My Seventies in California
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My Seventies in California
Maurizio Berlincioni - Sandro Pintus My Seventies in California I primi anni Settanta visti da un fotografo italiano My Seventies in California I primi anni Settanta visti da un fotografo italiano Immagini di Maurizio Berlincioni Intervista di Sandro Pintus I primi anni Settanta visti da un fotografo italiano Copyright fotografie © Maurizio Berlincioni - Copyright testi © Sandro Pintus Prima edizione digitale 2016 Tutti i diritti sono riservati. Senza il permesso scritto degli autori nessuna parte di questo libro elettronico può essere riprodotta o trasmessa in qualunque forma, elettronica, ottica, meccanica o altro, inclusa la copia delle immagini e del testo sul disco rigido o altro supporto meccanico o elettronico. 1 Angela Davis Il 7 agosto 1970, Jonathan Jackson, attivista del Black Panther Par- ty (Partito delle Pantere Nere) entra con un fucile nell’aula del Tribunale di San Rafael, in California, dove il giudice Harold Haley sta processando tre detenuti del suo partito. Consegna le armi ai detenuti e prende in ostaggio il giudice Haley, il procuratore distrettuale ed alcuni giurati. Il rapimento finisce purtroppo in tragedia: sequestratori ed ostaggi vengono tutti uccisi nel corso della sparatoria con le forze dell’ordine. Alcune delle armi utilizzate da Jackson per il sequestro sono di proprietà di Angela Davis e per la legge californiana chi fornisce l’arma è colpevole quanto chi compie il reato. Le accuse per l’attivista di colore sono: rapimento, cospirazione e omicidio, reati per i quali rischia la pena capitale. Da una giuria composta da bianchi viene ritenuta innocente e assolta con formula piena. Anche la musica è a favore della sua liberazione: John Lennon e Yoko Ono hanno scritto Angela e i Rolling Stones Sweet Black Angel. Tra i suoi sostenitori, il filosofo francese Jean-Paul Sartre. Angela Davis è stata uno dei leader del Movimento per i diritti civili e del Partito Comunista americano. In Francia e Germania ha avuto una formazione cosmopolita. Per due anni allieva di Herbert Marcuse a Francoforte lo ha seguito quando si è trasferito all’Università di California a San Diego. Nel 2012 le è stato assegnato il Blue Planet Award, importante onorificenza riservata a chi contribuisce attivamente alla protezione dell’ambiente. Attualmente insegna Storia della Coscienza nell’Università della California dove dirige anche il Women Institute. 2 Come tutti sanno negli Stati Uniti è vietato fotografare all’interno dei tribunali durante le udienze. Le uniche immagini possibili sono quelle che vengono disegnate da appositi illustratori ufficialmente riconosciuti. Le mie foto sono state quindi scattate solo all’esterno, durante le manifestazioni dei supporter dell’imputata. C’è anche un ritratto del Pubblico Ministero Albert Harris Jr. che annuncia il suo rilascio su cauzione. L’unico scatto permesso all’interno del tribunale è stato quello del momento in cui il portavoce della giuria legge ai giornalisti accreditati, in sala stampa, il verdetto di assoluzione. Quando arrivasti in America, il processo ad Angela Davis era già iniziato. Ronald Reagan, futuro presidente degli Stati Uniti, era allora governatore della California. Come hai vissuto questo grande evento mediatico e storico per la società americana? E come hai lavorato? Maurizio Berlincioni durante il soggiorno in California tra il 1972 e il 1975 Quando sono arrivato in California nel dicembre 1971 si parlava già da tempo del processo ad Angela Davis accusata di rapimento, cospirazione e omicidio. Il caso era diventato un fatto di caratura internazionale ed aveva attratto nella Contea di Santa Clara giornalisti, fotografi e cineoperatori di tutto il mondo. Questo processo mi interessava molto e ho seguito quasi tutte le sue udienze. 3 Non era un fatto anomalo che un allevatore bianco in quegli anni avesse pagato la cauzione a una “rivoluzionaria afroamericana” iscritta al Partito Comunista? Effettivamente sì. Angela fu rilasciata su cauzione mercoledì 23 febbraio 1972 dopo aver trascorso 16 mesi in carcere. Berkeley, San Francisco e le lotte studentesche Le immagini più che eloquenti della guerra in Vietnam ebbero un enorme impatto sull’opinione pubblica e sulla società civile americana. Le fotografie pubblicate negli Stati Uniti dai giornali aiutarono ad aprire gli occhi su un conflitto feroce che gli americani in realtà non conoscevano. Le scioccanti immagini di Horst Faas (Premio Pulitzer 1964), Eddie Adams (Premio Pulitzer 1968), Nick Út (Premio Pulitzer 1973), Don McCullin e molti altri fotogiornalisti mostrarono morte e sofferenza dei nemici ma anche dei soldati americani. Gli Usa videro così la “sporca guerra”. I campus universitari, e tra questi anche Berkeley, furono i luoghi dove, tra il 1965 e il 1975, si propagò il movimento pacifista. A Washington e al Pentagono 100 mila persone marciarono contro la guerra, e molte decine di migliaia in un’ottantina di altre città americane. Poliziotto spara proiettili di gomma sulla folla di manifestanti contro la guerra del Vietnam, Berkeley, 1972 4 Poliziotti attaccano i manifestanti durante la manifestazione contro la guerra del Vietnam, San Francisco, 1972 5 La Middle Class 6 Coca Cola, San Jose, 1972 7 Mobile homes e camper Famiglia, Vista Point, San Francisco, 1972 8 Daly City Affacciata sull’Oceano Pacifico, a una ventina di minuti di auto a sud ovest di San Francisco, Daly City è forse il suburbio più famoso degli Stati Uniti. La cittadina fu resa celebre negli anni Sessanta dalla canzone Little Boxes scritta dalla cantautrice Malvina Reynolds e divenne ben presto negli USA, e nel resto del mondo, il simbolo delle case a schiera e della Middle Class. Daly City, che dagli anni Settanta contava circa 45mila abitanti, ha continuato ad espandersi orizzontalmente. Oggi, con oltre 30mila abitazioni si estende su circa 21 kmq e ha una popolazione di quasi 110mila abitanti. Case a schiera, Daly City, 1972 9 L’Università “Graduation Day”, Santa Clara University, Santa Clara, 1972 10 Memorial Day “Memorial Day”, San Jose, 1972 11 La terza età Campo da golf, San Francisco, 1973 12 Lavoratori stagionali Famiglia di immigrati messicani impiegati nella raccolta della frutta, Gilroy, 1972 13 Gli autori Maurizio Berlincioni Sandro Pintus Nasce a Firenze nel 1943 ed inizia a foto- È nato in Sardegna nel 1953 e vive a Firenze dal 1976. È giornalista pubblicista dal 1979 e ha iniziato la professione con il quotidiano Paese Sera, nella redazione di Firenze. grafare alla fine degli anni sessanta. È giornalista pubblicista dal 1980. Viaggia spesso in Europa e negli Stati Uniti ed è sempre molto attento alla scena sociale e alla fotografia di ricerca. Per diversi anni (1984-1992) in Africa australe (Mozambico, Sudafrica, Lesotho, Namibia, Zimbabwe e Swaziland), ha viaggiato anche in Australia, Medio Oriente e Balcani pubblicando reportage, articoli e servizi fotogiornalistici, per La Repubblica, L'Universo, La Nazione, L'Unione Sarda e altri giornali e per varie Agenzie delle Nazioni Unite (Unhcr, Wfp, Fao, Oms-Hedip). Nel 1977 apre uno studio a Firenze condividendo per anni lo spazio e buona parte dell’attività professionale con l’amico Massimo Pacifico. Oltre al lavoro di studio ha sempre continuato a portare avanti i suoi interessi legati al reportage e alle ricerche più propriamente creative. Suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Negli anni Ottanta e Novanta, per lavoro e turismo è stato varie volte in California Ha pubblicato diversi libri tra cui Giant Super & Vicinity, Caro Arno (con Massimo Pacifico), Fotocoppie, La Fortezza Spagnola (con Silvia Marilli), Un Parco Produttivo: lavori in corso, Pietrasanta Arte e Lavoro e Wenzhou-Firenze, un’approfondita ricerca sulla comunità cinese del comprensorio fiorentino e pratese. Lavora come giornalista e fotografo freelance. È consulente per la comunicazione per International Service e altre aziende. Collabora con il quotidiano on line Africa Express. Ha realizzato alcune monografie di teatro e di architettura e ha collaborato con i registi Ettore Scola e Bigas Luna, come fotografo ritrattista e fotografo di scena. Suoi lavori sono conservati presso diverse collezioni pubbliche e private. Per 15 anni è stato titolare del Corso di Fotografia presso le Accademie di Belle Arti di Carrara, Bologna e Firenze. Adesso è in pensione ma continua a fare mostre fotografiche e registrare tutto ciò che ritiene interessante e stimolante con le sue Canon digitali e con il suo iPhone. 14 Ha pubblicato Mozambico, da emergenza a sviluppo (con Marina Buffolano) Ministero Affari Esteri/Progetto Sviluppo,Roma 1989; due libri sull’alluvione di Firenze del 1966 (con Silvia Messeri): Io C’ero...I was there, FAN ed. 1996; e 4 novembre 1966, l’alluvione a Firenze, Ibiskos editrice Risolo, 2006. Dopo l’edizione cartacea del libro Elogio della bistecca. La fiorentina dalla Chianina alla tavola, Ibiskos editrice Risolo, 2007; a ottobre 2015 ha pubblicato la seconda edizione aggiornata e ampliata del volume in versione ebook. Contattaci via Email Contattaci via SMS 15