L`apprendimento nel bambino bilingue
Transcript
L`apprendimento nel bambino bilingue
23/03/2014 log. Graziella Tarter Per valutare l’apprendimento scolastico del bambino bilingue 1 2 L’APPRENDIMENTO SCOLASTICO NEL BAMBINO BILINGUE Appiano Gentile 3-4 aprile 2014 Log. Graziella Tarter Conoscenza delle competenze neuropsicologiche implicate nell’apprendimento e delle tappe stadiali Conoscenza delle caratteristiche della lingua di origine Opacità/trasparenza della sua forma scritta Alfabetizzazione dei genitori Percorso didattico attuato dalla scuola e congruenza di questo rispetto alle conoscenze del b/o e della sua famiglia Aspettative della famiglia rispetto alla scolarizzazione e al ruolo sociale che le viene attribuito log. Graziella Tarter L’italiano è una lingua: 3 4 Le lingue alfabetiche come l’italiano richiedono competenze metafonologiche specifiche, da apprendere culturalmente attraverso l’insegnamento Questo apprendimento è per molta parte implicito, implicito sostenuto dall’ambiente e dalla famiglia prima ancora che dalla scuola Trasparente ( si scrivono i suoni che si dicono con una transcodifica precisa fonema/grafema) Consistente (ha un grafema singolo per la maggior parte dei fonemi e le eccezioni sono stabili) Prevedibile (la morfologia è molto prevedibile e sostanzialmente regolare) Alfabetica ( il mattone di accesso alla scrittura è il suono singolo) log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Lo sviluppo metafonologico 5 I bambini di altra cultura spesso non sono preparati a questo compito Competenza metafonologica 6 È una abilità linguistica che arriva al suo appuntamento evolutivo verso 4 anni circa e non necessita di un insegnamento formale per svilupparsi, almeno nelle prime fasi Le abilità di sintesi (fusione di suoni) precedono sempre le abilità di analisi La memoria verbale sequenziale sviluppa e sostiene queste abilità e nel tempo la potenzia log. Graziella Tarter Lo sviluppo metafonologico è la abilità di riflettere sul linguaggio e di considerare la forma e i contenuti sonori delle parole a prescindere dal significato che veicolano E’ la abilità di individuare i singoli suoni delle parole anche quando sono coarticolati e la capacità di intervenire sui singoli suoni per comprendere, anticipare o modificare le parole In tutte le lingue la consapevolezza sillabica è già presente prima dell’ingresso alla scuola elementare perché fa parte dello sviluppo del linguaggio log. Graziella Tarter 1 23/03/2014 Sillaba >< fonema Fasi dello sviluppo metafonologico 7 8 Apprendimento linguistico spontaneo: 4a circa- fusione di sillabe 4,6 anni – analisi di sillabe Apprendimento culturalmente indotto: 5 /5,6 anni – fusione di fonemi 5,6/ 6 anni - analisi di fonemi log. Graziella Tarter Lo sviluppo spontaneo si ferma alla fusione/analisi sillabica perché è l’unità minima del linguaggio parlato che ha salienza percettiva (riconoscibilità) e questo avviene in tutte le lingue. Il fonema è frutto di una convenzione legata al processo di scrittura e non rappresenta una invarianza acustica, infatti assume modalità fonetiche diverse a seconda dei suoni coi quali si combina. Solo apparentemente il linguaggio è una sequenza di suoni, all’analisi spettrografica esso appare come una serie di onde di energia acustica dalle quali non emerge alcun indizio di segmentazione in fonemi. log. Graziella Tarter La struttura sillabica Ortografia trasparente/opaca 9 10 Nella definizione di opacità e trasparenza si deve inserire anche l’elemento rappresentato dalla struttura della sillaba, che può essere semplice o complessa Anche nelle lingue opache esiste un certo numero di parole regolari che possono essere lette con la conversione grafema/fonema, ma sono molte di più le parole irregolari che richiedono un ricorso alla procedura di tipo lessicale (riconoscimento visivo della parola) log. Graziella Tarter In una ortografia trasparente i fonemi delle parole sono rappresentati in modo diretto ed inequivocabile ma soprattutto stabile ( es. italiano, serbo, ecc) In una ortografia opaca lo stesso grafema può rappresentare differenti fonemi a seconda dei contesti (grafemi che vengono prima o dopo nel formare la parola) e differenti lettere possono rappresentare lo stesso fonema, così che il sistema viene a mancare di coesione (francese, inglese) log. Graziella Tarter In neuropsicologia lettura e scrittura richiedono competenze diverse Trasparente >< opaca (Claudio Vio ) 11 12 Sillaba semplice Finlandese Greco Italiano Spagnolo Portoghese Tedesco Norvegese Islandese Danese Olandese Francese Sillaba comples sa log. Graziella Tarter Inglese LA LETTURA - richiede l’attivazione della fusione sillabica e/o delle unità sub/lessicali LA SCRITTURA - richiede sia la competenza sillabica, per il controllo dell’ortografia fonologica, sia l’analisi lettera per lettera,per la realizzazione dei grafemi. Successivamente è richiesto anche il controllo di regole ortografiche non fonologiche. log. Graziella Tarter 2 23/03/2014 Conseguenze immediate 13 Altre conseguenze 14 La coincidenza temporale della maturazione metafonologica con l’inizio della scolarità e degli apprendimenti formali della letto scrittura espone alcuni soggetti all’insuccesso scolastico per un semplice ritardo cronologico, non strutturale. Le competenze metafonologiche sono evocabili tramite un intervento linguistico semplice e didatticamente efficace. log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Le caratteristiche della lingua 15 Bambini di altra cultura possono non aver compreso la natura alfabetica della nostra lingua Le famiglie, se la lingua di provenienza è sillabica, non sono in grado di aiutarli e sostenerli nello sforzo cognitivo In altre situazioni è il sistema fonologico diverso a creare difficoltà iniziali Conoscere permette di intervenire Aspetti grafomotori 16 Determinano la facilità/difficoltà con cui viene appresa e la presentazione contemporanea di più lingue è di più facile apprendimento se le lingue presentano caratteristiche omogenee Gli insegnanti dovrebbero conoscere queste caratteristiche per evitare metodologie didattiche che sono causa di difficoltà per italiani e stranieri In prima elementare i bambini che usano lingue trasparenti riescono a leggere quasi tutte le parole e le non parole nella seconda parte dell’anno scolastico; i bambini di lingue opache hanno prestazioni molto inferiori e le differenze si riducono verso i 10 anni log. Graziella Tarter I bambini della scuola dell’infanzia disegnano e colorano molto, ma con poca “istruzione” Attenzione all’impugnatura, è un problema che va risolto precocemente, per non automatizzare apprendimenti scorretti Non valutare solo la capacità grafica nel disegno spontaneo, il disegno su copia introduce i bambino ad aderire a modelli, come avviene per la scrittura log. Graziella Tarter Il bambino straniero e il DSA 17 18 Anche l’uso dello spazio può essere educato, non si fa del male alla spontaneità dei contenuti se si insegna l’uso degli strumenti e la strumentalità Ogni intervento richiede tempo ed esercizio, l’attività grafica non è innata e non ha un fondamento biologico, è una competenza culturale e pertanto è trasmessa per insegnamento esplicito o implicito log. Graziella Tarter Molte volte il bambino straniero è inviato ai Servizi per diagnosi di presunto DSA Attenzione particolare ai tempi: sono necessari circa tre anni di buon linguaggio orale perché si sviluppi una solida competenza metafonologica, in assenza della quale le difficoltà di apprendimento sono prevedibili ma non sono indice di DSA Molte competenze richieste al bambino per apprendere, sono implicite e non esplicitatate Insegnare a bambini stranieri richiede conoscenza, competenza, coerenza ed esplicitazioni continue log. Graziella Tarter 3 23/03/2014 19 20 Già il primo documento della Consensus Conference sottolineava la difficoltà della diagnosi di DSA nei bambini stranieri Nel secondo documento (gennaio 2011) si ribadisce la necessità di procedere con cautela estrema (pentagono diagnostico per esclusione) La diagnosi sarà più tardiva (circa 4°primaria) per ché la maturazione delle competenze di transcodifica e di accesso lessicale possono essere ritardate Le automatizzazione ortografica sia delle componenti fonologiche sia fonetiche richiede più esplicitazione Se il tempo della diagnosi si prolunga, dobbiamo considerare che differire la diagnosi NON fa differire l’intervento La risposta all’intervento, in particolare la limitata risposta ad una stimolazione specifica è criterio di diagnosi Quale tipo di intervento? In ambiente ecologico, tramite stimolazione esplicita log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Il bambino straniero e le sue ipotesi sulla lingua scritta L’intervento ecologico 21 22 Un aiuto dovrebbe essere dato a tutti coloro che hanno difficoltà, a prescindere dall’origine del problema e precocemente (1°primaria) L’intervento va fatto nella lingua di istruzione Esplicito Intensivo, ma con tempi ridotti, 1:1 o piccolo gruppo È un intervento educativo che ha bisogno di professionisti prepararti Nessun bambino comincia il suo percorso di apprendimento della lingua scritta quando va a scuola Così come le sue conoscenze metafonologiche sono indotte dal linguaggio verbale, le sue conoscenze sul linguaggio scritto derivano dall’ambiente in cui cresce e dalle stimolazioni che riceve Sono fonte di conoscenza indiretta i libri presenti in casa, le insegne pubbliche che lo circondano, la pubblicità Forniscono ulteriori conoscenze i genitori e il loro rapporto con la lingua scritta (di origine e italiana) log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter L’ortografia della lingua italiana 23 Ortografia fonologica - 1 24 Ha un ordine gerarchico e di intervento: prima di tutto il soggetto deve essere consapevole della ortografia fonologica, successivamente della ortografia delle regole. Una terza forma ortografica di tipo fonetico si colloca in posizione intermedia Clinicamente possiamo fare distinzioni molto sottili, ma dobbiamo essere soprattutto precisi e declinabili nella didattica “L’analisi dei dati rilevati, la lettura degli errori, deve condurre alla evidenza dell’intervento” log. Graziella Tarter La forma ortografica corretta corrisponde alla forma fonologica della parola; è una informazione sostenuta in parte dal grafema singolo, in parte dalla sillaba Errori fonologici: sono tutti gli errori in cui non è rispettato il rapporto tra fonemi e grafemi log. Graziella Tarter 4 23/03/2014 Linee guida dell’intervento didattico per la ortografia fonologica 25 Ortografia non fonologica - 2 26 “si scrive ciò che si pronuncia” il rapporto ortografico corretto è con la sillaba l’intervento didattico è da realizzare con la mediazione del linguaggio parlato suddividendo le parole in sillabe e curando la trasposizione corretta strumenti: dettato /autodettato di parole modi: piccolo gruppo di lavoro con la mediazione del linguaggio orale La forma di scrittura corretta dipende dalla individuazione di componenti metalinguistiche e metacognitive (semantico - lessicale, grammaticale, convenzionale); è l’ortografia delle regole Errori non fonologici: sono gli errori nella rappresentazione ortografica (visiva) delle parole, senza errori nel rapporto tra fonemi e grafemi log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Linee guida dell’intervento: ortografia non fonologica 27 Ortografia fonetica - 3 28 individuazione delle regole di tipo metalinguistico e cognitivo (grammaticali, lessicali, convenzionali) le regole sono relative al posto che le parole occupano nelle frasi e non alle singole parole l’intervento didattico è da realizzare con la esplicitazione delle regole strumenti: dettato / autodettato di frasi modi: lavoro guidato dall’insegnante, si può attuare sia individualmente sia in gruppo La forma ortografica corrisponde alla fonetica della parola; è una informazione sostenuta dalle modalità di pronuncia (durata, intensità, accento tonico) Errori fonetici (doppie, accenti): sono dipendenti sia da una scorretta analisi uditiva delle differenze fonetiche, sia dallo sviluppo della competenza ortografica (sapere come si scrivono) log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Linee guida dell’intervento: ortografia fonetica 29 Riassumendo 30 “ si scrive come si pronuncia” è necessario spostare l’attenzione dal “cosa” si dice al “come” si dice intervento didattico è da realizzare con la mediazione del linguaggio parlato strumenti: dettato/autodettato sillabico di parole per i raddoppiamenti e controllo metacognitivo con lavoro sulle regole per gli accenti modi: piccolo gruppo con la mediazione del linguaggio orale log. Graziella Tarter Errori fonologici F Laboratorio delle parole Errori non fonologici NF Errori fonetici (A) doppie/accenti Laboratorio delle frasi log. Graziella Tarter 5 23/03/2014 La classificazione degli errori 31 Le tappe di intervento da conoscere 32 Gli errori fonologici sono i più importanti e vanno corretti per primi In questa classificazione la fonologia viene mantenuta tutta insieme (quella a struttura semplice un suono/un segno e quella complessa un suono/più segni) perché risponde allo stesso tipo di trattamento correttivo (lavoro sulla parola) che l’insegnante/educatore mette in atto L’ortografia delle regole non fonologiche ha un proprio tratto distintivo (lavoro sulle frasi) L’ortografia fonetica non ha un proprio intervento e viene affrontata parte con la fonologia (per i raddoppiamenti) e parte con le regole (accenti) log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Uso funzionale della competenza appresa – autodettato di parole Prima fase - Apprendimento strumentale delle competenze ortografiche di base 33 Operare una rilevazione Classificare gli errori Riconoscere attraverso gli errori la fase di sviluppo delle competenze del bambino Predisporre un intervento mirato Condurre il bambino attraverso stimolazioni adeguate da uno stadio di sviluppo all’altro, dalle conoscenze fonologiche di base all’uso funzionale completo della competenza 34 Il b/o inizia a scrivere basandosi sulla propria competenza di analisi fonologica e gli errori che compie sono indicativi del processo (sillaba – fonema) Inizialmente scrive parole a struttura sillabica piana e successivamente a struttura più complessa (la lunghezza prima della complessità) Nel bambino con pregresso disturbo del linguaggio i tempi sono di norma più lunghi, questo può accadere anche per il bambino che affronta una lingua che non conosce bene dal punto di vista orale, come nelle situazioni di multiculturalità log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Il laboratorio delle parole Sequenza suggerita: 35 L’informazione ortografica è contenuta nella sillaba e non nel singolo fonema: il bambino che si detta le parole lettera per lettera compie una gran quantità di errori di ortografia fonologica e fonetica. Il dettato di parole (e successivamente l’autodettato) deve portare alla individuazione sicura della divisione sillabica come componente minima significativa e alla automatizzazione della corrispondenza tra il suono e il o i segni che lo compongono È della massima importanza continuare a sottolineare la regola di base “si scrivono i suoni delle parole che si dicono”, questo in particolare per i bambini stranieri 36 Parole bisillabe piane CVCV Individuare esattamente il livello del bambino Parole trisillabe piane CVCVCV Lavorare con un ordine che permetta al bambino di fare un passo alla volta Parole bisillabe con nesso biconsonantico divisibile CVC-CV Mantenere la stimolazione per un tempo sufficiente a consentire la automatizzazione Parole bisillabe con nesso biconsonantico non divisibile CCV-CV CV-CCV Parole trisillabe con le stesse caratteristiche log. Graziella Tarter Aiutare il bambino a sentire le sillabe nelle parole e a riprodurre i suoni delle sillabe; solo quando questo livello è conquistato, si può procedere oltre. log. Graziella Tarter 6 23/03/2014 Seconda fase- uso funzionale della competenza appresa- produzione di frasi Seconda fase- apprendimento strumentale - dettato di frasi 37 38 L’ortografia delle regole si basa sul posto che le parole occupano nelle frasi (posto fisico, ma anche grammaticale, semantico o semplicemente per convenzione) perciò il lavoro non può limitarsi alle parole singole Inizialmente si dettano enunciati, frasi o parti di frasi, che non impegnino troppo la memoria verbale di lavoro (4-6 sillabe totali) curando di separare le parole nella dettatura, in particolare per i b/i stranieri Questo introduce l’apprendimento della ortografia di tipo non fonologico (ortografia delle regole) log. Graziella Tarter Questa fase è spesso sottesa, va invece esplicitata chiaramente: fare un enunciato di frase autonomo definisce l’uso lessicale e morfosintattico del linguaggio. Permette al b/o di esplorare autonomamente l’espressione linguistica, di modificare gli enunciati, di lavorare su modelli: “i pensierini”. Permette di pensare alle parole nelle frasi, correggendo le difficoltà di fusione e separazione illegale che molti bambini con pregresso disturbo di linguaggio o con conoscenza della lingua orale poco efficiente si trascinano, sull’onda del parlato continuo Si collega efficacemente allo sviluppo della lettura log. Graziella Tarter Alcuni esempi: l’arabo I tempi dell’intervento: 39 I soggetti scolarizzati automatizzano di norma l’ortografia fonologica entro la seconda elementare, è possibile ottenere buoni risultati con un intervento di recupero specifico entro la terza. Più tardi è possibile, anche se più lento, il controllo metacognitivo. Bambini stranieri con lingua di origine a fonologia molto diversa presentano tempi più lunghi anche di due anni L’ortografia non fonologica (delle regole) ha tempi di apprendimento e automatizzazione più lunghi, è possibile a tutte le età ed è guidata dalle capacità cognitive e dalla metacognizione. Conoscere queste scansioni permette di concentrarsi sugli apprendimenti possibili e non prorogabili per l’età. L’arabo classico, derivato dal Corano, è tramandato in forma scritta ed orale, con una forma più moderna che è la forma scritta usata a scuola. Il francese è conosciuto solo da coloro che hanno una buona scolarità. Oltre a questi vi è una forma solo orale di lingua corrente (Darija), e una gran quantità di lingue locali tramandate in forma familiare. Molti arabi conoscono solo questa. Le lettere della grafia sono 28 (un grafema/un fonema) e si scrivono in maniera diversa a seconda che siano isolate, all’inizio, nel mezzo o alla fine delle parole. Le vocali sono solo tre (a/i/u) e possono essere lunghe o brevi, queste ultime non vengono scritte log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Errori frequenti Problemi di orientamento spaziale per l’orientamento dxsn della lingua madre (presente nei b/i già scolarizzati in lingua madre, in b/i che iniziano la frequenza alla scuola araba in Italia, oppure per l’esperienza culturale scritta in famiglia); anche i quaderni possono essere aperti per il verso sbagliato e la scrittura partire dalla pagina dx Difficoltà di riconoscimento del grafema in forme grafiche diverse o di uso della iniziale maiuscola (in arabo il carattere grafico ha un’unica forma) In arabo non si usa punteggiatura, questa può essere abusata in italiano. log. Graziella Tarter Problemi di riconoscimento e scrittura delle vocali (è/e,o/ò) perché in lingua araba ci sono solo tre vocali (a/i/u). Sostituzioni p/b, f/v, s/z perché in arabo questi suoni non esistono o sono usati in modo diverso Riconoscimento di gruppi consonantici (str) e gruppi ortografici (gli/chi) e riconoscimento del fatto che la presenza di un grafema vicino ad un altro ne modifica la pronuncia (ch, gn, gl, sci) Difficoltà nell’uso dell’articolo (in arabo esiste solo un articolo) e nel genere (in arabo sono tre) La forma sintattica può essere perturbata in vario modo log. Graziella Tarter 7 23/03/2014 Errori frequenti Lingua Hindi e Urdu A livello parlato sono molto mescolati, pur avendo origini diverse (hindi/sanscrito; urdu /parole arabe e persiane) L’hindi è graficamente sillabico, ha 11 vocali lunghe e 11 abbreviate +35 consonanti e segni di pronuncia con una corrispondenza suono-segno; si scrive da sn a dx L’urdu si scrive da destra verso sinistra con alfabeto arabo/persiano. Ha 35 consonanti e tre sono usate come vocali (a/i/u) La costruzione sintattica delle due lingue è uguale, ma è molto diversa dall’italiano e il periodo di silenzio del b/o indiano o pakistano può essere molto lungo Difficoltà di analisi dei fonemi italiani (scambi u/v, b/v, t/d, z/dz), la /F/ non è riconosciuta Difficoltà di riconoscimento dei grafemi in caratteri diversi come per gli arabofoni Difficile concettualizzazione dei nessi consonantici e della corrispondenza un suono/più segni Difficoltà sintattiche di costruzione delle frasi, in particolare nella posizione e coniugazione dei verbi (in hindi il verbo è sempre in fondo), l’uso dei pronomi (sostituire col nome anche in ridondanza) Difficile uso della punteggiatura log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Lingua cinese Errori frequenti Le lingue cinesi parlate sono molte e molto diverse, con una unica lingua ufficiale scritta, diversa dal parlato I caratteri vanno memorizzati ed il livello scolastico primario ne prevede circa 2500, ma per leggere il giornale se ne devono conoscere circa 9000 Le parole sono essenzialmente monosillabiche e ogni carattere rappresenta una sillaba (ideofonogramma) Il sinogramma è formato da una serie di tratti grafici (nella parte destra le informazioni fonologiche), scritti di seguito, tutti alla stessa distanza. Alcuni caratteri hanno suoni identici ma si pronunciano con toni diversi ed esprimono significati diversi (ci sono 4 toni) log. Graziella Tarter L’apprendimento della lingua italiana pare molto difficile per gli immigrati cinesi, ma per ragioni culturali: la lingua familiare o il dialetto di origine permangono per due o tre generazioni e definiscono l’identità e la provenienza. A scuola i b/i cinesi imparano una trascrizione ufficiale dei caratteri cinesi con 26 grafemi latini (Pinyin). Con gli stessi caratteri si scrive anche il giapponese, ma la pronuncia dei suoni è molto diversa, perciò i cinesi lo leggono ma non lo sanno pronunciare L’italiano è difficile per la lunghezza delle parole. La scrittura sillabica può confondere e spezzare le parole log. Graziella Tarter Altre situazioni pratiche: Non è compresa la differenza l/r, e i due grafemi sono usati indifferentemente La percezione dei fonemi p/b t/d è alterata e non sono compresi i nessi consonantici, con una particolare difficoltà legata alla /N/ preconsonantica e alle doppie, che in cinese pinyin cambiano il significato della parola Difficoltà a comprendere i grafemi scritti in caratteri diversi e gli spazi tra le parole. In cinese cambiare la grafia cambia il significato delle parole Difficoltà sintattiche per l’articolo (non esiste), tempi verbali (non c’è declinazione), genere e numero (non c’è) i connettivi e pronomi (vengono ignorati) log. Graziella Tarter Albanese: uso scorretto di l/r; difficoltà con le doppie. I bambini già scolarizzati possono scrivere alcuni fonemi con una l’ortografia diversa dall’italiano. Ispanico: scambi s/z, b/v, ts/dz; bambini già scolarizzati scrivono alcuni trigrammi ortografici con caratteri diversi Ghanese e nigeriano: difficoltà l/r; scambi a/e Russo e ucraino: scambi l/gl, n/gn; difficoltà di pronuncia e scrittura di qu, rappresentato graficamente con ku La valutazione dell’apprendimento della lettoscrittura nei bambini bilingui – Chiara De Rosa – Dislessia n°3; 20 12 log. Graziella Tarter 8 23/03/2014 L’intervento in pillole Molte culture diverse devono convivere nella scuola pubblica e imparare a scrivere secondo denominatori il più possibile comuni La caratteristica che accomuna maggiormente situazioni così diverse è la consapevolezza sillabica, che in italiano è la base della ortografia fonologica Per questa ragione la fase metafonologica profonda va limitata alla acquisizione dei caratteri alfabetici, imparata la grafia è opportuno un ritorno primario al lavoro ortografico sillabico Molte culture sono accomunate dallo scambio r/l, t/d, ecc : è importante non concentrare tutto il lavoro sulla pronuncia e la distinzione di suoni simili, perpetuando così le confusioni Le sillabe, i suoni, l’ortografia primaria, vanno presentati nelle parole (il lessico) e verranno imparati nell’uso delle stesse Successivamente le frasi (la sintassi) vanno presentate complete (ha con /H/; è con accento, apostrofi, ecc) senza riflessioni metalinguistiche, fino a che la competenza non è sufficientemente matura (dalla 4°primaria circa) log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Dati predittivi (Bellocchi e Genesee, 2012) Carattere di scrittura 52 La problematica è complessa e richiede una riflessione dell’insegnante, non una scelta didattica a priori: la logica è quella di adattare la didattica alle situazione, non l’inverso Se nella classe sono presenti alunni stranieri la cui lingua di origine ha un unico carattere, il carattere di accesso (possibilmente lo stampato maiuscolo) va mantenuto a lungo (1°e 2°primaria); per alunni cinesi può essere anche l’unico carattere di scrittura Per alunni stranieri già scolarizzati in lingua madre, non introdurre subito il carattere della classe di arrivo! Confronto tra b/i mono e bilingui per l’apprendimento della lettura Valutazione a fine scuola dell’infanzia: conoscenza suono/segno (lettere) processamento fonologico (ripet. non parole) denominazione rapida comprensione orale sintassi comprensione orale lessico log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Fine 1°classe primaria 53 Fine 2°classe primaria 54 Monolingui Accuratezza lettura conoscenza suono/segno Rapidità letturaconoscenza suono/segno + denominazione rapida Comprensioneconoscenza lessicale Bilingui Accuratezza lettura – conoscenza suono/segno + denominazione rapida Rapidità letturaripetizione non parole + denominazione rapida + conoscenza morfosintattica Comprensione- Monolingui Bilingui Accuratezza lettura – Accuratezza lettura – denominazione rapida conoscenza lessicale Rapidità lettura- Rapidità lettura- denominazione rapida conoscenza morfosintattica Comprensione- conoscenza suono/segno + denominazione rapida + conoscenza lessicale Comprensioneconoscenza morfosintattica conoscenza morfosintattica log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter 9 23/03/2014 La comprensione dei testi 55 La lettura 56 In passato si riteneva acquisita la lettura quando il soggetto era in grado di leggere accuratamente e correttamente un testo ad alta voce Si riteneva che la comprensione fosse una naturale conseguenza del deciframento e non un processo cognitivo proprio Chiamiamo ora “decodifica del testo” la capacità di leggere ad alta voce, mentre “comprensione” è la capacità di comprenderne il significato Leggere è una competenza che serve per capire i testi scritti, non per decodificare, tanto meno per oralizzare Leggere e capire è molto di più che unire la comprensione di una parola all’altra, è una funzione che coinvolge un processo cognitivo estremamente complesso e non è solo un processo linguistico Il lettore competente è chiamato, durante la decodifica, a selezionare le informazioni importanti, integrarle con quelle che già possiede e confrontarle con una rappresentazione mentale del testo che raccoglie ed unifica tutti i dati log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Modello descrittivo della comprensione del testo scritto (De Beni, Cornoldi e altri, 2003) Il punto su: la comprensione del testo 57 58 Comprensione del testo L’intervento per la modificazione delle competenze di comprensione del testo si basa sul presupposto teorico che all’interno di questa competenza possano essere individuate componenti diverse, indipendenti, che rispondono positivamente sia ad un approccio diretto sia ad un intervento multicomponenziale contenuto Personaggi luoghi tempi, fatti Fatti e sequenze elaborazione Struttura sintattica Collega menti metacognizione Inferenze lessicali e semantiche Gerarchia del testo Modelli mentali log. Graziella Tarter Sensibilità al testo flessibilità Errori e incongruenze log. Graziella Tarter CONTENUTO 59 60 Comprendere il contenuto del testo è una funzione “elementare” limitata alle prime fasi del processo La capacità matura è rappresentata dalla capacità di elaborare mentalmente il testo, usufruendo delle conoscenze che già si possiedono La capacità di metacognizione nella lettura è un ulteriore passaggio, non sempre richiesto dal testo, a capacità riflessive sulla funzione e sul testo log. Graziella Tarter Il lettore inizialmente deve imparare a padroneggiare testi basilari (le frasi), inclusivi di elementi concreti Successivamente il passaggio avviene con il riconoscimento di testi veri e propri Nella comprensione il bambino deve riconoscere chiaramente - personaggi, tempi, luoghi, fatti - fatti e sequenze log. Graziella Tarter 10 23/03/2014 ELABORAZIONE 61 METACOGNIZIONE 62 L’elaborazione è un processo mentale personale Richiede il possesso di competenze psicolinguistiche per la comprensione del significato delle parole e della elaborazione sintattica delle frasi, che richiedono poi inferenze e collegamenti. È importante per questo riconoscere non solo i significati espliciti, ma anche quelli impliciti. Deve essere compresa la gerarchia d’importanza delle parti del testo per selezionare gli elementi significativi che permettono una rappresentazione più generale del contenuto Il livello ottimale si raggiunge quando il lettore riconosce le caratteristiche del testo Adatta la propria modalità di lettura con flessibilità alle richieste del compito, agli scopi, alle istruzioni ricevute Sa riconoscere e supervisionare il proprio modello di comprensione e riconoscere i momenti in cui questa si inceppa log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Capire il funzionamento Elementi di importanza rilevante 63 64 Nel modello proposto vi sono tre elementi di importanza sommamente rilevante: Lettura Comprensione del testo Attenzione e tenuta memoria inferenze lessicali e semantiche (elaborazione) gerarchia del testo (elaborazione) errori e incongruenze (metacognizione) Percezione visiva e coordinazione linguaggio Discriminazione uditiva metafonologia automatizzazion e log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter La comprensione del testo – elementi base 65 66 Capire il testo richiede competenze linguistiche e di memoria particolari Il linguaggio scritto ha una forma sintattica diversa rispetto al parlato La memoria di lavoro è pesantemente implicata per selezionare ciò che è importante man mano che le informazioni sono immesse nel sistema L’attenzione sostenuta deve mantenere attive le competenze linguistiche e mnemoniche in contemporanea log. Graziella Tarter Le difficoltà di comprensione della lettura dei soggetti stranieri sono molto spesso frutto sia di uno svantaggio socio-culturale, sia della ridotta competenza lessicale, specialmente per le parole a bassa frequenza d’uso Molti studi mostrano che anche i bambini che paiono più competenti nel linguaggio parlato, hanno delle difficoltà di comprensione delle strutture sintattiche più elaborate. Servono almeno 2 anni per sviluppare un buon linguaggio orale informale e sociale, ma almeno 5-7 anni scolastici per arrivare a possedere una buona competenza nella lingua specifica delle materie di studio log. Graziella Tarter 11 23/03/2014 67 68 Sicuramente per la comprensione della lettura è la padronanza linguistica ad assumere un ruolo fondamentale: questo è stato dimostrato in studi mirati sia su bambini stranieri scolarizzati in Italia, sia in lingua inglese/giapponese con rispettivi monolingui Non sono state rilevate differenze in aspetti visuo spaziali, di memoria, o matematici Imparare a leggere in una lingua diversa richiede un vocabolario esteso, capire bene le strutture morfo sintattiche e saper elaborare strategie d’uso delle conoscenze pregresse Nelle prove di lettura dopo la 3°classe i bambini strani eri sono pari ai bambini monolingui solo nella lettura di parole prive di significato: quando si passa a parole significative e brani, le cose cambiano, non per la velocità ma per la correttezza. La ridotta conoscenza di termini specifici o a bassa frequenza d’uso impedisce l’anticipazione lessicale o ne favorisce una scorretta (es: /chirurgo/ scorretta anticipazione /chir…. ghiro, chiaro,….) Questo dato già suggerisce l’impostazione di una didattica che amplifichi in maniera significativa l’apprendimento lessicale e morfosintattico di base per i bambini stranieri log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Con il bambino straniero procedere per step successivi: Quando intervenire 69 70 È molto importante intervenire precocemente per evitare che la lettura si protragga come esercizio di traduzione ad alta voce di materiale scritto, priva di contenuto mentale La prima rilevazione del disturbo e l’intervento conseguente per tutti i bambini dovrebbero riguardare la seconda elementare Questo intervento non deve limitarsi alle parole, ma interessare interi enunciati, perché la comprensione di parole singole non richiede nessun intervento delle capacità di memoria, selezione ed inibizione che stanno alla base della comprensione di testi log. Graziella Tarter Imparare a leggere in maniera strumentale sufficiente Associare sempre la lettura di frasi con il loro significato Procedere gradualmente con brani, introdotti da una evocazione verbale delle conoscenze preesistenti Rievocazione del contenuto in momenti diversi (immediato – differito) Esplicitazione delle competenze richieste (per elaborazione e metacognizione) log. Graziella Tarter Modalità di intervento per migliorare la lettura funzionale 71 72 Le informazioni in entrata vanno memorizzate man mano e ribaditi i concetti fondamentali, ponendo ad alta voce al bambino le domande che da solo dovrebbe farsi e selezionando con/per lui le informazioni importanti. La memoria non va sovraccaricata e le informazioni devono via via sgravarsi dei dati più periferici, operando trasformazioni linguistiche sul testo log. Graziella Tarter Insegnare a comprendere un testo significa insegnare a porsi le domande giuste per capire Inizialmente con la guida, successivamente da soli, gli alunni di ogni età si pongono delle domande continue, si danno delle risposte plausibili rispetto alle conoscenze precedenti, riassumono continuamente le informazioni man mano che entrano, tengono in memoria solo i dati salienti Immagazzinano ciò che imparano accanto a ciò che sanno già e aumentano così le loro conoscenze. log. Graziella Tarter 12 23/03/2014 Esempio (4°primaria) Il gigante curioso (3°primaria) 73 74 In Valle d’Aosta (è un posto di montagna, c’è una valle), molto tempo fa (non è una storia di adesso), viveva un gigante (è una favola) di nome Gargantua. Sapete come mi chiamano adesso? (chi scrive è quello che parla) Elsa Mezzapensione (è una femmina e mezzapensione è come in albergo, conun pasto solo). Ecco che cosa mi gridano dietro in cortile (è una storia di scuola, una che è a scuola). E ci si mettono pure gli insegnanti (anche i maestri la chiamano così e non le piace). Be’, non me lo dicono in faccia (è un soprannome di nascosto). Però li ho sentiti. “Ah, si, Elsa. È una degli aiuti ai senzatetto: un pasto e un letto”(fa anche rima, è una che aiuta i poveri senza casa a cercare un posto dove stare e ad avere un pasto, come la mezzapensione). Sinceramente, detto così, sembra che abbia un copriletto per vestito (dice un copriletto perché cerca il letto per i poveri), i riccioli di cornflakes (i cereali piegati della colazione), due uova al tegamino per occhi e un sorriso di pancetta grassa e magra, tipo breakfast all’inglese (la colazione degli inglesi è diversa, da noi sarebbe coi biscotti tondi per gli occhi e un savoiardo per la bocca, ma perprendere in giro)! (è una ragazza, Elsa, che aiuta i poveri e la prendono in giro a scuola e non vuole) Gli piaceva il posto (la sua valle), gli piaceva la gente (gli piaceva la compagnia), voleva bene a tutti e tutti ne volevano a lui (andavano tutti d’accordo e non faceva paura a nessuno). A volte gli abitanti (della valle) per risparmiare le energie (per fare meno fatica), chiedevano il suo aiuto (perché lui era più grande) e il Gigante si rendeva utile con piacere (gli piaceva aiutare gli altri). Spesso, per allietare il sonno ai bimbi (per farli dormire contenti), narrava le sue avventure (quello che aveva fatto e visto in giro) e i piccini ne ascoltavano rapiti i racconti (ascoltavano con attenzione). (C’era una volta un gigante in una valle che andava d’accordo con tutti gli abitanti e li aiutava e raccontava le sue storie ai bambini) log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter Testo informativo 4.1 Questo è un testo molto semplice, con informazioni che non richiedono molte conoscenze precedenti per essere comprese. 75 Proviamo ora a mettere in ordine le informazioni ottenute: 76 I PESCI NEON CHE FANNO BRILLARE L’ACQUARIO DI CASA Tra gli appassionati di acquari i pesci neon, paracheirodon innesi, sono straordinariamente amati. E non potrebbe essere diversamente. Questi pesciolini hanno una divertente livrea luminescente: una fascia di color azzurro elettrico corre lungo tutto il loro corpo e nella parte finale si sovrappone a una banda rossa. Vederli nuotare in gruppi numerosi – non stanno bene soli, e dieci è il numero minimo di esemplari da tenere in vasca – è un vero spettacolo. Alla loro bellezza si aggiunge poi il fatto che i neon sono animali molto forti e facili da allevare. Per questo dal 1936, anno in cui vennero importati in Europa (sono originari dell’Amazzonia peruviana), si sono diffusi in un numero sempre crescente di acquari. La temperatura ideale per loro si aggira attorno ai 22 gradi, la vegetazione della vasca deve essere abbondante, ma soprattutto sui lati: al centro infatti ci deve essere spazio per nuotare.L’ultima annotazione è sulla loro longevità: i neon possono superare gli otto anni. (tratto dalla rubrica Amici Nostri di Valeria Aloisio- il Venerdì di Repubblica n°1351- 7 febb 2014 – pag 61) log. Graziella Tarter Il titolo “I pesci neon che fanno brillare l’acquario di casa” ti è stato utile, ti ha fatto capire di cosa avrebbe parlato l’articolo? Il neon è un gas contenuto in tubi che servono per illuminare ambienti o insegne, come mai , a tuo parere, è stato dato questo nome a dei pesci? “una divertente livrea luminescente”: così viene descritto l’abito (= livrea) del pesce neon. Perché a tuo parere è detto divertente? In una parte del testo si descrive il pesce neon come un animale sociale, cioè un animale che ama vivere in gruppo. Conosci altri animali con questa caratteristica? Ora hai altre informazioni su questo pesciolino, sai da dove arriva e come deve essere il suo habitat (= insieme di condizioni ambientali adatte alla vita); puoi disegnarlo “longevità” è una parola particolare, leggendo il resto della frase hai capito cosa vuol dire? log. Graziella Tarter 13