I PARCHI, RICCHEZZA DELL`ITALIA
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I PARCHI, RICCHEZZA DELL`ITALIA
I PARCHI, RICCHEZZA DELL’ITALIA Le proposte della Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali al futuro Governo per il rilancio del sistema nazionale delle Aree Protette Perché un programma per le aree protette italiane In materia di aree protette l’Italia è a un bivio: è giunto il momento di decidere se continuare in una semplice e passiva gestione ordinaria dei parchi e delle riserve naturali, oppure se impegnarsi in un grande progetto di rilancio, capace di costruire, secondo una moderna concezione della tutela ambientale, uno dei pilastri fondamentali di un futuro di qualità per l’intero Paese. Le conseguenze di scelte di tono minore sarebbero molto gravi. Già se ne possono cogliere alcuni sintomi nel pesante contenzioso istituzionale, nell’accantonamento di programmi innovativi, nel riemergere di pulsioni antagoniste e nel contrarsi delle risorse, elementi che caratterizzano questo momento della vita dei parchi. Le opportunità offerte da una scelta chiara e coraggiosa sono invece tali da proporsi come strumento di mobilitazione delle migliori energie intellettuali, scientifiche, sociali ed economiche, in grado di porre l’Italia all’avanguardia in uno dei settori dalle più promettenti prospettive di sviluppo. I parchi e le riserve naturali, terrestri e marini, coprono aree vaste dalle ineguagliabili ricchezze naturali, stimolano l’immaginario collettivo e rappresentano un fortissimo elemento comunitario di identità. Suscitano un inedito protagonismo delle autonomie e delle comunità locali, essi costituiscono laboratori di esperienze in cui si saldano gli aspetti più avanzati della ricerca scientifica con le migliori tradizioni locali, suppliscono spesso all’assenza di strategie per la difesa del suolo e la prevenzione dei rischi ambientali, offrono una concreta prospettiva di impegno per tanti giovani che, su base volontaria o professionale, scelgono l’ambiente come banco di prova. Il mondo dei parchi, rinnovando la sfida per un moderno, solido, condiviso sistema di aree naturali protette, capace di assumere a pieno titolo un ruolo centrale in un moderno “Progetto Paese”, sollecita l’adozione di un programma coerente e positivo per la valorizzazione di un patrimonio unico ed esclusivo, adeguando ai tempi, alle esigenze e alle richieste della collettività i relativi processi e comportamenti istituzionali. La Rete Ecologica Nazionale I parchi moderni, non essendo luoghi isolati dal contesto territoriale complessivo, assumono positivamente la funzione di elementi nodali di una sequenza di corridoi ecologici, di connessioni tra fasce fluviali, crinali montani, zone umide, accessi alle coste, essenziali per la salvaguardia dei principali ecosistemi naturali e dei sistemi fisici soggetti a rischio di degrado. I gravissimi ritardi e le inadempienze nella adozione della Carta della Natura e del Piano nazionale della Biodiversità obbligano a cambiare strada, puntando su una gestione partecipata e integrata di un processo che deve vedere protagoniste tutte le istituzioni, a partire dai parchi, e che deve produrre programmi cogenti, integrati peraltro con la pianificazione territoriale delle Regioni. Le nostre proposte: • elaborare un programma urgente per individuare, con le Regioni e i parchi, gli elementi essenziali aree, obiettivi prioritari, linee guida - della Rete Ecologica Nazionale; 1 • avviare un processo partecipato per la definizione univoca degli elementi costitutivi e dei piani d’azione della Rete Ecologica Nazionale e per il finanziamento della sua realizzazione; • adottare misure positive urgenti per la salvaguardia degli habitat e delle specie a rischio di scomparsa dal territorio nazionale e il sostegno alla redazione degli atlanti della biodiversità dei parchi; • avviare la redazione concertata del Piano della Biodiversità contenente gli obiettivi di gestione degli habitat, delle specie sensibili, dei processi ecologici prioritari e le modalità per il finanziamento delle azioni relative; • integrare la gestione dei Siti della Rete Natura 2000 con quella delle altre aree naturali protette e affidare ai parchi responsabilità e finanziamenti relativi. La tutela e lo sviluppo sostenibile I parchi svolgono una insostituibile funzione generale, che va ben oltre i confini di ciascun territorio protetto. E’ una funzione che deve essere assunta anche formalmente nell’ambito di tutti gli strumenti di programmazione dello sviluppo sostenibile e riconosciuta all’intero sistema delle aree protette nel momento della definizione e attuazione di nuove strategie di gestione, basate sulla conoscenza dei luoghi, sull’intreccio tra identità locali, paesaggi caratteristici e infrastrutturazioni ambientali, sull’applicazione di nuove tecnologie. Le nostre proposte: • prevedere la partecipazione degli enti gestori delle aree protette, anche attraverso il ruolo di rappresentanza e coordinamento della Federparchi, ai tavoli di elaborazione degli strumenti di programmazione territoriale; • garantire la presenza delle aree protette, anche attraverso il ruolo di rappresentanza e coordinamento della Federparchi, negli accordi di programma che attuano intese di sviluppo territoriale; • definire i ruoli del sistema delle aree protette nei Quadri Strategici Nazionali e Regionali, per il contributo che possono dare all’innovazione nei campi della ricerca scientifica, della produzione agricola, del turismo, della formazione professionale e del sostegno all’imprenditorialità locale; • definire il ruolo del sistema delle aree protette nei Piani nazionali di difesa dei rischi ambientali, di prevenzione delle catastrofi, di assetto idrogeologico, di infrastrutturazione; • realizzare un programma straordinario per l’impiego delle professionalità giovanili nei parchi. La collaborazione istituzionale Molte delle attuali difficoltà dei parchi derivano dalla mancata collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Le reiterate sentenze della Corte Costituzionale e l’esperienza quotidiana - fatta di paralisi commissariali, mancati accordi programmatici, assenza di intese su perimetri nomine e finalità, dispersione di fondi - indicano la necessità di una svolta urgente, realizzando la collaborazione leale prevista dalla legge, attraverso strumenti e procedure adeguate e certe. Le nostre proposte: • costituire un Comitato per la Conservazione della Biodiversità, la Rete Ecologica e i Parchi presso la Conferenza Unificata; • definire un Programma pluriennale per la Conservazione della Biodiversità, la Rete Ecologica e i Parchi costituito da obiettivi generali, ruoli e i compiti di ciascun soggetto istituzionale, risorse da destinare ai principali programmi e piani d’azione; • chiarire modalità e procedure per la partecipazione di rappresentanze locali e categorie alla costruzione del Programma pluriennale e dei programmi attuativi; 2 • riesaminare i tempi e le procedure per le intese tra Stato e Regioni, per evitare lunghissimi vuoti operativi. Programmi e azioni di sistema Programmazione e progettazione partecipata devono puntare in via prioritaria ad adottare e rendere operativi i programmi per la gestione territoriale e ambientale dei grandi sistemi geografici individuati da tempo. Le Alpi, l’Appennino, il Bacino del Po, le Coste e le Isole e le aree prioritarie per la conservazione ecoregionale sono state già oggetto di complessi lavori di elaborazione e di qualificate proposte programmatiche che devono ora essere comprese nell’ambito delle strategie di infrastrutturazione ambientale, di costruzione della Rete Ecologica Nazionale intesa come sistema di reti di area vasta, di programmi di sviluppo socio-economico e territoriale sostenibile, attribuendo ai parchi la funzione di connettori delle azioni prioritarie. Le nostre proposte: • adottare gli Accordi di programma sottesi ai progetti di sistema e all’attuazione della conservazione ecoregionale; • promuovere una fase di progettazione concorrente - da parte di parchi, Enti locali, categorie, associazioni, ONG e imprese - attuativa degli Accordi di programma; • elaborare il Piano di difesa e gestione delle Coste; • promuovere accordi internazionali per i parchi transfrontalieri. Governance, strumenti e risorse economiche E’ innanzitutto da sottolineare che non è più accettabile che lo Stato e le Regioni ignorino le condizioni “dimezzate” dell’autorità dei parchi, ai quali viene sottratta la titolarità della gestione proprio delle aree pubbliche, fondamentali per l’attività di tutela ambientale. La nostra proposta: • conferire finalmente e definitivamente ai parchi la gestione di tutte le riserve naturali e dei beni ad esse pertinenti, così come la disponibilità delle proprietà demaniali ricadenti nel loro territorio. La sempre maggiore qualificazione della missione dei parchi e il grande impegno amministrativo, tecnico e scientifico loro richiesto per il perseguimento delle finalità istituzionali, impongono un riesame completo degli strumenti per il governo dei processi, la guida dell’organizzazione e il finanziamento della gestione, puntando su concetti di efficienza, autonomia, controllo per risultato, partecipazione e responsabilità. Le nostre proposte: • promuovere e sostenere progetti finalizzati al raggiungimento di obiettivi programmatici assunti secondo le priorità nazionali e regionali; • sostenere la progettazione congiunta delle attività dei parchi e delle altre aree protette, secondo aree geografiche e analogie ambientali; • prevedere finanziamenti ordinari certi agli Enti di gestione, secondo criteri uniformi e con procedure di controllo dell’efficacia; • dare priorità a finanziamenti straordinari ai parchi che concorrano all’attuazione di piani per la conservazione della biodiversità e lo sviluppo territoriale; • realizzare una adeguata riforma degli Enti di gestione, per rafforzarne l’autonomia, definire un nuovo status degli amministratori, adeguare la concretezza e il potere decisionale della amministrazione e della 3 direzione, rivedere il sistema di sorveglianza e l’organizzazione funzionale rispetto alle reali esigenze gestionali degli enti, favorire la partecipazione di cittadini e associazioni, rilanciare la funzione della Comunità del Parco; • prevedere termini temporali certi per l’adozione degli strumenti di pianificazione e delle procedure sostitutive migliorando le modalità di coinvolgimento degli attori istituzionali, sociali ed economici locali; • definire un quadro puntuale di competenze ed esperienze per le nomine di presidenti e amministratori; • definire chiaramente le modalità di nomina dei direttori, che dovrà far capo direttamente agli enti di gestione. Le aree marine protette La visione di sistema, i principi di cooperazione istituzionale e di partecipazione richiedono un sano adeguamento anche delle politiche e degli strumenti adottati finora per la tutela e la corretta valorizzazione delle Aree Marine Protette che, pur positivamente cresciute in quantità negli ultimi anni, risultano ancora inadeguate, anche per la loro separatezza e dimensione, ad esprimere un’azione coerente e proporzionata alle esigenze. Gli studi sulla biodiversità marina, le scelte a terra e la relazione con i problemi delle isole, specie di quelle minori, impongono la connessione delle azioni di salvaguardia a mare con quelle a terra e di operare a scala internazionale in modo molto più ampio di quanto sia stato fatto finora. Le nostre proposte: • redigere un programma generale, finalizzato all’attuazione di una politica complessiva di tutela del mare, integrata con la gestione terrestre; • revisionare le norme relative alla gestione delle Riserve Marine, con l’applicazione dei principi della legge quadro sulle aree protette; • integrare, anche funzionalmente, la gestione delle Aree Marine con i Parchi e le Riserve terrestri; • superare la gestione centralizzata della protezione marina. Reti e collaborazioni internazionali Il grande contributo che le aree naturali protette danno per raggiungimento degli obiettivi fissati dagli accordi internazionali come il Protocollo di Kyoto, adottati dal Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, dalle Convenzioni sulla Diversità Biologica, sul Patrimonio Mondiale Naturale e Culturale, sulle Zone Umide, sollecitano il rafforzamento delle azioni e dei processi di connessione e collaborazione sviluppati fino ad oggi soprattutto su basi volontarie. Le nostre proposte: • assicurare il sostegno attivo del Governo alla costruzione delle reti di aree naturali protette, terrestri e marine, in ambito europeo e mediterraneo; • promuovere in sede comunitaria una organica politica per i parchi naturali, basata sul pieno riconoscimento del loro ruolo nell’ambito della Rete ecologica europea, della Rete Natura 2000 e dei programmi per l’ecosostenibilità, con misure specifiche rivolte a sostenerne l’attività; • definire programmi stabili e duraturi di collaborazione transfrontaliera, transnazionale e internazionale e attuare progetti di cooperazione internazionale finalizzati allo scambio di esperienze e conoscenze e all’aiuto ai Paesi svantaggiati. Federparchi 4 Roma, marzo 2006. 5