Verbale studentei 3AT di marzo
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Verbale studentei 3AT di marzo
DIARIO DI BORDO DEL 18/03/2010 Nella riunione di classe del progetto scuola 21 i presenti hanno lavorato divisi nei gruppi decisi precedentemente. Alcuni gruppi hanno già selezionato del materiale e lo hanno elaborato: MATERIALE SUL MEDIOEVO Il nome stesso del "medioevo", inteso come età di mezzo, fase di transizione tra due stadi, implica già una visione negativa, che affonda le sue radici nel giudizio che ne diedero gli umanisti, già a partire dal Petrarca nel XIV secolo. Vi era una volontà di descrivere come avvilente e pericolosa la quotidianità nell'età storica appena trascorsa, influenzati dalle recenti carestie e dall'arresto demografico dovuto alle epidemie. In realtà è storicamente accertato come, soprattutto dopo l'anno Mille, non mancarono importanti innovazioni e conquiste. Nei secoli XVI e XVII la visione negativa del medioevo continuò, per raggiungere il suo culmine nell'epoca dell'Illuminismo, quando prevaleva la visione dei secoli del medioevo come epoca della "prigionia dello spirito", intesa come fanatismo religioso che relegava l'uso della ragione e dell'arbitrio. I caratteri di rozzezza e oscurità davano però una visione deformata e semplificata, che ancora oggi non è definitivamente tramontata. I mille anni di Medioevo, così ricchi di eventi e trasformazioni, hanno continuato ad essere riproposti come tenebra, barbarie, violenza, perdita d'identità, sterilità e carestia. Per quanto numerosi si possano elencare i lati negativi attribuibili al Medioevo, limitandosi a quelli non fondati su chiacchiere o supposizioni, ma dimostrabili dalla schiettezza di certe fonti storiografiche, non si può davvero accettare che tali aspetti negativi vengano assunti a linee guida per la descrizione della realtà plurisecolare dell'Europa medievale e dei gruppi umani limitrofi. Il Medioevo, dal canto suo, è riuscito nell'impresa che era fallita nell'epoca antica, quella cioè di fondere il mondo latinoromano con quello germanico creando per la prima volta uno spirito propriamente europeo accomunato dalla comune religione. Il cristianesimo non fu quindi, come sostengono alcuni storiografi, un ostacolo, ma anzi fu il fattore che permise la convivenza tra due mondi un tempo inconciliabili. Chiaramente questa fusione fu alquanto instabile e ci vollero secoli prima di un equilibrio. Un equilibrio che però portò, sempre in età medievale, ad apici di cultura e spiritualità altissimi. Basti pensare, non solo alle innovazioni tecnologiche, ma alla fioritura delle università come luoghi non solo di diffusione, ma di ricerca del sapere. La cultura non era, a dire il vero, scomparsa neppure nei secoli più travagliati. Prima con i monasteri cluniacensi, poi con quelli cistercensi, la cultura era stata gelosamente custodita dai monaci e dalle diocesi della Chiesa. A sfatare la diceria illuminista di un Medioevo come età oscura e oscurantista c'è da ricordare che i monasteri medievali (oltre alle università più tardi) si impegnarono a custodire il sapere di ogni tipo, dalla letteratura pagana (classici greci e latini) ai testi arabi di filosofia, matematica e medicina. È anche grazie alla lungimiranza dei medievali che sono potuti fiorire i secoli dell'età moderna, che non hanno forse saputo ringraziare a sufficienza i loro predecessori. Lo studio del medioevo ebbe una rivalutazione molto forte durante il periodo del romanticismo, anche se non fu certo una rivalutazione "filologica", ma piuttosto una distorsione in chiave contemporanea di un'idea di medioevo. In particolare interessavano aspetti legati alla fede, alla purezza, all'etica cavalleresca e soprattutto legati alla nascita delle nazioni e delle indipendenze comunali, che venivano usate come fondamento delle rivendicazioni indipendentiste dei movimenti rivoluzionari. Per esempio gli storiografi francesi vi potevano leggere le fondazioni delle proprie forme di governo, attraverso la prima trasformazione politico-sociale del territorio francese che innescò il lungo processo che dai Merovingi porta, attraverso assetti di governo sempre più evoluti, fino all'attuale Repubblica. Correnti tipicamente ottocentesche sono l'architettura neogotica, il romanzo storico di ambientazione medievale, la pittura di soggetti del passato. Anche oggi, per il medioevo come per qualsiasi altra epoca storica, gli studi storici non possono essere immuni dalle deformazioni del proprio modo di pensare e delle influenze della società contemporanea. Per esempio negli anni '60 e '70 del Novecento alcuni avvenimenti del medioevo venivano di volta in volta selezionati da studiosi politicizzati: un medioevo "di destra", legato al reazionarismo, e un medioevo "di sinistra", legato per esempio alle prime lotte di classe (come il tumulto dei Ciompi). Grande importanza nella nostra società ha il cosiddetto medievalismo, riassumibile nella suggestione legata al medioevo che porta a creare nuove opere derivate o ambientate nel medioevo: si pensi al successo duraturo di saghe come quella del Signore degli Anelli, di Tolkien, alle sagre di ispirazione medievale o ai numerosi film storici su questa epoca. Il medievalismo, fino a poco tempo fa snobbato dalla storiografia accademica, ha iniziato ad essere preso in considerazione (si pensi per esempio alla pubblicazione di riviste sul medioevo con un approccio divulgativo, curate da studiosi). In tempi recenti si è diffusa la credenza che nel Medioevo, attorno all'anno mille, si fosse imposta la convinzione che la fine del mondo fosse prossima. Ad esempio circola un aneddoto che sosterrebbe che, alla vigilia di Capodanno dell'anno 1000, una folla si sarebbe radunata a Roma in attesa della fine del mondo. La mezzanotte arrivò, ma non accadde nulla, e Papa Silvestro II, dopo aver benedetto la folla, la rimandò a casa. Lo stesso Silvestro, precedentemente noto come lo studioso Gerbert d'Aurillac, fu una delle primizie di una nuova era. Questa leggenda, ovviamente, è sempre stata rifiutata dalla storiografia poiché alla vigilia del 1000 la gente continuò normalmente a fare testamento, a stipulare contratti e ad andare avanti nelle proprie attività, senza lasciar intendere in nessun modo che si ritenesse che la fine potesse essere vicina. È da evidenziare, inoltre, il fatto che, all'epoca, in Europa non si fosse imposto ancora un calendario unico ed un primo giorno dell'anno valido per tutti (il Capodanno oscillava tra il Natale, il 25 marzo precedente al Natale o il 25 marzo successivo). Una maggior stabilità stava ora conducendo alla rinascita della civiltà occidentale. Gli invasori barbari erano stati convertiti durante l' Età buia, e oramai l'intera Europa occidentale era cristiana, almeno nominalmente — a parte i giudei nei loro ghetti ed i musulmani in Spagna. L'XI secolo fu un tempo di nuovi movimenti. Vi fu un rifiorire del monachesimo; un nuovo papato riformatore mirava a purificare la chiesa dalla corruzione; vi fu un ritorno allo studio. La teologia si trovò ad affrontare la questione del rapporto tra fede e ragione (filosofia). Uno scrittore moderno ha affermato: "Lo sforzo di armonizzare fede e ragione fu la forza motrice del pensiero cristiano medievale". L'impatto della filosofia portò ad un nuovo approccio alla teologia: la teologia scolastica, o scolasticismo. Si arrivò a studiare la teologia al di fuori dei chiostri — all'università, ad esempio, o in altri ambienti secolari (ossia non monastici). L'obiettivo era la conoscenza oggettiva intellettuale. L'approccio era quello di mettere in discussione, di ragionare, di speculare, di disputare. Per il teologo, era più importante essere un filosofo erudito che un santo. La teologia era diventata una scienza oggettiva distaccata. Questo approccio non eliminò quello monastico più vecchio, ma lo spostò dalla prima linea della teologia. L'impatto della filosofia sulla teologia cominciò a farsi sentire nel corso dell'XI secolo, mediante la comparsa della ragione (filosofia) come metodo da adoperare nell'ambito della teologia. Anselmo se ne servì per dimostrare la razionalità della dottrina cristiana. La ragione era entrata nella teologia, non (ancora) come strumento per definire la dottrina cristiana (la quale era basata sulla rivelazione), ma piuttosto come tecnica per difendere e capire ancor di più questa fede. Nel secolo successivo il ruolo della ragione fu ulteriormente sviluppato. Gli avvocati avevano cominciato a usare metodi filosofici per decidere o arbitrare fra autorità in conflitto. Pietro Abelardo andò avanti nell'applicare gli stessi metodi alla teologia. Ma poiché non usava sempre discrezione nel suo approccio, fu condannato per il suo insegnamento, grazie all'intervento di Bernardo di Chiaravalle, l'ultimo grande rappresentante della vecchia teologia monastica. Ma i metodi di Abelardo furono seguiti (con più moderazione) dal suo discepolo Pietro Lombardo, che godeva dell'appoggio di Bernardo. Nel XIII secolo, la teologia entrò in una fase nuova e più pericolosa. La filosofia si presentava ora non soltanto come uno strumento da usare in teologia, ma anche come un sistema antagonistico di pensiero. Ciò ebbe luogo attraverso la traduzione delle opere metafisiche di Aristotele in latino. Questi scritti presentavano un nuovo modo di guardare alla realtà, una nuova visione del mondo o una filosofia della vita come alternativa al cristianesimo. Come affrontare la sfida? Per un certo periodo gli scritti metafisici di Aristotele furono messi al bando, ma si trattò soltanto di una misura temporanea, per poter tirare il fiato. Alcuni cercarono di continuare a sostenere la vecchia visione platonica del mondo, opponendosi alla nuova prospettiva aristotelica. Il teologo francescano Bonaventura fu un pioniere in questo campo. Ma l'approccio che si dimostrò più influente a lungo termine fu quello di Tommaso d'Aquino, il quale cercò di fare una sintesi tra fede (teologia) e ragione (Aristotele) TESTO DI UNA DELLE CANZONI CHE VERRA’ CANTATA DURANTE L’EVENTO Testo medieval gloria Gloria in excelsis Deo Et in terra pax hominibus bonae voluntatis. Laudamus Te, benedicimus Te, adoramus Te, glorificamus Te, Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam, Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens. Domine Fili Unigenite, Jesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris: Qui tollis peccata mundi miserere nobis; Qui tollis peccata mundi suscipe deprecationem nostram, Qui sedes ad dexteram Patris miserere nobis. Quoniam Tu solus Sanctus, Tu solus Dominus, Tu solus Altissimus, Jesu Christe, Cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. Amen. Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente, Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre: tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo: Gesù Cristo con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. Amen. SCALETTA EVENTO Programmazione dell’evento di giugno: • Presentazione in powerpoint di foto e musiche • Un cantastorie racconta il medioevo (situazione della chiesa,ruolo degli ordini) • Narrazione della storia della chiesa rossa o “Santa Maria delle fonti”(Pullara: storia chiesa,tema religioso e foto nella presentazione) • Riproduzione di canti inerenti all’epoca (medieval gloria) • Lettura di poesie italiane e inglesi (cantico delle creature) • Presentazione del progetto in auto-cad che rappresenta come vorremmo modificare la chiesa (Zita e Vlad) • Presentazione del modellino realizzato con cartoncino(Stella,Cassano,Pozzoli) • Presentazione del progetto della turbina sita a fianco alla chiesa (2a) • Banchetto aperto al pubblico