articolo - Duca degli Abruzzi
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articolo - Duca degli Abruzzi
Estate 1909, il Duca degli Abruzzi alla conquista del Karakorum. Aosta, in mostra “Cattedrali di ghiaccio”, le fotografie di Vittorio Sella sulla spedizione Il ponte di liane dondola come fosse in tempesta e Luigi Amedeo di Savoia tenta invano di non offrire alla cinepresa di Vittorio Sella il suo incedere faticoso e incerto. Ha un cappellaccio chiaro a larghe tese, il ponte è in salita e oltre quel cordame nervoso s’intravede l’impeto d’un torrente fra le morene del Karakorum, Pakistan. E dopo «Sar», acronimo di Sua Altezza Reale, come i pannelli del film muto scrivono fra sequenze, ecco due portatori, «coolies», che seguono le liane con più agilità, nonostante abbiano sulle spalle avvolta in teli incrociati sul petto, una capra bianca. Spezzoni d’un film di mezz’ora, girato da Sella nell’estate 1909 durante la spedizione del Duca degli Abruzzi in Karakorum, con destinazione K2, la seconda montagna del pianeta, 8611 metri. Il film è un inedito per il pubblico e gira senza interruzione su uno schermo nel soppalco del Centro Saint-Bénin, chiesa sconsacrata di Aosta che ospita le fotografie che Vittorio Sella scattò in quel viaggio pionieristico. Cattedrali di ghiaccio, il titolo della mostra organizzata dalla Regione valdostana. Il Savoia esploratore e alpinista aveva come unico scopo la vetta del K2, impresa perfino difficile da pensare per l’epoca. Ma la spedizione ebbe anche importanti risultati scientifici. La montagna misurata, così come gli immensi ghiacciai del Baltoro con i suoi rami, una «Y» verso il confine cinese. E Sella, sapiente maestro di fotografia, attento esploratore della natura girò anche la manovella di una cinepresa. I 350 portatori indiani e pachistani accompagnarono la spedizione con sulle spalle 23 chili ciascuno. I cavalli facevano il resto. È il film muto, accompagnato da pannelli didascalici, e custodito dopo il restauro del Museo del Cinema di Torino dalla Fondazione Sella di Biella, a raccontare la fatica del viaggio. Immagini coloniali, con i «coolies» e i Baltì a caricarsi sacchi e casse per poi passare di fronte agli uomini del Duca a ritirare la paga. Dall’India al Kashmir, poi i colli a 5000 metri e l’arrivo nella città di Skardu nella piana alluvionale del fiume Indo. Sella riprende una partita a polo su quelle sabbie battute. Poi i guadi con le zattere, e finalmente morene e ghiacciai. Le foto di Sella, che firmò con un autoscatto dalla posa eroica, rimandano gli «infiniti spazi» di cui lui stesso parla nei diari. Sono le fotografie stampate dallo stesso autore, in formato medio. Mostrate al pubblico l’ultima volta nel 1987, in Pakistan, ad Islamabad. Prima del Duca degli Abruzzi aveva osato esplorare quei ghiacciai l’inglese Godwin Austen. E per l’alpinismo due singolari personaggi, un mago, Aleister Crowley, tacciato di satanismo e il suo amico piantato con i piedi per terra, l’ingegnere ferroviario Oscar Eckenstein, inventore dei ramponi. La loro via, la Nord-Est, fu ritenuta impraticabile dalle guide del Duca, entrambe di Courmayeur, Joseph Petigax e Alessio Brocherel. Le foto di Sella, che scrisse della vanità impossibile da soddisfare del Duca, mostrano il K2 da ogni lato e i fiumi di ghiaccio ai suoi piedi, sul versante Sud, il Godwin Austen, ramo sinistro del gigantesco Baltoro. Petigax e Brocherel individuarono la via possibile sulla spalla di Sud-Est del K2 e la tentarono ma senza successo. Da allora è ribattezzata Sperone Abruzzi ed è la via «normale», cioè la più logica per raggiungere la vetta. La spedizione del 1909 indicò alla scienza e all’alpinismo fenomeni e itinerari fino ad allora solo intuiti. Sella scrive nel suo diario a proposito nella cocciutaggine del Duca di voler salire il K2: «Quanta energia e tempo sprecati». E ipotizza un obiettivo possibile, il Bride Peak, più noto come Chogolisa, sul ramo destro del Baltoro. Una cattedrale di ghiaccio alta 7665 metri. Alla fine Sella convince il Duca a tentarla. Raggiunse con Petigax e Brocherel quota 7500, prima che una tempesta bloccasse il tentativo di vetta. L’uomo non era mai arrivato così in alto e quel record durò fino al 1924. Sella dedica alcune suggestive foto al glaciale Chogolisa che ridiventerà monte famoso nel 1957, quando i suoi ghiacci abbracciarono per sempre uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi: Hermann Buhl. INFO La mostra Cattedrali di ghiaccio. Vittorio Sella. Himalaya 1909 è corredata da un catalogo bilingue italiano-francese, riccamente illustrato, curato da Daria Jorioz e Paolo Repetto, edito da Nuvole Rosse Edizioni, acquistabile in mostra al prezzo di 20 euro. L’esposizione resterà aperta sino a domenica 26 marzo 2017, dal martedì alla domenica, ore 10-13 e 14-18, chiuso il lunedì. Il costo del biglietto d’ingresso è di 6 euro intero, 4 euro ridotto; 3 euro per i soci del Touring Club Italiano e Alpitur; entrata gratuita per i minori di 18 anni e per le scuole. Sarà inoltre possibile acquistare un abbonamento con la mostra AlpiMagia. Riti, leggende e misteri dei popoli alpini di Stefano Torrione, visitabile fino al 19 febbraio 2017 al Museo Archeologico Regionale di Aosta, al costo di 10 euro intero e 6 euro ridotto. Nel corso della mostra sono previste attività didattiche per le scuole e visite guidate. Per informazioni: Regione autonoma Valle d’Aosta, Assessorato istruzione e cultura, Attività espositive: tel. 0165.275937 [email protected] Centro Saint-Bénin: tel. 0165.272687 www.regione.vda.it