Immagini del Veneto Estetica fotografica

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Immagini del Veneto Estetica fotografica
Immagini del Veneto
Nel Veneto di ieri come in quello di oggi sono
moltissimi gli eventi, le mostre, gli spettacoli, le
rievocazioni storiche... E poi c’è la natura, la
montagna, il lago, la pianura, il paesaggio, il
fiume, il delta, l’antica villa o l’antico casolare,
ci sono le ville, le città murate, i ruderi di un
antico passato… È necessario fissarli in immagini, prima che il tempo li renda labili lacerti
della memoria. Le trasformazioni in atto sono
mostruose e caotiche. Serve sapere, serve ricordare, serve mostrare chi siamo, da dove veniamo
e dove dobbiamo andare. Serve aggrapparci con
tutte le nostre forze a ciò che siamo stati e che
siamo.
Nel giro di appena 50 anni il Veneto da terra di
emigranti è divento una delle regioni più ricche e
benestanti del mondo. Il tenore di vita è altissimo. Ma le conquiste non sono mai scontate,
devono essere mantenute. La crisi è dietro l’angolo. Le coste dell’Italia meridionale e dell’Asia
minore sono disseminate di rovine: antiche città,
rigogliose e felici, hanno conosciuto la decadenza e la morte. Sono Efeso, Pergamon, Termessos, Perghe, e poi Sibari-Copia, Selinunte, Segesta, Solunto, Paestum…
L’eccesso, un inutile eccesso, di ricchezza, produce degrado ecologico, degrado urbano, degrado civile e malessere sociale. Questo è il Veneto
che noi non vogliamo.
Le immagini propongono il Veneto felix, il Veneto che noi dobbiamo amare, difendere dai
barbari e consegnare in eredità alle generazioni
future. Il Veneto e le sue montagne, i suoi laghi,
le sue città, le sue valli, i suoi paesaggi, le sue
marine, le sue chiese e i suoi monumenti. La sua
storia e le sue memorie. Il futuro non si può
costruire senza passato.
Il Veneto che è patrimonio nostro e patrimonio
delle generazioni venete future.
Estetica fotografica
Il fotografo non è colui che ha uno studio fotografico o che frequenta i fotoclub. È colui che
sa vedere la realtà e la fissa su pellicola o su file.
Per saper vedere deve capire che cosa ha davanti
agli occhi e per capire ha bisogno di tanta cultura
nella testa. Cultura fotografica innanzi tutto. Ma
poi la cultura e le conoscenze che riguardano
l’ambito specifico in cui vuole fotografare o
vuole specializzarsi. Altrimenti deve accontentarsi di fare belle foto, da mandare ai concorsi.
Quando si dice “capire la realtà” non si vuole
affatto dire che il fotografo deve fare foto realistiche e che le altre foto sono illegittime. La
fotografia non è realistica, mai. La fotografia è
immagine: il fotografo deve tradurre la realtà,
cioè la materia grezza e informe, in una immagine, che sia capace di parlare e di comunicare.
Fotografia è immagine, trasformazione di tutto
in immagine. O, se si vuole, in una idea, in una
realtà idealizzata. L’idea non è staccata dalla
realtà, non è la trasformazione di un rospo in una
principessa meravigliosa. È la struttura nascosta
della realtà, che il fotografo vede, fa emergere e
fissa su un supporto. Fotografo il pettirosso che
canta sull’albero presso casa mia. Chi guarda
l’immagine vede l’idea: il pettirosso che canta. E
vede soltanto il pettirosso che canta. Nell’immagine non ci sono né interferenze né disturbi.
C’è soltanto l’idea perfetta di pettirosso che
esprime la sua gioia di cantare.
Queste convinzioni sono state usate per fotografare il Veneto, l’Italia, l’Europa. L’immagine
cerca di cogliere il momento magico, il momento
perfetto, che poi diviene il momento fissato per
l’eternità. Coglie i luoghi, i paesaggi, le persone,
i figuranti, il carnevale o la vogalonga, il pubblico, i monumenti, gli edifici, l’attimo fuggente
ed anche i processi millenari. E costruisce un
monumento più duraturo dei secoli.
Il sito è completato da altri due:
www.travel-images-italy.com
www.travel-images-europe.com
Curriculum.
Inizio a fotografare nel 1979 con una Canon A1,
alcuni obiettivi Canon, il lampeggiatore Speedlite
577G e poi il 480EG. Nel 2001 passo alla Canon
Eos1 AF e nel 2004 alla Canon Eos 1Ds con alcuni
obiettivi Canon e il lampeggiatore Canon 550EX.
Nel 2010 passo alla Canon Eos 1 Mark IV ed elimino
il lampeggiatore. Aggiungo anche lo zoom Canon
70-300mm anello verde. La Canon Eos 1Ds era
ormai divenuta obsoleta. L’attrezzatura è semplice,
leggera, ergonomica e versatile. Con questa
attrezzatura ho fotografato il Veneto, l’Italia e
l’Europa. I risultati sono le immagini di questo e
degli altri siti.