Microsoft Word Viewer 97 - all C 1a parte

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Microsoft Word Viewer 97 - all C 1a parte
AUTORIZZAZIONE ALLA PRODUZIONE ED ALL'IMMISSIONE IN
COMMERCIO di prodotti fitosanitari
In Italia l'autorizzazione all'immissione in commercio di un prodotto fitosanitario è rilasciata
dal Ministero della Salute su richiesta di chi lo produce o lo commercializza per un periodo non
superiore ai 10 anni.
E' opportuno sottolineare che all'interno di ogni Stato possono essere utilizzati solo i formulati
commerciali registrati in quello Stato; in altre parole in Italia possono essere impiegati solo i
prodotti registrati dal Ministero della Salute. E' quindi vietato l'impiego di prodotti registrati in
altri Paesi dell'Unione Europea che eventualmente dovessero essere illegalmente immessi sul
mercato italiano.
Il Ministero può ritirare l'autorizzazione, revocare o sospendere l'impiego di un prodotto
fitosanitario nel caso in cui emergano elementi o dati tali da prevedere gravi rischi a carico
della salute umana o dell'ambiente.
CLASSI DI PERICOLOSITA'
In base alla loro pericolosità i prodotti fitosanitari si possono classificare in:
Prodotti "molto tossici",
ex I classe;
T+
Molto Tossico
Prodotti "nocivi"
ex II classe
Xn
Nocivo
Prodotti "tossici;
ex I classe
T
Tossico
Prodotti "irritanti"
ex III o IV classe
Xi
Irritante
Prodotti non classificati e non contrassegnati da simboli, riportano frequentemente la dicitura
"Attenzione: manipolare con prudenza, ex Terza o Quarta classe.
I prodotti fitosanitari, inoltre, possono anche costituire un rischio per la sicurezza (rischio
fisico-chimico) e pertanto riportare la corrispondente simbologia di pericolo:
F
Facilmente Infiammabile
F+
Estremamente Infiammabile
C
Corrosivo
LIMITI TECNICI ED IGIENISTICI
Tempo di carenza o tempo ( intervallo) di sicurezza: e' il numero minimo di giorni che deve
intercorrere tra la data in cui è stato eseguito il trattamento e quella della raccolta delle derrate
per la loro immissione al consumo (tutela la salute del consumatore). Il tempo di carenza è
totalmente indipendente dalla classe tossicologica
Limite di tolleranza: è il limite massimo di residuo (LMR) delle sostanze attive dei prodotti
fitosanitari tollerato nei prodotti destinati all'alimentazione; rappresenta quella dose che non
dovrebbe essere dannosa per il consumatore.
Tempo di rientro: non ancora indicato per la maggior parte dei formulati, dovrà essere
progressivamente riportato sulle etichette dei prodotti fitosanitari. Consiste nel tempo che si
deve attendere dopo un trattamento per il rientro in aree trattate a scopo di attività
lavorativa (potatura, diradamento, raccolta ecc.) senza le protezioni previste per la esecuzione dei
trattamenti.
L'ETICHETTA
La lettura dell'etichetta è fondamentale per acquisire tutti gli elementi che è necessario
conoscere prima dell'esecuzione del trattamento fitosanitario.
Oltre alle informazioni relative al prodotto fitosanitario (nome di fantasia, tipo di formulazione, tipo
di prodotto, sostanza attiva ecc..) l'etichetta riporta anche altre informazioni molto importanti quali
frasi di rischio e consigli di prudenza.
Le frasi di rischio evidenziano la pericolosità del prodotto sia da un punto di visto acuto che
cronico. Oltre a frasi di rischio come quelle riportate nel fac-simile di etichetta sopra illustrato
possono infatti comparirne altre come ad esempio:
Possibilità di effetti irreversibili
Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
Tossico per gli organismi acquatici
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico
Nella scelta del prodotto fitosanitario sarebbe opportuno, se possibile, preferire prodotti che
non riportano frasi di rischio come quelle sopra evidenziate
I consigli di prudenza e le norme di sicurezza mettono in evidenza le precauzioni che è
necessario rispettare nelle fasi di manipolazione e distribuzione del prodotto fitosanitario.
Molta attenzione inoltre deve essere posta alle informazioni riguardanti le
colture, le dosi e le modalità d'impiego. Un prodotto fitosanitario può essere
impiegato esclusivamente sulle colture, per le avversità e alle dosi riportate in
etichetta. Ogni altro impiego, diverso da quelli riportati in etichetta, è illegale
e passibile di sanzione. Il D.L.gs n. 194/95, già citato, stabilisce che i prodotti
fitosanitari devono "essere conservati ed impiegati correttamente dagli utilizzatori
in conformità a tutte le indicazioni e le prescrizioni riportate nell'etichetta. I
contravventori sono puniti con sanzione amministrativa da € 7746 a € 46481
(depenalizzata dal D.Lgs 507/99)
ACQUISTO DEI PRODOTTI FITOSANITARI MOLTO TOSSICI,
TOSSICI E NOCIVI
Nessuno può acquistare ed
impiegare prodotti
fitosanitari classificati come
"molto tossici", "tossici" e
"nocivi" se non munito del
"patentino"
I prodotti fitosanitari, od almeno parte di essi, possono essere tanto pericolosi da causare la
morte dell'uomo in caso di intossicazione grave.
Questo alto grado di pericolosità immediata è la caratteristica principale dei prodotti classificati
come "molto tossici", "tossici" e "nocivi".
Chiunque voglia acquistare ed impiegare questi prodotti fitosanitari deve essere in possesso
dell'apposita autorizzazione, comunemente chiamata "patentino". Per procurarsi il "patentino", ogni
cittadino maggiorenne deve:
♦
inoltrare apposita domanda all'Ente competente per territorio (Amministrazione RegionaleAssessorato all'agricoltura);
♦
frequentare uno specifico corso di preparazione in materia;
♦
sostenere un esame basato sulla soluzione scritta di quiz, di fronte ad un'apposita Commissione.
LLLaaa vvvaaallliiidddiiitttààà dddeeelll """pppaaattteeennntttiiinnnooo""" èèè dddiii 5
5
5 aaannnnnniii
Al termine di questo periodo il "patentino" deve essere rinnovato con le stesse modalità
previste per il rilascio; è necessario pertanto frequentare obbligatoriamente un corso di
aggiornamento e sostenere un nuovo esame.
Non si possono acquistare prodotti fitosanitari da chiunque, ma solamente da negozi
autorizzati e da personale specificamente abilitato.
Le confezioni debbono essere integre e sigillate, in quanto è proibita la vendita e l'acquisto di
prodotti fitosanitari allo stato sfuso. E' proibita, anche la vendita di prodotti fitosanitari in
forma ambulante.
Il titolare del patentino è sempre e comunque responsabile dell'acquisto e dell'uso dei prodotti
fitosanitari.
L'autorizzazione all'acquisto è strettamente personale; pertanto il documento deve rimanere
sempre in possesso del titolare e non può essere lasciato in giacenza presso il rivenditore.
L'acquirente del prodotto fitosanitario è direttamente responsabile di tutto ciò che può capitare dal
momento della sua presa in consegna: quindi del trasporto, così come di una conservazione malfatta o
di un utilizzo scorretto.
E' assolutamente vietato cedere ad altri prodotti fitosanitari classificati "molto tossici",
"tossici" e "nocivi".
Il loro acquisto è regolato dalla compilazione di un registro da parte del venditore e dalla
firma di un modulo da parte dell'acquirente, previa presentazione del "patentino"; il modulo può
essere rappresentato anche dal documento di trasporto.
ACQUISTO DEI PRODOTTI FITOSANITARI IRRITANTI O NON
CLASSIFICATI
Per l'acquisto dei prodotti fitosanitari classificati come "irritanti" o "non classificati", non è
necessario il "patentino".
.
CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI
Con l'acquisto, ogni responsabilità in ordine a trasporto, conservazione ed utilizzo dei prodotti
fitosanitari viene totalmente trasferita dal venditore all'acquirente.
La conservazione delle confezioni deve seguire le seguenti norme :
♦ in azienda occorre disporre di un apposito locale, possibilmente distante da abitazioni, stalle,
Conservare i prodotti fitosanitari in locali
distanti dall'abitazione, chiusi a chiave e
opportunamente contrassegnati
ecc.., da destinare a magazzino dei prodotti fitosanitari;
♦
la porta di accesso deve essere sempre chiusa a chiave, in modo tale da evitare contatti
accidentali con estranei, bambini, animali, e su questa deve essere collocata la scritta "veleno" e
l'immagine di un teschio;
♦
il magazzino deve essere arieggiato ed asciutto.
Qualora non sia possibile disporre di un locale completamente adibito alla conservazione dei
prodotti fitosanitari, questi si possono conservare nei due seguenti modi:
♦
entro un apposito recinto munito di porta e serratura, all'interno del magazzino ove però non
possono essere conservati alimenti, bevande, mangimi, ecc...;
♦
chiusi a chiave dentro un armadio in metallo (perchè facilmente pulibile e non assorbe
eventuali gocciolamenti dalle confezioni) dotato di idonee feritoie.
Anche sulla porta del recinto o dell'armadio è necessario porre la scritta "veleno" e l'immagine di
un teschio.
Tuttavia, è comunque consigliabile seguire, nella scelta dei locali, alcune indicazioni di carattere
generale:
♦
escludere i piani interrati e seminterrati (cantine) per evitare gli effetti negativi di possibili
allagamenti od anche più semplicemente di un elevato grado di umidità;
♦
utilizzare locali con pavimenti e pareti lavabili fino ad altezza di stoccaggio e con impianto
elettrico protetto (grado di protezione minimo IP44); in tali locali è vietato fumare ed
accendere fuochi;
♦
non utilizzare mai ambienti nei quali vengano immagazzinate sostanze alimentari (frutta,
ortaggi, zucchero, salumi, ecc...).
A volte può accadere che delle confezioni si rompano e fuoriescano quantità, anche minime, di
prodotto; in questi casi occorre pulire immediatamente.
♦ Se il prodotto fuoriuscito è liquido, raccoglierlo con materiale assorbente (ad esempio:
segatura di legno o sabbia);
♦ successivamente lavare accuratamente con acqua e sapone la superficie.
♦ Durante tali operazioni l'operatore dovrà utilizzare adeguati mezzi di protezione individuale.
♦ Il materiale assorbente deve essere smaltito seguendo le procedure previste per i rifiuti
pericolosi.
NORME DA SEGUIRE DURANTE L'UTILIZZO
Una volta scelto con cura il prodotto fitosanitario da impiegare, è fondamentale rispettare le dosi
consigliate in etichetta. Se l'etichetta riporta quale dose consigliabile, per esempio gr. 200 per
quintale d'acqua, utilizzandone gr. 300 o 400, oltre a commettere un'infrazione di legge, si
commette un duplice errore, tecnico ed economico.
Il costo del trattamento risulta più elevato, maggiori sono i pericoli di tossicità alle piante
trattate, più elevata la pericolosità per l'operatore e l'ambiente, senza un reale aumento
dell'efficacia dell'intervento con il rischio, alla raccolta del prodotto, di residui superiori ai
limiti di legge anche rispettando appieno il periodo di carenza.
L'operatore agricolo, durante le fasi relative al trattamento (preparazione e
distribuzione), deve prestare molta attenzione e seguire alcune regole:
♦
indossare tute con cappuccio, impermeabili d'inverno e di cotone in estate; qualora si utilizzi
una pompa a spalla è consigliabile utilizzare comunque una tuta impermeabile munita di cappuccio.
E' inoltre preferibile utilizzare tute costituite da due pezzi piuttosto che intere;
♦
utilizzare il casco oppure la maschera, preferibilmente a facciale intero
♦
curare la perfetta efficienza del casco e/o della maschera sostituendo il filtro una volta
esaurito (vedere le istruzioni del costruttore), mantenendoli puliti ed al riparo dalla polvere e
dall'umidità; è consigliabile impiegare filtri idonei al tipo di prodotto che si utilizza;
♦
se la maschera non è a facciale intero utilizzare anche degli idonei occhiali corredati di
coperture laterali
♦
indossare guanti di gomma, specifici per la manipolazione di sostanze tossiche, eventualmente
utilizzando sottoguanti di cotone, dal momento in cui si apre la confezione e durante tutte le
operazioni successive
♦
preparare la miscela per il trattamento all'aperto e nel luogo più prossimo alla coltura che si
intende trattare e comunque lontano da abitazioni, pozzi e corsi d'acqua superficiali
♦
misurare il prodotto da utilizzare con una bilancia adibita esclusivamente a questo scopo e
non con quella impiegata per la pasta od altri alimenti, o con apposito recipiente graduato
♦
calcolare esattamente la quantità di prodotto necessaria al trattamento da eseguire
affinchè non rimanga del formulato inutilizzato in sospensione;
♦
non adoperare le mani, anche se protette dai guanti, per mescolare i prodotti con l'acqua
ma servirsi di un idoneo agitatore - dotare possibilmente la macchina irroratrice di premiscelatore
♦
prima di effettuare il trattamento, verificare l'efficienza delle macchine in ogni loro elemento
(ugelli compresi)
♦
nel caso di otturazione degli ugelli, usare spilli o mezzi adeguati per pulirli; evitare nel modo
più assoluto di soffiare dentro agli ugelli o di portarli alla bocca
Quando si prepara la miscela
e si eseguono i trattamenti è
indispensabile indossare i
mezzi di protezione individuale
♦
durante il travaso dell'acqua controllare che il reflusso del liquido non vada ad inquinare la
sorgente di prelievo; l'acqua necessaria per eseguire il trattamento può essere prelevata
direttamente da fossi o da canali solamente se si dispone di mezzi aspiranti che sono autonomi e
separati dall'attrezzatura irrorante
♦
non riempire mai fino all'orlo la botte per evitare fuoriuscite di prodotto
La miscela va preparata
all'aperto, calcolando
esattamente le quantità
di prodotto necessarie
♦
eseguire i trattamenti nei momenti della giornata in cui vi è assenza di vento e, comunque,
disporsi sempre sopravento;
♦
non trattare nelle "aree di rispetto" relative a punti di prelievo di acque destinate al consumo
umano; la legge prevede infatti che intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo
umano è vietato eseguire qualunque tipo di trattamento con prodotti fitosanitari entro un raggio
di 200 metri;
♦
rispettare le distanze dai corpi idrici prescritte in alcune etichette di prodotti fitosanitari; in
alcuni casi infatti nelle etichette sono riportate indicazioni come "Utilizzare il prodotto ad
almeno 20 metri di distanza da qualsiasi corpo idrico (es. fiumi, laghi, canali)";
♦
se si effettuano trattamenti nelle vicinanze di abitazioni, strade e colture confinanti, verificare
che la nube irrorante non esca dall'appezzamento trattato
♦
Quando occorre trattare in prossimità di abitazioni è opportuno avvertire i residenti affinchè
abbiano il tempo necessario ad adottare le precauzioni del caso
Inoltre, anche quando si opera in prossimità di strade si deve evitare ogni possibile "deriva" per
non danneggiare eventuali passanti. In particolare dovendo trattare un filare prospiciente e
parallelo alla strada, l'irrorazione va effettuata soltanto dal lato della strada verso l'interno del
campo;
Ai bordi dell'appezzamento
trattato è opportuno collocare
appositi cartelli
♦
segnalare il trattamento in atto mediante cartelli
NORME DA SEGUIRE DURANTE L'UTILIZZO
Una volta scelto con cura il prodotto fitosanitario da impiegare, è fondamentale rispettare le dosi
consigliate in etichetta. Se l'etichetta riporta quale dose consigliabile, per esempio gr. 200 per
quintale d'acqua, utilizzandone gr. 300 o 400, oltre a commettere un'infrazione di legge, si commette
un duplice errore, tecnico ed economico.
Il costo del trattamento risulta più elevato, maggiori sono i pericoli di tossicità alle piante trattate,
più elevata la pericolosità per l'operatore e l'ambiente, senza un reale aumento dell'efficacia
dell'intervento con il rischio, alla raccolta del prodotto, di residui superiori ai limiti di legge
anche rispettando appieno il periodo di carenza.
L'operatore agricolo, durante le fasi relative al trattamento (preparazione e
distribuzione), deve prestare molta attenzione e seguire alcune regole:
♦
indossare tute con cappuccio, impermeabili d'inverno e di cotone in estate; qualora si utilizzi una
pompa a spalla è consigliabile utilizzare comunque una tuta impermeabile munita di cappuccio. E'
inoltre preferibile utilizzare tute costituite da due pezzi piuttosto che intere;
♦
utilizzare il casco oppure la maschera, preferibilmente a facciale intero
♦
curare la perfetta efficienza del casco e/o della maschera sostituendo il filtro una volta
esaurito (vedere le istruzioni del costruttore), mantenendoli puliti ed al riparo dalla polvere e
dall'umidità; è consigliabile impiegare filtri idonei al tipo di prodotto che si utilizza;
♦
se la maschera non è a facciale intero utilizzare anche degli idonei occhiali corredati di coperture
laterali
♦
indossare guanti di gomma, specifici per la manipolazione di sostanze tossiche, eventualmente
utilizzando sottoguanti di cotone, dal momento in cui si apre la confezione e durante tutte le
operazioni successive
♦
preparare la miscela per il trattamento all'aperto e nel luogo più prossimo alla coltura che si
intende trattare e comunque lontano da abitazioni, pozzi e corsi d'acqua superficiali
♦
misurare il prodotto da utilizzare con una bilancia adibita esclusivamente a questo scopo e non
con quella impiegata per la pasta od altri alimenti, o con apposito recipiente graduato
♦
calcolare esattamente la quantità di prodotto necessaria al trattamento da eseguire affinchè
non rimanga del formulato inutilizzato in sospensione;
♦
non adoperare le mani, anche se protette dai guanti, per mescolare i prodotti con l'acqua ma
servirsi di un idoneo agitatore - dotare possibilmente la macchina irroratrice di pre-miscelatore
♦
prima di effettuare il trattamento, verificare l'efficienza delle macchine in ogni loro elemento
(ugelli compresi)
♦
nel caso di otturazione degli ugelli, usare spilli o mezzi adeguati per pulirli; evitare nel modo più
assoluto di soffiare dentro agli ugelli o di portarli alla bocca
Quando si prepara la miscela
e si eseguono i trattamenti è
indispensabile indossare i
mezzi di protezione individuale
♦
durante il travaso dell'acqua controllare che il reflusso del liquido non vada ad inquinare la sorgente
di prelievo; l'acqua necessaria per eseguire il trattamento può essere prelevata direttamente da
fossi o da canali solamente se si dispone di mezzi aspiranti che sono autonomi e separati
dall'attrezzatura irrorante
♦
non riempire mai fino all'orlo la botte per evitare fuoriuscite di prodotto
La miscela va preparata
all'aperto, calcolando
esattamente le quantità
di prodotto necessarie
♦
eseguire i trattamenti nei momenti della giornata in cui vi è assenza di vento e, comunque, disporsi
sempre sopravento;
♦
non trattare nelle "aree di rispetto" relative a punti di prelievo di acque destinate al consumo
umano; la legge prevede infatti che intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano
è vietato eseguire qualunque tipo di trattamento con prodotti fitosanitari entro un raggio di 200
metri;
♦
rispettare le distanze dai corpi idrici prescritte in alcune etichette di prodotti fitosanitari; in
alcuni casi infatti nelle etichette sono riportate indicazioni come "Utilizzare il prodotto ad almeno
20 metri di distanza da qualsiasi corpo idrico (es. fiumi, laghi, canali)";
♦
se si effettuano trattamenti nelle vicinanze di abitazioni, strade e colture confinanti, verificare
che la nube irrorante non esca dall'appezzamento trattato
♦
Quando occorre trattare in prossimità di abitazioni è opportuno avvertire i residenti affinchè
abbiano il tempo necessario ad adottare le precauzioni del caso
Inoltre, anche quando si opera in prossimità di strade si deve evitare ogni possibile "deriva" per non
danneggiare eventuali passanti. In particolare dovendo trattare un filare prospiciente e parallelo
alla strada, l'irrorazione va effettuata soltanto dal lato della strada verso l'interno del campo;
Ai bordi dell'appezzamento
trattato è opportuno collocare
appositi cartelli
♦
segnalare il trattamento in atto mediante cartelli
♦
dopo il trattamento rispettare il "tempo di rientro"; a causa dei vapori dei prodotti o delle
microgocce di miscela che restano in sospensione nell'aria vi è infatti pericolo di intossicazione;
evitare altresì di toccare le superfici trattate;
♦
alla fine del trattamento, non versare l'eventuale residuo di prodotto in fossi o canali e lavare
accuratamente l'irroratrice;
♦
dopo il trattamento, togliere e lavare accuratamente cappuccio, tuta, stivali, occhiali, ecc... per
rimuovere eventuali imbrattamenti; prestare particolare cura nella pulizia della maschera e del
filtro che va pulito solo esternamente per non pregiudicarne il funzionamento;
♦
durante tutte le operazioni sopra descritte è assolutamente proibito fumare, mangiare, bere e
portare qualsiasi oggetto alla bocca;
♦
al termine delle operazioni riguardanti i trattamenti è opportuno che l'operatore cambi gli
indumenti e si lavi tutto il corpo con acqua e sapone.
Queste regole vanno seguite sempre, anche quando una determinata operazione non presenta
apparentemente pericoli; in particolare è indispensabile porre molta attenzione se si opera in
ambienti chiusi (serre, magazzini) in quanto la dispersione delle sostanze tossiche è più lenta che
all'aperto e la possibilità di intossicazione più elevata.
REGISTRAZIONE DEI DATI RELATIVI AI TRATTAMENTI
Per quanto riguarda gli acquirenti e gli utilizzatori di prodotti fitosanitari il decreto n. 290/01
prevede l'entrata in vigore del "registro dei trattamenti". In particolare è necessario:
♦
conservare, per il periodo di un anno, le fatture di acquisto di tutti i prodotti fitosanitari
♦
conservare presso l'azienda, a cura dell'utilizzatore che lo deve sottoscrivere, un registro di tutti
i trattamenti effettuati, annotando entro trenta giorni:
1.
i dati anagrafici relativi all'azienda;
2. la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in ettari, nonché le
date di semina, trapianto, inizio fioritura e raccolta;
3. la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata, espressa in chilogrammi
o litri, nonché l'avversità che ha reso necessario il trattamento.
MANUTENZIONE DELL'ATTREZZATURA PER L'IRRORAZIONE
La
manutenzione
dell'attrezzatura
di
irrorazione costituisce un'importante norma
di sicurezza per l'operatore e per la certezza
del rispetto sostanziale dei tempi di carenza
e di rientro.
Infatti una attrezzatura non assoggettata a
periodica manutenzione produce una
irrorazione disomogenea sulle superfici
bersaglio.
Le conseguenze di una non corretta manutenzione possono essere rischi per l'operatore e per le piante,
tempi più lunghi di degradazione del prodotto, residui superiori a quelli ammessi al termine del periodo
di carenza, maggiori tempi di rientro.
L'utilizzo di macchine correttamente tarate, anche in base alla coltura sulla quale eseguire il
trattamento, permette di ottenere:
♦
una maggiore efficacia del trattamento;
♦
un minor impiego di acqua;
♦
una riduzione del tempo necessario per l'esecuzione dei trattamenti;
♦
una riduzione delle perdite del prodotto fitosanitario nell'ambiente;
♦
una corretta copertura della massa vegetativa;
♦
un costo inferiore del trattamento;
♦
una maggiore vita operativa della macchina irroratrice
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
L'adozione di idonei dispositivi di protezione individuale (D.P.I.), che servono a proteggere la via
cutanea, respiratoria e digerente evitano gli effetti dannosi che i prodotti fitosanitari provocano.
I D.P.I. impiegati nella manipolazione dei prodotti fitosanitari devono rispondere ai requisiti essenziali
di salute e di sicurezza stabiliti da apposito Decreto ed essere sottoposti a controllo periodico per
mantenerli in condizioni di efficienza adeguata.
I D.P.I. devono sempre possedere obbligatoriamente:
♦
♦
♦
la dichiarazione di conformità CE;
la marcatura CE;
la nota informativa.
Casco
Protegge l'intera testa. I vari modelli si differenziano per:
♦
il punto di appoggio (testa e spalle);
♦ il tipo di alimentazione (pile a secco, batteria ricaricabile,
batteria del trattore e varie combinazioni fra queste);
♦
la portata dell'aria (da 80 litri al minuto a oltre 200).
Sono consigliati i modelli alimentati con la batteria ricaricabile, da utilizzare durante la preparazione
della miscela, e quelli alimentati con la batteria del trattore da impiegare durante l'irrorazione.
La guarnizione superiore della visiera del casco deve essere sempre ben mantenuta
Guanti
a cinque dita, impermeabili (es. neoprene, gomma di nitrile);
quando contaminati dal prodotto fitosanitario (es. durante la
preparazione della miscela e in caso di guasto meccanico durante
l'irrorazione) devono essere lavati, ancora calzati, con acqua pulita;
al termine dell'irrorazione, lavarli, sempre calzati con acqua e sapone, sfilarli contemporaneamente a
poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta e riporli in armadio metallico. Sostituire i
guanti in caso di rottura, abrasione o logoramento.
Maschera
protegge l'intero volto. Sono da preferire quelle con doppia valvola di espirazione;
esistono in commercio modelli con la predisposizione per le lenti da
vista e con dispositivo fonico.
Nell'uso della maschera o della semimaschera deve essere controllata
la tenuta otturando con la mano l'orifizio dei filtri ed inspirando: se
rimane in depressione la tenuta è ottimale. La tenuta non è garantita
in soggetti con barba e basette lunghe.
Occhiali
devono essere a tenuta;
per evitare appannamenti possono essere usati dischi antiappannanti o
può essere applicato sulle lenti un leggero strato di glicerina;
devono essere lavati al termine del trattamento con acqua e sapone e
riposti in armadio metallico.
Semimaschera
protegge naso e bocca. Sono da preferire quelle con due filtri, con due
valvole di espirazione e con almeno un doppio laccio di trattenuta.
Semimaschera, maschera e casco devono essere lavati con acqua e
sapone al termine di ogni trattamento, evitando di bagnare il filtro,
svitandolo nel caso di semimaschera e maschera.
Successivamente riporli in armadietto metallico.
Stivali
in gomma, di un certo spessore e modellati in modo da poter essere calzati sotto la tuta;
quando contaminati dal prodotto fitosanitario devono essere lavati, ancora calzati, con acqua pulita;
al termine del trattamento lavarli, ancora calzati, con acqua e sapone e riporli in armadietto metallico.
Sostituire gli stivali in caso di rottura, abrasione o logoramento.
Tuta
La tuta può essere di diversa fattura e fabbricata con qualsiasi materiale,
purché sia idoneo e certificato per il rischio chimico da cui ci si deve
proteggere. L'aspetto di estrema rilevanza è il possesso, già richiamato
precedentemente, dei requisiti essenziali di salute e di sicurezza e cioè del
fatto che la tuta possieda la marcatura e la dichiarazione di conformità CE
e la nota informativa scritta che indichi che è in grado di proteggere in
caso di contatto con prodotti fitosanitari. La nota informativa, che deve
sempre accompagnare la tuta, deve fornire indicazioni per la sua gestione (utilizzo e riutilizzo,
decontaminazione, pulizia ed eventuale lavaggio, manutenzione, conservazione e smaltimento).
le maniche ed i pantaloni devono essere indossati all'esterno di guanti e stivali;
se la nota informativa della tuta consente il suo lavaggio ed il suo riutilizzo, questa non deve essere
lavata contemporaneamente con altri indumenti che altrimenti potrebbero contaminarsi.
Cabina Pressurizzata
L'aria penetra nella cabina solo attraverso filtri a tre strati:
un prefiltro anti polvere;
un filtro meccanico;
un filtro a carbone attivo.
I filtri devono essere montati correttamente in modo che l'aria attraversi prima il filtro anti polvere,
poi il filtro meccanico e, quindi, quello a carbone attivo.
I finestrini e le porte delle cabine, durante l'irrorazione, vanno tenuti ben chiusi. Quando la trattrice
viene impiegata per scopi diversi dai trattamenti, il filtro deve essere tolto e riposto in apposito
contenitore impermeabile.
Filtro
Per il casco e per la maschera sono consigliati filtri
contrassegnati da una banda a due colori (marrone e
bianco) e dalle lettere A1P2 (tali lettere indicano che il
filtro in esame protegge le vie respiratorie dell'operatore
sia dai vapori organici che dalle polveri o nebbie di
aerosol);
i filtri ancora da utilizzare riportano sulla confezione la
data di scadenza. Questa garantisce la funzionalità del
filtro soltanto se ben conservato nella confezione
originaria integra;dopo ogni uso i filtri devono essere tolti e
riposti dentro un contenitore, comunque protetto
dall'umidità e dalle temperature eccessive (ad es. sacchetto di nylon chiuso od altro);
la loro durata varia in base alla concentrazione della miscela, al diametro delle particelle ed all'umidità
dell'aria;
I filtri devono sempre essere sostituiti:
♦
quando viene percepito cattivo odore all'interno del casco o della maschera;
♦
quando viene avvertito un aumento della resistenza respiratoria (maschera e semimaschera);
♦
una volta all'anno, quando si usano per brevi e saltuari periodi;
♦
secondo le indicazioni del fabbricante, quando riportate.
PRECAUZIONI PER L'AMBIENTE
I prodotti fitosanitari possono contaminare il
suolo, l'aria e le acque superficiali e
sotterranee.. Ad esempio, il DDT si è così
diffuso nell'ambiente, tanto da contaminare
persino le regioni polari. Tracce di DDT si sono
ritrovate anche nel latte materno. Una volta che
un'acqua di pozzo sia stata contaminata da queste
sostanze, spesso è pressochè impossibile renderla
nuovamente pura.
E' chiaro pertanto che i prodotti fitosanitari
devono essere impiegati quando strettamente
necessario per minimizzare i rischi a carico
dell'ambiente e della salute umana.
Inoltre è necessario adottare le dovute
precauzioni sia per lo smaltimento della miscela che rimane inutilizzata al termine del
trattamento, sia per la raccolta e lo smaltimento dei contenitori vuoti dei prodotti fitosanitari.
SMALTIMENTO DEI RESIDUI E DELLE ACQUE DI LAVAGGIO DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
E' importante evitare che nella macchina irroratrice resti una parte di miscela inutilizzata. Nel caso
ciò si verifichi tale miscela deve essere distribuita su altre colture per le quali il prodotto
fitosanitario è autorizzato.
Nell'eventuale impossibilità di tale utilizzo, i residui e le acque di lavaggio rimaste devono
essere raccolti e conservati in attesa di essere conferiti per il successivo smaltimento.
I residui e le acque di lavaggio dei contenitori di prodotti fitosanitari sono da considerarsi rifiuti
pericolosi e pertanto non possono essere immessi direttamente in fognatura o in un corpo idrico
ricettore, ma vanno conferiti a trasportatori iscritti all'Albo Nazionale delle imprese che
effettuano la gestione dei rifiuti (successivamente definito Albo gestori rifiuti) per essere
correttamente smaltiti secondo le procedure definite dalla vigente normativa (D.Lgs. 22/97).
RACCOLTA E SMALTIMENTO DEI CONTENITORI VUOTI
Per essere bonificati i
contenitori vanno
risciacquati
consecutivamente almeno
tre volte e il residuo liquido
del lavaggio va versato nel
serbatoio che contiene la
miscela da distribuire
I contenitori dei prodotti fitosanitari una volta svuotati del loro contenuto non debbono essere
riutilizzati per nessun motivo. Non possono in alcun caso essere smaltiti utilizzando i normali
cassonetti per i rifiuti urbani. E' vietato bruciarli, interrarli o abbandonarli nell'ambiente.
Il trattamento di bonifica è finalizzato a rimuovere i residui di prodotto fitosanitario dal
contenitore prima del conferimento e può essere effettuato con le seguenti modalità:
♦
♦
lavaggio con acqua del contenitore vuoto per rimuovere la massima quantità possibile di
prodotto ( almeno tre risciacqui consecutivi )
scuotimento dei contenitori di carta, internamente non plastificati, sul recipiente in cui si
prepara la miscela per liberarli della residua parte di prodotto fitosanitario ancora contenuto.
Durante la bonifica l'operatore deve utilizzare gli idonei dispositivi di protezione individuale
(DPI).
Ai fini della gestione i contenitori vuoti, una volta bonificati, vengono considerati come rifiuti
speciali non pericolosi.
EFFETTI SULLA SALUTE E RESPONSABILITA'
L'esposizione ai prodotti fitosanitari può provocare: intossicazione acuta,
cronica e malattie allergiche
L'intossicazione acuta si verifica quando l'organismo è esposto a quantità massicce di presidi
sanitari in tempi brevi. Si tratta pertanto di un infortunio sul lavoro.
L'intossicazione cronica si verifica quando l'organismo è esposto a quantità relativamente piccole di
prodotti fitosanitari per lunghi periodi di tempo: in questo modo il prodotto si accumula nelle cellule
dell'organismo e determina alterazioni generalmente irreversibili. Si tratta quindi di una malattia
professionale.
qualche esempio di intossicazione acuta:
gli esteri fosforici, quali parathion, fosalone, diazinone, ecc..., e i carbammati, come il
carbaryl, methomyl, ecc..., possono provocare lacrimazione, produzione eccessiva di
saliva, vomito, dolori all'addome, diarrea, convulsioni, tremolii muscolari, caduta della
pressione sanguigna
i ditiocarbammati (mancozeb, metiram ecc..) in caso di ingestione,
possono indurre nausea, vomito, sonnolenza e bronchite.
Inoltre gli studi sperimentali hanno consentito di dimostrare che alcuni
prodotti fitosanitari sono dotati di azione:
mutagena (cioè provocano alterazioni del patrimonio genetico dell'individuo)
cancerogena (cioè determinano la trasformazione delle cellule normali in cellule tumorali);
teratogena (cioè alterano le cellule del feto provocando anomalie nel nascituro).
E' pertanto della massima importanza fare un uso contenuto di tutti i prodotti fitosanitari,
osservando scrupolosamente tutte le precauzioni e le prescrizioni per un loro corretto impiego.
MODALITÀ DI INTOSSICAZIONE
Le vie attraverso le quali si possono verificare delle intossicazioni sono:
per ingestione: è la via meno frequente di intossicazione, tuttavia, oltre ad errori grossolani, può
accadere che si portino alla bocca le mani o la sigaretta imbrattate dal prodotto;
per contatto: cioè per assorbimento di prodotto fitosanitario attraverso la pelle, è la via più comune
di intossicazione, soprattutto quando non si utilizzano i dispositivi di protezione individuale (tute,
maschere protettive, guanti, stivali ecc..), e quando la pelle è bagnata dal sudore per cui si può
verificare l'assorbimento del prodotto, attraverso la pelle, nel sangue;
per inalazione: è la modalità più subdola di intossicazione e si può verificare anche se,
apparentemente, sono state adottate tutte le misure di protezione consigliate (ad esempio è
sufficiente che non funzioni adeguatamente il filtro della maschera o che questo sia esaurito).
IN CASO DI INTOSSICAZIONE
In caso di intossicazione, quando ci
si reca al Pronto Soccorso
dell'ospedale è opportuno portare
l'etichetta del prodotto
Cosa fare
♦
Chiamare immediatamente un'ambulanza per il trasporto dell'intossicato all'Ospedale;
♦
allontanare l'intossicato dal luogo del trattamento;
♦
togliere immediatamente i vestiti all'operatore, se contaminati; se è avvenuta una ingestione di
prodotto provocare immediatamente il vomito solo se:
· il soggetto è cosciente,
· è espressamente prescritto in etichetta
♦
In seguito sciacquare abbondantemente la bocca con acqua;
Cosa non fare
Somministrare latte (non possiede azione disintossicante, anzi può facilitare l'assorbimento di
taluni prodotti fitosanitari) o altre bevande (alcoolici, medicinali, ecc...);
sottovalutare l'episodio, evitando di recarsi immediatamente all'Ospedale o di sottoporsi a controlli
medici.
PREVENZIONE DELLE INTOSSICAZIONI
Quando si utilizzano i prodotti fitosanitari occorre adottare mezzi e misure atte a prevenire
qualsiasi rischio sanitario. In particolare :
♦
l'uso dei dispositivi di protezione individuale sia durante la preparazione della miscela che
durante la distribuzione del prodotto (casco o maschera con filtro efficiente, tuta, guanti di
gomma, stivali);
♦
l'adozione di comportamenti e di norme igieniche al termine dei trattamenti (non consumare cibi
o bevande e non fumare con le mani imbrattate di prodotto);
♦ la pulizia degli indumenti da lavoro
rappresentano norme essenziali ma determinanti per la salvaguardia della salute dell'operatore.
I filtri per il casco e la
maschera vanno sostituiti per
mantenere intatta l'efficacia
Con la recente emanazione del D.Lgs. 25/02 che modifica il D.Lgs. 626/94 viene definito l'obbligo
della valutazione del rischio nell'impiego degli agenti chimici pericolosi e quindi anche dei prodotti
fitosanitari.
In pratica l'agricoltore che sia titolare di una azienda con lavoratori dipendenti o equiparati è
tenuto a raccogliere tutte le informazioni connesse alla pericolosità dei prodotti fitosanitari.
Il fornitore, cioè la rivendita di prodotti fitosanitari, cui l'agricoltore si rivolge per gli acquisti,
dovrà consegnare o trasmettere tutte le informazioni concernenti la composizione degli
ingredienti pericolosi per la salute dell'uomo.
Queste informazioni in materia di salute e di sicurezza, che devono essere fornite gratuitamente
dal fabbricante di prodotti fitosanitari al fornitore, potranno pervenire all'agricoltore tramite una
scheda di sicurezza analoga a quella vigente in Italia per i preparati chimici pericolosi .
Dal 30/7/2004 i prodotti fitosanitari dovranno essere venduti accompagnati da una scheda
informativa in materia di sicurezza compilata secondo i criteri dettati dalla Normativa Europea
in materia di preparati pericolosi (direttiva 1999/45/CE).
A seguito della valutazione del rischio chimico, le aziende agricole che rientrano nel campo
d'applicazione del D.Lgs. 626/94 per la presenza di lavoratori subordinati, dovranno adoperarsi
per ridurre al minimo il rischio derivante dall'esposizione a prodotti fitosanitari, principalmente
mediante:
! l'uso di prodotti fitosanitari meno pericolosi,
! l'uso di attrezzature e materiali idonei nella miscelazione e nei trattamenti,
! l'adozione di procedure di manutenzione scrupolose e ben definite,
! l'adozione di metodi di lavoro organizzati al fine di garantire la sicurezza nella manipolazione
(miscelazione e irrorazione), nel deposito e nel trasporto dei prodotti fitosanitari nonché dei
rifiuti provenienti dal loro impiego,
! l'adozione di misure igieniche,
! l'adozione di adeguate misure specifiche di protezione collettiva e misure di protezione
individuale (cabina pressurizzata, D.P.I. per il capo, gli occhi, le vie respiratorie, il corpo, le mani
e i piedi),
! sorveglianza sanitaria prescritta dal Medico Competente.
RESPONSABILITA' DELL'AGRICOLTORE E DEI SUOI LAVORATORI
Con l'entrata in vigore del Decreto Legislativo 25/02 l'agricoltore deve garantire l'informazione,
la formazione e l'addestramento nell'uso dell'attrezzatura e dei materiali utilizzati per l'impiego
dei prodotti fitosanitari.
Ogni titolare di azienda agricola pertanto deve informare i suoi lavoratori dei rischi per la
sicurezza e la salute connessi all'attività agricola e deve assicurare che ciascun lavoratore
riceva una formazione sufficiente ed adeguata. Nello specifico quando questi lavoratori impiegano
prodotti fitosanitari, cioè agenti chimici pericolosi, oltre all'informazione e alla formazione diventa
obbligatorio anche l'addestramento soprattutto per indossare i D.P.I. E' opportuno sottolineare
inoltre che questa attività di informazione, formazione e addestramento riguarda l'impiego di tutti
i prodotti fitosanitari e non solamente di quelli classificati molto tossici, tossici e nocivi.
Pertanto i prodotti fitosanitari possono essere impiegati solo da persone in possesso del
patentino o da coloro che hanno comunque ricevuto un livello d'informazione, di formazione e
d'addestramento adeguati e documentati; livello che, almeno per gli aspetti connessi ai rischi per la
sicurezza, la salute e l'ambiente, dovrà essere analogo a quello previsto nei corsi per l'acquisizione
del patentino.
In ogni caso, il lavoratore subordinato, anche in ambito agricolo, ha l'obbligo di prendersi cura
della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti nell'azienda
agricola.
I lavoratori devono:
! osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro;
! utilizzare correttamente i macchinari, le attrezzature, i prodotti chimici pericolosi, i mezzi di
trasporto e i dispositivi di sicurezza;
! utilizzare in modo appropriato i D.P.I.;
! segnalare le deficienze dei mezzi agricoli e dei dispositivi suddetti;
! segnalare le eventuali condizioni di pericolo presenti;
! non rimuovere i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
! non compiere di propria iniziativa manovre od operazioni non di competenza o pericolose;
! sottoporsi ai controlli sanitari previsti;
! contribuire all'adempimento di tutti gli obblighi necessari per tutelare la sicurezza e la salute.
Pertanto anche chi effettua il trattamento è responsabile di eventuali danni d'intossicazione
che potrebbero verificarsi in seguito all'uso scorretto dei prodotti fitosanitari o per il cattivo uso
della maschera o dell'attrezzatura irrorante.
RESPONSABILITÀ VERSO TERZI
Quando un operatore agricolo utilizza, per lo svolgimento della propria attività agricola, altre
persone, anche a titolo gratuito, egli si assume gli oneri derivanti da tale rapporto che diviene
a tutti gli effetti, civili e penali, un rapporto di subordinazione. Ne consegue che egli si
assume tutti gli obblighi propri del datore di lavoro. Le misure generali di tutela ai fini della
protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori sono definite dal Decreto Legislativo 626/94.
In pratica il datore di lavoro dovrà:
♦
Valutare i rischi e ridurli al minimo identificando e valutando preventivamente i rischi per la
salute e la sicurezza dei lavoratori, eliminando i rischi dove è possibile ovvero riducendoli al
minimo, infine riducendo i rischi alla fonte.
♦
Programmare la prevenzione in considerazione delle condizioni tecnico produttive e organizzative
dell'azienda, nonchè dell'ambiente di lavoro.
♦
Sostituire il pericoloso con il meno pericoloso scegliendo le attrezzature, i metodi di lavoro e di
produzione più idonei anche nel rispetto dei principi ergonomici.
♦
Prediligere la protezione collettiva dando priorità all'adozione delle misure di protezione
collettiva rispetto alle misure di protezione individuale.
♦
Limitare il numero dei lavoratori esposti ai rischi organizzando le attività lavorative e definendo
le relative procedure di sicurezza, limitando comunque l'uso di agenti chimici, fisici e biologici sul
luogo di lavoro.
♦
Sottoporre i lavoratori a controllo sanitario in funzione dell'esposizione a rischi specifici, nel
caso allontanare il lavoratore interessato per motivi sanitari dall'esposizione alla fonte di
rischio.
♦
Programmazione e adozione di misure igieniche, misure di emergenza da attuare per il pronto
soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato
segnale di avvertimento e di sicurezza.
♦
Curare la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine e impianti con particolare
riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alle indicazioni dei fabbricanti.
♦
Informare, formare e consultare rendendo partecipi i lavoratori e i loro rappresentanti sulle
questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro, anche fornendo istruzioni
adeguate ai lavoratori.
TUTELA DEL LAVORO FEMMINILE
LAVORI VIETATI IN GRAVIDANZA E FINO A SETTE MESI DOPO IL PARTO( D. Lgs. 151/01)
♦ Lavori soggetti all'obbligo di visite mediche
preventive e periodiche a cura del datore di lavoro;
♦ Lavori che espongono al rischio di malattia
professionale;
♦ Uso di sostanze tossiche o nocive nella
concimazione del terreno e nella cura del bestiame;
♦ Lavoro notturno.
LAVORI VIETATI SOLO IN GRAVIDANZA
♦ Sollevamento e spostamento di pesi;
♦ Lavori su scale o impalcature mobili o fisse;
♦ Lavori di manovalanza pesante;
♦ Stazione in piedi per più di metà dell'orario di
lavoro o mantenimento di posizione particolarmente
affaticante;
♦ Uso di macchine mosse o comandate a pedale,
uso di macchine scuotenti o utensili vibranti;
♦ Lavori che espongono a sostanze e/o preparati
classificati molto tossici, tossici o nocivi:, tra gli
altri, i prodotti fitosanitari per il cui acquisto e
impiego è necessario il patentino (*);
♦ Condotta dei veicoli da trasporto e di macchine
operatrici semoventi con propulsione meccanica(*);
N.B. i lavori contrassegnati da asterisco sono vietati anche per i minori di 18 anni.
TUTELA DEL LAVORO DEI GIOVANI MINORI
Recenti revisioni normative prevedono norme di
tutela molto severe per il lavoro dei minori (cfr.
L. 977/67, modificata dai Decreti legislativi n.
345/99 e n. 262/00).
Dette norme, ad esempio, vietano espressamente
l'esposizione degli adolescenti tra i 15 e i 18
anni a sostanze e preparati classificati tossici,
molto tossici e nocivi.
Una deroga a questo divieto è prevista per
indispensabili motivi didattici o di formazione
professionale
e
soltanto
per
il
tempo
strettamente necessario alla formazione stessa,
sotto la sorveglianza di formatori competenti
anche in materia di prevenzione e protezione e nel
rispetto di tutte le condizioni di sicurezza e salute
previste dalla vigente legislazione.
E' necessaria una specifica autorizzazione della
Direzione Provinciale del Lavoro che la emana
dopo avere acquisito il parere favorevole
dell'Azienda USL territorialmente competente, in
ordine al rispetto da parte del datore di lavoro richiedente della normativa vigente in materia di
igiene e sicurezza del lavoro.
CONTROLLI SANITARI
I prodotti fitosanitari sono sostanze tossiche per l'organismo umano; oltre all'adozione di mezzi di
protezione individuale, è opportuno che l'operatore agricolo si sottoponga ad accertamenti sanitari
preventivi e di controllo.
Quelli preventivi hanno lo scopo di verificare la capacità dell'individuo di lavorare in condizioni
climatiche sfavorevoli, ed anche di escludere la presenza di eventuali patologie congenite o acquisite
(es: allergie), che lo rendano particolarmente sensibile all'esposizione a sostanze chimiche.
Gli accertamenti sanitari di controllo hanno lo scopo di individuare tempestivamente eventuali
alterazioni causate dall'azione dei prodotti fitosanitari. Nel caso di imprese agricole che occupano
personale dipendente, anche a tempo determinato (personale avventizio), il datore di lavoro è tenuto
ad applicare quanto previsto dal Decreto legislativo n. 626/94.
In particolare per quanto riguarda la tutela sanitaria dei lavoratori, qualora la valutazione dei
rischi ne evidenzi l'obbligo, la norma prevede che venga nominato un "medico competente" (cioè
esperto nel campo della medicina del lavoro) cui compete l'espletamento dei controlli sanitari
preventivi e periodici e l'espressione del giudizio di idoneità alla mansione.
CONTRATTI DI APPALTO E I CONTRATTI D'OPERA CON I
CONTOTERZISTI
Nell'ambito del campo d'applicazione del Decreto
legislativo n. 626/94 e successive modificazioni,
gli agricoltori che affidano dei lavori di
qualsiasi tipo (es. irrorazione di prodotti
fitosanitari) all'interno della propria azienda ad
imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi (es. i
conterzisti) devono adempiere a precisi obblighi
che risiedono nell'art. 7 del Decreto Legislativo
citato.
Gli agricoltori devono pertanto verificare, anche
attraverso l'iscrizione alla camera di commercio,
industria e artigianato, l'idoneità tecnicoprofessionale del contoterzista o ancor meglio richiedergli di esibire "il patentino" che ovviamente
responsabilizza il contoterzista stesso di ogni azione che dovrà compiere nell'ambito della loro
azienda agricola.
L'agricoltore dal canto suo dovrà fornire al conterzista dettagliate informazioni sui rischi
specifici esistenti nei luoghi della propria azienda (es. presenza di impiantistica irrigua e di ogni tipo,
canali, fossi, buche non segnalate, ecc…) dove questi è destinato ad operare e sulle misure di
prevenzione e di emergenza da adottare in caso di incidenti e di guasti.
In particolare l'agricoltore deve:
♦
♦
cooperare all'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro,
accertandosi che le macchine, le attrezzature agricole e i D.P.I. impiegati dal contoterzista
siano idonei e possiedano i requisiti essenziali di salute e di sicurezza;
coordinare gli interventi di protezione e prevenzione informandosi reciprocamente sulle modalità
di compimento della lavorazione agricola, in modo tale che il lavoro del contoterzista non
interferisca in alcun modo con il lavoro svolto dall'agricoltore, dai suoi lavoratori subordinati o
da altri lavoratori autonomi e contoterzisti operanti in concomitanza nell'azienda agricola.
E' utile rammentare che è l'agricoltore, che richiede la lavorazione agricola al contoterzista, il
promotore del coordinamento sugli interventi di protezione e prevenzione. Se l'agricoltore valuta
che il contoterzista non osserva le sue disposizioni, le misure di prevenzione e protezione e le norme
in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, ha l'autorità di sciogliere qualsiasi contratto
riguardante l'affidamento di lavorazioni agricole all'interno della propria azienda.