Fascia - La paura sale in collina
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Fascia - La paura sale in collina
Fascia - La paura sale in collina Scritto da Marco Gallione Martedì 29 Aprile 2008 01:00 - Ultimo aggiornamento Lunedì 26 Gennaio 2009 16:29 Lontani dal traffico e dallo smog, arroccati sulle colline. E però non abbastanza isolati da potersi dire liberi dai problemi della criminalità che avanza e che, periodicamente, prende di mira proprio le frazioni più sperdute. Il “caso” più clamoroso viene dal paesino di Fascia, dove il sindaco ha richiesto e ottenuto i finanziamenti necessari al posizionamento di telecamere (una ogni dieci abitanti) nel paese. Ma la voglia di vigilanza unisce centri lontani e diversi, lo spettro del Grande fratello non fa paura a molti primi cttadini che, semmai, si sentono frenati da difficoltà di bilancio e problemi logistici. «Un paio d’anni fa siamo stati presi di mira da una banda di ladri d’appartamento - racconta Aurelio Barbieri, sindaco di Montebruno, otto frazioni e duecento residenti che triplicano d’estate - Ha colpito soprattutto nelle abitazioni più sperdute». La paura, per chi magari ha i capelli bianchi e vive solo, è quella di svegliarsi con un malvivente in casa. A Zeppado, ad esempio, frazioncina a cinque chilometri dal centro di Montebruno, vivono due sole persone: logico che certe notti, mentre fuori infuria il maltempo, prendere serenamente sonno sia difficile. Montebruno, per chi attraversa la Val Trebbia, è il primo paese che si incontra, è un centro vitale ed è un nodo strategico: ogni auto che sale verso l’alta valle, deve passare di lì percorrendo la Statale 45. Significa che, “monitorando” i transiti, nessuno potrebbe sfuggire. «Macché “Grande fratello” - ribatte il sindaco - qui ci conosciamo tutti ma se a volte ho la sensazione di vivere in una grande casa, semmai, è a Genova». A Bargagli, il sindaco Sergio Aveto, 56 anni, sta studiando il modo di “videosorvegliare” il paese. «Il borgo sta vivendo una nuova giovinezza - dice - oggi conta 2.800 abitanti ma i segnali di crescita non mancano: abbiamo una ventina di villette in costruzione, la scuola materna comunale lo scorso anno era “a tappo” con 65 bambini e nel 2008 è stata addirittura costretta a rifiutare iscrizioni, a fronte di 78 domande». Il sogno: controllare almeno gli edifici pubblici. «Ho incaricato i nostri uffici tecnici di preparare uno studio. È ancora in corso ma si ipotizza il posizionamento di almeno otto o dieci telecamere, non bisogna aver paura di questi strumenti». Senza attribuirgli poteri magici, aggiunge: «Controllare chiunque passa sulla statale sarebbe un’impresa titanica, semmai si possono monitorare le piazzole di sosta: sarebbe sufficiente, per sapere chi entra e esce dal paese». «Le riprese sarebbero comunque criptate, non accessibili a chiunque - interviene Giuseppe Isola, sindaco di Rovegno - non c’è da avere paura. La richiesta di una maggiore sicurezza è reale: non siamo un’oasi di pace. Dopo l’indulto, si è registrato anche lì un aumento di piccoli furti». I rapporti con i carabinieri sono ottimi, aggiunge, ma il comando è a Chiavari. «E a farci sentire isolati contribuisce non poco la strada: la Statale 45 è stata ammodernata solo fino a Torriglia dove, non a caso, c’è stato un boom di nuove case. Poi più nulla. E per i pendolari è un viaggio, io stesso metto la sveglia ogni mattina alle 4,45 per arrivare a Chiavari dove insegno». Valter Raineri, sindaco di Montoggio, parla di un boom tra i suoi concittadini, fatto di fuga dalla città e nuove nascite: «Ne giro di tre anni e mezzo siamo passati da 1900 a 2100 abitanti, ogni anno si contano una ventina di battesimi». Cresce il borgo, crescono i problemi. Venti giorni fa, un episodio inquietante: un raid vandalico nel corso del quale una banda ha sfregiato case e palazzi pubblici con la vernice spray. Più teppismo che delinquenza, ma è un segnale forte. Federico Marenco, numero due della Comunità montana Alta Val Trebbia, benedice le videocamere («un’ottima idea») ma propone anche una ricetta diversa: «La finanziaria offre strumenti per la creazione di una polizia municipale intercomunale - dice - coordinata dalla Comunità montana. Può essere una soluzione per garantire maggiore sicurezza alle nostre valli». 1/2 Fascia - La paura sale in collina Scritto da Marco Gallione Martedì 29 Aprile 2008 01:00 - Ultimo aggiornamento Lunedì 26 Gennaio 2009 16:29 Parla il sindaco Varni: «Un tempo qui si stava in pace, o Il Grande Fratello arriva in paese, Fascia e Rondanina, due mazzetti di case nei boschi,113 residenti la prima e 92 la seconda (rispettivamente il più alto e il più piccolo paese della Liguria) si avviano a conquistare un altro piccolo record: saranno i primi Comuni della regione a dotarsi di un complesso e accuratissimo sistema di videosorveglianza. Una sorta di occhio gigante sul territorio che terrà sotto controllo le case, il municipio, le chiese e gli edifici pubblici. E serviranno - almeno così sperano gli amministratori locali - come deterrente contro i malintenzionati che sempre più spesso arrivano fino alle località più sperdute delle valli. Fino a pochi anni fa sarebbe stata fantascienza, ma oggi l'insicurezza del cittadino si è arrampicata anche quassù, dove la gente si conosce per nome, cognome e soprannome, dove tutti sanno tutto di tutti. Dove però sono arrivati anche i furti nelle case, non si vive più tranquilli ed è ormai impensabile lasciare aperto l'uscio di casa come era abitudine, nemmeno troppi anni fa. E quindi, via con questo personalissimo Grande Fratello, nato da un'idea del sindaco di Fascia, l'avvocato Elvio Varni, ex presidente della Comunità Montana Alta Val Trebbia (oggi guidata da Giuseppe Cevasco). «Tutto è cominciato per via dell'osservatorio astronomico - spiega Varni - che sorgerà entro l'anno a Casa del Romano, con la gestione dell'Associazione Urania di Genova. Bene, un simile centro scientifico, così isolato, ha naturalmente bisogno di essere messo sotto controllo, per evitare furti e devastazioni da parte di vandali. Allora, ho pensato di approfittare dell'occasione: perché limitarsi a chiedere delle videocamere per controllare l'osservatorio e non ampliare il raggio, estendendole anche a tutto il paese di Fascia?». Già, dice Varni, perché no? E mentre si accingeva a far preparare il progetto per chiedere finanziamenti a Regione e Provincia, a lui si è unito il collega della vicina Rondanina, Arnaldo Olinto Mangini. «Anche a Rondanina è piaciuta la proposta delle videocamere - dice ancora il sindaco Varni - e anche il collega Mangini si è accodato con il suo piccolo Comune, entusiasta dell'idea. E sembra che in futuro anche Gorreto si darà da fare per creare questo sistema di sicurezza. So che anche lì stanno già studiando un progetto simile». E stavolta la burocrazia ha bruciato i tempi: il progetto è stato presentato e approvato, per un impegno di circa 60 mila euro, di cui 50 mila garantiti dai contributi di Regione e Provincia. Le centraline delle videocamere che terranno sotto controllo Fascia e Rondanina saranno posizionate nelle sedi dei municipi, mentre l'occhio delle videocamere sarà sparpagliato in una decina di postazioni per ogni comune, senza trascurare, naturalmente, neppure le frazioni più piccole, come Cassingheno, Carpeneto e, appunto, la Casa del Romano, vicino alle pendici dell'Antola, dove sta per sorgere l'Osservatorio astronomico. Il tutto da realizzarsi, salvo imprevisti, entro la fine dell'anno. «Il progetto è pronto, ci sono già stati i sopralluoghi - conclude Varni - E la gente è contenta. Qui una volta la pace era totale, adesso si comincia ad avere davvero paura. I furti ci sono stati e, per ritrovare la tranquillità, una popolazione come la nostra composta prevalentemente di anziani gradisce molto la sicurezza offerta dalle nuove tecnologie. Un passo avanti, per vivere e far vivere meglio tutti». Meglio, certamente. Ma magari spunta un po' di nostalgia, pensando a quando le porte si aprivano davvero con lo spaghetto, come dice un'antica canzone genovese. Assolutamente fuori moda, anche lei, ormai. (Questo articolo è stato tratto da Il Secolo XIX del 29/04/08) 2/2