Lamps! - Pense e Maravee

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Lamps! - Pense e Maravee
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Periodico bimestrale
Ottobre 2013
Anno XXI
Direttore responsabile Federico Rossi
Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992
Stampato su carta riciclata presso:
Rosso Grafica e Stampa, via Osoppo 135 - Gemona - Ud
Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee,
via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - Ud
Consegnato in Tipografia il 10/10/2013
Tiratura: 5.500 copie - Distribuzione gratuita
cultura> informazione> dibattito>
P E N S E E M A R A V EE
Ottobre 2013
EdilCoop_2 Fermenti a Gemona L’estate dei giovani
Frammenti in Maniaglia Da Darmstadt a Ledis
La “risalita” al castello ...e molto altro!
editoriale>
il lavoro che non c’è
Ottobre 2013: i dati nazionali degli istituti di ricerca confermano
che la disoccupazione giovanile ha toccato la punta del 40%.
Ci sembra che le parole pronunciate da papa Francesco in un suo
recente intervento siano il commento migliore rispetto a questa
drammatica situazione:
“
Alla radice c’è un tradimento del bene comune, sia da parte di singoli che di gruppi
di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e della rendita
e ricollocare al centro la persona e il bene
comune. E un fattore molto importante per
la dignità della persona è proprio il lavoro;
perché ci sia un’autentica promozione della
persona va garantito il lavoro… La cultura
del lavoro, in confronto a quella dell’assistenzialismo, implica educazione al lavoro
fin da giovani, accompagnamento al lavoro,
dignità per ogni attività lavorativa, condivisione del lavoro, eliminazione di ogni lavoro nero. In questa fase, tutta la società,
in tutte le sue componenti, faccia ogni
sforzo possibile perché il lavoro, che è sorgente di dignità, sia preoccupazione centrale!... Un lavoro dignitoso per tutti. Una
società aperta alla speranza non si chiude
in se stessa, nella difesa degli interessi di
pochi, ma guarda avanti nella prospettiva
del bene comune. E ciò richiede da parte di
tutti un forte senso di responsabilità. Non
c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti... Ho detto lavoro ‘dignitoso’,
e lo sottolineo, perché purtroppo, specialmente quando c’è crisi e il bisogno è forte,
aumenta il lavoro disumano, il lavoroschiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza,
oppure senza il rispetto del creato, o senza
rispetto del riposo, della festa e della famiglia, il lavorare di domenica quando non è
necessario. Il lavoro dev’essere coniugato
con la custodia del creato, perché questo
venga preservato con responsabilità per le
generazioni future. Il creato non è merce da
sfruttare, ma dono da custodire. L’impegno
ecologico stesso è occasione di nuova occupazione nei settori ad esso collegati,
come l’energia, la prevenzione e l’abbattimento delle diverse forme di inquinamento,
la vigilanza sugli incendi del patrimonio
boschivo, e così via. Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso sia
impegno di tutti! Ecologia… e anche ‘ecologia umana’!.
Facciamo sì che queste parole non cadano
nel vuoto della politica ma risuonino chiare
e forti nelle stanze del potere.
(Dal discorso pronunciato a
Cagliari il 22 settembre 2013)
”
Direttore responsabile
Redazione
A questo numero
hanno collaborato
Federico Rossi
Antonio Antonelli, Anna Piazza, Paolo Isola, Irma Londero,
Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto
Lorenzo Londero, Alida Londero, Elia Beacco, Sandro Cargnelutti,
Mauro Pascoli, Elisa Contessi, Remigio Urbani, Giulio Calderini, Amalia Ellero
Grafica: Giulio Calderini
PENSEEMARAVEE
associazione
culturale
Ringraziamo tutti coloro che continuano
a sostenere la nostra autonomia con un contributo.
Compilate il bollettino di c.c. postale n. 16895336
Qualsiasi impor to va bene.
Via Sottocastello 81
33013 Gemona del Friuli - UD
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www.pensemaravee.it
SOMMARIO
ottobre 2013
lavoro> Edilcoop_2 Tre domande agli attori principali. Intervista a Sebastiano Sanna
4/6
a cura di Lorenzo Londero
cultura> Fermenti a Gemona L’impegno politico e sociale a Gemona intorno agli anni ‘70
7
a cura di Sandro Cargnelutti
cinema> Mercoledì tutti al cinema! Cineforum: il programma della prima parte
9
a cura di Auser Alto Friuli
lint su lis borgadis> Frammenti Una mostra nell’ambito della sagra di S. Anna a Maniaglia
a cura di Mauro Pascoli
10/13
scuola> Spazio all’ecologia al liceo Magrini. Biciclette, farfalle, pulizia delle strade e uno spot!
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a cura di Elisa Contessi
cosa pubblica> La “risalita” al castello A margine della mostra dei progetti partecipanti al concorso di idee
a cura della Redazione
giovani> E!state Liberi Una vacanza “alternativa” sui terreni confiscati alle mafie
a cura di Amalia Ellero
giovani> L’estate dei giovani Tra impegno e divertimento: sintetico riassunto degli eventi gemonesi
a cura di Antonio Antonelli e Anna Piazza
storis> Da Darmstadt a Ledis Chi incontri in Ledis? Lo scrittore tedesco Rainer Witt!
di Anna Piazza
buone pratiche> Le bici per praticare sostenibilità L’esperienza di Mente Comune a Padova
di Elia Beacco
arte> Disegnare l’istante! In viaggio col taccuino
Scava e morde
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Lamps!
il Sfuei
Retro d’Autore
Segnalazioni, lettere...
Pagina delle Associazioni
Davide Shaer
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16/17
18/21
22/23
24
25
di Giulio Calderini
rubriche> La talpa
15
27
28
lavoro>
a cura di L. L.
EDILCOOP_2
Riprendiamo i temi sollevati nel numero scorso
di Pense e Maravee per fare il punto sulla situazione
Lo scorso mese di giugno la cooperativa edilizia Edilcoop
Friuli, con sede a Gemona e attiva da più di 35 anni, è stata
chiusa e posta in liquidazione.
La gestione della procedura di liquidazione (chiusura dei cantieri, pagamento dei lavoratori e dei fornitori, eccetera) è
stata affidata al commissario liquidatore dott. Renato Cinelli
di Udine, nominato dalla Giunta regionale.
Fra le molteplici attività dell’Edilcoop hanno particolare rilievo
sociale ed economico quelle in atto a Gemona: la ricostruzione
del castello e la gestione della piscina comunale.
La nostra e comune preoccupazione per il futuro degli 80
soci-lavoratori, degli operatori e dei servizi legati alla piscina
e per il completamento del castello ci hanno indotto a riprendere i temi sollevati nel numero scorso di Pense e Maravee per fare il punto della situazione e, con l’apporto dei suoi
principali attori, offrire il nostro contributo di conoscenza e di
stimolo per uno sviluppo positivo dei problemi sopra indicati.
Per questo abbiamo ritenuto di interpellare il commissario liquidatore dott. Renato Cinelli, il sindaco di Gemona Paolo Urbani e il sindacalista Francesco Ge rin per la FILLEA CGIL
ponendo ad ognuno di loro una domanda specifica in relazione alla funzione ricoperta.
La redazione ringrazia sentitamente
i tre interlocutori per il servizio
di informazione offerto ai lettori
di Pense e Maravee.
Al commissario liquidatore>
Qual è lo stato attuale dell’Edilcoop Friuli e per quali soluzioni lei sta operando
in merito alla gestione della piscina e al proseguimento dei lavori del castello?
La procedura di liquidazione coatta
amministrativa di Edilcoop è alle
fasi iniziali, con l’esecuzione dei
primi adempimenti previsti dalla
legge (inventariazione, valutazione
dei beni, formazione dello stato del
passivo dei creditori, ecc.).
Sono stati presi alcuni provvedimenti urgenti a tutela del patrimonio sociale.
Tra questi, il commissario è stato
autorizzato alla cessione in affitto
a un’altra cooperativa del ramo
d’azienda costituito da alcuni cantieri, che
comporterà la possibilità di prosecuzione
con riassunzione di alcuni dipendenti della
Edilcoop.
Per quanto concerne i lavori di Gemona,
questi non erano stati assegnati direttamente alla Edilcoop, ma a un’Associazione
temporanea d’impresa, che aveva successivamente incaricato la Edilcoop per l’esecuzione di una parte di essi. A causa della
liquidazione, la società mandataria dell’Associazione temporanea d’impresa ha revocato l’incarico per i lavori alla Edilcoop,
assegnadoli ad altra società, che si farà carico della quota parte dei lavori da eseguire.
Per la gestione della piscina, la società
Atlantis, partecipata da Edilcoop, prosegue
normalmente la propria attività garantendo i servizi previsti nella concessione in
essere con il Comune di Gemona, anche
tramite la sub-concessione con una associazione sportiva.
In futuro verranno cercate soluzioni affinchè Edilcoop possa recuperare quanto
speso per la costruzione della piscina.
Renato Cinelli
>4
Al sindaco di Gemona>
Quali saranno per il Comune di Gemona le possibili ripercussioni sulla gestione della piscina comunale
e sui tempi di ricostruzione del castello, ripercussioni derivanti dalla chiusura dell’Edilcoop?
A) R IPE RCUSSIONI SULLA
GE STIONE DE LLA PISCI NA
Nel caso della piscina comunale,
edificio di proprietà dell’Amministrazione realizzata con l’innovativo istituto della finanza di
progetto, esiste un rapporto concessorio che lega l’Amministrazione Comunale stessa ad
Atlantis, una società a responsabilità limitata. Quest’ultima è una
Ditta con personalità giuridica propria che opera in regime di controllo da parte di Edilcoop s.c.a.r.l.
Saranno pertanto le decisioni del
commissario liquidatore di Edilcoop, dott. Renato Cinelli, a determinare le sorti di Atlantis srl che
ad oggi è tenuta ad onorare il contratto di concessione, di progettazione, costruzione e gestione
dell’impianto natatorio sottoscritto nel 2002. Tale contratto non
contempla l’istituto del recesso
posto in atto autonomamente da
una delle due parti. Qualora la società Atlantis srl dovesse essere
posta in liquidazione o dovesse fallire,
l’Amministrazione porrebbe in essere la risoluzione della concessione per inadempimento rientrando quindi nella piena
disponibilità del bene (e quindi anche
della sua gestione). Tali scenari sono ad
oggi del tutto ipotetici, in quanto il commissario liquidatore ha garantito, allo
stato attuale, la piena operatività della società controllata.
B) TE MPI DI RICOSTRUZ IONE
DEL CA STELLO
L’Amministrazione Comunale ha aggiudicato i “Lavori di ripristino statico e funzionale del Colle del Castello di Gemona del
Friuli”, nel corso del 2011, a un raggruppamento temporaneo di imprese costituito dal Consorzio Veneto Costruzioni
(CO.VE.CO.) e dall’impresa Polese S.p.A. Il
CO.VE.CO., consorzio di imprese a carattere cooperativo, avvalendosi delle prerogative concesse dalla legge ha designato
con nota del 4 giugno 2013, e quindi prima
dell’ufficialità della messa in liquidazione
dell’impresa gemonese, la continuazione
dell’esecuzione dei lavori ad un’ altra coo-
perativa consorziata: la CELSA s.c.a.r.l.
Ad oggi, dunque, non essendo intervenuto
alcun motivo che determina la sospensione dei lavori, il tempo contrattuale sta
normalmente decorrendo. I lavori, peraltro, sono in una fase di avanzamento tale
da far ritenere che la data di ultimazione
degli stessi, prevista per il 31 gennaio
2015, sarà rispettata.
L’Amministrazione Comunale ha un ruolo
completamente neutro ed estraneo alle
scelte di carattere imprenditoriale che
l’impresa esecutrice subentrante (la
CELSA s.c.a.r.l.) e la capogruppo mandataria (la CO.VE.CO.) vorranno porre in essere. Nello specifico, dalle informazioni
assunte, pare che la CELSA intenda porre
in essere quello che tecnicamente è definito un affitto del ramo di azienda di Edilcoop. Tale scelta, verosimilmente, darà,
nel breve termine, delle garanzie di carattere occupazionale ai lavoratori di Edilcoop. Garanzie, queste ultime, che a
prescindere dal problema contingente di
ricostruzione del Castello di Gemona del
Friuli, non possono che essere accolte con
favore dall’Amministrazione Comunale.
Paolo Urbani
Al sindacalista>
Di quali fonti di reddito dispongono e disporranno i lavoratori dell’Edilcoop?
Quale sarà il loro futuro occupazionale?
In data 30 luglio 2013 presso la
sede centrale Direzione Lavoro a
Trieste è stato sottoscritto tra le
parti sindacali, rappresentanti dei
lavoratori e responsabili servizio
lavoro l’accordo per l’attivazione
della procedura CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria).
Tale ammortizzatore avrà copertura per il periodo dal 15 giugno
2013 al 15 giugno 2014 e interesserà 60 dipendenti, di cui 43 con
qualifica operaia e 17 impiegati.
Tale accordo si è reso necessario
al fine di poter garantire una copertura vincolata alla continuità
sui cantieri esistenti già acquisiti
da Edilcoop in data antecedente
alla richiesta di liquidazione co-
atta. Ai lavoratori Edilcoop, già provati in
parte perché passati anche da una precedente liquidazione coatta in quanto dipendenti Agriforest Soc. Coop di Chiusaforte,
non rimaneva che sperare nel buon esito di
questa procedura, in attesa che l’interessamento per continuità di cantiere da
parte della Soc. Coop Celsa di Latisana si
traducesse in realtà. Proprio oggi ci è
giunta comunicazione anticipata via fax a
nome del commissario incaricato Dott. Renato Cinelli con cui, ai sensi dell’art.47 Lg
29/12/90 n. 428, conferma l’intenzione a
procedere con l’affitto in ramo d’azienda
nei confronti della Celsa Soc. Coop, visto
che alla data del 27 agosto 2013 nessuna
altra società aveva manifestato ulteriore
interesse all’affitto di ramo d’azienda per
cantiere. In tale comunicazione si ag-
giunge: “il tutto ovviamente allo scopo di
salvaguardare almeno in parte la continuità aziendale”. I lavoratori posti in CIGS
si sono già attivati per poter attingere agli
anticipi convenzionati con le Banche di
credito cooperativo presenti sul BCC: intorno a 850,00 euro mensili, un minimo di
sopravvivenza visti i tempi. Quanti lavoratori EDILCOOP saranno impegnati nei cantieri concessi in ramo d’azienda alla Soc.
Coop Celsa? Sarà compito delle parti sindacali e delle loro rappresentanze mettersi in contato con il Commissario Dott.
Cinelli e Celsa Soc. Coop affinchè tali misure si traducano in occupazione sui cantieri “castello di Gemona ecc.”.
Francesco Gerin
Per la Segreteria FILLEA CGIL
Provincia Udine
>
5
Edilcoop. Intervista a Sebastiano Sanna >
Un seme da raccogliere
impresa edile basata sulla cooperazione.
Nel 1984 con l’evolversi della cooperativa
fui contattato e, prima come collaboratore, poi (dal giugno del 1986) come presidente, presi in mano l’Edilcoop. Ho
cominciato a strutturarla come una vera
impresa adeguata a svilupparsi, ingrandirsi e intervenire in appalti pubblici.
Sono stati riorganizzati i vari uffici interni
creando i responsabili, ma con la precisa
volontà di creare una realtà attiva ed “alternativa” nel territorio del Gemonese. Attualmente eravamo tra le prime imprese
regionali, con un fatturato di 13 milioni di
euro, occupando direttamente una settantina di dipendenti che risiedevano
quasi esclusivamente nel territorio. 36
anni di storia, di impegno e di persone, un
tessuto cresciuto a poco a poco. Con la
precisa volontà di creare un’azienda
aperta dove prima vengono le persone.
L’Edilcoop è in liquidazione e la
gestione è passata al Commissario. Benché non sia più parte attiva, abbiamo sentito il geom.
Sebastiano Sanna, che dal 1986
è stato il presidente e ha guidato
l’Edilcoop.
P&M : Sig. Sebastiano, in b reve sintesi
qual è la storia della Cooperativa Edilcoop
Friuli?
S: Nel 1977, subito dopo l’emergenza
post-terremoto, un gruppo di operai emigranti in Svizzera trainati dal prete operaio don Arduino Codutti, anima e
presidente del gruppo, decisero il rientro
in Friuli per dar vita all’esperienza di una
P&M: E arriviamo alla crisi dell’ultimo periodo.
S: L’essere cooperativa comporta delle
implicazioni importanti: essere presenti
nella società, avere dei valori da condividere con un territorio, dare sviluppo, investire. Non sono elementi esclusivi del
mondo cooperativo, sono presenti anche
in tante aziende, ma per una cooperativa
sono fondamentali. E nei momenti difficili, in un mercato sempre più difficile
come quello dell’edilizia e degli appalti
pubblici, significa resistere con la volontà
di distribuire comunque un giusta remunerazione del lavoro, evitando i privilegi
di pochi a scapito della salute dei tuoi
operai o delle tasche dei tuoi fornitori. E
qui, se volete, arriviamo alla scelta (tra-
mite la società “Atlantis”) di edificare e
gestire una piscina a Gemona: anche questa decisione rientra nel tentativo di ricambiare un BENE a un territorio. In tempi
non sospetti, proprio durante l’inaugurazione della piscina, ho rimarcato il concetto del “dovere” da parte delle imprese
ad una maggiore generosità sociale nei
confronti del proprio territorio.
P&M: Errori commessi?
S: Errori tanti, ma errori grossolani a mio
giudizio non ce ne sono stati, se non il
voler resistere su un mercato via via sempre più difficile, per certi aspetti selvaggio, per altri complicato e burocratizzato,
negli ultimi anni marginale e povero, sempre più povero. In tale contesto molto difficile forse ci si poteva aspettare qualche
risposta in più dagli organismi della cooperazione e dei consorzi e, in particolare,
dalle forze politiche.
I contesti attuali, purtroppo, non lasciano
intravedere possibilità di rilancio: la mancanza di commesse di lavoro e di liquidità
e gli appesantimenti burocratico-amministrativi rallentano e rendono difficile e
complicato lo sviluppo di qualsiasi
azienda.
P&M: Quali prospettive?
S: Oggi l’immagine dell’Edilcoop Friuli rimane positiva, riceviamo attestati di
stima nonostante tutto.
Un seme è stato gettato e il
mio augurio è che comunque
qualcuno raccolga l’esempio
e l’esperienza che rimangono validi in ogni caso.
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>6
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cultura>
Fermenti
a Gemona
Una sintetica ricostruzione
dei fatti che hanno
caratterizzato gli anni ’70
Attività scout nel cortile della scuola
elementare, nel quarantesimo della fondazione
a cura di Sandro Cargnelutti
I
l termine “fermentazione” deriva dal latino fervere (ribollire), termine usato per
indicare l’aspetto del mosto durante la
preparazione del vino. La fermentazione
alcoolica trasforma gli zuccheri del mosto
in alcool e fa lievitare l’amido delle farine,
durante la panificazione. Dal punto di vista
dei lieviti (funghi) è un modo ingegnoso
per procurarsi energia. Per noi si concretizza in un buon bicchiere di vino, un boccale di birra, il profumo e il sapore del
pane fresco.
Anche i vangeli si occupano di fermenti.
Luca infatti scrive: «A che cosa rassomiglierà il regno di Dio? È simile al lievito che
una donna ha preso e nascosto in tre staia
di farina, finché sia tutta fermentata».
Insomma la fermentazione è cambiamento, operata da un “cosa” microscopica che contamina e trasforma il
contesto dove vive. Nel mosto come nella
società. In questo articolo cercherò di descrivere i fermenti presenti nella nostra
comunità gemonese agli inizi degli anni
‘70. Prima del terremoto. Non un resoconto o un’analisi sociologica ma una sintetica ricostruzione dei fatti principali utili
a cogliere alcuni processi e “l’atmosfera”
di quel periodo. In due articoli. In questo
tenterò di definire il contesto, nel prossimo approfondiremo insieme ai protagonisti alcune esperienze realizzate
cercando di dar risposta a due domande:
Quello che è successo cosa ha prodotto a
Gemona?
Cosa possono dire di utile ai giovani
d’oggi le esperienze dei giovani di allora?
IL CONTESTO GENERALE in pillole
Gli anni ‘60 sono stati anni di fermento
globale. Ricordiamo alcuni fatti e icone di
quel periodo: il Concilio Vaticano Secondo, Marthin Luther King, il fenomeno
hippy, la lotta contro la Guerra in Vietnam,
Bob Dylan, il maggio francese nel ‘68, i
Beatles, Che Guevara, la primavera di
Praga, lo sbarco sulla luna, solo per citarne alcuni. Fenomeni diversi fra loro ma
uniti da un fil rouge: il bisogno di cambiamento nella società come nella chiesa.
Anche in Italia le lotte degli studenti e
degli operai irrompono sulla scena di un
paese ancora sonnacchioso dal punto di
vista culturale e politico, concentrato sulla
crescita economica; lotte che accendono
quasi per reazione le oscure trame della
strategia della tensione e lo stragismo.
Nella nostra regione i primi fermenti e le
prime lotte giovanili si verificano verso la
fine del 1965 con la richiesta di istituire la
facoltà di medicina a Udine prima e l’università per il Friuli dopo. Viene posta con
forza la questione dell’autonomia del Friuli
storico.
E a Gemona?
I PRIMI FERMENTI
A Gemona i primi fermenti nascono nelle
parrocchie. E’ il vento del Concilio che soffia. Un gruppo di giovani con Don Enrico si
trova insieme a discutere. Insieme maschi
e femmine, vera novità per quel tempo. I
temi sono vari, religiosi e non; alcuni
erano stati tabù fino ad allora, per esempio l’amore, la sessualità. Anche la Parrocchia di Ospedaletto con Don Gattesco
apre a questi temi, con la collaborazione
della rivista “Rocca” della Pro Civitate
Christiana di Assisi.
Il pendolarismo dei giovani gemonesi che
studiavano alle superiori a Udine o dei
pochi che frequentavano l’università ha
sicuramente favorito la nascita e lo sviluppo
di queste esperienze. Lorenzo Londero ricorda: “Per me, giovane neodiplomato proveniente dalla periferia della provincia
friulana e da una famiglia numerosa, di
cultura cattolica tradizionale e contadina,
l’esperienza di Sociologia a Trento (una
delle principali culle del Movimento stu-
dentesco del ‘68) contribuì a farmi vedere,
con occhi completamente diversi, il
mondo e la storia”.
Il vero laboratorio incubatore di idee, in
quel periodo, sono stati gli Stimmatini, un
ambiente in cui gli aspetti religiosi si coniugavano con quelli ricreativi, culturali e
di apertura a nuovi temi di una società
A zione
che provava a cambiare pelle. L’A
Cattolica, la cui sede si trovava agli Stimmatini, fu contaminata da questi fermenti
con la conseguenza che numerose persone aderenti si impegnarono nel sociale,
sguarnendo le file dell’associazione, che
chiuse i battenti alla fine degli anni ‘60 e
non li riaprì più. La fine dell’esperienza è
stata forse favorita anche da chi, nella
chiesa e nella politica, non vedeva di buon
occhio questa apertura. Lo scoutismo, che
quest’anno ha celebrato le 90 candeline e
che ha avuto in Tito Cancian la figura di
maggior spicco, ha retto bene, nel solco
della tradizione, gli anni ‘60. Anzi, nel 1965
nasce a Gemona il gruppo femminile delle
guide. A livello nazionale, lo scoutismo risente del vento nuovo che spira tra i giovani e le due associazioni maschile (ASCI)
e femminile (AGI) si fondono nel 1974 nell’AGESCI, all’insegna della coeducazione
e dell’impegno nel servizio educativo. A
Gemona lo scoutismo maschile entra in
crisi per mancanza di capi nel 1973. Un
gruppo di ventenni, esterni in quel momento all’associazione, accetta la sfida di
continuare l’attività e traghetta l’associazione nel dopoterremoto.
A metà degli anni ‘60, Padre Gregorio aveva
dato vita con alcuni giovani al gruppo denominato “FFraternità”. Alla sua morte improvvisa per incidente stradale, successe
Padre Isidoro (conosciuto anche come
Padre Francesco), che fu il vero motore del
gruppo. Mario Neopensi, ricorda le due
esperienze più importanti: “Nella nostra
sede presso il Pellegrino allestimmo la Gal-
>
7
1974: momento di festa sul Lago per l'unificazione
di Potere al popolo in Avanguardia Operaia
leria d’arte ‘Il Laip’, dove molti gemonesi,
e non solo, hanno potuto far conoscere le
loro opere; sul versante sociale importante
anche per la nostra crescita fu il servizio
svolto all’ospedale psichiatrico femminile
in collaborazione con l’assistente sociale di
allora Lucilla Del Zotto. Siamo riusciti a realizzare dei cineforum e portare le malate
in gita fuori dalle ‘mura’. Certo l’esperienza
di Basaglia ci ha ispirato”.
Il gruppo “Fraternità” concluse l’attività
prima del terremoto.
Esperienze di solidarietà. Nella seconda
metà degli anni ‘60 si realizzano due esperienze molto importanti:
la sc uola sociale, esperienza che ap• profondiremo
nel prossimo numero,
•
promossa da cattolici impegnati che
hanno aiutato numerosi adulti a completare, in qualità di privatisti, il ciclo di
studi per ottenere il diploma di scuola
media;
l’esperienza di E MMAUS “La nostra
qu iete è scandalo”: il ricavato della
raccolta della carta, stracci e ferro è servita ad acquistare un gruppo elettrogeno per l’ospedale di Kiremba in
Burundi, dove operava il dott. Tullio
Zearo.. L’iniziativa promossa da diverse
associazioni ha coinvolto molti giovani
gemonesi. Un ricordo personale: in una
veglia di riflessione con marcia notturna, per la prima volta, ho sentito
cantare “We shall over come” di Joan
Baez. Un ponte ideale con i movimenti
pacifisti che manifestavano contro la
guerra del Vietnam.
MOVIMENTI CULTURALI E POLITICI
Sempre alla fine degli anni ‘60, nasce a
Gemona il Circolo culturale gemonese, che
ha come obiettivo la sperimentazione di
forme d’avanguardia di teatro e di promozione di musica di qualità. Realizza rappresentazioni presso la GIL e, in sala
Gropplero, promuove eventi musicali.
Il giornale “Alternativa”, nato a sostegno
delle lotte degli operai del tessile (manifattura), faceva controinformazione sui
temi topici del momento: le condizioni e le
lotte dei lavoratori, la scuola, i fermenti
nella chiesa, le servitù militari.
Entrambe le esperienze però durano poco.
Ancora agli inizi degli anni ‘70 vanno ricordate l’esperienza del Cineforum e la nascita, nel 1974, del circolo culturale
Salvator Allende, nel quale si sono coinvolti molti giovani della sinistra gemonese.
U N NUOVO PARTITO A GEMONA
“Fino al 1965” racconta Mauro Vale ”la DC
aveva la maggioranza assoluta in Consiglio Comunale. Alcune crepe però iniziano
a minare l’unità del partito; sono dovute a
una pluralità di motivi: la reazione fisiologica dei giovani ai notabili di allora, la questione autonomista sottovalutata dal
partito, e una diversità di valutazione su
alcune scelte importanti per il paese (ad
esempio la scelta del sito dove costruire il
nuovo ospedale). Venne alla luce così un
nuovo soggetto denominato Nuova Gemona, che mise insieme diverse appartenenze: ex DC, alcune figure importanti
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Laboratorio sci-tennis
Assistenza post-vendita
>8
dell’associazionismo cattolico e dell’autonomismo di allora. Si presentò alle elezioni del 1970, ottenne sei consiglieri e
rese possibile la prima giunta di sinistracentro nella storia di Gemona, con Armando Brollo sindaco. L’esperienza durò
poco, forse per alcuni errori compiuti a livello locale, ma soprattutto perché a livello nazionale e regionale l’alleanza di
centro-sinistra diventò organica e si trasferì a tutti i livelli istituzionali, ad eccezione delle Regioni tradizionalmente
rosse. E il Friuli Venezia Giulia e Gemona
non erano certamente rosse”.
Gemona del Friuli
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Sull’altro versante il PCI, capitanato dall’Avv. Mattiussi, si aprì al mondo cattolico
post-conciliare. Giuseppe Marini, prima
ancora del suo impegno politico, ricorda
le sue frequentazioni ad Assisi dove si discuteva sul rapporto tra cristianesimo e
marxismo sul piano filosofico e tra PCI e
cattolici sul piano politico. Argomenti che
Marini riprese anche nei comizi elettorali
nel 1970 da candidato del PCI.
L’esperienza di Potere al Popolo.
Virgilio Disetti e Alberto Antonelli, insieme
a Mario Di Caro, Rino Bettoli, Gianni Car-
Trekking
Sci alpinismo
Alpinismo
Running
Free climbing
gnelutti (“l’Iuç”), costituiscono agli inizi
degli anni ‘70 un movimento che si colloca
alla sinistra del PCI, denominato Potere al
Popolo, partecipato soprattutto da studenti e con sede inizialmente in una stanza
in Piazzetta San Rocco; il bar Cisotto diventa poi la base logistica del movimento.
Il movimento degli studenti e le lotte dei lavoratori della Manifattura ne costituiscono
il fondamento ideologico. Potere al Popolo
sviluppa un confronto politico che è conflittuale con il PCI, dialettico con il PSI, di
contestazione politica con la DC e di rapporto “anche fisico” con il Movimento Sociale Italiano. Disetti ricorda la cacciata di
Almirante nel giugno del 1972. “In quella
occasione – aggiunge Mario Di Caro – due
militanti vennero fermati dai carabinieri e
portati in caserma. Un corteo spontaneo si
mosse e due portavoce trattarono con il
Comando e le due persone vennero rilasciate. Fu una serata memorabile. Importante in quel periodo – conclude Mario - fu
il ruolo esercitato dal maresciallo dei carabinieri Fontana. Era come un padre, cercava di sedare, dividere le fazioni, farci
ragionare, evitare il peggio”.
Nel 1974 Potere al Popolo si fonde con
l’Organizzazione Comunista “Avanguardia
operaia”.
Un ex dirigente nazionale di allora, Emilio
Molinari, presente a Gemona in diverse occasioni prima e dopo il terremoto, ricorda
un aneddoto conosciuto da pochi e che richiama le paure golpiste di quel periodo:
“Quelli erano tempi (1974) nei quali in
tutta la sinistra i timori di colpi di stato
erano molto concreti e se ben ricordo i
compagni di Gemona divennero in Avanguardia Operaia una specie di leggenda,
perché garantivano che, nel caso ciò dovesse realizzarsi, avevano predisposto
una linea di fuga verso la Jugoslavia”.
Mercoledì tutti al cinema!
L’associazione di volontariato AUSER ALTO FRIULI, assieme alla Cineteca del Friuli e con il contributo del Comune di Gemona, propone
una serie di appuntamenti cinematografici, aperti a tutti e in orario
pomeridiano, al Cinema Teatro Sociale, per vedere o rivedere alcune
pellicole tra le più significative della storia del cinema regionale, nazionale e internazionale.
Parte prima
Mercoledì 2 ottobre ore 17
MARIA ZEF (1981) di Vittorio Cottafavi,
Mercoledì 22 ottobre ore 17
UFFICIALE E GENTILUOMO (1981)
con Siro Angeli, Renata Chiappino,
Anna Bellina; 120’
di Bruce Beresford, con Richard Gere,
Debra Winger; 125’
Mercoledì 9 ottobre ore 17
QUARTO POTERE (1941) di Orson
Welles, con Joseph Cotten, Agnes
Moorehead: 120’
Mercoledì 15 ottobre ore 17
IL CIRCO (1928) di Charles Chaplin,
con Charles Chaplin, Merna Kennedy; 78’
Mercoledì 30 ottobre ore 17
LA RICOTTA (1963) di Pier Paolo
Pasolini, con Orson Welles, Laura Betti,
Mario Cipriani, 35’
COM IZI D’AMORE (1964) di Pier
Paolo Pasolini, con Pier Paolo Pasolini,
Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti,
Oriana Fallaci, Antonella Lualdi.
L’entrata è gratuita
Le proiezioni saranno presentate e commentate da esperti
Farà seguito una seconda selezione di pellicole con film di recente produzione,
come “ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO”, e qualche classico, fra cui “LADRI DI
BICICLETTE”. La programmazione è aperta ai suggerimenti degli spettatori.
AUSER ALTRO FRIULI, via Campagnola 15 Gemona
Email: [email protected] tel.0432 981412 (giovedì mattina)
informazione pubblicitaria
Il 6 maggio 1976 alle 9 di sera cala il buio.
Ma la storia dei movimenti non si interrompe.
Alto Friuli
cultura>
>
9
Lint su lis borgadis> Maniaglia
F RAM M EN T I
una mostra nell’ambito della sagra di S. Anna
Foto Bierti
a cura di Mauro Pascoli
Pezzi di storia e nuove opportunità per rilanciare la borgata
La mostra
L
Quest’anno la manifestazione si è arricchita di un’iniziativa nuova, nata quasi per
caso, che ha via via assunto un significato
ed una dimensione piuttosto interessanti:
una piccola mostra che è stata denominata Frammenti.
Per spiegarne sinteticamente l’argomento
e gli obiettivi, niente di meglio che riportare il “manifesto” che è stato posto all’inizio dell’esposizione:
o scorso mese di luglio, in occasione della festa di S. Anna,
la borgata di Maniaglia ha organizzato come ogni anno la sagra
che si svolge nel vasto piazzale all’inizio dell’abitato.
La manifestazione è frequentata assai volentieri da molte persone,
oltre che per le varie iniziative che offre, per due aspetti
“fondamentali”: l’ottima qualità dei cibi e la frescura del sito,
gradevolissima nelle calde serate estive.
Il Comitato della borgata, ben collaudato, garantisce il buon
funzionamento della sagra.
>1 0
“Nel 1912 la Guida delle Prealpi Giulie così
descriveva l’abitato di Maniaglia: Maniaglia
non presenta gran che di notevole, è una
borgata costruita lungo una via, dove non
mancano case civili”.
L’immagine della Maniaglia di oggi risulta
forse ancora più sfuocata ed in certe sue
parti dà l’idea che sia ancora da completare, dopo il tracollo del terremoto del
1976. Ma l’abitudine a vederla così, induce
via via a pensare che sia immutabile.
La piccola esposizione che viene proposta
nell’ambito della sagra della borgata vuole
suggerire una riflessione sui valori che comunque il luogo in cui si vive possiede ed
anche sulla possibilità di immaginarlo diverso e rivitalizzato.
Vengono presi in considerazione tre elementi che, in un contesto così elementare,
rappresentano altrettanti punti di riferimento per la comunità: la chiesa di S.
Anna, cui la gente di Maniaglia è sempre
stata molto legata; l’ambito “centrale”
compreso tra il complesso adibito a sede
per le associazioni (CAI e Soccorso alpino), il sedime dove sorgeva la chiesa
della Madonna della Salute ed il sito della
chiesa ricostruita; l’area dove si svolge tradizionalmente la sagra della borgata.
Un successo inaspettato
Nel suo piccolo, l’iniziativa ha riscosso consensi ed interesse non tanto (o non solo)
per la qualità dell’allestimento, quanto soprattutto per l’originalità del messaggio e
per la scelta di articolarla per “ frammenti”
che volevano essere stimolanti.
I visitatori sono stati numerosi, sicuramente ben oltre le aspettative, e tra questi
non pochi hanno suggerito di riproporre la
mostra in qualche altra borgata o, meglio,
nel centro storico di Gemona.
Riprova del consenso raggiunto dall’iniziativa è stato l’esito dell’acquisto delle
acqueforti messe a disposizione dall’artista “Menut” (Domenico Cedaro, uno degli
animatori di questa avventura), che hanno
abbondantemente superato la soglia necessaria al restauro delle cinque stazioni
della Via Crucis.
>
Gli obiettivi dell’esposizione sono semplici:
la gente della borgata di cosa
• informare
si sta facendo e soprattutto di cosa si
•
•
vorrebbe/si potrebbe fare nelle tre realtà prese in considerazione;
proporre delle idee e delle suggestioni
per il futuro;
stimolare le persone che ci vivono a
suggerire a loro volta idee e soluzioni.
Ma c’è anche un altro aspetto che la mostra propone e che, in verità, è stato il motivo “scatenante” del suo allestimento.
Dopo così tanti anni dal terremoto, sono
“riemerse” dall’oblio (erano sistemate
nello scantinato della chiesa) cinque delle
formelle che componevano la Via Crucis
un tempo esposta sulle pareti della chiesa
della Madonna della Salute, le uniche salvatesi dalle macerie.
Il loro stato di conservazione è piuttosto
precario, ma il restauro richiede delle risorse che non sono nella disponibilità del
Comitato della borgata.
Da qui l’idea di esporle e di offrire a chiunque la possibilità di finanziarne il recupero
acquistando una delle acqueforti eseguite
per l’occasione dall’artista Domenico Cedaro, originario di Maniaglia e qui ben conosciuto, che espone anche una serie di
suoi quadri che richiamano i temi proposti dalla mostra.”
Alcune immagini significative danno un po’
l’idea di quanto esposto.
Ma l’obiettivo dell’articolo non è quello di
raccontare la mostra, quanto piuttosto di
riportare le considerazioni ed i suggerimenti che ne sono derivati.
Una delle cinque formelle che componevano la Via Crucis un tempo
esposte sulle pareti della chiesa della Madonna della Salute
>
11
>
Più persone, più competenze
E’ stato anche interessante verificare come
un progetto possa nascere da un’idea primaria e poi via via svilupparsi man mano
che attrae ed aggrega più persone.
Non c’è stato infatti un progetto organico,
messo in cantiere ed attuato così come
pensato, ma tutto è partito da un’idea iniziale che via via si è arricchita aggregando
altre idee, altre persone, altre competenze.
Significativo è stato ad esempio l’apporto
(e il supporto) convinto dell’Associazione
Valentino Osterman sul tema della chiesa
di S. Anna, su cui sta da anni lavorando.
Nuove idee e suggestioni
Forse sull’onda del buon risultato, quelli
che vi hanno contribuito hanno pensato di
non concludere l’esperienza semplicemente riavvolgendo le carte esposte, una
volta staccate dai pannelli.
E per continuare questa iniziativa risultata
così interessante, sono state lanciate
nuove idee, tra cui almeno due meritano
di essere citate:
uno dei “frammenti” illustra la possibilità di valorizzare il territorio
compreso tra Gemona, la frazione di
Maniaglia e quella di Godo, recuperando gli antichi percorsi (per lo più
pedonali) che univano tra di loro
punti storicamente significativi quali
la chiesa di S. Anna, la fonte di Silans,
la fontana del Turc, l’antico Lavadôr
ed il sistema irriguo medievale, la
“cjase dai cuarvats”. L’approfondimento e la valutazione della fattibilità
di questa proposta potrà essere una
delle prossime tappe del lavoro iniziato con la mostra.
Raccogliendo il suggerimento di riproporre la mostra in altre realtà di
Gemona, si è via via sviluppata
un’ipotesi più ambiziosa. Innanzitutto superare l’idea che “ogni borgata si fa la sua mostra”, con quella
che la “mostra della borgata” viene
proposta anche nel capoluogo in
un’occasione ed in uno spazio adeguato, diventando così una delle
espressioni di Gemona nelle sue articolazioni territoriali. Non solo. L’occasione e lo spazio individuati per
l’esposizione della mostra “Frammenti” possono in seguito costituire
un evento stabile nel tempo, in cui
ospitare ogni anno “l’autorappresentazione” di una delle altre borgate di Gemona. Potrebbe essere
insomma un passaggio non banale
dalla “Mostra della borgata” alle
“Borgate in mostra”. Di questa idea
si è accennato anche all’Amministrazione Comunale, che ha dimostrato interesse alla proposta.
> 12
La proposta urbanistica per il “centro”
Com’è
Il lavadôr … chi l'ha visto?
Come potrà diventare
Un esempio di “rigenerazione”.
Rivant su par vie Pravarons
Tutti in Maniaglia ci ricordiamo del vecchio lavatoio pubblico coperto che sorgeva a fianco della
casa di Mario “Schipa da Clementine” e appoggiato a quella della “Catin Catôr”. Era una costruzione in muratura aperta ad archi e tetto a falde,
con all'interno il vascone dell'acqua e le vasche
con piano inclinato e rubinetto.
Tutti ce l'abbiamo davanti agli occhi, ed infatti eccolo disegnato a memoria!
Ma purtroppo non si trovano foto, disegni e riproduzioni del manufatto!
Con la proposta di ricostruzione del muro di sostegno, si recupera interamente il sedime dove
sorgeva e sarebbe quindi molto interessante tramandare la memoria anche di questo elemento,
che ha rappresentato per molti anni un punto di
riferimento della borgata.
Facciamo perciò appello, a chiunque possieda o
conosca l'esistenza di qualche fotografia o documento dell’antico lavatoio, di segnalarcelo!
scuola>
a cura di Elisa Contessi
Spazio
all’ecologia
al Liceo
Magrini
sta attività garantisce il sostentamento alle
popolazioni locali nel rispetto dell’ecosistema: non vengono mai prelevate più crisalidi di quante non siano necessarie per
la continuazione della specie.
La visita alla “Casa delle Farfalle” ha permesso di far conoscere agli studenti una
vera e propria risorsa per il nostro territorio.
A BORDA NO IN BICICLETTA
Per approfondire alcuni argomenti di ecologia trattati nel programma di scienze, è
stata organizzata per le classi 3A e 3B una
visita alla “Casa delle Farfalle” di Bordano.
All’interno della struttura, la gran quantità
di farfalle e altri organismi ha permesso ai
ragazzi di comprendere appieno il concetto di biodiversità. La loro curiosità si è
concentrata soprattutto su organismi che
rappresentano straordinari esempi di
adattamento all’ambiente e di mimetismo
(insetto stecco, insetto foglia secca, farfalla civetta…). A guidare le due classi
nella visita è stata la naturalista gemonese
Manuela Rossi, che con competenza ha
portato i giovani visitatori alla scoperta di
bellezze naturali inaspettate: i ragazzi
sono rimasti affascinati.
All’interno della “Casa delle Farfalle” sono
presenti tre serre che ricreano rispettivamente gli ambienti naturali della giungla
tropicale africana, della foresta pluviale
indo-australiana e della foresta amazzonica. Passando da una serra all’altra si
spazia attraverso i continenti, e in pochi
passi si attraversano habitat distanti migliaia di chilometri. Nelle serre le farfalle
volano libere e spesso si posano sugli
stessi visitatori; oltre ad esse sono visibili
molti altri organismi, tra cui camaleonti,
iguane, pipistrelli ecc.
Le serre vengono rifornite settimanalmente
di nuove crisalidi (mille ogni settimana!)
che, mantenute in incubatrice alle giuste
condizioni di temperatura e umidità, libereranno altrettante farfalle. Le crisalidi arrivano alla “Casa”, dai Paesi d’origine,
grazie al commercio equo e solidale; que-
L’esperienza è stata resa ancora più significativa dalla scelta, coerente dal punto di
vista ecologico, di percorrere in bicicletta
il tratto di strada dal liceo Magrini alla
“Casa delle Farfalle”. A detta dei partecipanti l’iniziativa è stata un successo!
PULIAMO IL MONDO
Ogni anno Legambiente promuove in tutta
Italia l’iniziativa “Puliamo il mondo”. Il
“Magrini” anche quest’anno vi ha aderito
organizzando una giornata di raccolta dei
rifiuti. Hanno partecipato le classi terze,
durante l’ora di scienze, insieme ad alcuni
insegnanti e al personale della scuola.
Muniti di guanti usa e getta, gli studenti
hanno ripulito gli spazi esterni del liceo,
via Praviolai e il parcheggio delle corriere,
via Velden, un tratto di via Tagliamento e
via Bariglaria, via Sacra e la zona del centro Glemonensis, via Regola e una parte
del parcheggio dell’ospedale. Alla fine
sono stati riempiti ben 30 sacchetti di rifiuti. È stata un’importante lezione di “ecologia pratica”.
U NO SPOT DA PREM IO
Di temi ambientali si sono spesso occupati
negli ultimi anni anche gli studenti che frequentano il laboratorio di cinema del liceo,
cimentandosi nella realizzazione di spot di
comunicazione sociale che hanno ottenuto riconoscimenti a livello locale e nazionale. Il 4 ottobre riceveranno un premio
all’Area Science Park di Trieste nell’ambito
della prima edizione del Tessi Crossborder
Award; il premio Tessi (Teaching Sustainability across Slovenia and Italy) è rivolto a
studenti delle scuole secondarie di secondo grado che realizzano i migliori progetti di sensibilizzazione sulle tematiche
della sostenibilità ambientale.
Gli studenti del Magrini saranno premiati
per il video “Che ci vuole?”, un ironico invito ad effettuare la raccolta differenziata,
già vincitore del Green Spot Festival di
Udine.
13
>
L’anno scolastico è appena
iniziato, ma al Liceo “Magrini”
di Gemona sono già partite
alcune iniziative ecologiche.
cosa pubblica>
Lorenzo la talpa
Cittadini partecipi
e informati? Si può fare!
A) Nei programmi elettorali sono pressoché
scontati gli impegni dei candidati a realizzare iniziative volte a rendere partecipi i cittadini nelle principali scelte amministrative.
Poi, a elezioni concluse, raramente quegli
impegni vengono mantenuti.
Un bell’esempio di passaggio dalle parole
ai fatti si è verificato recentemente nel Comune, a noi vicino, di San Daniele del Friuli.
Per individuare le funzioni future e i conseguenti lavori di restauro del locale teatro Ciconi (con un investimento di più di 2 milioni
di euro) quella Giunta comunale, guidata
dal sindaco Paolo Menis, ha coinvolto il
Consiglio comunale, associazioni ed esperti
culturali e i cittadini.
Il Consiglio comunale ha incaricato la “Conferenza dei capigruppo” (in quanto rappresentanza di tutte le forze politiche della
città) di organizzare tre serate di consultazioni in merito al futuro del teatro.
“Come amministratori abbiamo già delle
idee su cosa fare del teatro, ma era comunque importante ascoltare i cittadini per delineare, anche sulla base delle loro
indicazioni, l’utilizzo futuro della struttura”.
Così il sindaco motivava l’invito a partecipare a uno dei tre incontri indetti per parlare
del teatro: il primo era dedicato alle associazioni culturali; il secondo agli esperti
dello spettacolo, enti e operatori del settore; il terzo ad altri enti ed associazioni,
tecnici e cittadini.
“C’è stata un’ottima partecipazione - ha
commentato il sindaco – anche se era avvertibile un certo imbarazzo perché il metodo che abbiamo avviato è del tutto nuovo.
Adotteremo lo stesso metodo per tutte le
questioni rilevanti per la città, che si tratti di
urbanistica, opere pubbliche o altro” (il
FRIULI n. 27, 12.07.2013).
Al nostro sindaco Urbani proponiamo di prendere spunto da questa esperienza per adottare analogo metodo prima di decidere sulla
realizzazione di importanti opere pubbliche.
Per esempio, si incarichi la Conferenza dei capigruppo consiliari di Gemona di illustrare e
chiedere il parere ai cittadini sull’acquisto e
sulla futura destinazione di palazzo Scarpa,
già sede della locale banca popolare.
B) Sul sito www.carnia.la è possibile:
leggere la cronaca del dibattito tenutosi
recentemente nel Consiglio comunale di
Tolmezzo contro la chiusura del locale tribunale;
vedere e ascoltare il filmato contenente
gli interventi del sindaco e dei consiglieri
comunali.
E’ evidente che, nella realizzazione di questo importante servizio di informazione per
•
•
> 14
i cittadini di Tolmezzo (e della Rete), la redazione di quel sito non è stata ostacolata
dal sindaco Zearo.
Domanda: perché non offrire analoga opportunità anche ai cittadini di Gemona da
parte del sindaco Urbani e dell’assessore all’innovazione tecnologica Marmai?
Le scuole “adottano”
la nostra Costituzione
La sezione udinese dell’ANED (Associazione
Nazionale Ex Deportati), a partire da settembre 2013, coinvolgerà le scuole del capoluogo friulano e della Provincia aprendo
il bando di concorso sul tema “Adotta un articolo della Costituzione”.
Gli studenti dovranno scegliere un articolo
della Carta costituzionale per poi studiarlo e
approfondirlo attraverso un elaborato, che
potrà essere realizzato in varie forme espressive (letteratura, poesia, musica, arti visive).
Gli istituti di istruzione secondaria di primo
grado (scuole medie) potranno scegliere tra
i primi dodici articoli (princìpi fondamentali), mentre quelli di secondo grado (scuole
superiori) potranno spaziare nell’intero
testo.
Grazie a questa iniziativa – secondo l’ANED
– centinaia di giovani saranno “sensibilizzati
sul tema del mantenimento e della divulgazione del ruolo della Costituzione della Repubblica italiana del 1948, nata dai valori
resistenziali della lotta di liberazione dal nazifascismo tra il 1943 e il 1945”.
Un modo nuovo, dunque, per coinvolgere i
giovani e le scuole in modo attivo durante
tutto l’anno, oltre al viaggio-pellegrinaggio
che viene organizzato ogni anno dall’associazione nei campi di sterminio insieme a
centinaia di studenti.
“Nello statuto dell’ANED è evidente la necessità di valorizzare il contributo dei deportati alla causa della Resistenza e
riaffermare così gli ideali di libertà, giustizia e pace”.
Gli elaborati degli allievi dovranno essere
inviati all’ANED entro il 31 marzo 2014 (Messaggero Veneto 01.07.2013).
“Risalita” al castello:
carente l’informazione
sulle 26 Idee/Progetto
Sicuramente positiva è stata l’indizione, da
parte dell’Amministrazione comunale, del
concorso di idee per la “Risalita meccanizzata al colle del Castello di Gemona del
Friuli ed alle aree pertinenziali per la valorizzazione dei percorsi turistici nel centro
storico di Gemona”.
di Lorenzo Londero “flec”
I progetti presentati dai professionisti rimarranno esposti al pubblico nei locali di
palazzo Elti fino al prossimo 10 novembre.
Nel dépliant diffuso dall’Amministrazione
comunale si sostiene, fra l’altro, che “le proposte presentate sono le più varie per tipologia e inserimento ambientale: si va dai
progetti che prevedono la realizzazione di
un ascensore interno al colle a quelli che invece scelgono opzioni esterne di risalita,
con l’impiego di funicolari, ascensori e altri
artifici meccanici”.
I progetti, esposti nella mostra di palazzo Elti,
sono stati suddivisi in tre macro-categorie:
n. 7 con “Impianto esterno lato Sud (Via
Sottocastello-Via Altaneto)”;
n. 9 con “Impianto interno galleria (Rifugio antiaereo)”;
n. 10 con “Impianto esterno lato Nord
(Piazza del Ferro-Via XXVIII Aprile”.
Si dice, poi, che “la Commissione giudicatrice, composta da esperti del settore, ha valutato i ventisei progetti assegnando i
punteggi sulla base di parametri prestabiliti
(…). I primi tre classificati sono stati premiati con un compenso economico”.
•
•
•
La scelta proposta dal questionario (ovvero
il gradimento di uno dei ventisei progetti da
parte del pubblico visitante) risulta complessa sia per la lettura e comprensione
degli aspetti tecnici dei progetti (sarebbe
stato opportuno mettere a disposizione dei
visitatori, perlomeno nelle ore di punta, una
persona in grado di illustrarli anche sommariamente), sia per la mancanza di alcune
ulteriori informazioni per esprimere un giudizio più consapevole.
In particolare sarebbe stato utile conoscere:
i contenuti essenziali del bando ed i criteri di valutazione della Commissione
giudicatrice;
le valutazione della Commissione stessa,
perlomeno dei progetti premiati, se non
anche per il resto dei progetti;
i dettagli economici contenuti nei progetti, in particolare gli importi di spesa
previsti per la realizzazione dell’opera e
la stima dei costi della successiva gestione e manutenzione;
il rapporto tra costi e benefici degli interventi.
•
•
•
•
•
Prima del 3 novembre (termine conclusivo
della consultazione) sarebbe utile e doverosa una spiegazione pubblica da parte dell’Amministrazione comunale sulle questioni
sopra sollevate.
Preferibile sarebbe una proroga della mostra per un periodo che consenta all’Amministrazione e agli esperti un’illustrazione
chiarificatrice ai cittadini e il successivo prolungamento della consultazione.
Considerazioni di un professionista a margine della mostra dei progetti sulla risalita al castello
Risalita al castello
Sono stato a visitare la mostra dei progetti
relativi al concorso di idee per l’impianto
di risalita al castello. Ho partecipato al
concorso e devo dire che il risultato degli
elaborati è senz’altro pregevole.
Premetto, a scanso di ogni equivoco, che
accetto senza alcuna riserva il responso finale della giuria.
Tuttavia mi permetto di esprimere alcune
riflessioni che ho maturato dopo quella visita, relative ad una discrepanza che a mio
avviso riguarda una questione di metodo.
Il regolamento del concorso richiedeva,
tra l’altro (art. 7): “... soluzioni che individuino con il maggior grado di dettaglio il
contenuto economico della proposta...” e
“...soluzioni che consentano il miglior rapporto costi / benefici...”.
Con queste due clausole viene data importanza ai costi, perciò durante la progettazione abbiamo ritenuto che il fattore
economico fosse un elemento rilevante e
che la giuria lo avrebbe tenuto in debita
considerazione, insieme agli altri parametri indicati nel bando.
Le suddette clausole, pertanto, hanno senz’altro inciso nelle scelte progettuali che
hanno portato a configurare il progetto.
Pare invece, osservando le opere esposte e
senza entrare nel merito specifico dei loro
contenuti, che la giuria non abbia ritenuto
di considerare il fattore costo, nonostante
le regole di cui sopra, visto che tutti i progetti, ancorché pregevoli, che hanno ottenuto punteggi alti risultano anche molto
costosi, compresi quelli premiati.
Perciò, forse, sarebbe stato meglio se il
bando non avesse citato il problema dei
costi e dei benefici.
In questo modo, poiché era un concorso di
idee, sarebbe stata coerentemente premiata la migliore idea in quanto tale, al di
là di ogni aspetto economico.
Riguardo la questione del voto di gradi-
mento richiesto ai cittadini, ritengo sia positivo far partecipare la popolazione ad un
evento di grande significato per il centro
storico e per tutta Gemona.
Sarebbe giusto, però, dar loro almeno un
elemento di conoscenza che riguardi per
l’appunto il costo di realizzazione previsto
in ogni progetto.
Credo che questa informazione sia doverosa quale elemento di consapevolezza
che ogni cittadino debba avere prima di
esprimere il suo voto, dato che alla fine
sarà Lui stesso che dovrà sostenere il
costo dell’opera su cui esprime il gradimento, nel caso venga realizzata.
In ultimo: sarebbe stato corretto indicare,
in questa mostra, i tre progetti premiati, in
modo da render loro un meritato riconoscimento quali vincitori di un concorso
pubblico di livello nazionale.
Remigio Urbani
Udine 27 settembre 2013
Nota della redazione
Consideriamo l’iniziativa dell’Amministrazione Comunale
degna di nota. In attesa di riconsiderarla in modo più approfondito nei prossimi numeri
di P&M, riferiamo che oltre ai
progetti in gara, molto diversi l’uno dall’altro e senz’altro “belli” nel complesso,
diverse altre idee sono circolate tra i commenti di rito. Tra queste, ne segnaliamo
una che ci è particolarmente piaciuta. Si
tratta di un bellissimo ed originale sistema
a mongolfiera.
Ben sappiamo che è anche quello che
meno probabilmente sarà realizzato, ma
del resto nulla si sa anche della realizzazione degli altri progetti, quindi non si
comprende, in definitiva, lo scopo della
votazione proposta. Né si può comprendere come si possa seriamente votare indistintamente un progetto tra 26 senza
sapere se uno costa, magari, sei o sette
volte più di un altro o quali vantaggi e
svantaggi ha una soluzione rispetto ad
un’altra (ad es. l’accesso da nord oppure
da sud, la galleria verticale o la risalita all’esterno che permette di ammirare i panorami durante il percorso, la galleria
orizzontale di base che collega i due lati
del colle …), oppure se qualcuno di questi
possa presentare qualche rischio per la
stabilità del colle (un buco di sei metri di
diametro scavato con l’esplosivo sotto alla
torre non è uno scherzo e non lo è neppure
l’evacuazione, almeno in buona parte dall’alto, di diverse migliaia di tonnellate di
roccia di risulta). Non viene fornita alcuna
spiegazione.
Quindi, per una volta, stiamo leggeri… e
diamo un voto all’idea più simpatica, per
quello che vale!
15
>
Oltre ad essere p robabilmente di gran
lung a il progetto più economico, è senz’altro quello che meno di tutti intacca l’integrità strutturale del colle, non modifica
in alcun modo il suo aspetto, ha costi di
gestione sicuram ente bassi e pratic amente nulli in caso di dismissione futura
(ad esempio, per manc anza di fondi per
garantirne l’esercizio), in quanto manca
qualsiasi elemento inquinante da smantellare, ed infine rapp resenta p er oggi e
per domani un elemento di attrazione turistica e ludic a che non teme paragoni e
potrebbe essere determinante per il richiamo turistico a Gemona.
giovani>
Lavoro nei limoneti
a Partinico
Una vacanza ‘alternativa’ sui terreni confiscati alle mafie
E!STATE LIBE RI
L
egalità e Responsabilità
è il titolo del progetto promosso
dalla Rete B*SOGNO D’ESSERCI - che
ha visto come protagonisti 33
studenti frequentanti le scuole superiori di Gemona e 3 quelle di Tolmezzo,
accompagnati da quattro docenti, in
un percorso di volontariato e formazione sui terreni confiscati alla criminalità organizzata in Sicilia dal 22 al
28 luglio 2013 con “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.
Così ci raccontano questa significativa
esperienza.
Che cos’è Libera?
E’ un’associazione fondata da Don Luigi
Ciotti nel 1995 che promuove iniziative di
vario genere con l’intento di sollecitare la
società civile nella lotta contro le mafie e
di promuovere legalità e giustizia.
Dove siete stati?
Eravamo poco distanti da Capaci e Palermo, presso Cinisi, paese natale di Peppino Impastato, giovane giornalista
assassinato dalla mafia nel 1978, la cui
storia ha ispirato il film “I cento passi” di
M.T. Giordana.
Che cosa vi ha motivato a intraprendere
questa ‘avventura’?
Le motivazioni sono state molteplici: per
approfondire i temi di legalità e responsabilità che i docenti avevano trattato a
scuola, perché ci siamo interessati all’argomento mafia dopo l’incontro a scuola
con il referente provinciale di Libera, Francesco Cautero, per conoscere questa realtà più da vicino e vedere come essa
viene combattuta dalle cooperative e dalla
gente del luogo, per visitare i luoghi dove
hanno vissuto persone che ammiriamo
per il loro coraggio, per vivere una settimana fuori casa, per fare nuove amicizie e
per crescere culturalmente.
E’ un’esperienza solo per giovani o per
gruppi?
E’ un’esperienza aperta a tutti, dai 14 anni
in su, sia per singoli che per gruppi, piccoli
o numerosi. Comunque, a qualsiasi età ci
si vada, lascia sempre un segno positivo.
Per informazioni basta entrare sul sito www.libera.it, alla voce ‘campi di volontariato’.
Quali sono i requisiti per partecipare?
Non servono requisiti particolari , basta
Coop Libera-mente Marina di Cinisi (PA)
Nella pagina seguente:Foto di gruppo davanti a Casa Memoria a Cinisi con Giovanni Impastato.
L’ omaggio con le nostre firme a Giovanni Falcone e a tutte le vittime di mafia (Albero Falcone)
> 16
A cura di Amalia Ellero
solo avere voglia di fare e di mettersi in
gioco per poter cambiare, a piccoli passi, il
futuro di tutti noi.
In cosa consisteva la vostra giornata?
La nostra giornata iniziava con la colazione alle 8.00, poi ci mettevamo in cerchio e venivamo suddivisi in piccoli gruppi,
a seconda delle attività da svolgere, di solito a rotazione: aiuto cucina, pulizia camere, sradicamento erbe infestanti e
lavori vari di ripristino aiole e spazi esterni
nel giardino delle quattro villette confiscate alla mafia. Chi andava a lavorare nel
limoneto a Partinico partiva alle 5.00 del
mattino. Lavoravamo fino alle 11.30-12.00,
poi andavamo a fare il bagno nel mare dall’acqua limpidissima poco distante e verso
le 13.00-13.30 pranzavamo. Nel pomeriggio
riposavamo o tornavamo al mare. Alle 17.00
circa c’erano degli incontri con persone impegnate nella lotta alla mafia o parenti di vittime di mafia. La sera generalmente eravamo
liberi da impegni.
Chi avete conosciuto?
Abbiamo conosciuto i componenti della
Coop. Libera-mente, che ci ha dato ospitalità; la dott.ssa Claudia Ferrari, Sostituto
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, impegnata nella parte
finanziaria della trattativa stato-mafia; la
dott.ssa Claudia Ciccia, Direttrice della
Banca Etica di Palermo; Don Leoluca Pasqua, un sacerdote originario di Corleone
che ha fondato un oratorio dedicato a Don
Pino Puglisi; Giovanni Impastato, fratello
di Peppino Impastato, e alcuni loro amici;
Alfonso De Pietro, cantautore impegnato
nella lotta alla criminalità organizzata; il
giornalista siciliano sotto scorta di Telejato, Pino Maniaci.
Che cosa ha significato per voi condividere questa esperienza assieme a ragazzi/e provenienti da scuole diverse
(I.S.I.S “D’Aronco, I.T.C.G. “Marchetti”,
Liceo “L. Magrini”. I.T.I. “Solari” e I.S.IS.
“Paschini-Marchi”), da paesi diversi e
di età diverse?
E’ stato un bel modo di fare nuove amicizie
l’unico modo p er restituire dignità ai
cittadini del luogo. Cosa ne pensate?
Può essere certamente utile per dimostrare che non è la mafia a comandare, ma
non è sicuramente l’unico modo. E’ anche
molto importante informare e coinvolgere
la gente e le comunità del luogo. Il modo
migliore per ridare dignità a queste persone è non avere paura e agire per rendere
queste terre un posto migliore per le future generazioni.
Che cosa desiderate per le popolazioni
che vivono in quelle terre?
Che siano finalmente libere dal controllo
della mafia e possano godere di una vita
degna di essere chiamata tale.
Cosa hai scoper to della tua realtà che
prima vivevi senza esserne consapevole?
Che la mafia è radicata anche al Nord e qui
fa fruttare i suoi investimenti.
Come potreste dare seguito a questa
esperienza?
Testimoniandola a chi non c’è stato, a partire dai ragazzi della nostra scuola, invitandoli a provarla in prima persona,
coinvolgendo più persone possibili, e impegnandoci nel nostro piccolo seguendo
principi di legalità e responsabilità.
Intendiamo anche dare vita ad un presidio
di Libera a Gemona e vorremmo contribuire ad organizzare ogni anno una viaggio nei terreni confiscati alla criminalità
organizzata con altri studenti e proporlo ad
altri gruppi, come la parrocchia, il catechismo, o semplicemente come gita tra amici.
Abbiamo anche invitato Giovanni Impastato a venire da noi a parlare ai giovani e
agli adulti. Salvo inconvenienti, verrà venerdì 29 novembre.
Come riassu mereste quello che avete
vissuto con una frase o con una parola?
Attraverso questa esperienza sono maturata/o molto come persona. La porterò
sempre con me. Un’esperienza unica, che
ti fa crescere. Da fare assolutamente. Indimenticabile. Meravigliosa. Altamente
educativa. Toccante. Significativa per il
presente e per l’avvenire. Mai arrendersi.
Insieme riparte il futuro.
I giovani di E!STATE LIBERI:
Bambore Hassam, Barnaba Kassandra,
Blasina Giulia, Borgomainerio Dafne,
Cortolezzis Ylenia, Copetti Stefano,
Cucchiaro Michela, Danelutti Samuel,
De Giudici Shamira, Del Cozzo Francesco,
Demarchi Gioele, De Monte Monica,
Feregotto Mila, Flora Andrea, Forgiarini
Michela, Giacomini Enrico, Guerra
Emiliano, Lepore Martina, Lo Giudice
Martina, Londero Desiree, Londero
Francesca, Marini Matteo, Marongiu
Luca, Marongiu Marco, Menotti Alessia,
Montagnese Elvis, Narduzzi Sara,
Palumbo Vittoria, Patat Nicola, Roseano
Sara, Roseano Stefania, Soncin Eva,
Stocco Filippo, Tambosco Caterina,
Temel Mattia, Tonino Francesca.
Insegnanti accompagnatori:
Ellero Amalia docente referente della
Rete B*sogno d’esserci, Nikola Di Giorgio, Luchini Paola, Zamolo Mirella
Per informazioni potete scrivere a
[email protected]
17
>
e confrontarsi con persone di età differenti, provenienti da altre scuole e altri
paesi - da Bergamo, da vari paesi della Sicilia, dall’Africa, persino dal Pakistan (con
noi c’erano due rifugiati politici che avevano raggiunto l’Italia a piedi impiegando
tre mesi). E’ stata un’esperienza interessante e molto istruttiva. Non abbiamo percepito alcuna diversità tra di noi perché
eravamo tutti lì con la stessa motivazione
e per lo stesso obbiettivo.
Come siete stati accolti dalla gente del
luogo?
I gestori della cooperativa Libera-mente e
di Casa Memoria Impastato erano contente e fiduciose nel vederci lavorare insieme a loro in un progetto che spesso
non viene esaltato o condiviso dalla gente
del luogo. Molte persone ci hanno accolti
in modo caloroso e cortese e sono state
disponibili con noi, alcune, invece, tendevano ad evitarci e preferivano non parlare
con noi, altre ancora – soprattutto anziane
- sembravano sottomesse, rassegnate e/o
indifferenti. Abbiamo percepito a volte
paura ed omertà, ma ci siamo resi conto
che molti si auspicano un cambiamento.
Diverse persone si sono aperte a noi e ci
hanno chiesto di continuare ad andare in
Sicilia e a sostenerli perché la lotta contro
la mafia non si può combattere da soli.
Che cosa avete ricavato da qu esta
esperienza di lavoro-formazione sui
terreni confiscati alle mafie?
Abbiamo approfondito le nostre conoscenze sulla Mafia e conosciuto i fatti avvenuti direttamente dai loro testimoni.
Grazie a queste informazioni possiamo
combattere meglio le mafie anche sul nostro territorio.
Abbiamo anche compreso che c’è ancora
tanta strada da fare per cambiare le cose,
ma che ogni grande fatica è gratificata dai
risultati ottenuti.
Secondo alcuni ‘preser vare’ qu este
aree dalla c rim inalità organizzata è
giovani>
L'estate dei giovani
L’estate è ormai un ricordo e noi abbiamo pensato
di fare un bilancio degli eventi più significativi
dei mesi appena trascorsi, parlando direttamente
con chi ha collaborato da vicino alla loro realizzazione…
a cura di Antonio Antonelli e Anna Piazza
foto G. Urbani
Giugno
foto A. Durigatto
> 18
A par tire dal 5 fino al 9 giugno Gemona è stata invasa da bombolette spray e giovani
creativi, per l’ottava edizione di Elementi Sotterranei, l’International writing and
street art festival, organizzata dall’Associazione Bravi Ragazzi, che ha visto quest’anno collaborazioni internazionali d’alto livello e numerose iniziative, laboratori e
concerti che non si sono limitati solo al Gemonese.
Ne abbiamo parlato con il presidente Francesco Patat (in arte Kerotoo) che ci ha raccontato la scelta di intitolare l’edizione 2013 ‘Generazioni’ con l’intento proprio di
proporre un confronto generazionale attraverso più stimoli creativi. L’obbiettivo è
stato creare - naturalmente a colori - un ponte comunicativo bidirezionale tra generazioni, perché ognuno reagisce a suo modo di fronte agli eventi della vita.
La reazione e il reagire ad una condizione che ci sta stretta, è il trait d’union tra nonni,
padri e figli.
Artisti talentuosi provenienti da Italia, Brasile, Spagna e Bulgaria, solo per citarne alcuni, hanno dipinto le loro reazioni sui muri gemonesi, facendo diventare la cittadina
un museo all’aperto, regalando arte e sinergie culturali ed etniche indimenticabili.
Il lavoro dei Bravi Ragazzi e di Elementi Sotteranei non finisce certo qui, attivissimi
e socialmente super coinvolti, sono in movimento tutto l’anno con numerose manifestazioni, e siamo certi che stanno già preparando la nona edizione che vedrà Gemona, ancora una volta, capitale dei writers.
Sabato 15 giugno è stata inaugurata la mostra Rock Music & Cover Art che ha visto
numerosi eventi musicali e incontri ad ingresso gratuito, che si sono svolti tra giugno e luglio a Gemona.
«E’ un progetto nato da un’idea maturata già lo scorso anno e alla quale quest’anno
siamo riusciti a dare seguito con un mese e mezzo di iniziative - racconta l’assessore
alla cultura Stefano Marmai - una sorta di esperimento fatto con l’intenzione di proseguirlo anche negli anni a venire facendo diventare Gemona una specie di laboratorio dove si fa, si parla e si discute di musica.»
Molti gli ospiti che si sono trovati a Palazzo Elti a parlare di musica in voga negli anni
’60, ’70, ‘80 e ‘90 tra le copertine dei 33 giri che hanno fatto la storia. Ricordiamo gli
appuntamenti con Carlo Massarini (giornalista radiotelevisivo esperto musicale) e Nicola Cossar (giornalista musicale per il Messaggero Veneto) all’inaugurazione del 15
giugno, Red Ronnie il 6 luglio e il concerto dei Motel Connection la sera del 14 luglio
in piazza del Ferro.
«Aver invitato Massarini non è stato un caso, la trasmissione ‘Mister Fantasy’ del
1981 è stata quella che per prima ha lanciato e proposto al pubblico i Videoclip, e
con quello spirito anche noi ci siamo fatti un po’ pionieri di questa iniziativa nuova
per Gemona e dedicata a tutti gli appassionati di musica - continua Marmai. - Per il
futuro stiamo pensando di riproporre la mostra e le iniziative dedicando spazio alla
musica italiana. Per i prossimi anni ci piacerebbe farlo in collaborazione con il LAB
internazionale della comunicazione. Ho già avuto modo di parlare con la direttrice
Emanuela de Marchi che mi ha dato massima disponibilità.»
foto M. Andenna
Luglio
Domenica 14 luglio è stata la volta della Crazy Race, la divertente gara amatoriale
organizzata per il terzo anno consecutivo dal Pan e Salam, che vede sfilare veicoli totalmente auto costruiti per le vie del centro storico. «Anche quest’anno è andata
bene, eravamo preoccupati per il numero di concorrenti che erano solo 13, quattro
in meno rispetto all’anno scorso, ma speriamo che il prossimo anno la partecipazione sia più elevata» ci racconta Sandy Londero, titolare del Pan e Salam. Oltre alla
consueta ‘discesa secca’ quest’anno c’era anche la possibilità di gareggiare con una
corsa libera, per divertirsi ulteriormente dopo la ‘fatica’ per aver costruito il proprio
mezzo. Veicoli bizzarri che per essere ammessi in gara devono rispettare rigidi controlli di sicurezza.
Alla fine della gara, tutti in piazza del Ferro per continuare la festa con il dj set e i
chioschi.
Da metà luglio fino alla metà di agosto, all’interno del progetto Re-Estate a Gemona,
gli esercenti del Centro Storico di Gemona (via Bini e Via Cavur) hanno deciso di tenere aperti i propri negozi per tutti i weekend fino alle 22.30. Un modo per incentivare il turismo e la visibilità dei negozi del Centro, durante il periodo estivo.
«E’ stata una bella esperienza - ci racconta Samantha Rodaro, titolare del negozio di
Via Bini, Istinto Moda - anche se c’è da lavorarci su… Le idee sono tante, e la partecipazione di turisti e gente locale è stata buona. Hanno aderito tutti i negozianti e
questo è stato sicuramente un forte segnale di coesione. Speriamo di poter replicare l’esperienza durante le festività natalizie.»
foto da FB
Glemone
CrazyRace
Il Lab (Laboratorio Internazionale della Comunicazione) ha aperto i battenti giovedì 25
luglio, e come ogni anno, ha portato a Gemona una ricchezza culturale e multietnica
importante. Circa 78 ragazzi provenienti da quasi 30 paesi del Mondo, si sono dati appuntamento a Gemona per condividere insieme un’esperienza formativa e culturale,
unica nel suo genere. Arrivato alla sua 50° edizione, quest’anno il tema era dedicato
alle eccellenze dell’enogastronomia friulana come veicolo per uscire dalla crisi. Il premio Gamajun è infatti andato a Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che commosso,
ha parlato al pubblico al Cinema Sociale nella serata del 29 luglio.
«La cosa più bella del Lab è il legame che si crea tra i ragazzi, i docenti e noi dello
staff. E’ qualcosa che ti porti dentro sempre, vivere a stretto contatto per due settifoto M. Andenna
>
19
foto M. Andenna
mane condividendo tutto, è un’esperienza meravigliosa, nonostante tutto il caldo
che faceva quest’anno!» A raccontarci la sua prima esperienza da insider nel Lab è
Martina Andenna, che si è occupata della rassegna stampa e di curare insieme al fonico Edoardo Bortolotti, la bottega radio che andava in onda il sabato pomeriggio (in
replica domenica e lunedì) su Radio Onde Furlane. «Sono tanti i ragazzi che ho conosciuto e che sono diventati miei amici, c’era Iroda dall’Uzbekistan, Aseel dall’Egitto che ha vissuto qui durante le sommosse nel suo paese. Quando le ho chiesto
se non avesse paura per la sua famiglia in Egitto mi ha risposto che avere paura era
come non vivere e che lei invece voleva vivere! Poi c’era Marie dal Giappone, e tantissimi altri ragazzi dal Dagestan, Perù, Messico, Brasile, India…»
I ragazzi hanno studiato l’italiano perfezionando il loro livello e ricevendo alla fine del
corso, un attestato valevole come crediti formativi universitarii. Anche quest’anno
circa il 40% dei ragazzi è stato ospitato presso le famiglie gemonesi ed il 60% presso
la Casa dello Studente. Molti i laboratori e le botteghe creative che hanno frequentato, oltre alle numerose gite ‘fuori porta’ (Venezia, Udine, Trieste, San Daniele) e le
attività serali che li hanno visti protagonisti.
Durante gli incontri aperti al pubblico, il Lab ha ospitato personalità come Curzio
Maltese (giornalista di Repubblica) gli sportivi Tania Cagnotto e Andrew Curtis How
e la campionessa paraolimpica Martina Caironi. Il magistrato e Procuratore aggiunto
a Reggio Calabria Nicola Gratteri, ospite ormai di diverse edizioni, ha raccontato le
dinamiche della ‘ndrangheta durante l’incontro del 31 agosto.
«E’ stata una bellissima edizione - ha concluso Martina - molto densa e con una
grande partecipazione di pubblico. Quello che ci tengo a sottolineare e che forse non
molti sanno, è che tutti gli appuntamenti del Lab sono aperti al pubblico. Spero il
prossimo anno di poter vedere più partecipazione possibile, perché esperienze del
genere, ti formano molto.»
Agosto
foto G. Urbani
foto G. Urbani
> 20
L’agosto gemonese è caratterizzato ormai dal Tempus che richiama ogni anno a Gemona migliaia di curiosi e affezionati.
La festa è iniziata il primo agosto con la consueta cena propiziatoria di via Bini, che
ha dato ufficialmente il via, sotto i più fecondi influssi, ai festeggiamenti.
«Quest’anno c’è stata una buona partecipazione a livello di pubblico, soprattutto di
sabato, sia dal punto di vista della quantità che da quello del coinvolgimento - ci racconta Verdiana Romanin (curatrice della direzione artistica dell’edizione 2013 insieme
a Francesca Gallina) consigliera della Pro Loco Pro Glemona -, ho notato che la gente
era più disposta ad entrare e ad assecondare le dinamiche e le proposte di quel
grande “gioco” che è il Tempus. Le persone si sono lasciate affascinare dalla ricca
proposta di cibi tipici del medioevo da gustare nelle taverne gestite dalle borgate,
dalle bancarelle del mercato medievale e soprattutto dalle animazioni.»
Il tema di quest’anno è stato il ripercorrere le tappe della vita, con il titolo inequivocabile di “De Vita... Jocunda - L’humana comedia de lo vivere” e anche quest’anno i
grandi protagonisti della manifestazione sono stati i gruppi storici: musici, sbandieratori, dame, cavalieri, gruppi teatrali, sputafuoco e giocolieri, che animano le strade
e le piazze del centro storico dal 1993, anno di nascita del Tempus Est Jocundum.
«Quest’anno anche gli esercenti del centro hanno collaborato in maniera particolarmente sentita - continua Verdiana - allestendo vetrine, esponendo i loro prodotti sulle
bancarelle, ideando menù ad hoc e vestendosi con abiti medievali,è stato bello.»
La borgata vincitrice del Palio del Niederlech di quest’anno, realizzato dall’artista
Marina Sussa e organizzato da Lodovico Copetti e Anastasia Degan Bianchet, è stata
Ospedaletto, mentre la dama castellana è Romina Lepore per la borgata di Maniaglia.
«Dietro al Tempus c’è un lavoro grandissimo da parte di tutti i soci, volontari e consiglieri della Pro Loco, novità degli ultimi anni sono i Pro Locos, giovani ragazzi che
danno una mano sia nell’organizzazione che nell’animazione. Per il prossimo anno ci anticipa Verdiana - cercando di essere propositivi, diciamo che potrebbero esserci
delle novità!»
Sabato 24 agosto presso il centro socio culturale di Godo, per il quarto anno consecutivo si è svolta la notte blu, organizzata dal Centro socio culturale di Godo e da
tutti i giovani, che ha riscontrato un’altissima presenza di pubblico, soprattutto di ragazzi, grazie alla capacità della borgata di coinvolgere le giovani generazioni.
Il blu è stato il colore principe, dalla polenta blu di Ciro, alla torta, fino ad arrivare agli
Laboratorio stop-motion
addobbi, rigorosamente nelle tonalità del ciano, tutto il ricavato della serata è stato
devoluto in beneficenza.
La musica ha allietato la serata, grazie alla fisarmonica di Luciano, al trombone di Antonio e alla voce di Ennio. Per i più giovani, tanta musica da discoteca grazie al dj set
a partire dalle 21.
Una bella serata, ci racconta l’organizzazione, che sicuramente sarà un successo
anche il prossimo anno.
Settembre
Sabato 7 settembre sì è tenuta la serata conclusiva dei laboratori creativi di Move On!
Organizzati e promossi dalla Casa per L’Europa insieme alle associazioni Uponadream e Media Educazione Comunità.
Per tutto il mese di agosto i laboratori di: ‘Web4fun’ (multimedia/blog) curato dal
dott. Giacomo Trevisan (Media Educazione Comunità), il laboratorio video ‘Parla con
lei’, tenuto da Giulio Venier e Marco Londero (Uponadream) e il laboratorio di illustrazione ‘Animarsi’ della dott.ssa Federica Moro hanno visto la presenza di ragazzi
d’età compresa tra i 14 e i 29 anni.
«La partecipazione dei ragazzi è stata buona, anche se negli anni ha sempre incontrato diverse difficoltà. Pur proponendo attività divertenti e formative, spesso la risposta dei giovani non sempre risulta entusiasta… - ci racconta Matteo Bellotto che
ha collaborato al progetto - C’era una media di circa 7/10 persone per laboratorio. I
partecipanti hanno prodotto diverse “opere”, che sono state presentate nella serata
finale del 7 settembre, che ha visto la partecipazione di Giorgio Monte e Manuel Buttus del Teatrino del Rifo che hanno presentato lo spettacolo sulla Costituzione “Non
sono Stato io”. Per le prossime edizioni sicuramente cercheremo di proporre delle
nuove attività pensando alle capacità espressive nascoste, (latenti o palesi) di tutti
coloro che vorranno partecipare.»
foto G. De Monte
Concludiamo questa nostra carrellata di eventi con la gara di MiniEnduro svoltasi
domenica 15 settembre, tappa finale dei Campionati Italiani, organizzata dall’Asd I
Sbandas iniseme al Motoclub Variano.
«Siamo molto soddisfatti della gara perché i piloti erano contenti e perché il nostro
lavoro è stato apprezzato molto anche dalla stessa federazione FMI (federazione
motociclistica italiana)» ci racconta Jessica Goi per l’associazione I Sbandas.
Nonostante il maltempo, che ha condizionato gli ultimi giri della gara, i giovani motociclisti si sono divertiti molto regalando forti emozioni al pubblico. Nelle Aspiranti
85 la gara è andata a Matteo Menchelli, davanti a Matteo Panigas e Samuel Pozzi.
Negli Aspiranti 50 Andrea Verona ha vinto davanti a Lorenzo Macoritto e Pietro Vitale.
Nella gara Esordienti vittoria per Lorenzo Corti, davanti a Gabriele Pasinetti e Filippo
Colarusso. Tra i Baby ha prevalso Denny Bastianon, su Michele Verona e Andrea
Gherzi. Infine, nella categoria riservata alle Squadre il Motoclub Gaerne si è messo
dietro il Motoclub Bergamo e il Presolana Enduro.
«Come prima cosa, abbiamo in mente di diventare Motoclub per il prossimo anno conclude Jessica - e di portare avanti grandi progetti come la gara di quest’anno.»
informazione pubblicitaria
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Gemona del Friuli
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21
>
[email protected]
buone pratiche>
Le bici
per praticare
sostenibilità
Un’esperienza dei giovani
di Padova nel campo del
recupero e del riuso
di Èlia Beacco
L
a Mente Comune è un costrutto filosofico che - applicato all’etologia - indica comportamenti messi in atto da
gruppi di individui della stessa specie in
uno stesso momento in maniera integrata,
ma senza scambi di informazione. Come,
per esempio, i movimenti degli uccelli in
formazione.
La Mente Comune però è anche un’associazione di giovani studenti e precari
che vivono nella città di Padova. Il senso
implicito del nome scelto è quello di indicare una svolta comportamentale (stili di
vita volti al risparmio, recupero, autopro-
duzione) la cui necessità è vissuta spontaneamente dai membri dell’associazione.
Matteo Lenzi - presidente di LMC e tra i
soci fondatori - ce ne riepiloga la storia, i progetti nei quali sono impegnati e le speranze.
Tutto comincia dall’aggregazione di alcuni amici e compagni di università. Nasce
nel 2008 una piccola sfida: concorrere ad
un bando della Regione Veneto. Il progetto, che viene approvato, prevede
l’apertura di laboratori creativi centrati sul
riuso di oggetti considerati rifiuto e l’apertura di una Ciclo-officina che diventerà il
pezzo forte dell’attività. Si vuole rispondere all’esigenza di sfidare comportamenti consolidati come l’abitudine a
gettare (cioè a “rifiutare”) oggetti obsoleti
o rotti, la pratica di una mobilità fissata
sull’automobile, l’abitudine all’acquisto
che sostituisce e consuma a velocità sempre maggiore. Le intenzioni sono quelle di
ridare vita e utilità allo scarto, promuovere
e sostenere una mobilità cittadina dolce,
pulita, salutare ed economica perché basata sulla bicicletta. Sono risposte giuste
alla città dei tanti studenti universitari,
dalla viabilità congestionata e dai costi
non proprio “per tutte le tasche”.
La sfida è vinta: nel 2012, a progetto
ormai concluso, vengono inaugurati la Ciclofficina e il laboratorio di artigianato
Così si presentano:
La Mente Comune è l’associazione giusta per chi crede che la sostenibilità sia fatta di compor tamenti pratici, e vuole riscoprire la propria vena manuale e creativa applicata al recupero e al riutilizzo, passando tempo insieme agli altri, per auto produrre cose utili e scambiare competenze ed
esperienze.
Noi de La Mente Comune siamo un gruppo di giovani … e ci unisce la convinzio ne che le situazioni
che non ci piacciono o che mancano nella nostra città possono essere cambiate e create da zero,
usando la nostra voglia di fare e la nostra creatività.
Abbiamo voluto perciò dar vita ad uno spazio per i cittadini come noi dove condividere interessi comuni, per poi trasformarli in azioni concrete, utili, ma soprattutto divertenti ...
http://www.lamentecomune.it/about/
http://lastazionedellebiciclettepadova.wordpress.com/
www.labsus.org
facebook.com/lamente.comune
> 22
creativo.. Quei giovani si sono costituiti in
Associazione e la Ciclofficina è aperta tre
giorni a settimana. Lì dentro le persone
trovano un socio di Mente Comune che dà
una mano a riparare le bici e fornisce assistenza. C’è qualcuno che insegna a fare le
riparazioni e chi dimostra come i pezzi di
vecchie bici possono essere ancora riutilizzati. E poi corsi di riparazione e di manutenzione gratuiti, per saper fare da soli
gli interventi più importanti. Chi arriva può
anche regalare pezzi di ricambio e bici e
così essere parte integrante del lavoro associativo.
Oggi l’associazione conta più di 400 soci.
Alcuni di loro, a titolo volontario, animano e
sostengono la Ciclofficina e i laboratori di
artigianato condividendo le loro competenze dalle 10 alle 40 ore alla settimana.
E poiché le buone idee si riconoscono
subito e trovano collaborazioni, ecco che
il Quartiere 5 ed il Comune sostengono e
si legano alle attività. Il Quartiere contribuisce economicamente alla realizzazione
di alcuni corsi e il Comune di Padova, grazie alla collaborazione con l’associazione,
ha aperto LA STAZIONE DELLE BICICLETTE.
È servizio e negozio insieme, per i cittadini
e i visitatori, all’insegna della sostenibilità
e della riduzione dei rifiuti: si possono acquistare biciclette usate o ripararle a prezzi
decisamente a buon mercato usando componenti recuperati nel territorio comunale.
Un’alternativa low-cost allo smercio di biciclette rubate e un’azione di contrasto al
degrado urbano e all’illegalità.
Da queste sinergie tra cittadini e pubblica amministrazione chi può imparare e
migliorare è sicuramente quest’ultima. Le
associazioni giovanili - specialmente se
impegnate in settori non riconducibili a
quelli delle associazioni più conosciute ed
“anziane” - faticano a sentirsi ascoltate e
comprese nelle loro esigenze. Non hanno
bisogno di uffici e segreterie ma di spazi
diversi, adattabili e trasformabili, dove
poter installare laboratori, mostre o fare
attività all’aria aperta. Un vecchio capannone in disuso o un’area verde abbandonata sono per loro più appetibili di una
stanzetta nel palazzo del centro cittadino.
Vorrebbero essere conosciute nella qualità del lavoro svolto, ma per questo servono incontri veri, non formulari di carta.
Vorrebbero non essere eternamente in
coda perché prima di loro ci sono le organizzazioni più tradizionali e conosciute...
Sanno fare molto con poco e poco chiedono a chi amministra le città. Ma quel
poco lo vorrebbero di qualità: nella relazione e nella risposta. La loro generosità e
fantasia nel dare soluzioni a problemi di
tutti dovrebbero trovare più fiducia e accoglienza nei Palazzi…
arte>
Disegnare dal vero...
Disegnare
l’istante!
In viaggio col taccuino:
ecco gli urban sketchers,
testimoni di storie e luoghi
di Giulio Calderini
P
er chi ha la fortuna di viaggiare
in città d’arte o in zone naturalistiche, capita d’incontrare sempre
più spesso persone che
disegnano “dal vero”.
Sono i “carnettisti da viaggio”,
disegnatori di strada, infaticabili
osservatori del mondo.
Può sembrare anacronistico
nell’era dei milioni di scatti digitali
“mordi e fuggi”, ma questa pratica
conserva il suo fascino intatto
e ha una lunga tradizione,
pensiamo al “carnet de voyage”
dei viaggiatori del ‘700 / ‘800 in cui
documentavano il Grand Tour in Italia.
Oggi come allora, disegnare il mondo
significa “guardarsi intorno” con
rinnovata sensibilità, sviluppare
l’osservazione non superficiale
attraverso tempi di viaggio più lenti
e naturali, utilizzare tecniche e metodi
adatti all’esplorazione consapevole
della realtà circostante.
USk Manifesto
Ma chi sono questi strani personaggi che si aggirano con matite e
taccuini?
Persone di ogni età uniti dalla
passione del viaggiare, disegnare dal vero e incontrarsi nei
Sketchcrawl organizzati, per
poi condividere on-line esperienze, esplorazioni e disegni.
Persone armate solo di taccuini, quaderni, album e blocchi
su cui disegnare con penne, matite, carboncini. Per i più esperti acquerelli in vaschette portatili, pastelli, chine e pennelli.
L’importante è viaggiare “leggeri”.
Viaggiare in luoghi lontani o a due passi
da casa, scegliere un paesaggio urbano
o naturale, un particolare...
Sono piccole e grandi storie da cogliere
e mostrare, un disegno alla volta.
2. I nostri disegni raccontano la storia di
ciò che ci circonda, dei luoghi in cui viviamo e di quelli dove viaggiamo
3. I nostri disegni sono una registrazione
del tempo e dello spazio
4. Siamo fedeli alle scene che osserviamo
5. Utilizziamo ogni genere di strumento e
preserviamo il nostro stile individuale
6. Ci sosteniamo a vicenda e disegnamo
insieme
7. Condividiamo i nostri disegni online
8. Mostriamo il mondo, un disegno alla
volta
... in arrivo le Matite Volanti!
Urban Sketchers nel Web, per saperne di più:
http://www.urbansketchers.org/ Un sito internazionale molto completo, tanti
link e corrispondenze, bellissimi taccuini
http://www.sketchcrawl.com/
I principali Sketchcrawl nel mondo
http://urbansketchers-italy.blogspot.it/
http://urbansketchers-sardinia.blogspot.it/
http://unacarrioladidisegni.blogspot.it/
http://www.matiteinviaggio.it/index.php
Alcuni blog aggregativi di sketchers italiani
E alcuni ottimi "carnettisti":
http://federicogemma.blogspot.it/
http://inviaggiocoltaccuino.blogspot.it/
http://caffeacolazione.tumblr.com/
http://www.inkontheroad.blogspot.it/
http://365onroad.blogspot.it/
http://clelialagioia.blogspot.it/
mini Glossario
Sketchcrawl
Raduno a tema (città,
borghi, parchi naturali...). Incontri con
i disegnatori di strada,
mostre dei taccuini,
workshops, etc.
Carnet de voyage
Diario di viaggio: taccuino moleskine, blocchi per schizzi, album,
quaderni, etc.
Sketchbook
Album da disegno per
raccogliere appunti,
schizzi, disegni
23
>
Sketchers a Gemona?
1. Disegnamo sul posto, all'aperto o al
chiuso, catturando ciò che vediamo con
la diretta osservazione
Amici dal terremoto
storis>
di Anna Piazza
[email protected]
Da Darmastadt a Ledis
Lo scrittore tedesco Rainer Witt
dal 1976 trascorre le vacanze
sui nostri monti
G
emona, settembre 1976. Uno strato di
polvere e macerie ricopre tutto il paesaggio, si respira desolazione e calcinacci.
Molti se ne sono andati in esodo a Lignano,
per scappare dal nulla, dalla morte che
hanno visto in faccia. Dalla paura di un terremoto che sentono ancora nelle costole, un
dolore che non può passare a distanza di soli
pochi mesi.
Molti altri invece sono ancora qui, avvolti da
tende di fortuna, in attesa di poter ricostruire
la loro casa, con entusiasmo e tanta speranza. Gemona sembra un fantasma bianco
in mezzo al Friuli.
Siamo agli inizi di questo settembre,
quando un giornalista, inviato per la tv tedesca Hessischer Rundfunk (HR Fernsehen)
con sede a Francoforte, arriva a Gemona con
la sua auto. Un viaggio lungo e faticoso con
lo scopo di documentare il terremoto friulano, all’estero.
Quel giornalista si chiama Rainer Witt, ha
solo 33 anni e il terremoto non l’ha mai visto.
«Sono arrivato in stazione e ho trovato
solo un carabiniere, che ovviamente non parlava tedesco.» Sorride Rainer al pensiero di
quei suoi dieci giorni gemonesi.
Oggi è davanti a me, con qualche anno in
più ma con la stessa viva curiosità che gli si
legge negli occhi. Se ne sta seduto nella cantina della famiglia di Valter De Cecco che da
anni ormai lo conosce e lo accoglie come se
fosse uno di famiglia.
In questi anni ha imparato il friulano che
mischia al suo italiano incerto e al tedesco,
ma tutti assicurano d’averlo sempre compreso.
«Quel carabiniere mi ha portato al centro
operativo di trasmissione, dove ho potuto
realizzare le interviste che mi servivano,
nemmeno lì nessuno parlava tedesco…»
Arrivato nelle ex scuole elementari di via
Dante, dove era allestito il Centro di Trasmissione, Rainer inizia a rendersi conto
della situazione disastrosa di questa piccola
> 24
cittadina pedemontana.
Sorvolando il territorio con un elicottero
militare, per fare le riprese video necessarie
al suo servizio per la tv, nota tra lo sgomento
e la disperazione, un’altura verdeggiante con
al centro solo un piccolo stavolo diroccato.
Tra tanta solitudine lui ci vede una bellezza
sconfinata e la curiosità, insita nel suo animo
da giornalista, gli salta alla testa, vorrebbe
sapere che posto è quello, ma non ha tempo.
Lo vede scomparire dietro di sé mentre l’elicottero ritorna a Gemona e lui si rende conto
che il suo lavoro è appena cominciato.
Con non pochi problemi di linguaggio
cerca di capire la situazione attuale perlustrando quello che resta di Gemona. La sera
arriva presto e lui rimane lì nel campo, dentro una tenda militare perché non c’è altra sistemazione possibile, insieme a tutti gli altri,
condividendo il loro sgomento e la loro
‘nuova quotidianità’.
E’ la mattina dell’11 settembre e una forte
scossa di terremoto lo sveglia bruscamente.
Tutti si vestono di quella terribile paura che
li aveva colti il 6 maggio. Per i gemonesi, l’11
settembre del ’76 rappresenta il crollo delle
speranze e della ricostruzione, che con tanta
fatica avevano da subito cominciato.
Rainer è lì in mezzo a loro, con quella
stessa paura registra le emozioni delle persone, le macerie, la polvere.
Dopo questo episodio, diventerà l’inviato
speciale tedesco per i terremoti, seguendo
da vicino le più disastrose scosse verificatesi
nel mondo durante gli anni ’80. Il suo servizio sul terremoto a Gemona rimbalzerà poi
sulle tv e nelle radio svizzere e austriache.
Con le comunicazioni interrotte a causa
delle nuove scosse, Rainer non può chiamare
in Germania per avvisare della situazione. Rimane lì, un po’ lavora un po’ aiuta, iniziando,
con qualche difficoltà di comunicazione, a
fraternizzare con quella gente così fortemente provata. Proprio quando, con un telefono di fortuna, cerca di mettersi in contatto
con la Germania, incontra Maurizio Marini e
grazie a lui conosce quello che diventerà poi
uno dei suoi più grandi amici: Luciano Boezio, l’unico in grado di parlare tedesco. Gra-
zie alla ritrovata possibilità di comunicare
per Rainer le cose diventano più semplici, insieme a Luciano, visita in lungo e in largo
quella Gemona disastrata che lo affascina e
lo colpisce profondamente. Ed è lo stesso Luciano che gli fa conoscere Ledis, spiegandogli come arrivare in quel posto che aveva
visto dall’elicottero.
Rainer intento a tagliar carote in Ledis,
dietro a lui il figlio Max
«E così, sono 36 anni che io vengo in Ledis
a fare le vacanze estive, ospite del mio amico
Luciano Boezio, di Valter De Cecco e di tutte
le persone che ho conosciuto negli anni.» Me
lo dice così con naturalezza e semplicità,
come se fosse la cosa più normale del
mondo prendere la macchina in mano, ogni
anno in luglio, caricarci l’intera famiglia (Rainer ha due figli adolescenti, Max ed Eva, e
una moglie, Gabrielle, che predilige il mare
alla montagna), partire da Darmstadt dove
vive, per venire in Ledis.
Perché lo stavolo visto dall’elicottero militare, altri non era che la proprietà di Cilio
Boezio, anch’egli divenuto suo grande amico
e scomparso ormai da diversi anni. Un colpo
di fulmine, che ogni anno lo riporta a Gemona trascinando con sé un cospicuo numero di amici tedeschi.
«Ricordo che le prime volte che venne qui,
poesia>
Alessandra Pittini
nata a Gemona del Friuli, vive oggi a
Monza. Si è formata a Venezia, perfezionando i suoi studi di violino e frequentando l’Accademia di belle Arti.
È stata assistente del Maestro Bruno
Saetti nel ciclo degli affreschi della basilica di Sant’Eugenio a Roma e ha affrontato in prima persona una parete in
affresco nella chiesa di San Martino
vicino a Udine: undici metri di Apostoli.
Si è poi dedicata per quarantun anni
di lavoro all’azienda familiare.
La poesia è arrivata tardi, in una dilatazione di spazi e tempi, come ricerca
di significati e valori di esistenza.
Il libro sottovoce, Edizioni del Leone,
Venezia, è stato pubblicato nel 1998 Primo Premio “Trieste poesia 2000”.
Con Campanotto Editore nel 2000 è
apparso Umidità dell’ombra - I° Premio
“L’attualità Bartolucci”, Roma 2002;
nel 2013 Il tempo delle cose.
Ringraziamo l’Editore per
l’autorizzazione alla pubblicazione.
scrittura di successo, e i suoi amici gemonesi, compagni di bevute e risate tra gli stavoli di Ledis, diventano protagonisti attivi del
suo romanzo.
Come Luciano Ferragotto (in arte Pindui),
suo carissimo amico che nella realtà è un impiegato dell’Enel: in Blutgeld diventa un commissario di polizia (commissario Pindui,
appunto) che si reca a Darmstadt per un congresso, lì conoscerà Petra, una giovane
agente di polizia che gli farà anche da interprete in quanto conosce l’italiano. Dalla loro
collaborazione scoprono una partita di denaro falso che il commissario aveva già visto
a Trieste e a Udine. L’omicidio di due italiani
nella cittadina tedesca complica la situazione
e il commissario Pindui decide di aiutare Petra
a risolvere il caso. Ritorna così in questura a
Udine, dove lavora, per raccogliere informazioni, mentre Petra scopre che i due italiani
uccisi erano originari di Brindisi e appartenevano alla Sacra Corona Unita che aveva commissionato la partita di denaro falso…
L’intreccio della storia, mi racconta Rainer,
finisce qui perché la fine non è ancora stata
pubblicata. La storia completa infatti sarà divisa in due parti, la prima scritta in tedesco e
la seconda in friulano…
Un progetto transfrontaliero che unisce in
scrittura due mondi, Darmstadt dove vive e il
Friuli che porta nel cuore, così diversi e geograficamente lontani.
«Sto lavorando con un traduttore a Darmstadt per finire la seconda parte del ro-
La copertina di Blutgeld
manzo», mi racconta, confessandomi di
poter presto presentare il volume qui da noi,
dopo l’esordio alla Fiera Internazionale del
Libro di Francoforte.
«Verrò in Ledis finché potrò, amo la libertà
di poter lasciare aperte le porte e le finestre
senza preoccuparsi di chi entra, amo sapere
che qui sono tutti amici, vedere la Moeda
scorrere e sentire il silenzio. Fare la pizza e il
pane in Ledis, stare in comunità, dove si beve
in compagnia e ci si diverte. Voglio insegnare
questo ai miei figli, la semplicità e la bellezza
delle amicizie che, nate in un momento drammatico, si rinnovano di anno in anno.
Sant’Agnese
Sant’Agnese
Sant’Agnese
Sopra una vallata di canti e incanti
un orizzonte con due cieli,
Il mare dell’erba è verde,
uno verso Gemona
un verde da imparare a memoria,
uno verso Venzone,
un verde che cammina
fra di loro i campanili
quando ciclamini e noccioli
si sfidano a distanza.
chiedono luce
per riempirsi di sole.
Sant’Agnese sull’erba
Le nature si parlano.
è una chiesetta bianca
che non crescerà,
Semispenti
bambina sempre
siamo partiti da lontano
da Prima Comunione.
per tornare qui, ancora una volta
e attendere nel silenzio
Il cielo l’abbraccia,
il tempo intatto:
il vento l’attraversa,
la voce delle cose
culla piano la sua campana,
con erba ciclamini e vento
TI AMO sul muro
in ascolto di Dio.
screpolato di calcina.
Sant’Agnese
Alessandra Pittini da “IL TEMPO DELLE COSE” Campanotto Editore, 2013
25
>
più o meno a partire dal ’78, non era abituato
a camminare in montagna, e faceva una gran
fatica a salire, anche perché lui e i suoi amici
erano soliti caricarsi di cibo, vino, birra,
grappa e liquori vari come se dovessero passarci l’intero inverno - mi racconta Luciano
Boezio con un mezzo sorriso - immancabilmente l’alcool finiva dopo poche ore!»
Affascinato da quella natura selvaggia e ribelle (fino alla metà degli anni ’80 erano pochissimi gli stavoli presenti in Ledis) e dal
silenzio che si respira in Ledis, da anni ormai
Rainer non perde occasione di venirci per
passare le vacanze e disintossicarsi dal suo
lavoro impegnativo.
«Non vengo a Gemona per fare delle vacanze economiche, ci vengo perché qui è bellissimo e se potessi ci starei per più di due
settimane!»
Rainer è un personaggio poliedrico: non è
solo un giornalista televisivo che ha girato il
mondo, ma anche uno scrittore di successo in
Germania. Mi racconta delle sue molteplici
pubblicazioni (sono più di 20!), di come sia
passato dalla satira, attraverso la scrittura di
spettacoli di cabaret, fino ad arrivare alla passione per i thriller e i polizieschi più impegnati.
Arriviamo così a parlare del suo ultimo
libro, Blutgeld (‘denaro insanguinato’, in italiano), dove racconta la storia oscura di un
omicidio con ramificazioni che partono dalla
sua Germania per arrivare fino a Gemona,
Osoppo, Udine e Trieste. Il suo amore per
questa terra lo porta anche dentro la sua
Lamps!
Lamps!
Lamps!
Lamps!
Lamps!
Segnalazioni, lettere, immagini ricevute dai lettori
Un'iniziativa dell'ISIS "R. D'Aronco">
musica>
A scuola di musica
L’atrio della scuola era stipato di persone: genitori, nonni, parenti, amici:
tutti ad assistere al saggio della
scuola di musica della Banda Musicale Città di Gemona. Ma il saggio,
tenutosi a inizio giugno presso la
sede della Banda, è stato solo il momento conclusivo di un lavoro durato
tutto l’anno: l’attività scuola di musica della Banda è iniziata a ottobre
del 2012 ed ha subito raccolto un nutrito numero di ragazzi che per un
anno si sono impegnati nello studio
della musica, a vari livelli.
Il saggio è cominciato con l’esibizione dei giovanisssimi allievi del
corso di propedeutica musicale e di
solfeggio, che si sono esibiti al flauto
dolce accompagnati dalla Banda. Poi
è stato il turno degli allievi di strumento: flicorno, sassofono, clarinetto
e percussioni. Il pomeriggio si è concluso con la consegna dei diplomi e
la festa di fine anno, molto partecipata, occasione di incontro fra genitori, allievi, insegnanti e bandisti.
Anche quest’anno la scuola di musica organizza vari corsi. Per i bambini dai sei agli otto anni è attivo il
corso di propedeutica musicale in
cui, con canti e giochi, si introducono
gli allievi ai problemi elementari
della musica. I più grandi, a partire
dagli otto anni, possono partecipare
al corso di solfeggio per imparare le
basi teoriche indispensabili allo studio di uno strumento. Poi ci sono i
corsi di strumento, tenuti da insegnanti diplomati e qualificati.
L’impegno di tutti gli insegnanti della
scuola è quello di insegnare i fondamenti della musica in maniera seria e
sistematica, ma con un taglio giocoso
e divertente, ed i risultati sono stati
evidentemente positivi. “Il gruppo di
propedeutica ed anche quello di solfeggio hanno partecipato alle attività
con entusiasmo con ottimi risultati”
racconta il Maestro Herbert Fasiolo.
“Da quest’anno alcuni allievi di solfeggio cominceranno già lo studio dello
strumento e presto, speriamo, potranno essere inseriti in Banda”.
“Stiamo cercando, appena avremo i numeri, di impostare una Banda giovanile
all’interno della scuola di musica” aggiunge il presidente Loris Sbaizero, “per
cominciare a introdurre gli allievi alla musica d’insieme, in modo che suonando
tra coetanei brani facili e divertenti, si
preparino all’ingresso nella Banda”
La scuola di musica della Banda Musicale Città di Gemona, che già a
metà settembre si è presentata con
un piccolo concerto nelle scuole elementari di Piovega e Ospedaletto, comincerà anche quest’anno la
seconda settimana di ottobre con
corsi di propedeutica musicale (per i
bambini dai sei ai sette anni), teoria e
solfeggio (per i bambini dagli otto
anni) e strumento: clarinetto, sassofono, oboe, fagotto, tromba, trombone, euphonium e bassotuba, flauto
traverso, corno e percusisoni.
Le lezioni si terranno presso la sede
della Banda alle ex scuole elementari
di Campolessi.
Per informazioni e contatti: Loris Sbaizero (presidente): Antonio Ramenghi (responsabile della scuola): Herbert Fasiolo (maestro): Email: [email protected]
La Banda Musicale Città di Gemona è presente anche su Facebook.
La "Scuele d'Arte"
compie 150 anni!
Nasceva a Gemona nel 1863,
centocinquanta anni fa, una
scuola serale e festiva con l’intento di preparare i lavoratori a
leggere, scrivere e apprendere
i rudimenti del disegno tecnico.
Da quella prima antica iniziativa, destinata a evolversi nel tempo sotto titolazioni diverse, sempre con l’obiettivo di incentivare l’istruzione tecnica
e professionale, è derivato l’attuale «Istituto statale di istruzione superiore» intitolato all’architetto Raimondo D’Aronco. Partendo dal prezioso
materiale d’archivio conservato dalla scuola, allievi e docenti stanno organizzando - in collaborazione con la Biblioteca Glemonense - un lavoro
di raccolta e studio di documenti fotografici e cartacei, nell’intento di ricostruire la storia di una realtà scolastica radicata nella memoria di più
generazioni e cifra significativa di un territorio. Saremmo grati se i lettori
di questo giornale volessero collaborare, permettendo di consultare eventuali testimonianze fotografiche del passato di loro proprietà.
Per contatti scrivere a Roberto Benedetti, ISIS D’Aronco – Via Battiferro, 7 –
33013 Gemona del F. (e-mail [email protected]).
commercio>
Un bonus per te!
Per informazioni e affiliazioni
Rappresentante di progetto Sig. M. Ricci
cell. 3358076595
Interessante iniziativa dei commercianti gemonesi per la promozione degli esercizi locali
A Gemona, come altrove, il commercio è in
forte sofferenza: alti costi di gestione, alti
costi di personale, sistema fiscale soffocante, giro d’affari sempre più assottigliato
in favore di attività magari situate in centri
lontani decine di chilometri eppur non sempre competitive. Ecco allora che le serrande
si abbassano, oppure, per tagliare i costi, si
taglia il numero di dipendenti.
Si sta però sviluppando a Gemona una brillante iniziativa che riporterà ai Gemonesi, e
non solo, il piacere di fare acquisti nel nostro territorio. Nata quasi in sordina per iniziativa di pochi commercianti, coinvolge
oggi molti negozi, esercizi, botteghe artigianali, attività di vario tipo.
Una tessera verrà gratuitamente distribuita
a famiglie gemonesi e frequentatori abituali
del nostro comune; su di essa, ad ogni
spesa effettuata in uno dei punti aderenti al
circuito, verrà caricato un credito immediatamente rispendibile in una qualsiasi delle
attività affiliate: più si spenderà, maggiore
sarà il bonus in regalo e quindi il risparmio.
Sarà inoltre attivo un punto-informazioni online gratuito dove conoscere il proprio credito e quali sono le attività aderenti
all’iniziativa. Iniziativa, questa, che sta prendendo forma grazie all’impegno di alcuni cittadini ma anche grazie alla collaborazione
del comune di Gemona e della Banca di Carnia e Gemonese.
Essa necessita però dell’impegno di noi tutti:
noi commercianti, per i quali gli sconti fissi
saranno un sacrificio, il quale però incoraggerà il rifiorire del commercio locale, e noi cittadini, che potremo trovare ciò di cui abbiamo
bisogno a costi convenienti e a breve distanza, assicurando un risparmio di denaro e,
altrettanto importante oggi, di tempo.
tecnologie>
Nonni su internet
“UN COMPUTER PER AMICO” Anno 2°
Gli utenti saranno coadiuvati durante tutte le lezioni del corso da uno studente
volontario che farà da tutor ai singoli corsisti.
TIPOLOGIA DEI CORSI Durata: 20 ore con cadenza settimanale
Sono aperte le iscrizioni al secondo
anno dei percorsi di apprendimento,
destinati agli over 60, delle competenze
che consentono un uso consapevole di
internet e delle sue applicazioni.
Il progetto, realizzato tramite convenzione con l’ISIS “R. D’Aronco” e il corso
di Periti Informatici, ha per scopo il coinvolgimento degli studenti delle scuole
superiori del territorio per sostenere, a
distanza ed in presenza, i cittadini che
> 26
vorranno partecipare agli incontri, che si
terranno presso lo stesso istituto scolastico, per acquisire nozioni e modalità
operative per un uso funzionale alle proprie esigenze della rete internet e delle
sue maggiori estensioni (social network, home bancking, email ecc.).
Il corso, tenuto da docenti di informatica,
si svolgerà in ambiente multimediale ed
ogni corsista avrà a disposizione un terminale internet.
Livelli:
base (per chi non ha competenze pregresse sull’uso di internet)
avanzato (per chi vuole acquisire nuove competenze e/o
conoscere altre applicazioni)
Inizio previsto: novembre 2013
Per iscrizioni ed informazioni:
- rivolgersi direttamente allo Sportello Filo d’Argento – AUSER,
presso la Comunità Montana, a Gemona, in via Caneva (piano terra)
il giovedì dalle ore 9.00 alle 12.00;
- telefonare al n. 0432/981412;
- inviare una mail all’indirizzo [email protected]
A s s o c i a z i o n i a de r e n t i a l C o o r d i n a m e n t o
A.C.A.T. - Associazione dei Clubs degli Alcolisti in Trattamento | A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute Mentale | A.V.U.L.S.S. - Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari | Amnesty International - Gruppo Italia 143 | Associazione "Bravi
Ragazzi" | Associazione "Coro Glemonensis" | Associazione "Coro Kelidon" | Associazione "Gruppo Special" | Associazione "Un blanc
e un neri" | Associazione Buteghe dal mont - Glemone | Associazione Casa per l'Europa - Gemona | Associazione Culturale e Compagnia
Teatrale Drèteledrôs | Associazione Culturale Friûl Adventures - Fiore (Osoppo) | Associazione Culturale Pense e Maravee | Associazione
Musicologi | Associazione Pro Loco Pro Glemona | Associazione storico-archeologico-culturale "Valentino Ostermann" | AUSER Alto
Friuli - Associazione per l'autogestione dei servizi e la solidarietà | C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita | C.I.D.I. - Centro territoriale d'Iniziativa
Democratica degli Insegnanti della Carnia e del Gemonese | CAI - Club Alpino Italiano - Sezione di Gemona del Friuli, Sottosezioni di Buia
ed Osoppo | Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis | Circolo Legambiente della Pedemontana Gemonese | Comitato per la Costituzione | Comitato per la Solidarietà di Osoppo | Ecomuseo delle Acque del Gemonese | Gruppo "Coccolastorie" | Gruppo Caritas della
Parrocchia di S. Maria Assunta di Gemona | Gruppo Missionario Parr. di S. Maria Assunta di Gemona | Gruppo Scout AGESCI Gemona 1
Si allargano le reti
PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA
Accanto al Coordinamento delle Associazioni
nuove realtà del no profit di Gemona compiono
i primi passi verso la messa in comune di spazi
e di iniziative
All’inizio sulla porta d’ingresso è
comparso un cartello: “Banda
Musicale Città di Gemona”.
Poi, con l’arrivo della primavera, si
sono cominciati a sentire rumori di
lavori in corso al secondo piano e
sulla porta sono comparsi altri cartelli. Sono arrivati mobili e persone: “I Sbandas” hanno rinnovato
e sistemato la loro stanza; l’associazione “Uponadream” ha cominciato ad allestire uno studio. Sulla
porta di un’aula è stata affissa l’insegna “Intaglio del legno”. Così,
pian piano, associazione dopo associazione, la scuola elementare di
Campo Lessi ha cominciato a ripopolarsi. E naturalmente sono
cominciati gli incontri, la condivisione di idee, dubbi e problemi:
«Abbiamo appena recuperato un
frigo: volete una birra?». «Ma avete
tolto la carta da parati! È venuta via
facilmente? Perché anche noi volevamo pitturare i muri, per renderli
un po’ più allegri...». E ancora:
«Per il riscaldamento, dal Comune
avete saputo qualcosa?». «Certo
che d’estate si potrebbe organizzare
una grigliata delle associazioni...».
Dice Jessica Goi, presidente dell’associazione motociclistica “I
Sbandas”: «Il Comune ha avuto
una grande idea innanzitutto perché si utilizza una struttura altrimenti ferma e in un secondo
«Problemi non ci sono stati finora, se non qualche piccolo lavoretto di manutenzione all’inizio,
soprattutto per quanto riguarda
le infiltrazioni d’acqua», aggiunge Marco Londero, dell’associazione “Uponadream”. «Una piccola
mancanza forse è l’ascensore, purtroppo non ancora utilizzabile:
dovendo trasportare molta attrezzatura al secondo piano, sarebbe
l’ideale poterlo usare nei momenti
di necessità. Per il resto direi che
tutto procede molto bene, e non
possiamo fare altro che ringraziare
l’Amministrazione per lo spazio
che ci ha fornito. Colgo l’occasione
anche per annunciare che il 24
ottobre alle 18 faremo una piccola
inaugurazione del nostro studio
con rinfresco».
«L’importanza di questa scelta è
molteplice» spiega l’assessore alla
cultura e allo sport Stefano Marmai. «In primo luogo i costi di utilizzo per le associazioni sono pari a
zero. Non vi sono, infatti, gli oneri
relativi al mantenimento di una
sede, e in un momento come questo
il risparmio economico non è da
sottovalutare. Inoltre, il concentrarsi delle associazioni in un unico
luogo rappresenta un vantaggio
logistico per l’Amministrazione,
che riconosce nel punto di ritrovo il
“centro pulsante” di nuove idee,
proposte e iniziative. La vicinanza e
la prossimità di diverse realtà associative dovrebbe aiutare a lavorare
in sinergia. Da questa “convivenza”
ci si augura possa nascere una sorta
di coordinamento delle associazioni stesse, al fine di migliorarne l’incisività e l’azione sul territorio».
Le associazioni che si sono stabilite
a Campo Lessi sono molto diverse
per obiettivi, attività ed esigenze,
ma forse questo, più che un ostacolo alla collaborazione, è una ricchezza che apre a nuove idee ed iniziative. «Noi della Banda siamo
andati a suonare alla gara di
Minienduro organizzata da “I
Sbandas”», racconta il presidente
Loris Sbaizero, «e pensavamo di
chiedere a “Uponadream” di farci
un video, o delle foto, naturalmente
se sono disponibili. Certo se non
fossimo ormai “visins di cjase” non
ci sarebbe venuta in mente una
cosa del genere». “Una cosa del
genere” è venuta in mente quindici
anni fa ad altri gruppi, che hanno
dato vita al Coordinamento delle
Associazioni Culturali e di Volontariato Sociale, oggi composto da
trenta realtà e saldamente “annodato” al Centro Storico, presso i
locali di via San Giovanni, che ospitano anche lo sportello del Centro
Servizi Volontariato della Regione.
Poiché la condivisione di uno spazio può non essere sufficiente a
mantenere rapporti di collaborazione, è auspicio di tutti i volontari
che il positivo dialogo avviatosi in
Campo Lessi sia sostenuto da un
solido metodo di lavoro, fondato su
periodici incontri di confronto e
scambio e, soprattutto, di individuazione di obiettivi comuni per lo
sviluppo complessivo di Gemona.
Antonio Antonelli
Il Sfuei è realizzato con il contributo della Regione Friuli–V.G. (L.R. n. 12/1995) richiesto dal Circolo Legambiente e dall’AVULSS nell’ambito del progetto “Una comunità
viva” promosso dal Coordinamento delle associazioni.
27
>
momento perché è molto più
facile collaborare con le altre
associazioni: i rapporti sono
molto buoni».
Sostieni la nostra autonomia!
Utilizza il Bollettino di c.c. postale n. 16895336
PENSEEMARAVEE
associazione culturale
Retro d’autore >
Davide Shaer
Coppi smalti marmo
in collaborazione con