorenzo”, cioè delle Perseidi
che, percorrendo la stessa orbita
della cometa di
Tempel
, altro non sono che il prodotto della
dissoluzione del suo nucleo. Ecco dunque spiegato il
mistero: le “stelle
cadenti” sono dei pezzi di cometa, che disegnano delle scie luminose
nell’oscurità del cosmo.
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San
Lorenzo… chi era costui?
Ma chi
era San Lorenzo? Conosciamolo meglio. Lorenzo nacque,
secondo la
tradizione, nel secolo III in Spagna, e poi visse, come
diacono, nella Roma imperiale.
Accadde che
Lorenzo, mentre
era
ancora molto giovane, durante una persecuzione anti-cristiana, rifiutò di
consegnare alle autorità il tesoro della sua comunità religiosa. La
punizione fu terribile: il 10
agosto del 258 d.C. egli fu legato ad una
graticola ed arso vivo sui carboni incandescenti. E
la graticola, simbolo
di tale atroce martirio, è rimasta infatti per sempre l’elemento
caratteristico con cui le arti figurative hanno rappresentato
Lorenzo
nei secoli. Le spoglie di
Lorenzo
furono sepolte nel Campo Verano,
sulla via Tiburtina, dove
Costantino
, nel 330 d.C., fece costruire
un primitivo oratorio che poi, dopo molti ampliamenti e
rimaneggiamenti,
finì per diventare l’attuale splendida basilica di San Lorenzo fuori le
Mura, una delle più belle dell’Urbe.
Lo
sviluppo del culto
Il
culto del santo si sviluppò straordinariamente in tutta la cristianità, e
naturalmente
anche a Siena, dove furono pure portate delle reliquie, e nel
territorio circostante. Tuttavia,
per una singolare coincidenza, al culto
di San Lorenzo furono particolarmente legate
proprio le due
famiglie che più di tutte ebbero parte importante a determinare la fine
della gloriosa Repubblica Senese: i
Medici
e gli
Absburgo
.
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Quanto
ai Medici di Firenze, essi furono per generazioni grandi
benefattori delle
celebre basilica fiorentina di San Lorenzo, dove sono
anche sepolti e che, giova ricordarlo,
era stata consacrata addirittura da
Sant’Ambrogio Vescovo di
Milano durante le feste pasquali del 339
d.C. La chiesa, divenuta poi prestigiosa, fu
dichiarata “collegiata
insigne”, proprio dal Papa senese
Pio II
, al secolo
Enea Silvio
Piccolomini
.
Passando agli Absburgo di Spagna, va detto che Filippo II fece costruire, presso Madrid, il
grandioso monastero di San Lorenzo del
Escorial, posto ai piedi della Sierra de
Guadarrama, a eterna memoria
della fondamentale vittoria militare ottenuta, il 10 agosto
1557, giorno
di San Lorenzo, contro i francesi a San Quintino, in una battaglia che si
rivelò indirettamente decisiva anche per le sorti della Repubblica di
Siena. L’Escorial ospita
i sepolcri dei sovrani spagnoli, nonché
eccezionali opere d’arte, e costituisce un capolavoro
dell’architettura
rinascimentale iberica, splendida realizzazione di
Juan de Herrera
.
E’ da notare che la pianta dell’edificio, un possente quadrilatero
rettangolare con
quattro grandi torrioni negli angoli, rappresenta,
secondo una tradizione popolare, il
rovescio della graticola del martirio
di
San Lorenzo
.
Un
bel film e una leggenda da sfatare
“La
notte di San Lorenzo” è anche il titolo di un famoso film, molto bello,
realizzato dai
fratelli Taviani. Questo film è costruito sul
ricordo di un tragico episodio storico:
l’esplosione avvenuta, nel Duomo
di San Miniato, in provincia di Pisa, il 22 luglio 1944, che
provocò 55
morti e centinaia di feriti, fra i civili ammassati in preghiera
all’interno del
sacro edificio. Incerta la causa della deflagrazione, fu
fin dall’inizio attribuita ad una mina
tedesca, e la responsabilità morale
della strage fu fatta ricadere sul Vescovo di San
Miniato, monsignor
Ugo Giubbi, un sant’uomo che per tutta la vita sopportò il
peso di
questa calunnia.
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Naturalmente, la versione dei fatti non aveva niente di reale, ma molto di
ideologico, legato
alla politica anticlericale che dominava in Toscana in
tempi di guerra fredda. Ci sono voluti
decenni, e studi storici
approfonditi, per dimostrare in maniera certa che la tragedia fu
dovuta ad
un proiettile di artiglieria americano, da 105 millimetri, penetrato
all’interno
della Cattedrale attraverso la finestra esposta a sud-ovest
del braccio meridionale del
transetto. Oggi più nessuno si azzarda ad
avvalorare l’ipotesi della mina tedesca, che
sarebbe stata collocata in
combutta con il Vescovo Giubbi. Si trattò piuttosto di una fatalità
bellica, come ormai attestato dagli storici, che hanno rovistato anche
negli archivi
militari.
Ma
guardate un po’ dove ci ha portato il discorso cominciato sulla notte di
. D’altra parte, nella storia, come è noto, tout se
tient…
San Lorenzo
Senio Ghibellini
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