2015.03.09 LIBERO DI LEGGERE - Marco Presta
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2015.03.09 LIBERO DI LEGGERE - Marco Presta
Libero di leggere lunedì 9 marzo 2015 27 di Orazio Dotta e Velia Chiesa L’incipit Ieri sera con Giorgio abbiamo fatto il punto. Eravamo seduti nella sua cucina, avvolti dalle mattonelle grigie. Ha insistito perché assaggiassi un po’ delle melanzane avanzate dalla cena, fredde come la prima ragazza che ho baciato, un’estate di molti anni fa. Speravo che anche per lei fosse un debutto, che è poi l’ottusa aspettativa di ogni uomo. Invece la mia Stefania, così si chiamava, aveva già un buon chilometraggio. Geometra disoccupato cerca lavoro ‘L’allegria degli angoli’ di Marco Presta Einaudi, 255 pp. di Orazio Dotta “I primi due giorni ti sembra di stare in vacanza, ti alzi più tardi il mattino, ti concedi una colazione tranquilla, seduto, con il caffelatte, poi esci a comprare il giornale e fai quattro passi. Dal terzo giorno, sei disperato. (…) Niente come la disoccupazione ti dà l’impressione di non esistere, ti senti un fantasma di fresca nomina che si fa una passeggiata nei luoghi dov’è vissuto, non sapendo dove andare. Una sensazione paragonabile solo a quella che si prova quando finisce un grande amore”. Queste amare riflessioni sono di Lorenzo, il protagonista del romanzo ‘L’allegria degli angoli’ di Marco Presta: conduttore dell’apprezzata trasmissione radiofonica ‘Il ruggito del coniglio’ (Radio2) e autore di ‘Un calcio in bocca’, ‘Il paradosso terrestre’ e ‘Il piantagrane’. Lorenzo, 32 anni, è un geometra alla disperata ricerca di un lavoro. È fondamentalmente un uomo buono; leale con le persone che incontra e con gli amici di sempre. Le sue ambizioni sono quelle di un uomo normale: un lavoro, la sicurezza finanziaria, una fami- glia. Vive in casa con la madre, la signora Michelina, il prototipo della madre italiana: affettuosa, premurosa e capace di ogni sacrificio per la propria famiglia. Ha un manipolo di amici con cui condivide le cose della vita. Tra questi Giuliano, un vecchio compagno di scuola maneggione, a cui Lorenzo, disperato, chiede aiuto. L’uomo gli propone, per racimolare qualche soldo e non senza chiedere una percentuale, di vestirsi da faraone e di fare la statua vivente in una piazza della città. Il mite Lorenzo, in mancanza di meglio, con malcelato imbarazzo accetta; d’altra parte non potrebbe essere altrimenti. E come spesso accade nella vita ogni decisione comporta nuove avventure, nuove opportunità, nuovi rischi, nuovi orizzonti; nemmeno Lorenzo sfugge a questa legge. Coperto da una maschera, ha così l’opportunità di osservare il mondo da un’angolazione singolare e di fare le sue valutazioni sulla varia umanità che gli passa davanti. Dopo un inizio titubante affina le sue capacità “artistiche”, tanto da trasformare lo statico faraone in un faraone ballerino che riscuote inaspettatamente un discreto successo. Tra le molte persone che assistono alle sue performan- ce, ce n’è una in particolare che suscita in lui turbamenti amorosi. Una ragazza che lavora in un lussuoso caffè della piazza; anzi, ne è la padrona. Una donna di uno status troppo elevato per le sue misere condizioni la quale, PER I PIÙ GRANDI però, sembra aver rimarcato la sua presenza. Il lavoro in piazza Lorenzo lo intercala con altre mansioni saltuarie occupandosi di traslochi, lezioni di guida, piccoli lavori di riparazione e trova anche il tempo per assecondare i suoi amici nelle loro pene d’amore e di vita. Per tutti ha una buona parola e con tutti si dimostra collaborativo. Presta fotografa, con la sottile dose d’ironia che gli è propria, una condizione umana che coin- volge una fetta sempre più ampia della popolazione italiana: sono 3 milioni e 410mila unità i disoccupati ufficialmente registrati. Lorenzo è uno dei tanti. Forse la sua non è nemmeno la condizione più tragica che ci sia, ma comunque serve all’autore a rendere evidente il disagio sociale, umano e psicologico di chi si trova in questa condizione. Quando si perde il lavoro, quando la sicurezza che un impiego garantisce viene meno, come accade a Lorenzo, subentra, e nel romanzo quest’aspetto è ben evidenziato, una perdita di dignità e una precarietà che si riflettono anche sulle relazioni personali e sociali. In una situazione di questo tipo la fiducia in se stessi e l’autostima sono tra le prime componenti a vacillare. Non c’è più nulla di scontato. Anche le più piccole spese vanno centellinate. L’idea di crearsi una famiglia e avere dei figli diventa una vera e propria chimera e si deve dipendere in tutto e per tutto dagli altri; spesso e volentieri dai genitori. Le vicende narrate nel romanzo con malinconica allegria, strappano al lettore qualche sorriso e descrivono la desolazione di questa società lasciando, comunque, uno spiraglio aperto alla speranza e all’ottimismo. Guai se così non fosse. PER I PIÙ PICCOLI La difficoltà di amare Una storia vera Il futuro di Apple Stravaganti scoperte Donne pioniere Inseguendo un sogno ‘Un amore sbagliato’ di Giulia Alberico, Sonzogno, 171 pp. ‘Lotta e sorridi’ di Francesca Fedeli, Sperling & Kupfer, 169 pp. ‘Dopo Steve Jobs’ di Yukari Iwatani Kane, Piemme, 467 pp. ‘Il gatto non fa miao’ di Federico Bini, Gallucci - da 10 anni ‘Le tue antenate’ di Rita Levi-Montalcini, Gallucci - da 11 anni ‘Grom’ di Federico Grom e Guido Martinetti, Bompiani - da 14 anni Lea, insegnante elementare, è sposata a Stefano, docente universitario molto impegnato. Con il tempo il rapporto tra i due si è un po’ affievolito, ed è così che l’incontro con l’affascinante Marco apre una nuova prospettiva: “Marco era arrivato a lei, con delle parole gentili, in un momento della sua vita in cui le pareva che dal mondo che abitava fossero scomparse la gentilezza e la grazia”. Ne nasce un rapporto di complicità che si complica quando Lea scopre che Marco ha una relazione con Carlo. La donna dovrà fare delle scelte aiutata in questo da alcune amiche e dall’anziana zia Sofia. La famiglia Fedeli deve affrontare una rara malattia: il figlio Marco, appena nato, è stato vittima di un ictus che gli ha compromesso il 40% del cervello. I genitori dapprima iniziano un cammino terapeutico “classico”: un programma sperimentale per la riattivazione dei neuroni e molta fisioterapia. In questo percorso, però, si accorgono di aver dimenticato di trasmettere a Marco una cosa fondamentale: la loro gioia di vivere. Con questa consapevolezza, iniziano un nuovo approccio alla questione fatto di viaggi, letture, amicizie e musica che porterà a risultati sorprendenti. Il 5 ottobre 2011 scompariva Steve Jobs, fondatore della Apple. A tre anni di distanza questo libro, frutto di una lunga indagine, cerca di rispondere a una domanda fondamentale: può una grande azienda rimanere tale senza il suo leader visionario? Per rispondere al quesito l’autrice si è avvalsa “di oltre duecento interviste e informazioni provenienti da dirigenti e impiegati Apple, passati e presenti, da partner commerciali, avvocati, amici e conoscenti che hanno avuto stretti contatti con i vertici della società”. Un lavoro di analisi che svela numerosi retroscena. Duecento scoperte scientifiche per stupire e interessare e, perché no, nutrire dei dubbi. Da qualunque parte lo si guardi, il mondo non è mai banale. Di fatto l’Everest non è la montagna più alta del mondo, e il toro non ha problemi col rosso. La neve non è bianca, e naturalmente il gatto non fa miao. Non fa miao perché anche gli animali parlano lingue diverse; fa “miao” in Italia, ma basta leggere i fumetti in altre lingue per trovare tutta la varietà di versi di animali. Divertente sapere, per esempio, che in Giappone il gallo fa “kokekokko”. Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel per la Medicina scrive queste settanta storie di donne eccezionali che hanno dovuto lottare contro i pregiudizi e il maschilismo per poter studiare. Hanno rischiato, spesso, che le loro scoperte fossero attribuite ai soli colleghi uomini. Donne che sono state capaci di caricarsi dell’impegno doppio della famiglia e della ricerca. Donne pioniere nella scienza dall’antichità ai giorni nostri; un libro dedicato alle nuove generazioni perché siano consapevoli dei contributi scientifici delle loro antenate apportati già due secoli prima dell’Era cristiana. Questa è una bella storia. L’avventura imprenditoriale di due giovani che, scommettendo sulla fantasia, hanno sfidato molte difficoltà per realizzare un sogno che si traduce in una cosa molto concreta: il gelato. Il più buono possibile. Sono partiti da zero. Ne sapevano poco ma avevano voglia di imparare. Guido e Federico hanno scritto questo libro per lanciare un messaggio di fiducia e ottimismo ai giovani; e anche fantasia e determinazione perché non possiamo sapere dove ci condurranno i nostri sogni, ma possiamo immaginare dove saremmo senza di essi. Un’inquietante Storie d’amore Il quadro sorpresa scomparso e razzismo Un coraggio da pecora Una soluzione diversa Il colore della pelle ‘Come un ricordo che uccide’ di Sabine Durrant, Sperling & Kupfer, 373 pp. ‘Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?’ di A.D. Distefano, Mondadori ‘Allmen e le dalie’ di Martin Suter, Sellerio, 215 pp. ‘La pecora che non aveva paura del lupo cattivo’ di M. Ouyessad, Jaca Book - da 5 anni ‘La ricreazione non si tocca’ di Carlo Carzan, Coccole books - da 9 anni ‘Il mio amico di cioccolato’ di Silvia Sommariva, Mondadori - da 4 anni Lizzie ha perso il marito Zach in un incidente stradale in Cornovaglia. Il giorno di San Valentino, a un anno esatto dal tragico evento, si reca sul posto per deporre un mazzo di giacinti ai piedi dell’albero contro il quale è avvenuta la disgrazia. Con sorpresa si accorge che tra le radici giace già un altro mazzo di fiori con appuntato un biglietto sul quale ci sono due nomi, Xenia e Zach, e un cuore disegnato. È l’inizio di un incubo, di una spirale di sospetto e paura: chi è Xenia e, soprattutto, chi era suo marito, quell’uomo che credeva di conoscere bene e che ora è fonte di grande dolore? Antonio Dikele Distefano, nato a Busto Arsizio, è figlio di migranti angolani. Il suo libro ha avuto grande successo sul web e ora Mondadori lo propone al grande pubblico. Parla di un amore travagliato e osteggiato a causa del colore della sua pelle e di tutte quelle incomprensioni razziali che ancora sono radicate nella nostra società. L’autore su ‘la Repubblica’ ha dichiarato: “La mia è una storia di riscatto, ma non voglio essere etichettato come lo scrittore nero e basta. Non ho fatto un libro sul razzismo: magari sull’ignoranza (…) ma soprattutto ho fatto un libro sull’amore”. In un’epoca in cui un presunto dipinto di Leonardo affiora nel caveau di una banca di Lugano, esce il nuovo romanzo di Suter che in qualche modo ci ricorda la vicenda. In questo caso Johann Friedrich von Allmen, dandy ora caduto in disgrazia dopo aver dilapidato le ricchezze paterne, è sulle tracce di un quadro: ‘Dalie’, dell’artista francese Fantin-Latour. Il quadro appartiene a una ricca ereditiera centenaria, ed è scomparso dalla camera d’albergo in cui vive. Allmen dovrà rintracciarlo attraverso un’intricata indagine che coinvolgerà alcune persone dal passato oscuro. Gastone è una pecora molto coraggiosa che decide di andare a cercare il lupo per scoprire se è veramente cattivo. Fin da piccoli si insegna agli agnellini ad avere paura del lupo cattivo e di solito questo metodo è molto efficace, ma il problema è che lui non ci crede! È sempre pronto a sfidare ogni ostacolo: del resto anche i draghi non esistono, eppure da sempre si raccontano storie di draghi! Quello di Gastone è un viaggio di incontri divertenti che termina con una scoperta favolosa che apre il cuore e libera da piccole e inutili paure. Durante la ricreazione, Giorgio, un allievo di quinta elementare, correndo cade e si rompe un braccio. Per questo motivo il direttore della scuola cambia il regolamento scolastico vietando giochi e corse durante la pausa dalle lezioni. Ma i ragazzi si ribellano con passione al nuovo regolamento, si battono per una soluzione diversa! Al direttore non dispiace questa lotta, i bambini infatti sono pronti a “giocarsi la scuola”! Si riprenderanno la ricreazione, ma in che modo? Ogni mese una classe proporrà il proprio programma per imparare giocando. Filippo è molto contento perché ha un nuovo amico che si chiama Michael e viene dall’Africa. Filippo non sa che cosa sia l’Africa, invece vorrebbe proprio sentire che sapore ha Michael! Infatti la sua pelle è di un bel colore marrone scuro e Filippo è sicuro che sia di cioccolato. In fondo anche la panettiera gli dice sempre che ha due guanciotte da mangiare… perché non assaggiarlo? Basta un piccolissimo morso per capire che Michael non sa di niente e che anche Filippo con la sua pelle chiara non sa di vaniglia. Però il nuovo amico arrivato all’asilo ha la pelle coloro caramello!