Monza, 11 marzo 2015 Ai Sigg.ri Soci Settore Abbigliamento

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Monza, 11 marzo 2015 Ai Sigg.ri Soci Settore Abbigliamento
Monza, 11 marzo 2015
Ai Sigg.ri Soci
Settore Abbigliamento, Tessile, Calzature e Accessori
Loro Sedi
Oggetto: SOS Etichettatura
L’etichettatura di prodotti tessili interessa tutta la filiera del settore moda
(negozi di abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori, articoli sportivi e tessile
per la casa) deve rispettare, in termini generali, una serie di disposizioni, tra
cui il Regolamento (UE) n. 1007/2011 del 27 settembre 2011, il D.Lgs. n. 194/99
(Attuazione della direttiva 96/74/CE relativa alle denominazioni del settore tessile);
il D.Lgs.206/2005 (Codice del consumo).
La mancanza o l’errata etichettatura dei prodotti tessili determina:
confusione tra i consumatori;
danno per i commercianti (gravati di un’eccessiva responsabilità in termini di
onere di controllo visivo);
indebolimento dell’immagine dei produttori e del “Made in Italy”;
apparente e generalizzato abbassamento degli standard di qualità;
potenziale rischio per la tutela della salute e la sicurezza pubblica;
possibile truffa ai danni del mercato e del consumatore.
Secondo l’Ex D.Lgs. 199/194 e il Regolamento UE 1.007/2011 IN PRATICA GLI
OPERATORI COMMERCIALI devono verificare che l’etichetta:
sia in lingua italiana
contenga la composizione fibrosa (denominazione fibra e percentuale
in ordine decrescente: es. 90% Cotone 10% Seta)
trovi corrispondenza a quanto scritto nei documenti commerciali
sia saldamente fissata al prodotto messo in vendita
indichi nome o ragione sociale o marchio ed anche sede legale del
produttore/importatore (ex art. 104 del D. Lgs. 206/2005 - Codice del
Consumo)
Tra le novità del Regolamento UE 1.007/2011:
indicazione: “Contiene parti non tessili di origine animale” (ad esempio
per piumini, maglioni con toppe o inserti in pelle, bottoni in madreperla o
corno naturale)
abolizione dell’uso della dicitura minimo 85%
specificazione della percentuale di tutte le fibre presenti, fatte salve
le tolleranze e i criteri d’uso della dicitura “altre fibre”.
Il progetto, promosso da Confcommercio con Federazione Moda Italia, prevede la
distribuzione di un “KIT CONTRAFFAZIONE ‐ SOS ETICHETTATURA” che ha
l’obiettivo di mettere i commercianti e i negozianti nelle condizioni di effettuare
correttamente gli ordini, gestire al meglio il confronto con gli organi
ispettivi e stimolare i fornitori ad etichettare in maniera corretta al fine di
evitare pesanti sanzioni, e, ultimo ma non ultimo, garantire trasparenza e
fiducia al consumatore finale, favorendo anche la migliore informazione per un
acquisto consapevole.
Kit “SOS Etichettatura” è composto da:
un prontuario sulle normative esistenti in materia;
un vademecum con consigli pratici sui comportamenti che il negoziante
deve tenere al momento dell'ordine dei capi, al momento della ricezione
della merce, in caso di controlli da parte della polizia locale, CCIAA,
Guardia di Finanza ed in caso di sequestro della merce;
un fac-simile di lettera di un consulente legale per segnalazione al
produttore/fornitore su vizi di etichettatura;
un fac-simile di lettera di un consulente legale per richiesta al
produttore/fornitore di danno emergente e lucro cessante a seguito di
sequestro dei prodotti;
un timbro ad hoc per rispetto della normativa vigente da apporre sulle
copie commissioni al momento degli ordini di fornitura;
un cartello da esporre in negozio (nel camerino) con la traduzione
multilingue delle fibre tessile.
Abbiamo notizia di verbali di contestazione che stanno arrivando ai negozi per
mancanza nell’etichetta (o, in caso di calzature, sulle scatole delle scarpe)
dell’identità e degli estremi del produttore (nome o marchio o ragione sociale e
sede del produttore/importatore, cioè l’indirizzo).
Per i soci interessati, il kit è a disposizione presso la Segreteria (tel. 039 360771.1
– mail: [email protected]).
IL SEGRETARIO
Dr. Alessandro Fede Pellone