Le trecciaiole di Brozzi: rivolte e scioperi

3
novembre2000
MEMORIEDELQUARTIERE
Le trecciaiole di Brozzi:
rivolte e scioperi
Un’importante pagina di storia
n Marco Conti
Nel contesto dei borghi della
pianura fiorentina, l’industria
della paglia costituisce una
delle sue più importanti pagine di storia. Il benessere economico che ne derivò si riflesse in una evoluzione culturale
della p o p o l a z i on e c h e
tutt’oggi si può rilevare
espressa nel corpus edilizio
dei borghi e nelle sue prestigiose istituzioni laiche.
L’uso del cappello di paglia è
antichissimo, raffigurato più
o meno nelle forme classiche
lo ritroviamo in un dipinto di
Pisanello, sec. XIV. Fondamentali a questa produzione
furono gli esperimenti fatti
nel Settecento a Signa da Domenico Michelacci che riuscì
a coltivare una specie di grano, detto marzolo, che dava
maggior finezza al filo e conseguentemente alle trecce. È
questo l’inizio di una florida
industria che andrà man
mano raffinandosi. Con l’avvento dell’amministrazione
napoleonica in Toscana,
1805-14 si ha una espansione
dell’area commerciale del
prodotto in quanto poteva ess er e e s po r t a t o i n t u t t o
l’impero napoleonico ed in
America esente da dazi e gabelle, retaggi medioevali aboliti da Napoleone. L’impulso
dato a questa industria nel periodo napoleonico fu tale che
si protrasse anche nei decenni successivi. A livello edilizio, lungo il tracciato dell’antica Pistoiese, vie di Peretola
e di Brozzi, di questo periodo
si evidenziano alcuni edifici in
stile Neoclassico, fra questi,
p e r r affi n a t e z z a r i s a l t a
l’oratorio della Compagnia
fronteggiante la piazza di Peretola eretto nel 1821, lungo
l’antica strada emerge il bel
palazzo Filippini presso via de
La Sala, oltre sono altri due
palazzetti ed altri si trovano
nel tratto successivo, in particolare a S. Piero a Ponti: era-
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no le abitazioni dei “fattorini”
intermediari fra i grossisti e le
lavoranti a domicilio.
Con l’unità d’Italia tale industria cominciò a declinare, si
fa viva la concorrenza emiliana e veneta ma peggio ancora
quella di Giava, Cina e Giappone. I Savoia non si dimostrarono interessati a questa
espressione locale mentre le
amministrazioni precedenti,
più sollecite, si erano sempre
premurate di esporre il cappello di paglia di Firenze alle
più prestigiose fiere internazionali, peraltro il cappello di
paglia cucito a Brozzi si era
sempre distinto per la sua
qualità. Nonostante la concor-
renza straniera l’economia locale resse e lo si vede dalle
lunghe file di case a schiera
costruite in cooperativa che
nei borghi da Peretola a Brozzi fronteggiano intere strade.
Evento collaterale all’industria della paglia fu lo sviluppo
della fabbrica Del Panta che
per prima in Italia produsse
acqua ossigenata adatta allo
schiarimento della paglia dandole quel colore morbido che
fu apprezzato in tutti i mercati.
Importante fu il balzo culturale fatto dagli abitanti dei borghi, fiorirono istituzioni assistenziali laiche come la Società di Mutuo Soccorso di Pere-
tola, 1873, la Fratellanza Popolare che istituì il pronto soccorso nel 1900 ed altre con carattere ricreativo o musicale.
Di particolare importanza fu
l’erezione del monumento a
Garibaldi a Peretola, 1895 realizzato con il contributo della
popolazione che volle esprimere tangibilmente il proprio
ideale politico.
La crisi del settore, nel 1896 si
era così inasprita che il lavoro
di un giorno non permetteva
nemmeno l’acquisto di un tozzo di pane, si profilava una miseria economica oramai dimenticata. Il 15 maggio 1896
la trecciaiola Barsene Conti
prese il figlioletto in braccio e
si distese sui binari del tranvai, i vagoni che trasportavano cappelli di paglia a Firenze
furono assaliti e i cappelli incendiati, Barsene inalberata
una bandiera tricolore, con
due compagne percorse le
strade incitando le trecciaiole
alla rivolta. I disordini si protrassero per circa un mese allargandosi su un territorio delimitabile alle località di Prato, Fiesole, Impruneta, Carmignano, Poggio a Caiano.
Allo sciopero si unirono le impagliatrici di fiaschi ad Empoli e le tabaccaie di Firenze. È
questo il primo sciopero in
Toscana di rivendicazione salariale del lavoro femminile.
Nel Novecento l’industria del
cappello di paglia continuò a
decadere fino alla sua scomparsa.
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