Pillar III 2015 Informativa al Pubblico Gruppo di Nuova Banca Etruria

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Pillar III 2015 Informativa al Pubblico Gruppo di Nuova Banca Etruria
Informativa al Pubblico da parte degli Enti –
Pillar 3
31 dicembre 2015
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A.
Sede Legale in Roma, Via Nazionale, 91
Direzione Generale in Arezzo, Via Calamandrei, 255
Codice Fiscale e Numero di Iscrizione al Registro delle Imprese di Roma 13615051003
Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi, al Fondo Nazionale di Garanzia e all'Arbitro Bancario Finanziario (ABF).
Iscritta all’Albo delle Banche – Codice ABI 5390.0
Capo Gruppo del Gruppo Banca Etruria iscritto all’Albo dei Gruppi Creditizi al n. 5390.0
Capitale Sociale al 23/11/2015 Euro 442.000.000,00
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INDICE
Introduzione ...................................................................................................................................... 5
1.
Obiettivi e politiche di gestione del rischio (art. 435 CRR) ...................................................... 8
2.
Ambito di Applicazione (art. 436 CRR).................................................................................... 37
3.
Fondi propri (art. 437 CRR)...................................................................................................... 39
4.
Requisiti di capitale (art. 438 CRR) ......................................................................................... 51
5.
Esposizione al rischio di controparte (art. 439 CRR) .............................................................. 53
6.
Rettifiche di valore su crediti (art. 442 CRR) .......................................................................... 59
7.
Attività non vincolate (art. 443 CRR) ...................................................................................... 75
8.
Uso delle ECAI (art. 444 CRR) .................................................................................................. 76
9.
Esposizione al rischio di mercato (art. 445 CRR) .................................................................... 79
10.
Rischio operativo (art. 446 CRR) ......................................................................................... 80
11.
CRR)
Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione (art. 447
…………………………………………………………………………………………………………………………………………81
12.
Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di
negoziazione (art. 448 CRR) ......................................................................................................... ….84
13.
Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione (art. 449 CRR)................................... …85
14.
Politica di remunerazione (art. 450 CRR)........................................................................ …111
15.
Leva finanziaria (art. 451 CRR) ........................................................................................ …112
16.
Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (art. 453 CRR) ............................. 116
Dichiarazione dell’Amministratore Delegato ai sensi dell’art. 435, comma 1, lettere e) ed f) del
Regolamento UE 575/2013 ……………………………………………………………………………………………………121
Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari…………. 122
Glossario ...................................................................................................................................... …123
Contatti ........................................................................................................................................ …127
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Introduzione
A partire dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per
le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (in seguito anche CRR) e
nella Direttiva 2013/36/CE (in seguito CRD IV), che traspongono nell’Unione Europea gli standard
definiti dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (c.d. framework Basilea 3).
Il quadro normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di
regolamentazione o di attuazione (RTS e ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle
Autorità europee di vigilanza.
In ambito nazionale la nuova disciplina armonizzata è stata recepita da Banca d’Italia mediante:
• Circolare n. 285 del 17 Dicembre 2013 e successivi aggiornamenti “Disposizioni di Vigilanza per
le Banche”;
• Circolare n. 286 del 17 Dicembre 2013 e successivi aggiornamenti “Istruzioni per la
compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione
mobiliare”;
• Circolare n. 154 del 22 novembre 1991 e successivi aggiornamenti “Segnalazione di vigilanza
delle istituzioni creditizie e finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l’inoltro dei flussi
informativi”.
Il nuovo framework regolamentare è funzionale a rafforzare la capacità delle banche di assorbire
shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a
migliorare la gestione del rischio e la governance, nonché a rafforzare la trasparenza e l’informativa
verso il mercato.
In via generale, l’impianto complessivo del Comitato di Basilea ha mantenuto l’approccio basato su
tre Pilastri che era alla base del precedente accordo sul capitale “Basilea2”, integrandolo e
rafforzandolo con misure che accrescono quantità e qualità della dotazione di capitale degli
intermediari ed introducono strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di
liquidità e sul contenimento della leva finanziaria.
In tale ambito, funzione del Terzo Pilastro (Pillar 3) – la disciplina di mercato – è quello di integrarsi
con i requisiti patrimoniali minimi (Primo Pilastro) ed il processo di controllo prudenziale (Secondo
Pilastro). Esso mira ad incoraggiare la disciplina di mercato attraverso l’individuazione di un insieme
di requisiti di trasparenza informativa che consentano agli operatori di disporre di informazioni
fondamentali sui Fondi Propri, sul perimetro di rilevazione, esposizione e processi di valutazione
dei rischi e, di conseguenza, sull’adeguatezza patrimoniale degli intermediari. Tali requisiti
assumono una particolare rilevanza nell’attuale contesto, ove le disposizioni vigenti, quando
adeguato e consentito, fanno ampio affidamento alle metodologie interne, conferendo alle banche
una significativa discrezionalità in sede di determinazione dei requisiti patrimoniali.
L’Informativa al Pubblico da parte degli enti (Pillar 3) risulta adesso disciplinata direttamente:
• dal CRR, Parte Otto e Parte Dieci, Titolo I, Capo 3;
• dai regolamenti della Commissione europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o
di attuazione per definire:
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i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti i Fondi Propri;
i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti i Fondi Propri nel
periodo transitorio (a decorrere dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2021);
gli obblighi di informativa in materia di riserve di capitale;
i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti gli indicatori di
importanza sistemica;
l’informativa concernente le attività di bilancio prive di vincoli;
i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti la leva finanziaria.
Ai sensi di quanto previsto dall’art. 433 del CRR, le Banche devono pubblicare le informazioni
almeno su base annua contestualmente ai documenti di bilancio e valutano la necessità di
pubblicare alcune o tutte le informazioni più frequentemente che una volta all’anno alla luce delle
caratteristiche rilevanti delle loro attività. Le Guidelines EBA (EBA/GL/2014/14) del 23-12-2014, in
merito alla frequenza di pubblicazione del Pillar 3, hanno confermato l’obbligo minimo per tutti di
provvedere ad una pubblicazione almeno su base annua, contestualmente al Bilancio, prevedendo
tuttavia la possibilità che ogni Autorità nazionale competente, a norma dell’articolo 106 della CRD
IV, possa imporre una frequenza maggiore rispetto a quella prevista dal CRR, all’interno del proprio
paese, e richiedendo a ciascuna banca di fare una autovalutazione circa l’esigenza di provvedere
con una disclosure più frequente.
Le informazioni pubblicate in ottemperanza alla summenzionata disciplina seguono i nuovi schemi
informativi previsti dal framework Basilea3; le informazioni sono di natura qualitativa e
quantitativa, strutturate in modo tale da fornire una panoramica più completa possibile in merito
ai rischi assunti, alle caratteristiche dei relativi sistemi di gestione e controllo e all’adeguatezza
patrimoniale del Gruppo Banca Etruria.
Attesa la rilevanza pubblica della presente informativa Il documento è soggetto, ai sensi dell’art.
154-bis del D. Lgs. 58/1998 (Testo Unico sulla Finanza, “TUF”) alla relativa attestazione.
L’Informativa al Pubblico – Pillar 3 è fornita da Nuova Banca Etruria S.p.A. in qualità di Capogruppo
del Gruppo Banca Etruria con riferimento al perimetro di consolidamento prudenziale.
A tale proposito, si porta all’attenzione dei partecipanti al mercato che la capogruppo Nuova
Banca dell’Etruria e del Lazio Società per Azioni è stata costituita a seguito dell’emanazione del
decreto legge del 22 novembre 2015 per svolgere i compiti di ente-ponte ai sensi dell’art. 42 del
D. Lgs. n. 180 del 16/11/2015 in conseguenza della sottoposizione a risoluzione della Banca
Popolare dell’Etruria e del Lazio Società Cooperativa, disposta con provvedimento della Banca
d’Italia del 21 novembre 2015. Essa ha come oggetto l'acquisizione e la gestione dei beni e
rapporti giuridici della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Società Cooperativa, in risoluzione
con l'obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali già svolte dalla predetta banca
e di cedere a terzi tali beni e rapporti, quando le condizioni di mercato saranno adeguate.
Il Gruppo Banca Etruria pubblica la presente Informativa ed i successivi aggiornamenti sul proprio
sito Internet all’indirizzo www.bancaetruria.it, nella apposita sezione dedicata nella parte “Investor
Relations”.
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Ulteriori informazioni in tema di rischi e adeguatezza patrimoniale sono riportate nella Relazione
sulla Gestione e nella Nota integrativa al Bilancio consolidato (in particolare parti E ed F) al 31
dicembre 2015.
Si precisa che non sono fornite le specifiche informazioni richieste dall’art. 452, 454 e 455
Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) non essendo utilizzati dal Gruppo metodi interni per il calcolo
dei requisiti patrimoniali. Non si applica inoltre l’art. 441 CRR in quanto la Banca è ente non
identificato come G.SII. Non sono altresì presenti le informazioni richieste dagli articoli la cui
applicabilità decorre da esercizi successivi al 31 dicembre 2015 (art. 440 CRR).
In calce al documento è presente un Glossario che definisce e/o chiarisce taluni termini e
abbreviazioni presenti nel corpo del testo.
Note Metodologiche
1. Tutti gli importi, se non specificatamente indicato, sono da intendere in migliaia di euro.
2. Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale.
3. Le informazioni vengono rese disponibili su base annua e sono pubblicate congiuntamente
ai documenti di bilancio.
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1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio (art. 435 CRR1)
La gestione ed il controllo dei rischi nel Gruppo Banca Etruria: governance
La gestione integrata dei rischi connessi all’attività bancaria rappresenta uno degli elementi più
delicati cui l’Autorità di Vigilanza e le istituzioni creditizie pongono notevole attenzione.
Il Gruppo Banca Etruria, per la corretta misurazione e gestione del complesso ambito dei rischi cui
potenzialmente ciascuna azienda è sottoposta nell’esercizio della specifica attività, si è dotato di
strutture organizzative, ha definito processi e costituito presidi per sviluppare ed aggiornare
metodologie e strumenti connessi alla identificazione, valutazione e controllo dei rischi al fine di
minimizzarne l’esposizione e garantire una corretta allocazione del capitale.
La responsabilità primaria della completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei
controlli interni è rimessa agli Organi aziendali, i quali, ciascuno secondo i rispettivi ambiti di
competenza, ne definiscono le politiche generali, sono responsabili della sua realizzazione, vigilano
sul suo concreto funzionamento, verificano la sua complessiva funzionalità e la rispondenza ai
requisiti previsti dalla normativa.
In coerenza con il modello di governance tradizionale, il Consiglio di Amministrazione della
Capogruppo rappresenta l’organo con funzione di supervisione strategica e di gestione cui è
attribuito il ruolo guida nell’assicurare, attraverso l’attività di direzione e coordinamento, la
coerenza complessiva dell’assetto di governo del Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione di Nuova
Banca Etruria, in qualità di Capogruppo, delibera gli orientamenti strategici e le politiche di gestione
del rischio a livello di Gruppo, tenendo conto delle specifiche operatività e dei connessi profili di
rischio di ciascuna Società e provvedendo al loro riesame periodico al fine di assicurarne l’efficacia
nel tempo.
Definisce, inoltre, le linee generali del processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale in
relazione ai rischi assunti, ne assicura l’adeguamento tempestivo in relazione a modifiche
significative delle linee strategiche, dell’assetto organizzativo, del contesto operativo di riferimento
e promuove il pieno utilizzo delle risultanze a fini strategici e nelle decisioni d’impresa. Inoltre, lo
stesso, assicura la diffusione della cultura del rischio sia tra le varie funzioni della Capogruppo che
tra le controllate.
Il Collegio Sindacale della Capogruppo è l’organo con funzione di controllo che ha la responsabilità
di vigilare sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. Considerata la pluralità di
funzioni e strutture aziendali aventi compiti e responsabilità di controllo, tale organo è tenuto ad
accertare l’efficacia di tutte le strutture e funzioni convolte nel sistema dei controlli e l’adeguato
coordinamento delle medesime, promuovendo gli interventi correttivi delle carenze e delle
irregolarità rilevate. Il Collegio Sindacale, tra le altre cose, vigila sull’adeguatezza e sulla rispondenza
del sistema di gestione e controllo dei rischi, del processo ICAAP e del processo di formazione e
pubblicazione dell’informativa al pubblico ai requisiti stabiliti dalla normativa.
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Già Tavola 1 in base a disciplina previgente.
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Le strutture che in prevalenza coadiuvano alla realizzazione delle strategie di gestione dei rischi
sono:
•
Comitato Rischi: è l’organismo collegiale la cui mission è quella di contribuire al monitoraggio
e all’attuazione delle strategie di gestione dei rischi definite dal Consiglio di Amministrazione.
•
Direzione Risk Management: è la funzione deputata al monitoraggio e alla gestione del
complesso dei rischi, quantificabili e non, tipici dell’attività bancaria, ai sensi delle previsioni
in materia di sistema dei controlli interni contenute nelle vigenti disposizioni di vigilanza
prudenziale per le banche della Banca d’Italia. La funzione è organizzata per perseguire in
maniera efficace ed efficiente gli obiettivi alla stessa istituzionalmente demandati di
collaborazione nella definizione e attuazione del Risk Appetite Framework (RAF) e relative
politiche di governo dei rischi, attraverso un adeguato processo di gestione di questi ultimi.
La Direzione Risk Management coordina, per il tramite delle proprie Strutture, la definizione
e l’implementazione delle metodologie di gestione dei rischi di Gruppo assicurando la
coerenza, l’adeguatezza e la tempestività del reporting agli Organi Aziendali della Capogruppo
e delle Controllate nonché la diffusione della cultura del rischio. Inoltre la Funzione di
controllo dei rischi monitora l’adeguatezza del capitale in relazione a tutti i rischi del Gruppo
e verifica che l’attività aziendale sia in linea con le strategie e le politiche aziendali e che sia
improntata a canoni di sana e prudente gestione e sia volta al mantenimento degli equilibri
tecnici. L’attività si svolge secondo le norme riportate nel “Regolamento Interno della
Funzione Risk Management”, approvato dall’ Organo con Funzione di Supervisione Strategica.
Il Responsabile della funzione di controllo dei rischi è collocato in posizione gerarchico
funzionale di riporto all’Organo con Funzione di Supervisione Strategica.
•
Direzione Compliance: La funzione di Compliance presidia il rischio di non conformità alle
norme con riguardo a tutta l’attività aziendale delle Banche del Gruppo, secondo un approccio
basato sul rischio, in ottemperanza ai principi enunciati dal Comitato di Basilea e assicura la
verifica di secondo livello della corretta applicazione delle regole in materia bancaria, in
coerenza con le disposizioni contenute nella circolare Banca d’Italia 263/2006 e 285/2013 e
secondo quanto stabilito dal Regolamento Congiunto Banca d’Italia e Consob, per la verifica
dell’applicazione delle regole rilevanti per lo svolgimento dei servizi e delle attività di
investimento. In determinati ambiti la Funzione di Conformità alle norme si avvale di presidi
specialistici i quali svolgono controlli di secondo livello sulla base di alcune attività di verifica
concordate con la Funzione stessa. In tale contesto essa verifica che in tutte le aree operative
delle banca sussistano meccanismi che assicurino il rispetto delle norme applicabili a tutta
l’attività bancaria, in particolare di quelle che si riferiscono ai rapporti con la clientela e alla
tutela di quest’ultima.
La funzione di Compliance verifica che le procedure interne siano coerenti con l’obiettivo di
prevenire la violazione di norme di etero regolamentazione (leggi e regolamenti) e
autoregolamentazione (codici di condotta, codici etici) applicabili alla Banca.
All’interno della Direzione Compliance è presente la Funzione Antiriciclaggio il cui scopo
principale è quello di presidiare il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo a livello
di Gruppo svolgendo controlli di secondo livello e verificando nel continuo l’adeguatezza delle
procedure adottate al fine di prevenire i rischi oggetto di controllo.
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La Funzione di Conformità e quella di Antiriciclaggio sono collocate in posizione gerarchico
funzionale di riporto all’Organo con Funzione di Supervisione Strategica.
•
Servizio Pianificazione e Budget: la funzione che supporta il Consiglio di Amministrazione e la
Direzione Generale nella definizione e attuazione del processo di pianificazione e di
allocazione del capitale, del processo di budgeting aziendale e di Gruppo, monitorandone la
realizzazione. Tale struttura inoltre progetta e cura il controllo gestionale aziendale, di Gruppo
e dell’attività commerciale, verificandone la coerenza dei dati gestionali con il profilo rischiorendimento stabilito a livello strategico ed operativo.
Gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio a livello di Gruppo vengono deliberati
dagli Organi preposti della Capogruppo. Gli Organi Aziendali delle Società Controllate vengono
periodicamente informati circa le decisioni assunte dagli Organi di vertice della Capogruppo
relativamente al sistema di gestione e controllo dei rischi per l’operatività di propria competenza.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione delle Società Controllate assicura l’attuazione, per la
parte di propria competenza, delle politiche di gestione del rischio deliberate a livello di Gruppo, ne
monitora l’efficacia nel tempo e prende atto dei rischi cui la Società si espone e delle modalità di
rilevazione e valutazione degli stessi. La Capogruppo esercita le proprie prerogative di direzione e
coordinamento fra le varie Società del Gruppo per assicurare unitarietà alla complessiva gestione
del sistema e per garantire il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa, realizzando, in tal modo,
all’interno del Gruppo una politica di gestione del rischio integrata e coerente.
Il Gruppo Banca Etruria ha adottato una politica di accentramento delle principali attività aziendali,
di conseguenza le attività le attività di risk management, compliance e revisione interna sono
accentrate presso la Capogruppo, ferma restando la responsabilità degli Organi aziendali delle
Controllate dell’attivazione, in modo coerente con la propria realtà aziendale, delle strategie e
politiche di gestione del rischio decise dagli Organi di vertice della Capogruppo. Presso le Banche
controllate è individuato un “Referente delle Funzioni Aziendali di Controllo”, nominato ai sensi
della normativa di vigilanza ed avente i requisiti previsti dalla medesima, il quale riferisce
funzionalmente alle Funzioni Aziendali di Controllo accentrate presso la Capogruppo per i rispettivi
ambiti di competenza.
Il Gruppo ha inoltre adottato delle risk policies che hanno l’obiettivo di esplicitare il complessivo
impianto normativo aziendale relativo al sistema di gestione, controllo e governo di ciascun rischio
rilevante per il Gruppo, attraverso la definizione del modello di governance, dei processi e metriche
di misurazione/valutazione, gestione e controllo del rischio, di un sistema di deleghe e limiti
operativi/soglie di sorveglianza volti al contenimento del rischio.
Le policies di gestione dei rischi consentono di declinare le decisioni strategiche, in materia di
governo dei rischi, in decisioni operative sui rischi stessi, coerentemente con il livello di propensione
al rischio di Gruppo.
Il Sistema dei Controlli Interni
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Il sistema dei controlli interni è costituito dall’insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture,
delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto della sana e
prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità:
• verifica dell’attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;
• contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la
determinazione della propensione al rischio della banca (Risk Appetite Framework - “RAF”);
• salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite;
• efficacia ed efficienza dei processi aziendali;
• affidabilità e sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure informatiche;
• prevenzione del rischio che la banca sia coinvolta, anche involontariamente, in attività
illecite (con particolare riferimento a quelle connesse con il riciclaggio, l’usura ed il
finanziamento al terrorismo);
• conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche,
i regolamenti e le procedure interne.
Tale sistema è un elemento fondamentale del complessivo sistema di governo aziendale, riveste un
ruolo centrale nell’organizzazione e permette di assicurare un efficace presidio dei rischi aziendali
e delle loro interrelazioni, al fine di garantire che l’attività delle funzioni sia in linea con le strategie
e le politiche aziendali e sia improntata a canoni di sana e prudente gestione. Inoltre, quando
efficace ed efficiente, è il presupposto fondamentale per consentire l’identificazione, misurazione,
gestione e monitoraggio dei rischi, l’assunzione di decisioni consapevoli, l’appropriata allocazione
del capitale nonché la creazione ed il mantenimento di valore nel medio lungo termine.
In tale scenario, il Sistema dei Controlli Interni riveste un ruolo centrale e strategico
nell’organizzazione aziendale (Organi Aziendali, strutture organizzative e personale):
rappresentando un elemento fondamentale di conoscenza per gli Organi Aziendali, in modo da
garantire piena consapevolezza della situazione ed efficace presidio dei rischi aziendali e delle
loro interrelazioni;
orientando i mutamenti delle linee strategiche e delle politiche aziendali e consentendo di
adattare in modo coerente il contesto organizzativo;
presidiando la funzionalità dei sistemi gestionali ed il rispetto degli istituti di vigilanza
prudenziale;
favorendo la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali.
Il Consiglio di Amministrazione definisce e approva le linee di indirizzo del sistema dei controlli
interni, verificando che esso sia coerente con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio
stabiliti e sia in grado di cogliere l’evoluzione dei rischi aziendali e l’interazione tra gli stessi; assicura,
altresì, che lo stesso sia costantemente coerente ai principi indicati dalle disposizioni di vigilanza
anche adottando tutti gli interventi necessari a tal fine e monitorandone nel continuo il rispetto.
Nel caso emergano carenze o anomalie, promuove con tempestività l’adozione di idonee misure
correttive e ne valuta l’efficacia. In qualità di organo con funzione di gestione
Il Collegio Sindacale della Capogruppo è l’organo con funzione di controllo che ha la responsabilità
di vigilare sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni.
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In coerenza con le indicazioni degli Organi di Vigilanza, nell’ambito del sistema dei controlli interni
del Gruppo sono individuate le seguenti tipologie di controllo:
a. Controlli di linea (o di primo livello): controlli diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle
operazioni effettuati dalle stesse strutture operative, ovvero eseguiti nell’ambito dei back office
(ad esempio controlli di tipo gerarchico, sistematici e a campione). Tali controlli sono impostati
sui seguenti criteri generali:
− le funzioni operative e di controllo sono separate di modo che al personale non siano
assegnate responsabilità contrastanti;
− le transazioni sono autorizzate, eseguite e registrate in maniera completa ed accurata.
Il sistema dei controlli di linea, per quanto possibile incorporati nelle procedure informatiche, è
integrato nelle procedure operative, che definiscono tra l’altro: ruoli, responsabilità, modalità di
realizzazione del controllo, strumenti di report e destinatari.
b. Controlli di secondo livello (controlli sui rischi e sulla conformità): controlli in capo alle funzioni
di Compliance, Antiriciclaggio e Risk Management, ciascuna per le materie di rispettiva
competenza. Controlli, quindi, svolti da funzioni distinte da quelle produttive, chiamate a
verificare nel continuo il rispetto dei limiti all’assunzione dei rischi, secondo i criteri generali
definiti dal Consiglio di Amministrazione, nonché a controllare la coerenza dell’operatività con
gli obiettivi di rischio-rendimento assegnati. In questo ambito si distinguono:
− controlli di conformità, finalizzati a prevenire il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o
amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione, in conseguenza di
violazioni di norme imperative (leggi e regolamenti) ovvero di autoregolamentazione e a
prevenire l’insorgere del rischio reputazionale;
− controlli della funzione Antiriciclaggio, finalizzati al contrasto del rischio di riciclaggio e di
finanziamento del terrorismo;
− controlli di Risk Management, finalizzati al monitoraggio del complesso dei rischi,
quantificabili e non, alla corretta attuazione del processo di gestione dei rischi, al rispetto
dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni.
c. Controlli di terzo livello (controlli di revisione interna): controlli in capo alla funzione di Internal
Audit, finalizzati a individuare eventuali violazioni delle procedure e della regolamentazione,
nonché a valutare periodicamente la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità (in termini di
efficienza ed efficacia) e l’affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo
(ICT Audit), con cadenza prefissata in relazione alla natura e all’intensità dei rischi.
Il sistema dei controlli interni è periodicamente soggetto a ricognizione e adeguamento in relazione
all’evoluzione dell’operatività aziendale e al contesto di riferimento.
Nuova Banca Etruria ha inoltre definito specifici controlli sulle funzioni aziendali esternalizzate per
monitorare il costante mantenimento del potere di indirizzo delle attività in outsourcing. La Banca
in ogni caso mantiene la facoltà e le competenze per eventualmente internalizzare le funzioni
affidate in outsourcing.
All’interno di Nuova Banca Etruria e di Banca Federico del Vecchio, in conformità a quanto disposto
dalla Circolare Banca d’Italia 285/2013 e successivi aggiornamenti, è stato predisposto un
Documento di coordinamento dei Controlli e dei Flussi Informativi nell’ambito del quale sono
disciplinati:
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
•
•
•
i compiti e responsabilità delle funzioni ed Organi di controllo;
i flussi informativi tra le diverse funzioni/Organi e tra queste/i e gli Organi aziendali;
le modalità di coordinamento e di collaborazione tra funzioni ed organi di controllo.
Il modello organizzativo del Gruppo tende, nell’ambito del sistema dei controlli interni,
all’accentramento presso la Capogruppo di attività rilevanti di controllo di II e III livello.
Ai sensi di quanto stabilito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013, a livello aziendale sono stati
istituite, con nomina dei relativi Responsabili:
la funzione di Compliance;
la funzione Antiriciclaggio;
la funzione di Risk Management;
la funzione di Internal Audit.
La nomina e la revoca dei relativi Responsabili sono di competenza esclusiva e non delegabile del
Consiglio di Amministrazione, sentito il Collegio Sindacale, tali Responsabili dipendono
gerarchicamente dall’Organo con Funzione di Supervisione Strategica.
I ruoli e le responsabilità delle funzioni sopra indicate sono disciplinati negli specifici Regolamenti
aziendali delle funzioni di controllo e nei Regolamenti Interni e Poteri Delegati della Capogruppo.
Le funzioni aziendali di controllo informano gli Organi aziendali in ordine:
alle carenze significative riscontrate nello svolgimento dei processi aziendali, che ostacolano la
gestione dei rischi ovvero il conseguimento degli obiettivi assegnati alle varie funzioni aziendali;
alle iniziative assunte e da assumere per adeguare i processi e le procedure aziendali alle
Istruzioni di Vigilanza ed alle esigenze operative e gestionali in termini di attività, procedure e
compiti per l'applicazione dei criteri di gestione dei rischi deliberati dal Consiglio di
Amministrazione;
ai fatti gestionali che si riflettono significativamente sulla situazione aziendale e soprattutto sui
profili di rischiosità.
Le funzioni aziendali di controllo, per la gestione ed il monitoraggio dei rischi, sono chiamate ad
interagire in maniera sinergica, individuando nel continuo gli ambiti di collaborazione fra tali
funzioni, sviluppando sinergie atte ad evitare duplicazioni di controllo ed a migliorare la
comunicazione, lo scambio di informazioni, al fine di ottimizzare le attività di controllo stesse.
In particolare:
1. La Direzione Internal Audit della Capogruppo svolge l’attività di revisione interna sulle
Società del Gruppo in qualità di funzione di audit della Capogruppo e svolge in qualità di
service, come da accordi di servizio in vigore, le attività di revisione interna per le Società
stesse. In particolare, la funzione di audit è volta, da un lato, a controllare, in un’ottica di
controlli di terzo livello, anche con verifiche in loco, il regolare andamento dell'operatività
e l’evoluzione dei rischi, e, dall'altro, a valutare la completezza, l’adeguatezza, la
funzionalità e l’affidabilità della struttura organizzativa e delle altre componenti del sistema
dei controlli interni, portando all'attenzione degli organi aziendali i possibili miglioramenti,
con particolare riferimento al RAF, al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti
di misurazione e controllo degli stessi..
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2. Ai sensi della normativa di vigilanza la Direzione Risk Management ha la finalità di
collaborare alla definizione e all’attuazione del RAF e delle relative politiche di governo dei
rischi, attraverso un adeguato processo di gestione dei rischi.
In particolare la Direzione Risk Management effettua un’accurata identificazione dei rischi
ai quali il Gruppo Bancario è esposto, avuto riguardo alla propria operatività e ai mercati di
riferimento. A tal fine, vengono valutati i rischi sia di Primo che di Secondo Pilastro, come
previsti della normativa di riferimento; vengono, altresì, condotte analisi per
l’individuazione di ulteriori rischi potenziali ai quali potrebbe essere esposto il Gruppo
Bancario. In considerazione di tali analisi, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo
approva il Catalogo dei Rischi Rilevanti con cadenza annuale.
3. La Direzione Compliance, presiede, secondo un approccio risk based, alla gestione del
rischio di non conformità con riguardo a tutta l’attività aziendale, verificando che le
procedure interne siano adeguate a prevenire tale rischio. Alla stessa è rimessa la
valutazione del rischio reputazionale. All’interno della Direzione risulta incardinata anche
la funzione Antiriciclaggio.
La Funzione di gestione del rischio
Nell’ambito del Gruppo Banca Etruria la funzione di gestione e controllo del rischio, il cui mandato
è stato sopra esposto, è organizzativamente rappresentata dalla Direzione Risk Management della
Capogruppo, il cui Responsabile assume il ruolo di Chief Risk Officer - CRO di Gruppo in posizione
gerarchico funzionale di riporto al Consiglio di Amministrazione.
Al suo interno la funzione si articola in due strutture preposte alla gestione di distinti profili di
rischio, ossia il Servizio Capital Management e Risk Integration e il Servizio Rischi Finanziari e
Operativi. Inoltre, in staff alla Direzione, è prevista la struttura Credit Monitoring & Risk Policy.
Consiglio di Amministrazione
Direzione Risk
Management
Servizio Capital
Management e
Risk Integration
Staff Credit
Monitoring & Risk
Policy
Servizio Rischi
Finanziari e
Operativi
Tale articolazione consente alla Funzione di perseguire in maniera efficiente ed efficace il compito
di gestione dei rischi ed, al contempo, di mantenere una visione d’insieme dei diversi rischi e della
loro reciproca interazione. La stessa risponde, inoltre, a quanto disposto dalla normativa di vigilanza
relativamente alla funzione di convalida, tenuto conto del principio di proporzionalità e della
circostanza che nel Gruppo non sono utilizzate metodologie avanzate ai fini del calcolo del requisito
patrimoniale da primo pilastro. Infatti, qualora si proceda allo sviluppo di modelli volti alla
14
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
misurazione di specifici rischi, il compito di svolgere l’attività di validazione dei flussi informativi che
alimentano il modello, della validità della metodologia e del processo di controllo/aggiornamento
è affidato al Servizio in staff alla Direzione, garantendo in tal modo la separazione tra la struttura
che ha sviluppato il modello interno e la struttura che provvede alla convalida dello stesso.
La Funzione di Risk Management è dotata dell’autorità, delle risorse e competenze necessarie allo
svolgimento dei propri compiti, assicurando il rispetto del requisito di indipendenza richiesto dalla
normativa; in particolare, alla Funzione di Risk Management:
•
•
•
è consentito l’accesso ai dati aziendali ed a quelli esterni, attraverso idonee procedure di
supporto, per svolgere in modo appropriato i propri compiti,
sono assegnate delle specifiche risorse economiche, eventualmente attivabili in
autonomia, anche per ricorrere a consulenze esterne,
è dotato di personale adeguato per numero, competenze tecnico-professionali ed
aggiornamento formativo. In particolare il personale di cui è dotato non è coinvolto in
attività che lo stesso è chiamato a controllare ed è inserito in specifici programmi formativi
e di rotazione tra le funzioni di controllo. A tal proposito si specifica che la selezione e la
formazione del personale destinato alla Funzione di Risk Management segue le linee guida
definite dalle policy interne emanate in materia.
Con particolare riferimento al Responsabile di Funzione - CRO, questo:
•
•
•
•
•
viene nominato e revocato (motivandone le ragioni) dal Consiglio d’Amministrazione,
sentito il Collegio Sindacale, secondo procedure di selezione formalizzate;
possiede requisiti di professionalità adeguati;
è collocato in posizione gerarchico-funzionale adeguata;
non ha responsabilità diretta di aree operative sottoposte a controllo né è gerarchicamente
subordinato ai responsabili di tali aree;
riferisce direttamente agli organi aziendali, in particolare ha accesso diretto al Consiglio di
Amministrazione ed al Collegio Sindacale e comunica con essi senza restrizioni o
intermediazioni.
I criteri di remunerazione del personale che partecipa alla funzione di gestione del rischio non ne
compromettono l’obiettività e sono coerenti con le finalità della funzione.
Sotto il profilo organizzativo, la visione integrata dei rischi e la collaborazione con le altre funzioni
aziendali di controllo e con le strutture di business della Banca sono garantiti dall’istituzione di
numerosi comitati interfunzionali a cui la Funzione di Risk Management prende parte, ossia
Comitato Rischi, Comitato Gestione Crediti, Comitato Investimenti, Comitato Tableau de Bord,
Comitato Prodotti, Comitato di Crisi e Comitato Guida BCM.
Il processo di gestione dei rischi rappresenta uno dei processi attuati da Nuova Banca Etruria
nell’esercizio del proprio ruolo di indirizzo, coordinamento e supervisione del Gruppo.
Gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio a livello di Gruppo Bancario sono
deliberate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, tenendo conto delle specifiche
operatività e dei connessi profili di rischio di ciascuna Società e provvedendo al loro riesame
15
periodico al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo. Gli Organi Aziendali delle Controllate sono
periodicamente informati circa le decisioni assunte dagli Organi di vertice della Capogruppo
relativamente al sistema di gestione e controllo dei rischi per l’operatività di propria competenza.
Le attività di Risk Management sono accentrate presso la Capogruppo e sono svolte sulla base di
specifici accordi di servizio infragruppo. Resta ferma la responsabilità degli Organi Aziendali delle
Controllate dell’attuazione, in modo coerente con la propria realtà aziendale, delle strategie e
politiche di gestione del rischio decise dagli organi di vertice della capogruppo.
Per ciascuna Banca del Gruppo2 è individuato un Referente avente i requisiti previsti dalla
normativa di vigilanza e con riporto funzionale alla Funzione stessa per gli ambiti relativi al risk
management. Viste le dimensioni delle banche controllate, che non permettono la costituzione di
specifiche strutture in staff al Referente che lo possano supportare nell’attività di interfaccia
esclusiva tra gli Organi della Controllata e la funzione esternalizzata, tutte le funzioni aziendali di
controllo si avvalgano di uno stesso Referente (Referente delle Funzioni Aziendali di Controllo), che
si interfaccia con gli Organi della Controllata congiuntamente al Responsabile della funzione
aziendale di controllo della Capogruppo o ad un suo delegato.
In materia di risk management il Referente ha, in particolare, i seguenti compiti e attribuzioni:
- riportare funzionalmente alla Funzione della Capogruppo;
- riportare al Consiglio di Amministrazione della Banca controllata in materia di risk
management con il supporto del Responsabile della Funzione o suo delegato;
- supportare la Funzione di Risk Management della Capogruppo nello svolgimento delle
proprie attività;
- segnalare tempestivamente eventi o situazioni particolari, suscettibili di modificare i rischi
generati dalla banca controllata.
La funzione di Risk Management produce specifici flussi informativi verso gli Organi Aziendali e il
Referente Risk Management delle Società del Gruppo Bancario.
Rischi Rilevanti: strategia e gestione
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, coerentemente al ruolo attribuitogli dalle
Disposizioni di Vigilanza, adotta le decisioni strategiche in materia di gestione e controllo dei rischi
a livello consolidato, con l’obiettivo di realizzare una politica di gestione dei rischi integrata e
coerente tenendo in debita considerazione i profili di rischio di ciascuna società del Gruppo al fine
di garantirne la sana e prudente gestione.
Le attività di controllo coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi Amministrativi e di Controllo, i
Comitati di Governance, l’alta direzione e tutto il personale del Gruppo, costituendo parte
integrante dell'attività giornaliera e rivestendo un ruolo centrale nell’organizzazione della Banca. Il
Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nell’esplicazione delle proprie attribuzioni di
Organo con funzione di supervisione strategica e di gestione delinea le specifiche strategie e
identifica le linee guida cui attenersi in termini di politiche gestionali (credito, commerciale, finanza,
2
Dal 18 dicembre 2015, data di perfezionamento della cessione di Banca Popolare Lecchese S.p.A., l’unica
banca controllata risulta Banca Federico del Vecchio S.p.A..
16
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
personale, investimenti, ecc.) da parte di tutte le Controllate; in particolare, delibera le strategie, le
politiche e i processi di governo, controllo e gestione dei rischi.
Quale aspetto avente particolare rilievo, si specifica che nell’attuale contesto societario,
caratterizzato dalla natura della capogruppo Nuova Banca Etruria quale ente ponte ai sensi
dell’art. 42 del D. Lgs. 180/2015 costituito con D. L. del 22 novembre 2015 e che ha già avviato il
processo di cessione da concludersi in tempi particolarmente ristretti, in assenza di un piano
strategico e di un budget non è stato possibile procedere all’aggiornamento del RAF.
Al fine di garantire un costante monitoraggio dei rischi e, se del caso, predisporre tempestivi
interventi è in ogni caso prodotta periodicamente adeguata reportistica per gli Organi Aziendali
relativa all’andamento dei principali fenomeni di rischio esaminati e alle principali dinamiche di
rischio attuali e prospettiche.
Di seguito vengono esposti i rischi rilevanti del Primo Pilastro, del Secondo Pilastro e gli ulteriori
Rischi Interni ritenuti rilevanti3 ed oggetto di misurazione/valutazione e gestione nel Gruppo:
Rischi rilevanti per l’esercizio 2015
Rischi di Primo Pilastro (Circolare Banca d’Italia 285/2013)
Tipologia di Rischio
Definizione
Rischio di Credito
Rischio che nell'ambito di un'operazione creditizia il debitore non
assolva, anche solo in parte, agli obblighi di rimborso del capitale e di
pagamento degli interessi.
Rischio che la controparte di una transazione avente a oggetto
Rischio di Controparte determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del
regolamento della transazione stessa.
Rischio di posizione, di regolamento, di concentrazione con
riferimento ai portafogli di vigilanza e rischio di cambio e di posizione
su merci con riferimento all'intero bilancio; dove: il rischio di
posizione è il rischio che deriva dall'oscillazione del prezzo dei valori
mobiliari per fattori attinenti all'andamento dei mercati e alla
situazione della società emittente; il rischio di regolamento è il rischio
Rischio di Mercato
di perdita derivante dal mancato regolamento delle transazioni in
titoli di debito, titoli di capitale, contratti derivati, valute e merci non
ancora regolate dopo la loro data di scadenza; il rischio di
concentrazione è il rischio connesso al superamento del limite
individuale di fido; il rischio di cambio è il rischio o di subire perdite
per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte
le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio
3
Si precisa che la mappatura dei rischi riportata si pone in continuità con quanto deliberato nell’ultimo
catalogo dei rischi rilevanti dal Consiglio di Amministrazione di Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S. C.
ora in l.c.a. rispetto alla quale Nuova Banca Etruria S.p.A. è succeduta ai sensi e per gli effetti del D. Lgs.
180/2015. Il Consiglio di Amministrazione di Nuova Banca Etruria S.p.a., peraltro, nella seduta del 18 maggio
2016 ha approvato il nuovo catalogo dei rischi rilevanti, ove la mappatura tiene conto dei nuovi rischi
introdotti dal framework Basilea 3 nonché degli aggiornamenti, anche definitori, sopravvenuti.
17
di allocazione; il rischio di posizione su merci è il rischio di eventuali
perdite sulle posizioni in merci.
Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla
disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da
eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite
Rischio Operativo
derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività,
indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi
naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre
non sono inclusi quelli strategici e di reputazione.
Rischi di Secondo Pilastro (Circolare Banca d’Italia 285/ 2013)
Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le
controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti
operanti del medesimo settore economico, nella medesima regione
Rischio di
geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa
merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del
Concentrazione
rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da
esposizioni indirette, come ad esempio, nei confronti di singoli
fornitori di garanzie.
Rischio di Tasso di
interesse derivante da
Rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse.
attività diverse dalla
negoziazione
Rischio di non essere in grado di far fronte ai propri impegni di
Rischio di Liquidità
pagamento per l’incapacità sia di reperire fondi sul mercato sia di
smobilizzare i propri attivi.
Rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di
Rischio Residuo
credito utilizzate dal Gruppo Bancario risultino meno efficaci del
previsto.
Rischio che la sostanza economica dell’operazione di
Rischi derivanti da
cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di
Cartolarizzazioni
valutazione e di gestione del rischio.
Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale
derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni
Rischio Strategico
aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività
a variazioni del contesto competitivo.
Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale
derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo
Rischio Reputazionale
Bancario da parte di clienti, controparti, azionisti della banca,
investitori o autorità di vigilanza.
Rischio
di
leva Rischio dovuto alle detenzione di attivi eccessivi rispetto alla
finanziaria eccessiva
patrimonializzazione.
18
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Rischio connesso con
l’assunzione
di
partecipazioni
Attività di rischio e
conflitti di interesse nei
confronti di soggetti
collegati
Rischio paese
Rischio
trasferimento
Rischio informatico
di
Rischio che gli assetti organizzativi e il sistema dei controlli interni non
siano orientati all’obiettivo di prevenire e gestire correttamente i
potenziali conflitti d’interesse tra l’attività d’investimento in
partecipazioni in imprese non finanziarie e la rimanente attività
bancaria, creditizia in particolare.
Rischio che non sia assicurato il rispetto costante dei limiti prudenziali
e delle procedure deliberative previste sia dalla normativa interna che
dalla disciplina di vigilanza, oltre alla prevenzione e corretta gestire
dei potenziali conflitti d’interesse inerenti ad ogni rapporto
intercorrente con soggetti collegati.
Rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un paese
diverso dall’Italia.
Rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si
finanzia in valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali
fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà de debitore
di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata
l‘esposizione.
Rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote
di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e
della comunicazione.
Rischio
base
Rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di
(nell’ambito del rischio
segno opposto, simili ma non identiche.
di mercato)
Ulteriori Rischi interni definiti come rilevanti4 (ex normativa europea, GdL ABI)
Rischio riferito all'incertezza inerente l'accadimento di eventi, il loro
Rischio Assicurativo
ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti
all'attività prodotta dalle società di assicurazioni.
Trasversalmente ai singoli rischi vengono considerati anche:
-
Rischio Modello, ovvero quel rischio associato ai limiti delle metodologie valutative, oppure
all’utilizzo di parametri di calibrazione non osservabili sul mercato ed eventualmente errati;
Rischio Macroeconomico, che considera le condizioni presenti nell’ambiente macroeconomico
in cui viene svolta l’attività bancaria anche relativamente all’andamento del ciclo economico; e
le interazioni tra i rischi.
Rischio di Credito
Il Servizio Capital Management e Risk Integration della Capogruppo è la funzione cui è demandata
la misurazione del rischio di credito.
4
Cfr. nota sopra.
19
L’approccio seguito per la misurazione del rischio di credito nell’ambito delle Società del Gruppo
Bancario, che ricalca quanto disposto nella specifica disciplina di Vigilanza, è quello relativo alla
Metodologia Standardizzata applicato per tutti i segmenti di clientela.
Nello specifico, è stato utilizzato l’approccio Standardizzato, con particolare riferimento sia
all’utilizzo degli strumenti gestionali utilizzati per la stima ed il monitoraggio degli assorbimenti
patrimoniali che al consolidamento ed ulteriore efficientamento dei processi interni di gestione
delle garanzie ai fini dell’utilizzo delle tecniche di Credit Risk Mitigation. La trattazione dei processi
relativi alla gestione dei singoli comparti di garanzia si trova nel capitolo 16 dedicato specificamente
alla trattazione dell’art. 453 “Tecniche di attenuazione del rischio di credito”.
Per quanto concerne il sistema di rating interno, in analogia a quanto effettuato da Banca Etruria
S.C., è proseguito l’utilizzo in ottica gestionale dello stesso che da tempo è integrato nell’ambito dei
principali processi aziendali delle Banche del Gruppo.
Sono state utilizzate le valutazioni del sistema di rating per il monitoraggio periodico delle principali
variazioni del portafoglio crediti delle Banche del Gruppo.
Per quanto concerne il processo di override, gestito dalla Direzione Crediti ed oggetto di controllo
di secondo livello da parte della Direzione Risk Management, è consolidato all’interno delle Banche
del Gruppo in termini sia di analisi individuale delle singole posizioni che di analisi a livello di gruppi
economico-giuridici di clientela.
È stato utilizzato lo strumento gestionale di stima e monitoraggio degli assorbimenti patrimoniali e
di verifica e controllo delle garanzie in essere e del relativo livello di eleggibilità.
La disponibilità e l’utilizzo di tali strumenti gestionali (sistema di rating interno, da un lato, e
strumenti di stima e monitoraggio degli assorbimenti patrimoniali, dall’altro lato) permettono una
costante attività di analisi e controllo del livello di merito creditizio del portafoglio crediti, oltre che
un continuo monitoraggio del livello di eleggibilità del portafoglio garanzie acquisite. A tale
proposito, periodicamente viene sottoposta all’attenzione del Comitato Rischi e del Consiglio di
Amministrazione della Capogruppo l’analisi del rischio di credito a livello di Gruppo, sulla base delle
risultanze dei suddetti strumenti gestionali. L’analisi individuale delle altre Banche del Gruppo viene
poi sottoposta all’attenzione dei rispettivi Consigli di Amministrazione.
È stato utilizzato anche un modello di stima del Credit VaR di Gruppo, in termini di analisi del profilo
di rischio a livello complessivo di portafoglio ed a livello di singole posizioni di clientela il cui profilo
di rischio risulta essere maggiormente impattato dall’effetto di “contagio infra-gruppo”.
Il modello interno di pricing-risk-adjusted, consente di riflettere maggiormente sul prezzo praticato
alla clientela gli specifici rischi assunti.
Con riferimento alla gestione del rischio di credito, si precisa inoltre che le Società del Gruppo Banca
Etruria, in fase di valutazione, erogazione, gestione e recupero del credito, applicano il Regolamento
del Credito, il quale disciplina l’intero processo nel rispetto di specifiche regole di comportamento
che garantiscono la possibilità di quantificare il rischio, valutarne la qualità e seguirne l’andamento
nel tempo.
20
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Per quanto concerne, il Regolamento del Credito, questo riassume i principi e le norme in materia
di erogazione e gestione del Credito a cui devono attenersi le Banche del Gruppo, al fine di
assicurare un’efficace gestione dei rischi creditizi a livello di gruppo e di indicare criteri e
metodologie comuni per l’erogazione e la gestione del credito.
Aspetti operativi del processo sono regolati, oltre che dalle disposizioni del Regolamento del
Credito, da apposita normativa emanata dalla Capogruppo.
Il documento, in particolare, si articola nei seguenti paragrafi:
−
−
−
−
−
governo del rischio di credito;
disposizioni di carattere generale in materia di concessione del credito;
monitoraggio andamentale e gestione anomalie creditizie;
gestione del portafoglio deteriorato;
affidamenti a banche e controparti istituzionali.
Il processo di concessione e gestione del credito si articola nelle seguenti principali fasi:
−
−
−
−
istruttoria e valutazione del merito creditizio;
delibera;
perfezionamento/erogazione;
revisione, intendendo sia la revisione ordinaria e sia la revisione per difficoltà finanziarie
(Credito Forborne).
La fase di istruttoria della pratica di fido che si articola, a sua volta, nella seguenti fasi:
−
−
−
−
−
−
Raccolta della richiesta di concessione fido e della documentazione completa, necessaria
alla predisposizione della proposta di affidamento;
Individuazione del richiedente e della sua facoltà alla richiesta
Accertamento di tutte le connessioni economico-giuridiche nel caso di clientela imprese
Accertamento delle finalità della richiesta e avvio dell’attività istruttoria
Attribuzione della posizione ad una classe di rating/scoring interna ed eventuale
valutazione del “rating di legalità imprese” rilasciato dall’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato
Valutazione e acquisizione di eventuali garanzie idonee alla mitigazione del rischio di
credito
La fase di istruttoria e delibera del credito è supportata dalla piattaforma PEF5. Ciò permette di
gestire i processi valutativi e deliberativi in ottica di semplificazione operativa, attraverso percorsi
strutturati e guidati, e di elevata standardizzazione.
Il processo di perfezionamento/erogazione rappresenta la fase di gestione operativa del credito, in
cui deve essere espletato l’iter di formalizzazione degli affidamenti accordati e delle garanzie
ricevute, in vista della successiva erogazione.
5
Piattaforma Elettronica Informatica.
21
La revisione ordinaria del rapporto creditizio rappresenta l’attività periodica di verifica interna della
permanenza delle condizioni di affidabilità che avevano determinato la concessione delle
facilitazioni richieste. La fase di revisione del rischio di credito viene attivata direttamente dalla
Banca interessata o su iniziativa del cliente e comporta la manutenzione e l’aggiornamento delle
informazioni acquisite, in modo tale da rinnovare la decisione di affidabilità precedentemente
assunta oppure di modificare il quadro degli affidamenti concessi e/o delle garanzie ricevute.
La revisione per difficoltà finanziarie (Credito Forborne) ha per oggetto la revisione degli affidamenti
precedentemente concessi, in termini di modifiche alle condizioni contrattuali o un rifinanziamento
totale o parziale, a causa delle valutate difficoltà finanziarie del debitore. Le modalità operative
interne sono disciplinate secondo quanto previsto dagli Standard Tecnici Internazionali (ITS) EBA di
cui al Reg. Commissione Europea n. 227/2015 e alla Circolare Banca d’Italia n. 272/2008, 7°
aggiornamento.
Per quanto concerne, infine, la gestione delle posizioni che presentano situazioni di anomalia o
deterioramento, questa è demandata ad una filiera specificatamente preposta al monitoraggio
delle posizioni creditizie ed alla rilevazione delle posizioni “problematiche”. Qualora gli eventi che
hanno determinato l’anomalia si aggravano è necessario che la posizione venga classificata in
relazione al grado di rischiosità da parte delle strutture competenti, fatti salvi i casi in cui la
classificazione avviene in automatico. In linea di massima alle preposte strutture della Capogruppo
compete la classificazione di posizioni di importi ritenuti rilevanti secondo il modello organizzativo
interno vigente, mentre per quelle di importi inferiori la valutazione è rimessa direttamente alla
singola Banca.
Una volta definito lo status di “deterioramento”, mediante interventi specifici, sono svolte azioni
mirate a ricondurre le posizioni nello status di “performing”; laddove questo non risulti possibile, le
posizioni saranno classificate come posizioni in sofferenza e, conseguentemente, saranno attivate
iniziative specifiche a tutela del credito.
In un’ottica di semplificazione ed efficientamento del modello organizzativo di sede centrale e dei
relativi processi operativi sottostanti, alla Direzione Crediti è affidato il coordinamento dei comparti
relativi all’erogazione del credito e alla gestione del portafoglio problematico, mentre ad una
Direzione separata (Direzione NPL) la gestione delle sofferenze. Inoltre, sempre in un’ottica di
efficientamento e razionalizzazione del modello organizzativo, per Nuova Banca Etruria le attività
di monitoraggio e gestione crediti anomali e deteriorati di posizioni afferenti a “privati” sono
assegnate alla rete periferica e in particolare ad uno specifico ruolo all’interno delle Dipendenze a
cui sono attribuiti poteri e responsabilità in materia.
Infine, in un’ottica di presidio creditizio, è previsto un supplemento d'istruttoria sulle pratiche di
fido di “rischio rilevante”6 delle Banche del Gruppo-; il controllo consiste nella valutazione delle
proposte tramite un’analisi del merito creditizio in ottica di rischio comune.
Rischio di Controparte
6
I rischi di entità rilevante a livello di Gruppo vengono individuati tenuto conto dell’ammontare complessivo
dell’esposizione in termini di accordato in essere e/o proposto sia quando il rischio viene assunto nei
confronti di un singolo prenditore, sia quando il rischio viene assunto nei confronti di molteplici prenditori
connessi dal punto di vista giuridico e/o economico (rischio unico) I Regolamenti Interni e poteri Delegati
prevedono criteri e soglie di rilevanza.
22
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
L’analisi dell’andamento del rischio di controparte è demandata al Servizio Rischi Finanziari e
Operativi della Capogruppo che determina, tra l’altro, le modalità di calcolo della “correzione” dei
valori di bilancio dei derivati in ragione del rischio di controparte (c.d. Credit Risk Adjustment o CRA
per le esposizioni verso terzi e Debit Risk Adjustment o DRA per gli strumenti il cui mark to market
è negativo alla data di rilevazione).
Il CRA per i derivati negoziati con clientela è stimato attraverso l’utilizzo di fattori quali la Probability
of Default (PD) e la Loss Given Default (LGD) che dipendono rispettivamente dal rating della
controparte e dalla tipologia delle garanzie acquisite mentre, per gli strumenti con controparti
istituzionali, la stima avviene sulla base del costo di protezione sull’esposizione desunto dal mercato
dei Credit Default Swap. Per il calcolo del DRA è utilizzato lo spread di credito applicato per la
valutazione al fair value delle proprie passività con vita residua inferiore a 1 anno.
Nella negoziazione di strumenti derivati negoziati over-the counter la selezione della controparte
istituzionale delle operazioni è limitata a quelle per le quali sussiste idonea linea di fido e nei limiti
della relativa disponibilità. La gestione delle linee di fido è svolta all'interno della Direzione Finanza,
con autonomie deliberative gerarchicamente assegnate in funzione dell’importo.
Le negoziazioni con controparti istituzionali avvengono in presenza di un contratto di Credit Support
Annex (CSA) destinato alla mitigazione del rischio controparte seppur i relativi collateral non sono
considerate garanzie nell’ambito della disciplina prudenziale ma solo per determinare la posizione
complessiva netta al fine del calcolo del CRA e DRA.
In merito all’andamento del rischio di controparte ed alla sua composizione viene prodotta al
Consiglio di Amministrazione ed al Comitato Rischi della Capogruppo apposita reportistica con
cadenza trimestrale.
Rischio di Mercato
Il rischio di mercato è il rischio che il valore economico o i flussi di uno strumento finanziario
cambino per effetto di variazioni di fattori di mercato. Il rischio di mercato riguarda il rischio di tasso
di interesse, il rischio di cambio e altri rischi di prezzo.
L’attuale impostazione di controllo e misurazione è basata sia sugli assorbimenti patrimoniali che
sul rispetto di limiti di Value at Risk (VaR) modulati secondo i poteri delegati dal Consiglio di
Amministrazione della Capogruppo.
Ai fini della normativa di vigilanza, il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di mercato
è effettuato utilizzando la metodologia standardizzata e il metodo delta-plus per il trattamento
delle opzioni.
Il rischio di mercato sul portafoglio di negoziazione interessa esclusivamente la Capogruppo in
quanto le altre Società del Gruppo non detengono portafoglio di trading.
Il controllo del rischio di mercato viene effettuato attraverso il VaR (Value at Risk)7 che rappresenta
una stima della massima perdita potenziale del portafoglio di riferimento in un determinato arco
temporale e con un prefissato livello di probabilità. Il VaR è calcolato attraverso la piattaforma
informatica denominata ObjFin e si riferisce alla massima perdita che il portafoglio di riferimento
7
Cfr. glossario.
23
può subire in 10 giorni con una probabilità del 99%. Per uno specifico comparto di portafoglio
rappresentato da fondi è utilizzato un VaR di simulazione storica.
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce annualmente i limiti di VaR.
Il processo di controllo dei rischi di mercato si articola su più livelli e viene effettuato, su base
giornaliera, per il primo livello dalla Direzione Finanza, mentre per il secondo livello dal Servizio
Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo.
Quotidianamente è prodotto un report dalla Direzione Finanza – Staff Middle Office con i VaR dei
portafogli che è inviato alla Direzione Generale, alla Direzione Risk Management, alle altre strutture
della Direzione Finanza e alla Direzione Internal Audit.
Il Servizio Rischi Finanziari e Operativi produce trimestralmente una reportistica per il Comitato
Rischi e per il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo.
Per quanto riguarda nello specifico il rischio di cambio, le esposizioni del Gruppo derivano
principalmente dall’operatività in valuta con clientela. Il monitoraggio del rischio di cambio viene
effettuato dalle strutture di front office della Capogruppo attraverso l’utilizzo di apposita procedura
settoriale nonché all’interno della posizione complessiva soggetta a limiti di VaR. Il Servizio
Tesoreria della Capogruppo effettua operazioni a copertura del rischio cambio prevalentemente
attraverso la negoziazione di divisa a pronti e a termine.
Rischio Operativo
Coerentemente alle disposizioni di vigilanza prudenziale vigenti il rischio operativo è definito come
rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e
sistemi interni, oppure da eventi esogeni, ivi compreso il rischio giuridico.
Il Gruppo Bancario Banca Etruria adotta il metodo Standardizzato per il calcolo del requisito di fondi
propri consolidato a fronte dei rischi operativi implementando un sistema di gestione dei rischi
operativi a livello di Gruppo Bancario nel rispetto dei requisiti organizzativi, qualitativi e quantitativi
definiti a livello di vigilanza prudenziale. La valutazione dell’esposizione al rischio operativo è
rimessa al Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo.
Il sistema di gestione dei rischi operativi, avente come obiettivi principali il contenimento delle
perdite operative e il miglioramento dei processi interni ritenuti critici, prevede l’effettuazione di
molteplici attività demandate principalmente al Servizio Rischi Finanziari e Operativi della
Capogruppo, nell’ambito di un apposito modello organizzativo che formalizza compiti e
responsabilità delle diverse funzioni coinvolte nelle attività. Tali attività sono disciplinate in
apposito regolamento ed in un dedicato processo operativo aziendale.
Di seguito le attività svolte ai fini del sistema di gestione dei rischi operativi:
- raccolta perdite operative e relativi recuperi di tipo assicurativo e di altro tipo (Loss Data
Collection) normata, a livello di Gruppo, da specifica disciplina interna in materia di gestione
del rischio operativo nell’ambito della quale sono disciplinate in maniera organica e
sistematica, per singola Società Controllata e Unità Organizzativa interessata, competenze
di segnalazione e connessi adempimenti;
- rilevazione stime soggettive (Risk Self Assessment), parte qualitativa del sistema,
consistente in un preventivo processo di risk mapping e nella successiva rilevazione di stime
24
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
-
-
-
soggettive per singole aree di rischio rilevanti, fornite da “esperti” delle singole aree, volte
a valutare l’impatto di scenari sperimentati e potenziali;
calcolo del requisito e valutazione dell’esposizione ai rischi operativi. La valutazione
dell’esposizione ai rischi operativi, complessiva a livello di Gruppo Bancario e per segmento
di operatività rilevante8, viene effettuata attraverso l’elaborazione delle stime soggettive di
cui sopra e utilizzata gestionalmente
reporting e mitigazione, costituita dalla produzione periodica di una serie di report per gli
organi aziendali e altre funzioni delle Banche del Gruppo con livelli di dettaglio diversificati
in funzione del destinatario di riferimento che contengono, tra l’altro, proposte di interventi
di mitigazione poi discussi in appositi Comitati;
valutazione della qualità del sistema e rispondenza ai requisiti normativi, alle esigenze
operative aziendali e all’evoluzione del mercato di riferimento; gli esiti sono presentati alla
funzione di revisione interna.
È stato promosso l’utilizzo gestionale dei risultati delle analisi sui rischi operativi, sia qualitative che
quantitative, al fine di intervenire sui processi maggiormente critici con specifiche proposte di
mitigazione (ad esempio miglioramenti procedurali, revisioni normative, attività formative). A tal
proposito Il Gruppo Banca Etruria attua una politica tradizionale di trasferimento del rischio
operativo mediante la stipula di specifiche polizze assicurative finalizzate ad attenuare gli impatti
delle potenziali perdite operative scaturenti da eventi pregiudizievoli rientranti nel perimetro dei
rischi operativi.
E’ sistematicamente effettuata l’attività di segnalazione verso l’Osservatorio DIPO promosso
dall’ABI.
Rischio di Concentrazione
La misurazione del rischio di concentrazione viene elaborata dal Servizio Capital Management e
Risk Integration della Capogruppo e riguarda la determinazione sia della concentrazione di tipo
“single-name” che della concentrazione “geo-settoriale”.
La misurazione del rischio di concentrazione di tipo “single-name” viene elaborata facendo
riferimento al modello iniziale previsto da Banca d’Italia ed ai successivi aggiornamenti dello stesso
(Allegato B della Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1 della Circolare di Banca d’Italia n. 285 del 17
dicembre 2013 e successivi aggiornamenti); il rischio di concentrazione “geo-settoriale”, invece,
viene misurato secondo la metodologia elaborata dal “Laboratorio Rischio di concentrazione”
organizzato dall’ABI. La strategia di gestione del rischio di concentrazione “single-name”, secondo
le attuali disposizioni di Banca d’Italia, ricomprende solo le esposizioni riferite alla clientela
“Imprese”, escludendo le esposizioni riferite alle altre tipologie di controparti per alcune delle quali
(ad esempio Consorzi fornitori di garanzie e Banche), in considerazione della particolare rilevanza,
sono state definite specifiche soglie in termini di importo massimo dei crediti da concedere ed è
stato implementato uno specifico processo di controllo. La strategia di gestione del rischio di
concentrazione “geo-settoriale”, invece, ricomprende le esposizioni riferite a tutte le controparti di
clientela “residenti”, indipendentemente dal segmento di appartenenza, con esclusione di quelle
verso gli intermediari vigilati.
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Per segmento di operatività rilevante si intende ogni Società Controllata soggetta a requisito patrimoniale
individuale a fronte dei rischi operativi.
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Periodicamente viene sottoposta all’attenzione del Comitato Rischi e del Consiglio di
Amministrazione della Capogruppo l’analisi del rischio di concentrazione sia a livello “single-name”
che a livello “geo-settoriale”.
Infine, periodicamente vengono sottoposte all’attenzione del Consiglio di Amministrazione della
Capogruppo e del Consiglio di Amministrazione delle altre Banche del Gruppo, rispettivamente le
principali posizioni di clientela a livello consolidato ed a livello individuale.
Rischio di Tasso di Interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione
Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario attiene alle perdite che possono
generarsi per effetto di uno sfavorevole andamento dei tassi di mercato e si riferisce alla mancata
coincidenza delle date di scadenza e di riprezzamento (repricing risk) e al diverso andamento dei
tassi di riferimento delle poste attive e passive (basis risk).
All’interno della Capogruppo è stato delineato un puntuale processo di definizione, gestione e
controllo del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, che vede coinvolte diverse
funzioni aziendali, a ciascuna delle quali sono attribuiti compiti specifici in materia.
La misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario è elaborata dal Servizio
Rischi Finanziari e Operativi.
Ai fini della misurazione del rischio di tasso sul portafoglio bancario è stato adottato un modello
interno che utilizza un approccio di analisi di sensitivity attraverso il quale è stimata la diminuzione
del valore economico del Gruppo in presenza di una prestabilita variazione della curva dei tassi alla
data di riferimento.
Le simulazioni sono effettuate dal Servizio Rischi Finanziari e Operativi con cadenza trimestrale a
livello di Gruppo; specifici report vengono sottoposti, con cadenza trimestrale al Comitato Rischi ed
al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo.
Le stesse analisi sono condotte trimestralmente anche a livello individuale sull’altra banca del
Gruppo e sottoposte, con specifica reportistica, ai relativi Consigli di Amministrazione.
E’ attivo un sistema di controllo, nell’ambito della più ampia strategia di gestione del rischio di tasso
di interesse del portafoglio bancario, basato sul monitoraggio delle poste patrimoniali significative
in tema di rischio di tasso di interesse con l’obiettivo di verificare periodicamente il rischio di tasso
di interesse che il Gruppo sostiene.
È stato definito un limite operativo di Capitale Interno di Gruppo ed indicatori di early warning, sia
a livello di Gruppo che di singole Banche, in grado di anticipare condizioni di particolare stress.
Rischio di Liquidità
Il rischio di liquidità consiste nella possibilità di non riuscire a far fronte ai propri impegni di
pagamento per l’incapacità sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk) sia di
smobilizzare i propri attivi (market liquidity risk). La misurazione del rischio di liquidità è demandata
al Servizio Rischi Finanziari e Operativi.
La gestione della posizione finanziaria del Gruppo è integralmente accentrata presso la Capogruppo
al fine di ridurre il rischio di liquidità e garantire una più efficiente gestione.
Il sistema di sorveglianza si basa su uno scadenziario (c.d. maturity ladder), che consente di valutare
l’equilibrio di flussi di cassa attesi, e su un’analisi della concentrazione e del tenore delle fonti di
finanziamento delle controparti istituzionali.
Nuova Banca Etruria gestisce sia la liquidità operativa che la liquidità strutturale.
La liquidità operativa si riferisce all’insieme di posizioni di tesoreria e mercato monetario in un
periodo temporale di tre mesi, mentre la liquidità strutturale attiene alle poste a vista e a tutte le
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
posizioni a scadenza che producono flussi di liquidità anche a più lunga scadenza. Esiste un sistema
di controllo che prevede, da un lato, l’elaborazione di un sistema di sorveglianza della posizione
finanziaria netta al fine di verificare periodicamente il rischio di liquidità e, dall’altro, la previsione
di un piano di emergenza che individua, tra l’altro, le strategie di intervento e le responsabilità
delegate agli organi aziendali in caso di condizioni anomale (contingency plan).
Nel monitoraggio del rischio di liquidità sono anche prese in considerazione le attività finanziarie
detenute in portafoglio, opportunamente ponderate in funzione del proprio grado di liquidabilità
in base ai parametri utilizzati dalla Banca Centrale Europea.
Nell’ambito del sistema di sorveglianza sono stati stabiliti dei limiti operativi (attinenti ai flussi di
cassa attesi nel breve periodo) e strutturali (riferibili a poste attive e passive a prescindere dalla loro
durata, nonché a rapporti impieghi/raccolta da clientela). I limiti operativi, monitorati almeno
settimanalmente, si riferiscono al mantenimento di saldi liquidi nel brevissimo termine e di una
posizione finanziaria netta complessiva positiva a un mese.
I limiti operativi sono oggetto di controllo anche quotidiano.
Sono previste soglie di sorveglianza dei limiti connessi alla liquidità operativa con gestione di poteri
di delega in capo al Direttore della Direzione Finanza, tali limiti sono monitorati con frequenza
almeno settimanale; in caso di superamento delle soglie di sorveglianza il Servizio Rischi Finanziari
e Operativi della Capogruppo informa il Direttore della Direzione Finanza dell’avvenuto
sconfinamento per la presa visione della situazione di liquidità operativa.
Oltre alle misurazioni periodiche relative al rischio di liquidità operativa il Gruppo produce le
segnalazioni mensili/trimestrali dell’indicatore liquidity coverage ratio (LCR) in linea con quanto
previsto dalla normativa di riferimento.
Il Servizio Rischi Finanziari e Operativi predispone adeguata reportistica che consente una
complessiva visione dei limiti e che viene presentata periodicamente al Comitato Rischi ed al
Consiglio di Amministrazione della Capogruppo.
Rischio Residuo
In considerazione della rilevanza che gli strumenti di attenuazione del rischio di credito, fra cui la
copertura dell’esposizione attraverso garanzie reali e personali, rivestono nelle politiche creditizie
a livello di Gruppo, il Servizio Capital Management e Risk Integration della Capogruppo
periodicamente verifica il grado di efficacia delle tecniche di mitigazione del rischio di credito con
riferimento sia ai presidi esistenti che in termini di impatto delle stesse tecniche CRM. I principali
strumenti di attenuazione del rischio residuo sono rappresentati dai presidi organizzativi che a
livello di Gruppo fissano norme operative uniformi in materia di acquisizione, gestione,
monitoraggio e conservazione delle garanzie reali ipotecarie, delle garanzie reali finanziarie e delle
garanzie personali definendo, fra l’altro, l’iter per la verifica della potenziale eleggibilità e le
modalità di controllo.
Sono inoltre da tempo consolidati gli strumenti gestionali per la stima ed il monitoraggio degli
assorbimenti patrimoniali che permettono anche un costante controllo del livello di eleggibilità del
portafoglio garanzie acquisite.
Le risultanze gestionali, in termini di eleggibilità del portafoglio garanzie, sono parte integrante della
reportistica predisposta periodicamente per il Comitato Rischi ed il Consiglio di Amministrazione
della Capogruppo e per i Consigli di Amministrazione delle altre Banche del Gruppo.
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È stata posta particolare attenzione ai processi di data quality e, anche attraverso una revisione del
modello organizzativo, si sono poste le basi per miglioramenti duraturi nella gestione e nel recupero
delle garanzie. È stato poi condiviso un nuovo processo operativo aziendale che abbracciasse in
modo organico il complesso delle garanzie gestite dalla Banca a tutela della propria creditoria. Di
particolare rilievo l’adozione di una disciplina unitaria per il monitoraggio del valore di perizia dei
beni ipotecati che ha uniformato i processi di provisioning con quelli di determinazione degli
assorbimenti di capitale, stabilendo che:
- gli immobili posti a garanzia delle esposizioni classificati non performing di importo superiore a
3 mln di euro sono sottoposti a riperiziamento ogni 12 mesi, mentre se l'importo è compreso
tra euro 150.000 e 3 mln di euro la periodicità è di 36 mesi;
- gli immobili posti a garanzia delle esposizioni bonis di importo superiore a 3 mln di euro sono
sottoposti a riperiziamento ogni 36 mesi;
- in ogni caso, se periodiche rivalutazioni statistiche lasciano indicare un significativo
deterioramento del valore dell’immobile, anche in relazione al credito residuo che la banca
vanta nei confronti della clientela.
Rischi derivanti da Cartolarizzazione
Tutte le operazioni di cartolarizzazione sono state realizzate da Banca Etruria s.c. (Originator) ai
sensi e per gli effetti della Legge 130/1999, mediante le Società Veicolo (SPV) Mecenate S.r.l.,
Etruria Securitisation SPV S.r.l. e AULO SPV S.r.l., all’uopo costituite. Il capitale sociale di Mecenate
S.r.l. è detenuto per il 95% da Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio (Nuova Banca Etruria), mentre il
restante 5% del capitale sociale è di proprietà di Finanziaria Italiana S.p.A. con sede ad Arezzo.
Etruria Securitisation SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Stichting Etruria, società di diritto
olandese con sede in Olanda.
AULO SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Structured Finance Management – Italy S.r.l., con sede
a Milano.
Al 31 dicembre 2015 risultavano attive le operazioni effettuate nel 2007 (Mecenate #2), nel 2009
(Mecenate #3), nel 2011 (Mecenate #4), nel 2012 (Etruria SPV 2012) e nel 2013 (Aulo SPV). Le
operazioni di cartolarizzazione Mecenate realizzate da Banca Etruria s.c. hanno riguardato
rispettivamente mutui residenziali in bonis, originati da Banca Etruria s.c. e da altre banche dalle
quali Banca Etruria s.c. aveva acquisito tali crediti; l’operazione Etruria SPV, realizzata da Banca
Etruria s.c., ha riguardato mutui ipotecari e chirografari erogati a SME e piccoli operatori economici;
ed infine l’operazione AULO SPV, realizzata anch’essa da Banca Etruria s.c., ha riguardato un
portafoglio di piccoli prestiti e crediti al consumo, parte dei quali originati da ConEtruria S.p.A.,
società controllata poi incorporata nel 2012.
Con riferimento alle operazioni realizzate ed in essere al 31 dicembre 2015 si evidenzia che quella
perfezionata nel 2007 è un’operazione di “cartolarizzazione tradizionale”, nella definizione data
dalla normativa di vigilanza vigente, con la quale è stato attuato all’emissione il significativo
trasferimento del rischio; mentre quelle perfezionate nel 2009, nel 2011 e nel 2012, definite
“autocartolarizzazioni”, nelle quali tutti i titoli obbligazionari emessi nell’ambito dei rispettivi
portafogli da Mecenate e Etruria SPV sono stati completamente sottoscritti all’emissione da Banca
Etruria s.c., non hanno comportato il trasferimento del rischio e non sono pertanto riconducibili, ai
fini della normativa, come esposizioni verso la cartolarizzazione.
Relativamente all’operazione Aulo SPV, perfezionata nel 2013, sebbene caratterizzata dalla vendita
della tranche senior ad un investitore istituzionale e la sottoscrizione della tranche Junior da parte
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
di Banca Etruria s.c., la stessa non realizza il trasferimento del rischio secondo quanto previsto dalla
normativa di Vigilanza.
Il Gruppo Banca Etruria non ha in essere operazioni c.d. “cartolarizzazioni sintetiche”.
Nuova Banca Etruria non effettua operazioni di market-making su titoli RMBS e su quelli ABS
collegati alle operazioni di cartolarizzazione.
Con Decreto Legge n. 183 del 22/11/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23/11/2015,
è stata costituita Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.A., con Sede Legale in Roma, via Nazionale
91, a favore della quale, per provvedimento della Banca d’Italia in data 22 novembre 2015, sono
stati ceduti tutti i diritti, le attività e le passività (fatta eccezione per le passività espressamente
indicate nel citato provvedimento), costituenti l’azienda bancaria della Banca Popolare dell'Etruria
e del Lazio Soc. Coop. In amministrazione straordinaria (Banca Etruria s.c. in a.s.) posta in
risoluzione.
Per tutte le operazioni (ed i relativi portafogli) è stato affidato a Nuova Banca Etruria l’incarico di
Servicer, di Corporate Services Provider e di Collection Account Bank, regolati da specifici contratti:
Contratto di Servicing, Contratto di Corporate Servicer Provider e Agency and Account Agreement.
Le specifiche attività di Servicer sono svolte all’interno dell’Ufficio Finanziamenti e Contabilità
Crediti di Nuova Banca Etruria, da parte di un nucleo di specialisti dedicati, che funge da raccordo
con le altre funzioni aziendali coinvolte per le specifiche attività di competenza.
Le strutture aziendali di Nuova Banca Etruria, proprio in conseguenza del ruolo svolto nell’ambito
delle operazioni di cartolarizzazione, sono state debitamente istruite, attribuendo compiti e relative
responsabilità, con specifiche disposizioni interne.
Nuova Banca Etruria è anche “Subordinated Loan Provider” di Mecenate, di Etruria SVP e di AULO
SPV9, avendo fornito, per ciascuna operazione, finanziamenti diretti per la costituzione, a seconda
dei casi, di Cash Reserve, Expenses Account Reserve, Commingling Reserve e Set-Off Reserve.
Periodicamente gli Organi Aziendali di governo e di gestione di Nuova Banca Etruria sono informati
sull’evoluzione delle operazioni di cartolarizzazione e sono portati a conoscenza di tutti quegli
eventi che necessitano, o possono necessitare, di azioni correttive volte a garantire la buona
performance delle stesse, nel rispetto dei vincoli contrattuali e delle obbligazioni assunte.
Rischio Strategico
Per la gestione del rischio strategico, il Gruppo Banca Etruria prende in considerazione due
dimensioni di analisi:
- rischio strategico “puro” o “di medio-lungo periodo” (rischio che le scelte strategiche di mediolungo periodo non producano i risultati attesi, penalizzando il raggiungimento degli obiettivi
economico-patrimoniali di lungo periodo o, addirittura, compromettendo i livelli economicopatrimoniali futuri);
- rischio “commerciale” o “di breve periodo” (rischio di volatilità degli utili relativi all’attività con
la clientela).
Tuttavia, in considerazione del fatto che la capogruppo Nuova Banca Etruria, come già
rappresentato, è stata costituita per svolgere i compiti di ente-ponte ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs.
n. 180/2015 (in conseguenza della sottoposizione a risoluzione della Banca Popolare dell’Etruria e
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Il finanziamento concesso ad AULO SPV è stato completamente rimborsato il 26 marzo 2014
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del Lazio Società Cooperativa, disposta con provvedimento della Banca d’Italia del 21 novembre
2015), non risulta di fatto possibile una gestione del rischio strategico in termini ordinari.
L’oggetto sociale della neo-costituita società rappresentato dall’”… acquisizione e la gestione dei
beni e rapporti giuridici della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio Cooperativa in risoluzione con
l’obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali …e di cedere a terzi tali beni e rapporti
quando le condizioni di mercato saranno adeguate” condiziona in maniera determinante la gestione
del rischio strategico sia nella componente di lungo che di breve periodo, ivi comprese le connesse
attività di pianificazione di dettaglio che non sono allo stato compiutamente definite né definibili.
In linea generale, in condizioni ordinarie, per quanto riguarda il rischio strategico “puro” o “di
medio-lungo periodo” il Gruppo Banca Etruria risulta dotato di un complesso organico di regole
organizzative e di governance per la definizione degli obiettivi strategici. Il Consiglio di
Amministrazione della Capogruppo è l’organo deputato alla definizione degli obiettivi strategici a
livello di Gruppo ed è supportato in tale attività dalle unità organizzative della Capogruppo
attraverso le quali si articola il processo di pianificazione di Gruppo. Il Servizio Pianificazione e
Controllo di Gestione, in particolare, avvalendosi anche di altre funzioni specialistiche della
Capogruppo, coopera alla definizione ed attuazione del processo di pianificazione.
In materia di pianificazione annuale, il processo di budgeting rappresenta il meccanismo di
programmazione e di coordinamento delle attività svolte dalle singole unità organizzative, con la
principale finalità di individuare le potenzialità di impiego delle risorse umane e patrimoniali che si
ipotizzano disponibili per il raggiungimento degli obiettivi economici e di crescita pianificati su base
pluriennale nel Piano Industriale. Il coordinamento del processo annuale di budgeting a livello di
Gruppo è affidato al Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione della Capogruppo. Viene previsto
uno specifico sistema di monitoraggio dello stato di attuazione delle strategie rispetto ai risultati
attesi.
Per quanto riguarda il rischio strategico “commerciale” o “di breve periodo”, al fine di assicurare
che l’introduzione di nuovi prodotti/servizi e conseguenti cambiamenti siano gestiti in maniera
strutturata e controllata, il Gruppo Banca Etruria si è dotato di un processo formalizzato che
regolamenta la creazione e l’approvazione di ogni nuovo prodotto/servizio.
Il sistema di monitoraggio dell’andamento della produzione commerciale del Gruppo è affidato al
Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione il quale relaziona in merito gli organi aziendali.
La previsione di idonei strumenti di analisi e diffusione dei dati sull’andamento delle variabili chiave
che caratterizzano la gestione, realizzato attraverso processi di reporting, rappresenta un
significativo presidio di mitigazione sia del rischio strategico “puro” sia del rischio strategico
“commerciale”. Viene pertanto predisposta specifica reportistica periodica come informativa agli
organi di governance da parte del Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione della Capogruppo,
in merito agli scostamenti in termini economico/patrimoniali ed allo stato di avanzamento del Piano
Industriale o degli obiettivi strategici comunque deliberati dai competenti organi.
Rischio reputazionale
Il rischio di reputazione si concretizza nel rischio, attuale o prospettico, di flessione degli utili o del
capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte dei clienti,
controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza.
L’attenzione agli aspetti reputazionali del Gruppo viene esplicitata, sin dalla definizione delle linee
strategiche generali con le quali si intende preservare il ruolo di ogni Entità appartenente al Gruppo
Banca Etruria, all’interno del contesto economico e sociale di riferimento.
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
In base a quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza emanata dalla Banca d’Italia la Funzione Risk
Management definisce le modalità di valutazione e controllo dei rischi reputazionali, in
coordinamento con la Funzione Compliance, individuata a sua volta come unità responsabile del
monitoraggio organico e sistematico della reputazione del Gruppo dall’Organo con funzione di
Supervisione Strategica.
In questa sua attività la Funzione Compliance tiene conto di fattori esogeni ed endogeni che
possono generare elementi in grado di produrre ricadute negative sulla reputazione del Gruppo ed
attiva eventualmente anche meccanismi di escalation tali da consentire una verifica più costante
della situazione (es. revisione della periodicità del monitoraggio dei fattori, estensione degli ambiti
sottoposti a controllo – raccolta, numero clienti, eventuale attivazione ad evento di comitati anti
crisi). Per quanto riguarda i fattori esogeni, si tiene conto, in linea generale, del contesto normativo,
economico e sociale esterno, della percezione del sistema bancario da parte dell’opinione pubblica
e dell’andamento dei mercati finanziari; inoltre, in particolare, sono stati effettuati:
a) il monitoraggio della performance delle azioni Banca Etruria, fino alla data di sospensione
dalle quotazioni avvenuta il 13 febbraio 2015, rispetto all’andamento dell’indice di Borsa
Italiana FTSE IT All-Share Banks, operativamente condotto dalla Funzione di Risk
Management;
b) il monitoraggio dei media, operativamente condotto dalla Comunicazione, il quale
periodicamente e in situazioni di particolare criticità ed importanza riferisce alla
Compliance;
c) il monitoraggio dell’andamento dei volumi di raccolta/impiego e della situazione di liquidità
della Banca collegato anche agli eventi straordinari che hanno riguardato l’Istituto nell’anno
2015.
Al netto di fenomeni critici come quelli verificatesi nel 2015, il monitoraggio della reputazione
attraverso l’analisi dei fattori endogeni è stato tradizionalmente articolato come segue:
- identificazione dei fattori potenziali che, sulla base dell’attuale operatività del Gruppo Banca
Etruria, possono generare un danno per la sua reputazione;
- valutazione della potenziale rischiosità connessa ad ogni area di vulnerabilità, individuata in
ragione delle caratteristiche dell’articolato sanzionatorio nonché di eventuali ulteriori
considerazioni aventi specifica valenza reputazionale;
- ricognizione, per ciascuno dei fattori identificati, del sistema dei controlli posti in essere e dei
presidi esistenti a livello di Gruppo;
- valutazione dell’adeguatezza e dell’efficacia dei presidi organizzativi e di controllo posti in
essere come prevenzione degli eventi che possono portare un danno reputazionale per la
Capogruppo e per le controllate bancarie e finanziarie;
- evidenza delle eventuali aree di criticità e/o degli interventi correttivi da porre in essere per
migliorare il sistema dei controlli e/o dei presidi esistenti.
La Funzione Compliance cura l’attività di monitoraggio sopra indicata mediante la partecipazione a
Comitati e Gruppi di Lavoro Interni.
Nel 2015 il livello di rischio reputazionale è stato costantemente mantenuto al livello massimo
previsto nella scala di valutazione a seguito dei noti eventi che hanno riguardato Banca Etruria s.c.
(anche Old Bank) e che ne hanno portato alla risoluzione nello scorso mese di novembre e poi alla
liquidazione coatta amministrativa nel mese di dicembre. Analoga valutazione è stata effettuata
anche per Nuova Banca Etruria S.p.A., nata a seguito dei provvedimenti di risoluzione già citati, che
ha subito le conseguenze reputazionali soprattutto della pressione mediatica accesasi sulla Old
Bank.
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Rischio Assicurativo
In considerazione della rilevanza delle partecipazioni che la Capogruppo Nuova Banca Etruria
detiene nelle compagnie assicurative BancAssurance Popolari e BancAssurance Popolari Danni, è
stato istituito presso il Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo un presidio per la
verifica periodica del grado di esposizione del Gruppo al rischio assicurativo, inteso come rischio
riferito all'incertezza inerente l’ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa
riferiti all'attività prodotta dalle società di assicurazioni.
Le preposte funzioni delle compagnie assicurative sopra citate trasmettono al Servizio Rischi
Finanziari e Operativi della Capogruppo le informazioni e i dati relativi al proprio margine di
solvibilità. Successivamente il Servizio Rischi Finanziari e Operativi provvede a quantificare il grado
di esposizione al rischio assicurativo sulla base di un modello interno che si fonda sulla valutazione
del margine di solvibilità comunicato all’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di
Interesse Collettivo (IVASS). Il margine in questione può essere considerato come una garanzia della
solvibilità dell’impresa assicurativa, poiché si risolve nell’obbligo per l’impresa stessa di mantenere
un’eccedenza delle attività rispetto alle passività proporzionata al volume di affari.
Le compagnie assicurative controllate da Nuova Banca Etruria si sono dotate di un modello di
governance, di una struttura operativa e di criteri funzionali coerenti con le linee strategiche e
gestionali dettate dalla Capogruppo e con le disposizioni di vigilanza del settore. Le unità
organizzative di BancAssurance Popolari e BancAssurance Popolari Danni operano all’interno del
quadro normativo di Gruppo e sono dotate di regolamenti e di funzioni interne che consentono
loro un efficiente controllo della propria attività e dei relativi rischi.
La mitigazione del rischio assicurativo viene attuata grazie ai limiti ed alle regole già imposte
dall’IVASS, atte a regolare l’intero settore nonché attraverso l’utilizzo, a fini gestionali, delle
risultanze della specifica attività di stress testing operata in seno alla Capogruppo. Il Consiglio di
Amministrazione ed il Comitato Rischi della stessa Capogruppo ricevono informativa sul rischio due
volte all’anno.
Rischio di leva finanziaria eccessiva
La Circolare 285/2013 di Banca d’Italia definisce il rischio di leva finanziaria eccessiva come “il rischio
che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda
la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano
industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero
comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività” e prevede che le banche calcolino il
proprio coefficiente di leva finanziaria. Il coefficiente di leva finanziaria eccessiva è stato introdotto
nell’ambito del framework Basilea 3 quale requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali
basati sul rischio, con l’obiettivo di limitare l’accumulo di indebitamento nel settore bancario per
evitare processi di deleveraging destabilizzanti che possono danneggiare il sistema finanziario e più
in generale l’economia, nonché di rinforzare il sistema dei requisiti patrimoniali associati al rischio
con una semplice misura di backstop, non basata sul profilo di rischio.
Il processo di gestione e controllo del rischio di leva finanziaria eccessiva di cui il Gruppo si è dotato
è descritto all’interno della presente informativa nello specifico capitolo dedicato (cfr. infra capitolo
15).
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Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Rischio Paese
Il rischio paese è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013 come “il rischio di perdite
causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall’Italia. Il concetto di rischio paese è più
ampio di quello di rischio sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni indipendentemente dalla
natura delle controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o amministrazioni pubbliche”
(Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1, Allegato A).
L’attività di controllo e di attenuazione del rischio paese è demandata al Servizio Capital
Management e Risk Integration che, a tal fine, effettua una specifica attività di monitoraggio del
rischio derivante dalle esposizioni verso controparti appartenenti al medesimo Paese estero,
attraverso un approccio quantitativo basato su una modellizzazione interna. Tali attività di
monitoraggio trovano specifica disciplina in uno specifico regolamento interno.
Il Servizio Capital Management e Risk Integration monitora l’esposizione del Gruppo al rischio paese
con cadenza semestrale e relaziona, con pari cadenza, il Comitato Rischi e il Consiglio di
Amministrazione. Laddove quest’ultimo abbia previsto specifici limiti di alert e di tolleranza, il citato
Servizio evidenzia l’eventuale superamento degli stessi affinché il Consiglio di Amministrazione,
anche su proposta del Comitato Rischi, assuma le decisioni inerenti le azioni correttive da
intraprendere.
Ai fini della valutazione di adeguatezza patrimoniale non viene determinato un capitale interno
specifico associato al rischio paese, in quanto tale rischio si considera compreso nel capitale interno
del rischio di credito.
Rischio di trasferimento
Il rischio di trasferimento è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013 come “il rischio che
una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui
percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di
convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l’esposizione” (Parte Prima, Titolo III,
Capitolo 1, Allegato A).
L’attività di controllo e di attenuazione del rischio di trasferimento è demandata al Servizio Capital
Management e Risk Integration che, a tal fine, effettua una specifica attività di monitoraggio,
attraverso un approccio quantitativo basato su una modellizzazione interna, del rischio derivante
da esposizioni verso clientela con Paese di residenza diverso dall’Italia (come risultante
dall’Anagrafe Aziendale) e il cui Paese di residenza risulta compreso nella lista dei Paesi da
considerare a rischio stilata dall’ABI. Tali attività di monitoraggio trovano specifica disciplina in uno
specifico regolamento interno.
Il Servizio Capital Management e Risk Integration monitora l’esposizione del Gruppo al rischio di
trasferimento con cadenza semestrale e relaziona, con pari cadenza, il Comitato Rischi e il Consiglio
di Amministrazione. Laddove quest’ultimo abbia previsto specifici limiti di alert e di tolleranza, il
citato Servizio evidenzia l’eventuale superamento degli stessi affinché il Consiglio di
Amministrazione, anche su proposta del Comitato Rischi, assuma le decisioni inerenti le azioni
correttive da intraprendere.
Ai fini della valutazione di adeguatezza patrimoniale non viene determinato un capitale interno
specifico associato al rischio di trasferimento, in quanto tale rischio si considera ricompreso nel
capitale interno del rischio di credito.
33
Rischio Base
Il rischio base è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 come segue:
“nell’ambito del rischio di mercato, il rischio base rappresenta il rischio di perdite causate da
variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche. Nella
considerazione di tale rischio particolare attenzione va posta dalle banche che, calcolando il
requisito patrimoniale per il rischio di posizione secondo la metodologia standardizzata,
compensano le posizioni in uno o più titoli di capitale compresi in un indice azionario con una o più
posizioni in future/altri derivati correlati a tale indice o compensano posizioni opposte in future su
indici azionari, che non sono identiche relativamente alla scadenza, alla composizione o a
entrambe”. (Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1, Allegato A).
Il processo di controllo e gestione del rischio base, demandato al Servizio Rischi Finanziari e
Operativi, prevede attività di rilevazione e monitoraggio delle posizioni a rischio base presenti nel
trading book laddove siano verificate talune condizioni definite internamente in coerenza con la
normativa di vigilanza. Tali attività di controllo e gestione trovano specifica disciplina in uno
specifico regolamento interno. Gli esiti delle summenzionate attività vengono prospettati al
Comitato Rischi e al Consiglio di Amministrazione nell’ambito della ordinaria informativa per i rischi
di mercato.
Gli effetti del rischio base, in considerazione delle attività di cui sopra, sono monitorati sia a livello
regolamentare, in quanto il relativo capitale interno è compreso in quello attinente al rischio di
mercato, sia a livello gestionale, in quanto il VaR del rischio di mercato tiene conto anche di tali
posizioni.
Rischio Informatico
Il rischio informatico è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 come: “il
rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione
all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Information and Communication
Technology – ICT”. (Parte Prima, Titolo IV, Capitolo 4, sezione I).
La metodologia di analisi del rischio informatico, intesa come descrizione delle fasi che
compongono il processo di analisi e gestione dei rischi ICT, è definita dal Servizio Operations e ICT.
Rischio connesso con l’assunzione di partecipazioni
Rischio che gli assetti organizzativi e il sistema dei controlli interni non siano orientati all’obiettivo
di pervenire e gestire correttamente i potenziali conflitti di interesse tra l’attività di investimento in
partecipazioni in imprese non finanziarie e la rimante attività bancaria, creditizia in particolare.
I risvolti di tale rischio vengono estrinsecati sia sul rischio strategico che sul rischio di credito.
Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati
Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza in materia, il Gruppo si è dotato di
un sistema di gestione e controllo delle attività a rischio verso soggetti collegati declinato nel
Regolamento in materia di operazioni con soggetti collegati, gli specifici adempimenti delle
strutture operative sono regolamentati in uno specifico processo operativo aziendale. In tale
ambito trovano disciplina le procedure deliberative volte a preservare l’integrità dei processi
decisionali nelle operazioni con soggetti collegati e a prevenire/gestire situazioni di potenziale
conflitto di interesse e vengono fissate le politiche interne in materia, stabilendo un sistema di limiti
quantitativi, individuali e consolidati, in rapporto ai fondi propri (livelli di propensione) con
riferimento alle esposizioni complessive verso la totalità dei soggetti collegati. Il monitoraggio dei
34
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
suddetti limiti è demandato al Servizio Capital Management e Risk Integration. Degli esiti di tale
monitoraggio viene prodotta specifica reportistica per gli organi aziendali nei termini previsti dalla
summenzionata disciplina aziendale.
Dispositivi di governo societario
Il Consiglio di Amministrazione di Nuova Banca Etruria S.p.A. si compone di n. 3 membri, di seguito
le cariche di amministrazione rivestite dagli stessi in altre società bancarie, finanziarie, assicurative
e altre società:
Dott. Roberto Nicastro, Presidente del Consiglio di Amministrazione, oltre che di Nuova Banca
dell’Etruria e del Lazio, di:
-
Nuova Banca delle Marche S.p.A.;
-
Nuova Cassa di Risparmio di Chieti S.p.A.;
-
Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.;
-
Cassa del Trentino S.p.A.;
-
Vice Presidente di Bank Pekao SA, Polonia;
Membro del Consiglio di Amministrazione di:
-
Fondazione Arché, Milano.
Dott. Roberto Bertola, Amministratore Delegato di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio, riveste la
carica di Amministratore non esecutivo indipendente del Consiglio di Amministrazione della Cassa
di Risparmio di Saluzzo S.p.A..
Dott.ssa Maria Pierdicchi, Amministratore indipendente del Consiglio di Amministrazione, oltre
che di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., di:
-
Nuova Banca delle Marche S.p.A.;
-
Nuova Cassa di Risparmio di Chieti S.p.A.;
-
Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.
In considerazione della sopra esposta composizione non risulta possibile la costituzione in seno al
Consiglio di Amministrazione di un comitato di rischio distinto.
Quanto alla politica di ingaggio per la selezione dei membri dell'organo di amministrazione, ivi
comprese le competenze richieste, e la politica di diversità adottata nella selezione dei membri
dell'organo di amministrazione, i relativi obiettivi ed eventuali target stabiliti nel quadro di detta
politica nonché la misura in cui tali obiettivi e target siano stati raggiunti, tali aspetti non trovano
applicazione in Nuova Banca Etruria S.p.A. in considerazione della particolare natura societaria della
nuova società di capitali. Nuova Banca Etruria è, infatti, “ente – ponte” ai sensi dell’articolo 42 del
d.lgs. 180/2015, i diritti di voto sono esercitati interamente dalla Banca d’Italia che ha il potere di
nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e quello di
determinarne i compensi (provvedimento n.1241113 del 22 novembre 2015). E’ la stessa
Banca d’Italia, ai sensi dell’articolo 42 comma 3 lett. b) del citato d.lgs. 180/2015, che approva
l’attribuzione delle deleghe al Consiglio di Amministrazione.
35
Quanto, infine, ai flussi di informazioni sui rischi indirizzati all'organo di amministrazione gli stessi
sono approvati dal Consiglio di Amministrazione e sono predisposti dalle strutture responsabili delle
funzioni di controllo in modo tale da consentire la verifica della regolarità dell’attività di
amministrazione, l’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie e l’adeguatezza
degli assetti organizzativi e contabili della banca nonché gli equilibri nella gestione della Banca e del
Gruppo.
In particolare, in circostanze ordinarie tali flussi includono il livello e l’andamento dell’esposizione
a tutte le tipologie di rischio rilevanti, gli eventuali scostamenti rispetto alle politiche approvate e
ogni altro flusso previsto dalla regolamentazione prudenziale vigente.
36
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
2. Ambito di Applicazione (art. 436 CRR10)
La presente informativa è riferita al Gruppo Bancario Banca Etruria, di cui Nuova Banca dell’Etruria
e del Lazio S.p.A. è Capogruppo.
Il Gruppo Bancario al 31 dicembre 2015 è composto dalle seguenti Società:
Comparto Bancario
1) Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., Capogruppo del Gruppo Banca Etruria (NBE)
2) Banca Federico Del Vecchio S.p.A. (BFDV)
Comparto Informatico
3) Etruria Informatica S.r.l. (EI)
Comparto dei servizi finanziari
5) Mecenate S.r.l. (società veicolo di cartolarizzazione)
Le partecipazioni di controllo in società assicurative, a fini prudenziali, vengono consolidate con il
metodo del patrimonio netto e dedotte parzialmente dai fondi propri in ragione delle soglie
previste normativamente.
Inoltre, la Società di Servizi Oro Italia Trading S.p.A., detenuta integralmente da Banca Etruria, viene
consolidata ai soli fini di vigilanza con il metodo del patrimonio netto.
All’interno del Gruppo non vi sono impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse
patrimoniali o di fondi.
10
Già Tavola 2 in base a disciplina previgente.
37
Gruppo Banca Etruria
Livello di Consolidamento
denominazione
Sede
Tipo di Rapporto
Metodologia di Consolidamento
Settore di attività
Rapporto di Partecipazione
IAS
Gruppo Bancario
Impresa
Partecipante
Quota %
BFDV
Firenze
1
Integrale
Integrale
BE
100
Settore Bancario
EI
Arezzo
1
Integrale
Integrale
BE
100
Società Strumentali
Mecenate
Arezzo
1
Integrale
Integrale (*)
BE
95
Settore Finanziario
Integrale
Deduzione parziale in base
alle soglie normative e
consolidamento con metodo
del patrimonio netto
Integrale
Deduzione parziale in base
alle soglie normative e
consolidamento con metodo
del patrimonio netto
Attività ponderate per il
rischio con metodo del
patrimonio netto
BAP
Arezzo
1
Società controllate non del
gruppo bancario
BAP Danni
Controllata indiretta
Consolidato di Vigilanza
Arezzo
1
Oro
Arezzo
1
Integrale
Assieme
Arezzo
2
Patrimonio netto
Deduzione con metodo del
patrimonio netto
Settore Assicurativo
BE
89,53
Settore Assicurativo
BE/BAP
51/49
Altre società non finanziarie
BE
100
BAP
51
Settore Assicurativo
(*) non considerata ai fini del calcolo dei requisiti per il rischio operativo conformemente a quanto previsto dalla normativa di riferimento.
Legenda
BAP = BancAssurance Popolari S.p.A.
BAP Danni = BancAssurance Danni S.p.A.
Oro = Oro Italia Trading S.p.A.
Tipo di rapporto
1= maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria
2= influenza dominante nell’assemblea ordinaria
Fonte: elaborazione interna
38
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
3. Fondi propri (art. 437 CRR11)
Dal 1° gennaio 2014 viene applicata la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di
investimento contenuta nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento 575/2013 (CRR) del
26 giugno 2013, che traspongono nell’Unione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea
per la vigilanza bancaria (cd. Basilea 3).
Le disposizioni normative sopra citate sono state recepite, a livello nazionale, attraverso le seguenti
circolari:
•
•
•
Circolare Banca d’Italia n. 285: Disposizioni di vigilanza per le Banche;
Circolare Banca d’Italia n. 286: Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali
per le Banche e le Società di Intermediazione Immobiliare;
Aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n.154: Segnalazioni di vigilanza delle Istituzioni
Creditizie e Finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l’inoltro dei flussi informativi.
Il nuovo quadro normativo prevede che i Fondi Propri siano costituiti dai seguenti livelli di capitale:
• Capitale di Classe 1 (Tier 1 Capital), a sua volta composto da:
o Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1);
o Capitale aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1 - AT1);
• Capitale di Classe 2 (Tier 2 - T2).
La forma predominante del Tier 1 è il Common Equity, composto principalmente da strumenti di
capitale (es. azioni ordinarie al netto delle azioni proprie), sovraprezzi di emissione, riserve di utili,
riserve da valutazione, interessi di minoranza computabili, oltre agli elementi in deduzione. Gli
strumenti di capitale emessi, per essere computati nel Common Equity devono garantire
l’assorbimento delle perdite “on going concern”, attraverso il rispetto delle seguenti caratteristiche:
• massimo livello di subordinazione;
• possibilità di sospensione del riconoscimento di dividendi/cedole a totale discrezione
dell’ente emittente e in modo non cumulativo;
• irredimibilità;
• assenza di incentivi al rimborso.
Allo stato attuale, con riferimento al Gruppo Banca Etruria, nessun altro strumento di capitale oltre
alle azioni ordinarie rientra nel computo del Common Equity.
Sono inoltre previsti alcuni filtri prudenziali con effetto sul Common Equity:
• filtro su utili o perdite su passività al fair value (derivative e no) connessi alle variazioni del
proprio merito creditizio;
• rettifiche di valore su attività al fair value connesse alla cosiddetta “Prudent valuation”.
La normativa prevede anche una serie di elementi da dedurre dal Capitale primario di Classe 1:
•
11
avviamento, intangibili;
Già Tavola 3 in base a disciplina previgente.
39
•
•
•
•
•
altre attività immateriali;
investimenti non significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario
(dedotti per la parte che eccede la franchigia prevista dalla normativa);
attività per imposte anticipate (DTA) che dipendono dalla redditività futura e che derivano
da
differenze temporanee (dedotte per l’ammontare che eccede le franchigie previste dalla
normativa);
investimenti significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario
(dedotti per la parte che eccede le franchigie previste dalla normativa).
Il Gruppo Banca Etruria non ha effettuato emissioni di strumenti di capitale che rispettano i requisiti
normativi per la loro inclusione nel Capitale aggiuntivo di Classe 1 (AT1)
Il Gruppo Banca Etruria non ha effettuato emissioni di strumenti di capitale che rispettano i requisiti
normativi per la loro inclusione nel Capitale di Classe 2 (Tier 2). A tal riguardo si ricorda che in data
22 novembre 2015 mediante specifico provvedimento è stato disposto, con riferimento alla Banca
Popolare dell’Etruria e del Lazio – Soc. Coop., in risoluzione, ai sensi del Titolo IV, Capo II, del D.lgs.
180/2015, la riduzione integrale delle riserve e del capitale rappresentato da azioni, nonché del
valore nominale degli elementi di classe 2, con conseguente estinzione dei relativi diritti
amministrativi e patrimoniali.
Al 31 dicembre 2015 il capitale sociale è di Euro 442 milioni diviso in n. 10.000.000 di azioni prive
del valore nominale. Le azioni sono nominative e indivisibili. Ogni azione dà diritto a un voto. Le
azioni non sono rappresentate dai titoli azionari. Tali fondi sono stati forniti dal Fondo di
Risoluzione.
Le riserve ammontano ad Euro 41,66 milioni ed includono: la riserva legale, la riserva statutaria o
straordinaria, la riserva da consolidamento e le altre riserve.
Voci del patrimonio netto
Capitale
Sovrapprezzi di emissione
Riserve
Strumenti di capitale
Azioni proprie (-)
Riserve da valutazione:
- Attività fin. disponibili per la vendita
- Utili (perdite) attuariali
- Leggi speciali di rivalutazione
Utile (Perdita) di esercizio
Patrimonio netto
Gruppo
Imprese di
Bancario assicurazione
443.270
516
65.893
(6.788)
(1.730)
(5.058)
(34.280)
468.611
66.581
13.318
500
316
316
1.939
82.655
Altre
imprese
520
3.781
(361)
3.940
Elisioni e
aggiustamenti
da
consolidamento
(68.371)
(516)
(41.331)
(500)
(23)
(23)
9.683
(101.059)
Totale
442.000
41.661
(6.495)
(1.437)
(5.058)
(23.020)
454.146
Di seguito il dettaglio della riserva da valutazione relativa al portafoglio delle attività disponibili per
la vendita - Availlable For Sale (AFS).
40
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
(€/000)
Gruppo
Bancario
Imprese
di Altre
assicurazione imprese
Elisioni
ed
TOTALE
aggiustamenti
Titoli di debito (non Amm Centrali UE)
6
0
-
-6
0
Esposizioni vs Amministrazioni Centrali UE
-341
336
-
-25
-30
Titoli di capitale (incluse quote di OICR)
-1.395
-20
-
2
-1.413
TOTALE al 31.12.2015
-1.731
316
-
-29
-1.444
È stato previsto un regime transitorio delle disposizioni di vigilanza sui fondi propri che prevede
l’introduzione graduale di parte del quadro normativo c.d. Basilea 3 specificatamente sui fondi
propri e sui requisiti patrimoniali lungo un periodo generalmente di 4 anni e regole di
“grandfathering” pe la computabilità parziale, con gradale esclusione entro il 2021, dei pregressi
strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non soddisfano
tutti i requisiti prescritti dal Regolamento CRR per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2.
Le scelte sul predetto regime transitorio operate dalla Banca d’Italia, in quanto di competenza delle
autorità di vigilanza nazionali secondo quanto consentito dal Regolamento CRR, sono contenute
dalla circolare 285 del 17 dicembre 2013.
In particolare, devono essere soddisfatti i seguenti requisiti patrimoniali, espressi in percentuale
degli attivi ponderati per il rischio (RWA – Risk Weighted Assets):
- il capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) deve essere almeno pari al
4,5% degli RWA totali;
- il capitale di classe 1 (Tier 1) deve essere almeno pari al 6,0% degli RWA totali;
- i fondi propri (pari alla somma del Tier 1 e del Tier 2 capital) devono essere almeno
pari all’8% degli RWA totali.
Inoltre, le banche hanno l’obbligo di detenere una riserva di conservazione del capitale pari al 2,5%
degli attivi ponderati per il rischio. Pertanto, i coefficienti patrimoniali minimi richiesti ai Gruppi
bancari, per il 2014, sono pari al 7% di Common Equity Tier 1, inclusa la riserva di conservazione del
capitale, all’8,5% di Tier 1 e al 10,5% del totale fondi propri.
Non ci sono impedimenti ne sostanziali ne giuridici che ostacolano il rapido trasferimento di risorse
patrimoniali o di fondi all’interno del gruppo.
La composizione dei Fondi Propri del Gruppo Banca Etruria al 31 dicembre 2015 è riportata nella
tavola sottostante.
Fondi propri
31/12/2015
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri
454.739
prudenziali
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie
B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-)
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B)
D. Elementi da dedurre dal CET1
E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni
transitorie
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E)
2.708
457.447
66.676
29.423
420.193
41
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli
effetti del regime transitorio
-
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie
9.704
H. Elementi da dedurre dall’AT1
I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell'AT1
per effetto di disposizioni transitorie
9.704
L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I)
-
M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
-
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie
3.084
N. Elementi da dedurre dal T2
O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2 (+/) per effetto di disposizioni transitorie
3.084
-
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O)
Q. Totale fondi propri (F + L + P)
420.193
Il Gruppo ha adottato l’approccio previsto dal provvedimento di Banca d’Italia del 18 maggio 2010,
con il quale viene concessa la possibilità, nella trattazione delle riserve da rivalutazione relative ai
titoli di debito emessi dalle Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’Unione Europea
contenuti nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, di neutralizzare
completamente sia le plusvalenze che le minusvalenze associate. Tale approccio risulta valido fino
all’adozione in Europa dello IFRS 9 che sostituirà lo IAS 39 in tema di strumenti finanziari.
Le riserve nette sui titoli emessi da Amministrazioni centrali di paesi appartenenti all’Unione
Europea presentavano, alla data del 31 dicembre 2015, un saldo negativo di circa 30 mila euro.
Riconciliazione tra patrimonio contabile e fondi propri
(A)
(D) = (A) +
(B) + (C)
(E)
(F)
(G) = (D) +
(E) + (F)
Capitale versato
(C)
Altre
società
Consolida Compagnie
fuori dal
to IAS
assicurative
gruppo
bancario
442.000
-
442.000
-
-
442.000
Utili o perdite portate a nuovo
41.661
-
-
41.661
-
-
41.661
Utile o perdita di periodo
Altre componenti di
economico (OCI)
-23.020
599
-
-22.421
-
-
-22.421
-
-
-6.495
-6
30
-6.471
conto -6.495
(B)
Regi
Consolida Aggiusta
me
Fondi
to
di menti di
transi propri
vigilanza vigilanza
torio
Filtri prudenziali
2.708
-
2.708
- FVO option
2.748
-
2.748
- DRA
70
- Rettifiche di valore di vigilanza
-109
-
-109
Avviamento
-5.960
Altre attività immateriali
-2.435
DTA che si basano sulla redditività
futura e non derivano da differenze
temporanee
Detrazioni con soglia 10%
70
-236
-
-6.196
-
-
-6.196
1.829
13
-594
-
-
-594
-
-
-
-
-
-
-25.153
-
-25.153
42
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
- DTA che si basano sulla redditività
futura ed differenze temporanee
- Investimenti significativi in
strumenti di CET di altri soggetti
settore finanziario
Elemeti positivi o negativi - Altri
Eccedenze da detrarre degli altri
livelli di capitale
CAPITALE PRIMARIO DI CLASSE 1
(CET 1)
-
-
-
-25.153
-
-25.153
-4.107
1.233
-4.107
-
-1.233
420.193
Soglie per la deduzione delle DTA e degli investimenti in società del settore finanziario
(€/000)
31.12.2015
A. Soglia del 10% per gli investimenti non significativi in strumenti di CET1 di soggetti del settore
finanziario
44.336
B. Soglia del 10% per gli investimenti significativi in strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario
e per le DTA che dipendono dalla redditività futura e che derivano da differenze temporanee
C. Soglia del 15% per gli Investimenti significativi e le DTA non dedotti nella soglia descritta al punto B
(*)
46.088
63.113
(*) La soglia fa riferimento alla percentuale indicata dalla normativa per il periodo transitorio, a partire dal 2018 tale
soglia verrà portata al 17,65%.
La normativa prevede che per alcune rettifiche regolamentari, quali quelle previste per le DTA che
si basano sulla redditività futura e che derivano da differenze temporanee e per gli investimenti
significativi e non in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario, vengano applicate
determinate soglie o “franchigie” per la deduzione, calcolate sul Common Equity stimato con
modalità differenti.
Per gli investimenti non significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario è
prevista la deduzione degli importi che superano il 10% del CET1, ante deduzioni derivanti dal
superamento delle soglie e rettifiche nel periodo transitorio.
Per gli investimenti significativi in strumenti di CET1 e le DTA è invece prevista una prima soglia per
la deduzione sempre calcolata come 10% del CET1, ante deduzioni derivanti dal superamento delle
soglie e rettifiche nel periodo transitorio, adeguato per tenere conto dell’eventuale superamento
della soglia descritta precedentemente. È prevista poi un’ulteriore soglia, calcolata sul 15% del
Common Equity rettificato come per la soglia precedente al 10%, da applicarsi in aggregato sugli
importi non dedotti con la prima soglia.
Tutti gli importi non dedotti vanno ponderati tra le attività ponderate per il rischio secondo le
percentuali previste dalla normativa per le singole fattispecie.
L’introduzione delle deduzioni è graduale, attraverso l’applicazione di regole transitorie specifiche.
Queste regole, oltre a prevedere deduzioni con impatti crescenti, prevedono anche un diverso
trattamento, rispetto all’applicazione a regime, degli importi non dedotti.
Rettifiche nel regime transitorio
43
Di seguito si riportano informazioni di maggior dettaglio riguardo l’impatto del regime transitorio
sui diversi livelli di capitale per il periodo in esame.
Dati riferiti al 31.12.2015
Capitale primario di classe 1: strumenti e riserve
(C)
importi
soggetti
al
trattamento pre(A) Importo alla regolamento (UE)
data
No 575/2013 o
dell'informativa
importo residuo
prescritto
dal
Regolamento (UE)
No 575/2013
1
Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
442.000
-
di cui: Azioni ordinarie
442.000
-
2
Utili non distribuiti
41.661
-
3
Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e
altre riserve, includere gli utili e le perdite non realizzati ai sensi della -5.058
disciplina contabile applicabile)
-
3a
Fondi per rischi bancari generali
-
-
4
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (3) e le
relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale primario di classe 1
-
Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di
grandfathering fino al 1 gennaio 2018
-
5
Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di
classe 1 consolidato)
-
5a
Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli
oneri o dividendi prevedibili
-
6
Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche
478.603
regolamentari
Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari
7
Rettifiche di valore supplementari
8
Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali)
-6.790
-
9
Aggiustamento transitorio connesso allo IAS 19
-
-
10
Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura,escluse
quelle derivanti da differenze temporanee (al netto delle passività
fiscali dove siano soddisfatte le condizioni di cui all' articolo 38 (3))
-
11
Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla
copertura dei flussi di cassa
-
12
Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese
-
-
13
Qualsiasi aumento del patrimonio netto risultante da attività
cartolarizzate
-
-40
-
44
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
14
Utili o perdite su passività valutate al valore equo dovuti all'evoluzione
2.748
del merito di credito
-
15
Attività dei fondi pensione a prestazioni definite
-
-
16
Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente
direttamente o indirettamente
-
17
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con
l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente
18
19
20a
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando
l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo
superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o
sinteticamente quando l'ente ha un investimento significativo in tali
-25.153
soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni
corte ammissibili)
-
-
-
Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che possiedono i
requisiti per ricevere un fattore di ponderazione del rischio pari al 1250%, quando l'ente opta per la deduzione
-
di cui: partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario
-
-
20c
di cui: posizioni verso cartolarizzazioni
-
-
20d
di cui: operazioni con regolamento non contestuale
-
-
21
Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee
(importo superiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività
fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3))
20b
-
22
Importo eccedente la soglia del 15%
-
-
23
di cui: strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando
l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti
-
25
di cui: attività fiscali derivanti da differenze temporanee
-
-
25a
Perdite relative all'esercizio in corso
-22.421
25b
Tributi prevedibili relativi agli elementi del capitale primario di classe
1
-
26
Rettifiche regolamentari applicabili al capitale primario di classe 1 in
relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR
-
26a
Rettifiche regolamentari relative agli utili e alle perdite non realizzate
-1.413
ai sensi degli articoli 467 e 468
-
di cui: Utili non realizzati su titoli di debito riferiti ad emittenti diversi
da amministrazioni centrali appartenenti all'Unione Europea
0
-
45
26b
di cui: Utili non realizzati su titoli di debito emessi da amministrazioni
centrali appartenenti all'Unione Europea
-
di cui: Utili non realizzati su titoli di capitale
-
-
di cui: Perdite non realizzate su titoli di debito diversi da EU govies
-
-
di cui: Perdite non realizzate su titoli di debito EU govies
-
-
di cui: Perdite non realizzate su titoli di capitale
-1.413
-
Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale primario di classe
1 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il -4.107
trattamento pre- CRR
-
di cui: relativo all'operazione di spin-off immobiliare
27
-4.107
Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano
-1.233
il capitale aggiuntivo di classe 1 dell'ente
di cui: strumenti di T2 emessi da enti del settore finanziario in cui l'ente
-1.233
ha un investimento significativo
28
Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1
-58.409
(CET1)
29
Capitale primario di classe 1 (CET1)
-
420.193
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti
30
Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
-
-
31
di cui: classificati come patrimonio netto ai sensi della disciplina
contabile applicabile
-
32
di cui: classificati come passività ai sensi della disciplina contabile
applicabile
-
33
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (4) e le
relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale aggiuntivo di classe 1
-
Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di
grandfathering fino al 1 gennaio 2018
-
Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe
1 consolidato (compresi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi
-
35
di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione
progressiva
-
36
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche
regolamentari
34
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari
37
Strumenti propri di capitale aggiuntivo di classe 1 detenuti dall'ente
direttamente o indirettamente
38
Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con
l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente
-
-
46
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
39
40
41
41a
Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando
l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo
superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente indirettamente quando
l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo
superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
Rettifiche regolamentari applicate al capitale aggiuntivo di classe 1 in
relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti
transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR)
Importi residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione
alla deduzione dal capitale primario di classe 1 durante il periodo
transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) No 575/2013
di cui: perdita relativa all'esercizio in corso
41b
41c
-
-
-
-
-
-
Importi residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione
alla deduzione dal capitale di classe 2 durante il periodo transitorio ai
sensi dell'articolo 475 del regolamento (UE) No 575/2013
-
Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale aggiuntivo di classe
1 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre- CRR
-
di cui: Perdite non realizzate su titoli di debito
-
-
di cui: Perdite non realizzate su titoli di capitale
-
-
42
Deduzioni ammissibili dal capitale di classe 2 che superano il capitale
di classe 2 dell'ente
-
43
Totale delle rettifiche regolamentari al capitale aggiuntivo di classe
1 (AT1)
44
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)
-
45
Capitale di classe 1 (T1= CETI + AT1)
420.193
Capitale di classe 2 (T2): strumenti e accantonamenti
46
Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
-
-
47
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (5), e le
relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale di classe 2
-
Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di
grandfathering fino al 1 gennaio 2018
-
48
Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2
consolidato (compresi gli interessi di minoranza e strumenti di capitale
aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi da filiazioni e detenuti da terzi
-
47
49
di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione
progressiva
-
50
Rettifiche di valore su crediti
-
-
51
Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari
-
Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari
52
Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente
o indirettamente e prestiti subordinati
53
Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del
settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono
con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente
54
Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del
settore finanziario detenuti direttamente o indirettamente, quando
l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo
superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
-
-
-
54a
di cui nuove partecipazioni non soggette alle disposizioni transitorie
-
-
54b
di cui partecipazioni esistenti prima del 1 Gennaio 2013 e soggetto alle
disposizioni transitorie
-
55
Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del
settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente,
quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte ammissibili)
56
56a
Rettifiche regolamentari applicate al capitale di classe 2 in relazione
agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori,
soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR)
Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla
deduzione del capitale primario di classe 1 durante il periodo
transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) No 575/2013
di cui: Importo residuo relativo participazioni rilevanti in strumenti di
fondi propri del settore finanziario in cui l'ente ha un investimento significativo
-
-
-
-
di cui: strumenti di T2 emessi da enti del settore finanziario in cui l'ente
ha un investimento significativo
56b
56c
57
Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla
deduzione del capitale aggiuntivo di classe 1 durante il periodo
transitorio ai sensi dell'articolo 475 del regolamento (UE) No 575/2013
-
Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale di classe 2 in
relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-CRR
-
di cui: utili non realizzati su titoli AFS
-
-
Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2)
-
48
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
58
Capitale di classe 2 (T2)
-
59
Capitale totale (TC= T1-FT2)
420.193
59a
Attività ponderate per il rischio in relazione agli importi soggetti a
trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione
progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR)
60
-
di cui: elementi non dedotti dal capitale primario di classe 1
(regolamento (UE) No 575/2013 importi residui)
-
di cui: attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e
non dipendono da differenze temporanee al netto delle relative passività fiscali
-
di cui: elementi non dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1
(regolamento (UE) N0575/2013 importi residui)
-
di cui: investimenti detenuti indirettamente in strumenti del capitale
aggiuntivo di classe 1 quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti
-
di cui: elementi non dedotti dagli elementi di capitale di classe 2
(regolamento (UE) No 575/2013 importi residui)
-
di cui: investimenti detenuti sinteticamente in strumenti del
capitale di classe 2 quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti
-
Totale delle attività ponderate per il rischio
3.802.537
Coefficienti e riserve di capitale
61
Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo
11,05%
dell'esposizione al rischio)
62
Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al
11,05%
rischio)
63
Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al
11,05%
rischio)
64
Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo
al capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92 (1) (a)), requisiti
della riserva di conservazione del capitale, della riserva di capitale
anticiclica, della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, della
riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica (riserva degli G-SII o 7,00%
0-SII), (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)
0,00%
65
di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale
2,50%
0,00%
66
di cui: requisito della riserva di capitale anticiclica
0,00%
0,00%
67
di cui: requisito della riserva a fronte del rischio sistemico
0,00%
0,00%
67a
di cui: Riserva di capitale dei Global Systemically Important
Institutions (G-SII - enti a rilevanza sistemica a livello globale) o degli
Other Sistemically Important Institution (O-SII - enti a rilevanza 0,00%
sistemica)
68
Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale
3,05%
dell'importo dell'esposizione al rischio) (*)
0,00%
0,00%
Importi inferiori alle soglie di deduzione (prima della ponderazione del rischio)
49
72
73
75
Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o
indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in
tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni 17.516
corte ammissibili)
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando
l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo
inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee
(importo inferiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività
fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 1.309
(3))
-
-
-
Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2
76
Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione
alle esposizioni soggette al metodo standardizzato (prima dell'applicazione del massimale)
-
77
Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale
di classe 2 nel quadro del metodo standardizzato
-
78
Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione
alle esposizioni soggette al metodo basato sui rating interni (prima dell'applicazione del massimale)
-
79
Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale
di classe 2 nel quadro del metodo basato sui rating interni
-
-
Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1 gennaio
2013 e il 1 gennaio 2022)
80
Attuale massimale sugli strumenti di capitale primario di classe 1
soggetti a eliminazione progressiva
-
81
Importo escluso dal capitale primario di classe 1 in ragione al
massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze) -
-
82
Attuale massimale sugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1
soggetti a eliminazione progressiva
-
83
Importo escluso dal capitale aggiuntivo di classe 1 in ragione al
massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze) -
-
84
Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a
eliminazione progressiva
-
85
Importo escluso dal capitale di classe 2 in ragione al massimale
(superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)
-
50
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
4. Requisiti di capitale (art. 438 CRR12)
L’adeguatezza del capitale è oggetto di costante monitoraggio da parte della Capogruppo.
Le analisi sulle consistenze e sulla posizione patrimoniale vengono sottoposte al Comitato Rischi ed
al Consiglio di Amministrazione nonché sintetizzate nel documento “Tableau de bord” inviato
all’Autorità di Vigilanza.
L’attività di determinazione degli elementi caratterizzanti dei fondi propri è svolta dalla Direzione
Risk Management della Capogruppo, conformemente al dettato normativo fornito dal
Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), nonché dalle circolari n. 285 (Disposizioni di vigilanza per le
Banche) e n. 286 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le società di
intermediazione mobiliare). La Direzione Risk Management si avvale del supporto e delle specifiche
informazioni trasmesse dalle altre competenti funzioni sia della Capogruppo che delle società
controllate.
La quantificazione del capitale interno complessivo viene determinata come somma dei capitali
interni a fronte dei singoli rischi (approccio building block).
12
Già Tavola 4 in base a disciplina previgente.
51
GRUPPO BANCA ETRURIA
31.12.2015
importi all'unità di euro
RWA E REQUISITI TOTALI
ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE
34300 02 METOD.STANDARDIZZATA - AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI
34300 04 METOD.STANDARDIZZATA - AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI
RWA
8.332.484
Requisito
666.599
2.548.948
203.916
34300 06 METOD.STANDARDIZZATA - ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO
24.158.643
1.932.691
34300 12 METOD.STANDARDIZZATA - INTERMEDIARI VIGILATI
79.181.553
6.334.524
34300 14 METOD.STANDARDIZZATA - IMPRESE
945.321.594
75.625.728
34300 16 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO
393.833.523
31.506.682
34300 18 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI
403.943.475
32.315.478
1.035.499.023
82.839.922
13.209.318
1.056.745
8.558.612
684.689
155.944.282
12.475.543
141.942.270
11.355.382
58.685.074
4.694.806
RWA
167.394.412
Requisito
13.391.553
RWA
727.958
Requisito
58.237
321.630
25.730
0
0
34300 20 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI SCADUTE
34300 22 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO
34300 28 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI VERSO ORGANISMI DI INVESTIMENTO
COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OIC)
34300 30 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE
34300 32 METOD.STANDARDIZZATA - ALTRE ESPOSIZIONI
34300 34 METOD.STANDARDIZZATA - CARTOLARIZZAZIONI - POSIZIONE VERSO
CARTOLARIZZAZIONI: TOTALE
ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO DI AGGIUSTAMENTO DELLA
VALUTAZIONE DEL CREDITO
34302 04 METODO STANDARD
ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHI DI MERCATO (POSIZIONE, CAMBIO
E MERCI)
34306 02 METODOLOGIA STANDARDIZZATA: RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI DEBITO
34306 04 METODOLOGIA STANDARDIZZATA: RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI
CAPITALE
34306.06 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - RISCHIO DI CAMBIO
ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO OPERATIVO
34310 04 ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO OPERATIVO METODO
STANDARDIZZATO
POSIZIONE PATRIMONIALE COMPLESSIVA
34324 02 ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI
Fonte: Elaborazione interna.
RWA
Requisito
362.934.654
29.034.772
RWA
3.802.537.453
Requisito
304.202.996
Coefficienti Patrimoniali
Alle banche appartenenti a gruppi bancari si applica, rispetto ai livelli minimi regolamentari (4,50%
per il Common Equity Tier 1, 6,0% per il Tier 1 ed 8,0% per il totale dei fondi propri) un coefficiente
di riserva di conservazione dello 0,625%, in graduale aumento a partire dal 1° gennaio 2017 fino a
raggiungere il 2,5% a partire dal 1° gennaio 2019.
COEFFICIENTI PATRIMONIALI
%
34324 08 COEFFICIENTE DI CET1
11,05
34324 14 COEFFICIENTE DI T1
11,05
34324 20 COEFFICIENTE DEI FONDI PROPRI
11,05
52
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
5. Esposizione al rischio di controparte (art. 439 CRR13)
Il Gruppo pone attenzione al monitoraggio del rischio controparte inteso come il rischio che la
controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari (quali derivati
OTC, operazioni SFT14 e operazioni con regolamento a termine), risulti inadempiente prima del
regolamento della transazione. Sulla base delle disposizioni normative, la modalità di rilevazione
applicata è quella riferita alla metodologia “del valore corrente” per i derivati OTC15 e per le
operazioni con regolamento a termine, che consiste nella determinazione dell’esposizione corrente
e potenziale attraverso la modalità standard regolamentare, utilizzando il valore di mercato come
esposizione attuale dello strumento e l’impostazione regolamentare per rappresentare, in modo
semplificato, l’esposizione potenziale futura. E’ utilizzato il metodo CRM – metodo integrale con
rettifiche di vigilanza per volatilità per le operazioni SFT.
Il capitale interno per questa tipologia di rischio coincide con il requisito patrimoniale.
Nella negoziazione di strumenti derivati negoziati over-the counter la selezione della controparte
istituzionale delle operazioni è limitata a quelle per le quali sussiste idonea linea di fido e nei limiti
della relativa disponibilità. La gestione delle linee di fido è svolta all'interno della Direzione Finanza
e le relative autonomie deliberative vanno, in funzione dell'importo, dal Responsabile Direzione
Finanza, alla Direzione Generale, fino al Comitato Crediti.
Nella selezione della controparte istituzionale si assume come elemento determinante nella scelta
l'eventuale presenza di un contratto di Credit Support Annex (CSA) destinato alla mitigazione del
rischio controparte. Tuttavia, il collateral posto a fronte dell’esposizione non è riconosciuto come
garanzia nell’ambito della disciplina prudenziale ma considerato solo al fine di determinare
l’esposizione netta per singola controparte istituzionale al fine del calcolo del CRA o DRA.
Una volta rispettati tutti i vincoli relativi alle linee di fido e all’eventuale presenza di CSA, la selezione
della Controparte avverrà, nel rispetto di una logica di diversificazione, a favore della miglior offerta
in termini di prezzo.
La Capogruppo Nuova Banca Etruria non è dotata di rating e pertanto non risente di impatti
associati ad un giudizio negativo nei propri confronti nei termini di effetti sulle garanzie in essere.
Non sono previste delle politiche rispetto alle esposizioni al rischio di correlazione sfavorevole.
13
Già Tavola 9 in base a disciplina previgente.
Cfr. glossario.
15
Cfr. glossario.
14
53
Nelle tabelle che seguono è illustrato il dettaglio delle operazioni in derivati in essere al 31 dicembre 2015.
Per quanto concerne il valore nozionale dei derivati di credito di copertura del rischio di controparte, occorre rilevare che il Gruppo bancario non ha registrato
operatività in derivati di credito.
Rischio di controparte: strumenti derivati – derivati finanziari
-
-
-
-
-
Altri soggetti
Imprese non
finanziarie
Società di
assicurazione
Società
finanziarie
Banche
Governi e
Banche Centrali
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
Fonte: Nota integrativa - Parte E - sezione 1.2.4 -
Altri enti pubblici
A.5 Derivati finanziari: portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione
-
-
-
-
-
-
-
-
54
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
A.6 Derivati finanziari: portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti rientranti in accordi di
compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
Governi e Banche
Centrali
-
Altri enti pubblici
-
Banche
-
Società di
assicurazione
Società finanziarie
-
-
Imprese non
finanziarie
-
Altri soggetti
-
55
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
Fonte: Nota integrativa - Parte E - sezione 1.2.4 -
Altri soggetti
Imprese non
finanziarie
Società di
assicurazione
Società
finanziarie
Banche
Governi e
Banche Centrali
Contratti non rientranti in accordi di compensazione
Altri enti pubblici
A.7 Derivati finanziari: portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione
-
-
1.489.217
31.121
25.474
9.937
9.308
1
1.177
76
-
349.335
20.597
17
1.595
8.692
608
1
15
-
-
-
-
-
-
-
-
-
103.135
820
54
839
-
-
57.831
1.078
447
581
-
-
-
-
-
-
-
-
56
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
A.8 Derivati finanziari: portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti rientranti in accordi di compensazione
1) Titoli di debito e tassi d'interesse
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
2) Titoli di capitale e indici azionari
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
3) Valute e oro
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
- esposizione futura
4) Altri valori
- valore nozionale
- fair value positivo
- fair value negativo
Governi
Centrali
-
e
Banche
Altri enti pubblici
-
Banche
-
Società finanziarie
Società di assicurazione
-
-
Imprese
finanziarie
-
non
Altri soggetti
-
57
Si segnala che non sono in essere derivati di copertura del rischio di controparte. Non sono presenti
derivati di credito di copertura del rischio di controparte.
Rischio di controparte: valore dell'esposizione e valore delle garanzie reali ammesse a
mitigazione del rischio
Derivati
Valore EAD (equivalente)
Contratti derivati e operazioni con regol l/termine
Valore garanzie reali
(su equivalente)
114.248
500
987.939
6
976.390
PCT attivi
494
11.549
Totale 31/12/2015
114.749
987.939
Operazioni SFT
di cui: PCT passivi
Esistono accordi di compensazione per le posizioni aperte in derivati con controparti istituzionali
non utilizzate ai fini della disciplina prudenziale.
58
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
6. Rettifiche di valore su crediti (art. 442 CRR16)
Il portafoglio crediti è segmentato in funzione delle caratteristiche andamentali delle relative
esposizioni, nonché dell’intensità di rischio ad esse corrispondente, con l’obiettivo di monitorare
costantemente l’andamento delle posizioni critiche.
Per le Banche del Gruppo Banca Etruria è stata operata, a livello gestionale, una classificazione della
clientela in specifici segmenti, secondo i criteri previsti dal sistema di rating interno: Privati, Small
Business, PMI, Large Corporate, Società Finanziarie, Istituzioni ed Immobiliari.
È stata altresì elaborata la classificazione della clientela in classi di rating, prevedendo, distinte nelle
fasce A, B e C, fino a dieci classi per le posizioni in bonis del comparto Imprese e otto classi per
quelle in bonis degli altri segmenti di clientela e tre classi per tutte le posizioni in “default”, con
rating “C+” (esposizioni scadute), “C” (inadempienze probabili) e “D” (sofferenza).
Il sistema di rating per il comparto Imprese ha un approccio di tipo prevalentemente statistico e
rappresenta un’evoluzione verso l’approccio previsto nell’ambito delle metodologie avanzate IRB.
Lo stesso consente di individuare, in termini oggettivi ed attraverso l’applicazione di tecniche
statistiche su un campione rappresentativo di dati storici, i fenomeni che hanno un impatto
maggiore in termini di valutazione del profilo di rischio della clientela.
Esposizioni anomale e deteriorate
La classificazione delle esposizioni nelle diverse categorie di rischio è effettuata coerentemente alle
disposizioni di vigilanza, integrata con disposizioni interne che fissano criteri e regole per il
passaggio dei crediti nell’ambito delle specifiche categorie di rischio.
La disciplina interna è normata dal Regolamento del Credito, attuato da ciascuna Banca del Gruppo.
I crediti critici sono pertanto classificati in:
a)
(i)
(ii)
Credito Anomalo
Potenziale Past Due
Sotto controllo
b)
(i)
(ii)
(iii)
Credito Deteriorato
Esposizioni scadute
Inadempienze Probabili
Posizioni in sofferenza
Posizioni in sofferenza
Rappresentano quelle esposizioni creditizie per le quali la Banca ha ragione di credere che il proprio
credito sia irrecuperabile.
Inadempienze probabili
16
Già Tavola 5 in base a disciplina previgente.
59
In tale categoria rientrano le esposizioni creditizie, diverse dalle sofferenze, per le quali la Banca
giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore
adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie.
Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate
Sono le esposizioni, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che
sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità.
Esposizioni oggetto di concessioni (forbearance)
In ottemperanza alla normativa, sia ai crediti in bonis che a quelli deteriorati, viene assegnato
l’attributo di forborne exposures, rispettivamente performing e non performing, laddove
all’esposizione creditizia siano state applicate modifiche delle condizioni contrattuali o concessi
rifinanziamenti, totali o parziali, a causa di difficoltà finanziarie del debitore. L’attributo di forborne
è trasversale a tutte le classi di rischio sopra indicate.
La gestione ed il passaggio dei crediti nelle diverse categorie di rischio avviene, per alcune categorie
in modo automatico mentre per altre mediante proposta delle strutture aziendali competenti, in
base ai poteri di autonomia attributi dagli organi deleganti.
Criteri di valutazione – Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima
iscrizione diminuito o aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e
dell’ammortamento – calcolato con il metodo del tasso di interesse effettivo – della differenza tra
l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi e ai
proventi imputabili direttamente al singolo credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando
una logica finanziaria, consente di distribuire l’effetto economico dei costi e dei proventi lungo la
vita residua attesa del credito.
La suddetta metodologia (costo ammortizzato) non viene utilizzata per i crediti la cui breve durata
faccia ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti
vengono pertanto valorizzati al costo. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti
senza una scadenza definita o a revoca.
Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata una ricognizione dei crediti
volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione,
mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Rientrano in tale ambito i crediti ai
quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile, o scaduto da più di 90 giorni,
secondo le attuali regole di Banca d’Italia, coerenti con la normativa contabile di riferimento.
Detti crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della
rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al
momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa
futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.
I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo
delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero
dell’esposizione creditizia. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve
durata non vengono attualizzati.
Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta
una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed
60
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. La rettifica di
valore è iscritta a conto economico.
Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono
meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente
collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è
iscritta a conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito
avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.
In merito ai criteri di provisioning sono applicate pratiche differenziate per la stima degli
accantonamenti (sia in termini di dubbio esito in linea capitale che da attualizzazione) basate sullo
status, la presenza di garanzie e la loro effettiva capacità di mitigare i rischi, la qualità e la vetustà
delle perizie di stima, l’anzianità delle posizioni, il livello di volatilità delle garanzie reali finanziarie.
Sul settore delle garanzie ipotecarie, sono applicati haircut prudenziali che vanno da un minimo del
25% (nel caso di immobili residenziali con perizia recente ed indicazione del valore di pronto
realizzo) fino a valori prossimi al 50% (nel caso di immobili non residenziali) ed in alcuni casi specifici
anche oltre tali valori. Sulle esposizioni residuate al netto delle garanzie sono poi applicate di prassi
svalutazioni da dubbio esito del 35% sulle posizioni classificate ad esposizione scaduta e
inadempienza probabile (fino al 50% in caso di concordati in continuità per i quali non si conosce
ancora la percentuale concordataria) e svalutazioni da dubbio esito dall’80% al 100% (in ragione
dell’anzianità della posizione o della presenza di procedure concorsuali) per le pratiche a sofferenza.
Le valutazioni analitiche sono condotte applicando analisi puntuali su tutte le posizioni con utilizzi
superiori a 150 mila euro in stato di esposizione scaduta e inadempienza probabile e superiori a 50
mila euro per le sofferenze. Al di sotto di tali soglie, salvo casi specifici, si adotta una valutazione
collettiva in ogni caso stimata a partire da portafogli reali ed omogenei.
I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè,
di norma, i crediti in bonis sono sottoposti alla valutazione di perdita di valore collettiva. Tale
valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative
percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili
alla data della valutazione, che consentono di stimare il valore della perdita latente in ciascuna
categoria di crediti. La stima delle perdite è effettuata moltiplicando il credito per la probabilità che
il credito possa in futuro divenire inesigibile e per l’entità di perdita stimata. In particolare sono
state determinate su base statistica la cd. PD (probability of default) e la cd. LGD (Loss Given
Default). La PD è la probabilità media, sull’orizzonte di un anno, che la controparte vada in default
non ripagando il credito secondo i termini contrattuali. Nella determinazione della PD si tiene conto
delle caratteristiche specifiche del prenditore che trovano la propria sintesi nel rating attribuito. La
LGD rappresenta la percentuale di perdita economica sull’importo nominale del credito in caso di
default della controparte, calcolata su base di serie storiche attualizzate, tenendo conto delle
eventuali garanzie. Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto
economico.
Per quanto attiene alla metodologia utilizzata, il modello di stima della PD è stato mutuato
dall’approccio in precedenza utilizzato ante acquisizione del portafoglio e che è stato confermato
come adeguato in sede di valutazione definitiva da parte dell’esperto indipendente Deloitte. I valori
sono stimati sulla base di un arco temporale prolungato (through the cycle), ma corretti per tenere
conto di un add-on che renda la serie maggiormente point in time. Per il Bilancio di chiusura
61
dell’anno 2015 le stime sono riferite all’anno più recente nel quale si ha la piena disponibilità dei
dati (2014).
Anche per quanto concerne l’LGD si è proceduto esattamente con le medesime modalità. La LGD a
sofferenza così definita è risultata pari rispettivamente al 31,44%-34,40% per le posizioni garantite
da ipoteca retail ed imprese e pari al 74,03% e 88,00% per le altre esposizioni. Attraverso il
meccanismo del Danger Rate storico, tali valori sono stati riportati ad una LGD storica ad
inadempienza probabile (incaglio) rispettivamente del 23,96% e 26,21% (retail e imprese
ipotecarie) e del 67,05% e 56,41% (retail e imprese non ipotecarie), fino alle LGD in bonis del 13,41%
e 14,68% (retail e imprese ipotecarie) e del 37,54% e 31,58% (retail e imprese non ipotecarie).
Inoltre, è stato ritenuto adeguato l’approccio di non inclusione nel campione di stima delle
operazioni di cessione di crediti problematici, pur in presenza della cessione a REV ed a Credito
Fondiario che hanno di fatto visto la pressoché integrale vendita del portafoglio sofferenze espresse
nel Bilancio di Nuova Banca Etruria. In tale scelta è stato tenuto presente che:
- la rilevazione dei prezzi di mercato consente una misura accurata della perdita per investitori che
vendono l'attività subito dopo il default, ma non rappresenta necessariamente una quantificazione
adeguata della perdita se l’intermediario non cede sul mercato il credito e gestisce internamente il
processo di recupero;
- le nuove pratiche a sofferenza sono gestite a recupero interno, senza al momento ipotizzare un
percorso strategico strutturale di cessione quale modalità futura di recupero del credito deteriorato
ed appare quindi corretto che gli accantonamenti sulle sofferenze non cedute saranno oggetto di
valutazione secondo criteri di continuità nella gestione e quindi coerenti con i criteri contabili,
mentre le posizioni cedute sono valutate secondo principi di mera liquidazione.
Sul punto, in particolare, il Consiglio di Amministrazione ha pertanto ritenuto di escludere dalla
stima delle incurred losses ai fini della determinazione della svalutazione collettiva dei crediti in
bonis, le posizioni oggetto di cessione e confermare le tecniche di stima adottate da Banca Etruria
S.C. quale migliore esperienza storica di perdita osservabile al momento per Nuova Banca Etruria
S.p.A..
62
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Le tabelle riportate nella presente sezione, salvo diversamente indicato, sono state tratte dal Bilancio consolidato al 31 dicembre 2015 – Parte E della Nota
Integrativa e tutti i valori ivi indicati sono espressi in migliaia di euro.
Esposizioni deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale
A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità
Inadempienze
probabili
Sofferenze
Esposizioni scadute
deteriorate
Esposizioni scadute
non deteriorate
Attività non
deteriorate
Totale
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita
-
-
-
-
2.674.068
2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-
-
-
-
-
-
3. Crediti verso banche
-
-
-
-
415.585
415.585
4. Crediti verso clientela
2.674.068
483.294
462.924
35.225
129.800
2.814.602
3.925.845
5. Attività finanziarie valutate al fair value
-
-
-
-
13.177
13.177
6. Attività finanziarie in corso di dismissione
-
-
-
-
-
-
483.294
462.924
35.225
129.800
5.917.432
7.028.675
Totale (T)
63
A.1.3 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto
Esposizione lorda
Attività deteriorate
oltre 1 anno
Da oltre 6 mesi
fino a 1 anno
Fino a 3 mesi
Da oltre 3 mesi
fino a 6 mesi
Tipologie esposizioni/valori
Attività non
deteriorate
Rettifiche
di valore
specifiche
Rettifiche
di valore di
portafoglio
Esposizione
netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
371.202
-
-
371.202
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
371.202
-
-
371.202
a) Deteriorate
-
-
-
-
-
-
-
-
b) Non deteriorate
-
-
-
-
47.044
-
-
47.044
Totale B
-
-
-
-
47.044
-
-
47.044
TOTALE A+B
-
-
-
-
418.246
-
-
418.246
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
b) Inadempienze probabili
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
c) Esposizioni scadute deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
d) Esposizioni scadute non deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
e) Altre esposizioni non deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
Totale A
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
64
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
A.1.6 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto
Esposizione lorda
oltre 1 anno
Da oltre 6 mesi
fino a 1 anno
Fino a 3 mesi
Da oltre 3 mesi
fino a 6 mesi
Attività deteriorate
Tipologie esposizioni/valori
Attività non
deteriorate
Rettifiche
di valore
specifiche
Rettifiche
di valore di
portafoglio
Esposizione
netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
-
5.927
105.975
2.293.629
-
1.922.237
-
483.294
-
1.584
15.513
80.613
-
73.003
-
24.706
187.861
71.308
111.650
291.903
-
199.797
-
462.924
126.882
53.376
66.120
125.393
-
112.708
-
259.064
13.909
9.813
16.216
2.684
-
7.398
-
35.225
10.210
3.317
4.946
1.240
-
3.105
-
16.608
-
-
-
-
133.828
-
4.028
129.800
-
-
-
-
19.752
-
457
19.295
-
-
-
-
3.973.628
-
28.011
3.945.617
-
-
-
-
153.897
-
2.104
151.793
201.770
87.048
233.841
2.588.216
4.107.456
2.129.432
32.039
5.056.860
42.125
-
-
-
-
6.881
-
35.244
-
-
-
-
365.245
-
4.591
360.655
Totale B
42.125
-
-
-
365.245
6.881
4.591
395.899
TOTALE A+B
243.895
87.048
233.841
2.588.216
4.472.701
2.136.313
36.630
5.452.759
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
b) Inadempienze probabili
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
c) Esposizioni scadute deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
d) Esposizioni scadute non deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
e) Altre esposizioni non deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
Totale A
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate
b) Non deteriorate
65
Distribuzione delle esposizioni creditizie per aree geografiche significative
B.2 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)
Italia
Esposizioni/Aree
geografiche
Altri Paesi europei
Rettifiche
America
Rettifiche
Espos.
netta
Rettifiche
Espos.
netta
valore complessive
Asia
Rettifiche
Espos.
netta
valore complessive
Resto del mondo
Rettifiche
Espos.
netta
valore complessive
Espos.
netta
valore complessive
valore complessive
A. Esposizioni per
cassa
A.1 Sofferenze
A.2 Inadempienze
probabili
A.3 Esposizioni scadute
deteriorate
A.4 Esposizioni non
deteriorate
Totale A
B. Esposizioni "fuori
bilancio"
B.1 Sofferenze
B.2 Inadempienze
probabili
B.3 Altre attività
deteriorate
B.4 Esposizioni non
deteriorate
480.317
1.903.498
2.976
18.718
1
12
-
9
-
-
462.921
199.795
3
2
-
-
-
-
-
-
35.221
7.396
4
2
-
-
-
-
-
-
4.064.987
31.843
4.837
39
585
1
-
-
5.008
156
5.043.446
2.142.532
7.820
18.761
586
13
-
9
5.008
156
1.452
5.975
-
-
-
-
-
-
-
-
31.815
735
-
-
-
-
-
-
-
-
1.877
171
-
-
-
-
-
-
-
-
351.648
4.591
1.002
-
-
-
-
-
8.000
-
Totale B
386.792
11.472
1.002
-
-
-
-
-
8.000
-
Totale 31/12/2015
5.430.238
2.154.004
8.822
18.761
586
13
-
9 13.008
156
66
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
B.2 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)
Italia Nord Ovest
Esposizioni/Aree geografiche
Espos. netta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
A.2 Inadempienze probabili
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
A.4 Esposizioni non deteriorate
Italia Nord Est
Rettifiche
Espos. netta
valore complessive
Italia Centro
Italia Sud e Isole
Rettifiche
valore complessive
Espos. netta
Rettifiche
valore complessive
Espos.
netta
Rettifiche
valore complessive
Totale A
36.366
24.070
1.284
151.586
213.306
159.263
15.597
125
1.678
176.663
26.846
52.946
549
138.247
218.588
121.576
26.564
236
1.078
149.454
392.486
374.769
32.267
3.686.729
4.486.251
1.505.509
152.040
6.574
27.818
1.691.941
24.619
11.136
1.121
88.425
125.301
117.151
5.593
460
1.269
124.473
Totale B
Totale (A+B) 31/12/2015
27
7.608
240
43.308
51.183
264.489
673
1.182
1.855
178.518
3
2.282
18.407
20.692
239.280
11
83
1.664
1.758
151.212
1.402
21.867
1.637
276.923
301.829
4.788.080
5.233
636
171
1.570
7.610
1.699.551
20
58
13.010
13.088
138.389
58
16
175
249
124.722
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze
B.2 Inadempienze probabili
B.3 Altre attività deteriorate
B.4 Esposizioni non deteriorate
67
B.3 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio)
Italia
Altri Paesi europei
America
Asia
Esposizioni/Aree geografiche
Espos. netta
Rettifiche
Espos. netta
Rettifiche
Espos. netta
Rettifiche
Resto del mondo
Espos.
netta
Rettifiche
Espos.
netta
Rettifiche
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
A.2 Inadempienze probabili
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
177.406
-
191.767
-
1.506
-
110
-
413
-
177.406
-
191.767
-
1.506
-
110
-
413
-
B.1 Sofferenze
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
B.2 Inadempienze probabili
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
B.3 Altre attività deteriorate
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
20.900
-
26.084
-
-
-
60
-
-
-
Totale B
20.900
-
26.084
-
-
-
60
-
-
-
Totale (T)
198.306
-
217.851
-
1.506
-
170
-
413
-
A.4 Esposizioni non deteriorate
Totale A
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.4 Esposizioni non deteriorate
68
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
B.3 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio)
Italia Nord Ovest
Esposizioni/Aree geografiche
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
A.2 Inadempienze probabili
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
A.4 Esposizioni non deteriorate
Totale A
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.1 Sofferenze
B.2 Inadempienze probabili
B.3 Altre attività deteriorate
B.4 Esposizioni non deteriorate
Totale B
Totale (A+B) 31/12/2015
Espos.
netta
Italia Nord Est
Rettifiche
valore complessive
Espos.
netta
Italia Centro
Rettifiche
valore complessive
Espos.
netta
Italia Sud e Isole
Rettifiche
valore complessive
Espos.
netta
Rettifiche
valore complessive
32.228
32.228
-
4.515
4.515
-
140.662
140.662
-
1
1
-
10.916
10.916
43.144
-
4.515
-
9.984
9.984
150.646
-
1
-
69
B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie
B.1 Gruppo bancario - Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)
Governi
Esposizioni/Controparti
Altri enti pubblici
Rettifiche Rettifiche
val.
val. di
specifiche portafoglio
Espos.
Netta
Società finanziarie
Rettifiche Rettifiche
val.
val. di
specifiche portafoglio
Espos. netta
Rettifiche Rettifiche
val.
val. di
specifiche portafoglio
Espos.
netta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
-
-
-
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
-
-
-
A.2 Inadempienze probabili
-
-
-
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
-
-
-
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
-
-
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
-
-
-
40.647
-
-
-
-
1.365
1.399
-
0
11
-
9.999
7.128
-
-
-
-
5.985
5.577
-
-
0
0
-
11
6
-
-
-
-
-
-
9
4
-
1.158.493
-
992
11.068
-
162
145.639
-
221
-
-
-
537
-
1
2.186
-
109
1.158.493
-
992
12.433
1.399
163
161.597
47.781
330
B.1 Sofferenze
-
-
-
-
-
-
-
-
-
B.2 Inadempienze probabili
-
-
-
-
-
-
81
18
-
B.3 Altre attività deteriorate
-
-
-
-
-
-
-
-
-
B.4 Esposizioni non deteriorate
-
-
-
103.873
-
1
977
-
6
Totale B
-
-
-
103.873
-
1
1.058
18
6
Totale (T)
1.158.493
-
992
116.306
1.399
164
162.655
47.799
336
A.4 Esposizioni non deteriorate
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
Totale A
-
5.948
B. Esposizioni "fuori bilancio"
70
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
Società di assicurazione
Esposizioni/Controparti
Imprese non finanziarie
Rettifiche Rettifiche
val.
val. di
specifiche portafoglio
Espos.
netta
Espos. netta
Altri soggetti
Rettifiche Rettifiche
val.
val. di
specifiche portafoglio
Rettifiche Rettifiche
val.
val. di
specifiche portafoglio
Espos.
netta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
-
-
-
416.059
1.695.330
-
61.287
186.260
-
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
-
-
-
20.787
64.597
-
3.919
8.395
-
A.2 Inadempienze probabili
-
-
-
399.573
177.413
-
51.987
13.857
-
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
-
-
-
232.794
100.529
-
20.286
6.602
-
A.3 Esposizioni scadute deteriorate
-
-
-
18.433
4.658
-
16.781
2.734
-
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
-
-
-
10.468
2.352
-
6.132
749
-
17.434
-
217
1.742.746
-
25.065
1.000.037
-
5.382
-
-
-
145.559
-
2.232
22.806
-
220
17.434
-
217
2.576.811
1.877.401
27.297
1.130.092
202.851
5.602
B.1 Sofferenze
-
-
-
1.448
5.889
-
4
86
-
B.2 Inadempienze probabili
-
-
-
31.154
341
-
579
376
-
B.3 Altre attività deteriorate
-
-
-
1.088
171
-
790
-
-
A.4 Esposizioni non deteriorate
- di cui esposizioni oggetto di concessioni
Totale A
B. Esposizioni "fuori bilancio"
B.4 Esposizioni non deteriorate
1.991
-
9
237.556
-
4.535
16.253
-
40
Totale B
1.991
-
9
271.246
6.401
4.535
17.626
462
40
Totale (T)
19.425
-
226
2.848.057
1.883.802
31.832
1.147.718
203.313
5.642
71
Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie
Voci/Scaglioni temporali
Attività per cassa
da oltre 1
giorno a 7
giorni
a vista
da oltre 7
giorni a 15
giorni
da oltre 15
giorni a 1
mese
da oltre 1
mese fino a
3 mesi
da oltre 3
da oltre 6
mesi fino a 6 mesi fino a 1
mesi
anno
da oltre 1
anno fino a
5 anni
Oltre 5 anni
durata
indeterminata
888.403
1
242
10.578
877.582
253.547
624.035
2.450.100
2.375.645
49.445
2.326.200
2.492
71.963
-
6.933
6.933
6.933
980.719
10.259
10.259
6.223
964.237
-
8.889
8.889
8.889
30.850
17.267
17.267
1.114
12.469
-
119.855
119.855
861
118.993
75.473
62.243
732
61.511
12.687
542
-
244.383
1.000
209
243.174
2.884
240.290
235.844
133.262
3.508
129.755
77.009
25.573
-
149.237
5.430
143.807
4.765
139.042
376.215
195.945
195.945
166.932
13.338
-
642.967
6.122
8.189
628.656
219
628.436
291.203
119.713
119.713
169.038
2.452
-
2.129.666
1.085.000
4.434
1.040.232
4.183
1.036.049
837.386
281.298
281.298
547.655
8.432
-
1.270.716
2.063
1.268.654
10.200
1.258.454
228.018
193.428
34.590
-
93.543
93.543
93.543
-
C.1 Derivati finanziari con scambio di
capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
-
47.901
50.998
73.527
72.587
30.648
30.570
28.491
28.111
12.822
12.651
14.983
14.437
1.619
-
627
-
-
C.2 Derivati finanziari senza scambio
di capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
-
7
31
326
-
1.569
1.556
1.245
329
7.025
5.403
11.658
6.485
3.561
3.038
-
-
1.966.382
1.966.382
-
-
-
-
-
-
-
-
-
14.349
21
-
148
531
1.875
7.323
23.121
7.034
-
A.1 Titoli di Stato
A.2 Altri titoli di debito
A.3 Quote O.I.C.R.
A.4 Finanziamenti
- banche
- clientela
Passività per cassa
B.1 Depositi e conti correnti
- banche
- clientela
B.2 Titoli di debito
B.3 Altre passività
Operazioni "fuori bilancio"
C.3 Depositi e finanziamenti da
ricevere
- posizioni lunghe
- posizioni corte
C.4 Impegni irrevocabili a erogare
fondi
- posizioni lunghe
72
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
- posizioni corte
54.381
21
-
-
-
-
-
-
-
-
C.5 garanzie finanziarie rilasciate
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
C.6 garanzie finanziarie ricevute
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
C.7 Derivati creditizi con scambio di
capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
C.8 Derivati creditizi senza scambio di
capitale
- posizioni lunghe
- posizioni corte
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Fonte: elaborazione interna
73
A.1.7 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni
deteriorate lorde
Causali/Categorie
A. Esposizione lorda iniziale
Esposizioni
scadute
deteriorate
Inadempienze
probabili
Sofferenze
2.254.363
768.718
62.987
-
-
-
161.021
58.868
9.011
640
22.635
8.615
158.333
17.174
145
B.3 altre variazioni in aumento
2.048
19.059
251
C. Variazioni in diminuzione
9.853
164.864
29.376
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
B. Variazioni in aumento
B.1 ingressi da crediti in bonis
B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
C.1 uscite verso crediti in bonis
-
861
7.899
558
-
-
9.295
8.310
1.518
C.4 realizzi per cessioni
-
-
-
C.5 perdite da cessioni
-
-
-
C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
-
155.693
19.959
C.7 altre variazioni in diminuzione
-
-
-
2.405.531
662.722
42.622
-
-
-
C.2 cancellazioni
C.3 incassi
D. Esposizione lorda finale
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
A.1.8 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di
valore complessive
Causali/Categorie
A. Rettifiche complessive iniziali
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
Esposizioni
scadute
deteriorate
Inadempienze
probabili
Sofferenze
1.850.382
253.627
13.952
-
-
79.065
32.802
1.801
4.806
23.380
1.697
-
-
-
74.259
4.902
104
-
4.520
-
C. Variazioni in diminuzione
7.210
86.632
8.355
C.1 riprese di valore da valutazione
4.899
4.458
228
C. 2 riprese di valore da incasso
1.753
7.811
3.225
-
-
-
558
-
-
C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
-
74.363
4.902
C.6 altre variazioni in diminuzione
-
-
-
1.922.237
199.797
7.398
-
-
-
B. Variazioni in aumento
B.1 rettifiche di valore
B.2 perdite da cessione
B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
B.4 altre variazioni in aumento
C. 3 utili da cessione
C.4 cancellazioni
D. Rettifiche complessive finali
- di cui: esposizioni cedute non cancellate
74
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
7. Attività non vincolate (art. 443 CRR)
Le principali operazioni del Gruppo Banca Etruria in essere al 31 dicembre 2015 che
determinano il vincolo di attività di proprietà sono le seguenti:
• Operazioni di pronti contro termine che rappresentano il 69% del totale delle attività
impegnate;
• Finanziamenti cartolarizzati sottostanti a titoli ABS per un ammontare pari al 29%
del totale;
•
Garanzie prestate a fronte dell’operatività in strumenti derivati, in pronti contro
termine e all’emissione di assegni circolari.
Tra le attività vincolate figurano anche circa 53 milioni di titoli obbligazionari di terzi di cui
è stata acquisita la disponibilità con operazioni di pronti contro termine di impiego e prestiti
titoli.
Di seguito riportata la situazione al 31 dicembre 2015:
Attività vincolate
Valore di bilancio
Totale attività
Attività non vincolate
Fair value
Valore di bilancio
Fair value
1.382.411
5.026.175
1. Titoli di capitale
-
53.618
48.273
2. Titoli di debito
954.786
170.079
169.929
3. Altre attività
954.786
-
926.906
Garanzie vincolate
ricevute o titoli di
debito emessi
Garanzie ricevute o si
propri titoli di debito
emessi disponibili ad
essere vincolati
Fair value
Fair value
Garanzie ricevute
53.433
-
1. Titoli di capitale
-
2. Titoli di debito
53.433
3. Altre garanzie ricevute
-
4. Titoli di debito emessi diversi da covered bond o
titoli ABS
Valore contabile delle passività finanziarie
selezionate
11,7
Passività
corrispondenti,
passività potenziali o
titoli concessi in
prestito
Attività, garanzie
ricevute e titoli di debito
di propria emissione,
diversi da obbligazioni
garantite e titoli garantiti
da attività, vincolati
1.328.384
1.435.844
75
8. Uso delle ECAI (art. 444 CRR17)
Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale per il rischio di credito tramite la
Metodologia Standardizzata, le scelte intraprese dal Gruppo Banca Etruria (in riferimento a Nuova
Banca Etruria e Banca Federico Del Vecchio) in merito all’impiego delle valutazioni di ECAI18
(External Assessment Credit Institution) sono di seguito riepilogate:
Controparte ECAI
Classe di esposizioni
ECAI scelta
Amministrazioni Centrali e Banche Centrali
DBRS RATINGS LIMITED
Banche Multilaterali di Sviluppo
STANDARD & POOR’S RATING SERVICES
Imprese ed altri soggetti
Cerved Group
Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR)
STANDARD & POOR’S RATING SERVICES
Cartolarizzazioni
STANDARD & POOR’S RATING SERVICES
L’associazione dell’eventuale rating esterno della posizione, viene ricondotta alla relativa classe di
merito secondo l’associazione definita dall’ABE.
17
18
Già Tavola 6 in base a disciplina previgente.
Cfr. Glossario.
76
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
La tabella di seguito riportata illustra la distribuzione per portafoglio regolamentare delle
esposizioni soggette a rischio di credito e controparte prima dell’applicazione delle tecniche di CRM
e dei Fattori di Conversione Creditizia (FCC), dopo la sola applicazione delle tecniche di CRM ed
infine applicando sia le tecniche di CRM che i fattori di conversione creditizia (FCC).
Distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e di controparte con e senza
applicazione della Credit Risk Mitigation (CRM)
Metodologia Standard
Esposizione
ante CRM e
applicazione
FCC
Esposizione
post CRM e
ante
applicazione
FCC
Esposizione
post CRM e
post e FCC
1.713.034
1.783.182
1.779.032
AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI
38.718
41.483
12.868
ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO
76.292
97.555
50.045
INTERMEDIARI VIGILATI*
1.319.329
392.567
334.254
IMPRESE
1.445.882
1.391.376
959.304
ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO
1.272.918
1.128.682
647.334
ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI
1.112.896
1.106.146
1.106.146
ESPOSIZIONI SCADUTE
1.026.575
992.853
953.793
ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO
8.806
8.806
8.806
ESPOSIZIONI VERSO (OIC)
8.559
8.559
8.559
86.812
86.812
86.812
322.225
322.225
322.225
AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI
ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE
ALTRE ESPOSIZIONI
POSIZIONE VERSO CARTOLARIZZAZIONI: TOTALE
TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE (esposizioni)
129.798
8.432.046
7.360.247
6.398.976
* Nella sola categoria “Intermediari Vigilati” la differenza di esposizione dopo l’applicazione delle
tecniche di CRM deriva dalla componente relativa ai contratti di PCT (metodo integrale per il
trattamento delle garanzie reali finanziarie).
La tabella di seguito riportata illustra la distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito
e controparte sulla base dei fattori di ponderazione, secondo le regole di compilazione delle
segnalazioni di vigilanza definite dalla vigente normativa in materia. Non vengono riportate in
tabella le esposizioni che hanno rischio basso il cui fattore di conversione creditizia è pari a zero per
cento.
77
Distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e di controparte
RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE
deduzione
da FP
Fattore di ponderazione
importi in migliaia di euro
Metodologia Standard
0%
2%
20%
35%
50%
1.772.662
-
-
-
AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI
-
-
12.868
ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO
-
-
-
11.335
29.486
IMPRESE
-
-
ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO
-
ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI
ESPOSIZIONI SCADUTE
70%
75%
100%
150%
250%
-
-
-
5.061
0
1.309
-
-
-
-
-
-
-
-
50.045
-
-
-
-
-
213.135
-
79.929
-
-
369
-
-
-
-
98.135
29.874
-
708.068
123.227
-
-
-
-
-
-
647.334
-
-
-
-
-
-
802.059
304.087
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
790.381
163.412
-
ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO
-
-
-
-
-
-
-
-
8.806
-
ESPOSIZIONI VERSO (OIC)
-
-
-
-
-
-
-
8.559
-
-
-
-
-
-
-
-
-
40.724
-
46.088
102.362
-
97.401
-
-
-
-
122.462
-
-
AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI
INTERMEDIARI VIGILATI
ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE
ALTRE ESPOSIZIONI
POSIZIONE VERSO CARTOLARIZZAZIONI: TOTALE
184
-
-
108.985
5.943
-
4.245
-
10.440
-
TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE (esposizioni)
1.886.543
29.486
323.404
911.043
538.139
29.874
651.580
1.675.625
305.886
47.397
-
590
64.653
306.260
245.810
18.589
396.914
1.664.355
455.496
118.492
TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE* (RWA)
28.237
28.237
Fonte: Elaborazione interna
* Importo ponderato tenendo conto del di fattore di sostegno art 501
78
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
9. Esposizione al rischio di mercato (art. 445 CRR)
L’esposizione al rischio di mercato è calcolata dal Gruppo Bancario con la metodologia
standardizzata e con il dettaglio per ciascun rischio di cui all’art. 92 par. 3 lettere b) e c) del CRR.
ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHI DI MERCATO
Requisito
RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI DEBITO
58.237
RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI CAPITALE
25.730
RISCHIO DI CAMBIO
0
RISCHIO DI REGOLAMENTO
0
RISCHIO DI POSIZIONE SU MERCI
0
RISCHIO SPECIFICO DI TASSO DI INTERESSE RELATIVO A POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE
0
TOTALE
83.967
79
10. Rischio operativo (art. 446 CRR19)
Il Gruppo Bancario Banca Etruria adotta il metodo Standardizzato (Traditional Standardized
Approach – TSA) per il calcolo del requisito patrimoniale consolidato a fronte dei rischi operativi.
Non sono incluse nel calcolo le società assicurative BancAssurance Popolari e BancaAssurance
Popolari Danni e la società Oro Italia Trading.
Il contributo al requisito patrimoniale consolidato viene determinato applicando all’indicatore
rilevante dei coefficienti regolamentari distinti per ciascuna delle linee di business (c.d. business
lines - BL) in cui è suddivisa l’attività aziendale ed è pari alla media delle ultime tre osservazioni su
base annuale del contributo TSA così calcolato. L’attribuzione dell’indicatore rilevante alle varie
attività/business line, condotta dal Servizio Rischi Finanziari e Operativi con il supporto del Servizio
Pianificazione e Controllo di Gestione della Capogruppo, si basa su criteri di natura contabile e
gestionale. In particolare, nel processo di ripartizione, si è fatto ricorso sia alle dirette risultanze dei
mastri che alimentano il bilancio sia ai dati presenti nel sistema “Controllo di Gestione” come driver
per l’attribuzione delle parti di indicatore rilevante riferibili a più attività/BL.
In ottica di mitigazione, il Gruppo ha stipulato polizze assicurative volte a coprire rischi operativi
quali, tra le altre, le polizze BBB (tra cui infedeltà, furti e rapine), Responsabilità Civile Professionale,
Globale Fabbricati, Responsabilità Civile verso terzi, dipendenti e prestatori di lavoro, Infortuni
professionali ed extra professionali, D&O (responsabilità civile individuale di amministratori e/o
dirigenti), All risk (beni artistici).
19
Già Tavola 12 in base a disciplina previgente.
80
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
11. Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di
negoziazione (art. 447 CRR20)
Nell’ambito del portafoglio bancario, l’investimento in strumenti rappresentativi di capitale è
caratterizzato dalla finalità strategica, istituzionale, strumentale all’attività operativa della banca e
allo sviluppo dell’attività commerciale e di investimento finanziario.
Le esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio Bancario vengono classificate a fini di
bilancio tra le Attività finanziarie disponibili per la vendita e sono valutate a fair value mentre per
quelle che non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile sono mantenute al
costo.
In particolare vengono incluse in questa voce le partecipazioni, anche strategiche, non gestite con
finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto.
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie non derivate non diversamente
classificate come crediti, attività finanziarie al fair value rilevato a conto economico o attività
finanziarie detenute sino alla scadenza.
Criteri di iscrizione
L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di capitale.
All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o
proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a
seguito di riclassificazione delle Attività detenute sino alla scadenza, il valore di iscrizione è
rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.
Criteri di valutazione – Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita sono valutate al fair
value, con la rilevazione a conto economico del valore corrispondente al costo ammortizzato,
mentre gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica
riserva di patrimonio netto, sino a quando l’attività non viene cancellata o non viene rilevata una
perdita di valore. Al momento della dismissione o della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o
la perdita cumulati vengono riversati a conto economico. I titoli di capitale per i quali non sia
possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo. La verifica
dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di
bilancio o di situazione infrannuale. Se sussistono tali evidenze, l’importo della perdita viene
misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi
finanziari stimati. A tale proposito si segnala che, in relazione all’identificazione delle perdite di
valore dei titoli azionari classificati in tale portafoglio, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S.C. si
era uniformata a quanto richiesto sia dall’IFRIC (con proprio documento del maggio 2009) che dalle
autorità di vigilanza (Banca d’Italia, Isvap e Consob con un documento del marzo 2010) circa il
significato da attribuire ai concetti di diminuzione “significativa” e “prolungata” del fair value al di
sotto del costo, al fine dell’individuazione delle evidenze di impairment. In particolare, si evidenzia
come l’interpretazione corretta preveda che non sia necessaria la contemporanea presenza di
entrambi i criteri, in quanto è sufficiente il verificarsi di una perdita di valore significativa o
prolungata per procedere alla svalutazione dell’attività finanziaria. Sulla base delle suddette
20
Già Tavola 13 in base a disciplina previgente.
81
disposizioni, erano stati stabiliti i seguenti indicatori oggettivi di determinazione della perdita
durevole relativa agli strumenti di capitale, ai quali sono assimilate le quote o azioni degli organismi
di investimento collettivo del risparmio:
- criterio di significatività: decremento del fair value alla data di bilancio superiore al 50% del valore
contabile originario;
- criterio di durevolezza: diminuzione del fair value al di sotto del valore di iscrizione per oltre 36
mesi consecutivi.
I suddetti parametri sono stati mantenuti anche per la valutazione delle attività finanziarie trasferite
nel ramo di azienda ceduto a Nuova Banca Etruria (il valore di trasferimento al 23 novembre 2015
è stato assunto come “valore originario”).
Nel caso di acquisizione di azioni a seguito di ristrutturazione del debito in precedenza detenuto, in
considerazione che tali azioni debbano essere considerate come emesse da soggetto “deteriorato”,
qualsiasi svalutazione rispetto al valore di iscrizione iniziale sarà considerata un impairment a titolo
definitivo e, pertanto, determinerà un impatto diretto a conto economico, mentre le eventuali
riprese di valore seguiranno i principi generali, fino a che l’emittente non sia stato ripristinato allo
status di “bonis”.
Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi
successivamente alla riduzione della perdita di valore, vengono effettuate riprese di valore con
imputazione a patrimonio netto.
Modelli di valutazione
Lo IAS 39 prevede che gli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale che non hanno un
prezzo di mercato quotato in un mercato attivo e il cui fair value (valore equo) non può essere
misurato attendibilmente devono essere valutati al costo.
Pertanto, il principio che deve essere seguito per valutare al fair value lo strumento è l’attendibilità
della stima, intesa come scarsa variabilità nella gamma delle stime e ragionevolezza delle
probabilità delle varie stime che consentano di utilizzare tali stime in modo coerente per
determinare il fair value.
La teoria delle valutazioni propone diversi modelli per determinare il valore di un’azienda
generalmente riconducibili a cinque macro-categorie secondo l’approccio della valutazione.
La prima macro-categoria raggruppa i metodi cd “patrimoniali” che enfatizzano il lato patrimoniale
dell’azienda e quindi le misure che maggiormente rappresentano degli stock, alla seconda
appartengono i metodi “reddituali” che concentrano la valutazione sulla generazione di reddito
futuro e la terza attiene ai metodi dei “flussi finanziari” improntati sulle capacità di generazione di
flussi di cassa futuri per l’azionista.
Vi sono poi metodologie di più recente applicazione conosciute come metodi “comparativi” basati
sul principio di stimare il valore di un’azienda comparandola con società aventi caratteristiche
similari ed all’ultima categoria appartengono i metodi ccdd di “contingent claim” tra i quali il più
famoso è il metodo delle opzioni reali.
Nella scelta del metodo da utilizzare per la valutazione di uno strumento finanziario bisogna tener
conto delle seguenti linee guida:
- il metodo prescelto deve di norma rimanere il medesimo per tutte le valutazioni successive;
- Il cambio del metodo valutativo, dovrà essere in ogni caso ampiamente motivato;
- il metodo ed i criteri di stima devono seguire principi di razionalità; dimostrabilità; stabilità;
- la valutazione deve ispirarsi a principi di neutralità;
82
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3
- le tecniche utilizzate per la stima dei fattori devono essere affidabili e trasparenti.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari
derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente
tutti i rischi/benefici ad essa connessi.
Fair Value - Livello 1
Fair Value - Livello 2
Fair Value - Livello 3
Attività finanziarie valutate al fair value
Titoli di capitale
-
-
-
Quote di O.I.C.R.
-
17.388
-
1.128
25.242
18.060
1.128
25.242
5.885
-
-
12.174
-
28.340
2.506
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Titoli di capitale
di cui al fair value
di cui al costo
Quote di O.I.C.R.
Partecipazioni
Valore di bilancio
Non quotate
14
Utili/perdite realizzati
nell'esercizio
Attività finanziarie valutate al fair value
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
0
332
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Partecipazioni
Titoli di capitale
-2.105
Quote di O.I.C.R.
-2.001
-61
83
12. Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel
portafoglio di negoziazione (art. 448 CRR21)
Il rischio di tasso di interesse è misurato con tecniche di Asset-Liability Management (ALM) con le
quali viene stimato l’impatto sugli utili e sul valore economico di una determinata variazione dei
tassi di interesse.
Al fine della determinazione del rischio di tasso di interesse è utilizzato un modello interno con il
quale è stimata la diminuzione del valore economico in presenza di una prestabilita variazione della
curva dei tassi alla data di riferimento. Il modello utilizza un approccio di analisi di sensitivity in cui
i flussi di cassa delle poste patrimoniali vengono attualizzati attraverso i tassi della curva corrente
e quelli di una curva attesa: la differenza dei valori attuali così ottenuti rappresenta la stima della
variazione di valore economico del Gruppo.
L’analisi di sensitivity è elaborata prendendo a riferimento gli shock di curva dei tassi, sia al rialzo
sia al ribasso, di 1, 25, 100 e 200 basis points22.
A ciò si aggiunge anche uno shock “personalizzato”, frutto di una historic simulation sui tassi di
interesse di mercato rilevati negli ultimi sei anni. In particolare, per ciascun tasso di riferimento,
viene considerato il maggiore tra il 1° e il 99° percentile delle variazioni annue registrate in un
intervallo temporale di 6 anni. La variazione di ciascun tasso manifestato in corrispondenza del
massimo tra il 1° e il 99° percentile rappresenta lo spread applicato a ciascun nodo della curva, sia
in caso di rialzo che di diminuzione dei tassi; il valore attuale complessivo di tutte le attività e
passività ottenuto con l’attualizzazione delle poste ai nuovi tassi viene confrontato con il valore
attuale determinato sulla base della curva spot ad una certa data per determinare le variazioni di
valore economico del bilancio.
Non sono considerate ipotesi di rimborso anticipato dei finanziamenti, mentre è prevista una
modellizzazione sia del trattamento delle esposizioni scadute che delle poste a vista connesse ai
conti correnti attivi ed ai conti correnti e depositi passivi, con la costruzione di tassi di decadimento
attesi volti a stimare la reale duration del portafoglio.
Analisi di sensitività
31/12/15
Poste
Attività
Passività
Poste fuori Bilancio
Totale
Fonte: Elaborazione interna
Margine d'interesse
Valore Economico
(+100bps)
(-100bps)
(+100bps)
(-100bps)
34.079
-31.438
-7.324
-4.683
-24.940
17.332
6.774
-0.834
-90.418
83.013
-19.869
-27.274
53.867
-36.550
9.353
26.670
L’informazione di cui alla tabella include anche le altre valute la cui singola esposizione non risulta
particolarmente significativa. L’impatto a margine di interesse dipende anche dall’applicazione di
parametri di vischiosità delle poste a vista stimati prima dell’ultima crisi.
21
Già Tavola 14 in base a disciplina previgente.
Il basis point (punto base) esprime la variazione dei tassi di interesse pari ad un centesimo di punto
percentuale.
22
84
Informativa al Pubblico – Pillar III
13. Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione (art. 449 CRR23)
Le operazioni di cartolarizzazione sono state realizzate da Banca Etruria s.c. (Originator) ai sensi e
per gli effetti della Legge 130/1999, mediante le Società Veicolo (SPV) Mecenate S.r.l., Etruria
Securitisation SPV S.r.l. e AULO SPV S.r.l., all’uopo costituite. Il capitale sociale di Mecenate S.r.l. è
detenuto per il 95% da Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio (Nuova Banca Etruria), mentre il
restante 5% del capitale sociale è di proprietà di Finanziaria Italiana S.p.A. con sede ad Arezzo.
Etruria Securitisation SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Stichting Etruria, società di diritto
olandese con sede in Olanda.
AULO SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Structured Finance Management – Italy S.r.l., con sede
a Milano.
Al 31 dicembre 2015 risultavano attive le operazioni effettuate nel 2007 (Mecenate #2), nel 2009
(Mecenate #3), nel 2011 (Mecenate #4), nel 2012 (Etruria SPV 2012) e nel 2013 (Aulo SPV). Le
operazioni di cartolarizzazione Mecenate realizzate da Banca Etruria s.c. hanno riguardato
rispettivamente mutui residenziali in bonis, originati da Banca Etruria s.c. e da altre banche dalle
quali Banca Etruria s.c. aveva acquisito tali crediti; l’operazione Etruria SPV, realizzata da Banca
Etruria s.c., ha riguardato mutui ipotecari e chirografari erogati a SME e piccoli operatori economici;
ed infine l’operazione AULO SPV, realizzata anch’essa da Banca Etruria s.c., ha riguardato un
portafoglio di piccoli prestiti e crediti al consumo, parte dei quali originati da ConEtruria S.p.A.,
società controllata poi incorporata nel 2012.
Con riferimento alle operazioni realizzate ed in essere al 31 dicembre 2015 si evidenzia che quella
perfezionata nel 2007 è un’operazione di “cartolarizzazione tradizionale”, nella definizione data
dalla normativa di vigilanza vigente, con la quale è stato attuato all’emissione il significativo
trasferimento del rischio; mentre quelle perfezionate nel 2009, nel 2011 e nel 2012, definite
“autocartolarizzazioni”, nelle quali tutti i titoli obbligazionari emessi nell’ambito dei rispettivi
portafogli da Mecenate e Etruria SPV sono stati completamente sottoscritti all’emissione da Banca
Etruria s.c., non hanno comportato il trasferimento del rischio e non sono pertanto riconducibili, ai
fini della normativa, come esposizioni verso la cartolarizzazione.
Relativamente all’operazione Aulo SPV, perfezionata nel 2013, sebbene caratterizzata dalla vendita
della tranche senior ad un investitore istituzionale e la sottoscrizione della tranche Junior da parte
di Banca Etruria s.c., la stessa non realizza il trasferimento del rischio secondo quanto previsto dalla
normativa di Vigilanza.
Il Gruppo Banca Etruria non ha in essere operazioni c.d. “cartolarizzazioni sintetiche”.
Nuova Banca Etruria non effettua operazioni di market-making su titoli RMBS e su quelli ABS
collegati alle operazioni di cartolarizzazione.
Con Decreto Legge n. 183 del 22/11/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23/11/2015,
è stata costituita Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.A., con Sede Legale in Roma, via Nazionale
91, a favore della quale, per provvedimento della Banca d’Italia in data 22 novembre 2015, sono
stati ceduti tutti i diritti, le attività e le passività (fatta eccezione per le passività espressamente
indicate nel citato provvedimento), costituenti l’azienda bancaria della Banca Popolare dell'Etruria
e del Lazio Soc. Coop. in amministrazione straordinaria (Banca Etruria s.c. in a.s.) posta in
risoluzione.
23
Già Tavola 10 in base a disciplina previgente.
85
Informativa al Pubblico – Pillar III
Pertanto Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. succede all’ente posto in risoluzione Banca
Popolare dell’Etruria e del Lazio Soc. Coop. in a.s. senza soluzione di continuità nei diritti, nelle
attività e nelle passività ceduti.
Con riferimento quindi alle operazioni di cartolarizzazioni descritte in questa sezione Nuova Banca
Etruria è subentrata per effetto del richiamato provvedimento in tutti i contratti, obblighi e
previsioni in essi contenuti, sottoscritti originariamente al momento del perfezionamento delle
rispettive operazioni da Banca Etruria s.c., senza soluzione di continuità.
ORIGINATOR BANCA ETRURIA S.C.
Motivazioni della cartolarizzazione
L’operazione Mecenate #2 del 2007 è stata realizzata con l’obiettivo di ottimizzare la
gestione del portafoglio crediti e la diversificazione delle fonti di finanziamento.
L’operazione Mecenate #3 del 2009 è stata realizzata con l’obiettivo di diversificare e
potenziare le fonti di funding attraverso la trasformazione di crediti ceduti in titoli
rifinanziabili.
L’operazione Mecenate #4 del 2011 è stata realizzata con l’obiettivo, oltre alla
diversificazione delle fonti di finanziamento a medio/lungo termine, di gestione
diversificata del costo del funding.
L’operazione Etruria SPV 2012 è stata realizzata per la diversificazione delle fonti di
finanziamento e trasformazione degli attivi.
Aulo SPV 2013 è stata realizzata per rafforzare la posizione di liquidità, rifinanziando
integralmente tutte le scadenze senior unsecured emesse a valere sul programma EMTN
ancora outstanding sul mercato istituzionale.
Sistemi interni di misurazione e
controllo
Le attività di controllo sono demandate alle funzioni interne della struttura aziendale di
Nuova Banca Etruria, che per competenza, effettuano verifiche sull’andamento degli
incassi, del controllo del credito e dell’amministrazione contabile.
Nuova Banca Etruria è il Servicer ed il Corporate Services Provider di Mecenate S.r.l., di
Etruria Securitisation SPV S.r.l. e di AULO SPV S.r.l. per tutti i portafogli cartolarizzati. Questi
ultimi sono costantemente monitorati, attraverso l’analisi periodica dei rispettivi servicing
report trimestrali.
Il Comitato Rischi è periodicamente informato sulla performance delle operazioni di
cartolarizzazione e sui potenziali rischi eventualmente connessi.
Conformemente alle previsioni di cui al contratto di Servicing, Nuova Banca Etruria ha
nominato PriceWatherhouseCoopers S.p.A. (PWC) come società di revisione contabile
incaricata di predisporre e fornire a Mecenate S.r.l., con cadenza annuale ed entro la data
di approvazione del bilancio della SPV, un certificato attestante:
(a) la conformità dei dati contenuti in due report scelti dalla società di revisione con le
scritture contabili tenute da Mecenate S.r.l.;
(b) l’idoneità delle procedure degli Incassi adottate da Nuova Banca Etruria per assicurarne
la puntuale e corretta imputazione.
In Etruria SPV 2012 non è previsto un monitoraggio della società di revisione dei report
trimestrali, sebbene nell’ambito dell’attività di revisione del bilancio, la società di revisione
incaricata (PWC) estenda le proprie verifiche anche alle informazioni contenute nei
servicing reports.
Nell’operazione Aulo SPV non è stato affidato alcun incarico alla società di revisione relativo
alla specifica verifica dei report trimestrali, sebbene sia previsto che qualora richiesto,
dall’Emittente o dal Rappresentante degli Obbligazionisti, possa essere affidato un incarico
ad hoc ad una primaria società di revisione per la verifica dei suddetti report trimestrali.
Tenuto conto delle caratteristiche delle cartolarizzazioni descritte, i rischi di mercato, di
credito e di liquidità sono gestiti nell’ambito delle specificate attività previste per tali rischi.
Mecenate S.r.l. ha sottoscritto con la società UBS Ltd contratti Swap a copertura delle
oscillazioni di tasso sui crediti cartolarizzati delle operazioni Mecenate 2007 e Mecenate
2009, mentre relativamente a Mecenate 2011 il contratto di copertura sui tassi di interesse
è stato sottoscritto con Credit Suisse International. Contemporaneamente è stato
sottoscritto un contratto di “Back To Back” tra Banca Etruria s.c. e Credit Suisse
International.
Per l’operazione Etruria SPV 2012, tenuto conto della composizione del portafoglio,
rappresentato per circa l’82% da mutui a tasso variabile, è stato ritenuto di non procedere
ad alcuna copertura del rischio derivante dalle oscillazioni di tasso e pertanto non sono stati
sottoscritti contratti swap.
AULO SPV ha sottoscritto, con Deutsche Bank, un contratto diretto di copertura dal rischio
di tasso sui Titoli ABS emessi e Banca Etruria s.c. ha stipulato un contratto di copertura
gestionale analogo di segno opposto.
Rischio di mercato, di credito e di
liquidità
Tipologia di coperture
86
Informativa al Pubblico – Pillar III
Conformemente alle disposizioni di vigilanza non sono considerate esposizioni verso la
cartolarizzazione quelle che non realizzano l’effettivo trasferimento del rischio e comunque non
concorrono alla determinazione del requisito patrimoniale delle posizioni verso la cartolarizzazione
quelle per le quali il valore ponderato per il rischio di tutte le posizioni verso una medesima
cartolarizzazione risulta superiore al valore ponderato delle “attività cartolarizzate” calcolato come
se queste non fossero mai state cartolarizzate (cap test).
Considerate le tipologie di cartolarizzazioni attive, il rischio esplicito è trattato all’interno del rischio
di credito, calcolato con il metodo standardizzato. Analogamente il rischio di liquidità è gestito
nell’ambito più ampio della posizione complessiva di Gruppo.
Relativamente all’operazione Mecenate 2007 il rischio complessivo e massimo cui Nuova Banca
Etruria potrebbe essere soggetta in caso di inadempimento dei soggetti finanziati con i mutui
cartolarizzati è rappresentato dal totale dei finanziamenti concessi (prestito subordinato e debito
per rateo di interessi non ancora riscossi) e dall’ammontare dei titoli della Classe D e relativi
interessi maturati, ma non riscossi, oltre che dall'ammontare dei titoli delle altre Classi acquistati
da Nuova Banca Etruria per complessivi 48,4 milioni di euro di valore nominale, di cui circa euro
20,5 milioni relativi alla Classe A (dati al 31 maggio 2016). Alla stessa data sono inoltre presenti nel
portafoglio della Banca circa euro 27,9 milioni di valore nominale relativi ai titoli di Classe B e C
dell’emissione Mecenate 2007.
Ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza, le esposizioni detenute verso la cartolarizzazione
Mecenate #2 non sono rilevate in quanto il requisito “posizioni verso la cartolarizzazione” risulta
superiore al requisito “attività cartolarizzate”.
Si evidenzia infatti un requisito, al 31 dicembre 2015, pari a 63.771 milioni di euro calcolato come
di seguito illustrato relativamente alle “posizioni verso la cartolarizzazione”:
posizioni verso la cartolarizzazione
ammontare
ponderazione
requisito
finanziamento in conto corrente
14.985
1250%
14.985
Titolo Senior
24.481
1250%
24.481
Titolo Mezzanine
16.769
1250%
16.769
Titolo Mezzanine
4.629
1250%
4.629
Titolo Junior
1.892
1250%
1.892
Margine di Conto corrente
1.015
0%
0
Totale
Importi in migliaia di euro
63.771
62.756
ed un requisito relativo alle “attività cartolarizzate” pari a 4.694 milioni di euro:
attività cartolarizzate
Cassa
Fuori bilancio
Totale
Importi in migliaia di euro
esposizione
valore ponderato
requisito
129.743
58.659
4.692
54
26
2
129.797
58.685
4.694
87
Informativa al Pubblico – Pillar III
Il rischio potenziale è completamente assunto da Nuova Banca Etruria per quanto concerne
Mecenate #3, Mecenate #4, Etruria SPV 2012 ed Aulo SPV 2013.
Nella tabella che segue sono illustrate le caratteristiche del portafoglio oggetto delle cinque
cartolarizzazioni realizzate ed ancora in essere:
Caratteristiche del Portafoglio alla data della loro realizzazione (2007, 2009, 2011, 2012 e 2013)
CARATTERISTICHE
Current Balance(€)
Importo medio dei crediti (€)
Numero di crediti (#)
Media ponderata del valore del
credito cartolarizzato rispetto al
valore originario all’emissione (%)
Spread medio ponderato sui crediti
a tasso variabile (%)
Crediti a tasso variabile (%)
Tasso fisso medio ponderato sui
crediti a tasso fisso (%)
% crediti a tasso fisso
Durata media ponderata (mesi)
ETRURIA
SPV 2012
AULO SPV
2013
MECENATE#2
MECENATE#3
MECENATE#4
633.130.967
497.004.971
465.806.380
643.208.950
210.915.243
78.329
8.083
82.477
6.026
120.146
3.877
129.055
4.984
7.683
27.512
n.d.
45,11
93,34
n.d.
n.d.
1,28
1,21
1,39
1,70
n.d.
84,78
48,26
60,00
82,0
0,16
4,99
5,36
4,96
5,5
7,32
13,71
170,76
50,14
211,05
36,30
253,20
17,8
42,8
99,84
30
Le operazioni Mecenate #2 e Mecenate #4 sono caratterizzate da un portafoglio prevalentemente
a tasso variabile, a differenza dell’operazione Mecenate #3, dove invece circa metà del portafoglio
presenta crediti aventi tasso fisso.
Il portafoglio Etruria SPV 2012 è prevalentemente caratterizzato da mutui a tasso variabile. Tale
composizione ha fatto ritenere non necessaria una specifica copertura del rischio di tasso di
interesse.
Il portafoglio AULO SPV 2013 è caratterizzato quasi esclusivamente da finanziamenti a tasso fisso.
Data la composizione dei portafogli cartolarizzati delle operazioni Mecenate, al fine di proteggere
l’Emittente dalle oscillazioni di tasso, la società Mecenate S.r.l. ha sottoscritto specifici contratti di
swap: (i) con UBS Ltd a copertura delle oscillazioni di tasso sui crediti cartolarizzati delle operazioni
Mecenate 2007 e Mecenate 2009 e (ii) con Credit Suisse International per la relativa copertura del
portafoglio Mecenate 2011.
I contratti swap relativi a Mecenate #2 e Mecenate #3 sono mark-to-market, mentre per Mecenate
#4 è stato sottoscritto un contratto di “Back To Back” tra Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria)
e Credit Suisse International.
AULO SPV ha sottoscritto con Deutsche Bank un contratto diretto di copertura dal rischio di tasso
sui Titoli ABS emessi e Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria) ha sottoscritto un contratto di
copertura gestionale analogo di segno opposto.
88
Informativa al Pubblico – Pillar III
I mandati conferiti a Nuova Banca Etruria, sia in qualità di Servicer che di Corporate Services
Provider, sono a titolo oneroso e prevedono specifiche commissioni, liquidate trimestralmente ad
ogni data di pagamento (IPD), fino alla durata dell’operazione medesima cui si riferiscono.
Commissioni per attività di Servicing
Commissioni trimestrali
Attività di incasso dei Crediti in bonis**
Mecenate
#2 (1)
Mecenate
#3(1)
Mecenate
#4
Etruria
SPV 2012
AULO SPV
2013 *
0,15%
0,07%
0,07%
0,07%
0,07%
0,08%
0,08%
0,08%
0,08%
3,00%
3,00%
3,00%
0,80%
0,80%
0,80%
€ 1.000,00
€ 1.000,00
€ 1.000,00
Attività di amministrazione e gestione dei Crediti in bonis**
Attività di recupero relativa ai Crediti ad Incaglio***
1,00%
Attività di recupero relativa ai crediti in sofferenza***
3,00%
3,00%
Attività di recupero dei Defaulted Claims***
Attività di consulenza ed assistenza tecnica ****
€ 1.000,00
Note alla tabella:
*
è previsto un cap pari allo 0,25% del portafoglio in essere ad ogni data di pagamento
** calcolate in percentuale degli incassi
*** calcolate sul valore recuperato
**** importo per trimestre
(1) La percentuale indicata è applicata su tutti gli incassi relativi sia ai crediti in bonis che agli incassi derivanti dall’attività di recupero
sui Defaulted Claims.
Defaulted Claims: Crediti con riferimento ai quali risultino almeno 6 rate insolute (nel caso di rateizzazione mensile) ovvero almeno
2 rate insolute (nel caso di rateizzazione trimestrale o semestrale).
Commissioni per attività di Corporate Services Provider
Commissioni annuali per portafoglio
Mecenate a favore di Nuova
Banca Etruria
Etruria SPV 2012 a
favore di Nuova Banca
Etruria
AULO SPV 2013 a favore
di Nuova Banca Etruria
Corporate Servicer provider
€ 10.000,00
€ 16.000,00
€ 15.000,00
Per le operazione di cartolarizzazione perfezionate nel 2007 e nel 2009 Mecenate S.r.l. ha nominato
Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Back-up Servicer in caso di scioglimento del contratto di
Servicing per qualsiasi motivo. Il mandato è a titolo oneroso ed impegna Nuova Banca Etruria al
pagamento di una commissione annuale da corrispondersi il 30 ottobre ed il 30 giugno di ciascun
anno rispettivamente per Mecenate #2 e per Mecenate #3.
Commissioni per attività di Back-Up Servicer e/o Stand-By Servicer
BackUp Servicer Provider Mecenate#2 e Mecenate#3
Commissioni annuali per portafoglio
Mecenate #2
Nuova Banca Etruria a favore
di Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A.
Back-up Servicer provider
€ 20.000,00
Mecenate #3
Nuova Banca Etruria a favore di
Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A.
€ 10.000,00
Ai fini dell’operazione di cartolarizzazione perfezionata nel 2011 Mecenate S.r.l. ha nominato Cassa
di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Stand-by Servicer mediante un mandato a titolo oneroso che
grava sulla SPV stessa.
Stand by Servicer Mecenate#4
89
Informativa al Pubblico – Pillar III
Commissioni annuali
Mecenate a favore di Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A.
Stand by Servicer
€ 20.000,00
Etruria Securitisation SPV S.r.l. ha nominato Stand-by Servicer del portafoglio SME 2012 Cassa di
Risparmio di Asti S.p.A., sottoscrivendo con quest’ultima uno specifico contratto di Stand-by
Servicer a titolo oneroso:
Stand by Servicer Etruria SPV 2012
Commissioni annuali
Etruria SPV 2012 a favore di Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.
Stand by Servicer
€ 20.000,00
AULO SPV S.r.l. ha nominato Back-up Servicer del relativo portafoglio Zenith Services S.p.A.,
sottoscrivendo con quest’ultima uno specifico contratto di Back-up Servicer a titolo oneroso:
Back-up Servicer AULO SPV 2013
Commissioni annuali
AULO SPV 2013 a favore di Zenith Services S.p.A.
Back-up Servicer
€ 13.000,00
Rischio derivante da cartolarizzazione
L’analisi del rischio derivante da cartolarizzazione ha evidenziato che è ipotizzabile presumere che
lo stesso possa essere influenzato direttamente ed indirettamente anche da altre categorie di
rischio. Tra le componenti di diretta influenza si individuano:
− rischio connesso al downgrading o al fallimento della parte swap.
Relativamente alla parte UBS, tale rischio è mitigato dalla presenza di uno Swap Guarantor (UBS
AG)24 che ha rilasciato garanzia relativamente alle obbligazioni assunte dalla parte swap (UBS
Ltd) e dalle previsioni contenute nello specifico contratto di swap che prevedono, in caso del
verificarsi di tale evento, l’obbligo della swap counterparty di intraprendere determinate azioni,
tra le quali il trasferimento dei propri diritti ed obblighi ad un’altra parte swap che abbia i
requisiti richiesti o la nomina di un’altra società avente i requisiti richiesti che assumi il ruolo di
co-obligor.
Relativamente alla parte Credit Suisse è previsto contrattualmente l’obbligo di intraprendere
definite azioni e più specificatamente in alternativa: (a) trasferire i propri diritti ed obblighi
derivanti dai contratti swap ad un’altra parte swap che abbia i requisiti richiesti di eleggibilità
definiti dalle agenzie di rating; (b) fare in modo che un’altra parte swap eligibile diventi coobbligata o garante con riferimento agli obblighi nascenti dai sottoscritti contratti swap; o (c)
trasferire una adeguata somma a garanzia (collateral) secondo i termini stabiliti
contrattualmente.
Per completezza informativa si evidenzia che nei contratti delle tre operazioni di cartolarizzazioni
dei portafogli Mecenate S.r.l. è disciplinato il rischio connesso al downgrading di Nuova Banca
Etruria del merito creditizio a medio lungo termine ed a breve termine attribuito da Fitch.
Conseguenza diretta del verificarsi dell’evento è la revoca del mandato di Collection Bank conferito
a Nuova Banca Etruria, salvo soluzioni diverse accettate dall’Agenzia di Rating Fitch. In particolare,
24
UBS AG ha un merito creditizio a lungo termine di “A1” da Moody’s, “A” da S&P e “A” da Fitch.
90
Informativa al Pubblico – Pillar III
nelle operazioni Mecenate s.r.l. originate prima del 2011 il livello minimo previsto per il merito
creditizio a lungo termine era pari a “BBB-” e quello a breve termine ad “F2”, mentre essendosi
verificata la diminuzione del livello di rating attribuito da Fitch sul merito creditizio a breve termine,
nell’operazione di Mecenate #4 il livello del merito di credito è stabilito almeno pari a “BBB-” per il
lungo termine e “F3” per il breve termine. La successiva decisione di Banca Etruria s.c. di ritirare
l’incarico a Fitch, avvenuta nel mese di febbraio 2012, non produce alcun effetto sulle operazioni di
cartolarizzazione, essendo il rischio di commingling già coperto.
Tra le altre componenti di indiretta influenza possono essere annoverati il rischio strategico per
quanto attiene alla eventuale pianificazione errata dell’operazione; il rischio reputazionale legato
al mancato adempimento degli obblighi contrattuali, in particolare, in capo al Servicer, con
conseguente sostituzione del Servicer medesimo e subentro, a seconda dei casi, del Back-up
Servicer o dello Stand-by Servicer.
*****
Eventi comuni ad alcuni portafogli cartolarizzati
In data 16 novembre 2015, Banca Etruria s.c. in a.s., in qualità di Servicer, ha accettato, in forza dei
poteri alla stessa attribuiti ai sensi dei rispettivi contratti di Servicing, la proposta irrevocabile di
acquisto di determinati crediti classificati come sofferenza e relativi ai portafogli Mecenate 2007,
Mecenate 2009 e AULO SPV avanzata dal Gruppo Fonspa. In particolare, l’importo lordo delle
sofferenze oggetto della proposta è stato rispettivamente per:
- Mecenate 2007, euro 2,5 mln (n.30 posizioni)
- Mecenate 2009, euro 4,3 mln (n.27 posizioni)
- AULO SPV, euro 211.247,82 (n. 9 posizioni)
Le suddette cessioni sono state perfezionate il 19 maggio 2016 ai sensi e per gli effetti dell’art. 58
del D.Lgs n. 385 del 1° settembre 1996 (il “Testo Unico Bancario”) e della Legge 130/99.
I relativi avvisi sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale Parte II, n. 60 del 19 maggio 2016.
*****
Descrizione dei portafogli cartolarizzati
Portafoglio Mecenate 2007 (Mecenate#2)
L’operazione Mecenate #2 è stata caratterizzata da un portafoglio di n. 8.083 mutui ipotecari e
fondiari, erogati alla clientela privata nel periodo compreso tra il 31 marzo 1998 ed il 30 giugno
2006, per un valore complessivo di euro 633 milioni, rappresentato per il 62,51% da mutui a tasso
variabile, per il 13,71% a tasso fisso e per il 22,27% da mutui “modulari” (tasso fisso per i primi due
anni e tasso variabile per i successivi).
Il portafoglio crediti risultava concentrato nell’Italia Centrale con un 98,34%, tra cui il 59,48% in
Toscana ed il 23,98% del Lazio.
A partire dalla data di pagamento degli interessi di gennaio 2009, come previsto contrattualmente,
è iniziato l’ammortamento dei Titoli di Classe A che conseguentemente ammontano a circa euro
54,8 milioni (20 aprile 2016).
Al 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere
ammontava a circa euro 120 milioni in quota capitale; mentre l’ammontare complessivo dei Titoli è
di circa 110 milioni di euro.
91
Informativa al Pubblico – Pillar III
Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli
Moody’s Investors Service
Il 2 marzo 2011 Moody’s ha rilasciato una press release informando di aver sottoposto a review per
un potenziale downgrade del rating 131 tranches relative a 78 operazioni europee di RMBS, al fine
di verificare la conformità di tali operazioni con le metodologie di cui al “Global Structured Finance
Operational Risk Guidelines” di Moody’s, pubblicato dall’agenzia di rating in pari data.
Banca Etruria s.c. ha verificato la rispondenza della struttura della cartolarizzazione alla suddetta
metodologia per renderla, qualora necessario, conforme alle indicazioni di Moody’s.
Con nota del 20 luglio 2011, Moody’s ha confermato il rating attribuito alla Classe A “Aaa” e alla
Classe B “Aa2”, grazie anche alla nomina di un Back-Up Servicing in conformità con gli Operational
Risk Criteria della citata Agenzia di Rating.
Mecenate S.r.l. ha infatti nominato Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Back-Up Servicer
dell’operazione Mecenate 2007.
Con nota del 20 luglio 2011, Moody’s confermava il rating attribuito alla Classe A “Aaa” e alla Classe
B “Aa2”. Tuttavia, a seguito del downgrade del rating sovrano dell’Italia assegnato da Moody’s ed
in coerenza con le linee guida dell’Agenzia di Rating, la stessa ha provveduto, in data 21 febbraio
2012, a ridurre il livello del massimo rating assegnabile alle obbligazioni RMBS relative ad operazioni
di cartolarizzazione di mutui residenziali originate in Italia. Conseguentemente, per oltre 220 classi
“most senior” degli RMBS Italiani è stato ridotto il rating dai livelli “Aaa” e “Aa1” al livello “Aa2”,
definito da Moody’s il massimo rating raggiungibile viste le condizioni del Paese Italia.
I titoli con rating Aaa di Moody’s emessi da “Mecenate portafoglio 2007” hanno pertanto subito la
suddetta riduzione e più precisamente la Class A è stata retata, dal 21 febbraio 2012, al livello “Aa2”.
Successivamente, in data 13 luglio 2012, Moody’s ha abbassato di nuovo il rating delle obbligazioni
governative italiane da A3 a Baa2 e di conseguenza ha fissato il massimo rating ottenibile per le
emissioni di obbligazioni da parte di soggetti italiani pari ad A2.
L’effetto di tale riduzione ha comportato automaticamente l’abbassamento del rating attribuito
anche alle emissioni RMBS e ABS Italiane e tale situazione ha avuto impatto anche nella Class A e
nella Class B di Mecenate 2007 che dal 2 di agosto 2012 risultavano con rating “A2”.
Con nota del 26 giugno 2013, l’Agenzia Moody’s ha confermato il rating attribuito alla Class C pari
a Baa2, che nel marzo 2013 era stata posta sotto osservazione per un possibile downgrade.
Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza
ha rivisto al rialzo i rating di tutte le emissioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione.
Con riferimento ai titoli emessi da Mecenate portafoglio 2007, l’agenzia di rating ha messo sotto
osservazione la performance dell’operazione ai fini di un innalzamento del rating.
Con nota del primo aprile 2015 l’agenzia Moody’s ha migliorato il giudizio attribuito alle notes
emesse da Mecenate 2007:
- Class A da rating “A2 (sf)” al livello “Aa2”
- Class B da rating “A2 (sf)” al livello “Aa2”
- Class C da “Baa2 (sf)” al livello a “A1”
Infine, con nota del 3 novembre 2015, nel confermare i giudizi per le Classi A e B, Moody’s ha
innalzato il livello di rating della Class C da “A1” ad “Aa3”.
FitchRatings
In data 6 marzo 2013, l’agenzia FitchRatings ha:
92
Informativa al Pubblico – Pillar III
- confermato il rating attribuito alla Classe A “AAAsf” e l’Outlook Negative;
- confermato il rating attribuito alla Class B da “AAsf” e l’Outlook Stable;
- confermato il rating attribuito alla Class C “BBBsf” e l’Outlook Negative.
In data 11 marzo 2013 in conseguenza della riduzione del livello del rating attribuito all’Italia da
parte di Fitch a BBB+, l’Agenzia di Rating ha stabilito come livello massimo delle emissioni titoli
italiani al livello “AA+sf”, dal livello “AAAsf”.
Tale manovra ha avuto riflessi su 99 emissioni strutturate di titoli italiani, tra cui anche le emissioni
relative alle cartolarizzazioni ed in particolare le Classi con rating AAA, oltre ad attribuire a tutte le
emissioni outlook negative.
Quindi il rating attribuito alla Class A di Mecenate 2007 è stato automaticamente ridotto a “AA+sf”.
In data 26 febbraio 2014, la società di rating Fitch, tenuto conto dei fondamentali dell’economia
italiana ed in particolare della performance del portafoglio Mecenate 2007, ha innalzato il proprio
giudizio relativamente alla Class B attribuendole un rating di “AA+sf” da “AAsf”, migliorato il giudizio
a Stabile da Negativo alla Class C e confermato il rating della Class A:
- Class A confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo
- Class B innalzato il rating al livello di “AA+sf” da “AAsf” e confermato l’Outlook Negativo
- Class C confermato il rating a livello di “BBBsf” e migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile.
In data 16 gennaio 2015 le emissioni di Mecenate S.r.l. Series 2007 hanno avuto i seguenti giudizi:
- Class A confermato il livello “AA+sf”; migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile
- Class B confermato il livello “AA+sf”; migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile
- Class C confermato il livello “BBBsf”; migliorato l’Outlook da Stabile a Positivo.
Infine, in data 13 gennaio 2016 Fitch ha confermati il rating e l’Outlook attribuito alle classi A e B
delle emissioni obbligazionarie in essere di Mecenate 2007 ed è stato aumentato da BBBsf a A-sf,
con Outlook “Stable”, il giudizio sulla classe C.
La seguente tabella illustra i giudizi emessi dalle due Agenzie di Rating alla data di emissione dei
Titoli (“Closing”) e alla corrente data:
Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe
Fitch - rating al Closing
Fitch – rating attuale
Outolook
Moody’s - rating al Closing
Moody’s – rating attuale
A
B
C
Z (Junior)
AAA
AA-
BBB
NR
AA+(sf)
Stable
Aaa
AA+(sf)
Stable
Aa2
A-(sf)
Stable
Baa2
NR
Aa2
Aa2
Aa3
NR
NR
Portafoglio Mecenate 2009 (Mecenate#3)
L’operazione Mecenate #3 è stata caratterizzata da un portafoglio n. 6.026 contratti di mutuo con
clientela privata per un valore complessivo di circa 497 milioni di euro, rappresentato per il 48,26%
da mutui a tasso variabile, per il 50,14% a tasso fisso.
I mutui, fondiari ed ipotecari, tutti in proprietà di Banca Etruria s.c., sono stati originati da Banca
Etruria s.c., da Italfondiario e Credit Fonciér de France.
93
Informativa al Pubblico – Pillar III
Sotto il profilo territoriale il 49,90% dei mutui è concentrato nella Regione Toscana ed il 29,28% nella
Regione Lazio. L’8,62% del portafoglio è rappresentato da mutui concessi a dipendenti del Gruppo
Banca Etruria.
Tutti i titoli emessi nell’ambito di tale operazione sono stati interamente sottoscritti da Banca
Etruria s.c., in contropartita del pagamento del prezzo di cessione. I titoli di Classe A sono stati
inseriti nell’elenco dei titoli eleggibili utilizzabili per operazioni di rifinanziamento presso la BCE.
Al fine di rispondenza ai criteri di eleggibilità per l’utilizzo dei titoli senior alle operazioni di
rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea entrati in vigore da marzo 2011, in data 20
gennaio 2011 i titoli di Classe A hanno ottenuto l’attribuzione del secondo rating a livello di “Aaa”
dall’Agenzia Moody’s.
A seguito di tale assegnazione, e nel rispetto delle previsioni di cui al “Global Structured Finance
Operational Risk Guidelines” di Moody’s, è stata nominata Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A.
quale Back-up Servicer per l’operazione di Mecenate 2009, aumentata la Cash Reserve da euro
10.438.000 a euro 21.165.000 e sono inoltre state apportate alcune modifiche contrattuali per
rendere conforme la documentazione della cartolarizzazione alle citate previsioni.
Per finanziare la Cash Reserve, Banca Etruria s.c. ha concesso un finanziamento iniziale di circa 10,5
mln di euro, e successivamente, nel mese di gennaio 2011, un ulteriore finanziamento di euro
10.727.000 per incrementare la Cash Reserve fino all’attuale ammontare.
In data 20 gennaio 2011 Banca Etruria s.c. ha acquistato crediti del portafoglio Mecenate #3 che
presentavano ritardi nei pagamenti delle rate e classificati in “default” secondo i termini definiti nei
relativi documenti della cartolarizzazione, per un ammontare complessivo di 12,8 milioni di euro.
La Classe A ha iniziato il proprio ammortamento (rimborso) ad ottobre 2010, dopo 18 mesi dalla
data di emissione; al 22 aprile 2016 risultano in essere titoli di classe A per un controvalore di circa
48,2 milioni di euro e complessivi Titoli per circa euro 143,9 milioni.
Alla data del 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere
ammontava a circa 143,7 milioni di euro in quota capitale.
Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli
Moody’s Investors Service
A seguito del downgrade del rating sovrano dell’Italia assegnato da Moody’s commentato nel
precedente paragrafo, anche la Class A della serie “Mecenate portafoglio 2009” ha subito una
riduzione ed è stata retata, dal 21 febbraio 2012, al livello “Aa2”.
Il successivo limite massimo di rating fissato il 13 luglio 2012 da Moody’s per le obbligazioni italiane
ad un livello di A2, come commentato nel precedente paragrafo, ha comportato la riduzione del
livello di rating anche per la Class A di Mecenate 2009, retata “A2”.
Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza
ha rivisto al rialzo anche il rating attribuito alla Classe A di Mecenate 2009 che dal livello “A2” è
passata al livello superiore “Aa2”.
FitchRatings
In data 6 marzo 2013 Fitch ha confermato il rating attribuito alle due Classi A e B delle RMBS con
conferma del rating “AAAsf” e Outlook Negative per la Classe A e del rating “BBB-sf”, e outlook
Negative.
94
Informativa al Pubblico – Pillar III
Il downgrade dell’Italia a BBB+ da parte di Fitch, come commentato nel paragrafo precedente, ha
comportato quindi anche la revisione del rating attribuito alle Classa A del portafoglio Mecenate
2009 che pertanto si trova dall’11 marzo 2013 al livello “AA+sf”, come tetto massimo per tali
emissioni italiane.
Con nota del 26 febbraio 2014, l’agenzia Fitch ha confermato i rating attribuiti alle due classi
Mecenate 2009:
- Class A confermato il rating al livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo
- Class B confermato il rating al livello di “BBB-sf” e l’Outlook Negativo.
In data 16 gennaio 2015 le emissioni di Mecenate S.r.l. Series 2009 hanno avuto i seguenti giudizi:
- Class A confermato il rating “AA+sf” e migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile
- Class B confermato il rating a “BBB-sf”; migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile.
In data 13 gennaio 2016 Fitch ha confermato il rating attribuito a tutte le classi delle emissioni
obbligazionarie in essere di Mecenate 2009, migliorando l’outlook da “Stable” a “Positive” sulla
Classe B.
La tabella che segue riporta i giudizi attribuiti dalle Agenzie di Rating sia alla data di prima
attribuzione che alla data corrente:
Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe
A
B
C (Junior)
AAA
BBB -
NR
Fitch – rating corrente
AA+(sf)
BBB-(sf)
NR
Outlook
Stable
Positive
NR
Moody’s – rating iniziale *
Aaa
NR
NR
Moody’s – rating corrente
Aa2
NR
NR
Fitch - rating alla data di emissione
Nota:* il secondo rating sulla Class A è stato attribuito da Moody’s il 20 gennaio 2011
Portafoglio Mecenate 2011 (Mecenate#4)
L’operazione Mecenate #4 è stata caratterizzata da un portafoglio n. 3.877 contratti di mutuo con
clientela privata per un valore complessivo di circa 465,8 milioni di euro.
Sotto il profilo territoriale il 43,9% dei mutui è concentrato nella Regione Toscana ed il 27,3% nella
Regione Lazio.
A fronte dell’acquisto dei crediti e conseguentemente alla sottoscrizione dei suddetti contratti, in
data 26 luglio 2011 Mecenate S.r.l. ha emesso i Titoli obbligazionari (RMBS) per un importo
complessivo di 465,8 milioni di euro, suddivisi in quattro classi, tre delle quali dotati di rating dalle
due agenzie Fitch Ratings e Moody’s.
Tutti i titoli hanno una scadenza legale 2060 e sono stati interamente sottoscritti all’emissione da
Banca Etruria s.c., in contropartita del pagamento del prezzo di cessione. I titoli di Classe A sono
stati inseriti nell’elenco dei titoli eleggibili utilizzabili per operazioni di rifinanziamento presso la
BCE.
La Classe A1 e la Classe A2 incorporano una step-up and call esercitabile a partire da ottobre 2016.
95
Informativa al Pubblico – Pillar III
Banca Etruria s.c. ha altresì concesso a Mecenate S.r.l. un finanziamento di circa 17,5 milioni di euro
per costituire il fondo denominato Cash Reserve, utilizzato come garanzia, verso i creditori di
Mecenate S.r.l. per la soddisfazione delle loro pretese, qualora il flusso di incassi delle rate dei mutui
non fosse sufficiente a tale scopo, e per la costituzione di un fondo spese di 50 mila euro.
Conformemente alla disciplina introdotta con la CDR2, art.122, contemplata anche dalle Nuove
Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le Banche (aggiornamento delle disposizioni del
28/1/2011), Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria) ha dichiarato il proprio impegno alla
sottoscrizione di almeno il 5% degli RMBS ed al mantenimento di tale requisito per l’intera durata
dell’operazione.
L’informativa di tale impegno è stata data nel prospetto informativo pubblicato per l’emissione
delle Notes ed è contenuta negli Investor Report pubblicati trimestralmente
(http://www.bancaetruria.it/it/istituzionale/investor-relations.html sezione Cartolarizzazioni).
Con l’entrata in vigore delle disposizioni di cui alla Legge 148/2011, che prevedono l’equiparazione
del trattamento fiscale dei titoli indipendentemente dalla loro durata ed il conseguente
allineamento all’aliquota del 20% delle ritenute sugli interessi e sulle rendite finanziarie derivanti
da titoli, rispetto alla differenziazione esistente precedentemente per le emissioni inferiori a 18
mesi, Mecenate #4 ha beneficiato di tale normativa, anticipando l’inizio dell’ammortamento dei
titoli di Class A1 ad aprile 2012 rispetto all’originaria data di aprile 2013.
L’operazione Mecenate portafoglio 2011 era stata inizialmente strutturata come operazione
pubblica, prevedendo la vendita sul mercato istituzionale delle Class A1 e Class A2; in prossimità
del closing (luglio 2012), tenuto conto dell’andamento negativo dei mercati, Banca Etruria s.c.
decise di acquistare tutte le Classi emesse.
In data 4 dicembre 2012, data la struttura delle notes, è stato possibile vendere ad un investitore
istituzionale la Classe A1, al prezzo di 100,10%, per un controvalore complessivo di 115,645 milioni
di euro, permettendo alla Banca di recuperare liquidità netta per circa euro 27 mln, calcolata come
differenza tra il controvalore ricavato dalla vendita e il controvalore riconosciuto da BCE su
l’operazione pronti contro termine (REPO), cui normalmente viene fatto ricorso.
Nel dicembre 2014 sono stati venduti ad investitori istituzionali tutti i titoli di Classe A2 (euro 90
mln) ed alcuni titoli della Classe A3 per complessivi euro 20 milioni. Due ulteriori vendite dei titoli
della Classe A3, sempre ad investitori istituzionali, sono state perfezionate rispettivamente per euro
25 mln nel febbraio 2015 ed euro 9,1 mln nel novembre 2015.
Ad aprile 2016 la Class A1 risulta completamente rimborsata, ed è iniziato l’ammortamento della
Class A2 che, pertanto a tale data, residua ad euro 77,6 milioni dagli originari euro 90 milioni.
In data 4 novembre 2015, Nuova Banca Etruria, in qualità di Servicer dell’Operazione, ha
sottoscritto un contratto di riacquisto crediti avente ad oggetto crediti relativi al portafoglio
Mecenate 2011 che alla data del 31 ottobre 2015 risultavano classificati come “Defaulted Claims”,
pari a n. 5 posizioni per un ammontare complessivo lordo di euro 866.729. Di tale riacquisto è stata
data pubblicità mediante pubblicazione di uno specifico avviso sulla Gazzetta Ufficiale n.129 parte
II del 7 novembre 2015.
Alla data del 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere
ammontava a circa 285,5 milioni di euro in quota capitale.
Stand-by Servicer dell’operazione Mecenate portafoglio 2011 è stata nominata Cassa di Risparmio
di Volterra S.p.A.
96
Informativa al Pubblico – Pillar III
Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli
Moody’s Investors Service
A seguito del downgrade del rating sovrano dell’Italia assegnato da Moody’s commentato
precedentemente, anche le Class A1, Class A2 e Class A3 della serie Mecenate 2011 hanno subito
una riduzione e sono state retate, dal 21 febbraio 2012, al livello “Aa2”; e successivamente in data
2 agosto 2012 al livello A2.
Con nota del 26 giugno 2013, l’Agenzia Moody’s ha confermato il rating attribuito alla Classe A3
pari a A2, che nel marzo 2013 era stata posta sotto osservazione per un possibile downgrade.
Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza
ha rivisto al rialzo anche il rating attribuito alle Classe A1, A2 e A3 di Mecenate 2011 che dal livello
“A2” sono passate al livello superiore “Aa2”.
FitchRatings
In data 6 marzo 2013, Fitch ha confermato per tutte le tre Classi A1, A2 e A3 il rating “AAAsf” e
Outlook Negative.
Il downgrade dell’Italia a BBB+ da parte di Fitch, come commentato nei paragrafi precedenti, ha
comportato quindi anche la revisione dei rating attribuiti alle Classi A1, A2 e A3 che pertanto si sono
trovate all’11 marzo 2013 al livello “AA+sf”, come tetto massimo per tali emissioni italiane.
Con nota del 26 febbraio 2014, Fitch ha confermato i rating attribuiti alle tre classi Mecenate 2011:
- Class A1 confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo
- Class A2 confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo
- Class A3 confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo.
Con nota del 26 febbraio 2014, Fitch ha confermato i rating attribuiti alle tre classi Mecenate 2011.
Il 16 gennaio 2015, nell’ambito dell’annuale analisi sulla performance dei portafogli cartolarizzati,
Fitch ha confermato per tutte e tre le Classi A1, A2 e A3 il livello “AA+sf” e migliorato l’Outlook da
Negativo a Stabile.
Fitch in data 13 gennaio 2016 ha confermato il rating e l’Outlook attribuito a tutte le Classi delle
emissioni obbligazionarie in essere di Mecenate 2011.
Nella tabella che segue sono descritti i giudizi attribuiti dalle Agenzie di Rating alla data
dell’emissione dei Titoli e alla data corrente:
Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe
Fitch - rating alla data di emissione
Fitch – rating attuale
Outolook
Moody’s - rating alla data di emissione
Moody’s – rating attuale
A1 (*)
A2
A3
Z (Junior)
AAA
AA+(sf)
AAA
AA+(sf)
AAA
AA+(sf)
NR
NR
Stable
Aaa
Stable
Aaa
Stable
Aaa
NR
Aa2
Aa2
Aa2
NR
Nota: (*) La Class A1 è stata completamente rimborsata ad aprile 2016.
Etruria SPV - Cartolarizzazione di mutui in bonis ipotecari e fondiari e chirografari a piccole e
medie imprese e piccoli operatori economici – 2012
97
Informativa al Pubblico – Pillar III
Il 12 luglio 2012, Banca Etruria s.c. ha ceduto, in blocco e pro-soluto, a Etruria Securitisation SPV
S.r.l., un portafoglio di n. 4984 crediti classificati in bonis, derivanti da contratti di mutuo fondiario,
ipotecario e chirografario, erogati nel periodo compreso tra il 31 luglio 1998 (incluso) ed il 30 marzo
2012 (incluso), per un ammontare complessivo di debito residuo al 6 luglio 2012 di euro 643,9
milioni. Sotto il profilo territoriale il 67,5% dei mutui è concentrato nella Regione Toscana; l’11,3%
nella Regione Lazio ed il 9,2% nella Regione Umbria.
Sebbene i Titoli siano stati interamente sottoscritti da Banca Etruria s.c., tuttavia, conformemente
alla disciplina introdotta con la CDR2, art.122°, contemplata anche dalle Nuove Disposizioni di
Vigilanza Prudenziale per le Banche (aggiornamento delle disposizioni del 28/1/2011), Banca Etruria
s.c. (ora Nuova Banca Etruria) ha dichiarato il proprio impegno alla sottoscrizione di almeno il 5%
degli ABS ed al mantenimento di tale requisito per l’intera durata dell’operazione.
L’informativa di tale impegno è stata data nel prospetto informativo pubblicato per l’emissione
delle Notes ed è contenuta negli Investor Report pubblicati trimestralmente
(http://www.bancaetruria.it/it/istituzionale/investor-relations.html sezione Cartolarizzazioni).
L’introduzione della Legge 148/2011, uniformando il regime fiscale delle aliquote applicate agli
interessi sui titoli, indipendentemente dalla loro durata, ha comportato di fatto la possibilità di
iniziare l’ammortamento delle obbligazioni sin da subito. Di conseguenza i titoli Classe A emessi da
Etruria SPV hanno iniziato ad essere rimborsati alla prima Data di Pagamento degli Interessi (IPD)
avvenuta il 28 gennaio 2013.
Il 2 dicembre 2014 i titoli di Classe A in essere a tale data (euro 174 mln) sono stati venduti ad
investitori istituzionali.
L’ammontare in essere della Classe A, ad aprile 2016, è pari ad euro 35,6 milioni. Complessivamente
risultano in essere titoli per euro 252,6 milioni.
Con l’obiettivo di rafforzare la posizione di liquidità della Banca, il 7 gennaio 2016 è stata
perfezionata la ristrutturazione della Classe B - Titoli Junior di euro 216.987.000 milioni (“Titoli
Junior Originari”), mediante la suddivisione di tale Classe B in due nuove classi di Titoli, una classe
“Mezzanine” di euro 125 milioni, dotata di rating e quotata presso la borsa del Lussemburgo, ed
una nuova classe Junior di euro 91,987 milioni, non retata, né quotata.
Le caratteristiche delle due nuove classi, la cui scadenza legale coincide con la data di pagamento
degli interessi che cade nell’ottobre 2055, sono illustrate nella tabella che segue:
Notes
Valore
nominale
(euro mln)
DBRS
Moody's
spread su
euribor 3M
Class Mezzanine
57,61%
125,000
BBB (high) (sf)
Baa2 (sf)
2,75
Class C (Junior)
42,39%
91,987
unrated
unrated
1,50
Totale
100,0%
216,987
Durata media
in anni
2,6 (CPR 4%)
I Titoli Mezzanine e i Titoli Junior sono stati integralmente sottoscritti all’emissione (7 gennaio 2016)
da Nuova Banca Etruria, ai sensi di un contratto denominato “Notes Exchange Agreement”.
Ai fini della ristrutturazione dei Titoli Junior Originari, Nuova Banca Etruria ha erogato un ulteriore
98
Informativa al Pubblico – Pillar III
finanziamento ad Etruria SPV, pari ad euro 6,65 mln, per la costituzione della Junior Cash Reserve,
il cui utilizzo è riservato esclusivamente per il pagamento degli interessi della Classe Mezzanine fino
a che i Titoli Senior non saranno completamente rimborsati.
La ristrutturazione non ha avuto alcun impatto per i portatori della Classe Senior, che hanno
continuato a beneficiare dei rimborsi in conto capitale e degli incassi in conto interessi maturati ad
essi dovuti, secondo le priorità dei pagamenti contrattualmente stabilite.
Alla data del 26 aprile 2016 (Data di Pagamento) la Junior Cash Reserve, utilizzata per pagare gli
interessi maturati sui titoli Mezzanine, presenta un saldo di circa euro 5,7 milioni.
La ristrutturazione predetta ha comportato la pubblicazione, il 7 gennaio 2016, di un nuovo
prospetto informativo, depositato presso la Borsa del Lussemburgo.
In data 4 novembre 2015, Nuova Banca Etruria, in qualità di Servicer dell’Operazione, ha
sottoscritto un contratto di riacquisto crediti con Etruria SPV, avente ad oggetto crediti che, alla
data del 31 ottobre 2015, risultavano classificati come “crediti in sofferenza”, pari a n. 17 posizioni,
per un ammontare lordo complessivo di euro 2,4 milioni.
Di tale riacquisto è stata data pubblicità mediante pubblicazione di uno specifico avviso sulla
Gazzetta Ufficiale n. 129 parte II del 7 novembre 2015.
Alla data del 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere
ammontava a circa 273 milioni di euro in quota capitale.
Stand-by Servicer dell’operazione Etruria Securitisation SPV portafoglio 2012 è stata nominata
Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.
Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli
DBRS
Con nota pubblicata in data 3 maggio 2013, l’Agenzia di rating DBRS ha confermato il rating
attribuito alla Classe A emessa da Etruria SPV al livello di “A (high) (sf)”, rimuovendo tale Classe A
dalla posizione di “Sotto Osservazione per potenziali negativi impatti”.
Il 27 febbraio 214, DBRS, tenuto conto della performance del portafoglio e della rivisitazione delle
proprie metodologie di analisi, ha innalzato il livello di rating della Classe A portandolo a “AA (low)
(sf)” ed ha rimosso il giudizio “sotto osservazione” precedentemente attribuito.
In data 2 marzo 2015, DBRS ha confermato il livello “AA(low)(sf)” alla Classe A.
Nell’ambito dell’operazione di ristrutturazione dei Titoli Junior Originari (gennaio 2016), DBRS oltre
ad attribuire il rating alla Classe Mezzanine (BBB (high) (sf)), ha altresì innalzato il rating già
assegnato alla Classe Senior da AA (low) (sf) a AAA (sf).
Moody’s Investors Service
Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza
ha rivisto al rialzo anche il rating attribuito alle Classe A che dal livello “A2” è passata al livello
superiore “Aa2(sf)”.
Tale giudizio sulla Classe A è stato confermato in occasione della ristrutturazione dei Titoli Junior
Originari, mentre alla Classe Mezzanine, di nuova emissione, è stato attribuito il rating Baa2(sf).
99
Informativa al Pubblico – Pillar III
Nella tabella che segue sono descritti i giudizi attribuiti dalle Agenzie di Rating alla data
dell’emissione dei Titoli e alla data corrente:
Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe
A
Mezzanine*
Junior *
A (high) (sf)
BBB (high) (sf)
NR
AAA (sf)
BBB (high) (sf)
NR
Moody’s - rating alla data di emissione
A2(sf)
Baa2(sf)
NR
Moody’s – rating attuale
Aa2(sf)
Baa2(sf)
NR
DBRS - rating alla data di emissione
DBRS – rating attuale
Nota: * la Classe Mezzanine ed il nuovo titolo Junior sono stati emessi il 7 gennaio 2016
AULO SPV - Cartolarizzazione di crediti personali, al consumo e cessioni del quinto dello stipendio
e della pensione
Il 6 giugno 2013, Banca Etruria s.c. ha ceduto, in blocco e pro-soluto, ad Aulo SPV S.r.l., un
portafoglio di n. 27.512 crediti classificati in bonis, per un ammontare di circa euro 211 milioni,
derivanti da contratti di finanziamenti personali, credito al consumo e Cessioni del quinto dello
stipendio e della pensione e deleghe di pagamento; finanziamenti stipulati ed interamente erogati
da Banca Etruria s.c. nel periodo compreso tra il 6 giugno 2005 (incluso) ed il 2 novembre 2012
(incluso); ovvero da ConEtruria S.p.A. e divenuti di titolarità di Banca Etruria s.c. in data 31 ottobre
2012, a seguito della fusione per incorporazione di ConEtruria avvenuta il 21 novembre 2012.
Per finanziare l’acquisto dei finanziamenti, AULO SPV ha emesso in data 3 luglio 2013 titoli ABS per
un valore nominale complessivo di euro 210.915.000 (i “Titoli”), sottoscritti quanto alla Classe A
(circa euro 171 mln) da un primario investitore istituzionale e quanto alla Classe B (circa euro 40
mln) da Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria). I Titoli non sono dotati di rating e non sono
quotati in alcun mercato regolamentare.
Banca Etruria s.c. ha concesso ad AULO SPV un finanziamento di euro 5,3 milioni utilizzato anche
per costituire: una “Commingling Reserve” per euro 2.109.150; una “Set-Off Reserve” per euro
2.680.000; ed un Fondo Spese di euro 50.000.
La prima riserva rappresenta una garanzia qualora le somme incassate dai mutui siano
temporaneamente indisponibili a causa del verificarsi di un evento di insolvenza del Servicer;
mentre la seconda riserva è a copertura del potenziale rischio di compensazione esercitabile dai
debitori ceduti clienti della Banca. Entrambe le due riserve sono soggette al rimborso trimestrale,
nel rispetto di determinati livelli minimi previsti contrattualmente. Il Fondo Spese è utilizzato per
far fronte ad esigenza di cassa.
Al 26 marzo 2016, l’ammontare delle notes di Classe A, avendo già iniziato il relativo
ammortamento risulta pari ad euro 23,6 milioni. Dati i fondi disponibili a tale data anche la Classe
B, sottoscritta da Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria), è stata parzialmente rimborsata per
100
Informativa al Pubblico – Pillar III
circa euro 5,5 milioni. Complessivamente pertanto l’ammontare delle notes in circolazione risulta
pari ad euro 57,6 milioni.
Il portafoglio crediti in essere al 29 febbraio 2016 risulta pari ad euro 68,3 milioni in conto capitale.
Considerata la performance del portafoglio, alla data di pagamento degli interessi (IPD) di dicembre
2013 è iniziato anche il rimborso del finanziamento concesso da Banca Etruria s.c. per circa euro 3
milioni, portando così alla data del 26 marzo 2014 il completo rimborso del prestito.
Aulo SPV ha nominato quale Back-up Servicer la società Zenith Service S.p.A.
Nella tabella che segue sono riportate in dettaglio le informazioni relative alle operazioni di
cartolarizzazione attive:
101
Informativa al Pubblico – Pillar III
Tabella 10.1 – Dettagli delle operazioni di Cartolarizzazione
Nome cartolarizzazione
Mecenate #2
Mecenate #3
Mecenate #4
Originator
Emittente
Servicer
Corporate Services Provider
Arranger
Tipologia attività cartolariz.ne
Banca Etruria s.c.
Mecenate S.r.l.
Nuova Banca Etruria
Nuova Banca Etruria
UBS AG London
Mutui residenziali in bonis
Banca Etruria s.c.
Mecenate S.r.l.
Nuova Banca Etruria
Nuova Banca Etruria
UBS AG London
Mutui residenziali in bonis
Banca Etruria s.c.
Mecenate S.r.l.
Nuova Banca Etruria
Nuova Banca Etruria
UBS AG London
Mutui residenziali in bonis
Data del Closing
Valore nominale portafoglio
Prezzo di cessione
Forme di credit enhancements
11 maggio 2007
€ 633.130.966,77
€ 633.092.709,80
BE ha concesso un mutuo ad
esigibilità limitata di euro
14.974.000, ancora in essere
30 gennaio 2009
€ 497.004.971,21
€ 497.004.000,00
BE ha concesso un mutuo ad
esigibilità limitata di euro
21.215.000, ancora in essere
Cash Reserve (al closing)
Cash Reserve (aprile 2016)
Commingling Reserve (data iniziale)
Commingling Reserve (apr./mar.
2016)
Junior Cash Reserve (gennaio 2016)
Junior Cash Reserve (current)
Set-off Reserve (al closing)
Set-off Reserve (marzo 2016)
Call option
€ 18.169.740,40
€ 18.169.740,40
€ 9.218.000,00
€ 5.494.911,30
€ 10.438.000,00
€ 21.165.000,00
€ 7.735.000,00
€ 4.392.717,22
26 luglio 2011
€ 465.806.379,61
€ 465.806.379,61
BE ha concesso un mutuo ad
esigibilità limitata di euro
17.517.739,24 ancora in
essere
€ 17.467.739,24
€ 17.467.739,24
Agenzie di Rating
Parte Swap
102
Etruria SPV 2012
Banca Etruria s.c.
Etruria Securitisation SPV S.r.l.
Nuova Banca Etruria
Nuova Banca Etruria
UBS AG London
Mutui ipotecari e chirografari
a SME e piccoli operatori
economici in bonis
8 ottobre 2012
€ 643.987.068,44
€ 643.987.068,44
BE ha concesso un mutuo ad
esigibilità limitata di euro
24.005.000 ancora in essere
€ 10.875.000,00
€ 3.000.000,00
€ 13.050.000,00
€ 3.000.000,00
AULO SPV 2013
Banca Etruria s.c.
AULO SPV S.r.l.
Nuova Banca Etruria
Nuova Banca Etruria
Deutsche Bank London
Prestiti al consumo, piccoli
prestiti e Cessioni del Quinto
3 luglio 2013
€ 210.915.243,09
€ 210.915.243,09
BE ha concesso un mutuo ad
esigibilità limitata di euro
5.284.150, rimborsato per
intero a marzo 2014
€ 2.109.150,00
€
0,00
€ 6.650.000,00
€ 5.651.177,09
€ 2.680.000,00
€
0,00
Clean-up quando il portafoglio in
essere risulti inferiore al 10% del
minore tra il valore iniziale del
Porta-foglio ed il prezzo di
acquisto
Fitch Ratings / Moody’s
UBS AG London
Clean-up quando il portafoglio
risulti inferiore al 10% del
minore tra il valore iniziale del
Portafoglio ed il prezzo di
acquisto
Fitch Ratings / Moody’s
UBS AG London
Clean-up quando il portafoglio
risulti inferiore al 10% del
minore tra il valore iniziale del
Portafoglio ed il prezzo di
acquisto
Fitch Ratings / Moody’s
Credit Suisse International
Clean-up quando il portafoglio
risulti inferiore al 10% del
minore tra il valore iniziale del
Portafoglio ed il prezzo di
acquisto
DBRS / Moody’s
Nessuna copertura
Nessuna
Deutsche Bank London
Informativa al Pubblico – Pillar III
AMMONTARE E CONDIZIONI DEL
MECENATE #2
TRANCHING
MECENATE # 3
ISIN
Tipologia
Data di emissione
Scadenza legale
Classe
Rating (all’emissione)
Borsa di quotazione
Vita media attesa per
un tasso di estinzione anticipata
Tasso
IT0004224116
Senior
11 maggio 2007
Ottobre 2048
Classe A
AA+sf /A2
Irlanda
5,3 anni
6%
EUR3M +13bp
IT0004446602
Senior
2 febbraio 2009
Ottobre 2047
Classe A
AA+sf / A2
Irlanda
5,83 anni
6%
EUR3M+20bp
Grado di subordinazione
Valore nominale emesso
Valore attuale in essere
Sottoscrittori titoli all’emissione
ISIN
Tipologia
Data di emissione
Scadenza legale
Classe
Rating (all’emissione)
Borsa di quotazione
Vita media attesa
Per un tasso di estinzione
anticipata
Tasso
-
-
€ 577.850.000,00
€ 54.834.497,90
Investitori Istituzionali
IT0004224124
Mezzanine
11 maggio 2007
Ottobre 2048
Classe B
AA+sf / A2
Irlanda
9,2 anni
6%
€ 401.300.000,00
€ 48.218.923,84
Banca Etruria s.c.
IT0004446909
Mezzanine
2 febbraio 2009
Ottobre 2047
Classe B
BBB-sf
Irlanda
10,35 anni
6%
EUR3M +25bp
EUR3M+50bp
Grado di subordinazione
Valore nominale emesso
Valore attuale in essere
Sottoscrittori titoli all’emissione
Sub Class A
Sub Class A
€ 13.600.000,00
€ 13.600.000,00
Investitori Istituzionali
€ 82.750.000,00
€ 82.750.000,00
Banca Etruria s.c.
MECENATE # 4
ETRURIA SPV 2012
AULO SPV 2013
IT0004750078
Senior
26 luglio 2011
Aprile 2060
Classe A1
AA+sf / A2
Irlanda
2,30 anni
6%
EUR3M+190bp da data di
emissione ad ottobre 2016
(step-up)
EUR3M+380bp da ottobre 2016
€ 160.000.000,00
€
0,00
Banca Etruria s.c.*
IT0004750094
Senior
26 luglio 2011
Aprile 2060
Classe A2
AA+sf / A2
Irlanda
4,94 anni
6%
IT0004855299
Senior
10 ottobre 2012
Ottobre 2055
Classe A
AA (low) (sf) / A2
Lussemburgo
1,80 anni
6%
EUR3M+50bp
EUR3M+225bp da data di
emissione ad ottobre 2016
(step-up)
EUR3M+445bp da ottobre
2016
€ 90.000.000,00
€ 77.599.143,00
Banca Etruria s.c.*
EUR3M+150bp
EUR3M+200bp
-
Sub Classe A
€ 216.987.000,00
€
0,00
Banca Etruria s.c.
€ 39.540.000,00
€ 34.025.599,06
Banca Etruria s.c.
€ 427.000.000,00
€ 35.666.278,10
Banca Etruria s.c.
IT0004855307
Junior
10 ottobre 2012
Ottobre 2055
Classe B
Senza rating
Non quotata
IT0004939325
Senior
3 luglio 2013
Marzo 2024
Classe A
Senza rating
Non quotata
2,50 anni
n.d.
EUR3M+245bp da data di
emissione a settembre 2015
(step-up)
EUR3M+255bp-settembre 2015
€ 171.375.000,00
€ 23.608.055,95
Investitore Istituzionale
IT0004939630
Junior
3 luglio 2013
Marzo 2024
Classe B
Senza Rating
Non quotata
n.d.
103
Informativa al Pubblico – Pillar III
* La
Class A1 Mecenate #4 è stata venduta ad Investitori Istituzionali il 4 dicembre 2012. La Classe A2 è stata venduta ad investitori istituzionali nel dicembre 2014, unitamente ad alcuni titoli della Classe A3 per complessivi
euro 20 milioni. Due ulteriori vendite dei titoli della Classe A3, sempre ad investitori istituzionali, sono state perfezionate rispettivamente nel febbraio 2015 e nel novembre 2015.
104
Informativa al Pubblico – Pillar III
AMMONTARE E CONDIZIONI DEL
TRANCHING
ISIN
Tipologia
Data di emissione
Scadenza legale
Classe
Rating (all’emissione)
Borsa di quotazione
Vita media attesa
Per un tasso di estinzione
anticipata
Tasso
Grado di subordinazione
Valore nominale emesso
Valore attuale in essere
Sottoscrittori dei titoli
ISIN
Tipologia
Data di emissione
Scadenza legale
Classe
Rating (all’emissione)
Borsa di quotazione
Vita media attesa
Per un tasso di estinzione
anticipata
Tasso
Grado di subordinazione
Valore nominale emesso
Valore attuale in essere
Sottoscrittori dei titoli
MECENATE #2
MECENATE # 3
MECENATE # 4
ETRURIA SPV 2012
IT0004224132
Mezzanine
11 maggio 2007
Ottobre 2048
Classe C
BBBsf / Baa2
Irlanda
9,2 anni
6%
IT0004446917
Junior
2 febbraio 2009
Ottobre 2047
Classe C
Senza Rating
Non quotata
-
IT0004750086
Senior
26 luglio 2011
Aprile 2060
Classe A3
AA+sf / A2
Irlanda
5,33 anni
6%
IT0005157760
Mezzanine
7 gennaio 2016
Ottobre 2055
Classe B
BBB(high)sf / Baa2 (sf)
Irlanda
2,6 anni
4%
EUR3M +57bp
Sub Class A e B
EUR3M+150bp
Sub Class A e B
EUR3M+35bp
-
€ 39.750.000,00
€ 39.750.000,00
Investitori Istituzionali
IT0004224173
Junior
11 maggio 2007
Ottobre 2048
Classe D
Senza Rating
Non quotata
-
€ 12.954.000,00
€ 12.954.000,00
Banca Etruria s.c.
€ 99.400.000,00
€ 99.400.000,00
Banca Etruria s.c.*
IT0004749807
Junior
26 luglio 2011
Aprile 2060
Classe Z
Senza Rating
Non quotata
-
EUR3M +275bp
Sub Class A
€ 125.000.000,00
€ 125.000.000,00
Nuova Banca Etruria
IT0005157778
Junior
7 gennaio 2016
Ottobre 2055
Classe C
Senza rating
Non quotata
EUR3M+200 bp
Sub Class A, B e C
€ 1.892.000,00
€ 1.892.000,00
Banca Etruria s.c.
EUR3M+150bp
Sub Classe A1, A2 e A3
€ 116.406.000,00
€ 116.406.000,00
Banca Etruria s.c.
AULO SPV 2013
EUR3M+150bp
€ 91.987.000,00
€ 91.987.000,00
Nuova Banca Etruria
Note alla tabella:
I dati riportati si riferiscono: quanto al valore nominale in essere del portafoglio alle rilevazioni al 6 aprile 2016, tranne che per AULO SPV i cui dati sono riferiti al 29 febbraio 2016; quanto ai valori
delle Notes e delle Reserve alle relative date di pagamento di ciascuna operazione (aprile 2016 e relativamente ad AULO SPV a marzo 2016).
105
Informativa al Pubblico – Pillar III
Tutti i titoli dotati di rating di ciascuna operazione Mecenate sono quotati presso la Borsa di
Dublino; mentre i titoli ABS emessi da Etruria SPV sono quotati alla borsa del Lussemburgo. I titoli
emessi da AULO SPV non sono quotati in alcun mercato regolamentato.
In qualità di emittente di valori mobiliari ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati
dell’Unione Europea la Società Veicolo è soggetta agli adempimenti previsti dalla 2004/109/CE
(Direttiva Transparency). Mecenate s.r.l. che ha scelto come stato membro di origine l’Irlanda,
paese in cui ha quotato i propri titoli, è tenuta al rispetto degli obblighi previsti dalla normativa di
recepimento della suddetta Direttiva in questo ultimo Stato; mentre Etruria Securitisation SPV S.r.l.,
che ha scelto il Lussemburgo come stato membro di origine, è tenuta al rispetto degli obblighi
normativi in materia di tale Stato.
Commingling risk
A seguito della revisione del rating attribuito da Fitch a Banca Etruria s.c. (agosto 2010), al fine di
rispondere alla copertura dei rischi di commingling, relativamente a Mecenate 2007 e Mecenate
2009, Banca Etruria s.c. ha costituito rispettivamente due depositi (cd. commingling reserve), in
essere presso BNP Paribas, per un iniziale ammontare pari a 9,2 milioni di euro per la Commingling
Reserve Mecenate 2007 ed a 7,7 milioni di euro per la Commingling Reserve Mecenate 2009. Tali
importi sono oggetto di un processo di adeguamento trimestrale (al 6 aprile 2016 il loro importo era
pari rispettivamente a circa 5,5 milioni di euro ed a circa 4,4 milioni di euro), sulla base
dell’ammontare medio delle somme incassate da Mecenate 2007 e Mecenate 2009, relative alle
rate dei mutui cartolarizzati.
Tali riserve saranno utilizzate solo se (e nella misura in cui) i fondi disponibili (cd. issuer available
funds) delle due operazioni non dovessero essere sufficienti per i rispettivi pagamenti. In ogni caso,
considerando il regolare ammortamento dei mutui, l’ammontare di tali riserve tenderà a diminuire
nel corso del tempo, fino alla scadenza delle operazioni.
Nella struttura dell’operazione Mecenate 2011 il rischio di commingling è già coperto dall’attuale
livello di Cash Reserve.
Il downgrade del rating corporate di Banca Etruria s.c. assegnato da Fitch Ratings avvenuto il 25
novembre 2011 non ha comportato alcun impatto operativo per le operazioni Mecenate 2007 e
Mecenate 2009, mentre per Mecenate 2011 è stato previsto un meccanismo di trasferimento degli
incassi per renderli direttamente disponibili sui conti correnti accesi da Mecenate presso BNP
Paribas – Londra.
Relativamente a Etruria SPV 2012 il rischio di commingling è coperto dalla specifica riserva
appositamente costituita.
Analogamente per AULO SPV è stata istituita una specifica riserva a copertura del relativo rischio di
commingling; tale riserva, soggetta a variazione ad ogni data di pagamento, essendo il relativo
ammontare determinato come percentuale (2%) del portafoglio in essere a quella data, risulta
attualmente azzerata.
Loan by Loan data
Con l’obiettivo di migliorare il processo di trasparenza delle informazioni a supporto delle decisioni
di investimento, la Banca Centrale Europea ha emanato una serie di disposizioni che prevedono la
costituzione di un sistema informativo, cui tutti gli emittenti di titoli (es. ABS e RMBS) a fronte di
operazioni di cartolarizzazioni (e gli originator) devono aderire. In sintesi, il sistema informativo
consiste nella predisposizione di un data base per ciascun portafoglio crediti, sottostante alla
106
Informativa al Pubblico – Pillar III
relativa emissione titoli, in cui sono raccolti dati ed informazioni inerenti ciascun credito
cartolarizzato (“loan by loan data”).
Tutti i titoli, per i quali il data base relativo al portafoglio crediti sottostante è stato correttamente
compilato e popolato con le relative informazioni obbligatorie, possono ottenere l’eleggibilità per
l’ammissione alle operazioni di finanziamento presso la Banca Centrale Europea.
L’obbligatorietà dell’invio del loan by loan data è entrata in vigore dal primo gennaio 2013;
l’aggiornamento del data base è previsto con cadenza trimestrale fino alla scadenza delle
obbligazioni emesse dalla società veicolo.
Nuova Banca Etruria nel rispetto della relativa normativa vigente invia trimestralmente a Banca
Centrale Europea il data base loan by loan di ciascun portafoglio Mecenate 2007, Mecenate 2009,
Mecenate 2011 e Etruria SPV 2012. Il giudizio ottenuto è sempre stato pari a A1, il massimo livello
di rating previsto per garantire eleggibilità dei titoli ABS e RMBS emessi dalle due società veicolo.
Cartolarizzazioni - aspetti contabili
Le operazioni di cartolarizzazione con le quali vengono ceduti crediti a società veicolo ed in cui,
anche in presenza del formale trasferimento della titolarità giuridica dei crediti, viene mantenuto il
controllo sui flussi finanziari derivanti dagli stessi e la sostanzialità dei rischi e benefici, non danno
luogo alla cancellazione dei crediti oggetto dell’operazione. Pertanto, in base a quanto previsto dal
paragrafo 29 dello IAS 39, i crediti ceduti continuano ad essere rilevati in bilancio, registrando un
debito nei confronti della società veicolo al netto dei titoli emessi dalla società stessa e riacquistati
dal cedente e dei finanziamenti concessi. Anche il conto economico rifletterà gli stessi criteri di
contabilizzazione.
Nei casi in cui vengano poste in essere operazioni cd. di “autocartolarizzazione” (nelle quali il
soggetto Originator sottoscrive integralmente i titoli emessi dalla società veicolo a fronte della
cessione), gli asset sottostanti continuano a figurare nel bilancio del cedente come attività proprie,
in quanto la sottoscrizione di tutte le passività del veicolo rende, di fatto, l’operazione come mai
avvenuta. A livello contabile il suddetto risultato si ottiene consolidando, de facto, il patrimonio
separato della società veicolo nel bilancio separato dell’Originator. In caso di successivo
collocamento (totale o parziale) delle notes sul mercato, sarà necessario valutare nuovamente se
si concretizza in tutto o in parte il trasferimento dei rischi e benefici connessi ai crediti ceduti per la
contabilizzazione dell’eventuale differenza tra il corrispettivo ricevuto per la cessione dei titoli e il
valore di bilancio dei crediti. In particolare, in caso di totale trasferimento dei rischi e benefici la
suddetta differenza sarà interamente rilevata a conto economico ai sensi del paragrafo 26 dello IAS
39; differentemente il corrispettivo ricevuto andrà rilevato nello stato patrimoniale come una
passività nei confronti del veicolo e la suddetta differenza sarà imputata a conto economico pro rata temporis fino alla scadenza della cartolarizzazione, in base all’ammortamento contabile
dell’attività finanziaria ceduta ma non cancellata. Si evidenzia inoltre che, anche dopo l’entrata in
vigore dei principi IAS/IFRS si ritiene che le società veicolo costituite ai sensi della Legge 130 del
1999 possano continuare a rilevare le operazioni di cartolarizzazione soltanto nella nota integrativa.
Infatti, poiché i crediti cartolarizzati costituiscono un “patrimonio separato” a beneficio dei
portatori dei titoli emessi dalla società veicolo per finanziare l’acquisto dei crediti stessi, tali attività
e passività rispettano le condizioni stabilite dal paragrafo 19 dello IAS 39 (il c.d. accordo “passthrough”) per la derecognition delle attività oggetto di cessione; al contrario, le società cedenti
107
Informativa al Pubblico – Pillar III
potranno continuare a cancellare dal proprio attivo le attività cedute soltanto se avranno trasferito
sostanzialmente tutti i rischi e i benefici connessi con tali attività.
Per quanto attiene alle operazioni di cartolarizzazione realizzate nel corso dell’esercizio 2012
tramite la società veicolo Etruria Securitisation SPV S.r.l. e nel corso del 2013 tramite la società Aulo
SPV S.r.l., pur in assenza di rapporti partecipativi tra la Capogruppo e le società veicolo, le stesse
sono integralmente consolidate, ai sensi dell'IFRS 10 (Bilancio Consolidato), in quanto sono stati
rilevati i presupposti per il controllo di fatto e, pertanto, la relativa inclusione nel perimetro di
consolidamento.
*****
Le tabelle di seguito riportate si riferiscono alle operazioni in essere al 31 dicembre 2015 originate
da Banca Etruria s.c.
La fonte delle tabelle è la Parte E della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31 dicembre
2015.
108
Informativa al Pubblico – Pillar III
C.1. Gruppo bancario - Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione "proprie" ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipo di esposizioni
Rettifiche/riprese
di valore
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
25.430
28.220
-
181.291
-
-
142.444
25.392
245.207
35.569
1.152
15.465
-
-
-
-
-
--
-
-
-
-
61.118
24.023
-
Esposizione netta
-
-
Rettifiche/riprese
di valore
-
Esposizione netta
-
Esposizione netta
Rettifiche/riprese
di valore
-
Esposizione netta
Esposizione netta
Junior
-
Esposizione netta
Rettifiche/riprese
di valore
Linee di credito
Mezzanine
Senior
-
Valore di bilancio
Rettifiche/riprese
di valore
Junior
Rettifiche/riprese
di valore
Garanzie rilasciate
Mezzanine
Senior
-
Valore di bilancio
Rettifiche/riprese
di valore
Junior
Rettifiche/riprese
di valore
A. Oggetto di integrale cancellazione
dal bilancio
B. Oggetto di parziale cancellazione
dal bilancio
C. Non cancellate dal bilancio
C.1 - Mecenate S.r.l.
C.1 – Aulo SPV S.r.l.
C.1 – Etruria Securitisation SPV S.r.l.
Valore di bilancio
Tipologia attività
cartolarizzate/Esposizioni
Rettifiche/riprese
di valore
Esposizione per cassa
Mezzanine
Senior
C.3 Gruppo bancario - Interessenze in società veicolo per la cartolarizzazione
Nome cartolarizzazione/società
veicolo
Mecenate Srl
Attività (a)
Sede legale
Consolidamento
Arezzo
Consolidato
Etruria Securitisation SPV Srl
Arezzo
Aulo SPV Srl
Arezzo
Consolidato
(b)
Consolidato
Crediti
Passività(a)
Titoli di debito
Altre
Senior
Mezzanine
Junior
637.549
-
87.071
148.790
325.500
131.252
325.725
-
38.579
84.721
-
216.987
74.562
-
3.429
32.672
-
34.026
Note alla tabella
(a)
I dati rappresentati sono relativi al bilancio della società veicolo e al patrimonio separato della cartolarizzazione, al lordo di eventuali rapporti infragruppo.
(b)
Il consolidamento della società veicolo è relativo al solo bilancio della società veicolo e non al patrimonio della cartolarizzazione.
109
Informativa al Pubblico – Pillar III
C.5 Attività di servicer - incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la
cartolarizzazione
Nuova
Banca
dell’Etruria
e del Lazio
S.p.A.
Mecenate Spv (ptf.
394)
Mecenate Spv (ptf.
509)
Mecenate Spv (ptf.
672)
Aulo SPV (ptf. 819)
Etruria Securitisation
Spv (ptf. 752)
110
Attività in
bonis
Attività
Deteriorate
Attività in
bonis
Attività in
bonis
Attività
Deteriorate
Quota percentuale dei titoli rimborsati (dato di fine
periodo)
Senior
Mezzanine
Junior
Attività
Deteriorate
In bonis
Incassi crediti
realizzati nell'anno
Deteriorate
Società veicolo
In bonis
Servicer
Deteriorate
Attività
cartolarizzate
10.432
119.339
2.203
27.008
-
88,06%
-
-
-
-
15.407
140.872
1.461
32.603
-
83,85%
-
-
-
-
12.497
3.823
288.698
61.707
1.935
1.301
50.827
44.441
-
90,65%
80,94%
-
-
-
13,95%
34.693
256.610
11.341
72.137
-
80,16%
-
-
-
-
Informativa al Pubblico – Pillar III
14. Politica di remunerazione (art. 450 CRR25)
La definizione delle politiche retributive è sempre avvenuta con il coordinamento del Servizio Risorse Umane
in collaborazione con la Direzione Risk Management e la Direzione Compliance (per la rispondenza al quadro
normativo e per l’eventuale definizione di obiettivi improntati a misurabilità e semplicità nonché per la
gestione dei rischi), e il Servizio Segreteria Societaria (per quanto riguarda le remunerazione degli Organi
Amministrativi).
La funzione di revisione interna, verifica, con frequenza annuale la rispondenza delle prassi di remunerazione
alle politiche approvate.
La congiuntura economica e finanziaria degli ultimi anni ha portato l’Organo di Vigilanza ad intervenire più
volte nel Sistema Bancario con suggerimenti ispirati a canoni di prudenza, volti al recupero della marginalità
per il perseguimento degli obiettivi aziendali e in linea con le attese degli stakeholders.
In linea con questo obiettivo, nella convinzione di tutelare gli interessi di tutto il Corpo Sociale, il Gruppo si è
adeguato contraendo la parte variabile soprattutto nella sua componente relativa ai sistemi di incentivazione
che, negli ultimi anni, non hanno trovato attuazione.
Nel corso del 2015 la Banca, a seguito delle note vicende societarie che l’hanno interessata, non ha
individuato il perimetro del c.d. Personale più Rilevante né svolto l’Assemblea Ordinaria che, come ogni anno,
avrebbe dovuto approvare le Politiche di Remunerazione per l’anno in corso.
Per quanto sopra in questa sede non è possibile redigere l’informazione quantitativa nei termini previsti per
il Personale più Rilevante per il Gruppo Etruria.
Nel 2016 la Nuova Banca Etruria ha richiesto a Banca d’Italia la proroga per la predisposizione delle Politiche
Remunerative per il 2016: in attesa, sono è in corso di predisposizione al momento della stesura del presente
documento, le linee guida sulle prassi remunerative.
Banca Federico Del Vecchio, non essendo stata interessata da quanto accaduto in Banca Etruria, ha
normalmente adempiuto agli obblighi di normativa portando all’approvazione dell’Assemblea del 20 aprile
2015 le Politiche di Remunerazione. Tale documento, che contiene informazioni dettagliate sui principi e
sulle caratteristiche delle summenzionate politiche è a disposizione nel sito della Banca alla sezione organi
sociali (http://www.bancadelvecchio.it/labanca/organisociali).
In tale contesto la politica retributiva di Banca Federico Del Vecchio ha continuato, comunque, ad incentrarsi
nella sua preponderante componente fissa mantenendo gli adeguamenti contrattuali previsti dalla
contrattazione di I e II livello mentre, nel contempo, non sono stati attivati sistemi di incentivazione di
nessuna tipologia o piani basati su strumenti finanziari.
Di contro, al fine di trattenere specifiche professionalità, sono state attivate tipologie di intervento utili nel
mantenere in azienda soggetti con determinate capacità.
Informazione quantitativa
Le spese per il personale nel 2015 (come riportato nell’informativa contenuta nella parte L della Nota
Integrativa del Bilancio d'esercizio 2015) sono pari a circa 19,4 milioni di euro di cui circa 8,7 milioni riferibili
a Nuova Banca Etruria (il dato è relativo ai 38 giorni della nuova Società dal 22/11/2015 al 31/12/2015)
mentre il restante ammontare si riferisce, per l’intero anno, a Banca Federico Del Vecchio e Banca Popolare
Lecchese26.
25
26
Già Tavola 10 in base a disciplina previgente.
Il 18 dicembre 2015 è stata perfezionata la cessione di Banca Popolare Lecchese S.p.A..
111
Informativa al Pubblico – Pillar III
15.Leva finanziaria (art. 451 CRR)
Il coefficiente di leva finanziaria eccessiva è stato introdotto nell’ambito del framework Basilea 3 e costituisce
un requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali basati sul rischio. L’introduzione di tale requisito
persegue gli obiettivi di limitare l’accumulo di indebitamento nel settore bancario per evitare processi di
deleveraging destabilizzanti che possono danneggiare il sistema finanziario e più in generale l’economia,
nonché di rinforzare il sistema dei requisiti patrimoniali associati al rischio con una semplice misura di
backstop, non basata sul profilo di rischio.
In recepimento della disciplina sovranazionale (CRD IV e CRR), la Circolare 285/2013 di Banca d’Italia definisce
il rischio di leva finanziaria eccessiva come “il rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato
rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure
correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che
potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività” e prevede che le banche calcolino il
proprio indice di leva finanziaria.
Il processo di gestione e controllo del rischio di leva finanziaria eccessiva di cui il Gruppo si è dotato prevede
un sistema di soglie di sorveglianza della leva finanziaria idoneo ad evidenziare eccessivi squilibri tra
esposizioni e capitale di classe 1 che ha l’obiettivo di monitorare periodicamente l’esposizione al rischio. Non
è invece previsto il calcolo di uno specifico capitale interno a fronte del rischio di leva finanziaria eccessiva.
La misurazione del rischio è effettuata mediante il calcolo del coefficiente di leva finanziaria (c.d. Leverage
Ratio o LR) definito dal CRR come “misura del capitale dell'ente divisa per la misura dell'esposizione
complessiva dell'ente” espresso in percentuale. Il calcolo del Leverage Ratio e il monitoraggio delle soglie è
effettuato e demandato alla funzione di Risk Management. La verifica delle soglie è effettuata con cadenza
trimestrale e in occasione di operazioni straordinarie così come definite in specifico regolamento interno. Ad
esito delle attività di monitoraggio viene altresì predisposta idonea reportistica per gli Organi aziendali.
Nelle tabelle sotto riportate viene illustrato il calcolo del Leverage Ratio, secondo le disposizioni previste nel
Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), così come ad oggi modificato. L'evoluzione dell'indicatore è monitorata
su base trimestrale a livello consolidato.
Fondi propri ed esposizione totale
31/12/2015
Capitale di classe 1 (TIER 1) - A regime
411.692
Capitale di classe 1 (TIER 1) - Transitorio
420.193
Totale esposizioni per la leva finanziaria - a regime
Totale esposizioni per la leva finanziaria - transitorio
Leverage Ratio
Indicatore di leva finanziaria - A regime
6,36%
Indicatore di leva finanziaria - Transitorio
6,51%
Data la recente costituzione di Nuova Banca Etruria S.p.A., il coefficiente pubblicato rappresenta la prima
rilevazione ufficiale per il Gruppo.
112
Informativa al Pubblico – Pillar III
L’informativa quantitativa al 31 dicembre 2015 viene di seguito esposta secondo gli schemi previsti dalla
versione finale dell’Implementing Technical Standard sulla Disclosure dell’indicatore di Leva Finanziaria.
Coefficiente di leva finanziaria - Modello d'informativa
Data di riferimento
31/12/2015
Nome del soggetto
Livello di applicazione
Nuova Banca Etruria S.p.A.
Consolidato
Modello LRSum - Riepilogo della riconciliazione tra attività contabili e esposizioni del coefficiente di
leva finanziaria
Importi
applicabili
8.035.776
1
Attività totali come da bilancio pubblicato
2
Rettifica per i soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento regolamentare
3
(Rettifica per le attività fiduciarie contabilizzate in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile ma escluse
dalla misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell’articolo 429,
paragrafo 13, del regolamento (UE) n. 575/2013)
4
Rettifica per gli strumenti finanziari derivati
5
Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT)
6
Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in importi equivalenti di
credito)
UE-6a
(Rettifica per le esposizioni infragruppo escluse dalla misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva
finanziaria a norma dell’articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013)
UE-6b
(Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a
norma dell’articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013)
7
Altre rettifiche
8
-1.627.190
0
12.168
0
253.556
0
0
-216.676
Misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria
6.457.633
Modello LRCom - Informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria
Esposizione del
coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT)
1
Elementi in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie, ma comprese le garanzie reali)
2
(Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1)
3
Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie) (somma delle righe 1 e 2)
6.107.209
-17.880
6.089.329
Esposizioni su derivati
4
Costo di sostituzione associato atuttele operazioni su derivati (al netto del margine di variazione in contante
ammissibile)
98.570
5
Maggiorazioni per le potenziali esposizioni future associate atuttele operazioni su derivati (metodo del
valore di mercato)
12.168
UE-5a
Esposizione calcolata secondo il metodo dell’esposizione originaria
6
Lordizzazione delle garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla disciplina
contabile applicabile
7
(Deduzione dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati)
8
(Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente)
9
Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti
113
Informativa al Pubblico – Pillar III
10
(Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati su crediti
venduti)
11
Totale Esposizioni su derivati (somma delle righe da 4 a 10)
12
Attività SFT lorde (senza rilevamento della compensazione) previa rettifica per le operazioni contabilizzate
come vendita
13
(Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde)
14
Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT
UE-14a
Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte ai sensi dell’articolo 429ter, paragrafo 4, e dell'articolo
222 del regolamento (UE) n. 575/2013
15
Esposizioni su operazioni effettuate come agente
UE-15a
(Componente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente)
16
Totale Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (somma delle righe da 12 a 15a)
110.737
Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli
4.011
4.011
Altre esposizioni fuori bilancio
17
Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio
2.151.018
18
(Rettifica per conversione in importi equivalenti di credito)
1.897.463
19
Totale Altre esposizioni fuori bilancio (somma delle righe 17 e 18)
253.555
(Esposizioni esentate a norma dell’articolo 429, paragrafi 7 e 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio))
UE-19a
(Esposizioni infragruppo (su base individuale) esentate a norma dell’articolo 429, paragrafo 7, del
regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio))
UE-19b
(Esposizioni esentate a norma dell’articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori
bilancio))
Capitale e misura dell'esposizione complessiva
20
Capitale di classe 1
420.193
21
Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria (somma delle righe 3, 11, 16, 19,
UE-19a e UE-19b)
6.457.633
Coefficiente di leva finanziaria
22
6,51%
Coefficiente di leva finanziaria
Scelta delle disposizioni transitorie e importo degli elementi fiduciari eliminati
UE-23
Scelta delle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale
UE-24
Importo degli elementi fiduciari eliminati ai sensi dell'articolo 429, paragrafo 11, del regolamento (UE) n.
575/2013
disposizione transitoria
Modello LRSpl - Disaggregazione delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni
esentate)
Esposizione del
coefficiente di leva
finanziaria (CRR)
UE-1
Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate), di cui:
UE-2
esposizioni nel portafoglio di negoziazione
1009
UE-3
esposizioni nel portafoglio bancario, di cui:
6.106.200
UE-4
obbligazioni garantite
UE-5
esposizioni trattate come emittenti sovrani
114
6.107.209
0
1.713.034
Informativa al Pubblico – Pillar III
UE-6
esposizioni verso amministrazioni regionali, banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni internazionali e
organismi del settore pubblico non trattati come emittenti sovrani
UE-7
enti
UE-8
garantite da ipoteche su beni immobili
UE-9
esposizioni al dettaglio
762.411
UE-10
imprese
858.114
UE-11
esposizioni in stato di default
966.367
UE-12
altre esposizioni (ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da crediti)
489.732
11.068
192.576
1.112.896
115
Informativa al Pubblico – Pillar III
16. Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (art. 453 CRR27)
Il Gruppo Banca Etruria non applica processi di compensazione delle esposizioni a rischio di credito con
partite di segno opposto in ambito di bilancio o “fuori bilancio”, per quanto concerne il portafoglio
commerciale.
Il Gruppo Banca Etruria adotta invece politiche di riduzione del rischio di controparte con controparti
istituzionali, stipulando accordi di compensazione (netting agreement) e accordi di collateralizzazione
(collateral agreement), sia per derivati che per repo (repurchase agreement). Gli accordi di compensazione
relativi a operazioni in bilancio e fuori bilancio stipulati non sono fatti valere ai fini contabili e segnaletici di
vigilanza.
Con l’obiettivo di ridurre i rischi insiti nella concessione di affidamenti alla clientela, gli stessi sono mitigati
con la richiesta di garanzie, sia reali (ipoteca e pegno) sia personali (fideiussioni, comprese quelle consortili e
le controgaranzie), sia di tipo assicurativo, che rappresentano una copertura essenziale del rischio assunto a
fronte del credito erogato. Tutte le garanzie sono richieste su base selettiva in funzione della valutazione del
merito creditizio del cliente affidato e sulla base della tipologia di operazione, al fine di ridurre il rischio di
credito e considerandone gli impatti in termini di requisiti patrimoniali.
In aggiunta a quanto sopra descritto in relazione alla mitigazione del rischio di credito nel corso del 2016, al
fine di verificare il rispetto dei requisiti di “eleggibilità” previsti dalla normativa per le singole tipologie di
garanzie e di poter così applicare le tecniche di Credit Risk Mitigation per la riduzione del requisito
patrimoniale, è proseguita l’attività di alimentazione del database informativo relativo agli immobili acquisiti
come garanzie reali ipotecarie a supporto del credito concesso alla clientela. Risulta consolidato il processo
di gestione delle garanzie reali finanziarie, delle garanzie assicurative oltre che il processo di gestione delle
controgaranzie rilasciate dal fondo MCC.
Nel corso del 2015 sono state formalizzate regole specifiche e standardizzate per l’acquisizione, la gestione,
il monitoraggio e il realizzo di tutte le tipologie di garanzie attraverso la pubblicazione di una specifica
normativa. Sono state, inoltre, ulteriormente rafforzate le attività di data quality nei sistemi informativi e di
verifica qualitativa delle garanzie reali e personali.
Politiche e processi per la valutazione e gestione delle garanzie reali
L’erogazione del credito con acquisizione di garanzie reali è soggetta a norme e processi interni formalizzati
per l’acquisizione e conservazione della documentazione, la valutazione del bene, il perfezionamento della
garanzia ed il monitoraggio del valore nel tempo. L’eventuale realizzo forzoso della garanzia è curato da
strutture specialistiche deputate al recupero del credito.
La presenza di garanzie reali non esime, in ogni caso, da una valutazione completa del rischio di credito,
incentrata principalmente sulla capacità del prenditore di far fronte alle obbligazioni assunte
indipendentemente dall’accessoria garanzia.
Riguardo alle garanzie ipotecarie, il processo interno di acquisizione, gestione e monitoraggio delle stesse
prevede regole specifiche e ben definite, uniformi per tutte le Banche del Gruppo, tali da garantire l’efficacia
e la validità delle garanzie acquisite, sia come strumento di protezione del credito, che come strumento di
mitigazione in termini di assorbimento patrimoniale.
27
Già Tavola 8 in base a disciplina previgente.
116
Informativa al Pubblico – Pillar III
Ai fini della valutazione dei beni è previsto, a seconda della tipologia del mutuatario e dell’importo del
finanziamento, principalmente l’utilizzo di perizie di tecnici esterni. Il Gruppo si avvale di società del settore
riconosciute a livello nazionale.
Le suddette società hanno certificato, attraverso formale documentazione, la loro adesione alle Linee Guida
ABI per la Valutazione degli Immobili in Garanzia, garantendo una prassi in grado di agevolare gli intermediari
nell’applicazione dei criteri generali di valutazione e di sorveglianza sugli immobili a garanzia di esposizioni
creditizie, in attuazione delle disposizioni di vigilanza della Banca d’Italia.
Nella fase di concessione del credito, la valutazione degli immobili è basata sul valore di mercato prudenziale
o, per gli immobili in corso di realizzazione, sul costo di costruzione.
A copertura dei rischi residuali, il prenditore è tenuto a stipulare una polizza assicurativa contro i danni di
incendio e scoppio per un importo quanto meno pari al costo di ricostruzione dell'immobile. Nel corso del
2015 è stato definito un nuovo iter di gestione delle polizze assicurative a copertura dell’immobile in garanzia.
Inoltre è previsto un processo di monitoraggio degli immobili a garanzia sia nel caso di crediti deteriorati che
non, che si realizza attraverso metodi statistici o con attività di rivalutazione del valore degli immobili tramite
nuova perizia.
Una specifica funzione della Sede Centrale della Capogruppo effettua un controllo accentrato delle garanzie
ipotecarie con particolare riferimento alla completezza della documentazione acquisita, al rispetto dei
requisiti normativi in termini di eleggibilità degli immobili ed al corretto caricamento procedurale della
garanzia. Tale funzione provvede inoltre ad alimentare il database informativo sugli immobili oggetto di
garanzia, nel quale sono registrate le informazioni necessarie al fine di garantire il monitoraggio del
mantenimento dei requisiti nel tempo.
Nel corso del 2015 tale processo è stato ulteriormente efficientato attraverso la definizione di un nuovo iter
per la prima concessione di finanziamenti ipotecari e per le successive operazioni, che ha previsto
l’accentramento della redazione delle minute e del perfezionamento delle garanzie.
Per quanto concerne invece il comparto delle garanzie pignoratizie, anche in tale caso il processo interno di
acquisizione, gestione e monitoraggio prevede regole specifiche e ben definite, uniformi per tutte le Banche
del Gruppo, tali da garantire l’efficacia e la validità delle garanzie acquisite sia come strumento di protezione
del credito che come strumento di mitigazione in termini di assorbimento patrimoniale.
Nel corso del 2015, il processo di gestione delle garanzie pignoratizie, che prevede un accentramento
dell’operatività presso una specifica funzione della Sede Centrale della Capogruppo, è stato ulteriormente
efficientato attraverso l’accentramento del perfezionamento della garanzia e l’individuazione di uno
specifico iter di monitoraggio dei valori delle garanzie pignoratizie. In particolare la valutazione delle garanzie
pignoratizie è basata sul valore reale, inteso quale valore di mercato per gli strumenti finanziari quotati in un
mercato regolamentato, o diversamente, da un valore di stima basato sul valore di presunto realizzo.
Il valore delle garanzie pignoratizie acquisite viene costantemente monitorato dalla suddetta funzione della
Capogruppo appositamente individuata. Al fine di limitare i rischi di insussistenza o cessazione della
protezione sono previste specifiche tutele, quali il reintegro della garanzia in presenza di una diminuzione del
valore iniziale e l’estensione del pegno sulle somme rivenienti dal rimborso degli strumenti finanziari.
Il trattamento in ottica di vigilanza prudenziale per le garanzie pignoratizie viene effettuato secondo il
metodo “integrale” con rettifiche standard di volatilità.
Nel corso del 2015 è stato implementato un tool interno che consente la determinazione automatizzata e
la tracciatura con relativa ricostruzione della perdita attesa per posizioni deteriorate, replicando attraverso
il proprio impianto tabellare i parametri e le metodologie per la determinazione delle previsioni di perdita
sui crediti definiti dalle Policy interne deliberate dal Consiglio di Amministrazione. Il tool consente di
117
Informativa al Pubblico – Pillar III
applicare ai dati presenti sui data repository aziendali relativi alle esposizioni deteriorate i parametri di
valutazione (haircut) delle garanzie e le percentuali di svalutazione all’incapienza per ottenere il valore del
dubbio esito e, quindi, del corrispondente accantonamento da effettuare in bilancio per ogni singola linea
creditoria. Tali risultati sono quindi sottoposti alla valutazione dei gestori di posizione deteriorata a
supporto della propria valutazione analitica.
Lo strumento consente quindi di trattare, ai fini del calcolo del dubbio esito, in modo omogeneo e
standardizzato qualunque tipologia di rapporto e di garanzia, sia di natura reale che personale.
Definizione dei principali tipi di garanzie reali accettate
Le garanzie reali accettate dal Gruppo Banca Etruria sono:
garanzie reali finanziarie;
garanzie reali immobiliari;
altre garanzie reali (es. pegni su polizze vita).
Nelle seguenti tabelle di dettaglio sono illustrate le principali tipologie di garanzie reali finanziarie e garanzie
reali immobiliari che il Gruppo ammette ai fini dell’applicazione delle tecniche CRM28:
Garanzie reali finanziarie/Altre garanzie reali29
Tipo di garanzia
Titoli quotati
Titoli di Stato
Certificati di deposito
Saldo in conto corrente (in Euro o in valuta)
Pegno di polizza Assicurative I e V ramo
Pegno di polizza Assicurative III ramo
Obbligazioni quotate (espresse in valuta diversa da Euro, espresse in Euro, Obbligazioni Gruppo Banca Etruria)
Libretti di deposito
Quote di fondi italiani e Sicav Italiani
Oro finanziario – in conto corrente
Oro finanziario – “ORO VERO”
Garanzie reali ipotecarie30
Tipologia finanziamento
Tipologia
controparte
PRIVATI
Tipologia immobile accettato in garanzia
IMMOBILE RESIDENZIALE
IMMOBILE NON RESIDENZIALE
FONDIARIO
IMPRESE
TERRENI RESIDENZIALI EDIFICABILI
PRIVATI
EDILIZIO
IMPRESE
FINANZIAMENTI S.A.L. PER LA REALIZZAZIONE DI IMMOBILI RESIDENZIALI
FINANZIAMENTI S.A.L. PER LA REALIZZAZIONE DI IMMOBILI NON
RESIDENZIALI
Il Gruppo non opera in derivati su crediti.
28
Cfr. glossario.
Sono presenti ed accettate dal Gruppo Banca Etruria ulteriori garanzie pur non essendo eligibili ai fini prudenziali in base alla
normativa vigente.
30Sono presenti ed accettate dal Gruppo Banca Etruria ulteriori garanzie pur non essendo eligibili ai fini prudenziali in base alla
normativa vigente.
29
118
Informativa al Pubblico – Pillar III
La principale concentrazione di garanzie reali ipotecarie è legata ai finanziamenti per mutui alla clientela,
tuttavia considerato il frazionamento del rischio implicito nella tipologia e la caratteristica dei finanziamenti,
nonché i limiti interni in tema di concentrazione del rischio, non si rilevano concentrazioni di garanzie
significative.
Per quanto concerne invece le garanzie reali finanziarie, la maggior concentrazione di queste è rappresentata
da obbligazioni emesse da Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S.C. (successivamente trasferite a Nuova
Banca Etruria) e dai pegni in denaro; pertanto il livello di concentrazione di questi strumenti può ritenersi
non significativo.
Politiche e processi per la valutazione e gestione delle garanzie personali
Nell'ambito del comparto delle garanzie personali, i garanti sono rappresentati nella maggior parte dei casi
dai Consorzi Fidi ed in via residuale da banche ed enti31.
In particolare, i Confidi iscritti nell’elenco speciale ex art 107 T.U.B, ai fini regolamentari, sono pertanto
ritenuti idonei ad offrire garanzie in grado di mitigare il rischio di credito in sede di calcolo dei requisiti
patrimoniali. A tale proposito già a partire dall’esercizio 2011 è stato introdotto, per tutte le Banche del
Gruppo Banca Etruria, un processo di accentramento della gestione amministrativa delle garanzie consortili
finalizzato a:
- minimizzare i rischi operativi in termini di mancata eleggibilità di tali garanzie;
- standardizzare le attività previste, con una specializzazione delle competenze ed un più efficace
monitoraggio e gestione delle posizioni interessate;
- semplificare la gestione operativa della rete commerciale;
- individuare un’unica funzione aziendale di interscambio delle informazioni con i principali Consorzi di
Garanzia convenzionati.
Nel corso del 2015 è stato emanato un aggiornamento alla normativa interna che ha previsto:
• l’accentramento presso una struttura di sede centrale del perfezionamento e delle principali fasi di
gestione della garanzia,
• una nuova tabella sinottica che riepiloga le attività obbligatorie per ciascuna Convenzione Stipulata,
• l’introduzione di uno specifico processo dedicato tutte le attività di gestione operativa relative alla
concessione della Garanzia Diretta da parte del Fondo Centrale di Garanzia (MCC), ivi incluso il relativo
iter operativo per la richiesta di ammissibilità alla garanzia diretta del Fondo MCC (Fondo di Garanzia
Nazionale per le Piccole e Medie Imprese),
• la riconduzione all’interno di un unico processo di tutta la normativa relativa alla gestione dei rischi da
garanzie consortili e della disciplina relativa alle garanzie rilasciate dalla SGFA.
La principale concentrazione di garanzie personali è rappresentata da quelle di tipo consortile; la stessa
tuttavia può ritenersi non significativa tenuto conto sia del frazionamento del rischio tra le esposizioni di
riferimento, che dei limiti definiti internamente in tema di concentrazione del rischio per singolo Consorzio.
Nell’ambito delle attività di efficientamento dei processi interni inoltre nel corso del 2015 sono state
implementate le disposizioni normative inerenti il comparto delle garanzie personali, con particolare
riferimento alla formalizzazione delle modalità di gestione delle fideiussioni e lettere di patronage, nonché
alla definizione delle modalità di redazione dei testi fideiussori.
31
Sono presenti ed accettate dal Gruppo Banca Etruria ulteriori garanzie per non essendo eligibili ai fini prudenziali in base alla normativa vigente
119
Informativa al Pubblico – Pillar III
In relazione alle attività di determinazione delle previsioni di perdita su posizioni coperte da garanzie
personali, si applicano le stesse metodologie descritte per le garanzie reali.
Nella tabella di seguito riportata sono illustrate, per classe regolamentare di attività, le esposizioni del Gruppo
Bancario considerate ai fini del rischio di credito – metodo integrale coperte da garanzie reali finanziarie e
metodo standardizzato coperte da garanzie personali, determinate secondo le regole di vigilanza
prudenziale. La tabella non include, pertanto, tutti i tipi di garanzia rilasciate comunque dalla clientela, ma
solo le garanzie ammissibili ai fini della mitigazione del rischio in ottica di vigilanza prudenziale. Ad esempio,
non sono incluse le esposizioni garantite da immobili che sono garanzie non riconosciute ai fini della
mitigazione del rischio e che non sono quindi direttamente rappresentate nell’omonima classe evidenziata
nella tabella 3 della presente informativa.
Rischio di credito e di controparte: distribuzione delle esposizioni coperte da garanzie reali e personali per
classi regolamentari di attività
RISCHIO DI CREDITO E
CONTROPARTE
Metodologia
importi in migliaia di euro
standard
AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI
AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI
ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO
INTERMEDIARI VIGILATI*
garanzie reali
garanzie
finanziarie
personali
garanzie
assimilate
alle personali
TOTALE
982.985
12.877
1
-
IMPRESE
59.996
40.210
12.427
ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO
24.652
101.688
17.902
2.034
2.131
-
4.696
29.695
-
20
1.896
-
144.242
6.750
33.723
-
-
-
-
-
1.071.798
189.166
32.246
1.293.210
ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI
ESPOSIZIONI SCADUTE
ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO
ESPOSIZIONI VERSO ORGANISMI DI INVESTIMENTO
COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OIC)
ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE
ALTRE ESPOSIZIONI
TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DICONTROPARTE
12.877
982.986
112.633
Fonte: Elaborazione interna
* Nella categoria “Intermediari Vigilati” la componente coperta da garanzie reali e finanziarie deriva
prevalentemente dai contratti in PCT trattati secondo il metodo integrale.
120
Informativa al Pubblico – Pillar III
Dichiarazione dell’Amministratore Delegato ai sensi dell’art. 435, comma 1, lettere
e) ed f) del Regolamento UE 575/2013
L’Amministratore Delegato Roberto Bertola, su mandato del Consiglio di Amministrazione, premesso che la
capogruppo Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. è stata costituita con D.L. del 22 novembre 2015 per
svolgere le attività ente ponte ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. N. 180/2015 e con oggetto l'acquisizione e la
gestione dei beni e rapporti giuridici della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Società Cooperativa in
risoluzione, con l'obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali già svolte dalla predetta banca
e di cedere a terzi tali beni e rapporti, quando le condizioni di mercato saranno adeguate,
dichiara ai sensi dell’art. 435 comma 1, lettre e) ed f) del Regolamento UE 575/2013 che:
I sistemi di gestione dei rischi messi in atto dalla Capogruppo Nuova Banca Etruria e descritti nel documento
Informativa al Pubblico da parte degli Enti Pillar 3 al 31 dicembre 2015 sono in linea con il profilo e la strategia
del Gruppo.
Nel summenzionato documento, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo Nuova Banca
Etruria, sono rappresentati i profili di rischio complessivo del Gruppo e che gli stessi sono coerenti e
raccordati con la strategia aziendale.
Arezzo, 30/06/2016
L’Amministratore Delegato
Roberto Bertola
121
Informativa al Pubblico – Pillar III
Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili
societari
Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari Marietti Maria Stella dichiara, ai sensi
del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria D.
Lgs. 58/1998), che l’informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze
documentali, ai libri ed alle scritture contabili.
Arezzo, 24/06/2016
Il Dirigente Preposto alla redazione
dei documenti contabili societari
Maria Stella Marietti
122
Informativa al Pubblico – Pillar III
GLOSSARIO
Accordo Basilea 3
Il documento Schema di regolamentazione internazionale per il
rafforzamento delle banche e dei sistemi bancari (emanato nel dicembre
2010 ed aggiornato nel giugno 2011) del Comitato di Basilea per la
Vigilanza Bancaria.
Banca
Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., più brevemente anche Nuova
Banca Etruria.
Capitale aggiuntivo di classe 1
Il capitale aggiuntivo di classe 1, detto anche additional tier 1, è costituito
dagli strumenti di capitale diversi dalle azioni ordinarie che rispettano
tutti i requisiti fissati dalla normativa.
Capitale di classe 1
Il capitale di classe 1, detto anche tier 1, è pari alla somma del capitale
primario di classe 1 e del capitale aggiuntivo di classe 1.
Capitale di classe 2
Il capitale di classe 2, detto anche tier 2, comprende gli strumenti di
capitale e prestiti subordinati che soddisfano i requisiti fissati dalla
normativa, i relativi sovrapprezzi di emissione, l’eccedenza delle rettifiche
di valore complessive rispetto alle perdite attese e gli altri elementi che
costituiscono patrimonio di qualità secondaria.
Capitale Interno
Capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un
determinato rischio che la banca ritiene necessario per coprire le perdite
eccedenti un dato livello atteso.
Capitale Interno Complessivo
Capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dalla banca, incluse
le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di
carattere strategico.
Capitale primario di classe 1
Il capitale primario di classe 1, detto anche common equity tier 1,
comprende il capitale versato, gli strumenti di capitale che rispettano i
requisiti fissati dalla normativa, i relativi sovrapprezzi di emissione, le
riserve di utili, al netto delle azioni proprie in portafoglio,
dell’avviamento, delle altre attività immateriali e dell’eccedenza delle
rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese.
Capogruppo
Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A..
Circolare 263
La Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza
prudenziale per le banche” emanata da Banca d’Italia e successive
modifiche e aggiornamenti.
Circolare 285
La Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 “Disposizioni di vigilanza per le
banche” emanata da Banca d’Italia e successive modifiche e
aggiornamenti.
Common Equity Tier 1 Ratio
Rapporto tra il capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1) ed il
totale delle attività di rischio ponderate
Credit Risk Mitigation
Tecniche di mitigazione del rischio di credito.
123
Informativa al Pubblico – Pillar III
Derivati OTC (over the counter)
Strumenti derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (es: swap,
forward rate agreement).
DIPO - Database italiano delle
perdite operative
Base dati che raccoglie, dal gennaio 2003, informazioni sui singoli eventi
di perdita operativa subiti dalle banche aderenti, alle quali vengono
forniti flussi di ritorno da utilizzare per le stime e la mitigazione del
fenomeno.
ECAI – External Credit
Assessment Institution
Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito.
Fair value
Corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una
passività estinta in una transazione libera tra parti consapevoli e
indipendenti.
Gruppo
Gruppo Banca Etruria che comprende le società di cui al Gruppo Bancario
e BAP, BAP Danni ed Oro Italia Trading.
Gruppo Bancario
Comprende le seguenti società:
Comparto Bancario: 1) Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., 2)
Banca Federico Del Vecchio S.p.A.;
Comparto Informatico: 4) Etruria Informatica S.r.l.;
Comparto dei servizi finanziari: 5) Mecenate S.r.l.
IAS
I principi IAS (International Accounting Standards) sono emanati
dall’International Accounting Standards Board (IASB). I principi emanati
successivamente al luglio 2002 sono denominati IFRS (International
Financial Reporting Standards).
IFRIC
L’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC) è
l’organismo con funzioni interpretative degli IFRS. Accanto alle funzioni di
carattere interpretativo, all’IFRIC compete anche la definizione di
soluzioni tempestive a tutte le problematiche contabili non
specificatamente affrontate dagli IFRS.
IFRS
IFRS (International Financial Reporting Standards), i principi emanati
successivamente al luglio 2002.
ICAAP – Internal Capital
Adequacy Assessment Process
Processo interno di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale, che,
sulla base della disciplina di “Secondo Pilastro”, le banche sono tenute a
realizzare per determinare il livello di capitale interno adeguato a
fronteggiare, pure in ottica prospettica, ogni tipologia di rischio.
Impairment
Con riferimento ad un’attività finanziaria, si individua una situazione di
impairment quando il valore di bilancio di tale attività è superiore alla
stima dell’ammontare recuperabile della stessa.
IRB (International Rating
Based)
Internal Ratings Based approach: sistema di calcolo del requisito a fronte
del rischio di credito basato su rating interni.
124
Informativa al Pubblico – Pillar III
Junior
In una operazione di cartolarizzazione è la tranche più subordinata dei
titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che si possono verificare
nel corso del recupero delle attività sottostanti.
Loss Given Defautl (LGD)
Tasso di perdita in caso di default, ossia il valore atteso (eventualmente
condizionato a scenari avversi) del rapporto, espresso in termini
percentuali, tra la perdita a causa del default e l’importo dell’esposizione
al momento del default.
Mezzanine
In una operazione di cartolarizzazione è la tranche con grado di
subordinazione intermedio tra quello della tranche junior e quello della
tranche senior.
OICR - Organismi di
Investimento Collettivo del
Risparmio
Ai sensi della lettera m) dell'art. 1 del TUF, Testo Unico della Finanza, sono
organismi con forma giuridica variabile che investono in strumenti
finanziari o altre attività somme di denaro raccolte tra il pubblico di
risparmiatori operando secondo il principio della ripartizione dei rischi.
Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio sono: i fondi comuni
di investimento, le Sicav (Società di Investimento a Capitale Variabile).
Fondi Propri
Somma del capitale di classe 1 (T1) e del capitale di classe 2 (T2).
Personale più rilevante
Le categorie di soggetti la cui attività professionale ha o può avere un
impatto rilevante sul profilo di rischio della banca o del gruppo bancario.
Probability of Default (PD)
Probabilità che una controparte passi allo stato di default entro un
orizzonte temporale di un anno.
Rating
Valutazione del merito di credito di una società o delle sue emissioni
rilasciata, sulla base di aspetti quali solidità patrimoniale e prospettive di
sviluppo, da agenzie specializzate (agenzie di rating) o dalla banca (rating
interno).
Risk Weighted Assets (RWA)
Le attività per cassa e fuori bilancio (derivati e garanzie) classificate e
ponderate in base a diversi coefficienti legati ai rischi, ai sensi delle
normative bancarie emanate dagli organi di vigilanza per il calcolo dei
coefficienti di solvibilità.
RMBS
Residential Mortgage Backed Securities, strumenti finanziari il cui
rendimento cedolare e rimborso sono garantiti da un portafoglio di
attività (collateral) nel portafoglio dell’emittente (solitamente uno SPV),
destinato in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli
strumenti finanziari stessi con sottostanti mutui residenziali.
Senior
In una operazione di cartolarizzazione è la tranche con il maggiore grado
di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso.
125
Informativa al Pubblico – Pillar III
Servicer
Nelle operazioni di cartolarizzazione è il soggetto che – sulla base di un
apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività
cartolarizzate dopo che sono state cedute alla società veicolo incaricata
dell’emissione dei titoli.
SPV - Special Purpose Vehicle
Le Special Purpose Vehicles sono società appositamente costituite da uno
o più soggetti per lo svolgimento di una specifica operazione; le SPV,
generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie me si
avvalgono di quelle dei diversi attori coinvolti nell’operazione.
SFT – Securities Financing
Transactions
Operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci,
operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e
finanziamenti con margini.
Stress Test
Procedura di simulazione utilizzata al fine di misurare l’impatto di scenari
di mercato estremi sull’esposizione complessiva al rischio della Banca.
Tier I Ratio
Rapporto tra il capitale di classe 1 ed il totale delle attività di rischio
ponderate
Total Capital Ratio
Rapporto tra il totale dei fondi propri ed il totale delle attività di rischio
ponderate.
VaR – Value at Risk
Valore che indica la massima perdita possibile su un portafoglio, con un
determinato livello di probabilità e su un determinato orizzonte
temporale, per effetto dell’andamento del mercato.
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Informativa al Pubblico – Pillar III
CONTATTI
Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio Società per Azioni
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