Ettore Spalletti

Transcript

Ettore Spalletti
GAM, MADRE e MAXXI
presentano
Ettore Spalletti
UN GIORNO COSI’ BIANCO, COSI’ BIANCO
a cura di Danilo Eccher, Anna Mattirolo, Andrea Viliani e Alessandro Rabottini
MAXXI, Roma 13 marzo – 14 settembre 2014
GAM, Torino 27 marzo – 15 giugno 2014
MADRE, Napoli 13 aprile – 18 agosto 2014
Sì, il colore, come si sposta, occupa lo spazio e noi entriamo.
Non v’è più la cornice che delimitava lo spazio.
Togliendola il colore assume lo spazio e invade lo spazio.
E quando questa cosa riesce, è miracolosa. (Ettore Spalletti, 2006)
Roma 12 marzo 2014. Oltre 70 opere, tre musei, un solo titolo per tre mostre che nascono dal desiderio
di mostrare la varietà, complessità e profondità della pratica artistica di Ettore Spalletti, maestro
dell’arte contemporanea italiana. E’ UN GIORNO COSì BIANCO, COSì BIANCO a cura di Anna
Mattirolo per il MAXXI di Roma, Danilo Eccher per la GAM di Torino, Andrea Viliani e Alessandro
Rabottini per il MADRE di Napoli.
La mostra apre al pubblico al MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, il 13
marzo 2014 (fino al 14 settembre 2014) con un progetto caratterizzato da una grande installazione
ambientale concepita appositamente per questa occasione. Alla GAM Galleria Civica d’Arte Moderna
e Contemporanea di Torino dal 27 marzo (fino al 15 giugno 2014) viene invece presentata un’ampia
selezione di opere provenienti dallo studio dell’artista e da importanti collezioni private, mentre al
MADRE Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli dal 13 aprile (fino al 18 agosto 2014)
sarà esposto un articolato excursus formato da opere sia storiche che recenti, che ripercorre tutto il
percorso artistico di Spalletti, dagli esordi fino ad oggi.
Ettore Spalletti nell'arco di quarant'anni ha attraversato alcuni dei momenti più significativi della storia
dell'arte internazionale, sviluppando un linguaggio originale, capace di mettere in dialogo
contemporaneità e classicità. Il desiderio dell’artista è quello di toccare tre luoghi distanti tra loro, i tre
musei, in un solo momento, come un'unica mostra declinata in tre sale ideali in tre città diverse. I tre
percorsi espositivi sono concepiti dall'artista in stretto dialogo con gli spazi dei musei, raccontando ogni
aspetto della sua opera, dalla pittura alla scultura alle installazioni ambientali, all’interno di percorsi
espositivi non cronologici ma legati alla suggestione provocata dalle opere.
MAXXI
Per scelta dell’artista è la riproduzione fotografica in bianco e nero di un’opera storica che accoglie il
visitatore all’ingresso della mostra al MAXXI. In una delle sue prime mostre a Pescara dal titolo E
porgere, chissà da quale tempo, quanto rimane vivo (1976), l’artista aveva sostituito due pietre
dell’antico pavimento del Bagno Borbonico, con due calchi in gesso di colore rosa e celeste. Per tutta la
durata della mostra, l’artista sarebbe tornato a spolverare la superficie depositando il pigmento tutto
intorno. La foto mostra le mani dell’artista che sembrano accarezzare una superficie polverosa.
La stessa immagine si ripete nei tre musei a legare, come un filo rosso, le tre mostre.
Nella mostra al MAXXI, Spalletti si appropria dello spazio componendo un percorso costruito dai suoi
lavori più recenti, che ci accompagnano in un andamento musicale, fatto di accordi cromatici, pause e
silenzi che riuniscono tutte le opere in un’unica orchestrazione.
Le opere si pongono in relazione costante con l’architettura che le ospita conducendo il visitatore
attraverso un’esperienza visiva avvolgente, in cui il colore attraversa lo spazio come un respiro.
Sulle pareti della sala, il colore si muove lungo tavole di grande formato come le Parole di colore tutte
realizzate nel 2011, quadri in cui la pittura sembra muoversi, instabile, rarefatta.
Spalletti tocca tutti gli elementi architettonici, dal pavimento, su cui il colore si adagia come un orizzonte
con Voce bassa (2014) una distesa inclinata di azzurro, alle Colonne sole (2014), grandi apparizioni, un
omaggio all’architettura e alla bellezza del paesaggio italiano, fino alla centralità di una scultura
assoluta, in cui il visitatore è invitato a entrare. Al centro della galleria campeggia infatti l’opera che dà il
titolo al progetto delle tre mostre: Un giorno così bianco, così bianco (2014). Un volume di quattro metri
per lato che contiene 11 quadri bianchi a dimostrare quanto la pittura dell’artista sconfini continuamente
nella scultura e viceversa.
GAM
La mostra alla GAM di Torino si propone di ricostruire l’atmosfera dello studio di Ettore Spalletti.
L’intento non è quello di riprodurre fisicamente lo spazio in sé quanto di trasmettere la poetica
dell’artista ricreando l’energia che si respira in quell’ambiente.
Ettore Spalletti vive emotivamente i suoi luoghi: qui trascorre le sue giornate, e lo studio, al pari della
sua casa, è a tutti gli effetti un rifugio protetto, un punto di osservazione privilegiato del mondo
circostante, in cui nasce la sua personale riflessione e interpretazione dell’essenza delle cose che lo
circondano. È il luogo che accoglie i pensieri da cui nascono le sue opere, fedeli compagne di vita. La
convivenza con esse è continua e persistente: non si riduce al momento creativo o al lungo periodo di
lavorazione durante il quale Spalletti sceglie con cura i materiali, studia e controlla la trasformazione dei
pigmenti e l’effetto finale dei colori.
Le opere che popolano lo studio di Spalletti abbracciano un arco temporale molto ampio che va dagli
anni ’80 ad oggi, ma convivono armoniosamente abitando lo stesso spazio fisico, in una dimensione
temporale sospesa. Sono loro che accolgono l’artista ogni giorno in maniera nuova, inaspettata a
seconda delle luci o della collocazione, sempre diversa, con cui l’artista le dispone nello spazio, in una
costante ricerca di ordine e di equilibrio perfetto. La sintesi di tutto il lavoro di Ettore Spalletti si
racchiude dunque nella dimensione magica del suo studio, luogo intimo e personale, che ricreerà negli
spazi espositivi del museo.
Tra i circa 25 lavori in mostra un’opera, proveniente da una importante collezione privata belga,
Coppa, 1982 e Disegno, mano libera, un disegno di 8 metri del 1981, presentato in anteprima nazionale
a Torino.
MADRE
La mostra al MADRE presenta circa 40 opere che ripercorrono, occupando tutto il terzo piano del
museo, l’intera articolazione della ricerca dell’artista, dagli esordi negli anni Sessanta fino alla
produzione più recente. Il percorso espositivo prescinde però dall’adozione di un criterio cronologico,
per restituire quell’annullamento del tempo come linearità, ovvero quella sensazione del tempo come
eterno presente dell'esperienza percettiva e dei materiali, che è al centro della pratica artistica stessa di
Ettore Spalletti.
Saranno in mostra opere mai esposte al pubblico, come la grande installazione-scultura Foglie del
1969 e le maquette architettoniche per progetti, sia realizzati che mai realizzati, nonchè una serie di
lavori che rappresentano momenti fondativi all’interno del percorso dell’artista: Presenza stanza, 1978,
dalla quale si origina il discorso centrale nella sua opera sul rapporto tra pittura e scultura inteso come
articolazione del colore nello spazio; Colonna di colore, 1979, una solitaria presenza scultorea che
trasforma il colore in pilastro dell’architettura; Contatto, 1976, in cui il pigmento come pulviscolo (quindi
nella sua forma originaria) stabilisce con lo spazio espositivo e con lo spettatore un rapporto percettivo
di natura quasi simbiotica.
La mostra, inoltre, esplora in modo approfondito la dialettica tra astrazione e figurazione quale perno
formale e concettuale attorno al quale ruota tutto il lavoro dell’artista, attraverso la presenza di opere
come La bella addormentata, 1975, Montagna riflessa, 1985 e Bella addormentata, Vesuvio, 1988, che
dimostrano anche quanto l’esperienza del paesaggio sia un altro elemento centrale per la
comprensione dell’opera dell’artista.
Un’ampia selezione di opere chiarisce, infine, l’esplorazione delle potenzialità estetiche ed espressive
dei singoli materiali da sempre impiegati da Spalletti – come l’alabastro, il marmo, la foglia d’oro, la
carta e il pigmento di colore puro – intesi appunto nella loro potenzialità cromatica e percettiva, come
agenti in grado di aprire gli orizzonti della pittura e del nostro sguardo su di essa.
La collaborazione tra GAM, MADRE e MAXXI sarà accompagnata da una pubblicazione (Electa)
realizzata su progetto dello Studio Spalletti, che ripercorre l’intera carriera dell’artista, con testi critici di
Carlos Basualdo, Danilo Eccher, Gabriele Guercio, Anna Mattirolo, Gloria Moure Cao,
Alessandro Rabottini, Andrea Viliani.
Ettore Spalletti ha esposto nei principali musei del mondo, sia in mostre collettive sia personali. Oltre ad
aver rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia del 1997, l’artista ha preso parte ad altre tre edizioni della
stessa manifestazione nel 1982, nel 1993 e nel 1995 e a due edizioni di Documenta a Kassel nel 1982 e nel
1993. Sue mostre personali sono state allestite presso il Museum Folkwang di Essen (1983), il De Appel di
Amsterdam e Portikus di Francoforte (1989), il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1991), l’IVAM di
Valencia (1992), Villa Arson a Nizza (1993), la South London Gallery di Londra e il MUHKA di Anversa
(1995), il Musée d’Art Contemporain de Lyon (1996), il Musée de Strasbourg e il Museo di Capodimonte di
Napoli (1999), la Fundacion “la Caixa” di Madrid (2000), l’Henry Moore Institute di Leeds (2005), l’Accademia
di Francia - Villa Medici a Roma (2006), il Museum Kurhaus di Kleve (2009) e la Galleria Nazionale d’Arte
Moderna di Roma (2010).
conferenze stampa mostre:
MAXXI: 12 marzo ore 12 (inaugurazione ore 19.30)
GAM: 26 marzo ore 12 (inaugurazione ore 18.30)
MADRE: 12 aprile ore 12 (inaugurazione ore 19)
Uffici Stampa
GAM Daniela Matteu - Tanja Gentilini
tel. 011 4429523 [email protected] [email protected]
MADRE Monica Brognoli - Anna Salvioli
tel. 02 71046347 [email protected] [email protected]
MAXXI Beatrice Fabbretti - Annalisa Inzana – Chiara Capponi tel. 06 3225178
[email protected]
Ettore Spalletti
UN GIORNO COSI’ BIANCO, COSI’ BIANCO
Con il sostegno di
Si ringrazia per il supporto alla realizzazione del catalogo:
E Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli, Anna e Franco Incutti, Silvio Sansone
Si ringrazia Galleria Vistamare, Benedetta Spalletti. Pescara
Sponsor tecnico
ETTORE SPALLETTI
UN GIORNO COSÌ BIANCO, COSÌ BIANCO
a cura di Anna Mattirolo
MAXXI 13 marzo – 14 settembre 2014
Nella mostra al MAXXI, Spalletti si appropria dello spazio componendo un percorso costruito dai suoi lavori
più recenti, che ci accompagnano in un andamento musicale, fatto di accordi cromatici, pause e silenzi che
riuniscono tutte le opere in un’unica orchestrazione: avvicinandoci ad ognuna di esse possiamo coglierne il
suono singolo, mentre al centro della sala ne percepiamo l’armonia dell’insieme.
I lavori esposti sono difficilmente collocabili in una categoria tecnica precisa e si pongono al limite fra pittura e
scultura. L’intera Galleria 4 del MAXXI è così permeata di una nuova luce, quel pulviscolo atmosferico, fatto
di colore, che accompagna ogni mostra dell’artista.
Per scelta di Spalletti è la riproduzione fotografica in bianco e nero di un’opera storica che accoglie il
visitatore all’inizio del percorso, la stessa in tutte e tre le mostre a Roma, Torino e Napoli: la foto delle mani
dell’artista che sembrano accarezzare una superficie polverosa.
Nel 1976 nella mostra E porgere, chissà da quale tempo, quanto rimane vivo l’artista aveva sostituito due
pietre dell’antico pavimento del Bagno Borbonico, con due calchi in gesso di colore rosa e celeste che
Spalletti sarebbe tornato a spolverare per tutta la durata della mostra depositando il pigmento intorno.
Il percorso di mostra prosegue sulle pareti della sala con le tavole di grande formato (Parole di colore, 2011)
in cui il colore muta gradualmente da rosa tenue a diversi toni dell’azzurro, lo stesso colore di Carta (2014)
grande tavola dai bordi leggermente rialzati che gioca sul confine tra pittura e scultura; continua con il
pavimento inclinato su cui il colore si adagia in una distesa uniforme e vibrante di Voce bassa (2014) e con le
Colonne sole (2014), grandi apparizioni al centro della sala che omaggiano la storia dell’architettura e la
bellezza del paesaggio italiano. Al centro della galleria, il bianco puro costruisce un ambiente monolitico in cui
il visitatore è invitato a entrare: è Un giorno così bianco, così bianco, (2013) opera che dà il titolo a tutto il
progetto di MAXXI, GAM e MADRE. Un volume di 4 metri per lato che contiene 11 quadri bianchi, illuminato
da una luce potentissima che quasi annulla qualsiasi possibilità di percezione del colore.
Un allestimento pensato dall’artista per entrare progressivamente e fisicamente in accordo con l’ambiente
circostante che, scandito dalle opere, sembra respirare insieme a chi lo percorre. Uno spazio totale capace di
avvolgere nella sua straordinaria luminosità, di rendere labile il confine tra bidimensionalità e
tridimensionalità, che rende evidente l’assoluta armonia che accompagna l’universo creativo di Spalletti.
OPERE IN MOSTRA
Parole di colore
2011
Impasto di colore su tavola
Collezione dell’artista
Voce bassa
2014
Legno, resina, colore
Collezione dell’artista
Colonne sole
2014
Impasto di colore su centina di legno
Collezione dell’artista
Carta
2014
Impasto di colore su carta-legno, cornice
rastremata in legno laccato
Collezione dell’artista
Un giorno così bianco, così bianco
2013
Impasto di colore su tavola, foglia oro
Collezione dell’artista
E porgere, chissà da quale tempo, quanto rimane
vivo
1976
Fotografia di Giorgio Colombo
UNA PASSEGGIATA NEL COLORE
Giovanna Melandri Presidente Fondazione MAXXI
Con la mostra Un giorno così bianco, così bianco proseguiamo il nostro viaggio attraverso la storia dei grandi
maestri italiani. Ettore Spalletti ci regala un’occasione unica per entrare in punta di piedi nel suo magnifico
mondo di luci rarefatte e colori delicati che ci raccontano una vita artistica e umana vissuta in maniera
appartata e, allo stesso tempo, profonda, misteriosa, magica.
Come un filosofo, Spalletti non ci offre una teoria certa, ma preferisce accompagnarci in una ricerca nel
colore, una “passeggiata nel colore” – per citare il titolo di alcune sue opere. Una passeggiata senza meta,
affinché sia possibile trovare una risposta autonoma e personale alle domande e alle verità del nostro mondo
interiore. Sono quindi molto contenta di poter ospitare questo progetto in un momento in cui il MAXXI sta
rafforzando il suo rapporto con il pubblico, lavorando quotidianamente sull’interazione con esso e sulla
partecipazione più che su una semplice offerta unilaterale.
L’artista ha pensato, disegnato, costruito – quasi sognato – uno straordinario allestimento che lega gli ultimi
suoi lavori in un’unica grande opera, un ambiente costituito da impalpabili sensazioni che ci commuovono e ci
interrogano, stimolando così una nuova relazione con lo spazio. Spalletti riesce a mettere in discussione le
nostre convinzioni, i nostri pregiudizi, le nostre certezze su ciò che abitualmente intendiamo come colore,
forma, superficie. Ancora una volta ci troviamo immersi in un’esperienza dell’arte che, incoraggiandoci a
ripensare gli assunti della creatività, si fa sempre più intima e intensa.
Questa mostra è parte di un ampio percorso, intrapreso insieme ad altri due musei italiani, la Galleria Civica
d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e il Madre di Napoli, che allestiranno a loro volta due singolari
mostre dedicate a Spalletti. Questa “cordata” è per noi testimonianza preziosa di uno sforzo di collaborazione
e di un proficuo lavoro comune, che conferma l’esigenza di rafforzare la cooperazione fra istituzioni italiane.
La promozione dell’arte contemporanea non può che fare “cordata”, appunto, per condividere ricerca,
esperienze, offerta al pubblico.
Ettore Spalletti, uno spazio che scorre all’infinito
Anna Mattirolo
Vorrei collocare ad uno ad uno i miei
oggetti via via in uno spazio che scorre
all’infinito. E questo nel suo insieme, è lo
spazio unitario del lavoro dell’arte. Cioè
dell’essenza di un rapporto conoscitivo
col mondo che non si può ridurre ad
una somma di nozioni1.
Ettore Spalletti
Una fotografia bianco e nero di Giorgio Colombo ritrae Ettore Spalletti mentre realizza E porgere chissà da
quale tempo, quanto rimane vivo (1976), un’opera caratterizzata dal calco in gesso, uno rosa, uno celeste, di
due sanpietrini del carcere Borbonico di Pescara. Con quest’azione minimale, pregna di valore simbolico,
Ettore si appropriava dello spazio espositivo, dove allora aveva sede la Galleria di Mario Pieroni, per fondere
la sua arte con l’architettura che la ospitava. Per sottolineare la sua attenzione nei confronti dello spazio,
l’artista interveniva ogni giorno su quest’opera scartavetrando i calchi in gesso e accumulando ai margini
delle pietre polvere di colore che si librava nell’aria. Questo gesto poetico, proprio agli esordi della carriera
artistica di Spalletti, rivive oggi al MAXXI nella celebre fotografia di Giorgio Colombo che segna l’inizio del
percorso espositivo della mostra. Più che una rievocazione storica, l’opera va intesa come una presenza
affettiva, come un dono dell’artista al suo pubblico, ma anche come una dichiarazione di intenti, una
necessaria premessa per leggere ed interpretare tutti gli altri lavori in mostra. L’opera evidenzia infatti quel
profondo, viscerale legame che Spalletti nutre nei confronti dello spazio espositivo e del contesto in cui
lavora, un’attenzione che si estrinseca in tutti i suoi progetti successivi. Dalle prime esperienze degli anni
settanta, come quelle alla Galleria Paola Betti, dove ricopre il pavimento con un pigmento grigio-azzurro, alla
mostra Chambre d’Amis a Ghent (1986), in cui interviene insieme a Remo Salvadori all’interno dell’abitazione
del direttore del museo d’arte antica, al più recente Atelier del bosco a Villa Medici (1999), le opere di Spalletti
dialogano con l’ambiente che le circonda, dando vita a soluzioni allestitive sempre nuove. E porgere chissà
da quale tempo, quanto rimane vivo, contiene inoltre un’altra caratteristica fondamentale dei lavori di Spalletti:
quell’attenzione per il colore, che si traduce in un contatto fisico con i pigmenti, una costante che è possibile
rintracciare in tutte le opere dell’artista. In tal senso la fotografia riassume e condensa gran parte delle
riflessioni sviluppate nella mostra al MAXXI: dalle tavole monocrome adagiate sulle pareti che avvolgono il
visitatore in un universo di colori, alle installazioni site-specific dalle forme pure ed archetipe.
È questo il caso di Colonne sole (2014), tre grandi elementi la cui sezione ha la forma di “disegno”, dipinti di
bianco, che abitano lo spazio espositivo echeggiando la grandiosità classica e rinascimentale. Create per la
prima volta nel 1979 in occasione della mostra presso la Galleria Pieroni, queste colonne, prive di base e di
capitello, completamente autoportanti e cariche di colore, condensano in un unico lavoro pittura e scultura,
bidimensionalità e tridimensionalità2. Superando gli innegabili riferimenti alla ricca tradizione italiana, l’opera
va intesa come un omaggio alla colonna, una sua rilettura in chiave contemporanea, incentrata sull’utilizzo
del colore.
La stessa attenzione per lo spazio e l’architettura si ravvisa in molte altre opere di Spalletti, “sculture
pittoriche”, “dipinti tridimensionali” che si staccano dalle pareti per invadere lo spazio e conquistare il
movimento. Ed è proprio il suo interesse per lo spazio e l’architettura a spingere l’artista ad appoggiare le
tavole su delle staffe per rendere un effetto aggettante rispetto alle pareti. Si passa così dai grandi pannelli di
colore rosa, grigi e azzurri, che si staccano dal muro assumendo posizioni sempre nuove, alla costruzione di
vere e proprie Stanze, cubi chiusi che racchiudono un universo di colore. Concepite a partire dalla fine degli
anni novanta, come un microcosmo raccolto ed isolato in cui poter sostare, riflettere e meditare, queste
grandi installazioni, composte da numerose tavole unite tra loro, sono un’immersione nella luce e nel colore.
L’opera esposta al MAXXI è Un giorno così bianco, così bianco (2014), una stanza quadrangolare che
campeggia al centro dello spazio della Galleria 4 del museo, un cubo bianco, avvolgente, dominato al suo
interno da grandi tavole di colore bianco, bordate d’oro.
La volontà di stabilire un dialogo con l’ambiente espositivo lo spinge inoltre ad appropriarsi, a conquistare gli
elementi architettonici per trasformarli con il proprio intervento. Come afferma l’artista in un’intervista a Paolo
Vagheggi, “questa è forse la cosa che mi interessa di più, quando il quadro si assume lo spazio interamente,
e allora diventa tutto (...). Non v’è più la cornice che delimitava uno spazio. Togliendola, il colore si assume lo
spazio ed invade lo spazio. E quando questa cosa riesce, è miracolosa”3. Così, in Voce bassa (2014),
un’installazione concepita appositamente per il MAXXI, Spalletti lavora direttamente sul livello del pavimento
del museo, ricoprendolo con un piano di colore azzurro.
Concettualmente legata all’intervento minimale di E porgere, chissà da quale tempo, quanto rimane vivo,
quest’opera amplifica e sviluppa il lavoro degli anni settanta, dando vita ad un’esperienza estetica e
sensoriale unica, un regalo per i visitatori, un mare di colore che immerge il pubblico in un’atmosfera di
raccoglimento e meditazione. È l’azzurro del cielo, delle “radiazioni azzurre e violette, quando l’atmosfera è
attraversata dall’intensità della luce” che si riflette in quest’opera, ma è anche la pittura di luce di Piero della
Francesca e dei maestri del Rinascimento, tanto amati da Spalletti4. L’analogia con gli artisti quattrocenteschi
non si rintraccia soltanto nell’utilizzo di colori brillanti delicati e materici, ma anche nella prassi esecutiva
utilizzata dall’artista: nonostante l’apparente semplicità delle sue opere, generalmente prive di figurazione e
caratterizzate da campiture monocrome che ricoprono completamente la superficie, i lavori di Spalletti si
connotano infatti per una lentezza meditativa che evoca le antiche tecniche rinascimentali. A tal proposito è
interessante citare una dichiarazione dello stesso Spalletti “(...) il colore non è reale. Il colore viene restituito
attraverso la quantità del bianco che ho messo nell’impasto. Quindi il rosso viene rosa, il bianco resta bianco,
il nero viene grigio, il verde cade di tono lo stesso. Dopo, quando la pasta è asciutta ci vado su con la carta
abrasiva. (...) La superficie non è solo più il colore, ma è una cosa di polvere... questo colore che non esiste
che però viene fuori attraverso la polvere”5. Una tecnica esecutiva per certi versi simile all’affresco, che
richiede molti giorni, perché i lavori, ottenuti mescolando gesso e pigmenti, devono asciugarsi e rapprendersi
come su un intonaco, per creare una superficie che ingloba e cattura il colore6. Così nasce quello che Trini
ha definito come “sfumato aptico”, quell’effusione unica e irripetibile che scaturisce dal contatto con la storia e
con i luoghi cari all’artista7. Ne deriva una tavolozza di infinite sfumature cromatiche: dai rosa delicati che
evocano gli incarnati dei volti dei dipinti di Piero della Francesca, agli azzurri impalpabili del cielo di Cappelle
sul Tavo, dove risiede l’artista, ai rossi porpora dei tramonti di Roma.
Note
1 Paolo Boccacci, Oggetti essenziali, in “Paese Sera”, Roma, 16 novembre 1979.
2 A questo proposito Corà definisce la Colonna di Spalletti come “organismo spaziale cromatico, espansivo ed attraente la luce,
interattivo con l’ambiente e con le presenze che attorno ad essa circolavano naturalmente”. Bruno Corà, Ettore Spalletti,
contatto con l’invisibile, pubblicato in Ettore Spalletti, catalogo della mostra, MUHKA, MUseum van Hedendaagse Kunst,
Anversa 1995, ripubblicato in Ettore Spalletti, il colore si stende asciuga spessisce, riposa (a cura di A. Zevi), catalogo della
mostra, Acadèmie de France, Villa Medici, Roma 2006, p. 254.
3 Paolo Vagheggi, L’immagine del colore, in A. Zevi (a cura di), cit. p. 45.
4 Ettore Spalletti, Le radiazioni azzurre e violette..., in “A. E. I. U. O.”, a. IV, n. 7, Roma, marzo 1983, p. 78.
5 Ettore Spalletti, in “Data Arte”, n. 18, Milano, settembre-ottobre 1975, p. 56.
6 “Il supporto può essere una tela o un legno, o addirittura non esiste il supporto, ma è uno spessore di intonaco, oppure un
affresco”, in E. Spalletti, Ibid.
7 Tommaso Trini, Nel puro vero, in A. Zevi (a cura di), cit. p. 75.
ARCUS: UNO STRUMENTO DI INTERVENTO
A SOSTEGNO DEI BENI CULTURALI.
Nel mese di febbraio 2004, con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, è stata costituita Arcus, Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e
dello spettacolo S.p.A., ai sensi della legge 16 ottobre 2003, n. 291. Il capitale sociale è interamente sottoscritto dal Ministero dell’Economia, mentre l’operatività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto dei decreti annuali adottati dal Ministro per i Beni le Attività Culturali – che esercita
altresì i diritti dell’azionista – di concerto con il Ministro delle Infrastrutture. Arcus può anche sviluppare iniziative autonome.
Il compito dichiarato di Arcus è di sostenere in modo innovativo progetti importanti e ambiziosi concernenti il mondo dei beni e delle attività culturali, anche
nelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture strategiche del Paese.
Nella missione di Arcus sostenere progetti significa individuare iniziative importanti, aiutarne il completamento progettuale, intervenire negli aspetti organizzativi e tecnici, partecipare - ove opportuno o necessario - al finanziamento del progetto, monitorarne l’evoluzione, contribuire ad una conclusione felice dell’iniziativa.
E’ importante che venga ben compresa la specificità operativa di Arcus, così come emerge da quanto precede: la Società interviene a sostegno organizzativo e finanziario su progetti di rilievo, mentre in nessun modo è assimilabile un’agenzia di erogazione di fondi, né può essere annoverata fra i “distributori a pioggia” di fondi pubblici o privati.
Arcus, quindi, si propone come uno strumento originale per il sostegno e il lancio di iniziative e progetti importanti e innovativi nel panorama della cultura italiana. Il supporto economico, se interviene, deve essere visto come del tutto strumentale nell’ambito di un progetto culturale che sia concettualmente valido e operativamente condiviso.
Scendendo in qualche particolare, Arcus fornisce assistenza ad iniziative finalizzate, fra l’altro, a:
*
predisporre progetti per il restauro, il recupero e la migliore fruizione dei beni culturali;
*
tutelare il paesaggio e i beni culturali attraverso azioni e interventi volti anche a mitigare l’impatto delle infrastrutture esistenti o in via di realizzazione;
*
sostenere la programmazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi nel settore dei beni culturali;
*
promuovere interventi progettuali nel settore dei beni e delle attività culturali e nel settore dello spettacolo;
*
individuare e sostenere progetti di valorizzazione e protezione dei
beni culturali attraverso interventi a forte contenuto tecnologico;
*
sostenere progetti inerenti il turismo culturale nell’accezione
più ampia del termine;
*
promuovere la nascita e la costituzione di bacini culturali, cioè di aree geografiche
sulle quali insistono beni culturali emblematici, in una visione integrata e sistemica capace
di collegare ai beni culturali locali le infrastrutture, il turismo, le attività dell’indotto, i trasporti;
*
intervenire nell’ampio settore delle iniziative tese a rendere pienamente fruibili i beni culturali da parte dei diversamente abili.
Per la realizzazione delle proprie attività Arcus si avvale delle risorse di cui all’articolo 60 della legge 27 dicembre 2002, n. 289
(Legge Finanziaria 2003). La norma dispone che annualmente il 3% degli stanziamenti previsti
per le infrastrutture sia destinato alla spesa per la tutela e gli interventi a favore dei beni e
delle attività culturali. Arcus è individuata come la struttura destinataria di tali fondi. Ai
sensi, poi, dell’articolo 3 della legge 31 marzo 2005, n. 43, la percentuale sopra indicata
viene incrementata annualmente di un ulteriore 2%.
La Società, inoltre, può ricevere finanziamenti stanziati dall’Unione Europea, dallo Stato
e da altri soggetti pubblici e privati.
Arcus si muove anche nell’ottica di aggregare attorno ai progetti i possibili stakeholders
potenzialmente interessati. Di volta in volta, pertanto, vengono contattate fondazioni di origine bancaria e non, enti locali, esponenti delle autonomie e della società civile, università e anche soggetti privati, al fine di coagulare attorno alle iniziative risorse crescenti e finanziamenti coordinati.
Il progetto ambizioso di Arcus è così di diventare il “collante” che consente di rendere operativa la capacità sistemica di promozione e sostegno progettuale per la realizzazione di iniziative mirate a migliorare il quadro dei beni e delle attività culturali, in un’ottica di sempre migliore conservazione, fruizione e valorizzazione. Arcus, muovendosi opportunamente, favorisce la necessaria convergenza di
tutti i soggetti, contribuendo quindi al successo dei progetti culturali di volta in volta identificati.
Arcus S.p.A.
Via Barberini, 86 - 00187 Roma
Tel. 06 42089 Fax 06 42089227 E-mail: [email protected]
TELECOM ITALIA SOSTIENE LA CULTURA NEL SEGNO DELL’INNOVAZIONE
DELL’INNOVAZIONE
Contribuire allo sviluppo e alla crescita del Paese anche attraverso il sostegno ad attività e progetti per la
diffusione della cultura, facendo leva su un suo core business: è con questo obiettivo che Telecom Italia
ha scelto di sfruttare la Rete quale veicolo culturale in grado di avvicinare e diffondere i saperi
contemporanei, garantendo allo stesso tempo un accesso libero da vincoli di spazio e tempo.
Nel 2013 l’Azienda rinnova il suo rapporto con una delle principali realtà culturali di Roma, la Fondazione
MAXXI,
MAXXI con la quale proporrà la seconda edizione di MAXXIinWeb, il ciclo di incontri con esperti delle arti e
dell’architettura trasmesso in streaming live e on demand dall’Auditorium del Museo, e realizzerà un’App
mobile appositamente dedicata alla fruizione della cultura digitale.
Nasce dalla partnership con la Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia il progetto
PappanoinWeb che si propone di avvicinare alla musica sinfonica e da camera pubblico più vasto e che
durante i suoi tre anni di attività ha registrato oltre 1 milione di visitatori al sito di progetto grazie anche
alle guide all’ascolto dei concerti, ad interviste esclusive e alla possibilità di commentare le dirette sui
canali social network interagendo live con un esperto musicologo dell’Accademia.
Premiate dal successo delle passate edizioni, anche quest’anno Telecom Italia con la Fondazione Musica
per Roma ha riproposto MIT – Meet In Town, il festival di musica elettronica, e Luglio suona Web, la
rassegna dedicata ai grandi concerti della stagione estiva che ha permesso agli appassionati della Rete di
seguire in diretta le esibizioni di Mario Biondi, Ludovico Einaudi e Baustelle.
Sempre in ambito musicale, la collaborazione con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari
ha aperto al pubblico del web le porte del Teatro Petruzzelli di Bari trasmettendo la Prima del Rigoletto e
la Prima de La Sonnambula all’interno del nuovo progetto 2013 OperainWeb.
Nel settore delle arti figurative e dell’architettura ha affiancato realtà di massimo riscontro internazionale
come la Fondazione Biennale di Venezia mettendo a disposizione del pubblico della Rete tutti i contributi
dell’ultima edizione della Mostra Internazionale di Architettura in un percorso virtuale scandito dalle
testimonianze dei protagonisti.
Si inserisce in questa ottica anche la nuova collaborazione 2013 con Galleria Borghese che ha sviluppato
il progetto Candida Höfer per la Galleria Borghese: un’esposizione dedicata ad una personale
reinterpretazione dell’artista tedesca degli spazi museali della Galleria e un’esclusiva conversazione con
Candida Höfer che è diventata occasione di scoperta e confronto per il pubblico connesso in Rete.
Nell’ambito del teatro e della danza contemporanea Telecom Italia affianca da diverse stagioni la
Fondazione Romaeuropa sostenendo la rassegna internazionale Romaeuropa Festival, della quale
propone una selezione di appuntamenti denominata Metamondi di Telecom Italia trasmessi in live
streaming che portano in Rete le avanguardie artistiche con spettacoli proiettati verso un futuro pieno di
suggestioni dal sapore tecnologico. All’interno della stessa partnership Telecom Italia presenta anche
Digital Life, un percorso espositivo policentrico che indaga le potenzialità del rapporto tra arte e nuove
tecnologie.
Sostiene inoltre il Festivaletteratura
Festivaletteratura di Mantova con l’obiettivo di sensibilizzare i lettori alle nuove forme
digitali di fruizione della letteratura, e nell’edizione appena conclusa ha presentato scrittori in web, un
ciclo di incontri con alcuni dei più importanti autori internazionali diffusi in live streaming direttamente da
Mantova, e Tracce, 23 incontri liberamente aperti al pubblico del Festival che hanno spaziato dalla cultura
classica alle tematiche più attuali e disponibili anche on demand sul sito di Telecom Italia.
Promuove infine con i propri partner il ciclo Italiax10: incontri dove 10 “talenti” nel mondo
dell’innovazione, delle arti e della letteratura accuratamente selezionati dai partner vengono portati alla
ribalta del web in un’arena virtuale dove possono presentare le loro idee e esperienze interagendo in
tempo reale con il pubblico connesso in Rete.
***
Telecom Italia sviluppa infrastrutture e piattaforme tecnologiche su cui voce e dati si trasformano in servizi di
telecomunicazioni avanzati e soluzioni ICT e media all'avanguardia: strumenti di sviluppo per il Gruppo stesso e per
l'intero Paese. Telecom Italia, TIM, MTV Italia e Olivetti sono i principali marchi del Gruppo, icone familiari ai
consumatori e garanzia di affidabilità e competenza.
Vicinanza al cliente e innovazione tecnologica sono le parole chiave del Gruppo con un'organizzazione snella e
centrata sulla qualità del servizio, offerte semplici, attenzione ai momenti di contatto con la clientela e costante
attività di ricerca nei laboratori TILab.
La leadership domestica di Telecom Italia è accompagnata da una significativa presenza internazionale centrata sul
grande mercato sudamericano, con Tim Brasil e Telecom Argentina, che rappresentano oggi il 34% dei ricavi del
Gruppo.
Telecom Italia
Ufficio Stampa
+39 06 3688 2610
http://www.telecomitalia.com/media
TERNA:
ENERGIA AL TERRITORIO, ALL’AMBIENTE E ALLA CULTURA
Terna promuove da sempre la cultura e l’arte contemporanee: sia sostenendo progetti terzi come
la mostra “Ettore Spalletti. Un giorno così bianco, così bianco”, sia attraverso progetti propri, come
il Premio Terna per l’Arte Contemporanea, che concretizza l’impegno dell’Azienda per un nuovo
mecenatismo d’impresa finalizzato a restituire valore alle comunità e ai territori. Nato nel 2008 in
collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha l’obiettivo di scoprire giovani
talenti e valorizzare arte e cultura italiane; invita ogni anno gli artisti a esprimere la propria
creatività su temi legati alla trasmissione di energia.
In sole cinque edizioni il Premio Terna ha ridefinito gli standard del settore, coniugando
democrazia nell’accesso, meritocrazia e interdisciplinarietà nelle valutazioni; imprenditorialità nella
valorizzazione delle energie coinvolte; scientificità nella produzione di indagini periodiche di
settore; innovazione nella scelta del web quale canale privilegiato di comunicazione e diffusione.
Con i numeri record di oltre 10.000 artisti partecipanti e più di 13.000 opere d’arte iscritte, il Premio
è diventato prima piattaforma italiana sull’arte contemporanea e riferimento imprescindibile per gli
addetti ai lavori. La quinta edizione, centrata sul tema “Essere o non Essere. Con gli altri. La Rete
Sociale a regola d’Arte”, ha introdotto un’ulteriore innovazione: invita gli artisti a esplorare il
complesso terreno dove si incontrano arte e solidarietà, per incoraggiare un’inedita forma di
“solidarietà d’autore”. Attraverso la categoria “Terawatt” il Premio ha coinvolto i “big” dell’arte
contemporanea, e nelle prime tre edizioni ha visto vincere rispettivamente Luigi Ontani, Alberto
Garutti ed Ettore Spalletti.
Terna è un grande operatore di reti per la trasmissione dell'energia. In Italia è responsabile
della gestione in sicurezza, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, dell’equilibrio tra domanda e offerta di
energia elettrica; provvede inoltre alla manutenzione e allo sviluppo della rete elettrica. Con oltre
63.500 km di linee gestiti e l’impegno di 3.500 professionisti, è il primo operatore di Rete
indipendente in Europa e il sesto al mondo. Attraverso Terna Rete Italia gestisce la Rete di
Trasmissione Nazionale. Attraverso Terna Plus gestisce nuove opportunità di business in Italia e
all’estero. Amministratore Delegato è Flavio Cattaneo, Presidente è Luigi Roth.
Terna oggi va oltre il compito tradizionale di razionalizzare la Rete: progetta tralicci dal design
innovativo. Nel 2008 ha installato, lungo la linea toscana dell’alta tensione “Tavarnuzze-Santa
Barbara”, i sostegni disegnati da Sir Norman Foster, architetto e designer britannico tra i principali
esponenti mondiali dell’architettura hi-tech. Negli ultimi anni Terna ha anche utilizzato i tralicci
monostelo, che rispetto ai sostegni tradizionali abbattono l’ingombro al suolo e i tempi di
montaggio: installati in varie zone d’Italia, rappresentano il 70% della “Chignolo Po–Maleo”,
l’elettrodotto più ecologico d’Italia. Terna inoltre ha recentemente installato in Lombardia il primo
traliccio Germoglio dell’architetto Hugh Dutton (capo gruppo progetto: Studio Arch. Rosental),
vincitore del concorso Terna “Tralicci del Futuro”: un progetto che coniuga standard eccellenti di
sicurezza, efficienza e design. Altri Germogli sono stati installati lungo l’elettrodotto “TrinoLacchiarella”, l’autostrada dell’energia che corre per 95 km tra Lombardia e Piemonte. Infine,
prima in Europa, Terna sta realizzando i “tralicci d’artista”: lungo il nuovo elettrodotto FoggiaBenevento è in costruzione l’opera site specific di Daniela De Lorenzo, artista vincitrice per la
categoria Terawatt del Premio Terna 04, centrato sul tema del rapporto fra Territorio e Arte.
www.terna.it
www.premioterna.com
SKY ARTE HD
- CANALI 110, 130 e 400 di SKY –
PITTURA, SCULTURA, MUSICA, LETTERATURA,
TEATRO E DESIGN, FORME ESPRESSIVE ANTICHE E
CONTEMPORANEE:
L’ARTE E IL SAPERE AL CENTRO DELLA
PIATTAFORMA
SKY ARTE HD, il primo canale televisivo italiano dedicato all’Arte in tutte le sue
declinazioni, è visibile a tutti gli abbonati Sky (che dispongono dell’HD nel proprio
abbonamento) alle posizioni 110, 130 e 400 della piattaforma. Pittura, scultura, architettura,
musica, letteratura, teatro, design e tutte le forme di espressione artistica trovano spazio in
un unico palinsesto dedicato sia agli appassionati, che hanno l’opportunità di approfondire i
loro interessi, sia ai semplici curiosi che possono avvicinarsi all’arte in un modo nuovo
attraverso le grandi produzioni internazionali (Sky Arts, BBC, Channel 4, Arte, PBS,
Sundance Channel) e quelle originali del canale. Con un linguaggio contemporaneo e mai
didascalico, che trova nella contaminazione dei generi la sua chiave narrativa, Sky Arte HD
racconta le infinite risorse del patrimonio artistico mondiale, con un occhio di riguardo alla
straordinaria tradizione italiana e al talento dei nostri artisti.
Dalla Cappella Sistina, presentata su Sky Arte HD in tutta la sua potenza espressiva nella
produzione originale Michelangelo – Il cuore e la pietra, che su Sky 3D è stata
accompagnata, proprio il 1° novembre, da un esclusivo documentario sulla Cappella
Sistina, alle provocazioni di Marina Abramovic, dal fascino di maestri del calibro di Daniel
Baremboim alle leggende del rock come Jim Morrison, dai talenti eclettici alla Tom Ford
alla regina della fotografia Annie Leibovitz, il canale ospiterà i mille linguaggi dell’arte.
Tra le produzioni originali ci sono programmi appositamente creati per i più piccoli, come
L’arte non è marte, che porta con allegria i bambini e i genitori alla scoperta dell’Arte come
un elemento che può far parte della vita di tutti, e viaggi nel mondo dell’arte contemporanea,
come Potevo farlo anch’io, condotto da Alessandro Cattelan e Francesco Bonami, che ci
guidano con un approccio ironico tra le meraviglie e i paradossi dei maggiori capolavori
della contemporaneità. Uno spazio importante è dedicato agli eventi sul territorio: rassegne,
mostre e retrospettive saranno raccontate nel reportage Grandi Mostre, in cui il complesso
meccanismo della realizzazione di una mostra viene raccontato passo dopo passo, dal
trasporto delle opere al vernissage. Ed ancora Sky Arte HD in occasione del Salone e
Fuorisalone 2013 ha realizzato la produzione originale De.sign che ha portato gli spettatori
nel cuore della design week milanese con le pillole quotidiane dedicate al Fuorisalone,
con un reportage finale su tutta l’edizione 2013, e con un’importante serie di documentari
dedicati alla storia del design. Un’altra produzione originale di Sky Arte è Bookshow,
interamente dedicato ai libri e che li racconta attraverso una semplice ma esaustiva
struttura tripartita: un libro, un luogo, un ospite. Ed ancora Destini Incrociati Hotel, un
cartoon spensierato e colorato che racconta, ambientandoli in un Hotel dove le porte delle
camere si aprono e si chiudono sui destini dei protagonisti, incontri che hanno cambiato la
storia. Nel mese di giugno Sky Arte Hd ha presentato Contact un’altra produzione originale
che in 10 episodi compie un viaggio straordinario e affascinante nella città proibita dei
provini, a contatto dei celebri fotografi della Magnum Photos, la leggendaria agenzia
fondata nel 1947.
Nel mese di ottobre Sky Arte presenta Capolavori Svelati: Greta Scacchi mostrerà come
un grande artista, oltre che uno straordinario interprete artistico, sia anche un vero e
proprio narratore del suo tempo. Nel mese di novembre tornerà su Sky Arte una nuova
serie di Contact e di Street Art una produzione originale interamente dedicata al mondo
dell’arte di strada.
Sky Arte HD si avvale del contributo di Enel, main sponsor del canale e dei suoi programmi
di punta, come è accaduto per Michelangelo – Il cuore e la pietra, e che partecipa
attivamente alla realizzazione di produzioni ad hoc come Corti di luce e gli speciali dedicati
a Enel Contemporanea, il progetto di arte contemporanea promosso dall’azienda e giunto
alla sesta edizione.
Sky Arte HD ha inoltre stretto delle importanti partnership con l’Istituto Luce-Cinecittà e con
festival, mostre e fiere per raccontare i principali eventi culturali italiani, quali il
Festivaletteratura di Mantova, Roma Europa Festival e Artissima. Ancora, Sky Arte HD sarà
media partner del MAXXI, dal mese di ottobre delle produzioni originali racconteranno le
principali mostre della stagione del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
In linea con il linguaggio moderno della programmazione, il canale ha una forte presenza
sul web e sui social network (Facebook, Twitter e Instagram), grazie al sito www.skyarte.it e
a Sky Go, il servizio di streaming dei programmi che permette di vedere Sky su pc e
smartphones. I contenuti principali di Sky Arte HD sono disponibili anche sul servizio
Sky on Demand.
«Quello che ci prendiamo è un grande impegno - spiega Roberto Pisoni, direttore di Sky
Arte HD - perché raccontare l’Arte in televisione, in tutte le sue sfaccettature e in maniera
nuova e originale, è una grande scommessa. Ma l’Arte, nelle sue molteplici espressioni, sia
antiche che contemporanee, sia colte che popolari, è un’esperienza che migliora della vita e
offre un serbatoio infinito di storie appassionanti che siamo fieri di offrire al pubblico di Sky.»
Ufficio stampa Sky Arte HD
MN – Cristiana Zoni – [email protected] Marilena D’Asdia – MN [email protected] Tel 06.853763
Ufficio Stampa Sky – Elena Basso [email protected] Tel 02.308015837