Pillar III 2015 Informativa al Pubblico Gruppo di Nuova Banca Etruria
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Pillar III 2015 Informativa al Pubblico Gruppo di Nuova Banca Etruria
Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 31 dicembre 2015 2 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. Sede Legale in Roma, Via Nazionale, 91 Direzione Generale in Arezzo, Via Calamandrei, 255 Codice Fiscale e Numero di Iscrizione al Registro delle Imprese di Roma 13615051003 Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi, al Fondo Nazionale di Garanzia e all'Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Iscritta all’Albo delle Banche – Codice ABI 5390.0 Capo Gruppo del Gruppo Banca Etruria iscritto all’Albo dei Gruppi Creditizi al n. 5390.0 Capitale Sociale al 23/11/2015 Euro 442.000.000,00 3 INDICE Introduzione ...................................................................................................................................... 5 1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio (art. 435 CRR) ...................................................... 8 2. Ambito di Applicazione (art. 436 CRR).................................................................................... 37 3. Fondi propri (art. 437 CRR)...................................................................................................... 39 4. Requisiti di capitale (art. 438 CRR) ......................................................................................... 51 5. Esposizione al rischio di controparte (art. 439 CRR) .............................................................. 53 6. Rettifiche di valore su crediti (art. 442 CRR) .......................................................................... 59 7. Attività non vincolate (art. 443 CRR) ...................................................................................... 75 8. Uso delle ECAI (art. 444 CRR) .................................................................................................. 76 9. Esposizione al rischio di mercato (art. 445 CRR) .................................................................... 79 10. Rischio operativo (art. 446 CRR) ......................................................................................... 80 11. CRR) Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione (art. 447 …………………………………………………………………………………………………………………………………………81 12. Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione (art. 448 CRR) ......................................................................................................... ….84 13. Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione (art. 449 CRR)................................... …85 14. Politica di remunerazione (art. 450 CRR)........................................................................ …111 15. Leva finanziaria (art. 451 CRR) ........................................................................................ …112 16. Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (art. 453 CRR) ............................. 116 Dichiarazione dell’Amministratore Delegato ai sensi dell’art. 435, comma 1, lettere e) ed f) del Regolamento UE 575/2013 ……………………………………………………………………………………………………121 Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari…………. 122 Glossario ...................................................................................................................................... …123 Contatti ........................................................................................................................................ …127 4 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Introduzione A partire dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (in seguito anche CRR) e nella Direttiva 2013/36/CE (in seguito CRD IV), che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il quadro normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di regolamentazione o di attuazione (RTS e ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di vigilanza. In ambito nazionale la nuova disciplina armonizzata è stata recepita da Banca d’Italia mediante: • Circolare n. 285 del 17 Dicembre 2013 e successivi aggiornamenti “Disposizioni di Vigilanza per le Banche”; • Circolare n. 286 del 17 Dicembre 2013 e successivi aggiornamenti “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare”; • Circolare n. 154 del 22 novembre 1991 e successivi aggiornamenti “Segnalazione di vigilanza delle istituzioni creditizie e finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l’inoltro dei flussi informativi”. Il nuovo framework regolamentare è funzionale a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a migliorare la gestione del rischio e la governance, nonché a rafforzare la trasparenza e l’informativa verso il mercato. In via generale, l’impianto complessivo del Comitato di Basilea ha mantenuto l’approccio basato su tre Pilastri che era alla base del precedente accordo sul capitale “Basilea2”, integrandolo e rafforzandolo con misure che accrescono quantità e qualità della dotazione di capitale degli intermediari ed introducono strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento della leva finanziaria. In tale ambito, funzione del Terzo Pilastro (Pillar 3) – la disciplina di mercato – è quello di integrarsi con i requisiti patrimoniali minimi (Primo Pilastro) ed il processo di controllo prudenziale (Secondo Pilastro). Esso mira ad incoraggiare la disciplina di mercato attraverso l’individuazione di un insieme di requisiti di trasparenza informativa che consentano agli operatori di disporre di informazioni fondamentali sui Fondi Propri, sul perimetro di rilevazione, esposizione e processi di valutazione dei rischi e, di conseguenza, sull’adeguatezza patrimoniale degli intermediari. Tali requisiti assumono una particolare rilevanza nell’attuale contesto, ove le disposizioni vigenti, quando adeguato e consentito, fanno ampio affidamento alle metodologie interne, conferendo alle banche una significativa discrezionalità in sede di determinazione dei requisiti patrimoniali. L’Informativa al Pubblico da parte degli enti (Pillar 3) risulta adesso disciplinata direttamente: • dal CRR, Parte Otto e Parte Dieci, Titolo I, Capo 3; • dai regolamenti della Commissione europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o di attuazione per definire: 5 - i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti i Fondi Propri; i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti i Fondi Propri nel periodo transitorio (a decorrere dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2021); gli obblighi di informativa in materia di riserve di capitale; i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti gli indicatori di importanza sistemica; l’informativa concernente le attività di bilancio prive di vincoli; i modelli uniformi per la pubblicazione delle informazioni riguardanti la leva finanziaria. Ai sensi di quanto previsto dall’art. 433 del CRR, le Banche devono pubblicare le informazioni almeno su base annua contestualmente ai documenti di bilancio e valutano la necessità di pubblicare alcune o tutte le informazioni più frequentemente che una volta all’anno alla luce delle caratteristiche rilevanti delle loro attività. Le Guidelines EBA (EBA/GL/2014/14) del 23-12-2014, in merito alla frequenza di pubblicazione del Pillar 3, hanno confermato l’obbligo minimo per tutti di provvedere ad una pubblicazione almeno su base annua, contestualmente al Bilancio, prevedendo tuttavia la possibilità che ogni Autorità nazionale competente, a norma dell’articolo 106 della CRD IV, possa imporre una frequenza maggiore rispetto a quella prevista dal CRR, all’interno del proprio paese, e richiedendo a ciascuna banca di fare una autovalutazione circa l’esigenza di provvedere con una disclosure più frequente. Le informazioni pubblicate in ottemperanza alla summenzionata disciplina seguono i nuovi schemi informativi previsti dal framework Basilea3; le informazioni sono di natura qualitativa e quantitativa, strutturate in modo tale da fornire una panoramica più completa possibile in merito ai rischi assunti, alle caratteristiche dei relativi sistemi di gestione e controllo e all’adeguatezza patrimoniale del Gruppo Banca Etruria. Attesa la rilevanza pubblica della presente informativa Il documento è soggetto, ai sensi dell’art. 154-bis del D. Lgs. 58/1998 (Testo Unico sulla Finanza, “TUF”) alla relativa attestazione. L’Informativa al Pubblico – Pillar 3 è fornita da Nuova Banca Etruria S.p.A. in qualità di Capogruppo del Gruppo Banca Etruria con riferimento al perimetro di consolidamento prudenziale. A tale proposito, si porta all’attenzione dei partecipanti al mercato che la capogruppo Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio Società per Azioni è stata costituita a seguito dell’emanazione del decreto legge del 22 novembre 2015 per svolgere i compiti di ente-ponte ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. n. 180 del 16/11/2015 in conseguenza della sottoposizione a risoluzione della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio Società Cooperativa, disposta con provvedimento della Banca d’Italia del 21 novembre 2015. Essa ha come oggetto l'acquisizione e la gestione dei beni e rapporti giuridici della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Società Cooperativa, in risoluzione con l'obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali già svolte dalla predetta banca e di cedere a terzi tali beni e rapporti, quando le condizioni di mercato saranno adeguate. Il Gruppo Banca Etruria pubblica la presente Informativa ed i successivi aggiornamenti sul proprio sito Internet all’indirizzo www.bancaetruria.it, nella apposita sezione dedicata nella parte “Investor Relations”. 6 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Ulteriori informazioni in tema di rischi e adeguatezza patrimoniale sono riportate nella Relazione sulla Gestione e nella Nota integrativa al Bilancio consolidato (in particolare parti E ed F) al 31 dicembre 2015. Si precisa che non sono fornite le specifiche informazioni richieste dall’art. 452, 454 e 455 Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) non essendo utilizzati dal Gruppo metodi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali. Non si applica inoltre l’art. 441 CRR in quanto la Banca è ente non identificato come G.SII. Non sono altresì presenti le informazioni richieste dagli articoli la cui applicabilità decorre da esercizi successivi al 31 dicembre 2015 (art. 440 CRR). In calce al documento è presente un Glossario che definisce e/o chiarisce taluni termini e abbreviazioni presenti nel corpo del testo. Note Metodologiche 1. Tutti gli importi, se non specificatamente indicato, sono da intendere in migliaia di euro. 2. Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale. 3. Le informazioni vengono rese disponibili su base annua e sono pubblicate congiuntamente ai documenti di bilancio. 7 1. Obiettivi e politiche di gestione del rischio (art. 435 CRR1) La gestione ed il controllo dei rischi nel Gruppo Banca Etruria: governance La gestione integrata dei rischi connessi all’attività bancaria rappresenta uno degli elementi più delicati cui l’Autorità di Vigilanza e le istituzioni creditizie pongono notevole attenzione. Il Gruppo Banca Etruria, per la corretta misurazione e gestione del complesso ambito dei rischi cui potenzialmente ciascuna azienda è sottoposta nell’esercizio della specifica attività, si è dotato di strutture organizzative, ha definito processi e costituito presidi per sviluppare ed aggiornare metodologie e strumenti connessi alla identificazione, valutazione e controllo dei rischi al fine di minimizzarne l’esposizione e garantire una corretta allocazione del capitale. La responsabilità primaria della completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni è rimessa agli Organi aziendali, i quali, ciascuno secondo i rispettivi ambiti di competenza, ne definiscono le politiche generali, sono responsabili della sua realizzazione, vigilano sul suo concreto funzionamento, verificano la sua complessiva funzionalità e la rispondenza ai requisiti previsti dalla normativa. In coerenza con il modello di governance tradizionale, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo rappresenta l’organo con funzione di supervisione strategica e di gestione cui è attribuito il ruolo guida nell’assicurare, attraverso l’attività di direzione e coordinamento, la coerenza complessiva dell’assetto di governo del Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione di Nuova Banca Etruria, in qualità di Capogruppo, delibera gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio a livello di Gruppo, tenendo conto delle specifiche operatività e dei connessi profili di rischio di ciascuna Società e provvedendo al loro riesame periodico al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo. Definisce, inoltre, le linee generali del processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale in relazione ai rischi assunti, ne assicura l’adeguamento tempestivo in relazione a modifiche significative delle linee strategiche, dell’assetto organizzativo, del contesto operativo di riferimento e promuove il pieno utilizzo delle risultanze a fini strategici e nelle decisioni d’impresa. Inoltre, lo stesso, assicura la diffusione della cultura del rischio sia tra le varie funzioni della Capogruppo che tra le controllate. Il Collegio Sindacale della Capogruppo è l’organo con funzione di controllo che ha la responsabilità di vigilare sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. Considerata la pluralità di funzioni e strutture aziendali aventi compiti e responsabilità di controllo, tale organo è tenuto ad accertare l’efficacia di tutte le strutture e funzioni convolte nel sistema dei controlli e l’adeguato coordinamento delle medesime, promuovendo gli interventi correttivi delle carenze e delle irregolarità rilevate. Il Collegio Sindacale, tra le altre cose, vigila sull’adeguatezza e sulla rispondenza del sistema di gestione e controllo dei rischi, del processo ICAAP e del processo di formazione e pubblicazione dell’informativa al pubblico ai requisiti stabiliti dalla normativa. 1 Già Tavola 1 in base a disciplina previgente. 8 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Le strutture che in prevalenza coadiuvano alla realizzazione delle strategie di gestione dei rischi sono: • Comitato Rischi: è l’organismo collegiale la cui mission è quella di contribuire al monitoraggio e all’attuazione delle strategie di gestione dei rischi definite dal Consiglio di Amministrazione. • Direzione Risk Management: è la funzione deputata al monitoraggio e alla gestione del complesso dei rischi, quantificabili e non, tipici dell’attività bancaria, ai sensi delle previsioni in materia di sistema dei controlli interni contenute nelle vigenti disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche della Banca d’Italia. La funzione è organizzata per perseguire in maniera efficace ed efficiente gli obiettivi alla stessa istituzionalmente demandati di collaborazione nella definizione e attuazione del Risk Appetite Framework (RAF) e relative politiche di governo dei rischi, attraverso un adeguato processo di gestione di questi ultimi. La Direzione Risk Management coordina, per il tramite delle proprie Strutture, la definizione e l’implementazione delle metodologie di gestione dei rischi di Gruppo assicurando la coerenza, l’adeguatezza e la tempestività del reporting agli Organi Aziendali della Capogruppo e delle Controllate nonché la diffusione della cultura del rischio. Inoltre la Funzione di controllo dei rischi monitora l’adeguatezza del capitale in relazione a tutti i rischi del Gruppo e verifica che l’attività aziendale sia in linea con le strategie e le politiche aziendali e che sia improntata a canoni di sana e prudente gestione e sia volta al mantenimento degli equilibri tecnici. L’attività si svolge secondo le norme riportate nel “Regolamento Interno della Funzione Risk Management”, approvato dall’ Organo con Funzione di Supervisione Strategica. Il Responsabile della funzione di controllo dei rischi è collocato in posizione gerarchico funzionale di riporto all’Organo con Funzione di Supervisione Strategica. • Direzione Compliance: La funzione di Compliance presidia il rischio di non conformità alle norme con riguardo a tutta l’attività aziendale delle Banche del Gruppo, secondo un approccio basato sul rischio, in ottemperanza ai principi enunciati dal Comitato di Basilea e assicura la verifica di secondo livello della corretta applicazione delle regole in materia bancaria, in coerenza con le disposizioni contenute nella circolare Banca d’Italia 263/2006 e 285/2013 e secondo quanto stabilito dal Regolamento Congiunto Banca d’Italia e Consob, per la verifica dell’applicazione delle regole rilevanti per lo svolgimento dei servizi e delle attività di investimento. In determinati ambiti la Funzione di Conformità alle norme si avvale di presidi specialistici i quali svolgono controlli di secondo livello sulla base di alcune attività di verifica concordate con la Funzione stessa. In tale contesto essa verifica che in tutte le aree operative delle banca sussistano meccanismi che assicurino il rispetto delle norme applicabili a tutta l’attività bancaria, in particolare di quelle che si riferiscono ai rapporti con la clientela e alla tutela di quest’ultima. La funzione di Compliance verifica che le procedure interne siano coerenti con l’obiettivo di prevenire la violazione di norme di etero regolamentazione (leggi e regolamenti) e autoregolamentazione (codici di condotta, codici etici) applicabili alla Banca. All’interno della Direzione Compliance è presente la Funzione Antiriciclaggio il cui scopo principale è quello di presidiare il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo a livello di Gruppo svolgendo controlli di secondo livello e verificando nel continuo l’adeguatezza delle procedure adottate al fine di prevenire i rischi oggetto di controllo. 9 La Funzione di Conformità e quella di Antiriciclaggio sono collocate in posizione gerarchico funzionale di riporto all’Organo con Funzione di Supervisione Strategica. • Servizio Pianificazione e Budget: la funzione che supporta il Consiglio di Amministrazione e la Direzione Generale nella definizione e attuazione del processo di pianificazione e di allocazione del capitale, del processo di budgeting aziendale e di Gruppo, monitorandone la realizzazione. Tale struttura inoltre progetta e cura il controllo gestionale aziendale, di Gruppo e dell’attività commerciale, verificandone la coerenza dei dati gestionali con il profilo rischiorendimento stabilito a livello strategico ed operativo. Gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio a livello di Gruppo vengono deliberati dagli Organi preposti della Capogruppo. Gli Organi Aziendali delle Società Controllate vengono periodicamente informati circa le decisioni assunte dagli Organi di vertice della Capogruppo relativamente al sistema di gestione e controllo dei rischi per l’operatività di propria competenza. In particolare, il Consiglio di Amministrazione delle Società Controllate assicura l’attuazione, per la parte di propria competenza, delle politiche di gestione del rischio deliberate a livello di Gruppo, ne monitora l’efficacia nel tempo e prende atto dei rischi cui la Società si espone e delle modalità di rilevazione e valutazione degli stessi. La Capogruppo esercita le proprie prerogative di direzione e coordinamento fra le varie Società del Gruppo per assicurare unitarietà alla complessiva gestione del sistema e per garantire il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa, realizzando, in tal modo, all’interno del Gruppo una politica di gestione del rischio integrata e coerente. Il Gruppo Banca Etruria ha adottato una politica di accentramento delle principali attività aziendali, di conseguenza le attività le attività di risk management, compliance e revisione interna sono accentrate presso la Capogruppo, ferma restando la responsabilità degli Organi aziendali delle Controllate dell’attivazione, in modo coerente con la propria realtà aziendale, delle strategie e politiche di gestione del rischio decise dagli Organi di vertice della Capogruppo. Presso le Banche controllate è individuato un “Referente delle Funzioni Aziendali di Controllo”, nominato ai sensi della normativa di vigilanza ed avente i requisiti previsti dalla medesima, il quale riferisce funzionalmente alle Funzioni Aziendali di Controllo accentrate presso la Capogruppo per i rispettivi ambiti di competenza. Il Gruppo ha inoltre adottato delle risk policies che hanno l’obiettivo di esplicitare il complessivo impianto normativo aziendale relativo al sistema di gestione, controllo e governo di ciascun rischio rilevante per il Gruppo, attraverso la definizione del modello di governance, dei processi e metriche di misurazione/valutazione, gestione e controllo del rischio, di un sistema di deleghe e limiti operativi/soglie di sorveglianza volti al contenimento del rischio. Le policies di gestione dei rischi consentono di declinare le decisioni strategiche, in materia di governo dei rischi, in decisioni operative sui rischi stessi, coerentemente con il livello di propensione al rischio di Gruppo. Il Sistema dei Controlli Interni 10 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Il sistema dei controlli interni è costituito dall’insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad assicurare, nel rispetto della sana e prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità: • verifica dell’attuazione delle strategie e delle politiche aziendali; • contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio della banca (Risk Appetite Framework - “RAF”); • salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite; • efficacia ed efficienza dei processi aziendali; • affidabilità e sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure informatiche; • prevenzione del rischio che la banca sia coinvolta, anche involontariamente, in attività illecite (con particolare riferimento a quelle connesse con il riciclaggio, l’usura ed il finanziamento al terrorismo); • conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche, i regolamenti e le procedure interne. Tale sistema è un elemento fondamentale del complessivo sistema di governo aziendale, riveste un ruolo centrale nell’organizzazione e permette di assicurare un efficace presidio dei rischi aziendali e delle loro interrelazioni, al fine di garantire che l’attività delle funzioni sia in linea con le strategie e le politiche aziendali e sia improntata a canoni di sana e prudente gestione. Inoltre, quando efficace ed efficiente, è il presupposto fondamentale per consentire l’identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei rischi, l’assunzione di decisioni consapevoli, l’appropriata allocazione del capitale nonché la creazione ed il mantenimento di valore nel medio lungo termine. In tale scenario, il Sistema dei Controlli Interni riveste un ruolo centrale e strategico nell’organizzazione aziendale (Organi Aziendali, strutture organizzative e personale): rappresentando un elemento fondamentale di conoscenza per gli Organi Aziendali, in modo da garantire piena consapevolezza della situazione ed efficace presidio dei rischi aziendali e delle loro interrelazioni; orientando i mutamenti delle linee strategiche e delle politiche aziendali e consentendo di adattare in modo coerente il contesto organizzativo; presidiando la funzionalità dei sistemi gestionali ed il rispetto degli istituti di vigilanza prudenziale; favorendo la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali. Il Consiglio di Amministrazione definisce e approva le linee di indirizzo del sistema dei controlli interni, verificando che esso sia coerente con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio stabiliti e sia in grado di cogliere l’evoluzione dei rischi aziendali e l’interazione tra gli stessi; assicura, altresì, che lo stesso sia costantemente coerente ai principi indicati dalle disposizioni di vigilanza anche adottando tutti gli interventi necessari a tal fine e monitorandone nel continuo il rispetto. Nel caso emergano carenze o anomalie, promuove con tempestività l’adozione di idonee misure correttive e ne valuta l’efficacia. In qualità di organo con funzione di gestione Il Collegio Sindacale della Capogruppo è l’organo con funzione di controllo che ha la responsabilità di vigilare sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni. 11 In coerenza con le indicazioni degli Organi di Vigilanza, nell’ambito del sistema dei controlli interni del Gruppo sono individuate le seguenti tipologie di controllo: a. Controlli di linea (o di primo livello): controlli diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni effettuati dalle stesse strutture operative, ovvero eseguiti nell’ambito dei back office (ad esempio controlli di tipo gerarchico, sistematici e a campione). Tali controlli sono impostati sui seguenti criteri generali: − le funzioni operative e di controllo sono separate di modo che al personale non siano assegnate responsabilità contrastanti; − le transazioni sono autorizzate, eseguite e registrate in maniera completa ed accurata. Il sistema dei controlli di linea, per quanto possibile incorporati nelle procedure informatiche, è integrato nelle procedure operative, che definiscono tra l’altro: ruoli, responsabilità, modalità di realizzazione del controllo, strumenti di report e destinatari. b. Controlli di secondo livello (controlli sui rischi e sulla conformità): controlli in capo alle funzioni di Compliance, Antiriciclaggio e Risk Management, ciascuna per le materie di rispettiva competenza. Controlli, quindi, svolti da funzioni distinte da quelle produttive, chiamate a verificare nel continuo il rispetto dei limiti all’assunzione dei rischi, secondo i criteri generali definiti dal Consiglio di Amministrazione, nonché a controllare la coerenza dell’operatività con gli obiettivi di rischio-rendimento assegnati. In questo ambito si distinguono: − controlli di conformità, finalizzati a prevenire il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione, in conseguenza di violazioni di norme imperative (leggi e regolamenti) ovvero di autoregolamentazione e a prevenire l’insorgere del rischio reputazionale; − controlli della funzione Antiriciclaggio, finalizzati al contrasto del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo; − controlli di Risk Management, finalizzati al monitoraggio del complesso dei rischi, quantificabili e non, alla corretta attuazione del processo di gestione dei rischi, al rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni. c. Controlli di terzo livello (controlli di revisione interna): controlli in capo alla funzione di Internal Audit, finalizzati a individuare eventuali violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare periodicamente la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità (in termini di efficienza ed efficacia) e l’affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo (ICT Audit), con cadenza prefissata in relazione alla natura e all’intensità dei rischi. Il sistema dei controlli interni è periodicamente soggetto a ricognizione e adeguamento in relazione all’evoluzione dell’operatività aziendale e al contesto di riferimento. Nuova Banca Etruria ha inoltre definito specifici controlli sulle funzioni aziendali esternalizzate per monitorare il costante mantenimento del potere di indirizzo delle attività in outsourcing. La Banca in ogni caso mantiene la facoltà e le competenze per eventualmente internalizzare le funzioni affidate in outsourcing. All’interno di Nuova Banca Etruria e di Banca Federico del Vecchio, in conformità a quanto disposto dalla Circolare Banca d’Italia 285/2013 e successivi aggiornamenti, è stato predisposto un Documento di coordinamento dei Controlli e dei Flussi Informativi nell’ambito del quale sono disciplinati: 12 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 • • • i compiti e responsabilità delle funzioni ed Organi di controllo; i flussi informativi tra le diverse funzioni/Organi e tra queste/i e gli Organi aziendali; le modalità di coordinamento e di collaborazione tra funzioni ed organi di controllo. Il modello organizzativo del Gruppo tende, nell’ambito del sistema dei controlli interni, all’accentramento presso la Capogruppo di attività rilevanti di controllo di II e III livello. Ai sensi di quanto stabilito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013, a livello aziendale sono stati istituite, con nomina dei relativi Responsabili: la funzione di Compliance; la funzione Antiriciclaggio; la funzione di Risk Management; la funzione di Internal Audit. La nomina e la revoca dei relativi Responsabili sono di competenza esclusiva e non delegabile del Consiglio di Amministrazione, sentito il Collegio Sindacale, tali Responsabili dipendono gerarchicamente dall’Organo con Funzione di Supervisione Strategica. I ruoli e le responsabilità delle funzioni sopra indicate sono disciplinati negli specifici Regolamenti aziendali delle funzioni di controllo e nei Regolamenti Interni e Poteri Delegati della Capogruppo. Le funzioni aziendali di controllo informano gli Organi aziendali in ordine: alle carenze significative riscontrate nello svolgimento dei processi aziendali, che ostacolano la gestione dei rischi ovvero il conseguimento degli obiettivi assegnati alle varie funzioni aziendali; alle iniziative assunte e da assumere per adeguare i processi e le procedure aziendali alle Istruzioni di Vigilanza ed alle esigenze operative e gestionali in termini di attività, procedure e compiti per l'applicazione dei criteri di gestione dei rischi deliberati dal Consiglio di Amministrazione; ai fatti gestionali che si riflettono significativamente sulla situazione aziendale e soprattutto sui profili di rischiosità. Le funzioni aziendali di controllo, per la gestione ed il monitoraggio dei rischi, sono chiamate ad interagire in maniera sinergica, individuando nel continuo gli ambiti di collaborazione fra tali funzioni, sviluppando sinergie atte ad evitare duplicazioni di controllo ed a migliorare la comunicazione, lo scambio di informazioni, al fine di ottimizzare le attività di controllo stesse. In particolare: 1. La Direzione Internal Audit della Capogruppo svolge l’attività di revisione interna sulle Società del Gruppo in qualità di funzione di audit della Capogruppo e svolge in qualità di service, come da accordi di servizio in vigore, le attività di revisione interna per le Società stesse. In particolare, la funzione di audit è volta, da un lato, a controllare, in un’ottica di controlli di terzo livello, anche con verifiche in loco, il regolare andamento dell'operatività e l’evoluzione dei rischi, e, dall'altro, a valutare la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’affidabilità della struttura organizzativa e delle altre componenti del sistema dei controlli interni, portando all'attenzione degli organi aziendali i possibili miglioramenti, con particolare riferimento al RAF, al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi.. 13 2. Ai sensi della normativa di vigilanza la Direzione Risk Management ha la finalità di collaborare alla definizione e all’attuazione del RAF e delle relative politiche di governo dei rischi, attraverso un adeguato processo di gestione dei rischi. In particolare la Direzione Risk Management effettua un’accurata identificazione dei rischi ai quali il Gruppo Bancario è esposto, avuto riguardo alla propria operatività e ai mercati di riferimento. A tal fine, vengono valutati i rischi sia di Primo che di Secondo Pilastro, come previsti della normativa di riferimento; vengono, altresì, condotte analisi per l’individuazione di ulteriori rischi potenziali ai quali potrebbe essere esposto il Gruppo Bancario. In considerazione di tali analisi, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo approva il Catalogo dei Rischi Rilevanti con cadenza annuale. 3. La Direzione Compliance, presiede, secondo un approccio risk based, alla gestione del rischio di non conformità con riguardo a tutta l’attività aziendale, verificando che le procedure interne siano adeguate a prevenire tale rischio. Alla stessa è rimessa la valutazione del rischio reputazionale. All’interno della Direzione risulta incardinata anche la funzione Antiriciclaggio. La Funzione di gestione del rischio Nell’ambito del Gruppo Banca Etruria la funzione di gestione e controllo del rischio, il cui mandato è stato sopra esposto, è organizzativamente rappresentata dalla Direzione Risk Management della Capogruppo, il cui Responsabile assume il ruolo di Chief Risk Officer - CRO di Gruppo in posizione gerarchico funzionale di riporto al Consiglio di Amministrazione. Al suo interno la funzione si articola in due strutture preposte alla gestione di distinti profili di rischio, ossia il Servizio Capital Management e Risk Integration e il Servizio Rischi Finanziari e Operativi. Inoltre, in staff alla Direzione, è prevista la struttura Credit Monitoring & Risk Policy. Consiglio di Amministrazione Direzione Risk Management Servizio Capital Management e Risk Integration Staff Credit Monitoring & Risk Policy Servizio Rischi Finanziari e Operativi Tale articolazione consente alla Funzione di perseguire in maniera efficiente ed efficace il compito di gestione dei rischi ed, al contempo, di mantenere una visione d’insieme dei diversi rischi e della loro reciproca interazione. La stessa risponde, inoltre, a quanto disposto dalla normativa di vigilanza relativamente alla funzione di convalida, tenuto conto del principio di proporzionalità e della circostanza che nel Gruppo non sono utilizzate metodologie avanzate ai fini del calcolo del requisito patrimoniale da primo pilastro. Infatti, qualora si proceda allo sviluppo di modelli volti alla 14 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 misurazione di specifici rischi, il compito di svolgere l’attività di validazione dei flussi informativi che alimentano il modello, della validità della metodologia e del processo di controllo/aggiornamento è affidato al Servizio in staff alla Direzione, garantendo in tal modo la separazione tra la struttura che ha sviluppato il modello interno e la struttura che provvede alla convalida dello stesso. La Funzione di Risk Management è dotata dell’autorità, delle risorse e competenze necessarie allo svolgimento dei propri compiti, assicurando il rispetto del requisito di indipendenza richiesto dalla normativa; in particolare, alla Funzione di Risk Management: • • • è consentito l’accesso ai dati aziendali ed a quelli esterni, attraverso idonee procedure di supporto, per svolgere in modo appropriato i propri compiti, sono assegnate delle specifiche risorse economiche, eventualmente attivabili in autonomia, anche per ricorrere a consulenze esterne, è dotato di personale adeguato per numero, competenze tecnico-professionali ed aggiornamento formativo. In particolare il personale di cui è dotato non è coinvolto in attività che lo stesso è chiamato a controllare ed è inserito in specifici programmi formativi e di rotazione tra le funzioni di controllo. A tal proposito si specifica che la selezione e la formazione del personale destinato alla Funzione di Risk Management segue le linee guida definite dalle policy interne emanate in materia. Con particolare riferimento al Responsabile di Funzione - CRO, questo: • • • • • viene nominato e revocato (motivandone le ragioni) dal Consiglio d’Amministrazione, sentito il Collegio Sindacale, secondo procedure di selezione formalizzate; possiede requisiti di professionalità adeguati; è collocato in posizione gerarchico-funzionale adeguata; non ha responsabilità diretta di aree operative sottoposte a controllo né è gerarchicamente subordinato ai responsabili di tali aree; riferisce direttamente agli organi aziendali, in particolare ha accesso diretto al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale e comunica con essi senza restrizioni o intermediazioni. I criteri di remunerazione del personale che partecipa alla funzione di gestione del rischio non ne compromettono l’obiettività e sono coerenti con le finalità della funzione. Sotto il profilo organizzativo, la visione integrata dei rischi e la collaborazione con le altre funzioni aziendali di controllo e con le strutture di business della Banca sono garantiti dall’istituzione di numerosi comitati interfunzionali a cui la Funzione di Risk Management prende parte, ossia Comitato Rischi, Comitato Gestione Crediti, Comitato Investimenti, Comitato Tableau de Bord, Comitato Prodotti, Comitato di Crisi e Comitato Guida BCM. Il processo di gestione dei rischi rappresenta uno dei processi attuati da Nuova Banca Etruria nell’esercizio del proprio ruolo di indirizzo, coordinamento e supervisione del Gruppo. Gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio a livello di Gruppo Bancario sono deliberate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, tenendo conto delle specifiche operatività e dei connessi profili di rischio di ciascuna Società e provvedendo al loro riesame 15 periodico al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo. Gli Organi Aziendali delle Controllate sono periodicamente informati circa le decisioni assunte dagli Organi di vertice della Capogruppo relativamente al sistema di gestione e controllo dei rischi per l’operatività di propria competenza. Le attività di Risk Management sono accentrate presso la Capogruppo e sono svolte sulla base di specifici accordi di servizio infragruppo. Resta ferma la responsabilità degli Organi Aziendali delle Controllate dell’attuazione, in modo coerente con la propria realtà aziendale, delle strategie e politiche di gestione del rischio decise dagli organi di vertice della capogruppo. Per ciascuna Banca del Gruppo2 è individuato un Referente avente i requisiti previsti dalla normativa di vigilanza e con riporto funzionale alla Funzione stessa per gli ambiti relativi al risk management. Viste le dimensioni delle banche controllate, che non permettono la costituzione di specifiche strutture in staff al Referente che lo possano supportare nell’attività di interfaccia esclusiva tra gli Organi della Controllata e la funzione esternalizzata, tutte le funzioni aziendali di controllo si avvalgano di uno stesso Referente (Referente delle Funzioni Aziendali di Controllo), che si interfaccia con gli Organi della Controllata congiuntamente al Responsabile della funzione aziendale di controllo della Capogruppo o ad un suo delegato. In materia di risk management il Referente ha, in particolare, i seguenti compiti e attribuzioni: - riportare funzionalmente alla Funzione della Capogruppo; - riportare al Consiglio di Amministrazione della Banca controllata in materia di risk management con il supporto del Responsabile della Funzione o suo delegato; - supportare la Funzione di Risk Management della Capogruppo nello svolgimento delle proprie attività; - segnalare tempestivamente eventi o situazioni particolari, suscettibili di modificare i rischi generati dalla banca controllata. La funzione di Risk Management produce specifici flussi informativi verso gli Organi Aziendali e il Referente Risk Management delle Società del Gruppo Bancario. Rischi Rilevanti: strategia e gestione Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, coerentemente al ruolo attribuitogli dalle Disposizioni di Vigilanza, adotta le decisioni strategiche in materia di gestione e controllo dei rischi a livello consolidato, con l’obiettivo di realizzare una politica di gestione dei rischi integrata e coerente tenendo in debita considerazione i profili di rischio di ciascuna società del Gruppo al fine di garantirne la sana e prudente gestione. Le attività di controllo coinvolgono, con diversi ruoli, gli Organi Amministrativi e di Controllo, i Comitati di Governance, l’alta direzione e tutto il personale del Gruppo, costituendo parte integrante dell'attività giornaliera e rivestendo un ruolo centrale nell’organizzazione della Banca. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nell’esplicazione delle proprie attribuzioni di Organo con funzione di supervisione strategica e di gestione delinea le specifiche strategie e identifica le linee guida cui attenersi in termini di politiche gestionali (credito, commerciale, finanza, 2 Dal 18 dicembre 2015, data di perfezionamento della cessione di Banca Popolare Lecchese S.p.A., l’unica banca controllata risulta Banca Federico del Vecchio S.p.A.. 16 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 personale, investimenti, ecc.) da parte di tutte le Controllate; in particolare, delibera le strategie, le politiche e i processi di governo, controllo e gestione dei rischi. Quale aspetto avente particolare rilievo, si specifica che nell’attuale contesto societario, caratterizzato dalla natura della capogruppo Nuova Banca Etruria quale ente ponte ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. 180/2015 costituito con D. L. del 22 novembre 2015 e che ha già avviato il processo di cessione da concludersi in tempi particolarmente ristretti, in assenza di un piano strategico e di un budget non è stato possibile procedere all’aggiornamento del RAF. Al fine di garantire un costante monitoraggio dei rischi e, se del caso, predisporre tempestivi interventi è in ogni caso prodotta periodicamente adeguata reportistica per gli Organi Aziendali relativa all’andamento dei principali fenomeni di rischio esaminati e alle principali dinamiche di rischio attuali e prospettiche. Di seguito vengono esposti i rischi rilevanti del Primo Pilastro, del Secondo Pilastro e gli ulteriori Rischi Interni ritenuti rilevanti3 ed oggetto di misurazione/valutazione e gestione nel Gruppo: Rischi rilevanti per l’esercizio 2015 Rischi di Primo Pilastro (Circolare Banca d’Italia 285/2013) Tipologia di Rischio Definizione Rischio di Credito Rischio che nell'ambito di un'operazione creditizia il debitore non assolva, anche solo in parte, agli obblighi di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi. Rischio che la controparte di una transazione avente a oggetto Rischio di Controparte determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Rischio di posizione, di regolamento, di concentrazione con riferimento ai portafogli di vigilanza e rischio di cambio e di posizione su merci con riferimento all'intero bilancio; dove: il rischio di posizione è il rischio che deriva dall'oscillazione del prezzo dei valori mobiliari per fattori attinenti all'andamento dei mercati e alla situazione della società emittente; il rischio di regolamento è il rischio Rischio di Mercato di perdita derivante dal mancato regolamento delle transazioni in titoli di debito, titoli di capitale, contratti derivati, valute e merci non ancora regolate dopo la loro data di scadenza; il rischio di concentrazione è il rischio connesso al superamento del limite individuale di fido; il rischio di cambio è il rischio o di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio 3 Si precisa che la mappatura dei rischi riportata si pone in continuità con quanto deliberato nell’ultimo catalogo dei rischi rilevanti dal Consiglio di Amministrazione di Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S. C. ora in l.c.a. rispetto alla quale Nuova Banca Etruria S.p.A. è succeduta ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 180/2015. Il Consiglio di Amministrazione di Nuova Banca Etruria S.p.a., peraltro, nella seduta del 18 maggio 2016 ha approvato il nuovo catalogo dei rischi rilevanti, ove la mappatura tiene conto dei nuovi rischi introdotti dal framework Basilea 3 nonché degli aggiornamenti, anche definitori, sopravvenuti. 17 di allocazione; il rischio di posizione su merci è il rischio di eventuali perdite sulle posizioni in merci. Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite Rischio Operativo derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Rischi di Secondo Pilastro (Circolare Banca d’Italia 285/ 2013) Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti del medesimo settore economico, nella medesima regione Rischio di geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del Concentrazione rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie. Rischio di Tasso di interesse derivante da Rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse. attività diverse dalla negoziazione Rischio di non essere in grado di far fronte ai propri impegni di Rischio di Liquidità pagamento per l’incapacità sia di reperire fondi sul mercato sia di smobilizzare i propri attivi. Rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di Rischio Residuo credito utilizzate dal Gruppo Bancario risultino meno efficaci del previsto. Rischio che la sostanza economica dell’operazione di Rischi derivanti da cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di Cartolarizzazioni valutazione e di gestione del rischio. Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni Rischio Strategico aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo Rischio Reputazionale Bancario da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza. Rischio di leva Rischio dovuto alle detenzione di attivi eccessivi rispetto alla finanziaria eccessiva patrimonializzazione. 18 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Rischio connesso con l’assunzione di partecipazioni Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati Rischio paese Rischio trasferimento Rischio informatico di Rischio che gli assetti organizzativi e il sistema dei controlli interni non siano orientati all’obiettivo di prevenire e gestire correttamente i potenziali conflitti d’interesse tra l’attività d’investimento in partecipazioni in imprese non finanziarie e la rimanente attività bancaria, creditizia in particolare. Rischio che non sia assicurato il rispetto costante dei limiti prudenziali e delle procedure deliberative previste sia dalla normativa interna che dalla disciplina di vigilanza, oltre alla prevenzione e corretta gestire dei potenziali conflitti d’interesse inerenti ad ogni rapporto intercorrente con soggetti collegati. Rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall’Italia. Rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà de debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l‘esposizione. Rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Rischio base Rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di (nell’ambito del rischio segno opposto, simili ma non identiche. di mercato) Ulteriori Rischi interni definiti come rilevanti4 (ex normativa europea, GdL ABI) Rischio riferito all'incertezza inerente l'accadimento di eventi, il loro Rischio Assicurativo ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti all'attività prodotta dalle società di assicurazioni. Trasversalmente ai singoli rischi vengono considerati anche: - Rischio Modello, ovvero quel rischio associato ai limiti delle metodologie valutative, oppure all’utilizzo di parametri di calibrazione non osservabili sul mercato ed eventualmente errati; Rischio Macroeconomico, che considera le condizioni presenti nell’ambiente macroeconomico in cui viene svolta l’attività bancaria anche relativamente all’andamento del ciclo economico; e le interazioni tra i rischi. Rischio di Credito Il Servizio Capital Management e Risk Integration della Capogruppo è la funzione cui è demandata la misurazione del rischio di credito. 4 Cfr. nota sopra. 19 L’approccio seguito per la misurazione del rischio di credito nell’ambito delle Società del Gruppo Bancario, che ricalca quanto disposto nella specifica disciplina di Vigilanza, è quello relativo alla Metodologia Standardizzata applicato per tutti i segmenti di clientela. Nello specifico, è stato utilizzato l’approccio Standardizzato, con particolare riferimento sia all’utilizzo degli strumenti gestionali utilizzati per la stima ed il monitoraggio degli assorbimenti patrimoniali che al consolidamento ed ulteriore efficientamento dei processi interni di gestione delle garanzie ai fini dell’utilizzo delle tecniche di Credit Risk Mitigation. La trattazione dei processi relativi alla gestione dei singoli comparti di garanzia si trova nel capitolo 16 dedicato specificamente alla trattazione dell’art. 453 “Tecniche di attenuazione del rischio di credito”. Per quanto concerne il sistema di rating interno, in analogia a quanto effettuato da Banca Etruria S.C., è proseguito l’utilizzo in ottica gestionale dello stesso che da tempo è integrato nell’ambito dei principali processi aziendali delle Banche del Gruppo. Sono state utilizzate le valutazioni del sistema di rating per il monitoraggio periodico delle principali variazioni del portafoglio crediti delle Banche del Gruppo. Per quanto concerne il processo di override, gestito dalla Direzione Crediti ed oggetto di controllo di secondo livello da parte della Direzione Risk Management, è consolidato all’interno delle Banche del Gruppo in termini sia di analisi individuale delle singole posizioni che di analisi a livello di gruppi economico-giuridici di clientela. È stato utilizzato lo strumento gestionale di stima e monitoraggio degli assorbimenti patrimoniali e di verifica e controllo delle garanzie in essere e del relativo livello di eleggibilità. La disponibilità e l’utilizzo di tali strumenti gestionali (sistema di rating interno, da un lato, e strumenti di stima e monitoraggio degli assorbimenti patrimoniali, dall’altro lato) permettono una costante attività di analisi e controllo del livello di merito creditizio del portafoglio crediti, oltre che un continuo monitoraggio del livello di eleggibilità del portafoglio garanzie acquisite. A tale proposito, periodicamente viene sottoposta all’attenzione del Comitato Rischi e del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo l’analisi del rischio di credito a livello di Gruppo, sulla base delle risultanze dei suddetti strumenti gestionali. L’analisi individuale delle altre Banche del Gruppo viene poi sottoposta all’attenzione dei rispettivi Consigli di Amministrazione. È stato utilizzato anche un modello di stima del Credit VaR di Gruppo, in termini di analisi del profilo di rischio a livello complessivo di portafoglio ed a livello di singole posizioni di clientela il cui profilo di rischio risulta essere maggiormente impattato dall’effetto di “contagio infra-gruppo”. Il modello interno di pricing-risk-adjusted, consente di riflettere maggiormente sul prezzo praticato alla clientela gli specifici rischi assunti. Con riferimento alla gestione del rischio di credito, si precisa inoltre che le Società del Gruppo Banca Etruria, in fase di valutazione, erogazione, gestione e recupero del credito, applicano il Regolamento del Credito, il quale disciplina l’intero processo nel rispetto di specifiche regole di comportamento che garantiscono la possibilità di quantificare il rischio, valutarne la qualità e seguirne l’andamento nel tempo. 20 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Per quanto concerne, il Regolamento del Credito, questo riassume i principi e le norme in materia di erogazione e gestione del Credito a cui devono attenersi le Banche del Gruppo, al fine di assicurare un’efficace gestione dei rischi creditizi a livello di gruppo e di indicare criteri e metodologie comuni per l’erogazione e la gestione del credito. Aspetti operativi del processo sono regolati, oltre che dalle disposizioni del Regolamento del Credito, da apposita normativa emanata dalla Capogruppo. Il documento, in particolare, si articola nei seguenti paragrafi: − − − − − governo del rischio di credito; disposizioni di carattere generale in materia di concessione del credito; monitoraggio andamentale e gestione anomalie creditizie; gestione del portafoglio deteriorato; affidamenti a banche e controparti istituzionali. Il processo di concessione e gestione del credito si articola nelle seguenti principali fasi: − − − − istruttoria e valutazione del merito creditizio; delibera; perfezionamento/erogazione; revisione, intendendo sia la revisione ordinaria e sia la revisione per difficoltà finanziarie (Credito Forborne). La fase di istruttoria della pratica di fido che si articola, a sua volta, nella seguenti fasi: − − − − − − Raccolta della richiesta di concessione fido e della documentazione completa, necessaria alla predisposizione della proposta di affidamento; Individuazione del richiedente e della sua facoltà alla richiesta Accertamento di tutte le connessioni economico-giuridiche nel caso di clientela imprese Accertamento delle finalità della richiesta e avvio dell’attività istruttoria Attribuzione della posizione ad una classe di rating/scoring interna ed eventuale valutazione del “rating di legalità imprese” rilasciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Valutazione e acquisizione di eventuali garanzie idonee alla mitigazione del rischio di credito La fase di istruttoria e delibera del credito è supportata dalla piattaforma PEF5. Ciò permette di gestire i processi valutativi e deliberativi in ottica di semplificazione operativa, attraverso percorsi strutturati e guidati, e di elevata standardizzazione. Il processo di perfezionamento/erogazione rappresenta la fase di gestione operativa del credito, in cui deve essere espletato l’iter di formalizzazione degli affidamenti accordati e delle garanzie ricevute, in vista della successiva erogazione. 5 Piattaforma Elettronica Informatica. 21 La revisione ordinaria del rapporto creditizio rappresenta l’attività periodica di verifica interna della permanenza delle condizioni di affidabilità che avevano determinato la concessione delle facilitazioni richieste. La fase di revisione del rischio di credito viene attivata direttamente dalla Banca interessata o su iniziativa del cliente e comporta la manutenzione e l’aggiornamento delle informazioni acquisite, in modo tale da rinnovare la decisione di affidabilità precedentemente assunta oppure di modificare il quadro degli affidamenti concessi e/o delle garanzie ricevute. La revisione per difficoltà finanziarie (Credito Forborne) ha per oggetto la revisione degli affidamenti precedentemente concessi, in termini di modifiche alle condizioni contrattuali o un rifinanziamento totale o parziale, a causa delle valutate difficoltà finanziarie del debitore. Le modalità operative interne sono disciplinate secondo quanto previsto dagli Standard Tecnici Internazionali (ITS) EBA di cui al Reg. Commissione Europea n. 227/2015 e alla Circolare Banca d’Italia n. 272/2008, 7° aggiornamento. Per quanto concerne, infine, la gestione delle posizioni che presentano situazioni di anomalia o deterioramento, questa è demandata ad una filiera specificatamente preposta al monitoraggio delle posizioni creditizie ed alla rilevazione delle posizioni “problematiche”. Qualora gli eventi che hanno determinato l’anomalia si aggravano è necessario che la posizione venga classificata in relazione al grado di rischiosità da parte delle strutture competenti, fatti salvi i casi in cui la classificazione avviene in automatico. In linea di massima alle preposte strutture della Capogruppo compete la classificazione di posizioni di importi ritenuti rilevanti secondo il modello organizzativo interno vigente, mentre per quelle di importi inferiori la valutazione è rimessa direttamente alla singola Banca. Una volta definito lo status di “deterioramento”, mediante interventi specifici, sono svolte azioni mirate a ricondurre le posizioni nello status di “performing”; laddove questo non risulti possibile, le posizioni saranno classificate come posizioni in sofferenza e, conseguentemente, saranno attivate iniziative specifiche a tutela del credito. In un’ottica di semplificazione ed efficientamento del modello organizzativo di sede centrale e dei relativi processi operativi sottostanti, alla Direzione Crediti è affidato il coordinamento dei comparti relativi all’erogazione del credito e alla gestione del portafoglio problematico, mentre ad una Direzione separata (Direzione NPL) la gestione delle sofferenze. Inoltre, sempre in un’ottica di efficientamento e razionalizzazione del modello organizzativo, per Nuova Banca Etruria le attività di monitoraggio e gestione crediti anomali e deteriorati di posizioni afferenti a “privati” sono assegnate alla rete periferica e in particolare ad uno specifico ruolo all’interno delle Dipendenze a cui sono attribuiti poteri e responsabilità in materia. Infine, in un’ottica di presidio creditizio, è previsto un supplemento d'istruttoria sulle pratiche di fido di “rischio rilevante”6 delle Banche del Gruppo-; il controllo consiste nella valutazione delle proposte tramite un’analisi del merito creditizio in ottica di rischio comune. Rischio di Controparte 6 I rischi di entità rilevante a livello di Gruppo vengono individuati tenuto conto dell’ammontare complessivo dell’esposizione in termini di accordato in essere e/o proposto sia quando il rischio viene assunto nei confronti di un singolo prenditore, sia quando il rischio viene assunto nei confronti di molteplici prenditori connessi dal punto di vista giuridico e/o economico (rischio unico) I Regolamenti Interni e poteri Delegati prevedono criteri e soglie di rilevanza. 22 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 L’analisi dell’andamento del rischio di controparte è demandata al Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo che determina, tra l’altro, le modalità di calcolo della “correzione” dei valori di bilancio dei derivati in ragione del rischio di controparte (c.d. Credit Risk Adjustment o CRA per le esposizioni verso terzi e Debit Risk Adjustment o DRA per gli strumenti il cui mark to market è negativo alla data di rilevazione). Il CRA per i derivati negoziati con clientela è stimato attraverso l’utilizzo di fattori quali la Probability of Default (PD) e la Loss Given Default (LGD) che dipendono rispettivamente dal rating della controparte e dalla tipologia delle garanzie acquisite mentre, per gli strumenti con controparti istituzionali, la stima avviene sulla base del costo di protezione sull’esposizione desunto dal mercato dei Credit Default Swap. Per il calcolo del DRA è utilizzato lo spread di credito applicato per la valutazione al fair value delle proprie passività con vita residua inferiore a 1 anno. Nella negoziazione di strumenti derivati negoziati over-the counter la selezione della controparte istituzionale delle operazioni è limitata a quelle per le quali sussiste idonea linea di fido e nei limiti della relativa disponibilità. La gestione delle linee di fido è svolta all'interno della Direzione Finanza, con autonomie deliberative gerarchicamente assegnate in funzione dell’importo. Le negoziazioni con controparti istituzionali avvengono in presenza di un contratto di Credit Support Annex (CSA) destinato alla mitigazione del rischio controparte seppur i relativi collateral non sono considerate garanzie nell’ambito della disciplina prudenziale ma solo per determinare la posizione complessiva netta al fine del calcolo del CRA e DRA. In merito all’andamento del rischio di controparte ed alla sua composizione viene prodotta al Consiglio di Amministrazione ed al Comitato Rischi della Capogruppo apposita reportistica con cadenza trimestrale. Rischio di Mercato Il rischio di mercato è il rischio che il valore economico o i flussi di uno strumento finanziario cambino per effetto di variazioni di fattori di mercato. Il rischio di mercato riguarda il rischio di tasso di interesse, il rischio di cambio e altri rischi di prezzo. L’attuale impostazione di controllo e misurazione è basata sia sugli assorbimenti patrimoniali che sul rispetto di limiti di Value at Risk (VaR) modulati secondo i poteri delegati dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Ai fini della normativa di vigilanza, il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di mercato è effettuato utilizzando la metodologia standardizzata e il metodo delta-plus per il trattamento delle opzioni. Il rischio di mercato sul portafoglio di negoziazione interessa esclusivamente la Capogruppo in quanto le altre Società del Gruppo non detengono portafoglio di trading. Il controllo del rischio di mercato viene effettuato attraverso il VaR (Value at Risk)7 che rappresenta una stima della massima perdita potenziale del portafoglio di riferimento in un determinato arco temporale e con un prefissato livello di probabilità. Il VaR è calcolato attraverso la piattaforma informatica denominata ObjFin e si riferisce alla massima perdita che il portafoglio di riferimento 7 Cfr. glossario. 23 può subire in 10 giorni con una probabilità del 99%. Per uno specifico comparto di portafoglio rappresentato da fondi è utilizzato un VaR di simulazione storica. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce annualmente i limiti di VaR. Il processo di controllo dei rischi di mercato si articola su più livelli e viene effettuato, su base giornaliera, per il primo livello dalla Direzione Finanza, mentre per il secondo livello dal Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo. Quotidianamente è prodotto un report dalla Direzione Finanza – Staff Middle Office con i VaR dei portafogli che è inviato alla Direzione Generale, alla Direzione Risk Management, alle altre strutture della Direzione Finanza e alla Direzione Internal Audit. Il Servizio Rischi Finanziari e Operativi produce trimestralmente una reportistica per il Comitato Rischi e per il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Per quanto riguarda nello specifico il rischio di cambio, le esposizioni del Gruppo derivano principalmente dall’operatività in valuta con clientela. Il monitoraggio del rischio di cambio viene effettuato dalle strutture di front office della Capogruppo attraverso l’utilizzo di apposita procedura settoriale nonché all’interno della posizione complessiva soggetta a limiti di VaR. Il Servizio Tesoreria della Capogruppo effettua operazioni a copertura del rischio cambio prevalentemente attraverso la negoziazione di divisa a pronti e a termine. Rischio Operativo Coerentemente alle disposizioni di vigilanza prudenziale vigenti il rischio operativo è definito come rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni, ivi compreso il rischio giuridico. Il Gruppo Bancario Banca Etruria adotta il metodo Standardizzato per il calcolo del requisito di fondi propri consolidato a fronte dei rischi operativi implementando un sistema di gestione dei rischi operativi a livello di Gruppo Bancario nel rispetto dei requisiti organizzativi, qualitativi e quantitativi definiti a livello di vigilanza prudenziale. La valutazione dell’esposizione al rischio operativo è rimessa al Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo. Il sistema di gestione dei rischi operativi, avente come obiettivi principali il contenimento delle perdite operative e il miglioramento dei processi interni ritenuti critici, prevede l’effettuazione di molteplici attività demandate principalmente al Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo, nell’ambito di un apposito modello organizzativo che formalizza compiti e responsabilità delle diverse funzioni coinvolte nelle attività. Tali attività sono disciplinate in apposito regolamento ed in un dedicato processo operativo aziendale. Di seguito le attività svolte ai fini del sistema di gestione dei rischi operativi: - raccolta perdite operative e relativi recuperi di tipo assicurativo e di altro tipo (Loss Data Collection) normata, a livello di Gruppo, da specifica disciplina interna in materia di gestione del rischio operativo nell’ambito della quale sono disciplinate in maniera organica e sistematica, per singola Società Controllata e Unità Organizzativa interessata, competenze di segnalazione e connessi adempimenti; - rilevazione stime soggettive (Risk Self Assessment), parte qualitativa del sistema, consistente in un preventivo processo di risk mapping e nella successiva rilevazione di stime 24 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 - - - soggettive per singole aree di rischio rilevanti, fornite da “esperti” delle singole aree, volte a valutare l’impatto di scenari sperimentati e potenziali; calcolo del requisito e valutazione dell’esposizione ai rischi operativi. La valutazione dell’esposizione ai rischi operativi, complessiva a livello di Gruppo Bancario e per segmento di operatività rilevante8, viene effettuata attraverso l’elaborazione delle stime soggettive di cui sopra e utilizzata gestionalmente reporting e mitigazione, costituita dalla produzione periodica di una serie di report per gli organi aziendali e altre funzioni delle Banche del Gruppo con livelli di dettaglio diversificati in funzione del destinatario di riferimento che contengono, tra l’altro, proposte di interventi di mitigazione poi discussi in appositi Comitati; valutazione della qualità del sistema e rispondenza ai requisiti normativi, alle esigenze operative aziendali e all’evoluzione del mercato di riferimento; gli esiti sono presentati alla funzione di revisione interna. È stato promosso l’utilizzo gestionale dei risultati delle analisi sui rischi operativi, sia qualitative che quantitative, al fine di intervenire sui processi maggiormente critici con specifiche proposte di mitigazione (ad esempio miglioramenti procedurali, revisioni normative, attività formative). A tal proposito Il Gruppo Banca Etruria attua una politica tradizionale di trasferimento del rischio operativo mediante la stipula di specifiche polizze assicurative finalizzate ad attenuare gli impatti delle potenziali perdite operative scaturenti da eventi pregiudizievoli rientranti nel perimetro dei rischi operativi. E’ sistematicamente effettuata l’attività di segnalazione verso l’Osservatorio DIPO promosso dall’ABI. Rischio di Concentrazione La misurazione del rischio di concentrazione viene elaborata dal Servizio Capital Management e Risk Integration della Capogruppo e riguarda la determinazione sia della concentrazione di tipo “single-name” che della concentrazione “geo-settoriale”. La misurazione del rischio di concentrazione di tipo “single-name” viene elaborata facendo riferimento al modello iniziale previsto da Banca d’Italia ed ai successivi aggiornamenti dello stesso (Allegato B della Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1 della Circolare di Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti); il rischio di concentrazione “geo-settoriale”, invece, viene misurato secondo la metodologia elaborata dal “Laboratorio Rischio di concentrazione” organizzato dall’ABI. La strategia di gestione del rischio di concentrazione “single-name”, secondo le attuali disposizioni di Banca d’Italia, ricomprende solo le esposizioni riferite alla clientela “Imprese”, escludendo le esposizioni riferite alle altre tipologie di controparti per alcune delle quali (ad esempio Consorzi fornitori di garanzie e Banche), in considerazione della particolare rilevanza, sono state definite specifiche soglie in termini di importo massimo dei crediti da concedere ed è stato implementato uno specifico processo di controllo. La strategia di gestione del rischio di concentrazione “geo-settoriale”, invece, ricomprende le esposizioni riferite a tutte le controparti di clientela “residenti”, indipendentemente dal segmento di appartenenza, con esclusione di quelle verso gli intermediari vigilati. 8 Per segmento di operatività rilevante si intende ogni Società Controllata soggetta a requisito patrimoniale individuale a fronte dei rischi operativi. 25 Periodicamente viene sottoposta all’attenzione del Comitato Rischi e del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo l’analisi del rischio di concentrazione sia a livello “single-name” che a livello “geo-settoriale”. Infine, periodicamente vengono sottoposte all’attenzione del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e del Consiglio di Amministrazione delle altre Banche del Gruppo, rispettivamente le principali posizioni di clientela a livello consolidato ed a livello individuale. Rischio di Tasso di Interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario attiene alle perdite che possono generarsi per effetto di uno sfavorevole andamento dei tassi di mercato e si riferisce alla mancata coincidenza delle date di scadenza e di riprezzamento (repricing risk) e al diverso andamento dei tassi di riferimento delle poste attive e passive (basis risk). All’interno della Capogruppo è stato delineato un puntuale processo di definizione, gestione e controllo del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, che vede coinvolte diverse funzioni aziendali, a ciascuna delle quali sono attribuiti compiti specifici in materia. La misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario è elaborata dal Servizio Rischi Finanziari e Operativi. Ai fini della misurazione del rischio di tasso sul portafoglio bancario è stato adottato un modello interno che utilizza un approccio di analisi di sensitivity attraverso il quale è stimata la diminuzione del valore economico del Gruppo in presenza di una prestabilita variazione della curva dei tassi alla data di riferimento. Le simulazioni sono effettuate dal Servizio Rischi Finanziari e Operativi con cadenza trimestrale a livello di Gruppo; specifici report vengono sottoposti, con cadenza trimestrale al Comitato Rischi ed al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Le stesse analisi sono condotte trimestralmente anche a livello individuale sull’altra banca del Gruppo e sottoposte, con specifica reportistica, ai relativi Consigli di Amministrazione. E’ attivo un sistema di controllo, nell’ambito della più ampia strategia di gestione del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario, basato sul monitoraggio delle poste patrimoniali significative in tema di rischio di tasso di interesse con l’obiettivo di verificare periodicamente il rischio di tasso di interesse che il Gruppo sostiene. È stato definito un limite operativo di Capitale Interno di Gruppo ed indicatori di early warning, sia a livello di Gruppo che di singole Banche, in grado di anticipare condizioni di particolare stress. Rischio di Liquidità Il rischio di liquidità consiste nella possibilità di non riuscire a far fronte ai propri impegni di pagamento per l’incapacità sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk) sia di smobilizzare i propri attivi (market liquidity risk). La misurazione del rischio di liquidità è demandata al Servizio Rischi Finanziari e Operativi. La gestione della posizione finanziaria del Gruppo è integralmente accentrata presso la Capogruppo al fine di ridurre il rischio di liquidità e garantire una più efficiente gestione. Il sistema di sorveglianza si basa su uno scadenziario (c.d. maturity ladder), che consente di valutare l’equilibrio di flussi di cassa attesi, e su un’analisi della concentrazione e del tenore delle fonti di finanziamento delle controparti istituzionali. Nuova Banca Etruria gestisce sia la liquidità operativa che la liquidità strutturale. La liquidità operativa si riferisce all’insieme di posizioni di tesoreria e mercato monetario in un periodo temporale di tre mesi, mentre la liquidità strutturale attiene alle poste a vista e a tutte le 26 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 posizioni a scadenza che producono flussi di liquidità anche a più lunga scadenza. Esiste un sistema di controllo che prevede, da un lato, l’elaborazione di un sistema di sorveglianza della posizione finanziaria netta al fine di verificare periodicamente il rischio di liquidità e, dall’altro, la previsione di un piano di emergenza che individua, tra l’altro, le strategie di intervento e le responsabilità delegate agli organi aziendali in caso di condizioni anomale (contingency plan). Nel monitoraggio del rischio di liquidità sono anche prese in considerazione le attività finanziarie detenute in portafoglio, opportunamente ponderate in funzione del proprio grado di liquidabilità in base ai parametri utilizzati dalla Banca Centrale Europea. Nell’ambito del sistema di sorveglianza sono stati stabiliti dei limiti operativi (attinenti ai flussi di cassa attesi nel breve periodo) e strutturali (riferibili a poste attive e passive a prescindere dalla loro durata, nonché a rapporti impieghi/raccolta da clientela). I limiti operativi, monitorati almeno settimanalmente, si riferiscono al mantenimento di saldi liquidi nel brevissimo termine e di una posizione finanziaria netta complessiva positiva a un mese. I limiti operativi sono oggetto di controllo anche quotidiano. Sono previste soglie di sorveglianza dei limiti connessi alla liquidità operativa con gestione di poteri di delega in capo al Direttore della Direzione Finanza, tali limiti sono monitorati con frequenza almeno settimanale; in caso di superamento delle soglie di sorveglianza il Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo informa il Direttore della Direzione Finanza dell’avvenuto sconfinamento per la presa visione della situazione di liquidità operativa. Oltre alle misurazioni periodiche relative al rischio di liquidità operativa il Gruppo produce le segnalazioni mensili/trimestrali dell’indicatore liquidity coverage ratio (LCR) in linea con quanto previsto dalla normativa di riferimento. Il Servizio Rischi Finanziari e Operativi predispone adeguata reportistica che consente una complessiva visione dei limiti e che viene presentata periodicamente al Comitato Rischi ed al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Rischio Residuo In considerazione della rilevanza che gli strumenti di attenuazione del rischio di credito, fra cui la copertura dell’esposizione attraverso garanzie reali e personali, rivestono nelle politiche creditizie a livello di Gruppo, il Servizio Capital Management e Risk Integration della Capogruppo periodicamente verifica il grado di efficacia delle tecniche di mitigazione del rischio di credito con riferimento sia ai presidi esistenti che in termini di impatto delle stesse tecniche CRM. I principali strumenti di attenuazione del rischio residuo sono rappresentati dai presidi organizzativi che a livello di Gruppo fissano norme operative uniformi in materia di acquisizione, gestione, monitoraggio e conservazione delle garanzie reali ipotecarie, delle garanzie reali finanziarie e delle garanzie personali definendo, fra l’altro, l’iter per la verifica della potenziale eleggibilità e le modalità di controllo. Sono inoltre da tempo consolidati gli strumenti gestionali per la stima ed il monitoraggio degli assorbimenti patrimoniali che permettono anche un costante controllo del livello di eleggibilità del portafoglio garanzie acquisite. Le risultanze gestionali, in termini di eleggibilità del portafoglio garanzie, sono parte integrante della reportistica predisposta periodicamente per il Comitato Rischi ed il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e per i Consigli di Amministrazione delle altre Banche del Gruppo. 27 È stata posta particolare attenzione ai processi di data quality e, anche attraverso una revisione del modello organizzativo, si sono poste le basi per miglioramenti duraturi nella gestione e nel recupero delle garanzie. È stato poi condiviso un nuovo processo operativo aziendale che abbracciasse in modo organico il complesso delle garanzie gestite dalla Banca a tutela della propria creditoria. Di particolare rilievo l’adozione di una disciplina unitaria per il monitoraggio del valore di perizia dei beni ipotecati che ha uniformato i processi di provisioning con quelli di determinazione degli assorbimenti di capitale, stabilendo che: - gli immobili posti a garanzia delle esposizioni classificati non performing di importo superiore a 3 mln di euro sono sottoposti a riperiziamento ogni 12 mesi, mentre se l'importo è compreso tra euro 150.000 e 3 mln di euro la periodicità è di 36 mesi; - gli immobili posti a garanzia delle esposizioni bonis di importo superiore a 3 mln di euro sono sottoposti a riperiziamento ogni 36 mesi; - in ogni caso, se periodiche rivalutazioni statistiche lasciano indicare un significativo deterioramento del valore dell’immobile, anche in relazione al credito residuo che la banca vanta nei confronti della clientela. Rischi derivanti da Cartolarizzazione Tutte le operazioni di cartolarizzazione sono state realizzate da Banca Etruria s.c. (Originator) ai sensi e per gli effetti della Legge 130/1999, mediante le Società Veicolo (SPV) Mecenate S.r.l., Etruria Securitisation SPV S.r.l. e AULO SPV S.r.l., all’uopo costituite. Il capitale sociale di Mecenate S.r.l. è detenuto per il 95% da Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio (Nuova Banca Etruria), mentre il restante 5% del capitale sociale è di proprietà di Finanziaria Italiana S.p.A. con sede ad Arezzo. Etruria Securitisation SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Stichting Etruria, società di diritto olandese con sede in Olanda. AULO SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Structured Finance Management – Italy S.r.l., con sede a Milano. Al 31 dicembre 2015 risultavano attive le operazioni effettuate nel 2007 (Mecenate #2), nel 2009 (Mecenate #3), nel 2011 (Mecenate #4), nel 2012 (Etruria SPV 2012) e nel 2013 (Aulo SPV). Le operazioni di cartolarizzazione Mecenate realizzate da Banca Etruria s.c. hanno riguardato rispettivamente mutui residenziali in bonis, originati da Banca Etruria s.c. e da altre banche dalle quali Banca Etruria s.c. aveva acquisito tali crediti; l’operazione Etruria SPV, realizzata da Banca Etruria s.c., ha riguardato mutui ipotecari e chirografari erogati a SME e piccoli operatori economici; ed infine l’operazione AULO SPV, realizzata anch’essa da Banca Etruria s.c., ha riguardato un portafoglio di piccoli prestiti e crediti al consumo, parte dei quali originati da ConEtruria S.p.A., società controllata poi incorporata nel 2012. Con riferimento alle operazioni realizzate ed in essere al 31 dicembre 2015 si evidenzia che quella perfezionata nel 2007 è un’operazione di “cartolarizzazione tradizionale”, nella definizione data dalla normativa di vigilanza vigente, con la quale è stato attuato all’emissione il significativo trasferimento del rischio; mentre quelle perfezionate nel 2009, nel 2011 e nel 2012, definite “autocartolarizzazioni”, nelle quali tutti i titoli obbligazionari emessi nell’ambito dei rispettivi portafogli da Mecenate e Etruria SPV sono stati completamente sottoscritti all’emissione da Banca Etruria s.c., non hanno comportato il trasferimento del rischio e non sono pertanto riconducibili, ai fini della normativa, come esposizioni verso la cartolarizzazione. Relativamente all’operazione Aulo SPV, perfezionata nel 2013, sebbene caratterizzata dalla vendita della tranche senior ad un investitore istituzionale e la sottoscrizione della tranche Junior da parte 28 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 di Banca Etruria s.c., la stessa non realizza il trasferimento del rischio secondo quanto previsto dalla normativa di Vigilanza. Il Gruppo Banca Etruria non ha in essere operazioni c.d. “cartolarizzazioni sintetiche”. Nuova Banca Etruria non effettua operazioni di market-making su titoli RMBS e su quelli ABS collegati alle operazioni di cartolarizzazione. Con Decreto Legge n. 183 del 22/11/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23/11/2015, è stata costituita Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.A., con Sede Legale in Roma, via Nazionale 91, a favore della quale, per provvedimento della Banca d’Italia in data 22 novembre 2015, sono stati ceduti tutti i diritti, le attività e le passività (fatta eccezione per le passività espressamente indicate nel citato provvedimento), costituenti l’azienda bancaria della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Soc. Coop. In amministrazione straordinaria (Banca Etruria s.c. in a.s.) posta in risoluzione. Per tutte le operazioni (ed i relativi portafogli) è stato affidato a Nuova Banca Etruria l’incarico di Servicer, di Corporate Services Provider e di Collection Account Bank, regolati da specifici contratti: Contratto di Servicing, Contratto di Corporate Servicer Provider e Agency and Account Agreement. Le specifiche attività di Servicer sono svolte all’interno dell’Ufficio Finanziamenti e Contabilità Crediti di Nuova Banca Etruria, da parte di un nucleo di specialisti dedicati, che funge da raccordo con le altre funzioni aziendali coinvolte per le specifiche attività di competenza. Le strutture aziendali di Nuova Banca Etruria, proprio in conseguenza del ruolo svolto nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione, sono state debitamente istruite, attribuendo compiti e relative responsabilità, con specifiche disposizioni interne. Nuova Banca Etruria è anche “Subordinated Loan Provider” di Mecenate, di Etruria SVP e di AULO SPV9, avendo fornito, per ciascuna operazione, finanziamenti diretti per la costituzione, a seconda dei casi, di Cash Reserve, Expenses Account Reserve, Commingling Reserve e Set-Off Reserve. Periodicamente gli Organi Aziendali di governo e di gestione di Nuova Banca Etruria sono informati sull’evoluzione delle operazioni di cartolarizzazione e sono portati a conoscenza di tutti quegli eventi che necessitano, o possono necessitare, di azioni correttive volte a garantire la buona performance delle stesse, nel rispetto dei vincoli contrattuali e delle obbligazioni assunte. Rischio Strategico Per la gestione del rischio strategico, il Gruppo Banca Etruria prende in considerazione due dimensioni di analisi: - rischio strategico “puro” o “di medio-lungo periodo” (rischio che le scelte strategiche di mediolungo periodo non producano i risultati attesi, penalizzando il raggiungimento degli obiettivi economico-patrimoniali di lungo periodo o, addirittura, compromettendo i livelli economicopatrimoniali futuri); - rischio “commerciale” o “di breve periodo” (rischio di volatilità degli utili relativi all’attività con la clientela). Tuttavia, in considerazione del fatto che la capogruppo Nuova Banca Etruria, come già rappresentato, è stata costituita per svolgere i compiti di ente-ponte ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. n. 180/2015 (in conseguenza della sottoposizione a risoluzione della Banca Popolare dell’Etruria e 9 Il finanziamento concesso ad AULO SPV è stato completamente rimborsato il 26 marzo 2014 29 del Lazio Società Cooperativa, disposta con provvedimento della Banca d’Italia del 21 novembre 2015), non risulta di fatto possibile una gestione del rischio strategico in termini ordinari. L’oggetto sociale della neo-costituita società rappresentato dall’”… acquisizione e la gestione dei beni e rapporti giuridici della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio Cooperativa in risoluzione con l’obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali …e di cedere a terzi tali beni e rapporti quando le condizioni di mercato saranno adeguate” condiziona in maniera determinante la gestione del rischio strategico sia nella componente di lungo che di breve periodo, ivi comprese le connesse attività di pianificazione di dettaglio che non sono allo stato compiutamente definite né definibili. In linea generale, in condizioni ordinarie, per quanto riguarda il rischio strategico “puro” o “di medio-lungo periodo” il Gruppo Banca Etruria risulta dotato di un complesso organico di regole organizzative e di governance per la definizione degli obiettivi strategici. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo è l’organo deputato alla definizione degli obiettivi strategici a livello di Gruppo ed è supportato in tale attività dalle unità organizzative della Capogruppo attraverso le quali si articola il processo di pianificazione di Gruppo. Il Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione, in particolare, avvalendosi anche di altre funzioni specialistiche della Capogruppo, coopera alla definizione ed attuazione del processo di pianificazione. In materia di pianificazione annuale, il processo di budgeting rappresenta il meccanismo di programmazione e di coordinamento delle attività svolte dalle singole unità organizzative, con la principale finalità di individuare le potenzialità di impiego delle risorse umane e patrimoniali che si ipotizzano disponibili per il raggiungimento degli obiettivi economici e di crescita pianificati su base pluriennale nel Piano Industriale. Il coordinamento del processo annuale di budgeting a livello di Gruppo è affidato al Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione della Capogruppo. Viene previsto uno specifico sistema di monitoraggio dello stato di attuazione delle strategie rispetto ai risultati attesi. Per quanto riguarda il rischio strategico “commerciale” o “di breve periodo”, al fine di assicurare che l’introduzione di nuovi prodotti/servizi e conseguenti cambiamenti siano gestiti in maniera strutturata e controllata, il Gruppo Banca Etruria si è dotato di un processo formalizzato che regolamenta la creazione e l’approvazione di ogni nuovo prodotto/servizio. Il sistema di monitoraggio dell’andamento della produzione commerciale del Gruppo è affidato al Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione il quale relaziona in merito gli organi aziendali. La previsione di idonei strumenti di analisi e diffusione dei dati sull’andamento delle variabili chiave che caratterizzano la gestione, realizzato attraverso processi di reporting, rappresenta un significativo presidio di mitigazione sia del rischio strategico “puro” sia del rischio strategico “commerciale”. Viene pertanto predisposta specifica reportistica periodica come informativa agli organi di governance da parte del Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione della Capogruppo, in merito agli scostamenti in termini economico/patrimoniali ed allo stato di avanzamento del Piano Industriale o degli obiettivi strategici comunque deliberati dai competenti organi. Rischio reputazionale Il rischio di reputazione si concretizza nel rischio, attuale o prospettico, di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte dei clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza. L’attenzione agli aspetti reputazionali del Gruppo viene esplicitata, sin dalla definizione delle linee strategiche generali con le quali si intende preservare il ruolo di ogni Entità appartenente al Gruppo Banca Etruria, all’interno del contesto economico e sociale di riferimento. 30 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 In base a quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza emanata dalla Banca d’Italia la Funzione Risk Management definisce le modalità di valutazione e controllo dei rischi reputazionali, in coordinamento con la Funzione Compliance, individuata a sua volta come unità responsabile del monitoraggio organico e sistematico della reputazione del Gruppo dall’Organo con funzione di Supervisione Strategica. In questa sua attività la Funzione Compliance tiene conto di fattori esogeni ed endogeni che possono generare elementi in grado di produrre ricadute negative sulla reputazione del Gruppo ed attiva eventualmente anche meccanismi di escalation tali da consentire una verifica più costante della situazione (es. revisione della periodicità del monitoraggio dei fattori, estensione degli ambiti sottoposti a controllo – raccolta, numero clienti, eventuale attivazione ad evento di comitati anti crisi). Per quanto riguarda i fattori esogeni, si tiene conto, in linea generale, del contesto normativo, economico e sociale esterno, della percezione del sistema bancario da parte dell’opinione pubblica e dell’andamento dei mercati finanziari; inoltre, in particolare, sono stati effettuati: a) il monitoraggio della performance delle azioni Banca Etruria, fino alla data di sospensione dalle quotazioni avvenuta il 13 febbraio 2015, rispetto all’andamento dell’indice di Borsa Italiana FTSE IT All-Share Banks, operativamente condotto dalla Funzione di Risk Management; b) il monitoraggio dei media, operativamente condotto dalla Comunicazione, il quale periodicamente e in situazioni di particolare criticità ed importanza riferisce alla Compliance; c) il monitoraggio dell’andamento dei volumi di raccolta/impiego e della situazione di liquidità della Banca collegato anche agli eventi straordinari che hanno riguardato l’Istituto nell’anno 2015. Al netto di fenomeni critici come quelli verificatesi nel 2015, il monitoraggio della reputazione attraverso l’analisi dei fattori endogeni è stato tradizionalmente articolato come segue: - identificazione dei fattori potenziali che, sulla base dell’attuale operatività del Gruppo Banca Etruria, possono generare un danno per la sua reputazione; - valutazione della potenziale rischiosità connessa ad ogni area di vulnerabilità, individuata in ragione delle caratteristiche dell’articolato sanzionatorio nonché di eventuali ulteriori considerazioni aventi specifica valenza reputazionale; - ricognizione, per ciascuno dei fattori identificati, del sistema dei controlli posti in essere e dei presidi esistenti a livello di Gruppo; - valutazione dell’adeguatezza e dell’efficacia dei presidi organizzativi e di controllo posti in essere come prevenzione degli eventi che possono portare un danno reputazionale per la Capogruppo e per le controllate bancarie e finanziarie; - evidenza delle eventuali aree di criticità e/o degli interventi correttivi da porre in essere per migliorare il sistema dei controlli e/o dei presidi esistenti. La Funzione Compliance cura l’attività di monitoraggio sopra indicata mediante la partecipazione a Comitati e Gruppi di Lavoro Interni. Nel 2015 il livello di rischio reputazionale è stato costantemente mantenuto al livello massimo previsto nella scala di valutazione a seguito dei noti eventi che hanno riguardato Banca Etruria s.c. (anche Old Bank) e che ne hanno portato alla risoluzione nello scorso mese di novembre e poi alla liquidazione coatta amministrativa nel mese di dicembre. Analoga valutazione è stata effettuata anche per Nuova Banca Etruria S.p.A., nata a seguito dei provvedimenti di risoluzione già citati, che ha subito le conseguenze reputazionali soprattutto della pressione mediatica accesasi sulla Old Bank. 31 Rischio Assicurativo In considerazione della rilevanza delle partecipazioni che la Capogruppo Nuova Banca Etruria detiene nelle compagnie assicurative BancAssurance Popolari e BancAssurance Popolari Danni, è stato istituito presso il Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo un presidio per la verifica periodica del grado di esposizione del Gruppo al rischio assicurativo, inteso come rischio riferito all'incertezza inerente l’ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti all'attività prodotta dalle società di assicurazioni. Le preposte funzioni delle compagnie assicurative sopra citate trasmettono al Servizio Rischi Finanziari e Operativi della Capogruppo le informazioni e i dati relativi al proprio margine di solvibilità. Successivamente il Servizio Rischi Finanziari e Operativi provvede a quantificare il grado di esposizione al rischio assicurativo sulla base di un modello interno che si fonda sulla valutazione del margine di solvibilità comunicato all’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo (IVASS). Il margine in questione può essere considerato come una garanzia della solvibilità dell’impresa assicurativa, poiché si risolve nell’obbligo per l’impresa stessa di mantenere un’eccedenza delle attività rispetto alle passività proporzionata al volume di affari. Le compagnie assicurative controllate da Nuova Banca Etruria si sono dotate di un modello di governance, di una struttura operativa e di criteri funzionali coerenti con le linee strategiche e gestionali dettate dalla Capogruppo e con le disposizioni di vigilanza del settore. Le unità organizzative di BancAssurance Popolari e BancAssurance Popolari Danni operano all’interno del quadro normativo di Gruppo e sono dotate di regolamenti e di funzioni interne che consentono loro un efficiente controllo della propria attività e dei relativi rischi. La mitigazione del rischio assicurativo viene attuata grazie ai limiti ed alle regole già imposte dall’IVASS, atte a regolare l’intero settore nonché attraverso l’utilizzo, a fini gestionali, delle risultanze della specifica attività di stress testing operata in seno alla Capogruppo. Il Consiglio di Amministrazione ed il Comitato Rischi della stessa Capogruppo ricevono informativa sul rischio due volte all’anno. Rischio di leva finanziaria eccessiva La Circolare 285/2013 di Banca d’Italia definisce il rischio di leva finanziaria eccessiva come “il rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività” e prevede che le banche calcolino il proprio coefficiente di leva finanziaria. Il coefficiente di leva finanziaria eccessiva è stato introdotto nell’ambito del framework Basilea 3 quale requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali basati sul rischio, con l’obiettivo di limitare l’accumulo di indebitamento nel settore bancario per evitare processi di deleveraging destabilizzanti che possono danneggiare il sistema finanziario e più in generale l’economia, nonché di rinforzare il sistema dei requisiti patrimoniali associati al rischio con una semplice misura di backstop, non basata sul profilo di rischio. Il processo di gestione e controllo del rischio di leva finanziaria eccessiva di cui il Gruppo si è dotato è descritto all’interno della presente informativa nello specifico capitolo dedicato (cfr. infra capitolo 15). 32 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Rischio Paese Il rischio paese è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013 come “il rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall’Italia. Il concetto di rischio paese è più ampio di quello di rischio sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni indipendentemente dalla natura delle controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o amministrazioni pubbliche” (Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1, Allegato A). L’attività di controllo e di attenuazione del rischio paese è demandata al Servizio Capital Management e Risk Integration che, a tal fine, effettua una specifica attività di monitoraggio del rischio derivante dalle esposizioni verso controparti appartenenti al medesimo Paese estero, attraverso un approccio quantitativo basato su una modellizzazione interna. Tali attività di monitoraggio trovano specifica disciplina in uno specifico regolamento interno. Il Servizio Capital Management e Risk Integration monitora l’esposizione del Gruppo al rischio paese con cadenza semestrale e relaziona, con pari cadenza, il Comitato Rischi e il Consiglio di Amministrazione. Laddove quest’ultimo abbia previsto specifici limiti di alert e di tolleranza, il citato Servizio evidenzia l’eventuale superamento degli stessi affinché il Consiglio di Amministrazione, anche su proposta del Comitato Rischi, assuma le decisioni inerenti le azioni correttive da intraprendere. Ai fini della valutazione di adeguatezza patrimoniale non viene determinato un capitale interno specifico associato al rischio paese, in quanto tale rischio si considera compreso nel capitale interno del rischio di credito. Rischio di trasferimento Il rischio di trasferimento è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013 come “il rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l’esposizione” (Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1, Allegato A). L’attività di controllo e di attenuazione del rischio di trasferimento è demandata al Servizio Capital Management e Risk Integration che, a tal fine, effettua una specifica attività di monitoraggio, attraverso un approccio quantitativo basato su una modellizzazione interna, del rischio derivante da esposizioni verso clientela con Paese di residenza diverso dall’Italia (come risultante dall’Anagrafe Aziendale) e il cui Paese di residenza risulta compreso nella lista dei Paesi da considerare a rischio stilata dall’ABI. Tali attività di monitoraggio trovano specifica disciplina in uno specifico regolamento interno. Il Servizio Capital Management e Risk Integration monitora l’esposizione del Gruppo al rischio di trasferimento con cadenza semestrale e relaziona, con pari cadenza, il Comitato Rischi e il Consiglio di Amministrazione. Laddove quest’ultimo abbia previsto specifici limiti di alert e di tolleranza, il citato Servizio evidenzia l’eventuale superamento degli stessi affinché il Consiglio di Amministrazione, anche su proposta del Comitato Rischi, assuma le decisioni inerenti le azioni correttive da intraprendere. Ai fini della valutazione di adeguatezza patrimoniale non viene determinato un capitale interno specifico associato al rischio di trasferimento, in quanto tale rischio si considera ricompreso nel capitale interno del rischio di credito. 33 Rischio Base Il rischio base è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 come segue: “nell’ambito del rischio di mercato, il rischio base rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche. Nella considerazione di tale rischio particolare attenzione va posta dalle banche che, calcolando il requisito patrimoniale per il rischio di posizione secondo la metodologia standardizzata, compensano le posizioni in uno o più titoli di capitale compresi in un indice azionario con una o più posizioni in future/altri derivati correlati a tale indice o compensano posizioni opposte in future su indici azionari, che non sono identiche relativamente alla scadenza, alla composizione o a entrambe”. (Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1, Allegato A). Il processo di controllo e gestione del rischio base, demandato al Servizio Rischi Finanziari e Operativi, prevede attività di rilevazione e monitoraggio delle posizioni a rischio base presenti nel trading book laddove siano verificate talune condizioni definite internamente in coerenza con la normativa di vigilanza. Tali attività di controllo e gestione trovano specifica disciplina in uno specifico regolamento interno. Gli esiti delle summenzionate attività vengono prospettati al Comitato Rischi e al Consiglio di Amministrazione nell’ambito della ordinaria informativa per i rischi di mercato. Gli effetti del rischio base, in considerazione delle attività di cui sopra, sono monitorati sia a livello regolamentare, in quanto il relativo capitale interno è compreso in quello attinente al rischio di mercato, sia a livello gestionale, in quanto il VaR del rischio di mercato tiene conto anche di tali posizioni. Rischio Informatico Il rischio informatico è definito dalla Circolare Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 come: “il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Information and Communication Technology – ICT”. (Parte Prima, Titolo IV, Capitolo 4, sezione I). La metodologia di analisi del rischio informatico, intesa come descrizione delle fasi che compongono il processo di analisi e gestione dei rischi ICT, è definita dal Servizio Operations e ICT. Rischio connesso con l’assunzione di partecipazioni Rischio che gli assetti organizzativi e il sistema dei controlli interni non siano orientati all’obiettivo di pervenire e gestire correttamente i potenziali conflitti di interesse tra l’attività di investimento in partecipazioni in imprese non finanziarie e la rimante attività bancaria, creditizia in particolare. I risvolti di tale rischio vengono estrinsecati sia sul rischio strategico che sul rischio di credito. Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza in materia, il Gruppo si è dotato di un sistema di gestione e controllo delle attività a rischio verso soggetti collegati declinato nel Regolamento in materia di operazioni con soggetti collegati, gli specifici adempimenti delle strutture operative sono regolamentati in uno specifico processo operativo aziendale. In tale ambito trovano disciplina le procedure deliberative volte a preservare l’integrità dei processi decisionali nelle operazioni con soggetti collegati e a prevenire/gestire situazioni di potenziale conflitto di interesse e vengono fissate le politiche interne in materia, stabilendo un sistema di limiti quantitativi, individuali e consolidati, in rapporto ai fondi propri (livelli di propensione) con riferimento alle esposizioni complessive verso la totalità dei soggetti collegati. Il monitoraggio dei 34 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 suddetti limiti è demandato al Servizio Capital Management e Risk Integration. Degli esiti di tale monitoraggio viene prodotta specifica reportistica per gli organi aziendali nei termini previsti dalla summenzionata disciplina aziendale. Dispositivi di governo societario Il Consiglio di Amministrazione di Nuova Banca Etruria S.p.A. si compone di n. 3 membri, di seguito le cariche di amministrazione rivestite dagli stessi in altre società bancarie, finanziarie, assicurative e altre società: Dott. Roberto Nicastro, Presidente del Consiglio di Amministrazione, oltre che di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio, di: - Nuova Banca delle Marche S.p.A.; - Nuova Cassa di Risparmio di Chieti S.p.A.; - Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.; - Cassa del Trentino S.p.A.; - Vice Presidente di Bank Pekao SA, Polonia; Membro del Consiglio di Amministrazione di: - Fondazione Arché, Milano. Dott. Roberto Bertola, Amministratore Delegato di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio, riveste la carica di Amministratore non esecutivo indipendente del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A.. Dott.ssa Maria Pierdicchi, Amministratore indipendente del Consiglio di Amministrazione, oltre che di Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., di: - Nuova Banca delle Marche S.p.A.; - Nuova Cassa di Risparmio di Chieti S.p.A.; - Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A. In considerazione della sopra esposta composizione non risulta possibile la costituzione in seno al Consiglio di Amministrazione di un comitato di rischio distinto. Quanto alla politica di ingaggio per la selezione dei membri dell'organo di amministrazione, ivi comprese le competenze richieste, e la politica di diversità adottata nella selezione dei membri dell'organo di amministrazione, i relativi obiettivi ed eventuali target stabiliti nel quadro di detta politica nonché la misura in cui tali obiettivi e target siano stati raggiunti, tali aspetti non trovano applicazione in Nuova Banca Etruria S.p.A. in considerazione della particolare natura societaria della nuova società di capitali. Nuova Banca Etruria è, infatti, “ente – ponte” ai sensi dell’articolo 42 del d.lgs. 180/2015, i diritti di voto sono esercitati interamente dalla Banca d’Italia che ha il potere di nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e quello di determinarne i compensi (provvedimento n.1241113 del 22 novembre 2015). E’ la stessa Banca d’Italia, ai sensi dell’articolo 42 comma 3 lett. b) del citato d.lgs. 180/2015, che approva l’attribuzione delle deleghe al Consiglio di Amministrazione. 35 Quanto, infine, ai flussi di informazioni sui rischi indirizzati all'organo di amministrazione gli stessi sono approvati dal Consiglio di Amministrazione e sono predisposti dalle strutture responsabili delle funzioni di controllo in modo tale da consentire la verifica della regolarità dell’attività di amministrazione, l’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie e l’adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili della banca nonché gli equilibri nella gestione della Banca e del Gruppo. In particolare, in circostanze ordinarie tali flussi includono il livello e l’andamento dell’esposizione a tutte le tipologie di rischio rilevanti, gli eventuali scostamenti rispetto alle politiche approvate e ogni altro flusso previsto dalla regolamentazione prudenziale vigente. 36 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 2. Ambito di Applicazione (art. 436 CRR10) La presente informativa è riferita al Gruppo Bancario Banca Etruria, di cui Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. è Capogruppo. Il Gruppo Bancario al 31 dicembre 2015 è composto dalle seguenti Società: Comparto Bancario 1) Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., Capogruppo del Gruppo Banca Etruria (NBE) 2) Banca Federico Del Vecchio S.p.A. (BFDV) Comparto Informatico 3) Etruria Informatica S.r.l. (EI) Comparto dei servizi finanziari 5) Mecenate S.r.l. (società veicolo di cartolarizzazione) Le partecipazioni di controllo in società assicurative, a fini prudenziali, vengono consolidate con il metodo del patrimonio netto e dedotte parzialmente dai fondi propri in ragione delle soglie previste normativamente. Inoltre, la Società di Servizi Oro Italia Trading S.p.A., detenuta integralmente da Banca Etruria, viene consolidata ai soli fini di vigilanza con il metodo del patrimonio netto. All’interno del Gruppo non vi sono impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi. 10 Già Tavola 2 in base a disciplina previgente. 37 Gruppo Banca Etruria Livello di Consolidamento denominazione Sede Tipo di Rapporto Metodologia di Consolidamento Settore di attività Rapporto di Partecipazione IAS Gruppo Bancario Impresa Partecipante Quota % BFDV Firenze 1 Integrale Integrale BE 100 Settore Bancario EI Arezzo 1 Integrale Integrale BE 100 Società Strumentali Mecenate Arezzo 1 Integrale Integrale (*) BE 95 Settore Finanziario Integrale Deduzione parziale in base alle soglie normative e consolidamento con metodo del patrimonio netto Integrale Deduzione parziale in base alle soglie normative e consolidamento con metodo del patrimonio netto Attività ponderate per il rischio con metodo del patrimonio netto BAP Arezzo 1 Società controllate non del gruppo bancario BAP Danni Controllata indiretta Consolidato di Vigilanza Arezzo 1 Oro Arezzo 1 Integrale Assieme Arezzo 2 Patrimonio netto Deduzione con metodo del patrimonio netto Settore Assicurativo BE 89,53 Settore Assicurativo BE/BAP 51/49 Altre società non finanziarie BE 100 BAP 51 Settore Assicurativo (*) non considerata ai fini del calcolo dei requisiti per il rischio operativo conformemente a quanto previsto dalla normativa di riferimento. Legenda BAP = BancAssurance Popolari S.p.A. BAP Danni = BancAssurance Danni S.p.A. Oro = Oro Italia Trading S.p.A. Tipo di rapporto 1= maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria 2= influenza dominante nell’assemblea ordinaria Fonte: elaborazione interna 38 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 3. Fondi propri (art. 437 CRR11) Dal 1° gennaio 2014 viene applicata la nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, che traspongono nell’Unione europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. Basilea 3). Le disposizioni normative sopra citate sono state recepite, a livello nazionale, attraverso le seguenti circolari: • • • Circolare Banca d’Italia n. 285: Disposizioni di vigilanza per le Banche; Circolare Banca d’Italia n. 286: Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le Banche e le Società di Intermediazione Immobiliare; Aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n.154: Segnalazioni di vigilanza delle Istituzioni Creditizie e Finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l’inoltro dei flussi informativi. Il nuovo quadro normativo prevede che i Fondi Propri siano costituiti dai seguenti livelli di capitale: • Capitale di Classe 1 (Tier 1 Capital), a sua volta composto da: o Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1); o Capitale aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1 - AT1); • Capitale di Classe 2 (Tier 2 - T2). La forma predominante del Tier 1 è il Common Equity, composto principalmente da strumenti di capitale (es. azioni ordinarie al netto delle azioni proprie), sovraprezzi di emissione, riserve di utili, riserve da valutazione, interessi di minoranza computabili, oltre agli elementi in deduzione. Gli strumenti di capitale emessi, per essere computati nel Common Equity devono garantire l’assorbimento delle perdite “on going concern”, attraverso il rispetto delle seguenti caratteristiche: • massimo livello di subordinazione; • possibilità di sospensione del riconoscimento di dividendi/cedole a totale discrezione dell’ente emittente e in modo non cumulativo; • irredimibilità; • assenza di incentivi al rimborso. Allo stato attuale, con riferimento al Gruppo Banca Etruria, nessun altro strumento di capitale oltre alle azioni ordinarie rientra nel computo del Common Equity. Sono inoltre previsti alcuni filtri prudenziali con effetto sul Common Equity: • filtro su utili o perdite su passività al fair value (derivative e no) connessi alle variazioni del proprio merito creditizio; • rettifiche di valore su attività al fair value connesse alla cosiddetta “Prudent valuation”. La normativa prevede anche una serie di elementi da dedurre dal Capitale primario di Classe 1: • 11 avviamento, intangibili; Già Tavola 3 in base a disciplina previgente. 39 • • • • • altre attività immateriali; investimenti non significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario (dedotti per la parte che eccede la franchigia prevista dalla normativa); attività per imposte anticipate (DTA) che dipendono dalla redditività futura e che derivano da differenze temporanee (dedotte per l’ammontare che eccede le franchigie previste dalla normativa); investimenti significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario (dedotti per la parte che eccede le franchigie previste dalla normativa). Il Gruppo Banca Etruria non ha effettuato emissioni di strumenti di capitale che rispettano i requisiti normativi per la loro inclusione nel Capitale aggiuntivo di Classe 1 (AT1) Il Gruppo Banca Etruria non ha effettuato emissioni di strumenti di capitale che rispettano i requisiti normativi per la loro inclusione nel Capitale di Classe 2 (Tier 2). A tal riguardo si ricorda che in data 22 novembre 2015 mediante specifico provvedimento è stato disposto, con riferimento alla Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio – Soc. Coop., in risoluzione, ai sensi del Titolo IV, Capo II, del D.lgs. 180/2015, la riduzione integrale delle riserve e del capitale rappresentato da azioni, nonché del valore nominale degli elementi di classe 2, con conseguente estinzione dei relativi diritti amministrativi e patrimoniali. Al 31 dicembre 2015 il capitale sociale è di Euro 442 milioni diviso in n. 10.000.000 di azioni prive del valore nominale. Le azioni sono nominative e indivisibili. Ogni azione dà diritto a un voto. Le azioni non sono rappresentate dai titoli azionari. Tali fondi sono stati forniti dal Fondo di Risoluzione. Le riserve ammontano ad Euro 41,66 milioni ed includono: la riserva legale, la riserva statutaria o straordinaria, la riserva da consolidamento e le altre riserve. Voci del patrimonio netto Capitale Sovrapprezzi di emissione Riserve Strumenti di capitale Azioni proprie (-) Riserve da valutazione: - Attività fin. disponibili per la vendita - Utili (perdite) attuariali - Leggi speciali di rivalutazione Utile (Perdita) di esercizio Patrimonio netto Gruppo Imprese di Bancario assicurazione 443.270 516 65.893 (6.788) (1.730) (5.058) (34.280) 468.611 66.581 13.318 500 316 316 1.939 82.655 Altre imprese 520 3.781 (361) 3.940 Elisioni e aggiustamenti da consolidamento (68.371) (516) (41.331) (500) (23) (23) 9.683 (101.059) Totale 442.000 41.661 (6.495) (1.437) (5.058) (23.020) 454.146 Di seguito il dettaglio della riserva da valutazione relativa al portafoglio delle attività disponibili per la vendita - Availlable For Sale (AFS). 40 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 (€/000) Gruppo Bancario Imprese di Altre assicurazione imprese Elisioni ed TOTALE aggiustamenti Titoli di debito (non Amm Centrali UE) 6 0 - -6 0 Esposizioni vs Amministrazioni Centrali UE -341 336 - -25 -30 Titoli di capitale (incluse quote di OICR) -1.395 -20 - 2 -1.413 TOTALE al 31.12.2015 -1.731 316 - -29 -1.444 È stato previsto un regime transitorio delle disposizioni di vigilanza sui fondi propri che prevede l’introduzione graduale di parte del quadro normativo c.d. Basilea 3 specificatamente sui fondi propri e sui requisiti patrimoniali lungo un periodo generalmente di 4 anni e regole di “grandfathering” pe la computabilità parziale, con gradale esclusione entro il 2021, dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal Regolamento CRR per gli strumenti patrimoniali del CET1, AT1 e T2. Le scelte sul predetto regime transitorio operate dalla Banca d’Italia, in quanto di competenza delle autorità di vigilanza nazionali secondo quanto consentito dal Regolamento CRR, sono contenute dalla circolare 285 del 17 dicembre 2013. In particolare, devono essere soddisfatti i seguenti requisiti patrimoniali, espressi in percentuale degli attivi ponderati per il rischio (RWA – Risk Weighted Assets): - il capitale primario di classe 1 (o Common Equity Tier 1) deve essere almeno pari al 4,5% degli RWA totali; - il capitale di classe 1 (Tier 1) deve essere almeno pari al 6,0% degli RWA totali; - i fondi propri (pari alla somma del Tier 1 e del Tier 2 capital) devono essere almeno pari all’8% degli RWA totali. Inoltre, le banche hanno l’obbligo di detenere una riserva di conservazione del capitale pari al 2,5% degli attivi ponderati per il rischio. Pertanto, i coefficienti patrimoniali minimi richiesti ai Gruppi bancari, per il 2014, sono pari al 7% di Common Equity Tier 1, inclusa la riserva di conservazione del capitale, all’8,5% di Tier 1 e al 10,5% del totale fondi propri. Non ci sono impedimenti ne sostanziali ne giuridici che ostacolano il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi all’interno del gruppo. La composizione dei Fondi Propri del Gruppo Banca Etruria al 31 dicembre 2015 è riportata nella tavola sottostante. Fondi propri 31/12/2015 A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri 454.739 prudenziali di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) D. Elementi da dedurre dal CET1 E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-), inclusi gli interessi di minoranza oggetto di disposizioni transitorie F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E) 2.708 457.447 66.676 29.423 420.193 41 G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio - di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie 9.704 H. Elementi da dedurre dall’AT1 I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nell'AT1 per effetto di disposizioni transitorie 9.704 L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) - M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio - di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie 3.084 N. Elementi da dedurre dal T2 O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e inclusi nel T2 (+/) per effetto di disposizioni transitorie 3.084 - P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) Q. Totale fondi propri (F + L + P) 420.193 Il Gruppo ha adottato l’approccio previsto dal provvedimento di Banca d’Italia del 18 maggio 2010, con il quale viene concessa la possibilità, nella trattazione delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito emessi dalle Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’Unione Europea contenuti nel portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, di neutralizzare completamente sia le plusvalenze che le minusvalenze associate. Tale approccio risulta valido fino all’adozione in Europa dello IFRS 9 che sostituirà lo IAS 39 in tema di strumenti finanziari. Le riserve nette sui titoli emessi da Amministrazioni centrali di paesi appartenenti all’Unione Europea presentavano, alla data del 31 dicembre 2015, un saldo negativo di circa 30 mila euro. Riconciliazione tra patrimonio contabile e fondi propri (A) (D) = (A) + (B) + (C) (E) (F) (G) = (D) + (E) + (F) Capitale versato (C) Altre società Consolida Compagnie fuori dal to IAS assicurative gruppo bancario 442.000 - 442.000 - - 442.000 Utili o perdite portate a nuovo 41.661 - - 41.661 - - 41.661 Utile o perdita di periodo Altre componenti di economico (OCI) -23.020 599 - -22.421 - - -22.421 - - -6.495 -6 30 -6.471 conto -6.495 (B) Regi Consolida Aggiusta me Fondi to di menti di transi propri vigilanza vigilanza torio Filtri prudenziali 2.708 - 2.708 - FVO option 2.748 - 2.748 - DRA 70 - Rettifiche di valore di vigilanza -109 - -109 Avviamento -5.960 Altre attività immateriali -2.435 DTA che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee Detrazioni con soglia 10% 70 -236 - -6.196 - - -6.196 1.829 13 -594 - - -594 - - - - - - -25.153 - -25.153 42 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 - DTA che si basano sulla redditività futura ed differenze temporanee - Investimenti significativi in strumenti di CET di altri soggetti settore finanziario Elemeti positivi o negativi - Altri Eccedenze da detrarre degli altri livelli di capitale CAPITALE PRIMARIO DI CLASSE 1 (CET 1) - - - -25.153 - -25.153 -4.107 1.233 -4.107 - -1.233 420.193 Soglie per la deduzione delle DTA e degli investimenti in società del settore finanziario (€/000) 31.12.2015 A. Soglia del 10% per gli investimenti non significativi in strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario 44.336 B. Soglia del 10% per gli investimenti significativi in strumenti di CET1 di soggetti del settore finanziario e per le DTA che dipendono dalla redditività futura e che derivano da differenze temporanee C. Soglia del 15% per gli Investimenti significativi e le DTA non dedotti nella soglia descritta al punto B (*) 46.088 63.113 (*) La soglia fa riferimento alla percentuale indicata dalla normativa per il periodo transitorio, a partire dal 2018 tale soglia verrà portata al 17,65%. La normativa prevede che per alcune rettifiche regolamentari, quali quelle previste per le DTA che si basano sulla redditività futura e che derivano da differenze temporanee e per gli investimenti significativi e non in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario, vengano applicate determinate soglie o “franchigie” per la deduzione, calcolate sul Common Equity stimato con modalità differenti. Per gli investimenti non significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario è prevista la deduzione degli importi che superano il 10% del CET1, ante deduzioni derivanti dal superamento delle soglie e rettifiche nel periodo transitorio. Per gli investimenti significativi in strumenti di CET1 e le DTA è invece prevista una prima soglia per la deduzione sempre calcolata come 10% del CET1, ante deduzioni derivanti dal superamento delle soglie e rettifiche nel periodo transitorio, adeguato per tenere conto dell’eventuale superamento della soglia descritta precedentemente. È prevista poi un’ulteriore soglia, calcolata sul 15% del Common Equity rettificato come per la soglia precedente al 10%, da applicarsi in aggregato sugli importi non dedotti con la prima soglia. Tutti gli importi non dedotti vanno ponderati tra le attività ponderate per il rischio secondo le percentuali previste dalla normativa per le singole fattispecie. L’introduzione delle deduzioni è graduale, attraverso l’applicazione di regole transitorie specifiche. Queste regole, oltre a prevedere deduzioni con impatti crescenti, prevedono anche un diverso trattamento, rispetto all’applicazione a regime, degli importi non dedotti. Rettifiche nel regime transitorio 43 Di seguito si riportano informazioni di maggior dettaglio riguardo l’impatto del regime transitorio sui diversi livelli di capitale per il periodo in esame. Dati riferiti al 31.12.2015 Capitale primario di classe 1: strumenti e riserve (C) importi soggetti al trattamento pre(A) Importo alla regolamento (UE) data No 575/2013 o dell'informativa importo residuo prescritto dal Regolamento (UE) No 575/2013 1 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni 442.000 - di cui: Azioni ordinarie 442.000 - 2 Utili non distribuiti 41.661 - 3 Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve, includere gli utili e le perdite non realizzati ai sensi della -5.058 disciplina contabile applicabile) - 3a Fondi per rischi bancari generali - - 4 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (3) e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale primario di classe 1 - Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018 - 5 Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe 1 consolidato) - 5a Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o dividendi prevedibili - 6 Capitale primario di classe 1 (CET1) prima delle rettifiche 478.603 regolamentari Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari 7 Rettifiche di valore supplementari 8 Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) -6.790 - 9 Aggiustamento transitorio connesso allo IAS 19 - - 10 Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura,escluse quelle derivanti da differenze temporanee (al netto delle passività fiscali dove siano soddisfatte le condizioni di cui all' articolo 38 (3)) - 11 Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla copertura dei flussi di cassa - 12 Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese - - 13 Qualsiasi aumento del patrimonio netto risultante da attività cartolarizzate - -40 - 44 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 14 Utili o perdite su passività valutate al valore equo dovuti all'evoluzione 2.748 del merito di credito - 15 Attività dei fondi pensione a prestazioni definite - - 16 Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente - 17 Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente 18 19 20a Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o sinteticamente quando l'ente ha un investimento significativo in tali -25.153 soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) - - - Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che possiedono i requisiti per ricevere un fattore di ponderazione del rischio pari al 1250%, quando l'ente opta per la deduzione - di cui: partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario - - 20c di cui: posizioni verso cartolarizzazioni - - 20d di cui: operazioni con regolamento non contestuale - - 21 Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo superiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 (3)) 20b - 22 Importo eccedente la soglia del 15% - - 23 di cui: strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti - 25 di cui: attività fiscali derivanti da differenze temporanee - - 25a Perdite relative all'esercizio in corso -22.421 25b Tributi prevedibili relativi agli elementi del capitale primario di classe 1 - 26 Rettifiche regolamentari applicabili al capitale primario di classe 1 in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR - 26a Rettifiche regolamentari relative agli utili e alle perdite non realizzate -1.413 ai sensi degli articoli 467 e 468 - di cui: Utili non realizzati su titoli di debito riferiti ad emittenti diversi da amministrazioni centrali appartenenti all'Unione Europea 0 - 45 26b di cui: Utili non realizzati su titoli di debito emessi da amministrazioni centrali appartenenti all'Unione Europea - di cui: Utili non realizzati su titoli di capitale - - di cui: Perdite non realizzate su titoli di debito diversi da EU govies - - di cui: Perdite non realizzate su titoli di debito EU govies - - di cui: Perdite non realizzate su titoli di capitale -1.413 - Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale primario di classe 1 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il -4.107 trattamento pre- CRR - di cui: relativo all'operazione di spin-off immobiliare 27 -4.107 Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano -1.233 il capitale aggiuntivo di classe 1 dell'ente di cui: strumenti di T2 emessi da enti del settore finanziario in cui l'ente -1.233 ha un investimento significativo 28 Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1 -58.409 (CET1) 29 Capitale primario di classe 1 (CET1) - 420.193 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti 30 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni - - 31 di cui: classificati come patrimonio netto ai sensi della disciplina contabile applicabile - 32 di cui: classificati come passività ai sensi della disciplina contabile applicabile - 33 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (4) e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale aggiuntivo di classe 1 - Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018 - Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 consolidato (compresi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi - 35 di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva - 36 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche regolamentari 34 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari 37 Strumenti propri di capitale aggiuntivo di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente 38 Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente - - 46 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 39 40 41 41a Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente indirettamente quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) Rettifiche regolamentari applicate al capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR) Importi residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione alla deduzione dal capitale primario di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) No 575/2013 di cui: perdita relativa all'esercizio in corso 41b 41c - - - - - - Importi residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione alla deduzione dal capitale di classe 2 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 475 del regolamento (UE) No 575/2013 - Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre- CRR - di cui: Perdite non realizzate su titoli di debito - - di cui: Perdite non realizzate su titoli di capitale - - 42 Deduzioni ammissibili dal capitale di classe 2 che superano il capitale di classe 2 dell'ente - 43 Totale delle rettifiche regolamentari al capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) 44 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) - 45 Capitale di classe 1 (T1= CETI + AT1) 420.193 Capitale di classe 2 (T2): strumenti e accantonamenti 46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni - - 47 Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484 (5), e le relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale di classe 2 - Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018 - 48 Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2 consolidato (compresi gli interessi di minoranza e strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emessi da filiazioni e detenuti da terzi - 47 49 di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva - 50 Rettifiche di valore su crediti - - 51 Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari - Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari 52 Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente o indirettamente e prestiti subordinati 53 Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i fondi propri dell'ente 54 Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) - - - 54a di cui nuove partecipazioni non soggette alle disposizioni transitorie - - 54b di cui partecipazioni esistenti prima del 1 Gennaio 2013 e soggetto alle disposizioni transitorie - 55 Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte ammissibili) 56 56a Rettifiche regolamentari applicate al capitale di classe 2 in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR) Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione del capitale primario di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) No 575/2013 di cui: Importo residuo relativo participazioni rilevanti in strumenti di fondi propri del settore finanziario in cui l'ente ha un investimento significativo - - - - di cui: strumenti di T2 emessi da enti del settore finanziario in cui l'ente ha un investimento significativo 56b 56c 57 Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione del capitale aggiuntivo di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 475 del regolamento (UE) No 575/2013 - Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale di classe 2 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-CRR - di cui: utili non realizzati su titoli AFS - - Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2) - 48 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 58 Capitale di classe 2 (T2) - 59 Capitale totale (TC= T1-FT2) 420.193 59a Attività ponderate per il rischio in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) No 575/2013 (ossia importi residui CRR) 60 - di cui: elementi non dedotti dal capitale primario di classe 1 (regolamento (UE) No 575/2013 importi residui) - di cui: attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non dipendono da differenze temporanee al netto delle relative passività fiscali - di cui: elementi non dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 (regolamento (UE) N0575/2013 importi residui) - di cui: investimenti detenuti indirettamente in strumenti del capitale aggiuntivo di classe 1 quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti - di cui: elementi non dedotti dagli elementi di capitale di classe 2 (regolamento (UE) No 575/2013 importi residui) - di cui: investimenti detenuti sinteticamente in strumenti del capitale di classe 2 quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti - Totale delle attività ponderate per il rischio 3.802.537 Coefficienti e riserve di capitale 61 Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo 11,05% dell'esposizione al rischio) 62 Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al 11,05% rischio) 63 Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al 11,05% rischio) 64 Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92 (1) (a)), requisiti della riserva di conservazione del capitale, della riserva di capitale anticiclica, della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, della riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica (riserva degli G-SII o 7,00% 0-SII), (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 0,00% 65 di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale 2,50% 0,00% 66 di cui: requisito della riserva di capitale anticiclica 0,00% 0,00% 67 di cui: requisito della riserva a fronte del rischio sistemico 0,00% 0,00% 67a di cui: Riserva di capitale dei Global Systemically Important Institutions (G-SII - enti a rilevanza sistemica a livello globale) o degli Other Sistemically Important Institution (O-SII - enti a rilevanza 0,00% sistemica) 68 Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale 3,05% dell'importo dell'esposizione al rischio) (*) 0,00% 0,00% Importi inferiori alle soglie di deduzione (prima della ponderazione del rischio) 49 72 73 75 Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni 17.516 corte ammissibili) Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 1.309 (3)) - - - Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2 76 Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione alle esposizioni soggette al metodo standardizzato (prima dell'applicazione del massimale) - 77 Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di classe 2 nel quadro del metodo standardizzato - 78 Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione alle esposizioni soggette al metodo basato sui rating interni (prima dell'applicazione del massimale) - 79 Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di classe 2 nel quadro del metodo basato sui rating interni - - Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1 gennaio 2013 e il 1 gennaio 2022) 80 Attuale massimale sugli strumenti di capitale primario di classe 1 soggetti a eliminazione progressiva - 81 Importo escluso dal capitale primario di classe 1 in ragione al massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze) - - 82 Attuale massimale sugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 soggetti a eliminazione progressiva - 83 Importo escluso dal capitale aggiuntivo di classe 1 in ragione al massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze) - - 84 Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a eliminazione progressiva - 85 Importo escluso dal capitale di classe 2 in ragione al massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze) - 50 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 4. Requisiti di capitale (art. 438 CRR12) L’adeguatezza del capitale è oggetto di costante monitoraggio da parte della Capogruppo. Le analisi sulle consistenze e sulla posizione patrimoniale vengono sottoposte al Comitato Rischi ed al Consiglio di Amministrazione nonché sintetizzate nel documento “Tableau de bord” inviato all’Autorità di Vigilanza. L’attività di determinazione degli elementi caratterizzanti dei fondi propri è svolta dalla Direzione Risk Management della Capogruppo, conformemente al dettato normativo fornito dal Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), nonché dalle circolari n. 285 (Disposizioni di vigilanza per le Banche) e n. 286 (Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le società di intermediazione mobiliare). La Direzione Risk Management si avvale del supporto e delle specifiche informazioni trasmesse dalle altre competenti funzioni sia della Capogruppo che delle società controllate. La quantificazione del capitale interno complessivo viene determinata come somma dei capitali interni a fronte dei singoli rischi (approccio building block). 12 Già Tavola 4 in base a disciplina previgente. 51 GRUPPO BANCA ETRURIA 31.12.2015 importi all'unità di euro RWA E REQUISITI TOTALI ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE 34300 02 METOD.STANDARDIZZATA - AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI 34300 04 METOD.STANDARDIZZATA - AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI RWA 8.332.484 Requisito 666.599 2.548.948 203.916 34300 06 METOD.STANDARDIZZATA - ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO 24.158.643 1.932.691 34300 12 METOD.STANDARDIZZATA - INTERMEDIARI VIGILATI 79.181.553 6.334.524 34300 14 METOD.STANDARDIZZATA - IMPRESE 945.321.594 75.625.728 34300 16 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO 393.833.523 31.506.682 34300 18 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI 403.943.475 32.315.478 1.035.499.023 82.839.922 13.209.318 1.056.745 8.558.612 684.689 155.944.282 12.475.543 141.942.270 11.355.382 58.685.074 4.694.806 RWA 167.394.412 Requisito 13.391.553 RWA 727.958 Requisito 58.237 321.630 25.730 0 0 34300 20 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI SCADUTE 34300 22 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO 34300 28 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI VERSO ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OIC) 34300 30 METOD.STANDARDIZZATA - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE 34300 32 METOD.STANDARDIZZATA - ALTRE ESPOSIZIONI 34300 34 METOD.STANDARDIZZATA - CARTOLARIZZAZIONI - POSIZIONE VERSO CARTOLARIZZAZIONI: TOTALE ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO DI AGGIUSTAMENTO DELLA VALUTAZIONE DEL CREDITO 34302 04 METODO STANDARD ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHI DI MERCATO (POSIZIONE, CAMBIO E MERCI) 34306 02 METODOLOGIA STANDARDIZZATA: RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI DEBITO 34306 04 METODOLOGIA STANDARDIZZATA: RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI CAPITALE 34306.06 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - RISCHIO DI CAMBIO ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO OPERATIVO 34310 04 ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHIO OPERATIVO METODO STANDARDIZZATO POSIZIONE PATRIMONIALE COMPLESSIVA 34324 02 ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI Fonte: Elaborazione interna. RWA Requisito 362.934.654 29.034.772 RWA 3.802.537.453 Requisito 304.202.996 Coefficienti Patrimoniali Alle banche appartenenti a gruppi bancari si applica, rispetto ai livelli minimi regolamentari (4,50% per il Common Equity Tier 1, 6,0% per il Tier 1 ed 8,0% per il totale dei fondi propri) un coefficiente di riserva di conservazione dello 0,625%, in graduale aumento a partire dal 1° gennaio 2017 fino a raggiungere il 2,5% a partire dal 1° gennaio 2019. COEFFICIENTI PATRIMONIALI % 34324 08 COEFFICIENTE DI CET1 11,05 34324 14 COEFFICIENTE DI T1 11,05 34324 20 COEFFICIENTE DEI FONDI PROPRI 11,05 52 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 5. Esposizione al rischio di controparte (art. 439 CRR13) Il Gruppo pone attenzione al monitoraggio del rischio controparte inteso come il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari (quali derivati OTC, operazioni SFT14 e operazioni con regolamento a termine), risulti inadempiente prima del regolamento della transazione. Sulla base delle disposizioni normative, la modalità di rilevazione applicata è quella riferita alla metodologia “del valore corrente” per i derivati OTC15 e per le operazioni con regolamento a termine, che consiste nella determinazione dell’esposizione corrente e potenziale attraverso la modalità standard regolamentare, utilizzando il valore di mercato come esposizione attuale dello strumento e l’impostazione regolamentare per rappresentare, in modo semplificato, l’esposizione potenziale futura. E’ utilizzato il metodo CRM – metodo integrale con rettifiche di vigilanza per volatilità per le operazioni SFT. Il capitale interno per questa tipologia di rischio coincide con il requisito patrimoniale. Nella negoziazione di strumenti derivati negoziati over-the counter la selezione della controparte istituzionale delle operazioni è limitata a quelle per le quali sussiste idonea linea di fido e nei limiti della relativa disponibilità. La gestione delle linee di fido è svolta all'interno della Direzione Finanza e le relative autonomie deliberative vanno, in funzione dell'importo, dal Responsabile Direzione Finanza, alla Direzione Generale, fino al Comitato Crediti. Nella selezione della controparte istituzionale si assume come elemento determinante nella scelta l'eventuale presenza di un contratto di Credit Support Annex (CSA) destinato alla mitigazione del rischio controparte. Tuttavia, il collateral posto a fronte dell’esposizione non è riconosciuto come garanzia nell’ambito della disciplina prudenziale ma considerato solo al fine di determinare l’esposizione netta per singola controparte istituzionale al fine del calcolo del CRA o DRA. Una volta rispettati tutti i vincoli relativi alle linee di fido e all’eventuale presenza di CSA, la selezione della Controparte avverrà, nel rispetto di una logica di diversificazione, a favore della miglior offerta in termini di prezzo. La Capogruppo Nuova Banca Etruria non è dotata di rating e pertanto non risente di impatti associati ad un giudizio negativo nei propri confronti nei termini di effetti sulle garanzie in essere. Non sono previste delle politiche rispetto alle esposizioni al rischio di correlazione sfavorevole. 13 Già Tavola 9 in base a disciplina previgente. Cfr. glossario. 15 Cfr. glossario. 14 53 Nelle tabelle che seguono è illustrato il dettaglio delle operazioni in derivati in essere al 31 dicembre 2015. Per quanto concerne il valore nozionale dei derivati di credito di copertura del rischio di controparte, occorre rilevare che il Gruppo bancario non ha registrato operatività in derivati di credito. Rischio di controparte: strumenti derivati – derivati finanziari - - - - - Altri soggetti Imprese non finanziarie Società di assicurazione Società finanziarie Banche Governi e Banche Centrali Contratti non rientranti in accordi di compensazione 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura Fonte: Nota integrativa - Parte E - sezione 1.2.4 - Altri enti pubblici A.5 Derivati finanziari: portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione - - - - - - - - 54 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 A.6 Derivati finanziari: portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione Contratti rientranti in accordi di compensazione 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo Governi e Banche Centrali - Altri enti pubblici - Banche - Società di assicurazione Società finanziarie - - Imprese non finanziarie - Altri soggetti - 55 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura Fonte: Nota integrativa - Parte E - sezione 1.2.4 - Altri soggetti Imprese non finanziarie Società di assicurazione Società finanziarie Banche Governi e Banche Centrali Contratti non rientranti in accordi di compensazione Altri enti pubblici A.7 Derivati finanziari: portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione - - 1.489.217 31.121 25.474 9.937 9.308 1 1.177 76 - 349.335 20.597 17 1.595 8.692 608 1 15 - - - - - - - - - 103.135 820 54 839 - - 57.831 1.078 447 581 - - - - - - - - 56 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 A.8 Derivati finanziari: portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione Contratti rientranti in accordi di compensazione 1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo 3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo Governi Centrali - e Banche Altri enti pubblici - Banche - Società finanziarie Società di assicurazione - - Imprese finanziarie - non Altri soggetti - 57 Si segnala che non sono in essere derivati di copertura del rischio di controparte. Non sono presenti derivati di credito di copertura del rischio di controparte. Rischio di controparte: valore dell'esposizione e valore delle garanzie reali ammesse a mitigazione del rischio Derivati Valore EAD (equivalente) Contratti derivati e operazioni con regol l/termine Valore garanzie reali (su equivalente) 114.248 500 987.939 6 976.390 PCT attivi 494 11.549 Totale 31/12/2015 114.749 987.939 Operazioni SFT di cui: PCT passivi Esistono accordi di compensazione per le posizioni aperte in derivati con controparti istituzionali non utilizzate ai fini della disciplina prudenziale. 58 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 6. Rettifiche di valore su crediti (art. 442 CRR16) Il portafoglio crediti è segmentato in funzione delle caratteristiche andamentali delle relative esposizioni, nonché dell’intensità di rischio ad esse corrispondente, con l’obiettivo di monitorare costantemente l’andamento delle posizioni critiche. Per le Banche del Gruppo Banca Etruria è stata operata, a livello gestionale, una classificazione della clientela in specifici segmenti, secondo i criteri previsti dal sistema di rating interno: Privati, Small Business, PMI, Large Corporate, Società Finanziarie, Istituzioni ed Immobiliari. È stata altresì elaborata la classificazione della clientela in classi di rating, prevedendo, distinte nelle fasce A, B e C, fino a dieci classi per le posizioni in bonis del comparto Imprese e otto classi per quelle in bonis degli altri segmenti di clientela e tre classi per tutte le posizioni in “default”, con rating “C+” (esposizioni scadute), “C” (inadempienze probabili) e “D” (sofferenza). Il sistema di rating per il comparto Imprese ha un approccio di tipo prevalentemente statistico e rappresenta un’evoluzione verso l’approccio previsto nell’ambito delle metodologie avanzate IRB. Lo stesso consente di individuare, in termini oggettivi ed attraverso l’applicazione di tecniche statistiche su un campione rappresentativo di dati storici, i fenomeni che hanno un impatto maggiore in termini di valutazione del profilo di rischio della clientela. Esposizioni anomale e deteriorate La classificazione delle esposizioni nelle diverse categorie di rischio è effettuata coerentemente alle disposizioni di vigilanza, integrata con disposizioni interne che fissano criteri e regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle specifiche categorie di rischio. La disciplina interna è normata dal Regolamento del Credito, attuato da ciascuna Banca del Gruppo. I crediti critici sono pertanto classificati in: a) (i) (ii) Credito Anomalo Potenziale Past Due Sotto controllo b) (i) (ii) (iii) Credito Deteriorato Esposizioni scadute Inadempienze Probabili Posizioni in sofferenza Posizioni in sofferenza Rappresentano quelle esposizioni creditizie per le quali la Banca ha ragione di credere che il proprio credito sia irrecuperabile. Inadempienze probabili 16 Già Tavola 5 in base a disciplina previgente. 59 In tale categoria rientrano le esposizioni creditizie, diverse dalle sofferenze, per le quali la Banca giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate Sono le esposizioni, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità. Esposizioni oggetto di concessioni (forbearance) In ottemperanza alla normativa, sia ai crediti in bonis che a quelli deteriorati, viene assegnato l’attributo di forborne exposures, rispettivamente performing e non performing, laddove all’esposizione creditizia siano state applicate modifiche delle condizioni contrattuali o concessi rifinanziamenti, totali o parziali, a causa di difficoltà finanziarie del debitore. L’attributo di forborne è trasversale a tutte le classi di rischio sopra indicate. La gestione ed il passaggio dei crediti nelle diverse categorie di rischio avviene, per alcune categorie in modo automatico mentre per altre mediante proposta delle strutture aziendali competenti, in base ai poteri di autonomia attributi dagli organi deleganti. Criteri di valutazione – Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito o aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento – calcolato con il metodo del tasso di interesse effettivo – della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi e ai proventi imputabili direttamente al singolo credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l’effetto economico dei costi e dei proventi lungo la vita residua attesa del credito. La suddetta metodologia (costo ammortizzato) non viene utilizzata per i crediti la cui breve durata faccia ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono pertanto valorizzati al costo. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata una ricognizione dei crediti volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Rientrano in tale ambito i crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile, o scaduto da più di 90 giorni, secondo le attuali regole di Banca d’Italia, coerenti con la normativa contabile di riferimento. Detti crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve durata non vengono attualizzati. Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed 60 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta a conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. In merito ai criteri di provisioning sono applicate pratiche differenziate per la stima degli accantonamenti (sia in termini di dubbio esito in linea capitale che da attualizzazione) basate sullo status, la presenza di garanzie e la loro effettiva capacità di mitigare i rischi, la qualità e la vetustà delle perizie di stima, l’anzianità delle posizioni, il livello di volatilità delle garanzie reali finanziarie. Sul settore delle garanzie ipotecarie, sono applicati haircut prudenziali che vanno da un minimo del 25% (nel caso di immobili residenziali con perizia recente ed indicazione del valore di pronto realizzo) fino a valori prossimi al 50% (nel caso di immobili non residenziali) ed in alcuni casi specifici anche oltre tali valori. Sulle esposizioni residuate al netto delle garanzie sono poi applicate di prassi svalutazioni da dubbio esito del 35% sulle posizioni classificate ad esposizione scaduta e inadempienza probabile (fino al 50% in caso di concordati in continuità per i quali non si conosce ancora la percentuale concordataria) e svalutazioni da dubbio esito dall’80% al 100% (in ragione dell’anzianità della posizione o della presenza di procedure concorsuali) per le pratiche a sofferenza. Le valutazioni analitiche sono condotte applicando analisi puntuali su tutte le posizioni con utilizzi superiori a 150 mila euro in stato di esposizione scaduta e inadempienza probabile e superiori a 50 mila euro per le sofferenze. Al di sotto di tali soglie, salvo casi specifici, si adotta una valutazione collettiva in ogni caso stimata a partire da portafogli reali ed omogenei. I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis sono sottoposti alla valutazione di perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentono di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. La stima delle perdite è effettuata moltiplicando il credito per la probabilità che il credito possa in futuro divenire inesigibile e per l’entità di perdita stimata. In particolare sono state determinate su base statistica la cd. PD (probability of default) e la cd. LGD (Loss Given Default). La PD è la probabilità media, sull’orizzonte di un anno, che la controparte vada in default non ripagando il credito secondo i termini contrattuali. Nella determinazione della PD si tiene conto delle caratteristiche specifiche del prenditore che trovano la propria sintesi nel rating attribuito. La LGD rappresenta la percentuale di perdita economica sull’importo nominale del credito in caso di default della controparte, calcolata su base di serie storiche attualizzate, tenendo conto delle eventuali garanzie. Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico. Per quanto attiene alla metodologia utilizzata, il modello di stima della PD è stato mutuato dall’approccio in precedenza utilizzato ante acquisizione del portafoglio e che è stato confermato come adeguato in sede di valutazione definitiva da parte dell’esperto indipendente Deloitte. I valori sono stimati sulla base di un arco temporale prolungato (through the cycle), ma corretti per tenere conto di un add-on che renda la serie maggiormente point in time. Per il Bilancio di chiusura 61 dell’anno 2015 le stime sono riferite all’anno più recente nel quale si ha la piena disponibilità dei dati (2014). Anche per quanto concerne l’LGD si è proceduto esattamente con le medesime modalità. La LGD a sofferenza così definita è risultata pari rispettivamente al 31,44%-34,40% per le posizioni garantite da ipoteca retail ed imprese e pari al 74,03% e 88,00% per le altre esposizioni. Attraverso il meccanismo del Danger Rate storico, tali valori sono stati riportati ad una LGD storica ad inadempienza probabile (incaglio) rispettivamente del 23,96% e 26,21% (retail e imprese ipotecarie) e del 67,05% e 56,41% (retail e imprese non ipotecarie), fino alle LGD in bonis del 13,41% e 14,68% (retail e imprese ipotecarie) e del 37,54% e 31,58% (retail e imprese non ipotecarie). Inoltre, è stato ritenuto adeguato l’approccio di non inclusione nel campione di stima delle operazioni di cessione di crediti problematici, pur in presenza della cessione a REV ed a Credito Fondiario che hanno di fatto visto la pressoché integrale vendita del portafoglio sofferenze espresse nel Bilancio di Nuova Banca Etruria. In tale scelta è stato tenuto presente che: - la rilevazione dei prezzi di mercato consente una misura accurata della perdita per investitori che vendono l'attività subito dopo il default, ma non rappresenta necessariamente una quantificazione adeguata della perdita se l’intermediario non cede sul mercato il credito e gestisce internamente il processo di recupero; - le nuove pratiche a sofferenza sono gestite a recupero interno, senza al momento ipotizzare un percorso strategico strutturale di cessione quale modalità futura di recupero del credito deteriorato ed appare quindi corretto che gli accantonamenti sulle sofferenze non cedute saranno oggetto di valutazione secondo criteri di continuità nella gestione e quindi coerenti con i criteri contabili, mentre le posizioni cedute sono valutate secondo principi di mera liquidazione. Sul punto, in particolare, il Consiglio di Amministrazione ha pertanto ritenuto di escludere dalla stima delle incurred losses ai fini della determinazione della svalutazione collettiva dei crediti in bonis, le posizioni oggetto di cessione e confermare le tecniche di stima adottate da Banca Etruria S.C. quale migliore esperienza storica di perdita osservabile al momento per Nuova Banca Etruria S.p.A.. 62 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Le tabelle riportate nella presente sezione, salvo diversamente indicato, sono state tratte dal Bilancio consolidato al 31 dicembre 2015 – Parte E della Nota Integrativa e tutti i valori ivi indicati sono espressi in migliaia di euro. Esposizioni deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) Portafogli/qualità Inadempienze probabili Sofferenze Esposizioni scadute deteriorate Esposizioni scadute non deteriorate Attività non deteriorate Totale 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - 2.674.068 2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - 3. Crediti verso banche - - - - 415.585 415.585 4. Crediti verso clientela 2.674.068 483.294 462.924 35.225 129.800 2.814.602 3.925.845 5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - 13.177 13.177 6. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - 483.294 462.924 35.225 129.800 5.917.432 7.028.675 Totale (T) 63 A.1.3 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto Esposizione lorda Attività deteriorate oltre 1 anno Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi Tipologie esposizioni/valori Attività non deteriorate Rettifiche di valore specifiche Rettifiche di valore di portafoglio Esposizione netta A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 371.202 - - 371.202 - - - - - - - - - - - - 371.202 - - 371.202 a) Deteriorate - - - - - - - - b) Non deteriorate - - - - 47.044 - - 47.044 Totale B - - - - 47.044 - - 47.044 TOTALE A+B - - - - 418.246 - - 418.246 - di cui: esposizioni oggetto di concessioni b) Inadempienze probabili - di cui: esposizioni oggetto di concessioni c) Esposizioni scadute deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni d) Esposizioni scadute non deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni e) Altre esposizioni non deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni Totale A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO 64 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 A.1.6 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto Esposizione lorda oltre 1 anno Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi Attività deteriorate Tipologie esposizioni/valori Attività non deteriorate Rettifiche di valore specifiche Rettifiche di valore di portafoglio Esposizione netta A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze - 5.927 105.975 2.293.629 - 1.922.237 - 483.294 - 1.584 15.513 80.613 - 73.003 - 24.706 187.861 71.308 111.650 291.903 - 199.797 - 462.924 126.882 53.376 66.120 125.393 - 112.708 - 259.064 13.909 9.813 16.216 2.684 - 7.398 - 35.225 10.210 3.317 4.946 1.240 - 3.105 - 16.608 - - - - 133.828 - 4.028 129.800 - - - - 19.752 - 457 19.295 - - - - 3.973.628 - 28.011 3.945.617 - - - - 153.897 - 2.104 151.793 201.770 87.048 233.841 2.588.216 4.107.456 2.129.432 32.039 5.056.860 42.125 - - - - 6.881 - 35.244 - - - - 365.245 - 4.591 360.655 Totale B 42.125 - - - 365.245 6.881 4.591 395.899 TOTALE A+B 243.895 87.048 233.841 2.588.216 4.472.701 2.136.313 36.630 5.452.759 - di cui: esposizioni oggetto di concessioni b) Inadempienze probabili - di cui: esposizioni oggetto di concessioni c) Esposizioni scadute deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni d) Esposizioni scadute non deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni e) Altre esposizioni non deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni Totale A B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate b) Non deteriorate 65 Distribuzione delle esposizioni creditizie per aree geografiche significative B.2 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio) Italia Esposizioni/Aree geografiche Altri Paesi europei Rettifiche America Rettifiche Espos. netta Rettifiche Espos. netta valore complessive Asia Rettifiche Espos. netta valore complessive Resto del mondo Rettifiche Espos. netta valore complessive Espos. netta valore complessive valore complessive A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate Totale A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 480.317 1.903.498 2.976 18.718 1 12 - 9 - - 462.921 199.795 3 2 - - - - - - 35.221 7.396 4 2 - - - - - - 4.064.987 31.843 4.837 39 585 1 - - 5.008 156 5.043.446 2.142.532 7.820 18.761 586 13 - 9 5.008 156 1.452 5.975 - - - - - - - - 31.815 735 - - - - - - - - 1.877 171 - - - - - - - - 351.648 4.591 1.002 - - - - - 8.000 - Totale B 386.792 11.472 1.002 - - - - - 8.000 - Totale 31/12/2015 5.430.238 2.154.004 8.822 18.761 586 13 - 9 13.008 156 66 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 B.2 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio) Italia Nord Ovest Esposizioni/Aree geografiche Espos. netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate Italia Nord Est Rettifiche Espos. netta valore complessive Italia Centro Italia Sud e Isole Rettifiche valore complessive Espos. netta Rettifiche valore complessive Espos. netta Rettifiche valore complessive Totale A 36.366 24.070 1.284 151.586 213.306 159.263 15.597 125 1.678 176.663 26.846 52.946 549 138.247 218.588 121.576 26.564 236 1.078 149.454 392.486 374.769 32.267 3.686.729 4.486.251 1.505.509 152.040 6.574 27.818 1.691.941 24.619 11.136 1.121 88.425 125.301 117.151 5.593 460 1.269 124.473 Totale B Totale (A+B) 31/12/2015 27 7.608 240 43.308 51.183 264.489 673 1.182 1.855 178.518 3 2.282 18.407 20.692 239.280 11 83 1.664 1.758 151.212 1.402 21.867 1.637 276.923 301.829 4.788.080 5.233 636 171 1.570 7.610 1.699.551 20 58 13.010 13.088 138.389 58 16 175 249 124.722 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 67 B.3 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio) Italia Altri Paesi europei America Asia Esposizioni/Aree geografiche Espos. netta Rettifiche Espos. netta Rettifiche Espos. netta Rettifiche Resto del mondo Espos. netta Rettifiche Espos. netta Rettifiche A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze - - - - - - - - - - A.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - - A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - - - - 177.406 - 191.767 - 1.506 - 110 - 413 - 177.406 - 191.767 - 1.506 - 110 - 413 - B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - 20.900 - 26.084 - - - 60 - - - Totale B 20.900 - 26.084 - - - 60 - - - Totale (T) 198.306 - 217.851 - 1.506 - 170 - 413 - A.4 Esposizioni non deteriorate Totale A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.4 Esposizioni non deteriorate 68 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 B.3 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio) Italia Nord Ovest Esposizioni/Aree geografiche A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate Totale A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate Totale B Totale (A+B) 31/12/2015 Espos. netta Italia Nord Est Rettifiche valore complessive Espos. netta Italia Centro Rettifiche valore complessive Espos. netta Italia Sud e Isole Rettifiche valore complessive Espos. netta Rettifiche valore complessive 32.228 32.228 - 4.515 4.515 - 140.662 140.662 - 1 1 - 10.916 10.916 43.144 - 4.515 - 9.984 9.984 150.646 - 1 - 69 B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie B.1 Gruppo bancario - Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio) Governi Esposizioni/Controparti Altri enti pubblici Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Espos. Netta Società finanziarie Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Espos. netta Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Espos. netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze - - - - di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - A.2 Inadempienze probabili - - - - di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - 40.647 - - - - 1.365 1.399 - 0 11 - 9.999 7.128 - - - - 5.985 5.577 - - 0 0 - 11 6 - - - - - - 9 4 - 1.158.493 - 992 11.068 - 162 145.639 - 221 - - - 537 - 1 2.186 - 109 1.158.493 - 992 12.433 1.399 163 161.597 47.781 330 B.1 Sofferenze - - - - - - - - - B.2 Inadempienze probabili - - - - - - 81 18 - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - B.4 Esposizioni non deteriorate - - - 103.873 - 1 977 - 6 Totale B - - - 103.873 - 1 1.058 18 6 Totale (T) 1.158.493 - 992 116.306 1.399 164 162.655 47.799 336 A.4 Esposizioni non deteriorate - di cui esposizioni oggetto di concessioni Totale A - 5.948 B. Esposizioni "fuori bilancio" 70 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 Società di assicurazione Esposizioni/Controparti Imprese non finanziarie Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Espos. netta Espos. netta Altri soggetti Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Rettifiche Rettifiche val. val. di specifiche portafoglio Espos. netta A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze - - - 416.059 1.695.330 - 61.287 186.260 - - di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - 20.787 64.597 - 3.919 8.395 - A.2 Inadempienze probabili - - - 399.573 177.413 - 51.987 13.857 - - di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - 232.794 100.529 - 20.286 6.602 - A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - 18.433 4.658 - 16.781 2.734 - - di cui esposizioni oggetto di concessioni - - - 10.468 2.352 - 6.132 749 - 17.434 - 217 1.742.746 - 25.065 1.000.037 - 5.382 - - - 145.559 - 2.232 22.806 - 220 17.434 - 217 2.576.811 1.877.401 27.297 1.130.092 202.851 5.602 B.1 Sofferenze - - - 1.448 5.889 - 4 86 - B.2 Inadempienze probabili - - - 31.154 341 - 579 376 - B.3 Altre attività deteriorate - - - 1.088 171 - 790 - - A.4 Esposizioni non deteriorate - di cui esposizioni oggetto di concessioni Totale A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.4 Esposizioni non deteriorate 1.991 - 9 237.556 - 4.535 16.253 - 40 Totale B 1.991 - 9 271.246 6.401 4.535 17.626 462 40 Totale (T) 19.425 - 226 2.848.057 1.883.802 31.832 1.147.718 203.313 5.642 71 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie Voci/Scaglioni temporali Attività per cassa da oltre 1 giorno a 7 giorni a vista da oltre 7 giorni a 15 giorni da oltre 15 giorni a 1 mese da oltre 1 mese fino a 3 mesi da oltre 3 da oltre 6 mesi fino a 6 mesi fino a 1 mesi anno da oltre 1 anno fino a 5 anni Oltre 5 anni durata indeterminata 888.403 1 242 10.578 877.582 253.547 624.035 2.450.100 2.375.645 49.445 2.326.200 2.492 71.963 - 6.933 6.933 6.933 980.719 10.259 10.259 6.223 964.237 - 8.889 8.889 8.889 30.850 17.267 17.267 1.114 12.469 - 119.855 119.855 861 118.993 75.473 62.243 732 61.511 12.687 542 - 244.383 1.000 209 243.174 2.884 240.290 235.844 133.262 3.508 129.755 77.009 25.573 - 149.237 5.430 143.807 4.765 139.042 376.215 195.945 195.945 166.932 13.338 - 642.967 6.122 8.189 628.656 219 628.436 291.203 119.713 119.713 169.038 2.452 - 2.129.666 1.085.000 4.434 1.040.232 4.183 1.036.049 837.386 281.298 281.298 547.655 8.432 - 1.270.716 2.063 1.268.654 10.200 1.258.454 228.018 193.428 34.590 - 93.543 93.543 93.543 - C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte - 47.901 50.998 73.527 72.587 30.648 30.570 28.491 28.111 12.822 12.651 14.983 14.437 1.619 - 627 - - C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte - 7 31 326 - 1.569 1.556 1.245 329 7.025 5.403 11.658 6.485 3.561 3.038 - - 1.966.382 1.966.382 - - - - - - - - - 14.349 21 - 148 531 1.875 7.323 23.121 7.034 - A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe 72 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 - posizioni corte 54.381 21 - - - - - - - - C.5 garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - - C.6 garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - - C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte - - - - - - - - - - C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte - - - - - - - - - - Fonte: elaborazione interna 73 A.1.7 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde Causali/Categorie A. Esposizione lorda iniziale Esposizioni scadute deteriorate Inadempienze probabili Sofferenze 2.254.363 768.718 62.987 - - - 161.021 58.868 9.011 640 22.635 8.615 158.333 17.174 145 B.3 altre variazioni in aumento 2.048 19.059 251 C. Variazioni in diminuzione 9.853 164.864 29.376 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da crediti in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate C.1 uscite verso crediti in bonis - 861 7.899 558 - - 9.295 8.310 1.518 C.4 realizzi per cessioni - - - C.5 perdite da cessioni - - - C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - 155.693 19.959 C.7 altre variazioni in diminuzione - - - 2.405.531 662.722 42.622 - - - C.2 cancellazioni C.3 incassi D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate A.1.8 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Causali/Categorie A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate Esposizioni scadute deteriorate Inadempienze probabili Sofferenze 1.850.382 253.627 13.952 - - 79.065 32.802 1.801 4.806 23.380 1.697 - - - 74.259 4.902 104 - 4.520 - C. Variazioni in diminuzione 7.210 86.632 8.355 C.1 riprese di valore da valutazione 4.899 4.458 228 C. 2 riprese di valore da incasso 1.753 7.811 3.225 - - - 558 - - C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - 74.363 4.902 C.6 altre variazioni in diminuzione - - - 1.922.237 199.797 7.398 - - - B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche di valore B.2 perdite da cessione B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.4 altre variazioni in aumento C. 3 utili da cessione C.4 cancellazioni D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate 74 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 7. Attività non vincolate (art. 443 CRR) Le principali operazioni del Gruppo Banca Etruria in essere al 31 dicembre 2015 che determinano il vincolo di attività di proprietà sono le seguenti: • Operazioni di pronti contro termine che rappresentano il 69% del totale delle attività impegnate; • Finanziamenti cartolarizzati sottostanti a titoli ABS per un ammontare pari al 29% del totale; • Garanzie prestate a fronte dell’operatività in strumenti derivati, in pronti contro termine e all’emissione di assegni circolari. Tra le attività vincolate figurano anche circa 53 milioni di titoli obbligazionari di terzi di cui è stata acquisita la disponibilità con operazioni di pronti contro termine di impiego e prestiti titoli. Di seguito riportata la situazione al 31 dicembre 2015: Attività vincolate Valore di bilancio Totale attività Attività non vincolate Fair value Valore di bilancio Fair value 1.382.411 5.026.175 1. Titoli di capitale - 53.618 48.273 2. Titoli di debito 954.786 170.079 169.929 3. Altre attività 954.786 - 926.906 Garanzie vincolate ricevute o titoli di debito emessi Garanzie ricevute o si propri titoli di debito emessi disponibili ad essere vincolati Fair value Fair value Garanzie ricevute 53.433 - 1. Titoli di capitale - 2. Titoli di debito 53.433 3. Altre garanzie ricevute - 4. Titoli di debito emessi diversi da covered bond o titoli ABS Valore contabile delle passività finanziarie selezionate 11,7 Passività corrispondenti, passività potenziali o titoli concessi in prestito Attività, garanzie ricevute e titoli di debito di propria emissione, diversi da obbligazioni garantite e titoli garantiti da attività, vincolati 1.328.384 1.435.844 75 8. Uso delle ECAI (art. 444 CRR17) Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale per il rischio di credito tramite la Metodologia Standardizzata, le scelte intraprese dal Gruppo Banca Etruria (in riferimento a Nuova Banca Etruria e Banca Federico Del Vecchio) in merito all’impiego delle valutazioni di ECAI18 (External Assessment Credit Institution) sono di seguito riepilogate: Controparte ECAI Classe di esposizioni ECAI scelta Amministrazioni Centrali e Banche Centrali DBRS RATINGS LIMITED Banche Multilaterali di Sviluppo STANDARD & POOR’S RATING SERVICES Imprese ed altri soggetti Cerved Group Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) STANDARD & POOR’S RATING SERVICES Cartolarizzazioni STANDARD & POOR’S RATING SERVICES L’associazione dell’eventuale rating esterno della posizione, viene ricondotta alla relativa classe di merito secondo l’associazione definita dall’ABE. 17 18 Già Tavola 6 in base a disciplina previgente. Cfr. Glossario. 76 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 La tabella di seguito riportata illustra la distribuzione per portafoglio regolamentare delle esposizioni soggette a rischio di credito e controparte prima dell’applicazione delle tecniche di CRM e dei Fattori di Conversione Creditizia (FCC), dopo la sola applicazione delle tecniche di CRM ed infine applicando sia le tecniche di CRM che i fattori di conversione creditizia (FCC). Distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e di controparte con e senza applicazione della Credit Risk Mitigation (CRM) Metodologia Standard Esposizione ante CRM e applicazione FCC Esposizione post CRM e ante applicazione FCC Esposizione post CRM e post e FCC 1.713.034 1.783.182 1.779.032 AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI 38.718 41.483 12.868 ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO 76.292 97.555 50.045 INTERMEDIARI VIGILATI* 1.319.329 392.567 334.254 IMPRESE 1.445.882 1.391.376 959.304 ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO 1.272.918 1.128.682 647.334 ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI 1.112.896 1.106.146 1.106.146 ESPOSIZIONI SCADUTE 1.026.575 992.853 953.793 ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO 8.806 8.806 8.806 ESPOSIZIONI VERSO (OIC) 8.559 8.559 8.559 86.812 86.812 86.812 322.225 322.225 322.225 AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE ALTRE ESPOSIZIONI POSIZIONE VERSO CARTOLARIZZAZIONI: TOTALE TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE (esposizioni) 129.798 8.432.046 7.360.247 6.398.976 * Nella sola categoria “Intermediari Vigilati” la differenza di esposizione dopo l’applicazione delle tecniche di CRM deriva dalla componente relativa ai contratti di PCT (metodo integrale per il trattamento delle garanzie reali finanziarie). La tabella di seguito riportata illustra la distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e controparte sulla base dei fattori di ponderazione, secondo le regole di compilazione delle segnalazioni di vigilanza definite dalla vigente normativa in materia. Non vengono riportate in tabella le esposizioni che hanno rischio basso il cui fattore di conversione creditizia è pari a zero per cento. 77 Distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e di controparte RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE deduzione da FP Fattore di ponderazione importi in migliaia di euro Metodologia Standard 0% 2% 20% 35% 50% 1.772.662 - - - AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI - - 12.868 ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO - - - 11.335 29.486 IMPRESE - - ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO - ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI ESPOSIZIONI SCADUTE 70% 75% 100% 150% 250% - - - 5.061 0 1.309 - - - - - - - - 50.045 - - - - - 213.135 - 79.929 - - 369 - - - - 98.135 29.874 - 708.068 123.227 - - - - - - 647.334 - - - - - - 802.059 304.087 - - - - - - - - - - - - 790.381 163.412 - ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO - - - - - - - - 8.806 - ESPOSIZIONI VERSO (OIC) - - - - - - - 8.559 - - - - - - - - - 40.724 - 46.088 102.362 - 97.401 - - - - 122.462 - - AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI INTERMEDIARI VIGILATI ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE ALTRE ESPOSIZIONI POSIZIONE VERSO CARTOLARIZZAZIONI: TOTALE 184 - - 108.985 5.943 - 4.245 - 10.440 - TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE (esposizioni) 1.886.543 29.486 323.404 911.043 538.139 29.874 651.580 1.675.625 305.886 47.397 - 590 64.653 306.260 245.810 18.589 396.914 1.664.355 455.496 118.492 TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE* (RWA) 28.237 28.237 Fonte: Elaborazione interna * Importo ponderato tenendo conto del di fattore di sostegno art 501 78 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 9. Esposizione al rischio di mercato (art. 445 CRR) L’esposizione al rischio di mercato è calcolata dal Gruppo Bancario con la metodologia standardizzata e con il dettaglio per ciascun rischio di cui all’art. 92 par. 3 lettere b) e c) del CRR. ESPOSIZIONI PONDERATE PER IL RISCHIO TOTALI: RISCHI DI MERCATO Requisito RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI DEBITO 58.237 RISCHIO DI POSIZIONE SU STRUMENTI DI CAPITALE 25.730 RISCHIO DI CAMBIO 0 RISCHIO DI REGOLAMENTO 0 RISCHIO DI POSIZIONE SU MERCI 0 RISCHIO SPECIFICO DI TASSO DI INTERESSE RELATIVO A POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE 0 TOTALE 83.967 79 10. Rischio operativo (art. 446 CRR19) Il Gruppo Bancario Banca Etruria adotta il metodo Standardizzato (Traditional Standardized Approach – TSA) per il calcolo del requisito patrimoniale consolidato a fronte dei rischi operativi. Non sono incluse nel calcolo le società assicurative BancAssurance Popolari e BancaAssurance Popolari Danni e la società Oro Italia Trading. Il contributo al requisito patrimoniale consolidato viene determinato applicando all’indicatore rilevante dei coefficienti regolamentari distinti per ciascuna delle linee di business (c.d. business lines - BL) in cui è suddivisa l’attività aziendale ed è pari alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale del contributo TSA così calcolato. L’attribuzione dell’indicatore rilevante alle varie attività/business line, condotta dal Servizio Rischi Finanziari e Operativi con il supporto del Servizio Pianificazione e Controllo di Gestione della Capogruppo, si basa su criteri di natura contabile e gestionale. In particolare, nel processo di ripartizione, si è fatto ricorso sia alle dirette risultanze dei mastri che alimentano il bilancio sia ai dati presenti nel sistema “Controllo di Gestione” come driver per l’attribuzione delle parti di indicatore rilevante riferibili a più attività/BL. In ottica di mitigazione, il Gruppo ha stipulato polizze assicurative volte a coprire rischi operativi quali, tra le altre, le polizze BBB (tra cui infedeltà, furti e rapine), Responsabilità Civile Professionale, Globale Fabbricati, Responsabilità Civile verso terzi, dipendenti e prestatori di lavoro, Infortuni professionali ed extra professionali, D&O (responsabilità civile individuale di amministratori e/o dirigenti), All risk (beni artistici). 19 Già Tavola 12 in base a disciplina previgente. 80 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 11. Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione (art. 447 CRR20) Nell’ambito del portafoglio bancario, l’investimento in strumenti rappresentativi di capitale è caratterizzato dalla finalità strategica, istituzionale, strumentale all’attività operativa della banca e allo sviluppo dell’attività commerciale e di investimento finanziario. Le esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio Bancario vengono classificate a fini di bilancio tra le Attività finanziarie disponibili per la vendita e sono valutate a fair value mentre per quelle che non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile sono mantenute al costo. In particolare vengono incluse in questa voce le partecipazioni, anche strategiche, non gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto. Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come crediti, attività finanziarie al fair value rilevato a conto economico o attività finanziarie detenute sino alla scadenza. Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i titoli di capitale. All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione delle Attività detenute sino alla scadenza, il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value al momento del trasferimento. Criteri di valutazione – Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita sono valutate al fair value, con la rilevazione a conto economico del valore corrispondente al costo ammortizzato, mentre gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto, sino a quando l’attività non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a conto economico. I titoli di capitale per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo. La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale. Se sussistono tali evidenze, l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati. A tale proposito si segnala che, in relazione all’identificazione delle perdite di valore dei titoli azionari classificati in tale portafoglio, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S.C. si era uniformata a quanto richiesto sia dall’IFRIC (con proprio documento del maggio 2009) che dalle autorità di vigilanza (Banca d’Italia, Isvap e Consob con un documento del marzo 2010) circa il significato da attribuire ai concetti di diminuzione “significativa” e “prolungata” del fair value al di sotto del costo, al fine dell’individuazione delle evidenze di impairment. In particolare, si evidenzia come l’interpretazione corretta preveda che non sia necessaria la contemporanea presenza di entrambi i criteri, in quanto è sufficiente il verificarsi di una perdita di valore significativa o prolungata per procedere alla svalutazione dell’attività finanziaria. Sulla base delle suddette 20 Già Tavola 13 in base a disciplina previgente. 81 disposizioni, erano stati stabiliti i seguenti indicatori oggettivi di determinazione della perdita durevole relativa agli strumenti di capitale, ai quali sono assimilate le quote o azioni degli organismi di investimento collettivo del risparmio: - criterio di significatività: decremento del fair value alla data di bilancio superiore al 50% del valore contabile originario; - criterio di durevolezza: diminuzione del fair value al di sotto del valore di iscrizione per oltre 36 mesi consecutivi. I suddetti parametri sono stati mantenuti anche per la valutazione delle attività finanziarie trasferite nel ramo di azienda ceduto a Nuova Banca Etruria (il valore di trasferimento al 23 novembre 2015 è stato assunto come “valore originario”). Nel caso di acquisizione di azioni a seguito di ristrutturazione del debito in precedenza detenuto, in considerazione che tali azioni debbano essere considerate come emesse da soggetto “deteriorato”, qualsiasi svalutazione rispetto al valore di iscrizione iniziale sarà considerata un impairment a titolo definitivo e, pertanto, determinerà un impatto diretto a conto economico, mentre le eventuali riprese di valore seguiranno i principi generali, fino a che l’emittente non sia stato ripristinato allo status di “bonis”. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla riduzione della perdita di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a patrimonio netto. Modelli di valutazione Lo IAS 39 prevede che gli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale che non hanno un prezzo di mercato quotato in un mercato attivo e il cui fair value (valore equo) non può essere misurato attendibilmente devono essere valutati al costo. Pertanto, il principio che deve essere seguito per valutare al fair value lo strumento è l’attendibilità della stima, intesa come scarsa variabilità nella gamma delle stime e ragionevolezza delle probabilità delle varie stime che consentano di utilizzare tali stime in modo coerente per determinare il fair value. La teoria delle valutazioni propone diversi modelli per determinare il valore di un’azienda generalmente riconducibili a cinque macro-categorie secondo l’approccio della valutazione. La prima macro-categoria raggruppa i metodi cd “patrimoniali” che enfatizzano il lato patrimoniale dell’azienda e quindi le misure che maggiormente rappresentano degli stock, alla seconda appartengono i metodi “reddituali” che concentrano la valutazione sulla generazione di reddito futuro e la terza attiene ai metodi dei “flussi finanziari” improntati sulle capacità di generazione di flussi di cassa futuri per l’azionista. Vi sono poi metodologie di più recente applicazione conosciute come metodi “comparativi” basati sul principio di stimare il valore di un’azienda comparandola con società aventi caratteristiche similari ed all’ultima categoria appartengono i metodi ccdd di “contingent claim” tra i quali il più famoso è il metodo delle opzioni reali. Nella scelta del metodo da utilizzare per la valutazione di uno strumento finanziario bisogna tener conto delle seguenti linee guida: - il metodo prescelto deve di norma rimanere il medesimo per tutte le valutazioni successive; - Il cambio del metodo valutativo, dovrà essere in ogni caso ampiamente motivato; - il metodo ed i criteri di stima devono seguire principi di razionalità; dimostrabilità; stabilità; - la valutazione deve ispirarsi a principi di neutralità; 82 Informativa al Pubblico da parte degli Enti – Pillar 3 - le tecniche utilizzate per la stima dei fattori devono essere affidabili e trasparenti. Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi. Fair Value - Livello 1 Fair Value - Livello 2 Fair Value - Livello 3 Attività finanziarie valutate al fair value Titoli di capitale - - - Quote di O.I.C.R. - 17.388 - 1.128 25.242 18.060 1.128 25.242 5.885 - - 12.174 - 28.340 2.506 Attività finanziarie disponibili per la vendita Titoli di capitale di cui al fair value di cui al costo Quote di O.I.C.R. Partecipazioni Valore di bilancio Non quotate 14 Utili/perdite realizzati nell'esercizio Attività finanziarie valutate al fair value Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. 0 332 Attività finanziarie disponibili per la vendita Partecipazioni Titoli di capitale -2.105 Quote di O.I.C.R. -2.001 -61 83 12. Esposizione al rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione (art. 448 CRR21) Il rischio di tasso di interesse è misurato con tecniche di Asset-Liability Management (ALM) con le quali viene stimato l’impatto sugli utili e sul valore economico di una determinata variazione dei tassi di interesse. Al fine della determinazione del rischio di tasso di interesse è utilizzato un modello interno con il quale è stimata la diminuzione del valore economico in presenza di una prestabilita variazione della curva dei tassi alla data di riferimento. Il modello utilizza un approccio di analisi di sensitivity in cui i flussi di cassa delle poste patrimoniali vengono attualizzati attraverso i tassi della curva corrente e quelli di una curva attesa: la differenza dei valori attuali così ottenuti rappresenta la stima della variazione di valore economico del Gruppo. L’analisi di sensitivity è elaborata prendendo a riferimento gli shock di curva dei tassi, sia al rialzo sia al ribasso, di 1, 25, 100 e 200 basis points22. A ciò si aggiunge anche uno shock “personalizzato”, frutto di una historic simulation sui tassi di interesse di mercato rilevati negli ultimi sei anni. In particolare, per ciascun tasso di riferimento, viene considerato il maggiore tra il 1° e il 99° percentile delle variazioni annue registrate in un intervallo temporale di 6 anni. La variazione di ciascun tasso manifestato in corrispondenza del massimo tra il 1° e il 99° percentile rappresenta lo spread applicato a ciascun nodo della curva, sia in caso di rialzo che di diminuzione dei tassi; il valore attuale complessivo di tutte le attività e passività ottenuto con l’attualizzazione delle poste ai nuovi tassi viene confrontato con il valore attuale determinato sulla base della curva spot ad una certa data per determinare le variazioni di valore economico del bilancio. Non sono considerate ipotesi di rimborso anticipato dei finanziamenti, mentre è prevista una modellizzazione sia del trattamento delle esposizioni scadute che delle poste a vista connesse ai conti correnti attivi ed ai conti correnti e depositi passivi, con la costruzione di tassi di decadimento attesi volti a stimare la reale duration del portafoglio. Analisi di sensitività 31/12/15 Poste Attività Passività Poste fuori Bilancio Totale Fonte: Elaborazione interna Margine d'interesse Valore Economico (+100bps) (-100bps) (+100bps) (-100bps) 34.079 -31.438 -7.324 -4.683 -24.940 17.332 6.774 -0.834 -90.418 83.013 -19.869 -27.274 53.867 -36.550 9.353 26.670 L’informazione di cui alla tabella include anche le altre valute la cui singola esposizione non risulta particolarmente significativa. L’impatto a margine di interesse dipende anche dall’applicazione di parametri di vischiosità delle poste a vista stimati prima dell’ultima crisi. 21 Già Tavola 14 in base a disciplina previgente. Il basis point (punto base) esprime la variazione dei tassi di interesse pari ad un centesimo di punto percentuale. 22 84 Informativa al Pubblico – Pillar III 13. Esposizione in posizioni verso la cartolarizzazione (art. 449 CRR23) Le operazioni di cartolarizzazione sono state realizzate da Banca Etruria s.c. (Originator) ai sensi e per gli effetti della Legge 130/1999, mediante le Società Veicolo (SPV) Mecenate S.r.l., Etruria Securitisation SPV S.r.l. e AULO SPV S.r.l., all’uopo costituite. Il capitale sociale di Mecenate S.r.l. è detenuto per il 95% da Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio (Nuova Banca Etruria), mentre il restante 5% del capitale sociale è di proprietà di Finanziaria Italiana S.p.A. con sede ad Arezzo. Etruria Securitisation SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Stichting Etruria, società di diritto olandese con sede in Olanda. AULO SPV S.r.l. è partecipata dal socio unico Structured Finance Management – Italy S.r.l., con sede a Milano. Al 31 dicembre 2015 risultavano attive le operazioni effettuate nel 2007 (Mecenate #2), nel 2009 (Mecenate #3), nel 2011 (Mecenate #4), nel 2012 (Etruria SPV 2012) e nel 2013 (Aulo SPV). Le operazioni di cartolarizzazione Mecenate realizzate da Banca Etruria s.c. hanno riguardato rispettivamente mutui residenziali in bonis, originati da Banca Etruria s.c. e da altre banche dalle quali Banca Etruria s.c. aveva acquisito tali crediti; l’operazione Etruria SPV, realizzata da Banca Etruria s.c., ha riguardato mutui ipotecari e chirografari erogati a SME e piccoli operatori economici; ed infine l’operazione AULO SPV, realizzata anch’essa da Banca Etruria s.c., ha riguardato un portafoglio di piccoli prestiti e crediti al consumo, parte dei quali originati da ConEtruria S.p.A., società controllata poi incorporata nel 2012. Con riferimento alle operazioni realizzate ed in essere al 31 dicembre 2015 si evidenzia che quella perfezionata nel 2007 è un’operazione di “cartolarizzazione tradizionale”, nella definizione data dalla normativa di vigilanza vigente, con la quale è stato attuato all’emissione il significativo trasferimento del rischio; mentre quelle perfezionate nel 2009, nel 2011 e nel 2012, definite “autocartolarizzazioni”, nelle quali tutti i titoli obbligazionari emessi nell’ambito dei rispettivi portafogli da Mecenate e Etruria SPV sono stati completamente sottoscritti all’emissione da Banca Etruria s.c., non hanno comportato il trasferimento del rischio e non sono pertanto riconducibili, ai fini della normativa, come esposizioni verso la cartolarizzazione. Relativamente all’operazione Aulo SPV, perfezionata nel 2013, sebbene caratterizzata dalla vendita della tranche senior ad un investitore istituzionale e la sottoscrizione della tranche Junior da parte di Banca Etruria s.c., la stessa non realizza il trasferimento del rischio secondo quanto previsto dalla normativa di Vigilanza. Il Gruppo Banca Etruria non ha in essere operazioni c.d. “cartolarizzazioni sintetiche”. Nuova Banca Etruria non effettua operazioni di market-making su titoli RMBS e su quelli ABS collegati alle operazioni di cartolarizzazione. Con Decreto Legge n. 183 del 22/11/2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23/11/2015, è stata costituita Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.A., con Sede Legale in Roma, via Nazionale 91, a favore della quale, per provvedimento della Banca d’Italia in data 22 novembre 2015, sono stati ceduti tutti i diritti, le attività e le passività (fatta eccezione per le passività espressamente indicate nel citato provvedimento), costituenti l’azienda bancaria della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Soc. Coop. in amministrazione straordinaria (Banca Etruria s.c. in a.s.) posta in risoluzione. 23 Già Tavola 10 in base a disciplina previgente. 85 Informativa al Pubblico – Pillar III Pertanto Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. succede all’ente posto in risoluzione Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio Soc. Coop. in a.s. senza soluzione di continuità nei diritti, nelle attività e nelle passività ceduti. Con riferimento quindi alle operazioni di cartolarizzazioni descritte in questa sezione Nuova Banca Etruria è subentrata per effetto del richiamato provvedimento in tutti i contratti, obblighi e previsioni in essi contenuti, sottoscritti originariamente al momento del perfezionamento delle rispettive operazioni da Banca Etruria s.c., senza soluzione di continuità. ORIGINATOR BANCA ETRURIA S.C. Motivazioni della cartolarizzazione L’operazione Mecenate #2 del 2007 è stata realizzata con l’obiettivo di ottimizzare la gestione del portafoglio crediti e la diversificazione delle fonti di finanziamento. L’operazione Mecenate #3 del 2009 è stata realizzata con l’obiettivo di diversificare e potenziare le fonti di funding attraverso la trasformazione di crediti ceduti in titoli rifinanziabili. L’operazione Mecenate #4 del 2011 è stata realizzata con l’obiettivo, oltre alla diversificazione delle fonti di finanziamento a medio/lungo termine, di gestione diversificata del costo del funding. L’operazione Etruria SPV 2012 è stata realizzata per la diversificazione delle fonti di finanziamento e trasformazione degli attivi. Aulo SPV 2013 è stata realizzata per rafforzare la posizione di liquidità, rifinanziando integralmente tutte le scadenze senior unsecured emesse a valere sul programma EMTN ancora outstanding sul mercato istituzionale. Sistemi interni di misurazione e controllo Le attività di controllo sono demandate alle funzioni interne della struttura aziendale di Nuova Banca Etruria, che per competenza, effettuano verifiche sull’andamento degli incassi, del controllo del credito e dell’amministrazione contabile. Nuova Banca Etruria è il Servicer ed il Corporate Services Provider di Mecenate S.r.l., di Etruria Securitisation SPV S.r.l. e di AULO SPV S.r.l. per tutti i portafogli cartolarizzati. Questi ultimi sono costantemente monitorati, attraverso l’analisi periodica dei rispettivi servicing report trimestrali. Il Comitato Rischi è periodicamente informato sulla performance delle operazioni di cartolarizzazione e sui potenziali rischi eventualmente connessi. Conformemente alle previsioni di cui al contratto di Servicing, Nuova Banca Etruria ha nominato PriceWatherhouseCoopers S.p.A. (PWC) come società di revisione contabile incaricata di predisporre e fornire a Mecenate S.r.l., con cadenza annuale ed entro la data di approvazione del bilancio della SPV, un certificato attestante: (a) la conformità dei dati contenuti in due report scelti dalla società di revisione con le scritture contabili tenute da Mecenate S.r.l.; (b) l’idoneità delle procedure degli Incassi adottate da Nuova Banca Etruria per assicurarne la puntuale e corretta imputazione. In Etruria SPV 2012 non è previsto un monitoraggio della società di revisione dei report trimestrali, sebbene nell’ambito dell’attività di revisione del bilancio, la società di revisione incaricata (PWC) estenda le proprie verifiche anche alle informazioni contenute nei servicing reports. Nell’operazione Aulo SPV non è stato affidato alcun incarico alla società di revisione relativo alla specifica verifica dei report trimestrali, sebbene sia previsto che qualora richiesto, dall’Emittente o dal Rappresentante degli Obbligazionisti, possa essere affidato un incarico ad hoc ad una primaria società di revisione per la verifica dei suddetti report trimestrali. Tenuto conto delle caratteristiche delle cartolarizzazioni descritte, i rischi di mercato, di credito e di liquidità sono gestiti nell’ambito delle specificate attività previste per tali rischi. Mecenate S.r.l. ha sottoscritto con la società UBS Ltd contratti Swap a copertura delle oscillazioni di tasso sui crediti cartolarizzati delle operazioni Mecenate 2007 e Mecenate 2009, mentre relativamente a Mecenate 2011 il contratto di copertura sui tassi di interesse è stato sottoscritto con Credit Suisse International. Contemporaneamente è stato sottoscritto un contratto di “Back To Back” tra Banca Etruria s.c. e Credit Suisse International. Per l’operazione Etruria SPV 2012, tenuto conto della composizione del portafoglio, rappresentato per circa l’82% da mutui a tasso variabile, è stato ritenuto di non procedere ad alcuna copertura del rischio derivante dalle oscillazioni di tasso e pertanto non sono stati sottoscritti contratti swap. AULO SPV ha sottoscritto, con Deutsche Bank, un contratto diretto di copertura dal rischio di tasso sui Titoli ABS emessi e Banca Etruria s.c. ha stipulato un contratto di copertura gestionale analogo di segno opposto. Rischio di mercato, di credito e di liquidità Tipologia di coperture 86 Informativa al Pubblico – Pillar III Conformemente alle disposizioni di vigilanza non sono considerate esposizioni verso la cartolarizzazione quelle che non realizzano l’effettivo trasferimento del rischio e comunque non concorrono alla determinazione del requisito patrimoniale delle posizioni verso la cartolarizzazione quelle per le quali il valore ponderato per il rischio di tutte le posizioni verso una medesima cartolarizzazione risulta superiore al valore ponderato delle “attività cartolarizzate” calcolato come se queste non fossero mai state cartolarizzate (cap test). Considerate le tipologie di cartolarizzazioni attive, il rischio esplicito è trattato all’interno del rischio di credito, calcolato con il metodo standardizzato. Analogamente il rischio di liquidità è gestito nell’ambito più ampio della posizione complessiva di Gruppo. Relativamente all’operazione Mecenate 2007 il rischio complessivo e massimo cui Nuova Banca Etruria potrebbe essere soggetta in caso di inadempimento dei soggetti finanziati con i mutui cartolarizzati è rappresentato dal totale dei finanziamenti concessi (prestito subordinato e debito per rateo di interessi non ancora riscossi) e dall’ammontare dei titoli della Classe D e relativi interessi maturati, ma non riscossi, oltre che dall'ammontare dei titoli delle altre Classi acquistati da Nuova Banca Etruria per complessivi 48,4 milioni di euro di valore nominale, di cui circa euro 20,5 milioni relativi alla Classe A (dati al 31 maggio 2016). Alla stessa data sono inoltre presenti nel portafoglio della Banca circa euro 27,9 milioni di valore nominale relativi ai titoli di Classe B e C dell’emissione Mecenate 2007. Ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza, le esposizioni detenute verso la cartolarizzazione Mecenate #2 non sono rilevate in quanto il requisito “posizioni verso la cartolarizzazione” risulta superiore al requisito “attività cartolarizzate”. Si evidenzia infatti un requisito, al 31 dicembre 2015, pari a 63.771 milioni di euro calcolato come di seguito illustrato relativamente alle “posizioni verso la cartolarizzazione”: posizioni verso la cartolarizzazione ammontare ponderazione requisito finanziamento in conto corrente 14.985 1250% 14.985 Titolo Senior 24.481 1250% 24.481 Titolo Mezzanine 16.769 1250% 16.769 Titolo Mezzanine 4.629 1250% 4.629 Titolo Junior 1.892 1250% 1.892 Margine di Conto corrente 1.015 0% 0 Totale Importi in migliaia di euro 63.771 62.756 ed un requisito relativo alle “attività cartolarizzate” pari a 4.694 milioni di euro: attività cartolarizzate Cassa Fuori bilancio Totale Importi in migliaia di euro esposizione valore ponderato requisito 129.743 58.659 4.692 54 26 2 129.797 58.685 4.694 87 Informativa al Pubblico – Pillar III Il rischio potenziale è completamente assunto da Nuova Banca Etruria per quanto concerne Mecenate #3, Mecenate #4, Etruria SPV 2012 ed Aulo SPV 2013. Nella tabella che segue sono illustrate le caratteristiche del portafoglio oggetto delle cinque cartolarizzazioni realizzate ed ancora in essere: Caratteristiche del Portafoglio alla data della loro realizzazione (2007, 2009, 2011, 2012 e 2013) CARATTERISTICHE Current Balance(€) Importo medio dei crediti (€) Numero di crediti (#) Media ponderata del valore del credito cartolarizzato rispetto al valore originario all’emissione (%) Spread medio ponderato sui crediti a tasso variabile (%) Crediti a tasso variabile (%) Tasso fisso medio ponderato sui crediti a tasso fisso (%) % crediti a tasso fisso Durata media ponderata (mesi) ETRURIA SPV 2012 AULO SPV 2013 MECENATE#2 MECENATE#3 MECENATE#4 633.130.967 497.004.971 465.806.380 643.208.950 210.915.243 78.329 8.083 82.477 6.026 120.146 3.877 129.055 4.984 7.683 27.512 n.d. 45,11 93,34 n.d. n.d. 1,28 1,21 1,39 1,70 n.d. 84,78 48,26 60,00 82,0 0,16 4,99 5,36 4,96 5,5 7,32 13,71 170,76 50,14 211,05 36,30 253,20 17,8 42,8 99,84 30 Le operazioni Mecenate #2 e Mecenate #4 sono caratterizzate da un portafoglio prevalentemente a tasso variabile, a differenza dell’operazione Mecenate #3, dove invece circa metà del portafoglio presenta crediti aventi tasso fisso. Il portafoglio Etruria SPV 2012 è prevalentemente caratterizzato da mutui a tasso variabile. Tale composizione ha fatto ritenere non necessaria una specifica copertura del rischio di tasso di interesse. Il portafoglio AULO SPV 2013 è caratterizzato quasi esclusivamente da finanziamenti a tasso fisso. Data la composizione dei portafogli cartolarizzati delle operazioni Mecenate, al fine di proteggere l’Emittente dalle oscillazioni di tasso, la società Mecenate S.r.l. ha sottoscritto specifici contratti di swap: (i) con UBS Ltd a copertura delle oscillazioni di tasso sui crediti cartolarizzati delle operazioni Mecenate 2007 e Mecenate 2009 e (ii) con Credit Suisse International per la relativa copertura del portafoglio Mecenate 2011. I contratti swap relativi a Mecenate #2 e Mecenate #3 sono mark-to-market, mentre per Mecenate #4 è stato sottoscritto un contratto di “Back To Back” tra Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria) e Credit Suisse International. AULO SPV ha sottoscritto con Deutsche Bank un contratto diretto di copertura dal rischio di tasso sui Titoli ABS emessi e Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria) ha sottoscritto un contratto di copertura gestionale analogo di segno opposto. 88 Informativa al Pubblico – Pillar III I mandati conferiti a Nuova Banca Etruria, sia in qualità di Servicer che di Corporate Services Provider, sono a titolo oneroso e prevedono specifiche commissioni, liquidate trimestralmente ad ogni data di pagamento (IPD), fino alla durata dell’operazione medesima cui si riferiscono. Commissioni per attività di Servicing Commissioni trimestrali Attività di incasso dei Crediti in bonis** Mecenate #2 (1) Mecenate #3(1) Mecenate #4 Etruria SPV 2012 AULO SPV 2013 * 0,15% 0,07% 0,07% 0,07% 0,07% 0,08% 0,08% 0,08% 0,08% 3,00% 3,00% 3,00% 0,80% 0,80% 0,80% € 1.000,00 € 1.000,00 € 1.000,00 Attività di amministrazione e gestione dei Crediti in bonis** Attività di recupero relativa ai Crediti ad Incaglio*** 1,00% Attività di recupero relativa ai crediti in sofferenza*** 3,00% 3,00% Attività di recupero dei Defaulted Claims*** Attività di consulenza ed assistenza tecnica **** € 1.000,00 Note alla tabella: * è previsto un cap pari allo 0,25% del portafoglio in essere ad ogni data di pagamento ** calcolate in percentuale degli incassi *** calcolate sul valore recuperato **** importo per trimestre (1) La percentuale indicata è applicata su tutti gli incassi relativi sia ai crediti in bonis che agli incassi derivanti dall’attività di recupero sui Defaulted Claims. Defaulted Claims: Crediti con riferimento ai quali risultino almeno 6 rate insolute (nel caso di rateizzazione mensile) ovvero almeno 2 rate insolute (nel caso di rateizzazione trimestrale o semestrale). Commissioni per attività di Corporate Services Provider Commissioni annuali per portafoglio Mecenate a favore di Nuova Banca Etruria Etruria SPV 2012 a favore di Nuova Banca Etruria AULO SPV 2013 a favore di Nuova Banca Etruria Corporate Servicer provider € 10.000,00 € 16.000,00 € 15.000,00 Per le operazione di cartolarizzazione perfezionate nel 2007 e nel 2009 Mecenate S.r.l. ha nominato Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Back-up Servicer in caso di scioglimento del contratto di Servicing per qualsiasi motivo. Il mandato è a titolo oneroso ed impegna Nuova Banca Etruria al pagamento di una commissione annuale da corrispondersi il 30 ottobre ed il 30 giugno di ciascun anno rispettivamente per Mecenate #2 e per Mecenate #3. Commissioni per attività di Back-Up Servicer e/o Stand-By Servicer BackUp Servicer Provider Mecenate#2 e Mecenate#3 Commissioni annuali per portafoglio Mecenate #2 Nuova Banca Etruria a favore di Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. Back-up Servicer provider € 20.000,00 Mecenate #3 Nuova Banca Etruria a favore di Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. € 10.000,00 Ai fini dell’operazione di cartolarizzazione perfezionata nel 2011 Mecenate S.r.l. ha nominato Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Stand-by Servicer mediante un mandato a titolo oneroso che grava sulla SPV stessa. Stand by Servicer Mecenate#4 89 Informativa al Pubblico – Pillar III Commissioni annuali Mecenate a favore di Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. Stand by Servicer € 20.000,00 Etruria Securitisation SPV S.r.l. ha nominato Stand-by Servicer del portafoglio SME 2012 Cassa di Risparmio di Asti S.p.A., sottoscrivendo con quest’ultima uno specifico contratto di Stand-by Servicer a titolo oneroso: Stand by Servicer Etruria SPV 2012 Commissioni annuali Etruria SPV 2012 a favore di Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. Stand by Servicer € 20.000,00 AULO SPV S.r.l. ha nominato Back-up Servicer del relativo portafoglio Zenith Services S.p.A., sottoscrivendo con quest’ultima uno specifico contratto di Back-up Servicer a titolo oneroso: Back-up Servicer AULO SPV 2013 Commissioni annuali AULO SPV 2013 a favore di Zenith Services S.p.A. Back-up Servicer € 13.000,00 Rischio derivante da cartolarizzazione L’analisi del rischio derivante da cartolarizzazione ha evidenziato che è ipotizzabile presumere che lo stesso possa essere influenzato direttamente ed indirettamente anche da altre categorie di rischio. Tra le componenti di diretta influenza si individuano: − rischio connesso al downgrading o al fallimento della parte swap. Relativamente alla parte UBS, tale rischio è mitigato dalla presenza di uno Swap Guarantor (UBS AG)24 che ha rilasciato garanzia relativamente alle obbligazioni assunte dalla parte swap (UBS Ltd) e dalle previsioni contenute nello specifico contratto di swap che prevedono, in caso del verificarsi di tale evento, l’obbligo della swap counterparty di intraprendere determinate azioni, tra le quali il trasferimento dei propri diritti ed obblighi ad un’altra parte swap che abbia i requisiti richiesti o la nomina di un’altra società avente i requisiti richiesti che assumi il ruolo di co-obligor. Relativamente alla parte Credit Suisse è previsto contrattualmente l’obbligo di intraprendere definite azioni e più specificatamente in alternativa: (a) trasferire i propri diritti ed obblighi derivanti dai contratti swap ad un’altra parte swap che abbia i requisiti richiesti di eleggibilità definiti dalle agenzie di rating; (b) fare in modo che un’altra parte swap eligibile diventi coobbligata o garante con riferimento agli obblighi nascenti dai sottoscritti contratti swap; o (c) trasferire una adeguata somma a garanzia (collateral) secondo i termini stabiliti contrattualmente. Per completezza informativa si evidenzia che nei contratti delle tre operazioni di cartolarizzazioni dei portafogli Mecenate S.r.l. è disciplinato il rischio connesso al downgrading di Nuova Banca Etruria del merito creditizio a medio lungo termine ed a breve termine attribuito da Fitch. Conseguenza diretta del verificarsi dell’evento è la revoca del mandato di Collection Bank conferito a Nuova Banca Etruria, salvo soluzioni diverse accettate dall’Agenzia di Rating Fitch. In particolare, 24 UBS AG ha un merito creditizio a lungo termine di “A1” da Moody’s, “A” da S&P e “A” da Fitch. 90 Informativa al Pubblico – Pillar III nelle operazioni Mecenate s.r.l. originate prima del 2011 il livello minimo previsto per il merito creditizio a lungo termine era pari a “BBB-” e quello a breve termine ad “F2”, mentre essendosi verificata la diminuzione del livello di rating attribuito da Fitch sul merito creditizio a breve termine, nell’operazione di Mecenate #4 il livello del merito di credito è stabilito almeno pari a “BBB-” per il lungo termine e “F3” per il breve termine. La successiva decisione di Banca Etruria s.c. di ritirare l’incarico a Fitch, avvenuta nel mese di febbraio 2012, non produce alcun effetto sulle operazioni di cartolarizzazione, essendo il rischio di commingling già coperto. Tra le altre componenti di indiretta influenza possono essere annoverati il rischio strategico per quanto attiene alla eventuale pianificazione errata dell’operazione; il rischio reputazionale legato al mancato adempimento degli obblighi contrattuali, in particolare, in capo al Servicer, con conseguente sostituzione del Servicer medesimo e subentro, a seconda dei casi, del Back-up Servicer o dello Stand-by Servicer. ***** Eventi comuni ad alcuni portafogli cartolarizzati In data 16 novembre 2015, Banca Etruria s.c. in a.s., in qualità di Servicer, ha accettato, in forza dei poteri alla stessa attribuiti ai sensi dei rispettivi contratti di Servicing, la proposta irrevocabile di acquisto di determinati crediti classificati come sofferenza e relativi ai portafogli Mecenate 2007, Mecenate 2009 e AULO SPV avanzata dal Gruppo Fonspa. In particolare, l’importo lordo delle sofferenze oggetto della proposta è stato rispettivamente per: - Mecenate 2007, euro 2,5 mln (n.30 posizioni) - Mecenate 2009, euro 4,3 mln (n.27 posizioni) - AULO SPV, euro 211.247,82 (n. 9 posizioni) Le suddette cessioni sono state perfezionate il 19 maggio 2016 ai sensi e per gli effetti dell’art. 58 del D.Lgs n. 385 del 1° settembre 1996 (il “Testo Unico Bancario”) e della Legge 130/99. I relativi avvisi sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale Parte II, n. 60 del 19 maggio 2016. ***** Descrizione dei portafogli cartolarizzati Portafoglio Mecenate 2007 (Mecenate#2) L’operazione Mecenate #2 è stata caratterizzata da un portafoglio di n. 8.083 mutui ipotecari e fondiari, erogati alla clientela privata nel periodo compreso tra il 31 marzo 1998 ed il 30 giugno 2006, per un valore complessivo di euro 633 milioni, rappresentato per il 62,51% da mutui a tasso variabile, per il 13,71% a tasso fisso e per il 22,27% da mutui “modulari” (tasso fisso per i primi due anni e tasso variabile per i successivi). Il portafoglio crediti risultava concentrato nell’Italia Centrale con un 98,34%, tra cui il 59,48% in Toscana ed il 23,98% del Lazio. A partire dalla data di pagamento degli interessi di gennaio 2009, come previsto contrattualmente, è iniziato l’ammortamento dei Titoli di Classe A che conseguentemente ammontano a circa euro 54,8 milioni (20 aprile 2016). Al 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere ammontava a circa euro 120 milioni in quota capitale; mentre l’ammontare complessivo dei Titoli è di circa 110 milioni di euro. 91 Informativa al Pubblico – Pillar III Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli Moody’s Investors Service Il 2 marzo 2011 Moody’s ha rilasciato una press release informando di aver sottoposto a review per un potenziale downgrade del rating 131 tranches relative a 78 operazioni europee di RMBS, al fine di verificare la conformità di tali operazioni con le metodologie di cui al “Global Structured Finance Operational Risk Guidelines” di Moody’s, pubblicato dall’agenzia di rating in pari data. Banca Etruria s.c. ha verificato la rispondenza della struttura della cartolarizzazione alla suddetta metodologia per renderla, qualora necessario, conforme alle indicazioni di Moody’s. Con nota del 20 luglio 2011, Moody’s ha confermato il rating attribuito alla Classe A “Aaa” e alla Classe B “Aa2”, grazie anche alla nomina di un Back-Up Servicing in conformità con gli Operational Risk Criteria della citata Agenzia di Rating. Mecenate S.r.l. ha infatti nominato Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Back-Up Servicer dell’operazione Mecenate 2007. Con nota del 20 luglio 2011, Moody’s confermava il rating attribuito alla Classe A “Aaa” e alla Classe B “Aa2”. Tuttavia, a seguito del downgrade del rating sovrano dell’Italia assegnato da Moody’s ed in coerenza con le linee guida dell’Agenzia di Rating, la stessa ha provveduto, in data 21 febbraio 2012, a ridurre il livello del massimo rating assegnabile alle obbligazioni RMBS relative ad operazioni di cartolarizzazione di mutui residenziali originate in Italia. Conseguentemente, per oltre 220 classi “most senior” degli RMBS Italiani è stato ridotto il rating dai livelli “Aaa” e “Aa1” al livello “Aa2”, definito da Moody’s il massimo rating raggiungibile viste le condizioni del Paese Italia. I titoli con rating Aaa di Moody’s emessi da “Mecenate portafoglio 2007” hanno pertanto subito la suddetta riduzione e più precisamente la Class A è stata retata, dal 21 febbraio 2012, al livello “Aa2”. Successivamente, in data 13 luglio 2012, Moody’s ha abbassato di nuovo il rating delle obbligazioni governative italiane da A3 a Baa2 e di conseguenza ha fissato il massimo rating ottenibile per le emissioni di obbligazioni da parte di soggetti italiani pari ad A2. L’effetto di tale riduzione ha comportato automaticamente l’abbassamento del rating attribuito anche alle emissioni RMBS e ABS Italiane e tale situazione ha avuto impatto anche nella Class A e nella Class B di Mecenate 2007 che dal 2 di agosto 2012 risultavano con rating “A2”. Con nota del 26 giugno 2013, l’Agenzia Moody’s ha confermato il rating attribuito alla Class C pari a Baa2, che nel marzo 2013 era stata posta sotto osservazione per un possibile downgrade. Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza ha rivisto al rialzo i rating di tutte le emissioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione. Con riferimento ai titoli emessi da Mecenate portafoglio 2007, l’agenzia di rating ha messo sotto osservazione la performance dell’operazione ai fini di un innalzamento del rating. Con nota del primo aprile 2015 l’agenzia Moody’s ha migliorato il giudizio attribuito alle notes emesse da Mecenate 2007: - Class A da rating “A2 (sf)” al livello “Aa2” - Class B da rating “A2 (sf)” al livello “Aa2” - Class C da “Baa2 (sf)” al livello a “A1” Infine, con nota del 3 novembre 2015, nel confermare i giudizi per le Classi A e B, Moody’s ha innalzato il livello di rating della Class C da “A1” ad “Aa3”. FitchRatings In data 6 marzo 2013, l’agenzia FitchRatings ha: 92 Informativa al Pubblico – Pillar III - confermato il rating attribuito alla Classe A “AAAsf” e l’Outlook Negative; - confermato il rating attribuito alla Class B da “AAsf” e l’Outlook Stable; - confermato il rating attribuito alla Class C “BBBsf” e l’Outlook Negative. In data 11 marzo 2013 in conseguenza della riduzione del livello del rating attribuito all’Italia da parte di Fitch a BBB+, l’Agenzia di Rating ha stabilito come livello massimo delle emissioni titoli italiani al livello “AA+sf”, dal livello “AAAsf”. Tale manovra ha avuto riflessi su 99 emissioni strutturate di titoli italiani, tra cui anche le emissioni relative alle cartolarizzazioni ed in particolare le Classi con rating AAA, oltre ad attribuire a tutte le emissioni outlook negative. Quindi il rating attribuito alla Class A di Mecenate 2007 è stato automaticamente ridotto a “AA+sf”. In data 26 febbraio 2014, la società di rating Fitch, tenuto conto dei fondamentali dell’economia italiana ed in particolare della performance del portafoglio Mecenate 2007, ha innalzato il proprio giudizio relativamente alla Class B attribuendole un rating di “AA+sf” da “AAsf”, migliorato il giudizio a Stabile da Negativo alla Class C e confermato il rating della Class A: - Class A confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo - Class B innalzato il rating al livello di “AA+sf” da “AAsf” e confermato l’Outlook Negativo - Class C confermato il rating a livello di “BBBsf” e migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile. In data 16 gennaio 2015 le emissioni di Mecenate S.r.l. Series 2007 hanno avuto i seguenti giudizi: - Class A confermato il livello “AA+sf”; migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile - Class B confermato il livello “AA+sf”; migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile - Class C confermato il livello “BBBsf”; migliorato l’Outlook da Stabile a Positivo. Infine, in data 13 gennaio 2016 Fitch ha confermati il rating e l’Outlook attribuito alle classi A e B delle emissioni obbligazionarie in essere di Mecenate 2007 ed è stato aumentato da BBBsf a A-sf, con Outlook “Stable”, il giudizio sulla classe C. La seguente tabella illustra i giudizi emessi dalle due Agenzie di Rating alla data di emissione dei Titoli (“Closing”) e alla corrente data: Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe Fitch - rating al Closing Fitch – rating attuale Outolook Moody’s - rating al Closing Moody’s – rating attuale A B C Z (Junior) AAA AA- BBB NR AA+(sf) Stable Aaa AA+(sf) Stable Aa2 A-(sf) Stable Baa2 NR Aa2 Aa2 Aa3 NR NR Portafoglio Mecenate 2009 (Mecenate#3) L’operazione Mecenate #3 è stata caratterizzata da un portafoglio n. 6.026 contratti di mutuo con clientela privata per un valore complessivo di circa 497 milioni di euro, rappresentato per il 48,26% da mutui a tasso variabile, per il 50,14% a tasso fisso. I mutui, fondiari ed ipotecari, tutti in proprietà di Banca Etruria s.c., sono stati originati da Banca Etruria s.c., da Italfondiario e Credit Fonciér de France. 93 Informativa al Pubblico – Pillar III Sotto il profilo territoriale il 49,90% dei mutui è concentrato nella Regione Toscana ed il 29,28% nella Regione Lazio. L’8,62% del portafoglio è rappresentato da mutui concessi a dipendenti del Gruppo Banca Etruria. Tutti i titoli emessi nell’ambito di tale operazione sono stati interamente sottoscritti da Banca Etruria s.c., in contropartita del pagamento del prezzo di cessione. I titoli di Classe A sono stati inseriti nell’elenco dei titoli eleggibili utilizzabili per operazioni di rifinanziamento presso la BCE. Al fine di rispondenza ai criteri di eleggibilità per l’utilizzo dei titoli senior alle operazioni di rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea entrati in vigore da marzo 2011, in data 20 gennaio 2011 i titoli di Classe A hanno ottenuto l’attribuzione del secondo rating a livello di “Aaa” dall’Agenzia Moody’s. A seguito di tale assegnazione, e nel rispetto delle previsioni di cui al “Global Structured Finance Operational Risk Guidelines” di Moody’s, è stata nominata Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. quale Back-up Servicer per l’operazione di Mecenate 2009, aumentata la Cash Reserve da euro 10.438.000 a euro 21.165.000 e sono inoltre state apportate alcune modifiche contrattuali per rendere conforme la documentazione della cartolarizzazione alle citate previsioni. Per finanziare la Cash Reserve, Banca Etruria s.c. ha concesso un finanziamento iniziale di circa 10,5 mln di euro, e successivamente, nel mese di gennaio 2011, un ulteriore finanziamento di euro 10.727.000 per incrementare la Cash Reserve fino all’attuale ammontare. In data 20 gennaio 2011 Banca Etruria s.c. ha acquistato crediti del portafoglio Mecenate #3 che presentavano ritardi nei pagamenti delle rate e classificati in “default” secondo i termini definiti nei relativi documenti della cartolarizzazione, per un ammontare complessivo di 12,8 milioni di euro. La Classe A ha iniziato il proprio ammortamento (rimborso) ad ottobre 2010, dopo 18 mesi dalla data di emissione; al 22 aprile 2016 risultano in essere titoli di classe A per un controvalore di circa 48,2 milioni di euro e complessivi Titoli per circa euro 143,9 milioni. Alla data del 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere ammontava a circa 143,7 milioni di euro in quota capitale. Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli Moody’s Investors Service A seguito del downgrade del rating sovrano dell’Italia assegnato da Moody’s commentato nel precedente paragrafo, anche la Class A della serie “Mecenate portafoglio 2009” ha subito una riduzione ed è stata retata, dal 21 febbraio 2012, al livello “Aa2”. Il successivo limite massimo di rating fissato il 13 luglio 2012 da Moody’s per le obbligazioni italiane ad un livello di A2, come commentato nel precedente paragrafo, ha comportato la riduzione del livello di rating anche per la Class A di Mecenate 2009, retata “A2”. Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza ha rivisto al rialzo anche il rating attribuito alla Classe A di Mecenate 2009 che dal livello “A2” è passata al livello superiore “Aa2”. FitchRatings In data 6 marzo 2013 Fitch ha confermato il rating attribuito alle due Classi A e B delle RMBS con conferma del rating “AAAsf” e Outlook Negative per la Classe A e del rating “BBB-sf”, e outlook Negative. 94 Informativa al Pubblico – Pillar III Il downgrade dell’Italia a BBB+ da parte di Fitch, come commentato nel paragrafo precedente, ha comportato quindi anche la revisione del rating attribuito alle Classa A del portafoglio Mecenate 2009 che pertanto si trova dall’11 marzo 2013 al livello “AA+sf”, come tetto massimo per tali emissioni italiane. Con nota del 26 febbraio 2014, l’agenzia Fitch ha confermato i rating attribuiti alle due classi Mecenate 2009: - Class A confermato il rating al livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo - Class B confermato il rating al livello di “BBB-sf” e l’Outlook Negativo. In data 16 gennaio 2015 le emissioni di Mecenate S.r.l. Series 2009 hanno avuto i seguenti giudizi: - Class A confermato il rating “AA+sf” e migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile - Class B confermato il rating a “BBB-sf”; migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile. In data 13 gennaio 2016 Fitch ha confermato il rating attribuito a tutte le classi delle emissioni obbligazionarie in essere di Mecenate 2009, migliorando l’outlook da “Stable” a “Positive” sulla Classe B. La tabella che segue riporta i giudizi attribuiti dalle Agenzie di Rating sia alla data di prima attribuzione che alla data corrente: Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe A B C (Junior) AAA BBB - NR Fitch – rating corrente AA+(sf) BBB-(sf) NR Outlook Stable Positive NR Moody’s – rating iniziale * Aaa NR NR Moody’s – rating corrente Aa2 NR NR Fitch - rating alla data di emissione Nota:* il secondo rating sulla Class A è stato attribuito da Moody’s il 20 gennaio 2011 Portafoglio Mecenate 2011 (Mecenate#4) L’operazione Mecenate #4 è stata caratterizzata da un portafoglio n. 3.877 contratti di mutuo con clientela privata per un valore complessivo di circa 465,8 milioni di euro. Sotto il profilo territoriale il 43,9% dei mutui è concentrato nella Regione Toscana ed il 27,3% nella Regione Lazio. A fronte dell’acquisto dei crediti e conseguentemente alla sottoscrizione dei suddetti contratti, in data 26 luglio 2011 Mecenate S.r.l. ha emesso i Titoli obbligazionari (RMBS) per un importo complessivo di 465,8 milioni di euro, suddivisi in quattro classi, tre delle quali dotati di rating dalle due agenzie Fitch Ratings e Moody’s. Tutti i titoli hanno una scadenza legale 2060 e sono stati interamente sottoscritti all’emissione da Banca Etruria s.c., in contropartita del pagamento del prezzo di cessione. I titoli di Classe A sono stati inseriti nell’elenco dei titoli eleggibili utilizzabili per operazioni di rifinanziamento presso la BCE. La Classe A1 e la Classe A2 incorporano una step-up and call esercitabile a partire da ottobre 2016. 95 Informativa al Pubblico – Pillar III Banca Etruria s.c. ha altresì concesso a Mecenate S.r.l. un finanziamento di circa 17,5 milioni di euro per costituire il fondo denominato Cash Reserve, utilizzato come garanzia, verso i creditori di Mecenate S.r.l. per la soddisfazione delle loro pretese, qualora il flusso di incassi delle rate dei mutui non fosse sufficiente a tale scopo, e per la costituzione di un fondo spese di 50 mila euro. Conformemente alla disciplina introdotta con la CDR2, art.122, contemplata anche dalle Nuove Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le Banche (aggiornamento delle disposizioni del 28/1/2011), Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria) ha dichiarato il proprio impegno alla sottoscrizione di almeno il 5% degli RMBS ed al mantenimento di tale requisito per l’intera durata dell’operazione. L’informativa di tale impegno è stata data nel prospetto informativo pubblicato per l’emissione delle Notes ed è contenuta negli Investor Report pubblicati trimestralmente (http://www.bancaetruria.it/it/istituzionale/investor-relations.html sezione Cartolarizzazioni). Con l’entrata in vigore delle disposizioni di cui alla Legge 148/2011, che prevedono l’equiparazione del trattamento fiscale dei titoli indipendentemente dalla loro durata ed il conseguente allineamento all’aliquota del 20% delle ritenute sugli interessi e sulle rendite finanziarie derivanti da titoli, rispetto alla differenziazione esistente precedentemente per le emissioni inferiori a 18 mesi, Mecenate #4 ha beneficiato di tale normativa, anticipando l’inizio dell’ammortamento dei titoli di Class A1 ad aprile 2012 rispetto all’originaria data di aprile 2013. L’operazione Mecenate portafoglio 2011 era stata inizialmente strutturata come operazione pubblica, prevedendo la vendita sul mercato istituzionale delle Class A1 e Class A2; in prossimità del closing (luglio 2012), tenuto conto dell’andamento negativo dei mercati, Banca Etruria s.c. decise di acquistare tutte le Classi emesse. In data 4 dicembre 2012, data la struttura delle notes, è stato possibile vendere ad un investitore istituzionale la Classe A1, al prezzo di 100,10%, per un controvalore complessivo di 115,645 milioni di euro, permettendo alla Banca di recuperare liquidità netta per circa euro 27 mln, calcolata come differenza tra il controvalore ricavato dalla vendita e il controvalore riconosciuto da BCE su l’operazione pronti contro termine (REPO), cui normalmente viene fatto ricorso. Nel dicembre 2014 sono stati venduti ad investitori istituzionali tutti i titoli di Classe A2 (euro 90 mln) ed alcuni titoli della Classe A3 per complessivi euro 20 milioni. Due ulteriori vendite dei titoli della Classe A3, sempre ad investitori istituzionali, sono state perfezionate rispettivamente per euro 25 mln nel febbraio 2015 ed euro 9,1 mln nel novembre 2015. Ad aprile 2016 la Class A1 risulta completamente rimborsata, ed è iniziato l’ammortamento della Class A2 che, pertanto a tale data, residua ad euro 77,6 milioni dagli originari euro 90 milioni. In data 4 novembre 2015, Nuova Banca Etruria, in qualità di Servicer dell’Operazione, ha sottoscritto un contratto di riacquisto crediti avente ad oggetto crediti relativi al portafoglio Mecenate 2011 che alla data del 31 ottobre 2015 risultavano classificati come “Defaulted Claims”, pari a n. 5 posizioni per un ammontare complessivo lordo di euro 866.729. Di tale riacquisto è stata data pubblicità mediante pubblicazione di uno specifico avviso sulla Gazzetta Ufficiale n.129 parte II del 7 novembre 2015. Alla data del 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere ammontava a circa 285,5 milioni di euro in quota capitale. Stand-by Servicer dell’operazione Mecenate portafoglio 2011 è stata nominata Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. 96 Informativa al Pubblico – Pillar III Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli Moody’s Investors Service A seguito del downgrade del rating sovrano dell’Italia assegnato da Moody’s commentato precedentemente, anche le Class A1, Class A2 e Class A3 della serie Mecenate 2011 hanno subito una riduzione e sono state retate, dal 21 febbraio 2012, al livello “Aa2”; e successivamente in data 2 agosto 2012 al livello A2. Con nota del 26 giugno 2013, l’Agenzia Moody’s ha confermato il rating attribuito alla Classe A3 pari a A2, che nel marzo 2013 era stata posta sotto osservazione per un possibile downgrade. Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza ha rivisto al rialzo anche il rating attribuito alle Classe A1, A2 e A3 di Mecenate 2011 che dal livello “A2” sono passate al livello superiore “Aa2”. FitchRatings In data 6 marzo 2013, Fitch ha confermato per tutte le tre Classi A1, A2 e A3 il rating “AAAsf” e Outlook Negative. Il downgrade dell’Italia a BBB+ da parte di Fitch, come commentato nei paragrafi precedenti, ha comportato quindi anche la revisione dei rating attribuiti alle Classi A1, A2 e A3 che pertanto si sono trovate all’11 marzo 2013 al livello “AA+sf”, come tetto massimo per tali emissioni italiane. Con nota del 26 febbraio 2014, Fitch ha confermato i rating attribuiti alle tre classi Mecenate 2011: - Class A1 confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo - Class A2 confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo - Class A3 confermato il rating a livello di “AA+sf” e l’Outlook Negativo. Con nota del 26 febbraio 2014, Fitch ha confermato i rating attribuiti alle tre classi Mecenate 2011. Il 16 gennaio 2015, nell’ambito dell’annuale analisi sulla performance dei portafogli cartolarizzati, Fitch ha confermato per tutte e tre le Classi A1, A2 e A3 il livello “AA+sf” e migliorato l’Outlook da Negativo a Stabile. Fitch in data 13 gennaio 2016 ha confermato il rating e l’Outlook attribuito a tutte le Classi delle emissioni obbligazionarie in essere di Mecenate 2011. Nella tabella che segue sono descritti i giudizi attribuiti dalle Agenzie di Rating alla data dell’emissione dei Titoli e alla data corrente: Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe Fitch - rating alla data di emissione Fitch – rating attuale Outolook Moody’s - rating alla data di emissione Moody’s – rating attuale A1 (*) A2 A3 Z (Junior) AAA AA+(sf) AAA AA+(sf) AAA AA+(sf) NR NR Stable Aaa Stable Aaa Stable Aaa NR Aa2 Aa2 Aa2 NR Nota: (*) La Class A1 è stata completamente rimborsata ad aprile 2016. Etruria SPV - Cartolarizzazione di mutui in bonis ipotecari e fondiari e chirografari a piccole e medie imprese e piccoli operatori economici – 2012 97 Informativa al Pubblico – Pillar III Il 12 luglio 2012, Banca Etruria s.c. ha ceduto, in blocco e pro-soluto, a Etruria Securitisation SPV S.r.l., un portafoglio di n. 4984 crediti classificati in bonis, derivanti da contratti di mutuo fondiario, ipotecario e chirografario, erogati nel periodo compreso tra il 31 luglio 1998 (incluso) ed il 30 marzo 2012 (incluso), per un ammontare complessivo di debito residuo al 6 luglio 2012 di euro 643,9 milioni. Sotto il profilo territoriale il 67,5% dei mutui è concentrato nella Regione Toscana; l’11,3% nella Regione Lazio ed il 9,2% nella Regione Umbria. Sebbene i Titoli siano stati interamente sottoscritti da Banca Etruria s.c., tuttavia, conformemente alla disciplina introdotta con la CDR2, art.122°, contemplata anche dalle Nuove Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le Banche (aggiornamento delle disposizioni del 28/1/2011), Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria) ha dichiarato il proprio impegno alla sottoscrizione di almeno il 5% degli ABS ed al mantenimento di tale requisito per l’intera durata dell’operazione. L’informativa di tale impegno è stata data nel prospetto informativo pubblicato per l’emissione delle Notes ed è contenuta negli Investor Report pubblicati trimestralmente (http://www.bancaetruria.it/it/istituzionale/investor-relations.html sezione Cartolarizzazioni). L’introduzione della Legge 148/2011, uniformando il regime fiscale delle aliquote applicate agli interessi sui titoli, indipendentemente dalla loro durata, ha comportato di fatto la possibilità di iniziare l’ammortamento delle obbligazioni sin da subito. Di conseguenza i titoli Classe A emessi da Etruria SPV hanno iniziato ad essere rimborsati alla prima Data di Pagamento degli Interessi (IPD) avvenuta il 28 gennaio 2013. Il 2 dicembre 2014 i titoli di Classe A in essere a tale data (euro 174 mln) sono stati venduti ad investitori istituzionali. L’ammontare in essere della Classe A, ad aprile 2016, è pari ad euro 35,6 milioni. Complessivamente risultano in essere titoli per euro 252,6 milioni. Con l’obiettivo di rafforzare la posizione di liquidità della Banca, il 7 gennaio 2016 è stata perfezionata la ristrutturazione della Classe B - Titoli Junior di euro 216.987.000 milioni (“Titoli Junior Originari”), mediante la suddivisione di tale Classe B in due nuove classi di Titoli, una classe “Mezzanine” di euro 125 milioni, dotata di rating e quotata presso la borsa del Lussemburgo, ed una nuova classe Junior di euro 91,987 milioni, non retata, né quotata. Le caratteristiche delle due nuove classi, la cui scadenza legale coincide con la data di pagamento degli interessi che cade nell’ottobre 2055, sono illustrate nella tabella che segue: Notes Valore nominale (euro mln) DBRS Moody's spread su euribor 3M Class Mezzanine 57,61% 125,000 BBB (high) (sf) Baa2 (sf) 2,75 Class C (Junior) 42,39% 91,987 unrated unrated 1,50 Totale 100,0% 216,987 Durata media in anni 2,6 (CPR 4%) I Titoli Mezzanine e i Titoli Junior sono stati integralmente sottoscritti all’emissione (7 gennaio 2016) da Nuova Banca Etruria, ai sensi di un contratto denominato “Notes Exchange Agreement”. Ai fini della ristrutturazione dei Titoli Junior Originari, Nuova Banca Etruria ha erogato un ulteriore 98 Informativa al Pubblico – Pillar III finanziamento ad Etruria SPV, pari ad euro 6,65 mln, per la costituzione della Junior Cash Reserve, il cui utilizzo è riservato esclusivamente per il pagamento degli interessi della Classe Mezzanine fino a che i Titoli Senior non saranno completamente rimborsati. La ristrutturazione non ha avuto alcun impatto per i portatori della Classe Senior, che hanno continuato a beneficiare dei rimborsi in conto capitale e degli incassi in conto interessi maturati ad essi dovuti, secondo le priorità dei pagamenti contrattualmente stabilite. Alla data del 26 aprile 2016 (Data di Pagamento) la Junior Cash Reserve, utilizzata per pagare gli interessi maturati sui titoli Mezzanine, presenta un saldo di circa euro 5,7 milioni. La ristrutturazione predetta ha comportato la pubblicazione, il 7 gennaio 2016, di un nuovo prospetto informativo, depositato presso la Borsa del Lussemburgo. In data 4 novembre 2015, Nuova Banca Etruria, in qualità di Servicer dell’Operazione, ha sottoscritto un contratto di riacquisto crediti con Etruria SPV, avente ad oggetto crediti che, alla data del 31 ottobre 2015, risultavano classificati come “crediti in sofferenza”, pari a n. 17 posizioni, per un ammontare lordo complessivo di euro 2,4 milioni. Di tale riacquisto è stata data pubblicità mediante pubblicazione di uno specifico avviso sulla Gazzetta Ufficiale n. 129 parte II del 7 novembre 2015. Alla data del 6 aprile 2016 (data di rilevazione) il portafoglio dei mutui cartolarizzati ancora in essere ammontava a circa 273 milioni di euro in quota capitale. Stand-by Servicer dell’operazione Etruria Securitisation SPV portafoglio 2012 è stata nominata Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. Giudizi delle Agenzie di Rating sui Titoli DBRS Con nota pubblicata in data 3 maggio 2013, l’Agenzia di rating DBRS ha confermato il rating attribuito alla Classe A emessa da Etruria SPV al livello di “A (high) (sf)”, rimuovendo tale Classe A dalla posizione di “Sotto Osservazione per potenziali negativi impatti”. Il 27 febbraio 214, DBRS, tenuto conto della performance del portafoglio e della rivisitazione delle proprie metodologie di analisi, ha innalzato il livello di rating della Classe A portandolo a “AA (low) (sf)” ed ha rimosso il giudizio “sotto osservazione” precedentemente attribuito. In data 2 marzo 2015, DBRS ha confermato il livello “AA(low)(sf)” alla Classe A. Nell’ambito dell’operazione di ristrutturazione dei Titoli Junior Originari (gennaio 2016), DBRS oltre ad attribuire il rating alla Classe Mezzanine (BBB (high) (sf)), ha altresì innalzato il rating già assegnato alla Classe Senior da AA (low) (sf) a AAA (sf). Moody’s Investors Service Il 23 gennaio 2015 l’agenzia Moody’s ha innalzato il livello di giudizio al Paese Italia e di conseguenza ha rivisto al rialzo anche il rating attribuito alle Classe A che dal livello “A2” è passata al livello superiore “Aa2(sf)”. Tale giudizio sulla Classe A è stato confermato in occasione della ristrutturazione dei Titoli Junior Originari, mentre alla Classe Mezzanine, di nuova emissione, è stato attribuito il rating Baa2(sf). 99 Informativa al Pubblico – Pillar III Nella tabella che segue sono descritti i giudizi attribuiti dalle Agenzie di Rating alla data dell’emissione dei Titoli e alla data corrente: Agenzie di Rating/Titoli suddivisi per classe A Mezzanine* Junior * A (high) (sf) BBB (high) (sf) NR AAA (sf) BBB (high) (sf) NR Moody’s - rating alla data di emissione A2(sf) Baa2(sf) NR Moody’s – rating attuale Aa2(sf) Baa2(sf) NR DBRS - rating alla data di emissione DBRS – rating attuale Nota: * la Classe Mezzanine ed il nuovo titolo Junior sono stati emessi il 7 gennaio 2016 AULO SPV - Cartolarizzazione di crediti personali, al consumo e cessioni del quinto dello stipendio e della pensione Il 6 giugno 2013, Banca Etruria s.c. ha ceduto, in blocco e pro-soluto, ad Aulo SPV S.r.l., un portafoglio di n. 27.512 crediti classificati in bonis, per un ammontare di circa euro 211 milioni, derivanti da contratti di finanziamenti personali, credito al consumo e Cessioni del quinto dello stipendio e della pensione e deleghe di pagamento; finanziamenti stipulati ed interamente erogati da Banca Etruria s.c. nel periodo compreso tra il 6 giugno 2005 (incluso) ed il 2 novembre 2012 (incluso); ovvero da ConEtruria S.p.A. e divenuti di titolarità di Banca Etruria s.c. in data 31 ottobre 2012, a seguito della fusione per incorporazione di ConEtruria avvenuta il 21 novembre 2012. Per finanziare l’acquisto dei finanziamenti, AULO SPV ha emesso in data 3 luglio 2013 titoli ABS per un valore nominale complessivo di euro 210.915.000 (i “Titoli”), sottoscritti quanto alla Classe A (circa euro 171 mln) da un primario investitore istituzionale e quanto alla Classe B (circa euro 40 mln) da Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria). I Titoli non sono dotati di rating e non sono quotati in alcun mercato regolamentare. Banca Etruria s.c. ha concesso ad AULO SPV un finanziamento di euro 5,3 milioni utilizzato anche per costituire: una “Commingling Reserve” per euro 2.109.150; una “Set-Off Reserve” per euro 2.680.000; ed un Fondo Spese di euro 50.000. La prima riserva rappresenta una garanzia qualora le somme incassate dai mutui siano temporaneamente indisponibili a causa del verificarsi di un evento di insolvenza del Servicer; mentre la seconda riserva è a copertura del potenziale rischio di compensazione esercitabile dai debitori ceduti clienti della Banca. Entrambe le due riserve sono soggette al rimborso trimestrale, nel rispetto di determinati livelli minimi previsti contrattualmente. Il Fondo Spese è utilizzato per far fronte ad esigenza di cassa. Al 26 marzo 2016, l’ammontare delle notes di Classe A, avendo già iniziato il relativo ammortamento risulta pari ad euro 23,6 milioni. Dati i fondi disponibili a tale data anche la Classe B, sottoscritta da Banca Etruria s.c. (ora Nuova Banca Etruria), è stata parzialmente rimborsata per 100 Informativa al Pubblico – Pillar III circa euro 5,5 milioni. Complessivamente pertanto l’ammontare delle notes in circolazione risulta pari ad euro 57,6 milioni. Il portafoglio crediti in essere al 29 febbraio 2016 risulta pari ad euro 68,3 milioni in conto capitale. Considerata la performance del portafoglio, alla data di pagamento degli interessi (IPD) di dicembre 2013 è iniziato anche il rimborso del finanziamento concesso da Banca Etruria s.c. per circa euro 3 milioni, portando così alla data del 26 marzo 2014 il completo rimborso del prestito. Aulo SPV ha nominato quale Back-up Servicer la società Zenith Service S.p.A. Nella tabella che segue sono riportate in dettaglio le informazioni relative alle operazioni di cartolarizzazione attive: 101 Informativa al Pubblico – Pillar III Tabella 10.1 – Dettagli delle operazioni di Cartolarizzazione Nome cartolarizzazione Mecenate #2 Mecenate #3 Mecenate #4 Originator Emittente Servicer Corporate Services Provider Arranger Tipologia attività cartolariz.ne Banca Etruria s.c. Mecenate S.r.l. Nuova Banca Etruria Nuova Banca Etruria UBS AG London Mutui residenziali in bonis Banca Etruria s.c. Mecenate S.r.l. Nuova Banca Etruria Nuova Banca Etruria UBS AG London Mutui residenziali in bonis Banca Etruria s.c. Mecenate S.r.l. Nuova Banca Etruria Nuova Banca Etruria UBS AG London Mutui residenziali in bonis Data del Closing Valore nominale portafoglio Prezzo di cessione Forme di credit enhancements 11 maggio 2007 € 633.130.966,77 € 633.092.709,80 BE ha concesso un mutuo ad esigibilità limitata di euro 14.974.000, ancora in essere 30 gennaio 2009 € 497.004.971,21 € 497.004.000,00 BE ha concesso un mutuo ad esigibilità limitata di euro 21.215.000, ancora in essere Cash Reserve (al closing) Cash Reserve (aprile 2016) Commingling Reserve (data iniziale) Commingling Reserve (apr./mar. 2016) Junior Cash Reserve (gennaio 2016) Junior Cash Reserve (current) Set-off Reserve (al closing) Set-off Reserve (marzo 2016) Call option € 18.169.740,40 € 18.169.740,40 € 9.218.000,00 € 5.494.911,30 € 10.438.000,00 € 21.165.000,00 € 7.735.000,00 € 4.392.717,22 26 luglio 2011 € 465.806.379,61 € 465.806.379,61 BE ha concesso un mutuo ad esigibilità limitata di euro 17.517.739,24 ancora in essere € 17.467.739,24 € 17.467.739,24 Agenzie di Rating Parte Swap 102 Etruria SPV 2012 Banca Etruria s.c. Etruria Securitisation SPV S.r.l. Nuova Banca Etruria Nuova Banca Etruria UBS AG London Mutui ipotecari e chirografari a SME e piccoli operatori economici in bonis 8 ottobre 2012 € 643.987.068,44 € 643.987.068,44 BE ha concesso un mutuo ad esigibilità limitata di euro 24.005.000 ancora in essere € 10.875.000,00 € 3.000.000,00 € 13.050.000,00 € 3.000.000,00 AULO SPV 2013 Banca Etruria s.c. AULO SPV S.r.l. Nuova Banca Etruria Nuova Banca Etruria Deutsche Bank London Prestiti al consumo, piccoli prestiti e Cessioni del Quinto 3 luglio 2013 € 210.915.243,09 € 210.915.243,09 BE ha concesso un mutuo ad esigibilità limitata di euro 5.284.150, rimborsato per intero a marzo 2014 € 2.109.150,00 € 0,00 € 6.650.000,00 € 5.651.177,09 € 2.680.000,00 € 0,00 Clean-up quando il portafoglio in essere risulti inferiore al 10% del minore tra il valore iniziale del Porta-foglio ed il prezzo di acquisto Fitch Ratings / Moody’s UBS AG London Clean-up quando il portafoglio risulti inferiore al 10% del minore tra il valore iniziale del Portafoglio ed il prezzo di acquisto Fitch Ratings / Moody’s UBS AG London Clean-up quando il portafoglio risulti inferiore al 10% del minore tra il valore iniziale del Portafoglio ed il prezzo di acquisto Fitch Ratings / Moody’s Credit Suisse International Clean-up quando il portafoglio risulti inferiore al 10% del minore tra il valore iniziale del Portafoglio ed il prezzo di acquisto DBRS / Moody’s Nessuna copertura Nessuna Deutsche Bank London Informativa al Pubblico – Pillar III AMMONTARE E CONDIZIONI DEL MECENATE #2 TRANCHING MECENATE # 3 ISIN Tipologia Data di emissione Scadenza legale Classe Rating (all’emissione) Borsa di quotazione Vita media attesa per un tasso di estinzione anticipata Tasso IT0004224116 Senior 11 maggio 2007 Ottobre 2048 Classe A AA+sf /A2 Irlanda 5,3 anni 6% EUR3M +13bp IT0004446602 Senior 2 febbraio 2009 Ottobre 2047 Classe A AA+sf / A2 Irlanda 5,83 anni 6% EUR3M+20bp Grado di subordinazione Valore nominale emesso Valore attuale in essere Sottoscrittori titoli all’emissione ISIN Tipologia Data di emissione Scadenza legale Classe Rating (all’emissione) Borsa di quotazione Vita media attesa Per un tasso di estinzione anticipata Tasso - - € 577.850.000,00 € 54.834.497,90 Investitori Istituzionali IT0004224124 Mezzanine 11 maggio 2007 Ottobre 2048 Classe B AA+sf / A2 Irlanda 9,2 anni 6% € 401.300.000,00 € 48.218.923,84 Banca Etruria s.c. IT0004446909 Mezzanine 2 febbraio 2009 Ottobre 2047 Classe B BBB-sf Irlanda 10,35 anni 6% EUR3M +25bp EUR3M+50bp Grado di subordinazione Valore nominale emesso Valore attuale in essere Sottoscrittori titoli all’emissione Sub Class A Sub Class A € 13.600.000,00 € 13.600.000,00 Investitori Istituzionali € 82.750.000,00 € 82.750.000,00 Banca Etruria s.c. MECENATE # 4 ETRURIA SPV 2012 AULO SPV 2013 IT0004750078 Senior 26 luglio 2011 Aprile 2060 Classe A1 AA+sf / A2 Irlanda 2,30 anni 6% EUR3M+190bp da data di emissione ad ottobre 2016 (step-up) EUR3M+380bp da ottobre 2016 € 160.000.000,00 € 0,00 Banca Etruria s.c.* IT0004750094 Senior 26 luglio 2011 Aprile 2060 Classe A2 AA+sf / A2 Irlanda 4,94 anni 6% IT0004855299 Senior 10 ottobre 2012 Ottobre 2055 Classe A AA (low) (sf) / A2 Lussemburgo 1,80 anni 6% EUR3M+50bp EUR3M+225bp da data di emissione ad ottobre 2016 (step-up) EUR3M+445bp da ottobre 2016 € 90.000.000,00 € 77.599.143,00 Banca Etruria s.c.* EUR3M+150bp EUR3M+200bp - Sub Classe A € 216.987.000,00 € 0,00 Banca Etruria s.c. € 39.540.000,00 € 34.025.599,06 Banca Etruria s.c. € 427.000.000,00 € 35.666.278,10 Banca Etruria s.c. IT0004855307 Junior 10 ottobre 2012 Ottobre 2055 Classe B Senza rating Non quotata IT0004939325 Senior 3 luglio 2013 Marzo 2024 Classe A Senza rating Non quotata 2,50 anni n.d. EUR3M+245bp da data di emissione a settembre 2015 (step-up) EUR3M+255bp-settembre 2015 € 171.375.000,00 € 23.608.055,95 Investitore Istituzionale IT0004939630 Junior 3 luglio 2013 Marzo 2024 Classe B Senza Rating Non quotata n.d. 103 Informativa al Pubblico – Pillar III * La Class A1 Mecenate #4 è stata venduta ad Investitori Istituzionali il 4 dicembre 2012. La Classe A2 è stata venduta ad investitori istituzionali nel dicembre 2014, unitamente ad alcuni titoli della Classe A3 per complessivi euro 20 milioni. Due ulteriori vendite dei titoli della Classe A3, sempre ad investitori istituzionali, sono state perfezionate rispettivamente nel febbraio 2015 e nel novembre 2015. 104 Informativa al Pubblico – Pillar III AMMONTARE E CONDIZIONI DEL TRANCHING ISIN Tipologia Data di emissione Scadenza legale Classe Rating (all’emissione) Borsa di quotazione Vita media attesa Per un tasso di estinzione anticipata Tasso Grado di subordinazione Valore nominale emesso Valore attuale in essere Sottoscrittori dei titoli ISIN Tipologia Data di emissione Scadenza legale Classe Rating (all’emissione) Borsa di quotazione Vita media attesa Per un tasso di estinzione anticipata Tasso Grado di subordinazione Valore nominale emesso Valore attuale in essere Sottoscrittori dei titoli MECENATE #2 MECENATE # 3 MECENATE # 4 ETRURIA SPV 2012 IT0004224132 Mezzanine 11 maggio 2007 Ottobre 2048 Classe C BBBsf / Baa2 Irlanda 9,2 anni 6% IT0004446917 Junior 2 febbraio 2009 Ottobre 2047 Classe C Senza Rating Non quotata - IT0004750086 Senior 26 luglio 2011 Aprile 2060 Classe A3 AA+sf / A2 Irlanda 5,33 anni 6% IT0005157760 Mezzanine 7 gennaio 2016 Ottobre 2055 Classe B BBB(high)sf / Baa2 (sf) Irlanda 2,6 anni 4% EUR3M +57bp Sub Class A e B EUR3M+150bp Sub Class A e B EUR3M+35bp - € 39.750.000,00 € 39.750.000,00 Investitori Istituzionali IT0004224173 Junior 11 maggio 2007 Ottobre 2048 Classe D Senza Rating Non quotata - € 12.954.000,00 € 12.954.000,00 Banca Etruria s.c. € 99.400.000,00 € 99.400.000,00 Banca Etruria s.c.* IT0004749807 Junior 26 luglio 2011 Aprile 2060 Classe Z Senza Rating Non quotata - EUR3M +275bp Sub Class A € 125.000.000,00 € 125.000.000,00 Nuova Banca Etruria IT0005157778 Junior 7 gennaio 2016 Ottobre 2055 Classe C Senza rating Non quotata EUR3M+200 bp Sub Class A, B e C € 1.892.000,00 € 1.892.000,00 Banca Etruria s.c. EUR3M+150bp Sub Classe A1, A2 e A3 € 116.406.000,00 € 116.406.000,00 Banca Etruria s.c. AULO SPV 2013 EUR3M+150bp € 91.987.000,00 € 91.987.000,00 Nuova Banca Etruria Note alla tabella: I dati riportati si riferiscono: quanto al valore nominale in essere del portafoglio alle rilevazioni al 6 aprile 2016, tranne che per AULO SPV i cui dati sono riferiti al 29 febbraio 2016; quanto ai valori delle Notes e delle Reserve alle relative date di pagamento di ciascuna operazione (aprile 2016 e relativamente ad AULO SPV a marzo 2016). 105 Informativa al Pubblico – Pillar III Tutti i titoli dotati di rating di ciascuna operazione Mecenate sono quotati presso la Borsa di Dublino; mentre i titoli ABS emessi da Etruria SPV sono quotati alla borsa del Lussemburgo. I titoli emessi da AULO SPV non sono quotati in alcun mercato regolamentato. In qualità di emittente di valori mobiliari ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati dell’Unione Europea la Società Veicolo è soggetta agli adempimenti previsti dalla 2004/109/CE (Direttiva Transparency). Mecenate s.r.l. che ha scelto come stato membro di origine l’Irlanda, paese in cui ha quotato i propri titoli, è tenuta al rispetto degli obblighi previsti dalla normativa di recepimento della suddetta Direttiva in questo ultimo Stato; mentre Etruria Securitisation SPV S.r.l., che ha scelto il Lussemburgo come stato membro di origine, è tenuta al rispetto degli obblighi normativi in materia di tale Stato. Commingling risk A seguito della revisione del rating attribuito da Fitch a Banca Etruria s.c. (agosto 2010), al fine di rispondere alla copertura dei rischi di commingling, relativamente a Mecenate 2007 e Mecenate 2009, Banca Etruria s.c. ha costituito rispettivamente due depositi (cd. commingling reserve), in essere presso BNP Paribas, per un iniziale ammontare pari a 9,2 milioni di euro per la Commingling Reserve Mecenate 2007 ed a 7,7 milioni di euro per la Commingling Reserve Mecenate 2009. Tali importi sono oggetto di un processo di adeguamento trimestrale (al 6 aprile 2016 il loro importo era pari rispettivamente a circa 5,5 milioni di euro ed a circa 4,4 milioni di euro), sulla base dell’ammontare medio delle somme incassate da Mecenate 2007 e Mecenate 2009, relative alle rate dei mutui cartolarizzati. Tali riserve saranno utilizzate solo se (e nella misura in cui) i fondi disponibili (cd. issuer available funds) delle due operazioni non dovessero essere sufficienti per i rispettivi pagamenti. In ogni caso, considerando il regolare ammortamento dei mutui, l’ammontare di tali riserve tenderà a diminuire nel corso del tempo, fino alla scadenza delle operazioni. Nella struttura dell’operazione Mecenate 2011 il rischio di commingling è già coperto dall’attuale livello di Cash Reserve. Il downgrade del rating corporate di Banca Etruria s.c. assegnato da Fitch Ratings avvenuto il 25 novembre 2011 non ha comportato alcun impatto operativo per le operazioni Mecenate 2007 e Mecenate 2009, mentre per Mecenate 2011 è stato previsto un meccanismo di trasferimento degli incassi per renderli direttamente disponibili sui conti correnti accesi da Mecenate presso BNP Paribas – Londra. Relativamente a Etruria SPV 2012 il rischio di commingling è coperto dalla specifica riserva appositamente costituita. Analogamente per AULO SPV è stata istituita una specifica riserva a copertura del relativo rischio di commingling; tale riserva, soggetta a variazione ad ogni data di pagamento, essendo il relativo ammontare determinato come percentuale (2%) del portafoglio in essere a quella data, risulta attualmente azzerata. Loan by Loan data Con l’obiettivo di migliorare il processo di trasparenza delle informazioni a supporto delle decisioni di investimento, la Banca Centrale Europea ha emanato una serie di disposizioni che prevedono la costituzione di un sistema informativo, cui tutti gli emittenti di titoli (es. ABS e RMBS) a fronte di operazioni di cartolarizzazioni (e gli originator) devono aderire. In sintesi, il sistema informativo consiste nella predisposizione di un data base per ciascun portafoglio crediti, sottostante alla 106 Informativa al Pubblico – Pillar III relativa emissione titoli, in cui sono raccolti dati ed informazioni inerenti ciascun credito cartolarizzato (“loan by loan data”). Tutti i titoli, per i quali il data base relativo al portafoglio crediti sottostante è stato correttamente compilato e popolato con le relative informazioni obbligatorie, possono ottenere l’eleggibilità per l’ammissione alle operazioni di finanziamento presso la Banca Centrale Europea. L’obbligatorietà dell’invio del loan by loan data è entrata in vigore dal primo gennaio 2013; l’aggiornamento del data base è previsto con cadenza trimestrale fino alla scadenza delle obbligazioni emesse dalla società veicolo. Nuova Banca Etruria nel rispetto della relativa normativa vigente invia trimestralmente a Banca Centrale Europea il data base loan by loan di ciascun portafoglio Mecenate 2007, Mecenate 2009, Mecenate 2011 e Etruria SPV 2012. Il giudizio ottenuto è sempre stato pari a A1, il massimo livello di rating previsto per garantire eleggibilità dei titoli ABS e RMBS emessi dalle due società veicolo. Cartolarizzazioni - aspetti contabili Le operazioni di cartolarizzazione con le quali vengono ceduti crediti a società veicolo ed in cui, anche in presenza del formale trasferimento della titolarità giuridica dei crediti, viene mantenuto il controllo sui flussi finanziari derivanti dagli stessi e la sostanzialità dei rischi e benefici, non danno luogo alla cancellazione dei crediti oggetto dell’operazione. Pertanto, in base a quanto previsto dal paragrafo 29 dello IAS 39, i crediti ceduti continuano ad essere rilevati in bilancio, registrando un debito nei confronti della società veicolo al netto dei titoli emessi dalla società stessa e riacquistati dal cedente e dei finanziamenti concessi. Anche il conto economico rifletterà gli stessi criteri di contabilizzazione. Nei casi in cui vengano poste in essere operazioni cd. di “autocartolarizzazione” (nelle quali il soggetto Originator sottoscrive integralmente i titoli emessi dalla società veicolo a fronte della cessione), gli asset sottostanti continuano a figurare nel bilancio del cedente come attività proprie, in quanto la sottoscrizione di tutte le passività del veicolo rende, di fatto, l’operazione come mai avvenuta. A livello contabile il suddetto risultato si ottiene consolidando, de facto, il patrimonio separato della società veicolo nel bilancio separato dell’Originator. In caso di successivo collocamento (totale o parziale) delle notes sul mercato, sarà necessario valutare nuovamente se si concretizza in tutto o in parte il trasferimento dei rischi e benefici connessi ai crediti ceduti per la contabilizzazione dell’eventuale differenza tra il corrispettivo ricevuto per la cessione dei titoli e il valore di bilancio dei crediti. In particolare, in caso di totale trasferimento dei rischi e benefici la suddetta differenza sarà interamente rilevata a conto economico ai sensi del paragrafo 26 dello IAS 39; differentemente il corrispettivo ricevuto andrà rilevato nello stato patrimoniale come una passività nei confronti del veicolo e la suddetta differenza sarà imputata a conto economico pro rata temporis fino alla scadenza della cartolarizzazione, in base all’ammortamento contabile dell’attività finanziaria ceduta ma non cancellata. Si evidenzia inoltre che, anche dopo l’entrata in vigore dei principi IAS/IFRS si ritiene che le società veicolo costituite ai sensi della Legge 130 del 1999 possano continuare a rilevare le operazioni di cartolarizzazione soltanto nella nota integrativa. Infatti, poiché i crediti cartolarizzati costituiscono un “patrimonio separato” a beneficio dei portatori dei titoli emessi dalla società veicolo per finanziare l’acquisto dei crediti stessi, tali attività e passività rispettano le condizioni stabilite dal paragrafo 19 dello IAS 39 (il c.d. accordo “passthrough”) per la derecognition delle attività oggetto di cessione; al contrario, le società cedenti 107 Informativa al Pubblico – Pillar III potranno continuare a cancellare dal proprio attivo le attività cedute soltanto se avranno trasferito sostanzialmente tutti i rischi e i benefici connessi con tali attività. Per quanto attiene alle operazioni di cartolarizzazione realizzate nel corso dell’esercizio 2012 tramite la società veicolo Etruria Securitisation SPV S.r.l. e nel corso del 2013 tramite la società Aulo SPV S.r.l., pur in assenza di rapporti partecipativi tra la Capogruppo e le società veicolo, le stesse sono integralmente consolidate, ai sensi dell'IFRS 10 (Bilancio Consolidato), in quanto sono stati rilevati i presupposti per il controllo di fatto e, pertanto, la relativa inclusione nel perimetro di consolidamento. ***** Le tabelle di seguito riportate si riferiscono alle operazioni in essere al 31 dicembre 2015 originate da Banca Etruria s.c. La fonte delle tabelle è la Parte E della Nota Integrativa del Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2015. 108 Informativa al Pubblico – Pillar III C.1. Gruppo bancario - Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione "proprie" ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipo di esposizioni Rettifiche/riprese di valore - - - - - - - - - - - 25.430 28.220 - 181.291 - - 142.444 25.392 245.207 35.569 1.152 15.465 - - - - - -- - - - - 61.118 24.023 - Esposizione netta - - Rettifiche/riprese di valore - Esposizione netta - Esposizione netta Rettifiche/riprese di valore - Esposizione netta Esposizione netta Junior - Esposizione netta Rettifiche/riprese di valore Linee di credito Mezzanine Senior - Valore di bilancio Rettifiche/riprese di valore Junior Rettifiche/riprese di valore Garanzie rilasciate Mezzanine Senior - Valore di bilancio Rettifiche/riprese di valore Junior Rettifiche/riprese di valore A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio B. Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio C. Non cancellate dal bilancio C.1 - Mecenate S.r.l. C.1 – Aulo SPV S.r.l. C.1 – Etruria Securitisation SPV S.r.l. Valore di bilancio Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni Rettifiche/riprese di valore Esposizione per cassa Mezzanine Senior C.3 Gruppo bancario - Interessenze in società veicolo per la cartolarizzazione Nome cartolarizzazione/società veicolo Mecenate Srl Attività (a) Sede legale Consolidamento Arezzo Consolidato Etruria Securitisation SPV Srl Arezzo Aulo SPV Srl Arezzo Consolidato (b) Consolidato Crediti Passività(a) Titoli di debito Altre Senior Mezzanine Junior 637.549 - 87.071 148.790 325.500 131.252 325.725 - 38.579 84.721 - 216.987 74.562 - 3.429 32.672 - 34.026 Note alla tabella (a) I dati rappresentati sono relativi al bilancio della società veicolo e al patrimonio separato della cartolarizzazione, al lordo di eventuali rapporti infragruppo. (b) Il consolidamento della società veicolo è relativo al solo bilancio della società veicolo e non al patrimonio della cartolarizzazione. 109 Informativa al Pubblico – Pillar III C.5 Attività di servicer - incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la cartolarizzazione Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. Mecenate Spv (ptf. 394) Mecenate Spv (ptf. 509) Mecenate Spv (ptf. 672) Aulo SPV (ptf. 819) Etruria Securitisation Spv (ptf. 752) 110 Attività in bonis Attività Deteriorate Attività in bonis Attività in bonis Attività Deteriorate Quota percentuale dei titoli rimborsati (dato di fine periodo) Senior Mezzanine Junior Attività Deteriorate In bonis Incassi crediti realizzati nell'anno Deteriorate Società veicolo In bonis Servicer Deteriorate Attività cartolarizzate 10.432 119.339 2.203 27.008 - 88,06% - - - - 15.407 140.872 1.461 32.603 - 83,85% - - - - 12.497 3.823 288.698 61.707 1.935 1.301 50.827 44.441 - 90,65% 80,94% - - - 13,95% 34.693 256.610 11.341 72.137 - 80,16% - - - - Informativa al Pubblico – Pillar III 14. Politica di remunerazione (art. 450 CRR25) La definizione delle politiche retributive è sempre avvenuta con il coordinamento del Servizio Risorse Umane in collaborazione con la Direzione Risk Management e la Direzione Compliance (per la rispondenza al quadro normativo e per l’eventuale definizione di obiettivi improntati a misurabilità e semplicità nonché per la gestione dei rischi), e il Servizio Segreteria Societaria (per quanto riguarda le remunerazione degli Organi Amministrativi). La funzione di revisione interna, verifica, con frequenza annuale la rispondenza delle prassi di remunerazione alle politiche approvate. La congiuntura economica e finanziaria degli ultimi anni ha portato l’Organo di Vigilanza ad intervenire più volte nel Sistema Bancario con suggerimenti ispirati a canoni di prudenza, volti al recupero della marginalità per il perseguimento degli obiettivi aziendali e in linea con le attese degli stakeholders. In linea con questo obiettivo, nella convinzione di tutelare gli interessi di tutto il Corpo Sociale, il Gruppo si è adeguato contraendo la parte variabile soprattutto nella sua componente relativa ai sistemi di incentivazione che, negli ultimi anni, non hanno trovato attuazione. Nel corso del 2015 la Banca, a seguito delle note vicende societarie che l’hanno interessata, non ha individuato il perimetro del c.d. Personale più Rilevante né svolto l’Assemblea Ordinaria che, come ogni anno, avrebbe dovuto approvare le Politiche di Remunerazione per l’anno in corso. Per quanto sopra in questa sede non è possibile redigere l’informazione quantitativa nei termini previsti per il Personale più Rilevante per il Gruppo Etruria. Nel 2016 la Nuova Banca Etruria ha richiesto a Banca d’Italia la proroga per la predisposizione delle Politiche Remunerative per il 2016: in attesa, sono è in corso di predisposizione al momento della stesura del presente documento, le linee guida sulle prassi remunerative. Banca Federico Del Vecchio, non essendo stata interessata da quanto accaduto in Banca Etruria, ha normalmente adempiuto agli obblighi di normativa portando all’approvazione dell’Assemblea del 20 aprile 2015 le Politiche di Remunerazione. Tale documento, che contiene informazioni dettagliate sui principi e sulle caratteristiche delle summenzionate politiche è a disposizione nel sito della Banca alla sezione organi sociali (http://www.bancadelvecchio.it/labanca/organisociali). In tale contesto la politica retributiva di Banca Federico Del Vecchio ha continuato, comunque, ad incentrarsi nella sua preponderante componente fissa mantenendo gli adeguamenti contrattuali previsti dalla contrattazione di I e II livello mentre, nel contempo, non sono stati attivati sistemi di incentivazione di nessuna tipologia o piani basati su strumenti finanziari. Di contro, al fine di trattenere specifiche professionalità, sono state attivate tipologie di intervento utili nel mantenere in azienda soggetti con determinate capacità. Informazione quantitativa Le spese per il personale nel 2015 (come riportato nell’informativa contenuta nella parte L della Nota Integrativa del Bilancio d'esercizio 2015) sono pari a circa 19,4 milioni di euro di cui circa 8,7 milioni riferibili a Nuova Banca Etruria (il dato è relativo ai 38 giorni della nuova Società dal 22/11/2015 al 31/12/2015) mentre il restante ammontare si riferisce, per l’intero anno, a Banca Federico Del Vecchio e Banca Popolare Lecchese26. 25 26 Già Tavola 10 in base a disciplina previgente. Il 18 dicembre 2015 è stata perfezionata la cessione di Banca Popolare Lecchese S.p.A.. 111 Informativa al Pubblico – Pillar III 15.Leva finanziaria (art. 451 CRR) Il coefficiente di leva finanziaria eccessiva è stato introdotto nell’ambito del framework Basilea 3 e costituisce un requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali basati sul rischio. L’introduzione di tale requisito persegue gli obiettivi di limitare l’accumulo di indebitamento nel settore bancario per evitare processi di deleveraging destabilizzanti che possono danneggiare il sistema finanziario e più in generale l’economia, nonché di rinforzare il sistema dei requisiti patrimoniali associati al rischio con una semplice misura di backstop, non basata sul profilo di rischio. In recepimento della disciplina sovranazionale (CRD IV e CRR), la Circolare 285/2013 di Banca d’Italia definisce il rischio di leva finanziaria eccessiva come “il rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività” e prevede che le banche calcolino il proprio indice di leva finanziaria. Il processo di gestione e controllo del rischio di leva finanziaria eccessiva di cui il Gruppo si è dotato prevede un sistema di soglie di sorveglianza della leva finanziaria idoneo ad evidenziare eccessivi squilibri tra esposizioni e capitale di classe 1 che ha l’obiettivo di monitorare periodicamente l’esposizione al rischio. Non è invece previsto il calcolo di uno specifico capitale interno a fronte del rischio di leva finanziaria eccessiva. La misurazione del rischio è effettuata mediante il calcolo del coefficiente di leva finanziaria (c.d. Leverage Ratio o LR) definito dal CRR come “misura del capitale dell'ente divisa per la misura dell'esposizione complessiva dell'ente” espresso in percentuale. Il calcolo del Leverage Ratio e il monitoraggio delle soglie è effettuato e demandato alla funzione di Risk Management. La verifica delle soglie è effettuata con cadenza trimestrale e in occasione di operazioni straordinarie così come definite in specifico regolamento interno. Ad esito delle attività di monitoraggio viene altresì predisposta idonea reportistica per gli Organi aziendali. Nelle tabelle sotto riportate viene illustrato il calcolo del Leverage Ratio, secondo le disposizioni previste nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), così come ad oggi modificato. L'evoluzione dell'indicatore è monitorata su base trimestrale a livello consolidato. Fondi propri ed esposizione totale 31/12/2015 Capitale di classe 1 (TIER 1) - A regime 411.692 Capitale di classe 1 (TIER 1) - Transitorio 420.193 Totale esposizioni per la leva finanziaria - a regime Totale esposizioni per la leva finanziaria - transitorio Leverage Ratio Indicatore di leva finanziaria - A regime 6,36% Indicatore di leva finanziaria - Transitorio 6,51% Data la recente costituzione di Nuova Banca Etruria S.p.A., il coefficiente pubblicato rappresenta la prima rilevazione ufficiale per il Gruppo. 112 Informativa al Pubblico – Pillar III L’informativa quantitativa al 31 dicembre 2015 viene di seguito esposta secondo gli schemi previsti dalla versione finale dell’Implementing Technical Standard sulla Disclosure dell’indicatore di Leva Finanziaria. Coefficiente di leva finanziaria - Modello d'informativa Data di riferimento 31/12/2015 Nome del soggetto Livello di applicazione Nuova Banca Etruria S.p.A. Consolidato Modello LRSum - Riepilogo della riconciliazione tra attività contabili e esposizioni del coefficiente di leva finanziaria Importi applicabili 8.035.776 1 Attività totali come da bilancio pubblicato 2 Rettifica per i soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento regolamentare 3 (Rettifica per le attività fiduciarie contabilizzate in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile ma escluse dalla misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell’articolo 429, paragrafo 13, del regolamento (UE) n. 575/2013) 4 Rettifica per gli strumenti finanziari derivati 5 Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT) 6 Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in importi equivalenti di credito) UE-6a (Rettifica per le esposizioni infragruppo escluse dalla misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell’articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013) UE-6b (Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell’articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013) 7 Altre rettifiche 8 -1.627.190 0 12.168 0 253.556 0 0 -216.676 Misura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria 6.457.633 Modello LRCom - Informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria Esposizione del coefficiente di leva finanziaria (CRR) Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT) 1 Elementi in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie, ma comprese le garanzie reali) 2 (Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1) 3 Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie) (somma delle righe 1 e 2) 6.107.209 -17.880 6.089.329 Esposizioni su derivati 4 Costo di sostituzione associato atuttele operazioni su derivati (al netto del margine di variazione in contante ammissibile) 98.570 5 Maggiorazioni per le potenziali esposizioni future associate atuttele operazioni su derivati (metodo del valore di mercato) 12.168 UE-5a Esposizione calcolata secondo il metodo dell’esposizione originaria 6 Lordizzazione delle garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile 7 (Deduzione dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati) 8 (Componente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) 9 Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti 113 Informativa al Pubblico – Pillar III 10 (Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati su crediti venduti) 11 Totale Esposizioni su derivati (somma delle righe da 4 a 10) 12 Attività SFT lorde (senza rilevamento della compensazione) previa rettifica per le operazioni contabilizzate come vendita 13 (Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde) 14 Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT UE-14a Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte ai sensi dell’articolo 429ter, paragrafo 4, e dell'articolo 222 del regolamento (UE) n. 575/2013 15 Esposizioni su operazioni effettuate come agente UE-15a (Componente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente) 16 Totale Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (somma delle righe da 12 a 15a) 110.737 Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli 4.011 4.011 Altre esposizioni fuori bilancio 17 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 2.151.018 18 (Rettifica per conversione in importi equivalenti di credito) 1.897.463 19 Totale Altre esposizioni fuori bilancio (somma delle righe 17 e 18) 253.555 (Esposizioni esentate a norma dell’articolo 429, paragrafi 7 e 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) UE-19a (Esposizioni infragruppo (su base individuale) esentate a norma dell’articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) UE-19b (Esposizioni esentate a norma dell’articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) Capitale e misura dell'esposizione complessiva 20 Capitale di classe 1 420.193 21 Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria (somma delle righe 3, 11, 16, 19, UE-19a e UE-19b) 6.457.633 Coefficiente di leva finanziaria 22 6,51% Coefficiente di leva finanziaria Scelta delle disposizioni transitorie e importo degli elementi fiduciari eliminati UE-23 Scelta delle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale UE-24 Importo degli elementi fiduciari eliminati ai sensi dell'articolo 429, paragrafo 11, del regolamento (UE) n. 575/2013 disposizione transitoria Modello LRSpl - Disaggregazione delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate) Esposizione del coefficiente di leva finanziaria (CRR) UE-1 Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate), di cui: UE-2 esposizioni nel portafoglio di negoziazione 1009 UE-3 esposizioni nel portafoglio bancario, di cui: 6.106.200 UE-4 obbligazioni garantite UE-5 esposizioni trattate come emittenti sovrani 114 6.107.209 0 1.713.034 Informativa al Pubblico – Pillar III UE-6 esposizioni verso amministrazioni regionali, banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni internazionali e organismi del settore pubblico non trattati come emittenti sovrani UE-7 enti UE-8 garantite da ipoteche su beni immobili UE-9 esposizioni al dettaglio 762.411 UE-10 imprese 858.114 UE-11 esposizioni in stato di default 966.367 UE-12 altre esposizioni (ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da crediti) 489.732 11.068 192.576 1.112.896 115 Informativa al Pubblico – Pillar III 16. Uso di tecniche di attenuazione del rischio di credito (art. 453 CRR27) Il Gruppo Banca Etruria non applica processi di compensazione delle esposizioni a rischio di credito con partite di segno opposto in ambito di bilancio o “fuori bilancio”, per quanto concerne il portafoglio commerciale. Il Gruppo Banca Etruria adotta invece politiche di riduzione del rischio di controparte con controparti istituzionali, stipulando accordi di compensazione (netting agreement) e accordi di collateralizzazione (collateral agreement), sia per derivati che per repo (repurchase agreement). Gli accordi di compensazione relativi a operazioni in bilancio e fuori bilancio stipulati non sono fatti valere ai fini contabili e segnaletici di vigilanza. Con l’obiettivo di ridurre i rischi insiti nella concessione di affidamenti alla clientela, gli stessi sono mitigati con la richiesta di garanzie, sia reali (ipoteca e pegno) sia personali (fideiussioni, comprese quelle consortili e le controgaranzie), sia di tipo assicurativo, che rappresentano una copertura essenziale del rischio assunto a fronte del credito erogato. Tutte le garanzie sono richieste su base selettiva in funzione della valutazione del merito creditizio del cliente affidato e sulla base della tipologia di operazione, al fine di ridurre il rischio di credito e considerandone gli impatti in termini di requisiti patrimoniali. In aggiunta a quanto sopra descritto in relazione alla mitigazione del rischio di credito nel corso del 2016, al fine di verificare il rispetto dei requisiti di “eleggibilità” previsti dalla normativa per le singole tipologie di garanzie e di poter così applicare le tecniche di Credit Risk Mitigation per la riduzione del requisito patrimoniale, è proseguita l’attività di alimentazione del database informativo relativo agli immobili acquisiti come garanzie reali ipotecarie a supporto del credito concesso alla clientela. Risulta consolidato il processo di gestione delle garanzie reali finanziarie, delle garanzie assicurative oltre che il processo di gestione delle controgaranzie rilasciate dal fondo MCC. Nel corso del 2015 sono state formalizzate regole specifiche e standardizzate per l’acquisizione, la gestione, il monitoraggio e il realizzo di tutte le tipologie di garanzie attraverso la pubblicazione di una specifica normativa. Sono state, inoltre, ulteriormente rafforzate le attività di data quality nei sistemi informativi e di verifica qualitativa delle garanzie reali e personali. Politiche e processi per la valutazione e gestione delle garanzie reali L’erogazione del credito con acquisizione di garanzie reali è soggetta a norme e processi interni formalizzati per l’acquisizione e conservazione della documentazione, la valutazione del bene, il perfezionamento della garanzia ed il monitoraggio del valore nel tempo. L’eventuale realizzo forzoso della garanzia è curato da strutture specialistiche deputate al recupero del credito. La presenza di garanzie reali non esime, in ogni caso, da una valutazione completa del rischio di credito, incentrata principalmente sulla capacità del prenditore di far fronte alle obbligazioni assunte indipendentemente dall’accessoria garanzia. Riguardo alle garanzie ipotecarie, il processo interno di acquisizione, gestione e monitoraggio delle stesse prevede regole specifiche e ben definite, uniformi per tutte le Banche del Gruppo, tali da garantire l’efficacia e la validità delle garanzie acquisite, sia come strumento di protezione del credito, che come strumento di mitigazione in termini di assorbimento patrimoniale. 27 Già Tavola 8 in base a disciplina previgente. 116 Informativa al Pubblico – Pillar III Ai fini della valutazione dei beni è previsto, a seconda della tipologia del mutuatario e dell’importo del finanziamento, principalmente l’utilizzo di perizie di tecnici esterni. Il Gruppo si avvale di società del settore riconosciute a livello nazionale. Le suddette società hanno certificato, attraverso formale documentazione, la loro adesione alle Linee Guida ABI per la Valutazione degli Immobili in Garanzia, garantendo una prassi in grado di agevolare gli intermediari nell’applicazione dei criteri generali di valutazione e di sorveglianza sugli immobili a garanzia di esposizioni creditizie, in attuazione delle disposizioni di vigilanza della Banca d’Italia. Nella fase di concessione del credito, la valutazione degli immobili è basata sul valore di mercato prudenziale o, per gli immobili in corso di realizzazione, sul costo di costruzione. A copertura dei rischi residuali, il prenditore è tenuto a stipulare una polizza assicurativa contro i danni di incendio e scoppio per un importo quanto meno pari al costo di ricostruzione dell'immobile. Nel corso del 2015 è stato definito un nuovo iter di gestione delle polizze assicurative a copertura dell’immobile in garanzia. Inoltre è previsto un processo di monitoraggio degli immobili a garanzia sia nel caso di crediti deteriorati che non, che si realizza attraverso metodi statistici o con attività di rivalutazione del valore degli immobili tramite nuova perizia. Una specifica funzione della Sede Centrale della Capogruppo effettua un controllo accentrato delle garanzie ipotecarie con particolare riferimento alla completezza della documentazione acquisita, al rispetto dei requisiti normativi in termini di eleggibilità degli immobili ed al corretto caricamento procedurale della garanzia. Tale funzione provvede inoltre ad alimentare il database informativo sugli immobili oggetto di garanzia, nel quale sono registrate le informazioni necessarie al fine di garantire il monitoraggio del mantenimento dei requisiti nel tempo. Nel corso del 2015 tale processo è stato ulteriormente efficientato attraverso la definizione di un nuovo iter per la prima concessione di finanziamenti ipotecari e per le successive operazioni, che ha previsto l’accentramento della redazione delle minute e del perfezionamento delle garanzie. Per quanto concerne invece il comparto delle garanzie pignoratizie, anche in tale caso il processo interno di acquisizione, gestione e monitoraggio prevede regole specifiche e ben definite, uniformi per tutte le Banche del Gruppo, tali da garantire l’efficacia e la validità delle garanzie acquisite sia come strumento di protezione del credito che come strumento di mitigazione in termini di assorbimento patrimoniale. Nel corso del 2015, il processo di gestione delle garanzie pignoratizie, che prevede un accentramento dell’operatività presso una specifica funzione della Sede Centrale della Capogruppo, è stato ulteriormente efficientato attraverso l’accentramento del perfezionamento della garanzia e l’individuazione di uno specifico iter di monitoraggio dei valori delle garanzie pignoratizie. In particolare la valutazione delle garanzie pignoratizie è basata sul valore reale, inteso quale valore di mercato per gli strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato, o diversamente, da un valore di stima basato sul valore di presunto realizzo. Il valore delle garanzie pignoratizie acquisite viene costantemente monitorato dalla suddetta funzione della Capogruppo appositamente individuata. Al fine di limitare i rischi di insussistenza o cessazione della protezione sono previste specifiche tutele, quali il reintegro della garanzia in presenza di una diminuzione del valore iniziale e l’estensione del pegno sulle somme rivenienti dal rimborso degli strumenti finanziari. Il trattamento in ottica di vigilanza prudenziale per le garanzie pignoratizie viene effettuato secondo il metodo “integrale” con rettifiche standard di volatilità. Nel corso del 2015 è stato implementato un tool interno che consente la determinazione automatizzata e la tracciatura con relativa ricostruzione della perdita attesa per posizioni deteriorate, replicando attraverso il proprio impianto tabellare i parametri e le metodologie per la determinazione delle previsioni di perdita sui crediti definiti dalle Policy interne deliberate dal Consiglio di Amministrazione. Il tool consente di 117 Informativa al Pubblico – Pillar III applicare ai dati presenti sui data repository aziendali relativi alle esposizioni deteriorate i parametri di valutazione (haircut) delle garanzie e le percentuali di svalutazione all’incapienza per ottenere il valore del dubbio esito e, quindi, del corrispondente accantonamento da effettuare in bilancio per ogni singola linea creditoria. Tali risultati sono quindi sottoposti alla valutazione dei gestori di posizione deteriorata a supporto della propria valutazione analitica. Lo strumento consente quindi di trattare, ai fini del calcolo del dubbio esito, in modo omogeneo e standardizzato qualunque tipologia di rapporto e di garanzia, sia di natura reale che personale. Definizione dei principali tipi di garanzie reali accettate Le garanzie reali accettate dal Gruppo Banca Etruria sono: garanzie reali finanziarie; garanzie reali immobiliari; altre garanzie reali (es. pegni su polizze vita). Nelle seguenti tabelle di dettaglio sono illustrate le principali tipologie di garanzie reali finanziarie e garanzie reali immobiliari che il Gruppo ammette ai fini dell’applicazione delle tecniche CRM28: Garanzie reali finanziarie/Altre garanzie reali29 Tipo di garanzia Titoli quotati Titoli di Stato Certificati di deposito Saldo in conto corrente (in Euro o in valuta) Pegno di polizza Assicurative I e V ramo Pegno di polizza Assicurative III ramo Obbligazioni quotate (espresse in valuta diversa da Euro, espresse in Euro, Obbligazioni Gruppo Banca Etruria) Libretti di deposito Quote di fondi italiani e Sicav Italiani Oro finanziario – in conto corrente Oro finanziario – “ORO VERO” Garanzie reali ipotecarie30 Tipologia finanziamento Tipologia controparte PRIVATI Tipologia immobile accettato in garanzia IMMOBILE RESIDENZIALE IMMOBILE NON RESIDENZIALE FONDIARIO IMPRESE TERRENI RESIDENZIALI EDIFICABILI PRIVATI EDILIZIO IMPRESE FINANZIAMENTI S.A.L. PER LA REALIZZAZIONE DI IMMOBILI RESIDENZIALI FINANZIAMENTI S.A.L. PER LA REALIZZAZIONE DI IMMOBILI NON RESIDENZIALI Il Gruppo non opera in derivati su crediti. 28 Cfr. glossario. Sono presenti ed accettate dal Gruppo Banca Etruria ulteriori garanzie pur non essendo eligibili ai fini prudenziali in base alla normativa vigente. 30Sono presenti ed accettate dal Gruppo Banca Etruria ulteriori garanzie pur non essendo eligibili ai fini prudenziali in base alla normativa vigente. 29 118 Informativa al Pubblico – Pillar III La principale concentrazione di garanzie reali ipotecarie è legata ai finanziamenti per mutui alla clientela, tuttavia considerato il frazionamento del rischio implicito nella tipologia e la caratteristica dei finanziamenti, nonché i limiti interni in tema di concentrazione del rischio, non si rilevano concentrazioni di garanzie significative. Per quanto concerne invece le garanzie reali finanziarie, la maggior concentrazione di queste è rappresentata da obbligazioni emesse da Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio S.C. (successivamente trasferite a Nuova Banca Etruria) e dai pegni in denaro; pertanto il livello di concentrazione di questi strumenti può ritenersi non significativo. Politiche e processi per la valutazione e gestione delle garanzie personali Nell'ambito del comparto delle garanzie personali, i garanti sono rappresentati nella maggior parte dei casi dai Consorzi Fidi ed in via residuale da banche ed enti31. In particolare, i Confidi iscritti nell’elenco speciale ex art 107 T.U.B, ai fini regolamentari, sono pertanto ritenuti idonei ad offrire garanzie in grado di mitigare il rischio di credito in sede di calcolo dei requisiti patrimoniali. A tale proposito già a partire dall’esercizio 2011 è stato introdotto, per tutte le Banche del Gruppo Banca Etruria, un processo di accentramento della gestione amministrativa delle garanzie consortili finalizzato a: - minimizzare i rischi operativi in termini di mancata eleggibilità di tali garanzie; - standardizzare le attività previste, con una specializzazione delle competenze ed un più efficace monitoraggio e gestione delle posizioni interessate; - semplificare la gestione operativa della rete commerciale; - individuare un’unica funzione aziendale di interscambio delle informazioni con i principali Consorzi di Garanzia convenzionati. Nel corso del 2015 è stato emanato un aggiornamento alla normativa interna che ha previsto: • l’accentramento presso una struttura di sede centrale del perfezionamento e delle principali fasi di gestione della garanzia, • una nuova tabella sinottica che riepiloga le attività obbligatorie per ciascuna Convenzione Stipulata, • l’introduzione di uno specifico processo dedicato tutte le attività di gestione operativa relative alla concessione della Garanzia Diretta da parte del Fondo Centrale di Garanzia (MCC), ivi incluso il relativo iter operativo per la richiesta di ammissibilità alla garanzia diretta del Fondo MCC (Fondo di Garanzia Nazionale per le Piccole e Medie Imprese), • la riconduzione all’interno di un unico processo di tutta la normativa relativa alla gestione dei rischi da garanzie consortili e della disciplina relativa alle garanzie rilasciate dalla SGFA. La principale concentrazione di garanzie personali è rappresentata da quelle di tipo consortile; la stessa tuttavia può ritenersi non significativa tenuto conto sia del frazionamento del rischio tra le esposizioni di riferimento, che dei limiti definiti internamente in tema di concentrazione del rischio per singolo Consorzio. Nell’ambito delle attività di efficientamento dei processi interni inoltre nel corso del 2015 sono state implementate le disposizioni normative inerenti il comparto delle garanzie personali, con particolare riferimento alla formalizzazione delle modalità di gestione delle fideiussioni e lettere di patronage, nonché alla definizione delle modalità di redazione dei testi fideiussori. 31 Sono presenti ed accettate dal Gruppo Banca Etruria ulteriori garanzie per non essendo eligibili ai fini prudenziali in base alla normativa vigente 119 Informativa al Pubblico – Pillar III In relazione alle attività di determinazione delle previsioni di perdita su posizioni coperte da garanzie personali, si applicano le stesse metodologie descritte per le garanzie reali. Nella tabella di seguito riportata sono illustrate, per classe regolamentare di attività, le esposizioni del Gruppo Bancario considerate ai fini del rischio di credito – metodo integrale coperte da garanzie reali finanziarie e metodo standardizzato coperte da garanzie personali, determinate secondo le regole di vigilanza prudenziale. La tabella non include, pertanto, tutti i tipi di garanzia rilasciate comunque dalla clientela, ma solo le garanzie ammissibili ai fini della mitigazione del rischio in ottica di vigilanza prudenziale. Ad esempio, non sono incluse le esposizioni garantite da immobili che sono garanzie non riconosciute ai fini della mitigazione del rischio e che non sono quindi direttamente rappresentate nell’omonima classe evidenziata nella tabella 3 della presente informativa. Rischio di credito e di controparte: distribuzione delle esposizioni coperte da garanzie reali e personali per classi regolamentari di attività RISCHIO DI CREDITO E CONTROPARTE Metodologia importi in migliaia di euro standard AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA' LOCALI ORGANISMI DEL SETTORE PUBBLICO INTERMEDIARI VIGILATI* garanzie reali garanzie finanziarie personali garanzie assimilate alle personali TOTALE 982.985 12.877 1 - IMPRESE 59.996 40.210 12.427 ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO 24.652 101.688 17.902 2.034 2.131 - 4.696 29.695 - 20 1.896 - 144.242 6.750 33.723 - - - - - 1.071.798 189.166 32.246 1.293.210 ESPOSIZIONI GARANTITE DA IMMOBILI ESPOSIZIONI SCADUTE ESPOSIZIONI AD ALTO RISCHIO ESPOSIZIONI VERSO ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OIC) ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE ALTRE ESPOSIZIONI TOTALE RISCHIO DI CREDITO E DICONTROPARTE 12.877 982.986 112.633 Fonte: Elaborazione interna * Nella categoria “Intermediari Vigilati” la componente coperta da garanzie reali e finanziarie deriva prevalentemente dai contratti in PCT trattati secondo il metodo integrale. 120 Informativa al Pubblico – Pillar III Dichiarazione dell’Amministratore Delegato ai sensi dell’art. 435, comma 1, lettere e) ed f) del Regolamento UE 575/2013 L’Amministratore Delegato Roberto Bertola, su mandato del Consiglio di Amministrazione, premesso che la capogruppo Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A. è stata costituita con D.L. del 22 novembre 2015 per svolgere le attività ente ponte ai sensi dell’art. 42 del D. Lgs. N. 180/2015 e con oggetto l'acquisizione e la gestione dei beni e rapporti giuridici della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio Società Cooperativa in risoluzione, con l'obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali già svolte dalla predetta banca e di cedere a terzi tali beni e rapporti, quando le condizioni di mercato saranno adeguate, dichiara ai sensi dell’art. 435 comma 1, lettre e) ed f) del Regolamento UE 575/2013 che: I sistemi di gestione dei rischi messi in atto dalla Capogruppo Nuova Banca Etruria e descritti nel documento Informativa al Pubblico da parte degli Enti Pillar 3 al 31 dicembre 2015 sono in linea con il profilo e la strategia del Gruppo. Nel summenzionato documento, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo Nuova Banca Etruria, sono rappresentati i profili di rischio complessivo del Gruppo e che gli stessi sono coerenti e raccordati con la strategia aziendale. Arezzo, 30/06/2016 L’Amministratore Delegato Roberto Bertola 121 Informativa al Pubblico – Pillar III Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari Marietti Maria Stella dichiara, ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria D. Lgs. 58/1998), che l’informativa contabile contenuta nel presente documento corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili. Arezzo, 24/06/2016 Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari Maria Stella Marietti 122 Informativa al Pubblico – Pillar III GLOSSARIO Accordo Basilea 3 Il documento Schema di regolamentazione internazionale per il rafforzamento delle banche e dei sistemi bancari (emanato nel dicembre 2010 ed aggiornato nel giugno 2011) del Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria. Banca Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., più brevemente anche Nuova Banca Etruria. Capitale aggiuntivo di classe 1 Il capitale aggiuntivo di classe 1, detto anche additional tier 1, è costituito dagli strumenti di capitale diversi dalle azioni ordinarie che rispettano tutti i requisiti fissati dalla normativa. Capitale di classe 1 Il capitale di classe 1, detto anche tier 1, è pari alla somma del capitale primario di classe 1 e del capitale aggiuntivo di classe 1. Capitale di classe 2 Il capitale di classe 2, detto anche tier 2, comprende gli strumenti di capitale e prestiti subordinati che soddisfano i requisiti fissati dalla normativa, i relativi sovrapprezzi di emissione, l’eccedenza delle rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese e gli altri elementi che costituiscono patrimonio di qualità secondaria. Capitale Interno Capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che la banca ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso. Capitale Interno Complessivo Capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dalla banca, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico. Capitale primario di classe 1 Il capitale primario di classe 1, detto anche common equity tier 1, comprende il capitale versato, gli strumenti di capitale che rispettano i requisiti fissati dalla normativa, i relativi sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili, al netto delle azioni proprie in portafoglio, dell’avviamento, delle altre attività immateriali e dell’eccedenza delle rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese. Capogruppo Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A.. Circolare 263 La Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” emanata da Banca d’Italia e successive modifiche e aggiornamenti. Circolare 285 La Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 “Disposizioni di vigilanza per le banche” emanata da Banca d’Italia e successive modifiche e aggiornamenti. Common Equity Tier 1 Ratio Rapporto tra il capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1) ed il totale delle attività di rischio ponderate Credit Risk Mitigation Tecniche di mitigazione del rischio di credito. 123 Informativa al Pubblico – Pillar III Derivati OTC (over the counter) Strumenti derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (es: swap, forward rate agreement). DIPO - Database italiano delle perdite operative Base dati che raccoglie, dal gennaio 2003, informazioni sui singoli eventi di perdita operativa subiti dalle banche aderenti, alle quali vengono forniti flussi di ritorno da utilizzare per le stime e la mitigazione del fenomeno. ECAI – External Credit Assessment Institution Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito. Fair value Corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una transazione libera tra parti consapevoli e indipendenti. Gruppo Gruppo Banca Etruria che comprende le società di cui al Gruppo Bancario e BAP, BAP Danni ed Oro Italia Trading. Gruppo Bancario Comprende le seguenti società: Comparto Bancario: 1) Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio S.p.A., 2) Banca Federico Del Vecchio S.p.A.; Comparto Informatico: 4) Etruria Informatica S.r.l.; Comparto dei servizi finanziari: 5) Mecenate S.r.l. IAS I principi IAS (International Accounting Standards) sono emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB). I principi emanati successivamente al luglio 2002 sono denominati IFRS (International Financial Reporting Standards). IFRIC L’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC) è l’organismo con funzioni interpretative degli IFRS. Accanto alle funzioni di carattere interpretativo, all’IFRIC compete anche la definizione di soluzioni tempestive a tutte le problematiche contabili non specificatamente affrontate dagli IFRS. IFRS IFRS (International Financial Reporting Standards), i principi emanati successivamente al luglio 2002. ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process Processo interno di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale, che, sulla base della disciplina di “Secondo Pilastro”, le banche sono tenute a realizzare per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare, pure in ottica prospettica, ogni tipologia di rischio. Impairment Con riferimento ad un’attività finanziaria, si individua una situazione di impairment quando il valore di bilancio di tale attività è superiore alla stima dell’ammontare recuperabile della stessa. IRB (International Rating Based) Internal Ratings Based approach: sistema di calcolo del requisito a fronte del rischio di credito basato su rating interni. 124 Informativa al Pubblico – Pillar III Junior In una operazione di cartolarizzazione è la tranche più subordinata dei titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che si possono verificare nel corso del recupero delle attività sottostanti. Loss Given Defautl (LGD) Tasso di perdita in caso di default, ossia il valore atteso (eventualmente condizionato a scenari avversi) del rapporto, espresso in termini percentuali, tra la perdita a causa del default e l’importo dell’esposizione al momento del default. Mezzanine In una operazione di cartolarizzazione è la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior e quello della tranche senior. OICR - Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio Ai sensi della lettera m) dell'art. 1 del TUF, Testo Unico della Finanza, sono organismi con forma giuridica variabile che investono in strumenti finanziari o altre attività somme di denaro raccolte tra il pubblico di risparmiatori operando secondo il principio della ripartizione dei rischi. Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio sono: i fondi comuni di investimento, le Sicav (Società di Investimento a Capitale Variabile). Fondi Propri Somma del capitale di classe 1 (T1) e del capitale di classe 2 (T2). Personale più rilevante Le categorie di soggetti la cui attività professionale ha o può avere un impatto rilevante sul profilo di rischio della banca o del gruppo bancario. Probability of Default (PD) Probabilità che una controparte passi allo stato di default entro un orizzonte temporale di un anno. Rating Valutazione del merito di credito di una società o delle sue emissioni rilasciata, sulla base di aspetti quali solidità patrimoniale e prospettive di sviluppo, da agenzie specializzate (agenzie di rating) o dalla banca (rating interno). Risk Weighted Assets (RWA) Le attività per cassa e fuori bilancio (derivati e garanzie) classificate e ponderate in base a diversi coefficienti legati ai rischi, ai sensi delle normative bancarie emanate dagli organi di vigilanza per il calcolo dei coefficienti di solvibilità. RMBS Residential Mortgage Backed Securities, strumenti finanziari il cui rendimento cedolare e rimborso sono garantiti da un portafoglio di attività (collateral) nel portafoglio dell’emittente (solitamente uno SPV), destinato in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi con sottostanti mutui residenziali. Senior In una operazione di cartolarizzazione è la tranche con il maggiore grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso. 125 Informativa al Pubblico – Pillar III Servicer Nelle operazioni di cartolarizzazione è il soggetto che – sulla base di un apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività cartolarizzate dopo che sono state cedute alla società veicolo incaricata dell’emissione dei titoli. SPV - Special Purpose Vehicle Le Special Purpose Vehicles sono società appositamente costituite da uno o più soggetti per lo svolgimento di una specifica operazione; le SPV, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie me si avvalgono di quelle dei diversi attori coinvolti nell’operazione. SFT – Securities Financing Transactions Operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini. Stress Test Procedura di simulazione utilizzata al fine di misurare l’impatto di scenari di mercato estremi sull’esposizione complessiva al rischio della Banca. Tier I Ratio Rapporto tra il capitale di classe 1 ed il totale delle attività di rischio ponderate Total Capital Ratio Rapporto tra il totale dei fondi propri ed il totale delle attività di rischio ponderate. VaR – Value at Risk Valore che indica la massima perdita possibile su un portafoglio, con un determinato livello di probabilità e su un determinato orizzonte temporale, per effetto dell’andamento del mercato. 126 Informativa al Pubblico – Pillar III CONTATTI Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio Società per Azioni Sede Legale in Roma, Via Nazionale, 91 Direzione Generale in Arezzo, Via Calamandrei, 255 Tel. 0575 – 3371 Internet: www.bancaetruria.it 127