2 KANT CRITICA RAGION PURA pdf
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2 KANT CRITICA RAGION PURA pdf
1 IMMANUEL KANT (Konigsberg 1724- 1804) CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico METAFISICA DEI COSTUMI e CRITICA DELLA RAGION PRATICA (1788 ) > problema morale CRITICA DEL GIUDIZIO (1790) problema del finalismo in natura e del “bello” ***************************************************** CRITICA DELLA RAGION PURA Il problema di Cartesio: come può la filosofia (metafisica) raggiungere la stessa certezza della scienza? Certezze metafisiche di Cartesio: res cogitans (anima) , Dio , realtà estesa esterna all’io L’Illuminismo anglo-francese accantona questo problema rivolgendo il suo interesse a ricerche particolari (antropologia, economia, politica ecc. Nelle Università tedesche però si studia ancora la metafisica: Kant crede di poter conciliare metafisica razionalista e fisica newtoniana Poi Kant legge Hume e si risveglia dal “sonno dogmatico” = si convince che il tentativo di Cartesio è fallito, che la ragione non può raggiungere certezze metafisiche, inoltre lo scetticismo di Hume si estende anche alla scienza, quindi bisogna dimostrare se e come la scienza può fornire certezze. Situazione di fatto secondo Kant: la metafisica dà luogo a contese interminabili e non può procedere con sicurezza; la scienza produce verità condivise da tutti e può procedere con sicurezza. Quindi Kant si chiede: posto che l’esperienza non può essere il fondamento della validità oggettiva (universale e necessaria) della conoscenza scientifica (secondo l’insegnamento di Hume) qual è il fondamento della scienza? e ... la metafisica può avere la stessa validità oggettiva della scienza? in termini tecnici: come può la scienza produrre giudizi sintetici a priori? la metafisica può produrre giudizi sintetici a priori? giudizio a posteriori = deriva e dipende dall’esperienza, non può essere universale e necessario giudizio a priori = non deriva e non dipende dall’esperienza, può essere universale e necessario giudizio analitico = il predicato esprime semplicemente qualcosa che è già implicito nel soggetto, è a priori universale e necessario - ma non incrementa la conoscenza (p.e. il triangolo ha tre lati e tre angoli, i corpi sono estesi) giudizio sintetico = il predicato aggiunge qualcosa al soggetto, quindi incrementa la conoscenza giudizio sintetico a posteriori = (p.e. l’acqua bolle a 100° ) incrementa la conoscenza ma non ha valore universale e necessario giudizio sintetico a priori = (p. e. ogni mutamento in natura è l’effetto necessario di una causa) incrementa la conoscenza e ha valore universale e necessario Per rispondere a queste domande Kant intende esaminare la facoltà conoscitiva dell’uomo (= la ragione in senso lato) > CRITICA DELLA RAGION PURA il termine “pura” equivale a “indipendente dall’esperienza, a priori”, quindi Kant vuole esaminare, più precisamente, la ragione nella sua attività di conoscenza sintetica a priori 2 Anticipiamo la risposta di Kant - in estrema sintesi: l’uomo conosce la realtà attraverso i sensi (con cui percepisce la realtà) e attraverso l’intelletto, con cui pensa e giudica, riflettendo sui dati percepiti. Nella percezione i sensi ricevono un “materiale” (colori, suoni, odori, sensazioni tattili, dolori, piaceri ecc.) rispetto a cui sono passivi. Tuttavia questo materiale viene ricevuto attraverso forme della sensibilità (spazio e tempo) che sono innate nella mente di ogni uomo e che sono universali (uguali per tutti gli uomini). Quindi ciò che noi percepiamo non è la realtà in se stessa ma la realtà che ci appare attraverso le forme = noi conosciamo solo fenomeni. Anche l’intelletto ha delle forme innate (categorie o concetti puri dell’intelletto, per esempio il concetto di causa-effetto), che utilizza per unificare e ordinare tutti i dati percepiti. Ma si tratta solo di forme vuote (senza alcun contenuto conoscitivo) che devono essere applicate al “materiale” della sensibilità. Pertanto tutto ciò di cui possiamo fare esperienza (i fenomeni) sarà sempre e da tutti percepito nello spazio e nel tempo e sarà sempre e da tutti pensato secondo le categorie dell’intelletto. Quindi, ancor prima di fare esperienza, (a priori) potremo conoscere alcune caratteristiche generali dei fenomeni. In altri termini: la natura fenomenica (la natura che ci può apparire, di cui possiamo fare esperienza, non la realtà in se stessa) ha alcuni caratteri generali che possiamo conoscere a priori perché derivano dalle forme innate con cui percepiamo e pensiamo i fenomeni. Questa è la “rivoluzione copernicana” di Kant: prima di lui si pensava che la mente nella conoscenza si adeguasse alla realtà; Kant invece pensa che la natura fenomenica si adegua alla mente umana, riceve dalla mente umana il suo ordine, le sue caratteristiche generali, formali (“l’io è il legislatore della natura”). Ogni uomo ha un desiderio insopprimibile di conoscere l’assoluto, quindi la metafisica è il frutto di una tendenza umana naturale e incoercibile. Ma la metafisica può raggiungere conoscenze universalmente valide e certe? può produrre giudizi sintetici a priori? No, perché gli oggetti della metafisica (Dio, l’anima ecc.) non sono oggetti d’esperienza, non sono fenomeni. Non posso avere nessuna conoscenza razionale degli oggetti della metafisica perché posso utilizzare i concetti dell’intelletto solo in riferimento ai fenomeni: per esempio posso utilizzare il concetto di causa-effetto per inferire l’esistenza di una causa a partire da un effetto, ma tanto la causa che l’effetto devono essere fenomeni, oggetti d’esperienza. Non posso invece inferire l’esistenza di una causa soprannaturale (non sperimentabile) a partire da un effetto fenomenico. STRUTTURA DELLA “CRITICA DELLA RAGION PURA” Dottrina degli elementi Dottrina del metodo ESTETICA TRASCENDENTALE Studia le forme della sensibilità: spazio e tempo ANALITICA LOGICA forme pure dell’intelletto TRASCENDENTALE DIALETTICA studia il pensiero idee metafisiche 3 ESTETICA TRASCENDENTALE Trascendentale = che riguarda le condizioni a priori della conoscenza Estetica = studio della sensibilità, della facoltà conoscitiva dei sensi Quindi estetica trascendentale = studio delle condizioni a priori, già presenti nella nostra mente, che rendono possibile la conoscenza sensibile o empirica, cioè l’esperienza. il tempo e lo spazio sono costanti in qualsiasi conoscenza empirica e sono indipendenti dagli oggetti percepiti. Tesi empiristica (tempo e spazio = concetti ricavati dall’esperienza) Tesi di Newton (tempo e spazio = reali, assoluti) Tesi di Leibniz (tempo e spazio = concetti di relazioni di coesistenza e di successione) Tesi di Kant: lo spazio e il tempo sono costanti in ogni percezione e sono indipendenti dagli oggetti percepiti perché sono forme della sensibilità, che precedono e rendono possibile la percezione Lo spazio e il tempo sono forme della nostra sensibilità, vale a dire: sono gli strumenti dell’attività ordinatrice della mente umana che si applica al “materiale” delle sensazioni (tutti gli oggetti percepiti sono collocati in un ordine spazio-temporale) Esempio delle lenti colorate. La sensazione o percezione (INTUIZIONE EMPIRICA) è quindi la sintesi tra la ricezione passiva di oggetti esterni e l’attività ordinatrice del soggetto conoscente. Spazio e tempo vengono anche definiti INTUIZIONI PURE perché spazio e tempo sono conosciuti intuitivamente, immediatamente, in quanto sono presenti al soggetto, ma sono presenti al soggetto a priori, non in virtù di una sensazione. Più precisamente: SPAZIO = FORMA DEL SENSO ESTERNO TEMPO = FORMA DEL SENSO INTERNO La conoscenza del mondo esterno diventa un fatto interno alla coscienza, quindi il TEMPO include lo spazio, è forma anche del mondo esterno. Conseguenza: DISTINZIONE TRA FENOMENO E COSA-IN-SE’ FENOMENO = ciò che appare, ciò che viene conosciuto dai sensi, e venendo conosciuto viene ordinato dalle forme a priori COSA-IN-SE’ (o NOUMENO) = la realtà che agisce sui sensi, provocando la sensazione. E’ inconoscibile, ma deve esistere perché nella sensazione qualcosa “è dato”, siamo passivi. (anti-idealismo di Kant) SPAZIO E TEMPO SONO IL FONDAMENTO DELLA VALIDITA’ UNIVERSALE E NECESSARIA DELLA MATEMATICA. Spazio > Geometria Tempo > Aritmetica (serie dei numeri > successione) Geometria e Aritmetica sono scienze sintetiche a priori: le costruzioni della geometria e le operazioni dell’aritmetica sono sintetiche perché aggiungono qualcosa al già noto; sono a priori perché non dipendono dall’esperienza ma solo dalle intuizioni pure di spazio e di tempo. 4 Come può la matematica valere per la natura, pur dipendendo esclusivamente dalle intuizioni pure? Non è la realtà in se stessa che ha un ordine matematico, è la natura fenomenica che è ordinata dalle forme soggettive di spazio e di tempo e pertanto è ordinata matematicamente. §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§ LOGICA TRASCENDENTALE ANALITICA TRASCENDENTALE ANALITICA DEI CONCETTI Pensare: attività dell’intelletto che consiste nel giudicare, cioé unire, connettere rappresentazioni diverse. Giudizio = unità di soggetto e predicato. per Kant esistono 12 CATEGORIE (o CONCETTI PURI) dell’intelletto che corrispondono ai 12 tipi di giudizio individuati dalla logica generale TAVOLA DEI GIUDIZI UNIVERSALI QUANTITA’ PARTICOLARI SINGOLARI AFFERMATIVI QUALITA’ NEGATIVI INFINITI CATEGORICI RELAZIONE IPOTETICI DISGIUNTIVI MODALITA’ PROBLEMATICI ASSERTORI APODITTICI CATEGORIE QUANTITA’ QUALITA’ RELAZIONE MODALITA’ UNITA’ PLURALITA’ TOTALITA’ REALTA’ NEGAZIONE LIMITAZIONE SOSTANZA CAUSA-EFFETTO AZIONE RECIPROCA POSSIBILITA’ ESISTENZA NECESSITA’ Aristotele: 10 categorie = classi fondamentali dell’essere, modi di essere delle cose Kant: 12 categorie = forme fondamentali dell’attività unificatrice dell’intelletto, dell’intelletto modi di giudicare PROBLEMA: se queste categorie sono forme dell’intelletto possono avere un valore “oggettivo”? In particolare: le categorie di sostanza e di causa-effetto possono essere usate per formulare giudizi sintetici a priori, universali e necessari? Lo spazio e il tempo hanno un valore oggettivo perché i fenomeni possono essere percepiti solo attraverso le forme della sensibilità. Quindi gli oggetti per me possono esistere solo nello spazio e nel tempo. Ma l’intelletto non è “costretto” a giudicare (non è passivo come la sensibilità), quindi che diritto ha di unificare in un modo piuttosto che in un altro i dati empirici? Chi mi assicura che la natura si conformerà alle categorie dell’intelletto? 5 RISPOSTA: DEDUZIONE TRASCENDENTALE (= giustificazione del “diritto” dell’intelletto) L’esperienza esige un unico centro, che è l’ IO PENSO, a cui devono riferirsi tutti i contenuti dell’esperienza. IO PENSO, detto anche UNITA’ FORMALE DELLA COSCIENZA o APPERCEZIONE TRASCENDENTALE (Appercezione = autocoscienza). Infatti non c’è esperienza senza che una coscienza la unifichi in sé, come sua esperienza. L’IO PENSO deve poter accompagnare tutte le rappresentazioni rimanendo identico a se stesso, altrimenti io non avrei coscienza di nulla. In quanto tutte le rappresentazioni sono pensate dall’IO PENSO, esse sono tutte unificate nell’unico orizzonte di ciò che è pensato da me, e ne vengono a far parte. L’attività unificante dell’IO PENSO si esplica per mezzo delle categorie; quindi la DEDUZIONE TRASCENDEN-TALE giustifica la validità oggettiva delle categorie in questo modo: non può esistere conoscenza empirica (= esperienza di cui abbiamo coscienza) senza l’attività unificante dell’ IO PENSO. Quindi tutti gli oggetti dell’esperienza, per essere conosciuti, devono sottostare alle CATEGORIE. N.B. L’IO PENSO non coincide con l’io empirico, cioé con il singolo io individuale, che è un fenomeno del senso interno; l’IO PENSO è la forma e la condizione suprema della conoscenza umana in generale (viene colto riflessivamente e non intuitivamente) ed è ciò che permette che la mia ragione sia uguale a quella di tutti gli altri uomini, rendendo il mio pensiero universale. CONCLUSIONE: le categorie valgono per gli oggetti dell’esperienza perché questi sottostanno non solo alle forme della sensibilità ma anche all’attività unificante del pensiero; le categorie hanno valore universale perché tutti gli esseri umani hanno le stesse strutture conoscitive (Io penso - 12 categorie - spazio e tempo). Esempio: posso dire che tutti gli eventi sono connessi tra loro da rapporti di causalità (ed è vero per tutti) perché tutti gli eventi che entrano nel campo della mia esperienza devono sottostare alle categorie dell’ intelletto umano. L’IO E’ IL LEGISLATORE DELLA NATURA FENOMENICA: la regolarità della natura deriva dall’intelletto ma esiste (oggettivamente e per tutti) solo nella natura che è oggetto dell’esperienza. ******************************************************************** 6 LOGICA TRASCENDENTALE : ANALITICA DEI PRINCIPI 1^ parte: schemi trascendentali. ….. 2^ parte: principi dell’intelletto puro sono le proposizioni fondamentali in cui si incarna la conoscenza a priori della natura. Derivano dalle categorie CATEGORIE della quantità (unità, pluralità, totalità) della qualità (realtà, negazio- ne, limitazione) della relazione (sostanza, causa, reciprocità) PRINCIPI DELL’INTELLETTO PURO Assiomi dell’intuizione: tutti i fenomeni intuiti sono quantità estensive (cioé divisibili in parti) Anticipazioni della percezione: ogni realtà percepita ha una quantità intensiva = un grado d’intensità divis. Analogie dell’esperienza: l’esperienza è costituita da una trama necessaria di rapporti basata sulla permanenza della sostanza, sulla causalità e sull’azione reciproca In tal modo sono affermati a priori i principi fondamentali della fisica newtoniana: la permanenza della sostanza corrisponde al principio della conservazione della massa (nulla si crea e nulla si distrugge- durata) la causalità corrisponde al secondo principio della dinamica (una forza applicata a un corpo vi imprime un’accelerazione proporzionale alla forza) l’azione reciproca corrisponde al principio di azione e reazione (ad ogni azione di un corpo A su un corpo B corrisponde una reazione uguale e contraria di B su A) della modalità (possibilità, esistenza, necessità) Postulati del pensiero empirico: …. CONCLUSIONI DELL’ANALITICA Le discipline che applicano sul piano dell’esperienza le forme a priori sono fondate. La conoscenza scientifica è universale e necessaria ma è fenomenica, anzi è universale e necessaria perché è fenomenica. L’elemento universale e necessario della conoscenza deriva dalla struttura conoscitiva del soggetto. FENOMENO: è la realtà come appare a noi, come viene conosciuta (dai sensi e dall’intelletto) COSA-IN-SE’ o NOUMENO = la realtà in se stessa, che può essere pensata, ma non conosciuta (noumeno = ente pensato) >>> è un concetto-limite, necessario per limitare le pretese della conoscenza umana (= ciò che possiamo conoscere con i sensi e con l’intelletto non è la realtà in assoluto). §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§ 7 DIALETTICA TRASCENDENTALE problema della dialettica trascendentale: la metafisica può formulare giudizi sintetici a priori? Dialettica = ragionamento ingannevole, illusorio Dialettica trascendentale = smascheramento dei ragionamenti ingannevoli e illusori della metafisica La METAFISICA nasce dalla RAGIONE per un’esigenza naturale ineliminabile; La RAGIONE (in senso stretto) è l’intelletto che cerca di pensare senza dati, cioé senza applicarsi al materiale dell’intuizione sensibile. Questo tentativo di pensare “senza dati” avviene a causa di una tendenza innata (naturale e ineliminabile) all’incondizionato, alla totalità, all’assoluto. Il mondo fenomenico invece è il mondo del condizionato, del particolare, del relativo. Esempio della colomba Nella ragione esistono 3 idee che rispondono all’esigenza di una spiegazione globale, assoluta. IDEA DELL’ANIMA: totalità dei fenomeni interni IDEA DEL MONDO (come totalità): totalità dei fenomeni esterni IDEA DI DIO: fondamento di tutto ciò che esiste, totalità delle totalità . Critica dell’Idea di Dio: nella metafisica sono state proposte 3 diverse prove dell’esistenza di Dio: 1° Argomento ontologico: “ciò di cui non si può pensare il maggiore esiste necessariamente”. Obiezione di Kant = l’esistenza non è un predicato che si possa affermare per analisi di un concetto (il pensiero dell’esistenza di qualcosa non coincide con l’esistenza di qualcosa). Affermare l’esistenza di qualcosa significa applicare la categoria di esistenza all’intuizione empirica. 2° Prova cosmologica: poiché tutti gli eventi sono connessi da rapporti causa-effetto, ci deve essere una causa prima incausata. Obiezione: l’uso della categoria di causa-effetto è legittimo solo nell’ambito fenomenico, cioé nella sfera dell’esperienza possibile, non si può quindi risalire da effetti fenomenici a una causa soprasensibile. 3° Prova fisico-teologica: si basa sul finalismo: poiché c’è un certo ordine nella natura ci deve essere una mente ordinatrice. Anche in questo caso si usa abusivamente la categoria di causa. Tutte le prove dell’esistenza di Dio si basano su un uso improprio delle categorie, le quali esistono in funzione dell’esperienza e valgono solo se riferite all’esperienza. Non possiamo affermare “scientificamente” (in modo universale e necessario) l’esistenza di Dio; d’altra parte, visto che la conoscenza umana è limitata, non possiamo neppure negare l’esistenza di Dio. La posizione di Kant è agnostica, non atea (egli afferma di aver dovuto distruggere le prove razionali dell’esistenza di Dio per salvare la fede). Critica dell’Idea di Anima Idea metafisica di anima = anima sostanza semplice, spirituale, immortale Questo idea secondo Kant si basa su un paralogismo (=falso ragionamento) che consiste nello scambiare l’Io Penso (che è solo un’attività unificatrice della conoscenza) con una sostanza e nell’attribuire alla sostanzaanima l’unità dell’Io Penso. L’IO PENSO o AUTOCOSCIENZA non fornisce alcuna conoscenza dell’anima. L’anima conosciuta empiricamente non ha i caratteri di unità, spiritualità, immortalità che le vengono attribuiti desumendoli dall’unità dell’Io Penso. Anche in questo caso non si nega la spiritualità e immortalità dell’anima, ma la possibilità di conoscerla scientificamente. Critica dell’Idea di Mondo (come totalità) Per dimostrare l’impossibilità di una conoscenza scientifica del Mondo “tutto insieme” (perché esso non può essere oggetto di esperienza) Kant presenta 4 ANTINOMIE (4 coppie di tesi contrapposte) che sono scaturite dall’Idea di Mondo e tra le quali la ragione non è in grado di scegliere. 8 Il mondo ha nello spazio Il mondo è (indivisibili) semplici PRIMA ANTINOMIA un inizio nel tempo e limiti il mondo è infinito nel tempo e nello spazio SECONDA ANTINOMIA costituito di parti semplici Nel mondo non esiste alcunché di o di composti di parti semplice, tutto è divisibile all’infinito TERZA ANTINOMIA Nel mondo esistono anche cause libere Nel mondo non esiste libertà, tutto accade (non determinate da altre cause) necessariamente secondo le leggi di natura QUARTA ANTINOMIA Nel mondo esiste - come suo elemento o Non esiste nel mondo alcun essere che sia come sua causa - qualcosa di assolutamente necessario assolutamente necessario Tra le tesi e le antitesi la ragione non è in grado di scegliere con certezza, quindi il mondo come totalità non è conoscibile scientificamente. CONCLUSIONE DELLA DIALETTICA TRASCENDENTALE: la metafisica non è in grado di produrre giudizi sintetici a priori, cioé conoscenze universali e necessarie. Tuttavia le Idee della Ragione hanno una funzione positiva nella conoscenza (definita da Kant USO REGOLATIVO) in quanto costituiscono degli ideali di compiutezza della conoscenza che spingono l’uomo a spingersi sempre più avanti nella ricerca del sapere. Ma la ragione umana potrà sempre conoscere solo il condizionato e il particolare, mai l’assoluto e il tutto.