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Contenuti a cura di IL LEASING FINANZIARIO E GLI ALTRI FINANZIAMENTI: CONFRONTO AI FINI DELLA RAPPRESENTAZIONE IN BILANCIO E DEI RISVOLTI SUL RATING 1. Introduzione L’imprenditore intenzionato ad acquisire un nuovo bene per la propria attività, sia esso un immobile o un bene strumentale, che non disponga della somma necessaria per effettuare un acquisto diretto, può ricorrere al leasing finanziario oppure può richiedere un mutuo o un finanziamento agli istituti di credito o alle società finanziarie. Al fine di valutare quale sia la forma di finanziamento più conveniente, è opportuno considerare alcuni aspetti che esulano dal semplice calcolo matematico. Le due alternative proposte comportano, infatti, un differente impatto sul bilancio dell’impresa, sia in termini di rappresentazione sia per quanto concerne il valore dei relativi indici, e conseguentemente diversa è, altresì, l’incidenza sull’affidabilità creditizia dell’impresa stessa per il sistema bancario. Nel proseguo verranno esaminati i predetti aspetti riferendosi, in particolare, alle società che predispongono il bilancio conformemente alla norme di diritto interno e che, pertanto, non sono soggette o non aderiscono ai principi contabili internazionali ovvero agli standards IAS/IFRS. 2. Modalità di rilevazione contabile del leasing finanziario Va premesso che nella prassi contabile si sono venute a delineare due modalità di rilevazione del leasing finanziario da parte della società utilizzatrice, quali il metodo patrimoniale ed il metodo finanziario. In particolare, (i) il “metodo finanziario” prevede l’iscrizione del bene nell’attivo dello stato patrimoniale con contestuale rilevazione del relativo debito finanziario sin dalla stipulazione del contratto, mentre (ii) il “metodo patrimoniale” contempla l’iscrizione del bene nell’attivo dello stato patrimoniale soltanto al termine del contratto, qualora venga riscattato. Tuttavia, nel nostro ordinamento le norme che disciplinano la redazione del bilancio, contenute nel codice civile, ed i principi contabili nazionali nonché le relative interpretazioni stabiliscono che le società devono iscrivere in bilancio i contratti di leasing secondo il “metodo patrimoniale”. Detta metodologia si caratterizza per il fatto che il contratto in parola è assimilato ad una sorta di contratto di locazione e, di conseguenza, il locatario sarà tenuto alla sola rilevazione periodica del versamento dei canoni, i quali affluiranno nel Conto Economico, fra “i costi per godimento dei beni di terzi”. Inoltre, il pagamento anticipato o posticipato dei predetti canoni nonché l’eventuale previsione di un maxicanone nelle condizioni contrattuali renderà possibile rilevare, in sede di assestamento, rispettivamente risconti attivi o ratei passivi. Nel sistema degli impegni dello Stato Patrimoniale occorrerà evidenziare poi l’ammontare dei canoni ancora da corrispondere. Soltanto qualora alla scadenza del contratto la società utilizzatrice decida di riscattare il bene, essa procederà ad iscrivere il bene strumentale tra le immobilizzazioni materiali al prezzo di riscatto versato ed a rilevare le relative quote di ammortamento. Materiale predisposto con la collaborazione di Contenuti a cura di Ne consegue che le principali voci dell’operazione che convergono nel Conto Economico della società utilizzatrice sono, quindi: B8) Costi della produzione – costo godimento beni di terzi Esercizio X Esercizio X+1 Esercizio X+2 yyy yyy yyy B10) Costi della produzione – ammortamenti e svalutazioni Esercizio X +3 Esercizio X+… xxx* xxx * tale voce accoglierà gli importi delle quote di ammortamento calcolate sul valore di riscatto del bene a decorrere dall’esercizio in cui tale bene verrà riscattato Le principali voci dell’operazione in parola che affluiscono nello Stato Patrimoniale sono poi: Esercizio X Esercizio X+1 Esercizio X+2 Esercizio X +3 Esercizio X+… Yxx* Yyx ATTIVO B II) Immobilizzazioni materiali (al netto del Fondo ammortamento) D) Ratei e risconti rrr rrr Rrr ttt ttt Ttt PASSIVO E) Ratei e risconti Materiale predisposto con la collaborazione di Contenuti a cura di In calce allo Stato Patrimoniale Iii Iki Iji 0 Conti d’ordine relativi agli impegni * nell’esercizio dell’acquisto, l’immobilizzazione verrà iscritta al prezzo di riscatto A completezza di quanto sopra riportato, va precisato che l’art. 2427, n. 22, cod. civ. stabilisce che, relativamente alle operazioni di leasing finanziario, nella Nota Integrativa devono essere indicate le seguenti informazioni: il valore attuale delle rate di canone non scadute alla data di bilancio, determinato utilizzando tassi di interesse pari all’onere finanziario effettivo inerenti ai singoli contratti; l’onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all’esercizio; l’ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell’esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all’esercizio. Oltre quanto sopra, secondo il documento n. 1 dell’Organismo Italiano di Contabilità, pur in assenza di uno specifico obbligo in tal senso, nella Nota Integrativa è opportuno fornire – se significative – le seguenti ulteriori informazioni: il valore del bene locato, che secondo il “metodo finanziario” sarebbe stato iscritto tra le immobilizzazioni. Tale valore corrisponde al minore tra il teorico prezzo del bene per il suo acquisto in contanti e il valore attuale dei canoni di locazione, comprensivo del valore attuale del prezzo di riscatto pattuito. In maggior dettaglio, quest’ultimo valore è esposto al netto degli ammortamenti che sarebbero stati stanziati applicando aliquote di ammortamento rappresentative della stimata vita utile del bene e di eventuali rettifiche e riprese di valore; il debito implicito verso il locatore – che sarebbe stato iscritto tra le passività – originariamente pari al valore del bene e progressivamente ridotto in base al piano di rimborso delle quote di capitale incluse nei canoni contrattuali; l’onere finanziario di competenza dell’esercizio, ottenuto attraverso la scomposizione dei canoni di locazione tra interessi passivi e quota capitale in base al tasso di interesse implicito nei contratti; le quote di ammortamento relative ai beni in locazione di competenza dell’esercizio; il relativo effetto fiscale; l’effetto sul risultato dell’esercizio e quello complessivo sul patrimonio netto che si otterrebbe applicando il metodo finanziario. 3. Modalità di rilevazione contabile del mutuo bancario o di un finanziamento Qualora la società decida di acquistare un bene immobile o mobile, necessario per la propria attività, ottenendo le disponibilità finanziarie da un istituto di credito o da una società finanziaria, le scritture contabili riguardano i seguenti momenti: - l’accensione del prestito; - l’acquisto dell’immobilizzazione; Materiale predisposto con la collaborazione di Contenuti a cura di - l’assestamento a fine periodo; il rimborso. In merito, va rammentato che l’erogazione di somme di denaro da parte di banche o di società finanziarie è spesso subordinata al rilascio di garanzie reali o personali1. Ne consegue che le principali voci dell’operazione che convergono nel Conto Economico della società richiedente sono, quindi: Esercizio X Esercizio X+1 Esercizio X+2 Esercizio X +3 Esercizio X+… B10) Costi della produzione – ammortamenti e svalutazioni yyy yyy yyy yyy yyy C17) Proventi e oneri finanziari – interessi e altri oneri finanziari xxx xxx xxx xxx xxx Le principali voci dell’operazione in parola che affluiscono nello Stato Patrimoniale sono poi: Esercizio X Esercizio X+1 Esercizio X+2 Esercizio X +3 Esercizio X+… YYY YYY YYY YYY YYY MMM MMM MMM MMM MMM ttt ttt ttt ttt ttt ATTIVO B II) Immobilizzazioni materiali (al netto del Fondo ammortamento) PASSIVO D4 o D5) Debiti verso banche o Debiti verso altri finanziatori E) Ratei e risconti 1 Inoltre, all’atto della concessione del prestito, l’ente erogante è solito chiedere all’impresa oltre ad una commissione, il rimborso dei costi relativi all’iscrizione ipotecaria – se la garanzia è costituita da un’ipoteca – e degli oneri notarili, corrispondendo una somma di denaro inferiore al valore nominale del finanziamento. Materiale predisposto con la collaborazione di Contenuti a cura di 4. Impatto sul rating della società del leasing finanziario e del prestito bancario o finanziario cessione del contatto di leasing Da quanto evidenziato nei precedenti paragrafi, emerge come acquisire la disponibilità di una immobilizzazione mediante un’operazione di leasing finanziario oppure facendo ricorso ad un prestito comporti riflessi diversi sulla situazione dell’impresa e produca una serie di effetti nella quantificazione del reddito, del patrimonio e dei flussi finanziari. Tali poste, a loro volta, si ripercuotono sul computo di alcuni indici e margini diretti a stabilire le condizioni di equilibrio aziendale. Detto aspetto ha assunto maggior rilevanza negli ultimi tempi a seguito delle evoluzioni degli accordi di Basilea che hanno influenzato il rapporto tra sistema bancario ed imprese – e il merito creditizio delle stesse – attraverso l’introduzione del “rating”. In particolare, per “rating” si intende una valutazione dell’affidabilità creditizia di un debitore, cioè la probabilità che rimborsi il suo debito. Il rating viene quindi attribuito dalle banche ai propri richiedenti crediti a seguito della formulazione di un profilo di rischio basato su una serie di informazioni qualitative quantitative, che provengono di norma dai bilanci e/o dalle relazioni annuali della società; è inoltre molto frequente la richiesta di documentazione fiscale e dei piani dell’impresa. Appurato che il calcolo del rating e i sistemi di sua determinazione variano in relazione all’istituto di credito considerato, da un’indagine condotta in materia pare che, in ogni caso, gli indici che valorizzano l’indebitamento in relazione a dati patrimoniali e gli indici che analizzano la liquidità e la redditività della società restino elementi di primaria importanza. Ciò posto, effettuando un confronto tra i principali effetti di sintesi sul bilancio delle due diverse forme di finanziamento in parola, si rileva quanto segue. La concessione di un prestito da parte di un istituto di credito o di una ente finanziario ai fini dell’acquisto di un’immobilizzazione comporta per la società richiedente: i) un incremento rilevante del valore delle immobilizzazioni materiali nette; ii) un incremento ugualmente rilevante dei debiti verso banche o altri finanziatori; iii) una diminuzione contenuta (misurata in termini di ammortamenti ed interessi) del risultato d’esercizio e del patrimonio netto. Relativamente all’incidenza della predetta operazione sugli indici e sui margini di bilancio, si avranno, pertanto: un aumento dell’importo del capitale operativo investito netto, il quale tende però a ridursi nel corso degli esercizi a seguito dell’ammortamento del cespite; un incremento del rapporto di indebitamento – dato da Debiti finanziari/Capitale proprio – per l’accensione del prestito; una riduzione dell’utile netto, pur a fronte dell’invarianza dell’EBITDA, poiché i principali costi nascenti dall’operazione in parola – ovvero oneri finanziari ed ammortamento – non sono conteggiati ai fini del calcolo di questo indice. Per quanto concerne il leasing finanziario, il ricorso a tale strumento comporta invece: una migliore solidità aziendale, in virtù (i) della mancata iscrizione del bene tra le immobilizzazioni, con un margine di struttura – Capitale proprio/Attivo fisso – più elevato, (ii) della mancata rilevazione del debito finanziario, con un rapporto di indebitamento – Debiti finanziari/Capitale proprio – più contenuto e (iii) della mancata esplicitazione degli oneri finanziari; Materiale predisposto con la collaborazione di Contenuti a cura di un miglior impatto sulla liquidità aziendale, poiché, a titolo di esempio, l’entità dei debiti a breve termine non esprimerà l’ammontare di quelli di leasing in scadenza entro l’esercizio successivo; un andamento “altalenante” della redditività del capitale proprio variamente distribuita lungo la durata del contratto, a causa della sua correlazione con la redditività del capitale operativo investito (il leasing influenza la redditività operativa lorda dell’azienda (EBITDA)). ***************************** Le osservazioni sopra riportate permettono, quindi, di comprendere come il ricorso ad una o all’altra operazione di finanziamento possa avere effetti nettamente diversi sulla situazione economico, patrimoniale e finanziaria della società e sulla propria affidabilità da parte del sistema creditizio. In linea di sintesi, quindi, gli investimenti - che vanno correttamente valutati e pianificati come elementi essenziali per la crescita dell’impresa - da un punto di vista meramente contabile potranno avere un impatto negativo sul rating dell’azienda, che andrà a ridursi nel tempo anche per effetto dei benefici ottenibili dall’utilizzo dei cespiti acquisiti. Ai fini di una corretta impostazione dei rapporti con il sistema finanziario, dovrà essere valutata con attenzione l’incidenza che significativi investimenti potranno avere sul rating aziendale. In linea generale, lo strumento del leasing si presenta come un sistema efficace di finanziamento, considerato che la non incidenza dell’investimento sull’attivo aziendale (mancata evidenziazione di una minore elasticità dell’attivo), l’ininfluenza sul rapporto debt/equity e la mancata evidenziazione di quote di indebitamento a breve termine tenderanno esprimere un minore indebolimento della struttura finanziaria dell’azienda. Dott. Commercialisti Renato Bogoni Sandra Sommavilla Materiale predisposto con la collaborazione di