Lavocelibera N° 50

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Lavocelibera N° 50
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Un altro anno giunge al termine. Nel riconoscere i grandi risultati nel contrasto alla criminalità organizzata grazie al prezioso lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, ci vengono in mente le parole di Paolo Borsellino quando nel momento di maggiori
risultati per lo Stato nella lotta alle mafie disse “attenzione a non coltivare perniciose
illusioni, non sono consentiti allentamenti di impegno e di tensione”. Non possiamo che
diffidare delle euforiche illusioni di una imminente vittoria sulle mafie Oggi, infatti, mentre si parla molto di Cosa Nostra, si mettono in secondo piano la forza e il potere della
'ndrangheta e delle altre mafie (nazionali e internazionali che agiscono sul nostro Paese). Così come sempre più ci dimentichiamo che si sta ramificando e sviluppando “una
quinta mafia” fatta di colletti bianchi, segmenti politici, economici e sociali interessati a
fare affari sottotraccia e in silenzio. Non c'e' solo la mafia che uccide e che fa rumore.
Come ci preoccupano alcuni provvedimenti del Governo come la legge sulle intercettazioni, lo scudo fiscale, la messa all'asta dei beni confiscati, il reato di clandestinità.
Provvedimenti che al posto di produrre un avanzamento ci riportano indietro sul cammino del contrasto alle mafie, sul cammino dei diritti civili, sul cammino del rispetto della legalità e dello Stato. E' evidente che la crisi economica vissuta in questo anno non
ha prodotto solo un numero sempre crescente di precari e disoccupati ma ha causato
una gravissima crisi morale, etica e sociale. Un humus fertile per chi vuole vivere in un
sistema alternativo alla Costituzione. Le mafie, infatti, si alimentano di disuguaglianze,
paure, vuoti istituzionali, inefficienze, ignoranza.
Tutto questo lo sappiamo, lo conosciamo e non possiamo negarlo. Bisogna continuare
a denunciare, raccontare con coraggio e passione la verità. Perché le mafie temono la
verità e intimidiscono,
screditano e infangano la memoria, con il fine di nasconderla. Per questo motivo non ci
può essere lotta contro le mafie senza la verità.
Ma sappiamo anche che un'Italia diversa esiste. Sappiamo che alla disgregazione politica e sociale, all'indifferenza e alla paura dobbiamo e possiamo rispondere con politiche sociali capaci di restituire alle persone la facoltà di scegliere. Sappiamo che occorre restituire fiducia ai cittadini attraverso i diritti: lo Stato deve creare le condizioni, come diceva Carlo Alberto Dalla Chiesa, per dare come un diritto, ciò che le mafie danno
come un favore. Sappiamo che la speranza si diffonde attraverso l'azione e che solo
mettendoci alla prova può nascere in noi la speranza, la sete di trovare l‟insperato, l‟
anticipazione attiva di un futuro possibile. Ogni giorno di questo anno abbiamo lavorato
con concretezza per dare forza a un Italia diversa. Non possiamo non ricordare la nascita della della cooperativa Calcestruzzi Ericina Libera, i primi passi verso la nascita
della cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana”nella terra dei casalesi, la XIV giornata
della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie a Napoli, la campagna
europea "La Stagione della Legalità”, la III° edizione del concorso “Regoliamoci”, i
campi di volontariato sui terreni confiscati alle mafie, la II° edizione di Contromafie, gli
stati generali dell'antimafia. Sappiamo che il nuovo anno ci chiederà ancora maggiore
responsabilità e impegno su tutto il territorio nazionale perchè altre ai tanti appuntamenti nazionale e locali, avremo la corresponsabilità ed il ruolo di piccole vedette di
legalità e giustizia per vigilare e monitorare che i beni confiscati alle mafie non ritornino
nelle mani dei mafiosi. Per ricordare, per ricordarci che i beni confiscati dovranno rimanere sempre cosa nostra
Un altro anno giunge al termine e Libera, la sua rete, le sue 1600 realtà vi augurano un
buon Natale e un felice anno nuovo.
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Da leggere: La ferita
La ferita
Ed. Ad Est dell‟Equatore
Euro 8,00
Una ferita fisica. Morale. Una ferita che racconta il passato per fare memoria e guardare
ed impegnarsi nel presente. Tredici autori napoletani riuniti in un libro. Tredici racconti di
vittime innocenti di camorra. La raccolta di microstorie pubblicata dall‟editore “Ad Est
dell‟Equatore”, due giovani ragazzi di frontiera della periferia napoletana, una delle case
editrici più giovane d'Europa. Il curatore del volume è Mario Gelardi, già regista della versione teatrale di Gomorra. Un libro, un reading teatrale che gira per le scuole. Una testimonianza, una documentazione dei fatti tragici avvenuti in questi anni. Perché non si
perdesse la memoria di chi non c‟è più.
Tra i brani che compongono questo progetto, c‟è il discorso di Roberto Saviano fatto a
Casal di Principe, un momento lancinante che ha segnato la vita dello scrittore. Il primo
giornalista ucciso dalla camorra Giancarlo Siani è raccontato dall‟altrettanto giovane
scrittore Angelo Petrella. Annalisa Durante, ragazzina di undici anni coinvolta in un conflitto a fuoco tra due clan rivali, è raccontata dal giovanissimo Rosario Esposito La Rossa
che ripercorre anche le vicende collegate alla tragica scomparsa di suo cugino Antonio
Landieri. Ancora i giovani nelle storie narrate da Mario Gelardi, le vite stroncate per sbaglio di Simonetta Lamberti e di Gigi Sequino e Paolo Castaldi. E Don Cesare Boschin,
vittima invisibile del traffico dei rifiuti tossici, raccontato da Peppe Ruggiero, Lello Pastore, primo e unico industriale a denunciare il pizzo nella sua città: Giuseppe Miale di Mauro racconta l‟incontro con la moglie dell‟imprenditore. Non possiamo dimenticare in questo breve elenco Don Peppino Diana, ucciso dalla camorra nella sua chiesa di Casal di
Principe. Ed Ancora, Silvia Ruotolo, Domenico Noviello, Attilio Romanò. La strage di Castel Volturo, raccontata da Riccardo Brun.
Un piccolo libro di letteratura civile che si avvale della prefazione del magistrato Raffaele
Cantone e della postfazione di Don Tonino Palmese. E' palpabile la sensazione che "La
Ferita" sia un libro scritto con grande partecipazione. Quando poi le testimonianze si fanno vero e proprio racconto, l'omaggio è doppio. "La ferita, racconti per le vittime innocenti
di camorra", è un libro senza filtro e che si consiglia di sistemare negli scaffali delle nostre librerie, tanto più che i suoi proventi andranno alla cooperativa Le Terre di Don Peppe Diana.
Da vedere: Good Morning Aman
Good Morning Aman
Regia di Claudio Noce
Istituto Luce
Il film è stato presentato alla 66° edizione del Festival del Cinema di Venezia, per la 24°
settimana della critica. Sullo sfondo di una Roma fuori dalla cartolina, sui tetti dei terrazzi
dell'Esquilino e le strade di Piazza Vittorio si racconta la storia di due emarginati che
lottano per integrarsi nel nostro paese. Integrazione ed identità.
Il primo, Aman (Said Sabrie), l‟emarginazione la subisce: è un ragazzo italiano di origine
somala, ha quasi 20, è bello, intelligente, e astuto, domina ogni sfumatura della lingua
italiana, è arrivato a Roma all‟età di 4 anni scappando da Mogadiscio e dalla guerra.
Il secondo, Teodoro (Valerio Mastandrea), è romano, quarantenne , ex pugile, ha scelto
di auto emarginarsi. Sono tre anni che è chiuso in casa, prigioniero delle sue colpe e del
suo passato. Aman e Teodoro si incontrano su un terrazzo di un palazzo dell‟Esquilino.
I due stringono amicizia, trovando così la forza di liberarsi dalle catene che gli hanno costruito intorno. La loro amicizia si trasformerà lentamente in un percorso di maturazione
personale che porterà Aman a rivalutare la sua condizione “altra”.
Il giovane regista Claudio Noce, ha incontrato il vero incontrato il vero Aman (che
all‟poca aveva 18 anni) mentre stava girando un documentario sul centenario della CGL,
e il ragazzo alternava momenti di rabbia, alla voglia di raccontare come poteva affrontare
la sua vita nel nostro paese. Il regista capì di voler conoscere questi italiani di seconda
generazione.
Una vicenda di riscatto sociale negato e di profonda dignità, e per dirla alla Mastandrea,
“senza retorica e molto “democratica”.
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Alla mafia si risponde inasprendo le confische
La norma passata in Finanziaria compromette i risultati sin qui conseguiti nella confìsca di beni dei mafiosi. Le proposte di Libera e di Avviso pubblico perché il Paese si riappropri di ciò che davvero è "cosa nostra". Gli arresti e le
condanne da soli non bastano. È necessario colpire la mafia nei suoi interessi. Le deve essere sottratto il denaro
sporco".
Pio La Torre, grande sindacalista e uomo politico ucciso da
cosa nostra, è stato il primo a capire la necessità di attaccare l'economia mafiosa. La legge Rognoni-La Torre del
1982, approvata dopo la sua morte, introduce l'articolo 416
bis, che definisce il reato di associazione mafiosa, e istituisce la confisca dei beni del crimine organizzato. Quattordici
anni dopo, nel 1996, Libera raccoglie un milione di firme per una legge, la 109/96, che finalizza la confisca all'uso
sociale: le ricchezze mafiose sono un furto alla collettività.
E, come tali, alla collettività devono tornare. Ora quella legge, che ha permesso la confisca di 9.100 beni e l'assegnazione di circa 5 400 (di cui 539 consegnali alle forze di polizia, il resto gestiti da 480 Comuni e da 150 associazioni), rischia di essere tradita nello spirito e mutilata nell'efficacia. Un emendamento della Finanziaria passata in
Senato stabilisce infatti che i beni immobili non destinali entro i tempi previsti - ire mesi o sei nei casi più complessi
- siano messi in vendita. Data la difficoltà delle procedure e le lungaggini burocratiche, è ipotizzabile che la nonna
sia applicata alla totalità dei beni.
Sono infatti ben 3.213 quelli attualmente bloccati all'agenzia del Demanio: il 36 per cento perché soggetti a ipoteche bancarie, il 30 perché occupati, un'altra consistente pane perché beni indivisibili. Libera non ha mai considerato il divieto di vendita come un "dogma" che non ammette eccezioni. In questo caso, però, l'eccezione rischia di
diventare la regola, e le prime a rallegrarsene sarebbero proprio le organizzazioni criminali: già ora fanno di tutto
per eludere i controlli e riappropriarsi dei beni, figuriamoci se terreni, ville e alberghi fossero messi all'asta!
A essere colpiti, con la credibilità delle istituzioni, sarebbero i risultati di una legge che non si è limitata ad affermare un principio etico, ma l'ha tradotto in metodo, in orizzonte operativo: la lotta alle mafie è efficace se sappiamo
saldare il contrasto al crimine con le politiche sociali, i posti di lavoro, i progetti educativi capaci di risvegliare le
coscienze, denunciare le complicità e le contiguità, aprire un varco nell'edificio d'illegalità, corruzione, indifferenza
su cui si fonda il potere mafioso.
Una legge che ha saldato la legalità alla corresponsabilità, e che ha individuato nelle attività sui beni confiscati una
delle chiavi di volta del cambiamento. Non possiamo permetterci di perdere questo patrimonio, di uccidere la speranza che ha generato, di vanificare una ricchezza sociale, etica, culturale nata dalle ricchezze sporche di sangue
delle mafie.
Per questo, come Libera e Avviso pubblico, abbiamo chiesto di ritirare l'emendamento. Ma nello spirito costruttivo
che ha sempre animato il nostro rapporto con le istituzioni - spirito di servizio da non confondersi col servilismo non ci limitiamo a dire no: la nostra denuncia vuole essere proposta.
Si rafforzi allora l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. Si introducano norme e organismi che
facilitino il riutilizzo sociale dei beni. Venga applicata la nonna che estende la confisca e l'uso sociale alle proprietà
dei corrotti. Siano prioritariamente destinati ai familiari delle vittime e ai testimoni di giustizia i proventi dei beni mobili e i soldi sottratti alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di
un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra".
don Luigi Ciotti su Famiglia Cristiana | 4 dicembre 2009
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Libera il bene
Libera il Bene è un'iniziativa promossa dalla Regione Puglia - Assessorato alla
Trasparenza e Cittadinanza Attiva nell'ambito del Programma Bollenti Spiriti.
Non è una iniziativa rivolta esclusivamente ai giovani, ma utilizza il metodo basato
sull'attivazione e la partecipazione sperimentato fino ad oggi da Bollenti Spiriti.
Libera il Bene promuove il recupero, la riconversione ed il riuso dei beni confiscati
in Puglia alla criminalità organizzata, per scopi sociali, economici e di tutela ambientale.
Con Libera il Bene, la Regione Puglia intende superare gli ostacoli all'effettivo riuso dei beni confiscati
attraverso il finanziamento degli enti locali destinatari dei beni, il coinvolgimento attivo dei territori, la raccolta di idee per la loro riconversione a fini economici e sociali.
Attraverso un bando aperto ai comuni e alle province pugliesi, Libera il Bene finanzia progetti di recupero, ristrutturazione e rifunzionalizzazione fino a 750.000 Euro. Per poter partecipare al bando, gli enti dovranno aver individuato un'ipotesi di riutilizzo e un soggetto gestore attraverso una procedura di evidenza
pubblica.
L'obiettivo è trasformare il riuso dei beni sequestrati non solo in un simbolo concreto di lotta alle mafie,
ma anche in una occasione di sviluppo sociale, economico e occupazionale del territorio.
Un osservatorio sulle mafie a Milano
Un osservatorio sociale sulle mafie a Milano e in Lombardia: e' una proposta lanciata dalla Cgil che oggi ha invitato istituzioni, associazioni, sindacati e magistratura ad aderire a un tavolo permanente per monitorare
il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel territorio che ospiterà l'Expo del
2015.
“Non vogliamo sostituirci a nessuno - ha precisato il segretario della Camera del Lavoro di Milano Onorio Rosati al convegno cha ha tenuto a
battesimo l'osservatorio - ma pensiamo sia utile fare rete e che soggetti diversi mettano in comune esperienze, pratiche e saperi”. Dal canto suo il più importante sindacato offrirà l'esperienza maturata sul campo nel contrasto al lavoro nero e a favore delle sicurezza sui luoghi di lavoro.
La logica di fondo con cui la Cgil ha lanciato l'osservatorio e' quella di evitare di affrontare il problema delle mafie solo dopo arresti clamorosi e riuscire invece a coinvolgere costantemente l'attenzione dell'opinione pubblica sulla pervasività delle criminalità organizzata nel tessuto economico del Nord. “E' fondamentale che anche dal basso arrivi un contributo al contrasto dei fenomeni mafiosi - ha applaudito don Luigi
Ciotti, fondatore di Libera - e soprattutto a quel concetto di legalità flessibile che media tra ciò che è lecito
e illecito e rappresenta il miglior viatico al crimine”.
Il 20 marzo 2010 Libera organizzerà proprio a Milano il giorno della memoria per le vittime della mafia. E
quella data potrà essere l'occasione per vedere i primi frutti dell'osservatorio. “E' una buona proposta così il presidente lombardo Roberto Formigoni - le grandi opere che si stanno realizzando a Milano e in
Lombardia rendono necessaria una stringente vigilanza e un adeguato controllo su tutte le procedure che
regolano gare e appalti e l'esigenza di garanzia, trasparenza e sicurezza sono da tempo all'attenzione
delle istituzioni e di tutte le componenti più vive e sensibili della società”.
16 dicembre | da ANSA
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Affidamento del Centro di Educazione Ambientale e alla Legalità di Siculiana
I tentacoli della criminalità non conoscono confini o vincoli di sorta, tanto
che è possibile rintracciare un bene confiscato anche all‟interno di un luogo come la Riserva naturale orientata di Torre Salsa, un‟area protetta di
761,62 ettari gestita dal WWF in convenzione con la Regione Sicilia.
Qui la mafia aveva violentato lo stupendo paesaggio, per creare un suo
luogo di villeggiatura: una villa abusiva di 467 mq, circondata da 5 ettari di
terreno. La struttura, confiscata il 10 marzo 1993, ritornerà presto ad un
uso collettivo grazie ad un bando pubblico predisposto dal Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo, per l‟assegnazione in favore di soggetti
privati che la gestiranno come “Centro di Educazione Ambientale e alla
Legalità”.
La riqualificazione della zona è stata inizialmente curata da Legambiente anche grazie ai contributi della campagna
nazionale “Salvaitalia”, un progetto rivolto alle zone del Paese che sono penalizzate da fenomeni di degrado ambientale e sociale, con l‟obiettivo di realizzare, attraverso attività di coinvolgimento, informazione e sensibilizzazione
di soggetti economici e istituzionali presenti sul territorio,
IL BANDO
progetti di recupero e riutilizzo di aree compromesse o in
stato di abbandono. Iniziative pensate per restituire aree
Affidamento in concessione a favore di soggetti privati di un
di particolare interesse naturalistico a una fruizione collet- bene confiscato alla criminalità organizzata e realizzato
tiva, tutelando così flora, fauna e paesaggio dalla minacnell'ambito del progetto pilota "Libera Terra Agrigento" finanziacia delle ecomafie.
to dal P.O.N. "Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d'ItaSuccessivamente alla riqualificazione dell‟area, il Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo ha ottenuto un
finanziamento nel quadro del PON Sicurezza 2000-2006,
che ha consentito di ristrutturare e riadeguare alla nuova
destinazione d‟uso gli spazi dell‟ex villa.
lia" 2000-2006 - misura II.1, al fine di realizzare un "centro di
educazione ambientale ed alla legalità"
"La selezione pubblica avrà luogo alle ore 11,00 del
29/12/2009, presso il Comune di Favara - Per ulteriori chiarimenti, i soggetti interessati, possono rivolgersi al Responsabile
del procedimento Dr. Giovanni Di Caro (tel. 0922/448233 - fax
Un percorso emblematico, che in una sorta di contrappas- 0922 448334 - [email protected]) presso
l'Ufficio del Consorzio Agrigentino legalità e sviluppo sito in
so porterà alla trasformazione di uno scempio edilizio e
Favara, P.zza Don Giustino n. 2, nei giorni lavorativi, escluso il
paesaggistico in un luogo dove incontrarsi e riflettere sul
valore e sulla tutela di quell‟ambiente che le ecomafie cal- sabato e nelle ore d'Ufficio".
pestano nel perseguimento dei loro interessi criminali.
Scarica il bando
Strada Facendo 2010, il 5-6-7 febbraio a Terni
La quarta edizione di Strada Facendo, iniziative sulle politiche sociali organizzata da Libera, Gruppo Abele e CNCA, si svolgerà il 5 - 6 - 7 febbraio a Terni.
L‟apertura della tre giorni è prevista per venerdì 5 febbraio in plenaria e si svolgerà presso il Palazzetto dello Sport.
Il sabato si svolgeranno i 7 gruppi di lavoro mentre domenica mattina sempre al
Palazzetto dello Sport avrà luogo la plenaria di chiusura.
I sette gruppi di lavoro saranno dedicati alle seguenti tematiche: disoccupazione, il welfare, le politiche abitative, il sistema sanitario nazionale, la scuola, il carcere e i diritti negati dei migranti.
Compila la scheda di adesione
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Presentato il Dossier Lazio di Liberainformazione
Lazio, fine anni Settanta. Prima arrivarono i personaggi affiliati alle
mafie tradizionali, „ndrangheta, camorra e Cosa Nostra, in soggiorno
obbligato, ma soprattutto in esplorazione alla ricerca di spazi vergini
nei quali prosperare. In questa terra fertile andarono ad affiancare la
nascente criminalità delle borgate, quartieri ghetto ai margini delle
città, soprattutto Roma, e tutte quelle attività criminose tradizionali
come l‟usura dei “cravattari”.
Poi, dopo il progressivo declino della Banda della Magliana, che aveva monopolizzato fino alla fine degli anni Ottanta tutti i traffici che passavano per la capitale, la germinazione delle spore gettate dalle mafie
venute dal Mezzogiorno, con la nascita di un nuovo soggetto, mutato
e riplasmato sulle caratteristiche del nuovo terreno d‟azione.
E‟ la “quinta mafia”, silente ma pericolosamente attiva a Roma e nel
Lazio, realtà ormai consolidata nel panorama del crimine organizzato
italiano che un dossier realizzato da Libera Informazione vuole portare all‟attenzione dell‟opinione pubblica.
La presentazione del lavoro, fatto dei contributi dei tanti soggetti afferenti al network operanti nei territori,
è stato presentato il 15 dicembre presso la sede dell'Fnsi, alla presenza del presidente Roberto Natale.
Tra i presenti Luigi De Ficchy, sostituto procuratore di Tivoli, che ha parlato del forte inquinamento da
infiltrazioni mafiose nella regione. “Oltre al Comune di Fondi - ha spiegato - ci sono decine di altri comuni
del sud pontino che hanno la stessa situazione. Ci sono gruppi criminali che svolgono attività legate con
le amministrazioni locali. Se è difficile contrastare un reato come il riciclaggio che è nascosto, avvengono
però decine di attentati che sono invece ben visibili. Tutti questi piccoli attentanti nel loro insieme testimoniano un inquinamento conclamato della zona".
Droga, usura, prostituzione, contraffazioni e abusivismo vedono la mafia del Lazio alleata con quella
straniera: cinesi, russi, albanesi, rumeni e nigeriani su tutti. "A Roma - spiega Gaetano Liardo di Libera
Informazione - i mafiosi reinvestono e ripuliscono i loro proventi illeciti in ristoranti e attività economiche e
un esempio per tutti il Cafè del Paris. Ma la Capitale è anche uno tra gli snodi più ambiti dei traffici di droga e prostituzione. Così se l'aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia vengono indicati come "i
varchi preferiti dai narcotrafficanti", l'intera regione è definita "la terra promessa delle mafie straniere" con
"un migliaio di segnalazioni per reati di droga (circa il 10% del totale nazionale)" e un triste record anche
nei decessi di tossicodipendenti.
Secondo il dossier, poi, gli indicatori relativi alla penetrazione mafiosa non lasciano spazio ad equivoci: "il
Lazio è ai primi posti nelle classifiche relative alla penetrazione mafiosa, subito dopo le quattro regioni
meridionali a 'occupazione' consolidata. Nel 2005 - si legge - i procedimenti avviati dalla Dda di Roma
sono stati 204 (droga, tratta e associazione mafiosa), più che a Reggio Calabria (189). Nella relazione
annuale 2006/2007 a Roma sono 143 i fascicoli aperti dall'antimafia, e anche sul fronte dei beni confiscati alle mafie e destinati al riuso il Lazio è tra le prime regioni italiane".
Sul versante dell'illegalità ambientale significativi i dati del 2008: 2086 infrazioni accertate nel Lazio con
2247 persone denunciate o arrestate e 915 sequestri effettuati. Il ciclo dei rifiuti, nello stesso periodo
conta 788 infrazioni, quello del cemento 774. Eppure il fronte di chi nega l'esistenza della criminalità organizzata nel Lazio, secondo Libera, è ancora saldo. "Se è vero che le mafie sono delle holding finanziarie, infiltrate nelle amministrazioni e nella politica ai più alti livelli - afferma il coordinatore di Libera Antonio Turri -, allora va da sé che puntino con forza con Roma e dintorni".
L‟uscita del dossier arriva dopo un percorso di seminari e dibattiti pubblici che per due mesi ha attraversato il Lazio, favorendo l‟incontro di operatori dell‟informazione, del sociale, ma anche semplici cittadini,
nella prospettiva di rafforzare una rete di soggetti civili che tengano vivo l‟interesse su un tema che non
sembra trovare il giusto spazio attraverso i media e nel dibattito politico.
Scarica il dossier (pdf)
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Mafie senza confini - Noi senza paura
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Modena, Gennaio 2010 - “PRESENZE MAFIOSE E ANTICORPI CIVILI”
Piacenza, Febbraio 2010 - GRANDI OPERE PUBBLICHE E INFILTRAZIONI
MAFIOSE”
Reggio Emilia, in data da destinare - “I NUOVI BUSINESS DELLA CRIMINALITÀ
TRANSNAZIONALE”
Ferrara, (data da definire) - “ECONOMIA LEGALE ED ECONOMIA ILLEGALE”
Fidenza, Forlì, Reggio Emilia, Piacenza - Gennaio 2010 - SEMINARI PER MEDIA
Quattro appuntamenti con Libera Informazione
In collaborazione con Libera Radio
"Il complesso dei dati, delle notizie e delle informazioni acquisite impone di registrare la crescente importanza, da un lato, di nuovi processi di aggregazione criminale
di origine straniera e, dall'altro lato, soprattutto, di allarmanti fenomeni di infiltrazione mafiosa nell'economia legale (nei settori degli appalti pubblici ed immobiliare,
soprattutto), direttamente connessi all'espansione sul territorio emiliano della sfera
di azione affaristico-criminale di organizzazioni mafiose di origine calabrese, siciliana e, soprattutto, campana"
[ Direzione Nazionale Antimafia, Relazione annuale, Roma 2008 ]
Info:Liberainformazione - www.liberainformazione.org
Mail: [email protected] - Tel: 06/69770333
“Mafia S.p.a.” vince il Premio Videoclip Italiano
Nei giorni in cui ci sono stati arrestati molti mafiosi e il Governo afferma che le mafie sono a un passo dalla sconfitta, è
importante ricordare che la Mafia Spa è soprattutto un'azienda sommersa, che aumenta a dismisura il proprio fatturato,
anche grazie al provvedimento sullo scudo fiscale.
La liquidità delle mafie non ha paragoni con nessuna altra
azienda italiana e gran parte del fatturato deriva dal traffico
internazionale delle droghe, che non si flette neanche in un
momento di crisi finanziaria come quella attuale.
Già a marzo 2009 Torino Sistema Solare ha lanciato la campagna "La mafia non paga la crisi", azione di informazione e sensibilizzazione che ha avuto come strumenti di diffusione oggetti di marketing virale (fidelity card, adesivi, etc.) e il videoclip "Mafia Spa", di Luca Lumaca POSTAL_M@RKET.
Il clip ha la capacità di sintetizzare in pochi minuti i traffici delle mafie, usando un linguaggio accattivante
e giovane. Il budget con cui è stato realizzato, è vicino allo zero. Oggi il Premio Videoclip Italiano, giunto
alla sua undicesima edizione, rende merito al lavoro di Luca Lumaca e dunque di Torino Sistema Solare,
assegnando il premio per la sezione "Indie" a "Mafia Spa".
Il premio è stato assegnato venerdì 11 dicembre, nell'Aula Magna dell'Università IULM a Milano.
La vittoria del premio è un'ulteriore occasione per portare al centro dell'attenzione dei giovani il tema
dell'uso delle sostanze stupefacenti e del narcotraffico gestito dalle mafie, con un volume d'affari superiore ai 60 miliardi l'anno. Il PVI è organizzato con Rockol, la partnership dell'Università IULM di Milano e il
Patrocinio del Comune di Milano.
La Campagna di Torino Sistema Solare è stata realizzata in collaborazione con Libera Piemonte.
Guarda il video su www.torinosistemasolare.it
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Il documento finale dell’Assemblea del Volontariato Italiano
"Vogliamo prendere parola": con queste battute il portavoce del Forum del Terzo Settore Andrea Olivero
ha chiuso l' Assemblea del Volontariato Italiano i cui lavori, nella giornata conclusiva, sono stati condotti
da Fausto Casini, coordinatore della Consulta per il Volontariato.
Tra gli interventi significativo quello di Mario Sepi, Presidente del Cese - Comitato Economico e Sociale
Europeo che ha posto l'attenzione alle tematiche legate all'Europa, ove si contano oltre 100 milioni di
volontari, affermando che "il capitale sociale dell'Unione Europea deve essere salvaguardato e il volontariato ha un ruolo fondamentale nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale".
Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione per il Sud, riallacciandosi ad uno dei temi toccati ieri dal
Presidente della Repubblica Napolitano ha evidenziato che "il divario Nord Sud sta avendo segnali di
vitalità importante anche se nel Sud sono più pericolosi i tentativi da parte della Pubblica di farne una
stampella".
Nel suo intervento il Vice Presidente dell'Acri Antonio Miglio ha affermato "Vogliamo proseguire la collaborazione con il volontariato e il terzo settore perche li consideriamo partner strategici".
Nel presentare il documento conclusivo, approvato poi all'unanimità dall'Assemblea, Marco Granelli, presidente di CSVnet ha affermato "I CSV costituiscono un sistema diffuso e strutturato per la sua qualificazione ed è necessario che le loro risorse non siano messe in dubbio dalla crisi garantendo risorse adeguate e una loro diffusione sul territorio anche con strumenti efficacia efficienza e innovazione, come previsto dall'art.15 legge 266". Il "Documento Conclusivo" assume interamente l'intervento del Presidente
della Repubblica, esprime una forte richiesta di continuare il processo interno ed esterno avviato ed individua le priorità del lavoro comune del volontariato.
Tra i punti che esso affronta: il processo di armonizzazione e semplificazione normativa, che prevede tra
l'altro la stabilizzazione del 5 x mille, l'istituzione del registro nazionale delle ODV, il consolidamento del
servizio civile; la possibilità di svolgere il proprio ruolo propositivo in tutte le politiche pubbliche; il rafforzamento del fondo per le politiche sociali e per gli altri fondi specifici tra cui quello per la non autosufficienza; l'avvio di interventi per l'integrazione delle persone disabili; l'impegno per il raggiungimento degli
obiettivi del millennio; un deciso cambiamento della parte "immigrazione" del decreto Sicurezza e una
politica di integrazione che riconosca il diritto di asilo e di cittadinanza.
Inoltre nel documento si può leggere "Nell'esercizio del suo ruolo politico - consapevole di rappresentare
i bisogni e le istanze della comunità, soprattutto dei più deboli - rivolge la seguente richiesta alle Istituzioni: Chiede che non venga approvato l'emendamento alla Finanziaria che consentirebbe di mettere all'asta i beni confiscati alla mafia, con il rischio che le organizzazioni mafiose ne rientrino in possesso, ma si
aumentino, invece, le risorse finalizzate a questa importante strumento di promozione della legalità e
solidarietà."
Scarica il documento finale dell'Assemblea del Volontariato Italiano (pdf)
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Il paniere dei saperi
Per il Natale 2009, oltre a pasta, legumi, vini, oli, conserve e prodotti da forno frutto del lavoro delle cooperative sociali Libera Terra, e alle magliette, borse e candele di Libera attraverso le quali è
possibile sostenere concretamente l‟impegno nell‟antimafia sociale, una novità per voi: il paniere dei saperi.
Questo speciale tipo di paniere consiste in una borsa viola con il
logo di Libera e chiusura a zip nella quale inserire un libro a scelta
tra quattro titoli delle Edizioni Gruppo Abele: “Peppino e Vivo. Poesie e canzoni per Peppino Impastato” (autori vari), “Mafia e politica” (don Luigi Ciotti), “Nonostante Tutto”(Rita Borsellino e Suareg
Abriego) e “I ragazzi di Paolo” (autori vari).
Un‟idea per un regalo originale, disponibile presso le Botteghe dei Saperi e dei Sapori della Legalità, che
stuzzicherà la voglia di sapere dei vostri cari e dei vostri amici.
Per informazioni è possibile contattare lo 06 69770320 o scrivere all‟indirizzo [email protected]
E’ uscito Onda Libera - Carovana della legalità contro le mafie
E' uscito "Onda Libera - Carovana della legalità
contro le mafie", dvd (con libro allegato) che racconta la prima carovana musicale sui terreni confiscati di tutta Italia che ha visto protagonisti i Modena City Ramblers insieme ai ragazzi di Libera.
Dopo aver portato nella scorsa primavera la loro
musica nei luoghi dell‟Italia che combatte contro le
mafie, Libera e il gruppo modenese hanno voluto
fortemente condividere l‟eredità lasciata da
quest‟onda di libertà. Un progetto nato in collaborazione con Acmos e Associazione Pereira che
diventa, così, un diario di bordo e un documentario nei quali si intrecciano le note e le immagini
della carovana con le storie dei tanti compagni di
viaggio incontrati per strada. Luigi Ciotti, Nando
Dalla Chiesa, Antonella Mascali, Dario Fo, Marco
Paolini, Roberto Morrione, i famigliari di vittime
della mafia e i ragazzi che ogni giorno lavorano
sui terreni confiscati alle mafie. Il libro più dvd sarà
venduto a 10€ e il ricavato della vendita andrà a
finanziare la nascita di una nuova cooperativa sociale in Sicilia, nei comuni di Lentini, Ramacca e
Belpasso (tra Siracusa e Catania), che sarà dedicata al sacrificio del commissario Beppe Montana.
Il libro sarà venduto attraverso la distribuzione
Giunti e presso tutte le Botteghe dei Saperi e dei
Sapori della Legalità di Libera (oggi a Roma, Napoli, Torino, Pisa, Bologna, Mesagne, Palermo).
Da fine novembre sarà possibile acquistarlo in
tutte le librerie: un ottimo regalo da far trovare sotto l‟albero di natale.
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