Bper e riforma delle popolari
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Bper e riforma delle popolari
02-sec-0702-Mario 6-02-2007 20:21 Pagina 1 MERCOLEDÌ ❖ 7 FEBBRAIO 2007 7 FEBBRAIO 2007 ❖ MERCOLEDÌ Benzinai ❖ LA LIBERALIZZAZIONE DELLA RETE NON VUOLE COLPIRE SOLTANTO LE RENDITE DEI DISTRIBUTORI Rivelazioni ❖ DOPO AVER BLOCCATO LE INNOVAZIONI DELLA MORATTI, I BARONI LAMENTANO L’IMMOBILISMO IMPERANTE NEGLI ATENEI Concorrenza ❖ SONO LE REGINE DELLE PASSERELLE: COSTANO MENO E LAVORANO DI PIÙ i comincia con i benzinai, ma il vero obiettivo di Pierluigi Bersani sono le grandi compagnie petrolifere: quelle che spesso controllano la raffinazione come la rete di distribuzione. E che, di conseguenza, hanno la forza di imporre il prezzo finale. Tra liberalizzazione degli orari e abolizione dei vincoli di prossimità – l’impossibilità di aprire una stazione a meno di 300 metri da un’altra già esistente – la riforma Bersani potrebbe incidere meno di quanto si pensa sui gestori delle pompe di benzina. Oggi la differenza tra il prezzo offerto da questi esercenti e quello proposto dalla grande distribuzione è tra i 5 e i 7 centesimi al litro, meno di un euro per ogni pieno. Il che si traduce in un risparmio annuo di circa cento euro per chi fa ri- così Piero Fassino è andato dagli intellettuali per convincerli e convincersi che quella del partito democratico è una sfida culturale. Ne ha trovati una cinquantina, tra rettori e professori universitari, riuniti nella sala dell’Hotel Quirinale di Roma. Cinquanta uomini di studio e di pensiero disposti a passare un’intera giornata a parlare del futuro della sinistra e del Paese. Ci si sarebbe potuto aspettare molto da un brain storming così popolato e qualificato. Invece è arrivata un’analisi che non brilla per originalità e che anzi nel Paese dei dinosauri al comando e degli eterni politburo è come la scoperta dell’acqua calda. Docenti e rettori hanno messo a parte Fassino che la ricerca in Italia non ha qualità, che il potere universitario è sclerotizzato, che servono meritocrazia e ricambio generazionale. Ma guarda, si potrebbe dire, anche docenti di ruolo, famosi ricercatori e persino rettori universitari si sono accorti che il sistema della ricerca universitaria nel nostro Paese è paralizzata, che la conseguenza è un incalcolabile spreco di risorse umane di l lusso low cost è il simbolo giusto dello spirito dei tempi. Dopo l’onda del hi tech, di filati e di cosmetici il mercato delle indossatrici si apre all’eccitazione globale. E i prezzi scendono. Importiamo le mannequin dai Paesi dell’Est, dalla Russia, dal Kazakistan, da Bulgaria e Romania. Il trend è iniziato nei primi anni Novanta, con la caduta dei regimi comunisti, ed è in aumento costante. Ragioni: innanzitutto la grande disponibilità di candidate a prezzi mediamente più bassi, si parla di modelle “low cost” appunto. Poi c'è un motivo genetico, le modelle dei Paesi dell’Est hanno il tipo di bellezza nordica che è “in” e le forme non troppo ingombranti che fanno cadere gli abiti a perfezione, da questo punto di vista le mediterranee sono di natura svantaggiate. Poi ce n’è uno produttivo: le ragazze dell’Est sono più disposte a fare le indossatrici, mentre le italiane sognano già da subito il cinema o la tivù (piccolo paradosso: posare Bersani affronta i veri poteri forti: i petrolieri S fornimento al supermercato. E difficilmente questo differenziale crescerà in maniera rilevante. Senza dimenticare che i 21.334 distributori presenti in Italia godono ciascuno di un bacino naturale di 1.500 clienti. Anche con un raddoppio dei punti vendita, i margini di guadagno sarebbero comunque alti. Bastano questi pochi numeri per comprendere il senso della protesta dei benzinai, la serrata partita ieri sera. Maggiori poi sono gli scossoni che la misura del ministro dello Sviluppo potrebbe arrecare all’industria dei carburanti. Le maggiori compagnie italiane (Eni, Ip-Api ed Erg) controllano attraverso i monomarca circa la metà della rete distributiva. La legge gli dà il potere di segnalare ai rivenditori il prezzo consigliato, non di fissarlo. Ma come hanno denunciato spesso i ge- stori – accusa che sta provando a dimostrare anche l’Antitrust – i produttori si lamentano quando si registrano aumenti. E in fondo è anche per questo se non ci sono stati benefici per gli automobilisti, di fronte a un risparmio del 22 per cento negli acquisti di petrolio in euro. Ecco lo status quo, ma qualcosa potrebbe cambiare con l’ingresso della grande distribuzione. Già oggi la joint venture ConadE.Leclerc offre prezzi più concorrenziali perché si rifornisce in Francia. Compra a meno benzina e gasolio Oltralpe e garantisce costi minori nonostante le spese di trasporto. E, soprattutto, non passa per l’Eni. Se il meccanismo si ripetesse su scala più grande, la perdita per le imprese che operano in Italia sarebbe altissima. E sarebbero costrette ad abbassare i prezzi. Anche i rettori si accorgono che le università sono vecchie E Exit strategy ❖ IN PROSPETTIVA DEL CONGRESSO SEMPRE PIÙ GRATTACAPI PER IL SEGRETARIO DI VIA NAZIONALE Quercia: La Fase 2 della commissariare Fassino Dopo le primarie i dalemiani studiano una staffetta alla guida dei Ds: in campo Bersani per bloccare le mire di Veltroni sul Partito democratico far scendere le quotazioni di Piero Fassino sotto il livello di guardia sono stati risultati delle primarie per le amministrative. I bassi consensi conquistati dagli uomini della Quercia dove non erano presenti candidati unitari. Una batosta che spinge la Quercia, compresi i dirigenti vicini al segretario, a studiare una soluzione indolore per cambiare il segretario del partito dopo il congresso. «La vittoria annunciata di Leoluca Orlando è un segnale politico», borbottano tutti in via Nazionale. Dove si guarda soprattutto a un dato: il grosso dei consensi Orlando lo ha ottenuto in quartieri popolari come lo Zen, Oreto e Borgo Nuovo. Con una certa dose di malizia il dalemiano Nicola Latorre fa notare: «Dove c’era un candidato unitario abbiamo avuto successo. A Palermo sapevamo bene che avrebbe vinto Orlando ma abbiamo voluto marcare ugualmente una presenza diessina». Certo, non è un bel biglietto da visita per chi deve fare il Partito democratico, e infatti esultano i profeti dei “gazebo”, le tende unioniste che ospitarono A le primarie per Prodi. «Preferisco le sezioni ai gazebo», disse tagliente Massimo D’Alema. Ma ora, visto il bis del successo di partecipazione popolare per la scelta dei candidati di centrosinistra è chiaro che senza il popolo ulivista il Partito democratico non va da nessuna parte. E sono proprio i dalemiani i più preoccupati, al punto che sarebbe stato lo stesso Latorre a prospettare direttamente a Fassino un percorso post congressuale. Innanzitutto assorbendo già al congresso la mozione di Angius, in cambio di una gestione collegiale del percorso verso il Partito democratico, per vincere con almeno il 70 per cento dei voti. Poi si aprirebbe una fase lunga due anni per arrivare al nuovo partito, tenendo insieme il vecchio. A guidarla, in autunno, sarà l’attuale ministro per lo Sviluppo Pierluigi Bersani, che lascerebbe un posto al governo proprio per l’ingresso di Fassino. L’esponente emiliano ha il vantaggio di essere pragmatico e dinamico, oltre che un dalemiano certificato. E se poi Prodi non arrivasse all’autunno, a Fassino non resterebbe che un’alternativa: un posto di primo piano nel costruendo Partito democratico, che non ostacoli il lavoro di Bersani a via Nazionale. Perché il migliore candidato alla guida dei Ds è il responsabile dello Sviluppo è presto detto: ha più chance di Fassino nel frenare l’ascesa di Walter Veltroni alla leadership del soggetto unitario. Ma Fassino ha anche altri grattacapi. La deputata Katia Zanotti, che ha aderito alla mozione Mussi, ha denunciato intimidazioni e pressioni a Bologna, per convincere i dissidenti a firmare la mozione dell’attuale segretario. Non dà meno problemi la proposta – presentata attraverso un emendamento firmato dal tesoriere ds Ugo Sposetti – per consentire ai partiti di creare fondazioni. Se più in generale la norma garantirebbe a tutte le forze politiche di difendere il finanziamento pubblico, alla Quercia sarebbe utile per blindare una parte rilevante dei propri beni in prospettiva della fusione con la Margherita. I tecnici della Camera hanno bocciato l’emendamento Sposetti, rilevando che non pone limiti all’entità dei trasferimenti in contrasto con le leggi vigenti. DA SABATO I CONGRESSI PROVINCIALI Umbria rossa ❖ IL GOVERNO NON ESCLUDE IL COMMISSARIAMENTO DI PALAZZO DEI PRIORI Lettera di Fini per rinnovare Alleanza nazionale Perugia, il buco in bilancio rischia di far saltare il Comune l restyling di Alleanza Nazionale parte dal rinnovo dei quadri locali. Da sabato10 febbraio, e per circa un mese, si celebreranno i congressi per l’elezione diretta dei presidenti provinciali. Gli iscritti dovranno indicare anche i grandi elettori per l’elezione dei coordinatori regionali. Due gli obiettivi: primo, ripristinare la normalità nelle molte sedi di partito che hanno un commissario straordinario (più di una su due); secondo, fissare il nuovo assetto di An, che è passata dalle tre correnti a una grande maggioranza finiana cui si oppone la minoranza di Francesco Storace. Fini ha inviato una lettera agli iscritti nella quale richiama il valore «del voto personale come garanzia di trasparenza». Il leader mette in evidenza l’importanza dell’approdo alla “federazione di centrodestra”. Appuntamento al quale il partito deve “farsi trovare pronto anche con strutture organizzative più forti e con una classe dirigente scelta dagli iscritti”. Nessun accenno, invece, al congresso nazionale. Se ne riparlerà. Forse nel 2008. di RICCARDO PARADISI I Il Papa ha criticato il lassismo dei tribunali ecclesiastici diocesani, soprattutto quelli statunitensi, nel concedere la nullità dei matrimoni di MARINO ROCCA nche quest’anno, com’è ormai consuetudine, il Papa ha approfittato dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Vaticano per rivolgere ai membri della Rota Romana un’allarmata allocuzione sull’infiltrazione «anche in ambienti ecclesiali» della mentalità relativista che a suo dire mette in discussione la tradizionale dottrina cattolica sul matrimonio. Secondo Benedetto XVI un grave indizio di tale deriva si coglie proprio in molti processi per la dichiarazione di nullità matrimoniale, che nella prassi ecclesiale «viene di fatto considerata uno strumento giuridico» per assicurare la «regolarizzazione canonica» a «persone in situazione matrimoniale irregolare», secondo una logica «in cui il diritto diventa la formalizzazione delle pretese soggettive». In realtà, il vero bersaglio A uarantotto milioni di euro di buco in bilancio e la possibilità di un commissariamento. Il comune di Perugia – città simbolo per la sinistra di governo e tormentato laboratorio del nuovo partito democratico – subisce attenzioni molto ravvicinate da parte della magistratura penale e contabile. Che vuole capire come si sia potuta produrre una tale voragine nei conti dell'amministrazione. A chi, come i rappresentanti della Lista civica l'altra Perugia, chiede informazioni sulla possibilità di un commissariamento del comune arrivano dalla prefettura risposte prudenti ma severe. Il vice prefetto vicario Diego Vanella scrive: «Riguardo il commissariamento del comune nel rendere noto che la questione è da tempo seguita da questo ufficio e dal ministero dell'Interno, si comunica che allo stato non sussistono i presupposti giuridici che consentano al prefetto l'esercizio del potere so- Q stitutivo contemplato dall'art 141 del Dl 267/2000». Tradotto significa che l'ipotesi del commissariamento del capoluogo umbro per ora non è all'ordine del giorno ma sembra tutt'altro che da escludere. D'altra parte, dice Vanella, sia la prefettura sia il ministero degli interni tengono sott'occhio il comune di Perugia. Una situazione che viene confermata dalla risposta data dal ministero degli interni all'interrogazione parlamentare del deputato umbro dell'Udc Maurizio Ronconi sull'opportunità di sciogliere il consiglio comunale di Perugia. «Le vicende di bilancio del comune di Perugia», recita la risposta del sottosegretario agli interni Alessandro Pajno, meritano certamente una preoccupata attenzione e il governo continuerà a seguirne, l'evoluzione. Quanto all'ipotesi di uno scioglimento spetta alla corte dei conti dell'Umbria la competenza a vigilare sull'applicazione delle misure finanziarie correttive». Sarà il risultato delle indagini della corte dei conti ad essere determinante. Perché Draghi prova a frenare la valanga Bazoli ual era il bersaglio di Mario Draghi? Negli ultimi tempi il risiko bancario ha fatto passi da gigante. Decine di operazioni hanno disboscato la savana dei cespugli e creato due grandi alberi, che ora svettano sulla vegetazione circostante. Unicredit da un lato. SanIntesa dall’altro. Poi, grandi banche estere, come Abn Amro e Paribas, hanno conquistato gli istituti oggetto delle mire di Unipol e Bpi, la popolare di Fiorani: Bnl e Antonveneta battono oggi bandiera straniera. La stessa Bpi, dopo il rinnovo del management si è fusa con Bp Lombarda. Il merger ha interessato i rami alti del sistema finanziario italiano. Ma il suo grado di concentrazione resta di gran lunga inferiore a quello europeo. C’è quindi spazio – Capitalia, Mps, le popolari – per seguire la strada tracciata dalle sorelle maggiori. La fuoriuscita di Antonio Fazio ha rimesso in moto un processo da tempo bloccato. Ma i risultati, dal punto di vista dei risparmiatori, sono deludenti. Troppo alti, rispetto ai nostri concorrenti, appaiono i costi di gestione: 90 euro per un conto corrente, contro i 14 praticati all’estero sono veramente eccessivi. Per non parlare poi del conflitto di interesse tra banche e gestioni patrimoniali. Dati preoccupanti che vanno rapportati alla ricchezza finanziaria dell’Italia, la più alta di tutti i Paesi occidentali. Questo prelievo forzoso consente alle grandi imprese bancarie enormi possibilità di manovra. Unicredit ne ha approfittato per espandersi all’estero ed entrare in competizione con le altre grandi banche europee. SanIntesa ha invece preferito rimanere in Italia puntando al modello tedesco. Una grande banca di carattere universale che vive al centro di una galassia di partecipazioni industriali in grado di controllare il nucleo centrale dell’apparato produttivo. Gli interessi spaziano in settori diversi: dalle banche – vedi l’interesse per Mediobanca – all’energia – il pool delle mucipalizzate di Milano e di Brescia, in competizione con la Edison – alle assicurazioni – la conquista di Generali – alle infrastrutture – il fondo F2I presso Cassa depositi e prestiti – al trasporto aereo – la cordata di Air One – fino alle ipotesi di dare corpo alla rete delle reti. Una sorta di conglomerato economico, in grado di divenire centro di potere, secondo la definizione di Antonio Catricalà, di dimensioni inusitate. Nulla ferma l’attivismo di Giovanni Bazoli, king maker dell’Ulivo e supporter di Romano Prodi. Draghi è preoccupato e ha lanciato un grido d’allarme. Lo ha fatto a suo modo, sorvolando sugli uomini e concentrandosi sulla governance. Il modello renano adottato da SanIntesa, che vede una duplicazione degli organi di vertice, non risponde a esigenze di trasparenza e efficienza. Può favorire, com’è avvenuto, incestuose relazioni politiche, che al Paese non servono. Monito chiaro a una compagine governativa sull’orlo di una crisi di nervi dagli sbocchi imprevedibili. Joaquìn Llobell - auspica da tempo che le sentenze emesse dall’ex “Sacra” Rota e perfino le annuali allocuzioni papali ai giudici del Tribunale pontificio diventino giurisprudenzialmente vincolanti per i tribunali diocesani. Le divisioni di schieramento hanno ricadute sensibili anche per i meccanismi interni e gli avanzamenti di carriera della stessa Rota Romana. Il ruolo di Decano della Rota è tradizionalmente affidato al giudice con maggiore anzianità nel ruolo. Ma alla fine del 1999, contravvenendo a una prassi secolare, il giudice più anziano José Maria Serrano Ruiz, il più sottile e coerente sostenitore del personalismo giuridico all’interno della Rota Romana, è stato “scavalcato” da monsignor Raffaello Funghini, poi premiato con la mitra episcopale. Nel 2004 la messa in fuorigioco di Serrano si è ripetuta di nuovo, a vantaggio del polacco Antoni Stankiewicz. L’attuale decano ha anche avuto l’irrituale privilegio di essere eletto vescovo mentre è ancora in carica: a consacrarlo successore degli apostoli è stato il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, lo scorso 16 dicembre. In passato, i giudici che si sono dimostrati più vicini agli orientamenti dominanti hanno spesso percorso il cursus honorum che premia abitualmente gli ecclesiastici romani frequentatori degli ambienti curiali. Anche il cardinale Mario Francesco Pompedda – da poco scomparso – era stato decano della Rota Romana. Nell’attuale squadra dei giudici rotali, oltre al decano polacco, figurano diversi “emergenti”: lo scozzese Gerard McKay, l’altro polacco Gregorz Erlebach, il brillante e colto siciliano Giuseppe Sciacca – tutti con buone entrature nei Palazzi vaticani e con prospettive di luminosa carriera. Il presidente di Bpm preme su Reggio Emilia per un’intesa sfide Q contro tra cordate nei Palazzi romani – che da decenni divide il mondo dei canonisti sui temi del diritto matrimoniale. A far problema sono le tesi del cosiddetto «personalismo giuridico», sorte dopo il Concilio, che riconoscendo nel matrimonio una realtà che va ben oltre il diritto e attinge alla “complessità” della persona, rifiutano la tradizionale concezione del matrimonio come mero “contratto” per la mutua donazione dei corpi, e danno peso decisivo all’analisi dei profili psicologici dei coniugi nelle cause di nullità matrimoniale. I progetti di arginare tale “lassismo”, che ha le sue roccaforti nei tribunali ecclesiastici statunitensi, fanno spesso perno proprio sulla Rota Romana, tradizionalmente più “rigorista” (lo scorso anno su 126 sentenze definitive del Tribunale pontificio solo 69 hanno dichiarato nullo il matrimonio). C’è chi – come il canonista dell’Opus Dei I e sfilare è un po’ come fare il facchino, il benzinaio, il bracciante agricolo, i lavori che gli italiani disdegnano), perciò sono anche meno schizzinose se si tratta di fare tardi davanti all’obiettivo o di sorbirsi viaggi stancanti da una passerella all’altra. Niente mamme pronte a piangere per un weekend lontano da casa. Alessandro Rossetti dell'agenzia Fashon di Milano ci conferma che le extraeuropee hanno una mentalità che si adatta meglio al lavoro, e aggiunge che la percentuale di modelle provenienti dall’Est è sul 35 per cento, non delle più alte rispetto ad altre agenzie milanesi. I cachet in genere più bassi – anche se Rossetti tiene a precisare che non è necessariamente cosi e che ci sono modelle slave che guadagnano diecimila euro al giorno – tendono a favorire gli stilisti più giovani, che possono ripagare la mannequin con uno degli abiti indossati e abbattere i costi di allestimento di una sfilata. È il lusso low cost. E suggerisce al governo modifiche morbide sul voto capitario Due per Mazzotta: Bper e riforma delle popolari di GIANFRANCO POLILLO di PAOLO BOZZACCHI li investitori scommettono che ripartirà presto il risiko delle Popolari. E che, soprattutto, si deciderà il destino della “regina” del settore: la Banca popolare di Milano (Bpm). Molti hanno visto più di un riferimento all’istituto guidato da Roberto Mazzotta nell’invito di Mario Draghi, pronunciato al Forex di Torino, a realizzare integrazioni tra le popolari. Così Mazzotta si guarda in giro. Sfumate le occasioni di Intra e Lodi, sembra intenzionato a trovare un accordo con la Banca popolare dell’Emilia Romagna (Bper), che farà presente ai propri azionisti con tutta probabilità durante la prossima assemblea straordinaria del 15 febbraio. Spiega un analista di Euromobiliare sim: «Bper è la banca che più interessa a Bpm. E la fusione darebbe vita a un polo alternativo a Verona-Lodi o a Bpu-Banca Lombarda». Non dovessero concretizzarsi le nozze emiliane, a Milano si lavorerà per stringere con la Banca popolare di Vicenza. Realtà che in verità sembra più inte- G ressata a trovare un partner sul versante del bancassurance. Sembra invece tramontata il piano di Mediobanca di coinvolgere Milano in qualità di collegata attraverso una divisione retail che potrebbe interessare anche altre popolari. Mazzotta, dal canto suo, non deve far fronte soltanto alla necessità di trovare un partner privato prima che l’Antitrust di Catricalà renda il mercato ancora più aperto, vuole far far pesare la sua moral suasion per alzare i tetti dell’azionariato in vigore per gli investitori stranieri e istituzionali. È ancora forte lo smacco per il no di Draghi alla richiesta di Crédit Mutuel, già azionista con il 2 per cento, per salire al 15 per cento del capitale. Così Mazzotta, ex ministro per gli Affari regionali nel governo Forlani (1980), si propone anche come catalizzatore della sempre più importante massa critica che le popolari rappresentano, battendosi per un’efficiente riforma della governance. «Cancellare il voto capitario (un voto per socio) sarebbe un grosso errore», ha dichiarato, «Si possono rivedere aspetti della normativa, ma lo strumento di tutela dei meccanismi di voto è utile per favorire la creazione di operazioni industriali efficaci nelle realtà delle grandi banche cooperative quotate del Centronord». E così ha incassato la promessa di Roberto Pinza, viceministro dell’Economia: «Il governo valuterà una revisione della normativa sulle popolari, incluse le regole sul voto capitario». Strumento che anche Draghi vuol garantire. Soltanto un anno fa lo stesso Mazzotta – finita l’era Fazio– sembrava sul punto di portare a compimento la nascita di una superpopolare del Nord, una banca territoriale capace di competere con successo a livello europeo. E anche per questo Alessandro Profumo lo lanciò per la presidenza dell’Abi. Peccato per loro che invece fu eletto Corrado Faissola, fedelissimo di Giovanni Bazoli. Oggi, invece, con l’eventuale fusione con Bper nascerebbe un gruppo bancario forte di una capitalizzazione di poco superiore ai 6,8 miliardi di euro, capace quindi di competere alla pari con i frutti delle recenti fusioni del settore (Verona-Lodi e Bpu-Lombarda), e che si posizionerebbe alle spalle dei tre colossi Intesa-Sanpaolo, Unicredit-Hvb e Capitalia. Salotti ❖ CONTI IN CRESCITA NEL 2006, MENTRE SI PROFILA L’INGRESSO DI MACCAFERRI E L’USCITA DI TRONCHETTI Forti utili e soci prodiani per Rcs di ALESSANDRO D’AMATO n patto così plurale non potrebbe essere più solido». L’ironia di un analista fotografa perfettamente la situazione di Rcs Mediagroup, l’anello debole degli assetti della finanza italiana, un salotto buono dove, di recente, non si sono risparmiati colpi bassi. Le accuse sulla prima pagina del Corriere nei confronti di uno dei “soci forti” (Marco Tronchetti Provera) fa ipotizzare movimenti nell’azionariato come alla direzione. Infatti si attende lo sbarco di azionisti prodiani (e quindi graditi «U Le religioni: chi, come, che cosa La stagione delle modelle low cost Risiko ❖ LE PAURE DEL GOVERNATORE La Sacra Rota riscopre il rigore i “divorzi cattolici facili” dei periodici ammonimenti papali (iniziati già con Wojtyla) non sono i giudici della Rota Romana - il tribunale pontificio ordinariamente di terzo grado a cui arrivano solo le cause di nullità più difficili che non trovano soluzioni concordi nei due gradi ordinari di giudizio – ma piuttosto la rete dei tribunali ecclesiastici diocesani che agli occhi di Roma in varie parti del mondo si mostrano troppo generosi nella concessione delle nullità matrimoniali. Dati relativi all’anno 2002 evidenziano che in giro per il mondo le richieste di riconoscimento della nullità matrimoniale vengono accontentate dai tribunali ecclesiastici nel 94 per cento dei casi. E che a motivare le sentenze favorevoli ai “divorzi cattolici” ricorrono per la quasi totalità dei casi considerazioni psicologiche come l’asserita immaturità dei coniugi. Dietro le severe parole del Papa, s’intravvede la querelle dottrinale – con annessi scontri altissimo livello, la ormai famigerata e fuga dei cervelli all'estero e un rapporto tra età dei docenti e loro posizioni di influenza e di potere semplicemente spaventoso per i più giovani. Solo lo 0,05 per cento dei 35enni infatti è ordinario di cattedra. Il 4,7 per cento degli ordinari ha dai 35 ai 44 anni. Il 21,2 per cento dai 45 ai 54 anni. Gli ordinari che hanno tra i 55 e i 64 anni sono invece il 43.7 per cento. Cifre che spiegano molto. Ma non basta parlare di meritocrazia e ricambio generazionale per mutare una situazione che rende stagnante e irrespirabile l’atmosfera culturale del Paese, che ne mortifica ricerca e tecnologia. Con tutti i suoi limiti la riforma Moratti aveva immaginato un cambiamento: aveva creato le condizioni per muovere le paludi degli atenei, concependo dei concorsi nazionali per immettere nuovo personale nelle università. Quei concorsi non sono mai stati celebrati però e allo stesso tempo vengono bloccati i concorsi che all’interno del maggior ente di ricerca italiano, il Cnr, consentirebbe far circolare le classi dirigenti della sinistra. Ma queste cose a Fassino non le ha raccontate nessuno CIELI & TERRA anche a Giovanni Bazoli) e le contromosse dell’asse contrario, quella che fa perno intorno ad Alessandro Profumo e Cesare Geronzi. Oggi saranno presentati i conti del 2006 e in superficie tutto tace. Nel profondo, però, si muovono in molti. Al “re delle cliniche” Ettore Rotelli – che ha comprato il 5,5 per cento di Bpi proveniente dalla scalata di Ricucci – si è affiancato, secondo i giornali, Gaetano Maccaferri. Imprenditore emiliano, anche lui vicino a Prodi, è appena entrato nella società che realizza l’edizione bolognese del Corriere, l’Editoriale Corriere di Bologna, partecipata al 50,1 per cento da Rcs Mediagroup. E il suo sbarco potrebbe dare il là a a una nuova cordata pronta a dar l’assalto a via Solferino. Ovviamente, l’asse CapitaliaUnicredit non resta a guardare le iniziative di Bazoli, in una partita che però appare incrociata con Mediobanca e Generali. Molti scommettono sul fatto che se la guerra inizierà, partirà da Rcs. Dalla quale potrebbe uscire o ridimensionarsi anche Tronchetti Provera, non appena avrà concluso il riassetto di Telecom: in lista di attesa, con una posizione guardingua ed enigmatica degli altri soci: da Pesenti a Ligresti. Intanto le previsioni in vista del consiglio d’amministrazione di oggi sono buone: per Rcs gli analisti di Banca Leonardo vedono un volume d’affari intorno ai 665 milioni di euro, in crescita del 7,3 per cento. A incidere positivamente, sempre secondo gli analisti, sarà il consolidamento dei ricavi di Dada. L’ebitda è stimato in aumento del 20 per cento, a 115 milioni. Confermati il rating "hold" e il target price a 3,8 euro. Numeri positivi che non renderanno meno traumatici gli scossoni in arrivo su azionariato e direzione del Corriere. VICTORIA BECKHAM DICE DI NO A SCIENTOLOGY N on manca certo di carattere l’ex Spice girl Victoria Beckham che ha rifilato un secco no a una proposta per lei inaccettabile. Anche se a fargliela è stato nientemeno che Tom Cruise. L’attore americano ha cercato di convincerla ad aderire a Scientology. Ma niente da fare. “Tom ha parlato per ore – hanno detto amici vicini alla coppia - ma Victoria non ne vuole sapere”. E questo “malgrado la sua grande amicizia con Tom Cruise e Katie Holmes”. Victoria non avrebbe nessuna intenzione di pagare per aderire alla setta di Rob Hubbard: “Non spenderò mai dei soldi per una simile sciocchezza”. Il trasferimento della coppia inglese a Hollywood è previsto per luglio. In California David Beckham ha firmato un contratto di cinque anni con la squadra dei Los Angeles Galaxy per 250 milioni di dollari. Ora però c’è da chiedersi se l’amicizia tra i quattro continuerà nonostante il gran rifiuto di Victoria alla richiesta di Tom. Anche perché Victoria doveva recitare nel film di Scientology prodotto da Tom Cruise mentre la Holmes doveva interpretare Victoria in una pellicola sulla famiglia Beckham. Pakistan, la Chiesa per una scuola laica I l presidente della Conferenza episcopale del Pakistan ha scritto una lettera al ministro per l’Educazione chiedendo di contenere l’estremismo religioso, di eliminare l’obbligo degli studi islamici nelle scuole, di stanziare maggiori fondi per l’istruzione e di consultare le minoranze. La Chiesa pakistana non ha esitato a presentare al ministro Javed Ashraf Qazi, impegnato nella revisioni dei testi scolastici, l’invito ad eliminare ogni pregiudizio contro le comunità non-islamiche presenti in tutto il Paese. La lettera, firmata dal presidente della Conferenza episcopale, monsignor Lawrence John Saldanha e dal segretario esecutivo di Giustizia e Pace, Petre Jacob, suggerisce proposte ed espone dubbi. Il primo invito è rivolto a “rimuovere dall’insegnamento qualsiasi pregiudizio o condanna basati su religione, sesso o etnia”. Su questo aspetto – si legge nella lettera – “gli studi islamici in arabo, come materia obbligatoria e la scelta dell’“etica”, come alternativa per i non musulmani, isola e aumenta la discriminazione delle minoranze”. Per questo i responsabili della Chiesa pakistana propongono che gli studi religiosi vengano impartiti soltanto all’Università e come corsi facoltativi, in cui tutte le religioni sono trattate con lo stesso rispetto”. I nuovi programmi scolastici “dovranno fondarsi su valori umani universali, lasciando la responsabilità dell’educazione religiosa alle famiglie e alle istituzioni delle singole comunità”. Un altro punto della lettera contiene l’invito a diminuire i costi dell’istruzione per gli studenti e a consultare sulla riforma anche le organizzazioni cattoliche e della società civile. Il Corano condanna le carrette del mare F inalmente una “fatwa” che potrebbe favorire i rapporti normali tra Paesi islamici e Occidente su un problema sensibile come quello dell’immigrazione clandestina. Il ministero degli Affari religiosi dell’Algeria ha chiesto agli ulema e ai saggi islamici di emettere un editto (una “fatwa”, appunto) che condanni i tentativi di espatriare irregolarmente attraversando il Mediterraneo sui barconi dei trafficanti di mano d’opera sulla base di un versetto del Corano che vieta al buon musulmano di mettere in pericolo la propria vita. Esattamente quello che fanno i clandestini tentando la sorte a bordo delle tante “carrette del mare”. Denuncia ❖ PIÙ DI MILLE OGNI ANNO SECONDO UN RAPPORTO UE REGIONE LIGURIA - A.S.L. N. 2 “SAVONESE” Europa, in una Babele di leggi i bambini contesi spariscono di VITTORIO ROMANO n esercito di bambini che ogni anno vengono contesi tra i genitori. E' un fenomeno grave e in continua crescita. Lo studio legale internazionale Freshfields-Bruckhaus-Deringer, su input del vicepresidente del Parlamento europeo, Edward McMillanScott, ha realizzato un rapporto su una questione relegata dall'Europa in dichiarazioni di principio che raramente vengono messe in pratica. Solo per quanto riguarda la Gran Bretagna, nel 2006, i casi sono stati 270, con 414 bambini coinvolti. Secondo la Farnesina, in Italia le ultime stime parlano di 179 casi, con 322 bambini rapiti. Sembra, però, che il dato sia terribilmente più ampio, visto che il sommerso nei rapimenti è impressionante. Se poi, a tutto questo, si va a sommare il dato che riguarda gli immigrati o gli europei che si sposano con extracomunitari, il totale complessivo potrebbe essere quasi triplicato. In modo paradossale, inoltre, esiste un'attenzione maggiore per i figli rapiti e portati fuori dall'Europa, mentre quello che succede al- U l'interno delle frontiere dei 27 rimane molto più nascosto. Proprio per questo, nel dossier si sottolineano alcuni punti chiave per le istituzioni comunitarie. Prima di tutto, far uscire dal sommerso questo problema. Poi trovare un linguaggio comune tra i singoli Stati membri. Alcuni strumenti, infatti, esistono in ogni Paese, ma il meccanismo si blocca quando ci sono diverse interpretazioni dei concetti e si creano contenziosi che durano anni interi e rovinano, prima di tutto, l'infanzia del bambino. Tra i nodi cruciali, per esempio, c'è l'armonizzazione delle legislazioni nazionali su cosa si intenda per residenza abituale del bambino e sottrazione di minore. Infine, una proposta provocatoria: chiedere alla Commissione europea di aprire una procedura d'infrazione contro i Paesi che si sottraggono alle norme in materia. Il rapporto è stato presentato al relatore al Parlamento europeo della Comunicazione sui diritti del bambino, Roberta Angelilli, della Commissione Libertà, Giustizia e Affari interni. Il sasso è stato lanciato, adesso bisognerà aspettare dei risultati. Via Manzoni, 14 – 17100 SAVONA Bando di Gara per Estratto Con provvedimento n.110 del 1.02.2007 è indetta gara a procedura aperta per l’affidamento del servizio di somministrazione di prestazioni di lavoro temporaneo presso l’ASL 2 Savonese. Durata contrattuale: biennale dall’inizio effettivo del servizio. Valore biennale presunto dell’appalto: Euro 2.200.000,00 oltre IVA. Suddiviso in tre lotti. Criterio di aggiudicazione: offerta contenente il prezzo più basso. Accesso al bando integrale ed agli atti di gara sul sito www.asl2.liguria.it. Termine di presentazione dell’offerta a pena d’esclusione: entro le ore 12,00 del 02.04.2007. Contatti: Gestione Servizi Segreteria tel.: 019/840.4998, e-mail: [email protected] . Data di spedizione del bando all’ufficio Pubblicazioni U.E. 06.02.2007. IL DIRETTORE GENERALE (Dr. Franco Bonanni) SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE PIEMONTE AZIENDA SANITARIA OSPEDALIERA “SAN GIOVANNI BATTISTA” DI TORINO Corso Bramante, 88 - 10126 Torino - Cod. Fiscale 05438190018 ESTRATTO BANDO DI GARA Amministrazione aggiudicatrice: Azienda Sanitaria Ospedaliera “San Giovanni Battista” di Torino – Corso Bramante, 88 – 10126 Torino – Italia – S.C. Provveditorato – all’attenzione di: Responsabile del procedimento di gara Sig. GODINO FRANCO tel. +39/0116333017 [email protected], fax +39/011.633.6344 www.molinette.piemonte.it/index_bandi. Oggetto dell’appalto: Dispositivi per medicazione: Garze di cotone e Tnt, tamponi, compresse ad elevato potere assorbente. Tipo di appalto e luogo di consegna: Forniture in acquisto – Magazzino – Farmacia COES - Via Santena n. 5 - 10126 Torino – Italia. Importo presunto: Euro 620.000,00 più Euro 620.000,00 per possibile rinnovo. Numero di rinnovi possibili: uno. Durata dell’appalto: 24 mesi. Tipo di procedura: Procedura Aperta. Criteri di aggiudicazione: offerta prezzo più basso (pos. 34 – 38 – 39 – 40 – 41 – 42 – 43 – 44 e 45) economicamente più vantaggiosa (restanti posizioni). Termine per il ricevimento delle offerte: ore 12,00 del 02.04.2007. Data di spedizione del presente avviso: 25.01.2007. IL DIRETTORE S.C. PROVVEDITORATO (Dr. Gianluigi BORMIDA) SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE PIEMONTE AZIENDA SANITARIA OSPEDALIERA “SAN GIOVANNI BATTISTA” DI TORINO Corso Bramante, 88 - 10126 Torino - Cod. Fiscale 05438190018 ESTRATTO BANDO DI GARA Amministrazione aggiudicatrice: Azienda Sanitaria Ospedaliera “San Giovanni Battista” di Torino – Corso Bramante, 88 – 10126 Torino – Italia – S.C. Provveditorato – all’attenzione di: Responsabile del procedimento di gara Sig. GODINO FRANCO tel. +39/0116333017 [email protected], fax +39/011.633.6344 www.molinette.piemonte.it/index_bandi. Oggetto dell’appalto: Medicazioni per ferite, piaghe, ulcere. Tipo di appalto e luogo di consegna: Forniture in acquisto – Magazzino – Farmacia COES – Via Santena n. 5 - 10126 Torino – Italia. Importo presunto: Euro 590.000,00 più Euro 590.000,00 per possibile rinnovo. Numero di rinnovi possibili: uno. Durata dell’appalto: 24 mesi. Tipo di procedura: Procedura Aperta. Criteri di aggiudicazione: offerta prezzo più basso (pos. 15 e 20) economicamente più vantaggiosa (restanti posizioni). Termine per il ricevimento delle offerte: ore 12,00 del 02.04.2007. Data di spedizione del presente avviso: 25.01.2007. IL DIRETTORE S.C. PROVVEDITORATO (Dr. Gianluigi BORMIDA)