discriminazione difficoltà specifiche 1
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discriminazione difficoltà specifiche 1
08/09/2014 Sviluppo linguistico L’apprendimento della lettoscrittura nei bambini con problematiche di bilinguismo e multiculturalità – l’intervento logopedico Bilingue è chi possiede usa ed integra due o più lingue di uguale dignità, peso, riconoscimento sociale Se una lingua è appresa in età precoce (prima dei 3 anni) si attivano due distinti meccanismi linguistici cui fanno riferimento complete capacità di pensiero linguistico (bilinguismo composito) Si sviluppa precocemente (3 – 6 anni) una abilità cognitiva di “scivolamento” che permette di passare a seconda dell’interlocutore, del contesto e dell’argomento da uno all’altro, contribuendo all’arricchimento di tutti e due gli idiomi L’apprendimento del linguaggio scritto del bambino straniero: discriminazione tra difficoltà specifiche e problematiche linguistiche e culturali log. Graziella Tarter Verona, 12.09.2014 log. Graziella Tarter Multiculturalità Le lingue apprese in età molto precoce sono contemporaneamente attive durante lo sviluppo cognitivo del bambino e i modelli linguistici di riferimento dell’una e dell’altra possono essere rappresentati da persone diverse (la mamma, il papà, la tata) o da contesti diversi (la famiglia, la scuola, la televisione, ecc) Lo sviluppo cognitivo e linguistico nel bilinguismo sono armonici se può esservi una modulazione tra il pensiero e il linguaggio: nella forma composita due sistemi di segni/uno di significati, nella forma coordinata due strutture linguistiche distinte Il soggetto immigrato è bilingue o plurilingue solo in senso soggettivo, per la scuola (prima istanza di inserimento sociale) il suo bilinguismo è vissuto come un ostacolo e non come un valore log. Graziella Tarter L’errore più comune nell’approccio al problema è ricondurre tutto all’apprendimento di lingue L1,L2,L3 …. L’apprendimento di una lingua in situazioni di emigrazione veicola modalità di pensiero e di rapporto con le persone che supera la mera traduzione (uso del gesto, forma personale,…) 3 log. Graziella Tarter 4 Luoghi comuni sul bilinguismo I consigli degli “esperti” Spesso ed in buona fede operatori sanitari e scolastici consigliano ai genitori stranieri di parlare italiano ai bambini per favorire la loro conoscenza della lingua Imparare un povero italiano è molto peggio che imparare una buona lingua madre Il migliore indicatore per l’apprendimento dell’italiano è sicuramente la ricchezza e competenza in L1 la lingua madre è la lingua del cuore e degli affetti: consigliare di non usarla è una violenza inferta alla coppia madre/bambino, all’io sociale dell’individuo, ai rapporti con la famiglia allargata rimasta nel paese di origine log. Graziella Tarter 2 Influenza negativamente lo sviluppo cognitivo Difficoltà di raggiungere un buon livello linguistico nelle acquisizioni in età tardiva Impossibilità di tenere separati i diversi sistemi linguistici con confusione delle due lingue Usare termini delle due lingue influenza negativamente l’efficacia comunicativa I bambini con ritardo del linguaggio o con DSL non devono imparare più lingue 5 log. Graziella Tarter 6 1 08/09/2014 Il plurilinguismo esercita una azione regolatrice a tutte le età ….. Il cervello multilinguistico Quando il plurilinguismo è acquisito tardivamente si attivano più reti neurali, non solo le reti linguistiche della L1 Si attiva una rete extralinguistica di controllo (cingolo, caudato, corteccia prefrontale, ..), sono le aree delle Funzioni Esecutive Questa attivazione sviluppa le aree FE e tale vantaggio si estende alle componenti neurali extralinguistiche Il costo cerebrale maggiore è dato dalla acquisizione grammaticale L’utilità di un apprendimento plurilinguistico va oltre l’utilitarismo immediatamente percepibile Il cervello sviluppa connessioni e sinapsi al servizio del linguaggio (a lunga data permette una preservazione dal decadimento senile) L’apprendimento precoce di più lingue produce una plasticità cerebrale che potenzia il fattore di crescita neuronale, con un effetto benefico sull’intelligenza Sviluppare competenze plurilingui vuol dire fare propri più sistemi di ancoraggio significante/significato, riconoscendone implicitamente ma precocemente la assoluta arbitrarietà Questo permette riflessioni metalinguistiche e metafonologiche precoci e flessibili log. Graziella Tarter 7 log. Graziella Tarter 8 I tempi dell’acquisizione linguistica Ruolo della logopedia Bilinguismo simultaneo – esposizione parallela entro i 2-3 anni Bilinguismo successivo o consecutivo – 3-8 anni, tanto più precoce quanto minore è l’età di inizio della esposizione Bilinguismo tardivo - dopo gli 8-10 anni (Le definizioni non sono univoche tra vari autori) È additivo il bilinguismo che offre potenzialità di sviluppo sociale e cognitivo È sottrattivo se non offre potenzialità aggiuntive; le due lingue sono in concorrenza e la lingua minoritaria viene rigettata log. Graziella Tarter Spesso soggetti immigrati vengono avviati dalla Scuola ai Servizi Sanitari per valutazione delle competenze linguistiche. Anche i colleghi di altre specialità (medico, psicologo), si aspettano che sia il logopedista a dirimere la questione: disturbo del linguaggio/ disturbo dell’adattamento e/o della conoscenza linguistica? Alcuni logopedisti rifiutano il ruolo di “verificatori” sostenendo la necessità che questa avvenga nella lingua madre (spesso si tratta di lingue nelle quali non si è sviluppato alcun tipo di studio relativo al linguaggio e non ci sono indagini cui fare riferimento), ma da chi? Prima di pensare al DSA e al disturbo di linguaggio, vale la pena di riflettere sul linguaggio in quanto tale, sull’uso e sulle possibilità di sviluppo che ha avuto e su quel che la società accogliente ha potuto fornire per far si che un bambino monolingue potesse diventare bi e/o plurilingue 9 10 L’assetto fonologico è il più dipendente dalle abilità specifiche del bambino, sia motorie (articolazione) sia percettive (discriminazione acustica), è legato ad aspetti neurobiologici L’assetto lessicale del bambino è il più legato all’ambiente sociale nel quale vive, risente direttamente del linguaggio usato nelle situazioni di vita e dell’ambito culturale al quale il bambino è esposto. L’assetto morfosintattico del bambino è il più dipendente dalla stimolazione linguistica diretta ricevuta, dalle correzioni che riceve, dal modo in cui gli si parla e dalla quantità e qualità delle strutture di frase alle quali è esposto in prima persona L’assetto pragmatico del bambino è il più legato alla capacità di rappresentazione mentale e allo sviluppo psicologico per la capacità di condividere/comunicare contenuti mentali, idee, affetti ed emozioni. È regolato dalle norme dalla società e dalla cultura. Analisi del linguaggio 4 parametri Pragmatica - comunicazione sintassi Lessico - semantica fonologia log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter 11 log. Graziella Tarter 12 2 08/09/2014 La lingua madre per i bambini immigrati La lingua italiana per b/i immigrati Fonologicamente è corretta, ma i soli modelli di riferimento sono gli adulti conosciuti Lessicalmente rimane povera di termini e nel tempo acquisisce parole “straniere” per esprimere contenuti diversi, si discosta anche dalla evoluzione in atto nel Paese di origine Sintatticamente rimane legata solo alla oralità (a meno che non ci sia una istruzione in lingua) Pragmaticamente cresce come il contesto comunicativo psicologico e relazionale in famiglia permette e le regole conosciute di interazione adulto/bambino sono solo quelle della famiglia log. Graziella Tarter 13 Fonologicamente è appresa da modelli extrafamiliari (televisione, scuola, strada, lavoro), privi di rimando correttivo Lessicalmente dipende dal contesto sociale in cui il bambino la impara Sintatticamente cresce entro schemi di imitazione “passiva” e non per stimolazione diretta Pragmaticamente è incompleta perché il contesto extrafamiliare non è il luogo deputato alla crescita di rappresentazioni mentali, psicologiche, di alternanza di turni, e poi è molto dipendente dalla cultura (come si parla, quando, a chi, perché, rispetto dei contesti, ecc) log. Graziella Tarter 14 L’acquisizione della seconda lingua La fase silenziosa (S.Bellocchi – F.Genesee 2010,2012) Segue le regole e strategie universali di apprendimento: semplificazione (della pronuncia e degli enunciati), generalizzazione delle regole (morfosintattiche), riduzione delle complessità Gli errori dell’apprendente sono causati dall’uso di queste strategie, così come avviene nel bambino monolingue I bambini più grandi, con un grado di competenza linguistica in L1 già definito, possono provare a trasferire nella L2 le regole già conosciute. Questo va riconosciuto e non ricondotto a patologia! I b/i stranieri che incontrano per la prima volta una seconda lingua (ad esempio a scuola) presentano un periodo di silenzio di lunghezza variabile, da poche settimane o pochi mesi fino anche ad un anno per alcune culture È importante rispettare questa fase, che è di assimilazione di modelli e di parole, senza forzare la ripetizione di parole, possibile serenamente solo in tempi successivi Le prime espressioni di parole sono più facili in situazione informale e di gioco, poi in contesto scolastico, solo successivamente in un rapporto informale con adulti log. Graziella Tarter 15 Il profilo linguistico log. Graziella Tarter 16 Età scolare Anche se il problema emergente è la difficoltà di apprendimento, è comunque indispensabile disporre di un profilo linguistico adeguato Il tempo di acquisizione complessivo del linguaggio informale (linguaggio sociale) di gioco è di circa due anni; quello del linguaggio formale e di apprendimento scolastico (linguaggio accademico) richiede più tempo e dipende dall’età di inizio della acquisizione (da 5 a 7 anni) I test tarati per bambini italiani monolingui non sono attendibili prima che siano passati almeno tre anni (superamento del livello informale) Il profilo del bambino che andiamo a tracciare è la fotografia della sua conoscenza ed uso della lingua italiana Non sappiamo quale sia il profilo in lingua madre, spesso le notizie sono poco attendibili, ma è in Italia che vive e che col linguaggio deve interagire ed imparare Dobbiamo combinare i dati conosciuti in modo da capire quali sono i settori eventualmente compromessi e di poter formulare una ipotesi rispetto all’origine del problema log. Graziella Tarter 17 log. Graziella Tarter 18 3 08/09/2014 Per valutare l’apprendimento scolastico è importante: L’italiano è una lingua: Conoscere le competenze neuropsicologiche implicate nell’apprendimento e le tappe stadiali di sviluppo Conoscere le caratteristiche di base della lingua di origine, in particolare la opacità/trasparenza della sua forma scritta Alfabetizzazione dei genitori Percorso didattico attuato dalla scuola e congruenza di questo rispetto alle conoscenze del b/o e della sua famiglia Aspettative della famiglia rispetto alla scolarizzazione e al ruolo sociale che le viene attribuito log. Graziella Tarter Trasparente ( si scrivono i suoni che si dicono con una transcodifica precisa fonema/grafema) Consistente (ha un grafema singolo per la maggior parte dei fonemi e le eccezioni sono stabili) Prevedibile (la morfologia è molto prevedibile e sostanzialmente regolare) Alfabetica ( il mattone di accesso alla scrittura è il suono singolo) 19 È una abilità linguistica che arriva al suo appuntamento evolutivo verso 4 anni circa e non necessita di un insegnamento formale per svilupparsi, almeno nelle prime fasi Le abilità di sintesi (fusione di suoni) precedono le abilità di analisi (segmentazione) La memoria verbale sequenziale sviluppa e sostiene queste abilità e nel tempo la potenzia 21 Solo apparentemente il linguaggio è una sequenza di suoni, all’analisi spettrografica esso appare come una serie di onde di energia acustica dalle quali non emerge alcun indizio di segmentazione in fonemi Nella definizione di opacità e trasparenza si deve inserire anche l’elemento rappresentato dalla struttura della sillaba, che può essere semplice o complessa e ha caratteristiche diverse nelle varie lingue log. Graziella Tarter Apprendimento linguistico spontaneo: 4a circa- fusione di sillabe 4,6 anni – segmentazione in sillabe Apprendimento culturalmente indotto: 5 /5,6 anni – fusione di fonemi 5,6/ 6 anni segmentazione in fonemi log. Graziella Tarter 22 Ortografia trasparente/opaca Sillaba > < fonema Lo sviluppo spontaneo si ferma alla fusione/analisi sillabica perché è l’unità minima del linguaggio parlato che ha salienza percettiva (riconoscibilità) e questo avviene in tutte le lingue. Il fonema è frutto di una convenzione legata al processo di scrittura e non rappresenta una invarianza acustica, infatti assume modalità fonetiche diverse a seconda dei suoni coi quali si combina. 20 Lo sviluppo metafonologico Le lingue alfabetiche come l’italiano richiedono competenze metafonologiche specifiche, da apprendere culturalmente attraverso l’insegnamento Questo apprendimento è per molta parte implicito, sostenuto dall’ambiente e dalla famiglia prima ancora che dalla scuola I bambini di altra cultura spesso non sono preparati a questo compito log. Graziella Tarter log. Graziella Tarter In una ortografia trasparente i fonemi delle parole sono rappresentati in modo diretto ed inequivocabile ma soprattutto stabile ( es. italiano, serbo, greco, ecc) In una ortografia opaca lo stesso grafema può rappresentare differenti fonemi a seconda dei contesti (grafemi che vengono prima o dopo nel formare la parola) e differenti grafemi possono rappresentare lo stesso fonema, così che il sistema viene a mancare di coesione (francese, inglese, …) 23 log. Graziella Tarter 24 4 08/09/2014 Le caratteristiche della lingua Trasparente >< opaca (Claudio Vio, Vio, Progetto Const 2001) Sillaba semplice Sillaba comples sa Finlandese Italiano Spagnolo Determinano la facilità/difficoltà con cui viene appresa e la presentazione contemporanea di più lingue è di più facile apprendimento se le lingue presentano caratteristiche omogenee Gli insegnanti dovrebbero conoscere queste caratteristiche per evitare metodologie didattiche che sono causa di difficoltà per italiani e stranieri In prima elementare i bambini che usano lingue trasparenti riescono a leggere quasi tutte le parole e le non parole nella seconda parte dell’anno scolastico; i bambini di lingue opache hanno prestazioni molto inferiori e le differenze si riducono verso i 10 anni Portoghese Francese Tedesco Danese Norvegese Olandese Islandese Inglese log. Graziella Tarter 25 Bambini di altra cultura possono non aver compreso la natura alfabetica della nostra lingua Le famiglie, se la lingua di provenienza è sillabica, non sono in grado di aiutarli e sostenerli nello sforzo cognitivo In altre situazioni è il sistema fonologico diverso a creare difficoltà iniziali Conoscere permette di intervenire log. Graziella Tarter Anche per i logopedisti esistono banche di conoscenza cui pescare le informazioni (presso le istituzioni pubbliche preposte , in realtà scolastiche, internet ) Non occorre che il logopedista sappia tutto, è importante che sappia dove andare a cercare le informazioni di cui ha bisogno La lettura delle informazioni fatta dal logopedista è qualitativamente diversa da quella di un insegnante, va a ricercare i dati che possono aiutare nella lettura degli errori che il bambino compie 27 Il bambino straniero e le sue ipotesi sulla lingua scritta log. Graziella Tarter 28 Alcuni esempi: l’arabo L’arabo classico, derivato dal Corano, è tramandato in forma scritta ed orale, con una forma più moderna che è la forma scritta usata a scuola. Il francese è conosciuto solo da coloro che hanno una buona scolarità. Oltre a questi vi è una forma solo orale di lingua corrente (Darija), e una gran quantità di lingue locali tramandate in forma familiare. Molti arabi conoscono solo questa. Le lettere della grafia sono 28 (un grafema/un fonema) e si scrivono in maniera diversa a seconda che siano isolate, all’inizio, nel mezzo o alla fine delle parole. Le vocali sono solo tre (a/i/u) e possono essere lunghe o brevi, queste ultime non vengono scritte Nessun bambino comincia il suo percorso di apprendimento della lingua scritta quando va a scuola Così come le sue conoscenze metafonologiche sono indotte dal linguaggio verbale, le sue conoscenze sul linguaggio scritto derivano dall’ambiente in cui cresce e dalle stimolazioni che riceve Sono fonte di conoscenza indiretta i libri presenti in casa, le insegne pubbliche che lo circondano, la pubblicità Forniscono ulteriori conoscenze i genitori e il loro rapporto con la lingua scritta (di origine e italiana) log. Graziella Tarter 26 Conoscenze multiculturali per il professionista del linguaggio Conseguenze immediate La coincidenza temporale della maturazione metafonologica con l’inizio della scolarità e degli apprendimenti formali della letto scrittura espone alcuni soggetti all’insuccesso scolastico per un semplice ritardo cronologico, non strutturale. Le competenze metafonologiche sono evocabili tramite un intervento linguistico semplice e didatticamente efficace. log. Graziella Tarter 29 log. Graziella Tarter 30 5 08/09/2014 Errori frequenti di b/i arabofoni Problemi di riconoscimento e scrittura delle vocali (è/e,o/ò) perché in lingua araba ci sono solo tre vocali (a/i/u). Sostituzioni p/b, f/v, s/z perché in arabo questi suoni non esistono o sono usati in modo diverso Riconoscimento di gruppi consonantici (str) e gruppi ortografici (gli/chi) e riconoscimento del fatto che la presenza di un grafema vicino ad un altro ne modifica la pronuncia (ch, gn, gl, sci) Difficoltà nell’uso dell’articolo (in arabo esiste solo un articolo) e nel genere (in arabo sono tre) La forma sintattica può essere perturbata in vario modo, non specifico Problemi di orientamento spaziale per l’orientamento dxsn della lingua madre (presente nei b/i già scolarizzati in lingua madre, in b/i che iniziano la frequenza alla scuola araba in Italia, oppure per l’esperienza culturale scritta in famiglia); anche i quaderni possono essere aperti per il verso sbagliato e la scrittura partire dalla pagina dx Difficoltà di riconoscimento del grafema in forme grafiche diverse o di uso della iniziale maiuscola (in arabo il carattere grafico ha un’unica forma) In arabo non si usa punteggiatura, questa può essere abusata in italiano. log. Graziella Tarter 31 log. Graziella Tarter 32 Errori frequenti Lingue Hindi e Urdu A livello parlato sono molto mescolati, pur avendo origini diverse (hindi/sanscrito; urdu /parole arabe e persiane) L’hindi è graficamente sillabico, ha 11 vocali lunghe e 11 abbreviate +35 consonanti e segni di pronuncia con una corrispondenza suono-segno; si scrive da sn a dx L’urdu si scrive da destra verso sinistra con alfabeto arabo/persiano. Ha 35 consonanti e tre sono usate come vocali (a/i/u) La costruzione sintattica delle due lingue è uguale, ma è molto diversa dall’italiano e il periodo di silenzio del b/o indiano o pakistano può essere molto lungo log. Graziella Tarter Difficoltà di analisi dei fonemi italiani (scambi u/v, b/v, t/d, z/dz), la /F/ non è riconosciuta Difficoltà di riconoscimento dei grafemi in caratteri diversi come per gli arabofoni Difficile concettualizzazione dei nessi consonantici e della corrispondenza un suono/più segni Difficoltà sintattiche di costruzione delle frasi, in particolare nella posizione e coniugazione dei verbi (in hindi il verbo è sempre in fondo), l’uso dei pronomi (sostituire col nome anche in ridondanza) Difficile uso della punteggiatura 33 Lingua cinese log. Graziella Tarter 34 Errori frequenti Le lingue cinesi parlate sono molte e molto diverse, con una unica lingua ufficiale scritta, diversa dal parlato I caratteri vanno memorizzati ed il livello scolastico primario ne prevede circa 2500, ma per leggere il giornale se ne devono conoscere circa 9000 Le parole sono essenzialmente monosillabiche e ogni carattere rappresenta una sillaba (ideofonogramma) Il sinogramma è formato da una serie di tratti grafici (nella parte destra le informazioni fonologiche), scritti di seguito, tutti alla stessa distanza. Alcuni caratteri hanno suoni identici ma si pronunciano con toni diversi ed esprimono significati diversi (ci sono 4 toni) log. Graziella Tarter L’apprendimento della lingua italiana pare molto difficile per gli immigrati cinesi, ma per ragioni culturali: la lingua familiare o il dialetto di origine permangono per due o tre generazioni e definiscono l’identità e la provenienza. A scuola i b/i cinesi imparano una trascrizione ufficiale dei caratteri cinesi con 26 grafemi latini (Pinyin). Con gli stessi caratteri si scrive anche il giapponese, ma la pronuncia dei suoni è molto diversa, perciò i cinesi lo leggono ma non lo sanno pronunciare L’italiano è difficile per la lunghezza delle parole. La scrittura sillabica può confondere e spezzare le parole 35 log. Graziella Tarter 36 6 08/09/2014 Altre situazioni pratiche: L’intervento in pillole Albanese: uso scorretto di l/r; difficoltà con le doppie. I bambini già scolarizzati possono scrivere alcuni fonemi con una l’ortografia diversa dall’italiano. Ispanico: scambi s/z, b/v, ts/dz; bambini già scolarizzati scrivono alcuni trigrammi ortografici con caratteri diversi Ghanese e nigeriano: difficoltà l/r; scambi a/e Russo e ucraino: scambi l/gl, n/gn; difficoltà di pronuncia e scrittura di qu, rappresentato graficamente con ku Molte culture diverse devono convivere nella scuola pubblica e imparare a scrivere secondo denominatori il più possibile comuni La caratteristica che accomuna maggiormente situazioni così diverse è la consapevolezza sillabica, che in italiano è la base della ortografia fonologica Per questa ragione la fase metafonologica profonda va limitata alla acquisizione dei caratteri alfabetici, imparata la grafia degli stessi, è opportuno un ritorno primario al lavoro ortografico sillabico La valutazione dell’apprendimento della lettoscrittura nei bambini bilingui – Chiara De Rosa – Dislessia n°3; 2012 log. Graziella Tarter 37 log. Graziella Tarter 38 Carattere di scrittura Molte culture sono accomunate dallo scambio r/l, t/d, ecc : è importante non concentrare tutto il lavoro sulla pronuncia e la distinzione di suoni simili, perpetuando così le confusioni Le sillabe, i suoni, l’ortografia primaria, vanno presentati nelle parole (il lessico) e verranno imparati nell’uso delle stesse Successivamente le frasi (la sintassi) vanno presentate complete (ha con /H/; è con accento, apostrofi, ecc) senza riflessioni metalinguistiche complesse, fino a che la competenza non è sufficientemente matura (dalla 4° primaria circa) log. Graziella Tarter La problematica è complessa e richiede una riflessione con gli insegnanti, non una scelta didattica a priori: la logica è quella di adattare la didattica alle situazione, non l’inverso Se nella classe sono presenti alunni stranieri la cui lingua di origine ha un unico carattere, il carattere di accesso (possibilmente lo stampato maiuscolo) va mantenuto a lungo (1° e 2° primaria); per alunni cinesi può essere anche l’unico carattere di scrittura Per alunni stranieri già scolarizzati in lingua madre, non introdurre subito il carattere della classe di arrivo! 39 log. Graziella Tarter 40 Tra rieducazione e didattica Spesso il logopedista è il mediatore di queste conoscenze tra sanità e scuola È un campo di lavoro molto aperto (e molto richiesto) perché la neuropsicologia è ancora poco conosciuta nella scuola e non fa ancora parte della formazione degli insegnanti Non dobbiamo far diventare sanitari problemi di linguaggio e di apprendimento che non lo sono, possiamo agire invece con una logica di “trasmissione di conoscenze” log. Graziella Tarter 41 7