LA COPPIA VINCENTE (di Mario Calabrese)

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LA COPPIA VINCENTE (di Mario Calabrese)
LA COPPIA VINCENTE (di Mario Calabrese)
1. UN’AMARA SCOPERTA
Otto guidava diretto verso Bergamo mantenendo una velocità tranquilla, dopo la folle corsa fatta per
raggiungere Viterbo e partire con i suoi amici per Technmiracle. Era andato tutto per il meglio e ora il
Dragontropo stava tornando a casa, portando con sé quello che si augurava fosse un buon alleato.
Zack Green dormiva sul sedile affianco, ma il suo sonno era destinato a interrompersi, poiché si stava
agitando come fosse in preda ad un incubo.
<<Svegliati Zack!>> disse ad alta voce, ridestando l’uomo di colpo.
<<Ho sognato che ero di nuovo al fianco del mio signore, circondati da migliaia di seguaci e ormai prossimi
ad assumere il controllo dell’universo.>>
<<M spiace rovinare le tue fantasie, ma Sagazcroc e il suo fratellastro non ci sono più e per te inizia una
nuova vita.>>
<<Non so nemmeno per quale motivo ho accettato di seguirti.>> rispose brusco Zack.
<<I tuoi amici sono morti, la tua ragazza ti ha abbandonato e i tuoi demoni sono scomparsi.>>
<<Mi sembra di aver tradito il mio signore, venendo qui.>>
<<Hai combattuto per il tuo signore, avete perso e sei sopravvissuto. Devi vedere questa cosa come una
nuova opportunità.>>
<<Forse avrei dovuto morire anch’io o tentare nuovamente il suicidio.>>
<<E come pensi di toglierti la vita, se le tue ferite si rigenerano dopo pochi secondi?>>
<<Avresti potuto uccidermi.>>
<<Non c’era motivo di farlo.>>
Otto svoltò nella strada dove abitava e parcheggiò di fronte al palazzo dove abitava. Quando uscì dall’auto,
Zack lo vide irrigidirsi.
<<Che succede?>>
<<I Dragontropi sono stati qui.>>
Otto si diresse verso il palazzo, aprì il portone con uno strattone e corse verso l’appartamento. La porta era
chiusa, ma sul legno c’erano dei fori che sembravano prodotti da artigli, uno di loro doveva aver aperto la
porta con la forza. Oltre quella soglia, Otto percepì l’odore di diversi esemplari della sua razza.
Otto entrò utilizzando la sua chiave, ma lui e Zack non erano preparati a quello che trovarono là dentro.
Ogni angolo dell’appartamento somigliava ad un campo di battaglia privo dei corpi dei caduti. Il divano era
stato lacerato in più punti, l’imbottitura sparsa per il pavimento. Il televisore giaceva a terra col vetro in
frantumi e una vistosa ammaccatura, prodotta dal piede di un Dragontropo. Il tavolino era spaccato in due,
un pezzo si trovava vicino alla porta della cucina e l’altro si trovava nel bagno. La libreria era stava
rovesciata a terra, a terra c’erano libri, schegge di vetro, tracce di sangue umano e di Dragontropo.
Quest’ultimo particolare fu di consolazione per Otto, perché voleva dire che i suoi amici si erano difesi
prima di essere sopraffatti dai nemici.
Sulla parete accanto alla porta della cucina c’era un foro, la maniglia su quel lato era stata strappata e
gettata a terra, anche il tavolo dove si sedevano per pranzare era spaccato a metà e nemmeno le sedie
erano state risparmiate.
I Dragontropi non si erano limitati a catturare i suoi amici, avevano devastato la loro casa. Piatti e bicchieri
scagliati a terra, ante staccate con la forza e fatte a pezzi, il frigo rovesciato su un fianco, lo sportello
strappato con la forza, tutto quello che c’era al suo interno abbandonato a terra e calpestato.
<<Chiunque abbia fatto questo, doveva avercela a morte con voi.>> commentò Zack.
<<Chiunque sia stato, la pagherà cara.>> disse Otto minaccioso.
2. IN CERCA DI INDIZI
Otto raccolse da terra il wakizashi e il karambit di Angelica sporchi di sangue di Dragontropo. Trovò la
pistola della ragazza sul terrazzo ormai scarica, era stata scagliata via con una tale forza da rompere il vetro
della porta-finestra. Il coltello da sub utilizzato da Ciro era conficcato nella parete e anche sulla sua lama
c’era sangue di Dragontropo.
<<Credi che i tuoi amici siano ancora vivi?>>
<<Il loro sangue è poco qui dentro. Hanno subìto ferite superficiali, perché li volevano vivi.>>
<<Dove pensi che li abbiano portati?>>
<<Nella loro tana, ma noi non sappiamo dove si trova e nemmeno loro sapevano dove stavamo noi.>>
Otto estrasse una sigaretta dal pacchetto e se l’accese per pensare, mentre Zack tirò fuori la fiaschetta di
metallo e si fece un sorso.
<<Credevo che avessi smesso di bere.>>
<<Il mio signore mi ha detto che un Demone Subcroc può bere una quantità d’alcool in grado di uccidere
tre esperti bevitori.>>
<<Perché non lo chiami Sagazcroc?Ormai sei un uomo libero.>>
<<Non voglio dimenticare quello che sono stato, prima di ritrovarmi qui.>>
Otto scosse la testa e si affacciò alla finestra, dove qualcosa attirò la sua attenzione. Un uomo che stava
parlando al telefono appoggiato al muro e che gli provocò una sensazione di deja vù. Era in una zona in
penombra della strada, ma il Dragontropo lo vedeva perfettamente e di colpo realizzò.
Otto aprì la finestra e atterrò silenziosamente, dirigendosi verso l’uomo.
<<D’accordo, resterò qui in attesa dei vostri compagni e non li perderò d’occhio. A dopo.>>
L’uomo sentì qualcosa strappargli di mano il cellulare, si voltò e vide Otto fissarlo minaccioso e puntandogli
contro l’oggetto.
<<Un servo umano incaricato di seguirci con l’auto. Sei stato tu a dire ai Dragontropi dove abitiamo!>>
<<Io non so di cosa stia parlando.>> disse l’uomo, fingendo stupore e indignazione.
Otto lo afferrò per il collo e lo sbatté contro il muro, mentre Zack arrivava in quel momento.
<<Lo conosci?>>
<<Ricordo di averlo visto quando sono uscito di casa per andare a Viterbo.>>
<<Ti prego, lasciami andare. Non posso dirti nulla, loro mi sbraneranno…>>
Otto trasformò la testa e il collo e serrò le fauci a un centimetro dal volto dell’uomo, che ammutolì di colpo.
<<Se non parli, morirai qui e subito. Altrimenti ti concederò di vivere per lasciare la città.>>
L’uomo annuì energicamente per dimostrare di aver capito.
<<Dove li hanno portati?>>
<<Iceblade aveva in programma di portarli al locale, almeno all’inizio.>>
<<Come si chiama il locale?>>
<<Lui non me lo ha detto, perché temeva che me lo sarei fatto sfuggire. Non lo so, te lo giuro!>>
<<Hai detto che Iceblade voleva portarli al locale all’inizio, poi che cosa è cambiato?>>
<<Ha ricevuto una telefonata da qualcuno e ha detto che dovevano portare i prigionieri in un altro posto,
ha parlato di un problema che si era creato durante una trattativa d’affari.>>
<<Dove sono stati portati?>> lo incalzò Otto, aumentando la pressione attorno alla gola dell’uomo.
<<Allenta la presa Otto, altrimenti questo ti muore tra le mani!>>
Il Dragontropo fece un respiro profondo e l’uomo riprese a respirare senza difficoltà.
<<Iceblade ha detto che i due ragazzi andavano trasferiti da un loro amico, che lavora in un night club.>>
<<Hai detto “due ragazzi”?>> chiese Otto, credendo di non aver capito bene.
<<Si, il ragazzo napoletano e la ragazza delle bombe.>>
3. LA BALLERINA E IL BOY TOY
Angelica era inginocchiata nel corridoio intenta a strofinare la spazzola sul pavimento, per togliere delle
macchie particolarmente ostinate. Fin qui nulla di strano, ma la ragazza di solito puliva la casa e la
cartolibreria indossando una tuta. Invece era nel corridoio di un locale notturno, con indosso un mini abito
elasticizzato nero e un perizoma, costretta a fare le pulizie e ad aggiustarsi ogni due minuti l’orlo di quel
vestito che non avrebbe mai indossato, se non avessero minacciato di fare del male a Ciro. Ogni volta che
passavano gli uomini del signor Cordara, sentiva fischi di approvazione e lei doveva fingere di essere
contenta dello spettacolo che stava offrendo.
E pensare che quando erano stati portati lì, Angelica pensava fosse stato un colpo di fortuna.
La ciliegina sulla torta l’aveva avuta quella mattina quando Cordara, il proprietario di quello squallido posto,
le aveva detto che quella sera avrebbe dovuto esibirsi sul palco. Lei gli aveva fatto presente che Iceblade gli
aveva proibito di mostrarla al pubblico, ma l’uomo le aveva detto che avrebbe indossato una maschera per
celare la sua identità.
<<Una bella ragazza come te è sprecata per fare le pulizie. Stasera sarai l’Angelo Sperduto!>>
Quando Angelica aveva chiesto notizie di Ciro, Cordara aveva fatto orecchie da mercante. Quell’uomo
aveva capito che lei era più intelligente di quanto desse a vedere, ma forse Iceblade non l’aveva informato
sulle sue capacità.
Angelica non sapeva quando sarebbe venuto Otto a salvarli, ma non aveva intenzione di aspettarlo. Le
bottiglie di vetro le aveva rimediate con facilità, ottenere l’acetone era stato ancora più semplice e le
strisce di stoffa le aveva ricavate da un mini abito strappato da un cliente troppo irruento. Per avere il
sapone di marsiglia, era stata costretta a sedersi sulle gambe di Fabrizio, un giovane assunto da poco, e
fargli un po’ di moine. Le mancava l’ultimo ingrediente e aveva già una mezza idea su come procurarselo.
Ciro era nella stanza dove lo tenevano rinchiuso, le braccia verso l’alto a causa delle catene ai polsi, con
indosso solo un perizoma bianco. Se non avessero minacciato la vita di Angelica, non avrebbe mai accettato
di sottoporsi allo strazio di chella vecchia malat e cap.
Era stato notato dalla vecchia la sera che i Dragontropi li avevano portati lì e da allora era costretto a subire
le sue attenzioni morbose. Oltre alla sua carnefice, l’unica persona che aveva visto era Gerardo, l’uomo che
aveva l’incarico di portargli da mangiare, accompagnarlo alle docce dopo le sessioni cu chella malat e cap e
prepararlo per gli incontri con la donna. L’idea del perizoma era sua.
<<Con la tua carnagione mediterranea e quel fisico atletico, il perizoma ti sta proprio bene.>>
Ciro sospettava che Gerardo fosse dell’altra sponda, tuttavia avrebbe preferito lui a quella razzista dalle
cerevelle spostate, che lo trattava come un oggetto senz’anima.
In quel momento la porta si aprì e Gerardo fece accomodare l’incubo vivente di Ciro, dicendo che sarebbe
tornato tra un’ ora e guardando il ragazzo incatenato con dispiacere.
<<Come stai tesoro?Ti fa ancora male la schiena?>> domandò la donna con falsa preoccupazione.
<<Vulesse nu minuto e libertà, pé te fa chiagnere.>> disse minaccioso.
<<Mi piaci quando parli in dialetto, anche se non capisco una parola.>> rispose lei, togliendosi il cappotto.
La sua torturatrice era una donna di mezz’età ben vestita e curata, segno che era ricca e forse anche gentile
ed elegante, quando si trovava al di fuori di quella stanza.
<<Sono felice di vederti.>> disse Ciro con un sorriso fasullo.
La donna si avvicinò al ragazzo, gli accarezzò dolcemente il gluteo destro, prima di conficcargli le unghie
nella carne. Ormai Ciro si era abituato a quei gesti affettuosi che sfociavano in attacchi improvvisi.
<<Cerca di non urlare mio piccolo terrone, sennò ti farò ancora più male dell’altra volta.>>
4. IL RACCONTO DI HELEN
Otto era seduto su quello che rimaneva del divano, a chiedersi che fine avesse fatto Helen, l’unica ad essere
sfuggita ai Dragontropi. Zack invece, stava cercando una bottiglia di whisky ancora intera per riempire la
sua fiaschetta.
L’uomo che lavorava con i Dragontropi non aveva mentito, era un vigliacco e quelli come lui raramente
mentivano quando erano terrorizzati.
<<Senti, io vorrei fare un salto giù al bar a comprare una bottiglia, questi non hanno lasciato nulla.>>
<<Dobbiamo andarcene Zack, questo posto è bruciato e tra poco potrebbero arrivare altri Dragontropi.>>
Otto si stava alzando, quando qualcosa stuzzicò il suo olfatto. Non ci aveva fatto caso prima, perché l’intero
appartamento era saturo dell’odore del sangue e della paura, ma ora quest’ultimo si era fatto un po’ più
forte e proveniva dalla camera da letto.
Otto si mosse silenziosamente verso la stanza, aprì la porta senza far rumore, constatando che là dentro si
erano limitati a lacerare le coperte, gettare a terra il materasso e sfasciare la rete ortopedica.
Otto individuò la fonte all’interno dell’armadio. Con tutta calma, il Dragontropo nero si diresse lì e spalancò
con studiata lentezza le ante. Una figura dai capelli rosso rame scattò verso di lui stringendo un pugnale tra
le mani, ma Otto la afferrò per i polsi e la gettò sul materasso, immobilizzandola.
<<Helen sono io, calmati!Sono andati via!>> gridò Otto alla sua amica, per farla calmare.
Quando la ragazza si rese conto di chi aveva di fronte, gettò le braccia al collo di Otto e si abbandonò ad un
pianto liberatorio.
<<Va tutto bene piccola guerriera, loro non ti porteranno via.>>
Dopo un bicchiere di whisky per calmarsi i nervi, gentilmente offerto da Zack che usò il resto della bottiglia
per sé, Helen cercò una posizione comoda sul materasso e prese a raccontare cos’era successo.
<<Un’ora dopo che te ne sei andato, abbiamo sentito bussare alla porta, non aspettavamo nessuno e senza
sospettare nulla, Ciro è andato ad aprire e dopo pochi secondi, l’abbiamo sentito urlare.>>
<<Che cosa avete fatto?>>
<<Angelica mi ha ordinato di nascondermi, mentre lei ha preso le sue armi e si è diretta in salotto. Ho
sentito urla, ruggiti e colpi di pistola per più di cinque minuti, poi il silenzio. Ho aperto leggermente l’anta
dell’armadio per sbirciare, ma la porta della stanza mi copriva la visuale.>>
<<Vai avanti.>> la incalzò Otto.
<<Poi ho sentito quello che doveva essere Iceblade farsi beffe di Angelica, che gli ha detto che l’avrebbe
pagata per la morte della sua famiglia, mentre Ciro gli diceva che tu li avresti fatti a pezzi. Lui ha detto che li
avrebbero portati nella loro tana per torturarli e poi ti avrebbero fatto avere i loro corpi senza vita.>>
<<Ma poi Iceblade ha ricevuto una telefonata.>>
<<Si, sembrava preoccupato mentre ascoltava quella che doveva essere Lady V. . Ha detto che sarebbero
venuti immediatamente e poi ha chiesto cosa fare dei prigionieri. Ha risposto con una risata, prima di
chiudere la comunicazione.>>
<<Sai dove li hanno portati?>>
<<Iceblade ha detto che li avrebbe affidati al signor Cordara e che gli sarebbe piaciuto il Vicious Man.>>
Otto gettò il mozzicone della sigaretta nel bicchiere di carta con l’acqua, dato che il posacenere era in
frantumi in un angolo del salotto.
<<Impacchettiamo le nostre cose, quelle di Ciro e andiamocene via di qui all’istante.>>
<<Otto, cosa faremo adesso?Non possiamo permetterci di pagare un altro appartamento.>>
<<Prima andiamo a salvare i nostri amici e dopo penseremo a trovare un’altra sistemazione.>>
<<Ben detto. Vogliamo bere qualcosa insieme prima di andare?>> domandò Zack.
5. STRATEGIE ED ESPEDIENTI
<<Dimmi che stai scherzando, Otto.>> disse Helen.
<<Ormai dovresti conoscermi e capire quando faccio sul serio.>>
Otto si era fermato ad un autonoleggio e aveva preso una Volkswagen Golf V a nome di Zack, poi aveva
consegnato le chiavi della sua Clio a Helen, invitandola a lasciare la città.
<<Io voglio dare una mano e non andare a nascondermi.>>
<<Infatti il tuo compito è quello di avvertire Bryan, se io e Zack non riusciamo a salvare Ciro e Angelica.>>
<<Perché non lo chiami adesso, mettendo da parte il tuo orgoglio?>>
<<Un predatore che non riesce a proteggere i suoi compagni ed il suo territorio, non merita di essere
definito tale.>>
<<Stai mettendo in pericolo la vita dei nostri amici!>>
<<Salverò Ciro e Angelica a qualunque costo, hai la mia parola.>>
Helen alzò gli occhi al cielo, non sarebbe mai riuscita a fargli cambiare idea. Salì a bordo dell’auto e Otto le
chiuse la porta, per poi darle la scatolina con dentro il Cristallo Mutatio.
<<Vai a stare dai tuoi genitori. Se tra due giorni non hai nostre notizie, chiama Bryan e digli di mandare i
ragazzi.>>
<<Se ti fai ammazzare, giuro che non ti perdonerò mai!>>
<<Buona vacanza Helen.>> rispose Otto, ignorando le minacce dell’amica.
Quando la ragazza fu partita, il Dragontropo fece cenno al Demone Subcroc di salire in macchina.
<<Al tuo posto avrei dato avrei dato la Golf a lei. Se i Dragontropi la danneggiano, cosa racconti al tizio
dell’autonoleggio?>>
<<Niente. L’auto è noleggiata a tuo nome, quindi è un tuo problema.>>
<<Grazie tante. Mi spieghi che cosa ti passa per la testa?>>
<<Credo che Iceblade abbia lasciato Helen in libertà, perché mi dicesse dove trovare i nostri amici. Inoltre
l’uomo che ha detto ai Dragontropi dove abitiamo, gli avrà anche dato il modello e la targa dell’auto.>>
<<Io sono sempre più convinto che non avrei dovuto seguirti .>>
<<Guarda il lato positivo. Magari i Dragontropi ti ammazzano e tu potrai riunirti al tuo adorato Sagazcroc.>>
Quel pomeriggio nel garage coperto del Vicious Man, si verificò una piccola emergenza che costrinse gli
uomini del signor Cordara ad evacuare il luogo per mezz’ora. La causa fu lo sprigionarsi di alcuni gas irritanti
dal condotto di areazione, ma una volta che la presa d’aria esterna ebbe fatto il suo dovere, nessuno seppe
spiegarsi quale fosse stata la causa di quei gas.
Gli uomini del signor Cordara dettero la colpa a un malfunzionamento del condotto e si ripromisero di
parlarne con il loro capo. Se avessero dato un’occhiata alla bocca del condotto, avrebbero trovato
frammenti di una bottiglia e una macchia di candeggina mista ad ammoniaca. Così come non si accorsero
che dalla tanica di benzina usata per alimentare il generatore di emergenza, mancava poco più di mezzo
litro di carburante.
Ciro Negroni era sdraiato sul letto della sua stanza a pancia sotto, mentre Gerardo gli stava spalmando una
crema lenitiva sui segni che quella perfida donna aveva lasciato sul corpo del ragazzo.
El Bailador era grato al suo guardiano per quelle premure, sebbene avesse la sensazione che le sue mani
indugiassero troppo sui glutei scoperti. D’altronde, ormai aveva capito che Gerardo aveva un debole per lui.
Fortuna che il riscaldamento era sempre acceso nella stanza, visto che era senza vestiti.
<<Mi dispiace davvero molto per quello che stai passando, Ciro.>>
<<Allò pecché nun me faje fuji, invece di stare a guardare, per poi divertirti a toccarmi il culo?>>
6. SERATA AL VICIOUS MAN
Otto fissava concentrato il locale dove erano tenuti i suoi amici, stando appoggiato all’auto parcheggiata in
modo da non poter essere visti dal buttafuori o da chiunque si trovasse all’ingresso del Vicious Man.
<<Non posso credere che sto per fare una cosa del genere!>>
<<Non hai altra scelta, Zack. I Dragontropi avranno dato la mia descrizione agli uomini di Cordara, perciò
tocca a te.>>
<<Ammesso che riesca a incontrare i tuoi amici, come faccio a parlargli?>>
<<Non ci sarà bisogno di parlare.>> disse Otto. Afferrò l’avambraccio destro di Zack con una mano, mentre
con un pennarello tracciò il simbolo dell’infinito in posizione verticale, sulla parte interna del braccio.
<<Ti ho fatto vedere la foto di Ciro e hai la descrizione di Angelica. Devi solo entrare e guardarti intorno.
Non appena vedi uno dei due, gli mostri il simbolo e loro capiranno.>>
<<E tu che cosa farai?>>
<<Cercherò di entrare dal retro. I Dragontropi non sono qui e gli umani non sono un problema per noi.>>
Zack aveva indossato un completo blu con camicia bianca e cravatta beige. Otto gli aveva dato un po’ di
soldi per “comprarsi” l’ingresso al locale e per eventuali informazioni a pagamento.
<<Stai spendendo una fortuna per salvare i tuoi amici.>>
<<Mi farei prestare i soldi dal mio peggior nemico, pur di salvarli. E comunque ho già perso la caparra per
l’appartamento, grazie ai danni fatti dai Dragontropi.>>
Zack si avviò verso l’ingresso del locale, dove c’era già una discreta fila in attesa. Il Demone Subcroc incrociò
il suo sguardo con quello del buttafuori e alzò la mano mostrandogli la mazzetta che stringeva tra le dita.
L’uomo fece un cenno della mano a Zack, invitandolo ad avanzare e lui non se lo fece ripetere.
I due si strinsero la mano come se si conoscessero, un modo discreto per passare i soldi al bodyguard ed
entrare nel locale senza problemi.
Zack attraversò un corridoio trovandosi di fronte all’ingresso della sala principale del Vicious Man, presidiata da un altro bodyguard.
<<Buonasera signore, ha una prenotazione?>>
<<No, ma speravo di poterla fare all’ultimo minuto.>> rispose Zack, porgendo una banconota da cinquanta
euro all’uomo, che fece sparire nelle sue tasche e chiamò una ragazza seminuda che portava un vassoio.
<<Valeria, fai accomodare il signore ad uno dei tavoli in prima fila e occupati di lui.>>
<<Da questa parte, prego.>>
La ragazza fece accomodare Zack ad un tavolo in prima fila, il Demone Subcroc ordinò un Jack Daniel’s e lo
sorseggiò, guardandosi intorno. La sala era quasi piena, le uniche donne presenti erano le cameriere vestite
con mini abiti o completi intimi sexy.
All’improvviso si accesero delle luci abbaglianti sul palco e una voce risuonò all’interno della sala.
<<Buonasera, do il benvenuto ai nuovi arrivati e il bentornato ai nostri affezionati clienti. Anche stasera
potrete assistere ad un’esibizione unica nel suo genere.>>
<<La nostra star della serata è una ragazza appena maggiorenne, dal viso incantevole e sebbene porti una
maschera, è uno splendore. Ecco a voi Angelica, l’Angelo Sperduto!>>
All’inizio Zack pensò si trattasse di una coincidenza, ma quando la ragazza fece il suo ingresso sul palco,
accompagnata da una musica erotizzante, la riconobbe nonostante la mascherina.
Angelica camminava a piedi nudi, guardandosi intorno con aria smarrita e spaventata. Indossava un
babydoll bianco, trasparente con le coppe a balconcino, abbinato a un tanga bianco. Un paio di ali bianche
completavano il suo costume. Angelica finse di cadere a terra e si mise a sedere tenendo le gambe aperte a
squadra verso il suo pubblico, regalando una visuale che provocò grida di esultanza.
Zack notò un piccolo auricolare all’orecchio di Angelica e capì che qualcuno le stava dando istruzioni.
7. LA GRANDE ESIBIZIONE
Angelica si mise in ginocchio, tenendo le gambe larghe e mantenendo quell’aria confusa e smarrita, che
stava facendo impazzire gli uomini in sala. La ragazza poggiò le mani a terra e iniziò a gattonare verso il palo
della lap dance muovendo i fianchi in un modo che lasciò tutti senza fiato.
Angelica si aggrappò al palo e finse di usarlo per rimettersi in piedi, sporgendo il sedere verso il pubblico e
muovendolo con fare sensuale, scatenando il putiferio. Lei li guardò come se non capisse il perché di quei
versi, facendo aumentare la loro libidine. Una volta rialzatasi, Angelica ruotò attorno al palo, stando
aggrappata con una mano e mantenendo la sua aria innocente. Poi cercò di arrampicarsi sul palo come se
volesse arrivare in cima, ma si lasciò andare con le braccia piegandosi all’indietro e offrendo la vista dei seni
lasciati scoperti dalla scollatura del babydoll.
<<Non è una meraviglia il nostro Angelo Sperduto?Scommetto che tra i nostri spettatori ci sono molti che
vorrebbero offrirle ospitalità e conforto.>>
Alcuni uomini alzarono prontamente la mano, altri fecero cenno alla ragazza di venire al tavolo, mentre
Angelica li fissava incuriosita e timorosa, era davvero brava a fare le espressioni.
Zack si ricordò in quel momento del motivo per cui si trovava lì e scoprì l’avambraccio, ma capì che lei non
l’avrebbe mai visto nella penombra del locale.
Angelica scese i gradini del palco guardando tutti spaesata, alla ricerca di un uomo che non la guardasse
con una faccia da maniaco. All’improvviso le arrivò una luce intermittente negli occhi, si girò verso un
tavolo e vide il responsabile. Angelica lo guardò male, ma poi vide che l’uomo stava illuminando un simbolo
sul suo avambraccio con la piccola torcia elettrica.
Sulle prime Angelica non lo riconobbe, poi si ricordò del tatuaggio di Otto e si diresse a passo sicuro verso
Zack.
<<Sembra che il nostro Angelo abbia scelto da chi farsi proteggere dalle cose brutte del nostro mondo.>>
Angelica si sedette sulle gambe di Zack e fingendo di mordicchiargli l’orecchio, parlò con l’interessato.
<<Dove sono Otto e Helen?>>
<<Lui sta entrando dal retro, mentre Helen ha lasciato la città su ordine di Otto.>>
<<Adesso io mi alzo e tu mi segui, andremo nel privè per uno spettacolo privato.>>
<<Non so se posso permettermelo, con quello che mi è rimasto.>>
<<Sono certa che al momento giusto, darai all’uomo di guardia al privè ciò che si merita.>>
<<D’accordo.>>
<<Un’ ultima cosa. Guai a te se racconti a qualcuno quello che mi hai visto fare sul palco!>>
Angelica si alzò in piedi e prese Zack per mano, conducendolo verso le sale private del locale, quando uno
dei bodyguard si parò di fronte a loro.
<<Le lap dance private si pagano prima, pensavo lo sapessi.>> disse l’uomo, rivolgendosi ad Angelica.
<<Provvedo subito.>> disse Zack, facendo il gesto di prendere il portafogli dalla tasca della giacca, per poi
tirare rapidissimo un pugno sul muso di quel tipo, mandandolo a dormire.
<<Bravo Zack, sei un tipo sveglio. Ora andiamo a recuperare Ciro!>>
Otto era entrato senza problemi. L’uomo di guardia sul retro invece, domani avrebbe avuto un brutto mal
di testa. Fiutando l’ambiente circostante, puntò verso una porta piantonata da un uomo con l’aria tesa.
<<E tu chi sei?>> domandò Gerardo, trovandosi di fronte Otto.
Otto gli rivolse un gran sorriso, prima di sferrargli un pugno in faccia e spedirlo nel mondo dei sogni. Il
ragazzo aprì la porta e si trovò di fronte il suo amico Ciro, incatenato e imbavagliato, con addosso un
perizoma nero.
<<Ti hanno sistemato bene, guappo. Adesso ti libero, così puoi rivestirti.>>
8. BATTAGLIA LAMPO
Angelica e Zack entrarono nella stanza, mentre Ciro tirava fuori i suoi vestiti dal borsone di Otto.
<<Ciro, che cosa ti hanno fatto dietro la schiena?>>
<<Il tuo amico è dell’altra sponda?>> domandò Zack, vedendo l’intimo di Ciro.
<<Strunz, m’hann fatt vestì accussì per soddisfare nà vecchia malat e cap!>>
<<Non capisco il dialetto, ma ho la sensazione che tu mi abbia insultato!>>
<<Va bene ragazzi, usciamo di qui adesso. Quando Ciro ha finito di vestirsi, entrerà Angelica a cambiarsi!>>
Ciro uscì dalla stanza con indosso la maglietta e gli abadà che Otto gli aveva portato, poi lui, Zack e l’amico
rimasero fuori la porta ad aspettare Angelica, quando videro arrivare la donna che l’aveva seviziato.
<<Tu!>> sibilò Ciro, fulminandola con lo sguardo.
La donna vide Gerardo a terra, il terrone in libertà in compagnia di due brutti ceffi e capì la situazione.
<<Non so di cosa stia parlando, giovanotto. Chiaramente lei mi sta confondendo con qualcun altro!>>
Otto non aveva mai visto uno sguardo del genere negli occhi di Ciro, sembrava pronto ad uccidere quella
signora e aveva la forza per farlo.
<<Stai calmo guappo, pensiamo ad andarcene.>>
<<Il livello di questo locale si è abbassato parecchio, visto che fanno entrare anche i negri!>>
Otto stava per rispondere a quella donna, ma Ciro fu più rapido di lui, mettendo a segno un Martelo sulla
faccia della sua torturatrice, facendola stramazzare al suolo. In quel momento uscì Angelica dalla stanza.
<<Cos’è successo?>>
<<Chesta granna vrenzola mi ha fatto i segni n’gopp a schiena.>>
<<L’hai ammazzata?>> domandò Zack.
Otto si chinò ad esaminare la donna svenuta, che perdeva sangue dal naso, che doveva essersi rotto.
<<Ha perso i sensi, ma quando si sveglierà, dovrà andare dal chirurgo per farsi raddrizzare il naso!>>
<<Jammuncenn, voglio tornare a casa.>>
<<Voi non andate da nessuna parte.>>
Otto si girò e vide quello che doveva essere il proprietario di quel postaccio, in compagnia di quattro
bodyguard. Uno di questi era quello steso da Zack in precedenza.
<<Lasciaci andare Cordara, non ti conviene metterti contro di noi.>> disse Angelica.
<<Non ho intenzione di farlo. Quando Domenico ha ripreso i sensi e mi ha avvertito, ho chiamato Iceblade.
Quando uscirete di qui, dovrete vedervela con lui e i suoi compagni.>>
<<Potremmo prenderli e usarli come ostaggi.>> propose Zack agli altri.
<<Iceblade li ucciderebbe. Per lui e Lady V. , Cordara e i suoi uomini sono sacrificabili.>> disse Otto.
<<Andiamo da loro e facciamola finita.>> disse Angelica, facendo scattare il carrello-otturatore della Glock.
Ciro avrebbe voluto menare le mani, ma Otto lo invitò ad avviarsi verso l’uscita sul retro.
Il Dragontropo nero sapeva benissimo che non appena avrebbero dato le spalle a quella gente, avrebbero
sparato contro di loro. Otto si girò con studiata calma, poi sentì il fruscio del metallo contro il tessuto dei
vestito ed entrò in azione.
<<Zack, fai da scudo a Ciro e Angelica!>> gridò, trasformandosi in Dragontropo e scagliandosi contro
Cordara, che iniziò a sparare. Anche Zack si trasformò, per offrire maggior protezione col suo corpo.
In due secondi Otto fu sui cinque uomini e con una sola zampata, recise le loro gole con gli artigli dei
Pugnali di Carne. Il signor Cordara si era prontamente abbassato, ma Otto lo afferrò per la gola con una
mano, mentre con l’altra gli toglieva la pistola, per poi scaraventarlo contro il muro.
Cordara si accasciò contro la parete e rimase immobile a terra. Forse era ancora vivo, ma non si sarebbe
svegliato prima di domattina.
Ciro e Angelica speravano che fosse finita, ma Otto e Zack percepirono la presenza dei Dragontropi.
9. POKER D’ASSI!
<<Sono in dieci e ci aspettano oltre questa porta. Tra loro c’è anche Iceblade.>>
<<Tu potresti tenerne a bada quattro o cinque, mentre noi ci occupiamo degli altri.>> disse Zack a Otto.
<<Io devo tenere a bada Iceblade, il più pericoloso, ma hai ragione. Devo prima ridurli di numero.>>
<<Posso tenere occupato Iceblade per cinque minuti, ce la fai ad eliminare quattro Dragontropi?>>
<<Sei senza esplosivi e hai un solo caricatore della pistola.>> disse Otto ad Angelica.
<<Questo è quello che credi tu. Allora, ti bastano cinque minuti?>>
Il Dragontropo nero annuì e aprì la porta, trovandosi di fronte ad uno spettacolo insolito e rivoltante.
Cinque Dragontropi davano loro le spalle, piegati a terra e in preda a violenti rigurgiti, Iceblade li fissava
spazientito, mentre altri quattro avevano l’aria sconvolta.
<<Va bbuono cà stat nervus per lo scontro, ma nun facite stì figure e niente!>>
Iceblade non voleva dirgli che avevano dovuto assistere all’ennesima dimostrazione di crudeltà di Lady V.
L’uccisione di quei trafficanti di droga, gli sarebbe rimasta impressa nella mente per molti anni.
Senza perdere tempo, Otto si avventò sui Dragontropi più vicini a lui, colpì il primo con uno swing corto al
volto evitando il suo jab, attaccò un altro con un side-kick al fianco e poi il terzo con uno spinning back,
approfittando dello stordimento dei primi. Un quarto Dragontropo si beccò una ginocchiata allo stomaco e
un crochet sinistro al muso.
Iceblade cercò di intervenire, ma un proiettile diretto al suo occhio, lo convinse ad affrontare Angelica.
<<Ti ho già sconfitto una volta e adesso non hai nemmeno i tuoi esplosivi!>>
Iceblade si lanciò contro Angelica per azzannarla alla gola, ma la ragazza gli tirò una bottiglia di vino, che si
ruppe sul muso del Dragontropo, facendogli respirare vapori irritanti per occhi e vie respiratorie.
Angelica si lanciò in mezzo alle gambe di Iceblade impugnando il karambit e gli conficcò la lama dietro al
ginocchio destro, facendolo urlare e in seguito zoppicare.
Ciro e Zack avevano deciso di unire le forze. Il Demone Subcroc afferrò il napoletano per un braccio e lo
fece ruotare attorno a lui, permettendogli di colpire i loro avversari con i suoi calci micidiali.
<<Bella accussì, fraté!>>
Un Dragontropo riuscì ad evitare i calci di Ciro e conficcare i suoi Pugnali di Carne nel petto di Zack. Peccato
che un attimo dopo averli estratti dal suo corpo, le ferite si rimarginarono in pochi secondi.
<<Che razza di animale sei?>>
<<Mi chiamo Zack Green e sono uno degli ultimi Demoni Subcroc del grande Sagazcroc!>> gridò, assestando un diretto al muso del Dragontropo, mettendolo al tappeto.
Otto aveva eliminato con facilità i primi tre Dragontropi, solo il quarto gli stava prendendo più tempo del
previsto. Per fortuna Angelica stava resistendo bene agli assalti di Iceblade.
Iceblade sferrò una serie di zampate contro Angelica, che indietreggiò per evitarne alcune, mentre altre
colpirono il giubbotto antiproiettile, già danneggiato dal precedente scontro col Dragontropo.
Iceblade tirò un calcio ad Angelica, che cadde a terra strisciando sul suolo per parecchi metri. Lei sparò
alcuni colpi contro di lui che li evitò facilmente, poi gli lanciò addosso un’altra bottiglia che il Dragontropo
afferrò con la mano, gettandola via.
Preso da queste manovre, Iceblade non si accorse della molotov accesa che Angelica fece rotolare verso di
lui, finché non la calpestò con un piede frantumandola e avviando la detonazione.
<<Maledetta, come diavolo hai fatto a costruire degli esplosivi in un night club?>>
<<Sono l’Angelo della Deflagrazione, posso costruire bombe ovunque.>>
Iceblade usò il soffio congelante per spegnere la sua gamba, ma ormai il danno era fatto. Per i prossimi
quaranta minuti, i suoi movimenti sarebbero stati lenti. Almeno finché fosse rimasto a terra.
<<Alzatevi in volo e usate le fiamme congelanti!>> gridò Iceblade ai sopravvissuti.
10. UNA NUOVA CASA
<<Ma così rischiamo di essere visti!>> obiettarono i Dragontropi.
<<Non importa, metteremo a tacere chiunque oserà parlare di noi!>>
Angelica sparò contro il suo avversario, ma Iceblade era veloce anche in volo e puntò la ragazza, sputando il
suo getto di fuoco contro di lei.
Angelica si buttò a terra rotolando per evitare il congelamento e puntò l’arma contro l’avversario, quando
vide una figura familiare avventarsi su Iceblade e colpirlo, facendolo precipitare.
<<Sei stata fantastica, ma adesso me lo gestisco io!Vai ad aiutare Ciro e Zack!>>
<<Va bene, ma ricordati che non puoi ucciderlo.>> rispose Angelica, correndo ad aiutare gli altri.
Otto udì Iceblade ridere alle sue spalle, mentre si rimetteva in piedi.
<<Speravo di incontrare la tua padrona, invece mi tocca affrontare il cane da guardia.>> disse Otto.
<<Mi diverte la nostra situazione. Io non posso uccidere te e tu non puoi uccidere me.>> rispose Iceblade.
<<Possiamo comunque ferirci a vicenda.>>
Iceblade scattò contro Otto e cercò di azzannarlo, ma il Dragontropo nero evitò il suo attacco. Zack e Ciro
stavano affrontando un avversario ciascuno, mentre Angelica combatteva un altro Dragontropo.
Ciro si piegò a terra toccando il suolo con le mani per schivare il pugno di un Dragontropo e lo colpì prima
con un Compass al petto, poi con un Chapa sotto il mento, lasciandolo a corto di fiato.
<<Guagliucella, chistu ccà è pronto per te!>> gridò ad Angelica.
La ragazza capì al volo e dopo aver accecato il Dragontropo contro il quale stava lottando, lanciò una
molotov contro quello affrontato da Ciro, che si dimenò in preda alle fiamme, incapace di reagire.
<<Ti ammazzo!>> disse il Dragontropo che stava di fronte a Angelica, afferrandola per il giubbotto e in
procinto di azzannarla, ma Ciro gli arrivò alle spalle e gli conficcò il suo coltello nella schiena, all’altezza del
cuore. Il Dragontropo lasciò andare Angelica e cadde in ginocchio, permettendo alla ragazza di decapitarlo
col wakizashi. Lei e Ciro si dettero un cinque e andarono a “terminare” il Dragontropo ustionato.
Date le condizioni di Iceblade, Otto ci mise poco a metterlo al tappeto, iniziò con un uppercut, poi con un
crescent-kick inside al volto e infine un low kick per metterlo a terra. Quando il Dragontropo tentò di
rialzarsi, Otto sferrò un calcio alla sua testa per fargli perdere i sensi.
Zack stava ancora lottando contro il suo avversario, quando quest’ultimo fu colpito da ben due bottiglie
incendiare, che lo ridussero in cenere dopo qualche minuto.
<<C’è l’avevo quasi fatta a batterlo, comunque grazie!>>
<<Andiamo via adesso, la polizia potrebbe arrivare da un momento all’altro!>> disse Otto.
<<Ma se nun sapimm addò ciamma accampà!>> gli ricordò Ciro.
<<Dammi le chiavi della macchina. Conosco un posto dove saremo al sicuro.>> disse Angelica ad Otto.
Alcune ore dopo Otto e Zack erano seduti sotto la tettoia d’ingresso della casa di Angelica, il primo fumava
e il secondo sorseggiava whisky.
<<La tua amica ha una bella casa ed è una gran combattente.>>
<<Lo sono entrambi, inclusa Helen. Sono fortunato ad avere degli amici come loro.>>
<<Comunque non mi unirò a voi. Sono stato troppo tempo bloccato in una grotta. Voglio girare il mondo,
conoscere gente e decidere se vale la pena di fermarsi oppure no.>>
<<Almeno sono riuscito a farti tornare la voglia di vivere. Quando partirai?>>
<<Al sorgere del sole, così eviterò incontri spiacevoli.>>
<<E se un giorno avessi bisogno di un guerriero in più?>>
<<Scambiamoci i numeri di telefono.>>
FINE RACCONTO