Morto di fatica - SdL Intercategoriale

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Morto di fatica - SdL Intercategoriale
Sito del Sindacato dei Lavoratori intercategoriale
Morto di fatica
sabato 12 luglio 2008
MANTOVA
La storia di Vijay Kumar, bracciante indiano lasciato morire dal padrone perché clandestino
Da Il Manifesto del 12 luglio 2008
Mauro Ravarino
Morire sotto il sole cocente, morire senza che nessuno ti soccorra, morire come un impiccio per il capo che non vuol far
sapere che tu per lui lavori in nero. Così Vijay Kumar, indiano di 44 anni, se n’è andato il 27 giugno scorso, ucciso dalla
fatica dei campi, dal caldo e dall’indifferenza. È successo nelle campagne di Viadana, cittadina ricca della pianura
mantovana, a due passi dal Po. Solo ieri mattina sembrava una morte – tragica – ma senza troppi misteri, fino a quando
non è venuta alla luce una brutta e inquietante storia di sfruttamento e caporalato. Ed è scattata una denuncia per
omicidio colposo nei confronti del produttore ortofrutticolo Mario Costa. Vijay era in Italia da sette o otto mesi, clandestino
anche per gli effetti distorti della Bossi-Fini. Due settimane fa, venerdì, mentre lavorava nella frazione Salina in un
campo di meloni - che insieme alle angurie sono il frutto più tipico di questa redditizia campagna padana -, è stato colto
da malore. In mezzo a un appezzamento di terreno, sotto un sole che brucia e con la fatica che ti toglie il fiato. A un certo
punto, dall’alto, scatta un ordine, rivolto ai colleghi, braccianti come lui: spostate Vijay, portatelo in un altro luogo,
insomma toglietelo di mezzo. Il comando arriva dal padrone dell’azienda. Tra i lavoratori si è scatena il panico. La strada
è lontana, dove portarlo? Servirebbe un’auto, chiamano con i telefonini, ma il tempo passa e Vijay sta sempre peggio.
Rintracciano un connazionale a Suzzara, che dista almeno una ventina di chilometri da Viadana. Quando la macchina
arriva in via Bordenotte, vicino al campo, sono ormai passate due ore: un’agonia terribile per il cuore di Vijay, che non ce
la fa più a reggere. Lo portano in una zona alberata - il lavoro sporco è finito - e lì lo lasciano. Qui, vicino a un fosso, è
stato ritrovato, senza speranze e ormaimorto. Questa storia è venuta alla luce solo ieri, per dieci giorni si è raccontato
che Vijay fosse morto per il caldo, mentre si aggirava solitario in campagna. Intanto, gli inquirenti svolgevano i primi
accertamenti. Gli sviluppi sono stati clamorosi. Mercoledì è scattato il blitz di carabinieri nell’azienda di Mario Costa. Il
proprietario è stato denunciato per omicidio colposo, ma nei guai è finito anche il presidente della cooperativa Facchini
Vitelliani di Viadana per aver fornito all’azienda manodopera in modo irregolare. Nell’operazione sono stati identificati
quattro lavoratori extracomunitari occupati in nero, tre dei quali senza permesso di soggiorno. Ma il documento è stato
richiesto d’ufficio per motivi di protezione sociale; sono ritenuti, infatti, testimoni della morte di Kumar. Oltre che di
omicidio colposo, Costa dovrà rispondere di impiego di manodopera clandestina e dovrà pagare una multa di 90mila euro
per utilizzo di lavoratori in nero. E la procura di Mantova potrebbe contestargli anche l’omissione di soccorso. A Viadana
la tragedia di Vijay Kumar è stata molto sentita. Ventimila anime, delle quali oltre due mila stranieri. Un polo chimico
avanzato, un’industria agricola moderna e un tessuto imprenditoriale vivace (1300 aziende). Vanta poi il tasso più basso
di disoccupazione di tutta la Lombardia, l’1,6%. «Un’isola felice - la descrive il sindaco Giovanni Pavesi (Pd) - anche pe
l’integrazione, i matrimonimisti sono all’ordine del giorno e tra poco verrà istituita la Consulta per migranti». Le storie
dimarginalità e sfruttamento parevano lontante: uno dei sentimenti più ricorrenti è, infatti, lo stupore. Il lavoro nero
sembrava un fenomeno più che marginale, «al massimo stagionale », d’estate nei campi di meloni. «In un contesto di
piena occupazione - sottolinea Pavesi - c’è bisogno di manodopera e si fatica a recuperarla. E poi ci sono i problemi
burocratici, ci vuole troppo tempo per avere un permesso di soggiorno,ma sul rispetto della legalità da parte delle aziende
non si possono fare sconti». A dirla tutta, la cooperativa coinvolta non aveva una grande reputazione: «Aveva giÃ
ricevuto delle multe - spiega Cristiano Ferrarese, segretario della locale Camera del lavoro - ma poi non se n’era fatto
niente. Ora, come sindacati lanceremo delle iniziative, che vadano oltre la solita commozione e cerchino di fare qualcosa
di concreto».
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Da L’Unità on line
Sta male, ma è clandestino: lasciato morire in un campo Non hai il permesso di soggiorno? E allora non ti soccorro.
Anzi, ti nascondo. È così che è morto Vijai Kumar, l'indiano di 44 anni clandestino in Italia trovato morto in un campo a
Viadana, paesano del mantovano a fine giugno. L'uomo si è sentito male il 27 giugno scorso sul campo dove stava
lavorando in nero ma il proprietario avrebbe dato ordine ad altri braccianti di spostarlo in un altro luogo. Per non rischiare
una multa, lo ha fatto morire. Vijai è stato poi trovato distante dal campo, accanto ad un filare di alberi dove poi i
soccorritori, lo stesso giorno, lo hanno trovato ormai morto. Il titolare dell'azienda agricola "Mario Costa" in cui lavorava
l'indiano è stato denunciato a piede libero per omicidio colposo e multato di 90 mila euro per utilizzo di manodopera
irregolare. Ma ora indagato per omicidio volontario e omissione di soccorso. Anche la moglie dell'imprenditore, C.A., di
43 anni, è stata accusata degli stessi reati. La Procura della Repubblica di Mantova, infatti, la riterrebbe in qualche
modo coinvolta nello spostamento dell'extracomunitario, colto da malore, lontano dal campo dove stava lavorando,
causa prima del ritardo con cui è stato soccorso.La Procura ha disposto per il prossimo 15 luglio, all'ospedale di
Mantova, l'autopsia sulla salma dell'indiano Le campagne del ricco nord si confermano prontissime a sfruttare la
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manodopera in nero, sfruttando i disperati che arrivano, sottopagandoli con il ricatto del mancato permesso di soggiorno.
Il titolare di una cooperativa viadanese (cooperativa Facchini Vitellini, G.M. 63enne residente a Viadana) che aveva
fornito all'azienda otto lavoratori, oltre all'indiano morto, è stato denunciato per caporalato. Durante il blitz dei carabinieri
e dei funzionari dell'ispettorato del lavoro sono stati trovati al lavoro altri quattro extracomunitari impiegati in nero. Il
sindaco di centrosinistra di Viadana Giovanni Pavesi punta il dito contro la lentezza nel fornire i permessi di soggiorno.
«Il nostro comune - spiega - ha il record di bassa disoccupazione, l'1,3 per cento. Nell'agricoltura abbiamo proprio
bisogno di manodopera, ma si fa fatica a reperirla».
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