i variconi, storia di una palude - Ente Riserve Naturali Regione Foce
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i variconi, storia di una palude - Ente Riserve Naturali Regione Foce
I VARICONI, STORIA DI UNA PALUDE a cura di Alfonso Caprio L’etimologia della parola “Variconi”, molto probabilmente, deriva dall’aggettivo latino varicus (che allarga le gambe), a cui è stato aggiunto il suffisso accrescitivo –one; il termine a sua volta proviene dal verbo latino varico (divaricare le gambe, varcare, scavalcare), per indicare che, per oltrepassare le pozzanghere di acqua e fango di cui è costituita questa palude, bisognava, evidentemente, allargare di molto le gambe. Il vocabolo “Variconi” è affine alla parola “caramoni”, che in dialetto campano indica le grandi pozze naturali o artificiali scavate nel terreno, dove si bagnano i bufali domestici (Figura 1), durante la calura estiva, per rinfrescarsi e rimuovere i parassiti che si appiccicano alla pelle1. Fig. 1 L’area paludosa dei Variconi è ubicata nel territorio comunale della città di Castel Volturno (CE), essa si estende su 60 ettari e costituisce l’ultima zona umida di estuario fluviale rimasta in Campania. I Variconi sono delimitati a nord dalla foce a estuario del fiume Volturno, a est dall’abitato del Centro storico di Castel Volturno, dal rione Scatozza e dal Parco Radar, a ovest dalla linea di costa del mar Tirreno e a sud dall’area di Pineta Grande (Figura 2). 1 Fig. 2 Fig. 3 Cfr. G. PERILLO, L’allevamento della bufala in Italia, Bologna, Ediagricole, 1975, p. 5. 7 Questa zona umida salmastra (Figura 3) costituisce il residuo di un vasto complesso di aree palustri, che, prima delle bonifiche, comprendeva il pantano di Licola, il territorio di Lago di Patria, i Regi Lagni, l’estuario del fiume Volturno e giungevano fino al fiume Garigliano e oltre. Le grandi bonifiche, iniziate nel corso del XIX secolo2, furono completate nei primi decenni del 1900. I terreni bonificati furono, poi, lottizzati in poderi e assegnati ai coloni dall’Opera Nazionale Combattenti (ONC). L’area dei Variconi è costituita da una depressione, a sud del corso del fiume Volturno (Figura 4), di sedimenti alluvionali prevalentemente limosi, argillosi e sabbiosi (Figura 5), accumulatisi, in un originario golfo di mare (Figura 6), negli ultimi centinaia di anni. Fig.4 Fig. 5 Fig. 6 L’antica città romana di Volturnum, situata sulla riva sinistra della foce del Volturno, individuata nella zona dell’attuale Civita3, originariamente doveva sorgere molto più vicino alla 2 3 Cfr. G. SAVARESE, Bonificamento del Bacino Inferiore del Volturno, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1856; R. CIASCA, Storia delle bonifiche nel Regno di Napoli, Bari, Laterza, 1928. Cfr. L. CRIMACO, Volturnum, Roma, Quasar, 1991; A. CAPRIO, Castel Volturno. La storia, la cultura, i monumenti, 8 riva del mar Tirreno di quanto non lo è attualmente la città di Castel Volturno (Figura 7). L’odierna via Marinella, prospiciente e parallela alla via Domiziana, sembrerebbe ricordare la preesistente vecchia marina, successivamente l’apporto di detriti alluvionali da parte del fiume Volturno, creò prima l’area dell’attuale rione Scatozza, che nell’etimologia della parola4 sembra ben indicare una zona che si compone e si scompone secondo i capricci del moto ondoso, e successivamente l’area depressa dei Variconi. Fig. 7 Gli odierni stagni costieri dei Variconi (fig.8) si sono formati, quindi, attraverso varie fasi: in una prima fase i detriti alluvionali portati dalle acque del fiume Volturno si accumularono nei pressi della sua foce protraendosi nel mare (dal 1616 al 1876 tale estensione sarebbe stata di 2 km)5, si ebbe poi un apporto di sabbie e detriti dovuto alle correnti marine, le quali formarono un cordone sabbioso parallelo alla costa, che dette origine a un piccolo golfo costiero. Questo ultimo, con l’ulteriore accumularsi di materiali, si trasformò prima in una laguna, ancora parzialmente in contatto con il mare e successivamente in veri e propri laghetti salmastri. Al tratto finale del Volturno è accaduto quanto accade per tutti gli altri territorio posti alla foce dei grandi fiumi, dove il trasporto da parte delle acque fluviali, dei detriti alluvionali, amplia il territorio e allontana i siti storici dalla riva del mare. Basta pensare a quanto è accaduto alla città di Pisa in Toscana, che sorta alla foce del fiume Arno, per secoli è stata una delle più grandi repubbliche marinare italiane con il suo porto fluviale marittimo, oggi lo stesso è interrato e l’abitato storico sorge a circa 10 km dalla costa. Il cono deltizio del Volturno e con essa la vicina area dei Variconi, originariamente proteso verso il mare, è andato progressivamente riducendosi, negli ultimi cinquant’anni, a causa del ridotto apporto dei detriti alluvionali frenati dalle dighe costruite a monte o da prelievo dei materiali inerti lungo il corso del fiume. Soprattutto il prelievo di sabbie, occorrenti in campo edilizio, ha provocato una erosione marina, che ha determinato l’arretramento sia della foce che degli stagni costieri dei Variconi di ben 350 metri nel corso degli ultimi 34 anni. 4 5 le famiglie, Napoli, Parresia, 1997. Scatòzza, agg. Frantumato, fatto a pezzi. Cfr. A. SALZANO, Vocabolario Napoletano-Italiano – Italiano-Napoletano, Napoli, Giglio, 1986, p. 227. Cfr. AA.VV., Realizzazione di un apporto turistico alla foce del fiume Volturno e risanamento ambientale. Studio di fattibilità, Regione Campania-Comune di Castel Volturno, Società Italiana per Condotte d’Acqua Spa-Gruppo IRIITALSTAT, 1990. 9 Fig..8 Il territorio litoraneo di Castel Volturno era ricoperto, in epoca preromana e romana, da una vasta distesa boscosa e acquitrinosa, che dalla foce del fiume Volturno raggiungeva la regione flegrea, l’immensa, area ricoperta di macchia mediterranea, era denominata Selva gallinaria. L’antica selva è ricordata dal geografo Strabone (64/63 a.C.-ca. – 23 d.C.) nella sua Geografia (V,4,4); costui nel descrivere i luoghi del litorale marino presso la foce del fiume Volturno, riportava, tra le altre cose, che vi era: una boscaglia cespugliosa per l’estensione di parecchi stadi, sabbiosa e priva di acqua, che chiamano la selva Gallinaria. Colà i navarchi di Sesto Pompeo radunavano le proprie soldataglie piratesche, allorché questi fece ribellare la Sicilia6. La selva Gallinaria fu attraversata più volte da Marco Tullio Cicerone (106–43 a.C.), durante le visite che egli periodicamente compiva nelle sue ville di Formia e Cuma (Familiari 9, 23; Ad Atticus 15,1 e 2). Il poeta Decimo Giunio Giovenale ricorda in una sua Satira (III, 307) la pineta di Gallinaria, quale comodo rifugio di briganti. Il legname, di cui era composta questa enorme selva, servì nei secoli per fabbricare le navi dell’armata romana. Il poeta Publio Virgilio Marone (70 a. C. - 19 a.C) nell’Eneide (VII, 728-9) ricorda, nel passare in rassegna gli eroi che corsero in aiuto a Turno nella guerra contro Enea, il principe Aleso, che portò al suo seguito mille popoli feroci e tra questi anche <<tutti gli abitanti del guadoso Volturno (amnisque vadosi accola Volturni)>>. Il fiume Volturno era “guadoso”, si poteva guadare, passare alla sua foce perché vi era un basso fondale. Lo storico Tito Livio (64 o 59 a. C. – 12 o 17 d.C), invece, nella sua monumentale opera Ab urbe condita libri, ricorda che la colonia di Volturnum, da piccolo borgo fortificato (castellum), si trasformò in una vera e propria città: <<presso la foce del Volturno, ove è ora la città (ad Volturni ostium, nuc urbs est)>>(XXV, 20); qui i traffici marittimi dovettero essere così intensi se <<alle foci del fiume Volturno due navi, investite dalla folgore, avevano preso fuoco (Volturni in ostio fluminis duas fulmine ictas conflagrasse)>> (XXXVI, 37.3). La diffusione del Cristianesimo a Castel Volturno, lo si deve a San Castrese, nel IV sec. d.C. Egli sbarcò proprio alla foce del fiume Volturno, nell’attuale zona del Variconi, quando cacciato dall’Africa, vi giunse insieme ad altri martiri. Nella Cappella sita in Largo S. Castrese a Castel Volturno, la sua storia è raccontata in alcuni pannelli, in uno è raffigurato su una nave insieme ad altri martiri, in un altro il Presule è giunto alla foce del Volturno, tutti i passeggeri sono scesi dall’imbarcazione e ad essi è apparso il Signore e San Pietro tra gli Angeli. Sotto la volta della cappella è rappresentato San Castrese in gloria tra gli angeli che, dall’alto del cielo, veglia sul territorio di Castel Volturno, di cui è raffigurato il castello posto alla foce del fiume Volturno7. 6 F. SBORDONE, La Campania nella Geografia di Strabone, in AA.VV., Atti del XVII Congresso Geografico Italiano – Bari 23-29 Aprile 1957, vol. III Comunicazioni, a cura del Segretario Generale Prof. LUIGI RANIERI, Bari, Cressati, 1957, p. 594. 7 Cfr. A. CAPRIO, Vita di San Castrese vescovo martire e patrono di Castel Volturno, Castel Volturno, Associazione S. Castrese (Villa Literno (CE), Literstampa ), 2007. 10 L’immensa boscaglia che costituiva la Selva Gallinaria, per il Cluverio, era situata tra l’antica città di Volturnum (oggi Castel Volturno) e quella di Literno (oggi Lago Patria) nelle vicinanze del mare8. Nel 1562 Antonio Sanfelice ricordava, che dopo il fiume Volturno c’era La selva Gallinaria, cinta dal mare, e dal Lago di Patria, la quale nelle guerre civili diede comodità di legname a fabbricar l’armata navale di Sesto Pompeo. Questa per molti latrocini infesta, i tempi passati la spogliarono di arbori, e ora con le ghiande di elce, e col frutto di altri arboscelli il verno, adesca la preda a’ cacciatori, così di fiere, come d’uccelli.9 La foce del fiume Volturno, l’ampia zona dei Variconi e di tutto il territorio litoraneo sino e oltre Lago di Patria restò, per secoli, un’ampia zona paludosa con alte dune ricoperte di macchia mediterranea, sicuro rifugio durante l’inverno degli uccelli acquatici e perciò frequentato solo dai cacciatori, che vi si imboscavano per cacciarvi le prede selvatiche, così come è testimoniato anche dalle antiche carte geografiche che attraverso il tempo, rappresentate da cartografi e geografi, sono giunte fino a noi. In esse la zona costiera paludosa appare ampiamente documentata, e sono proprio queste antiche carte che fanno la storia di questa oasi protetta. La più antica raffigurazione esistente del territorio di Castel Volturno e della foce del suo fiume, su cui era stato edificato l’insediamento umano, si trova in un dipinto della Galleria delle carte geografiche delle stanze Vaticane a Roma (Figura 9).10 Figura 9 L’insediamento umano di Castellamare di Volturno, posto alla foce del fiume Volturno, è raffigurato interamente a ridosso del mare, al limite dalla piana dei Mazzoni, in una zona boscosa pianeggiante, è circondato da mura, che guardano verso il mare, in primo piano si nota, in rosso, lo scorrere della via Domiziana o quello che di lei rimaneva, che congiungeva le due sponde. 8 Cfr. PH. CLUVERII, Italia Antiqua, Bunonis, Guelferbyti, 1559, pp. 620-1. 9 F. A. SANFELICE, La Campania, recata in volgare italiano da GIROLAMO AQUINO CAPUANO, ora la prima volta data in luce da F. NICOLA ONORATI, Ex Provinciale De’ Minori Osservanti con la vita dell’Autore, Napoli, Orsini, 1796, p. 23. 11 La zona dei Variconi non è ancora raffigurata ma sembra essere in via di formazione nel XVI secolo, ciò appare testimoniato dalle secche sabbiose prospicienti il litorale marino. Le quaranta carte geografiche, affrescate sulle pareti della Galleria pontificia, raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII (1572-1585). Furono dipinte fra il 1580 e il 1585 sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del tempo. Considerando come elemento divisorio l’Appennino, su di una parete sono raffigurate le regioni bagnate dai mari Ligure e Tirreno, sull’altra le regioni bagnate dall’Adriatico. Ogni carta regionale è corredata della pianta della città principale. Fig. 10 Fig..11 La situazione lungo il litorale domizio e presso la foce del fiume Volturno restò inalterato nel corso dei secoli. Nella carta geografica incisa dal Baratta nel 1616 e intitolata Campaniae Felicis Typus (Figura 10), le aree boscose si estendevano dalla foce del fiume Volturno sino ad oltrepassare i Regi Lagni e ad arrivare a Lago di Patria. Anche la successiva carta del 1625, compilata dal Donati e intitolata Iter Neapolitanum (Figura 11), mostra la foce del fiume Volturno, con la Torre del Volturno, che anticamente insisteva proprio nell’area prospiciente i Variconi, nella zona dell’attuale Parco Radar, dove oggi è ricordata dalla sola via Torre; essa fu divelta, dopo la seconda guerra mondiale, e i suoi materiali, soprattutto pietre e sassi, furono riutilizzati dai nativi per la ricostruzione di civile abitazioni bombardate nel centro storico del paese. La zona dei Variconi non è ancora riportata distintamente nell’ Atlante geografico del Regno di Napoli compilato dal Rizzi Zannoni nel 1808 (Figura 12), dove la Torre di Castel Volturno è segnata e ben visibile ma a ridosso del lido marino (Figura 13), l’ampia foce dell’estuario del fiume Volturno non sembra aver creato ancora quelle vaste lagune marine, che oggi portano il nome di Variconi. 12 Fig. 12 fig.13 La Carta topografica ed ideografica dei contorni di Napoli, compilata dall’Officio Topografico nel 1819 (Figura 14), definisce la zona finale del delta del Volturno, con le sue aree stagnanti e gli altri elementi fisici del territorio; in particolare lungo il litorale si succedono con una sequenza di dune più o meno consistenti, lunghe dai 200 ai 1.00 metri e alte dai 2 ai 5 metri, molto probabilmente ricoperte di macchia mediterranea. Le sabbie portate dalla corrente del fiume Volturno hanno formato, presso la foce ad estuario dello stesso, delle isole, la più grande all’imboccatura dello stesso Fiume, creando una foce ormai a delta dello stesso. La Torre di Castel Volturno è orami ai margini di quella zona che costituisce oggi l’oasi dei Variconi. A questa ultima carta preunitaria, segue quella successiva postunitaria. Fig. 14 fig.15 La Carta topografica compilata dall’IGM nel 1876 (Figura 15), molto più dettagliata delle precedenti nell’indicazione di luoghi, testimonia un ampliamento del territorio dei Variconi, grazie evidentemente all’apporto dei detriti alluvionali, che trasportati dalla corrente del fiume creavano, al centro della foce ad estuario del fiume Volturno, delle piccole isolette di sabbia e un cordone a sud, che ne ostruiva quasi l’ingresso. Sono indicate chiaramente il Lagno di Fossa Piena, che convoglia le acque dell’interno del territorio di Castel Volturno verso il fiume e la Torre di Castelvolturno con parte dell’attuale territorio dei Variconi. 13 La carta geografica successiva mostra come in mezzo secolo, dal 1800 1860 (Figura 16), la linea di costa, attraverso i detriti alluvionali e il ripascimento delle onde marine, abbia portato alla creazione dell’attuale zona dei Variconi, presso la foce del fiume Volturno. Fig. 1611 fig.17 compilata dall’IGM del 1907 (Figura 17) mostra un ampliamento delle dune marittime soprattutto all’imbocco della foce del Volturno nella zona dei Variconi e con la forma della foce ancora a delta, a causa dell’isolotto di sabbia formatosi proprio al centro dell’estuario. L’assetto territoriale costiero di Castel Volturno si modifica ulteriormente con la realizzazione della bonifica integrale del suo territorio, la carta topografica dell’IGM del 1954 (Figura 18) mostra la zona del Variconi formatasi completamente, del territorio è riportato chiaramente anche il nome. L’isoletta al centro della foce del Volturno è scomparsa, saldatasi alla terra ferma, grazie ai detriti alluvionali portati dalle acque fluviali e alla sabbia accumulata dalle correnti marine. 11 Questa cartina come le altre dello stesso tipo sono tratte da AA.VV., Realizzazione di un apporto turistico alla foce del fiume Volturno e risanamento ambientale. Studio di fattibilità, Regione Campania-Comune di Castel Volturno, Società Italiana per Condotte d’Acqua Spa-Gruppo IRI-ITALSTAT, 1990. 14 Fig.18 L’assetto ambientale del territorio dei Variconi si mantenne sostanzialmente intatto nei decenni successivi, nonostante la realizzazione di nuove sistemazioni idrauliche. La Carta topografica La stessa carta del 1954 riporta anche l’indicazione del primo faro eretto sulla duna marina, nei pressi della foce, a ridosso dei Variconi (Figura 19), che serviva per segnalare visivamente ai naviganti l’ingresso della via fluviale, che per secoli aveva consentito i traffici commerciali nella zona. Fig. 19 fig. 20 Le successive carte geografiche (Figura 20, 21 e 22) mostrano come, a partire dagli anni Cinquanta del secolo passato, il territorio palustre dei Variconi subisce una lenta ma inesorabile erosione, il mancato arrivo dei detriti, la subsidenza causata dello scavo dei laghetti artificiali per il prelievo di sabbie, il peso di migliaia di nuove abitazioni e il moto ondoso portano alla scomparsa di un’ampia zona di arenile e quindi di ben due fari costruiti sul litorale marino (Figure 19, 23 e 24). 15 Fig.21 Fig.23 fig.22 Fig.24 La zona umida dei Variconi costituisce un rilevante ecosistema ambientale e naturalistico, il 60% della sua superficie è occupata da due piccoli stagni costieri salmastri comunicanti tra loro, in parte alimentati dalle acque del fiume Volturno, in parte dall’apporto di acqua marina, che vi giunge grazie ai flussi della marea. L’area costiera retrodunale depressa è separata del mare da un cordone sabbioso litoraneo, con dune costiere spesse anche 5 m. 16 Fig.25 fig.26 I cordoni dunali sono colonizzati da tamerici e giunchi, vi si trovano pure estensioni di salicornia, folti canneti e pini marittimi tipici della macchia mediterranea. Gli specchi d’acqua salmastra, di estensione variabile, costituiscono un importante sito di sosta, svernamento e nidificazione per l’avifauna, costituita da numerose specie di uccelli acquatici, quali: folaghe, garzette, germani reali, cavalieri d’Italia, aironi, ecc.12 Le bellezze paesaggistiche, naturalistiche e faunistiche dell’oasi dei Variconi ispirano, agli animi più sensibili dei visitatori e degli abituali frequentatori, pensieri e componimenti, che, molte volte, sotto forma di poesie vengono pubblicate, per indirizzare i lettori a prendere coscienza del fascino, che la palude sa ancora suscitare nell’animo di un più attento osservatore.13 12 Cfr. C. D’ANTONIO, Ricerche faunistiche nell’Oasi dei Variconi, in http://www.google.it/search?q=costantino+d%27antonio+ricerche+faunistiche+nell%27oasi+dei+Variconi&btnG= Cerca&hl=it&source=hp&rlz=1W1ADFA_itIT424&gs_sm=s&gs_upl=6209l13572l0l15943l21l21l0l8l8l0l343l3323l 0.3.6.4l13l0&oq=costantino+d%27antonio+ricerche+faunistiche+nell%27oasi+dei+Variconi&aq=f&aqi=&aql= 13 Cfr. A. CAPRIO, Variconi (poesie palustri), Ragusa, Cultura Duemila Editrice, 1993. 17 Fig.27 La zona dei Variconi, per la sua particolare importanza e funzione, che hanno le zone umide nei territori prospicienti le foci dei fiumi, fu subito individuata e tutelata come tale dalla Convenzione internazionale firmata a Ramsar in Iran il 2 febbraio 197114. La Convenzione di Ramsar fu ratificata e resa esecutiva dall’Italia con il DPR n. 448 del 13 marzo 1976 e con il successivo DPR n. 184 dell’11 febbraio 198715. 14 La dichiarazione introduttiva della Convenzione riconosceva l’importanza dell’ <<l’interdipendenza tra l’uomo ed il suo ambiente, considerando le funzioni ecologiche fondamentali delle zone umide come regolatori del regime delle acque e come habitat di una flora e di una fauna caratteristiche e, in particolare di uccelli acquatici; convinti che le zone umide costituiscono una risorsa di grande valore economico, culturale, scientifico e ricreativo, la cui perdita sarebbe irreparabile; desiderando arrestare ora e per l’avvenire la progressiva invasione da parte dell’uomo e la scomparsa delle zone umide; riconoscendo che gli uccelli acquatici, nel periodo delle migrazioni stagionali, possono attraversare le frontiere così da dover essere considerati come risorsa internazionale; essendo persuasi che la tutela delle zone umide, della loro flora e fauna può essere assicurata mediante l’unione di una politica nazionale lungimirante con una azione internazionale coordinata>>. 15 La stessa Convenzione stabiliva che <<si intendono per zone umide le paludi e gli acquitrini, le torbe oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri. Ai sensi della presente convenzione si intendono per uccelli acquatici gli uccelli ecologicamente dipendenti dalle zone umide>>. 18 Fig.28 Le forme di tutela nazionali16, regionali17, provinciali18 e comunali19 per la zona dei Variconi a partire dalla Convenzione di Ramsar sono molteplici e varie. La Giunta Regionale della Campania nel luglio del 1980 istituisce 14 nuove Oasi di protezione naturale per la fauna e tra queste 659 Ha sono individuate nel comune di Castel Volturno in provincia di Caserta e riguardano proprio la foce del Volturno con l’Oasi dei Variconi20. Successivamente la foce del fiume Volturno e la costa di Licola diventano aree naturali protette e inserite nel Parco e Riserva naturale con la legge regionale campana n. 33 del 1 settembre 199321. 16 Cfr. Presidente del Consiglio dei Ministri - Il Commissario Straordinario del Governo per la gestione delle Aree del territorio del Comune di Castel Volturno – Sezione operativa di Caserta, Conferenza Nazionale sul paesaggio. Fascia litoranea di Castel Volturno. Relazione, in <<Gazzetta Ambiente. Rivista sull’Ambiente e il Territorio>>, anno 1999, Supplemento speciale, pp. 1-31. 17 Cfr. AA.VV., La riserva naturale regionale Foce Volturno e costa di Licola, Assessorato alle politiche territoriali e all’ambiente, Regione Campania, Napoli, Tipografia Galluccio, 2001. 18 Cfr. MAS. IV., De Franciscis accolto dal Sindaco tra gli uccelli, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VIII, n. 129, di venerdì 13 maggio 2005, p. 17; C. MASTROIANNI, Bonifica e protezione ambientale Litorale Domitio e area dunale Oasi dei Variconi, Relazione illustrativa, Assessorato alla riqualificazione Litorale Domitio, Provincia di Caserta. 19 Cfr. AA.VV., Comune di Castel Volturno provincia di Caserta, Assessorato Ecologia Ambiente Comune di Castel Volturno, Castel Volturno, Tipografia Scarpati, 1989; A. ROSSI, Comune e Legambiente, patto per l’oasi, in <<Il Mattino - Caserta>>, a. CXIII, n. 48, di mercoledì 18 febbraio 2004, p. 36; Parte da Castel Volturno il progetto “SalvaItalia”, in <<Castri Maris News>, Periodico di informazione del Comune di Castel Volturno, n. 0, aprile-maggio 2004, p. 2; AA.VV., Castel Volturno. La città del futuro, Comune di Castel Volturno, Giugliano in Campania (NA), Stabilimento Tipografico Aura Graph, 2005. 20 Cfr. G. GRASSI, Le nuove strutture faunistiche regionali, in <<Agricoltura-Campania>>, a. 1, Dicembre 1980, n. 5, n.s., pp. 5-9. 21 Cfr. Parchi e riserve naturali della Campania (Legge regionale 1 Settembre 1993, n. 33 e relative delibere di istituzione), in <<Bollettino Ufficiale della Regione Campania>>, a. XXIX, n. 15, Napoli 16 marzo 1999, pp. 141-50. 19 La Riserva Naturale Regionale Foce Volturno Costa di Licola fu istituita con il D.P.G.R. 12 febbraio 1999 n. 65, in essa sono comprese l’Oasi di protezione dei Variconi e la Riserva Naturale Statale di Castel Volturno. La “palude costiera dei Variconi”, insieme alla Pineta di Castel Volturno e la Pineta di Patria, con il Decreto del 3 aprile 2000 del Ministero dell’Ambiente entra nell’“Elenco” dei siti di importanza comunitaria (SIC) e delle zone di protezione speciali (ZPS),individuati ai sensi delle direttive 92/43/ CEE e 79/409/CEE22. La salvaguardia e la valorizzazione della riserva Naturale dei Variconi suscitò, dopo anni di degrado e di abbandono, l’interesse dell’ Amministrazione comunale, che come ente locale dovrebbe essere il primo organismo istituzionale preposto alla sua tutela, per mettere in atto una corretta politica non solo per la conservazione di questo particolare ambiente, ma anche perché la sua tutela servirebbe a stimolare un turismo moderno e di qualità. Uno dei primi progetti elaborati per il recupero dell’Oasi di protezione dei Variconi fu ideato dall’arch. Nicola De Marco nei primi anni 90 del secolo passato. Nel gennaio 1995 lo stesso architetto ottenne un’audizione presso la Commissione territorio23 dell’Amministrazione comunale, alla quale illustrò la sua dettagliata proposta, per un recupero dell’intera zona.24 Le Giunte comunali e i Consigli comunali di Castel Volturno, che nel tempo si sono susseguiti, hanno discusso e approvato a più riprese diverse progetti, che riguardavano proprio il recupero dell’oasi dei Variconi.25L’ultimo progetto proposto dall’Amministrazione comunale è stata la Catalogazione, 22 Cfr. Supplemento ordinario alla GAZZETTA UFFICIALE, del 22-4-2000, Serie generale, n. 95, p. 29. 23 Cfr. Variconi: Piano di difesa, Castel Volturno - Delibera di Consiglio comunale n. 48, del 05.07.1995. 24 Cfr. N. DE NARCO, Relazione descrittiva ed illustrativa dei Variconi oasi di protezione naturale. Castel Volturno CE. Comune di Castel Volturno. 25 Cfr. Approvazione progetto preliminare “Recupero oasi dei Variconi”, Castel Voltunro - Delibera di Giunta comunale n. 192, del 16.11.2001; Lavori di recupero ambiente dell’oasi Variconi – Approvazione progetto definitivo/esecutivo, Comune di Castel Volturno - Delibera di Giunta comunale n. 195, del 20.11.2001; Approvazione progetto preliminare progetto studio e progettazione per la conservazione delle aree umide lungo il fiume Volturno –Oasi dei Variconi – Comune di Castel Volturno, Comune di Castel Volturno – Delibera di Giunta comunale n. 133, del 28.12.2006; Nuova perimetrazione della Riserva foce Volturno e Costa di Licola. Legge Regionale 18/2000 art. 34 comma 2, Castel Volturno – Delibera di Consiglio comunale n. 18, del 14.05.2002; Approvazione Nuova Perimetrazione della “Riseva naturale 20 monitoraggio e controllo per la tutela rigeneratrice dei beni ambientali nell’Oasi dei Variconi elaborata dagli architetti Gabriella Abate e Alessandro Ciambrone.26 L’interesse per l’Oasi dei Variconi da parte delle amministrazioni statali, tra le altre anche dall’Autorità di Bacino27 e non ultimo dall’impegno dei due presidenti dell’Ente parco Foce Volturno Costa di Licola, che si sono avvicendati negli ultimi anni, Domenico Marino e Arch. Amelia Caivano è stata supportata anche dall’interessamento profuso dalle associazioni naturalistiche quali il WWF, con la sezione di Aversa guidata da Alessandro Gatto, Legambiente28 con la Presidente Veronica Traettino del locale circolo “La Zinzola”, la LIPU29 con Giovanni Albarella e da qualche anno anche da Le sentinelle dei Variconi, guidate da Paola Castelli, un gruppo locale nato proprio con lo scopo di promuovere la tutela e la conoscenza di quest’area di particolare interesse naturalistico, e dalle Proloco locali30.Legambiente Campania e LIPU inaugurarono, il 12 maggio del 2005 attraverso il progetto Volo libero e la campagna Salva Italia,31 proprio nei Variconi un percorso naturalistico di birdwatching, con l’istallazione di capanni in legno e la costruzione di passerelle per facilitare l’avvistamento delle tante specie di uccelli, che in questa palude, a due passi dalla città di Napoli32, sostano nelle loro migrazioni. Le giornate ecologiche33, organizzate nel corso degli anni, di Puliamo il mondo o Fondali puliti hanno visto la partecipazione delle scuole locali alle manifestazioni, che hanno suscitato un grande interesse da parte dei giovani studenti34, che accompagnati dagli insegnanti, sono accorsi numerosi (Figure 29, 30) per partecipare alla pulizia di questo sito di grande interesse naturalistico35. I Variconi sono stati anche foce Volturno e Costa di Licola” Modifica atto di Consiglio comunale n. 18 del 14.05.2002, Castel Volturno – Delibera del Consiglio comunale n. 34, del 25.06.2003. 26 Cfr. G. ABATE – A. CIAMBRONE, Catalogazione, monitoraggio e controllo per la tutela rigeneratrice dei beni ambientali nell’Oasi dei Variconi, Comune di Castel Volturno. 27 Cfr. Il progetto per l’Oasi dei Variconi stralcio dell’intervento previsto dall’Autorità di Bacino, in <<InforMare>>, Periodico del Centro Studi Officina Volturno, a. 1, n. 12, settembre 2005, p. 7. 28 Bonifica dei Variconi, Legambiente in campo, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 348, di venerdì 17 dicembre 2004, p. 16; V. TRAETTINO, Il resoconto delle giornate “Puliamo il mondo”, in <<InfoMare>> , Periodico del Centro Studi Officina Volturno a. 4, n. 1, ottobre-novembre 2007, p. 6. 29 Cfr. Variconi, Lipu e Comune sensibilizzano le scuole con visite, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 360, di mercoledì 29 dicembre 2004, p. 16; M. ZANNONE, Gli studenti della Garibaldi incontrano i referenti Lipu, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. XV, n. 11, di venerdì 12 gennaio 2007, p. 18; GS, Gli alunni della media “Garibaldi” visitano l’oasi dei Variconi con la Lipu, in <<Corriere di Caserta>>, a. XIII, n. 20, di domenica 21 gennaio 2007, p. 26. 30 Cfr. A. CAPRIO, Castel Volturno: I Variconi un’oasi protetta per il nostro futuro turistico, in <<Pro Loco Litorale Domizio>>, a. 2, n. 6, giugno 2000, p. 7; G. CASTRESE, I Variconi un oasi da proteggere, in <<Pro Loco Litorale Domizio>>, a. 4, n. 6, giugno 2002, p. 9. 31 Cfr. P. COZZI, Oasi dei Variconi: parte da Castel Volturno la campagna “SalvaItalia”, in <<DEN. Il mensile del denaro>>, a. III, n. 7, Luglio 2004, pp. 40-1; REBIANCO, Il regno degli uccelli. Le oasi del Volturno il boom del turismo ecologico, in <<Campania weekend. La rivista del turismo e del tempo libero>>. Terra di Lavoro. Le vie del gusto e le vie d’acqua. Tra storia, miti e sapori. Periodico dell’Associazione Officina dell’Immagine, a. I, numero speciale, settembre-ottobre 2007, pp. 20-6. 32 Cfr. A. MORLANDO, Un percorso naturalistico a due passi dalla città di Napoli, in <<Arpa Campania. Ambiente>>, n. 5, Agosto-Settembre 2007, pp. 9-10. 33 Castelvolturno. Giornata ecologica all’Oasi dei Variconi, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>> a. XIII, n. 142, di mercoledì 25 maggio 2011, p. 27; Riqualificazione Oasi Variconi, è arrivato il grande giorno, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>> a. XIII, n. 144, di venerdì 27 maggio 2011, p. 24; Oasi Variconi, i volontari raccolgono quintali di rifiuti, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>> a. XIII, n. 145, di sabato 28 maggio 2011, p. 24, A. TERRACCIANO, Oasi dei Variconi ripulita dai rifiuti, in <<Corriere di Caserta>>, a. XVI, n. 145, di sabato 28 maggio 2011, p. 24. 34 Cfr. Variconi, patrimonio dei ragazzi, in <<Corriere di Caserta>>, a. X, n. 67, di lunedì 8 marzo 2004, p. 17. 35 Cfr. Recupero dei Variconi con un …’Vololibero’, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 112, di sabato 24 aprile, 2004, p. 16; Giornata ecologica, cento alunni puliscono l’Oasi Variconi, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 265, domenica 26 settembre 2004, p. 14; G.S., La “Garibaldi” in campo per “pulire il mondo”, in <<Il Corriere di Caserta>>, a. X, n. 267, di lunedì 27 settembre 2004, p. 17; Puliamo il mondo: ecco i nomi dei protagonisti della kermesse, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 266, di lunedì 27 settembre 2004, p. 16; I.P., “Puliamo il mondo”, 21 fonte di studio di approfonditi progetti scolastici, come quelli “Helianthus”36, “Scuole Aperte”37, PON38 e di un reportage, con una intervista in loco all’ex sindaco Mario Luise, sull’oasi naturalistica del nostro comune, che è entrato a far parte del notiziario La Foce delle Notizie. Il notiziario di Castel Volturno, un laboratorio video partecipato realizzato da 12 alunni della Scuola “G. Garibaldi” con l’aiuto dei referenti di Punta Corsara Angelo Loy ed Emanuele Vernillo, fu trasmesso da Rai 339. alunni della media Garibaldi in prima linea “armati” di guanti e cappellini, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. XII, n. 267, di martedì 28 settembre 2004, p. 19; Oasi dei Variconi, missione bonifica, in <<Il Mattino - Caserta>>, a. CXIII, n. 345, di venerdì 17 dicembre 2004, p. 41; 12 Maggio manifestazione nell’Oasi dei Variconi: Salva Italia – Volo Libero, in <<InforMare>>, Periodico del Centro Studi Officina Volturno, a. 1, n. 7, aprile 2005, p. 2; M. IVE, Svolta epocale sui Variconi, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VIII, n. 129, di venerdì 13 maggio 2005, p. 17; S. TRAINO, G. PALMESE, O. CIMMINO, Sabato 1 ottobre: la giornata europea del birdwatching all’Oasi dei Variconi-Castel Volturno, in <<InforMare>>, Periodico del Centro Studi Officina Volturno, a. 1, n. 12, settembre 2005, p. 2; La nuova edizione di Puliamo il mondo, in <<InforMare>>, Periodico del Centro Studi Officina Volturno, a. 1, n. 12, settembre 2005, p. 2; Ripulita la spiaggia dei Variconi, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>> a. IX, n. 144, di domenica 27 maggio 2007, p. 15; M. Zannone, “Puliamo il mondo” gli alunni delle medie protagonisti dell’iniziativa, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. XV, n. 274, di martedì 2 ottobre 2007, p. 20; GS, La media “Garibaldi” in visita all’oasi ambientale dei Variconi, in <<Corriere di Caserta>> a. XIII, n. 15, di martedì 16 gennaio 2007, p. 22; “Puliamo il mondo”, le scuole hanno aderito in massa, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. IX, n. 270, di martedì 2 ottobre 2007, p. 15; M. MICCIO, “Puliamo il mondo” c’è l’impegno delle scuole, in <<Corriere di Caserta>>, a. XIII, n. 273, di giovedì 4 ottobre 2007, p. 23; ‘Garibaldi’ in prima linea su sport e ambiente, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. X, n. 143, di domenica 25 maggio 2008, p. 15; MM e MB, Trovata una lastra di amianto ai Variconi, in <<Corriere di Caserta>>, a, XIV, n. 144, di lunedì 26 maggio 2008, p. 17. 36 Gli studenti della media S. Rocco in visita all’Oasi dei “Variconi”. L’iniziativa nell’ambito del progetto “Helianthus”, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. XII, n. 351, di martedì 21 dicembre 2004, p. 23; Progetto “Helianthus” esplora l’Oasi dei Variconi, in <<Corriere di Caserta>>, a. X, n. 353, di mercoledì 22 dicembre, 2004, p. 24; Gli alunni della “Garibaldi” alla scoperta dei Variconi, in <<Corriere di Caserta>>, a. X, n. 329, di domenica 28 novembre 2004,p. 24; I.P., Al via il progetto Heliantus alla scuola media Garibaldi, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. 12, n. 328, di domenica 28 novembre, 2004, p. 19; Progetto Helianthus, gli alunni della Garibaldi alla scoperta dei parchi, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 329, di domenica 28 novembre 2004, p. 14. 37 Cfr. M. ZANNONE, Castelvolturno - La Regione Campania finanzia il progetto “Scuole Aperte”. Gli undici moduli previsti saranno realizzati attraverso lezioni pomeridiane dirette agli interessati di tutte le età, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. XV, n. 311, di giovedì 8 novembre 2007, p. 20. 38 Il Programma Operativo Nazionale 2007/2013 “Competenze per lo sviluppo” richiesto e autorizzato per la Scuola “G. Garibaldi” prevedeva, nell’anno scolastico 2008-2009, l’Azione F.1.2 con percorsi su tematiche di carattere ambientale/ ecologico e naturalistico e salute dal titolo “L’ambiente fluviale, lacustre e marino del Parco foce del Volturno Costa di Licola”. 39 Il telegiornale degli alunni della ‘Garibaldi’, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. XI, n. 169, di domenica 21 giugno 2009, p. 23; M. MICCIO, Alunni in classe per preparare il telegiornale, in <<Corriere di Caserta>>, n. XV, n. 173, di giovedì 25 giugno 2009, p. 21; Castelvolturno – Oggi pomeriggio proiezione del “La foce delle Notizie”, in <<Corriere di Caserta>>, a. XV, n. 335, di sabato 5 dicembre 2009, p. 26; Castelvolturno - Rassegna di proiezioni oggi si parte, in <<La Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. XI, n. 335, di sabato 5 dicembre 2009, p. 9; V. AMMALIATO, Castelvolturno raccontata dal tg dei ragazzi, in <<Il Mattino – Caserta>>, a. LXVI, n. 338, di martedì 8 dicembre 2009, p. 29.. 22 Fig.28 Fig.29 “La palude dei Variconi” è stata anche il titolo di un lavoro grafico pittorico elaborato dalla classe prima sezione E della Scuola Media Statale “G. Garibaldi” di Castel Volturno, nell’anno scolastico 1992-1993, con il quale partecipò e vinse il secondo premio (300mila lire) al concorso Ecologia e Territorio, organizzato dal 18° Distretto Scolastico della Campania; premio vinto con la seguente motivazione:<<Freschezza di immagini, senso della realtà, armonia di colori e forme e sintonia tra disegno e collage rappresentano bene la vocazione del territorio sotto il profilo faunistico, turistico e artigianale>> 40. Fig.30 L’impegno delle Associazioni ambientaliste WWF, Legambiente, LIPU, “Le sentinelle dei Variconi” e delle amministrazioni locali Comune, Provincia e Regione e non ultimo dell’Ente Riserve nella persona del Presidente Arch. Amelia Caivano, è tutto rivolto al recupero dell’ Oasi dei Variconi, un territorio che, come testimoniano anche molti siti web, si trova in uno stato di degrado e di abbandono che lascia sconcertati i visitatori, perché in molti punti l’oasi sembra 40 AA.VV., Ecologia e Territorio. Anno scolastico 1992-1993. 18° distretto Scolastico della Campa Mondragone, Gaeta, Gaetagrafiche, 1993, p. 32 e p. 74. 23 essere una vera e propria discarica a cielo aperto41, non solo per i rifiuti che il fiume e il mare, in gran quantità spiaggiano in questa zona, ma anche per la disattenzione degli uomini. Negli ultimi tempi, infatti, la palude dei Variconi è stata lambita persino dalle fiamme di un vasto incendio scoppiato ai primi di settembre del 201142. I Variconi, nonostante il degrado che va combattuto43, meritano l’impegno di molti, soprattutto di quanti pensano che un suo recupero possa essere un volano per l’offerta turistica di tutto il territorio comunale e dell’intera provincia di Caserta, per la particolarità del sito palustre. Di questo si è discusso, proprio nel Convegno sull’Oasi dei “Variconi”, tenutosi il 27 maggio 2011 presso il Comune di Castel Volturno (fig. 31), Fig. 31 Fig.32 in questa occasione mondo politico e ambientalista si sono ritrovati, dopo una giornata di festa dedicata alla salvaguardia dell’Oasi, a discutere dell’elevato pregio naturalistico non solo dei Variconi ma dell’intera Riserva Naturale Regionale Foce Volturno, Costa di Licola e Lago di Falciano44 ed in quella occasione il Presidente della Riserva ha annunciato l’istituzione del Premio Variconi dedicato alla biodiversità L’interesse per l’oasi dei Variconi è andato sempre più ampliandosi, non solo da parte di organi di stampa45 ma anche di scuole locali e non che la propongono come argomento di studio ai loro studenti attraverso i fondi PON46, ma anche di associazioni ambientaliste e non47, tra cui 41 Cfr. P. IORIO, <<Balle di abiti usati nell’oasi dei Variconi, uniamoci contro lo scempio>>, in <<Il Mattino – Caserta>>, a. CXIX, n. 210, di mercoledì 3 agosto 2011, p. 35. 42 Cfr. G. SCIALLA, In fiamme l’oasi dei Variconi. Rischi per gli impianti radar, in <<Cronache di Caserta>>, a. XIII, n. 244, di lunedì 5 settembre 2011, p. 16; A. NETTUNO, Fiamme alla base radar della Nato, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. XIII, n. 243, di lunedì 5 settembre 2011, p. 10. 43 Cfr. Variconi immondezzaio, ok alle multe per i pendolari, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VII, n. 134, di mercoledì 18 maggio 2005, p. 17. 44 Cfr. http://sites.google.com/site/sitoalessiousai/news-ed-eventi/convegnosullariservadeivariconi 45 Cfr. Oasi dei Variconi: una riserva naturale meravigliosa da conoscere e difendere, in <<InforMare>>, a. V, n. 12, ottobre-novembre 2009, p. 1 e 5; A. CIAMBRONE, Recupero ambientale, incontri Comune-società civile, in <<InforMare>>, a.VII, n. 6, maggio 2011, p. 5. 46 Cfr. gli articoli “Oasi dei Variconi rifiuti ad altezza bambino” e “Ente riserva: la troppa burocrazia uccide”, in <<InforMare>>, a. VII, n. 5, aprile 2011, p. 6. 47 <<Oasi Variconi, via il cancello>>. La richiesta del presidente dell’associazione Fiume Volturno, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI, n. 359, di martedì 28 dicembre 2004, p. 16; Azione legale contro cancello Variconi, in <<Il Quotidiano di Caserta>>, a. II, n. 6, di domenica 9 gennaio 2005, p. 14. 24 il Touring Club Italiano48, siano esse italiane o straniere49, pertanto numerose sono le comitive, e tra queste un gruppo di turisti tedeschi appartenente alla Società Dante Alighieri50, che nei loro percorsi turistici inseriscono proprio una visita presso l’oasi dei Variconi, viaggiatori che si spingono in questa che è l’ultima plaga acquitrinosa della provincia di Caserta, per ritrovarvi un ambiente naturale di particolare interesse naturalistico, qui ultimamente sono stati accolti dai volontari de “Le Sentinelle” e dal presidente del WWF Campania Alessandro Gatto anche gli ospiti del centro di salute mentale di Piedimonte Matese, per testimoniare sempre più che lo scenario offerto dall’oasi dei Variconi possa diventare teatro di normalità, quando ai visitatori viene offerta una carrellata di informazioni sulla natura e sull’origine della palude dei Variconi, sulle sue caratteristiche avifaunistiche e botaniche nonché sui suoi problemi e sulle sue potenzialità51.L’oasi dei Variconi ha suscitato ultimamente anche l’interesse del Club Unesco, che ha organizzato una Summer School, dal titolo “Dialoghi sul paesaggio”, inserendola nell’ambito delle giornate europee del patrimonio 2011 dedicate alla formazione e nuove professioni per l’ambiente e il paesaggio, un incontro si è tenuto proprio a Castel Volturno (fig.33) presso l’oasi dei Variconi52. Il 21 settembre 2011, infatti, gli studenti della facoltà di architettura della Seconda Università di Napoli, insieme a quelli dell’Università di Salerno guidati dal preside della facoltà di Aversa, Carmine Gambardella, coordinati dal referente del Club Unesco di Castel Volturno, Alessandro Ciambrone, hanno fatto visita alla riserva naturalistica dei Variconi, comprendendone disagi e potenzialità (Figura 34). Poi vi è stato anche un confronto con i membri dell’associazione ambientalista “Le Sentinelle”, rappresentati da Germano Ferraro, delegati dal Presidente della Riserva Arch. Amelia Caivano, e con il Presidente della Pro Loco Volturnum Castri Maris, il dott. Massimiliano Ive, i quali hanno offerto il loro saluto agli studenti e approfondito tematiche sulla natura della riserva.53 48 Cfr. T. GRIMALDI, Il Touring Club Italiano visita l’Oasi dei Variconi, in <<Il Giornale di Caserta>>, a. XII, n. 324, di mercoledì 24 novembre 2004, p. 21. 49 Cfr. MACRO, Ricercatori americani all’Oasi Variconi, in <<Nuova Gazzetta di Caserta>>, a. VI. N. 258, di domenica 19 settembre 2004, p. 14. 50 Cfr. GS, Una delegazione di tedeschi visita il borgo San Castrese, in <<Corriere di Caserta>, a. XI, n. 136, di giovedì 19 maggio 2005, p. 24. 51 Centro salute mentale in visita ai Variconi con il Wwf, in http://www.casertanews.it/public/articoli/2011/09/03/161814_salute-castel-volturno-centrosalute-mentale-visita-variconi-wwf.htm 52 Cfr. http://www.pupia.tv/castel-volturno/societ-a/696/architetti-club-unesco-ricognizione-oasi-variconi.html 53 Cf r. http://www.pupia.tv/castel-volturno/societ-a/699/hyppokampos-oasi-variconi-base-operativa-della-giorno.html 25 Fig.34 Un futuro ricco di prospettive si apre, quindi, per l’Oasi dei Variconi, che con il tornare ad essere al centro dell’attenzione di diverse e svariate amministrazioni statali e in particolare dell’interessamento attivo dell’attuale Presidente della Riserva Arch. Amelia Caivano che puntualmente con cadenza settimanale incontra le associazioni e quanti altri possano proporre idee e attività per la tutela del territorio, potrà ottenere quel riconoscimento di merito che le spetta e quale solo può meritare una zona a protezione speciale, che può diventare nell’immediato futuro un sicuro volano di sviluppo turistico ecocompatibile, non solo per la città di Castel Volturno ma anche per l’intero territorio provinciale e nazionale. Alfonso Caprio 26 BIBLIOGRAFIA I numerosi contributi giornalistici tratti dai quotidiani e citati in nota non sono riportati in questa bibliografia per questioni di spazio. AA.VV., Castel Volturno. La città del futuro, Comune di Castel Volturno, Giugliano in Campania (NA), Stabilimento Tipografico Aura Graph, 2005. AA.VV., Comune di Castel Volutnro provincia di Caserta, Assessorato Ecologia Ambiente Comune di Castel Volturno, Castel Volturno, Tipografia Scarpati, 1989 AA.VV., Ecologia e Territorio. 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SITOGRAFIA Internet fornisce quotidianamente ormai una cospicua documentazione, anche fotografica, sull’argomento Variconi, grazie ad appassionati di naturalismo e ambiente, qui se ne da una scelta, con l’avvertenza che molto spesso il materiale messo in rete ha bisogno di essere verificato. http://www.agraria.org/parchi/campania/castelvolturno.htm http://www.bloq.it/wp/2011/08/04/rifiuti-speciali-alla-riserva-naturale-dei-variconi-foce-volturno/ Rifiuti speciali alla riserva naturale dei “Variconi” (Foce Volturno) http://www.casertanews.it/public/articoli/2011/09/03/161814_salute-castel-volturno-centro-salute-mentale-visitavariconi-wwf.htm http://www.casertanews.it/public/articoli/2011/05/13/art_20110513064414.htm “Rigenerazione dei Variconi”,si organizza la giornata di festa per l’Oasi http://www.casertanews.it/public/articoli/2011/09/05/063631_natura-castel-volturno-incendio-divampa-base-natoestende-nei-variconi.asp Incendio nella base Nato e nei Variconi [foto] http://www.caserta24ore.it/21042011/castel-volturno-oasi-dei-variconi-sembra-esserci-laccordo/ http://castelvolturno.electribe.com/risorse-ambientali/oasi-dei-variconi 27 http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/9-agosto-2011/strage-pesci-oasi-variconigliambientalisti-tragedia-annunciata-1901268229079.shtml Strage di pesci nell’oasi dei Variconi. 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