Robotica Creativa e disabilità visiva

Transcript

Robotica Creativa e disabilità visiva
Robotica Creativa e disabilità visiva di Immacolata Nappi1
La Robotica Creativa2 , così come si è venuta strutturando nella didattica della Scuola in
Ospedale, risulta essere una disciplina estremamente “concreta”, che trova nel “Fare” il
suo punto di partenza; il “Fare” come principio generatore di un atto creativo che,
attraverso l’assemblaggio di materiali “concreti”, genera artefatti cognitivi estremamente
“creativi”.
Nel corso dell’anno scolastico 2010/2011, si è approcciata la disabilità visiva con tale
disciplina, proprio perché essa procede, nel suo fare operativo, dal “particolare”
dell’oggetto, del pezzo assemblabile, per arrivare all’unità composita dell’artefatto creativo,
quale “sintesi concreta” delle varie parti, conseguenza ultima di un processo articolato e
complesso, che presenta modalità analoghe a quelle proprie della percezione tattile, la
quale, attraverso il “particolare” (molteplicità dei dati sensibili percepiti dal tatto), arriva
all’”universale” (sintesi dei dati sensibili in un’immagine mentale).
La vista, come l’olfatto e l’udito, è un senso che agisce "a distanza".
Mentre il tatto ha la sua massima distanza con "il braccio", la vista sa cogliere le minime
sfumature, le minime differenze e anche la “forma”, pur operando su due dimensioni; è il
cervello, che unendole crea la “profondità”. Il tatto, al contrario, percepisce la terza
dimensione, anche se non la globalità, che è prerogativa della vista.
Grazie alla vista, noi abbiamo una percezione, inizialmente, globale, del "tutto", poi, in un
secondo momento, scendiamo a notare il “particolare”, il “dettaglio”; per il cieco è
esattamente l’opposto: prima tocca, sente apticamente3 il particolare e poi passa al "tutto",
1
Insegnante di Scuola in Ospedale presso L’U.O. di Day Hospital Onco-ematologico dell’Ospedale
“G.Gaslini” di Genova. Fa parte del gruppo Soave Kids http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=87 , di
quello di scuola di robotica e di Pinocchio 2.0 http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=275 .
2
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/robotica-creativa-ospedale-3081896198.shtml
- https://www.facebook.com/groups/139204519436108/
3
La percezione aptica consente di riconoscere un oggetto toccandolo, attraverso la combinazione delle
informazioni ricevute dal senso del tatto e dai propriorecettori ,che permettono la percezione del movimento
e della posizione, nello spazio, del proprio corpo.
1
all’insieme, attraverso un procedimento analitico, basato sulla memoria (memoria
sequenziale) e l’astrazione, che richiede un notevole sforzo intellettuale.
“Toccare è osservare con le mani, è un’esperienza complessa che richiede al non vedente
attenzione, concentrazione, memoria, coordinamento nei movimenti; bisogna toccare con
le mani aperte per percepire le dimensioni, con tutta la mano per conoscere le superfici,
con le dita per conoscere i contorni della figura, con la punta dell’indice per rintracciare i
particolari, con i polpastrelli dell’indice e pollice per conoscere gli spessori"4.
Nella formazione del bambino cieco, i “sensi residui” svolgono un ruolo di fondamentale
importanza.
L’udito, essendo un senso che agisce a distanza, almeno inizialmente, non può essere di
grande aiuto per l’acquisizione di informazioni dal mondo circostante, che rimarrebbero,
pertanto, troppo astratte e prive di contenuti precisi, acquistando un senso solo dopo
l’esperienza tattile.
Il canale sensoriale privilegiato, attraverso cui i ciechi ricevono informazioni precise sulla
realtà oggettuale, è sicuramente il tatto o, più precisamente, il tatto “in movimento”: ecco
perché, per i non vedenti, si parla di “percezione aptico-cinestetica”. Su questo tipo di
percezione bisogna soffermarsi debitamente, anche in relazione al tipo di stimolo fornito
dalla Robotica Creativa in tal senso.
Perché si parla di percezione aptica o tattilo- cinestetica?
Per conoscere l’oggetto, le mani devono muoversi ed esplorarne i contorni, le dimensioni e
la texture.5
Il tatto, che privilegia le qualità materiali e funzionali degli oggetti, ha il suo organo
privilegiato nella mano: mentre si distribuisce in tutto il corpo avvertendoci della presenza
di oggetti, con le mani ( specialmente i polpastrelli delle dita)6 raggiunge una funzione
percettivo-cognitiva.
4
http://www.allestimento-tattile.it/index.asp
“Percezione aptica” (dal greco hàptomai = sfiorare). Percezione aptico-cinestetica perché deriva dallo
sfioramento tattile in movimento.
6
Nei polpastrelli delle dita risiedono i ricettori tattili, i corpuscoli di Meissner, in una proporzione di 108 sul
polpastrello del dito indice, rispetto agli oltre 400.000 ricettori visivi presenti sulla retina dell’occhio.
5
2
Il campo percettivo tattile, purtroppo, è molto ristretto, concreto, portato alla percezione
delle cose per “quelle che sono” e può conoscere l’ambiente circostante soltanto
attraverso una sequenza di esplorazioni successive, che gli forniranno “immagini” o
“mappe” mentali”, luogo di una sintesi strutturale.
Con pazienti divenuti ciechi, come nel caso in cui si è operato, l’intervento riabilitativo si
presenta più complesso, proprio perché una persona diventata cieca è legata ai suoi
ricordi visivi, dai quali non riesce a svincolarsi; non prenderà mai coscienza dell’efficacia
degli strumenti percettivi, continuando a essere un "ex-vedente”.
Proprio in questo caso, la Robotica Creativa ci è d’aiuto: la percezione tattile, puntiforme,
così come è stata intuita sorprendentemente da Braille, trova difficoltà ad essere percepita
(educata) in chi non vi è allenato dalla nascita; la continua stimolazione dei recettori tattili,
attraverso materiali di uso non consueto e promiscui può stimolare più versanti, da quello
tattile e quello immaginativo. Bisogna esercitarsi a percepire ciò che non è facilmente
desumibile; bisogna muoversi in uno spazio limitato.
Ai fini della riuscita dell’attività proposta, è stato importante delimitare il “campo di azione”
del bambino non vedente, per favorirne la “memoria motoria” e l’orientamento”,
suddividendo i materiali categorialmente: così facendo, si è stimolata anche la sua
sensibilità cinestetica, che rappresenta l’unica fonte d’informazione sulla qualità del gesto
durante la sua esecuzione.
Le nozioni spaziali vengono acquisite dal bambino vedente secondo una successione
cronologica. Secondo Piaget, la prima tappa dell’ organizzazione spaziale nel bambino è
quella “topologica”, che riguarda i rapporti di posizione tra gli oggetti
(contatto/separazione, inclusione/esclusione), seguita da quella “metrica”, riguardante i
rapporti tra le diverse parti di un oggetto o fra diversi oggetti, e da quella” proiettiva” (i
rapporti spaziali variano con il variare del punto di osservazione e del modo di osservarli).
Per il raggiungimento della prima tappa è necessario far uso di schemi di riferimento
3
“propriocettivi”, che si costituiscono attraverso l’esperienza cinestetica e col movimento;
nel secondo caso si utilizzano schemi di natura “esterocettiva”, che si costituiscono con
l’esperienza legata agli oggetti che ci circondano.
I vedenti dispongono di mappe cognitive basate su immagini visive, i ciechi utilizzano
mappe mentali che si sono costituite sulla base di immagini tattili. E’ proprio nel quadro
abilitativo dei sensi residui, in particolare del tatto, che si inscrive l’importanza della
Robotica Creativa nei casi di deficit visivo.
Per l’orientamento nello spazio sono necessari una serie di prerequisiti (conoscenza della
corporeità, acquisizione dello schema corporeo,
educazione del senso tattile,
conoscenza dei rapporti topologici, proiettivi ed euclidei, capacità di localizzazione uditiva,
olfattiva ed anemestesica, capacità attentiva e di memoria, conoscenza del linguaggio per
identificare gli oggetti, ecc.) che vengono promossi da questa disciplina.
Anche ai fini dell’autonomia motoria del non vedente, è fondamentale promuovere le
abilità aptico-cinestetiche, proprie del tatto-in-movimento, che sono anche alla base della
struttura stessa del Braille.
Una buona conoscenza del sistema di codifica per non vedenti aiuta a rappresentarsi
mentalmente gli spazi e i loro punti di riferimento, proprio perché favorisce una
organizzazione mentale “per punti di riferimento”, con un’esatta collocazione nello spazio.
Al fine di mantenere vivo l’uso del Braille - sia per l’importanza che riveste nell’ambito
della rappresentazione spaziale dei soggetti con deficit visivo, sia perché è un tipo di
codifica che, se non è sottoposta ad un costante esercizio, viene facilmente dimenticata,
sia perché, sulla base della sua struttura puntiforme, stimola i recettori tattili (canali di
Messner) di uguale conformazione- si è fatto uso dell’apposita etichettatrice, per la
realizzazione delle scritte da apporre sui barattoli dedicati alla classificazione dei materiali
robotici ; nei robottini creativi, invece, la consueta codifica puntiforme del linguaggio per
non vedenti, utilizzata per la scrittura di singole lettere, è stata resa mediante tasti del
telefono o da condensatori (vedasi foto).
4
La Robotica Creativa. è stata applicata alla disabilità visiva in tutta le sua estensione
metodologica, che va dallo “smontaggio creativo” alla “meccanizzazione” dei suoi artefatti.
Essa, al di là dei contenuti disciplinari che è in grado di mediare (elettronica, fisica,
chimica, ecc.), si è dimostrata in grado di soddisfare i criteri riabilitativi che sono entrati a
far parte della sua definizione.
5
Riviste e Atti di convegni
Gandolfi A., Il bambino non vedente e l’ambiente, Bambini, n.4/1980.
Hatwell I., I processi della percezione e delle rappresentazioni aptiche. Implicazioni per la comprensione
aptica delle opere d’arte da parte dei minorati della vista,Intervento al Convegno “Toccare ad Arte.
Percezione tattile e cognizione della forma artistica nel non vedente e ipovedente. L’atto interpretativo e la
sua funzione riabilitativa”, Bologna 30-31 0ttobre 2000.
Mazzeo M., La vista e gli altri sensi. Cinque meno uno, in Handicap risposte, anno XIV, 1999.
Polsoni L., La lettura Braille. Aspetti psicologici e neuropsicologici. Implicazioni per la didattica e la
valutazione, in Tiflologia per l’integrazione, ottobre-dicembre 2009.
Tioli E., Dallo spazio aptico alla rappresentazione immaginativo-motoria,Rielaborazione di un intervento in
occasione dell’inaugurazione della mostra “Geometria a tu per tu”,lavoro eseguito nel Corso di
Specializzazione Polivalente per attività di sostegno- Area logico-matematica (Corso svolto dal Prof. Filippo
Spagnolo), 2000-2001.
Bibliografia
Alliegro M., L’educazione dei ciechi, Roma, Armando Editore, 1991.
Axelrod S.(1959), Effects of early blindness, in GALATI D., Vedere con la mente. Conoscenza, affettività,
adattamento nei non vedenti, Milano, Angeli, 1991.
Farneti P., Carlini M.G., Il ruolo del corpo nello sviluppo psichico, Torino, Loescher Editore, 1981.
GalatiI D., (a cura di), Vedere con la mente: conoscenza, affettività, adattamento nei non vedenti, Milano,
Angeli, 1992.
Giraldi G., L’educazione dei ciechi, Roma, Armando, 1961.
Gori R., Gamba M., Rossini S., I programmi della scuola elementare. Educazione al suono e alla musica,
educazione all’immagine, educazione motoria, Roma, Armando Editore, 1987.
Hatwell Y., Privation sensorielle et intelligence, Paris, Presses Universitaire de France, 1966.
Mazzeo M., Il bambino cieco: sviluppo cognitivo, Roma, Anicia, 1988.
Piaget J.(1955), Trad. It. Introduzione all’epistemologia genetica. Il pensiero fisico, Milano, Emme Edizioni,
1984.
Revesz G., Psycology and art of blind, London-New York-Toronto, Longmans Green and Co., 1950.
Romagnoli A.(1924), Ragazzi ciechi, Roma, Armando Editore, 1973.
Terzi I., Il senso e la nozione di spazio attraverso l’educazione del movimento deambulatorio, Torino,
Omega, 1983.
Zanobini M., Usai M.C., Psicologia dell’ handicap e della riabilitazione: i soggetti, le relazioni, i contesti in
prospettiva evolutiva, Milano, Edizione Franco Angeli,1997.
Articoli correlati:
Pinocchio 3000 e il biovitalismo
http://www.educationduepuntozero.it/community/pinocchio-3000-biovitalismo-3084644276.shtml
Matite digitali
http://www.educationduepuntozero.it/tecnologie-e-ambienti-di-apprendimento/matite-digitali-40330132.shtml
6
Le Fiabe Sonore
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/fiabe-sonore-3084644564.shtml
Robotica Creativa in ospedale
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/robotica-creativa-ospedale-3081896198.shtml
Costruisco un Sapientino... sulla storia di Pinocchio
http://www.educationduepuntozero.it/community/costruisco-sapientino-storia-pinocchio-407377774.shtml
La robotica nella mia tesina di terza media
http://www.educationduepuntozero.it/community/robotica-mia-tesina-terza-media-4015040501.shtml
Bambina e la fatina computerina
http://www.educationduepuntozero.it/community/bambina-fatina-computerina-4012152059.shtml
La trasformazione educativa in Pinocchio di Collodi
http://www.educationduepuntozero.it/community/trasformazione-educativa-pinocchio-collodi-4016906052.shtml
“Raccontare i robot” 2011: al servizio degli umani
http://www.educationduepuntozero.it/community/raccontare-robot-2011-servizio-umani-4010240426.shtml
Che fatica essere Pinocchio!
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/che-fatica-essere-pinocchio-4023580382.shtml
Dagli automi a Pinocchio 2.0: una rivalutazione in chiave didattica della saga dei non-nati
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/dagli-automi-pinocchio-20-rivalutazione-chiavedidattica-saga-non-nati-4023649009.shtml
Robot in ospedale
http://www.educationduepuntozero.it/community/robot-ospedale-3062796921.shtml
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/robot-ospedale-2-3077298391.shtml
7