Quei cari ragazzi

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Quei cari ragazzi
Quei cari ragazzi
A quattordici anni è già troppo tardi. Incapaci di dire
di no, decisi a ricoprire fin da piccolissimi i propri (rari)
figlioli di ogni oggetto possibile, i genitori italiani si ritrovano ora a pagare il conto della spesa di teenager ai
quali non si può negare ciò che tutti gli altri hanno. Così
a fine mese, se si fanno bene i conti, si scopre che un
terzo e oltre dei soldi spesi (escluso il mutuo o l’affitto)
se ne è andato per loro, i ragazzi terribili tra i 12 e i 18
anni che vivono con le cuffiette in testa, imitano mamma e papà nell’abbigliamento e anche quando sono a
casa non possono spegnere l’interruttore di un mondo
alimentato da videogiochi, messaggi e social network.
Si parte da un minimo di 200 euro al mese per ciascun
figlio e si arriva fino a 700, 800 euro, secondo la città, il
reddito della famiglia, l’età del ragazzo o della ragazza.
Sono le femmine a cominciare, almeno un anno prima
dei coetanei, a insistere per avere oggetti firmati, ma
alla fine del liceo si scopre che sono i maschi a costare
di più, fino a 50.000 euro in totale per uscite, abbigliamento, telefonino e tecnologie varie, senza contare i
mezzi di trasporto ed eventuali corsi o vacanze all’estero. E nell’armadio dei figli ci sono in media non meno
di venti capi, senza contare la biancheria intima e le
scarpe, almeno due apparecchi tecnologici compreso
il cellulare, una quarantina tra cd, videogiochi e film.
Un fiume di denaro difficilissimo da controllare, perché
composto da tante piccole voci: la maglietta griffata,
i 20 o i 50 euro per uscire il sabato, secondo l’età, la
ricarica del cellulare (in media 10 euro a settimana), un
cd o peggio un videogioco al mese (dai 20 ai 50 euro),
cibo e bevande (fino a dieci euro al giorno per i ragazzi
che restano in giro nel pomeriggio).
RAGAZZI CONSUMATORI, COME MAMMA E PAPÀ
«Fino a non molti anni fa – osserva Tilde Giani Gallino,
psicologa dell’età evolutiva, la studiosa italiana che ha
lavorato di più sul rapporto tra pubblicità, tv e desideri
dei bambini e dei ragazzi – anche nelle famiglie ricche
era normale aprire un conto in banca agli adolescenti:
i genitori versavano e alla fine si acquistava una moto
o un’auto, magari per la maturità. Adesso il denaro finisce direttamente nelle tasche dei ragazzi. Rimedi?
Nessuno: i figli hanno semplicemente adottato il nostro
modello, ed è molto difficile tornare indietro». Del resto,
spiega ancora Gallino, i bambini vengono raggiunti fin
da piccolissimi da campagne destinate a loro e capaci di “bucare” qualsiasi difesa: a tre anni,è già chiaro
che l’oggetto da possedere è la Winx, e che per averlo
basta spingere la mamma in un negozio. Lo stesso accade per la moda: la maggior parte degli adolescenti
si limita a chiedere capi simili, in versione giovanile, a
quelli di mamma e papà. È il caso delle polo Fred Perry e Ralph Lauren, che ormai da qualche anno declinano le loro linee giovanili semplicemente scegliendo
colori e tagli un po’più trendy ed esasperati di quelli per adulti (non meno di 60 euro per una maglietta
che difficilmente sopravviverà alla stagione), le scarpe
Prada e Hogan, le All Star che quest’anno puntano su
tessuti che sembrano consumati, stropicciati, rovinati
quasi. Occorre comprarle già così (da 80 euro in su),
perché nessun teenager le porterà mai abbastanza da
raggiungere autonomamente l’aspetto “vissuto” che fa
parte delle tendenze di quest’anno. Le giacche North
Sail e North Face non sono molto diverse da quelle di
papà, che del resto le indossa per mantenere l’aspetto
di un ragazzo. Ma la maglietta da 12 o 20 euro diventa
anche lei un salasso, se viene acquistata due volte al
mese.
Che fare dunque per evitare di indebitarsi al solo
scopo di non privare i figli del bagaglio che tutti , ma
proprio tutti , devono avere per potersi presentare a
scuola ogni mattina? Ricominciare da capo, parlando
loro dei soldi che mancano. «Magari non tutti i giorni
– consiglia Tilde Giani Gallino, psicologa dell’età dello sviluppo – e senza troppo moralismo. Ma parlare
ai figli delle difficoltà e della crisi attuale è importante, altrimenti continueremo ad allevare generazioni di
ragazzi magari intelligentissimi ma incapaci perfino di
orientarsi dentro l’università, perché tanto qualcun altro ha sempre provveduto per loro». Poi, mette in guardia: «Non bisogna farsi troppe illusioni, perché famiglia e scuola sono deboli se paragonate all’influenza di
amici, tv e pubblicità. Ma non bisogna neppure avere
sbandamenti: non si può pretendere che un ragazzino
rifletta sul denaro se siamo noi i primi a gettarci nello
shopping compulsivo, o se governo e politici ci esortano a spendere di più e suggeriscono che tutti debbano
avere uno stipendio perché solo in questo modo continueranno a comprare».
(Da Vera Schiavazzi, in «la Repubblica» 30 marzo 2009, rid. e
adatt.)
PER COMPRENDERE, RIFLETTERE,
CONFRONTARSI E DISCUTERE
1 Confrontando il presente con il recente passato, qual
è la principale differenza rilevata nella gestione del
denaro da parte dei ragazzi? Perché molti genitori
accettano di spendere cifre anche notevoli per soddisfare le richieste dei figli? Quali sono gli oggetti maggiormente acquistati? Come dovrebbero comportarsi
i genitori per rendere i figli più responsabili in questo
campo?
2 Rifletti sull’ultimo acquisto che hai fatto. Di che cosa
si trattava? Ti era veramente necessario? Nell’acquisto sei stato in qualche modo influenzato dagli amici o
dalla pubblicità? Prima di comprarlo, hai confrontato il
prezzo con altri articoli analoghi di altri negozi?
I tuoi genitori erano d’accordo sull’acquisto o hai dovuto insistere? Pensi che le tue esigenze di giovane
consumatore possano creare qualche problema alla
tua famiglia? Ritieni giusto che i genitori accontentino
sempre i figli?
Pensando alla tua esperienza, quali considerazioni di
carattere generale sei in grado di fare?