piano di posizionamento e linee strategiche di

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piano di posizionamento e linee strategiche di
INDICE
1.
1.1
1.2
1.3
Cos’è il Piano Strategico di Posizionamento
Il piano di Posizionamento e il ruolo della
comunicazione
Obiettivi generali del Piano
La struttura del Piano di posizionamento
pag. 3
pag. 5
pag. 8
2.
2.1
2.1.1
2.1.2
2.1.3
2.2
2.2.1
2.2.2
2.2.3
Analisi
Analisi d’opinione: metodologia della ricerca
Il settore tessile tra tradizione e innovazione
I pratesi: come appaiono?
Una provincia in movimento
Target specifici: come vedono la Provincia
Gli imprenditori
Le istituzioni
Il mondo dell’Università e della ricerca
pag. 9
pag. 10
pag. 12
pag. 13
pag. 14
pag. 14
pag. 15
pag. 16
3.
3.1
Il posizionamento
La provincia di Prato: dove la Toscana incontra il
mondo
pag. 18
3.1.1 Prato capitale dello stile
pag. 21
3.1.2 Prato Innovation Lab
pag. 22
4.
4.1
4.2
Target e strumenti
I target e i linguaggi
Gli strumenti di comunicazione
-Pag 2 -
pag. 25
pag. 26
CAPITOLO UNO
Cos’è il Piano strategico di Posizionamento
1.1 Il Piano di Posizionamento e il ruolo della comunicazione
La stesura del Piano di Posizionamento della Provincia di Prato
nasce dalla consapevolezza del ruolo che la comunicazione ha
ormai assunto nella Pubblica Amministrazione, come leva strategica
dell’orientamento alla soddisfazione dei bisogni e delle aspettative
dei cittadini-clienti.
La comunicazione, infatti, costituisce uno strumento di
fondamentale importanza per realizzare a pieno i principi di
trasparenza, pubblicità, semplificazione, efficacia, partecipazione e
autonomia che reggono l’azione amministrativa. In questa
prospettiva, la comunicazione si connota come un’attività di
interesse pubblico, una vera e propria funzione volta a garantire il
perseguimento degli scopi dell’amministrazione e la tutela dei diritti
dei cittadini.
In particolare la comunicazione pubblica:
•
costituisce un valore aggiunto dei servizi offerti,
facilitandone la fruizione e contribuendo ad orientare le prestazioni
ai reali bisogni ed esigenze della collettività;
•
contribuisce a realizzare un modello di amministrazione
‘relazionale’, assicurando la conoscibilità dell’attività amministrativa
e favorendo la partecipazione della collettività alla gestione della
cosa pubblica;
•
accresce l’efficienza dell’azione amministrativa e
fornisce ausilio per la realizzazione dei piani e degli obiettivi di
governo e della ‘missione’ istituzionale dell’Ente;
•
consente di promuovere il territorio e le peculiarità
locali e rappresenta un elemento trainante per lo sviluppo e la
crescita – culturale, economica e civile - della comunità.
Perché la comunicazione possa realmente adempiere al suo
ruolo, è necessario però garantire due condizioni fondamentali.
In primo luogo, bisogna essere consapevoli del fatto che la
comunicazione non è un settore dell’amministrazione, ma è parte
integrante e sostanziale dell’attività amministrativa. Tutte le funzioni
realizzate dall’amministrazione pubblica presuppongono una
qualche forma di interazione con l’esterno per cui è necessario che
le attività di comunicazione siano trasversali a tutte le funzioni e
vengano percepite come fattore che permea l’intera azione
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amministrativa. L’approccio comunicativo deve dunque diventare
cultura dominante all’interno di ogni apparato dell’Ente, altrimenti si
rischia
di
fornire
un’immagine
distorta
e
incoerente
dell’amministrazione, con tutti rischi che questa eventualità
comporta.
Il secondo elemento da considerare è che per
l’amministrazione, come per qualunque individuo o organizzazione,
è impossibile non comunicare: ogni comportamento, infatti, anche
se inconsapevole, “comunica” necessariamente qualcosa.
L’amministrazione comunica ciò che essa è, dunque è quello che
comunica. Perfino il non comunicare, il silenzio, è a tutti gli effetti
una forma di comunicazione e come tale va gestita e sfruttata.
Dato questo quadro generale, insomma, risulta evidente
l’importanza di un’attenta pianificazione strategica della
comunicazione, tale da mettere l’Ente a riparo da ogni possibile
rischio.
Con la redazione di questo Piano, la Provincia di Prato
intende dotarsi di uno strumento in grado di definire una strategia
comunicativa, in base alla quale coordinare e armonizzare tutte le
azioni comunicative e renderle coerenti con gli obiettivi prioritari
dell’Ente.
Esso rappresenta una guida di indirizzo nella quale vengono
fissati i criteri generali entro cui la pubblica amministrazione può
agire sia per sviluppare in maniera efficace la propria immagine, sia
per promuoverla e comunicarla in maniera ottimale.
Il piano di posizionamento è pertanto uno strumento
funzionale all’attività non solo promozionale e comunicativa, ma
anche amministrativa di un ente pubblico, in grado di fornire le
principali linee guida dell’attività di comunicazione istituzionale,
definendone finalità, obiettivi e modalità operative.
Attraverso le indicazioni sviluppate nel Piano, la Provincia
potrà inscrivere le varie azioni di marketing territoriale finora
intraprese all’interno di un quadro più ampio di coordinamento
concettuale e strategico. È impossibile pensare di promuovere il
“prodotto Prato” in Italia e all’estero senza avere un’idea chiara
dell’aspetto che questo prodotto dovrà avere.
Pertanto, il Piano di Posizionamento e le linee strategiche di
comunicazione costituiscono la cornice entro la quale dovranno
essere pensate e attuate tutte le successive azioni di marketing
territoriale previste dalla Provincia.
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1.2 Obiettivi generali del Piano
Per definire gli obiettivi generali del Piano di Posizionamento
bisogna partire da una analisi della situazione attuale della
Provincia di Prato, che tenga conto dei fattori di criticità e delle
necessità comunicative che da questi discendono.
Dai dati della Provincia sulle caratteristiche attuali e sulle
potenzialità di sviluppo dell’area pratese emerge il quadro di un
territorio la cui identità tradizionale, legata all’industria tessile, viene
erosa da una profonda crisi di mercato che costringe alla chiusura
le piccole e medie imprese. Il settore turistico, pur in forte
espansione, soffre di deficit strutturali importanti che ne limitano le
possibilità di crescita. Inoltre, la scarsa conoscenza presso il grande
pubblico del “prodotto Prato” costituisce un ostacolo pesante per
una qualsiasi politica di sviluppo.
Il rilancio complessivo del distretto, quindi, passa attraverso la
definizione di una nuova politica d’immagine, capace di
riposizionare il territorio provinciale attraverso una rilettura strategica
della sua identità tradizionale. Gli obiettivi generali che la Provincia
intende perseguire attraverso questo lavoro di analisi e
pianificazione, sono:
Identità. Definizione di una nuova immagine del
distretto, in modo da migliorarne la percezione esterna,
cancellando l’immagine stereotipata di “città degli stracci e dei
cinesi” e dotando di coerenza e organicità la comunicazione della
Provincia.
•
Riconoscibilità. Tutte le azioni di comunicazione
dovranno essere intergrate e coordinate tra loro in modo che i
messaggi e le informazioni veicolati offrano un’immagine unitaria
dell’Ente e del distretto e costituiscano un’identità condivisa e
facilmente riconoscibile.
•
Visibilità. Tutte le azioni di comunicazione e promozione
dovranno puntare ad accrescere la visibilità del territorio pratese e
ad accreditare la Provincia come interlocutore credibile per le
Istituzioni, le imprese, le banche, le associazioni, i cittadini.
•
Il raggiungimento dei suddetti obiettivi generali è
indispensabile per dare inizio a quel processo di valorizzazione e
promozione non solo della cultura tessile ma anche delle risorse
-Pag 5 -
turistiche che l’Ente provinciale si è posto come priorità nel quadro
degli interventi di rilancio del distretto.
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I macro
obiettivi del
Piano
Imprese
nazionali e
internazionali
riconoscibilità
visibilità
Istituzioni
Banche e
Associazioni
di categoria
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cittadini
identità
1.3 La struttura del Piano di posizionamento
Il Piano di posizionamento strategico e di comunicazione
della Provincia di Prato si articola lungo un percorso analiticostrategico che punta a definire le linee di indirizzo dell’attività di
promozione del territorio e della sua identità. Da un punto di vista
metodologico, la sequenza di azioni che hanno condotto alla
realizzazione del piano di posizionamento si sono distinte in 5 fasi:
1. Analisi d’opinione:
rappresenta la fase iniziale e necessaria per ottenere un
quadro di partenza generale su cui costruire un piano di
posizionamento e comunicazione.
2. Individuazione degli obiettivi:
è la fase in cui si definiscono, da un punto di vista strategico,
gli obiettivi specifici da raggiungere.
3. Definizione del pubblico:
in questa fase si tratta di individuare quali sono i pubblici
“sensibili” cui rivolgere l’attività di comunicazione.
4. Impostazione linee strategiche di contenuto:
è il momento in cui si definiscono i contenuti da veicolare e si
costruisce lo schema narrativo di posizionamento strategico.
5. Scelta dei mezzi di comunicazione:
questa scelta deve tenere conto dei pubblici di riferimento,
dei contenuti e dei linguaggi definiti, in modo da sfruttare al
massimo le potenzialità peculiari di ogni strumento di
comunicazione ed evitare il pericolo di dispersione informativa o di
mancato raggiungimento del target di riferimento.
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CAPITOLO DUE
Analisi
Per
arrivare
all’elaborazione
di
una
strategia
di
posizionamento efficace e solida, è stato necessario svolgere
un’attenta fase di analisi.
La Conferenza Nextex, tenutasi a Prato tra il 22 e il 24
novembre, è stata occasione utile e preziosa per lo svolgimento
dell’analisi di opinione: in quella sede infatti, è stato possibile
raccogliere i pareri di numerosi esperti sia italiani che stranieri
attivamente impegnati in settori diversi della vita pubblica:
istituzioni, imprese, università e associazioni di categoria.
I risultati di questa ricerca saranno presentati prima in forma
aggregata così da definire i principali caratteri dell’immagine
percepita della Provincia di Prato, e successivamente saranno
suddivisi a seconda dei target considerati, in modo tale da ottenere
un quadro chiaro delle differenze percettive che sono state
riscontrate nel corso dell’indagine.
2.1 Analisi d’opinione: metodologia della ricerca.
L’indagine d’opinione è stata svolta attraverso lo strumento
dell’intervista a domande miste, sia chiuse che aperte. La scelta di
questo strumento d’indagine in luogo di altri, come i focus group ad
esempio, è stata dettata da una pluralità di fattori: anzitutto, dalla
necessità di cogliere tutti quei dettagli, quelle sfumature che solo
una maggiore “intimità” permette di far emergere; inoltre, la natura
stessa di questa ricerca a carattere conoscitivo imponeva il
contatto con target estremamente selezionati, meno disponibili a
colloqui collettivi; infine, l’intervista ha permesso, da un parte, di
gestire in maniera più rigida il flusso di informazioni, in modo da
evitare perdite di senso e divagazioni, e dall’altra anche di
sviscerare temi inizialmente non previsti ma che risultavano
particolarmente utili alle finalità del Piano.
Le interviste si sono snodate lungo un percorso preciso,
scandito da tappe: per prima cosa agli intervistati è stato chiesto di
indicare parole e immagini di immediata associazione con la
Provincia di Prato, in modo da avere un primo quadro sintetico
degli universi semiotici e visivi legati al tema in analisi; poi, è stata
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indagata l’opinione degli intervistati riguardo alle caratteristiche
distintive dell’area pratese, con particolare riferimento alla
condizione dell’industria tessile e al tema dell’innovazione
tecnologica e industriale; successivamente, sono stati individuati i
caratteri percepiti dei pratesi, in modo da approfondire il legame
tra territorio e popolazione residente; infine, è stato affrontato il
tema del futuro, chiedendo agli intervistati di indicare quale sia la
direzione di marcia che a loro parere la Provincia sta percorrendo.
2.1.1 Il settore tessile tra tradizione e innovazione
Il dato più macroscopico che emerge dalle interviste è che la
Provincia di Prato viene identificata con la città di Prato. La
dimensione provinciale, quindi, si confonde con la dimensione
comunale.
A
tale
percezione
esterna
corrisponde
un’autopercezione: gli abitanti dei comuni che appartengono alla
provincia di Prato si sentono “pratesi prima ancora che abitanti dei
loro comuni di residenza".
Dall’analisi delle interviste appare evidente l’identificazione,
condivisa da parte di tutti gli intervistati, di Prato come provincia
legata alla storia e allo sviluppo del settore tessile. Una
connotazione identitaria forte e radicata che tende ad oscurare i
tentativi di sviluppo di attività culturali diversificate legate all’arte e
al turismo.
Una identificazione consolidata nel tempo, una comunità di
“stracciaroli” che oggi si caratterizza per l’alta qualità dei suoi
prodotti e quindi, che è riuscita a trasformarsi e a rispondere ai
bisogni e alle richieste del mercato. Una capacità e dinamicità
produttiva che non è stata valorizzata e palesata a livello di
immagine esterna.
Infatti, la maggior parte degli intervistati lega l’immagine di
Prato/distretto tessile al telaio, agli stracci, ad un “saper e voler
fare” tradizionale, alla laboriosità dei mercanti pratesi di un tempo,
evidenziandone una connotazione identitaria legata al passato.
“Noi siamo stati troppo attenti a produrre, e non abbastanza
a valorizzare la nostra immagine”, questo ha comportato la
mancanza di una marchiatura esclusiva del brand Prato, di
un’immagine diffusa e condivisa: “non c’è una politica di brand di
distretto, non c’è un made in Prato”.
I caratteri distintivi del distretto tessile, che si evincono dalle
risposte degli intervistati, e che, in alcuni casi, coincidono con i
caratteri distintivi dell’essere pratese, sono rappresentati dalla
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tradizione, dalla cultura del fare e del produrre, dall’operosità, dalla
laboriosità, dall’alta qualità dei prodotti.
Il settore tessile inteso come settore del “saper fare” bene
(qualità) e della tradizione viene valutato, dagli intervistati, come
un’opportunità da valorizzare.
Da un’immagine definita del passato, da un’immagine
incerta e di crisi del presente ad un’immagine diffusa e
rappresentativa del futuro: “la nuova Prato”. “Prato deve inserirsi,
con la sua identità, in un processo più ampio di innovazione e
cambiamento”. È, quindi, la sua manifattura, il suo saper fare che
deve diventare “saper fare nuovo”, che deve aprirsi, integrarsi e
identificarsi in una versione moderna di industria. Attraverso anche
una “cultura della bellezza che si inserisce all’interno di un dialogo
tra industria ed arte, una cultura dell’innovazione nel bello”.
Prato viene percepita, quindi, come comunità che sa unire la
cultura tradizionale del saper fare all’innovazione, che sa investire
nella ricerca per garantire la qualità dei prodotti. Condivisa da tutti
gli intervistati, infatti, è la necessità di investire nella
sperimentazione,
nell’innovazione
tecnologica,
considerata
un’esigenza richiesta al settore tessile dal mercato.
Restringendo il campo di analisi alle attività di ricerca che
Prato ha svolto negli anni, dalle risposte, emergono due approcci
differenti; alcuni intervistati considerano le attività di ricerca e
innovazione tecnologica del distretto pratese sullo stesso livello e
senza particolari differenziazioni rispetto agli altri distretti italiani; altri,
invece, percepiscono un lieve ritardo rispetto a Carpi, Biella e
Como.
Tutti gli intervistati, invece, in riferimento allo sviluppo di
politiche di innovazione e di ricerca tecnologica, concordano nel
considerare attivo l’intervento e il sostegno da parte dei soggetti
pubblici in favore di “un’innovazione amica che non precipiti sulle
imprese, ma che sia elaborata e condotta con e per le imprese”.
In definitiva, il settore tessile della Provincia di Prato, così
come è emerso dalle interviste, presenta i seguenti punti di forza e
punti di debolezza:
Punti di forza
connotazione
identitaria forte e consolidata
cultura del sapere fare
tradizione/qualità
Punti di debolezza
identità legata al
passato: “città degli stracci”
mancanza di un brand
made in Prato
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attenzione alla ricerca
e all’innovazione
tecnologica
ritardo, secondo alcuni
intervistati, rispetto ai distretti di
Carpi, Biella e Como
2.1.2 I pratesi: come appaiono?
Agli intervistati è stato chiesto di elencare i caratteri distintivi
del pratese doc, ottenendo risposte, in alcuni casi, opposte e,
apparentemente, contraddittorie. In virtù delle diverse percezioni
esterne rinvenute, risulta necessario, innanzitutto, partire da
un’analisi delle risposte basata sulla differenziazione di provenienza
geografica degli intervistati: nord e sud Italia e paesi esteri.
Gli intervistati provenienti dai paesi esteri (Australia, Polonia,
Portogallo e Spagna) hanno evidenziato i caratteri distintivi di
accoglienza e apertura: “i pratesi sono persone disponibili,
accoglienti, calorose e aperte”. Una dimensione e un essere
pratese che viene, però, confuso e accomunato all’essere italiano.
Dalle risposte emerge, difatti, la difficoltà di riuscire a distinguere il
pratese doc dall’italiano doc, e quindi la mancanza di
un’immagine identitaria autonoma e distintiva.
Una percezione differente dei caratteri distintivi del pratese
doc da quella dell’essere accogliente, invece, è desumibile dalle
risposte degli intervistati provenienti dal sud Italia che considerano i
pratesi, in prima battuta, “chiusi, diffidenti, rassegnati”, “un misto tra
napoletani e toscani”. Una connotazione legata alla prima
impressione, ai primi approcci e contatti con i pratesi che tende a
modificarsi
attraverso l’approfondimento dei
rapporti
di
conoscenza.
Un altro aspetto rilevante che emerge dalle interviste, al di là
della provenienza geografica degli intervistati, è il riferimento al
carattere laborioso e operoso del pratese. Nella maggior parte
delle risposte, risulta evidente che il carattere amichevole,
accogliente è una conseguenza dell’essere mercante. “Il pratese è
amichevole, sa fare affari – gli affari fanno aprire- , è un mercante,
amico di tutti”. La dimensione e l’identità del tessile precede,
quindi, quella dell’essere.
Emergono ancora dalle risposte caratteri distintivi legati
all’operosità e all’industriosità, alla tradizione tessile: “la voglia di
lavorare”, “la voglia di indipendenza, di crescere con le proprie
forze”, “la prontezza nell’affrontare le sfide”. In sintesi, così come è
emerso dalle interviste, il pratese doc è:
-Pag 12 -
•
•
•
•
•
•
•
•
accogliente
disponibile
amichevole
mercante
operoso, dedito al lavoro
industrioso
indipendente e autonomo nel lavoro
pronto ad affrontare le sfide
Al termine dell’analisi dei caratteri distintivi del pratese doc è
necessario sottolineare la difficoltà di alcuni intervistati da un lato di
distinguere il pratese dagli “altri sottoinsiemi” della Toscana,
dall’altro di identificarlo, se non come cittadino del mondo.
2.1.3 Una provincia in movimento
La Provincia di Prato è molto giovane; per ottenere il
riconoscimento di provincia si è impegnata in un percorso difficile e
lunghissimo. Una provincia, quindi, “in costruzione”, in crescita,
attenta a sviluppare una sua identità distintiva rispetto al comune e
una sua autonomia di gestione di competenze che, spesso,
tendono a sovrapporsi. Una provincia che gestisce lo spazio
provinciale interagendo in maniera efficace con gli altri livelli di
governo, dal comunale al comunitario. Una provincia che si
confonde e si identifica con il distretto tessile.
Alla domanda, infatti, “verso quale direzione la provincia si
sta muovendo”, nella maggior parte delle risposte, è evidente
l’identificazione della provincia in movimento con il distretto tessile
in movimento.
La provincia/distretto tessile si trova in una fase di
cambiamento, sta cercando di capire qual è il suo futuro. “Come in
tutti i momenti di cambiamento, c’è chi tende a conservare e chi a
trasformare radicalmente”. E il futuro di Prato, a parere degli
intervistati, risiede in una realtà sempre più “diversificata da un
punto di specializzazione produttiva”, ma anche attenta a
sviluppare la sua tradizione tessile con un occhio di riguardo nei
confronti di attività di ricerca e di innovazione tecnologica.
Quali sfide, dunque, il distretto sta affrontando?
Sicuramente, le trasformazioni del settore tessile e l’ascesa sul
mercato di competitors asiatici. Emerge evidente e chiara, dalle
risposte,
la necessità di investire su politiche di sviluppo, di
innovazione, di “specializzazioni di nicchia” ma anche di
differenziazione dei prodotti. E questo significa modificare una
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forma mentis, consolidata nel tempo, legata esclusivamente alla
tradizione del tessile. Una tradizione che va tutelata e riletta in
funzione della massiccia presenza della comunità cinese che
rappresenta una minaccia ma anche un’opportunità economica e
culturale.
Da un punto di vista produttivo, la presenza della comunità
cinese ha rappresentato un’opportunità, perché ha consentito di
introdurre nella filiera il segmento della confezione, che al di là del
valore oggettivo rappresenta la possibilità per gli imprenditori
pratesi di “ vedere in qualche modo anche la parte di sbocco del
prodotto già direttamente in loco e di capire e di rispondere alle
esigenze dei loro clienti che si rivolgono al di fuori di Prato per la
confezione dei prodotti”.
Dal punto di vista culturale, si evidenzia che la comunità
cinese può rappresentare l’occasione per un laboratorio d’idee e
buone pratiche, finalizzato a gestire la complessità di una società
multietnica e multiculturale.
In definitiva, dall’analisi delle interviste, risulta evidente
l’immagine condivisa di una provincia in movimento, di un distretto
dinamico, attento a cogliere le sfide del mercato e in grado di
impegnarsi nel cercare delle risposte a tali cambiamenti.
2.2 Target specifici: come vedono la provincia
Accanto alle considerazioni di carattere generale riguardo
all’immagine percepita della provincia, è utile considerare anche
un’ulteriore targettizzazione dei risultati dell’indagine, al fine di
avere una descrizione più puntuale delle percezioni di quei pubblici
di riferimento considerati strategici per gli obiettivi di questo
progetto. In particolare sono state individuate tre categorie di
target particolarmente rilevanti: gli imprenditori, le istituzioni, il
mondo dell’università e della ricerca.
Questi target appaiono particolarmente importanti perché
costituiscono l’insieme degli stakeholders cui la Provincia ha
intenzione di rivolgersi per creare sinergie e partnership utili al
rilancio e alla promozione del territorio pratese.
2.2.1 Gli imprenditori
Gli imprenditori pratesi intervistati si sono mostrati concordi nel
definire il territorio provinciale come “vivace” e “dinamico”,
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sottolineando, però, la gravità della crisi nella quale il settore tessile
è invischiato da qualche anno.
Sulla possibilità di reagire a questo dato di fatto si sono
dichiarati per lo più fiduciosi, anche se non nel breve periodo
(“magari tra una ventina di anni”). Non si tratta di semplice
ottimismo, bensì di un giudizio basato sulle caratteristiche
dell’impresa e dei lavoratori pratesi: riguardo alla prima, l’opinione
diffusa è che l’imprenditoria pratese saprà adattarsi alle nuove sfide
della globalizzazione dei mercati, come ha saputo adattarsi in altri
momenti di crisi della sua lunga storia; i lavoratori, da parte loro,
sono portatori di un “saper fare” che è cultura e know-how,
capitale immateriale che non può essere copiato da altri.
La risorsa, dunque, sta nell’identità stessa del tessile pratese, in
quella figura dello “straccivendolo” che ha saputo evolversi verso la
produzione di qualità e l’alta moda. Gli imprenditori, insomma,
rivendicano una capacità di orientamento al mercato che è
propria dell’industria pratese e ne costituisce un valore aggiunto.
Al contempo, però, questo “orientamento al fare” ha
prodotto un disinteresse diffuso verso le pratiche di promozione,
comunicazione e valorizzazione in genere del “prodotto Prato”.
Proprio per questo, gli imprenditori si sono mostrati particolarmente
favorevoli all’attivazione di un percorso strategico di marketing, a
patto che esso superi il frazionamento proprio del tessuto produttivo
e si indirizzi verso l’implementazione di una logica di sistema che
abbracci l’intero distretto.
Il tema dell’innovazione e della ricerca è stato più volte
evocato come fattore chiave per un riposizionamento vincente del
distretto e per la costruzione di un’immagine nuova, orientata al
futuro, appetibile e convincente.
Infine, gli intervistati hanno rilevato che Prato, per la sua
collocazione geografica, rappresenta un nodo centrale di numerosi
corridoi europei; anche in questo caso, però, tale caratteristica è
stata per troppo tempo dimenticata nell’elaborazione di strategie
di marketing e comunicazione.
2.2.2 Le istituzioni
Le istituzioni rappresentano un interlocutore importante per
un’amministrazione che voglia progettare il suo rilancio in modo
che sia condiviso e adeguatamente sostenuto. Per questo è stato
opportuno, necessario e utile sondare l’opinione di coloro che
rivestono importanti cariche politico-amministrative a livello
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regionale, nazionale ed europeo. Inoltre sono state raccolte anche
le riflessioni di esponenti delle amministrazioni di altri due grandi
distretti tessili italiani: Biella e Carpi.
Le istituzioni interpellate hanno confermato l’immagine dei
pratesi come persone operose e intraprendenti, definendo queste
caratteristiche “risorse fondamentali” per rispondere ad una crisi di
riposizionamento del settore tessile che non può più essere
rimandata. La “voglia di crescere” qualifica Prato come la
“Toscana che produce”, proiettandola in avanti.
Il giudizio sulle istituzioni locali è conforme ai ragionamenti fin
qui esposti: “il Comune e la Provincia esprimono la volontà forte di
non subire passivamente la crisi”, anche se “a volte si registra un
eccesso di prudenza”.
Il tema dell’innovazione tecnologica e della ricerca è
considerato da tutti come quello in cui più forte deve essere
l’azione di investimento, non solo economico, dell’istituzione
provinciale. La Provincia, insomma, è percepita come l’Ente adatto
a guidare un generale processo di rinnovamento, diventando “una
guida unitaria” per tutti i centri che compongono il territorio.
Da parte di coloro che, per le cariche che ricoprono, hanno
maggiore dimestichezza con il mondo dell’economia, è emersa la
necessità di una maggiore “apertura al mondo”, cioè di una
strategia che punti non soltanto ad attirare investimenti ma
soprattutto a far crescere l’imprenditorialità già presente a Prato e
provincia.
I rappresentanti dei distretti tessili di Carpi e Biella hanno
unanimemente
individuato
nella
“concretezza”
e
nella
“accoglienza”
il
carattere
distintivo
dell’anima
pratese,
sottolieando come questi due elementi rappresentino altrettanti
punti di forza nell’affrontare l’attuale fase di difficoltà.
Il dato più interessante che è emerso riguarda però la
multidimensionalità di Prato, cioè la sua capacità di coniugare
industria tessile e arte rinascimentale, mantenendo un “invidiabile”
equilibrio. Una condizione definita “invidiabile” rispetto a quella
degli altri distretti, come Biella ad esempio, in cui l’offerta artistica e
monumentale è in parte danneggiata dalla massiccia presenza di
fabbriche e industrie fin dentro il cuore degli abitati.
2.2.3 Il mondo dell’Università e della ricerca
Il rapporto della Provincia con il mondo accademico e
universitario è di primaria importanza, perché da una buona
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impostazione di queste relazioni può dipendere il valore aggiunto di
qualsiasi politica di innovazione del distretto. Proprio per questo
sono stati interpellati alcuni esponenti delle università di Pisa e di
Firenze.
Il tema dell’innovazione è stato, ovviamente, al centro delle
riflessioni di tutti i ricercatori intervistati. In particolare, è emersa
l’immagine di Prato e della sua provincia come di un “laboratorio
unico”, in cui “il dialogo tra arte e industria ha permesso la
formazione di una cultura dell’innovazione nel bello”. La bellezza
della sperimentazione appare quindi il valore aggiunto dell’identità
pratese.
Una “cultura innovativa” che permette alla provincia di Prato
di differenziarsi dalle altre province toscane e di ritagliarsi un posto
rilevante. Un’operazione di valorizzazione di questo aspetto
dell’identità pratese sarebbe, dunque, assolutamente necessaria e
in questo senso la proposta della Provincia di dare vita ad un
Centro di Ricerca e Formazione è stata accolta con molto favore.
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CAPITOLO TRE
Il posizionamento
Una volta conclusa la fase di analisi e definita l’immagine
percepita del territorio pratese, si dispone degli elementi necessari
per individuare un nuovo posizionamento che, coerentemente con
gli obiettivi del Piano, definisca le macroaree semantiche ed
operative su cui ridefinire l’identità comunicativa della Provincia.
Riposizionare la Provincia di Prato significa ripensare la sua
identità in termini di diversificazione e vantaggio competitivo. Il
territorio provinciale deve essere presentato in modo da apparire
assolutamente unico, dotato cioè di caratteristiche reali o
percepite non riscontrabili in altri luoghi, e tali caratteri devono
rappresentare un valore aggiunto per tutti gli interlocutori.
Definire la giusta chiave di senso significa aprire le porte ad
un processo cognitivo talmente virtuoso da consentire
un’identificazione istintiva del “prodotto Prato” con i valori che ne
costituiscono l’identità. E questo processo deve valere per i pratesi
quanto per chiunque altro.
Ma, dal momento che definire un posizionamento di per sé
non è sufficiente se esso non è declinato in attività specifiche che
gli diano corpo e visibilità, veicolandone la diffusione e il
consolidamento, il Piano si propone anche di fornire alcune
specifiche proposte operative da realizzarsi in contemporanea con
l’avvio delle attività di comunicazione.
3.1 La Provincia di Prato: dove la Toscana incontra il mondo
Nel pensare al posizionamento della Provincia di Prato non si
poteva non partire dalla sua identità tessile, meglio ancora dalla
sua cultura tessile, che è cultura industriale ma anche artistica.
Perché gli “stracci” di Prato, non sono solo tessuti, ma mondi pieni di
vissuti e di valori.
Un’identità che ha un vantaggio competitivo forte, e cioè
quello di essere viva, in movimento, in evoluzione. Prato è abituata
a non guardare indietro, verso il suo passato, ma è capace di
intraprendere, di rischiare, di mettersi in condizione di guardare
avanti, al futuro, alle nuove sfide della modernità.
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Ecco perché la Provincia di Prato è il luogo “dove la Toscana
incontra il mondo”. Questo posizionamento è funzionale a tenere
unito un aspetto più propriamente umano (accoglienza, calore,
persone vere) con uno più impersonale, di prospettiva.
Il marchio Toscana è ormai da anni sinonimo di qualità,
famigliarità, arte, cultura, gusto. La Provincia di Prato deve
agganciare questo universo di senso per trovare una collocazione
che ne descriva immediatamente il valore. Prato-Toscana: un
collegamento che deve essere immediato per tutti.
Il secondo passo è la diversificazione, la valorizzazione dei
caratteri di specificità. E questo elemento si ritrova nella capacità di
apertura e innovazione che la Provincia di Prato esprime. Apertura
al mondo, appunto, che è sia orientamento al mercato che
tolleranza e accoglienza.
Prato non può avere paura dei concorrenti “globali”, perché
qui si è sviluppato un fattore competitivo vincente: lo stile. Lo
straccivendolo pratese si è evoluto, è uscito dalla bottega e ha
portato il suo sapere nel mondo, insegnando agli altri cosa significa
“qualità”, stando sempre un passo avanti, diventando esempio di
maestria e gusto.
Un’identità basata su una tradizione forte, su un know-how
consolidato, e proprio per questo capace di innovare. Ma
l’innovazione a Prato non è solo nuova tecnologia e nuovi filati, è
sperimentazione nel bello. È dialogo costante e proficuo tra arte e
industria. Una caratteristica che rende Prato assolutamente unica
nel suo genere e che va sfruttata e valorizzata: chiunque si trovi a
passare di qui deve avere la sensazione di poter partecipare a
qualcosa di straordinario, un’esperienza che non può essere
imitata.
E quando parliamo di stile intendiamo non solamente la
capacità di coltivare la qualità e l’eleganza dei tessuti, ma anche
l’intera way of life pratese, fatta di gusti antichi e genuini, di persone
vere, di passioni forti.
Prato è dunque una realtà viva, pulsante, che pensa globale
e agisce locale. Una provincia in grado di collegarsi al mondo sia
concretamente, sfruttando la sua posizione strategica e i corridoi
europei, sia idealmente attraverso l’arricchimento costante della
sua cultura.
La presenza della comunità cinese va letta con queste lenti:
non deve essere presentato come un problema, ma come una
risorsa in grado di costruire un nuovo orizzonte dell’identità pratese.
Se i lavoratori cinesi costituiscono una parte via via sempre più
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rilevante delle attività economiche del territorio, se producono qui
e non altrove, è perché hanno molto da imparare da un popolo di
maestri tessitori.
In questo modo la Provincia di Prato si fa portatrice della
bandiera dello stile e del gusto nel mondo, con un respiro ampio,
che va oltre il locale e guarda alle dimensioni globali del mondo
moderno.
Il percorso logico che si vuole costruire con questo
posizionamento si snoda su un solo asse ma viaggia idealmente in
tutte le direzioni: Prato-Toscana-Italia-Mondo e Mondo-ItaliaToscana-Prato. Da una parte l’offerta, dall’altra la domanda.
L’oggetto di questo scambio è sempre lo stesso: lo stile. Quello che
Prato porta nel mondo e quello che il mondo viene a cercare a
Prato.
Questo posizionamento generale costituisce la cornice entro
la quale inscrivere ogni azione di comunicazione e marketing, da
quelle già progettate a quelle ancora da progettare.
I valori di base:
1.
Glocal: Prato deve diventare laboratorio e modello di
una prassi glocale, non più limitata a percorsi locali e globali che
procedono paralleli e affiancati, salvo toccarsi ed interagire
occasionalmente in dinamiche personali e frammentate, ma
fondata su una fusione delle due classi semantiche e culturali in una
vivibilità quotidiana e diffusa.
2.
Integrazione e formazione reciproca: gli immigrati nella
Provincia sono un’opportunità, perché aprono ai pratesi la
possibilità di guardare al mondo non come minaccia, ma sapendo
che la propria storia culturale e il proprio saper fare offrono una
competitività unica, che deve divenire riconoscibile ed esportabile.
3.
Dagli stracci allo stile: gli stracci sono tradizione interna
e visibilità esterna del territorio; unità culturale che è insieme forza e
limite; punto di partenza e prospettiva possibile. Ecco perché
“stracci di stile” diventa il concept comunicativo centrale del piano
di posizionamento: un logo che parte dalla storia per reinventare
unìidentità, un progetto multitematico, una prospettiva semantica e
politica.
4.
Posizione geografica e forza geopolitica: Prato è realtà
unica perché può vantare una collocazione che la pone
contemporaneamente in un territorio che vanta storia e patrimonio
artistico-culturale tra i più ampi, antichi e ricchi del monto e che è
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centrale nelle traiettorie dello sviluppo, fisiche (corridoi europei),
economiche e progettuali.
5.
Innovazione: stile, sviluppo, cultura: l’innovazione è
tratto trasversale insito nella storia del territorio e della Provincia e
asse semantico trasversale ai diversi contenuti, da valorizzare e
concretizzare in azioni, scelte strategiche, attività comunicative.
6.
Saper fare: etica del lavoro, competenze operative,
laboriosità: il saper fare – anche questo integrato e valorizzato in
chiave globale e interpretato in chiave di innovazione processuale
e tecnologica – è il collante che tiene insieme la cornice di
posizionamento e le singole iniziative, la storia e il futuro, la solidità
amministrativa e la credibilità di guida delle prospettive del
territorio.
3.1.1 Prato capitale dello stile
Perché Prato diventi una vera e propria città dello stile c’è
bisogno che coltivi questo suo aspetto e lo declini in senso più
ampio, cioè sia come qualità del vestire che come insieme di ciò
che è bello e attuale. Giocare strategicamente questa carta
significa aspirare a diventare una città modello nello stile, cioè in
tutto quello che gratifica per la sua appetibilità e modernità.
Dare corpo all’intenzione di diventare “capitale dello stile”
significa attrezzare la città di Prato per presentarsi come il luogo
giusto, tra modernità e tradizione, nel quale è sempre il momento
migliore per prendere parte al bello. Una condivisione che può
trovare una sua prima concretizzazione nella nascita di un marchio
locale, un brand in grado di aumentare il valore di un capo
d’abbigliamento e, di conseguenza, la gratificazione di chi lo
indossa, ma anche un segno distintivo presente in ogni iniziativa
della Provincia. Perché la costruzione del grande rito dello stile
pratese deve essere concreta per provocare una partecipazione
simbolica.
Chi indossa un capo pratese deve sentire tutta la sicurezza di
una produzione di qualità, deve avvertire il fascino di un sapere
antico, deve condividere la passione per il nuovo. Chi partecipa
ad un’iniziativa pubblica deve sapere che si tratta di un evento che
deve diventare parte di un’identità collettiva, di un club aperto
dove tutti sono accolti e ognuno è speciale.
Una specificità che può essere resa ancora più concreta e
visibile attraverso un intervento sulla città, strutturando il centro
storico di Prato e le aree principali dei diversi comuni in rioni e ad
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ognuno affidare come vessillo un tessuto/filato caratteristico della
produzione locale. Potremmo pensare ad una vera e propria
suddivisione per trame della città e del territorio, in modo che ogni
rione assuma un aspetto corrispondente al tipo di filato/tessuto
prodotto. La cartellonistica della provincia, ad esempio, potrebbe
essere mutata in questa direzione, mantenendo uno stile unitario e,
al tempo stesso, caratterizzando le singole zone.
3.1.2 Prato Innovation Lab
La Provincia di Prato, nell’ottica di dare risposta alle difficoltà
industriali del distretto tessile, ha progettato l’apertura di un Centro
di eccellenza per la ricerca e la formazione del tessile pratese. Una
struttura pensata per diventare un punto di riferimento per
l’accesso all’innovazione e allo sviluppo da parte delle imprese
locali, in grado cioè di trasferire conoscenze e tecnologie e di
qualificare il sistema produttivo, formando nuove leve. Trattandosi
di un progetto di eccellenza, che coinvolge numerosi attori
(università, industrie, banche, etc…) la forma organizzativa più
appropriata è quella di un Patto Territoriale attraverso cui giungere
alla costituzione di una Società appositamente dedicata.
Questa operazione deve essere sfruttata anche sul piano
strategico e comunicativo, ancorandola al nuovo posizionamento
della Provincia e diventandone uno degli asset principali. Il Centro
deve diventare uno strumento di comunicazione al pari
dell’Accademia e costituire con questa un vero e proprio polo dello
stile. Una struttura nuova e funzionale: il “Prato Innovation Lab”.
La mission del Centro, i suoi obiettivi fondamentali possono
essere così schematizzati:
1. ricerca, sviluppo, trasferimento e diffusione di tecnologie e
conoscenze
2. innalzamento qualitativo e quantitativo delle attività
produttive
3. valorizzazione delle risorse umane.
La sfida dell’innovazione non riguarda solo la creazione di
nuovi prodotti ma anche di nuovi processi, l’individuazione di nuovi
mercati e fattori produttivi, nonché di nuovi modelli organizzativi e
logistici. Una sfida da vincere per ridare slancio a quella cultura del
tessile che rappresenta l’anima del territorio pratese.
Il Centro è pensato secondo un modello monocentrico, cioè
concentrato sull’area della provincia, che presenta al suo interno
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tutte le risorse necessarie alla costituzione e alla gestione della
nuova struttura. Fisicamente, il Centro dovrà sorgere all’interno di un
unico immobile e dovrà contenere una parte dedicata ai laboratori
di R&S e una dedicata ai servizi di sostegno alle imprese.
In particolare, questa seconda parte della struttura dovrà
svolgere funzioni di “incubatore di nuove imprese”, cioè dovrà
offrire agli aspiranti imprenditori il know-how e il supporto strategico,
nonché svolgere attività di monitoraggio e tutorship.
Insomma, il Centro deve diventare il core business del sistema
industriale pratese, il punto di elaborazione di nuove tecnologie e
percorsi produttivi.
In questo quadro di riferimento, le priorità di cantiere per il
Centro sono:
Dotare il Centro di un’immagine propria legata ai valori
dell’innovazione e della globalizzazione positiva. Per fare questo, è
necessario dare un’immagine coordinata al Centro: sviluppare un
logo capace di evocare i valori di riferimento, un simbolo di cui
essere orgogliosi, di cui la Provincia faccia vanto. Uno stemma che
richiami l’idea della “innovazione nella bellezza”.
Ancorare il Centro al sistema della moda. La questione
assume particolare importanza perché, data la crisi in atto e la
globalizzazione dei mercati, la capacità di progettare e ideare
soluzione nuove per i tessuti e i filati rimane un fattore competitivo
assolutamente centrale, componendo l’immagine di un sistema
integrato di sapere e tecnica al servizio dell’innovazione e dello
sviluppo.
Inserire il Centro nei percorsi formativi. Perché il distretto
industriale possa riposizionarsi competitivamente ha bisogno di
risorse d’eccellenza e di know-how in costante aggiornamento.
Ecco perché è assolutamente vitale che il Centro si collochi
stabilmente all’interno dei percorsi formativi pre e post universitari. Si
tratta di attivare laboratori adatti ad ognuno dei livelli scolastici
presenti sul territorio: corsi di storia del tessile pratese e gite
didattiche per le scuole elementari e medie, seminari di teoria e
tecnica della produzione negli Istituti Tecnici. Questi corsi
dovrebbero avere un valore riconosciuto e certificato dal Centro
stesso. Corsi che offrano ai ragazzi delle scuole superiori la possibilità
di accedere a specializzazioni di livello universitario appositamente
attivate all’interno del Centro. Un percorso formativo di qualità, in
grado anche di assicurare uno sbocco lavorativo, a cominciare
dalla possibilità di attivare stage e tirocini all’interno delle aziende
del territorio pratese. Tutte attività da svolgere previo accordo
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didattico con l’Università di Prato e il Ministero della Ricerca e
dell’Università.
Inserire il Centro in una Rete Europea della ricerca
tessile. Nel gemellaggio con le istituzioni degli altri distretti tessili
europei, la Provincia di Prato potrebbe stimolare altri Centri simili
con i quali attivare programmi di scambio di risorse e know-how,
facendosene promotrice a livello europeo, segnando un ruolo
guida all’interno della comunità dei distretti tessili.
Distinguere il centro per un approccio strategico
all’innovazione sostenibile. Il Centro, oltre che sviluppare
concretamente nuove tecnologie, deve porsi come punto di
avanguardia nell’approccio teorico e strategico all’innovazione dei
distretti industriali. Si tratta cioè di sviluppare una cultura
dell’innovazione industriale che risponda alle sfide della
globalizzazione senza stigmatizzarla, ad esempio discutendo di
governo dei processi più che dei mali della delocalizzazione.
Accanto a questo, la nuova frontiera dello sviluppo richiede una
riflessione sui temi della sostenibilità dei modelli integrati, una
tendenza della quale il Centro dovrebbe sicuramente farsi carico.
Decidere una linea di cultura dell’innovazione è essenziale per
esercitare quella funzione di opinion maker che il Centro dovrebbe
guadagnare.
Organizzare eventi. Il Centro, per diventare punto di
riferimento nella ricerca applicata e nella cultura dell’innovazione,
deve dare vita ad un calendario di eventi in grado di garantirgli
visibilità in Italia e all’estero.
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CAPITOLO QUATTRO
Target e strumenti
Una volta definito il posizionamento, è necessario individuare i
target specifici con i quali la Provincia dovrà interagire per
raggiungere i suoi obiettivi comunicativi. La definizione dei target è
strettamente connessa al tipo di posizionamento che si intende
mantenere.
La comunicazione per funzionare ha bisogno di essere il più
possibile personalizzata. Solo così il ricevente del messaggio si
sentirà scelto e si metterà nelle condizioni migliori per lasciarsi
convincere.
L’ultimo step di questo percorso è la scelta dei mezzi
attraverso i quali veicolare la nostra comunicazione. A determinate
scelte di target e di codici, corrispondono necessariamente mezzi
diversi. Dal momento che ogni strumento di comunicazione è
dotato di specifiche caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia
in termini di diffusione che di penetrazione, la scelta di uno piuttosto
che dell’altro deve essere fatta sulla base di un preciso
ragionamento di coerenza ed efficacia.
A conclusione di questo capitolo saranno, quindi, descritte le
linee guida essenziali per impostare strategicamente tutta la
prossima attività di comunicazione della Provincia.
4.1 I target e i linguaggi
L’attività quotidiana di comunicazione della Provincia deve
essere rivolta, in una visione d’insieme, ad un pubblico il più
possibile segmentato in specifici target. Le macroaree in cui
possiamo identificare i nostri interlocutori sono due:
•
aziende e mondo economico
•
singoli soggetti: cittadini e turisti.
Questa prima e generalissima distinzione ci serve a definire le
due linee principali di comunicazione che risultano coerenti con gli
obiettivi generali del Piano: da una parte una comunicazione
mirata al mondo delle imprese, in modo da attivare percorsi
cognitivi e semantici virtuosi e predisporre il nostro target ad
investire sul territorio pratese; dall’altra, le persone singole, quelle
che visitano Prato e quelle che non ci sono mai state.
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In questa descrizione non sono state comprese le istituzioni. Il
motivo di tale esclusione è del tutto evidente: mentre il soggetto
istituzionale, per il tipo di rapporti che necessariamente tiene con
un’altra istituzione come la Provincia, non necessita di una
comunicazione specificamente mirata, i singoli e le imprese hanno
bisogno di sentirsi emotivamente coinvolti da un flusso
comunicativo personalizzato e originale.
Per segmentare in maniera efficace i target è necessario
anzitutto individuarne le caratteristiche distintive. In questo modo la
Provincia avrà a disposizione un quadro preciso del tipo di soggetti
con i quali sviluppare processi di scambio e comunicazione.
Mantenendo la macrodistinzione sopra accennata tra imprese e
singoli individui, è possibile procedere ad una profilazione
schematica dei target.
4.2 Gli strumenti di comunicazione
Ogni attività o iniziativa di comunicazione sarà indirizzata
verso l’uso di strumenti di volta in volta considerati più efficaci in
relazione all’obiettivo/target. Tali scelte si inseriranno all’interno di
un insieme di strumenti di promozione attivati per garantire
l’efficacia del flusso di comunicazione. Gli strumenti, scelti e
selezionati in base agli obiettivi da raggiungere, possono essere di
tipo (indicazioni a fine esemplificativo):
•
o
o
editoriale
pubblicazioni periodiche: AreaSette
pubblicazioni occasionali
•
o
o
cartaceo
locandine, inviti, pieghevoli informativi
cartoline
•
o
o
o
o
tabellare
affissione fissa
spazi stampa
box stradali
affissione mobile
•
o
o
audiovisivo
format radiofonici o televisivi di progetto
eventuale tv provinciale (digitale terrestre)
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o
una radio provinciale
•
o
o
o
o
o
interattivo – diretto (attivazione su richiesta dei
target/obiettivo, in pieno rispetto della legislazione sulla
privacy)
sito internet
portali
invio postale
sms
e-mailing
•
o
partecipativo
concorsi di idee
•
o
o
territoriale
sedi mobili distaccate
punti informativi
•
o
o
o
di merchandising
gadget identitari
gadget solidali
gadget turistici.
Per quanto riguarda gli strumenti interattivi e in particolare
internet è opportuno introdurre alcune modifiche al sito istituzionale
della Provincia di Prato, adattandolo alla visione e ai valori centrali
che il nuovo posizionamento esprime. La coerenza formale e
sostanziale di tutte le forme di comunicazione adottate con le linee
strategiche di questo Piano è condizione indispensabile
all’affermazione di un’immagine nuova e moderna del territorio di
Prato.
Oltre a questo, è utile pensare alla costruzione di altri
strumenti con un maggior livello di targettizzazione. Infatti, se è vero
che internet è di per sé uno strumento proiettato su una dimensione
globale, è vero anche che più di altri medium permette un’alta
specializzazione del messaggio veicolato. Le proposte concrete al
riguardo sono due: un portale dello stile e uno sportello telematico
provinciale per le imprese.
Il Portale dello Stile è uno strumento pensato per colpire quel
pubblico esigente, moderno e attento ai particolari profilato in
precedenza. L’idea centrale intorno alla quale costruire questo
strumento è quella di guidare l’utente nel mondo dello stile e del
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gusto attraverso un percorso a tappe, tutto orientato al
coinvolgimento personale.
Selezionando i propri gusti, il visitatore accede ad una pagina
di commenti nella quale gli viene fornito un profilo d’immagine
personalizzato e una serie di indicazioni sui luoghi, i negozi, i
ristoranti, i musei della provincia che meglio gli si adattano.
Una guida virtuale nei luoghi di eccellenza, pensata sia per
gratificare l’utente accogliendolo in una “comunità dello stile”
unica e autorevole, sia per invogliarlo a visitare personalmente
Prato e la sua provincia.
Lo Sportello Provinciale per le Imprese nasce da un’idea
simile, ma si rivolge alle aziende. In particolare, questo strumento è
pensato per assolvere tutti i compiti propri di uno Sportello Unico per
le Attività Produttive ma offrendo inoltre agli imprenditori la
possibilità di misurarsi con la cultura imprenditoriale pratese, tutta
orientata all’innovazione e al gusto.
La gestione di questo strumento dovrebbe essere affidata ad
un gruppo di lavoro formato da rappresentanti dei Comuni (grandi
e piccoli), rappresentanti delle singole aree provinciali, Asl,
rappresentanti della Provincia e della Prefettura, con il compito di
curarne l’aggiornamento e la funzionalità.
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