piano di posizionamento e linee strategiche di
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piano di posizionamento e linee strategiche di
INDICE 1. 1.1 1.2 1.3 Cos’è il Piano Strategico di Posizionamento Il piano di Posizionamento e il ruolo della comunicazione Obiettivi generali del Piano La struttura del Piano di posizionamento pag. 3 pag. 5 pag. 8 2. 2.1 2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 Analisi Analisi d’opinione: metodologia della ricerca Il settore tessile tra tradizione e innovazione I pratesi: come appaiono? Una provincia in movimento Target specifici: come vedono la Provincia Gli imprenditori Le istituzioni Il mondo dell’Università e della ricerca pag. 9 pag. 10 pag. 12 pag. 13 pag. 14 pag. 14 pag. 15 pag. 16 3. 3.1 Il posizionamento La provincia di Prato: dove la Toscana incontra il mondo pag. 18 3.1.1 Prato capitale dello stile pag. 21 3.1.2 Prato Innovation Lab pag. 22 4. 4.1 4.2 Target e strumenti I target e i linguaggi Gli strumenti di comunicazione -Pag 2 - pag. 25 pag. 26 CAPITOLO UNO Cos’è il Piano strategico di Posizionamento 1.1 Il Piano di Posizionamento e il ruolo della comunicazione La stesura del Piano di Posizionamento della Provincia di Prato nasce dalla consapevolezza del ruolo che la comunicazione ha ormai assunto nella Pubblica Amministrazione, come leva strategica dell’orientamento alla soddisfazione dei bisogni e delle aspettative dei cittadini-clienti. La comunicazione, infatti, costituisce uno strumento di fondamentale importanza per realizzare a pieno i principi di trasparenza, pubblicità, semplificazione, efficacia, partecipazione e autonomia che reggono l’azione amministrativa. In questa prospettiva, la comunicazione si connota come un’attività di interesse pubblico, una vera e propria funzione volta a garantire il perseguimento degli scopi dell’amministrazione e la tutela dei diritti dei cittadini. In particolare la comunicazione pubblica: • costituisce un valore aggiunto dei servizi offerti, facilitandone la fruizione e contribuendo ad orientare le prestazioni ai reali bisogni ed esigenze della collettività; • contribuisce a realizzare un modello di amministrazione ‘relazionale’, assicurando la conoscibilità dell’attività amministrativa e favorendo la partecipazione della collettività alla gestione della cosa pubblica; • accresce l’efficienza dell’azione amministrativa e fornisce ausilio per la realizzazione dei piani e degli obiettivi di governo e della ‘missione’ istituzionale dell’Ente; • consente di promuovere il territorio e le peculiarità locali e rappresenta un elemento trainante per lo sviluppo e la crescita – culturale, economica e civile - della comunità. Perché la comunicazione possa realmente adempiere al suo ruolo, è necessario però garantire due condizioni fondamentali. In primo luogo, bisogna essere consapevoli del fatto che la comunicazione non è un settore dell’amministrazione, ma è parte integrante e sostanziale dell’attività amministrativa. Tutte le funzioni realizzate dall’amministrazione pubblica presuppongono una qualche forma di interazione con l’esterno per cui è necessario che le attività di comunicazione siano trasversali a tutte le funzioni e vengano percepite come fattore che permea l’intera azione -Pag 3 - amministrativa. L’approccio comunicativo deve dunque diventare cultura dominante all’interno di ogni apparato dell’Ente, altrimenti si rischia di fornire un’immagine distorta e incoerente dell’amministrazione, con tutti rischi che questa eventualità comporta. Il secondo elemento da considerare è che per l’amministrazione, come per qualunque individuo o organizzazione, è impossibile non comunicare: ogni comportamento, infatti, anche se inconsapevole, “comunica” necessariamente qualcosa. L’amministrazione comunica ciò che essa è, dunque è quello che comunica. Perfino il non comunicare, il silenzio, è a tutti gli effetti una forma di comunicazione e come tale va gestita e sfruttata. Dato questo quadro generale, insomma, risulta evidente l’importanza di un’attenta pianificazione strategica della comunicazione, tale da mettere l’Ente a riparo da ogni possibile rischio. Con la redazione di questo Piano, la Provincia di Prato intende dotarsi di uno strumento in grado di definire una strategia comunicativa, in base alla quale coordinare e armonizzare tutte le azioni comunicative e renderle coerenti con gli obiettivi prioritari dell’Ente. Esso rappresenta una guida di indirizzo nella quale vengono fissati i criteri generali entro cui la pubblica amministrazione può agire sia per sviluppare in maniera efficace la propria immagine, sia per promuoverla e comunicarla in maniera ottimale. Il piano di posizionamento è pertanto uno strumento funzionale all’attività non solo promozionale e comunicativa, ma anche amministrativa di un ente pubblico, in grado di fornire le principali linee guida dell’attività di comunicazione istituzionale, definendone finalità, obiettivi e modalità operative. Attraverso le indicazioni sviluppate nel Piano, la Provincia potrà inscrivere le varie azioni di marketing territoriale finora intraprese all’interno di un quadro più ampio di coordinamento concettuale e strategico. È impossibile pensare di promuovere il “prodotto Prato” in Italia e all’estero senza avere un’idea chiara dell’aspetto che questo prodotto dovrà avere. Pertanto, il Piano di Posizionamento e le linee strategiche di comunicazione costituiscono la cornice entro la quale dovranno essere pensate e attuate tutte le successive azioni di marketing territoriale previste dalla Provincia. -Pag 4 - 1.2 Obiettivi generali del Piano Per definire gli obiettivi generali del Piano di Posizionamento bisogna partire da una analisi della situazione attuale della Provincia di Prato, che tenga conto dei fattori di criticità e delle necessità comunicative che da questi discendono. Dai dati della Provincia sulle caratteristiche attuali e sulle potenzialità di sviluppo dell’area pratese emerge il quadro di un territorio la cui identità tradizionale, legata all’industria tessile, viene erosa da una profonda crisi di mercato che costringe alla chiusura le piccole e medie imprese. Il settore turistico, pur in forte espansione, soffre di deficit strutturali importanti che ne limitano le possibilità di crescita. Inoltre, la scarsa conoscenza presso il grande pubblico del “prodotto Prato” costituisce un ostacolo pesante per una qualsiasi politica di sviluppo. Il rilancio complessivo del distretto, quindi, passa attraverso la definizione di una nuova politica d’immagine, capace di riposizionare il territorio provinciale attraverso una rilettura strategica della sua identità tradizionale. Gli obiettivi generali che la Provincia intende perseguire attraverso questo lavoro di analisi e pianificazione, sono: Identità. Definizione di una nuova immagine del distretto, in modo da migliorarne la percezione esterna, cancellando l’immagine stereotipata di “città degli stracci e dei cinesi” e dotando di coerenza e organicità la comunicazione della Provincia. • Riconoscibilità. Tutte le azioni di comunicazione dovranno essere intergrate e coordinate tra loro in modo che i messaggi e le informazioni veicolati offrano un’immagine unitaria dell’Ente e del distretto e costituiscano un’identità condivisa e facilmente riconoscibile. • Visibilità. Tutte le azioni di comunicazione e promozione dovranno puntare ad accrescere la visibilità del territorio pratese e ad accreditare la Provincia come interlocutore credibile per le Istituzioni, le imprese, le banche, le associazioni, i cittadini. • Il raggiungimento dei suddetti obiettivi generali è indispensabile per dare inizio a quel processo di valorizzazione e promozione non solo della cultura tessile ma anche delle risorse -Pag 5 - turistiche che l’Ente provinciale si è posto come priorità nel quadro degli interventi di rilancio del distretto. -Pag 6 - I macro obiettivi del Piano Imprese nazionali e internazionali riconoscibilità visibilità Istituzioni Banche e Associazioni di categoria -Pag 7 - cittadini identità 1.3 La struttura del Piano di posizionamento Il Piano di posizionamento strategico e di comunicazione della Provincia di Prato si articola lungo un percorso analiticostrategico che punta a definire le linee di indirizzo dell’attività di promozione del territorio e della sua identità. Da un punto di vista metodologico, la sequenza di azioni che hanno condotto alla realizzazione del piano di posizionamento si sono distinte in 5 fasi: 1. Analisi d’opinione: rappresenta la fase iniziale e necessaria per ottenere un quadro di partenza generale su cui costruire un piano di posizionamento e comunicazione. 2. Individuazione degli obiettivi: è la fase in cui si definiscono, da un punto di vista strategico, gli obiettivi specifici da raggiungere. 3. Definizione del pubblico: in questa fase si tratta di individuare quali sono i pubblici “sensibili” cui rivolgere l’attività di comunicazione. 4. Impostazione linee strategiche di contenuto: è il momento in cui si definiscono i contenuti da veicolare e si costruisce lo schema narrativo di posizionamento strategico. 5. Scelta dei mezzi di comunicazione: questa scelta deve tenere conto dei pubblici di riferimento, dei contenuti e dei linguaggi definiti, in modo da sfruttare al massimo le potenzialità peculiari di ogni strumento di comunicazione ed evitare il pericolo di dispersione informativa o di mancato raggiungimento del target di riferimento. -Pag 8 - CAPITOLO DUE Analisi Per arrivare all’elaborazione di una strategia di posizionamento efficace e solida, è stato necessario svolgere un’attenta fase di analisi. La Conferenza Nextex, tenutasi a Prato tra il 22 e il 24 novembre, è stata occasione utile e preziosa per lo svolgimento dell’analisi di opinione: in quella sede infatti, è stato possibile raccogliere i pareri di numerosi esperti sia italiani che stranieri attivamente impegnati in settori diversi della vita pubblica: istituzioni, imprese, università e associazioni di categoria. I risultati di questa ricerca saranno presentati prima in forma aggregata così da definire i principali caratteri dell’immagine percepita della Provincia di Prato, e successivamente saranno suddivisi a seconda dei target considerati, in modo tale da ottenere un quadro chiaro delle differenze percettive che sono state riscontrate nel corso dell’indagine. 2.1 Analisi d’opinione: metodologia della ricerca. L’indagine d’opinione è stata svolta attraverso lo strumento dell’intervista a domande miste, sia chiuse che aperte. La scelta di questo strumento d’indagine in luogo di altri, come i focus group ad esempio, è stata dettata da una pluralità di fattori: anzitutto, dalla necessità di cogliere tutti quei dettagli, quelle sfumature che solo una maggiore “intimità” permette di far emergere; inoltre, la natura stessa di questa ricerca a carattere conoscitivo imponeva il contatto con target estremamente selezionati, meno disponibili a colloqui collettivi; infine, l’intervista ha permesso, da un parte, di gestire in maniera più rigida il flusso di informazioni, in modo da evitare perdite di senso e divagazioni, e dall’altra anche di sviscerare temi inizialmente non previsti ma che risultavano particolarmente utili alle finalità del Piano. Le interviste si sono snodate lungo un percorso preciso, scandito da tappe: per prima cosa agli intervistati è stato chiesto di indicare parole e immagini di immediata associazione con la Provincia di Prato, in modo da avere un primo quadro sintetico degli universi semiotici e visivi legati al tema in analisi; poi, è stata -Pag 9 - indagata l’opinione degli intervistati riguardo alle caratteristiche distintive dell’area pratese, con particolare riferimento alla condizione dell’industria tessile e al tema dell’innovazione tecnologica e industriale; successivamente, sono stati individuati i caratteri percepiti dei pratesi, in modo da approfondire il legame tra territorio e popolazione residente; infine, è stato affrontato il tema del futuro, chiedendo agli intervistati di indicare quale sia la direzione di marcia che a loro parere la Provincia sta percorrendo. 2.1.1 Il settore tessile tra tradizione e innovazione Il dato più macroscopico che emerge dalle interviste è che la Provincia di Prato viene identificata con la città di Prato. La dimensione provinciale, quindi, si confonde con la dimensione comunale. A tale percezione esterna corrisponde un’autopercezione: gli abitanti dei comuni che appartengono alla provincia di Prato si sentono “pratesi prima ancora che abitanti dei loro comuni di residenza". Dall’analisi delle interviste appare evidente l’identificazione, condivisa da parte di tutti gli intervistati, di Prato come provincia legata alla storia e allo sviluppo del settore tessile. Una connotazione identitaria forte e radicata che tende ad oscurare i tentativi di sviluppo di attività culturali diversificate legate all’arte e al turismo. Una identificazione consolidata nel tempo, una comunità di “stracciaroli” che oggi si caratterizza per l’alta qualità dei suoi prodotti e quindi, che è riuscita a trasformarsi e a rispondere ai bisogni e alle richieste del mercato. Una capacità e dinamicità produttiva che non è stata valorizzata e palesata a livello di immagine esterna. Infatti, la maggior parte degli intervistati lega l’immagine di Prato/distretto tessile al telaio, agli stracci, ad un “saper e voler fare” tradizionale, alla laboriosità dei mercanti pratesi di un tempo, evidenziandone una connotazione identitaria legata al passato. “Noi siamo stati troppo attenti a produrre, e non abbastanza a valorizzare la nostra immagine”, questo ha comportato la mancanza di una marchiatura esclusiva del brand Prato, di un’immagine diffusa e condivisa: “non c’è una politica di brand di distretto, non c’è un made in Prato”. I caratteri distintivi del distretto tessile, che si evincono dalle risposte degli intervistati, e che, in alcuni casi, coincidono con i caratteri distintivi dell’essere pratese, sono rappresentati dalla -Pag 10 - tradizione, dalla cultura del fare e del produrre, dall’operosità, dalla laboriosità, dall’alta qualità dei prodotti. Il settore tessile inteso come settore del “saper fare” bene (qualità) e della tradizione viene valutato, dagli intervistati, come un’opportunità da valorizzare. Da un’immagine definita del passato, da un’immagine incerta e di crisi del presente ad un’immagine diffusa e rappresentativa del futuro: “la nuova Prato”. “Prato deve inserirsi, con la sua identità, in un processo più ampio di innovazione e cambiamento”. È, quindi, la sua manifattura, il suo saper fare che deve diventare “saper fare nuovo”, che deve aprirsi, integrarsi e identificarsi in una versione moderna di industria. Attraverso anche una “cultura della bellezza che si inserisce all’interno di un dialogo tra industria ed arte, una cultura dell’innovazione nel bello”. Prato viene percepita, quindi, come comunità che sa unire la cultura tradizionale del saper fare all’innovazione, che sa investire nella ricerca per garantire la qualità dei prodotti. Condivisa da tutti gli intervistati, infatti, è la necessità di investire nella sperimentazione, nell’innovazione tecnologica, considerata un’esigenza richiesta al settore tessile dal mercato. Restringendo il campo di analisi alle attività di ricerca che Prato ha svolto negli anni, dalle risposte, emergono due approcci differenti; alcuni intervistati considerano le attività di ricerca e innovazione tecnologica del distretto pratese sullo stesso livello e senza particolari differenziazioni rispetto agli altri distretti italiani; altri, invece, percepiscono un lieve ritardo rispetto a Carpi, Biella e Como. Tutti gli intervistati, invece, in riferimento allo sviluppo di politiche di innovazione e di ricerca tecnologica, concordano nel considerare attivo l’intervento e il sostegno da parte dei soggetti pubblici in favore di “un’innovazione amica che non precipiti sulle imprese, ma che sia elaborata e condotta con e per le imprese”. In definitiva, il settore tessile della Provincia di Prato, così come è emerso dalle interviste, presenta i seguenti punti di forza e punti di debolezza: Punti di forza connotazione identitaria forte e consolidata cultura del sapere fare tradizione/qualità Punti di debolezza identità legata al passato: “città degli stracci” mancanza di un brand made in Prato -Pag 11 - attenzione alla ricerca e all’innovazione tecnologica ritardo, secondo alcuni intervistati, rispetto ai distretti di Carpi, Biella e Como 2.1.2 I pratesi: come appaiono? Agli intervistati è stato chiesto di elencare i caratteri distintivi del pratese doc, ottenendo risposte, in alcuni casi, opposte e, apparentemente, contraddittorie. In virtù delle diverse percezioni esterne rinvenute, risulta necessario, innanzitutto, partire da un’analisi delle risposte basata sulla differenziazione di provenienza geografica degli intervistati: nord e sud Italia e paesi esteri. Gli intervistati provenienti dai paesi esteri (Australia, Polonia, Portogallo e Spagna) hanno evidenziato i caratteri distintivi di accoglienza e apertura: “i pratesi sono persone disponibili, accoglienti, calorose e aperte”. Una dimensione e un essere pratese che viene, però, confuso e accomunato all’essere italiano. Dalle risposte emerge, difatti, la difficoltà di riuscire a distinguere il pratese doc dall’italiano doc, e quindi la mancanza di un’immagine identitaria autonoma e distintiva. Una percezione differente dei caratteri distintivi del pratese doc da quella dell’essere accogliente, invece, è desumibile dalle risposte degli intervistati provenienti dal sud Italia che considerano i pratesi, in prima battuta, “chiusi, diffidenti, rassegnati”, “un misto tra napoletani e toscani”. Una connotazione legata alla prima impressione, ai primi approcci e contatti con i pratesi che tende a modificarsi attraverso l’approfondimento dei rapporti di conoscenza. Un altro aspetto rilevante che emerge dalle interviste, al di là della provenienza geografica degli intervistati, è il riferimento al carattere laborioso e operoso del pratese. Nella maggior parte delle risposte, risulta evidente che il carattere amichevole, accogliente è una conseguenza dell’essere mercante. “Il pratese è amichevole, sa fare affari – gli affari fanno aprire- , è un mercante, amico di tutti”. La dimensione e l’identità del tessile precede, quindi, quella dell’essere. Emergono ancora dalle risposte caratteri distintivi legati all’operosità e all’industriosità, alla tradizione tessile: “la voglia di lavorare”, “la voglia di indipendenza, di crescere con le proprie forze”, “la prontezza nell’affrontare le sfide”. In sintesi, così come è emerso dalle interviste, il pratese doc è: -Pag 12 - • • • • • • • • accogliente disponibile amichevole mercante operoso, dedito al lavoro industrioso indipendente e autonomo nel lavoro pronto ad affrontare le sfide Al termine dell’analisi dei caratteri distintivi del pratese doc è necessario sottolineare la difficoltà di alcuni intervistati da un lato di distinguere il pratese dagli “altri sottoinsiemi” della Toscana, dall’altro di identificarlo, se non come cittadino del mondo. 2.1.3 Una provincia in movimento La Provincia di Prato è molto giovane; per ottenere il riconoscimento di provincia si è impegnata in un percorso difficile e lunghissimo. Una provincia, quindi, “in costruzione”, in crescita, attenta a sviluppare una sua identità distintiva rispetto al comune e una sua autonomia di gestione di competenze che, spesso, tendono a sovrapporsi. Una provincia che gestisce lo spazio provinciale interagendo in maniera efficace con gli altri livelli di governo, dal comunale al comunitario. Una provincia che si confonde e si identifica con il distretto tessile. Alla domanda, infatti, “verso quale direzione la provincia si sta muovendo”, nella maggior parte delle risposte, è evidente l’identificazione della provincia in movimento con il distretto tessile in movimento. La provincia/distretto tessile si trova in una fase di cambiamento, sta cercando di capire qual è il suo futuro. “Come in tutti i momenti di cambiamento, c’è chi tende a conservare e chi a trasformare radicalmente”. E il futuro di Prato, a parere degli intervistati, risiede in una realtà sempre più “diversificata da un punto di specializzazione produttiva”, ma anche attenta a sviluppare la sua tradizione tessile con un occhio di riguardo nei confronti di attività di ricerca e di innovazione tecnologica. Quali sfide, dunque, il distretto sta affrontando? Sicuramente, le trasformazioni del settore tessile e l’ascesa sul mercato di competitors asiatici. Emerge evidente e chiara, dalle risposte, la necessità di investire su politiche di sviluppo, di innovazione, di “specializzazioni di nicchia” ma anche di differenziazione dei prodotti. E questo significa modificare una -Pag 13 - forma mentis, consolidata nel tempo, legata esclusivamente alla tradizione del tessile. Una tradizione che va tutelata e riletta in funzione della massiccia presenza della comunità cinese che rappresenta una minaccia ma anche un’opportunità economica e culturale. Da un punto di vista produttivo, la presenza della comunità cinese ha rappresentato un’opportunità, perché ha consentito di introdurre nella filiera il segmento della confezione, che al di là del valore oggettivo rappresenta la possibilità per gli imprenditori pratesi di “ vedere in qualche modo anche la parte di sbocco del prodotto già direttamente in loco e di capire e di rispondere alle esigenze dei loro clienti che si rivolgono al di fuori di Prato per la confezione dei prodotti”. Dal punto di vista culturale, si evidenzia che la comunità cinese può rappresentare l’occasione per un laboratorio d’idee e buone pratiche, finalizzato a gestire la complessità di una società multietnica e multiculturale. In definitiva, dall’analisi delle interviste, risulta evidente l’immagine condivisa di una provincia in movimento, di un distretto dinamico, attento a cogliere le sfide del mercato e in grado di impegnarsi nel cercare delle risposte a tali cambiamenti. 2.2 Target specifici: come vedono la provincia Accanto alle considerazioni di carattere generale riguardo all’immagine percepita della provincia, è utile considerare anche un’ulteriore targettizzazione dei risultati dell’indagine, al fine di avere una descrizione più puntuale delle percezioni di quei pubblici di riferimento considerati strategici per gli obiettivi di questo progetto. In particolare sono state individuate tre categorie di target particolarmente rilevanti: gli imprenditori, le istituzioni, il mondo dell’università e della ricerca. Questi target appaiono particolarmente importanti perché costituiscono l’insieme degli stakeholders cui la Provincia ha intenzione di rivolgersi per creare sinergie e partnership utili al rilancio e alla promozione del territorio pratese. 2.2.1 Gli imprenditori Gli imprenditori pratesi intervistati si sono mostrati concordi nel definire il territorio provinciale come “vivace” e “dinamico”, -Pag 14 - sottolineando, però, la gravità della crisi nella quale il settore tessile è invischiato da qualche anno. Sulla possibilità di reagire a questo dato di fatto si sono dichiarati per lo più fiduciosi, anche se non nel breve periodo (“magari tra una ventina di anni”). Non si tratta di semplice ottimismo, bensì di un giudizio basato sulle caratteristiche dell’impresa e dei lavoratori pratesi: riguardo alla prima, l’opinione diffusa è che l’imprenditoria pratese saprà adattarsi alle nuove sfide della globalizzazione dei mercati, come ha saputo adattarsi in altri momenti di crisi della sua lunga storia; i lavoratori, da parte loro, sono portatori di un “saper fare” che è cultura e know-how, capitale immateriale che non può essere copiato da altri. La risorsa, dunque, sta nell’identità stessa del tessile pratese, in quella figura dello “straccivendolo” che ha saputo evolversi verso la produzione di qualità e l’alta moda. Gli imprenditori, insomma, rivendicano una capacità di orientamento al mercato che è propria dell’industria pratese e ne costituisce un valore aggiunto. Al contempo, però, questo “orientamento al fare” ha prodotto un disinteresse diffuso verso le pratiche di promozione, comunicazione e valorizzazione in genere del “prodotto Prato”. Proprio per questo, gli imprenditori si sono mostrati particolarmente favorevoli all’attivazione di un percorso strategico di marketing, a patto che esso superi il frazionamento proprio del tessuto produttivo e si indirizzi verso l’implementazione di una logica di sistema che abbracci l’intero distretto. Il tema dell’innovazione e della ricerca è stato più volte evocato come fattore chiave per un riposizionamento vincente del distretto e per la costruzione di un’immagine nuova, orientata al futuro, appetibile e convincente. Infine, gli intervistati hanno rilevato che Prato, per la sua collocazione geografica, rappresenta un nodo centrale di numerosi corridoi europei; anche in questo caso, però, tale caratteristica è stata per troppo tempo dimenticata nell’elaborazione di strategie di marketing e comunicazione. 2.2.2 Le istituzioni Le istituzioni rappresentano un interlocutore importante per un’amministrazione che voglia progettare il suo rilancio in modo che sia condiviso e adeguatamente sostenuto. Per questo è stato opportuno, necessario e utile sondare l’opinione di coloro che rivestono importanti cariche politico-amministrative a livello -Pag 15 - regionale, nazionale ed europeo. Inoltre sono state raccolte anche le riflessioni di esponenti delle amministrazioni di altri due grandi distretti tessili italiani: Biella e Carpi. Le istituzioni interpellate hanno confermato l’immagine dei pratesi come persone operose e intraprendenti, definendo queste caratteristiche “risorse fondamentali” per rispondere ad una crisi di riposizionamento del settore tessile che non può più essere rimandata. La “voglia di crescere” qualifica Prato come la “Toscana che produce”, proiettandola in avanti. Il giudizio sulle istituzioni locali è conforme ai ragionamenti fin qui esposti: “il Comune e la Provincia esprimono la volontà forte di non subire passivamente la crisi”, anche se “a volte si registra un eccesso di prudenza”. Il tema dell’innovazione tecnologica e della ricerca è considerato da tutti come quello in cui più forte deve essere l’azione di investimento, non solo economico, dell’istituzione provinciale. La Provincia, insomma, è percepita come l’Ente adatto a guidare un generale processo di rinnovamento, diventando “una guida unitaria” per tutti i centri che compongono il territorio. Da parte di coloro che, per le cariche che ricoprono, hanno maggiore dimestichezza con il mondo dell’economia, è emersa la necessità di una maggiore “apertura al mondo”, cioè di una strategia che punti non soltanto ad attirare investimenti ma soprattutto a far crescere l’imprenditorialità già presente a Prato e provincia. I rappresentanti dei distretti tessili di Carpi e Biella hanno unanimemente individuato nella “concretezza” e nella “accoglienza” il carattere distintivo dell’anima pratese, sottolieando come questi due elementi rappresentino altrettanti punti di forza nell’affrontare l’attuale fase di difficoltà. Il dato più interessante che è emerso riguarda però la multidimensionalità di Prato, cioè la sua capacità di coniugare industria tessile e arte rinascimentale, mantenendo un “invidiabile” equilibrio. Una condizione definita “invidiabile” rispetto a quella degli altri distretti, come Biella ad esempio, in cui l’offerta artistica e monumentale è in parte danneggiata dalla massiccia presenza di fabbriche e industrie fin dentro il cuore degli abitati. 2.2.3 Il mondo dell’Università e della ricerca Il rapporto della Provincia con il mondo accademico e universitario è di primaria importanza, perché da una buona -Pag 16 - impostazione di queste relazioni può dipendere il valore aggiunto di qualsiasi politica di innovazione del distretto. Proprio per questo sono stati interpellati alcuni esponenti delle università di Pisa e di Firenze. Il tema dell’innovazione è stato, ovviamente, al centro delle riflessioni di tutti i ricercatori intervistati. In particolare, è emersa l’immagine di Prato e della sua provincia come di un “laboratorio unico”, in cui “il dialogo tra arte e industria ha permesso la formazione di una cultura dell’innovazione nel bello”. La bellezza della sperimentazione appare quindi il valore aggiunto dell’identità pratese. Una “cultura innovativa” che permette alla provincia di Prato di differenziarsi dalle altre province toscane e di ritagliarsi un posto rilevante. Un’operazione di valorizzazione di questo aspetto dell’identità pratese sarebbe, dunque, assolutamente necessaria e in questo senso la proposta della Provincia di dare vita ad un Centro di Ricerca e Formazione è stata accolta con molto favore. -Pag 17 - CAPITOLO TRE Il posizionamento Una volta conclusa la fase di analisi e definita l’immagine percepita del territorio pratese, si dispone degli elementi necessari per individuare un nuovo posizionamento che, coerentemente con gli obiettivi del Piano, definisca le macroaree semantiche ed operative su cui ridefinire l’identità comunicativa della Provincia. Riposizionare la Provincia di Prato significa ripensare la sua identità in termini di diversificazione e vantaggio competitivo. Il territorio provinciale deve essere presentato in modo da apparire assolutamente unico, dotato cioè di caratteristiche reali o percepite non riscontrabili in altri luoghi, e tali caratteri devono rappresentare un valore aggiunto per tutti gli interlocutori. Definire la giusta chiave di senso significa aprire le porte ad un processo cognitivo talmente virtuoso da consentire un’identificazione istintiva del “prodotto Prato” con i valori che ne costituiscono l’identità. E questo processo deve valere per i pratesi quanto per chiunque altro. Ma, dal momento che definire un posizionamento di per sé non è sufficiente se esso non è declinato in attività specifiche che gli diano corpo e visibilità, veicolandone la diffusione e il consolidamento, il Piano si propone anche di fornire alcune specifiche proposte operative da realizzarsi in contemporanea con l’avvio delle attività di comunicazione. 3.1 La Provincia di Prato: dove la Toscana incontra il mondo Nel pensare al posizionamento della Provincia di Prato non si poteva non partire dalla sua identità tessile, meglio ancora dalla sua cultura tessile, che è cultura industriale ma anche artistica. Perché gli “stracci” di Prato, non sono solo tessuti, ma mondi pieni di vissuti e di valori. Un’identità che ha un vantaggio competitivo forte, e cioè quello di essere viva, in movimento, in evoluzione. Prato è abituata a non guardare indietro, verso il suo passato, ma è capace di intraprendere, di rischiare, di mettersi in condizione di guardare avanti, al futuro, alle nuove sfide della modernità. -Pag 18 - Ecco perché la Provincia di Prato è il luogo “dove la Toscana incontra il mondo”. Questo posizionamento è funzionale a tenere unito un aspetto più propriamente umano (accoglienza, calore, persone vere) con uno più impersonale, di prospettiva. Il marchio Toscana è ormai da anni sinonimo di qualità, famigliarità, arte, cultura, gusto. La Provincia di Prato deve agganciare questo universo di senso per trovare una collocazione che ne descriva immediatamente il valore. Prato-Toscana: un collegamento che deve essere immediato per tutti. Il secondo passo è la diversificazione, la valorizzazione dei caratteri di specificità. E questo elemento si ritrova nella capacità di apertura e innovazione che la Provincia di Prato esprime. Apertura al mondo, appunto, che è sia orientamento al mercato che tolleranza e accoglienza. Prato non può avere paura dei concorrenti “globali”, perché qui si è sviluppato un fattore competitivo vincente: lo stile. Lo straccivendolo pratese si è evoluto, è uscito dalla bottega e ha portato il suo sapere nel mondo, insegnando agli altri cosa significa “qualità”, stando sempre un passo avanti, diventando esempio di maestria e gusto. Un’identità basata su una tradizione forte, su un know-how consolidato, e proprio per questo capace di innovare. Ma l’innovazione a Prato non è solo nuova tecnologia e nuovi filati, è sperimentazione nel bello. È dialogo costante e proficuo tra arte e industria. Una caratteristica che rende Prato assolutamente unica nel suo genere e che va sfruttata e valorizzata: chiunque si trovi a passare di qui deve avere la sensazione di poter partecipare a qualcosa di straordinario, un’esperienza che non può essere imitata. E quando parliamo di stile intendiamo non solamente la capacità di coltivare la qualità e l’eleganza dei tessuti, ma anche l’intera way of life pratese, fatta di gusti antichi e genuini, di persone vere, di passioni forti. Prato è dunque una realtà viva, pulsante, che pensa globale e agisce locale. Una provincia in grado di collegarsi al mondo sia concretamente, sfruttando la sua posizione strategica e i corridoi europei, sia idealmente attraverso l’arricchimento costante della sua cultura. La presenza della comunità cinese va letta con queste lenti: non deve essere presentato come un problema, ma come una risorsa in grado di costruire un nuovo orizzonte dell’identità pratese. Se i lavoratori cinesi costituiscono una parte via via sempre più -Pag 19 - rilevante delle attività economiche del territorio, se producono qui e non altrove, è perché hanno molto da imparare da un popolo di maestri tessitori. In questo modo la Provincia di Prato si fa portatrice della bandiera dello stile e del gusto nel mondo, con un respiro ampio, che va oltre il locale e guarda alle dimensioni globali del mondo moderno. Il percorso logico che si vuole costruire con questo posizionamento si snoda su un solo asse ma viaggia idealmente in tutte le direzioni: Prato-Toscana-Italia-Mondo e Mondo-ItaliaToscana-Prato. Da una parte l’offerta, dall’altra la domanda. L’oggetto di questo scambio è sempre lo stesso: lo stile. Quello che Prato porta nel mondo e quello che il mondo viene a cercare a Prato. Questo posizionamento generale costituisce la cornice entro la quale inscrivere ogni azione di comunicazione e marketing, da quelle già progettate a quelle ancora da progettare. I valori di base: 1. Glocal: Prato deve diventare laboratorio e modello di una prassi glocale, non più limitata a percorsi locali e globali che procedono paralleli e affiancati, salvo toccarsi ed interagire occasionalmente in dinamiche personali e frammentate, ma fondata su una fusione delle due classi semantiche e culturali in una vivibilità quotidiana e diffusa. 2. Integrazione e formazione reciproca: gli immigrati nella Provincia sono un’opportunità, perché aprono ai pratesi la possibilità di guardare al mondo non come minaccia, ma sapendo che la propria storia culturale e il proprio saper fare offrono una competitività unica, che deve divenire riconoscibile ed esportabile. 3. Dagli stracci allo stile: gli stracci sono tradizione interna e visibilità esterna del territorio; unità culturale che è insieme forza e limite; punto di partenza e prospettiva possibile. Ecco perché “stracci di stile” diventa il concept comunicativo centrale del piano di posizionamento: un logo che parte dalla storia per reinventare unìidentità, un progetto multitematico, una prospettiva semantica e politica. 4. Posizione geografica e forza geopolitica: Prato è realtà unica perché può vantare una collocazione che la pone contemporaneamente in un territorio che vanta storia e patrimonio artistico-culturale tra i più ampi, antichi e ricchi del monto e che è -Pag 20 - centrale nelle traiettorie dello sviluppo, fisiche (corridoi europei), economiche e progettuali. 5. Innovazione: stile, sviluppo, cultura: l’innovazione è tratto trasversale insito nella storia del territorio e della Provincia e asse semantico trasversale ai diversi contenuti, da valorizzare e concretizzare in azioni, scelte strategiche, attività comunicative. 6. Saper fare: etica del lavoro, competenze operative, laboriosità: il saper fare – anche questo integrato e valorizzato in chiave globale e interpretato in chiave di innovazione processuale e tecnologica – è il collante che tiene insieme la cornice di posizionamento e le singole iniziative, la storia e il futuro, la solidità amministrativa e la credibilità di guida delle prospettive del territorio. 3.1.1 Prato capitale dello stile Perché Prato diventi una vera e propria città dello stile c’è bisogno che coltivi questo suo aspetto e lo declini in senso più ampio, cioè sia come qualità del vestire che come insieme di ciò che è bello e attuale. Giocare strategicamente questa carta significa aspirare a diventare una città modello nello stile, cioè in tutto quello che gratifica per la sua appetibilità e modernità. Dare corpo all’intenzione di diventare “capitale dello stile” significa attrezzare la città di Prato per presentarsi come il luogo giusto, tra modernità e tradizione, nel quale è sempre il momento migliore per prendere parte al bello. Una condivisione che può trovare una sua prima concretizzazione nella nascita di un marchio locale, un brand in grado di aumentare il valore di un capo d’abbigliamento e, di conseguenza, la gratificazione di chi lo indossa, ma anche un segno distintivo presente in ogni iniziativa della Provincia. Perché la costruzione del grande rito dello stile pratese deve essere concreta per provocare una partecipazione simbolica. Chi indossa un capo pratese deve sentire tutta la sicurezza di una produzione di qualità, deve avvertire il fascino di un sapere antico, deve condividere la passione per il nuovo. Chi partecipa ad un’iniziativa pubblica deve sapere che si tratta di un evento che deve diventare parte di un’identità collettiva, di un club aperto dove tutti sono accolti e ognuno è speciale. Una specificità che può essere resa ancora più concreta e visibile attraverso un intervento sulla città, strutturando il centro storico di Prato e le aree principali dei diversi comuni in rioni e ad -Pag 21 - ognuno affidare come vessillo un tessuto/filato caratteristico della produzione locale. Potremmo pensare ad una vera e propria suddivisione per trame della città e del territorio, in modo che ogni rione assuma un aspetto corrispondente al tipo di filato/tessuto prodotto. La cartellonistica della provincia, ad esempio, potrebbe essere mutata in questa direzione, mantenendo uno stile unitario e, al tempo stesso, caratterizzando le singole zone. 3.1.2 Prato Innovation Lab La Provincia di Prato, nell’ottica di dare risposta alle difficoltà industriali del distretto tessile, ha progettato l’apertura di un Centro di eccellenza per la ricerca e la formazione del tessile pratese. Una struttura pensata per diventare un punto di riferimento per l’accesso all’innovazione e allo sviluppo da parte delle imprese locali, in grado cioè di trasferire conoscenze e tecnologie e di qualificare il sistema produttivo, formando nuove leve. Trattandosi di un progetto di eccellenza, che coinvolge numerosi attori (università, industrie, banche, etc…) la forma organizzativa più appropriata è quella di un Patto Territoriale attraverso cui giungere alla costituzione di una Società appositamente dedicata. Questa operazione deve essere sfruttata anche sul piano strategico e comunicativo, ancorandola al nuovo posizionamento della Provincia e diventandone uno degli asset principali. Il Centro deve diventare uno strumento di comunicazione al pari dell’Accademia e costituire con questa un vero e proprio polo dello stile. Una struttura nuova e funzionale: il “Prato Innovation Lab”. La mission del Centro, i suoi obiettivi fondamentali possono essere così schematizzati: 1. ricerca, sviluppo, trasferimento e diffusione di tecnologie e conoscenze 2. innalzamento qualitativo e quantitativo delle attività produttive 3. valorizzazione delle risorse umane. La sfida dell’innovazione non riguarda solo la creazione di nuovi prodotti ma anche di nuovi processi, l’individuazione di nuovi mercati e fattori produttivi, nonché di nuovi modelli organizzativi e logistici. Una sfida da vincere per ridare slancio a quella cultura del tessile che rappresenta l’anima del territorio pratese. Il Centro è pensato secondo un modello monocentrico, cioè concentrato sull’area della provincia, che presenta al suo interno -Pag 22 - tutte le risorse necessarie alla costituzione e alla gestione della nuova struttura. Fisicamente, il Centro dovrà sorgere all’interno di un unico immobile e dovrà contenere una parte dedicata ai laboratori di R&S e una dedicata ai servizi di sostegno alle imprese. In particolare, questa seconda parte della struttura dovrà svolgere funzioni di “incubatore di nuove imprese”, cioè dovrà offrire agli aspiranti imprenditori il know-how e il supporto strategico, nonché svolgere attività di monitoraggio e tutorship. Insomma, il Centro deve diventare il core business del sistema industriale pratese, il punto di elaborazione di nuove tecnologie e percorsi produttivi. In questo quadro di riferimento, le priorità di cantiere per il Centro sono: Dotare il Centro di un’immagine propria legata ai valori dell’innovazione e della globalizzazione positiva. Per fare questo, è necessario dare un’immagine coordinata al Centro: sviluppare un logo capace di evocare i valori di riferimento, un simbolo di cui essere orgogliosi, di cui la Provincia faccia vanto. Uno stemma che richiami l’idea della “innovazione nella bellezza”. Ancorare il Centro al sistema della moda. La questione assume particolare importanza perché, data la crisi in atto e la globalizzazione dei mercati, la capacità di progettare e ideare soluzione nuove per i tessuti e i filati rimane un fattore competitivo assolutamente centrale, componendo l’immagine di un sistema integrato di sapere e tecnica al servizio dell’innovazione e dello sviluppo. Inserire il Centro nei percorsi formativi. Perché il distretto industriale possa riposizionarsi competitivamente ha bisogno di risorse d’eccellenza e di know-how in costante aggiornamento. Ecco perché è assolutamente vitale che il Centro si collochi stabilmente all’interno dei percorsi formativi pre e post universitari. Si tratta di attivare laboratori adatti ad ognuno dei livelli scolastici presenti sul territorio: corsi di storia del tessile pratese e gite didattiche per le scuole elementari e medie, seminari di teoria e tecnica della produzione negli Istituti Tecnici. Questi corsi dovrebbero avere un valore riconosciuto e certificato dal Centro stesso. Corsi che offrano ai ragazzi delle scuole superiori la possibilità di accedere a specializzazioni di livello universitario appositamente attivate all’interno del Centro. Un percorso formativo di qualità, in grado anche di assicurare uno sbocco lavorativo, a cominciare dalla possibilità di attivare stage e tirocini all’interno delle aziende del territorio pratese. Tutte attività da svolgere previo accordo -Pag 23 - didattico con l’Università di Prato e il Ministero della Ricerca e dell’Università. Inserire il Centro in una Rete Europea della ricerca tessile. Nel gemellaggio con le istituzioni degli altri distretti tessili europei, la Provincia di Prato potrebbe stimolare altri Centri simili con i quali attivare programmi di scambio di risorse e know-how, facendosene promotrice a livello europeo, segnando un ruolo guida all’interno della comunità dei distretti tessili. Distinguere il centro per un approccio strategico all’innovazione sostenibile. Il Centro, oltre che sviluppare concretamente nuove tecnologie, deve porsi come punto di avanguardia nell’approccio teorico e strategico all’innovazione dei distretti industriali. Si tratta cioè di sviluppare una cultura dell’innovazione industriale che risponda alle sfide della globalizzazione senza stigmatizzarla, ad esempio discutendo di governo dei processi più che dei mali della delocalizzazione. Accanto a questo, la nuova frontiera dello sviluppo richiede una riflessione sui temi della sostenibilità dei modelli integrati, una tendenza della quale il Centro dovrebbe sicuramente farsi carico. Decidere una linea di cultura dell’innovazione è essenziale per esercitare quella funzione di opinion maker che il Centro dovrebbe guadagnare. Organizzare eventi. Il Centro, per diventare punto di riferimento nella ricerca applicata e nella cultura dell’innovazione, deve dare vita ad un calendario di eventi in grado di garantirgli visibilità in Italia e all’estero. -Pag 24 - CAPITOLO QUATTRO Target e strumenti Una volta definito il posizionamento, è necessario individuare i target specifici con i quali la Provincia dovrà interagire per raggiungere i suoi obiettivi comunicativi. La definizione dei target è strettamente connessa al tipo di posizionamento che si intende mantenere. La comunicazione per funzionare ha bisogno di essere il più possibile personalizzata. Solo così il ricevente del messaggio si sentirà scelto e si metterà nelle condizioni migliori per lasciarsi convincere. L’ultimo step di questo percorso è la scelta dei mezzi attraverso i quali veicolare la nostra comunicazione. A determinate scelte di target e di codici, corrispondono necessariamente mezzi diversi. Dal momento che ogni strumento di comunicazione è dotato di specifiche caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia in termini di diffusione che di penetrazione, la scelta di uno piuttosto che dell’altro deve essere fatta sulla base di un preciso ragionamento di coerenza ed efficacia. A conclusione di questo capitolo saranno, quindi, descritte le linee guida essenziali per impostare strategicamente tutta la prossima attività di comunicazione della Provincia. 4.1 I target e i linguaggi L’attività quotidiana di comunicazione della Provincia deve essere rivolta, in una visione d’insieme, ad un pubblico il più possibile segmentato in specifici target. Le macroaree in cui possiamo identificare i nostri interlocutori sono due: • aziende e mondo economico • singoli soggetti: cittadini e turisti. Questa prima e generalissima distinzione ci serve a definire le due linee principali di comunicazione che risultano coerenti con gli obiettivi generali del Piano: da una parte una comunicazione mirata al mondo delle imprese, in modo da attivare percorsi cognitivi e semantici virtuosi e predisporre il nostro target ad investire sul territorio pratese; dall’altra, le persone singole, quelle che visitano Prato e quelle che non ci sono mai state. -Pag 25 - In questa descrizione non sono state comprese le istituzioni. Il motivo di tale esclusione è del tutto evidente: mentre il soggetto istituzionale, per il tipo di rapporti che necessariamente tiene con un’altra istituzione come la Provincia, non necessita di una comunicazione specificamente mirata, i singoli e le imprese hanno bisogno di sentirsi emotivamente coinvolti da un flusso comunicativo personalizzato e originale. Per segmentare in maniera efficace i target è necessario anzitutto individuarne le caratteristiche distintive. In questo modo la Provincia avrà a disposizione un quadro preciso del tipo di soggetti con i quali sviluppare processi di scambio e comunicazione. Mantenendo la macrodistinzione sopra accennata tra imprese e singoli individui, è possibile procedere ad una profilazione schematica dei target. 4.2 Gli strumenti di comunicazione Ogni attività o iniziativa di comunicazione sarà indirizzata verso l’uso di strumenti di volta in volta considerati più efficaci in relazione all’obiettivo/target. Tali scelte si inseriranno all’interno di un insieme di strumenti di promozione attivati per garantire l’efficacia del flusso di comunicazione. Gli strumenti, scelti e selezionati in base agli obiettivi da raggiungere, possono essere di tipo (indicazioni a fine esemplificativo): • o o editoriale pubblicazioni periodiche: AreaSette pubblicazioni occasionali • o o cartaceo locandine, inviti, pieghevoli informativi cartoline • o o o o tabellare affissione fissa spazi stampa box stradali affissione mobile • o o audiovisivo format radiofonici o televisivi di progetto eventuale tv provinciale (digitale terrestre) -Pag 26 - o una radio provinciale • o o o o o interattivo – diretto (attivazione su richiesta dei target/obiettivo, in pieno rispetto della legislazione sulla privacy) sito internet portali invio postale sms e-mailing • o partecipativo concorsi di idee • o o territoriale sedi mobili distaccate punti informativi • o o o di merchandising gadget identitari gadget solidali gadget turistici. Per quanto riguarda gli strumenti interattivi e in particolare internet è opportuno introdurre alcune modifiche al sito istituzionale della Provincia di Prato, adattandolo alla visione e ai valori centrali che il nuovo posizionamento esprime. La coerenza formale e sostanziale di tutte le forme di comunicazione adottate con le linee strategiche di questo Piano è condizione indispensabile all’affermazione di un’immagine nuova e moderna del territorio di Prato. Oltre a questo, è utile pensare alla costruzione di altri strumenti con un maggior livello di targettizzazione. Infatti, se è vero che internet è di per sé uno strumento proiettato su una dimensione globale, è vero anche che più di altri medium permette un’alta specializzazione del messaggio veicolato. Le proposte concrete al riguardo sono due: un portale dello stile e uno sportello telematico provinciale per le imprese. Il Portale dello Stile è uno strumento pensato per colpire quel pubblico esigente, moderno e attento ai particolari profilato in precedenza. L’idea centrale intorno alla quale costruire questo strumento è quella di guidare l’utente nel mondo dello stile e del -Pag 27 - gusto attraverso un percorso a tappe, tutto orientato al coinvolgimento personale. Selezionando i propri gusti, il visitatore accede ad una pagina di commenti nella quale gli viene fornito un profilo d’immagine personalizzato e una serie di indicazioni sui luoghi, i negozi, i ristoranti, i musei della provincia che meglio gli si adattano. Una guida virtuale nei luoghi di eccellenza, pensata sia per gratificare l’utente accogliendolo in una “comunità dello stile” unica e autorevole, sia per invogliarlo a visitare personalmente Prato e la sua provincia. Lo Sportello Provinciale per le Imprese nasce da un’idea simile, ma si rivolge alle aziende. In particolare, questo strumento è pensato per assolvere tutti i compiti propri di uno Sportello Unico per le Attività Produttive ma offrendo inoltre agli imprenditori la possibilità di misurarsi con la cultura imprenditoriale pratese, tutta orientata all’innovazione e al gusto. La gestione di questo strumento dovrebbe essere affidata ad un gruppo di lavoro formato da rappresentanti dei Comuni (grandi e piccoli), rappresentanti delle singole aree provinciali, Asl, rappresentanti della Provincia e della Prefettura, con il compito di curarne l’aggiornamento e la funzionalità. -Pag 28 -