Mourinho con la cravatta nera - Polo Servizi Culturali Abruzzo
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Mourinho con la cravatta nera - Polo Servizi Culturali Abruzzo
Mourinho con la cravatta nera il Centro — 12 aprile 2009 pagina 14 sezione: ALTRE ROMA. Silenzio assoluto, applausi, giocatori abbracciati e striscioni esposti su tutti i campi della seria A. Il calcio italiano, in occasione del 31º turno di campionato, si stringe così alle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto. A Roma, nonostante i 60 mila presenti sulle gradinate dello stadio Olimpico per assistere al derby, il minuto di silenzio prima del fischio d’avvio non viene interrotto né da un applauso né da un coro. Le due curve, mentre i giocatori romanisti e laziali si abbracciano al centro del campo, espongono striscioni come «03.32, Abruzzo un grande abbraccio», «Questa storia non va dimentica, Abruzzo siamo con voi», e ancora «Cordoglio per le vittime del terremoto». La tragedia che ha colpito L’Aquila non viene dimenticata neanche sugli spalti di Verona. Prima di Chievo-Milan spuntano due scritte che recitano «Normalmente tifiamo Chievo, ma oggi tifiamo per voi. Forza Abruzzo» e «Non ci sono parole: dal nostro cuore forza Abruzzo». C’é spazio anche per un polemico «Vigili del fuoco, Croce Rossa e Protezione Civile orgoglio della nazione - giornalista infamone non hai rispetto delle persone». A Napoli, poi, gli ultrà della curva B sottolineano che «Un minuto di silenzio non può bastare. Per il comune senso civico il campionato si doveva fermare. Noi ce ne andiamo perché non c’é nulla da festeggiare. Maledetto calcio moderno: che tu possa marcire all’inferno». In un altro lato della stessa curva ecco invece un altro lungo striscione di colore nero: «Dove la terra trema ancora, spazzando via la vita e i sogni senza un’umana spiegazione... non lasciamoli soli. Noi ultras vicini al vostro dolore». «Vergogna. Neanche il terremoto ferma il vostro calcio business» é, invece, la scritta esposta dai tifosi della Sampdoria allo stadio Via del Mare di Lecce. Cori di disapprovazione intonati poi all’indirizzo della Lega per la decisione di non sospendere il campionato. A Bologna, invece, chi prova a dissacrare («Vai Massimo», urlo di incitamento indirizzato a Marazzina) durante il minuto di raccoglimento prima del fischio d’inizio della gara col Siena, viene disapprovato sonoramente da tutto lo stadio Dall’Ara. A Milano, infine, anche il tecnico dell’Inter José Mourinho indossa una cravatta nera in segno di lutto, anziché quella consueta con i colori sociali. Sugli spalti, invece, oltre alle scritte di solidarietà indirizzate all’Abruzzo, un messaggio polemico: «Basta con i falsi moralismi: giocatori e addetti ai lavori per i terremotati donate parte dei vostri tesori. Fatti e non parole». A Genova: «Più forte del terremoto c’è la solidarietà». E ancora: «Vicini alla gente dell’Abruzzo». Striscioni, ma non solo. Del terremoto hanno parlato anche i protagonisti della giornata calcistica. Aurelio De Laurentiis , ad esempio, é stato tra i primi a muoversi, annunciando che avrebbe destinato l’incasso di ieri. Il presidente del Napoli nella lettera per gli auguri di Pasqua ai tifosi, ha scritto tra l’altro: «La nostra solidarietà, i nostri gesti d’amore, devono essere la pietra su cui costruire il futuro». «Tutta l’Italia sta dimostrando di essere vicina alla gente d’Abruzzo, come é giusto che sia», ha detto il tecnico del Milan, Carlo Ancelotti . «Non so se é stato giusto scendere in campo, in ogni caso c’é stato un minuto di silenzio come non avevo mai sentito». Ha fatto sentire la sua voce anche il pescarese Giulio Falcone , il difensore in forza al Parma: «Il calcio deve aiutare. Lo può e lo deve fare, nelle misure che gli competono, devolvendo quello che si può devolvere, ma anche cercando di offrire momenti di distrazione, visto che si tratta di uno sport e quindi di divertimento, e così deve servire per distrarre queste persone che stanno vivendo il lutto per le gravi perdite».