Reciprocità Sociale - Frezzotti
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Reciprocità Sociale - Frezzotti
CORSO 2 - AUTISMO E GESTIONE DELLA CLASSE: METODOLOGIA DIDATTICA E SVILUPPO DELLE ABILITÀ SOCIALI di Rita Centra - [email protected] Autrice del libro ‘DSA e Scuola dell’Infanzia’. Giunti Scuola, 2012 Coautrice del libro ‘Autismo, cosa e come fare con i bambini e i ragazzi a scuola.’ L. Cottini, G.Vivanti, R. Centra, B. Bonci, Giunti scuola, 2013 Autrice di articoli sul Blog “SOS Autismo” della rivista ‘Psicologia e Scuola’ della Giunti Scuola (http://www.giuntiscuola.it/psicologiaescuola/blog-sos/autismo ) autrice della didattica della disabilità delle riviste ‘La vita scolastica’ e ‘La scuola dell’infanzia’ di Giunti Scuola del 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 Intersoggettività insieme di comportamenti sociali necessari per riferirsi all’altro Abilità di base dell’intersoggettività primaria (7-9 mesi) Orientamento: capacità di reagire ad uno stimolo nuovo, di distinguere ciò che è nuovo e rilevante da ciò che è usuale e non importante; Attivazione: capacità di attivarsi sia fisicamente sia emotivamente. Esiste un equilibrio ottimale di tolleranza dell’attivazione, tra ricerca e rifiuto dell’attivazione; Attenzione: capacità di orientarsi a lungo nei confronti di uno stimolo; Interesse per il viso umano: capacità di riconoscimento dei visi e della loro espressione; Capacità di alternanza nei turni: tempismo di tipo conversazionale nello scambio alternato con la mamma di sorrisi, sguardi e di suoni Integrazione di diverse modalità sensoriali: capacità di processare il materiale uditivo integrandolo con modalità visive o tattili o propriocettive. Abilità dell’intersoggettività secondaria (9-18 mesi) Attenzione congiunta: alternare il proprio sguardo fra l’oggetto e l’altra persona seguire con lo sguardo l’indicazione dell’altro controllare dove l’altro sta guardando e guardare nella stessa direzione indicare per mostrare portare una cosa all’altro per fargliela vedere; Emozione congiunta: Ridere e sorridere insieme in risposta alla stessa situazione Rispondere con un’emozione al comportamento dell’altro (solletico, canzone, ecc.) Cogliere l’emozione dell’altro e adattare ad essa la propria (la mamma è arrabbiata, il bambino è cauto) Utilizzare l’espressione delle emozioni come strumento dello scambio sociale. Intenzione congiunta: volere condiviso e compromessi; La valutazione delle abilità sociali Colloquio con i genitori Valutazione sintomatologica ADOS + DSM V Valutazione funzionale PEP o AAPEP Imitazione; Scambio di turni: lo scambio alternato si associa all’uso di oggetti. Osservazione dell’Interazione sociale reciproca attraverso l’ADOS Contatto oculare insolito Espressioni facciali dirette agli altri Divertimento condiviso nell’interazione Mostrare Inizio spontaneo di attenzione condivisa Risposta all’attenzione condivisa Qualità delle aperture sociali Empatia/commenti sulle emozioni altrui (Insight) Quantità di comunicazione sociale reciproca Responsabilità Valutazione della Reciprocità Sociale attraverso la PEP-3 Mostra iniziativa per ottenere la ripetizione di un gioco sociale con l’esaminatore Mostra iniziativa nell’interazione sociale con l’esaminatore Fa a turno a mettere i cubetti in un contenitore Guarda direttamente in viso l’esaminatore che gli parla Cerca di collaborare alle richieste dell’esaminatore Mantiene il contatto oculare durante la seduta Mostra di sentire la voce dell’esaminatore durante le attività del test Chiede aiuto all’esaminatore quando appropriato Risponde in modo appropriato con contatto oculare, ascolto e sorriso La prestazione del bambino è influenzata da ricompense concrete e da ricompense sociali I comportamenti sociali con i pari nei contesti allargati o pubblici (es: a scuola) o Chiedere attenzione o Chiedere aiuto o Tollerare la prossimità o Effettuare attività parallele o Condividere il materiale o Condividere qualcosa di proprio o Partecipare a giochi sociali semplici e con regole o Tollerare le attese o Rispettare il turno o Esprimere una scelta o Rifiutare o Etichettare stati emozionali o Regolare le reazioni emotive o Rifiutare o Possedere routines sociali positive ed evitare quelle negative o Risolvere situazioni sociali complesse Migliorare la richiesta di attenzione Problema Generalmente i bambini con autismo richiamano l’attenzione con attività disfunzionali Cosa fare Guidare il bambino a richiamare l’adulto toccandolo o vocalizzando: l’interlocutore risponde quando un secondo educatore guida fisicamente il bambino e “gli da voce” Diminuire gradualmente la guida man mano che il bambino si mostra più abile Migliorare la richiesta di aiuto Problema Difficilmente i bambini con autismo mostrano il motivo per cui hanno bisogno di aiuto Cosa fare Utilizzare dei “sabotaggi”: proporre una attività nota in cui il bambino usa serie di oggetti; trattenere un oggetto e quando il bambino si ferma perché non può concludere il compito, immediatamente consegnare l’oggetto, sottolineando verbalmente la situazione Quando il bambino comincia a girarsi verso l’adulto se ha una difficoltà, modellare comportamenti via via più abili (il b. chiama o indica cosa gli manca, ecc…) Sviluppare la capacità di esprimere una scelta Problema Benché abbiano chiaramente delle preferenze, i bambini con autismo mostrano grandi difficoltà a segnalarle in maniera accettabile Cosa fare Visualizzare due alternative (es: mettere due cibi o giocattoli in contenitori chiusi ma trasparenti) Quando il bambino cerca di raggiungere uno degli oggetti, consentirgli di accedere alla scelta e togliere subito il secondo oggetto (da riproporre successivamente) Aumentare le alternative e rinforzare denominazione, se il bambino è verbale) la sola indicazione (o Sviluppare la capacità di rifiutare Problema Molti bambini con autismo non esprimono in maniera accettabile la negazione, rimanendo passivi o reagendo con modalità problematiche quando vogliono rifiutare qualcosa Cosa fare Programmare la proposta di qualcosa che il bambino non ama, alternata ad una serie di proposte che il bambino ama molto Guidare il bambino a rifiutare (al suo livello di espressione: allontanare, fare il gesto o dire “no”, ecc…) Mostrare di aver compreso e rinforzare immediatamente riprendendo con la consegna di qualcosa di gradito in alternativa Indurre a mostrare qualcosa di proprio per condividere Problema I bambini con autismo, generalmente non mostrano per condividere Cosa fare Accompagnare il bambino a mostrare qualcosa di proprio (es: disegno, regalo di natale, scarpe nuove…) ad un adulto significativo, il quale si mostrerà interessato e orgoglioso Indurre a mostrare qualcosa per commentare un evento interessante Problema Generalmente i bambini con autismo, per quanto interessati ad un evento, non lo commentano a vantaggio dei presenti Cosa fare L’adulto mostra eventi “eccezionali” (es: la luna piena) oppure ripetuti (es: i camion che passano) cambiamenti, e poi li commenta L’adulto “getta l’amo” senza effettuare la routine di commento Il bambino va rinforzato per aver richiamato l’attenzione Sviluppare l’attenzione congiunta Problema Le persone con autismo mostrano fin da piccole difficoltà a prestare attenzione a ciò che è attentivamente rilevante per l’interlocutore Cosa fare Effettuare attività ripetibili di grande interesse per il bambino Prestare attenzione insieme al bambino Utilizzare sospensioni ed attese per mantenere l’attenzione Commentare, sottolineare Sviluppare la prossimità Problema Molte persone con autismo hanno difficoltà a stare vicino agli altri Cosa fare Lasciare che il bambino osservi un piccolo gruppo che effettua attività in modo prevedibile o già noto al bambino Dopo aver insegnato al bambino a sedersi al tavolo, richiedergli di effettuare attività in presenza di altri bambini Rinforzare il bambino per tempi di prossimità gradualmente più lunghi Sviluppare la capacità di effettuare attività parallele Problema Generalmente, quando un gruppo di bambini effettua una attività, il bambino con autismo si dedica ad altro Cosa fare Fornire a tutti i bambini di un piccolo gruppo lo stesso materiale, ma in modo che ognuno abbia il suo Quando il bambino è in grado di effettuare l’attività, fornire il materiale mettendolo al centro del tavolo Guidare e rinforzare l’esecuzione di attività parallele Sviluppare la condivisione del materiale Problema Generalmente, i bambini con autismo, nell’utilizzare materiali comuni, al momento in cui sono in loro possesso, tendono a non notare che gli altri ne hanno bisogno, né li passano agli altri Cosa fare Effettuare attività tipo “catena di montaggio”, dove un singolo materiale va passato più volte dal bambino al suo vicino Mediare l’uso del materiale al tavolo con un piccolo gruppo, quando è presente una copia di un solo oggetto Giocare con gli altri Sviluppare la condivisione di qualcosa di proprio Problema Generalmente, i bambini con autismo tendono a non condividere qualcosa che è in loro possesso Cosa fare Dare al bambino due cose (es: due pacchi di patatine) e guidarlo a portarne uno ad un altro bimbo Sviluppare routines di distribuzione (ad esempio aiutare il bambino a distribuire biscotti, merendine, caramelle ecc…) Insegnare al bambino (quando è sazio!) a dividere un cibo (es. pane, banana, merendina) e ad offrirne una parte ad un altro bambino Insegnare la partecipazione a giochi sociali semplici Problema I bambini con autismo sono generalmente restii ad implicarsi nei giochi sociali Cosa fare Impegnare piccoli gruppi di bambini Richiedere al bambino con autismo di essere inizialmente solo presente Mostrare videoregistrazioni delle attività con i bambini o anche video di attività con bambini (es inserti dei teletubbies) Effettuare giochi routinari e prevedibili (es: girotondo) Insegnare la partecipazione a giochi sociali con regole Problemi Generalmente i bambini con autismo mostrano una grande difficoltà a partecipare ai giochi sociali con regole con i coetanei Cosa fare Organizzare giochi collaborativi, non competitivi (ovvero giochi dove “vincono” tutti o, al massimo, si vince in squadra e non singolarmente) Far osservare in vivo e in video al bambino i giochi con regole Spiegare le regole verbalmente e visivamente (tramite “storie sociali figurate”) Guidare il bambino commentando Indurre il rispetto del turno Problema Generalmente i bambini con autismo tendono a non rispettare il turno, o non mostrano un senso del “ritmo” nel turno Cosa fare Organizzare attività a turno, in due, in cui l’alternanza è molto rapida e chiara, e i contenuti sono già noti al bambino (es: introdurre a turno oggetti in una fessura) L’educatore media la relazione spostando l’oggetto fra i due attori che si fronteggiano Organizzare attività complesse (come percorsi psicomotori) con un piccolo gruppo di bambini che partono facendo base su sedioline poste una a fianco all’altra Insegnare la tolleranza delle attese Problema I bambini con autismo hanno in genere una scarsa tolleranza delle attese Cosa fare Rendere le attese, almeno inizialmente, brevi e prevedibili Anticipare e visualizzare il fatto che si prevede una attesa Visualizzare il tempo di attesa al livello di comprensione del bambino Allungare gradualmente le attese Favorire la regolazione emotiva (nei bambini non verbali) Problema Generalmente i bambini con autismo si mostrano molto eccitati, anche motoriamente, quando sono emozionati (es: felici, spaventati…) Cosa fare Identificare situazioni riconoscibili per il bambino a calore emotivo (es: scene di videocassette); restare vicino al bambino mentre le osserva e commentare Toccare il bambino comunicando un senso di rilassamento mentre si commenta l’emozione della scena e la sua risoluzione Favorire l’etichettamento degli stati emozionali (nei bambini verbali) Problema I bambini verbali con autismo possono non saper denominare le emozioni che osservano Cosa fare Far identificare emozioni espresse da visi, su foto, disegni, o in vivo (simulate) Far denominare le emozioni visualizzate Far “indovinare” le emozioni in storie sociali figurate sulla base di indizi contestuali Far “indovinare” le emozioni in storie sociali figurate sulla base di aspettative o desideri del soggetto Favorire la regolazione emotiva (nei bambini verbali) Problema Anche i bambini verbali con autismo possono mostrarsi molto eccitati quando sono emozionati, sia motoriamente, sia ripetendo alcune parole Cosa fare Identificare situazioni riconoscibili per il bambino a calore emotivo (es: scene di videocassette) Restare vicino al bambino mentre le osserva e commentare, denominando l’emozione ed offrendo “soluzioni” verbali per regolare il comportamento e per identificare la fase in cui l’episodio termina ed è possibile rilassarsi Insegnare routines sociali positive Problema Difficilmente i bambini con autismo apprendono routines sociali positive spontaneamente Cosa fare Definire chiaramente con i diversi attori e in diverse situazioni sociali (es: salutare, ringraziare, presentarsi…) cosa deve essere fatto e qual è la risposta attesa dal bambino Concordare con i diversi attori sociali il “copione” sociale Insegnare esplicitamente al bambino la risposta sociale, aiutandolo ad emetterla e assicurandosi che venga rinforzato Diminuire gradualmente l’aiuto • • Storia sociale Guida visiva per insegnare gli usi comportamentali e le regole relazionali • Iniziare con frasi descrittive • Ci sono molti modi di salutare le persone • Aggiungere frasi per descrivere lo stato interiore • Le persone sono contente quando sorrido loro • Utilizzare frasi direttive con affermazioni sul comportamento desiderato • Quando vedo una persona che conosco, cercherò di guardarla negli occhi, sorridere e dire: “Ciao” • Non utilizzare termini assoluti • … cercherò, a volte, probabilmente Sviluppare l’uso della gestualità e della mimica Problema La mimica e la gestualità dei bambini con autismo sono spesso povere, poco dirette all’interlocutore, e vengono comprese quasi esclusivamente dai genitori Cosa fare Osservare accanto al bambino le videocassette, offrirsi come modelli e commentare Commentare eventi mimicamente e gestualmente Insegnare direttamente l’uso di gesti strumentali, denotativi e connotativi Video Modeling • Presentazione di filmati che illustrano le modalità adeguate di comportamento o le azioni da effettuare in funzione di certi scopi • Autoapprendimento per imitazione • Come modello possono essere coinvolti coetanei, familiari, adulti conosciuti o meno. • I bambini tendono ad acquisire abilità non dalle proprie esperienze (per prove ed errori) ma dall’osservazione di altre persone che compiono quelle azioni • Video • • modeling Visione individuale di una dimostrazione videoregistrata seguita dall’imitazione di comportamenti osservati nel filmato Video self-modeling • Videoregistrazione dei comportamenti della persona stessa • L’osservazione dei comportamenti positivi aumenta l’attenzione e la motivazione • Il video modeling e il video self-modeling rappresentano strategie potenti per facilitare apprendimenti funzionali, i quali tendono anche a mantenersi nel tempo e a generalizzarsi. • Sono ritenute efficaci sulla base delle evidenze scientifiche (“evidence-based practices"; Horner et al., 2005; Reichow e Volkmar, 2010). Evitare routines sociali negative Problema Spesso i bambini con autismo apprendono routines sociali inusuali, bizzarre o decisamente problematiche Cosa fare Insegnare direttamente routines sociali positive Mostrare buoni modelli (in vivo, in video) di routines sociali positive Non rinforzare le routines negative (avvertire tutti gli attori sociali che non va data una risposta gradita al bambino quando emette un comportamento sociale routinario non adeguato) Prima dei fumetti Insegnare ad individuare i pensieri Insegnare a distinguere tra dai pensieri Insegnare che non sempre pensiero e parole e che queste ultime dipendono si può dire quello che si pensa Sviluppare comportamenti sociali complessi in risposta a problemi Problema Anche i bambini con autismo che possiedono buone routines sociali, spesso non sono in grado di risolvere problemi sociali o di rispondere in maniera flessibile a situazioni nuove Cosa fare Insegnare il problem solving sociale proponendo problemi sociali su storie figurate: mostrare il problema, accettare e/o proporre diverse e numerose soluzioni possibili (senza censure), scrivere le conseguenze, analizzarle e fare una scelta Indurre a comunicare in merito ad un evento inatteso Il problema Numerose persone con autismo non reagiscono (positivamente) in merito ad eventi inattesi Cosa fare Introdurre quotidianamente piccoli cambiamenti In merito a situazioni che il bambino conosce bene: Effettuare una violazione della funzione degli oggetti Effettuare uno scambio di oggetti Effettuate una violazione delle routines Rendere oggetti inaccessibili Sbagliare nell’etichettare oggetti Indurre a mostrare empatia Problema Anche quando comprendono qual è l’emozione dell’interlocutore, i bambini con autismo mostrano difficoltà a rispondere in maniera congruente Cosa fare Mostrare routines sociali (es: di consolazione) Etichettare verbalmente una situazione (in vivo, in video, su immagini) modulando la parte verbale in maniera congruente all’emozione Offrirsi come modelli del fatto che quando si osserva una emozione si replica l’emozione Offrire brevissime spiegazioni verbali che inducano una associazione (es: il bimbo piange perché è triste!) Rilettura sociale Guardare brevi video per comprendere situazioni sociali Iniziare da pezzi di cartoni animati o film Identificare dove, chi sono i personaggi, che cosa fanno, che cosa dicono, che cosa provano, che cosa pensano e cosa vorrebbero Infine lavorare su video che riguardano il comportamento del bambino Sensibilizzare per creare un clima inclusivo Promuovere la conoscenza delle caratteristiche del disturbo Attraverso storie, video, in maniera ‘indiretta’, durante i momenti ludici e mediata dalle insegnanti Stabilire un clima inclusivo: la classe come comunità Sviluppare abilità prosociali, rapporti di collaborazione e di aiuto Tra i conutenuti da comunicare: o La diversità come risorsa o No etichette verbali o Concetto di neurodiversità o Ciò che appare o Ciò che c’è sotto o Ovvero un grande fraintendimento o Che cosa è lo Spettro Autistico o Definizione o Caratteristiche o Particolarità sensoriali o Dialogo sulle modalità di interazione Strumenti da utilizzare o Filmati ‘Il mio fratellino viene dalla luna’, ‘Ben X’, ‘Sensory overload’, ‘Temple Grandin’, ‘Il mio nome è Khan’, ‘Adam’ o IL MIO COMPAGNO È DIVERSO (www.autismando.it) o CALIMERO e L’AMICO SPECIALE (www.angsaonlus.org), o Racconto della propria esperienza scolastica da parte di persone appartenenti allo spettro autistico o Testimonianze di genitori di bambini appartenenti allo spettro autistico Bibliografia Quill K.A. (1995, it.2007) Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo. Erickson: Trento Morgan H. (2003) Adulti con autismo: bisogni, interventi, servizi. Erickson: Trento Xaiz C. e Micheli E. Gioco e interazione sociale nell’autismo. Erickson: Trento Hodgdon L.A., (ed it a cura di Arduino M.G. & Kozarzewska Bigazzi A.)(1995, it. 2004) Strategie visive per la comunicazione: guida pratica per l’intervento nell’autismo e nelle gravi disabilità dello sviluppo. Vannini: Gussago Hodgdon L.A., (ed it a cura di Arduino M.G. & Kozarzewska Bigazzi A.)(1999, it. 2006) Strategie visive e comportamenti problematici: gestire i problemi comportamentali nell’autismo attraverso la comunicazione. Vannini: Gussago