7 Luogo di Roma scelto dai migranti
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7 Luogo di Roma scelto dai migranti
Qual è un luogo che non dimenticherai mai di Roma? Un luogo che porteresti sempre con te anche se tornassi/quando tornerai nel tuo Paese? ONYEKACHI NWAMINI (detto JERRY) - NIGERIA, IBOKO, IZZI L. G. A. A Roma per 2 anni, da poco vive in Danimarca PIAZZA VENEZIA Non conosco molti posti a Roma. So che se ne avessi visti altri, ce ne sarebbero tanti che porterei sempre con me. Ho scelto Piazza Venezia prima di tutto perché è un posto pieno di bellezza. E poi ci vengo tutte le domeniche per andare in chiesa. Fotografie di Gianclaudio Hashem Moniri NADEŽDA PETROVIĆ – SERBIA, BELGRADO A Roma da 3 anni e mezzo PORTA SANTO SPIRITO Giravo sempre nei dintorni dell’Ospedale Santo Spirito perché uno zio di Antonio, il mio fidanzato, stava male. Quell’angolo con l’arco l’ho scoperto per caso, passeggiando da sola dopo aver camminato tantissimo. Mi fa pensare a molte cose… Da una parte la storia triste dello zio, e quindi le cose difficili della vita, dall’altra mi dà una sensazione di spensieratezza, come se fosse stata una scoperta da turista, tutta mia. Fotografie di Marco Santi EKATERINA SULEYMANOVA – RUSSIA, STAVROPOL A Roma da 3 anni e mezzo APPIA ANTICA È la strada che portava gli antichi Romani a Roma. Non ci sono macchine, case moderne, non c’è il rumore del traffico, non ci sono le folle di turisti che fanno perdere la bellezza del luogo. Si ha la sensazione di stare nella Roma antica. Mi piacciono i pini che avvolgono la strada. Sei solo tu, nel silenzio, con tanta natura intorno… e riesci a unirti a tutto questo. Fotografie di Marco Marotto ANNAMARIA MERTI – GRECIA, ATENE A Roma da 6 anni METROPOLITANA Ci passo minimo un’ora e mezzo al giorno. Non c’è nessun altro luogo dove vado con tanta costanza. Da Torpignattara dove abito a Cornelia dove lavoro, attraverso tutta la 1 città… ma sottoterra, della città non vedo nulla. Ho pure gli incubi. Tutti i giorni mi siedo al solito posto, al primo vagone, apro il mio libro e non guardo altro, lo chiudo solo quando arrivo. Fotografie di Marco Santi OLHA KOSTIV – UCRAINA, LVIV A Roma da 14 anni OBELISCO DI PIAZZA S. PIETRO L’obelisco al centro di Piazza San Pietro è arrivato dall’Egitto. Forse perché è straniero come me, abbiamo passato delle belle giornate insieme. Dopo il lavoro, per me era l’unico rifugio, per staccare e prendere un po’ di energia. Me ne stavo seduta lì per qualche oretta, d’estate, all’ombra. Poi c’era l’acqua che scorreva delle fontane vicine… mi tranquillizzava, mi ricordava l’acqua dei Carpazi, è lo stesso rumore. Fotografie di Claudio Imperi CAMELUŞA STRACHINARU (detta CAMELIA) – ROMANIA, VATRA-DORNEI A Roma da 8 anni FONTANA DI TREVI Non c’è nessun altro posto così nel mondo, è bellissimo! Quando sono venuta a Roma per la prima volta, come vuole la tradizione, ho lanciato la monetina all’indietro. Poi, tornata in Romania per mesi, pensavo che non sarei più ritornata, perché non sapevo l’italiano, non ero brava col lavoro… e invece eccomi qui! Fotografie di Ernesto Notarantonio AURELIA POP – ROMANIA, ORADEA A Roma da 16 anni PORTA DEL POPOLO e PIAZZA DEL POPOLO La prima volta ho atteso tanto al semaforo di Piazzale Flaminio, poi ho attraversato la strada ed è stata una sorpresa. Come a teatro, il sipario che si apre. Quando sono entrata dalla Porta del Popolo, mi sono sentita abbracciata dal cerchio della piazza. È un posto solare, aperto, colorato, sembra che tutto il mondo sia lì. Hai la sensazione… come se entri e già fai parte di Roma, e di essere accolta non solo a Roma ma nel mondo. Fotografie di Elda Occhinero SHAHIN KHAN (detto JOHNNY) – BANGLADESH, MUNSHIGONJ A Roma da 7 anni ZONA TUSCOLANA, PIAZZA DEI CONSOLI La Tuscolana è il posto del mio cuore. Ci ho abitato e lavorato. Mi piace sempre. È bellissima. Ai giardinetti veniamo dopo il lavoro con gli amici, per riposarci. Parliamo, ci chiediamo come va il lavoro, come stanno le nostre famiglie e se qualcuno ha bisogno di aiuto, ci aiutiamo. Fotografie di Emanuele Inversi ROBERTA ESCAMILLA GARRISON – CALIFORNIA, SAN FRANCISCO A Roma da 35 anni 2 PANTHEON Si pensa sempre al Colosseo, ma per me questo è l’edificio più imponente in assoluto, la struttura più potente e incredibile. Toglie il respiro. Ogni volta che ci passo o che ci entro, mi emoziono, mi dico “Non è possibile”. Mi impressiona l’architettura che ci hanno lasciato i Romani… è roba di 2000 anni fa! Fotografie di Massimo Bottarelli LAURA SAMPEDRO – INGHILTERRA, LONDRA A Roma da 16 anni COLOSSEO Ero arrivata a Roma da poco, per me “scavalcare” era una parola nuova, quindi non capivo dove i miei amici italiani mi stessero portando... Non avrei mai potuto immaginare che saremmo andati di notte proprio a scavalcare i cancelli del Colosseo! All’interno c’erano ancora delle candele accese perché era da poco finita la Via Crucis; pioveva un po’ e le fiammelle facevano un rumore magico sotto l’acqua; non si sentiva il rumore del traffico intorno. Questa immagine del Colosseo dentro, di notte, che sembrava acceso apposta per noi, così diverso dal Colosseo di giorno, pieno di turisti… E poi, fare qualcosa di proibito in un luogo tanto importante… Non lo dimenticherò mai. Fotografie di Claudio Imperi ANALIZA BUENO MAGSINO – FILIPPINE, BATANGAS CITY A Roma da 21 anni VIA DEI PASTINI In Via dei Pastini lavoravo come babysitter, e portavo sempre “il mio bambino” – ora ha 20 anni –in giro per queste strade. Quella famiglia non mi ha mai fatto sentire una domestica: hanno apprezzato la mia cultura, il fatto che sapessi l’inglese e fossi laureata, e mi hanno spinto a cercare un altro lavoro. Sono emozionata di tornare qui. Per me questo portone è la porta dell’accoglienza. Qui è iniziata la mia vita lavorativa e la mia integrazione. Quando ero triste, andavo a pregare nella chiesa del Pantheon. Qui passeggiavamo con il mio fidanzato, che veniva di proposito a corteggiarmi… e adesso è mio marito. Insomma tutto è cominciato qui. Fotografie di Ernesto Notarantonio ASCALU TESFAI TZEGU – ERITREA, ADI KEFELET A Roma da 31 anni SCUOLA FAUSTO CECCONI, CENTOCELLE La mia storia sta a Centocelle, è iniziata bene ed è finita male. Porterò sempre nel mio cuore la scuola dei miei figli. È grande e bella, era una ex caserma. Le maestre e le mamme italiane mi hanno aiutata molto quando avevo appena divorziato ed ero da sola. Quando ritardavo all’uscita, loro mi tenevano i bambini finché non arrivavo correndo dal lavoro. Lì i miei figli hanno studiato, sono stati accolti bene. Abitavo e facevo la spesa nella strada di fronte, Via delle Giunchiglie. Quando c’era un compleanno, ci incontravamo e andavamo tutti insieme in pizzeria lì vicino. Ho ricordi bellissimi. Fotografie di Gaetano Di Filippo 3 ROMULO SABIO SALVADOR – FILIPPINE, SANTA CRUZ LAGUNA A Roma da 30 anni CAMPIDOGLIO, SEDE DELLA GIUNTA DEGLI IMMIGRATI Da quando sono diventato consigliere aggiunto nel Gruppo Assembleare di Roma Capitale, il Campidoglio rappresenta la battaglia che abbiamo portato avanti per la rappresentanza dell’immigrazione. Credo che qualcosa l’abbiamo fatta, anche se la strada è ancora lunga. Ricordo la prima volta che sono salito per la scalinata da cui si vede la Lupa col monolito… mi sono venuti i brividi. Mettetevi nei miei panni: arrivato a Roma come clandestino, cameriere, non potevo pensare di arrivare qui. Fotografie di Marco Marotto SANJAY KANSA BANIK – INDIA, CALCUTTA A Roma da 8anni COLOSSEO Il Colosseo è la carta d’identità di Roma, non è legato alla mia memoria personale, ma per me rappresenta la città. In India lo avevo studiato, i libri parlavano di un palazzo grande, ma quanto grande? Non lo immaginavo così! Una volta ho letto che un saggio indiano, al tempo dei Romani, passando di qui e avendo visto a cosa serviva, protestò contro le violenze che succedevano lì dentro. Per questo non mi interessa entrarci. La sua immagine da fuori invece è immagine di arte, di architettura. È il simbolo di Roma, ma anche dell’Italia in tutto il mondo. Fotografie di Gianclaudio Hashem Moniri JOSÉ AUGUSTO ALVES DOS SANTOS – BRASILE, RIO DE JANEIRO A Roma da 32 anni CENTRO DI STUDI BRASILIANI, PIAZZA NAVONA Il punto di contatto tra noi musicisti era questo. Ci trovavamo qui davanti, eravamo tutti amici, c’erano anche dei pittori… era un bel gruppetto. Facevamo le prove con la chitarra e ci ho anche suonato. Per noi era un punto di riferimento, meno formale dell’ambasciata, che comunque era lì accanto. Essendo un posto brasiliano, un po’ mi sentivo a casa. All’epoca, all’inizio degli anni ’80, c’erano pochissimi brasiliani a Roma. Era carino discutere con i professori e le professoresse, gente colta del nostro Paese. E poi, una volta, prima di fare le prove, ci siamo incontrati qui, siamo andati ad un pranzo da amici e ho conosciuto mia moglie! Fotografie di Annalisa Spanò CELINE COUGOULE – FRANCIA, ANSE (LIONE) A Roma da 2 anni VISTA DAL PINCIO Qui venivo per le mie prime passeggiate a Roma col mio bambino… non è comodo col passeggino ma è bello! Da qui vedi tutto, i tetti, le cupole, l’intensità di questa città. Si vede tutta la storia di Roma. Mi colpisce che Roma è una “città bassa”, non ci sono palazzi altissimi, per cui dappertutto si vedono i tetti. Fotografie di Nazzareno Falcone 4 ROBERTO MONTOYA – PERÙ, LIMA A Roma da 23 anni PIAZZA DI SPAGNA Qui passo tutti i giorni prima di andare a lavoro: scendo a Flaminio e me la faccio a piedi. Non mi interessa la parte mondana, le vetrine, la moda. Questo luogo per me è l’antichità, la meraviglia secolare che rappresenta tanta cultura, tanta civiltà, dove si sono incontrate persone di tutto il mondo. Da noi in Perù questo non esiste, quindi per me rimane sorprendente. Quando racconto ai miei amici che passo qui tutti i giorni e che per me questa è la normalità, a loro sembra impossibile. Prendere il caffè qui e fermarsi a contemplare… è un privilegio. Fotografie di Marco Santi JEAN CLAUDE MBILLA (detto JOHN) – CAMERUN, YAUNDE A Roma per 22 anni, da poco vive a Napoli VIA DEI FORI IMPERIALI Qui ebbi il mio primo “colpo al cuore” con la città e… il primo amore non si scorda mai. Avevamo parcheggiato a Piazza Venezia per andare a vedere il Colosseo, ma appena ho messo piede su Via dei Fori, ho iniziato a riconoscere i luoghi che avevo visto sulle foto dei libri di storia. Tremavo, sentivo l’emozione della storia passata che mi entrava dentro. È stato il luogo che mi ha convinto a rimanere in questa città. Ora ho deciso di rinnovare questa emozione, alla vigilia della mia partenza da Roma per lavoro. Tutto è cominciato qui e ora si chiude un cerchio in modo grandioso. Fotografie di Elda Occhinero ROSITA CASTRO DOMINGUEZ – CILE, SANTIAGO A Roma da 21 anni COLOSSEO La mia scelta sarà molto banale, ma il Colosseo è un luogo rappresentativo, è un landmark. Non lo visito spesso ma è quello che mi mancherebbe di Roma se me ne andassi, come del mio Paese mi mancano le montagne. Quando passo, lo guardo con ammirazione, penso di essere fortunata di poterlo vedere. È una torta che sta lì. E che ancora stia in piedi, lo trovo incredibile. Con tutta la sua storia… è commovente. Gli immigrati del tempo, i gladiatori, si sono giocati la pelle. Oggi è stato scelto come luogo simbolo contro la pena di morte, in memoria delle persone che lì hanno perso la vita. Quando è stata abolita la pena di morte in Cile, il Colosseo si è illuminato. Fotografie di Massimo Bottarelli BAHAR ABDALLA – SUDAN, NIAALA A Roma da 7 anni STAZIONE TERMINI Ho passato tanto tempo qua. Ogni giorno, ci passo 2-3 volte; se devo incontrare qualcuno, vado a Termini; se mi serve qualcosa, vado a Termini. Ho voluto fotografare l’ingresso da Via Giolitti, è bellissimo! Fotografie di Gaetano Di Filippo 5 TEDDY DARIO VILLARREAL VERA – ECUADOR, QUITO A Roma da 18 anni LAGHETTO DELL’EUR I primi mesi che stavo a Roma, prima di trovare lavoro, ci venivo quasi tutti i giorni. Dopo il pranzo alla Caritas, prendevo il bus con un mio amico a Via Nazionale e andavamo a finire la giornata qui. C’era una discesa, che ora non esiste più, dove ci mettevamo all’ombra a chiacchierare, a scherzare, a guardare le canoe per ore. Lì ho conosciuto la mia prima ragazza in Italia, ci ho passato tanto tempo. È un posto che mi ricorda i miei primi tempi qui e quindi mi identifica. Fotografie di Nazzareno Falcone TERESA DEMBINSKA MORAWSKI – POLONIA, VARSAVIA A Roma da 57 anni CAMPIDOGLIO, SCALINATA DI PALAZZO SENATORIO Essendo una guida turistica, frequento abbastanza spesso questo luogo e lo conosco bene. È il centro dove si è svolta la storia, è sempre stato il luogo testimone degli avvenimenti dall’antichità fino ad oggi. È stato ed è sempre vivo… e in più è bellissimo. Fotografie di Claudio Imperi ABDELHAMID AHMED SHELBIA (detto ABUDA) – EGITTO, EL GARBIA A Roma da 23 anni PIAZZA VENEZIA Sono venuto qui la prima volta con gli amici 26 anni fa. Era mezzanotte, ci siamo seduti sul muretto della fontana, siamo rimasti a chiacchierare per 2-3 ore. Ho sentito dentro il Paradiso... Era come un sogno che, al risveglio, ho trovato vero. Di giorno non mi piace, c’è troppo traffico, confusione… di sera è bellissimo, è rilassante, sembra magico. Fotografie di Emanuele Inversi QORBANALI ESMAELI – AFGHANISTAN, GHAZNI A Roma da 15 anni PIAZZALE DEI PARTIGIANI, OSTIENSE Nel 1999 eravamo ancora un piccolo gruppetto di Afghani… i rifugiati erano pochissimi in Italia. Venivamo qui di giorno e andavamo a dormire sul Colle Oppio. Quando la sera ci distribuivano i panini, avevamo imparato solo a dire “No mortadella!” dato che i musulmani non mangiano maiale. Forse quella è stata la mia prima parola in Italiano… ma in realtà non sapevamo se ci davano il prosciutto! Sono rimasto qui per circa 3 mesi, prima che il Comune ci assegnasse un posto letto in un centro di accoglienza. È il luogo dove i miei connazionali dormono ancora in pessime condizioni, dove anch’io ho subìto sofferenza e ho imparato l’altruismo. Qui ho deciso cosa fare della mia vita. Fotografie di Annalisa Spanò ALVIN CURRAN – STATI UNITI, PROVIDENCE - RHODE ISLAND A Roma da 50 anni AUDITORIUM DI MECENATE 6 La mia scelta è stata naturale perché abito qui vicino e tutti i giorni, se vado a fare la spesa o a prendere un caffè qui intorno, ci passo davanti almeno una-due volte… ma ogni volta lo trovo chiuso. È stato perennemente un mistero per me. Ci sarei sempre voluto entrare e ci avrei anche voluto fare un concerto. Finalmente ho avuto la possibilità di essere fotografato in un vero teatro antico di Roma, che è uno dei più belli che abbia mai visto nella mia vita. Fotografie di Gianclaudio Hashem Moniri VICTOR RAUL ASTUPINAN SANCHEZ – PERÙ, PASCO A Roma da 7 anni VILLA BORGHESE A quell’epoca vivevo ancora a Milano e venivo a Roma a trovare quella che ora è la mia fidanzata. Era una domenica. Sapevo che c’era un bel parco grande all’uscita della Metro Flaminio. Abbiamo preso delle cose da mangiare e siamo venuti qui, sotto quest’albero. Sono legato sentimentalmente a questo posto e, ancora oggi, quando ci passo con l’autobus, lo guardo sempre. C’è una canzone nel mio Paese, che dice: “In quell’albero c’è il mio nome”. Fotografie di Alessandro Amoruso JACQUES NGOMSI – CAMERUN, YOKA DOUMA A Roma da quasi 3 anni SAN PIETRO Ogni volta che vengo qui, sento di rinascere di nuovo. Ogni volta che entro mi sento protetto, quando esco di qui mi sento più forte, nessuno mi può fare del male. Solo il fatto di pensare a San Pietro, anche quando sono a casa, mi fa sentire potente, spiritualmente e moralmente. Quando lo studiavo nel mio Paese, mi sembrava un sogno, una cosa non reale, come una poesia… invece era la realtà. Come è possibile che siano stati uomini a costruire tutto questo? Sembra una magia. Fotografie di Massimo Bottarelli IWONA BIGOS – POLONIA, OPOLE LUBELSKIE A Roma da 21 anni CHIESETTA DOMINE, QUO VADIS? (S. MARIA IN PALMIS), APPIA ANTICA La chiesa è legata al romanzo polacco Quo vadis?, che riprende gli Atti di S. Pietro e parla di questo luogo. C’è il busto del suo autore, Henryk Sienkiewicz, che ha vinto il Premio Nobel proprio per il romanzo. Ero innamorata di quel libro fin da piccola, si studiava a scuola e rappresentava la speranza. Insegnava che anche se c’era sofferenza, ce la potevi fare. “Dove vai?” era la mia domanda, che mi contraddistingueva già in Polonia. Essendo malata fin da bambina, forse sono stata portata naturalmente a ragionare in modo filosofico. E ancora adesso la mia domanda è: Quo vadis? Fotografie di Ernesto Notarantonio SUSAN LEVENSTEIN – STATI UNITI, NEW YORK A Roma da 36 anni PASTICCERIA DEL GHETTO 7 Ho abitato al Ghetto per 25 anni e in quella zona non ti senti mai completamente accettato, eppure lì alla pasticceria ti accoglievano sempre benissimo e in più ti offrivano i “mattoni”, quei meravigliosi dolci ebraici che, come il vino del contadino, sono sempre uguali ma sempre diversi. Anche adesso, ogni volta che ci passo, non posso non entrare, e ogni volta mi chiedono dove sono andata, perché non mi vedono più tanto spesso… Fotografie di Alessandro Amoruso SHAMMI PERERA – SRI LANKA, KATUNAYAKA A Roma da 15 anni VIA MOLFETTA, QUARTICCIOLO Il luogo di Roma che porterei sempre con me è casa mia. Prima andavo di qua e di là in affitto, non volevo chiedere niente a nessuno, volevo fare da solo. Quando ho conosciuto mia moglie, abbiamo sistemato tutto insieme. Da quel momento mi sento bene. Ora ce l’ho fatta. Fotografie di Marco Marotto SERGHEI GANGAN – MOLDOVA, REZINA A Roma da 7 anni STADIO OLIMPICO Ho lavorato per tanto tempo in zona, con gli allestimenti alle tribune, allo stadio di tennis, alle piscine… ma una volta un amico mi ha regalato un biglietto per una partita: era la prima volta che vedevo tanta gente insieme che urlava, faceva paura! Non sono tifoso di calcio ma conoscevo i nomi dei giocatori più famosi, era interessante vederli dal vivo. Se segnava una squadra o l’altra, ero contento comunque. Alla fine me ne sono scappato prima della conclusione della partita, ho pensato “sennò mi ammazzano!”. Fotografie di Annalisa Spanò WANG FANG – CINA, DALIAN A Roma da 5 anni OSPEDALE CRISTO RE La porta del Pronto Soccorso per me significa un confine. Qui ho partorito. Questo luogo è la separazione dal mondo di prima al mondo di dopo: ero donna e sono diventata mamma, da ragazza sono diventata moglie. Qui è nato un prodotto misto, frutto di due razze, italiana e cinese. Ha cambiato tutta la mia vita. Prima avevo un po’ di dubbio se andar via dall’Italia o rimanere. Ora c’è una cosa più importante, che è diventata il centro del mio mondo e che mi tiene legata qui. Fotografie di Elda Occhinero ADRIANO HASKA – ALBANIA, RROGOZHINE A Roma da 8 anni VIA MAGNANAPOLI La maggior parte del mio tempo la passo al negozio in Via Magnanapoli, ho passato qui ogni giorno per mezzo decennio, quindi non posso dimenticarla. Non è il “mio” luogo, è il luogo del mio lavoro e mi piace lavorare. Il lavoro rende l’uomo libero e felice, 8 indipendente dagli altri. Come gli animali, copriamo la nostra area… ma l’unico luogo che mi apparterrà davvero sarà il Paradiso. Fotografie di Emanuele Inversi NABAZ KAMIL NORI – KURDISTAN IRACHENO, SULEIYMANIA A Roma da 13 anni COLOSSEO È stata la prima cosa antica che ho visto in vita mia, perché in Kurdistan vivevo in una città costruita in tempi moderni. Sono sceso a Termini e, venendo al Centro Astalli, è il primo luogo che incontri. Sapevo che esisteva, ma era la prima volta che vedevo una cosa del genere! Il Colosseo è il mio preferito. Ogni pietra che c’è lì ha la sua storia. Fin dall’epoca in cui è stato costruito, il motivo era molto forte: da una parte la gente che andava lì per divertirsi, dall’altra le persone che cercavano di salvarsi la vita – venivano da tutto il mondo – combattendo uomo contro uomo o uomo contro animale. Fotografie di Nazzareno Falcone 9