701 GENIALE È un qualificativo di prestigio, direttamente

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701 GENIALE È un qualificativo di prestigio, direttamente
Snm di Gentilezza è Garbo e Galanterìa. Gàrbo è l’omologismo dal got
GARWI cui Garbàre, Garbàto, Garbatèzza e Garbatùra con gli opposti (S
privativo) Sgarbatàggine, Sgarbàto, Sgarbatèzza, Sgarberìa e Sgàrbo.
Termini omonimi Gàrbo “agro di sapore (frutta)” e Gàrbo “navicella”,
termine ancora alieno è Garbùglio con Garbugliòne, Garbugliàre,
Garbugliòne e i prefissati Ingarbugliàre, Ingarbugliòne, tutti d’origine non
accertata, ma di presumibile connessione con Garbìno “vento da W-SW”,
attestatosi lungo il litorale adriatico, dunque un omologismo dall’ar
GHARBI occidentale.
Galànte è l’omologismo dal franc GALANT da GALER divertirsi, da un più
ant GALE ornamento già WALA bene, rintracciabile nell’ingl WELL bene,
nello sp GALA “ornamento femminile” e forse connesso con l’ar
GALLABIYYA tunica maschile cui Galabìa; nel percorso ital, si contano
Gàla, Galà, Galàno “fiocco”, Galanterìa, Galantomerìa con Galantuòmo o
Galantòmo e Galantuomìsmo; a Vittorio Emanuele II di Savoia (regno
1861/78) era stato assegnato l’epiteto di Re galantuomo o Re gentiluomo per
non avere abrogato lo Statuto Albertino.
E ancora, Galatèo “libro de’ costumi”, oggi scalzato dal glb franc Bon ton,
opera di Galeazzo Florimonte (1503\1556) detto appunto Galateo.
Pseudoetim, infine, Galànga questo omologismo dall’ar KHALANGAN
condimento aromatico, Gal quale l’unità di accelerazione, ispirato a G.
Galilei (1564-1642), coniato nel 1942, donde ancora l’aggettivo Galileiàno.
\ Frasi sconvenienti
In ubbidienza al Galateo moderno, ecco alcune locuzioni abitudinarie da
evitare poiché considerate sconvenienti.
Salute! (dopo uno starnuto dell’interlocutore)
Che (cosa) mi racconti di bello!
Cin cin (con risuono dei bicchieri)
Vieni quando vuoi.
Faccia come (se fosse) a casa sua.
Non dovevi disturbarti. (nel ricevere un regalo o qualcosa di simile a un
favore)
Con decenza parlando (poiché o sta per essere o è stata già proferita una
parola sconcia).
Cento di questi giorni!
Lei non sa chi sono io!
GENIALE
È un qualificativo di prestigio, direttamente discendente dal lat
GENIUS Pro-genitore divinizzato, poi trasfigurato nel mistico
personaggio delle leggende, il Gènio, e semant nel Gènio umano cui
Geniàccio, Genialàta, Geniàle con Genialità, Genialmènte e
Genialòide, il prefissato Congeniàle con Congenialità.
Si abusa del qualificativo Geniale ove tale considerazione sgorga da
una semplice dimostrazione di simpatia. L’essere geniale è il
possedere un ingegno non comune, di grado superiore al Talento,
questo limitato in un solo campo, vuoi professionale, sportivo,
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artistico… vuoi altro. La definizione Geniografìa, proposta dal franc
George Polti, starebbe per “indagine sulla comparsa d’uomini di
genio in ogni tempo al mondo”.
Il genio femminile è indicato con Sìlfide attraverso il franc
SYLPHIDE dal gr SILPHION “sorta di pianta”, cui Sìlfo dallo
stesso significato, fig Sìlfidi (Famiglia d’insetti) e un omn Sìlfo
“essere demoniaco” transitato nella mitologia germanica quale
ellittico attraverso il lat SILVESTER silvestre.
L’omn Gènio “struttura tecnica militare” cui Genière, vale “
ingegneria ” attraverso il franc GENIE cui INGENEUR ingegnere.
Il percorso di GEN conta ancora il prefissato Ingègno (IN illativo) da
INGENIUM indole (intellettiva, infusa dai progenitori divinizzati)
cui Ingegnàre, meglio Ingenàrsi, Ingegnàccio, eppoi dall’estensione
semat di Ingegno “meccanismo” (creato dall’indole umana) si ha
Ingegnère, Ingegnerìa con un glb ingl Engineering, Ingegnerìstico,
Ingegnerizzàre, Ingegnerizzàto, Ingegnerizzaziòne, Ingegnòso com
Ingegnosamènte e Ingegnosità; eppoi Congegnàre “disporre insieme
diversi elemnti”, questo considerato l’inc di Ingegnare con
Combinare, oppure il derivato da Ingegnare con cambio di pref
(CUM
associativo),
cui
Congegnamènto,
Congenatòre,
Congegnatùra, Congègno “meccanismo complesso”.
Il lat GENIUM è anche lo spirito che accompagna l’individuo, una
sorta di angelo custode ante litteram. Il GENIUS LOCI era per i
latini il nume protettore di un luogo; metaf, oggi, l’ancora ricorrente
locuzione Genius loci potrebbe indicare il responsabile custode delle
tradizioni di un posto, quali un politico, un amministratore comunale,
un presidente di Pro Loco, un animatore di iniziative… il genius loci
della “Padania” sarebbe, quindi, Umberto Bossi.
Fotogènico (con i suoi ricalchi), relativo alla figura umana, è il
composto di Fotografia-GEN “fotografia che ne riconosce i migliori
tratti fisici” ed è la stessa traduzione che si potrebbe avere col
termine Genero. Gènero, infatti, con Congènero, è un derivato
particolare: dal lat GENER, la rad GEN avrebbe subito forti
interferenze dal gr GAMBROS e dal sct JAMATA, pertanto sarebbe
giunto semant non nel senso di generazione, bensì quale conoscente;
in realtà, il Genero non appartiene alla generazione della famiglia,
ma è semplicemente colui che è riconosciuto membro della famiglia.
Nel percorso di GEN, l’ital conta Gènere dal genitivo GENERIS di
GENUS ad indicare in generale l’insieme di più Specie, l’insieme
dei caratteri essenziali eppoi quale snm di Simile cui la locuzione
Genere umano; in Zoologia e Botanica indica un gruppo superiore
alla Specie e inferiore alla Famiglia, in filosofia accomuna proprietà
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essenziali, in arte esprime canoni tradizionali cui Genere epico,
Genere drammatico e la locuzione Di genere “a carattere
anedottico”, nella linguistica sta ad indicare la categoria
grammaticale cui Genere maschile, nella cultura e nel sociale un
modello cui Studio di genere e il glb ingl Gender “appartenenza al
genere maschile o femminile ma in relazione alla cultura ossia non
biologico, ed infine quale snm di Merce, Prodotto, Tipo. Il percorso
prosegue con l’ironico accr Generòne, eppoi Generàbile,
Generabilità, Generàle da GENERALIS “relativo ad un intero
ordine” cui Generalità, Generalìsta, Generalizzàre, Generalizzàto e
Generalizzaziòne, la locuzione glb ingl General manager “direttore
generale”, Generalìzio, Genèrico, Genericamènte, Genericìsmo e
Genericità; Generàle “grado militare” dalla locuzione Capitano
generale cui Generalàto, Generalèsco, Generàla con Generalèssa,
Generalìssimo, Generalìzio, la locuzione In genere o In generale o
ancora Generalmènte.
In prefissato si ha Degeneràre (DE di allontanamento) o Digeneràre,
Degenerativo, Degeneràto, Degeneraziòne, Degènere.
In giapponese, ma di genesi cinese, SHOGUN vale Generale ma con
attestazioni quali “governatore” o “personaggio autoritario” cui
l’omologismo Shogunàto (pron sciogunàto) che sta per “caricapotere” o per una specifica “epoca storica”.
Anche Cugìno, con Cuginànza, potrebbe far pensare ad una
derivazione diretta da GEN; il termine, invece, è un ricalco del franc
COSIN, a sua volta ridotto dalla composizione lat CONSOBRINUS
figlio di due sorelle, ovvero, di sorella della madre, da COM con
SOROR sorella e BINI due. Successivamente c’è stata la lenizione
della s in g e la mutazione da CONSINUS-CONGINUS-CONGINO
a Cugìno. Volg, in alcune contrade, cui il pugliese, sopravvive il
termine Corsopino-Cursupino per cugino, foneticamente corrotto
appena dal lat CONSOBRINO con il sopravvissuto, ma disusato,
Consobrìno o Consubrìno in ital (già in uso alla fine del ‘200).
In una società fallocratica, per i cugini figli di fratelli è adoperato il
termine Cugini germani, così come i Fratelli germani dello stesso
padre, anche se di madre diversa, nel senso “dello stesso germe”
(seme). Per i figli di una stessa madre e padri diversi, è invece
utilizzato il limitativo Uterìni, poeticamente Adèlfi “co-uterini”.
Adèlfo è da rad GWELBI vulva.
Insomma, in detta società, i Fratelli germani risultano doc rispetto ai
Fratelli uterini o Adèlfi e la definizione di Fratelli germani può
comprendere il nascere sia dalla stessa madre sia da madre diversa,
senza per questo modificarne lo status sociale e giuridico;
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l’importante è che abbiano il seme del loro padre naturale comune.
\ Geni viventi
2011. La classifica inglese Hit Parade dei cento geni viventi, compilata da
sei esperti, anche in relazione ad un sondaggio popolare nel Regno Unito,
conta, tra i primi sette, Albert Hofmann scopritore del LSD (Lysergic Acid
Diethylamide Dietilammide dell’acido lisergico), Timoty Berners-Lee
inventore della rete World Wide Web, Giorgio Soros politico della Finanza,
Matt Groening ideatore dei Simpson e di Futurama, Nelson Mandela
presidente del Sudafrica, ex aequo con Frederick Sanger studioso della
sequenza del DNA (DeoxyriboNucleic Acid Acido desossiribonucleico cui
la locuzione Test del DNA), infine, l’italiano Dario Fo già Premio Nobel.
\ La pittrice Odile Speed (1920/2007) coniuge dello scienziato Francis Crick, questo
tra gli scopritori del DNA, disegnò per la prima volta in assoluto lo schema strutturale
del DNA, ancora d’attualità nel 2011.
Stando a diversi autorevoli studi, pare scientificamente provato che dall’esame del
DNA si possa prevedere nell’individuo, come esempi,
una predisposizione
all’infedeltà in amore, a preferire il caffè, a fumare, ad amare la musica, a vivere con
ottimismo, ad essere spendaccione, a seguire uno sport \
\ Prefissi *PRO PROD
Vece Vice
PRO PROD
Pref e termine che meritano particolare attenzione. Dal gr PRO e dal lat
PRO(DE), davanti ai verbi e derivati sta per “fuori, davanti-consecuzioneestensione”; davanti a nomi sta per “anteriorità o referenza” e talvolta
“precocità”.
Prorogàre (con il lat ROGARE “chiedere”) cui il devb Pròroga, Prorogàbile,
Prorogabilità e Prorogaziòne, Prostràre con Prostràto eppoi ProstèrnereProsternàre (rad STER stendere), Probòscide (dal gr BOSKO io nutro vale
“sporgenza per il nutrimento”), Proditòre, questo nel significato di traditore,
ovvero “dare prima”, Prolegòmeni “esposizione preliminare” dal gr TAPROLEGOMENA cose dette avanti.
Pròssimo, superlativo lat di PROPE vicino già PROQUE cui la preposizione
dantesca Pròpe “vicino” e l’avverbio Pròvo (omn di Provo “provocatore”) o
Pruòvo “vicino” attraverso il franc PRUEF meglio solo nella locuzione A
provo, eppoi come Màssimo da MAXIMUS superlativo di MAGNUS; nel
percorso di Pròssimo si ha Prossimàre, Prossimàno, Prossimàre, Prossimità
e, col pref AD, Approssimàre, Approssimatìvo, Approssimaziòne, e nel
percorso di Massimo col fem Màssima, il sostantivo Màssima “sentenza”
dalla locuzione lat MAXIMA SENTENTIA sentenza la più importante,
Massimàle, Massimalìsmo, Massimalìsta, Massimalìstico, Massimamènte,
Massimàre, Massimàrio, l’avverbio Màssime quale forma irrigidita,
Massimizzàre con Massimizzaziòne, i composti il matematico Massimìnimo
o Massimomìnimo, le locuioni
sportive Peso massimo e Peso
massimoleggero, l’onomastico Massimo da MAXIMUS con Massimiliano
da MAXIMILIANUS figlio di Massimo … da non equivocare con termini in
percorso da Massa (Ved Massa…). L’ital conta ancora Propìnquo da
PROPINQUUS, su modello di Longinquo al quale è in opposizione, con
Appropinquàre, Approcciàre questo transitato dal franc APPROCHER col
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devb Appròccio, comunque tutti dal lat medv APPROPIARE (pref AD) da
PROPE vicino, prossimo.
Il percorso prefissato continua con Prolèssi o Prolèpsi “anticipazione” cui
Prolèptico col gr LEPSIS presa adottato tra le figure retoriche per indicare
ciò che sintatticamente viene anticipato per meglio evidenziarlo, Progènie
dal gr GHENOS stirpe cui Progenerare dal lat PROGIGNERE relativo
alla stirpe e Progenitòre, Prolàsso allentato snm di Procidenza con
Prolassàto, dal lat LAXUS cui Làsco con Lascàre e Allascàre (AD allativo),
Pròle dal lat ALERE allevare con Prolìfico e Proletàrio, Pròlogo col gr
LOGOS in correlazione con Epilogo.
Procrastinàre è composto con l’aggettivo lat CRASTINUS, cui Cràstino “del
domani”, derivato da CRAS domani cui un Crài ancora perdurante nel
nostro volg mer con Crai o Crei col significato di Domani, e l’ant suff
TINUS attestato anche in sct; Procrastinare vale dunque “rimandare al
domani” cui Procrastinàbile, Procrastinamènto, Procrastinatòre e
Procrastinaziòne, con un opposto Improcrastinàre (doppio pref IN negativo)
cui il più usato Improcrastinàbile; in percorso volg CRAS si conta ancora un
Piscrai o Piscrei che vale Posdomani o Dopodomani.
Davanti a nomi di parentela vale “ascendente” cui Prozìo, vale
“discendente” cui Pronipòte. Davanti a termini di funzioni o di cariche, vale
“fa le veci di” cui Prosìndaco.
Pro, con la o aperta, è il termine derivato dalla preposizione lat PRO e sta
per “a favore di...” , cui Pro forma, Pro Loco.
Il termine Propinàre deriva direttamente dal gr PROPINO bere a favore di...
un termine che corrisponde al Brìndisi; Propinare però è un termine
d’enantiosemìa poiché svoltosi in negativo cui Propinatòre; il sostantivo
Propìna, invece, permane semant positivo nel senso di “mancia-regalo”.
Brìndisi è dal ted BRIG DIR‘S io porto a te! giuntoci tramite i famigerati
Lanzichenecchi, cui Brindàre; il matador pronuncia BRINDIS quale saluto
alle autorità prima della sfida col toro; il corrispondente Brindisi tra i
serbocroati è ZDRAVICA cui l’omologismo Stravìzzo, attraverso il
veneziano, adottato quale “convito” dagli accademici della Crusca snm di
Beccaficata
Altro termine pseudoetim è Proteifòrme, questo ispirato a Proteo, la divinità
greca che, a suo piacimento, assumeva diversi aspetti.
Il brindisi lat era con la locuzione RATA FIAT l’accordo (anche quale
amicizia) sia reso operativo cui il nome del liquore Ratafià.
\ La trasfigurazione del dei è d’antica credenza, omologata sino al cristianesimo con la
Trasfigurazione di Gesù, ricordata il 6 agosto.\
Da PRO in forma ampliata PROD, quale amputazione (Apocope) di
PRODE, in ital si conta l’inv Pròde “valoroso” con Prodèzza, il cui pref sta
per “utilità” donde la locuzione Buon pro. Da Prode è stato coniato un raro
Approdàre nel significato di “giovare”, omn del nautico Approdare.
Col pref ampliato PROD, l’ital conta Prodigàre con Prodigalità,
Prodigalizzàr, Prodigalmènte e Pròdigo dal lat PRODIGERE sperperare,
Prodìgio e Prodigiòso con Prodigiosità con il lat AGIUM di rad AG che vale
parlare, cui la locuzione della parabola cristiana Il figliuol prodigo.
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VECE VICE
Vèce, più usato al plur Fare le veci, cui il prefissato Invèce (IN illativo),
deriva dall’accusativo lat VICEM, mentre Vìce è l’ablativo VICE, entrambi
discendenti dal tema VIX-WEIK, rintracciabile nel ted WECHSEL cambio.
Nel percorso troviamo Vicènda, Vicendèvole questo con suff ital di
aggettivo verbale attivo EVOLE e Vicendevolèzza, Vicarìa o il desueto
Vicherìa, con Vicàrio e Vicària, Vicariàle, Vicariànte, Vicariàre con
Vicariànza,
Vicariàto, il composto Vicevèrsa “vicenda voltata”,
Vicissitùdine, sovente al plur, sta per “l’una vicenda fa le veci dell’altra”,
insomma alternanza di accadimenti. Il pref VICE in una sequenza che va da
Viceammiràglio a Vicesìndaco.
Da ricordare che Invece quale congiunzione avversativa è snm di Mentre e
pertanto non vanno appaiate, come Ma e Però.
\ Fagiolo
Non è azzardato credere in una connessione di PHASIS apparisco con il gr
PHASELOS fagiolo, riversatosi nel lat PHASELUS cui il dim
PHASEOLUM in ital Fagiòlo o Fagiuòlo con un volg Fasulo, eppoi i fig
Sfagiolàre (S intensivo) “essere gradito” cui la locuzione Mi sfagiola o più
correntemente Non mi sfagiola; in vfrs connessione fig Fasèlo o Fasèllo
“imbarcazione”, il mollusco detto Fasolàro.
In percorso, Fagiolàio, Fagiolàta o Fagiuolàta, Fagiolìno, meglio Fagiolìni i
quali mantengono la stessa quantità di Vitamina C sia freschi sia surgelati.
Occorre ricordare che il Fagiolo mediterraneo PHASELOS, delle
Papilionacee, detto Fagiolo dall’occhio nero, è di origine afro-asiatica, già
coltivato in Italia prima dell’arrivo del Fagiòlo americano, cui il Fagiolòne.
L’antica connessione sembra giustificata dal fatto che questo legume
appare, appunto, con l’occhio.
L’omologismo Felàfel o Falàfel, crocchetta di fagioli (o ceci), è
dall’egiziano FALAFIL già ar class FULFUL pepe.
\ Il Fagiolo ha assunto la qualità popolare d’essere considerato un talismano.
Gli studenti universitari al secondo anno sono tradizionalmente indicati quali Fagioli \
APPARIRE PARERE COMPARIRE
APPARIRE
Apparìre, col l’iterativo Riapparire e Rapparìre,
è dal lat
APPARERE, già gr PHASIS apparizione che assume la sinonimia
“il parlare” da PHAINOMAI mi mostro composto dal pref allativo
AD e PARERE mostrare, cui, semant o fig, Pàrte con Partiziòne,
questo dal lat PARS PARTIS, l’aggettivo Parziàle da PARTIALIS
con Parzialmènte, Partecipàre o Participàre (con il lat CAPERE
prendere vale “prendere parte”) con Partecipàbile, Partecipànte,
Partecipatìvo, Partecipàto, Partecipatòre, Partecipaziòne o
Partecipànza con Partecipazionìsmo, Partècipe, il dim Particèlla con
Particellàre. In fisica, oltre a Elettrone, Fotone e Mesone (suff
scientifico ONE), si conta la particella Bosòne, in onore del fisico
indiano S. N. Bose (1894/1974), ossia l’ipotetica Particella di Higgs,
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a Spin zero, altrimenti detta Particella di Dio poiché da questa
dipenderebbe la massa delle altre particelle, eppoi la particella
Fermiòne, in onore di E. Fermi (1901/1954), a Spin semintero; altra
unità di misura in onore di E. Fermi è Fèrmi (fm), sottomultiplo di
metro (10-13 cm) quale misura di lunghezza nelle scienze nucleari.
In fisica si contano le locuzione Particella elementare, Particelle
alfa, Particelle beta… mentre nel diritto Particella catastale.
\ Apparire è concettualmente l’opposto di Essere. \
Il percorso PARS prosegue con Particìpio (forma che si mostra quale
verbo e nome) dal lat PARTICIPIUM con Participiàle, Partìcola o
Partìcula dal lat PARTICULAREM con Particolareggiàre e
Particolareggiàto, Particolarìsmo e Particolarìsta con Particolarìstico,
Parcicolarità, Particolarizzàre con Particolarizzaziòne, Particolàto
“particella inquinante” e Antiparticolàto, Particolàre o Particulàre,
Parteggiàre “spartire” attraverso il franc PARTAGER con l’omn
Parteggiàre “prendere parte” con Parteggiamènto, Parteggiatòre,
Partigiàno (seguire una parte) con Partigianerìa e Partigianèsco,
Partigiàna (dal XV sec) “arma da punta e taglio” dalla locuzione
Arma di partigiano snm di Mezzapicca (dal 1893), Partimènto
questo sia “partenza” sia “divisione”, Partìre “mettersi o mettere da
parte” ossia “andar via” con il sostantivo Partìta con Partitèlla,
Partitamènte, Partitàrio, Partitìvo, Partìto (sostantivo e aggettivo e
talvolta usato come suff del valore di “spartito”) anche “associazione
politica” cui Partitànte, Partìtico, Partitìno, Partitìsmo e Partitìsttico,
Partitocrazìa e Partitòcrate, il termine musicale Partitùra, il glb ingl
Partner “che partecipa alla coppia” con Partnership “comunanza
d’interessi” (con SHIP nave che fig vale “compartecipazione”) e
l’omologismo Partenariàto eppoi i prefissati Compartecipàre,
Compartecipànza, Compartècipe e Compartecipaziòne (pref COM
associativo), Dispàrte (DIS privativo), Impartìre (IN rafforzativo)
“assegnare parte di…” con Impartìbile, Spartìre (S durativo)
“dividere” con Spartìbile, Spartìto (Pp e sostantivo adottato in
termini musicali), Spartitòre, Spartitòrio, Spartitùra e Spartiziòne con
i composti Spartiàcque, Spartifiàmma, Spartifuòco, Spartigràno,
Spartinève, Spartisèmi, Spartitràffico e Spartivalànghe; eppoi
Porziòne da PORTIO PORTIONIS (pron porzionis) questo connesso
con PARS in maniera macchinosa cui Proporzionàle e Proporziòne
col pref PRO; ancora, Sparère da DIS PARERE, Sparìre con Sparìto
e Spariziòne col pref S estrattivo, Sparùto (poca consistenza, quasi
sparito) dal Pp di Sparere cui Sparutèzza, eppoi Sproporziòne e
Sproporzionàto; col doppio pref DIS si ha Disparìre con Disparèvole
e Dispariscènte. Parvènte è coniato con un originale Ppres estratto
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dal passato remoto Pàrvi, cui Parvènza; Parcèlla è dal dim lat
PARTICELLA transitato dal franc PARCELLE, cui Parcellàre.
Appariscènte, infine, è dal lat volg APPARESCENTIS che appare
(in senso intensivo).
Dal Pp di PARERE, fornito di pref iterativo, è nato REPERIRE
procurarsi-trovare cui Reperìre con Reperìbile, Reperibilità ed il
prefissato Irreperìbile con Irriperibilità; eppoi Reperimènto, con il Pp
REPERTUM tornato (a mostrarsi) alla luce cui Repèrto con la
locuzione Reperto archeologico, Repertàre, Repertàto e Repertòrio
(che si mostra, catalogo) con Repertioràre.
Fuori tema è il lemma Pàrvolo con passaggio in Pàrgolo cui il dim
Pargolètto, dal lat PARVUS piccolo già PAULUS da rad PAU cui
l’onomastico Paolo, Pòco da PAUCUS (col suff CO per “difetto
fisico” vedi Cieco, Monco…) con Paucàle, Paucisintomàtico (pochi
sintomi), Pauperàre con Pauperìsmo (questo anche ideale di povertà
in particolari comunità cristiane) e Depauperàre questo col pref DE
conclusivo, connessi con Pòvero dal lat PAUPER già gr PAUROS
poco rintracciabile nell’ingl POOR, Povertà da PAUPERTATEM,
Poveràccia e Poveràccio, Poveràglia, Poverèllo, Poverètto, Poverìno,
Poverìsmo e Poverìsta, Poveròmo o Poveruòmo dalla locuzione
Povero uomo; c’è chi, in ogni caso, fa discendere Parvolo-Pargolo da
PARERE nel significato “che si mostra” per le prime volte. Il gr ha
lo specifico PENIA per Povertà, cui il suff ital PENIA per composti
relativi a patologie del sangue quali Citopènia (col gr KYTOS cavità
nel valore di “cellula”), Leucopènia (col gr LEUKOS bianco),
Linfopènia (con Linfa), Neutropènia (ipocoristico di Neutrofilo e
Penia), Sideropènia (diminuzione della Sideremia) con Sideropènico.
In persiano, DARVIS vale Povero, cui l’omologismo Dervìscio o
Dèrvis e Dervis, utilizzabile generalmente al pl Dervìsci. Oggi, in
Turchia, indica i membri di una confraternita musulmana sufica, i
quali seguono il rito mistico dei Dervisci rotanti”, sorta di danza che
rappresenta il movimento circolare dell’universo e di tutte le cose in
esso comprese, quindi la tropologia dell’unione con Dio. Sùfica è il
relativo di Sùfi o Sufìsmo, pratica religiosa, omologismo dall’ar SUF
derivato di SUFI lana, con la quale si tesseva la veste storico dei
mistici.
\ La Povertà è una scelta, vedi Il poverello d’Assisi, la Miseria invece è uno stato di
costrizione sociale.
Opposto a Povero, l’ital conta Rìcco, questo un omologismo dal long
RIHHI, cui Riccamènte, Ricchèzza, l’accr Riccòne, i prefissati
Arricchìre con Arricchimènto e Arricchìto, Trasricchìre o
Transricchìre “più che arricchire”, il composto Riccòmetro; termine
italico è il lat DIVES DIVITIS ricco cui DIVITIAE ricchezza
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svoltosi nel percorso ital Dovìzia, Doviziosamènte, Doviziòso. In ant
turco Ricco vale BAI cui il russo BOJAR e l’omologismo ital
Boiàrdo o Boiàro con Boiardèsco.
Nel ger, Ricco lo si ritrova in RIKS e in RICK esteso fig nel senso di
padrone (implicitamente ricco) cui l’onomastico Enrico “ricco in
patria” (con HAIM patria), Erica “unica padrona” da EIN RICK e
Federico “signore della pace” con FRID pace il quale si ritrova
semplicemente in Frida ed ancora in Goffredo che con GOT Dio vale
“pace divina”, in Manfredi “uomo di pace” col termine comune
indoeur MAN uomo, Sigfrido “pace vittoriosa” con SIGU vittoria;
eppoi, EAD che vale patrimonio, capitale cui gli onomastici
Edgardo con GART lancia e Edmondo (con MUND protezione)
entrambi col valore di “difensore del capitale”, Edoardo “custode
del capitale” col got WARD guardia che riappare in Werther dal ger
ant WERTHERI tradotto “custode dell’esercito”.
Edda è l’onomastico fuori percorso, attraverso il danese HEDDA
quale ipocoristico del ger HEDWIC italianizzato Edvige “sacra
battaglia”, il cui termine HILD battaglia lo si rintraccia in Ida
“donna guerriera” dal ger ITHA con la variante Elda.
Nel percorso di PARS, cui il lat COMPARTIRI prefissato di
PARTIRI dividere e con i pref, l’ital conta Appartàre (pref AD
allativo) con Appartamènto attraverso lo sp APARTAMIENTO
luogo appartato e Apparàto.
Appartamento, in gergo marinaresco, indica lo spostamento in miglia
di una nave verso est o verso ovest su una rotta inclinata rispetto ai
meridiani.
In ambito lessicale indoeur l’ol conta APART separato dal franc
PART A PART cui l’odioso termine glb Apartheid del Sudafrica,
legge discriminatoria dei bianchi colonizzatori contro i nativi, abolita
nel 1991.
Compartìre
cui
Compartimènto,
Compartimentàle
e
Compartimentaziòne, Compartitòre, Compartitùra, Compartiziòne e
Compàrto.
Dipartìre, questo sia nel valore di “dividere” sia di “allontanamento”,
cui
Dipartènza,
Dipartimentàle
attraverso
il
franc
DEPARTEMENTAL, Dipartimènto “partenza” e Dipartimènto
“circoscrizione” attraverso il franc DEPARTEMENT, Dipartìta.
Ripartìre (col pref RI iterativo “partire di nuovo”), Ripartìre (col pref
RI intensivo e “dividere”) con Ripartìbile, Ripartimènto con
Ripartimentàle, Ripartiziòne e Ripàrto questo col corrente Repàrto
cui l’acronimo ROS dalla locuzione, tra le tante, Reparto Operativo
Speciale di competenza dell’Arma dei Carabinieri.
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Scompartìre (doppio pref S intensivo) con Scompartimènto e
Scompàrto.
Trasparìre o Trasparère (pref TRANS, attraverso) con Trasparènte e
Trasparènza. Il rad è l’indoeur PER produrre, che ritroviamo nel lit
PERIU io covo e nel gr EPORON ho procurato.
Il verbo ha il suo durativo PARARE dal lat immutato cui Paràre
“addobbare, porgere, mettere al riparo, scansare, apparecchiare” e
quindi “mostrare” donde Paramènto connesso col franc PAREMENT
cui il polisemantico Sparàre (S sottrattivo, “spogliarsi del
paramento”), Pàrto con Partorìre già Parturìre “mostrato al mondo,
prodotto”, Partorimènto, il Pp Partoriènte anche aggettivato con un
desueto Partoritrìce, Parto,i prefissati Preparàre con Preparamènto,
Preparatìvo, Preparàto, Preparatòre, Preparatòrio e Preparaziòne
(pref PRAE) in connessione con il gr PARASKEUE preparazione
cui Parascève di tradizione giudaica, e il polisemantico Sparàre (S
sottrattivo) attestatosi in “sventrare, squartare, squarciare”; eppoi il
glb ingl Preppy “studente” che vale quale ellittico relativo alla
locuzione PREPARATORY SCHOOL.
Dalla composizione gr LOKHOS parto, fig da LECHETAI giacere,
con ARISTOS ottimo-il migliore il gr ha coniato ARISTOLOKHIA
“pianta medica contro le infezioni da parto” donde l’ital Aristolòchia
con la corruzione volg Stallòggi e Aristolochiacee alla cui Famiglia
appartiene l’Asaro-àsaro dal gr ASARON, lat ASARUM; da non
equivocare con termini relati ad ARISTA ovino.
Nel percorso di LOKHOS, l’ital conta Lòchi e Lochiaziòne da non
equivocare con Lochiàno e Lochìsmo, questi meglio Lockiàno e
Lockìsmo poiché sono termini ispirati al filosofo J. Locke (16321704); il composto Lockiofobìa indica il panico per il parto. Il gr
conta ancora lo specifico TOKOS parto cui il prefissato Distocìa con
Distòcico (pref DIS male), i composti Tocografìa, Tocologìa e
Tocoferòlo (con FERO apportatore e suff chimico OLO) questo snm
di Vitamina E, questa rintracciabile nei vegetali verdi, nell’olio
d’oliva e di semi, fegato e tuorlo d’uovo.
Nel percorso del durativo PARARE, si contano ancora il prefissato
Apparàre (AD allativo) cui Apparàto (organico, burocratico,
meccanico...), Apparècchio, Apparènza (astratta), Appariziòne
(visibile) e Appariscènza (più che visibile).
\ Apparat è il termine che designava il complesso di funzionari a tempo pieno nel
partito comunista sovietico, già riconosciuto da Lenin, che si distingueva dalla
Nomenclatura, questa composta di funzionari che contavano, decidevano le sorti nello
Stato, anche quali membri di un organo del partito o del Governo.\
Ancora, Separàre (pref SE “a parte”) con Separàbile e Separabilità e
con il doppio prefissato Inseparàbile (IN negativo) cui Inseparabilità,
710
e Inseparàto, eppoi Separatìvo, Separàto con Separatamènte e
Separatèzza, Separatòre, Separaziòne o Separamènto e Separatìsmo
con Separtìsta e Separatìstico, il glb sostantivo franc Separè (é), una
forma letteraria Diseparàre o Disseparàre (doppio pref DIS) e le
locuzioni matrimoniali Separazione legale e Separazione di fatto.
\ Stando alle statistiche, nel 2007 in Italia le Separazioni legali sono aumentate
dell’1,2% pari a 81.359. \
Il percorso prosegue con il doppio prefissato Sceveràre già
Sciaveràre (EX SE PARARE con la mutazione del pref in SCI), e il
sostantivo Sciavèro, con la lenizione di p in v. Paràta, con Paràtico, è
tornato dallo sp PARADA rivista-sfilata e quindi dimostrazione, con
la locuzione glb ingl Hit parade (con HIT successo).
Il fin troppo noto DESAPARECIDO argentino vale tragicamente il
nostro Sparito, Scomparso.
L’inc lemmatico di PARARE con VITIUM vezzo, ha dato origine a
Vitupèrio, Vituperàre, Vituperaziòne…
Il lat PARARE, cui Paràre, c’è giunto immutato anche nel senso di
“difendere”, concretamente o idealmente “apparecchiare la difesa”
(la parata del portiere-parare un colpo) con Paràta, Paràto e il
prefissato Sparàto (S sottrattivo, omn di Sparato di Sparare), i
prefissati Imparàbile (questo con IN negativo, omn di Imparabile da
Imparare con IN illativo), Riparàre dal lat REPARARE con un
Riparàre “procurarsi” cui Riparàta, Riparàto, Riparatòre,
Riparaziòne, Riparèlla o Raperèlla (omn di Riparella da Ripa),
Ripàro ed ancora un Riparàre del valore di “rimpatriare, rifugiarsi in
patria, in casa…” attraverso il provz REPAIRAR questo sovrapposto
al lat REPATRIARE rimpatriare. Riparàre vale ancora fig
“aggiustare” un cui snm è Rabberciàre d’etimo non accertato, cui
Rabberciamènto e Rabberciatùra; si potrebbe ipotizzare una
connessione prefissata con il termine Berciare emettere suoni
sgradevoli nel senso fig di “aggiustare in maniera sgradevole”.
Il termine polisemantico Sparàre, qui mediante un’arma, ha il valore
di “sottrarre all’ordine costituito (o preparato)” esteso in Sparare
“proiettare” mediante un apposito apparecchio, pertanto è relativo
all’azione e non allo strumento usato; il suo Pp Sparàto ha l’omonino
nello Sparato “aperto” opposto a Parato “coperto-difeso”. In
percorso, l’iterativo Sparacchiàre, Sparàta anche fig, Sparatòre e
Sparatòria, i composti Sparachiòdi, Sparanève, Sparapùnti,
Spararàzzi.
Parènte è dal Ppres lat PARENS di PARERE, ma è connesso più alla
semant di PARARE nel significato originario indoeur di procreare,
il lat PARIO generare e il valore primitivo di Parente “Genitore”,
connesso con il gr EPORON “procurare” e con il lit PERIÙ
711
“covare”. Parente è la persona unita ad altra da vincolo sia di
consanguineità sia di affinità; la locuzione Parente acquisito indica
la persona divenuta tale in seguito a un matrimonio.
Lemma attestatosi nella versione corrente con Parentàdo o Parentàto
dal volg PARENTATUM, Parentàle da PARENTALIS, Parentàli o
Parentàlie da PARENTALIA, i prefissati Apparentàre (AD allativo)
con Apparentamènto e Imparentàre (IN illativo) praticamente snm; i
Parentalia era una ricorrenza annuale che i romani dedicavano ai
defunti con nove giorni di riti, omologata poi nel nostro 2 novembre.
Eppoi Parentèla dal volg PARENTELA, il composto Alloparènte
con Alloparentàle (pref gr ALLOS altro) che indica una persona non
essenzialmente parente che assume il ruolo di genitore; da non
equivocare con Parenteràle, fuori percorso poiché è dal gr
ENTERON intestini col pref PARA “accanto-presso, oltre”.
Evento straordinario, è la lingua ingl e non l’ital che mantiene il
lemma PARENT nel significato di “Genitore” (dove Parente è
tradotto invece in RELATIVE).
Parènte, quindi, come succitato, nel lat class vale “genitore” ed
esistono termini composti (naturalmente solo al fem) quali
Primìpara, che sta per “chi partorisce per la prima volta” e Puèrpera
“chi ha appena partorito” (un bambino), questo in composizione con
il lat PUER fanciullo, da un ant sct PUTRA da rad PEU figlio, cui
Puerìle, Puerilìsmo, Puerìzia, il composto Puericultùra con
Puericultòre, l’epiteto di Federico II di Svevia Puer Apuliae “Figlio
della Puglia”.
Imparàre, cui Imparàbile (omn di Imparabile da Parare con IN
negativo), è la composizione del pref IN illativo con PARARE
procurare, ovvero nel procurare di... con un Imparacchiàre e
Imparatìccio.
Il termine composto Apparentamènto s’è attestato nel senso di
“coalizione elettorale”. Il prefissato Sparentàre (S sottrattivo) vale
“lasciare il parentado” e fig “morire”.
Impèro ha la base di partenza nel tema del rad PER produrre - e
quindi come Parto e Parente - ed è l’agente prefissato IMPER del
durativo-intensivo IMPERARE, connesso con PARARE, cui
Imperàre con Imperànte, Imperatìvo con Imperativàle e Imperatività,
Imperatòre e Imperatrìce e gli ant Imperadòre e Imperadrìce,
Imperatòrio, Imperiàle, Imperialèsco, Imperialìsmo, con Imperialìsta
e Imperialìstico, Impèrio con Imperiosità e Imperiòso, il composto
Imperialrègio; nel percorso si conta il toponimo Imperia col relativo
Imperièse, ma non Poggio Imperiale che, diversamente
dall’evidenza, questo toponimo è associato alla cognomastica di
712
Placido Imperiale (una connessione dunque indiretta), nobile
feudatario del territorio che comprendeva il lago di Lesina sul
Gargano.
Vìpera, con Viperàio, Viperàto, Vipèreo, Vipèridi (la Famiglia),
Viperìno, Viperòtto, implicitamente, deriva da PARERE (il mostrare
nel senso di Parto), e sta per “partorisce figli vivi”, in connessione
con l’altro derivato Vivìparo.
Fenòmeno, infine, sta per “ciò che appare” ed è il diretto discendente
dal gr PHAINOMENON, Ppres di PHAINESTHAI apparire,
sembrare, col quale è in connessione rad il lat PARERE mostrare. Il
percorso, attraverso PHANEROS manifesto-visibile, conta ancora il
composto Fanerògame snm di Spermatòfite, cui Fanerogàmico con
Fanerògamo e Faneroglòssi Raggruppamento di anfibi, col gr
GLOSSA lingua.
Dal rad PER produrre, l’ital ha coniato i suff PARO “che produce” e
PARA “che partorisce” dal lat PARUS di PARERE, cui Cirìparo
(con il lat CIRA variante di CERA cera,), Deìpara (epiteto divino
per “genitrice di un dio; nel cristianesimo è attibuito a Maria),
Fissìparo (con il lat FISSUS spaccato) o Scissìparo (col pref dal lat
SCINDERES scindere) termini della zoologia e valgono
“riproduzione asessuale per scissione”, Gemmìparo (con Gemma,
vale “che si riproduce per gemmazione”), Multìpara (col pref
MULTI vale “che ha partorito più volte) col snm Plurìpara (col pref
PLURI vale “che ha partorito almeno due volte”) e Nullìpara (con il
lat NULLUS vale “che non ha mai partorito” non essenzialmente
sterile) cui Nulliparità, Ovìparo (con il lat OVUM uovo vale “che
depone uova”), Ovovivìparo con Ovoviviparità (composto con
Oviparo e Viviparo, termine per animali quali la vipera), Sudorìparo
(con il lat SUDOR vale “che secerne sudore”), Unìparo (col pref
UNI uno, in botanica e in zoologia vale rispettivamente “costituito
da un solo ramo” e “che partorisce un solo figlio per volta”.
Tornando al pref UNI “unico”, in botanica si ha ancora Uniàsse
“Pianta il cui asse principale termina con un fiore”, Unifòro “che
porta un solo fiore” e Unifogliàto “pianta il cui fogliame si riduce a
una sola foglia”.
L’aggettivo Uniàssico, invece, appartiene alla mineralogiae vale “un
solo asse ottico”.
Particella di Dio
La Particella di Dio si sarebbe sviluppata a seguito delle immani collisioni prodotte
14miliardi d’anni fa dal Big Bang; la collisione primordiale è riprodotta in laboratorio
a Ginevra dal 10 settembre 2008 mediante un grandioso Acceleratore di particelle
(Lhc), con l’auspicio che alfine venga provata l’esistenza di questa particella divina.
Fu Peter Higgs, scienziato scozzese, che negli anni Sessanta espose la teoria
713
sull'esistenza di questa particella. La teoria è stata poi integrata nel Modello Standard
delle particelle elementari quali mattoni base della materia, insomma i Quark, gli
Elettroni e i tre tipi di Neutrini. Complessivamente dodici mattoni di materia, ai quali
sono da aggiungere i Bosoni, i quali tengono unita la materia. Nel 1983, Carlo Rubbia
ha scoperto quei bosoni assegnando loro le letteree W e Z, per i quali gli sarebbe stato
assegnato il Nobel. L’architettura dei mattoni fondamentali si sta completando, manca
quello decisivo, la Particella di Dio, utile a comprendere il cosmo, la sua nascita, e la
stessa struttura umana.
Tra gli enigmi che astronomi, astrofisici e simili dovranno sbrogliare è l’incoerenza
tra il calcolo della presunta cosmogonia (nascita dell’universo) quantificato in 14
miliardi di anni e la distanza che hanno raggiunto le galassie allontanandosi
dall’attimo del Big Bang, ossia coprendo il tempo di 20 miliardi di anni.
La locuzione glb ingl Big Bang sta per “Grande esplosione (cosmogonia)” dove BIG
vale Grosso o Grande e BANG è l’onomatopeico traducibile in Esplosione; termine
associabile a Big Crunch che sta per “Collasso finale (dell’universo)”, dove CRUNCH
è l’onomatopeico che si traduce in Scricchiolio. Secondo recenti studi, un Big Crunch
sarebbe già avvenuto, precedente al Big Bang. Il suono del Big Bang è stato scoperto
nel 2000.
Il termine ingl BIG si ritrova ancora in locuzione glb Big band. “Grande banda
(jazz)”, Big blue che sta fig nel linguaggio giornalistico in “Societa IBM”, dal colore
del marchio, eppoi Big Board “Grande tabellone (tavola)”
\ Rimpatrio dei reperti archeologici
\...\ La spoliata Puglia ha dovuto attendere la fine del secolo XX peché la
Francia restituisse parte del bottino: è del 2 dicembre 1999 la rimessa
ufficiale di 267 reperti archeologici maltolti ad Apulia, Egnazia o Gnazia
(dal gr Gnathia) e Daunia. La cermonia diplomatica si è svolta a Roma nel
museo di Palazzo Massimo /…/ (da “La pulzella delle specchie” SA).
Il 30 gennaio 2008 è rimpatriato il Cratere di Eufronio, sottratto a Cerveteri
e in esposizione al Metropolitan Museum di New York che l’aveva
acquistato nel 1972 per un milione di dollari da un trafficante, questi posto
sotto processo. Non solo, alcuni musei americani hanno restituito più o
meno sessanta reperti greco-romani, quali la Statua di Vibio Sabina (la
consorte dell’imperatore Adriano), altri crateri, altre statue, un bacile apulo,
eppoi coppe, bronzi etruschi e sculture; nel 2010 farà ritorno a casa, in
Sicilia, la Venere Morgantina. Tra le circa 250 opere ancora illegalmente
trattenute negli USA c’è l’Atleta di Fano (tratto da “Qui Touring” marzo
2008).
\ Fase
Dal gr PHASIS apparizione, l’ital conta Fàse con una nutrita semantica
astronomica, temporale, tecnologica, chimica e fisica, cui Fasatùra e i
composti Anafàse (col gr ANA sopra), la serie Monofàse, Bifàse, Trifàse
con Trifàsico, Tetrafàse (gr TETRA quattro) e Multifàse con Polifàse (gr
POLYS molto), eppoi Cercafàse, Controfàse, Interfàse, Mesofàse (gr
MESOS medio), Metafàse (gr META con-dopo), Profàse (gr PRO davanti),
Telofàse (gr TELOS fine); eppoi Fasòmetro e l’omologismo Fasòre, questo
attraverso l’ingl PHASOR fase e VECTOR vettore.
\ Fenolo
Dal gr PHAINOMAI appaio l’ital conta Fenòlo con i derivati Fenacetìna
(con Acetico), Fenachitoscòpio, dal gr PHENAKISTES ingannatore vale
714
apparecchio ottico per la sintesi dei movimenti (strumento ant), Fenantrène
(Antracene), Fenàto, Fenìle con Fenìlico, Fènico con Fenicàto, Fenòide, il
pref FENIL per composizioni quali Enossimòne (ellittico di FenilOssi(geno)-Imidazolo), Fenilalanìna (Alanìna dal franc ALANINE da
ALDEHYDE, in ital Aldèide cui Aldèidico, Aldòso o Aldòsio - suff chimico
OSO o OSIO - Aldosteròne composto con Steroide e suff chimico ONE e il
prefissato Dialdèide detto anche Dїale), Fenilammìna (Ammina),
Fenilchetonùria o Fenilchetonurìa (Chetone e Uria), Fenilpirùvico (con
Piruvico), Fenilisopropilammìna (con Isopropile, questo idrocarburo da
“Propano”, e Ammina), Fenolàto, Fenòlico ed ha tratto il perf FENO per
composizioni quali Fenocristàllo, Fenolftaleìna (Ftaleìna, composto chimico
connesso etim a Nafta) ), Fenologìa, Fenoplàsto (con PLASTOS formato),
Fenòssido con Fenossìdico (Ossido), Fenotiazìna (con Tiazina e suff INA),
Fenotìpo con Fenotìpico (TYPOS impronta), il prefissato Polifenòlo con
Polifenòlico.
Il termine Amfetamìna (chimica) è la multicomposizione di Alfa-MetileFenil-Ammina cui Amfetamìnico, in complanare con Anfetamìna e
Anfetamìnico per il fenomeno della sostituzione per ragioni fonetiche della n
in m innanzi a f o v, eppoi Metanfetamìna.
Il termine Fen non è in questo percorso poiché è l’esot cinese che indica una
moneta.
\ Potare Contare
La rad PEU ha un risvolto in tagliare (vrs dalla riflessione che un figlio è
tagliato dal genitore), cui il lat PUTARE già PUERE tagliare e le
attestazioni in ital Potàre, con Potaiòlo o Potatòio, Potatùra, e fig Putàre
“ritenere” (tagliare dall’autenticità), cui Putatìvo “presunto”, questo nelle
locuzioni Padre putativo (come S. Giuseppe) e Reato putativo (un reato
pensato, ideato ma mai commesso).
\ Giusto dall’epiteto in iscrizione P.P. “padre putativo” riferito a S. Giuseppe che
sarebbe sorta la tradizione popolare di Peppe e Beppe, ipocoristico di Giuseppe.
L’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe era chiamato nella Grande Guerra
dalle truppe italiane Cecco Peppe (Francesco Giuseppe). \
Con i pref, Amputàre con Amputaziòne e Amputàto (tagliare col pref AMBI
attorno). Computàre, con Computàto, Computìsta e Computaziòne, (tagliare
per conteggio) dal prefissato lat inv COMPUTARE contare da CUM
PUTARE attestatosi in Compitàre con lo sdrucciolo Còmpito (corretta
accentazione cómpito); in area glb si conta Spelling attraverso l’ingl e Pinyin
attraverso il cinese, entrambi con valore di “computare”, eppoi *Computer
con l’omologismo Computerizzàre (attraverso l’ingl).
L’invenzione storica del computer moderno è da assegnare a V. Bush negli
anni trenta del XX sec, con i decisivi progressi effettuati da A. Mathison
Turing, che avrebbero portato a cotruire il Computer colossus. La Macchina
di Turing è un calcolatore particolare costruito nel 1936, che porta il nome
del suo inventore; a causa della sua semplicità, i programmi si rivelarono
troppo lunghi, pertanto ne fu ridimensionata l'adozione. Ancora d’attualità
invece è il Test di Turing per saggiare l’intelligenza del computer.
\ La tastiera del computer è un brevetto del 1866, integrata nelle macchine per
scrivere.
715
Oggi, nel 2012, il numero dei computer e dei cellulari (telefonini) supera quello della
popolazione mondiale ed è in continua crescita rispetto al secondo \
Il percorso prosegue con l’ellittico Contàre di Com\pu\tare-Com\pu\to cui
Cònta e Cònto da COMPUTUS con Contatòre Contàbile e Contabilità,
Contabilizzàre con Contabilizzaziòne, Contànte, Contàta, Contàto, Contatòre
e Contatorìsta, Contèggiàre con il devb Contèggio o Conteggiamènto, una
serie di composizioni quali Contabàlle, Contachilòmetri o Contakilòmetri e
Contamètri,
Contacòlpi,
Contacòpie,
Contafìli,
Contafògli,
Contafotogràmmi, Contafròttole, Contagettòni, Contagìri, Contagòcce,
Contamètri, Contaminùti, Contamonète, Contaòre, Contapàssi, Contarìghe,
Contascàtti, Contasecòndi, Contastòrie.
Nella tradizione popolare è diventato “dire-narrare”, con Contàre e Cònto
snm di Raccontàre e Raccònto (pref R-AD), con Contànza, i composti
Contabàlle, Contafròttole, Contastòrie, Contafòle attestatosi nel Veneto, Lu
cuntu e Li cunti nel mer; ma non si dimentichi l’origine lat COMPUTARE la
cui rad PEU tagliare, in questa versione fa assumere il significato di
“ritagliare e ritagliato dall’avvenimento”.
Eppoi Deputàre (tagliare per diverso ufficio) con Deputàto e Deputaziòne
già Diputàre e Diputàto, Disputàre (tagliare un argomento per trattarlo) cui
il devb Dìsputa o Dispùta con Disputàbile, Disputabilità, Disputamènto,
Disputànte, Disputatìvo, Disputàto, Disputatòre, un raro Disputaziòne, con
gli opposti Indisputàbile e Indisputàto (pref IN negativo); il franc conta
BARALHAR disputare, cui l’omologismo Sbaragliàre (pref S intensivo) con
Sbaragliamènto, Sbaraglìno (un gioco) e il devb Sbaràglio, in connessione
col prvz BARATA già scandinavo BARATTA battaglia cui l’omologismo
Baràtta con Sbarattàre (S intensivo) snm di Sbaragliare.
I prefissati nel percorso di PUERE, questo tradotto in un ant Putàre
“supporre” sopravvissuto nell’aggettivo Putativo “supposto” con la
locuzione Padre putativo, in Putacàso dalla locuzione avverbiale imperativa
Puta caso “supponi il caso (che)”, proseguono con Imputàre (IN illativo, dal
XIII sec), Imputàbile e Imputabilità, Imputàto e Imputaziòne (tagliare per
tenere in conto). Reputàre (sempre dal XIII sec, pref RI iterativodenominativo) o Riputàre, Reputàto o Riputàto e Reputaziòne o Riputazione
(ritagliare per considerare).
L’ingl contiene To TELL raccontare donde il glb Storytelling racconto
orale coniato in USA nel 1970 quale teatro d’avanguardia, cui Storyteller
narratore orale. La riflessione che l’ingl TO TELL raccontare sia connesso,
in ambito indoeur, con il gr TELE lontano-a distanza, non è da buttar via,
poiché il raccontare vale riferire di cose lontane-distanti.
\ *Pari Dispari Parecchio
Il tema PAR è d’origine etrusca; questo popolo, infatti, aveva il PARCHIS
magistrato, forse dal ruolo di risolvere la controversia fra due o più. Pàri da
PAR uguaglianza ipocoristico di PARCHIS magistrato, verosmilmente per
un concetto di giustizia uguale o per l’uguale autorità dei magistrati,
pertanto, oltre all’aggettivo, esiste anche il titolo europeo di Pàri donde il
ceto Parìa. Dal neutro plur PARIA di PAR, l’ital ha derivato il plur Pàia (due
paia vale due coppie) svolgendolo al sing in Pàio (una coppia) cui Appaiàre
716
e Appaiamènto, Disappaiàre (DIS “separazione”), Dispaiàre (da Appaiare
col cambio di pref) o Spaiàre (S sottrattivo) con Spaiàto; eppoi un Paiòla o
Paiuòla con Paiolàto “insieme (paia) di fili d’ordito avvolti a spirale sul
bindolo”, da non equivocare con Paiolàta o Paiuolàta, Paiolìna con Paiolìno,
questi da Paiòlo o Paiuòlo “recipinte famigliare”, lat volg PARIOLUM
d’origine celtica, cui i dim Paiolìna e Paiolìno, la locuzione Compagnia del
paiuolo questa un’associazione conviviale poetica fiorentina.
Nel percorso PAR, l’ital conta ancora Pareggiàre, questo denm da Pari, col
devb Parèggio, Pareggiàbile, Pareggiamènto, Pareggiàto, Pareggiatòre,
Pareggiatùra e i prefissati Dispareggiàre, Disparèggio (DIS separativonegativo), Impareggiàbile con Impareggiàto (IN negativo) e Spareggiàre con
Sparèggio (S sottrattivo), Parìglia cui la locuzione Rendere la pariglia (in
senso fig riferito a una coppia di cavalli da tiro), il prefissato Sparìglia e
Sparìglio (con S sottrattivo) con Sparigliàre e un composto Salsaparìglia
snm di Smilace, eppoi Parimènte o Parimènti, Parità, Paritàrio, un Parlàto
“doppio” (termine marinaresco) omn di Parlato da Parlare, e, con i pref,
Comparàre (CUM associativo) cui Comparàbile, Comparatìvo, Comparatòre
e Comparaziòne, Disparàre cui Disparatèzza e Disparàto (DIS separativonegativo), Incomparàbile, Incomparabilmènte, Incomparabilità (IN
negativo), prefissati dal lat PARARE pareggiare questo denm da PAR.
In opposizione, Dìspari, Disparità, eppoi Impari-ìmpari (IN negativo) cui i
composti
Imparidigitàto
(zoologico),
Imparipennàto
(botanico),
Imparisìllabo (linguistica),. In composizione, l’ital conta Paricòllo (per
indumenti), Paridigitàto (zoologia), Parificàre con Parìfica, Parificamènto,
Parificàto e Parificaziòne, Paripennàto, Parisìllabo, Paritètico. In gr, Dispari
è PERISSOS questo connesso col pref PERI, cui Perissodàttili (Ordine di
mammiferi erbivori, con DAKTYLOS dito,come il Cavallo e il
Formichiere), Perissologìa dove il termine “dispari” assume fig il significato
di “inutile” (come può esserlo il tredicesimo in una dozzina).
\ Secondo Pitagora, i numeri pari sono femminili, quelli dispari maschili \
Parècchio è il derivato dal dim lat di PAR pari-due uguali poi attestatosi
nell’indicare “più di due, molti”.
Dalla locuzione lat PAR CONDICIO CREDITORUM parità di condizione
per ogni creditore (di un unico debitore) l’ital, nella terminologia politica, ha
adottato la locuzione Par condicio, per accezione “parità di condizioni
(spazio propagandistico) per i rappresentanti d’ogni partito”.
Eppoi, dall’ar KAFF palma della mano connesso a QAFA rovescio di una
cosa, di una faccia, svoltosi nella destrezza di “cambiare velocemente una
moneta tra le dita” cui l’ital conta l’omologismo Càffo che vale “dispari”;
l’ital conta ancora l’omologismo Accaffàre che sta per ghermire.
Fuori percorso l’omologismo invariabile Pària dal tamil PARAIYAN
tamburini da PARAI tamburo attraverso l’ingl PARIAH che in India vale
“individuo privo di casta o appartenente a quella infima” e che nel mondo
occidentale è omologato in “persona di infimo ceto sociale” cui la locuzione
Paria della società. La traslazione fig da “tamburini” si spiega poiché negli
eserciti esisteva il ruolo di suonatore di tamburo assegnato a un fuori grado.
\ Parrucca Parroco
717
Parrùcca e Parrucchière sembrerebbero derivati impliciti di apparecchiare,
in verità, questi termini non hanno un etimo accertato. Sarebbero considerati
il prodotto di un inc sett di Pelo con Zucca, ma in Francia esistono i
corrispondenti PERRUQUE e PERRUQUIER. Tornando al tema lat
PARERE mostrare che avrebbe condotto a Parrucca, (e la parrucca è una
ostentazione), non è escluso che il percorso si sia defilato oltralpe, per
rientrare nel significato attuale. In memoria delle parrucche indossate anche
dagli uomini nel XVII e nel XVIII sec, il termine, meglio Parruccòne, si è
metaforizzato in “individuo antiquato, reazionario”. La moda della Parrucca
sarebbe sorta nel Seicento grazie a Luigi XIII che la indossava per celare la
calvizie.
Pèlo ci viene dal lat PILUM etim oscuro, a meno che non sia derivato dalla
rad PI-PE(UKOS) di Pino, l’albero, in richiamo alla sua chioma. In percorso,
Pelàme, Pelamènto, Pelànda “pelatoio” (omn di Pelanda sopravveste), Pelàre
dal lat PILARE con Pelàta anche “calvizie”, Pelatìna termine in Veterinaria,,
Pelàto, Pelatòio e Pelatrìce, Pelatùra, Pelòne “grosso panno peloso” (col suff
accr ONE), Pelòso o Pilòso cui Pelosità e Pelosìna (riferito ai bachi da seta),
il glb ingl Pile, Pilerìa attraverso il franc PILERIE da PILER pelare, Pelùria,
il composto Pelìfero o Pilìfero, i prefissati Soppèlo( SUB sotto) vale
“specifico taglio da macellaio”, Spelàre (S sottrattivo) e Spelàto cui
l’iterativo Spelacchiàre con Spelacchiàto e il sostantivo botanico Spelàia in
percorso con Spelatrìce, Spelatùra e il composto Spelafìli, eppoi Piluccàre
dal lat volg PILUCCARE iterativo di PILARE con Piluccòne e il prefissato
Spiluccàre (S intensivo), il glb franc Peluche; ed ancora Pilòrcio o Spilòrcio
(con S durativo) questo inc tra Piluccare e Sorcio nel senso “che conta pure i
peli” cui Spilorcerìa, l’omn fig Spilòrcio o Spilòrcia “fune sottile per
strascicare la rete da pesca”. Dallo specifico lat GLABRUM pelato-liscio,
l’ital conta “roccia eruttiva” con Gàbbrico con la dissimulazione della serie
gl…br in g…br; termine alieno Gàbri, omologismo dall’iranico GABR colui
che dà.
Il termine Pelare è utilizzato nelle composizioni con PELA quali il fig
Pelagàtti e Pelapatàte.
Termine alieno è Peloritàno questo demotico del promontorio siciliano dal
toponimo Peloro, snm del demotico Messinèse da Messina. Pelànda o
Pellànda (omn di Pelanda da Pelo) appare alieno nel percorso, dal franc
HOUPPELANDE già ingl ant HOPPADA sopravveste, cui l’omologismo
Palàndra con Palandràna varianti di Pelanda, vrs sovrapposti a Pelanda nel
significato di “peloso” quale tessuto; infine, l’omologismo omn Palàndra di
genesi ol BIJLANDER (BYLANDER) o Balàndra atraverso il franc
BALANDRE che sta per una sorta d’imbarcazione.
Il verbo Pelare, snm di Depilare o Spelare in enantiosemia dal “mettere i
peli”, s’è attestato da un’espressione gergale indicante l’operazione che
segue la mattazione di una bestia o che precede la concia. Pelare vale quindi
spennare, rapare, togliere le foglie, escoriarsi, perdere i capelli, sbucciare e
infine, fig, ghiacciare, scottare.
L’altro snm di Pelare è Rapàre, questo fig un verbo denm da Ràpa “pianta
erbacea delle Crocifere” inv dal lat RAPA, da un arcaico RAPUM
718
rintracciabile nel ted RUBE, cui Rapaccìni; da Rapa derivano i termini leniti
(la p in v) quali Ravizzòne “sorta di pianta erbacea”, il dim fig Raviòlo con
Raviolatòre e Raviolatrìce, un glb cinese Wonton “raviolo”.
Da Rapa, il percorso conta Rapàio, “terreno coltivato a rape”, Rapaiòla
“sorta di farfalla”, i fig Raperìno e Raperùgiolo questi snm di Verzellino,
Rapastròne è il fig Raperònzolo o Rapònzolo “delle Campanulacee”.
\ Raperonzolo è l’unico racconto dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm (XIX sec) che
inizia con la locuzione favolistica o fiabesca C’era una volta \
Da Rapa, come si potrebbe credere, non deriva affatto il dim Ravanèllo, ma
questo è una variante lenita di Rafanèllo o Rapanèllo dim di Ràfano dal lat
RAPHANUS già gr RAPHANOS, cui ancora Ravastrèllo dim dal lat
RAPISTRUM, con perdita della h del gruppo gr PH.
Fuori percorso Rapazzòla o Rapazzuòla “sorta di giaciglio rustico” vrs dalla
rad mediterranea RAVA “massa di detriti” in senso fig al variegato materiale
usato per il riempimento.
Zùcca, metaf “testa rapata”, cui la corruzione volg mer Ciucca (snm di
Ciucca da “inghiottire” con il dim Ciucchetella (questo anche con valore di
“teschio”) a sua volta, dal lat CUCUTIA, connesso con il tema med
KUKKA punta, cui Cocùzza o volg Cucùzza questo anche in cognomastica
Cucuzza; l’origine rad del significato di “punta” emerge in Cocùzzo o
Cucùzzo con Cucùzzolo o Cocùzzolo. Attraverso un processo di metatesi
da Cocuzza in Cozucca, il termine s’è semplificato successivamente in
Zucca con aferesi di Co, pare già nel lat volg in TUCCA, Zuccàia, Zuccàio,
Zuccaiòla, Zuccàta (fig anche un bel colpo alla testa), Zucchètta, Zucchètto
(fig una sorta di copricapo) questo indicato con Solidèo indossato dal
pontefice, termine che è l’ipocoristico sostantivato della locuzione “(da
togliere) solo al cospetto divino” a riaffermare così il ruolo di Vicario. Il
percorso conta ancora Zucchìna o Zucchìno, il fig Zuccòne con
Zucconàggine, il fig Zuccòne, Zucconàre e Zuccòtto, questo snm di
Zucchetto ed ancora “dolce semifreddo” che fig lo ricorda, un prefissato
Assuccàre (AD allativo) in gergo marinaresco dal ligure, attraverso una
locuzione fig A zucca, eppoi la locuzione Sale in zucca da una ant pratica di
utilizzare una zucca svuotata e secca a mo’ di contenitore per il sale,
appunto. Il lat conta la variante scientifica CUCURBITA per Zucca, cui
Cucùrbita e Cucurbitàcee (la Famiglia cui cetrioli, cocomero, melone…). La
locuzione lat CUCURBITAE CAPUT valeva per l’attuale Zuccone.
Tra le varietà di zucca, a seconda della forma, si contano Zucca trombetta,
Zucca violina e Zucca Barucca (nel veneziano, con il volg Barucca che vale
Verruca).
\ Negli USA, la zucca addattata a lanterna nelle notti di Halloween è chiamata Jacko’-lantern; il termine Halloween è l’ipocoristico di ALL HALLOW EVEN Vigilia di
Ognissanti \
Con l’apposizione del pref TRA “attraverso”, s’è ottenuto il verbo denm da
Pelo, Trapelàre “vedere attraverso i capelli lunghi (facendo finta di non
vedere)”, riversatosi nel significato di oggi. Utilizzato in composizione,
ricalcando il gr ORTHO TRIKS ed il lat HORRI PILUS, è nato Orripilànte
“da far rizzare i peli” da Orripilàre cui Orripilaziòne; il primo membro è dal
719
lat HORRERE aver orrore, da rad GHERS eccitarsi, cui Orrèndo con
Orrendèzza, un desueto Orrere-òrrere, Orrìbile con Orribilità, Orrido-òrrido
con Orridèzza, Orridità, Orrìfico, Orrìre, Orròre con Orroròso e il glb ingl
Horror, il prefissato Aborrìre o Abborrìre (AB HORRERE) con Aborrèvole
o Abborrèvole con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Aborrimènto
o Abborrimènto, Aborritòre o Abborritòre, il cui fenomeno d’attestazione
dialettale della doppia b richiamerebbe Obiettàre o Obbiettàre; termine
pseudoetim è Borìre o Borrìre con Borìta o Borrìta è l’omologismo dal long
BURRJAN con valore di “far volare la selvaggina per abbatterla”. Ancora, il
prefissato Inorridìre (IN illativo) con Inorridìto.
Fuori percorso ancora Orrettìzio e Orreziòne, questi un adattamento da
Obrettìzio e Obreziòne che, col pref OB contro, valgono “contro ciò che è
retto”, ossia “atto fraudolento”, vrs in connessione metaf con Rèttile nel
significato di “essere infido”, questo dal lat REPTILIS derivato di REPTUM
supino del verbo lat REPERE strisciare donde REPTARE, cui gli espliciti
Reptàte, Reptànti (Gruppo di crostacei), Reptatòrio e Reptaziòne; eppoi un
Rèttile “organo strisciante” adottato in botanica, Rettilàrio, Rèttili (la
Classe), l’aggettivo Rettilàno.
Col pref OB si ha OBREPERE “strisciare-penetrare furtivamente” cui
OBREPTICIUS e in ital Orretìzio o Obrettìzio.
Tra i rettili, il pù grosso oggi vivente è il Varàno detto Varano di Komodo
dal lat VARANUS questo omologismo dall’ar WARAN cui Varànidi la
Famiglia dell’Ordine dei Sauri e il preistorico Varanosàuro. Gèco, altrimenti
detto Stellione o fig Tarantola, è l’omologismo dal malese GEKOQ,
attraverso l’ingl GECKO, cui Gecònidi (la Famiglia dei Rettili Sauri);
l’origine etim pare sia onomatopeica dal verso dell’animale
Da REPERE, si conta il percorso Surrettìzio o Sorrettìzio “reticenza
intenzionale – in difformità all’esattezza e/o alla coerenza di un concetto” con Surrettiziamènte e Surreziòne (SUB REPERE); per l’esot franc Reps
“tessuto per abiti” è vrs la connessione fig con il lat REPERE. Da non
equivocare includendo in questo percorso il termine Insurrezione questo da
IN SURGERE.
In gr, Pelo è dunque THRIKS TRIKHOS, cui Istrice-ìstrice (composto col gr
HYS porco per la somoglianza del pelo) con Istrìcidi (Famiglia di roditori),
Istricifòrmi, Istricomòrfi.
\ Contrariamente a quanto indica un luogo comune, l’Istrice non lancia i suoi aculei
verso il nemico ma ha la proprietà di poterli sbatterli, emettendo suoni che spaventano
l’assalitore, La credenza è nata vrs dal fatto che qualche aculeo si stacchi e rimanga
sul terreno.\
I percorso prosegue con Trichèco “che ho il pelo” snm al plur di Odobènidi,
Trichìasi (suff patologico IASI dal gr IASIS), Trichìna, Trichinòsi,
Tricolòma (genere di funghi, col gr LOMA lembo), Trichomònas (col gr
MONAS mònade), il prefissato Polìtrico “sorta di Musco” con Politricàcee
(Famigliua di Muschi), Polìtropo “di versalità” (col gr TROPOS da TREPO
io volgo), ancora sia il franc TRICOT sia il neerlandese TRIQUE, che
stanno per maglia; l’associazione fili di lana con fili di capelli è, infatti,
chiara. Il percorso conta ancora il pref e suff TRICO per composizioni quali
720
Tricocèfalo, Tricòfilo, Tricofobìa, Tricògeno, Trigoglòsso (lingua con
spicola), Tricologìa con Tricològico e Tricòlogo, Tricolòma (genere di
fungo, col gr LOMA bordo), Tricòma (suff medico OMA per
infiammazione) Tricomonìasi (col gr MONAS mònade), Tricoptilòsi
(malattia dei capelli provocati da un PTILON insetto), Tricòsi (patologia, col
suff medico OSI utilizzato in composizioni), Tricotomìa (rasatura medica
dei peli), Tricòtteri (Ordine di insetti, col gr PTERON ala), eppoi Anfìtrico
(organismo biologico, col gr AMPHI da ambo le parti) in connessione con
l’onomastico letterario Anfitrione cui il termine Anfitriòne “padrone di casa”
vrs nel senso di “piacere reciproco (da ambo le parti) nel ricevere”, Polìtrico
(col gr POLYS molto), Ulòtrico che col gr OULOS crespo vale “capelli
ricci”, Cimòtrico che col gr KYMA onda vale “capelli ondulati”, Leiòtrico o
Lissòtrico che col gr LEIOS-LISSOS liscio vale “capelli lisci”.
In connessione fig col gr TRIKHOS, il percorso conta il glb franc Tricot
“tessuto a maglia” da TRICOTER lavorare a maglia.
Dal gr TRIKHIA corda connesso a TRIKHOS pelo,capello, il lat conta
TRICHIA fune cui Trèccia, Intrecciàre, Intrèccio
\ La locuzione Treccia della lattaia indica una sorta di acconciatura che nel passato
era utile alle donne mungitrici, perché i capelli non cadessero nel secchio del latte \
Il lat conta ASSERERE con valore di intrecciare cui il risvolto da fig in
semant con Asserìre, Asserimènto e Asserziòne, poi dal Pp ASSERTUS si
ha Assertìvo con Assertività, Assèrto, Assertòre, Assertòrio e Asserziòne.
Il percorso col gr TRIKHIA conta ancora il prefissato Atrichìa “assenza di
capelli” con A privativo, il composto morfologico ondulato Cimotrichìa col
gr KYMA onda… TRICAE imbroglio, cui Trècca e Treccàre “imbrogliare”,
ma anche fig una rivendugliola di frutta, verdure e legumi, e si potrebbe
ragionevolmente pensare ad una connessione con la rad STREI di Strìa già
Strìgia, Striàre, Striàto, Strigàre o Estrigàre o Stricàre (pref EX con un denm
da TRICAE), Strìngere inv dal lat STRINGERE con Strìnga, questo devb da
STRINGERE, Stringimènto e il Pp Strètto da STRECTUS, Striziòne con
Strittìvo dal lat STRICTIO STRICTIONIS stringimento; in genovese Stringa
è Trena cui Trenptta “pasta alimentare”. Il percorso prosegue con i prefissati
Astrìngere (AD allativo) con Astringènte, Costrìngere (CUM associativo)
con Costrettìvo o Costrittìvo e Costrittìva, Costrètto o Constrètto,
Costringimènto o Constringimènto, Costrittòre, Costriziòne o Constriziòne o
ancora un desueto Costrinziòne; eppoi Districàre da EX TRICARE (il cui
pref EX fuori è stato sostituito da DI privativo) o il desueto Distrigàre con
Districamènto, Distrìngere da DIS STRINGERE (DIS d’opposizione) già
Distrìgnere, Estricàre ancora da EX TRICARE (dove il pref EX fuori muta
nell’ital S) o Stricàre o ancora Strigàre con Estricamènto, Intricàre (IN
illativo) o il lenito sett Intrigàre col devb Intrìco o Intrìgo, Intrigànte,
Intricamènto e Intrigàto, Prestìgio da PRAE STIGIAE (PRAE prima) cui il
denm Prestigiàre da PRAE STRINGERE nel senso di “avvincere (con
l’inganno)” con Prestigiatòre e Prestigiòso cui ancora il composto
Prestidigitatòre “che agisce presto (stretto) con le dita” sovrapposto a
DIGITUS dito, Restrìngere da RE STRINGERE (RE d’azione) con
Restringènte, Restringimènto, Restringitìvo, Restrittìvo o Ristrettìvo dal Pp
721
RESTRICTUS cui l’aggettivo Ristrètto e ancora Restrittivamènte,
Restriziòne e Ristrettèza, eppoi Ristrìngere da RI STRINGERE (RI
reiterativo) talvolta intercambiabile con Restringere cui Ristringimènto,
Ristringitùra; dal franc l’ital conta il glb Escamotage “gioco di prestigio”.
Dall’estensione della rad STREI in STREIG è pervenuto il lemma Strìgile,
cui Strigilatùàra, dal lat STRIGILEM già gr STLENGIS raschiatoio, in
percorso con Strìglia o il toscano Strègghia o Strèglia dal lat volg
STRIGILA attraverso il franc ESTRILLE , Strigliàre o Stregghiàre,
Strigliàta, Strigliatòre, Strigliatùra.
Dal volg STRICTIARE da STRINGERE, l’ital conta il fig Strìzza snm di
Fifa e Paura, Strizzàre, Strizzàta, Strizzatòio, Strizzatùra, Strizzòne.
Strizzacervèlli è lo psichiatra e simili in forma popolare.
Dal sct JUTA o JATA treccia di capelli, l’ital conta l’omologismo Iùta già
Jùta cui Iutièro attraverso l’ingl JUTE che a sua volta aveva attinto al
bengalese JHUTO o JHOTO.
Il lat conta ARTARE stringere da ARTUS già ARCTUS stretto (Ved
Deserto…) cui Arctaziòne, Artàre, Artàto questo omn di Artàto “fatto
(furbescamente) ad arte”, i prefissati Coartàre, Coartàto, Coartaziòne; da
non equivocare col pref ARTO semplificato da ARCTO in gr ARKTOS
orso.
Viepiù, dal tema med GRAMA intreccio, l’ital ha ricavato Gràmola,
Gramolàre, Gramolàta, Gramolatùra; fuori percorso dovrebbe esserci Gràmo
dal long GRAM affanno-sofferenza cui Gramàre e Gramèzza, l’esot
Gramàglia “veste da lutto-sofferenza” attraverso lo sp GRAMALLA veste
da magistrato (vrs per le sentenze di condanna), e il composto Menagramo
(Ved Mina in Lume…); tuttavia, nulla toglie di riflettere che fig GRAM
soffrire vale GRAMA contorcersi, perché dunque non alludere ad una
connessione etim. Ancora fuori percorso, stavolta inequivocabile,
Gramicidìna (antibiotico) dallo scopritore dott. H. CH. J Gram.
Pàrroco, Parròcchia e Parrocchiàni sono allitterati con PAREREApparecchiàre, tali da farli credere in connessione. Parroco è dal lat
PAROCHUS somministratore, dal gr PAROCHOS provveditore. Dal rad
PER produrre, svoltosi in covare e in procurare, si sarebbe dunque diramato
un ulteriore percorso semantico, quello di somministrare e provvedere;
pseudoetim nel percorso, si avrebbe Parrocchètto o Parochètto o
Perrocchètto, attraverso il franc PERROQUET “sorta di pappagallo” e fig
“attrezzatura navale” poiché questa ricorda il trespolo per il volatile. Il
Parrocchetto notturno è una varietà di pappagallo che nel 2012 è considerata
in estinzione.
Per assonanza, è definibile Parrocchetta la parrocchiana che nel passato
ripeteva le messe in latino senza conoscere la lingua; per estensione è il
cantante che si esibisce in lingua straniera senza conoscerla.
Omn di Piviere (sorta di uccello), l’ital conta Pivière da Piève questo termine
cristinizzato dal lat PLEBEM plebe con la variante Piòve e vale “parrocchia
minore” (sparse nelle campagne), cui ancora rimangono i toponimi quale
Pieve di Soligo e Piove di Sacco nel Veneto; in percorso, Piviàle già
Pieviàle, Pievàno con Pievanìa e, in complanare, Piovàno (omn di Piovano
722
da Piova “pioggia”) con Piovanìa e Piovanàto.
\ Connettere
Intrecciare è tra i snm di Connèttere, dal lat COM NECTER congiungere, in
percorso con Connessiòne, Connèsso, Connessùra, Connettìvo con
Connettivàle e Connettività, Connettòre, da rad NEGH collegare, cui Nèsso
1
e, col pref AD, Annessiòne, Annèsso, Annèttere… Dal gr ARTAO
connetto, il gr ha tratto ARTERIA svoltosi inv in lat e nell’ital Artèria con
Arteriòso, il patologico Arterìte e la composizione Arterioscleròsi o
Arteriosclèrosi (accentazione gr) col gr SKLEROS duro.
I greci ant consideravano la Trachea un arteria particolare, dato che al tatto
risultava aspra, pertanto era identificata con TRAKHEIA ARTERIA arteria
aspra, da TRAKHYS aspro cui Tracòma e Tracomatòso “patologia degli
occhi”; così l’organo ha assunto quale nome un suo attributo cui Trachèa
con Tracheàle, Trachèide (botanica), Tracheìte, Trachèlio dal gr
TRAKHELOS svoltosi in estensione per collo, e il pref TRACHEO per
composizioni quali Tracheobronchìte, Tracheoscopìa, Tracheotomìa con
Tracheotomizzàre. Nel percorso, il composto Trachimedùse e Trachìnidi
(tassonomia per Famiglia di pesci Perciformi) cui Tràchina o Tràcina
(parasnm di Dracèna) dal lat DRACAENA femmina del drago e Trachìno
con la locuzione lat TRACHINUS DRACO tradotta Trachino dragone,
eppoi Trachìte (minerale) con Trachìtico Trachittèridi (col gr PTERON ala,
Famiglia di pesci). Altre locuzioni Tracina drago, Tracina ragno, Tracina
raggiata e Tracina vipera.
Il termine assonante Tràcico, invece, è dal lat THRACICUM già gr
THREIKEKOS, relativo al coronimo Tracia dal gr THRACIA.
1
In linguistica, per Nèsso s’intende un guppo letterale, vocalico (arancia) o
consonantico (stranezza), ovvero una successione di diversi suoni vocalici o
consonantici contenuti in un lemma, quasi a costituire un unico suono (risultante
sonora), eclatante nel nesso gn considerato una sola consonante palatale.
\ Sparadrappo Cera Testa Teste
Attraverso il franc SPARADRAP \ DRAP stoffa di genesi celt-gallica con il
lat tardo DRAPPUS drappo, il glb franc Drap \ è tornato nel volg
Sparadràppo “cerotto”, attraverso il lat medv SPARADRAP(P)UM che
starebbe per “stoffa o fazzoletto (drappo) che ripara” (dalle impurità
esterne) con un pref S di valore intensivo; altra ricerca lo comporrebbe con
un pref da Sparare (S sottrattivo) nel senso di “squarciato” e quindi “drappo
per lo squarcio (della carne)”.
Particolare il vocabolo Ceròtto, o il desueto Ceròttolo, snm di Sparadràppo,
con il prefissato Incerottàre cui Incerottatùra (IN illativo); Cerotto contiene
l’identica rad di Cera, infatti, era stato coniato come “unguento di cera” per
chiudere le ferite, col suff alterativo OTTO di valore dim simile al suff
ETTO cui Ragazzòtto e Ragazzètto. Ragàzzo è l’omologismo dall’ar
RAQQAS messagero, transitato dal lat medv RAGATIUS cui il neologismo
nel linguaggio giovanile Ràga per Ragazza; il ragazzo di bottega è un
Garzòne, questo un esot dal franc GARCON valletto, di genesi ger, cui il
medv Garzonàto.
Dal franc viene i glb Garzonne e Garconniere, questo italianizzato in un
723
risibile Giovanottiera in tempi di regime fascista nemico degli esotismi.
Il volg conta uno Sfitìnzia “ragazza” d’etimo non accertato, vrs attraverso il
gr PHYTON pianta in senso fig con pref S intensivo o sottrattivo
dall’immagine di una pianta che emerge (cresciuta) o che è tolta dal vivaio
(giardino).
Tornando al lemma Cèra, occorre fare una distinzione: il derivato dalle api
ha origine etim arcana inv dal lat CERA cui Ceràio, Ceraiòlo o Ceraiuòlo, il
composto Ceralàcca (in composizione con Lacca), Ceràre con Ceràto
(sostantivo e aggettivo, omn di CERATO corneo) e Ceratùra, i fig
l’aggettivo Cèreo, il sostantivo fig Cèreo “Genere di piante delle Cactacee”,
Cererìa, i dim Cerètta e Cerìno (questo nel senso di “fiammifero di cera” è in
uso dal ‘900 anno della sua invenzione), l’accr Ceròne con Inceronàre,
Ceròma dal gr KEROMA “unguento” ma anche Ceròma (suff patogico
OMA), Ceròso, Ceròtico, Cerùme, eppoi i prefissati Deceràre (pref DE
privativo) con Deceràto, Inceràre (pref IN illativo) con Inceràta, Inceratìno
Inceràto e Inceratùra, il pref CERO per composizioni quali Cerìfero (col
pref FERO “che porta-produce”), Ceroferàrio “che posrta il candelabro”con
il lat FERRE portare), Cerografìa, Ceroplàsta e Ceroplàstica (col verbo gr
PLASSEIN plasmare cui PLASTIKOS); ed ancora i fig Ceràmica dal gr
KERAMIKE lavorata come cera con Ceràmico, Ceramìsta, Ceramografìa, e
Ceramògrafo, Ceramologìa e Ceramòlogo. Sorta di ceramica rinomata è
indicata con Faènza dall’omn toponimo cui Faentìna, da non equivocare con
Faesìte “impasto di fibre” relativo al toponimo Faè dove ebbe avvio la
lavorazione,
Fuori percorso Cerfòglio o Cerfùglio dal lat CAEREFOLIUM già gr
KHAIREPHYLLON “sorta d’erba aromatica delle Ombrellifere” composto
col gr PHYLLON foglia e con un termine in pref d’etim non rintracciuata.
Il percorso continua con il volg Ciriòla “sorta di panino-tagliatella” fig
“persona inaffidabile” ancora “piccola anguilla” cui Ciriolàre, dal lat
CEREA a forma di candela; eppoi Ceràsa “ciliegia” è dal gr KERASION
vrs per quel suo aspetto lucido, appunto come una ceramica, cui il dim
Cerasèlla, Cerasèto, Ceràso e Cerasòlo o Cerasuòlo, il composto
Cameceràso “sorta di pianta con bacche simili alle Ciliegie, altrimenti detto
Ciliegio di montagna (col gr KHAMAI in basso).
Il gr KERASION si era attestato nel lat CERASUM e nel volg CERESJA,
frutto del genere Prunus importato appunto nel 73 aC dalla regione di
Cerasus in Turchia, oggi Giresun; Cerasunte è nella toponomastica che
s’affaccia nel Mar Caspi.
Eppoi foneticamente e graficamente dal XII sec nell’ital Ciliègia (plur in ge
o gie) o Ciriègia, e Ciliègio o Ciriègio con Ciliegiàio, Ciliegiàta, il dim
Ciliegìna con Ciliegìno, Ciliegiòlo o Ciliegiuòlo o ancora Ciriegiòlo.
\ Da un’ant credenza, la Ciliegia è il portafortuna degli amanti, da qui il folclore di
utilizzare una coppia di ciliegie a mo’ di orecchino \
L’ingl conta CHERRY ciliegia cui la locuzione Cherry brandy con il glb
Cherry. \ La ciliegia contiene le stesse proprietà antidolorifiche dell’aspirina\ Dal gr
KEROS cera, l’ital conta Cherosène o Kerosène (suff chimico ENE per
Idrocarburi), eppoi Kerogène questo materiale organico ceroso che precede
724
la formazione del Petrolio.
L’omn Cèra “espressione del viso” cui il prefissato Accerìto (AD allativo)
fig “acceso in volto”, deriva invece dal gr KERAS KERATOS testa-corno,
rad KER sporgere (Ved Rad KER in Metro…), transitando dal franc ant
CHIERE questo dal lat medv CARA volto già gr KARA testa.
Il termine Tèsta, cui Testàtico (ant imposizione fiscale), Testièra, i prefissati
Attestàre (omn di Attestare da Testa), Intestàbile con Intestàre, Intestatàrio
ed Intestàto (omn di Intestato da Teste), ci viene inv dal gr TESTA e vale
“corazza di tartaruga, carapace”, ma anche “conchiglia” e poi “recipiente”
snm di Testo, cui Testùggine con la variante Testùdine, Testudinàti (Ordine
di rettili) e Testuggìneo dal lat TESTUDO TESTUDINIS; il verso della
testuggine pare un gatto che soffia. Rispetto alla Tartaruga che è
esclusivamente marina, erbivora o carnivora, la Testuggine può essere
terrestre “erbivora” e d’acqua dolce “carnivora”. La Testuggine romana, era
la fig formazione di difesa in battaglia, costituita da un gruppo di militi
serrati e protetti da una copertura di scudi. La Testuggine vive in media 100
anni, un secolo, la più alta età nel mondo animale.
Il lat aveva infatti svolti il gr TESTA in TESTUM “coperchio di pentola di
terra-teglia” cui Tèsto (omn di Testo “tessuto”) con Testaròlo e Testàta (omn
di Testata da Testa); dal dim lat TESTULUM inc con Conchiglia è stato
coniato Tèschio.
Il veneto Intestadura è un ant termine che indicava la chiusura idraulica di
testa a un segmento del Piave condotto a scorrere verso destra per
incontrrare il Sile, confluendo in un unico letto nel mare; segmento
denominato Vecio Piave. Il fiume grande venne incanalato verso la foce con
un nuovo alveo a sinistra.
L’idronimo Piave, d’etimo ignoto, non è mai citato nell'antichità, e ciò
avrebbe condotto a credere che il fiume era conosciuto solo nella parte finale
confluito nel Sile.
In percorso indoeur, dall’ingl TEST saggio-prova l’ital conta il glb Tèst
attraverso l’ant franc TEST “piccolo contenitore per saggiare l’oro” cui gli
omologismi Testàre (omn di Testare da Teste) e Testìsta, il glb Tester
(strumento elettronico, omologismo dall’ingl TO TEST provare), ma
l’origine è dal lat TESTUM vaso (per il trasporto marittimo) svoltisi nel
medioevo col significato specifico di “vaso di terracotta” e, infine, quale
“vaso per le prove nei laboratori chimici”.
725
Dall’aramaico GULGULTA luogo del cranio cui l’omologismo Golgota, il
lat aveva coniato il calco CALVARIUM da CALVARIA teschio e
l’italianizzato Calvàrio, questo fig “decorso di tribolazione”. Da qui è
spontaneo andare alla connessione con il termine lat CALVUS cui Càlvo,
Calvèzza da CALVITIA attraverso il volg CALVITJA cui Calvìzie e
Calvìzio dal plur CALVITIES, il prefissato fig, quale termine agricolo,
Scalvàre (S sottrattivo) o Scàlvo con Scalvatùra, eppoi Calbìgia “sorta di
frumento” per il fatto che è calvo di reste attrraverso la pron sett di Calvizie.
A Carlo II di Francia fu assegnato l’epiteto il Calvo.
\ Stando a Plinio, l’infuso ci vino, zafferano, pepe e sterco di topo risolverebbe la
calvizie.\
Seguono nel percorso di TESTA, Testàceo, Testàta (omn di Testata da
Testo), Testatìna, Testàrdo (suff spregiativo ARDO) con Testardàggine snm
di Caponaggine o Cocciutaggine, e Intestardìre.
Il lemma Tèste, invece, è dal lat TESTIS dal più ant TRISTIS e vale “colui
che sta nel tre”, ossia il terzo tra i due contendenti, donde Testàre (omn di
Testare da Test) dal lat TESTARI, Testàbile con Testabilità, Testànte e
Testamènto dal lat TESTAMENTUM (il libro che attesta il patto tra Dio e il
popolo ebraico) cui, in locuzione, Antico o Vecchio Testamento o Bibbia e
Nuovo Testamento o Vangelo; il Testamento ha anche un valore temporale
poiché indica i tempi antecedenti e immediatamente seguenti alla Venuta del
Messia.
Il percorso prosegue con Testatòre, Testimòne o Testimònio (con suff
MONIUM ciò che compete, logicamente al Teste) con l’aggettivo
Testimoniàle, il glb ingl Testimonial, eppoi Testimoniànza col snm
Testificaziòne e il prefissato Contestimoniànza, Testimoniàre con un snm in
Testificàre cui Testificatòre, le locuzioni Testimone oculare e Testimone
auricolare e, sorprendentemente, Testìcolo dal dim lat TESTICULUS “il
piccolo terzo tra i due” accezione speciale di TESTIS testimone cui
Testicolàre; da questo deriva il nome assegnato all’ormone maschile
Testosteròne ellittico della composizione Testicolo con Steroide ed il suff
biologico ONE.
Da una digressione dall’ebr, Testicoli ha un snm volg in Zebedei, dai due
figli di un Zebedeo.
Con i pref si ha Attestàre (omn di Attestare da Testa) da AD TESTARI con
Attestàto e Attestaziòne, Contestàre da COM TESTARI portare a citazione i
testimoni (omn di Contestare da Testo) con Contestàbile (omn di
Contestabile da Connestabile) e Incontestàbile, Contestaziòne, Contèste che
vale Contestimòme, Detestàre (in origine, “rigettare la testimonianza”) con
DE ablativo cui Detestàbile, Detestàndo, Detestatòre e Detestaziòne,
Intestàto “che non ha fatto testamento” (omn di Intestato da Testa) con IN
privativo, Protestàre da PRO TESTARI citare pubblicamente con Protèsta e
Protèsto, Protestànte con Protestantèsimo (dalla riforma religiose del XVI
sec) e Protestàntico, Protestatàrio, Protestatìvo, Protestàto questo adottato
anche in econonia cui la locuzione Cambiale protestata e nel campo artistico
cui la locuzione Cantante protestato “rifiutato dagli impresari”, Protestatòre,
Protestatòrio, Protestaziòne; Protestare vale anche Boicottàre, questo
726
omologismo dal franc BOYCOTTER ispirato al nome di un capitano
inglese, J. Boycott, contro il quale, nel ruolo di amministratore, ci fu una
forma di protesta (interruzione d’ogni rapporto) da parte dei coloni nel 1880,
cui Boicottàggio da BOYCOTTAGE e Boicottatòre.
Una breve riflessione sul lemma TRISTIS-TESTIS, il cui suff STIS è nel
percorso del verbo lat STARE, cui l’ital Stare, e che ritroviamo in
CAELESTIS Celèste “sta in cielo” dal lat COELUM cielo, cui Cièlo e
Celètto, con Celèsta o ancora Celèste “strumento musicale”, Celestiàle,
Celestìno e le varianti Celèstre, Celèstro, Cilèstre, Cilestrìno, Cilèstro, il
composto Celostàto (con suff Stato) “strumento astronomico”, il prefissato
Incielàre o Incelàre (IN illativo), l’onomastico Celeste con Celestino svoltosi
in “che viene dal cielo”, la locuzione Corpo celeste; il percorso prosegue con
la tonalità cromatica Celèste (come il colore del cielo) col snm Cerùleo
(colore del cielo) da CAERULIUM e Cèrulo da CAERULUM, in vrs
connessione con la rad KERE del mistico Cereale. Celeste è il colore
artistico del cielo dal Rinascimento, che va a sostiture il bizantino colore
oro.
\ La Scala di Torino calcola la probabilità d’impatto di un corpo celeste con la Terra.\
Nella Commedia dantesca, a differenza dell’Inferno suddiviso in Gironi e
del Puregatorio in Cornici, il Paradiso lo è in sette cieli cui la locuzione
Essere al settimo cielo “vivere un momento di immensa felicità”
L’ital conta ancora Cèsio “celeste chiaro”dal lat CAESIUM, di rad
preindoeur, questa vrs l’ ant matrice di Celeste e Ceruleo, donde, fig per il
colore, l’elemento chimico Cèsio (simbolo Cs) col composto Cesioterapìa e
vrs Cesèna (sorta di tordo) inclusi i toponimi Cesena e Cesenatico.
PARERE
Dal lat PARERE, Parère è legato al senso di “mostrarsi in modo
diverso” oppure “sembrare probabile, vrs, giusto, convincente…” da
questi il sostantivo Parère snm di Valutazione, Giudizio...
Attraverso il franc RAI esiste il glb Rai “sorta di musica nata dalla
fusione di rtmi andalusi e beduini”, termine di genesi ar RA’Y che
vale parere derivato da RA’A vedere.
Il Parèo è il perizoma indossato dagli indigeni Hawaiani e dei mari
del Sud ed è un termine del patrimonio linguistico hawaiano,
emigrato nel franc PAREO e passato in omologismo nella nostra
lingua.
COMPARIRE
Dal lat volg COMPARIRE, dal class COMPARERE, composto di
COM e PARERE mostrarsi è comunemente usato quale snm di
Apparire. La Compàrsa (adottato già dal XVII sec) è dunque “chi
appare con altri”, un snm di Figurante (dal 1777), cui Comparsàta, al
contrario è Scompàrsa (con due pref, S sottrattivo e COM).
Comparsàme è il collettivo delle tante comparse anonime di uno
spettacolo. Comparsàta è una breve apparizione, sul ricalco di
Videata.
727
Il pref di compagnia CON (CUM-COM) indicherebbe un’azione
associata e di compiutezza; pertanto, sarebbe pleonastico usare
l’espressione Comparire con (insieme a...), più correttamente
Apparire con (insieme a...). È l’identica riflessione per Conservare
uguale a “serbare con ...” e per tantissimi altri lemmi col pref
d’azione associativa. Sembrerebbero più consone alle origini
espressioni quali: Il protagonista è apparso in proscenio insieme
all’antagonista, Il protagonista e l’antagonista sono comparsi sul
proscenio, Il protagonista è comparso (da intendere, insieme agli altri
attori). La cravatta l’ho serbata (riposta) con la camicia nel primo
cassetto, Ho conservato camicia e cravatta nel primo cassetto, Ho
conservato la camicia (da intendere, insieme con altri capi).
\ Prefisso CARIO
Esiste in alcuni lemmi composti il pref CARIO, che pare sia d’area
mediterranea a largo respiro, con adeguamenti fonetici, individuabile, ad
esempio, in Carapàce, che è la corazza della tartaruga, dell’aragosta e dei
granchi, omologato dallo sp CARAPACHO e dal franc CARAPACE.
Vrs connesso col gr KARYA noce e KARYON nucleo (ad esempio di
mandorla) - seme…cui Cariòsside “sorta di frutto secco” col suff OPSIS
aspetto, il dim lat CARILIUM cui Gherìglio o Garìglio, intessuto d’etim
arabe, il pref è rintracciabile in parole quali Caràbo “coleottero” (vrs in
senso fig dall’originale “piccola imbarcazione”) cui Caràbidi (la Famiglia),
Caràto “piccolo peso”, questo omologismo dall’ar QIRAT, Carbòne dal lat
CARBO; eppoi Grànchio dal gr KARKINOS granchio cui il fig Gravìna
“piccone” (omn di Gravina da Grava) attraverso il gbz KARABOS
granchio, con i prefissati fig Ingranchìre (IN illativo), Raggranchiàre o
Raggranchìre (doppio pref RAD intensivo), Sgranchìre (S sottrattivo) o
Sgranchiàre con Sgranchiàta; il Granchio gigante ha assunto il soprannome
di Godzilla.
Granchio, poi, svoltosi nel lat CANCER, cui il segno zodiacale Càncro, e
che ha dato lo stesso di Càncro svoltosi nel termine medico corrente cui
Canceròso, Cancrèna con Cancrenòso, ed ancora lo stesso di Cànchero cui
Cancheròso con la variante Tànghero 1 (già dal 1685), termine, però, che
pare si sia sovrapposto a CARCER carcere assumendo così, oltre al
significato di “malanno”, anche quello di “persona con cattiva fama ” con un
snm in Buzzurro (dal 1808). Dal gr KARKINOS granchio svoltosi in
“cancro”, l’ital conta in medicina Carcinòide, Carcinòsi e il termine
CARCINO usato in composizione quali Carcinogènesi, Carcinologìa,
Carcinomatòso (da Carcinoma) Carcinòma attraverso il franc CARCINOME
già lat CARCINOMA dal gr KARKINOMA., eppoi il fig Carcìnotron
(termine fisico, composto con l’ingl ELECTRON elettrone).
Il percorso prosegue ragionevolmente con l’omologismo Carrùbo o Carùbo
e Carròbbio dall’ar KHARRUB cui Carrùba o Carùba con un Carrùbbio,
Carrubèto (suff ETO per collettivi), Carrùbbio, un Carcào “surrogato del
Cacao estratto dalla polpa delle carrube” vrs connesso col tema med
KARRA pietra KARYA noce KARYON nucleo-mandorla in senso fig, dato
728
l’esocarpo coriaceo del legume; eppoi con Carrùga “insetto coleottero” dal
lat CARIES carie e ERUCA bruco, con Carciòfo “cardo spinoso” dall’ar
HARSUF cui la variante Carciòfolo con Carciofolàta, Carciofàia o
Carciofèto (suff ETO per collettivi), Carciofàio.
Una bevanda al carciofo, sorta di amaro, era nota tra gli ant greci e romani.
\ Ariosto aveva cantato il carciofo “…durezza, spine e amaritudine” \
L’origine gr-lat, tuttavia, è senz’altro in comune a KARYON noce, nucleo,
frutto che sopravvive in termini composti quali Cariocinèsi, Cariogamìa,
Cariogènesi con Cariogenètico e Cariògeno, Cariogràmma, Cariolìnfa,
Cariolìsi, Cariologìa, Carioplàsma, Cariorrèsi (col gr RHEKSIS frattura).
Tale primo membro, che varrebbe “di materia consistente, dura”,
rintracciabile in tanti altri termini, ricorda, infatti, il tema med KARSA, cui
Carsico.
Carìsma, non sembra appartenere a questo percorso, poiché è dal gr
KHARISMA, dal lat CHARISMA e sta per dimostrazione, dono, in senso
astratto, così Carrolìte nome di minerale relativo alla Contea di Carrol
in USA.
In associazione al termine Carbone si ha Tizzòne, questo accr del lat TITIO
da una forma onomatopeica T T, cui Tìzzo o Stìzzo (S intensivo) con il fig
Stìzza “ira” del carbone che brucia, devb da Stizzàre, i prefissati Attizzàre
(AD allativo) con Attizzamènto, Attizzatòio e Attizzatòre. La connessione
fig Tizzone con Stizza appare chiara, infatti, Stizzàre e i correnti Stizzìre,
Stizzìto, Stizzòso valgono Adiràre, Adiràrsi, Adiràto (questi col pref AD
allativo), Iràto con Iròso dal lat IRA cui Ira-ìra con Iracòndo o Iracùndo,
Iracòndia o Iracùndia inv dal lat IRACUNDIA di IRASCI adirarsi (di
costruzione col Pf passivo come in Facondo, Fecondo, Giocondo,
Verecondo), il composto Iradiddìo dalla locuzione fig Ira di Dio; Iràrsi e
Iràscersi appartengono all’obsolescenza, ma da quest’ultimo sopravvive
Irascìbile con Irascibilità. Il rad di IRASCI è l’indoeur EISA vivacità e si
scopre che Izza-ìzza è l’inc di Ira con Stizza, cui il prefissato Aizzàre (AD
allativo), già Adizzàre, con Aizzamènto, Aizzàto e Aizzatòre.
Il termine Ircàno è relativo al toponimo Ircania dell’ant Persia, oggi
Mazandaran, che ha assunto, attraverso una metaf, il significato di “terra
impervia” estendendosi in “belva crudele” vrs per l’assonanza con Ira.
Bìzza pare abbia avuto identica origine, dal suo significato di “ira”, cui
Bìzze, Bizzàrro questo con pref peggiorativo mer ARRO, Bizzòso,
Imbizzarrìre e, incrociando Bizzarro con Sciocco, è stato coniato Bizzòcco o
Bizzòco col fem Bizzòca e Bizzòchero, dal lat medv BIZOCHUS.
Il termine estesosi dalla Valtellina, Pinzòcchero o Pizzòcchero, meglio al
plur Pizzòccheri “sorta di tagliatelle”, è di non facile ricerca etim,
comunemente associato ai Pinzòccheri, assimilati a “Bizzocchi”, un ordine
francescano trecentesco, sciolto d’autorità dalla Chiesa; vrs, questi frati
hanno diffuso tale tipo di pasta.
Fuori percorso troviamo Bizzèffe, questo dall’ar BIZZAF molto, unicamente
avverbio nella locuzione A bizzeffe.
Snm di Ira è Ràbbia, di rad REBH svoltosi nel sct RABHA e nel lat RABIA
già class RABIES, cui l’ital Ràbbico o Ràbico, Rabbiòso e Ràbido questo
729
dal lat RABIDUS di un RABIRE, il prefissato Arrabbiàre con
Arrabbiamènto, Arrabbiàta, Arrabbiatìccio, Arrabbiàto e Arrabbiatùra; da
RABIES pare sia disceso RABULA cui Ràbula questo attestatosi in
abbaiatore per accezione “avvocato che sa solo sbraitare, inconcludente”,
termine inc con un RAVULA da RAVIS raucedine. Il lemma Rabbia,
pertanto, sarebbe l’esito di un RABULA simile alla mutazione di Coppia da
COPULA. con normale passaggio del gruppo ul in i con raddoppio della b.
Ràbbia è anche una malattia dei mammiferi, cui Ràbbico o Ràbico o ancora
un Ràbido (termine medico).
\ Quando l’individuo è colto da rabbia, l’emisfero sinistro del suo cervello diventa
iperattivo \
Termini alieni Ràbbi ricalcato dall’aramaico RABBI “mio maestro” svoltosi
nel gr RHABBINOS e nel lat RABBINUS, cui Rabbìno, Rabbinàto,
Rabbìnico, Rabbinìsmo, Rabbinìsta; eppoi Ràbbio “piccola rete per
uccellagione” corrotto dal lat RUTABULUM e Rabòso questo un vitigno
veneto.
Dallo sp REBATO attacco repentino-allarme cui ARREBATARSE andare
in collera – arrabbiarsi s’è attestato in ital l’omologismo Arrabbattàrsi
“agitarsi, sforzarsi per ottenere…”
1
L’omonimo Tanghèro, accentato piano, s’è diffuso indicando “ballerino di tango”.
\ Carbone
Carbone, dal lat CARBO, non è rintracciabile in connessioni con altre aree,
se non mediante l’elemento CAR, questo vrs correlato col pref CARIO.
In percorso si contano Carbonizzàre, Carbonizzaziòne, Carbonìzzo, il
prefissato Incarbonimènto con Incarbonìre, Carbonàia dal lat
CARBONARIA, Carbonàio da CARBONARIUS, Carbonàro questo più
fedele al lat, Carbonàto, Carbonerìa “termine risorgimentale”, Carbonìccio
(per il colore), i relativi Carbònico e Carbonìle, Carbonière, Carbonièro,
Carbùncolo “rubino” dal dim CARBUNCULUS, i composti Carbonìfero,
Carbosiderùrgico, la locuzione glb ingl Carbon tax “tassa sul carbone”,
eppoi Carbònchio da CARBUNCULUS dim di CARBO cui Carbonchiòso e
il prefissato Incarbonchìre, Carbònio con suff IO cui Carbonicaziòne, ancora
i relativi Carbònico e Carbonìle questo con Carbonìlico, Carboniòso, il glb
ingl Carborùndum questo marchio commerciale composto con
CORUNDUM in ital Corindòne “ossido di alluminio” attraverso il franc
CORINDON di genesi dravidica 1, Carbossìle (doppio suff OSSI ossigeno e
ILE) con Carbosilàsi (suff ASI su modello ingl CARBONXYLASI),
Carbosilàre, Carbosilaziòne, Carbossìlico (la cui presenza è indicata
chimicamente nei termini col suff ONICO da non equivocare col pref
ONICO “unghia”) e Dicarbossìlico (pref DIS due volte) il composto
Carbossiemoglobìna, Carbùncolo, Carburàre denm di Carbùro da CARB con
suff chimico URO, cui Carbùrico eppoi Carburatòre, l’utilissimo Carburànte
e Carburaziòne, il composto Idrocarbùro; CARBO lo si ritrova in
composizioni quali Carbochìmica, Carbocianìna, Carboidràto e Carboidràsi
(con l’aggiunta del suff chimico ASI riferito agli enzimi), Carbòlico (suff
chimico OLO). Il percorso conta alcune locuzioni quali Carbone animale
d’ossa, Carbone attivo, Carbone bianco, Carbone di legna, Carbone di
730
storta, Carbone dolce, Carbone forte, Carbon fossile, Carbone vegetale.
Curiosità medv è che il termine Carbonchio valeva Rubino, questo fig
avvicinato al colore del tizzone ardente.
Dallo specifico gr ANTHRAKS carbone, l’ital ha ricalcato Antràce con
Antracène, Antrachinòne (con Antracene usato in pref), Antracìte,
Antracnòsi (col suff dal gr NOSOS malattia), ANTRACO per composizioni
quale il suffissato Antracòsi.
Dalla lega grezza di una percentuale di Carbonio superiore a 1,7% con il
Ferro, nasce il termine fem Ghìsa, omologismo dal franc GUISE o GUEUSE
già voce ted, cui l’omn fig mas Ghìsa “vigile urbano”, per il casco di ghisa
che indossavano, attestatosi nel nord d’Italia (Milano). Il D’Annunzio
chiamava fig la Duse “Ghisola”.
Sul modello di Carbonchio, in ital s’è attestato il termine volg Tònchio
(Specie di insetti dannosi per i legumi) facendolo derivare da un nome
proprio Antonio con aferesi (An)tonio; pertanto si ha Tonchiàre, Tonchiàto,
Tonchiòso e il prefissato Intonchiàre (IN illativo).
1
Dravìdico è l’etnonimo relativo ai Dravìda, cui Lingua dravidica che accomuna
idiomi dell’India meridionale. Dravida è il nome sct di quei popoli stanziatsi sulle
coste sud-orientale del Deccan, adottato successivamente per indicare nel loro
complesso gli elementi preari dell’India. Preàrio sta per struttura linguistica
precedente alle lingue Arie. Ario-àrio, dal sct ARYA signore di rad AR, che
identificava una etnia superiore indoeuropea, è diventato snm di Indoeuropeo o
Ariàno, cui Arianizzàre, attraverso il franc ARYEN.
Il rad AR vale muovere, adattare, lavorare via via attestatosi in perfezione, nobiltà,
eccellenza… si ritrova in Arare, Arte e nel gr ARISTOS il migliore, cui Aristocrazia.
L’omn Ariàno, invece, è relativo all’eresiarca alessandrino Ario (IV sec), cui
Arianèsimo, divenuto snm di Eretico, poiché negava la divinità del Cristo, cioè non
fatto della stessa sostanza del Padre, in contrapposizione a Omousìa, cui Omousiàno,
(col gr HOMOS uguale e USIA sostanza-essenza, definizione emessa dal Concilio di
Nicea, che attesta la consustanzialità di Cristo.
Ariònidi, infine, è una Famiglia di molluschi a ricordo del mitico poeta Arione
(VII/VI sec aC).
\ Prefisso allativo *AD *A
Prefisso Alfa privativo *A *AN
Il lat conteneva il pref AD attestato nelle aree oscoumbra, celt, ger, frigia,
con valore allativo, ossia di avvicinamento reale o figurato verso un luogo o
un modello. Allatìvo è sul calco di Ablativo con sostituzione del pref AB
con AD di direzione, in percorso con Elativo e Illativo.
Il pref, italianizzatosi, ha perso la consonante ma si assimila con quella, o la
raddoppia, con cui viene a saldarsi: Abbassàre “verso il basso” denm da
Bàsso, lat BASSUM d’origine osca, cui il sostantivo Bàssa, Bassamènte,
Bassètta “un gioco delle carte” con Bassètto “strumento musicale” con
Bassotùba e il musicista Bassìsta, Bassèzza, Bassùra quale contrario di
Altura, l’aggettivo Bassòtto con Bassòtto (cane), chiamato altresì Cane
salciccia, e la locuzione glb ingl Basset hound “bassotto da caccia” e i
prefissati quali Abbassàre (AD allativo) con Abbassamènto, Abbassàta e il
composto Abbassalìngua, Dabbàsso dalla locuzione Da basso, Dibassàre (Di
di diminuzione) con Dibassamènto, Disbassàre o Sbassàre (DIS separativo o
S privativo), Ribassàre (RI iterativo) con Ribàsso e Ribassìsta (termine
731
borsistico), i composti espliciti Bassacòrte, Bassadànza, Bassafòrza,
Bassofòndo, il linguistico Bassolatìno, Bassoparlànte in correlazione con
Altoparlante, Bassopiàno, Bassorilièvo, Bassovèntre, la locuzione glb ingl
Bass reflex”diffusore sonoro” (che riflette i suoni bassi); pseudoetim l’ital
con Bassanèllo, uno strumento musicale che prende il nome dal suo
inventore G. Bassano (XVII sec). Il serbo-croato BAN governatore degli
stati danubiani pare connesso alla rad con Basso nel senso di “stati della
bassa”, cui l’omologismo Bàno e Banàto; la conferma di una connessione
verrebbe dal gr BANAUSIKOS artigiano ma “grettamente manuale”,
dunque “basso”,
Accasciare “verso il crollo”, Addrizzare “verso il dritto”
Esiste un pref gr A “puro” denominato Alfa privativo, che si muta in AN
davanti a vocale ed esprime azione di privare, sottrarre; in pratica
corrisponde al pref di negazione IN lat, cui Anepìgrafo che vale privo di
Epigrafe. Ma esiste una sfumatura: il pref gr A indicherebbe l’estraneità,
mentre il lat IN una reale contrarietà cui Amorale vale indifferente, estraneo
alla morale, ma non contro di essa; Immorale è invece contrario alla morale,
Areligioso vale indifferente alle religioni ma non nemico, Irreligioso è
contro le religioni, Ateo-àteo è privo di fede in Dio dal gr THEOS-Dio.
Atono-àtono vale “privo d’accento”, semant “non normalmente teso”, dal gr
TONOS tensione da TEINEIN tendere, cui Tòno e un obsoleto Tuòno
(questo omn di Tuono atmosferico, interconnessi), Tonàle 1 con Tonalità,
Tonèma (su modello di Fonema), Tònico con Tonicità, prefissati e composti,
Atonìa (con A privativo) con Atonicità, Atònico e Atono-àtono, Intonàre (IN
illativo) con Intonàto, Intonatòre e Intonaziòne, Stonàre (S sottrattivo) con
Stonàta, Stonàto, Stonatùra e Stonìo, Ipertòno, Isòtono (col gr ISOS uguale),
Microtòno, Monòtono, Ortotòno (col gr ORTHOS dritto e Tono nel senso
muscolare), Ossìtono col gr OKSYS acuto e con Tono nel senso di
“accento” cui Ossitonizzàre, Parossìtono (pref PARA presso) che vale
“accento sulla penultima sillaba e Proparossìtono (col doppio pref PRO
davanti) che vale “sulla terzultima sillaba”, Protònico (col pref PRO prima
vale “che precede la sillaba accentata”, termine omn di Protonico da
Protone); eppoi Rizàtono o Rizoàtono (col gr RHIZA radice e Atono) che
vale “accento posto sugli affissi”, dunque non sul lessema, infine Semitòno,
Sottotòno e Sovratòno o Sovrattòno, Tonificàre, Tonometrìa con Tonòmetro,
Tritòno “un tre toni”.
Il Cinese, come Aacune lingue, è definito Lingua tonale, per la sua modulazione. Il
suono della parola muta pur con un identico gruppo letterale.
1
\ Frigia
La regione dell’Asia Minore, Frìgia, abitata dai Frìgi, regno indipendente
sino al VII aC, quando iniziarono le guerre di successione egemonica, volute
dai Cimmeri e poi dai Lidi; fu assorbito dai persiani e dai macedoni, prima
di subire il colpo di grazia dai romani.
Poeticamente, Frìgio è snm di Troiano; il loro copricapo divenne simbolo
della libertà durante la Rivoluzione Francese, a ricordo del sacrificio di quel
popolo sottomesso.
Altro snm di Frigio o Troiano è Retèo dall’oronimo Rhoiteion, il
732
promontorio della Troade, questo il coronimo del territorio di Troia.
QUIZ GUIZZO QUISQUILIA
QUIZ
Termine esterofilo americano; forse non è leale andare a ricercarne le
origini nel lat QUIS. È gioco o esame basato sul tempo, con risposte
a quesiti predeterminati. Anche la risposta corretta è in genere da
selezionare tra quelle predeterminate. Il partecipare ai Quìz ha
suggerito il verbo Quizzàre.
Pare che il termine sia stato coniato alla fine del XIX sec da un
impresario alla ricerca di un neologismo d’effetto snm di Quesito.
\ In Italia, esplose la moda dei Quiz immediatamente all’avvento della TV, grazie al
giovane presentatore italo-americano Mike Bongiorno, il quale esordì con il Quiz
televisivo “Lascia o Raddoppia”, di tecnica logicamente americana. Il sistema dei quiz
farebbe risparmiare tempo sia ai giudicanti sia ai concorrenti, confermando tra l’altro
un’ottima potenzialità analitica, tant'è che è stato adottato finanche per esami
scolastici e professionali. Un’ascesa di successo che gli ha aperto le porte alla
Psicologia.\
\ Quiz d'intelligenza
Il QUIZ d'intelligenza è oramai una pratica collettiva, con tutte le variazioni
atte a scoprire comportamento, carattere, sentimenti reconditi, capacità ... In
USA, pare che un’università avesse proposto i seguenti quesiti-quiz per
appurare il grado d'intelligenza tra gli studenti:
1) Per quanto un uomo può addentrarsi in una foresta. 2) Quanto è lungo un
pezzo di spago.
Si racconta che solo un ragazzo negro fosse riuscito a rispondere in maniera
esauriente.
1) Finché non ne raggiunga il centro, dopo comincia ad uscirne. 2) Il doppio
della misura che intercorre tra uno dei capi e la metà perfetta.
Il Quoziente d’Intelligenza I.Q. di un individuo va calcolato in rapporto alla
sua età mentale con quella cronologica, in cui 100 rappresenta la Media; allo
scienziato B. Pascal è stato assegnato il quoziente 195.
Il Quiz può essere usato ad arte per una opportuna selezione socio-politica.
In uo stato statunitense, al tempo dell’acuzie razzistica, allo scopo di
dimostrare al mondo quanto fosse invece salda la democrazia, facendo
partecipare i negri alle elezioni, fu congegniato il Quiz di alfabetizzazione,
superato il quale il negro avrebbe potuto votare. Uno dei quesiti così
recitava: Quante bolle ci sono in una saponetta. La stragrande maggioranza,
logicamente, non fornì la risposta sufficiente per gli esaminatori,
GUIZZO
Guìzzo è il devb di Guizzàre, col prefissato Sguizzàre (S durativo)
“movimenti, apparizioni a scatti”, a sua volta un presunto denm del
long WIZZA, la “pena per chi vìola le riserve boschifere”, cui
Guizzamènto, Guizzànte, eppoi Guizzàre e Guizzàta questi snm, in
termini marinareschi, di Guinàre e Guinàta su modello sp GUINAR;
il prefissato Sguisciàre questo una sovrapposizione di Guizzare e
733
Sgusciare. Rimane l’immaginazione della pena “wizza” inflitta ai
malcapitati cacciatori di frodo e da “wizza” a “guizzare” il percorso
non è improbabile: l’identica sorte che sarebbe toccata alla
selvaggina carpita, l’essere sgozzata… e l’azione dello sgozzare
comporta movimenti sguizzanti.
Più che considerare una presunta origine onomatopeica da ZIGZAG, è più ragionevole allora ricercare le origini di Quiz nel long
WIZZA cui Guizzo; i quesiti dei quiz, infatti, prevedono risposte
“guizzanti”, ovvero in tempi relativamente rapidi.
Dal long WAHTARI guardiano, dal franc WAHTA sentinella, l’ital
ha ereditato Guàttero o Sguàttero questo col pref S durativo, vrs
connesso con Sguazzare, il quale sa come trattare agevolmente
l’acqua, appunto per lavare; infatti esiste il verbo Sciaguattàre, che è
una sovrapposizione di Guattero a Sciacquare. Sul Gargano sussiste
il volg Quatrera “serva” e Quatraro “garzone”, che paiono il calco
ital di WAHTARI, un fossile dei tempi longobardi, dunque. L’ital,
inoltre, ha ereditato quei termini quali Guàita “guardia”, Guatàre
“guardare a lungo con minaccia” cui Guatatùra e Guàto
“appostamento”, eppoi i prefissati Agguatàre e il devb Agguàto (pref
AD), Inguattàre svoltosi in “rubare- nascondersi”; da questo
percorso, verrebbe vrs Guàttire, il verso del cane da caccia che ha
puntato la preda. Guaìre o Guaiolàre, di origine onomatopeica G N
sovrapposta a UA UA, invece, è il verso del cane sofferente, cui
ancora Uggiolàre dal lat EIULARE con Uggiolamènto, Uggiolìno
(da non equivocare col percorso di Uggia), Dello stessa serie
onomatopeica appartiene il termine Guàio, il suo plur Guài
(esclamazione), i prefissati Inguaiàre, Sguaiatàggine e Sguaiàto con
Sguaiatamènte, in connessione con il lat VAE guai inc col franc
WAI dolore, cui vrs Vagìto “pianto dei piccoli” con Vagìre; il ted
conserva il termine WEH dolore (non dimentichiamo la lingua
madre comune indoeur).
Esiste ancora il termine Scaraguàita, inv dal lat medv
SCARAGUAITA, questo l’inc dei termini franc SKARA schiera, in
ted SCHAR, e WHATA sentinella. Dal franc SKARA, riversatosi
nel prvz ESQUEIERA, ci viene Schièra con un ant Stièra di voce
toscana, Schieràre, Scheràno “brigante schierato” attraverso il prvz
ESCARAN brigante, Schieràto, Sghèrro “capitano di una schiera”,
già got SKARJA capitano, transitando dal veneziano Sghero qui
attestatosi nel senso di “poliziotto”, cui ancora l’obsoleto snm
Sgarìglio o Sgherìglio; dal snm ted HANSA schiera svoltosi in
HANS società commerciale, l’ital utilizza inv l’esot Hansa o Hanse
per “associazione mercantile”. Esiste un curioso, comunemente
734
introvabile, lemma Inciuscheràre, che dovrebbe essere una
sovrapposizione di Inciuciare con un inesistente Scherare.
Schìzzo è il sostantivo devb da Schizzàre “rapidi tratti scritti o
spruzzi liquidi”; l’origine è l’onomatopeico SC ZZ; derivato è
Schizzinòso, con un volg Schizzignòso, che ha assunto una semant di
“incontentabile” ricca di sfumature, sul ricalco di Schifiltoso
“sdegnoso”. Altri derivati: Schizzàta, Schizzàto, Schizzatòio,
Schizzètto con Schizzettàre, Schizzettàta, Schizzettatùra, il glb ingl
Sketch “scenetta comica” (dal 1915) attraverso l’ol SCHETS ma
ricopiato dall’ital Schizzo.
Schìsto, cui Schistosità e Schistòso, addolcito in Scìsto con Scistosità
e Scistòso, dal lat SCHISTUM connesso con SCISSUS, già gr
SKHISTOS con SKHISIS fenditura, cui Schìsi, da un ant
SKHIZEIN fendere, dicesi di pietra metamorfica che si sfalda
facilmente; derivato Schèggia, dal lat SCHIDIAM già gr
SCHIDION, con Scheggiamènto, il denm Scheggiàre, Scheggiàto,
Scheggiatùra, Schèggio e Scheggiòso. Il lemma Scheggiàle o
Scaggiàle (in uso dal XIII sec) “cintura di cuoio o di stoffa pregiata”
non pare sia in percorso e l’etim risulta ignota.
Il percorso conta il pref SCHISTO per composizioni quali
Schistomètopo (col gr METOPON fronte), Schistosòma con
Schistosomàtidi e Schistosomìasi col gr SOMA corpo e suff
patologico IASI dal gr IASIS (Gruppo di manifestazioni patologiche,
parassitarie).
Il gr-lat SCHISTUS-SKHISTOS, da rad SKHEIDH, è l’identica
matrice del lat SCINDERE separare cui Scìndere, o l’obsoleto
Escìndere, col Pp Scìsso, o Escìsso e Scìso, da SCISSUS con i
derivati Scìssile, Scissiòne, o Escissiòne, Sciossionìsmo con
Scissionìsta e Scissionìstico, Scissùra (divisione, spaccatura),
Scissurìte (suff medico ITE), l’astratto Scìsma dal gr SKHISMA cui
Scismàtico, i prefissati Scoscèndere questo dal prefissato lat
CONDISCERE (CON intensificativo con valore di Lacerare) cui
Sconscendimènto e Scoscèso, Discìndere (pref DIS di separazione)
con Discindìbile, Discissiòne e Discìsso e l’opposto Indiscindìbile
(IN negativo), ancora Prescìndere (pref lat PRAE prima) questo con
Prescissiòne e in locuzione A prescindere... e del verbo d’azione
Schisàre semant in “sfiorare il bersaglio (dividersi da esso)”, il
composto Scissìparo snm di Fissìparo con Scissiparità.
Ed ancora i composti e suffissati Schizoblefarìa (col gr
BLEFHARON palpebra), Schizofasìa (col gr PHASIS voce) snm di
Schizolalìa (col suff dal gr LALEO chiacchiero) Schizofìta o Schizofìto,
Schizòfite (raggruppamento vegetale unicellulare), Schizofrenìa con
735
Schizofrènico (col gr PHREN mente), Schizofrenògeno o
Schizògeno, Schizogènesi snm di Schizogonia, Schizografìa,
Schizòide con Schizoidìa, Schizomanìa con Schizòmane,
Schizomelìa (con MELOS arto), Schizomicèti (organismi
unicellulari), Schizonòia su calco di Paranoia, Schizònte,
Schizotimìa (col gr THYMOS animo), Schizozoìte (con ZOO e suff
biologico ITE) snm di Merozoite.
Sghiribìzzo o Schiribìzzo nasce prefissando S durativo a Ghiribìzzo,
che è l’omologismo dal ted ant Krebis “gambero”, metaforizzatosi
in un idea improvvisa e stravagante, insommna un “capriccio”.
L’allitterato Ghirigòro o Ghirigògolo è la forma fonosimbolica della
serie GR GR (simile a ZIG ZAG) per indicare una scrittura senza
senso.
QUISQUILIA
Quisquìlia o Quisquìlle, dal lat QUISQUILIARE, si richiama al gr
KOSKYLMATIA secondo la successione onomatopeica K SK L.
Dal lat QUISQUILIAE questa cosa o quell’altra (pref ALIAE
diverse, tante), ovvero minuzia. Quisquìlia, allora, sottolinea
l’indifferenza per questo e per quello, entrambi senza valore,
robaccia; in connessione Quidsìmile o Quissìmile dal lat QUIS
SIMILE qualcosa di simile. Fuori percorso Quìsling, questo l’esot
che sta per “tradimento, collaborazionista col nemico”; il termine
discende dal maggiore norvegese Vidkun Quisling che capeggiò in
patria un governo amico dei nazisti. Ancora fuori percorso
Quisqueìte (suff ITE per minerali) relativo al toponimo peruviano
Quisque.
PICCA PICCHETTO PICCOLO
PICCA
Da un onomatopeico P H-PIKK pungere, dal lat volg PICCARE
verbo denm da PICCA, assimilato a PICA gazza inc con beccare,
sono pervenuti Pìca “sorta di uccello altrimenti detto Gazza o
Ghiandaia” col fig Pìca “ant volume liturgico” e il fig medico
Picacìsmo, Pìcca, il franc PIQUER. Dallo sp PICAR pungere,
tritare, inoltre, si contano gli esot Picadillo, Picador e l’omologismo
Pìcaro cui Picarèsco; attraverso l’ingl PICK, infine, si conta la
locuzione glb Pick test e il suffissato glb Pickup (suff UP su).
Pìcche “punte” è il plur di Picca “asta a punta”, quindi “rispondere a
picche” è la metaf di “controbattere in maniera pungente”. Da Picca,
allora, Picchiàre, come Bastonare, Abbacchiare e Ammazzare dai
rispettivi strumenti. Se Bastonare è l’utilizzo del bastone a scopo
aggressivo, Picchiare, la semant lo preferisce con “qualsiasi mezzo”
736
mani comprese. Il Picchière era il soldato con la Picca, termine
diventato snm di Alabarda. Derivati e composti in linea “picchiare”,
Picchiapètto, Picchiàta, Picchiatèllo, Picchiàto, Picchiatòre,
Picchiatùra, Picchierèllo con Picchièrellàre, Picchiettàre con
Picchiettatùra, Picchiettàto, Picchiettìo e Picchiettìno. Ed ancora, in
linea “piccare”, i derivati Piccamàrra (questo con Marra “zappa”),
Piccàre “colpire-pungere” cui Picòzzo o Piccòzzo (suff alterativo
OZZO) “dente incisivo” ed anche metaf “avere sapore pungente” cui
Piccànte con Piccantèzza, Piccàrsi (ostinarsi) cui Piccheggiàrsi,
Piccòso e Piccosità, Piccàta, Piccàto (risentito), eppoi l’accr Piccòne
con Piccòzza cui Picconàre, Picconatòre e Picconière, il composto
Piccasòrci.
\ Negli anni Ottanta, il presidente della repubblica italiana Francesco Cossiga ebbe dai
media l’epiteto di “Picconatore” per il suo inusitato modo di incalzare la classe
politica.\
Nel percorso, vrs Pìnca “cetriolo” fig “pene” svoltosi nel volg
Pincone snm di Minchione, col mas Pìnco “balordo” cui la locuzione
Pinco pallino “persona ignota”, eppoi un Pìnco “sorta di veliero”
snm di Polacca, i volg Pincione e Pinciare, i composti Appiccàre, cui
Appìcco omn di Appìcco dalla locuzione A picco (un dirupo),
Appiccàgnolo (col suff di derivazione volg per nomi di strumento),
Appiccàto e Appiccatòio. Pìcchio dal dim lat PICULUS di PICUS
già gr PIPO con la variante PIPRA, cui Pìcidi e Picifòrmi (Famiglia
e Ordine) con Pìpridi (Famiglia sudamericana), pare fuori percorso
o almeno in sovrapposizione per la sua peculiarità picchiante, poiché
sarebbe stato coniato alla memoria di Pico, un personaggio
mitologico greco mutato appunto in picchio; il gr conta lo specifico
KOLIOS picchio, cui Colifòrmi o Coliifòrmi (l’Ordine).
Poiché Picca è semant una punta, il termine Picchè appare ovvio,
italianizzato dal franc PIQUE, derivato dal verbo PIQUER
trapuntare, questo svoltosi nel corrispondente ital fig Spizzicàre da
Spìzzico o Spuntìno (pref S intensivo), cui PIQUENIQUE
(composto con NIQUE bazzecola da accostare all’ital Iniquità) e il
glb Picnìc inv dall’ingl PICNIC.
L’espressione “Appiccare il fuoco” (pref A allativo) ci viene vrs
dall’antica consuetudine di accendere i falò allungando una picca che
regge una torcia o simile; l’azione del prefissato Appiccàre si sta
allontanando dal significato originario di attaccare, appendere, come
già è accaduto dal significato di Impiccare. Nel volg mer esiste un
Picciare o Appicciare che vale “accendere” e fig “provocare”.
Impiccàre (pref IN illativo) ovvero infilare la punta della picca nel
capo reciso del nemico si è attestato nel significato corrente, cui
Impiccagiòne,
Impiccatòre,
Impiccatùra,
Impiccagiòne
e
737
Impiccamènto. La semantica di “impiccare”, infatti, s’è attestata del
tutto differente da quello di “impalare”, anche se sia ovvio guardare
ad un originale significato comune. Il significato di Impiccare si è
così dirozzato, liberandosi dalle barbarie, oltremodo celtiche, oggi
intendendo “semplicemente” appendere per il collo.
Il termine Impiccagione è ornmai del tutto adottato come modalità di
condanna capitale.
Col pref S estrattivo si è venuto a formare Spiccàre (staccarsi dalla
picca), con Spiccàce, Spiccàgnolo o Appiccàgnolo (cambio di
prefisso, da Appiccare), Spiccàto, Spiccatòio o Spiccàgnolo e
Spìcco, che sta fig per “staccarsi da una cosa, prendere il volo,
emettere un mandato...”.
\ Cucchiaio Chiocciola
In associazione a Forchetta, troviamo Cucchiàio, questo dal lat
COCHLEARIUM, dal lat class COCHLEA chiocciola; Cucchiàio, allora,
era in origine la posata creata per mangiare le chiocciole. In percorso,
Cucchiàia, Cucchiaiàta con un Cucchiaràta d’impronta volg, il dim
Cucchiaìno, l’accr Cucchiaiòne, i volg Cucchiara e Cucchiaro e il prefissato
Schucchiaiàre o Scucchiaràre (S durativo).
Il Cucchiaio di Casagrande è una sorta di strumento da ingegneria.
\ Spilla
Snm di Picca punta è Spìlla e Spìllo, dal dim lat SPINULA di SPINA,
connesso con l’umbro SPINA e con un ant lat SPICA con SPICARESPICATUS cui Spìca con Spicanàrdo (con Nardo), Spicàstro (suff ASTRO),
Spicàto Spìcchio dal dim SPICULUM, Spicilègio (Ved Lega…), Spìcola
“formazione anatomica” dal dim SPICULA, snm di Sclerite, cui anche l’inv
fig Spìcula “getto materiale solare”; poi, a seguito della lenizione sett, si ha,
sovente in complanare, Spìga, Spigàre, Spigàto, Spìgo da SPICUM (snm di
Lavanda) con Spiganàrdo o Spiganàrdo o ancora Spicanàrdo, eppoi
Spigolàre, Spìgolo, Spìgola o Spìnola o ancora localmente Pesce ragno,
Spigòne, Spigòso.
Da SPINA, derivano Spìna con l’ipocoristico Spìno e Spinàle, Spinàre,
Spinaròlo (sorta di squalo), Spinàto, Spinatrìce, Spinatùra, il minerale
Spinèllo (per la forma dei cristalli) e il fig Spinèllo “sigaretta a forma di
spina” con l’ipocoristico Spìno eppoi Spinellàre, Spinellàto e la locuzione
Farsi uno spinello, Spinarèllo (sorta di pesce d’acqua dolce), Spinèto, il
patologico Spinìte (dorsale) snm di Mielite, Spìno (botanica), Spinòne (sorta
di cane, per il suo pelo), Spinòso con Spinosità, Spinotto quale dim di Spina
questo svoltosi in termine elettrico, contrapposto a Presa, i composti
Spinacrìsti “agutoli”, Spinapèsce, Spinificàre, Spinifòrme, Uvaspìna. Infine
la composizone di indagine medica Spinometrìa relativo alla Colonna
vertebrale (Spina dorsale). Spinòsa è una varietà di quercia. Spìna,
tradizionalmente la cannella infilata nel recipiente a mo’ di spina, vale anche
fig “rubinetto” cui la locuzione Birra alla spina.
La Spinètta, strumento musicale, sarebbe termine alieno nel percorso,
perché coniato dal nome del suo inventore Giovanni Spinetto (XV-XVI sec),
738
così come il Sassofono (da A. Sax); eppure, da altre ricerche, pare che il
termine Spinetta sia connesso alla Spìna, ovvero la penna del salterello,
l’asticciola del clavicembalo.
Certamente pseudoetim Spinòre, con Spinoriàle, questo omologismo
dall’ingl SPINOR composto da SPIN rotazione (da “Trottola”) e VECTOR
vettore; da SPIN l’omologismo Isospìn (col gr ISOS uguale), i glb Spin
“movimento angolare delle particelle” dalla locuzione ingl SPINNING
MOMENT momento di rotazione, eppoi Spinning e, in locuzione, Spin
doctor, Spin off. Spin è la rotazione della palla nel Tennis. Ancora alieni nel
percorso Spingàrda omologismo dal franc ESPINGARDE già SPRINGAN
saltare cui Spingàre, Spinozìsmo questo relativo a B. Spinoza (1632/1677).
Spinciòne “fringuello da richiamo”, con Spincionàre, ancora fuori percorso,
è dal suono onomatopeico PINK dalla serie SP C cui il at PINCIONEM.
Il gr conta lo specifico TRIBOLOS spino cui il lat TRIBULUS e i fig ital
Trìbolàre, Tribolaziòne, Trìbolo questo sia “avversità” e fig “arnese per
cavalli” ” sia “sorta di pianta erbacea delle Zigofillacee” snm di Caciarèllo
questo fig connesso con Caciara e quindi si giustifica l’avere un snm in
Trebbio questo nel senso di ”gruppo”.
In area glb si conta l’ingl Pin spillo cui il suffissato Pinup (dal 1950) dalla
locuzione Pinup girl “ragazza (immagine) appuntata con gli spilli”,
dall’abitudine d’alcuni uomini d’attaccare figure di ragazze seducenti.
Il termine Spìlla, con Spìllo, ha i suoi derivati espliciti quali Spillàre sia
“forare” sia “unire con spilli”, il fig Spillàtico “assegno annuo per piccole
spese” per accezione alle mogli, su modello di Legnatico, Spillatrìce,
Spillatùra, Spillòne e quelli impliciti, elaborati, come Spilaccheràre,
Spiluzzicàre con Spiluzzicamènto e Spilùzzio, dovuto all’inc di PILUS pelo
con Spìllo e alla solita lenizione sett da SPILUCCICARE. Spilungòne,
ellittico questo della composizione lat PER LONGUS PILUS SPINA, con il
pref PER dal valore di molto e che suonerebbe “molto lungo come una spina
dalla forma di un pelo”
Spilla (ed anche Fibula) in gr erano indicati con PERONE, dal verbo
PEIREIN trafiggere, trapassare vrs connesso alla rad BHER forare, cui per
la sua forma l’osso Peròne o Pèrone (pron lat), snm di Fibula, dal gr inv
PERONE spilla-fibbia-punta cui Peronèo o Peronièro, eppoi Peronòspora
col suff gr SPORA seme cui Peronosporàcee (Famiglia di funghi) e
Peronosporàli (l’Ordine), infine Piòlo con Impiolàre da un tema PIR paletto
cui il lat PIRUS svoltosi nel volg PIRJOLUS cui Pìro e Piròne snm di
Taròzzo “sorta di asta marinaresca” questo omologismo dallo sp TROZO
pezzo. Vrs dal tema PIR paletto, Pìro questo per accezione il paletto per
reggere i blocchi di marmo, il sett Piròlo (snm del Bischero musicale), il
milanese Pirotta “mortaio” con il fig Pirottìno usato in pasticceria, il piccolo
contenitore cartaceo a forma di mortaio per contenere i dolcetti (pertanto il
termine passa per estensione a identificare tutto l’utensile).
Il gr conta ancora AKANTHA spina, svoltosi nel lat ACANTUS, cui Acànto
e il pref ACANTO in Acantàcee (la Famiglia), Acantobdellifòrmi (col gr
BDELLA sanguisuga), Acantocèfali, Acantòfago, Acantòfide (col gr OPHIS
serpente), Acantolìsi, Acantòma, Acantòsi, Acànzio da AKANTHION
739
piccola spina, e, in suff, Esacànta col ESA dal gr HEKSA da HEKS sei
(numero), eppoi Adragànte o Dragànte “mucillagine” (omn di
Dragante”paratia”) dal composto gr TRAGAKANTHA fig Spina del
caprone con TRAGOS caprone.
\ Dorso Midollo
Spina dorsale è la non corretta definizione per l’umana Colonna vertebrale
sede del midollo spinale. Dòrso è dal lat DORSUM, d’etimo incerto, ma di
presunta connessione con TURSUM torso, cui Dorsàle, Dorsalìsta e Dorsìsta
(atletica), Dorsifìsso (botanica), il composto Dorsoventràle, il glb dal franc
Dossier da DOS dorso (dall’iscrizione sul dorso della cartella) cui ancora
l’omologismo Dossière “spalliera-bardatura”.
In long la regione dorsale è detta SKENA, cui l’omologismo Schièna con
Schienàle, Schienàre, Schienàta e Schienùto e la voce friulana Schena fedele
al long.
In ar NUKHA sta per midollo spinale, cui l’omologismo lat NUCHA
svoltosi nell’ital Nùca (snm di Collottola e Coppino) con l’attestazione fig di
“parte posteriore del collo”cui un volg Gnucca con valore di “zucca” e
l’aggettivo Nucàle con la locuzione medica Translucenza nucale “fessura
translucida in ecografia ossia patologico accumulo di fluido sottocutaneo
dietro il collo fetale”.
Midòllo, infine, è l’attestazione mas volg di Medolla dal lat MEDULLA, cui
Midollàre, Midollòso, il prefissato Smidollàre (S sottrattivo) con Smidollàto
anche in senso metaf; ma è vrs la connessione con il tema risalente al sct
MLDU da rad MLA articolatosi nel percorso lat di MOLLIS molle e pare sia
un estratto da MEDJUS che sta nel mezzo, quasi ad indicare il tessuto “che
sta a metà tra carne ed ossa”. Dal franc MOELLE midollo, l’ital conta
l’omologismo Moèlla “armatura di tela per confezionare abiti di seta”.
Il gr conta lo specifico MYELOS midollo sempre di rad MLA - che, come
già riportato, avrebbe portato al lat MOLLIS molle e MEDJUS “che
sta nel mezzo” - da questo pare derivi la corruzione volg veneta
Mèolo o Meòlo “sorta di cavetto molle posto all’interno (nel mezzo)
di una guaina” in linguaggio marinaresco; lo si ritrova quale
toponimno Meolo nell’immediata terraferna veneziana, in mezzo a
corsi d’acqua e la laguna.
MYELOS midollo avrebbe ancora ispirato il percorso lat-ital di Miele e che
lo si ritrova nel composto Poliomelìte con il suo ellittico Pòlio cui
Poliomelìtico; il termine è composto con un pref POLIO che è dal gr
POLIOS grigio cui Poliovìrus, da non equivocare con termini composti quali
Polionimia dal gr POLYONYMIA molteplicità di nomi (POLYS molti e
ONYMA nome), Poliopia “patologia visiva” (POLYS molti e OPS OPOS
volto-aspetto svoltosi in vista), Poliorcete dal lat POLIORCETES già gr
POLIORKETES questo composto con POLIS città ed HERKOS mura di
cinta e vale “assediatore” da POLIORKEO assedio (della città).
L’ital conta ancora il sostantivo Pòlio, un odoroso suffrutice, dal gr
POLION.
\ Pertica Stanga Stecca Stilo Lancia Giavellotto Asta Alidada Zagaglia
740
Sarissa
Snm di Picca, potrebbero essere Pertica, Stanga, Stecca, Stilo, Lancia,
Giavellotto, Asta-àsta, Zagaglia, Sarissa.
Pèrtica è dal lat inv PERTICA, cui Perticàre, Perticàta, Perticòne, senza
alcune connessioni, termine attestatosi prima del 1320; dall’anglosassone
GYRD pertica, l’ingl conta YARD “unità di misura per lunghezze pari a
0,914 mt” cui l’omologismo Iàrda.
\ Secondo una tradizione ingl, YARD corrisponderebbe alla lunghezza ricavata
misurando la distanza tra la punta del naso e il pollice di Enrico I. \
Dal got STAKA palo, l’ital conta l’omologismo Stànga con Stangàre cui
Stangàta, e questo oltre ad indicare metaf un colpo di stanga sta ad indicare
il numero di fiaschi appesi (dai loro appositi legacci) ad una stanga sorretta e
trasportata da due persone, eppoi Stangàto, Stangheggiàre, Stanghètta,
Stangòne con Stangonàre.
Le Stanghe sono i pali dei carri ai quali si legano gli animnali da trasporto e,
in versione volg mer, si ha Sdanga cui Sdanghiere con riferimento alle
stanghe utili per condurre, appoggiatte sulle spalle, le statue religiose
durante le processioni.
STAKA è diventato in franc ant ESTACHE, cui il nostro Stàccia trave,
sopravvissuto nel Lazio, e Staccionàta. Una connessione di STAKA è vrs col
franc TANGON che pare giunto attraverso il prvz o lo sp, cui Tangòne che
nel gergo marinaresco indica una sorta d’asta dell’albero; viepiù, esiste
l’omologismo Tanguìno che è una sorta di albero del Madagascar.
Stècca è l’omologismo dal long STEK palo, rintracciato nel got STIKA
bastone, questo dim di STAKA, cui Steccàia, Steccàta, Steccàto, Steccatùra,
Steccherìno (sorta di fungo), Stecchètto, Stecchièra, Stecchìno, Stecchìre,
Stecchìto, Stècco, l’accr Steccòne con Stecconàre, Stecconàta e Stecconàto,
Steccùto... vrs connesso col gr STOIKHAS disposto in linee (come i pali)
cui Stèca o Stècade (suffrutice di Labiate) e ancora con STOIKHEION
elemento cui Stechiometrìa (chimica) con Stechiomètrico per il passaggio fig
da palo a elemento passando da linea. Dall’ingl l’ital ha adottato il glb
Joystick che sta per “leva per videogiochi”, meglio per Videogame. In
percorso, il veneto conta Steca con i derivati e fig. Stecca è un polisemico di
almeno otto significati semant e fig.
Ed esiste una rad STEI(G) che vale pungolare, cui il lat STINGUERE
pungere, donde metaf e semant si sarebbero attestati Stèlo dal lat STILUS,
Stìmolo con un più fedele Stìmulo dal lat STIMULUS cui il devb Stimolàre
con Stimolànte, Stimolatìvo, Stimolatòre, Stimolaziòne, Stimolòso, i
composti e prefissati quali Distìnguere con Distnguìbile, Distintìvo dal lat
DISTINCTIVUS ma attraverso il franc DISTINCTIF, il Pp aggettivato
Distìnto col sostantivo fem Distìnta, e Distinziòne (DIS dispersivo),
Estìnguere con un obsoleto aferetico Stìnguere, Estinziòne (EX intensivo-di
compimento, Ved Estinto…), Istigàre ed Istigaziòne, Istìnto “stimolo” dal lat
INSTINCTUS eccitare astratto del prefissato IN STINGUERE eccitare,
pungolare, cui la locuzione Istigazione a delinquere.
\ Stimula era una atavica divinità del culto romano, invocata per ottenere eccitazione
(stimolo) sessuale; nel suo bosco sacro si celebravano i riti dionisiaci. Più tardi fu
741
identificata con la gr Semele amata da Zeus e dal quale ebbe Dioniso. Fu graziata con
la resurrezione e accolta nell’Olimpo\
Il gr conta lo specifico ENARGES distinto cui Enargìte (suff ITE per
minerali).
Stìlo è ancora dal lat STILUS di rad STEI(G) pungolare cui Stìle “pugnale”,
con Stilettàre, Stilettàta, il dim Stilètto e il composto Stilifòrme, connesso fig
col gr STYLOS colonna cui il Pròstilo da PROSTYLOS (che ha le colonne
di fronte) e Anfipròstilo col pref gr AMPHI ambo le parti), lo Stilìta o Stilìte
(monaco anacoreta che viveva sulla colonna in contemplazione), Astiloàstilo (con A privativo), il pref STILO per i composti Stilogràfica, Stilòbate,
Stilòforo; l’omn Stìle “foggia”, è nel percorso di STILUS ma inc col franc
STYLE cui Stilèma, Stilìsmo, Stilìsta, Stilìstica, Stilìstico; una curiosità,
pare che la Chiesa sia sia dimenticata di assegnare agli stilisti almeno uno
dei santi protettori, di cui è ben fornita ogni categoria. Attraverso l’ingl
STYLE invece si contano i glb Styling “progettazione” e Restyle
“rammordenamento” associati ai glb
Design “progetto-disegno” e
Look”aspetto”.
\ Lo Stilnòvo, più noto come Dolce Stil Novo, è stata una scuola di poesia tra il 1200
ed il 1300, i cui adepti credevano nell'amore quale macchina per risanare la morale ed
elevare la spritualità; vide tra i sostenitori il sommo Dante Alighieri, più correttamente
Durante Alighieri, (1265/1321), cui il percorso straordinariamente connesso con
l’onomastica, conta Danteggiàre,.Dantèsca, Dantèsco, Dantìno “edizione tascabile
della Divina Commedia”, Dantìsmo con Dantìsta e Dantìstico.\
La variante gr STELE, inv nel lat STELA(E), ha condotto a Stèle o al raro
Stèla, il cui plur è invariabile Stele con un raro Steli.
\ Scoperte a metà del Novecento, le Stele Daunie o Daune, risalenti al 1500 aC,
costituiscono oggi un’affascinante collezione custodita nel castello svevo-angioino
(con ritocchi aragonesi) di Manfredonia, sede di un museo nazionale.\
Lància è dal lat LANCEA d’origine gallica, col dim Lanciòla e l’accr
Lanciòne; da questo termine e dal verbo d’azione LANCEARE vibrare la
lancia è sorto Lanciàre anche nel senso di scagliare o gettare qualsiasi cosa e
metaf “condurre alla notorietà”; eppoi Lanceolàto (a forma di lancia), il dim
Lancètta, Lanciamènto, Lanciàrio, Lanciàta e Lanciàto, Lanciatòre,
Lancinàre, con Lancinànte, inv dal lat LANCINARE dilaniare. In volg mer,
vrs da un Lanza per Lancia, si conta Lanzata “lanciata” che vale fig “fitta”.
Col pref S durativo si ha Slanciàre con Slàncio e la locuzione Slancio vitale
tradotta dalla glb franc Elan vital (corretta accentazione élan). Nel percorso
composto, si contano Lanciabàs (ellittico di “lancia bombe
antisommergibili”) 1, Lanciabòmbe, Lanciafiàmme, Lanciagranàte,
Lanciamìme, Lanciamìssile, Lanciapiattèllo, Lanziaràzzi, Lanciarpiòne,
Lanciasàbbia, Lancisàgola, Lanciasilùri questo con Silùro dal lat SILURUS
già gr SILUROS ”specie di pesce”, cui Silùridi e Silurifòrme, svoltosi fig nel
significato d’arma (per la forma del pesce) cui Siluramènto, Silurànte,
Siluràre, Siluratòre, Silurìsta.
Infine, Lanciatorpèdini dal lat TORPEDO anche questo “specie di pesce” cui
Torpèdine, con Torpedìnidi, fatto derivare dalle scariche elettriche che
genera, in connessione fig con il lat TORPERE “essere torpido” cui
Tòrpere, Torpidèzza, Torpidità, Tòrpido, Torpòre, col prefissato Intorpidìre
742
cui Intorpidimènto e Intorpidìto; svoltosi nel significato di ordigno bellico
donde l’omn Torpèdine con Torpedinièra e Torpedinière, svoltosi ancora fig
quale mezzo di locomozione (sempre per la forma aerodinamica) cui
Torpèdo, Torpedòne attraverso l’attestazione franc-sp TORPEDO.
Il gr conta un LONCHE lancia, in connessione rad indoeur con LANCEA,
che l’ital ha utilizzato per il termine botanico Lonchìte “sorta di felce”
attraverso il lat LONCHITIS,
Il ted ant aveva TART per Lancia, riversatosi DARD nel franc e
nell’omologismo Dàrdo in ital, cui Dardeggiàre; il gr conta lo specifico
AKON dardo cui Acònzio dal gr AKONTION. Il ger conta GEIRR per
Lancia cui l’onomastico OSCAR “lancia di Dio” con la versione OS
(connesso al gr THEOS) per Dio, che ritroviamo ancora nell’onomastico
Osvaldo “potenza divina” con WEALD potenza connesso col franc ant
WALD burocrate e con il got WALDAZ capo. La punta della lancia è
Cùspide lal lat CUSPIS di tema med KUSP cui Cuspidàle e Cuspidàto, in
complanare con il percorso di LAPIS punta di pietra.
\ L’Oscar cinematografico è la statuetta dotata di spada. \
Giavellòtto, attraverso il franc JAVELOT, discende dal gallico GABALO,
che il lat volg avrebbe diminuito in GABALINA da un precedente
GABALUS forca, cui Gavaìna forca, questo attestatosi attraverso il ligure; il
gr conta lo specifico BELEMNON giavellotto, cui il fig lat BELEMNITES e
l’ital Belemnìte “genere di molluschi”. Il lat conta MATAREM o
MATEREM di genesi celt, quale snm di giavellotto cui il percorso ital di
Màttero, Mattarèllo o Matterèllo snm di Lasagnolo, il fig Maràsso “sorta di
vipera europea”.
Asta-àsta dal lat HASTA trova corrispondenze celt e ger, dal sct HASTA
mano, alla quale si presume sia stato associato (quale prolungamento
d’essa), erede del più ant e rituale GHASTO ramo del corpo, ovvero la
mano. In percorso Astàta, Astàòto, Astìle (da non equivocare con lo
sdrucciolo Astilo), l’atletico Astìsta, i dim Asticciòla o Asticciuòla,
Asticèlla, il prefissato Innastàre o Inastàre con Innastàto o Inastàto.
Asta è anche fig un segno grafico cui Asteggiàre e Asteggiatùra.
Attraverso il ger l’ital conta l’omologismo Fràmea con valore di “asta corta
ndi ferro” quale arma,che nulla ha del termine glb ingl Frame che da “telaio
o cornice” in semant originale, ha assunto il valore di “singola immagine”
quale snm di Fotogramma o di “sequenza di informazionia a due o più unità
programmate (Item)”.
Asta è ancora metaf il prolungamento dal prezzo base, cui Astatòre, e dal
suo dim lat ASTELLA è pervenuto il termine architettonico navale Astellàre
attestatosi in Stellàre (aferesi della A) col suo Stellàto (omn di Stellato da
Stella) e Stellatùra. Nel percorso si conta anche un omn fig Stellàre sempre
da ASTELLA con valore di “scheggia”, vrs poiché le stelle cadenti appaiono
come schegge. Snm di Asta è Bòma o Bòme omologismo dall’ol BOOM
attraverso il franc BOME cui Bomeràle “asta del vomero”, utilizzato anche
in terminologia marinaresca.
Termine alieno Astigiàno che vale relativo al toponimo Asti.
Dal remoto e magico termine HASTA, i latini avevano coniato PRAESTO
743
cui Prèsto (omn di Presto “pegno”) a portata di mano e fig in breve tempo
contraendolo da PRAIHESTOD davanti alla mano, con Prestèzza ed il
prefissato Apprestàre. Opposto a Presto è Tàrdi, questo avverbio di Tàrdo
dal lat TARDUS lento risalente ad un TRDU complanare del sct MLDU
svoltosi in Molle. In percorso, il denm Tardàre, il gerundio sostantivato
Tardàndo, i snm Tardànza, Tardèzza e Tardità o Tarditàte, Tardìvo con
Tardività, il fig Tardòna con l’omologo mas Tardòne, il prefissato Ritardàre
(RI per denm)con Ritardàbile, Ritardamènto, il gerundio sostantivato
Ritardàndo, Ritardànte, Ritardatàrio, Ritardatìvo, Ritardàto questo anche fig
mentale, Ritardatòre, Ritardaiòne, Ritàrdo, i composti Tàrdo-antìco,
Tardogòtico, Tardorinascimentàle.
In ar, AL IDADA è Asticciola, cui l’omologismo Alidàda. Zagàglia è ancora
l’omologismo dal berbero ZAGAJA punta di lancia, forse d’identica rad con
il berbero ZAGAJA zàgara, ovvero punta fiorìta.
Sarìssa è per accezione la lancia macedone, dal gr SARISA transitato inv dal
lat.
1
La similitudine è con l’ellittico MAS che vale Motoscafo Antisommergibili, ma più
propriamente l’acronimo di Motobarca Armata SVAN (Società Veneziana Automobili
Nautiche); Gabriele D’Annunzio lo mutò poeticamente nella locuzione lat
MEMENTO ALUDERE SEMPER Ricordati di osare sempre.
\ Brando, Gladio, Spada, Stocco, Daga, Sciabola, Fioretto, Scimitarra
Dal franc BRAND, che sta per ciò che arde, è nato fig l’omologismo Bràndo
“arma scintillante”, poi semplicemente Bràndo (l’arma) cui Brànda
(oscillante) con il glb franc Brandade attraverso il prvz BRANDADO
agitato-mosso, eppoi Brandàre, Brandìre (roteare, oscillare), Branditòre, il
prefissato Imbrandìre col pref IN illativo. In connessione al franc BRAND
cio che arde si conta Brandèggio “spostamento delle bocche da fuoco” con
Brandeggiàre e Brandeggiàbile, un glb ingl Branded che sta per “marchiato”
da BRAND marchio (in riferimento al marchio a fuoco impresso sui capi di
bestiame) con, in locuzione, Brand image “immagine pubblicitaria” e Brand
manager “responsabile del marchio”. Il termine Brandistòcco “stocco a tre
lame” è omologismo dal franc BRANDISTOC modellato dall’ol
SPRINGSTOK.
Glàdio è dal lat GLADIUS - di concepimento gallico - cui Gladiatòre,
Gladiatòrio e, per associazione, Gladìolo dalla forma di un piccolo gladio, il
cui snm è infatti Spadacciòla, e Giaggiòlo, questo dal volg GLADJOLUS
con la variante fig Iris-ìris dal gr IRIS “iride” (omn-snm di Iris “sorta di
quarzo”); un’attestazione di Gladio in Ghiàdo aveva portato ad Agghiadàre
trafiggere col gladio, fig inorridire.
Tra i latini, il termine GLADIATOR aveva assunto il valore popolare di
bandito,poiché gran parte del corpo era costituita da condannati.
Spàda o Spàta è dal lat SPATHA, termine questo entrato nell’uso con
l’avvento del dizionario germanico, l’arma a forma di SPATHE questo in gr
spatola. Il lemma Spada (adottato dal XIII sec) è tra i primordiali il cui
percorso parte dal rad SPA, in sct SPHA, attestatosi nell’albanese SPATE e,
mutandone il significato di arma, nell’anglosassone-ingl SPADE, nell’
islandese SPADHI, nel ted SPATO e SPATEN vanga e finanche nella
744
lingua non indoeur, nel basco IZPATA; il rad SPA-SPHA contiene il valore
di “estendere”, la spatola, la vanga e la spada sono, infatti, estensione protesi - del braccio. In percorso la locuzione ittica Pesce spada
scientificamente detto Xiphias gladius, della Famiglia dei Xifidi, Ordine
Percifòrmi.
I derivati, esclusi alcuni termini espliciti quali Spàtola (dim lat) cui il fig
Spàtolo “sorta d’uccdello di palude dei Treschiornìtidi, Spatolària “sorta di
pesce” altrimenti detto Pesce spatola, Spatolàto, Spàta (botanica) e Spàto
(minerale) attraverso il ted cui Spàtico SPAT, hanno subito la lenizione sett
in Spàda cui il fig botanico Spadacciòla snm di Gladiolo, Spadàio o Spadàro,
Spadàra (rete da pesca), Spadàta, Spàdice (botanica) dal lat SPADIX,
Spadìsta, Spadòna (sorta di pera), Spadòne, quest'ultimo (d’altra etim) anche
snm di Eunuco e fig sorta di radicchio per accezione quello trevigiano, eppoi
il composto Spadifòrme. Il gr conta lo specifico KSIPHOS spada cui il
percorso omologato in ital, pur non contemplando la lettera x, quali Xìfidi
(Famiglia ittica alla quale appartiene il Pesce spada) con Xifòforo (col gr
PHERO porto), Xifòide con Xifoidèo, Xifosùri (col gr URA coda). Dal
succitato minerale Spato, l’ital conta l’omologismo Feldspàto o Feldispàto,
Feldspatòide o Feldispatòide (suff OIDE “somiglianza”) attraverso il ted
FELDSPAT spato di campo.
Il giapponese conta BOKEN composto da BO difesa e KEN spada, donde il
termine inv glb che sta per “spada di legno” da usare nel KENDO “scherma
tradizionale”, composto con DO arte, questo omologato in ital con Kèndo
cui il praticante Kendòka col suff KA mestiere.
Una spada corta è Stòcco dal prvz ESTOC, cui Stoccàre (omn di Stoccare da
STOCK), Stoccàta, Stoccatòre, Stoccheggiàre vrs connesso con il long
STEK palo cui l’omologismo Stecca. Il termine è vrs connesso a un
precedente onomatopeico per significare un colpo, cui Tòc o Tòcche,
Toccàre, Toccàta, Toccatùra, Toccheggiàre e Tòcco con l’iterativo Ritoccàre
con Ritoccamènto, Ritoccàta, Ritoccatòre e Ritòcco, Rintoccàre (doppio pref
Ri reiterativo e IN illativo) e Rintòcco, meglio Rintòcchi; eppoi i composti
quali Toccafèrro, Toccalàpis, Toccamàno, Toccasàna.
Il Toccare può avere il valore esteso di “trattenere” dalla locuzione Non mi
toccare pronunciata da Gesù risorto nei confronti di Maddalema.
Tòcco vale fig guasto ma, in parvenza di enantiosemia, sta anche per “fisico
alto e robusto” insomma un complimento. I volg veneti Tocco e Tocchetto
valgono fig “pezzo” e “pezzetto”. La locuzione Tocco alla genovese vale
una sorta di intingolo con pezzi di manzo.
Il long, in connessione, conta STOK svoltosi nel’omologismo Stòcco “stelo
del granturco-stollo-parte legnosa della lancia (primo omn di Stocco
“spada”) esteso in “bastone” cui Stoccafìsso “ (merluzzo) rigido come un
bastone” attraverso l’ol STOCVISCH “pesce seccato” col suo ellittico
Stòcco (secondo omn di Stocco “spada”) cui la locuzione gastronomica
calabrese Stocco della mammola. Infine, vrs, sempre in connessione ed in
estensione semant, attraverso l’ingl STOCK l’ital conta il glb Stock
“materiale immagazzinato” o fig “titolo azionario” cui ancora gli
omologismi Stoccàre (omn di Stoccare da ESTOC), Stoccàggio, Stocchìsta
745
in complanare con Stockare cui Stockàggio e Stochìsta da evitare; dal
termine glb l’ital conta la locuzione sportiva Stock car (CAR autovettura), la
commerciale Stock house (HOUSE casa), l’azionaria Stock option (OPTION
opzione).
I latini chiamavano SPATHA DACA l’arma forgiata alla maniera dei Daci 1
(a due tagli), poi sintetizzata DACA, cui, con lenizione sett della c in g,
Dàga e un singolare Draghinàssa con un suff peggiorativo sett ed epentesi
della consonante r. Il cognome Spatafora e simili varrebbe munito, portatore
di spada col suff FERO dal lat FER tratto dal verbo FERRE portare. Nei
temi indoeur si conta NSI spada, già sct ENSIS cui il semiomologismo ital
Ensifòrme, che non ha alcuna connessione con Elsa-èlsa “protezione
dell’impugnatura” o semplicemente “impugnatura” omologismo dal franc
ant HELSE svoltosi nel ted ant KELZA, cui l’onomastico Elsa. Il termine
Elson-èlson, invece, che sta per “sorta di presa” nella Lotta, è un
omologismo in ellissi dalla locuzione ingl IN NELSON la quale pare derivi
dalla cognomastica (di un lottatore); in connessione rad con Elèpoli dal gr
HELEPOLIS che è l’ant torre a più ripiani che si spingeva sotto le mura per
prendere le città (POLIS), in associazione con ELAUNO spingo.
Sciàbola è dal polacco SZABLA rintracciabile nello slavo SABLJA, cui i
derivati espliciti Sciabolàre, Sciabolatòre...
Fiorètto, infine, un'arma sportiva, in omn con piccolo fiore, è appunto il
termine metaforico d’assimilazione della sua punta, protetta da un bottone,
ad un bocciolo, benché sempre più stia cancellando la retorica, diventando
una vera spada sottile e flessibile, non da taglio. La parte affilatissima del
fioretto è chiamata Gavigliàno, dal lat CAPILLUM con suff IANUM,
termine successivamente lenito (p in v) e variato (CA in GA).
Scimitàrra è l’omologismo dal persiano SIMIR attraverso lo sp
CIMITARRA.
Armi, queste, alle quali, talvolta è assegnato il nome di Làma, dal lat
LAMINA-LAMNA rimpatriato dal franc LAME, cui Lamàre, Lamàto,
Laminàre, il glb franc Lamè (corretta accentazione è) “laminato”,
Lameggiàre, il dim Lamèlla con Lamellàre, Lamellàto, Lamellibrànchi
(Classe di molluschi) e Lamellifòrme, il dim Lamètta, Lamièra con
Lamierìno e Lamierìsta, direttamente dal lat Làmina (termine fig svoltosi in
mineralogia, botanica, anatomia e biologia) con Laminàre sia aggettivo sia
verbo, il fig Laminària “sorta di alga”con Laminariàcee (la Famiglia) il cui
estratto è il chimico Laminarìna (suff chimico INA), Laminàto, Laminatòio,
Laminatòre, Laminatùra, Laminaziòne e Laminòso, il termine composto
chirurgico Laminectomìa del XX sec (col gr EKTOME resezione) poiché
qui Lamina è dalla locuzione anatomica Lamina vertebrale; eppoi un
Lamìglia (dal 1957), sorta di tessuto decorato con piccole lamelle
metalliche, col suff AGLIE per collettivi, un Làmio questo una sorta di
ortica” adottato dal XVI sec.
Il termine Bràttea (snm di Gluma o Ipsofillo) inv dal lat BRATTEA o
BRACTEA, d’etimo sconosciuto, vale lamina metallica e, in senso fig, in
botanica, sta per una particolare foglia, cui Bratteàle, Bratteàto, Brattèola,
con Bratteolàto, dal dim lat BRACTEOLA.
746
Alle armi, assegnato anche il nome di Fèrro, questo dal lat FERRUM privo
di connessioni in area comune indoeur, poiché il Ferro fu scoperto dopo la
costituzione delle prime società indoeur, con le loro lingue; l’onomastico
Isotta, infatti, è dal celt ESSYT e vale “che difende con il ferro”.
In percorso dal lat FERRUM, Ferràccia, Ferràccio snm di Ghisa, Ferràglia,
Ferràio cui Fabbroferràio, Ferraiòlo, Ferramènta, Ferramènto, Ferràre cui
Ferràta, Ferràto, Ferratòre, Ferratùra e il composto Ferracavàllo snm di
Maniscalco, Ferrarèccia, un Ferrari nella cognomastica, Fèrreo, i dim
Ferrètto e Ferrettìno, ancora Ferrètto “terreno ferruginoso” cui
Ferrettizzaziòne, Fèrrico cui Idrato ferrico e Ferràto (omn del precedente)
che vale Acido ferrico, Ferrièra, il composto Ferrìfero, Ferrìgno, Ferrìsta
“assistente del chirurgo”, Ferrìte (suff scientifico ITE), Ferròso.
Il Ferro dolce o Ferro battuto, rispetto all’Acciaio (0,3/1,7%) contiene una
percentuale di Carbonio inferiore allo 0,3.
Le locuzioni Braccio di ferro e Dito di ferro indicano due esercizi di
competizione muscolare nati nei ritrovi quali taverne e locande.
FERRO lo si ritrova ancora in composizioni quali Ferrocemènto,
Ferrocròmo, Ferromagnètico con Ferromagnetìsmo e Ferroelettricità (dove
Ferro vale “ferromagnetismo”), Ferrofluidodinàmica, Ferrotipìa (in ambito
fotografico), Ferravècchio o Ferrovècchio.
Ancora, Ferrovìa con Ferroviàrio, Ferrovière e l’ellittico FERRO con valore
di Ferrovia, utilizzato nelle composizioni quali Ferromodellìsmo,
Ferromodellìsta e Ferromodellìstico, Ferrotranviàrio con Ferrofilotranviàrio
e Ferrotranvière.
Eppoi, Ferruggìgno “color ruggine” dal lat FERRIGINUS da FERRUGO
ruggine, Ferrùgine con Ferrugìneo, Ferruginosità
e Ferruginòso,
Ferruminàre (sovrapposto al lat FERRUMEN saldatura) con Ferruminatòre
e Ferruminatòio, i prefissati quali Afferràre (AD allativo), Deferrizzaziòne
(De sottrattivo), Inferràre e Inferriàta (IN illativo), Rinferràre, Sferràre con
Sfèrra, Sferragliàre con Sferragliamènto, Sferràre con Sferràto e Sferratùra,
eppoi il domestico Sferruzzàre, il composto fig Sferracavàllo adottato in
botanica.
Una particolarità, infine, per Ferraiolo del quale esiste un omn; il primo
percorso etim è naturalmemnte da Ferro e sta per “operaio del ferro”, il
secondo Ferraiòlo o Ferraiuòlo, invece, è dall’ar FERYUL mantello.
Ferrandìna, attraverso il franc FERRANDINE, infine, è fuori percorso da
Ferro poiché è una sorta di stoffa di lana e seta il cui inventore è Ferrand
vissuto nel IV sec,.
Il lemma Ferraio è sempre in connubio con Fàbbro, questo dal lat FABER
operaio in connessione col verbo FACERE, cui Fàbbrica da FABRICA con
Fabbricàre da FABRICARE, Fabbricàto e Fabbricaziòne da FABRICATIO
FABRICATIONIS, Fabbricerìa da FABRICIERE, Fabbrìle da FABRILIS,
l’onomastico Fabrizio “artefice”.
Dal lat FABRICA il franc ha tratto FORGE cui l’omologismo Fòrgia con il
denm Forgiàre e i derivati Forgiàbile con Forgiabilità, Forgiatòre,
Forgiatrìce e Forgiatùra.
Il Fèrro quale elemento chimico (simbolo Fe) è presente in alcuni alimenti
747
come il fegato, i legumi, frutti di mare e i vegetali verde-scuro, cui
Ferrobattèrio, Ferrocène (composto con la C di Ciclo e ene di Pentadiene),
Ferrochìna, Ferrocianìdrico, Ferrocianùro, Ferrolèga, il patologico
Ferroprìvo, il composto chimico Deferipròne (con Ferro e Piridina, suff
biologico ONE), la proteina Transferrìna (suff medico INA).
L’ellittico FERRI questo con valore chimico di Ferro trivalente usati nelle
composizioni quali Ferritìna “proteina” cui Apoferritìna (suff chimico INA),
Ferridrìte.
Snm di Afferrare e Brancare e Ghermire. Brancàre è da BRANCA zampa da
tema med, vrs connesso al tema di Braccio dal gr-lat BRAKHION
BRACHIUM braccio, cui Brànca con Brancàle, Brancarèlla, Brancàta,
Brànco e il composto Brancorsìna ellittico snm della locuzione Zampa
orsina, eppoi l’iterativo Brancicàre con Brancicamènto, Brancicatùra,
Brancichìno e Brancicòne, Brancolàre con Brancolamènto, Brancolòne o
Brancolòni, le composizioni Abbrancàre, questo sia nel significato di
“afferrare”, sia in quello di “riunire in branco” snm Imbrancàre col pref IN
illativo; Brancaleonèsco, in percorso indiretto, è in riferimento al
personaggio Brancaleone della nota armata del film di Monicelli.
Ghermìre, invece, è l’omologismo attraverso il long KRIMMJAN afferrare,
cui Gherminèlla nel senso fig di “incantesimo-inganno-gioco” connesso con
il lat CARMINARE sanare con incantesimi-incantare cui un ant Garminàre.
Lancia, Dardo, Brando, Daga, Gladio, Sciabola... tutti termini che
identificano delle armi primitive e sono d’origine straniera; questo dovrebbe
comprovare una quotidianità più pacifica in seno ai popoli italici. Nelle
battaglie e nei duelli, di questi le armi sono sempre in accoppiata con Scùdo,
dal lat SCUTUM, cui SCUTARIUS - Scudièro e Scuderìa.
Dal franc TARGA e il prvz inv TARGA l’ital conta Targàre donde il devb
Tàrga.
\ Le mamme spartane rivolte ai loro figlioli in partenza per la guerra e consegnando
loro lo scudo, recitavano la frase rituale “O con questo o su questo” intendendo di
tornare o indossando lo scudo in mano (vivo) o deposto sullo scudo (caduto ) come
era tradizione funebre per i soldati.\
Termine alieno in questi percorso è Scudìscio, coniato dal lat SCUTICA che
intendeva Scìtico, ovvero, relativo agli Scìti; da non associare il termine
Scitàle o Scitàia, questo dal gr SKYTALE bastone che vale” testo scritto su
una striscia avvolta intorno ad un bastone”.
Lo scudo rotondo romano, piccolo e leggero, era indicato con PARMAM cui
Pàrma, vrs sopravvissuto fig nel toponimo Parma cui i relativi Parmènse e
Parmigiàno questo relativo al tipoco formaggio cui locuzione Parmigiano
reggiano (della zona di Reggio Emilia) e da qui il Reggianito, formaggio
gemello creato dagli emigrati italiani in Argentina.
Nella locuzione Tirare di scherma, l’omologismo Schèrma è il devb da
Schermìre d’origine long SKIRMJAN proteggere, cui Schermàglia eppoi il
mas Schèrmo (dal XIV sec) fig da Schermire, donde Schermàre, Schermàta,
Schermàto, Schermàggio, Schermatùra, Schèrmico, Schermidòre o
Schermitòre o Eschermidòre, Schermìstico, i composti Schermografìa con
Schermogràre e Schermogràfico; incrociando il termine Scherma col franc
748
SKARA schiera, è stato coniato Scaramùccia con Scaramucciàre.
Il termine SHIRMJAN proteggere è connesso, tramite un passaggio fig con
SKIRNJAN (sempre long) burlare e con metaplasmo della m in n, cui
ancora Schernìre con Schernèvole, Schernitòre e Schèrno; in connessione
indour ancora il ted ha SCHIRM che sta per “ombrello”, quindi, in senso più
o meno lato, è implicita la semant riparare, schivare-burlare di questo
percorso.
In coerenza indoeur, si rintraccia ancora una connessione con l’ingl
SCREEN schermo, cui i glb Screening “vaglio” dal verbo TO SCREEN che
dal valore semant di proiettare sullo schermo s’è svolt fig in vagliare, come
d’altronde è accaduto in ital con Schermografia; eppoi Screemate “immagine
animata d’informatica” fig con MATE compagno.
1
Daci. Antica popolazione stanziatasi nella regione danubiana dell’odierna Romania,
storicamente nota per essere stata sottomessa dall’imperatore Traiano (guerre del 101102 e del 105-107 dC).
\ Spinacio Asparago
Un luogo comune vuole lo Spinacio il vegetale ricco di minerale Ferro;
invero è la menta e il prezzemolo che ne contengono maggiore quantità in
percentuale. Spinàcio o Spinàce, meglio Spinàci - più ricco di vitamina C
rispetto all’arancia - con Spinaciòne, è dal persiano ASPANAKH già ar
ISFANAG o ISFINAG, in ital sovrapposto a Spina. Il termine persiano è
assonante del termine med svoltosi nel gr ASPARAGOS germoglio e nel lat
ASPARAGUS cui l’ital Aspàrago o Aspàragio, meglio Aspàragi, o ancora
Sparàgio con aferesi, cui, in complanare, Sparagèlla o Sparaghèlla,
Asparagàcee, Asparagèto, Asparagiàia e Sparagiàia, Asparagìna
“amminoacido” (suff chimico INA) cui Aspàrtico e Aspartàme,
Asparicoltòre con Asparicoltùra con Aspargicoltòre. Spinaci ed Asparagi,
quindi, sono vrs connessi a comprovare l’immensa area indoeur. Asparagus
era anche l’ant imbarcazione romana specifica per il trasporto degli asparagi
importati.
\ Gli Asparagi di Rommel (generale tedesco) erano così indicate le palizzate
costruite dai tedeschi nell’ultimo conflitto mondiale, a protezione dagli
sbarchi \
\ Ferro e nomi di persona
Ferro è un ant nome, in gran voga nel medioevo, vrs, come una moltitudine
di cognomi d’oggi, ha avuto origine dal soprannome che intendeva chiarire
la fisiognomica di chi lo portava. Nomi similari o che paiono dello stesso
ceppo, sono Ferrante o Ferrando e Ferdinando con i suoi ipocoristici
Fernando o Nando. In effetti, il primo, Ferrante-Ferrando, è in origine un
soprannome che si rifaceva, è vero, al ferro, ma in riferimento al colore
grigio-ferro dei mantelli equini; nomi nati in Spagna e in Francia prima di
calare omologati nella nostra penisola, quali Ferrant e Ferrand. Il cognome
Ferrero, poi, appare originario da fabbro ferraio, sp Ferrer, franc Ferrier.
Altro percorso per l’onomastico Ferdinando, che non sta per “Ferro di
Nando”, ovvero “Ferro figlio di Nando”, infatti, il nome è d’estrazione ted,
di nascita visigota, e vale FRITHU sicurezza, amicizia e NANTHS audace
coraggioso, quindi FRITHUNANTHS; gli spagnoli se ne sono innamorati
749
attestandolo nell’ipocoristico Hernando-Fernando. Un onomastico
italianissimo è Ferruccio, vedi Francesco Ferrucci, che non è il
vezzeggiativo di Ferro, bensì dal lat FERRUTIUS, poi rivolto in Ferrùzio;
dal nome del suo uccisore Fabrizio Maramaldo, a Gavinana nel 1530, è
derivato il termine Maramàldo che vale snm di Traditore, cui
Maramaldeggiàre, Maramalderìa e Maramaldèsco.
PICCHETTO
Dopo un’escursione in Francia, il lat PICCA rimpatria in PIQUET
drappello (armato di picche), ribattezzato Picchètto. Il termine è
peraltro associabile alla consuetudine militare di legare i cavalli ai
pali, prima dell'ordine di partenza. Picchetto, allora, semant un
“drappello armato, di guardia o d’onore”. La smilitarizzazione
ideologica ha portato a definire Picchetto finanche gruppi d’operai,
di studenti, di femministe... di protesta o d’occupazione. Il Picchetto
è anche il paletto conficcato nel terreno quale segna-confine o per
reggere la tenda. Altri derivati: Picchettàre, Picchettàggio,
Picchettamènto, Picchettàto o Picchiettàto, Picchettatòre,
Picchettatùra, Picchettaziòne.
\ Palo Pala
Altro termine associato potrebbe essere Pàlo, che dal lat tardo PALUS è
connesso a Pala, entrambi da un ant PAG-S-LA ciò che si pianta o si
affonda... cui Palètta (anche parte della chitarra snm di Cavigliere, dove
hanno sede le chiavette) e Palètto con Palettàre, Palettàta, Palettatùra,
Palettizzàre o Pallettizzàre, (questo attraverso l’ingl TO PALLETIZE, con
Palettizzàbile o Pallettizzàbile e Palettizzaziòne o Pallettizzaziòne, Palificàre
con Palificàta e Palificaziòne, il dim Palìna con Palinàre, Palizzàta, Palìzzo,
Passòne questo accr di un arcaico PAXOLOS di PALUS, e una non certa
relazione con Palànca (omn di Palanca “moneta), questo inv dal lat
PALANCA trave, già gr PHALNKS tronco d’albero, cui Palancàre con
Palancàta e Palancàto, Palanchìno (omn di Palnchino “portantina”), Palànco
o Parànco con Parancàre (in attestazione genovese), Palàncola snm di
Pedagnolo, un raro Piancìto da un ant Piancia attraverso il lat volg PLANCA
per PALANCA, il prefissato Spalancàre con S sottrattivo che sta per “più
che aprire” ossia “togliere le palanche (travi di chiusura) cui Spalancamènto
e Spalancàto. L’ingl conta POLE palo, donde la locuzione glb Pole position
“posizione al palo di partenza”. Direttamente dal gr PHALANKS il lat conta
PHALANGA rullo cui Falànga tronco; il termine militaristico Falànge
ideata dal macedone Alessandro Magno (356/323 aC) è sempre dal gr
PHALANKS tronco poi lat FALANGEM, in risvolto fig, cui Falangìsmo,
Falangìsta (appartenente alle Falange, l’omn-snm di Falangista “sorta di
marsupiale) e Falangìtico, eppoi Falangèridi (Famiglia di mammiferi),
Falangètta e Falangìna delle dita (la prima quella con l’unghia e la seconda
quelladi mezzo), Falangìte (suff patologico ITE).
Falanstèrio o Falanstèro da tema med FALA-PALA macchina d’assedio, cui
Falàrica “grosso giavellotto” da un ampliamento lat FALARICA d’identica
traduzione, e sarebbe ricaduto fig in quello anatomico. Esiste un Falàsco
750
“pianta palustre” considerato d’identico tema med FALA cui il risvolto
tematico fig, ma non accertato, in FALASKA pianta, o, forse, ampliato fig
con un suff ligure ASCO. Esiste, ancora, il lemma Falèsia attraverso il franc
FALAISE da un ant FALISA “rupe”, vrs e fig più vicino al tema med ove si
pensi alle arcaiche macchine belliche.
L’attinenza di Palo quale strumento per i campi dovrebbe desumersi in area
indoeur con il lemma ingl POLE palo in connessione rad con lo slavo POLE
campo, cui il toponimo nazionale Polonia da Polàni “abitatori dei campi”,
Polàcca (sorta di danza, giacca, stivaletto) con Polacchìna “calzatura”, vrs
Polàcca “sorta di veliero” snm di Pinco con Polaccòne “sorta di vela”
considerati d’etimo non accertato in questo percorso, Polàcco, Polonaise per
accezione “danza polacca” glb dal franc, cui l’talianizzazione Polonèse
questo anche “sorta di tessuto”, Polònico, meglio Polònica, per accezione
relativa ad una infezione da pidocchi cui Febbre polonica, Polònio
“elemento chimico” in riferimento alla Polonia (simbolo Po), patria di
M.Curie che lo scoprì, Polèna “ornamento scultoreo prodiero” attraverso il
franc POULAINE, fig dalla locuzione SOULIERS A LA POULAINE
scarpe alla polacca.
La rad è l’indoeur PAK che sta per Pattuìre, alternata in assimilazione con
altre rad PAG e PLT, cui il lat PLANTARE (fig con la pianta del piede) e
l’ital Piantàre con Piantàta e Piantàto; attraverso il franc PLAN da
PLANTER piantare, l’ita conta fig Piàno nel senso di “disegno industrialeprogetto-programma”cui il composto Pianificàre con Pianificàbile,
Pianificabilità, Pianificàto, Pianificatòre e Pianificaziòne. Da contare
Pianìsmo “pianificazione economica” (omn di Pianismo da Pianoforte).
Una nuova professione si affaccia nel millennio, il glb Wedding plan, che
tradotto dall’ingl vale “progetto per organizzare un evento matrimoniale,
luna di miele inclusa”
Il percorso prosegue nei prefissati Impiantàre col devb Impiànto e
Impiantamènto, Impiantìre con Impiantìto, Impiantìsta, Impiantìstica,
Impiantìstico, Impiantologìa, eppoi Piànta “arbusto” (omn o sovrapposto a
Pianta del piede) da PLANTA cui Piantàggine da PLANTAGO
PLANTAGINIS snm di Petacciola, Piantàbile, Piantagiòne da PLANTATIO
PLANTATIONIS con lenizione sett del gruppo tion in sgion e
successivamente in gione, Piantamènto, Piantàna, Piantatòio, Piantatòre e
Piantatrìce, Piantatùra, Piantìme, Piantìna (oltre al dim di Pianta, indica una
piccola carta topografica sovrapponendo il termine a Piano “piatto”),
Piantòne con Piantonàre e Piantonamènto (transitato del gergo militare
svoltosi in sorvegliante non armato), Piantonàia e Piantonàio, Piantùme
(suff UME per collettivi) dall’antica pratica di interrare gli ortaggi calcando
col piede, Plàntula dal dim lat PLANTULA, Plànula “larva”, i composti
Piantagràne (con il fig plur Grane “fastidi”), Piantanimàle, Plantagenèto
(suff da Genesi) attraverso lingl PLANTAGENET capostipite,
Plantaginàcee (con il succitato genitivo lat PLANTAGINIS, vale Famiglia di
piante erbacee) . Il termine Piantùme, col suff collettivizzante UME, vale
“l’insieme delle piante seminate”, cui Piantumaziòne; il verbo Piantumare è
semant errato, poiché non esiste il piantare ciò che è già seminato. Il diritto
751
di piantare nella proprietà altrui è definito Enfitèusi dal gr EMPHYTEUSIS
il piantare dentro col pref gr EM corrispondente al lat IN illativo, cui
Enfitèuta, Enfitèutico.
Dal Pp PACTUS si ha Pattòna quale snm di Castagnaccio (nel senso di
“impasto compatto”), e col pref COM è nato Compàtto, già gr PEKTOS
condensato, compatto, cui Compattàre, Compattàbile, Compattamènto,
Compattatòre con Compattaziòne, Compattèzza e la composizione
Autocompattatòre per la nettezza urbana, eppoi Pectàsi (suff scientifico
ASI), Pectìna (suff chimico INA) con Pèctico. Potrebbe essere vrs nella
mappa indoeur una connessione tra il rad PAK è l’ol PACK, considerando
un patto che introduce un tangibile scambio, cui Pàcco, il dim Pacchètto,
Paccottìglia dallo sp PACOTILLA attraverso il franc PACOTILLE e, con i
pref, Impaccàre, Impacchettàre, Impàcco. Il termine Pèctide, l’ant strumento
gr musicale a corda, con la variante Pèttide, è dal gr PEKTIDOS da
PEGNYMI fisso insieme. Il franc conta TROUSSER impacchettare cui il
glòb Trousse (pron trus).
Pàcca, invece, fuori percorso, è da una serie onomatopeica PAC PAC del
valore di colpo cui, in estensione metaf (lavoro dei campi a colpi di zappa),
il volg napoletano Pacchera “schiaffo-botta”. L’omn Pàcca sta per “natica” o
“pezzo di carne macellata (suino) omologismo dal long PAKKA
rintracciabile nel ted BACHE guancia-coscia equina-natica, cui il fig
Pàcchero “sorta di pasta” di genesi napoletana, sovrapposto a Pacchero; è
vrs una connessione con l’onomatopeico Pacca “colpo” per la tentazione che
si ha di schiaffeggiare una natica, un pezzo di carne polposa, una guancia.
Pàcchia, snm di Cuccagna, (come Villano da Villa), Pacciàme o Pacciùme
con Pacciamatùra con nel senso di “poltiglia”, per accezione riferito a foglie
e sterpi, col suff collettivo UME variante di AME. Vrs da una metaf, il
termine Pacchia, dal significato originario di “lavoro gravoso (nei campi)” si
è semant attraverso il valore di “rozzo-volgare” via via in “felice ozio”
(enantiosemia), ed includendo le abbuffate di cibo, donde Pacchiàre che vale
mangiare con Pacchiamènto, Pacchiàno, Pàcchio e Pacchiòne, eppoi
Pacchianàta, Pacchianerìa, Pacchieròtto. La pacchianella è un gruppo
folcloristico nato a Monte Sant’Angelo sul Gargano.
Tornando a Pala, il percorso semantico di Impalàre e Impalàto, allora, col
pref IN illativo “infilare il palo per tutto il corpo” s’è diversificato da
Impiccare, questo limitato al capo (infilzare il capo eppoi appendere per il
collo). Implicitamente più largo, giunge Strampalàto un inc di Strambo con
Impalato (pref S sottrattivo), che sta per “sfornito di trampoli (protesi)
benché gli occorrano”, con richiamo al ted TRAMPELN calpestare cui
l’omologismo Tràmpoli con Trampolière con la locuzione Uccello
trampoliere, e Trampolìno.
Dal rad PAK-PAG pattuire-piantare, cui Pàtto da PACTUM con
Patteggiàre, Patteggiàbile, Patteggiamènto e Patteggiatòre, Pàtta da PACTA
quale plur di PACTUM con valore di “parità” cui Pattàre con un Impattàre
“pareggiare” (omn di Impattare “battere contro) e un Rappattumàre con
valore di Riconciliare, per associazione è derivato il termine Pàce “patto di
disarmo” dal lat PAX, cui Paciàre, Paciàle, Paciàro, Pacière, Pacìfero,
752
Pacìfico con i derivati quali Pacificàre, Pacificaziòne, Pacifìsmo e Pacifìsta,
Pacifondàio su calco di Guerrafondaio, Paciòne con Pacionìsmo (XXI sec) e
Paciòso, eppoi il prefissato Riappaciare o Rappaciàre cui Rappacificamènto,
Tappacificaziòne o Riappacificaziòne.
Il Pacifìnto è l’ipocrita pacifista.
Tra i tanti derivati di Pace, quali Pacàre dal lat PACATUS con Pàgo e
Appagàto (da lenizione sett), non è da includere il termine Pacioccòne,
questo discendente diretto di Baciòcco “sempliciotto”, erroneamente
attestatosi. Altri termini alieni Pacìnko “sorta di gioco” di genesi
giapponese, Paciùgo con Paciugàre parasnm di Pacciame, l’omologismo
Paciulì attraverso il franc PATCHOULI (pron paciulì) “pianta erbacea” già
ingl ma di genesi tamil.
Attraverso il prvz PATI area per il pascolo in comune, dal lat PACTUM
patto-convenuto, lo sp ha tratto PATIO cui il glb Pàtio “cortile interno”.
Il fem Pàtta dal lat PACTA, conta due omologismi omn, Pàtta con Pattòne
dal long PAITA veste ed anche abbotonatura, come quella dei pantaloni, e
Pàtta con Pateràzzo dal franc PATTE zampa (prvz PATO) cui PATIN
svoltosi nell’ital Pàttino, meglio Pàttini, e Monopàttino, con Pattìna,
Pattinàggio, Pattinamènto, Pattinàre, Pattinàto, Pattinatòio e Pattinatòre, cui
PATOUILLER diguazzare nel fango svoltosi in PATROUILLER col
derivato PATROULLE e l’ital Pattùglia con Pattugliàre, Pattugliamento e
Pattugliatòre; snm di Pattino e Pattini è Schettìno con Schettìni, omologismo
dall’ingl SKATING pattinare, vrs connesso al tema SKAT erompereschizzare cui, in complanare, Schettinàggio, Schettinàre, Schettinatòre.
L’ital conta Pattìno o Patìno (accentazione piana) “sorta di imbarcazione”
sempre attraverso il franc PATIN.
\ Le pattine domestiche, care alle nostre nonne e mamme, si sarebbero evolute con
l’invenzione orientale di Scarpette aspirapolvere a batteria da calzare in casa,
logicamente munite di un piccolo serbatoio per lo svuotamento.\
Il gr conta EIRENE pace, ad indirizzo teologico, cui Irènico, Irenìsmo con
Irenìsta e l’onomastico Irene, in complanare con il lat Pacifico, Pacifismo,
Pacifista e Pace in cognomastica.
Altri termini associati al rad PAK-PAG, Paèse (fondato con il patto di
piantarvisi) cui Paesanìsmo, Paesàno, Paesìsta o l’obsoleto Paesànte,
Paesìstico con Paesisticamènte, il prefissato Spaesare con Spaesàto,
Paesàggio (collettivo, che è l’inc di Paese col franc PAYSAGE) cui
Paesaggìsmo, Paesaggìsta, Paesaggìstico e Paesaggìre, questo coniato dal
poeta Andrea Zanzotto (1921/2011).
\ In Italia ben oltre 5mila paesi sono abbandonati \
\ La mitica locuzione Passaggio a Nord-ovest, già tentato dal 1400 e aperto
storicamente nel 2007 per pochi giorni causa i ghiacci, è il varco lungo la direttrice
Asia-Europa (Tokio-Londra) a nord del Canada, che conduce a tagliare ben 12mila
Km lunga la rotta attraverso il Canale di Panama. Il Passaggio a Nord-est, invece, più
agibile, è il transito a nord della Russia, che fa risparmiare 9mila Km evitando il
Canale di Suez.
Nel 600 aC, l’attuale Canale di Suez era indicato con il Canale del Faraone poiché gli
egizi si erano attivati per effettuare alcune escavazioni di passaggio. \
Il percorso continua con Pàgina “piantagione a schema regolare”, cui fig
753
“foglio per scrittura” con Pagèlla dal dim PAGELLA, Pastìno (attrezzo
agricolo) e Pastinàre da un ant PAKS-TINO questo aggettivo sostantivato di
PANGERE piantare, rad PAG; con i prefissati Compàgine dal lat
COMPAGO connessione da PANGERE col pref associativo COM. Impàtto
dal Pp IMPACTUS con Impattàre col pref illativo IN “pigiare contro”.
Propagàre (pref PRO nel senso di riproduzione) con Propagàbile cui
Propagabilità, Propagamènto, Propagatòre, Propagaziòne, il sostantivo
botamico Propàgolo cui Propagolaziòne, ancora Propagginàre con
Propàggine o Propàggine con Propagginamènto o Propagginnaziòne eppoi
Propagànda questo gerundio al fem dalla locuzione eccl DE
PROPAGANDA FIDE fede da propagare cui Propagandàre, Propagandìsta,
Propagandìstico, la locuzione Ministero della Propaganda con Ministro
della Propaganda di memoria fascista.
Ai fini di una propaganda è adottato il glb Slògan “frase orecchiabile” dal
celt (gaelico) SLUAGH GHAIRM urlo di guerra cui gli omologismi
Sloganeggàre, Slogànico e Sloganìstico.
Rimpinzàre dal lat volg PICTIARE da PANGERE con duplice pref cui RIIN-PICTIARE pigiare dentro ossia impiantare, Spìngere, già Pìngere (omn
di Pingere “dipingere”) o Pìgnere e Spìgnere, da EX PANGERE cui
Spingimènto o Spignimènto e il composto Spingidìsco (meccanica), eppoi
Impìngere (IN illativo) snm di Spingere (in una determinata direzione),
Spìnta con un aferetico Pìnta e Spintòne che col pref EX intensivo vale “più
che piantare”, in altre parole ficcare, Respìngere da RE EX PANGERE
(doppio prefisso reiterativo) cui Respingènte, Respingimènto, Respìnta e
Respìnto, Sospìngere o Sospìgnere cui Sospìnto (pref SO di SUB sotto);
termine alieno Pìnta “unità di misura per liquidi” (adottato dal 1875)
omologismo dal franc PINTE.
L’ingl conta TO DRIFT sospingere - andare alla deriva cui il glb Drift
“deposito roccioso da trasporto glaciale o il moto di una particella” con
Drifting “lancio di esche”
Dal lat SPONS SPONTIS volontà l’ital conta Spònte, o Spìnte questo inc
con Spinta, cui Spontàneo con Spontaneìsmo, Spontaneìsta, Spontaneìstico,
Spontàneità e Spontàno. Il gr conta OSMOS spinta, pressione donde Osmòsi
con Osmòtico e la composizione Esosmòsi in percorso con Osmòmetro,
Osmotattìsmo (col gr TAKTOS ordinato); da non equivocare col percorso di
OSMAN odorare cui Osmoforo.
\ Il riferimento semantico “agricolo” della Pagina è da tempo archiviato, a favore di
quello metaf grafico, pertanto, l’espressione “una pagina di lattughe” crea oramai
delle profonde perplessità a chi ascolta. Il lettore, nello scorrere questa ricerca, saprà
infatti che una moltitudine di termini che pronunciamo appartengono originariamente
alle pratiche dell’agricoltura, alle prime civiltà stanziali - unica fonte d’economia,
madre dell’allevamento e dell’artigianato - successivamente celati dalle interpretazioni
metaforiche, le quali si sarebbero consolidate semant in maniera irreversibile.\
Pàla, da inv tema med PALA sta per “rotondità”, derivato da PELA, oltre
all’arnese di lavoro, cui Palàia (omn di Palaia “sogliola”), il denm Palàre da
Pala o Palo e l’aggettivo Palàre relativo alla Pala d’elica, Palamènto, Palàta,
Palatùra, Paleggiàre con Paleggiamènto e Palèggio, il dim Palèlla o Parèlla,
il composto Palafìtta (con Fitto Pp del lat FIGGERE) cui Palafittàre e
754
Palafittìcolo, il prefissato Spalàre (S intensivo) cui Spalàta, Spalatòre,
Spalatrìce e Spalatùra, il composto Spalanève; termine alieno Palemònidi
“Famiglia di crostacei Decapodi” in onore dl dio marino gr Palaimon. Pàla
vale anche per “dosso montano” e per “spazio aperto” cui il sostantivo ed
aggettivo Piàno “piatto” dal lat PLANUM questo anche nel senso di “parte
di un edificio” compreso tra il pavimento e il solaio oppure tra due solai
dove il primo fa da pavimento, eppoi Piàna e Pianàle, Pianèlla “calzatura
bassa” o “mattonella” cui Impianellàre con Impianellàto, Pianèllo,
Pianeròttolo, Pianèzza, Pianigiàno (abiatante della pianura, in correlazione
con Alpigiano e Valligiano), Pianòro, Pianùra, il prefissato Appianàre cui
Appianàbile, Appianamènto, Appianàto, Appianatòia, Appianatòio e
Appianatùra, i composti Piano-concavo e Piano-convesso, Pianosequènza,
Pian-parallelo, Pianterrèno o Pianoterrèno o ancora in locuzione Pian
terreno e il fotografico Primo Piano, snm di Mezzobusto, nel senso di
immagine avanzata rispetto al resto della foto in Secondo piano e oltre;
eppoi l’omn fig Piàno “lento”.
Il percorso continua con Plàga questo, inv dal lat PLAGA piano-regione
(omn di PLAGA percossa) connesso col ted FLACH liscio, Planàre, fedele
al lat PLANUM, e il prefissato Complanàre (pref COM vale “di pari
importanza-sullo stesso piano”), eppoi Planària (zoologia, dei Turbellari),
Planarità, Planàta e Planàto, Planitùdine (ricalcando Latitudine), Planìzie, il
glb ingl Planning cui Aquaplanning dal verbo TO AQUAPLANE navigare
con l’acquaplano, il pref adattato PLANO per composti quali Planigrafìa,
Planigràmma, Planimetrìa con Planimètrico e Planìmetro, Planipènni (con
Penna, Ordine di insetti), Planiròstro, Planisfèro o Planisfèrio (composto con
l’ellissi di Emisfero), Planivolumètrico, Planografìa con Planogràfico.
Ancora i prefissati Appianàre, cui l’iterativo Riappianare o Rappianàre, con
Appianatòia, Appianatòio e Appianatùra, Propalàre “diffondere in spazio
aperto (pref PRO)” dall’avverbio lat PALAM apertamente con Propalatòre e
Propalaziòne, Spianàre (EX intensivo, per accezione un’arma, nel senso di
puntarla sul piano di tiro) con Spianàta, Spianàto, Spianatòia “ove lavorare,
spianare col mattarello, l’impasto in cucina”, Spianatòio, Spianatòre,
Spianatrìce, Spianatùra e Spiàno. Dal lat volg PLANULA, questo dim del
fem PLANA, è sorto Piàlla, lo strumento da falegname per spianare, cui
Piallàccio con Impiallacciàre, Impiallacciàto Impiallacciatòre e
Impiallacciatùra, Piallàre, Piallàta, Piallatòre, Piallatùra, Piallètto e Piallòne;
snm di Piallare è Dolàre, inv dal lat DOLARE, cui lo strumento Dolàbra da
DOLABRAM però attestatosi quale “lama per sacrifici” e successivamente
“piccone” a due becchi, uno a punta e l’altro a taglio.
Il percorso prosegue con l’aggettivo e sostantivo araldico Palato (con i pali)
omn di Palàto dal lat PALATUM cavità orale (dalla volta rotonda) cui i
relativi Palatàbile con Palatabilità, Palatàle cui Palatizzàre, Palatizzànte,
Palatizzàto e Palatizzaziòne, l’aggettivo Palatìno (omn di Palatino da
Palazzo), Palatìte (suff ITE per malattia acuta), i composti Paltoalveolàre,
Palatogràmma, Palatoplàstica, Palatoschìsi; eppoi Pàlma dal lat inv PALMA
(lemma polisemico che sta per pianta, termine marinaresco, termine
zoologico, parte della mano opposta al dorso) e Pàlmo dal lat PALMUM
755
(diffuso dal toscano è snm di palma della mano) con i loro derivati quali
Palmàre, il fig Palmàres, Palmàrio, Palmàta, Palmatìfido (con il lat FIDUS
da FINDERE fendere, Palmàto, Palmatolobàto (fal gr LOBOS
rotondeggiante), Palmatopartìto (dal lat PARS parte), Palmatòria,
Palmatosètto (con il lat SECTUM tagliato), Palmèto, Palmière (pellegrino
con la palma), il dim Palmètta anche fig, Palmìfero, Palmifòrme,
Palminèrvio (con il lat NERVUM tendine), Palmìpede (con il lat PES
PEDIS piede), Palmìsti (semi), Palmitàto, Palmìte con Palmìtico, Palmìzio,
Pàlmola, Palmòso, l’onomastico Palmiro “nato nel giorno cristiano delle
Palme”. Infine il prefissato Impalmàre snm di “sposare una donna” in senso
fig “stringere l’un l’altro la mano”, cui la locuzione Impalmare la morte
“votarsi alla morte”, omn di Impalmàre, questo pseudoetim omologismo
dallo sp EMPALOMAR legare con spago-congiungere cavi metallici”. Nel
gergo dei prestidigitatori, la locuzione Impalmare una carta vale “celare una
carta in mano”.
La locuzione Vino di palma (della pianta) era già nota tra gli Assiri quale
aperitivo.
Ràfia o Ràffia è un genere di Palme dal lat RAPHIA d’origine malgascia,
cui anche Ràfia “fibra vegetale”; il lemma Ràfididi “Famiglia d’uccelli dal
becco uncinato”, dal gr RAPHIS RAPHIDOS ago di RAPTEIN cucire, pare
alieno ma, associando l’uncinato allo spinoso delle guaine foliari delle
palme, è vrs una connessione cui Rafìdia “sorta di insetto fornito di
pungolo”. Il lat PALMA è in connesione col gr PELMA pianta del piede da
questo Pelmatozòi (Superclasse di Echinodermi). Decisamente fuori
percorso Pàlmer “sorta di pneumatico per biciclette” snm di Tubolare e tipo
di micrometro” entrambi dal nome dell’inventore J. Palmer (1958).
\ La Palma d’oro per il vincitore dele Festival cinematografico di Cannes è l’omologo
europeo dell’Oscar americano.\
Il percorso da PALA “rotondità” s’articola ancora con Palàzzo e Palàgio da
PALATIUM con l’aggettivo Palatìno da PALATINUS “relativo al palazzo,
alla corte” (omn di Palatino da Palato) e Palatinàto e Paladìno “conte del
palazzo” semantizzato “eroe difensore” cui Paladinèsco, con Palatìno questo
per accezione l’oronimo del colle romano dalla locuzione Colle palatino
(colle del palazo), la cui metafora di potere è oggi ereditata dal termine
Palazzo. In percorso, Palaziàle, Palazzàccio, Palazzètto, Palazzìna,
Palazzòtto, i composti con PALA quale pref per Palazzo, quali
Palacongrèssi, Palaghiàccio, Palaspòrt. Le locuzioni storiche minoichemicenee Fase prepalaziale, Fase postpalaziale.
Il demotico Minòico è il relativo di Minosse, loro leggendario re eletto alla
sua morte giudice dell’oltretomba; Micenèo è l’etnico di un popolo indoeur,
detto anche degli Achei, provenienti dalla penisola balcanica e che prende il
nome appunto dalla loro capitale Micene.
Il termine Pàlco, omologismo, con Palcàto, Palchètto e Palchettìsta, i
prefissati Impalcàre con Impalcamènto, Impalcàto e Impalcatùra, Spalcàre
con Spalcatùra (anche termini agricoli), il composto Palcoscènico, ha un
percorso diverso, dal long BALK trave, cui ancora Bàlco, Balconàggio,
Balcòne con Balconàta e Balconcìno, Balconière, l’esot Balconnet
756
“reggiseno a balconcino” dal franc BALCON balcone, il tutto vrs dal rad
indoeur BAK bastone; il termine Palco è vieppiù utilizzato per definire
ciascuna delle ramificazioni delle corna dei cervidi, cui Palcùto.
Vrs una connessione con il turco BALK che dal significato originale di
fango s’è svolto in BALKAN catena montuosa (balcone naturale) cui il
franc BALCANIQUE e l’ital Balcànico cui Balcanizzàre e Balcanizzaziòne
con la locuzione geografica Penisola balcanica.
Fuori percorso, l’omn Palànca (moneta) dallo sp BLANCA “nome di una
moneta”; Palanchìno, questo dal sct PALYANKA letto, portantina è omn di
Palanchino da PALANCA trave, ma d’origine rad comune (l’arcaica
portantina è di assi o travi).
Il lat conta lo specifico MAENIANUM balcone o veranda donde Mignàno
“balcone esterno” e il volg mer Mignàli “scalinate esterne all’edificio, poste
sulla via pubblica”.
Il gr conta lo specifico TARSOS impalcatura cui Tàrso, fig pianta del piede
cui Tarsàle, Tarsalgìa eppoi Metatàrso con Metatarsàle, Metatàrsico e
Metatarsalgìa, eppoi Tàrsio “proscimmia” con Tarsìdi (la Famiglia, dalla
pianta del piede oltremodo sviluppata); lemma alieno Tàrsia con Intarsiàre
omologismo dall’ar TARSI da RASSA’A intarsiare. Tarso è anche un
toponimo cui il lat TARSITUS di Tarso cui l’onomastico Tarcisio.
\ Giardino mediterraneo
In complanare ai temi snm di frutto, il Mediterraneo conta diversi temi snm
di pianta, confermando la sua denominazione di giardino.
Da LABRNO cui LABURNUM e successivamente l’aferetico ABURNUM
deriva Avòrnio con Avornèllo o Avornièllo, e Vibùrno (adottato dal 1668)
dalla variante lat VIBURNUM “sorta di pianta” delle Caprifogliacee, snm di
Lantana (questo già dal XII sec) ma anche del fig composto Maggiociondolo
(dal XVIII sec) e di Ornello (XVI sec).
Da LAPPA il dim lat LAPPULA cui l’ital Làppa o Làppola (sorta di pianta
erbacea delle Composite) snm di Bardàna questo inv dal lat BARDANA in
ipotetica connessione con Bardare “adornare” questo di genesi ar, ed un fig
Lappàre “bere con insaziabilità” (adottato dal XVI sec) dovuto alle brattee
della pianta che s’attaccano tenacemente agli abiti, cui il termine volg
siciliano Làppara che sta fig per “donna racchia ed attaccaticcia”. L’omn
Lappàre “limare” è l’omologismo dall’ingl TO LAP levigare neologismo del
XX sec, cui Lappatòre, Lappatrìce, Lappatùra. Fuori da questi percorsi,
Làppone o Lappòne, etnico omologismo dallo svedese LAPP attraverso il lat
plur LAPPONES, relativo ad una popolazione ugro-finnica il cui nome
nazionale è Sabme..
Da LAURO il noto Làuro, termine quest’ultimo da una voce preindoeur
passata nel lat LAURUS, cui il snm Allòro, tradizionalmente simbolo di
vittoria, con Lauràcee (la Famiglia), alle quali appartiene lo Gnìdio “sorta di
pianta velenosa” dal lat GNIDIUM; eppoi Lauràto, Làureo, il dim Laurèola
da LAUREA di alloro, Lauretàno, Laurèto, Làurico, Laurìlico, Laurìna,
Laurìno, gli onomastici Laura con il dim Loretta e la versione russa Lara
questo però in concorrenza con un ant onomastico lat Lara madre delle
divinità LARES, Loredana dal lat LAURETANA con l’ipocoristico Lorena,
757
Lorenzo con Laurenziàno, Laurènzio (chimica, questo in onore di E.O.
Lawrence 1901\1958) e i suoi dim Enzo e Renzo, attraverso il toponimo lat
LAURENTUM cui Loreto nelle Marche; ancora, i composti Lauroceràso
(con Ceraso variante di Ciliegio) e Laurotìno o Lauro Tino con la variante
Lentàggine questo dal lat LENS LENTIS delle Capriofogliacee. In percorso
Alloro americano detto Kàlmia. Alloro ha ancora un snm in Orbàco tratto
dalla locuzione lat LAURI BACA con aferesin della L e mutazione del
gruppo vocale au in o; da non equivocare con Orbàce “sorta di tessuto
lanoso” questo omologismo dall’ar AL BAZZ, attraverso il sardo Orbaci,
con il quale si confezionavano le divise fasciste.
Dalla locuzione scientifica lat LAURUS CAMPHORA, attraverso l’ar
KAFUR, l’ital conta Cànfora cui Canforàceo, Canforàre, Canforàto,
Canfòrico, l’albero Cànforo.
Dalla locuzione lat CORONA LAUREA, corona d’alloro, l’ital conta
ancora il termime Làurea cui Laureàndo, Laureàre e Laureàto.
Il gr conta lo specifico DAPHNE alloro cui l’ital Dàfne o Dàphne “Genere
di piante delle Timeleacee, e fig Dàfnia “sorta di crostaceo dulciacquicolo” le cui uova si schiudono dopo decenni - donde i mitologici Dafne e Dafni.
Da LENTISCO il lat LENTISCUS cui Lentìschio o Lentìsco “pianta delle
Anacardiacee”, fig da LENTUS per la sua vischiosità; il tardo lat eccl conta
ancora SCHINUM già gr SCHINOS quale snm di LENTISCUS cui l’ital
Schìno.
Da LIGUSTRO il lat LIGUSTRUM cui Ligùstro “sorta di arbusto” snm di
Olivella-Ulivella o di Mezereo, connesso a Ligùria e Lìgure tramite un
precedente rad LIGUS cui Ligùstico con la variante (deformazione dal lat)
Levìstico, eppoi Ligulìna, termine chimico “colorante” con Ligu,
ipocoristico di Ligustro, suffissato con il chimico INA e l’intercalare l.
Fuori percorso Liguorìno o Liguoràno, questo relativo ad Alfonso M. de’
Liguori (1696/1787) morto in un’età straordinariamente longeva data la vita
media del tempo.
Da MALVA, già gr MALACHE, il calco Màlva dal lat MALVAM cui
Malvacciòne, Malvàcee (alle quali appartiene l’albero Ibìsco dal lat
HIBISCUM), Malvàceo; direttamente dal gr si conta Malachìte, “dal colore
della malva” il minerale che stando alla Cristalloterapia sanerebbe dalla
timidezza.
Il termine Oppio-òppio è dal lat OPIUM, gr OPION succo di papavero cui
un generico OPOS succo (omn del genitivo gr OPOS di OPS vistaocchio…); il percorso conta Oppiàceo, Oppiàre, Oppiàto, Oppiòide, il
prefissato Alloppiàre (AD allativo) coniato straordinariamente con il
sostantivo munito d’articolo “l’oppio”, i composti fedeli al lat Opoterapìa
con Opoteràpico, eppoi Oppiofagìa con Oppiomanìa e Oppiòmane con
valore di “tossicomania”. Termine omn Oppio-òppio “sorta di acero” dal lat
OPULUM.
Da SABINA il calco Sabìna inv dal lat SABINA ginepro, cui il toponimo
Sabina e i suoi abitanti Sabini.
Dal gr SKUPA e il lat SCOPA “specie di pianta-ramoscello” l’ital conta
Scòpa con Scopèto in snm con Erica-èrica, altrimenti detta infatti Erica
758
scoparia, questo dal gr EREIKE cui Ericàcee con Ericèto, la locuzione Terra
di erica; dal lat plur SCOPAE insieme di ramoscelli l’ital conta il sing Scòpa
“attrezzo di pulizia” donde Scopàio, Scopàre, Scopàta e Scopatòre con
Scoperèccio con il risvolto volg fig relativo al coito, Scopatùra, il dim
Scopètta con Scopettàre, l’accr Scopettòne con il fig Scopettòni “baffi”, il
dim Scopìno “piccola scopa” e Scopìno (adottato dal 1940, suff INO di
mestiere) snm di Spazzino (già dal XVII sec), il composto Scopamàre
(marinaresco), Scopàzzo, il fig Scòpa quale “gioco delle carte” e la
locuzione medv Gran scopatore questo il responsabile degli addetti alle
pulizie di palazzo.
Da TANA pianta il lat TANACETUM cui l’ital Tanacèto e Tanacetìna.
Dal lat ULVA “alga” l’ital conta l’inv Ulva-ùlva cui Ulvàcee (fuori percorso
Ulvìte, minerale dell’isola di Ulvo, Svezia); il lat conta ancora BUDA ulva
cui il dim BUDULUS e il volg BLUDUS donde l’ital Biòdo “sorta di pianta
palustre”.
Infine, dal tema VERBASCO transitato dal lal VERBASCUM, oltre
all’esplicito Verbàsco, l’ital ha coniato, implicitamente macchinoso da
un’attestazione ligure, Tassobarbàsso, cui le varianti Barabàsso o Barbàsco e
Barabàsco o Barbàsso, dalla locuzione TAS BARBAS mutando la v in b, e
dove Tàsso sta per Tapsìa dal gr THAPSIA “pianta della Ombrellifere”, con
Barba.
Il lemma Tàsso è un polisemico e si ha Tàsso dal lat TAXUM di tema med
TAKSA “conifera” cui Tassàcee (Famiglia di Conifere) donde il chimico
Tassòlo o Taxòlo e Tassòdio “sorta di albero ornamentale” con Tassodiàcee
(la Famiglia); il gr conta lo specifico SMILAKS per Tasso (estraneo cioè al
tema med TAKSA) cui Smilàce altrimenti detta Salsapariglia. Eppoi Tàsso
“animale” dal lat TAXONEM d’origine ger cui Tassìdea “sorta di
mammifero”, ancora il capitalistico Tasso e Tasso quale “ammasso”
analizzati altrove.
\ Plagio Spiaggia Sabbia
Plàgio, Plagiàre, Plagiàrio, Plagiatòre, questi tutti discendenti di PLAGIUM
tratta di un uomo libero in schiavitù, a sua volta dal gr PLAGION stortura
cui PLAGIOS obliquo-laterale che l’ital ha adottato nel pref PLAGIO per
termini quali Plagiocefalìa, Plagioclàsio (col gr KLASIS rottura),
Plagiòstomi (col gr STOMA bocca, Superordine di pesci), Plagiotropìsmo.
Esisterebbe una connessione con Piàggia, Piaggiàre e Piaggiatòre, eppoi con
Spiàggia, Spiaggiàre con Spiaggiàto, Spiaggiamènto (pref S intensivo),
questi considerati termini nati dall’inc di Plaga con PLAGIOS laterale e, in
locuzione, Spiaggia libera, Tipo da spiaggia, il fig Ultima spiaggia “estrema
possibilità”; dal significato di Spiaggiare “arenarsi sulla spiaggia” riferito
per accezione ai grossi cetacei, è nato il fig Spiaggiarsi “starsene in ozio
sulla spiaggia ad abbronzarsi o altro”.
In associazione a Spiaggia, Sàbbia questo dal lat SABULA quale plur di
SABULUM da SABIES, cui Sabbiàre, Sabbiàto, Sabbiatòre, Sabbiatùra,
Sabbièra, Sabbionàio, Sabbiòne, Sabbionìccio, Sabbionòso, Sabbiòso, la
locuzione Sabbie mobili, e i prefissati Dissabbiàre con Dissabbiatòre,
Insabbiàre con Insabbiàto. Un rialzo sabbioso è detto Dùna, omologismo
759
dall’ol DUNE altura, cui Dunòso e la locuzione glb Dune buggy “veicolo
fuori strada (sulle dune) con l’ingl BUGGY calesse.
Le Dune assumono alcune forme naturali definite Trasversale, Stellare e A
barcana cioè “a mezza luna” vrs da una voce indigena.
Zavòrra è da tema med SABURRA connesso con SABIES sabbia, cui il lat
inv SABURRA e il percorso ital di Zavorràre con Zavorramènto e
Zavorratùra.
\ Tundra Brughiera Steppa Landa
Tùndra, un omologismo dal franc TOUNDRA derivante dal lappone, lingua
ugrofinnica, non indoeur.
Brughièra, con Brughièro, dal lat BRUCARIAM, da BRUCUS erica
d’origine celt cui Brùgo questo fruttuce delle Ericacee snm di Crècchia o
Grècchia vrs da una non accertata connessione fig, cui, in locuzione botanica
complanare, Terra di brughiera o Terra di erica.
Termine alieno Brùgola, termine meccanico che identifica una particolare
vite a testa con incavo esagonale, dal nome del suo produttore E. Brugola
(1983), cui la locuzione Chiave a brugola ossia a forma di L (elle).
Stèppa, dal russo STEP e dal franc STEPPE cui Stèppico, Steppificaziòne e
Steppòso; l’etim fa riferimento ad un antica rad che si sarebbe riversata
nell’ingl TO STEP camminare, calpestare... cui i glb Step “sorta di
ginnastica” con Stepper “sorta di attrezzo ginnico” e la locuzione One step
“ballo ad un solo passo”. Ecco qualcosa, ma non è la sola, che avevano in
comune le due superpotenze antagoniste, tuttavia esiste il lemma Tèppa
ricalcato dal lombardo Teppa da tema med TIPPA che vale zolla erbosa.
A Milano, “La compagnia della Teppa” era un movimento di giovani i quali
s’atteggiavano ricoperti di zolle erbose (muschio) cui, in senso spregiativo,
Teppàglia, Teppìsmo, Teppìsta, Teppìstico: omologo russo del giovane
teppista è CHULIGAN cui l’omologismo Uligàno o Huligàno, Uliganìsmo;
il russo, tuttavia, s’era ispirato all’ingl HOOLIGAN il cognome di una
attaccabrighe famiglia irlandese.
Lànda 1, omologismo dal celt LANDA regione piana e deserta, che
ritroviamo con LANDIA-LANDESE nei suff geografici quale Groenlandia
con Groenlandèse. Termine che ritroviamo nell’ingl LAND territorio, cui
ICELAND, ISLAND. Lo si rintraccia ancora nel got-ted LANDA,
nell’onomastica italianizzata con Lamberto associato a BERHTA
splendente-illustre-famoso e che vale pertanto “di terra illustre” e con
Orlando associato a HROTH gloria e che vale”glorioso nella sua terra”.
Landa ha il suo omn in Lànda “attrezzo navale” dal lat LAMINA-LAMNA lamina
questo con la variante Làndra e questo, come se non bastasse, ha l’omn in Làndra
“sorta di pianta erbacea” e in Landra “vagabonda” (analizzato altrove).
Infine, Làndro, voce dolomitica, vale “piccola spelonca o crepaccio”.
1
\ Laterculum Pompeiano
Su un misterioso mattone, indicato con Laterculum Pompeiano, ritrovato a
Pompei ed esposto nella sala grande, è inciso
SATOR
AREPO
TENET
760
OPERA
ROTAS
Il TENET è leggibile a croce centrale e l’intero testo può essere letto
normalmente dal primo al quinto rigo, oppure colonna per colonna da
sinistra, oppure partendo da destra nell’ultimo rigo risalendo, oppure dalla
colonna di destra leggendo dal basso… Trascurando il ricordo di esercizi
enigmistici, una delle traduzioni è la seguente: Il Seminatore tiene (cura,
gestisce...) l’opera, l’Areopago (tribunale territoriale) tiene le ruote (del
destino?). Qualcuno, sfuggendo da ogni arcano, considera il mattone più
semplicemente come l’antesignano di un gioco da Cruciverba.
AREOPAGISTA giudice dell’areopago. PAGUS villaggio, distretto,
contrada, terra... AREA spazio, luogo, settore...
LATERCULUM è il dim lat di LATER LATERIS mattone cui l’ital
Latèrcolo, eppoi Laterìte, Laterìzio da LATERICIUM, un raro Lateràme
(suff AME per collettivi) attraverso il lat LATERAMEN l’insieme fatto di
mattoni; il lemma è vrs connesso con LATUS LATERIS fianco. Coesiste il
lemma Latomìa inv dal gr LATOMIA composto con LAAS pietra, questo
vrs connesso alla rad con LATER mattone, e col suff da TEMNEIN tagliare.
PICCOLO
Associando una minuta punta di picca ad una puntina di cose, ad una
giovanissima vita (da notare l’ancestrale valore logico delle punte), è
nato il lemma Pìccolo o Piccìno secondo le preferenze locali; in
torinese Piccino è Pinin cui il marchio industriale Pininfarina
(composto con il cognome Farina) che è finito per indicare la stessa
famiglia.
Pìccolo è anche una moneta medievale sembra coniata storicamente
nella Venezia dei dogi.
L’essere Pìccolo è tracimato dal significato originario e dalla snm di
Inezia, per cui Piccolèzza o Piccinerìa “meschinità-poca importanzainsufficienza intellettiva” e il prefissato Impiccolìre con
Impiccolimènto. Nel volg, in alcune contrade mer esiste ‘Nu pìcca
per indicare un po’-una piccola parte. In rumeno, la patria di un
risvolto neolatino, PICATURA vale piccola quantità, ad esempio
PICATURA DE APA goccia d’acqua.
Picciòtto, affine a Picciolo-Pìccolo, cui Picciotterìa, ha avuto una
semant travagliata: dal tradizionale significato locale (siciliano) di
Giovanotto, è passato a rappresentare il partigiano garibaldino
durante la storica spedizione dei Mille. In tempi più recenti, il
termine è scivolato nei luoghi comuni, per indicare i giovani affiliati
mafiosi, sino a includere semant ogni membro. Comunemente è il
delinquente rionale o di paese, giovane o non, elegantone, un po’
smargiasso, un po’ vile, da assimilare al giovane camorrista
napoletano…
\ Piccolo contadino è chi coltiva un ridotto campo. Piccolo-divorzio, accolto quasi
761
d’ufficio nel 1970, è concesso qualora uno dei coniugi sia condannato all’ergastolo,
soffra di un’irreversibile malattia mentale o, se straniero, abbia ottenuto altrove
l’annullamento. Piccolo schermo, quello televisivo, per discriminarlo dal grande delle
sale cinematografiche. Piccoloborghèse è, dalla comune credenza, lo stato di chi vive
nella mediocrità di stipendio e di piacere. Piccolo Teatro ovvero Organismo teatrale a
compagnia fissa e sede stabile, col finanziamento pubblico, ideato e nato nel XXI sec.\
L’inc Pìccolo-Piccìno ha coniato il termine Pìcciolo in pron
sdrucciola (omn di Picciòlo in quella piana). Pìcciolo è il vezz di
Piccolo, cui Impicciolìre, ma era la quarta parte del fiorino, cui
Spìcciolo con Spicciolàme e Spicciolàre (omn di Spicciolare da
Picciolo). Nel percorso fig si ha Spicciolàre omn di Spicciolare da
Spicciolo) e Spicciolàta, questo in genere nella locuzione Alla
spicciolata.
Il gr conta SKYMNOS piccolo, cui Scimnorìnidi “Famiglia di pesci”
composto col gr RHIS RHINOS muso-naso.
Picciòlo, quindi, è anche l’omofono(grafo) semant spregiativo “falso,
difettoso piedino”, dal dim lat PECIOLUS già PETIOLUS piccolo
piede di PED-CUS piede, con valore fig di “piccolo codino - piccola
appendice - il peduncolo di un frutto, di una foglia”, dalla cui rad
PED sono derivati Piède dal lat PES PEDIS già gr POUS PODOS,
Pedàggio, Pedàgna con Pedagnòlo snm di Parancola, Pedàle con
Pedalàre e Pedalàta, l’esotico Pedalò, Pedàna, Pedàneo e Pedàrio,
Pedàno, Piè.
La locuzione A ogni piè sospinto vale “a ogni passo” e pertanto è
utilizzata per rappresentare una continuità.
Il Piede, il Braccio e il Dito (della mano) erano utilizzati come unità di
misura.
Il composto lat PEDISEQUUM con PEDIS e SEQUI seguire indicava la
persona incaricata di accompagnare a piedi il padrone; PEDISEQUA era la
serva-schiava-balia-parente incaricata di accompagnare per strada la giovane
illibata. Da qui l’ital conta fig Pedìssequo “che si adegua a qualcuno altro”
cui la locuzione Traduttore pedissequo e l’avverbio Pedissequamènte.
Eppoi Pedànte “colui che segue-accompagna a piedi” attestatosi
metaf in “cavilloso” con Pedanteggiàre, Pedantàggine, Pedanterìa e
Pedantèsco metaforizzato “puntiglioso” da un’ant semantica di
“maestro” e “culturale” con i prefissati Impedantìre (IN illativo)
“rendere pedante” e Spedantìre (S sottrattivo) “liberare dall’essere
pedante”, eppoi Pedàta con Pedatòre e Pedatòrio, Pedèstre, Pèdice
(contrario di Apice), Pedicèllo, Pedìdio “pianta del piede”,
Pedignòne (gelone al piede) sinm di Pernione, Pedìna (quale
sostantivo dell’aggetttivo PEDINUS) con Pedinàre. Ancora,
Pedivèlla (ricalcando Manovella), il fig Pèdo “grosso bastone”,
Pedòne (in origine, dai piedi larghi) con Pedonàle cui Pedonalizzàre
e Pedonalizzàto, Pedùla o Pèdula, Pedùle “parte della calza”,
762
Pedùncolo (dal dim lat PEDUNCULUS) con Peduncolàre e
Peduncolàto, Pòdice che vale quale snm di Deretano ma oggi indica
la parte inferiore del feto, le locuzione glb franc Pied a terre
“appartamentino per incontri abituali” italianizzato Piedatèrra, Pied
de poule “piede di gallina (pollo)” e il militaresco Piedàrm dalla
locuzione Pied’arm, i composti Piedipiatti snm popolare di
Poliziotto su calco ameircano di FLATFOOT (FLAT piatto e FOOT
piede), Piedistàllo o Piedestàllo snm di Zoccolo, l’architettonico
Piedrìtto, e i prefissati Apode-àpode o Apodo-àpodo (pref A
privativo “privo di piedi”) con Apodi-àpodi “Ordine di Anfibi
vermiformi”, Apòdidi “Famiglia di uccelli”, Apodifòrmi “Ordine di
uccelli”; Espediènte o Spediènte da Espedìre “togliere dai piedi”
attestatosi nel sostantivo “accorgimento” o nell’aggettivo
“opportuno”da EXPEDIRE (pref EX fuori) con il parasinm Spedìre,
con Spedìto e Spediziòne, attestatosi nel senso corrente. La
locuzione lat No expedit disposta dal Vaticano nel 1868, dopo la
presa di Roma, valeva proibire ai cattolici l’entrata nella politica
italiana. Ancora, Impedìre “legare i piedi” con Impedìbile, il
burocratico Impediènte, Impedimènto dalo lat IMPEDIMENTUM
con Impedimentàre, Impeditìvo, Impedìto, Impeditòre; il lat
IMPEDIMENTUM aveva in origine un preciso significato militare
poiché rappresentava tutto ciò che il milite recava con sé ma che
poteva impedire la normale operatività. Il termine poi s’è attestato
estendendosi genericamentenell’indicare il bagaglio a sé.
Esàpodi in zoologia vale Insetti, Esàpodia nella poesia classica vale
la successione di versi con sei piedi metrici.
La locuzione fig A piede libero risale al tempo in cui l’incarcerato si
trascinava una palla o altro al piede.
Il percorso prosegue con Impedènza questo “termine tecnico” e
“grandezza elettrica” cui Impedenzìmetro e Impedenzometrìa,
ancora Spedàre “rovinarsi i piedi per il troppo camminare”, gli
assonanti Soppediàno o Soppidiàno “cassapanca ai piedi del letto” e
Soppedàneo o Suppedàneo “panchetto sotto i piedi” per appoggiarli
(col pref SUB sotto e suff aggettivante-sostantivante ANEO dal lat
ANEUS ), eppoi i composti Stapedìo con Stapediàle con il lat
STAPEDIUM staffa.
Il percoso prefissato prosegue in Bìpede con Treppiède,
Quadrùpede… Decàpodi “dieci piedi” quali Ordine di crostacei
Malacòstraci e Sottordine di molluschi Dibranchiati… Centopièdi,
Millepièdi (ma ne ha massomo 750) questo nello specifico gr
SKOLOPENDRA cui Scolopèndra in connessione etim con
Scolopèndrio dal gr SKOLOPENDRION “sorta di felce” - snm di
763
Lingua cervina - delle Polipodiacee (entrambi in connessione etim
fig con il tema cui SKOLOPAKS beccaccia); in legame etim il
preistorico Scolosàuro. Il percorso prosegue con Miriàpodi “Classe
di Artropodi” (pref MIRIA moltissimi), Polipòdio che col pref gr
POLYS molti vale “Genere di felci” cui la Famiglia Polipodiàcee;
fuori percorso Trìpide con Trìpidi (Famiglia d’insetti) dal gr
THRIPS tarlo. Eppoi l’avverbio Dappiè dalla locuzione Da piede “in
basso-ai piedi” con le varianti Dappiède, Da piedi e Da piè.
Infine, il pref PEDI in Pedicùre questo esot dal franc PEDICURE
“chi cura i piedi”, il glb franc Pedigree fig dalla locuzione PIE DE
GRU piede di gru (per la forma grafica ramificata), Pedilùvio (con il
lat LUERE lavare), Pedipàlpi (Ordine di Aracnidi, col suff che vale
Palpo) con Pedipàlpo (organo).
Piède era l’unità metrica nella poesia classica ed è anche l’unità di
misura di lunghezza pari a 0,3048 mt già utlizzata nei paesi
anglosassoni (FOOT piede e FEET piedi), in disuso dal 1995
insieme al Pollice; oggi è adottata nella navigazione aerea per
stabilire l’altitudine di un velivolo; curiosità linguistica è che in ital
esiste un Fettòne relativo alle zampe degli equini e un volg Fetta per
“piede”, vrs connessi con l’ingl FEET o da questo influenzati.
Piedìno 1, oltre ad essere il dim, è un termine giornalistico che indica
fig un brano finale di un articolo situato separatamente ai piedi della
colonna di destra.
Da uno sperduto S-PIDERE da PEDIRE (metatesi?), ci rimane
Spèsso, dal suo presunto Pp SPISSUS calcato cui Spessàre o
Spissàre, Spessèzza, il composto Spessìmetro, Spessìre e Spessòre
con in complanare Inspessìre o Ispessìre con Inspessimènto o
Ispessimènto. Spèsso è utilizzato come avverbio snm di Sovente dal
XIII sec, donde si ha Spesseggiàre e Spesseggiamènto, Spessòra
come snm di Spesso.
Dal lat PECCUS difettoso di piede, nasce il devb PECCARE che, da
un senso fig, ha assunto il significato corrente, cui Peccàre con
Pècca, Peccàbile, Peccaminòso e Peccaminosità, Peccàto (usato
anche in esclamazione di rammarico da solo o in locuzione),
Peccatòre, il prefissato Impeccàbile con Impeccabilità.
\ La Chiesa ha classificato il peccato, secondo la gravità, in Peccato veniale e Peccato
mortale eppoi in Peccato attuale (incidente di percorso per un cristiano) e in Peccato
abituale (persistenza). Il Peccato originale è quello addossato a tutta l’umanità,
ereditato da Adamo, ad eccezione della Vergine Maria..La classificazione include
ancora i Peccati capitali quali Accidia, Avarizia, Gola, Invidia, Ira, Lussuria,
Superbia.\
In associazione, dal lat SCELUS SCELERIS delitto, da rad SKHEL
compiere un passo falso, l’ital conta Scelleràre o Sceleràre,
764
Scelleràggine,
Scellerànza,
Scelleràto
o
Sceleràto
con
Scelleratàggine e Scelleratèzza, Scèllere.
Dal gr PEDON terreno connesso con POUS PODOS piede,
pervengono i composti Pedofàuna, Pedogènesi, Pedologìa cui
Pedològico e Pedòlogo, Pedoclìma, eppoi Podària (snm di Pedale),
Pòdio (lat PODIUM dal gr PODION), Podìsmo con Podìsta e
Podìstico, Pòggio “piccola altura” (dal lat PODIUM piedistallo), col
dim Poggiòlo o Poggiuòlo o ancora Poggiuòla, e Poggiàre da
PODJARE posare, fig sostenere, salire (il poggio) cui Poggiàta
questo sia con valore di “poggio” sia di marinaresca “manovra ”, i
composti Poggiacàpo o Appoggiacàpo o Poggiatèsta, Poggiafèrro,
Poggiamàno o Appoggiamàno, Poggiamèstoli, Poggiapiedi.
In percorso Catapedafobìa (pref CATA) che indica la paura di saltare
da posti alti (alture).
Poggiatùra (anche “tecnica del doppiaggio”, ad indicare la parola da
porre in evidenza alzando il tono dell’accentazione), i prefissati
Appoggiàre e Appodiàre (pref AD), e i composti col pref PODO
sostegno-piede, anche foneticamente adattato, quali Podàrgo (riferito
ad un uccello, col gr ARGOS agile), Podàgra con Podàgrico e
Podagròso (col gr AGRA caccia sta per “trappola per i piedi” al
quale è connesso Agrafobìa “paura degli abusi sessuali, di essere
cioè intrappolati da uno stupratore) e vale anche “Gotta del piede”,
Podàlico “nato dai piedi” questo da non equivocare con Podolico 2,
Podiàtra, Podofìllo con Podofillìna (col gr PHYLLON foglia),
Podoflemmatìte (col gr PHLEGMA infiammazione e suff medico
ITE), Podoftàlmo (col suff dal gr OPHTHALMOS occhio),
Podologìa con Podològico e Podòlogo, Podòmetro, Podocàrpo (col
gr KARPOS giuntura), Podùra (insetto acquatico, col gr URA coda),
il suff PODE o PODO per composti quali Lagòpodo o Lagòpo (col
gr LAGOS lepre, vale Genere di uccelli), Pereiòpode (col gr
PEREION “parte dei crostacei”) e i prefissati Antìpode con Antìpodi
“al punto opposto del globo, dove appoggiamo i piedi”, Antìpodo e
Antipodìsta “atleta”, Apodidi-àpodidi (Famiglia di uccelli),
Apodifòrmi (Ordine di uccelli), Diplòpodi (col pref DIPLOS
doppio), Macropodo, Tetrapòde (pref gr TETRA quattro, vale
“quattro piedi”) in correlazione con Trìpode “tre piedi”.
Dall’urdu (lingua del Pakistan simile al hindi) PAE gamba-piede e
JAMA indumento, incluso il persiano PAY JAME (quindi nella
matrice indoeur) l’ingl ha coniato PYJAMAS cui l’omologismo ital
Pigiàma “indumento da gamba” che al plur sarebbe restato
correttamente invariato se non ci fosse stata la diffusione in
“Pigiami”.
765
Indumento da gamba perché in origine era costituito unicamente da
comode brache da notte.
La locuzione Pigiama palazzo indica una sorta di abito per signora
con pantaloni molto larghi.
Da non contare nel percorso di PODOS piede, termini quali Epòdo o
Epodo-èpodo questo dal gr OPOIDOS da OIDES canto prefissato
EPI e che vale”sorta di verso poetico” cui Epòdico, e i derivati dal gr
PAIS PAIDOS fanciullo, con PAIDEIA educazione, quali Pedagogìa
(suff AGOGIA), Pediàtra, Pedicàre questo inc con PUDICUS
pudico, Pederàsta (col gr ERASTES amatore da ERAN amare) con
Pederastìa in complanare con Pedofilo e Pedofilia, Pedogènesi e
Pedologìa omonimi di Pedogènesi e Pedologìa riferite al terreno.
Ancora, Propedèutico questo composto PROPAIDEUO istruisco
prima, ossia col pref PRO e PAIDOS fanciullo, cui Propedèutica,
relativo insomma ai primi insegnamenti, termine in percorso con
Pedagogia; infine, Litopèdio (col gr LITHOS pietra) che vale “feto
pietrificato nel grembo”.
Altri termini in nomenclatura giornalistica, Cappèllo “introduzione ad un articolo”,
Colònna “suddivisione in verticale di un articolo impaginato” cui Colonnìsta
attraverso l’ingl Columnist, Occhièllo o Soprattìtolo “frase di lunghezza non superiore
e di corpo inferiore al titolo che segue”, Manchètte “titolo in evidenza posto a lato
della testata” termine attraverso il franc MANCHETTE polsino dim di MANCHE
manica, Testàta e Testatìna, Tìtolo e Sottotìtolo.
2
L’aggettvo Podòlico, vrs connesso con PEDON terreno-distesa e PODOS piedezoccolo nel senso conclusivo di “libere di calcare i grandi pascoli” è in relazione ad un
gruppo di razze bovine a corna lunghe discendenti da BOS TAURUS
MACROCEROS (in lat) bove taurino a grandi corna, originario dei paesi europei
meridionali. Appartengono al gruppo podolico le razze italiane maremmana, pugliese
e romagnola, eppoi la grigia delle steppe (questa podolica per antonomasia) ed altre
razze diffuse qua e là in Europa, Asia ed Africa.
La podolica pugliese discenderebbe dalla regione steppica dell’Ucraina, anticamente
chiamata Podolia, appunto, dal gr PEDON e PODOS.
Il termine dovrebbe essere connesso con la mitologica divinità taumaturga greca
Podalirio, figlio di Esculapio dio gr della medicina; da qui il nome Podalìrio a una
farfalla con ali colorate gialle a strisce nere, scientificamente indicata con Papilio
podalirius.
1
\ Pidocchio Tigna
Un secondo rad PED del valore di cadere-peggio, omn del PED di piede,
dovrebbe aver prodotto il percorso del lat PEDIS cui Pidòcchio con
Pidocchiàra, Pidocchierìa, Pidocchiètto “fig cinema o locanda d’infimo
ordine”, Pidocchiòso, il prefissato Spidocchiàre (S sottrattivo) e il dim
PEDICULUS tradotto in ital Pedicolàre, Pediculòsi, cui Pediculosi inguinale
snm di Ftiriasi, e Pedicèllo da PEDICELLUS omn di Pedicèllo “piccolo
piede”. Attraverso il lat PEDICULUS il veneto conta Peòcio “pidocchio”
meglio Peòci, attestatosi però nel corrispondente ital di Mitili o Cozze.
Il lat ha inoltre assegnato al termine TINEA il significato di pidocchio, cui il
volg TINJA, svoltosi nell’ital Tìgna, Tignàrsi, il dim Tignòla dal dim lat
766
TINEOLA (adottato dal XIII sec) -1 il cui snm è Sèsia (adottato dal 1891)
dal gr SES - Tignòso e, col pref, Intignàre (fig vale “insistere”) con
Intignatùra; sorta di favo patologico, causa della Tigna, è il Chèrion, dal gr
KERION favo.
L’inc di Intignare con Stentare ha prodotto Stintignàre che sta per
“tintinnare”. Fuori percorso Tignàmica, questo dal gr THYMIAMA
profumo.
\ Serie onomatopeica *Z
Zàmpa “piede d’animale”, cui l’accr Zampòne noto prodotto alimentare,
attraverso l’emiliano Zampoun, è considerato un inc lemmatico di Gamba
con ZANCA questo scarpa nel lat medv; pare che l’idea della Zampone
culinario sia nata da Giovanni Pico della Mirandola (1463/1494). Una
seconda ipotesi etim vuole invece il gruppo mp di Zampa una dissimulazione
del gruppo pp di una base tsapp svoltasi così in zamp e che troverebbe
giustificazione nel lemma Zampìno da Zappìno che vale “pino d’Aleppo”; si
potrebbe allora asserire che Zampa sia un termine fig, ossia “come il tronco
dello Zampino”. Nel percorso, l’ital conta Zampàre, Zampàta, Zampeggiàre,
il dim Zampètto con Zampettàre, Zampicàre. La Zampa è anche fig la parte
sotterranea dell’asparago.
Termine alieno nel percorso è Zampiròne, questo dal nome dell’inventore
bolognese Zampironi (termine adottato dal 1927).
ZANCA, connesso al long ZANKH tenaglia, cui un italianizzato Ciànca, è
originario dalla serie onomatopeica Z MB battere, cui Zombàre, Zombàta,
Zombatùra e, nel senso di “saltellare”, Zompàre, Zompàta e Zòmpo. Dalla
variante Ciàmpa di Zampa, è stato tratto il percorso con il denm iterativo
Ciampicàre, i fig Ciampichìno e Ciampicòne, un Ciampanèlle (sovrapposto a
Campanelle) unicamente nella locuzione Andare in ciampanelle o Dare in
cimpanelle “farneticare”, il prefissato Inciampàre (non coniugabile al
riflessivo) con il suo devb Inciàmpo e l’iterativo Inciampicàre. Il termine
Zòmbi è l’omologismo dell’ingl ZOMBIE di voce creola ma d’origine
africana.
Detta serie, da Z s’estende in Z G, cui Zigàre, Zigolàre. Zìgolo con un raro
Zìvolo cui Cigolàre cui Cigolamènto e Cigolìo con mutazione della Z in C e
Cicàla dal lat volg inv CICALA, già class CICADA, da un Zigala con
mutazione totale delle lettere Z g in C c, già lenito da tema med KIKADA,
cui Cicalàio, Cicalamènto, Cicalàre, Cicalàta, Cicalatòre, Cicalèccuio,
Cuicalìno “soerta dui avvisatore acustico”, Cicalìo, il fig Cicalòne
“blaterone”; in percorso, oltre a un ant Cicàda si ha Cicàdidi “la Famiglia”.
Fuori percorso Cìca dal lat CUICCUM “membrana del melograno”, l’omn
Cìca “voce infantile per “cosa da niente”, Cycas inv dal lat CYCAS già gr
KOIKAS “sorta di palma delle Gimnospermne” cui Cìcade, Cicadàcee
“Famiglia” e Ciccadìne.
Il gr conta KERKOPE cicala vrs connesso con KERKOS appendice codale.
Eppoi in Z L cui Zirlàre (lat ZINZILULARE inc con Ululare) col devb Zìrla
altrimenti detto Zigolo nero e Zìrlo o Zìllo “il suo verso”cui Zillàre.
Ancora in Z MP cui Zampillàre e Zampìllo, in Z NZ cui Zònzo nella
locuzione A zonzo, eppoi Zanzàra o Zanzàla, Zanzàna e Zenzàra, dal lat
767
tardo ZINZALA, insetto propriamente della Famiglia dei Culìcidi con la
Sottofamiglia dei Culicìni, dal lat CULEX lo specifico nome per Zanzara cui
la locuzione lat scientifica Culex pipiens “zanzara comune” (fig piccante
come il pepe); in percorso Zanzarièra o Zanzarière, Zanzeràre snm di
Ronzare entrambi adottati amche in senso fig, Zanzaròne, i composti
Zanzaricìda, Zanzarìfugo, vrs solo in senso fig Zànzero “assiduo compagno”
e Zanzàta “cosa fastidiosa, imbroglio”, eppoi la locuzione Zanzara tigre
insetto originario del Sud-est asiatico. In epoca rinascimentale in uso il
termine Zanzarèlli che stava ad indicare fig “gnocchetti”. Una sorta di
zanzara è Alùcita inv dal lat ALUCITA. L’Anòfele “sorta di zanzara”,
insetto della malaria, è dal gr ANOPHELES questo composto con
OPHELEO giovo-sono utile, da rad DHE(I) nutrire, col pref AN privativo;
l’onomastica conta Ofelia dal gr OPHELEIA colei che giova. Le zanzare
succhiano sangue umano di cui sono golosi alcuni ragni, detti pertanto
Culicìvori, termine composto col suff VORO.
\ Le zanzare sono attirate dall’odore di acido lattico, anidride carbonica e dal calore
emanati dalla pelle umana. \
Infine in Z Z cui Zuzzurellòne con le varianti Zuzzerullòne e Zuzzurullòne.
\ Connivenza Renitenza
Dalla rad KNEIGWH appoggiarsi, il lat aveva tratto NIVENTIA e
NIVENS, cui, col pref COM associativo, CONNIVENTIA E CONNIVENS
tradotti in Connivènza e Connivènte. Inoltre, dalla stessa rad, aveva tratto il
verbo NITI sforzarsi, cui, col pref RE di movimento inverso, RENITENTIA
e RENITENS svoltisi in ital Renitènza e Renitènte.
\ Pus Putredine
Suff *ULENTO
Pùs è dall’ant PUWOS di rad PU, svoltosi nel lat PUS PURIS, cui l’ital
Piorrèa e Piorròico dal gr PYORRHOIA flusso di pus con il tema di REI
sgorgare cui RHOIA flusso, Postèma dal gr-lat APOSTEMA ascesso con
aferesi e col pref APO “ciò (succo) che s’allontana dalla normalità (del
corpo)”, Purìno “colatìccio da concime”, Purifòrme, Purulènto con
Purulènza da PURULENTUS, il cui suff *ULENTO è per aggettivi
esclusivamenbte derivati dal lat; la rad PU, ampliatasi in PUT-T, ha
condotto, tutti dal lat PUTRERE da un PUTREM marcio, a Putèra dal lat
PUTERE puzzare, Pùtido ed ancora Putìre, Putolènte, Suppuraziòne (pref
SUB), la variante Putrèdine dal lat tardo PUTREDITEM con Pùtre,
Putredinòso, Putrefàre (col verbo FACERE) con Putrefàtto, l’opposto
Imputrefàtto e Putrefaziòne, Putrescènte (dal verbo PUTRESCERE
incoativo di PUTRERE) con Putrescìbile e l’opposto Imputrescìbile, il
chimico Putrescìna (suff chimico INA), Pùtrido, Putridùme (suff UME per
collettivi) e il prefissato denm Imputridìre con Imputridimènto e Imputridìto.
Icòre dal gr ICHOR stava in origine “sangue degli dei” ma, per un
rivolgimento semantico, forse da un avvio fig, il termine è diventato snm di
Pus passando dal significato di “siero”.
Il lemma Putifèrio sembrerebbe un inc di Putido con Ferie nel senso di
“festino putido”, ma altra ricerca lo vuole derivato dal personaggio biblico
Putifarre sovrapposto a Vilipendio (Questi avrebbe fatto un pandemonio nel
768
scoprire che la propria consorte intendeva sedurre Giuseppe).
Il termine Pùstola, con Pustolòso, dal lat PUSTULA in una forma dim,
sembra non aver alcuna connessione rad con PU di Pus e con PUT-T di
Putido, poiché è il derivato dall’onomatopeico P S soffiare; tuttavia, la serie
onomatopeica può essere stata l’abbrivo per un unico percorso di partenza, o
almeno per una sovrapposizione. Pustola ha il suo snm in Fìgnolo,
omologismo dal ted ant FINNE cui i dim Fignolètto e Fignolìno, l’accr
Fignolàccio.
Il gr conta PEMPHIKS pustola cui l’ital Pèmfigo o Pènfigo (adottato dal
1835) e Pemfigòide o Penfigòide quale lesione bollosa.
Il gr conta ancora il prefissato EKTHYMA pustola (pref EK fuori), cui l’ital
Ectìma (già dal 1840) quale dermatosi batterica.
L’ar, invece, ha il proprio BUTHUR pustole cui l’omologismo Bùttero
(adottato dal sec XV, poi omn di Buttero bovaro), cui Butteràre, Butteràto e
Butteratùra.
\ Sciti Sciiti
Sunniti
Gli Sciti, popolo di stirpe iranica che occupava la Russia meridionale, la
Scizia. Invase l’Assiria nell’VIII sec aC, ma dovette ripiegare sulle sponde
nel Mar Nero ed ancora a Nord nel 613 aC, incalzati dagli Assiri, dai
Cimmeri e dai Medi; finirono per scomparire assimilandosi ad altre
popolazioni, quali i Sarmati da questo il relativo Sarmàtico anche in termine
geologico con Sarmatiàno.
Da non equivocare con gli Sciiti i fedeli musulmani scissi dai Sunnìti,
pertanto riconoscono in Alì l’unico erede del profeta, accettandone i precetti;
Sciìta è l’omologismo dall’ar SI I che è di parte (di Alì).
Tra gli Sciiti si conta la dinastia dei Fatimidi, discendenti di Fatima, la figlia
di Maometto, cui l’aggettivo Fatimìta.
Sunnìta, invece, è da SUNNI ortodosso di SUNNA norma-legge cui Sùnna e
l’omologismo Sunnìsmo; tra i Sunniti si conta la dinastia turca Selgiuchide
che trae il suo nome da SELIUK, scomparso circa l'anno 1000, dinastia
contro la quale si scagliò la prima crociata.
Una suola di pensiero sunnita è il Salafìsmo, cui Salafìta e Salfìti,
dall’ar SALAF AL-SALIHIN i pii antenati.
\ In Iraq, il rais Saddam Hussein di fede sunnita, allo scopo di ottimizzare la propria
dittatura, ha sostenuto negli anni ottanta un vero genocidio a danno degli avversari
sciiti. Gli Stati Uniti lo hanno ritenuto corresponsabile dell’attentato alle Torri
gemelle, pertanto hanno avviato un conflitto armato con l’Iraq, che dal 18 marzo 2003
al 24 marzo 2008 ha causato la morte di 4mila combattenti americani ed un numero
imprecisato di iracheni, si parla di 1milione, incluso lo stesso Saddam, catturato,
processato e condannato alla pena capitale.\
GRANDE VECCHIO GRANDINE
GRANDE
Dal lat volg GRANDIS, accusativo GRANDEM, l’ital conta
Grànde, preferendolo alla forma class MAGNUS grande, con la
forma tronca Gran, pare non abbia connessioni indoeur. Azzardato
769
tema med (GA)LA-(CR GR KR)APPA sasso, vedi il gr AKRA
promontorio. Grande, dunque, perché originariamente avrebbe
diversificato il sasso (più consistente) da altre materie quali il legno,
gli ossi. Grande identifica un confronto sommario delle dimensioni,
ma, straordinariamente, anche delle età fra individui. Inoltre, il
termine Grandèzza, cui Grandezzàta, nel contrario di Piccolezza è
snm di Eccellenza, Magnanimità, attività intellettiva superiore. Altri
derivati, Grandeggiàre (emergere per grandezza, comunemente fig),
Grand’ufficiàle dalla locuzione Grande ufficilale, il glb franc
Grandeur “grandezza”, Grandìgia (ostentazione di potere),
Grandiòso con Grandiosità,
i composti Gancancellière dalla
locuzione Gran cancelliere, Grancàssa, Grandàngolo con
Grandangolàre, Grandiloquènza snm di Magniloquenza con
Grandiloquènte e Grandìloquo, il nobile qualificativo Grandùca con
Granducàle,
Granducàto
e
Granduchèssa,
l’omologismo
Grandguignolèsco dal franc GRANDGUIGNOL “genere di teatro
ottocentesco”, Grandiflòra, Grandisonànte, Granturìsmo dalla
locuzione Gran turismo, in locuzione cavalleresca Gran collare,
Gran cordone e Gran croce, eppoi la sportiva Gran premio e
l’anatomico Gran simpatico, in locuzione glb franc Gran commis
“grande funzionario” e Grand prix “gran premio”.
Col tema med GR dovrebbe essere connesso il toponimo della
Bosnia, Medjugorje il quale, con il primo membro MEDJU, sta per
“in mezzo (tra i) ai monti”; una costruzione lemmatica indoeur che
ricorda il lat MEDIOLANUM (Milano) che vale in mezzo (alla pianura
padana) in celt MIDLAND.
Termine alieno nel percorso di Grande, ossia non è composto con
Gran, è Grancèvola o Gransèola, il crostaceo appartenente al Genere
Màia questo inv dal gr MAIA cui la Famiglia dei Màidi. Qui il Gran
sta per ellittico di (Gran)chio dal dim lat CANCRICULA di
CANCER granchio, così come l’altro suo simile Grancipòrro
attraverso il veneziano Gransiporo dove porro sta per Paguro.
Ripensandoci, però, il Granchio ha la consistenza di un sasso e la
Grancia è ricavata dai (scavata nei) sassi, ed ecco che ritorna il tema
rad CR GR KR.
In un contesto indoeur, infatti, il gr conta GRYPS GRIPOS curvoadunco, il lat GRIPHUM grifone, il long KRAMPFO per crampouncino-granchio dal loro verbo GRIFAN prendere cui l’omologismo
Grìffa e Grìnfia con Sgrìnfia (S intensivo) connessi col franc
GRIFFE cui Grìffe, con Griffàre e Griffàto, svoltosi fig in “apporre il
marchio” cui Degriffàre (pref DE sottrattivo), connesso col franc
HRAMPON e KRAMP curvo, cui gli omologismi Cràmpo col
770
composto Crampifòrme, Grànfia snm di Ranfia, o Grànfa col denm
Granfiàre cui Granfiàta e Aggranfiàre (pref AD), Grifàgno “uccello
rapace”, e Grìffa “grappetta”; eppoi i fig Grifàre questo da Grìfo
“muso del maiale”cui Grufàre o Grufolàre con Grufolìo e Grifòide,
ancora, gli omn Grìfo “animale fiabesco”, il fig Grìfo o Grìpo “sorta
di barca da pesca”, Griffòne “un cane”, Grifòne “un uccello”, e la
macchina mobile Gru o Grùe, cui Gruìsta, termine fig ispirato
all’onomatopeico Gru o Grùa o ancora Grùe, Uccello trampoliere,
dal lat GRUEM sintetizzato dal gr GERANOS della serie GR GR,
cui Grùidi “la Famiglia” e Gruifòrmi “l’Ordine”; da GERANOS
l’ital conta un Geràno in riferimento ad una danza ad imitazione dele
figure delle Gru in stormo. In percorso zoologico, l’ital cont Grùidi
(la Famiglia) e Gruifòrmi (l’Ordine). Bìbbio o Bìbbo è una sorta di
Gru, metaplasmo dal lat VIPIONEM.
\ Grande Divorzio, finalmente concesso dopo un complicato iter giudiziario, per
distinguerlo dal meno burocratico Piccolo divorzio. Grande Fratello, personaggio
creato dallo scrittore Orwell, è divenuto il termine metaf di potere umano dittatoriale o
oligarchico, di gestione computerizzata, capace di plagiare le libere potenzialità
cerebrali degli individui. Grande Vecchio, personaggio rimasto ipotetico burattinaio
del terrorismo italiano; comunque, il termine pare si stia radicando nel lessico sociale
in tendenza metaforica, anche in riferimento a nuclei o gruppi. Il Grande Balzo in
Avanti è stata la politica d’industrializzazione a più largo respiro attuata dalla Cina nel
1958, per rafforzarne il concetto gà avviato con Il Balzo in Avanti del 1956.\
Si ritrovano nello stesso percorso del tema rad med CR GR KR,
Gràno dal gr GERON che sta per vecchio nel senso di maturo, cui
Granàglia meglio Granàglie col fig Granagliàre (suff collettivo
AGLIE), Granàio, Granaiòlo, Granàrio, Granatìno “mercante di
grano” e Granatìno o Granatìglio da GRANADILLO legno rosso
granato, un Granàre cui Granàto, l’accr Granòne, l’aggettivo
Granòso, il composto Grantùrco o Granotùrco “mais” dalla
locuzione Gran turco o Grano turco (nel senso però di “grano
straniero, esotico”) cui Granturchìno; lo scrittore veneto Ottorino
Sottana, in una sua ricerca pubblicata nel 1979, farebbe risalire il
temine Granturco alla locuzione ingl TURKEY-COCK “grano del
tacchino”.
Il percorso conta ancora il mas invariabile Gràna (formaggio
emiliano o padano a lunga maturazione, chiamato Piacentìno nel
Medioevo), Gràna “colore carminio” con Granàta o Granàto “pietra
preziosa”con un dim Granatìna “sciroppo” e Granìre, Gràna fig
“fastidio” con ancora un Granòso, Granàta “pannocchia” (della
saggina) con gli omonimi in Granàta o Melagranata “frutto del
Melograno”, Granàta “proiettile d’artiglieria” cui Granatière; eppoi,
attraverso lo sp, Granadìglia da GRANADILLA di GRANADA
melagrana snm di Maracujà attraverso il ptg ma di genesi tupi. Il
771
percorso continua con Gràna “particella” con un Gràna da Grano
“denaro” (coniato a Napoli e in Sicilia ai tempi di Ferdinando I
d’Aragona), Granèlla e Granèllo cui Granellàre, Granellòso con
Granellosità, il fig prefissato Raggranellàre (riferito al denaro),
Granìcolo e Granicoltùra sul calco di Agricolo e Agricoltura,
Granìfero (suff FERO “che produce”), Granigiòne “il granire”,
Granìglia, l’omn Granìre fare i chicchi, Granìta, Granìtico, Granìto –
questo sia prodotto da una fase di macinazione sia fig sorta di marmo
- Granitòio, Granitùra “il ridurre in grani”, Granòne, Granòso,
Grànulo dal dim lat GRANULUM cui Granulàre con Granularità,
Granulàto con Granulatòre, Granulaziòne e Granulometrìa con
Granulomètrico, Granulòsa e Granulòso con Granulosità,
Granadìglia dal dim sp GRANADILLA da GRANADA melograno,
Grantùrco “mais”, i prefissati fig Ingranàre, cui Ingranàggio e
Ingranamènto in correlazione con Sgranàre (termini meccanici),
eppoi Sgranàre (S sottrattivo da Grano) con Sgranamènto,
Sgranatòio, Sgranatòre, Sgranatrìce, cui la locuzione Sgranatrice di
cotone la cui paternità va all’allora giovane Eli Whitney; merito dela
sua invenzione, la produzione di cotone passò negli Usa dagli 81
tonnellate del 1793 alle 42mila del1810.
\ Secondo il mito, l’Isola Tiberina in Roma sarebbe sorta dal grano del re Tarquinio,
versato nel Tevere dal popolo in rivolta. \
Il percorso prosegue con Sgranatùra, Sgranellàre con Sgranellatùra
da Granellare, Sgranocchiàre fig “mangiucchiare con gusto”; i
termini scientifici-medici Granulocìta con Granulocìto (suff
biologico CITA cellula), Granulòma (suff medico OMA
infiammazione) con Granulomatòsi e Granulomatòso, (suff medico
OSI). Dal suono GR del tema med, l’ingl ha adottato GRAIN grano.
Il percorso prosegue con Grattàre, omologismo dal prvz GRATAR
erede del franc KRATTON azione relativa ad una materia
consistente come il sasso cui Grattamènto, Grattatùra, Grattìno
“manovra erotica”, Grattùgia con Grattugiàre Grattugiàto dal prvz
GRATUZA, i composti quali Grattacàpo e Grattapùgia questo dal
prvz GRATABOYSSA composto con BOYSSAR pulire.
Gràmmo dal lat medv GRAMMA “ventiquattresima parte di
un’oncia” (gli antichi pesi erano particolari pietre) cui Grammatùra,
utilizzato quale massa per composizioni quali Grammo-atomo,
Grammo-equivalente, Grammo-formula, Grammo-ione, Grammomolecola o in ellissi Grammo-mole, in suff GRAMMO per misure di
pesi quali Chilogràmmo o Kilogràmmo con l’ipocoristico Chìlo,
Megagràmmo snm di Tonnellata, Microgràmmo, Milligràmmo.
Termine alieno Gram-negativo relativo allo studioso H. Ch. J. Gram
(1853/1938).
772
Gràmma sta per “grafica” (incisione con apposite pietre) cui
Grammàtica o ant Gramàtica dalla locuzione la GRAMMATICA
ARS arte da GRAMMAR,
Grammàtico,
l’ironico
Grammaticàggine
o
Grammaticherìa,
Grammaticàle,
Grammaticalità, Grammaticalizzàre e Grammaticalizzaziòne,
Grammaticalmènte,
Grammaticamènte,
Grammaticherìa,
Grammàtico, Grammatìsta, Grammatìsmo con Grammatìstica, il glb
pseudofranc Grammelot (termine teatrale che vale “parole senza
senso” per un esito comico). Dal lat GRAMMAR l’ingl conta
GRAMARYE dottrina occulta, magia cui il glb ingl Glamour
fascino, per accezione quello femminile. Il percorso prosegue con i
prefissati e composti Agrammatìsmo e Paragrammatìsmo
(Agrammatismo con cambio del pref A Privativo in PARA).
Diagràmma inv dal gr DIAGRAMMA disegno (col pref DIA vale
“tracciato attraverso”) con Diagrammàre, Diagrammètico e
Diagrammatòre, che in ingl diventa EMAGRAM cui Emagràmma
poichè fig il suo andamento ricorda la lettera m (pron em).
Digràmma e Trigràmma 1, Parallelogràmmo (grafica “a linee
parallele”), Progràmma (scrittura pubblica) inv dal gr-lat
PROGRAMMA (scrittura a favore) con Programmàbile,
Programmàre, Programmàtico, Programmàto, Programmatòre,
Programmatòrio, Programmaziòne e Programmìsta, Sgrammaticàre
con Sgrammaticàto e Sgrammaticatùra (pref S sottrattivo); eppoi
Grammatologìa
con
Grammatològico,
Grammòfono
con
Grammofònico, Cardiogràmma.
Gràffa e Graffètta snm di Grappa e Grappetta, con un glb franc
Agrafe (pron agraf) fig “fermaglio”, dal long KRAPFO uncino, cui
Graffàre o il prefissato Aggraffàre (AD allativo) con Aggraffàggio,
Aggraffatòre, Graffatrìce o Aggraffatrìce e Graffatùra o
Aggraffatùra, eppoi Graffignàre o Sgraffignàre (S intensivo); in
connessione con Graffiàre cui Graffiamènto, Graffiànte, Graffiàta,
Graffiatòre, Graffiatùra, il sostantivo Graffiètto “utensile”, Gràffio,
snm di Ranfio, questo sia “uncino” sia quale devb di Graffiare, con i
prefissati Antigràffio, Sgraffiàre (S intensivo) con Sgraffiatùra,
Sgràffio. In percorso fig la nota frittella dal ted glb Krapfen
“uncino”; ma secondo una tesi pare sia così chiamata perché
inventata da una certa Frau (Signora) Krapfen.
Il percorso conta ancora Grafìa dal gr GRAPHO scrivo (la prima
scrittura “incisione” è graffiare su tavole di pietra) cui Grafema
(analizzato altrove), Gràfica e Gràfico (in opposizione a Fonico) con
Graficamènte, Graficìsta, Grafìsmo e il prefissato Agrafìa (A
privativo) che sta per disturbo psicologico, ma usato dall’autore per
773
definire un fenomeno retorico-linguistico, Ved Lenizione in
Folla…), eppoi Grafìte (il minerale che ha la proprietà di scrivere e
che libera i nostri padri dalle incisioni) cui Grafitàggio, Grafitàre e
Grafitatùra e Grafitaziòne, Grafitizzàre e Grafitizzaziòne, il termine
scientifico Gràfo e il pref-suff GRAFO per composizioni quali
Grafologìa, Grafològico e Grafòlogo. Graphofobìa è l’avversione di
scrivere (essenzialmente a mano).
\ Secondo la Grafologia, A. Manzoni era portato per le materie scientifiche più che
essere stato un letterario \
Il percorso prosegue in Grafomanzìa (col gr MANTEIA
l’indovinare) con Grafomànte – col snm Chirogrammatomanzìa e
Chirogrammatomànte - Grafòmetro “strumento nautico”, Graforrèa
“irruenza incontrollabile nello scrivere” su modello di Logorrea,
eppoi, di massima in associazione a GRAFIA e GRAFICO,
Antìgrafo “copia”, Astrografìa con Astrògrafo, Autografìa con
Autografàre, Autogràfico e Autògrafo, Cardiografìa e Cardiògrafo,
Commediògrafo, Coronògrafo “relativo alla corona del sole”,
Cronografìa con Cronogràfico e Cronògrafo questo sia “autore
scrittore” snm di Annalìsta, sia quale Cronòmetro che registra,
incluso Cronotachìgrafo (col gr TAKHYS veloce in concorso con
Tachigrafìa e Tachimetria), Glittografìa con Glittògrafo (col tema gr
GLYPHE incisione, GLYPHO io incido, GLYPTOS inciso),
Intègrafo (traccia integralmente una curva),
In riferimento ancora a Grafia scrittura, l’ital conta Graffìto tratto
dal lat GRAPHIUM stilo (per scrivere) coniato nel XVI sec ma
diffusosi dal 1973 a seguito del successo cinematografico di
American graffiti del regista G. Lucas, cui Graffìre, Graffitàro,
Graffitìsmo e Graffitìsta; in area glb l’ingl WRITER scrittore (da TO
WRITE scivere) vale Graffitista.
Infine, il termine GRAFIA per composizioni mediche quali
Radiografìa con Radiografàre e Radiogràfico, Schermografìa con
Schermografàre e Schermogràfico. La Radiografia è opera di W.
Conrad Rontgen nel 1895, realizzata studiando gli esperimenti
elettrici di W. Crokes, di P. E. A.von Lenard e di H. Hetz.
Un tema rad, insomma, (GA)LA-(CR GR KR)APPA, che
rappresenta il linguaggio preistorico tramandato ai nostri giorni e,
pertanto, appaiono tutti vrs di genesi onomatopeica.
In connessione ancora con Gràppolo e Gràmpa dal got KRAPPA
uncino cui Aggrappàre, Gràppa e Grappètta snm di Graffa e
Graffetta, Grippàre attraverso il franc GRIPPER già GRIPAN
afferrare cui Grippàggio, il prefissato Ingrippàre il glb ingl Grip da
TO GRIP afferrare, Grippe attraverso il franc che vale “influenza”,
eppoi in vrs connessione il termine marinaresco Grìppia “cima per il
774
recupero dell’ancora” cui il relativo Grippiàle; ancora, Grèppo
“luogo scosceso” dal tema med GRAPPA sasso, Gràva “pianura
ghiaiosa cui la locuzione Grave del Piave, con Gravìna “crepaccio
calcareo” (omn di Gravina da Granchio) cui il toponimo Gravina (di
Puglia), Grèto “ghiaioso” dal tema med GRAVA greto, Gravòso
metaf “pesante come un masso” e semant “faticoso”, Grèppia
“rastrelliera per il fieno-mangiatoia” metaf “fonte di guadagni” dal
franc KRIPPIA contemporaneo del long KRUPPIA e sembrerebbe in
antica associazione con Greppo, Gres “ghiaia” dal franc GRIOT,
tutti omologismi. L’omn Gràppa “acquavite” con Grappìno è
attraverso il lombardo GRAPA che vale Gràspo questo inc di Raspo
con Grappolo.
Gradìno “scalino” è il dim di Gràdo, dal lat GRADUS astratto di
GRADI camminare il quale ha assunto fig una polisemia “stadio
intermedio, livello, valore” cui, in locuzione, Primo grado, Secondo
grado e Terzo grado, eppoi in riferimento alla scala musicale,
difficoltà alpinistica, condizione, al posto gerarchico, in termine
grammaticale, matematico, scientifico, tecnologico… cui Gradàre
(un snm di Graduare), Gradatamènte, il glb ingl Grader da TO
GRADE livellare cui l’omologismo Graderìsta, Gradaziòne,
Gradiènte cui il composto Gradiòmetro, il fig Gradìna “utensile”
questo omn dell’omologismo Gradìna che vale “agglomerato”
attraverso il serbo-croato GRAD città, eppoi Gradinàre sia relativo
alla Gradina “utensile” sia al dim Gradino cui Gradinàta, Gradinàto,
Gradinatùra, eppoi Gradàle, Gradàto, Gradìsmo, l’accr Gradòne con
Gradonamènto e Gradonàta, Graduàbile con Graduabilità, Graduàle
con Gradualìsmo, Gradualìsta, Gradualìstico e Gradualità, Graduàre
(snm di Gradàre) con Graduàto, Graduatòria, Graduatòrio e
Graduaziòne, eppoi un inatteso Grassàre “camminare” con
Grassatòre “camminatore” fig “rapinare” e “bandito da strada
(Rapinatore)”, Grassaziòne “rapina a mano armata” dal lat
GRASSATIONEMN da GRASSARI intensivo di GRADI.
Grassazione in corso dal 1673 sarebbe stato sostituito da
Brigantaggio dal 1799, anno dell’occupazione francese che neloro
lessico utilizzavano BRIGANTS.
Il percorso prosegue con i pref Biodegradàre (pref dal gr BIOS vita)
con
Biodegradàbile,
Biodegradabilità,
Biodegradatòre
e
Biodegradaziòne. Degradàre è attraverso il franc DEGRADER (pref
DE di abbassamento), cui i derivati e fig, Degradàbile,
Degradamènto, Degradànte, Degradàto, Degradaziòne e Degràdo,
Digradàre con Digradamènto e Digradaziòne (pre DE per
diminuzione), l’attestazione Disgradàre (omn di Disgradare da
775
Gradire) con Disgràdo (DIS di sottrazzione). Per logica etim, è
pensabile che il vocabolo Gradino sia stato coniato associando
l’azione del camminare sul terreno (di sassi) e questo, infatti, è
storicamente ricavato dalla pietra; il termine è anche utilizzato in
composizione come secondo membro GRADO, cui Anterògrado,
Retrògrado “che cammina all’indietro”, Tardìgrado “che cammina
lento” (dal lat TARDUS tardo) e Ungulìgrado (ad esempio, gli
equini); eppoi il fig, per accezione militaresco, Parigràdo.
Lemma alieno è Gradàsso cui Gradassàta, dal personaggio dei poemi
“Orlando Innamorato” e “Orlando Furioso” un snm di Smargiàsso.
Dalla composizione IN GRADI svoltosi in INGREDI entrare, cui
Ingrediènte, è nato l’astratto Ingrèsso dal lat INGRESSUS cui l’eccl
Ingrèssa, Ingressàre, Ingressiòne e Ingressìvo; eppoi i modelli nel
percorso prefissato Aggredìre cui Aggressiòne, Aggressività,
Aggressivizzaziòne, Aggressìvo e Aggressòre (pref AD), Congrèsso
(COM associativo) cui Congressìsta e Congressuàle, Digredìre cui
Digressiòne e Digressìvo da DIGREDI (DIS dispersivo, di
allontanamento), Egrèsso cui Egressìvo (EX fuori), Pregrèsso da
PRAEGREDI (pref PRAE, ital PRE, di anteriorità), Progredìre con
Progredìto, Progrèsso cui Progressiòne, Progressìsmo, Progressìsmo,
Progressìsta, Progressìstico, Progressività e Progressìvo (pref PRO
l’andare avanti), rintracciabile nell’ingl PROGRESS progressione,
Regredìre cui Regrediènte, Regressiòne, Regressìvo e Regrèsso (RE
l’andare all’inverso), Trasgredìre cui Trasgredimènto, Trasgreditòre,
Trasgressiòne, Trasgressività, Trasgressìvo e Trasgressòre (TRANS
l’andare oltre).
Il rad GR lo ritroviamo in Gràsso o Cràsso svoltosi dal lat
CRASSUS inc con GROSSUS, vrs per la sua consistenza e dalla
proprietà d’indurirsi, cui Grassàggio o Ingrassàggio, Grassamènte,
Grassèllo, il fig Grassètto snm di Neretto (carattere tipografico),
Grassèzza, Grassòccio, Grassòlo snm di Cìccioli, l’accr Grassòne,
Grassùme (suff UME per collettivi), eppoi in Gràscia attraverso il
volg fem lat CRASSIA cui Grascèlla o Grasciòla o ancora Grassèlla,
Grascèta.
\ La città di Bologna è indicata con La grassa (per la sua cucina) ma anche La dotta
per la sua storica università fondata nel 1088, e La rossa per vicende politiche.\
Il grasso per cucina in lingua ar è detto SAMIN cui l’omologismo
Zimìno “sorta di salsa”; il sett botanico Cimìno o Cumìno
(gastronoma-liquoreria-medicina), considerato afrodisiaco, cui la
locuzione Cumino di Malta, arriverebbe invece attraverso il lat tardo
COMINUM e COMINUM già class CUMINUM dal gr KYMINON
ma nulla vieta di pensare a una unica rad.
Il percorso prefissato conta Digrassàre con Disgrassatùra (pref DI dal
776
DE lat di privazione), Disgrassàre con Disgrassatòre (pref DIS di
dispersione), Ingrassàre (IN illativo) con Ingrassamènto,
Ingrassatòre, il composto fig Ingrassabùe “sorta di pianta
leguminosa, foraggio”, Ingràsso, il frequentativo Ingrassicchiàre o
Ingrassucchiàre, Ingrassamènto, Ingrassatòre e il prefissato Sgrassàre
(S sottrattivo).
Il lat medv GROSSUSM è d’etim sconosciuto, cui Gròsso (dal XIII
sec), il fem Gròssa con valore di “dodici dozzine”, Grossolanità,
Grossolàno e il composto Grossomòdo, i prefissati Digrossàre con
Digrossamènto, Digrossatòre, Digrossatùra e Digròsso (pref DI dal
DE lat di privazione), Disgrossàre (pref DIS di dispersione),
Ingrossàre (IN illativo) con Ingrossamènto, Ingrossatòre,
Ingrossatùra questo anche in relazione ai caratteri scritti in buona
copia dalla locuzione medv lat LITTERA GROSSA a carattere
chiaro, ben visibile e Ingròsso comunemente nella locuzione
All’ingrosso, Ringrossàre con Ringròsso (doppio pref RI iterativo e
IN illativo) e Sgrossàre (S sottrrattivo) con Sgrossamènto, Sgrossàta,
Sgrossatòre e Sgrossatùra.
Gròsso dal lat tardo GROSSUS era ancora una moneta d’argento
europea, diffusa in Oriente. Grossulària, inoltre, è dalla locuzione lat
RIBES GROSSULARIA uva spina, ma anche fig un minerale, tutti
vrs connessi con il significato di “grossolanità”.
Il lat conta ancora GURDUM per pesante, grosso, cui Ingordo (pref
IN illativo) ed Ingordìgia da un senso fig.
Gràngia o Grància, infine, è il pascolo per l’alpeggio o ricovero
estivo per il pastore Grancière o Grangère o ancora Grangière e
deriva da un tardo lat GRANICA granaio; dalla Francia, infatti,
c’era giunto GRANCHE deposito di grano e poi attestatosi in
capanna rurale, podere (annesso ad una abbazia), fattoria.
\ Noti quali grange (grancie in accezione dialettale locale) i siti d’antichi eremitagi
sottostanti l’abbazia di Pulsano sul Gargano, in cui, nella seconda metà del secolo
scorso, si scoprì ancora qualche eremita, prima che iniziassero i lavori di
ristrutturazione dopo secoli di totale abbandono e spoliazioni, oltre ai terremoti (da
“La pulzella delle specchie”, Piazza Editore 2001 SA) \
Gli altri temi mediterranei di roccia-sasso FARA, KARRA,
KARSA, KLAPPA, KRODA avrebbero rispettivamente condotto a
Faragliòne, Càrso e Càrsico con Carsìsmo, Chiàppa “rupe” (omn di
Chiappa “natica”) e Ciàppola, il toponimo friulano Cormons, Cròda
con Crodaiòlo e Incrodàrsi. Da KARRA pietra sarebbe derivato
Carànto e vrs Carantàno o Carentàno questo relativo alla Carinzia il
cui nome ant era Carantana.
In linguistica, vale gruppo letterale da pronunciare con un unico fonema: Digràmma,
col pref DIS due volte, quali ch con le vocali a e i, sc con i, e gn; Trigràmma, col pref
TRI tre volte quali sci con a o u, e sch.
1
777
\ Scabbia
Il lat conta SCABERE che sta per grattare, da rad SKEBH grattare, cui
l’astratto SCABIA eppoi l’ital Scàbbia con Scabbiòso, Scabiòsa (botanica,
nella flora tipica del Gargano) o Scabbiòsa da SCABIOSUM rugoso, Scàbro
da SCABER con Scabròso da SCABROSUS cui Scabrosità.
Fuori percorso Scabìno (magistrato del comune) dal lat medev SCABINUS
attinto al franc SKAPIN chi fa, rintracciabile nel ted SCHAFFEN.
Il termine Razzàre, con Razzatùra, sta per “ricoprirsi in macchie rossastre”
estesosi in “grattare” (omn di Razzare da Radiare) è invece dal long
RAZZJAN vrs connesso con il franc RAZZIA e con l’ar GHAZIYYA cui
l’ital Razzìa fig “piazza pulita” (grattata) col denm Razziàre, Razziatòre e
Razzolàre questo con un suff iterativo OLARE cui Razzolàta, Razzolatùra e
Razzolìo.
Ci si gratta per un prurito, Prurìto è dal lat PRURITUS astratto di PRURIRE
da rad PREU formicolare, cui Prùdere, Prudòre, Prurìgine con Pruriginòso.
\ Grazie
Il termine omn Gràdo, (omn di Grado da GRADI camminare), cui Gradìre,
Gradèvole, Gradevolèzza, Gradevolmènte, Gradimènto con l’opposto
prefissato Sgradìre (S sottrattivo) cui Sgradèvole e Sgradevolèzza (Pref S
sottrattivo e suff ital EVOLE di aggettivo verbale attivo), Sgradimènto e
Sgradìto è dal lat GRATUM questo da rad GWERE cantare inni a lode, con
la lenizione della t in d, cui l’onomastico Graziano da GRATIANUS
gradito; fedeli all’etim, l’ital conta Gratìfica e Gratificàre, Gràto con
Gratitùdine e Ingratitùdine con Ingràto (pref IN negativo), Gratùito,
Gratulàre con Gratulatòrio e Congratulaziòne, eppoi le diverse attestazioni in
Gràzia dal lat GRATIA già gr KHARIS KHARITOS cui l’avverbio Gratis
dal suo ablativo lat GRATIS, Graziàre e Graziàto (sia nella terminologia
giudiziaria sia in senso religioso, il termine si è attestato quale “dono
gratuito”), il termine di cortesia Gràzie quale pl di Grazia dalla locuzione lat
GRAZIAS AGERE ringraziare, Graziòla dal dim GRATIOLA,
Graziosamènte, Graziosìsmo, Graziosità, Graziòso e l’onomastico fem
Grazia, dal lat GRATIA in concorrenza con Grazia attraverso la devozione
per Santa Maria delle Grazie tradotta nello sp DE LAS MERCEDES cui
l’omologo onomastico Mercedes. Eppoi i composti Buongràdo, Disgràdo,
Malgràdo con Malgradìto, la locuzione Colpo di grazia (colpo finale mortale
per evitare la sofferenza) e l’esot locuzione franc Malgrè lui “malgrado lui”;
da ricordare che Malgrado è sempre da riferire a persone “Malgrado tu me lo
abbia detto”, pertanto, in altri casi, è corretto l’uso di Nonostante.
778
Con i pref, l’ital conta Aggradàre (pref AD allativo, omn di Aggradare da
Grado) con l’opposto Disaggradàre (DIS separativo) cui Disaggradèvole o
Aggradìre, con l’opposto Disaggradìre, eppoi Disgradàre (DIS privativo)
omn di Disgradare da Grado; eppoi Aggraziàre e Aggraziàto (AD allativo),
Disgràzia e Disgraziàto (DIS “male”), Ingraziàre con Ingraziàrsi (IN
illativo), Ringraziàre e Ringraziamènto (doppio pref RIN), Sgraziàto (S
sottrattivo). Negli Stati Uniti, Il Giorno del Ringraziamento è una attesa
ricorrenza e a tavola si consumano tacchini ripieni con salsa di mirtilli, torte
di zucca.
\ Lipide Pingue
In gr, LIPOS sta per Grasso, cui Lìparo “Genere d’insetti) dal gr LIPAROS
lucente d’olio cui il toponimo Lipari (isola di) con Lipàride (Genere di
piante in botanica, snm di Limantria in zoologia), Liparìte (suff ITE per
minerali), eppoi Lipàsi, Lipemìa con Lipèmico e il prefissato Dislipidemìa o
Dislipemìa, Lipìde e Lipìdico coi composti Lipidemìa, Lipidogràmma e
Lipidosteròlico, Lipòide e Lipoidèo con Lipoidòsi, Lipòma con Lipomatòsi e
Lipomatòso, ed il pref LIPO adattato in composizione quali Lipacidemìa
(con Acido e il gr HAIMA sangue) Lipectomìa, Lipoaspiraziòne o
Liposuziòne, Lipofilìa e Lipòfilo, Lipolìsi e Lipolìtico, Lipoproteìna,
Liposarcòma, Liposcultùra (termine d’estetica), Liposolùbile, Liposòma con
Liposomiàle, Lipòtropo (col gr TREPEIN far regredire-volgere), Liùria o
Lipurìa “grasso nelle urine (suff URIA); il percorso conta ancora termini col
raddopppio espressivo della p, quali Lèppo “odore sgradevole” dal lat
LIPPUS cui Lìppo attestatosi in cisposo e Lippòso questo anche relativo a
“materia grassa”. Il vernacolo salentino conta Lippu con valore di “grasso”.
Fuori percorso Lìppa dalla serie onomatopeica infantile L…P “sorta di
gioco” con un pezzetto di legno appuntito alle due estremità e che, adagiato
a terra, si fa saltare percuotendolo alle punte con un assestato colpo di
bastoncino per colpirlo con destrezza a mezz’aria e così rilanciarlo, alla
maniera del Baseball di cui è vrs il progenitore.
Pseudoetim il termine Lipizzàno questo relativo del toponimo Lipiza (dal
locale LIPA tiglio) in Slovenia, per accezione una particolare razza equina;
eppoi, tutti dal gr LEIPEIN mancare, Lipogràmma con Lipogrammàtico,
Lipogrammatìsmo e Lipogrammatìsta (col gr GRAMMA lettera) “sorta di
struttura letteraria in cui si omettono lemmi che abbiano una determinata
lettera o sillaba”, Lipomerìa “mancanza parziale del corpo” (col gr MEROS
parte) e Lipotimìa “deliquio” con Lipotìmico (col gr THYMOS animo).
In lat volg SAGIMEN sta per grasso di maiale, cui Saìme, il fig Saggìna
(delle Graminacee) con Sagginèlla da SAGINA ingrassamento con la
variante toscana Saìna, Sagginàle o Sainàle, Sagginàre o Saginàre dal lat
SAGINARE ingrassare con Sagginàto: snm di Saggina è Mèlica o Mèliga
(omn di Melica “canto”) dalla locuzione lat HERBA MILICA da MILIUM
miglio, anche quale snm sett di Mais, da questo il volg fig Melicòtto “ sorta
di biscotto”. Altro snm di Saggina è Sòrgo questo dal lat SURICUM
GRANUM grano della Siria.
Dalla rad PNGU connessa con le ant rad indoeur BHENGH spesso e PIW
grasso il lat ha coniato PINGUIS cui Pìngue con Pinguèdine e Pinguìcola
779
“sorta di pianta carnosa”. Il termine Pinguìno, datta la sua figura, farebbe
pensare ad una connessione con pingue, invero è dalla composizione bretone
PENNGWENN testa bianca attraverso il franc PINGOUIN già ingl
PENGUIN; un termine, GWENN, che ritroviamo nell’onomastico
Guendalina dal gallese GWENDOLEN la bianca, in concorrenza con
Guendalina dal ger WANDEL vagare di Vandalo. Il Pinguino salta rocce è
una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione.
Dal lat SEBUM materia grassa d’origine animale o vegetale, l’ital ha tratto
le diverse attestazioni di Sèbo cui Sebàceo il composto Seborrèa con
Seborrèico o Seborròico (col gr RHEO scorro), Sègo cui Rassegàre, il lenito
Sèvo (omn di Sevo “severo”).
L’accumulo di Sebo in un follicolo è definito Comedòne dal lat COMEDO
COMEDONIS mangione, questo un risvolto metaf del termiine che indica
“verme dei cadaveri” da COMEDERE mangiare.
\ Dolina Dolmen Menhir
Dal tema sloveno-croato DO, è pervenuto il termine Dolìna “depressione
carsica”.
Tutto starebbe a credere che anche Dolòmia (roccia) con Dolomìte,
Dolomìtico e altri derivati, siano i legittimi discendenti di DO; in realtà, i
termini sono stati coniati alla memoria del geologo D. de Gratet de
Dolomieu (1750-1801), studioso della particolare roccia, dolomitica
appunto.
Fuori percorso il marinaresco Dolòne dal lat DOLON già gr DOLON che sta
per “albero prodiero”.
Nel giugno del 2009, l’UNESCO ha inserito le Dolomiti nell’elenco
mondiale dei siti “Patrimonio dell’umanità”
La locuzione denominativa Dolomiti di Brenta contiene il termine Brenta
invariato dal lat BRENTA di tema med BRENTA “recipiente arcuato-roccia
arcuata” donde Brentatòre, che definisce una peculiarità di alcuni contenitori
o rocce, Brènta “ant misura preromana di capacità, eppoi, in vrs connessione
rad i botanici Brèntine e Imbrèntano; Brenta è anche l’idronimo di un noto
fiume veneto (fig un recipiente d’acqua).
Ancora, in una vrs remota connessione rad, Brèntidi “Famiglia di Coleotteri”
dal gr BRENTHOS “sorta di uccello acquatico” e un Brèntolo quale snm di
Brugo.
L’antico toponimo pugliese di Brindisi è il messapico Brenton,
verosimilomente d’identico tema med BRENTA, in riferimento al suo
storico porto quale particolare recipiente arcuato, il cui profilo ricorda una
testa di cervo.
Anche Dòlmen, con il relativo Dolmènico, il preistorico monumento
megalitico, rintracciabile nelle campagne pugliesi, cui il Dolmen Chianca,
non ha nulla del rad DO, bensì è l’omologismo che discende dal bretone
T(A)OL tavola e da MEN pietra; similmente al coevo Menhir, che vale
MEN HIR pietra lunga.
Da non equivocare Dolmen con Dòlman, questo omologismo inv dal franc
ma già turco DALAMAN indumento per uniforme degli ussari; Ussaroùssaro o Ussero-ùssero è dall’ungherese HUSZAR esploratore ma anche il
780
corrispondente di Corsaro.
Per Megalìto o Megalite “insieme di pietre”, con il relativo Megalìtico,
s’intende quale monumento dell’età del rame, diversamente dal Monolìto, o
meno corretti Monòlito e Monolìte, quale unico blocco pietroso innalzato
(dal greco MONOS unico-solitario), donde Monolìtico e Monolitìsmo.
In locuzione sarda, Perdas fittas “pietra conficcata” indica una sorta di stele
religiosa preromana.
Restando nel contesto litico, la locuzione sarda Perdas fittas “pietra
conficcata” indica una sorta di stele religiosa preromana.
\ Tavola Tovaglia Mensa
Tàvola dal lat TABULA, cui il dim Tabèlla, è da tema med TABA tavola il
cui ricalco ha dato TABERNA in ital Tavèrna e Tavernière cui un ant
Contubèrnio “tenda romana” con Contubernàle con valore metaf di
“convivenza nella stessa tenda”.
Il percorso includerebbe il prefissato Stanfèrna attestatosi in “aperturasquarcio” da un ant TAFERNA con S intensivo, questo quale variante
etrusca di TABERNA.
Nel Veneto, Taverna (o Osteria) è Bàcaro, voce derivata da Bacco il dio del
vino.
Fuori percorso il chimico Tabernantìna, o Ibogaìna, estratto dalle radici
dell’Ibòga questo del Genere Tabernanthe, lemma di genesi afraicana.
Tavola vale metaf “ordinamento giudiziario” cui le Tavole della Legge o i
Dieci Comandamenti, le Dodici Tavole che racchiudono il primo codice
romano (451- 450 aC), vale “codice scientifico” quali Tavole astronomiche,
Tavole geografiche, Tavole logaritmiche, Tavole trigonometriche…
Tabulon è una pietanza torinese a base di carne, così indicata poichè la carne
macellata viene affettata e tagliuzzata sul Tagliere di legno, ovvero sulla
TABULA.
Non è il solo termine ad essere stato coniato con un ricalco simile, vedi
Caverna dal lat CAVUM, Cisterna dal lat CISTA. In percorso da Tavola
pervengono Tavèlla dal dim TABELLA, Tavellòne con Tavellonàto,
Tavolàto, Tavolière, Tavolìno, Tàvolo, Tavolòzza, mentre in percorso
esplicito da TABA pervengono Tabellàre, Tabellàrio (sia “portatabelle” oggi
portalettere, sia “tabella contenente un elenco”), Tabellaziòne, Tabellìna e
Tabellìno, il fig Tabelliòne (desueto snm di Notaio, da Tabella per scrivervi)
con l’ufficio Tabellionàto, Tabellòne, l’esot franc Tableau, Tablìno,
Tablòide questo adattamento dall’ingl TABLOID, Tabulàre, Tabulàre,
Tabulàrio, Tabulàto, Tabulaziòne, e, infine, dalla forma lat TABERNA ci
viene il dim Tabernàcolo o Tabernàculo; dal lat TABERNA l’ital conta
Tabwernària e Tabernàrio
vrs in connessione con l’ar TABBULA cui Taboulè “piatto freddo”
attraverso il franc. La locuzione lat Tabula rasa, ancora attuale, indicava on
origine una tavoletta di cera riscrivibile, la cui compilazione precedente era
cancellata con una rasatura.
Associata a Tavola (per mangiare) l’ital conta Tovàglia, cui Tovagliòlo o
Tovagliuòlo, dal franc THWAHLJA attraverso il prvz TOALHA, connesso
con il bretone TAOL cui Tòlla, Tollatùra ed il volg veneto Tola, questo
781
semant esteso anche alla stessa Tavola, vrs come può essere accaduto per il
franc TOILETTE, dim di TOILE tela, termine adottato pari pari dall’ital nel
senso di “mobile disposto per la pettinatura e trucco delle donne”, esteso ad
indicare le stesse operazioni, cui gli omologismi Toelètta, Tolètta,Tolettàre,
Tolettatùra.
\ L’uso del Tovagliolo a tavola, che nel Rinascimento era chiamato Truccabòcca, è
stato storicamente introdotto da L. da Vinci, contribuendo così al progresso igienico
poiché era abitudine che i commensali utilizzassero bordi e lembi della stessa tovaglia
per ripulirsi mani e labbra \
Sempre dal franc si conta il glb Boudoir “gabinetto da toletta per donne”
derivato dal verbo BODER essere imbronciato appunto perché la donna
davanti allo specchio assume smorfie tali da apparire immusonita.
Il franc THWAHLJA, il prvz TOALHA, il bretone TAOL e il franc TOILE,
in ogni caso, considerando l’area indoeur, sarebbero connessi col lat
STOLA, già gr STOLE questo astratto di STELLO vesto, cui Stòla con
l’accr Stolòne (omn di Stolone in botanica e zoologia), tutti comunque in
derivazione dal lat TABULA. L’omologismo Tùlle “sorta di tessuto” non è
in percorso, poiché è relativo al toponimo franc Tulle.
Dal lat MESA tavola, l’ital conta ancora Mènsa, questo inv dal lat MENSA,
e Mènsola dal dim lat MENSULA con Mensolòne; rintracciabile nello sp
MESA tavola cui il glb Meseta “Tavolato, quale termine orografico”.
\ Il Mensa, cui Mensàno, è un’associazione fondata a Oxford nel 1946 ed è costituita
da membri (mensani) di intelligenza superiore alla media (minimo Quoziente
d’intelligenza “QI” 148 nel Test di Cattell) \
L’ital conta un Modigliòne per “mensola architettonica” dal lat
MUTILIONEM di MUTULUS “ciò che risalta dal muro”.
Attraverso il franc ant BRELENC tavolo per giocare già BREDLING, l’ital
conta l’omologismo Berlingàre “chiacchierare dopo una mangiata” dal XIV
sec) con Berlingatòre, Berlinghière e Berlinghìno, cui ancora Berlingàccio
“giovedi grasso” con Berlingaccìno “il penultimo giovedi di carnevale” e
Berlingòzzo “sorta di ciambella da consumare a Carnevale” (dal XV secsuff alterativo OZZO), Berlèngo “tavola da pranzo” o “da gioco” (adottato
dal XVI sec), estesosi fig in Gozzoviglia, cui vrs, in estrema estensione,
Berlìc o Berlìcche con ancora Berlòc o Berlòcche “pandemonio” (adottato
dal 1829) assimilato ad uno dei nomi popolari imposti al diavolo; eppoi
Berlòcca “ora del pasto o della siesta” (dal 1892) con l’avviso del rullo del
tamburo. Sempre dal XVI sec fu adottato il termine Berlìnga “lira milanese”
ma non è ovvia la connessione, a meno che non si sia associato il possesso
del denaro alla possibilità di gozzovigliare, infatti nel XIX sec si attesta il
termine Berlinga quale sorta di fiche (da gioco) attraverso la variente franc
BRELINGUE.
\ Tabula peutingeriana
Dal nome del suo scopritore Konrad Peutinger (1507), la Tabula
peutingeriana indica una riproduzione medievale su pergamena di una
sperduta carta d’epoca romana, che tracciava l’impero e tutto il mondo allora
conosciuto. Si estende dalle Colonne d’Ercole (Gibilterra) all’estremo
oriente; ha le caratteristiche di una carta stradale d’oggi, allora denominata
ITINERARIUM PICTUM.
782
\ Sgarrare Crollare
In franc si pronunciava WARON avere cura che, transitato dal prefissato
franc ESGUARER sbagliare, è giunto nei prefissati sp ENGARRAR
DESGARRAR, ital Sgarràre “sviarsi”, metaf “cadere dalla dritta via”. Esiste
tuttavia la voce d’origine celt GARRA che sta per una parte della gamba,
riferita per accezione ai quadrupedi, cui Garrèse, Garrètto o Garètto cui
Paragarrètto, eppoi Giarrettièra, questo dal franc JARRETIERE da JARRET
garretto, cui il prefissato Sgarrettàre (S sottrattivo) con Sgarrettatùra; in tal
caso, Sgarràre equivarrebbe a Sgambàre “togliere il gambo” (ad un fiore)
con S sottrattivo e metaf “zoppicare” oppure “perdere improvvisamente
l’uso di una gamba e cascare”; in associazione al Garretto equino, e vrs in
connessione, si conta l’omologismo Giàrda “crescita ossea” dall’ar
GARATH metaf in “burla-beffa”.
Nel volg pugliese, viepiù, risuona il termine considerato onomatopeico
Sgarrare, che vale “crollare, cadere a pezzi, ridurre in pietre”, cui il denm
Sgàrro “strappo” e metaf “offesa” (termine mafioso), connesso con
Sgarrupàto “fatiscente” questo attraverso il partenopeo Sgarrupà (vrs
sovrapposizione con Dirupato) e opposto di ‘Ngarrare metaf “riuscire a
mettere in ordine, indovinare” questo con eferesi della I da un possibile
prefissato ital Ingarràre. L’onomatopeico volg, omn dei due termini, sarebbe
allora o una coincidenza o una metaforizzazione di quelli; è quindi
ragionevole l’idea che tutti abbiano avuto l’influenza del tema GR sasso e
che abbiano subito una metatesi da GRA a GAR o discendano direttamente
da (K)AR, con lenizione di k in g, così come può essere accaduto per
l’eponimo Gargàno.
\ GRA è l’ acronimo di Grande Raccordo Anulare che gira intorno alla capitale
Roma, il cui tratto storico Appia-Aurelia fu aperto nel 1951.\
Il tema GR lo si ritrova nello slavo GRADISCE che vale fortificazione,
donde il toponimo Gradisca e in Belgrado bianca fortificazione (castello).
Ritroviamo inoltre la rad KRA nell’ingl SKY-SCRAPER, cui la traduzione
Grattacièlo 1 già Grattanuvòle . L’ingl SKY vale dunque cielo, da questo i
glb Skylab “labiratorio spaziale” con LAB ellittico di LABORATORY, il
filtro per fotoigrafi Skylight con LIGHT luce, Skyline “linea d’orizzonte”
con LINE linea (pron laine), Skywatching “osservazione stellare” con TO
WATCH osservare-guardare, la locuzione Sky surf “sorta di surf”.
Il termine Crollàre, con Crollamènto, Crollàta o Scrollata e il devb Cròllo, è
dal lat volg CORROTTULARE (da COM RUPTUM di Corrotto); da
Crollare l’ital conta ancora l’intensivo Scrollàre o Sgrollàre, cui Scrollàta o
Crollata, Scrollìo, il devb Scròllo e Scrollòne.
L’ital conta un omn Scrollàre omologismo attraverso il verbo ingl TO
SCROLL far scorrere (termine per computer) cui ancora i glb Scroll o
Scrolling.
Crollare, così attestatosi in ital da CORROTTULARE per lo stesso
fenomeno fonetico di Spàlla da SPATULA questo dim di SPATHA, cui
Spallàccio “pezzo d’armatura”, Spallamènto, Spallàre, Spallàta,
Spalleggiamènto, Spalleggiàrwe, Spallètta, Spallièra in correlazione con
Pedièra (parti del letto), il marinaresco Spallière, gli alterati Spallìno,
783
Spallòne e Spallùccia cui la locuzione Fare le spallucce, Spallucciàta,
Spallùto e la locuzione militare Spall’arm! cui il termine Spallàrm!
Il gruppo letterale TULA, dunque, svoltosi in LLA, come il termine Secchia
da SITULA che ha subito ancora una seconda variante in CCHIA.
1
Lo storico grattacielo fu innalzato nel 1885 a Chicago, HOME INSURANCE
BUILDING edificio casa assicuratrice; era alto 42 metri con 10 piani esclusi il
pianterreno ed il terrazzo. Il termine ingl HOME vale dunque casa, snm di HOUSE,
cui una serie glb di lemmi quali Homeless “senzatetto”, Homing “che torna a casa”
(termine zoologico e fig missilistico) e, in locuzione, Home banking “operazione
bancaria da casa”, Home base, “casa base” in termini sportivi da Baseball, Home care
“assistenza domiciliare per anziani” con CARE cura, Home computer “computer di
casa” con una sfumatura dal Personal computer, Home entertainment “ricevimento,
trattenimento a casa”, Home page, Home shopping “acquisti da casa”, Home theatre
“telelevisore a grande schermo” fig con THEATRE teatro., Home video” film in CD e
in cassetta per uso casalingo”. Una connessione indoeur vuole l’ingl HOME casa
dell’uomo con il lat DOMUS casa e con HOMUS uomo.
Esiste ancora in ingl il termine DOOR che vale porta ma svoltosi, per il fenomeno
della metonimia in Casa, simile al metonimico ital Tetto per Casa; pertanto si ha la
locuzione glb Door to door che vale Porta a porta e quindi Casa per casa, e Outdoor
”fuori della porta (della palestra)” in opposizione a Indoor. (col pref IN dentro).
La l’ingegneristica ha condotto l’uomo ad abitare finanche nei grattacieli subacquei la
cui energia è tratta da fonti di origiìne solare, eolica e cinetica.
\ Gargano il sacro promontorio
/…/ hadriacas exit Garganus in undas /…/ “…emerge dalle onde
dell’Adriatico il Gargano…” così scrive Marco Anneo Lucano (39/65 dC).
L’embrione del Gargano, un isolotto solitario, fu concepito da madreacque nel Cretaceo, si sviluppò nell’era Cenozoica integrando altri fratelli
isolotti, subì un’intrusione vulcanica, che tra l’altro aveva favorito il
sollevamento di sedimenti carbonatici dal fondale marino, ricordato dai
toponimi Punta delle Pietre Nere e Valle Carbonara, per assumere
finalmente l’imponente maturità, grazie alle fasi climatiche quaternarie.
L’uomo vi apparve nel Paleolitico abitandovi le grotte disseminate
nell’abbondante flora arricchita di sorgenti cui i sopravvissuti Bosco Isola e
Bosco Quarto, e sovrastata da solenni foreste, copiose d’animali, quale la
superstite Foresta umbra oggi di 2000 mq. L’invadenza vulcanica è ancora
oggi comprovata dall’idronimo Caldoli, un corso d’acqua sgorgante da una
sorgente calda.
Gargano, il pietroso promontorio adriatico, figurativamente lo Sperone
d’Italia, starebbe per Macigno di Giano grazie al radicale GR sasso di tema
mediterraneo, agionimo a perenne memoria di un’antica devozione per il dio
Giano, in complanare con la tradizione dell’eponimo che lo vuole derivato
dal mitologico gigante Gargan, verosimilmente per un’attività vulcanica, da
associare idealmente a Polifemo-Etna.
Enucleato dai toponimi di genesi magnagreca quali Apenestae, Drion
(accostamento con i Dori), Matinum (oggi Mattinata), Merinum (posto in
relazione con la razza merino di pecore importate dai greci), Vestae (oggi
Vieste, verosimilmente dal gr HESTIA focolare in connessione con l’antico
radicale WES abitazione e focolare); l’agionimo di un secolare Giano
garganico riaffiora, a comprovare il profondo radicamento dell’antica
784
liturgia, dalla denominazione a Monte S. Angelo dell’erto quartiere Junno,
questo esito di un’ipocoristica corruzione volgare di Pilunno o Pilumno,
epiteto di un re-sacerdote assimilato a divinità, ossia Pilastro di Giano, il
reggente della fede. Dal lat PILA, infatti, Pìla ha assunto il significato di
“struttura portante” svoltosi in “mucchio d’oggetti in verticale” e
figurativamente relativo a un agglomerato abitativo costruito verso l’alto,
ossia lungo e sulla sommità di un rilievo. Giano Riaffiora a San Marco in
Lamis dall’idronimo Jana, l’ellittico di AQUA IANUARIA acqua
gianuaria. Riaffiora dal più esplicito Pirgiano, questo col tema greco-latino
PYR fuoco darebbe Fuoco di Giano nel senso del fuoco perenne sull’ara in
suo onore, oppure col greco PIRGOS questo nel senso di agglomerato
annesso alla dimora signorile fortificata, darebbe Castello di Giano;
Pirgiano, allora, l’antico toponimo di S. Ioannis Rotundi (1095) poi S.
Giovanni Rotondo così attestatosi dal precedente La Rotonda per la forma
circolare del tempio qui dedicato al dio, quale allegoria architettonica del
cerchio che rappresenta la pertinenza divina della visione omnidirezionale,
come ben concepibile in questo nume bifronte. Riaffiorerebbe ripetutamente
ancora a mo’ di suffisso, ma da accettare con cautela, in sovrapposizione
quindi al diffuso suffisso ANO per nomi di luogo, dal toponimo Rignano,
già segnato Locazione di Arignano nelle topografie della transumanza e che
per la sua posizione da Balcone delle Puglie, poiché guarda dall’alto il
Tavoliere, antiche attestazioni lo indicano in Castellum Riniani o Guardia
Riniani. Riaffiorerebbe da Pulsano il cui territorio pullula di romitori e da
Castel Pagano, anche qui dovizioso di romitori, questo già traducibile in
PAGUS campo dedicato a Giano prima che, in era cristiana, questo termine
si diffondesse nel significato di “idolatria” e proprio dal fatto che nelle
campagne ancora si adoravano le antiche divinità. Riaffiorerebbe da
Cagnano, dove esiste una grotta già sede di venerazione pagana e
cristianizzata da una fugace apparizione dell’Arcangelo. Riaffiorerebbe,
infine, dai toponimi Ruggiano, Stignano, dall’oronimo Monte Celano, dal
limnonimo Varano… tutti a raccordare la tradizione di questo dio dalla vista
pantotenica, protettore dei luoghi inaccessibili, dei cancelli, dei recinti, degli
accessi, delle porte, metaforicamente delle proprietà e filosoficamente la
rappresentazione dell’apertura mentale, delle conoscenze, e che vedeva
fedelissimi osservanti i pastori a tutela delle loro greggi e gli ovili, questi in
grotte, stazzi e ripari tra gli scoscesi camminamenti garganici. Sarebbero
stati, infatti, i pastori, nelle loro mene (transumanze), a importare, far
conoscere e consolidare il culto per Giano, attraverso quei tratturi, i cui
tracciati avrebbero poi facilitato la realizzazione della grandiosa rete viaria
romana. Nella non lontana Trani, lungo la costa adriatica, si conserva una
chiesa protoromanica denominata S. Maria di Giano con un’adiacente
costruzione a cupola, rivestito di cosiddette chiancarelle, detto Tempio di
Giano, in una parte di territorio dal toponimo LOCUS JANA o Casale di
Giano a ricordo di attività coloniche e pastorizie in età romana.
Il mitico gigante Gargan sarebbe stato omologato, ai primi secoli d’era
cristiana, nel ricco pastore Gargano al quale, in una grotta, sarebbe apparso,
storicamente il 490, l’Arcangelo Michele, donde la conversione di un’intera
785
regione dal paganesimo (culto gianuario) al cattolicesimo (culto micaelico).
Un’evangelizzazione al tempo dei bizantini, con Zenone I imperatore e suo
cugino (o almeno parente) Lorenzo Maiorano, futuro santo, vescovo di
Siponto, la sottostante città marinara, oggi Manfredonia, e competente
spirituale del territorio. Costantinopoli, dove è accertato sia nata la dulìa per
l’Arcangelo, avrebbe spedito a Monte S. Angelo una maestosa statua votiva,
ma la nave che la trasportava fece naufragio nel golfo di Manfredonia; le
storie raccontano che furono i pescatori di Barletta, nel 1491, a ripescarla e,
da allora, è esposta nel centro storico di questa cittadina, indicata con Il
gigante di Barletta. Da Costantinopoli giunsero, donate dal mercante
amalfitano Pantaleone, le Porte di bronzo fuse nel 1076, arricchite di
formelle che riportano scene del Vecchio e Nuovo Testamento, ognuna con
una propria didascalia, ancora oggi ben salde all’ingresso della Spelonca.
Un’evangelizzazione non certo facile da Giano a S. Michele se, a titolo di
paragone, s’immagini la resistenza del popolo partenopeo all’abolizione del
culto per S. Gennaro a favore di un altro imposto in un’ipotetica, nuova era.
In latino JANUA è appunto Porta ed è straordinario che sul portale esterno
della scalinata, che discende verso la spelonca micaelita, è riportata la
dicitura TERRIBILIS 1 EST LOCUS ISTE ET JANUA COELI Questo
luogo è terribile ed è la porta del cielo, quasi a non voler rinnegare la
primitiva competenza gianuaria. Un culto dell’antico mondo, quindi, che
vedeva Giano adorato nella spelonca garganica, dove poi sarebbe stato
sradicato a favore di S. Michele, l’Arcangelo armato, acerrimo nemico degli
idoli, difensore della nuova fede per un nuovo mondo, sorretto dagli invasori
longobardi che, facendosi strada pugnando contro i Goti, erano calati giusto
ai tempi dell’Apparizione, scacciando in mare i Bizantini, e che avevano
visto in Lui il protettore, donde la costruzione della “Via sacra
langobardorum” (dall’antico germanico LANGBARDLAND), ancora oggi
così richiamata, che si snoda lungo la dorsale garganica sino alla Grotta. Il
percorso che sarebbe divenuto una diramazione della futura transeuropea
Francigena o Francesca “Via dei Franchi” in epoca carolingia, dopo la
sconfitta dei Longobardi per opera di Carlomagno nel 774. Francigena,
altrimenti detta Romea poiché la tappa fondamentale per pellegrini e crociati
era Roma in visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo; dopo il valico
delle Alpi, dalla Francigena già si era diramato il percorso per Santiago de
Compostela, per la tomba dell’apostolo Giacomo. Proseguiva poi per Monte
S. Angelo adagiandosi sulle consolari Appia e Traiana, e infine, discendeva
per affacciarsi sull’Adriatico all’imbarcadero di Siponto; da qui il viator
navigava in rotta per la Terra Santa. Siponto subì la distruzione intorno al
1200 a seguito di un sommovimento idrogeografico, pertanto, riprendendo
l’Appia, si raggiungeva il porto di Brindisi.
Una mistica direttrice della francigena unisce Mont Saint-Michel au péril de
la mer (Normandia – datata 709) con la Spelonca di S. Michele (Gargano –
datata 409) passando dalla Sacra di S. Michele (Val di Susa - Alpi torinesi –
datata 966/1002).
Il Gargano e il sottostante Tavoliere brulicavano di greggi, l’economia
essenziale del territorio, da ciò l’importanza data dai nuovi padroni
786
aragonesi-spagnoli, succedutisi ai normanni, agli svevi, agli angioini 2, di far
ricorrere i festeggiamenti per l’Arcangelo l’8 maggio e il 29 settembre, le
rispettive date stabilite dal regio decreto per l’apertura e la chiusura delle
mene ossia le transumanze, e fatte osservare dal tribunale della cosiddetta
“Regia dogana della mena delle pecore in Puglia” istituita a Foggia il 1447;
oppure, viceversa, di far coincidere le date civili della transumanza con
quelle religiose delle tradizionali ricorrenze, poiché pare documentato che il
precettore di Carlomagno, Alcuino, avesse scritto di una turba di popolo che
il 29 settembre risaliva lo sperone richiamata dai miracoli di S. Michele.
C’è da aggiungere, infine, che la venerazione dell’Arcangelo Michele è
molto sentita nell’Islam che l’aveva ereditato dal cristianesimo, tant’è che
per lo scrittore Salam Rushdie, il quale Lo aveva offeso nei suoi “Versetti
satanici”, è stata emessa dal tribunale musulmano la sentenza di morte; una
canonica risposta “fatwa” (vincolo religioso non abrogabile dagli uomini) di
accesa fede che avrebbe ammutolito i toni dei fedeli cristiani altrettanto
offesi. Gli stessi musulmani, però, regolari o pirati saraceni che fossero stati,
durante le loro scorrerie, oltre a saccheggiare Manfredonia e Vieste ai piedi
del Gargano, a scalarlo per distruggere Pulsano e a insediarsi sul colle
ancora oggi chiamato Saraceno, osarono a più riprese profanare la Grotta
dall’869, lasciandola, come citano i documenti, deserta e ruinosa, a
testimonianza che il terrorismo arabo, ieri come oggi, non ha nulla a che
vedere con il credo religioso.
Il promontorio appare popolato fin dalla preistoria, merito fra l’altro di una
pregiata varietà di selce bionda e consistente, fondamentale per la
fabbricazione di utensili, ma l’evento misterico è che s’è evoluto come asse
di rotazione della fede, via via in espansione incontenibile, a cominciare
dalla paleolitica Grotta Paglicci, sito così importante in archeologia che non
è normalmente visitabile, scrigno di pitture equestri e impronte di mani in un
significato santuariale, per passare dalla neolitica Grotta Scaloria con lo
stillicidio di acqua piovana serbata in apposite terrecotte e lacrimatoi a
denotare la liturgia dell’acqua salvifica, ancora dalle grotte indicate dai
romani Plinio e Strabone quali eremi di sacerdoti indovini e guaritori, e poi
dalla Spelonca dell’Apparitio dell’Arcangelo, dove era stata omologata la
raccolta del gocciolamento a mo’ di rito, per finire nell’adorazione moderna
per l’umile frate Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, popolare in tutto il
mondo, recentemente santificato.
Sul promontorio era diffusa tra gli eremiti, che l’avrebbero riversata negli
abitanti, la Historiola delle Sette Sorelle, ossia la leggenda delle Sette
Madonne le quali si sarebbero spartite per competenza spirituale il territorio
e le contrade sottostanti, ancora oggi qui venerate; Madonna del Carmine ad
Accadia, di Cristo a Rignano, della Fonte a Torremaggiore, dell’Incoronata a
Foggia, della Libera a Rodi, di Loreto a Peschici e infine del Soccorso a San
Severo. La leggenda trova fondamento nell’evento del recupero delle
madonne bizantine salvate dalla distruzione iconoclastica dei sec VIII e XIX
e fatte approdare a salvamento sulla costa garganica; non entra nel computo
la Madonna di Siponto (col Bambino) dacché è un gruppo statuario ligneo.
Ci sarebbe ancora un fondamento pagano, elencando gli antichi luoghi di
787
culto, uno dedicato a Giove Dodoneo, un riporto del culto di Giove a
Dodona nell’Epiro ove era venerato quale dimorante in una quercia. Si narra
che alla fine del V secolo dC, il vescovo della vicina Siponto, oggi
Manfredonia, Lorenzo Maiorano, si sarebbe recato sul Monte Dodoneo alto
874 metri, a nord di Mattinata, per cancellare l’adorazione pagana dedicando
il preesistente tempio alla SS. Trinità. D’allora quel sito avrebbe assunto il
toponimo di Monte Sacro, e poi gli altri al veggente Calcante, al taumaturgo
Podalirio (figlio di Esculapio il dio gr della medicina), al divinizzato
Diomede (reduce della guerra di Troia che qui pose alcune prime pietre
raccolte dalle sventrate mura della città sconfitta), oltre naturalmente a
Giano e Pilunno, e altri ancora andati dispersi, che sarebbero stati tutti
omologati nelle chiese in era cristiana.
Non poteva che accadere qui il miracolo del mercenario Camillo de Lellis,
gran bevitore, come suol dirsi, sacrilego e giocatore d’azzardo, che il 2
febbraio 1575, sulla strada di ritorno per Manfredonia da una missione in S.
Giovanni Rotondo, lungo un dirupato sentiero noto come Valle dell’inferno,
ebbe l’ispirazione di fondare l’Ordine dei Camilliani a soccorso dei
sofferenti e malati, propagatosi in tutto il mondo, antesignano della Croce
Rossa.
In riepilogo, dalle peregrinazioni italiche per il dio Giano, a quelle europee
per l’Arcangelo che ha ispirato templi in suo onore quali Mont Saint-Michel
in Francia (Normandia) e Sacra di S. Michele in Val di Susa, alle fiumane
processioni per le Sette Madonne che richiamano a casa frotte di emigranti, e
poi all’attualismo dei pellegrinaggi per Padre Pio, questi in marcia da ogni
contrada dei continenti, si ripercorrono così antiche vestigia che culminano
sempre e ancora sul Gargano, Terra sacra nella semantica universale della
locuzione. Il genius loci del Gargano, poi, ha ordinato che il richiamo dei
devoti avvenisse contemporaneamente sia per l’anniversario della scomparsa
di S. Pio il 23 settembre sia per la ricorrenza di S. Michele immediatamente
il 29, ad avvalorare un Ordinamento prestabilito nei secoli.
1
Il termine latino Terribilis tradotto invariato non dovrà essere inteso nella semantica
corrente di “spaventoso”, ma affidandosi alla radice indoeuropea TER essere scosso
assume il senso di “che scuote, risveglia (la coscienza religiosa) ”.
2
Il castello di Monte S. Angelo, che aveva inglobato la cosiddetta Torre del Gigante,
che sarebbe stata voluta da Annibale a sentinella della pianura, tra acquisizioni e
rinunce territoriali da parte di dinastie straniere, è stato, per un breve tempo, feudo
dell’arricchita famiglia Grimaldi:, ai tempi delle loro ricerche per una signoria propria
fra monte e mare, ed è schietta la riflessione che sarebbe potuta diventare quel
Principato oggi di Monaco. La nascita del Principato, in odore di mitologia, sarebbe
stata dovuta a Francesco Grimaldi, il quale espugnò la rocca dell’attuale Montecarlo
travestito da monaco; da qui il toponimo del principato.
\ Radicale CR-GR-KR
Appare ammissibile che tutti i lemmi aventi rad in CR-KR GR siano
discendenti di un suono gutturale primordiale, insomma onomatopeico, col
quale i nostri progenitori, non ancora diversificati dalle lingue, indicavano
universalmente qualcosa di consistente, di più solido, di duro, anche in
senso figurato, quali, ad esempio, omologismi e non, con il gruppo GR,
Grissìno dal piemontese Grissin “filo di pane”, Grùppo con Gruppàle,
788
Gruppettàro, il dim Gruppètto, Gruppìsta, il dim Gruppùscolo attraverso il
franc GROUPUSCULE, i prefissati Raggruppàre (pref RA-D) e
Raggruppàto. Eppoi Gròppo “groviglio-nodo” attraverso il ted KROPF nodo
donde l’ital Grovìglio con Grovigliàre e i prefissati Aggrovigliàre e
Sgrovigliàre o Sgrovigliolàre; Grovièra o Gruvièra, invece, pseudoetim, è
relativo al toponimo svizzero Gruyere.
Il mistico Graal è coerente col tema CR-GR-KR, nel senso di consistenza
divina. Graal starebbe quale ipocoristico di Sangue Reale, ovvero Sangue
Divino (di Gesù) in riferimento alla discendenza dei figli di Maria
Maddalena nell’ipotesi d’esseree stata la compagna di Gesù; una
discendenza che passerebbe dai Merovingi.
Ancora Gròppa “dorso delle bestie” dal ted KRUPPA attraverso il prvz
CROPA rintracciabile nell’ingl GROUP, cui l’accr Groppòne con
Sgropponàre e Sgropponàta. Infine i prefissati Aggroppàre con
Aggroppamènto da Groppo, Aggroppàre da Groppa, Ingroppàre da Groppo e
Ingroppàre da Groppa (IN illativo), Sgroppàre o Sgruppàre (S sottrattivo) da
Gròppo “groviglio-nodo” cuui il volg veneto Sgroppin ( bevanda alcolica
digestiva “che toglie il groppo”) e Sgroppàre (S intensivo) dal fig Gròppa
“dorso delle bestie” cui Sgroppàta, ed ancora Sgroppìno”sorbetto che toglie
il groppo”.
Grùzzo e il dim Grùzzolo dal long GRUZZI mucchio di roba inutile, Grònda
dal lat GRUNDA che sta per “margine esterno del tetto”, cui Grondàia (si
pensi alle capanne che, per la raccolta delle acque piovane, avevano la
gronda più consistente rispetto alla costruzione) con Grondàre, Grondànte,
Grondatùra, Grondòne e i prefissati Aggrondàre con Aggrondàto (AD
allativo) nel senso fig di “accigliarsi”, Sgrondàre con Sgrondatòre; il glb ingl
Grog, la bevanda marinaresca a base di rum o brandy miscelati con acqua e
limone, è l’ipocoristico di GROGRAM “lana pesante”, il tessuto col quale
erano confezionati i capi d’abbigliamento dell’ammiraglio Vernon.
Eppoi, con il gruppo CR-KR, il mer Cragno “mucchi di pietre ottenuti dalla
bonifica di campi per la semina”, Cratère o Cratèra dal gr KRATER
mescolanza svoltosi nel lat CRATER, con il fig Craterèllo (sorta di fungo),
Cratèrico e Craterizzaziòne, è anche “vaso” o “coppa” per mescolarvi acqua
e vino da versare nelle tazze, Cratòne dal gr KRATOS forza, e da questo
l’onomastico Socrate da SOKRATES sano e forte (col pref SOS sano),
eppoi vrs Cràuti attraverso il ted KRAUT il quale è associato a SAUER
acido, per il loro gusto “duro”.
Il percorso continua con Cròio dal prvz CROI duro, Cròtalo dal lat
CROTALUM già gr KROTOS rumore cui Crotalària, Crotàlidi e Cròtali
snm di Nacchere; del tutto estranei a questo, Scròto e Scrotàle, dal lat
SCOTRUM sacco anatomico d’etim sconosciuta, a meno che non siano stati
prodotti in metatesi da SCORTUM pelle.
Il percorso avanza con Crànio dal gr KRANION cui Craniàle, Crànico, i
composti Craniognòmica, Craniografìa, Craniolèso,Craniologìa con
Craniològico e Craniòlogo, Craniomanzìa snm di Frenologia, Craniometrìa
con Craniomètrico e Craniòmetro, Craniòpago (col gr PAGOS ciò che è
fisso) “gemello siamese unito con ilo cranio”, Cranioreseziòne,
789
Cranioscopìa, Craniòstato, Craniostenòsi, Craniotomìa con Craniòtomo.
Cròcchia con Cròcchio e Crocchiàre (snm Crocciare) e Scròcchio con
Scròcchiàre discendono dal lat CROTLA questo devb da CORROTULARECOM ROTULUS arrotolare insieme, vrs l’origine del volg fig siciliano
Crozza “teschio”che appare in un noto canto. Scroccàre è l’omologismo dal
norreno KROKR uncino, adottato in forma fig Scroccàre con Scroccherìa e
Scroccòne “vivere a spese altrui, Cròcco e Croscè, questo imitato alla pron
franc di CHOCHET. L’omn Crocchiàre è specifico della serie onomatopeica
CR C e vale “gracchiare o crocidare – verso della chioccia – scricchiolare,
crepitare o scrocchiare ” cui Crocchètta, Croccànte e Crocchiolàre
“Chiocciare in senso durativo” dal franc CROQUETTE da CROQUER.
Cruènto dal lat CRUENTUS da CRUOR sangue da rad KREU cui Cruòre
“sangue scorrente” e Incruènto (pref IN negativo). Nel percorso del suono
primordiale KR entrerebbe il vulcano Krakatoa.
L’uomo di CRO-MAGNON, cui Cromagnonòide, prende il nome dalla
località in cui furono scoperti i resti, che sta per grande (magnon) sasso
(cro); termine, questo CRO sasso, rintracciabile in Croàzia “paese
montuoso”, cui Croatìsmo e Croàto.
Contestualmente, l’ital conta il suff CRATE e CRAZIA con CRATICO dal
gr KRATE e KRATIA (Ved Demone…) del valore di “potere-forzadominio”, insomma coerente con la traduzione data a CR-KR GR, donde i
composti Aristocrazìa con Aristocràtico 1 dal gr ARISTOS il migliore che
vale “potere dei nobili” cui l’onomastico Aristide, eppoi Autòcrate con
Autocràtico e Autocrazìa dal gr AUTOS se stesso, Buròcrate con l’ironico
Brurocratèse o Burocratichèse, Burocràtico, Burocratìsmo, Burocratizzàre,
Burocratizzaziòne e Burocrazìa col franc BUREAU ufficio pubblico,
Plutòcrate con Plutocràtico, Plutocrazìa (potere dei ricchi), Plutodemocrazìa,
un pref BURO per composizioni quali Burolìngua, il fig Burosàuro, tutti col
gr PLUTOS ricchezza. Il lat PLUTEUS vale riparo, vrs in metonimia da una
ant associazione di “riparo per le ricchezze” cui l’aggettivo architettonico
Plùteo.
1
Lo specifico russo di Aristocratico è BOJAR cui l’omologismo Boiàrdo con la
variante Boiàro attraverso il franc BOYARD.
790
\ Stesso Questo
Il termine Stèsso è l’ellittico del lat ISTUM IPSUM col valore di questo
stesso transitato da un Istèsso, in correlazione con AD IPSUM TEMPUS
sintetizzato in Adèsso.
In dimensione glb si è esteso l’ingl SELF stesso già ger SELBA cui i glb
Self-tracking “cura di se stesso” (TRACKING monitoraggio), Self-control
“controllo di se stesso (le emozioni)”, Self-service “servisi da sé”, Self-Area
“generalmente area di servizio carburanti (o altri prodotti) ad erogazione
automatica”, Self-publishing pubblicazione editoriale a proprie spese
(esempio è Personaledit di Genova gestito da Ottavio Giiorgio Ugolotti),
oggi tende ad essere in via informatica,Self-government “termine burocratico
che vale amministrarsi autonomamente”, Self-made man “uomo che si è
fatto da sé, creandosi un’ottima posizione dal niente”, Selfie “neologismo
che indica l’autoscatto fotografico, oggi con Smartphone o webcam”.
Il lat ISTUM questo in ellissi dalla locuzione ECCUM ISTUM vale ecco
questo differenziandosi da ECCE HOC che vale ciò. Dal lat sopravvive la
locuzione Ad hoc “a questo (scopo)”. Il termine ital *Ciò è invece il derivato
di un ant pref GH cui *Cioè dalla locuzione Ciò è e la congiunzione
Conciossiachè o Conciossiacosachè (corretta accentazione …ché) già in
locuzione Come ciò che si che e Come ciò sia cosa che. L’ital conta ancora
le congiunzioni Acciò dalla locuzione A ciò e Acciocchè (…ché) da Accio
che già A ciò che.
Non in percorso col pronome ed avverbio *Ci, questo ellissi dal lat HICCE
da HIC, con valore di “a noi” e “qui-in questo luogo”. Dalla composizione
PER HOC l’ital ha ottenuto *Però 1 cui Epperò dalla locuzione E però. Dalla
locuzione ECCUM SIC l’ital ha tradotto *Così cui l’avverbio affermativo
*Sì da SIC, ellittico di Così e la preposizione Cosicchè o Sicchè (corretta
accentazione cosicché e sicché) dalla locuzione Così che, l’aggettivo Sifàtto
dalla locuzione Sì fatto (Così fatto).
Il lat conta il proprio ID EST per cioè ossia ciò è adottato in ital sia inv Id est
sia con Idèst, dove logicamente ID vale ciò-questa cosa e *EST vale la terza
persona sing del presente indicativo del verbo Essere, che talvolta riemerge
in ital; in connessione il lat conta IDEM stessa cosa, utilizzato nell’ital
corrente con Idem-ìdem quale pronome, cui il percorso Identicità, Idèntico,
Identificàre, Identificazione, Identità con Identitàrio e le locuzioni Carta
d’identità e Carta d’identità elettronica, il glb Identikit dall’ingl col valore
di “congegno per l’identificazione” composto con IDENTIFICATION
identificazione e KIT attrezzatura.
Dal gr TAUTO lo stesso, l’ital conta il pref TAUTO nel significato di
“identità”, in composizioni quali Tautòcrona (col gr KHRONOS tempo),
Tautogràmma (frase le cui parole iniziano con una stessa lettera), Tautologìa
“discorso ripetitivo”, Tautològico e Tautologizzàre, Tautomerìa e Tautòmero
(col gr MEROS parte), Tautosillàbico.
1
L’uso correlativo di Ma e Però in una frase rende l’espressione a ogni modo
pleonastica, da considerare un errore; l’Accademia della Crusca, tuttavia, con un
recente pronunciamento, ritiene che può essere accreditata quale figura intensiva, così
come la locuzione A me mi… Questo non toglie l’errore poiché tali modelli
791
rafforzativi, specialmente nella scrittura, sono da utilizzare con intelligenza e facendo
comprendere al lettore o all’interlocutore di ben conoscere la forma corretta.
VECCHIO
Esiste un’inclinazione ad emulare il dialetto veneto, convertendo
grande in vecchio (vecio) per il confronto d’età. Vècchio è in
connessione con il lat VETUS, cui una forma in Vièto e in Vìzzio
con valore di “appassito” da VIETIUS di VIETUS. Nella forma
primitiva e gr WETOS, racchiude il valore di un anno e si applica in
ambiente d’allevamenti bovini in aree ind, ger, italica; infatti, il
termine VITELLUS dim di VITULUS vitello vale “meno di un
anno”. Nelle aree lat, bal, slava, assume un valore peggiorativo in
opposto a Nuovo e s’applica in un quadro d’allevamenti ovini e di
produzione vinicola: il nuovo ed il vecchio (già di un anno). Semant,
comparando i percorsi iperbolici d’altri termini, non sembra per
niente scorretto adeguarsi alla versione veneta. Si evincerebbe,
viepiù, un’associazione o una connessione tra i termini Vacca e
Vecchio. Azzardato, invece, connettere con VETUS e con la forma
Vieto “vecchio” il verbo VETARE, cui Vietàre (dal XIII sec) questo
col snm di Proibire (dal XIV sec), con Vietàbile, Vietatìvo, Vietàto,
Vèto e, col pref intensivo DE, Divietàre con Divièto; a meno che non
si sia partiti dalla pratica di “inibire chi ormai è vieto ovvero
vecchio”.
DASPO è l’acronimo di Divieto (di) Accesso (nelle manifestazioni)
Sportive.
WETOS avrebbe condotto al lat VETUS svoltosi in bestia di un
anno, cui, come gà visto sopra, il dim VITELLUS bestia meno di un
anno da VITULUS e l’ital Vitèllo con il fem Vitèlla, Vitellàio, il
sostantivo e aggettivo Vitellìno, Vitellòne questo anche fig (film di
Fellini per “mediocri giovani di provincia”) con Vitellonèsco e
Vitellonìsmo; l’omn Vitèllo vale in biologia snm di Tuorlo o
Deutoplasma.
Un fettina di vitello cotta a fuoco vivace, e condita con vino o simile,
è detta Scalòppa o Scaloppìna, un omologismo attraverso il franc
ESCALOPE, già ingl SCALLOP, tuttavia modellati dal franc antico
ESCALOPE guscio già ol SCHOLPE.
Da VETUS, insomma, è nato il dim class VETULUS contrattosi in
VECLUS nella lingua tarda, cui Vecchio con i prefissati Devecchiàre
o Divecchiàre, Invecchiàre (non coniugabile al riflessivo, IN illativo,
snm di Inveterare) con un aferetico Vecchiàre, Invecchiamènto e
Invecchiàto, eppoi Vèglio questo passando dal prvz VIELH.
Derivati, quindi, dal termine tardivo, Vècchia, Vecchiàia,
Vecchiàrdo, Vecchiarèllo o Vecchierèllo, Vecchiàta “marachella
fatta da un vecchio”, Vecchìccio, Vecchierèccio o Vecchierìccio,
792
Vecchiarèllo o Vecchierèllo, Vecchiètto, il raro aggettivo Vecchìle,
Vecchièzza, Vecchiòne, Vecchiòtto, Vecchitùdine, Vecchiùme,
Vegliàrdo, la locuzione Vecchio (a)bacucco sorta in riferimento al
profeta Abacucco vissuto in tarda età; e dall’originale VETUS si
contano Vetùsto, Veteràno col prefissato Inveteràre (IN illativo snm
di Invecchiare) cui Inveteràto, eppoi Vètero quest’ultimo usato come
primo membro in composizione, quale Veterotestamentàrio, riferito
al Vecchio Testamento. I Veterorepubblicàni potrebbero essere oggi
quei politici ed elettori nostalgici della Prima Repubblica, in
percorso con Veterofascisti e Veterocomunisti. I termini Veterinàrio
e Veterinària, cui Arte veterinaria anche indicata con il composto
Mulomedicìna (con Mulo e Medicina) dal tardo lat
MULOMEDICINAM, sono i derivati dal lat tardo VETERINARIUS
e (ARS) VETERINARIA connessi a VETERINAE cavalli non più
da corsa, da VETUS termine svoltosi in bestia non più giovane,
acciaccata.
La locuzione lat VETULA VIRGO valeva vergine anziana una sorta
di odierna Zitella.
L’ital conta, infine, il termine geologico Vedrètta relativo ai
ghiacciai, una sovrapposizione volg lombarda-alpina da Vedar vetro
e Veteretta campi vecchi (non coltivati o coltivabili), pertanto
“vecchi campi resi vetrificati (dal ghiaccio)”;Veteretta corrisponde
alla variante del plur VETERCTA del lat VETERECTUM, poi
VETERETUM, vecchio campo (incolto).
Dal long ALD vecchio, rintracciabile in ambito comune indoeur
nell’ingl OLD, l’onomastica conta Aldo col ricorrente dim Duccio,
eppoi, con presunta attestazione fig nel ger HLOD gloria connesso
con HROTH e HROD quali snm, aggettivatosi nelle composizioni
celebre-animoso-glorioso, con protesi della lettera H in OLD e
metatesi del gruppo ol in lo, deriverebbe l’onomastico italianizzato
Clotilde con sonorizzazione della H in C, composto con HILD
battaglia, e pertanto dal significato di “celebre in battaglia” e in
Clodoveo, ted Ludwig da HLODWIG dove a HLOD gloria è
accoppiato WIG battaglia snm di HILD, lat Ludovicus, ital
Ludovico o Lodovico e Luigi con Luisa; il termine HILD riappare
nel ted Ildebrando “ardimentoso in battaglia (eroe)” composto con
BRAND arma scintillante (roteante).
In veneto Vecio vale “vecchio” con valore anche di “più grande
d’età” in qualsiasi età, da non equivocare con Veccia “pianta erbacea
delle Leguminose”.
Il contrario di Veccchio è comunemente Giòvane o Giòvine, dal lat
IUVENIS, da tema rad YUWEN, cui Giovanètto o Giovinètto,
793
Giovinàstro (suff ASTRO), Giovincèllo dal dim volg
IUVENCELLUS, Gioventù da JUVENTUS cui il nome alla squadra
torinese Iuvèntus con Iuventìno, Giovinèzza o Giovanèzza,
Giovanòtto con Giovanottàta , Giovanìle o Giovenìle da JUVENILIS
con i neologismi Giovanilèse, Giovanilìsmo, Giovanilìsta e
Giovanilìstico, l’inv dal lat Jùnior o Iùnior “il più giovane” con il
plur Juniòres o Iuniòres; talvolta appare un italianazzato Iuniòre o
Giuniòre da evitare, eppoi Giovènca “mucca giovane” e Giovènco
“bue giovane” da JUVENCA e JUVENCUS da IUVENIS giovane.
Un bel giovane, valendosi dei personaggi mitologici, è indicato con
Adòne cui Complesso di Adone che coglie l’uomo ossessionato dalla
scultura del proprio corpo ricorrendo al culturismo.
In ambito indoeur, il ted conta JUGEND gioventù cui il glb
Jugendstill “stile della gioventù” omologo dell’ital Stile liberty, dei
glb il franc Art nouveau, l’ingl Modern style e l’austriaco
Sezessionstill (stile di) Secessione artistica.
Giovàre è dal verbo IUVARE piacere con Giovamènto dal lat tardo
IUVAMENTUM, Giovèvole con un pref superlativo Tragiovànte,
eppoi Giocòndo da IUCUNDUS di costruzione col Pf passivo come
Facondo (quindi da non equivocare con il tema di IOCUS gioco); dal
prefissato ADIUVARE si ha Adiuvàre e dal derivato nome d’agente
ADIUTOR si ha Adiutòre e Adiutòrio; poi, dall’intensivo
ADIUTARE, si ha Aiutàre, Aiùto e, col doppio pref associativo
COM, Coadiutàre con Coadiutòre cui Coadiutoràto e Coadiutorìa,
eppoi Coadiuvàre con Coadiuvànte, col doppio pref DIS sottrattivo
un Disaiutàre con Disaiùto. Il termine Aìta è il devb da AITARE, cui
Aitàre dal prvz AIDAR, comunque dal lat ADIUTARE, e Aitànte o
Atànte “che soccorre”. L’ingl conta in connessione ondoeur AID
aiuto.
Giovare deriva altresì dal rad YEU strettamente imparentata con
YEUW vivere, e ciò andrebbe a rafforzare l’antica idea latina che
vivere i piaceri della vita è senza dubbi un beneficio; infatti, non
esistono testimonianze di questa rad fuori dell’ambito lat.
Il gr conta lo specifico HEBE adolescenza cui i termini scientifici
Ebefrenìa con Ebefrènico “demenza giovanile”, il sostantivo Efeboèfebo o Efèbo dal gr EPHEBOS prefissato EPI che sta per “inizio
della giovinezza”, con Efebèo, Efebìa e Efèbico, eppoi l’onomastico
Ebe a ricordo della giovane dea dell’Olimpo. Ephebifobìa è
l’avversione per gli adolescenti. Fuori percorso Ebère o Ebere-èbere
da HEBERE essere smussato, fig ottuso, cui Ebete-èbete con
Ebetàggine, Eberàre, Ebetìsmo, Ebetùdine.
\ Nuovo Nove Triskaidekafobia
794
Nuòvo è dal lat NOVUS cui Novàle (termine agricolo snm di Maggese),
Novaziòne, Novità, Novìzio. Novèlla con Novellàre, Novellànte, Novellàta,
Novellatòre, Novelleggiàre, Novellètta, Novellière, Novellìstica, Novellìsta,
Novellizzaziòne attraverso l’ingl NOVELIZATION. Nòva (termine
astronomino) e Novèllo nel senso di “giovane” con Novellìno e Novellàme
(suff AME per collettivi, per accezione riferito ai pesci) e Novellìzia. Con i
prefissati Innovàre, Innovatòre e Innovaziòne, Innovellàre, Rinnovamènto e
Rinnovàre. Il prefossato Supernòva è col termine astromomico Nòva il cui
plur e Novae, quindi Supernovae.
NOVUS è di rad NEWO cui il pref NEO dal gr NEOS nuovo cui per una
lunga teoria di termini da Neoaccadèmico a Neozòico questo con la
locuzione Era neozoica, passando da Neoàntropo “uomo fossile”, il termine
zoogeografico Neoàrtico, Neòfia o Neòfito (col gr PHYO genero-cresco),
Neofobìa
“avversione
per
tutto
ciò
che
è
nuovo”,
Neologìsmo (lemma di nuova coniatura) questo col suff ISMO nella
versione retorico-filosofica di LOGIA con Neologìsta e Neologìstico; da
includere il toponimo Napoli dal gr NEAPOLIS città nuova (con POLIS
città). Nèon o Nèo è il gas (simbolo Ne) dal gr NEON questo il neutro di
NEOS nuovo.
L’omn Nèo, vezzo o naturale, è dal lat NAEVUS poi italianizzato Nèvo,
questo attestatosi come malformazione cutanea, in vrs connessione con
NOVUS per la sua novità sulla pelle. Da NOVUS deriva ancora la
mutazione nel lat NOVI inv in ital, utilizzato in composizione, cui Novilùnio
luna nuova (un snm di Interlunio) o in termini particolari cui Novìsmo da
Nuovìsmo e il toponimo Novi Ligure; un ulteriore pref NOVO lo
rintracciamo nel termine Novotestamentàrio. Il lat aveva inoltre il termine
MUSTUS per Novello, in riferimento anche agli animali, privo di
connessioni, eccetto con il percorso di Mosto vino novello. Novèrca
(matrigna) è sicuramente nel percorso di NOVUS, ma con un suff non
chiarito, forse connesso al gr ARKO comando, cui Patriarca. Quindi
Noverca non è la madre, ma colei (la nuova) che comanda come una madre
cui la patologica Novercafobìa. Fuori percorso il lemma Novacolìte “roccia
sedimentaria”, silicea, utilizzata per affilare, è dal lat NOVACULA rasoio
con suff ITE di terminologia scientifica.
Ancora alieni, almeno così sembrerebbe in moderna semantica, i termini
Novèna, Novenàrio, Novendiàle, Novènne, Novènnio, Ennèade
“raggruppamento di nove elementi” dal gr-lat ENNEAS cui Enneasìllabo
“nove sillabe”, tutti in percorso col numero cardinale Nòve (9) dal lat
NOVEM da rad NEWN, cui l’ordinale Nòno da NONUS, la quale, però,
appare in connessione con NEWO di NOVUS, nella sua forma base NEW e
- guarda caso? - in ingl NEW è Nuovo. Di tale connessione, si potrebbe
tentare la tesi del nono elemento, il quale, dopo un conteggio pari di otto (8),
il nono è un nuovo elemento; da mettere in ant correlazione con
Triskaidekafobìa (calco dal gr) cui Triskaidekàfobo, ovvero la fobia del
numero 13 (TRISKAIDEKA), nata dalla disgraziata impossibilità di spartire
con equità le parti, diversamente da un conteggio pari di dodici (12) definito
Dozzina, la quale era valore base di riferimento. Dozzìna è l’esot dal franc
795
DOUZAINE da DOUZE, attinto al lat DUODECIM, cui Dozzinàle,
Dozzinalità, Dozzinante.
Pare che il valore Dozzina sia di origine babilonese ispirato al numero delle
falange di una mano (tre per quattro dita) contate toccandole con il quinto
dito, il pollice
Oltre alla fobia per il numero 13, esiste quella per il 17, di mera tradizione
lat, dal che in numero romano corrisponde a XVII questo anagramma del
verbo VIXI io vissi.
GRANDINE
Gràndine dal lat GRANDO GRANDINIS dovrebbe vantare
l’identico progenitore tematico GA GRA di grande, dal fatto che la
grandine è sasso dal cielo ben più consistente della pioggia e della
neve; meglio, la pioggia dura è (gran)dine, come il sasso. In
percorso, Grandinàre, Grandinàta, Grandinìfugo, Grandinìgeno, il fig
Grandinìna “sorta di pasta”, Grandinìo, Grandiniòso e le variazioni
Gragnòla o Gragnuòla dal lat volg GRANDJOLA cui Gragnolàre. Il
lemma Gràndula o Gràndule “sorta di uccello”, omologismo dal
franc GRANDOUL dovrebbe essere fig connesso in questo percorso
per quelle macchioline che contiene il suo piumaggio.
In certa connessione, il lat conta ancora GRANJOLA granello,
donde Grignòla semantizzatosi in “vitigno”, cui Grignolìno.
Il gr conta KHALAZA grandine cui i fig Calàza “termine
scientifico” e Calàzio “patologia delle palpebre”.
\ La grandinata del 1987 in Città del Messico provocò oltre 50 morti; consistette in
una caduta di ghiaccio di enormi proporzioni.\
\ Grafologia Calligrafia Scrittura
Prefisso CALLI
La grafìa di un individuo è esaminata dalla Grafologia, dal Grafologo, per
scoprirne determinate caratteristiche psicologiche e morali. Per farne un
esempio, s’è stabilito che se la scrittura tende a destra, l’autore corre verso
l’ottimismo; ove ami tracciare le occhiellature delle vocali non del tutto
chiuse, mostra estroversione; nel pendere dall’ideale rigo orizzontale,
indicherebbe stia vivendo momenti di tensione. L’occhiello inferiore della
consonante g più è lasciato aperto, più palesa una buona sessualità.
Calligrafìa, con Calligràfico, Calligrafìsmo e Callìgrafo è il termine
composto col pref CALLI, da gr KALLI da KALLOS bellezza. Sarebbe
quindi pleonastico, se non un errore, dire o scrivere Bella calligrafia,
piuttosto che “una bella scrittura o bella grafìa”; come potrebbe esserci,
l’errore, in Corretta ortografìa, poiché il termine Ortografìa è col pref
ORTO, dal gr ORTHOS corretto e vale scrittura corretta (ma che può anche
essere brutta). Il termine Callifòridi “Famigliad’insetti” è col gr PHERO io
porto per la bellezza colorata (azzurro) dell’addome, altrimenti detti
Mosconi. Caloptèrige o Calottèrige (col suff dal gr PTERYKS ala) è una
sorta d’insetto dalle “belle ali”. In Puglia, nell’area ellenofona, si conta la
cittadina di Calimera che sta per “Buon (bel) giorno” composto con
796
HEMERA giorno, in eteronimia con Calispera “Buona (bella) sera” questo
composto con HESPERA sera. Il termine desueto Calotipìa cui Calòtipo
vale “stampa fotografica” inventata nel XIX sec e che si traduce
letteralmente “bella immagine”
La mitologia greca, oltre a Calliope, è ricca di onomastica fem che si
richiama alla bellezza KALLOS, quali Callidice, Calliroe, Callisto;
Callipoli, invece, pare sia l’unico maschio mitologico che meriti il pref di
bellezza in onomastica, mentre Achille era indicato con l’epiteto
KALOKAGATHIA ovvero “bello e valoroso”. Callipigìa, epiteto di Venere,
con PYGE natiche vale dalle belle natiche; Callìdrome “bello incedere”, più
che un nome pare sia una qualità assegnata alle antiche prostitute romane, le
quali camminavano ancheggiando. Calligynefobìa (col gr GYNE donna) è la
fobia per le belle donne, snm di Venustrafobìa composto con VENUS “dea
della bellezza Venere”.
I tre toponimi Gallipoli valgono quindi “città bella” dal gr Kallipolis, oggi,
l’unico è in provincia di Lecce; era anche toponimo dell’ant Giarre nel
catanese e, in Turchia, infine, il toponimo Gelibolu era italianizzato in
Gallipoli al tempo dei crociati.
Il termine PYGE si ritrova nello zoologico Pigostìlo (col gr STYLOS
colonna in riferimento alla vertebrale), in Steatopigìa composto col gr
STEAR STEATOS grasso e vale “cosce e glutei con sviluppo adiposo”
caratteristica di alcune antiche statuette, cui il pref STEATO tratto dal
genitivo STEATOS per l’antropologico Steatopigìa (col gr PIGE natica) cui
Steatopìgico e Steatòpigo o Steatopìgo. Derivati dal nominativo STEAR,
l’ital conta termini quali Stearàto, Steàrico, Stearìna, Stearìte, Steatòsi in
complanare con i derivati dal lat ADEPS grasso cui Adipe-àdipe Adìpico,
Adipòsi (suff medico OSI), l’aggettivo Adipòso con Adiposità, la locuzione
Acido adipico cui Adipàto, i composti Adipectomìa (col suff dal gr TEMNO
taglio).
Snm di Grafia è Scrittùra, dal lat SCRIPTURA astratto del verbo
SCRIBERE Scrìvere cui Scrìba, Scribacchiàre e Scribacchiatòre o
Scrivacchiàre e Scrivacchiatòre (influenzati da Scrivere),Scribacchìno,
Scrìtto, Scrittòio, Scrittòre, Scritturàle, Scrivacchiàre, Scrivanìa, Scrivàno,
Scrivicchiàre o Scrivucchiàre, la locuzione Macchina per scrivere, questa
introdotta storicamente sul mercato tra il 1874 e il ’78 da E. Remington in
Usa.
con i pref, Ascrìvere con Ascrìtto e Ascrivìbile, Circonscrìvere o
Circoscrìvere o ancora Circunscrìvere con Circoscrivìbile, Circonscrìtto o
Circoscrìtto o ancora Circunscrìtto e Circoscrittìbile, Circonscriziòne o
Circoscriziòne con Circoscrizionàle, Coscrìvere con Conscrivìbile, Coscrìtto
e Coscriziòne, Descrìvere o Discrìvere con Descrittìbile, Descrittivìsmo,
Descrivìbile, Descrittìvo o Discrittìvo, Descrìtto o Discrìtto, Descrittòre o
Discrittòre, Descrivìbile, Descrivimènto, e Descriziòne o Discriziòne,
Inscrìvere o Iscrìvere con Inscrittìbile, Inscrìtto con Iscrìtto, Inscrivìbile e
Inscriziòne o Iscriziòne, Prescrìvere con Prescrittìbile, Prescrittibilità,
Prescrittìvo, Perscrivìbile, Prescrizionàle e Prescriziòne, Proscrìvere con
Proscrìtto e Proscriziòne, Soscrìvere con Soscrìtto, Soscrittòre e Soscriziòne,
797
Trascrìvere o Transcrìvere con Transcriptàsi o Transcrittàsi o ancora
Trascrittàsi attraverso il franc TRANSCRIPTASE (termine biologico),
Trascrìtto, Trascrittòre e
Trascriziòne, tutti da rad KER tagliare, poi
ampliata in SKER, cui Scorticàre, in SKEBH grattare ed infine in SKERIBH scrivere.
Direttamente dal lat SCRIPTA scritta plur di SCRIPTUM, l’ital conta il
lemma adottato in paleografia Scripta, il medv Scriptorium ambito per
trascrizioni e il glb Script copione da film attraverso l’ingl SCRIPT con
valore di scrittura.
Da non equivocare con i termini da collezionista Scripofilìa e Scripòfilo,
questi omologismi dall’ingl SCRIP “certificato di titoli azionionari e
obbligazionari fuiori commerciali”; indiscutibile l’identica rad.
Dalla rad SKER scorticare, disseccare è nato il termine gr SKELETOS vrs
connesso con il rad di SKELOS gamba, cui Schèletro, in legame etim e
metatetico con il gr SKLEROSIS indurimento denm di SKLEROS duro con
SKLEROTES durezza cui Sclèra o Scleròtica, Scleràle, il fig Scleràre
“sragionare”, Sclerèide il fem Sclerìte (suff medico ITE per infiammazioni)
e il mas Sclerìte (stesso suff) snm di Spicola, Scleròma (suff medico OMA),
Sclerosàre con Sclerosànte, Scleròsi (suff medico OSI) o Sclèrosi
(accentazione gr) con Scleròtico, Sclerotizzàre con Sclerotizzaziòne, il
botanico Scleròzio dal lat SCLEROTIUM; il pref SCLERO adattato per
composizioni quali Sclerenchìma (con Parenchìma) con Sclerenchimàtico,
Scleroattìnie (Sottordine di Celenterati, composto con Attinia), Sclerodermìa
(dal gr DERMA pelle), Sclerometrìa con Scleròmetro, Scleroproteìna,
Sclerotomìa con Scleròtomo (col gr TEMNO taglio), la locuzione Sclerosi
multopla. Una sorta di slitta, per la sua struttura essenziale, è indicata fig in
area glb con Skeleton questo dall’ingl SKELETON scheletro. L’acronimo
SLA indica la Sclerosi Laterale Amiotrofica (l’ultimo lemma è prefissato A
privativo con MIO muscolo)
\ Nel corpo umano si contano duecentosei ossa, la cui metà è distribuita tra mani e
piedi; il gatto ne conta duecentocinquanta e il cane ben trecentodiciannove.
Il termine composto Sclerodermia vale letteralmente “pelle dura” e dona un aspetto
giovanile (epidermico) a chi ne soffre \
Strumenti per scrivere, la Penna e la Matita.
Pènna è dal lat PINNA penna d’ala d’uccello, già gr PTERON (che sta per
ala), cui Pennàcchio con Pennacchièra, il dim Pennaccìno (da un virtuale
Pennaccio), la variante Spennàcchio (S intensivo) e il prefissato
Impennacchiàre (IN illativo), Pennàio, Pennaiuòlo “mestierante scrittore o
vasetto per penne”, Pennarèllo, Pennàta, Pennàto sia fig sostantivo
“attrezzo” sia aggettivo, il fig Pènne con Pennètte “sorta di pasta
alimentare”, il dim fig Pennèllo “piccola bandiera” (omn di Pennello da
PENIS coda) affine a Pennòne entrambi attraverso il franc PENEL e
PENON con Pennoncèllo e Pennonière, Pennìno, il fig Pennòla “antennaasta”, l’aggettivo Pennùto, Pignòne dal lat volg PINNIO, Pìnna, Pinnàcolo.
Da includere fig l’oronimo Alpi Pennine cui Pennìna “sorta di
minerale”delle cloriti.
La storia della Penna parte dall’ant Egitto quando cominciarono ad
798
utilizzarla su carta; nel Medioevo erano ricercate la Penna di pellicano e la
Penna di cigno, nel XVI sec giunse la moda della Penna d’oca e solo nel
XIX sec si ebbero la prima Penna stilografica che L. Waterman perfezionò.
Con i pref, si contano Depennàre “cancellare-radiare” (DE d’esclusione)
con Depennamènto e Depennaziòne, eppoi Impennàre (IN illativo) “fornire
di penne” cui Impennàto e Impennatùra (omn di Impennare da Pino),
Impènni (IN negativo, Sottoclasse d’uccelli), Spennàre (S sottrattivo) con
Spennàta e Spennatùra eppoi l’iterativo Spennacchiàre con Spennacchiàto,
infine Spennellàre (S intensivo, da Pennello) con Spennellàta e
Spennellatùra.
Il percorso conta ancora i composti il botanico Pennatìfido o Pennatòfido
(foglia pennata divisa a metà, con FIDUS da FINDERE fendere),
Pennatopartìto (con Partito nel senso di “spartito”), Pennatosètto (con il lat
SECTUM tagliato) “foglia pennata divisa”, Pennatùlidi dal lat
PENNATULIDAE (Famiglia di Celenterati), il botanico Penninèrvio (di
foglia con buona nervatura), Pennivèndolo (col suff VENDOLO ma,
diversamente dalla logica linguistica, non è “chi vende le penne” ma ciò che
scrive, per accezione ciò che vuole il committente, l’editore…) eppoi
Pinnìpede “arti-piedi a pinne” (Sottordine di Mammiferi come la Foca, col
gr PES PEDIS piede). Bipènne vale fig per accezione “scure a due penne”
(ali). Il termine generico Penna, per ogni strumento di scrittura da
amanuense, resta ognora valido anche se la semantica ne ha da tempo
cancellato l’origine animale; l’ingl conta PEN cui i glb Light pen “monitor
dove è possibile interagire col computer ad esso collegato” dove LIGHT
vale luce, snm di Penna ottica da preferire, e Pen computer una sorta di
computer sul cui monitor è possibile interagire con un dispositivo a penna.
Termine alieno sembrerebbe Pennèse (dal XIV sec) che indica un marinaio
con mansioni di custodia, d’etim non ritrovato, vrs da considerare connesso
fig con i termini nautici, Pennello, Pènna “estremità della vela triangolare” e
Pennone attraverso il franc, cui la locuzione figt Occhio alla penna che vale
semanticamente rivolta al timoniere “attento a non far perdere il vento alla
vela”.
Il lemma Penna avrebbe la sua rad in PETE dirigersi verso una meta,
ampliata con NA e successivamente ridotta a nome di strumento, pertanto
s’ottiene PE(TE)NNA del valore dirigersi velocemente.
Dal percorso gr PTERON l’ital conta Pteridàli o Ptèride “sorta di felce” e
Pteridòfite (col gr PHYTON pianta, tassonomia vegetale) dal gr PTERIS
felce (in senso fig poiché ricordano le ali), Pterìgio questo sia termine fig
medico “malattia degli occhi” sia “ciascuna delle pinne pari dei pesci”,
Pterigòide con Pterigoidèo (col gr OEIDES vale simile all’ala), Pterigòti
(Sottoclasse d’insetti), Pterilòsi (col gr HYLE qui con valore di selva, vale
“distribuzione di piume e penne sul corpo degli uccelli), Ptèrocle (col gr
KLEIS chiavistello) “sorta di uccello”, Pterodàttilo (fauna preistorica),
Pteròfora (col gr PHOROS foro, sorta di farfalla), Pteroglòsso (col gr
GLOSSA lingua, sorta di uccello), Pteròide, Pteròmalo (col gtr MALOS
tenero, sorta di insetto), Pteròmide (col gr MYS topo, Genere di roditori),
Ptèpropo (col gr POUS PODOS piede, Genere di Pipistrello) con Pteròpodi
799
“Ordine di molluschi”, Pterotrachèa.
Ancora, in connessione gr si conta PTILON piuma cui Ptilonorìnco (col gr
ONOS asino, sorta di uccello), Ptilòsi (suff medico patologico OSI, caduta
delle ciglia), Ptìno “alato”.
Il termine Pticozòon “sorta di sauro” è’ col gr PTYX PTICHOS piega vrs
connesso con PTERON ala e PTILON piuma.
Tra le Pteridofite si conta la Fèlce dal lat FILIX FILICIS, cui Felcèta,
Felcèto, Filicàli (tassonomia vegetale), Filicìne. Il lemma Zoràtteri (Ordine
d’insetti) è la composizione gr di ZOROS puro e PTERON ala. Tra le felci
acquatiche si conta la Famiglia delle Marsileàcee da Marsìlea, questo sorta
di pianta erbacea, paludosa, così indicata a ricordo di L. F. Marsigli
(1658/1730).
Tra le penne degi volatili, ci sono le piume, più morbide e non resistenti,
prive di rachide (la linea assile); il termine Piùma è dal lat PLUMA da un
arcaico PLUKSMA, cui Piumàccio dal tardo PLUMACIUM, Piumàggio,
Piumàio, Piùmàto da PLUMATUS, i dim Piumètta e Piumìno, gli
accrescitivi Piumòne e Piumòtto, Piumòso da PLUMOSUS con Piumosità,
la locuzione pugilistica Peso piuma, i termini Implume “privo di piumepenne” col pref IN di negazione adattato foneticamente e Spiumàre col pref
S sottrattivo cui Spiumacciàre e la sua corruzione Sprimacciàre. Piùma sta
anche fig per “nube eruttiva” di un vulcano.
Attraverso lo scandinavo si conta il glb Duvet “piuma” svoltosi nel
significato di “imbottitura” o “difetto di sbavatura” cui l’omologismo
Duvetìna “tessuto leggermente peloso”.
Matìta è invece dal lat LAPIS HAEMATITOS pietra d’ematite, cui Ematìte
“pietra sanguigna” o Amatìte dal gr HAIMA HAIMATOS sangue; caso più
unico che raro, può essere usato sia l’uno sia l’altro termine per indicare la
stessa cosa, Lapis o Matita. Pare che risalga al 1564 l’uso di bastoncini
naturali di carbone per scrivere; il brevetto è invece del 1795 presentato da
N. J. Conté. In ambito artistico, disegni a matita sono indicati con
“Sanguìgna”o “Sanguìna” su modello franc SANGUINE ocra rossa.
Quando l’ungherese Laszlo Biró (1899-1985) inventò la Bìro, questa era
considerata matita e, almeno nel nostro paese, se ne vietava pertanto
l’utilizzo sui documenti e a scuola per i compiti in classe; si doveva invece
usare la cosiddetta Penna stilografica, primo membro dal gr STYLO a
forma di colonna. Oggi, è dignitosamente chiamata Penna biro. Questa
penna ha il snm in Penna a sfera e pare che un precedente inventore la
utilizzasse per scrivere su pelle di cuoio.
\ Pernacchia Perla Prosciutto Polo
Termine volg napoletano Pernàcchia o Pernàcchio, nato fig dall’inc del
termine Vernacolo con il lat PERNIX svelto, questo da PERNA gamba;
quindi lo svelto di PERNIX vale in gamba. Perniòne “gelone”, snm di
Pedignone, è in connessione fig con PERNA. Pernacchia, tuttavia, pare
abbia subito l’influenza dell’onomatopeico P R suono sgradevole
rintracciabile in Papera.
Il termine PERNA, da rad PYERSN che vale gamba, si è svolto nel dim
volg PERNULA che sta per prosciutto quale parte migliore della gamba
800
dell’animale macellato, cui, sorprendentemente, il lemma Pèrla, per la forma
a prosciutto dell’ostrica, dopo che aveva smarrito il gruppo letterale nu
(PERnuLA) donde il fig Pèrla (genere d’insetti), Perlàceo, il glb franc
Perlage (bollicine dello spumante), Perlagiòne, Perànte, Perlàto o il glb franc
Perlè, il dim Perlìna con Perlinàto e Perlinatùra, Perlìte (suff ITE per
minerali), il composto Perlìfero (con il lat FER che porta, produce); una
perla imperfetta è indicata con Scaramàzza d’etimo considerato disperso, ma
è vrs, a titolo dell’autore di queste pagine, una connessione fig con CARA
volto nel senso di aspetto (prefissato S intensivo) e con AZZA quale
variante al fem del suff ACCIO per peggiorativi, legati con la lettera m di
valore eufonico. Fuori percorso il termine Sperlàno o Eperlàno “sorta di
pesce” omologismo dall’ol SPIERLINC attraverso il franc EPERLAN.
Prosciùtto o i rari Persùtto e Presciùtto, cui Prosciuttàto e i prefissati
Improsciuttìre con Sprosciuttàrsi - questo nel gergo giovanile adottato
nelnuovo millennio - è dallo specifico lat PEREXSUCTUS del tutto
disidratato, composto dal Pp SUCTUM di SUGERE succhiare e coi pref
PER superlativo e EX fuori col valore di Prosciugato, cui il volg sett
Prosiutto; Asciùtto, con Asciùtta e Asciuttèzza, è dal Pp prefissato
EXSUCTUM di SUGERE sovrapposto ad Asciugare.
Dal termine lat PERNA gamba, infine, l’ital ha coniato fig Pèrnio cui il
prefissato Imperniàre con Imperniatùra o il più usato Pèrno “asse-fulcro” col
snm Impernatùra, questo in gr POLOS dal verbo PELOMAI giro, cui il lat
POLUS e l’ital Pòlo (la linea che congiunge i poli, infatti, è l’asse del mondo
che gira) cui, nel senso semant, fig o relativo ai poli terrestri, Polàre,
Polarità, Polarizzàre attraverso il franc POLARISER con Polarizzatòre e
Polarizzaziòne col valore di “orientamento verso una direzione determinata”,
eppoi Polàre quale termine matematico e chimico, i composti Polarìmetro
con Polarimetrìa e Polarimètrico (termine fisico), Polarografìa e Polarògrafo
(termine chimico), il glb ingl Polaroid “polarizzatore artificiale” e
l’omologismo Polaròide col suff OIDE dal gr OEIDES simile, i neologismi
politici Polìsta, Pololiberìsta con valore di raggruppamento di partiti e
movimenti con unità d’intenti, cui un successivo Duopòlo, infine il
prefissato Dipòlo con Dipolàre (pref DI “due”).
Termini alieni, l’omn Pòlo (gioco) con Polìsta, omologismo dal tibetano
PULU palla, transitato dall’ingl POLO, Polàbico relativo ai Polabi,
popolaione slava insediatasi nell’isola d’Elba questa già indicata con La
fuligginosa dai naviganti greci.
NUBE NUVOLA NUBILE
NUBE
Nùbe (adottato dal XIV sec), dal lat class NUBES, volg NUBA, con
rad SNEUDH coprire attestata nelle aree iran e celt. Da Nube, gli
aggettivi Nùbilo, Nubilòso i composti Nubìfero, Nubifràgio dalla
composizione di NUBE - FRAGIUM (rottura di nube), questo da
FRANGERE rompere, sul ricalco di NAVIS-FRAGIUM cui
Naufràgio con Nàufrago.
801
\ La meteorologia definisce, per convenzione, Nubifragio la caduta di 45 millimetri di
pioggia per metro quadrato.\
Dalla variazione lat NEBULA nebbia, dal gr NEPHELE, rad NEBH,
attestatasi in area ind, ittica e slava, derivano i complanari Nèbbia
(già dal XII sec) con Nebbiàio o Nebbiòne questo anche fig
“fannullone” attraverso il lat NEBULO, il composto Nebbiògeno, il
fig Nebbiòlo o Nebiòlo “sorta di vitigno” snm di Spanna, Nebbiòso
con Nebbiosità, eppoi il fedele al lat Nèbula (ancora dal XII sec) con
Nebulàre (anche riferito a Nube), Nebulizzàre con Nebulizzàto,
Nebulizzatòre e Nebulizzaziòne, Nebulòne, Nebulòsa, questo un
aggettivo sostantivato, Nebulosità e Nebulòso eppoi Nubècola o
Nubìcola con Nubeculàre dal dim lat NUBECULA, il prefissato fig
Obnubilare (Ved OB in Obiettivo…), la composizione Nebulafobìa
che sta per “paura della nebbia”.
Nel percorso del gr NEFHELE nube l’ital conta fig il minerale
Nefelìna e i composti Nefelògrafo, Nefelòmetro con Nefelometrìa, e
Nefelomètrico, Nefoscopìa e Nefescòpio.
Nèmbo (dal XIV sec) è dal lat NIMBUM nube minacciosa con
Nembòso, il composto Nembìfero e il latinismo Nìmbo questo
adottato nella terminologia sacra e pagana con valore di Aureola.
In connessione indoeur, il ted conta NEBEL nube, mentre in franc
sia NUE cui il glb Nuance nel valore di “fumatura” sia FRIMAS
nebbia cui Frimàio il terzo mese rivoluzionario (21 novembre / 20
dicembre).
Nubiàno è invece il termine alieno relativo alla Nubìa, la regione
suddivisa tra l’Egitto 1 e il Sudan.
1
Egìtto è dal gr ALGYPTOS ellittico del sacrario di Menfi HWT-KA-PTAH a
devozione del dio Ptah, cui Egizìaco, Egiziàno, Egìzio, il composto Egittologìa con
Egittòlogo.
NUVOLA
Il snm Nùvola (letterario) viene dal lat class NUBILIA, semant
immutato. Da Nuvola, invece, derivano i vari Nuvolàglia, il dim
Nuvolètta, Nuvolàre, Nùvolo questo sia sostantivo sia aggettivo, e
Nuvolòso con Nuvolosità,. Nuvolàto è per accezione la carta da
parati a chiazze simili a nuvole, i prefissati Annuvolàre (AD allativo)
con Annuvolamènto, Rannuvolàre (doppio pref RI iterativo e AD
allativo) con Rannuvolamènto e Rannuvolàta, e Riannuvolàre (RI
iterativo). Da Nuvola-Nuvolo discende anche Nùgolo, con la
mutazione sett della v in g, ritoccando finanche il significato
originale e semant in “gran numero di..”. fig ispirandosi al
polverone-nuvolone alzato da una moltitudine di soldati a cavallo.
Dal celt ARTVA nuvola si vorrebbe far discendere l’onomastico
Arturo ma che altre fonti vorrebbero di genuina italicità dall’etrusco
802
ARTORIUS.
\ Nubi Nuvole
Le nubi, contenitori di vapore acqueo, fluttuano nell’aria, sul nostro capo,
sorrette dalle correnti ascensionali; per questo, in proporzione al loro peso ed
alla forza dei venti, si stabilizzano a varie altezze. Orientativamente,
iniziando dalle più vicine alla superficie terrestre, innalzandole
gradualmente, si hanno il Cumulonèmbo (ghiaccio, correnti impetuose e
carichi d’energia elettrica, pericoloso per la navigazione aerea, ma
fortunatamente visibile ai radar), Cùmulo, Nembostràto, Stràto,
Stratocùmulo, Cirrocùmulo, Cirrostràto e Cìrro. Nello spazio interstellare si
chiamano Nubi cosmiche, quelle costituite, appunto, con materiale cosmico.
NUBILE
Si suppone che non sia spontaneo andare ad immaginare la
connessione di Nùbile con Nuvola-Nube, eppure, la rad SNEUDH è
la loro madre comune e - sebbene abbiano seguito percorsi semantici
diversi - occorre risalire ai tempi quando la “non sposata” era
coperta, velata, celata agli sguardi, giusto come una nube copre il
sole. Il “coprire la sposa” aveva anche il simbolismo primitivo di
“sottrarla alla patria potestà”. Inoltre, il lemma, pur originato da
un’espressione figurata, s’è saldamente semant, grazie alla tradizione
della sposa di coprirsi con veli, poeticamente come una nube.
Nubilàto indica lo stato di chi è nubile. Nòzze è il termine inc tra
Notte e NUPTIAE, questo il devb lat dal Pp di NUBERE sposare cui
il composto Anuptafobìa “paura di restare privo di un(a) compagno(a), di
un partner (col pref A negativo)”; linguisticamente elegante l’attinenza
con “prima notte”, cui Binùbo da BINUBUS “al secondo
matrimonio”. Il percorso conta ancora Nubèndo e Nubènda “che sta
per sposarsi” dal gerundivo lat NUBENDUS e Connùbio dal lat
CONNUBIUM che è l’inc di CONIUGIUM coniugio (matrimonio) e
NUBERE sposare, eppoi Bìnubo con il pref BIS due volte e che vale “che
ha contratto matrimonio per due volte”, Innùba col pref IN negativo inv
dal lat INNUBA non sposata.
Il termine Spòso, al fem Spòsa, in complanare con Spònso e Spònsa,
non è altro che il Pp SPONSUS del verbo lat SPONDERE
promettere, cui Sposalìzio o Sponsalìzio, Sposàre, Sposàto,
Sposerèccio, i dim Sposìna e Sposìno, eppoi Sponsàle con Sponsàli
e, col pref, Rispòndere e Rispòsta, Responsàbile e Responsabilità,
Responsìvo con Respònso e Responsòrio, dal lat RE SPONDERE
che sta per ricambiare la promessa. Il termine Spònsor,
contrariamente a quanto si creda, è un falso esot, poiché è dal lat
SPONSOR padrino-garante, così adottato in ingl e riflesso in ital,
cui
Sponsorizzàre,
Sponsorizzàto,
Sponsorizzatòre
e
Sponsorizzaziòne.
803
Il gr conta NYMPHE per sposa o fanciulla, cui il lat NYMPHA
svoltosi nell’ital Nìnfa donde l’aggettivo e sostantivo Ninfàle dal lat
NYMPHALIS, Ninfàggio (che varrebbe Pedofilia) attraverso l’ingl
NYMPHAGE con Ninfeggiàre “atteggiamento smorfioso, eppoi
Ninfàlidi, questo Famiglia d’insetti alla quale appartiene Atalànta
sorta di farfalla il cui mome è a ricordo della mitica ninfa Atalanta;
Atalanta è anche il nome della squadra calcistica di Bergamo, cui
Atalantìno.
Il percorso prosegue con Ninfòsi (processo d’insetti), fig Ninfèa
(pianta acquatica) dal lat NYMPHAEA già gr NYMPHAIA con
Ninfeàcee (la Famiglia); alle Ninfeacee appartiene il Nenùfero o
Nenùfaro con le varianti Nanùfero, Nannùfaro e Nannùfero
omologismo dall’ar NINUFAR già persiano NILUFAR, ma vrs
connessi alla rad con il gr-lat NYMPHE-NYMPHA.
Il percorso prosegue con Ninfèo dal lat NYMPHAEUM già gr
NYMPHAION sacrario delle Ninfe, il fig Ninfètta attraverso l’ingl
NYMPHET (adottato dal 1959 grazie al successo del romanzo
“Lolita” di V. Nabokov 1899\1977), Ninfomanìa “stato morboso
della donna di ricerca sessuale” con Ninfòmane.
Il lemma Nòtte discende dall’ant rad NEGH svoltosi nel gr NYKS
NYKTOS, nel lat NOX cui l’accusativo NOCTEM (da questo,
Notte), e la coesistenza dell’omn rad NEG H collegare farebbe
pensare alla Notte quale tramite (collegamento) tra i giorni, donde i
derivati quali Nottànte, Nottàre, Nottàta, Notteggiàre, Nòttola,
Nottolàta (di bagordi), Nòttua, Nottùrno questo dal lat
NOCTURNUS da tema NOKT-R\N, e le composizioni quali
Acronìttico col gr AKRON estremità, vale “del principio della
notte”, Mezzanòtte che sta anche per “parte del nord” in opposizione
a Mezzogiorno, Nottàmbulo con suff AMBULO, Nottetèmpo con
suff TEMPO, Nottilùca o Noctilùca “protozoi dei Flagellati,
luminiscenti” e Nottilucènte, Nottìvago, lo strumento Notturlàbio su
calco di Astrolabio, i verbi prefissati Annottàre (pref AD), Pernottàre
con Pernottamènto (pref PER attraverso)
In gr, dal suo termine NYKS notte, il Pipistrello è NYKTERIS il
notturno, differenziandosi dal lat VESPERTILIO (Ved Nord Sud in
Ruota…).
Dal gr NYKS NYKTOS l’ital conta il pref NICTO o NITTO adattati
cui le composizioni Nictaginàcee o Nittaginàcee (Famiglia di piante,
con AGO che vale Piantaggine), Nictàlopo o Nictàlope o ancora
Nittàlopo o Nittàlope dal gr NYKTALOPOS (con OPS OPOS vista)
con Nictalopìa o Nittalopìa1 in opposizione a Emeralopia,
Nictofòbìa, Nictògrafo “per ciechi”, ed altre elencati nei rispettivi
804
percorsi, Nictùria (col gr URON urina) vale “esigenza di minzione
notturna”, Nitterìbia apparecchio o Nitteròlbia (con BIOS vita) vale
“uccello notturno” ma più frequentemente “insetto parassita dei
pipistrelli”.
Il termine composto Nictemeràle o Nittemeràle (con EMERA
giorno) si riferisce a un fenomeno che presenta variazioni durante le
24 ore.
1
Esempio di Enantiosemia poiché il NYKTALOPOS vale “cieco di notte” ma s’è
attestato in “chi vede meglio di notte” vrs da una metaf.
\ Illibata Vergine Pura
La sposa, tradizionalmente, dovrà essere Illibata, Vergine, Pura.
Illibàta, nella sua accezione, non può che essere, termine poeticamente
maschilistico, esclusivamente di genere fem - con pref negativo IN - del
termine lat ILLIBATUS, dal verbo LIBARE, inv in ital Libàre “versaredegustare” (omn di Libare “alleviare”) cui il sostantivo ed aggettivo
Libatòrio, Libagiòne o Libaziòne, vrs dal gr LEIBO io verso a goccia a
goccia, in connessione con un supposto rad LEI linimento-fregare
(massaggiare), di cui si sarebbero persi i legami, ma rimane fig il fatto che
Libare è un “piacevole linimento alla sete e che massaggia la gola ” , infatti,
il lat conta il connesso LIBERE piacere cui Libènte dal Ppres LIBENS
LIBENTIS e un LIBUM che vale “pane addolcito con miele”. Illibata,
allora, metaf sta per “non sorseggiata, non strofinata, non consumata, non
goduta (in termini maschilistici)…” . Il percorso prefissato conta ancora
Prelibàre (pref PRE “prima”) cui Prelibatèzza e Prelibàto, Quòdlibet o
Quolibet dal lat QUODLIBET ciò che piace con l’aggettivo Quodlibetàle.
Vèrgine era un elegante qualificativo per una giovane donna, derivante dal
lat VIRGO VIRGINIS (Ved Virgola in Segni ortografici) “fiorente come
una giovane pianta, un virgulto”. Questa metaf s’è poi semant in “intatta,
inviolata dal maschio”, subendo una cattiva forma maschilistica. In percorso
Vergine quale segno zodiacale, l’aggettivo Verginàle, questo con la variante
Virginàle più fedele al lat e omn di Virginàle “spinetta” le cui sonate erano
indirizzate alle vergini, con Virginalìsta; eppoi Virgìneo o Vergìneo,
Virginità o Virginitàde o ancora Virginitàte, infine Vìrgo, fedele al lat, snm
di Vergine. L’onomastica contempla Virginia e l’ipocoristico Virna questo
in concorrenza con il gaelico Virna “grandi virtù”, ma il senso non cambia,
eppoi Virgìnio “elemento chimico” relativo allo Stato americano della
Virgìnia.Con i pref si ha Deverginàre snm di Sverginàre questo con
Sverginamènto e Sverginatòre,
Dopo il nubilàto si è Mòglie, lemma questo dal lat MULIER donna, da ant
MULIES, cui l’obsoleto Moglièra, Mulièbre. I triestini hanno volg Mula per
“ragazza”, ma è il termine svolto al fem da un precedente Mùlo “bastardo”,
poi passato a definire “ragazzo” nella forma più mondata. Nel volg mer si ha
la corruzione Mugghièra.
\ L’aforisma Mogli e buoi dei paesi tuoi racchiude una tradizione contadina dove
l’associare le donne ai buoi indica la considerazione sociale per entrambi quali
“animali da lavoro e da produzione”.\
\ Mulo Asino
805
Il termine Mùlo, infatti, dal lat MULUS di tema med MULU, è assegnato
all’equino ibrido, nato dall’incontro asino-cavalla; in percorso, Mulàre,
Mulattièra con Mulattière, Mulattièro, e Mulàtto questo riversatosi fig
nell’uomo (inc di pelle bianca e nera) svoltosi nel snm di Bastardo. Mùlo
vale anche fig Testardo cui Mulàggine. Eppoi i fig Mulètto “termine
tecnico”, la locuzione militare Mulo meccanico e il glb sp Muleta “termine
da Torero”. Il termine pseudoetim Mulàcchia “cornacchia”, nasce dall’inc
lemmatico di Mulo con Monàcchia questo dal lat volg MONACULA, che
vale anora “cornacchia”, a sua volta il prodotto lemmatico tra il lat
MONEDULA gazza con un altro lat volg CORNACULA cornacchia.
Asino-àsino ò dal lat ASINUS d’origine da tema med ASINO, connesso al
gr ONOS, il cui verso Ragliàre-Ràglio è dal lat volg RAGULARE dalla serie
onomatopeica R G R C 1 cui Raganèlla. In percorso Nasèllo “sorta di pesce”
(adottato dal XVII sec) dal dim lat ASELLUS asinello inc fig con Naso, snm
di Merluzzo (questo dal XV sec) ed omn del dim Nasello di Naso.
Il lemma Onàgro o Onagro-ònagro dal lat ONAGER già gr ONAGROS è la
composizione ONOS AGRIOS asino selvatico questo connesso con il rad di
AK di AKRI acre-agro; in risvolto metaf indica una ant macchina per il
lancio dei proiettili (sassi) così come l’asino tira calci.
L’ital conta un percorso prefissato con ONO asino, quali Onocèfalo “testa
d’asino”, Onocròtalo fig “sorta di pellicano” poiché il verso ricorda quello
dell’asino (col gr KROTOS rumore-grido). Onoterapìa questo da accostare a
Ippoterapìa “rieducazione fisico-psicologica attraverso l’esercizio
dell’equitazione; fuori percorso Onònide “suffrutice delle Papilionacee” dal
gr-lat ONONIS “sorta di leguminosa”.
La locuzione Bellezza dell’asino, rivolta ad una ragazza giovane e bella, pare
si sia incredibilmente attestata da un errore di traduzione dal franc
BEAUTE DE L’AGE bellezza dell’età, fraintendendo DE L’ANE
dell’asino.
1
La serie onomatopeica da R continua con R B Ribòbolo. R MB Ròmbo (lat
RHOMBUS, gr RHOMBOS trottola, attestatosi fig in “figura geometrica”, “sorta di
pesce” e “rumore cupo”) cui derivati Ròmba, Rombàre-Rombànte, Rombàzzo,
Ròmbico, Rombòide con Romboidàle, Rombòide con Romboidèo, Ròmbola, i
composti Rombencèfalo, Rombododecaèdro (a dodici facce, dal gr DODEKA dodici e
HEDRA base), Romboèdro; Rombare è vrs connesso con Arrembàre, Arrembàggio e
Arrembàta dal lat volg RHEMBARI già class REMBARE appoggiare alla maniera
degli sciancati.
R N Ràna (lat inv RANA) con Ranòcchia, la locuzione Rana Golia (esemplare la cui
lunghezza raggiunge gli ottanta cm), Ranùncolo (lat RANUCULA) e Ranuncolàcee
(Famiglia di piante cui Aconito-àconito dal lat ACONITUM già gr AKONITON) e i
fig Ranèlla o Rànula, Ranàtra questo composto con il lat ATRAM scura ed indica una
sorta di insetto emittero che si comporta come una rana sia nel suono simile al
gracidare sia perché staziona sugli stagni. R NG Rignàre con Ringhiàre e Rìnghio (lat
volg RINGULARE). R NT Ràntolo con Rantolàre (lat RAGULARE) e Arrantolàto. R
NZ Ronzàre con Ronzìo e Ronzòne, cui il prefissato fig Arronzare “lavorare
frettolosamente-urtare un’altra imbarcazione”; l’omn Ronzòne, quale variante di
Ronciòne dal franc RONCIN, vale Stallone non di razza cui anche Ronzìno, vrs
sovrapposti a Rozzo, cui Ronzinante il cavallo di Don Chisciotte della Mancia (l’omn
romanzo di M. de Cervantes Saavedra (1547/1616) donde un Donchisciòtte con
806
Donchisciotterìa e Donchisciottìsmo in complanare nel percorso di Spavaldo. Il vero
nome del personaggio Don Chisciotte è Alonso Quijano.
Il lemma glb Zoom è dall’ingl TO ZOOM ronzare svoltosi nel senso di puntare
(rapidamente verso un qualcosa) e fig congegno che avvicina l’oggetto da fotografare
cui gli adattamenti ital Zoomàre con Zoomàta o gli omologismi puri Zumàre e
Zumàta.
La serie da R, infine, prosegue con R T Ràtto (topo) per l’azione del rodere cui
Derattizzàre e Ratticìda questo snm di Topicida e Rodenticida.
\ \...\ Difatti, il nostro giovanotto possedeva un cavallo così strano, che fu subito
notato da tutti; era un ronzino del Bearn, dell’età di dodici o quattordici anni, dal
mantello giallo, con la coda senza crine, ma non senza nocche alle gambe \...\ da “I tre
moschettieri” di A. Dumas, Edito da Carroccio nella prima metà del Novecento.
Il protagonista, D’Artagnan è un GASCON in ital Guascòne, ossia della regione della
Guascogna, termine rintracciabile nell’onomastico Gastone \
\ Celibe Scapolo Marìto Vedovo.
Lo Sposo passa dallo stato di Celibe o Scapolo a Marìto e può diventare un
Vedovo.
Cèlibe, dal lat CAELEBS, cui Celibàto, d’ignota etim, a meno che,
riflessione d’autore, non ci sia stata un’originale connessione fig col gr
KELES cavallo da corsa (fig che ha le gambe lunghe connesso con
SKELOS gamba), cui il termine Cèlere dal lat CELER con Celerìno e
Celerità, Celòce da CELOX nave romana (inc con Veloce), il superlativo
irregolare Celèrrimo col regolare Celerìssimo da CELERRIMUS, i composti
Celerimensùra questo con il lat MENSURA misura, Celerìmetro con
Celerimètrico, il prefissato Acceleràre cui Acceleramènto, Acceleràndo,
Accelerànte, Acceleràta,
Acceleratìvo,
Acceleràto,
Acceleratòre,
Acceleratòrio, Acceleraziòne, il chimico Accelerìna (suff chimico INA) i
composti Acceleròmetro con Acceleromètrico.
Scàpolo, cui Scapolàggine, è il devb fig dal lat SCAPULARE (EX
CAPULARE) liberare dal CAPULUM, questo in ital Càppio, pertanto,
Accappiàre (AD allativo) con Accappiatùra e Accappiettàre dal dim
Cappiètto, Incappiàre (IN illativo) e il verbo Scapolàre vale fig “liberarsi dal
cappio”. Termini connessi col gr SKAPOS passato nel lat SCAPUS assicella
e il suo dim SCAPULA, omologati nell’ital Scàpo “fusto di colonna” e
termine botanico e zoologico, con Scàpola, o Scàpula, snm di Omoplata,
attestatosi in “osso piatto” cui la composizione anatomica Scapolo-omerale e
nel suo aggettvo Scapolàre omn del sostantivo Scapolàre o Scapulàre
(nell’abbigliamento religioso) da SCAPULA e del succitato Scapolare da
CAPULUM cappio.
Marìto, dal lat MARITUS da MAS maschio, nella terminologia agricola, in
origine, stava per adolescente e la forma indicava provvisto di un compagno
giovane per i lavori nei campo, in riferimento sia all’uomo sia alla donna.
Successivamente s’è semant nell’attuale ruolo matrimoniale, escusivamente
quale compagno della donna, cui Maritàle, Maritàre con Malmaritàrsi e
Malmaritàta. Nel volg romano esiste Maritòzzo (col suff ironico OZZO), un
panino dolce, quale simbolo della cerimonia nuziale, presumibilmente per la
forma che ricorda il membro virile; infatti, nel medievo veniva
tradizionalmente donato dai giovani romani alle promesse spose.
807
\ Un marito si trova per strada, un figlio no (detto da Emma, una centenaria.
Dicembre 2007). \
Moglie e Marito possono ritrovarsi vedovi. In origine, lo stato di vedovanza
spettava unicamente alla donna, pertanto il termine Vèdovo (corretta
accentazione védovo), dal lat VIDUUS, nasce svoltosi dal fem VIDUA cui
Vèdova (védova) dalla rad WIDHE-WA che, ancora più anticamente, stava
per la sfornita, in parallelo semantico (Eteronimìa) con Celibe. Lungo il
percorso WIDHE-WA, allora, il termine VIDUA sfornita, priva di… ha
assunto il significato luttuoso di rimasta sfornita, privata, divisa di marito,
insomma vittima, passato poi anche al maschio rimasto sfornito, privato
della moglie; pertanto, fedeli alla rad e non, Vedovàggio, Vedovàle o
Veduàle o ancora Viduàle, Vedovànza, o Vedovària o ancora Vedovèzza,
Vedovàre, Vedovàtico, il dim Vedovèlla, Vedovìle o Vidovìle o ancora
Viduìle, il dim Vedovìna (anche termine botanico snm di Scabiosa),
Vedovità con le varianti Vedovitàte, Vedovitàte, Veduità, Vidovità, Viduità
La rad, a ogni modo, è la stessa di Divìdere dal lat DI VIDERE vedere (pref
DI) cui Dividèndo, l’intensivo Divisàre, Divìsi, Divisìbile con Divisibilità,
Divisionàle, Divisionàrio, Divisiòne, Divisionìsmo (tecnica artistica,
adottato nel 1908, snm di Puntinismo o Neoimpressionismo) con
Divisionìsta e Divisionìstico, Divisìsmo, Divisìvo, Divìso con un omn
Divìso “pensiero”cui Divisamènto e Divisàto dal franc DEVIS opinione,
Divisàre o Devisàre “proporsi-immaginare-esporre” dal franc DEVISER.
Divisòre e Divisòrio, i prefissati (doppi) Condivìdere con Condivisiòne e
Condivìso (pref COM associativo), Indivisìbile questo dal lat INDIVIDUUS
e Indivìso questo dal lat INDIVISUS (pref IN negativo), Suddivìdere e
Suddivìso; il tema è del rad WID-WEIDH, cui anche Indivìduo svoltosi dal
lat INDIVIDUUS indivisibile cui Individuàre con Individuàbile,
Individualìsmo, Individualìstico questo opposto di Solidaristico,
Individualìsta, Individualità, Individualizzàre, Individuaziòne. Il termine
Divìsa è dal franc DEVISE insegna, segno, iscrizione, ma è vrs la
connessione con il lat DI VIDERE per il fatto che la divisa separa (divide)
dal resto dei cittadini in comuni abiti civili; pertanto Divisa è il snm di
Uniforme.
La sfumatura semantica tra Divisa e Uniforme è che il primo è il lemma di
interpretazione generica “I militari indossano la divisa” mentre il secondo è
d’interpretazione del tutto particolare “L’uniforme dell’Aeronautica
militare” o “L’uniforme della Marina”. Insomma, gli appartenenti
all’Aeronautica e alla Marina indossano la Divisa ma ogni Arma ha la
propria Uniforme (divisa uniformata).
Il gr conta ATOMOS per indivisibile, quale composizione del pref A
privativo con TEMNO taglio, cui il lat ATOMUS e l’ital Atomo-àtomo con
Atòmico, Atomìsmo, Atomìstica e Atomizzàre, con il prefissato Diatòmico
(pref DI di DIS due) e la variante temporale Attimo-àttimo dal lat
ATOMUM; pertanto questo cancella l’idea di una connessione rad di
ATOMOS indivisibile con ATMOS vapore cui Atmosfèra.
\ Enterite Meningite
Prefisso LIO Suffisso LISI
808
Elettricità
I termini Celènteron e Celenteràti questo snm di Cnidari (sorta di
Invertebrati acquatici), sono composti dal gr KOLLOS vuoto e ENTERO
intestino, rintracciabile in Enteràle, Entèrico, Enterìte, Enteròsi, nei
composti Enteralgìa, Enterectasìa (col gr EKTASIS distensione),
Enterectomìa, Enterobatteriàcee (Famiglia di batteri), Enterocèle,
Enterocettòre con Enteroceziòne, Enterocìto (col suff CITA cellula),
Enterocòlico con Enterocolìte, Enteroepàtico, Enterolitiàsi con Enterolìto,
Enterologìa con Enteròlogo, Enteropatìa, Enteropneùsti (Gruppo di animali
marini, col gr PNEIN respirare), Enteroptòsi (col gr PTOSIS caduta),
Enterorragìa (col suff da rad REIK rompere su modello di Emorragia),
Enteroscopìa, Enterostenòsi, Enterostomìa, Enterotomìa con Enteròtomo,
Enterotossìna, Enterozòo, nei prefissati quali Dissenterìa con Dissentèrico
(pref DYS male), Mesentère o Mesentèrio (col gr MESOS medio). Da
includere la locuzione Cervello enterico, che, secondo studiosi, dovrebbe
trovarsi nei pressi dell’intestino; una sorta di groviglio di nervi che risuona
alle emozioni dell’individuo.
ENTERO quale intestino è il derivato di ENTOS dentro, connesso col lat
INTERUM, cui Entamèba (con AMOIBE cambiamento, sta per Genere di
protozoi) Entolòma (col gr LOMA frangia), Entòtico (col gr OUS OTOS
orecchio e suff aggettivale ICO), Entòttico (col franc OPTIQUE ottico),
Entozòo.
Enterocele è composto col gr KELE ernia (anche tumefazione) ma che è
generico per tumore cui il suff CELE nelle composizioni quale Meningocèle
questo col gr MENINKS MENINGOS cui Menìnge, Meningìte, la
composizione Meningitofobìa (paura delle malattie al cervello), eppoi il
metaplasmo Mirìnge attestatosi quale “membrana dell’orecchio” cui
Miringìte, eppoi Varicocèle questo con il lat VARIX varice.
Ciò che avvolge le meningi è indicato fig con la locuzione Pia madre.,
ENTERO intestino è ancora rintracciabile in Enteròclisi con Enteroclìsma,
questo in composizione col gr KLYSIS lavaggio, connesso con LYSIS da
LYO sciolgo cui Lièo “che scioglie”, Lisìna (amminoacido con suff chimico
INA),il pref LIO LITO in composizioni quali Liòfilo, Liofilizzàre e
Liofilizzàto, Liòfobo questo in complanare con Idrofobo, Litoceràtidi
(fossili, col gr KERAS KERATOS corno); il pref LISO in composizioni
quali Lisocitìna (col gr KYTOS cavità), Lisofòrmio (con Formòlo),
Lisogenìa con Lisògeno, Lisòlo (con OLEUM olio) attraverso l’ingl
LYSOL, Lisosòma gr SOMA corpo), Lisozìma (Lisolo con Enzima).
Ancora un suff LITO o LITA dal gr LYTOS solubile-sciolto (omn di LITO
pietra) cui Idròlito (col gr HYDOR acqua), Analìta (composto con Analisi).
Eppoi Lìsi con Lìtico (omn di Litico “di pietra”) e un suff LISI per
composizioni quali Anàlisi “scomposizione” con Analìsta con Analìtica,
Analiticamènte, Analiticità, Analìtico, Analizzàre cui Analizzàbile e
Analizzatòre, Diàlisi “separazione” (pref DIA), Diàlito cui Dialìtico, Dialìte
“sorta di cannocchiale”, Dializzànte e la composizione medica Emodiàlisi;
Dialisi oltre ad essere un termine medico è anche una figura retorica che
indica l’interruzione di un enunciato mediante un inciso. Il percorso
809
prosegue ancora con le composizioni Elettròlisi o Elettrolìsi (scioglimento
chimico mediante elettricità) cui Elettròlita o Elettròlito, Elettrolìtico,
Elettrolizzàre, Elettrolizzatòre e Elettrolizzaziòne, eppoi Idròlisi con Idrolàsi
(suff ASI), Idrolìtico, Idròlito e Idrolizzàre, cui ancora Lisèrgico questo una
composizione di Idrolisi ed il franc ERGOT “fungo della segale” col suff
chimico ICO. In connessione il gr conta ancora un LITHRON macchia di
sangue cui l’ital Litràcee (Famiglia di piante) alle quali appartiene la
Alcànna omologismi dall’ar AL HINNA attraverso il lat medv ALCHANNA
o Hènna o Enna-ènna direttamente dall’ar.
Paràlisi e Paralìtico con le varianti Parlasìa e Parlètico, cui Paralizzàre e
Paralizzàto attraverso il franc PARALYSER, è col pref PARA che sta per
“contrapposizione” allo scioglimento dei muscoli.
Il primo membro di Elettrolisi è da Elettricità, inserito in un ricco percorso
lemmatico che vede in testa Elèttro dal gr ELEKTRON ambra tradotto in lat
ELECTRUM, la resina che ha proprietà magnetica se strofinata, cui il
composto Electrofobìa “paura dell'elettricità”; in persorso, Elèttrico
con Elettricamènte, Elettricìsta, Elettricità, Elettrizzàre (anche in senso fig
“rendere euforico”) con Elettrizzàbile, Elettrizzànte, Elettrizzàto,
Elettrizzatòre ed Eletrizzaziòne, Elettròne (suff fisico ONE) cui Elettrònico,
Elettrònica, Elettronicamènte, Elettro-volt o Elettronvòlt dalla locuzione
Elettrone volt (dove Volt è unità di misura elettrica), eppoi l’onomastico
Elettra e il pref ELETTRO adattato per una ricca serie di composizioni quali
Elettràuto, Elettrète attraverso l’ingl ELECTRET (con MAGNET magnete),
Elettrificàre con Elettrificaziòne, Elettroacùstica con Elettroacùstico,
Elettroaffinità, Elettroanalgesìa, Elettroanàlisi, Elettrobioscopìa (col gr
BIOS vita e SKOPEO osservo-vedo), Elettrobìsturi, Elettrocalamìta,
Elettrocapillarità. Eppoi Elettrocardiografìa con Elettrocardiògrafo e
Elettrocardiogràmma, il cui acronimo è ECG, questo evolutosi dal prototipo
del 1868 di J. Bernstein che già era un perefezionamento di precedenti
esperimenti, un Galvanometro del 1794 e un Reotomo del 1849.
Elettrochìmica con Elettrochìmico, Elettrochirurgìa, Elettrochòc (pron sciòc)
o Elettroshòck (adottato dal 1942) attraverso l’ngl SHOCK scossa 1,
Elettrocinemàtica, Elettrocinètica con Elettrocinètico, Elettrocoagulaziòne,
Elettrocomandàto, Elettroconvulsìvo, Elettrocuziòne attraverso l’ingl
ELETTROEXECUTION in ital Elettroesecuziòne, Elettrodèbole cui la
locuzione Forza elettrodebole, Elettrodeposiziòne in correlazione con
Elettroformatura, Elettrodiàgnosi con Elettrodiagnòstica, Elettrodiàlisi,
Elettrodiàpason, Elettrodinàmica con Elettrodinàmico e Elettrodinamòmetro,
Elèttrodo (con suff gr HODOS Via) con Elettròdico, Elettrodomèstico,
Elettrodòtto,
Elettroencefalografìa
con
Elettroencefalogràmma,
Elettroerosiòne, Elettròfilo (con Elettrone e il gr PHILOS) in correlazione
con Nucleòfilo, Elettrofìltro, Elettrofìsica, Elettrofisiologìa con
Elettrofisiològico, Elettrofluorescènza con Elettrofluorescènte, Elettrofonìa
cui Elettròfono, Elettroforèsi con Eletroforètico (col gr PHORESIS
trasporto), Elettroformatùra in correlazione con Elettrodeposizione,
Elettrofòrno, Elettròforo sia “macchina elettrostatica” sia “Pesce dei
Gimnotidi” (col gr PHERO io porto), Elettrofusiòne, Elettrògeno, il
810
geofisico Elettrogètto, Elettrogravimetrìa, Elettrogrìll (con l’ingl TO GRILL
arrostire), Elettrologìa con Elettrològico e Elettròlogo, Elettroluminescènza,
Elettromagnète
con
Elettromagnètico
ed
Elettromagnetìsmo,
Elettromeccànica
con
Elettromeccànico,
Elettromedicìna
con
Elettromedicàle, Elettrometallurgìa con Elettrometallùrgico, Elettrometrìa
con Elettròmetro, Elettromiografìa, Elettromotòre con Elettromotrìce,
Elettronarcòsi, Elettronegatìvo con Elettronegatività in correlazione con
Elettropositìvo e Elettropositività, Elettronucleàre, Elettroosmòsi con
Elettroosmòtico o Elettrosmòsi con Elettrosmòtico, Elettroòttica (una
variante Elettrottica pare non abbia risposta perché il suono risulta
cacofonico), Elettropneumàtico, Elettripòmpa, il biologico Elettroporaziòne,
Elettroretinogràmma, Elettroscòpio, Elettrosiderurgìa, Elettrosincrotòne, il
semiomologismo
Elettrosmòg,
Elettrostàtica
con
Elettrostàtico,
Elettrostimolaziòne, Elettrostriziòne con Elettrostrittìvo, Elettrotècnica con
Elettrotècnico, Elettroterapìa con Elettroteràpico, Elettrotermìa con
Elettrotèrmica e Elettrotèrmico, Elettrotraziòne, Elettrotrèno, Elettrovalènte
con Elettrovalènza, Elettrovàlvola.
Dall’ingl SHOCK scossa, l’ital conta oltre ai glb Shock e Shocking, gli omologismi
Scioccàre e Scioccànte o i semiomologismi Shockàre, Shockànte, Shockizzànte e
Shockterapìa, eppoi Elettroshòck o Elettrochòc.con Elettroshockterapìa,
1
\ Anniversari matrimonio
1 anno Nozze di carta
2 anni di cotone
3 anni di cuoio
4 anni di seta
5 anni di legno
6 anni di ferro (o di zucchero)
7 anni di rame (o di lana)
8 anni di bronzo (o di sale)
9 anni di ceramica
10 anni di stagno (o di alluminio)
11 anni di acciaio
12 anni di lino
13 anni di pizzo
14 anni d’avorio
15 anni di cristallo
20 anni di porcellana
25 anni d'argento
30 anni di perle
35 anni di corallo
40 anni di rubino
45 anni di zaffiro
50 anni d'oro
55 anni di smeraldo
60 anni di diamante
70 anni di grazia
811
INCISO ACCIDENTE UCCISO
INCISO
Incìsoè dal lat INCISUM, dal gr KOMMA-KOPTO, Pp di
INCIDERE prefissato con l’illativo-intensivo IN e CAEDERE
tagliare - produrre un taglio in... cui Incisiòne, Incisività, Incisìvo,
Incisòre, Incisorìa e Incisòrio, le locuzioni riferite ai denti Incisivi
centrali (i primi a spuntare) e Incisivi laterali; eppoi, col pref
CIRCUM Circoncìdere con Circoncisiòne, Circoncìso e l’opposto
Incirconcìso (IN negativo). Dal gr KOMMA l’ital conta Còmma che
sta per “virgola” oltre al corrente significato di “parte di un articolo
di legge-capoverso”.
Strumento specifico per incidere artisticamente, familiare a
Benvenuto Cellini, è il Bulìno questo un omologismo dal long
BORO cui Bulinàre, Bulinatòre, Bulinatùra e Bulinìsta; da non
equivocare con Bolìna o Borìna o, ancora, Bulina e Burìna, con
Bolinàre, omologismo attraverso il franc BOLINE, già ingl
BOWLINE, termine marinaresco composto da BOW prua e LINE
linea-cavo; vrs in connessione rad con il glb ingl BOWLING questo
dal verbo TO BOWL far rotolare la palla, dal movimento rotante
della prua.
Tornando al lat CAEDERE, il cui gruppo vocalico ae si muta in i per
normale passaggio cui CIDERE e si ha col pref COM Concìdere,
Concìso, Concisiòne e col pref DE ablativo Decìdere dal lat DE
CIDERE “togliere via” con Decidìbile e l’opposto Indecidìbile (IN
negativo), Decidibilità con Indecidibilità, Decidimènto, Decisiòne
con Indecisiòne, Indecisionìsmo e Indecisionìsta, Decìso con
Indecìso e Decìduo “che cade giù” (come il dente da latte) cui
Decìdua (snm di Caduca) con Deciduàle, il composto Decidofobìa
che indica il timore di prendere decisioni; col pref PRE Precisiòne e
Precìso questo con un opposto Sprecìso (pref S sottrattivo), col pref
RE Recìdere o un Ricìdere, Recidìvo, Recisiòne e Recìso, col pref
SUB Succìdere.
Senza i pref, il verbo CAEDERE ha prodotto Cèduo “adatto al
taglio” cui Ceduaziòne, Càsso “tagliato”, Cemènto (rottame da
impastare) da CAEMENTUM “pietra grezza”, cui Cementìzio dal lat
CEMEMTICIUS, eppoi il fig Cimènto “impasto per saggiare i
metalli preziosi” attestatosi genericamente in “prova” cui il denm
Cimentàre e Cimentòso. La locuzione Cemento di Portland indica il
cemento comune la cui miscela è fondamentalmente composta di
argilla, calcare e gesso.
Il percorso continua con Cesèllo da CAESELLUM col denm
Cesellàre, Cesellamènto, Cesellàto, Cesellatòre e Cesellatùra, il
812
termine per associazione Cesàrie “capigliatura”, l’aggettivo Cesàreo
snm-omn di Cesareo “imperiale”, Cesùra con Cesuràle da
CAESURA taglio cui CAESORIA e l’ital Cesòia con Cesoiàta,
Cesoiatòre o Cesoìsta e Cesoiatrìce; il termine Cesura “taglio” che
sta per una decisa pausa all’nterno di un verso, tale da sembrare
tagliato in due, appare sovente snm di Censura relativamente al
significato di “valutazione negativa-stroncatura” se non sovrapposti
nell’etim.
Si potrebbero includere Cèspo, dal lat CAESPES CAESPETIS
zolla, cui Cèspite “zolla” svoltosi fig in “fonte di reddito”, Cespitòso
e Cespicàre o il prefissato Incespicàre dal lat CAESPITARE,
considerando questa, la zolla, una parte tagliata dalla terra, con il suo
collettivo Cespùglio (suff collettivo, dal lat ALIA- ALIAE
traducibile in diversi, tanti), simile a Mischio-Miscuglio, con
Cespugliàme (pref AME che estende il già collettivo), Cespugliàto,
Cespugliòso e Cespogliùto.
Il lat RUBUM cespuglio andrebbe al moderno toponimo Ruvo di
Puglia.
Sematicamente, Incìso è tutto ciò che produce una soluzione di
continuità; in letteratura è la frase indipendente dal costrutto, di
norma racchiusa tra parentesi. Nella musica, Inciso è lo spunto
melodico ritmico inserito in una composizione, ma che ne costituisce
il nucleo fondamentale. Incidènte, sia aggettivo sia sostantivo, è dal
Ppres INCIDENS del prefissato INCIDERE cui Incìdere “tagliare”
ma anche fig “produrre effetti” cui Incidentàle ossia “ciò che
produce una grave soluzione di continuità al normale svolgimento
dell’azione”. Incidente può contenere valore geometrico cui Raggio
incidente, di Diritto cui Dolo incidente e infine rappresenta
l’interruzione dell’azione in maniera definitiva e insanabile.
Incidente è quindi una parentesi temporale, che può condurre a
conseguenze cui la locuzione giuridica Incidente probatorio, questo
basilare
per
i
successivi
dibattimenti,
diversamente
dell’Interrogatorio questo utile per le indagini.
Accìsa ci ritorna dal franc ACCISE, sortito dal lat medv ACCISIA
imposta, derivato dal lat AD-CIDERE tagliare e stava per Tàglia,
oggi Imposta di fabbricazione.
\ Roncare Tagliare Crepare Fendere Lesionare Incrinare Spaccare
Dal rad REUG incidere, ampliato in REUKH, nell’ital pervengono Roncàre
dal lat RUNCARE sarchiare, cui il devb Rònca (già adottato nel XV sec),
Roncatùra, i dim Ròncola e Ròncolo con Roncolàre e Roncolàta, ancora il
dim Ronchètto, l’accr Roncòne e il prefissato Arroncàre, Rùga dal lat RUGA
(scavo) cui Rugosità con Rugòso e Corrugàre con la locuzione Corrugare le
sopracciglia, il glb ingl pubblicitario Rough “grezzo”, i toponimi di
813
Roncade, cittadina del trevigiano, e di Ronciglione nel viterbese, la
locuzione anatomica Ruga di Marte (scende dall’angolo inferiore del naso al
sottostante angolo della bocca).
Strumento utile a verificare le imperfezioni dei terreni è detto Rugosìmetro.
In connessione il termine Ràgade dal gr RHAGAS screpolatura. In ingl,
quale patrimonio indoeur, ritroviamo il termine ROUGH ruvido-rozzo cui
ROUGHY squamoso.
Ruga è fig una stradina, un viottolo, in antica voce veneziana.
Il gr conta lo specifico RYTIS ruga della pelle cui RITISMA ricucitura dal
verbo ERYEIN tirare cui direttamente l’ital Ritìsma che indica il Genere di
funghi Ascomiceti.
\ Per le rughe che si formano sott’acqua alle mani, oltremodo alle dita, esiste una
interpretazione evolutiva: infatti, la natura permette così di evitare gli scivolamenti e
l'eventuale perdita di appigli. \
Vrs in connessione etim, l’ital conta ancora Roncinàto questo dal lat
RUNCINA pialla, cui Rònchio con l’accr Ronchiòne e Ronchiòso del valore
di “sporgenza”, Roncìglio o Runcìglio e Roncigliàre con valore di “uncino”
cui il prefissato Arroncigliare e Arroncigliàrsi anche in senso fig “torcereattorcigliarsi”. Rùvido è da RUIDUS questo da un ant RUGIDUS pieno di
rughe, con lenizione totale della g, cui Arruvidìre con Arruvidimènto (AD
allativo) e Irruvidìre con Irruvidimènto (pref IN illativo). Il termine Rònco
dal lat RONCHUM già gr RONCHOS vale “rumore di chi russa” cui
Roncopatìa; altri omonimi, d’etim incerta, Rònco “strada cieca” e Rònco
“Spinarello, sorta di pesce d’acqua dolce”, vrs coniati da ant metafore,
sarebbero però in riferimento alla forma ricurva della Roncola. L’omn Rùga
“bruco” è dal tema med E-RUKA bruco, vrs connessi con la rad REUG,
appunto per il lavorio del bruco. Dal long GRIMM rugoso, connesso col ger
GRIM iracondo (fig dalla mimica grinzosa del viso durante una crisi d’ira),
l’ital avrebbe coniato l’omologismo Grìnza, un devb tratto dal long
GRIMMISON corrugare, cui Grìnzo, Grinzosità, Grinzòso, Grinzùme,
Grinzùso, un volg Grimo che vale Padre o Vecchio dunque “grinzoso”, i
prefissati Aggrinzàre o Aggrinzìre.
In snm o in associazione ad Incidere, troviamo Taglio, Crepa, Fessura,
Lesione, Incrinatura, Ferita, Spaccatura, Squarcio.
Tàglio è il devb da Tagliàre, dal lat TALIARE, denm da TALEA getto,
punta, dal gr THALLOS fioritura, entrambi dal tema med TALEA radice,
cui Talèa o Tàlea con Taleàggio, Tàllio (elemento chimico con simbolo Tl),
Tallìre, Tàllo “germoglio”. L’omn Talèa di etim ignota indica nella struttura
musicale una ripetizione
Da Tagliare l’ital conta Tàglia “costituzione fisica”, Tagliàbile, Tagliàndo,
Tagliarèllo, Tagliàta, Tagliatèlla, Tagliàto, Tagliatòre, Tagliatrìce,
Tagliatùra, Taglieggiàre con Taglieggiatòre, Tagliènte, Taglière, Taglierìna e
Taglierìno, Tagliètto, Tàglio, Tagliòla, Tagliolìno, Tagliòlo e Tagliòne
questo omn dello pseudoetim Tagliòne che è dal lat TALIO, a sua volta
derivato da TALIS tale, e vale come soprannome lat Talione (Taglione)
come Marco Porcio Catone (234-149 dC) da CATUS appuntito e Ovidio
Publio Nasone da NASUS naso; questo Taglione sta per “pena” cui la
814
locuzione La legge del Taglione da assimilare ad Occhio per occhio.
\ La Carta stratagliata (pref STRA), strumento da codice segreto, inventata dalla
patriota risorgimentale Bianca Milesi, consiste in un foglio con dei piccoli fori e che,
sovrapposto a una pagina di uno specifico libro, mette in evidenza le lettere che in
successione danno un messaggio.\
Il percorso continua con Tagliuzzàre e Tagliuzzamènto (col suff di riduzione
IZZARE) e i pref, Dettagliàre con Dettàglio, questi inc con Dètto, ritornato
dal franc DETAILLER, Intagliàre con Intàglio, Ritagliàre con Ritaglière e
Ritàglio, col composto plur Maltagliàti “sorta di pasta”.
In volg mer si ha Tagghjata col significato di “cava di tufo”.
In russo RUBL vale ritaglio da RUBIT tagliare cui l’unità monetaria Rùblo
che vale cento Copechi: Copèco è l’omologismo dal russo KOPEJKA.
Il franc conta MORTAISE intaglio attraverso l’ar MURTAZZA, omologato
in ital dal XIX sec con Mortàsa o Mortèsa o ancora Mortìsa cui il denm
Mortasàre o Mortesàre con i sostantivi Mortasatòre o Mortesatòre,
Mortasatrìce o Mortesatrìce; Mortasa è sovente associato a Tenone.
Dal franc, ancora, l’ital conta Tàglia da TAILLE quale misura, il glb
Tailleur che sta per “(abito da donna) tagliato dal sarto (uomo)” con un
forzato omologismo Tailleurìno.
L’ital conta un serie di composizioni con TAGLIA cui Tagliabòrdi,
Tagliabòrse, Tagliabòschi, Tagliacàlli, Tagliacàrte, Tagliàcque, Tagliacùce,
la locuzione Taglia e incolla, Tagliafèrro, Tagliafièno, Tagliafuòco,
Tagliafuòri, Taglialègna o Taglialègne, il marinaresco Tagliamàre,
Tagliamènto, Tagliapàsta, Tagliapatàte, Tagliapiètre, Tagliapòggio;
Tagliasfòglia, Tagliasièpi, Tagliasìgari, Tagliastràcci, Tagliatartùfi,
Tagliaùnghie, Tagliauòva, Tagliavènto, Tagliazòlle. Il Tagliacàrte ha avuto
la sua popolarità quando i libri erano in vendita con le pagine ancora
ripiegate.
Metaf, Tagliare è anche “impedire o censurare”. Tagliare in volg siciliano
assume il significato di “guardare”, vrs perché vale “ritagliare l’immagine
dal contesto”; in lingua, corrisponderebbe a Stagliàre con S intensivodurativo, che semant vale “tagliare in forma grossolana” ma fig sta per
“stralciare l’immagine dal contesto, farla risaltare” con Stagliàto, Stàglio
(dal XIV sec) snm di Cottimo (coevo) con Estàglio in uso nell’Italia mer,
eppoi il doppio prefissato (FRA–S) Frastagliàre “tagliare in maniera
irregolare” cui Frastagliàme (suff AME per collettivi) con Frastagliamènto,
Frastaglàto con Frastagliatamènte, Frastagliatùra, Frastàglio, Frastagliùme
(suff UME collettivo-diseregiativo dal lat UMEN).
Il glb TAG è un termine associato a un'immagine, una mappa
geografica, un post, un video clip ... diffusosi con l’avvento del radar
e del computer.
Dallo specifico gr KOLOBOS tagliato da KOLOS mutilato, l’ital conta
Colòbio “sorta di tunica senza maniche (con le maniche tagliate)” attraverso
il lat COLOBIUM già gr KOLOBION. In connessione il termine Còlobo
“Genere di scimmia africana dei Cercopitècidi” la cui peculiarità è il pollice
ridotto a un tubercolo senza unghia, cui la locuzione Colobio abissino
altrimenti detto Guereza questo attraverso l’amarico GUIREZA “dalla coda
815
bianca”.
Dal franc TRANCHER tagliare deriva il termine TRANCHEE cui i glb
Tranchant, Tranche e Trancheur, l’omologismo Tranciàre con Trancerìa,
Trància, Tranciàre,Tranciatòre o Trancìsta, Tranciatrice, Tranciatùra,
Tràncio; termine alieno il glb ingl Trance (pron trans), già franc TRANSE
trapasso nel senso di morire, termine in ogni caso dal lat TRANSIRE
andare.
Eppoi Trincèa con le varianti Trincèra e Trincièra, Trinceramènto,
Trinceràto, Trincerìsta e Trinceròne tutti da Trinceràre o Trincieràre inc con
Trinciàre questo però dal lat TRINICARE dividere in tre parti da TRINI a
tre a tre, cui Trincettàta, Trincètto, Trinciamènto o Trinciatùra, Trinciànte,
Trinciàta, Trinciàto, Trinciatòio, Trinciatòre, Trinciatrìce e i composti
Trinciafòglia, Trinciaforàggi, Trinciapòllo o Trinciapòlli, Trinciatùberi. Il
percorso prosegue con Trìnca attraverso lo sp TRINCA riunione di tre cose
cui l’attestatzione Trincàre attraverso il ted TRINKEN che vale “bere” (per
accezione, vino, alcol in genere) vrs in compagnia e non essenzialmente in
tre, cui Trincàta, il fig Trincàto “furbo” attraverso il franc ant TRINCAT,
Trincatòre, vrs in connessione indoeur con l’ingl TO DRINK bere.Nel gergo
marinaresco s’è attestato un Trincàre col devb Trìnca che vale “legare” e
“legatura”, vrs in origine “a tre lacci”, cui Trincarìno, Trincatùra.
Crèpa è il devb dal lat CREPARE 1 strepitare attestatosi in scoppiare,
spaccarsi, fendere. Nel percorso di CREPARE, l’ital conta Crepàre con
Crepàccio e Crepacciàre, Crepàto, Crepatùra, Crèpo, Crepùnde o Crepùndi
“fig giocattoli infantili o amuleti per neonati”, il prefissato Discrepàre con
Discrepànte, Discrepànza, i composti Crepacuòre col volg Crepacòre,
Crepapància e Crepapèlle; eppoi Scaraventàre questo da una voce lat
popolare CREPANTARE, il prefissato Screpolàre (S intensivo) con
Screpolàto e Screpolatùra dall’incoativo CREPOLARE cui Crepolàre e
Crepolatùra, Crepitàre da CREPITARE con Crepitaziòne, Crepitìo, Crèpito,
Crepitàcolo, eppoi Crettàre e Crètto con presunta lenizione in Grètto (fig).
Il Crepitàcolo, snm di Tric-Trac e di Tròccola, cui Troccolànte, anche questi
di origine onomatopeica, è uno strumento dal caratteristico rumore adottato
durante le processioni della Settimana Santa, in coppia con Raganèlla altro
nome fig per uno strumento musicale.
L’ital conta ancora un Crepàta, considerato d’etimo incerto, che vale
“operazione abusiva per colorare il vino” ma potrebbe essere un termine
volg fig da CREPARE nel senso di “rompere la genuinità”.
Crepùscolo ha un percorso particolare: è il dim lat di CREPUSCUS,
aggettivo di CREPUS oscurità, dubbio, cui Crepuscolàre, Crepuscolarìsmo
(corrente letteraria a cavallo tra XIX e XX sec); vrs il termine è connesso fig
con CREPARE nel senso di “rottura, interruzione della luce” (oscurità) o
“interruzione della ragione” (dubbio).
Il Crepuscolo astronomico precede il tramonto o l’alba; è una situazione in
cui l’ambiente è pervaso da uno scambio di luce e di ombra, per cui si ha il
Crepuscolo mattutino e il Crepuscolo serale. Metaf si hanno la locuzione
Crepuscolo della vita.
Nella psicologia si conta la locuzione Crepuscolo orientato o Crepuscolo in
816
coscienza; è lo stato in cui il cervello si spegne per pochi attimi o per giorni
e settimane e al termine del quale il soggetto è vittina di una completa
amnesia.
Lo stato in cui il campi di coscienza è ristrettoi (orientato) ad alcuni
contenuti o addirittura a uno solo.
Decisamente pseudoetim è Crèpida “sorta di sandalo con altissime suole”
dal gr KREPIS scarpa, cui il fig Crepìdine con Crepidòma (in architettura)
attraverso il lat CREPIDO CREPIDINIS orlo, sporgenza.
Il termine Crepare è usato in alcune espressioni metaf, quale “crepare dalle
risate o dalla rabbia” svoltosi volg “morire” e, in tale configurazione,
Crepare vale anche Schiattàre, con la variante toscana Stiattàre, dal lat volg
SCLAPPITARE dalla serie onomatopeica SL PP cui Schiattìre “emettere
gridi intensi”, Schiappàre e il devb Schiàppa o Scàppia “scheggia lignea”
transitato nel germanico SLAITAN strappare, questo in macchinosa
conessione col got SLAHATA di poco conto-semplice cui Schiètto e
Schiàtta questo semant in ital “stirpe (semplicemente) pura”. Schiàppa vale
fig “individuo di poco conto” snm di Sbèrcia devb di Sberciàre “sbagliare il
bersaglio” questo col pref S ”fuori” quale cambio di pref da Imberciàre (IN
illativo) “colpire nel segno”; Sberciàre vale ancora “urlare” cui il mas
Sbèrcio “urlo” con il pref intensivo S da Berciàre e Bèrcio con Berciòne che
valgono “urlare-urlo-chi urla” dal lat BERBEX pecora vrs in riferimento
agli strilli del pastore per radunare il gregge.
Il termine Prètto, cui Prettamènte, snm di Schietto, è coniato invece dall’inc
di Puro con Schietto, oppure ellittico del dim Purètto di Puro. Il termine
Schiantàre nasce dall’inc di Schiattare con Spiantare, donde il devb Schiànto
con il toscano Stiànto cui Stiantàre.
Fessùra dal lat FISSURA astratto di FINDERE spaccare, in origine il legno,
cui Fèndere, Fenditùra; il long conta SPALT fenditura eppoi attestatosi in
bastione (dalle tante fenditure), svoltosi nell’omologismo ital Spàlto o nel
non usato Spaldo, ricorrente Spàlti “cumulo di terra, gradinate”.
Il percorso prosegue con Fèsso dal Pp FISSUS (o in alternativa Fendùto) n’è
il Pp e Fissiòne il nome d’azione cui Fissionàbile; eppoi i composti Fissìparo
(col suff PARO dal lat PARUS di PARERE partorire, vale “riproduzione
per scissione”) e Fissìpedi (col lat PES PEDIS vale Sottordine di
mammiferi).
Con i pref, Difèndere, Difènsa con Difensiòne cui le variante Defensiòne
con Defensionàle e la locuzione finanziaria glb ingl Defensive stock dove
STOCK vale titolo, eppoi Difensìva, Difensivìstica con Difensivìstico e
Difensòre, eppoi Difèsa e Difèso, Offèndere ed Offensìvo con Offensìva e
Offèso con Offèsa, Offesivìsmo, Ovvisivìsta, Offensòre, questi da OB-
FENDERE urtare contro cui OFFENDERE; quale variante l’ital
conta Offènsa e Offènso quale sostantivato dal Ppass OFFENSUS.
Eppoi Bìfido (BIFIDUS diviso in due parti) in linea con Trìfido (lat
TRIFIDUS diviso in tre sezioni) o Trèfolo (dal volg TRIFILUS); termine glb
è OMBUDSMAN difensore civico direttamente dall’ingl, ma di origine
svedese. Nelle lingue ger è passato semant BEISSEN mordere, infatti la rad
in comune con FINDERE è l’indoeur BHEID. Con l’associazione “lavorare
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sino a crepare (fendersi)” sono stati coniati termini quali Fatiscènte, Fatìca
(lat FATIS) con i desueti Fadìga e Fatìga, Faticàre o Fatigàre (lat
FATIGARE), Faticabilità, Faticàta o Fatigàta, Faticàto, Faticatòre, Faticòne,
Faticòso o Fatigòso, in correlazione al lat FATISCI che sta per Fendersi; ed
è allora pleonastico pronunciare la frase “crepare di fatica” perché
basterebbe semant “faticare”. Il prvz ci aveva consegnato AFANAR durar
fatica e l’ital si è ispirato per coniare Affannàre, Affànno con Affannòso e
un Anfanàre con Anfaneggiàre coniato con la sovrapposizione di Affannarsi
e Ansare. Il lat conta lo specifico AERUMNA peso-carico in senso fisico
cui Erùmna e Erumnòso “Affanno e Afflitto”
Da FATISCI, ancora, è derivato il prefissato DEFETISCI spossarsi dal cui
Pp DEFESSUS spossato, l’ital conta Indefèsso con l’aggiunta del pref IN
privativo e un desueto Defèsso.
Da una primitiva rad LE-I lasciare, l’ital conta Làsso dal lat LAXUS
allentato sovrapposto al snm-omn LASSUS stanco, gr LAPSUS scorrimento
(Ved Prefisso IN in Macchia…) e Lène o Lèno (rilasciato e lieve) da LENIS
leggero con il rad ridotto in LE cui Lenìre dal lat LINERE con Lenimènto,
Lenità, Leniziòne e il composto Lenificàre; la rad LE-I diversificata in LE-D
ha prodotto il lat LAEDERE colpire cui Lèdere con Lesiòne dal lat LAESIO
LAESIONIS cui Lesionàle, Lesionàre, Lesìvo con Lesività, Lèso e on
l’opposto Illèso (IN negativo), la locuzione Lesa maestà dalla locuzione lat
CRIMEN LAESAE MAIESTATIS crimine di lesa maestà, il prefissato
Collìdere con Collisiòne. Litùra, infine, sta per cancellazione (lenizione
totale), quale sostantivo astratto del lat LINERE. Il termine gr LENOS sta
per torchio e pare l’anello di congiunzione tra la rad LE-I lasciare e LE-D
colpire cui Lenèo questo epiteto di Bacco dio dell’ebbrezza. In area indoeur,
con tali rad è connesso il termine ingl TO SLICE svoltosi in tagliare, cui il
glb sportivo Slice “colpo tagliato”nel tennis.
Languìre è dal lat LANGUERE da LAXARE lasciare di rad SLEG ampliata
da LE, cui Lànguido con Illanguidìre (pref IN illativo) da LANGUIDUS con
Languidèzza, Languòre, snm del prefissa Illanguidimènto (IN illativo) con
Languoròso, Lasciàre con Làscito o Lasciamènto, Lasciàta, Lasciàto,
Lasciatùra, Làscio, Lascità, i composti Lasciamistàre, Lasciapassàre,
Lasciapodère, e i prefissati Rilasciàre con Rilàscio, Tralasciàre, Làssa
attrraverso il franc LAISSER lasciare, questo anche componimento poetico
che abbia una stessa assonanza di rima, Lassàre questo variante di Lasciare
da LAXARE con il Pp LAXATUS cui Lassatìvo, Làsso “allentato” e fig
“indulgente” da LAXUS cui Lassìsmo con Lassìsta, Làsso “stanco” e fig
“infelice” da LASSUS cui Lassèzza e Lassitùdine, Lassità da LAXITAS
larghezza, il prefissato Rilassàre da RELAXARE, che vale Rilasciare, con
Rilassamènto, cui il glb ingl Relax.
Ulteriormente ampliata in LE-GHU, avrebbe dato Leggèro con Leggièro o
ant Leggière e Leggièri, in locuzione sportiva Peso leggeri, Peso
superleggeri o Peso Welter questo in termine glb ingl la cui etim non è
rintracciabile; eppoi Leggerèzza, Leggiadrìa con Leggiàdro transitato dal
prvz LEUJAIRIA, eppoi il prefissato Alleggerìre (AD allativo) con
Alleggerimènto, Alleggerìto, Allèggio o Alèggio (snm di Allibo da Lieve)
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attraverso il franc ALLEGE cui ancora Alleggiàre da ALEGIER alleggerire
con Alleggiamènto. Ancòra, Elevàre (EX fuori) con Elevamènto,
Elevatèzza, Elevàto, Elevatòre, Elevaziòne, Elevòne “sorta di alettone” esot
attraverso l’ingl ELEVON da ELEVATOR.
Dalla rad LE(I), ancora, il lat LEVARE alzare, cui Levàre, con Lèva o
l’obsoleto Lièva e in locuzione da caccia Cane da leva, ancora il fig Lèva
“arruolamento” cui le locuzioni militari Leva di mare, Leva di terra, Leva
dell’aria eppoi un generico Nuova leva “nuova generazione”, Levàbile,
Levàta o Levamènto, Levatàccia, Levatrìce, Levatùra (questo anche fig nel
senso di grado o livello), Levànte (dove si leva il sole) con Levantàra,
Levantìna e Levantìno, Levatòio (ponte), Lièvito, questo inc con Lieve, di
cui si ha documentazione già con gli egizi nel 2600 aC, con la locuzione
Lievito madre o Lievito naturale con le varianti Pasta madre, Madre acida,
Pasta acida; a Bari si svolge la tradizionale Fiera del Levante.
Eppoi l’esot ingl Leverage italianizzato Leveràggio, e i prefissati fig o meno
Allevàre (pref AD allativo) con Allevamènto, Allevàta e Allevatòre con
Allevatrìce. Rilevàre da RELEVARE (pref RE uguale a RI iterativo) con
Rilevamènto, Rilevànte, Rilevatàrio, Rilevatòre, Rilevatùra, Rilevaziòne e
Rilièvo con Rilievografìa. Sollevàre con Sollevatòre, Sollevamènto,
Sollevaziòne e Sollièvo dal lat SUBLEVARE (pref SUB); Lèva ha assunto
fig una seconda attestazione militare (arruolamento obbligatorio), artistico,
culturale e sportivo (affermazione giovanile).La composizione MANUM
LEVARE alzare la mano ha dato origine ai termini ital Mallevàre,
Mallevadòre, Malleverìa. L’ital ne ha tratto ancora un pref LEVA per
composizioni quali Levacàpsule, Levafògli, Levanòccioli, Levapùnti,
Levatòrsoli.
Levofobìa, infine, è l’avversione psicologica per la parte sinistra del corpo.
Incrinatùra, Incrinàto, da Incrinàre, che sarebbe stato il verbo denm da un
tardo lat CRENA “fessura, intaglio” sopravvissuto nel nostro Crèna “tacca”;
nulla con l’etim di Crìna, Crinàle, Crìne o Crìno, Crinièra, Crinìto, tutti
derivati dal lat CRINIS testa del monte, metaf i capelli, la chioma CRISNIS,
la cui variante avrebbe condotto a CRISTA-Crèsta, cui Crestàia, Crestàto,
Crestèlla, Crestìna, Crestòne, Crestòso, Crestùto.
IL gr conta LOPHOS per cresta-pennacchio-ciuffo cui il percorso ital Lòfidi
(Famiglia di pesci) con Lofifòrmi (l’Ordine) e Lofobrànchi (altro Ordine)
snm di Singnatifòrmi, Lofòcero (sorta di uccello africano, col gr KERAS
corno), Lofòforo (coil gr PHOROS che porta), Lofòte dal gr LOPHOTOS
crestato, Lofòtrico (col gr THRIKS TRIKHOS pelo.
Il lat conta IUBA per criniera, svoltosi nel volg JUBBA, cui l’ital Giùba o
Giùbba con Giubbàto. L’ital Giùbba quale capo di vestiario, con Giubbètto,
Giubbìno e Giubbòtto, è invece inv dall’ar GIUBBA sottoveste.
Spaccàre è l’omologismo di genesi long, da SPAHHAN fendere, quindi non
conterrebbe il pref lat-ital sottrattivo S, cui Spaccàta snm di Scoscio nella
danza, Spaccàto, Spaccatùra, il fig Spaccòne con Spacconàta, in complanare
con l’omologismo franc Guascòne (dal XIV sec) da GASCON, cui
Guasconàta da GASCONNADE, eppoi Guasconàggine o Guasconerìa, in
senso fig da Guascone relativo al toponimo franc Guascogna, glb da A.
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Dumas nel romanzo “I tre moschettieri” in riferimento a D’Artagnan
originario della Guascogna; il perf S sottrattivo è contenuto invece
nell’evitabile omn Spaccàre “disfare il pacco”, ispirato da Impaccàre col pref
IN illativo, con ancora Spacchettàre da Pacchetto. Denm da QUARTUS
quarto, i latini coniarono EX-QUARTARE ridurre in quattro pezzi con pref
EX estrattivo, cui Squartàre e Squatràre (con metatesi), Squartamènto,
Squartatòio, Squartatòre, Squartatùra, il devb Squàrto, il composto
Squarciafògli (ant termine per “relazione”); dal lat volg EX-QUARTIARE, e
questa volta con pref EX dispersivo, l’ital ha aggiunto Squarciàre cui
Squarciamènto, Squarciatùra, Squarcìna “coltellaccio”, il devb Squàrcio, i
composti Squarciagòla e Squarciasàcco solo nella locuzione A
squarciasacco “sguardo iroso”.
L’assonanate Squarquòlo, invece, è connesso con l’onomatopeico
Scaracchiare.
Il percorso di CREPARE avrebbe origine dalla serie onomatopeica KR KR-CR CCR P-CR V, donde Cric cui Crìcca, Criccàre e Crìcchio con Cricchiàre, Scricchiàre e
Scricchiolàre questo con le varianti Sgrigiolàre e Sgrigliolàre, Crosciàre e Scrosciàre
cui Scrosciànte e Scròscio o la variante toscana Stròscia o Stròscio con Strosciàre, il
verso del gallo Chicchirichì. Cornàcchia (snm Gràcula), cui Cornacchiàia e il fig
Cornàcchio “proiettile rumoroso”, dal lat volg CORNACULA, già gr KORONE, con
il snm in Cornìce o Còrnice dal class CORNIX già gr KORONE cornacchia, questo,
con accento piano Cornìce, curiosamente tradotto nel XIV sec anche nel significato
corrente cui Corniciàre meglio Incorniciàre (pref IN illativo), Corniciàio, Corniciàme
(suff AME collettivizzante), Corniciatùra meglio Incornicitùra, Cornicìna e
Corniciòne. Cornice è fig parte letteraria inquadrata da collegare ad altra o altre; quali
le Cornici del Purgatorio.
Il percorso onomatopeico prosegue con Còrvo dal lat CORAX già gr KORAKS, con
la variante Còrbo (la cui vita media è di 69 anni) donde Corbàccio o Corbàcchio con i
fig Corbacchiòne o Corvacciòne eppoi Scorbacchiàre con Scorbacchiamènto e
Scorbacchiatùra.
Da CORAX-Corvo si ha Coracifòrmi (l’Ordine degli uccelli) al quale appartengono i
Momòtidi questo attraverso lo sp MOMOTO ma di genesi indigena sudamericana,
Còrvidi (la Famiglia cui la Gazza e la Cornacchia), Crocidàre, Crocidìo e Nictìcora o
Nittìcora “corvo notturno” col gr NYKS NYKTOS notte; dalla serie onomatopeica
lenita GR C, ci vengono ancora Gràcchia o Gràia (snm di corvo) con Gràcchio
(uccello al mas) attraverso il prvz GRALHA cui Gracchiàre con Gracchiamènto,
Gracchiàta, Gracchiatòre e Gràcchio o Gracchìo, Gracidàre con Gracidamènto e
Gracidìo dal lat GRACITARE (verso dell’oca), Gracilàre (verso della gallina, snm
dell’onomatopeico Croccolare altrimenti detto Chiocciare o Crocchiare o Gorgogliare
per i liquidi) connesso col gr KRAZO grido.
Il termine Gràcula è dal lat inv GRACULUM (plur GRACULA) snm di Cornacchia
con la variante Gròla da GRAULUM snm sia di Cornacchia sia di Corvo.
Il lemma Cricèto, cui Cricètidi (la Famiglia), non entrerebbe nei derivati
onomatopeici, poiché è dal lat CRICETUS attinto al boemo KRECEK, pertanto è un
omologismo indiretto; però, nulla vieta di credere ad un’origine della serie KR. Tra i
Cricetidi si conta il Gerbìllo, omologismo dallo sp GERBILLO; fuori percorso
Gerbèra “sorta di pianta” il cui none è ispirato al naturalista T. Gerber (XVIII sec).In
area glb, si conta l’ingl Hamster che sta per Criceto dorato e, in estensione, per la sua
pelliccia; termine questo però di genesi slava già iran e che pare risalga all’avestico
HAMASESTAR in connessione fig.
1
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ACCIDENTE
Accidènte, Accidentàccio e Accidentàle, l’interiezione Accidènti!
con la variante tabuistica Accipìcchia! sono i composti di AD e
CADERE, variante volg di AD CIDERE, donde Accadère, il cui pref
allativo AD imprime il senso di “avvenimento improvviso e
spiacevole”; seguono Accidentalità, Accidentàrio, Accidentàto,
Accìdere (volg di Uccidere) e le imprecazioni Accidèrba!
Accidèmpoli! il primo composto eufemisticamente con Erba, il
secondo addirittura con la città di Empoli, questo vrs dai tempi delle
rivalità comunali, similmente alla frase “Meglio avere un morto in
casa che un marchigiano (o pisano o altro) alle porte”. Occidènte
“cadente contro l’orizzonte”, il punto dove tramonta il sole, deriva
dalla composizione lat OB-CADERE, cui Occàso e Occìduo. Nella
teologia medv CAEDIA era lo stato di malinconia e di decadimento
sprirituale. Con il prefissato OCCIDERE (OB CIDERE), cui il
supino OCCASUM, l’ital ha ricavato Occasionàle, Occasionalìsmo e
Occasiòne da OCCASIO OCCASIONIS nel senso di “opportunità”
(che cade all’improvviso), cui Cagionàre, Cagiòne, Cagionèvole,
questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, e
Cagionevolèzza (anche nel senso fig di colpa o malattia) con
attestazione sett del gruppo sio in gio. Con il prefissato
PROCIDERE (PRO CIDERE) cadere innanzi l’ital conta Procidènza
(adottato dalla metà del XVI sec) snm di Prolasso (dal XVIII sec).
\ In termini filosofici, Accidente è l’opposto di Sostanza, questo da intendere “ciò che
è in sé e per sé”.\
Altri prefissati Decadère o Dicadère dal lat DE CADERE con
Decadènte, Decadentìsmo (movimento artistico e letterario tra il XIX
e XX sec) cui Decadentìsta e Decadentìstico, Decadènza,
Decadimènto o Dicadimènto e Decadùto o Dicadùto, Scadère dal lat
EX CADERE con Scadènte, Scadènza, Scadenzàre, Scadenzàrio,
Scadimènto, Scadùto.
Il percorso semplice conta quindi Cadère direttamente dal lat
CADERE con Cadùta e Cadùto, Cadènza e Cadenzàto, Caditòia,
Cadùca (snm di Decidua) con Cadùco da CADUCUS cui Caducàre,
Caducaziòne, e Caducità, i composti Caducicòrni (snm di
Plenicorni), Caducifòglio; il gr conta lo specifico PIPTO io cado cui
il linguistico Diptòto dal gr DIPTOTOS “sostantivo con una
terminazione che vale per due casi” (col pref DIS due volte) e vrs il
volg mer Pipito “peto” con l’accr Pipitone in senso fig “far cadere un
peto”.
Il lat conta i prefissati DECIDERE che vale cadere giù svoltosi in
ital nel significato di Definire “mettere giù – sul tavolo - la propria
soluzione”, ACCIDERE cadere sopra svoltosi nell’ital “porre – far
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cadere - una tassa su…” cui Accisa.
Il lat CADERE, nel significato di cadere, s’è svolto nel volg
CASARE cui CASUS caduta e l’ital Càso “ciò che cade” (in
circostanza fortuita) con Casàccio e la locuzione A casaccio, Casìsta
o Casuìsta attraverso il franc CASUISTE gia sp CASUISTA con
Casìstica o Casuìstica, Casuàle cin Casualìsmo, Casualità,
Casualizzàre e Casualizzaziòne, e il glb Casual, la locuzione lat
corrente Casus belli “caso di guerra” ossia “il motivo”; termine
alieno Casoàrio o Casuàrio “sorta di uccello” dei Ratiti cui
Casuarifòrmi (l’Ordine) al quale appartiene Emù uccello simile allo
struzzo, di voce australiana attraverso il franc EMEU. Da CASARE
poi, il lat conia CASICARE, donde l’ital Cascàre col prefissato
Ricascàre ed un sostantivo fig Ricàsco (pref RI iterativo), eppoi
Cascàggine “rilassamento”, Cascàme (suff AME per collettivi), il
composto fig Cascamòrto, Cascànte, Cascatìccio, Cascàto con
Cascàta; la più spettacolare cascata al mondo è la Cascata del
Niagara ripartita in Cascata americana, Cascata a ferro di cavallo e,
la minore, Cascata a velo nuziale.
Il percorso prosegue con Cascatòre, Cascatùra con il suo devb Càsco
“caduta” questo anche nel senso peggiorativo di “caduto e rotto”
come un vaso, e fig la cascata di una infruttescenza di banane.
Da inserire da Cascare l’intensivo Cascolàre cui i dvb Càscola
“caduta di gemme” e Càscolo “grappolo d’uva con miseri acini2 snm
di Cascaticcio, e un prefissato Incascolìto “non maturato bene, per
accezione il grappolo d’uva”.
Il Càsco quale “elmo” è dallo sp CASCO, certamente connesso con
il lat CASICARE in odore d’enantiosemia; il Casco, infatti, protegge
dalle cadute, cui i dim Caschètto questo anche fig, la locuzione
militare Caschi blu “truppe ONU” e Cascherìno, questo il ragazzo
romano che porta il cesto di pane fig “sul capo come un casco”.
Cascavèl “serpente a sonagli” dallo sp CASCAVEL sonaglio è in
presumibile connessione col lat CASICARE cascare nel senso di
“pendaglio”. Il gr conta PIPTEIN cadere cui PTOSIS caduta
rintracciabile nel suff PTOSI per composizioni quali Isteroptòsi
“abbassamento dell’utero” o Metroptòsi, eppoi il termine linguistico
Triptòto perfissato Tri tre e PTOSIS con valore fig di “desinenzacaso”.
Lo sp conta CASCARA corteccia, vrs in connessione fig con il lat
CASICARE cascare (la corteccia infatto casca al ricambio), cui gli
esot Cascarìlla “sorta d’albero delle Euforbiacee” e la locuzione
Cascara sagrada ( corteccia santa) “arbusto delle Ramnacee” vrs per
le sue credute proprietà guaritrici.
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Snm di Casco è Elmo-èlmo, con Elmètto, l’omologismo dal got
HILMS, cui la locuzione Colombo elmato “sorta di colombo”.
Nell’onomastica si conta un Elmo cui la locuzione Fuochi di
Sant’Elmo, quel lampeggimento bluastro (molecole di azoto e
ossigeno) che può precedere un tamporale.
Il lat, comunque, conta lo specifico CASSIS elmo metallico, di
derivazione etrusca, cui Càssida o Càsside, Cassìdidi “Famiglia di
molluschi”, nel senso di “vuoto” attraverso il rad KAS mancare
donde il lat CASSUS vuoto. Fuori percorso l’omologismo
Cassidìsmo dall’ebr HASID pio cui Cassìdico, riadattati da
Hasidìsmo e Hasìdico.
\ Erba
Erba-èrba è dal lat HERBA, cui Erbàggio o Erbàccio snm di Erebàtico,
Erbàceo, Erbàio, Erbaiòlo con le varianti Erbaiuòlo, Erbaròlo o Erbaruòlo, il
dannunziano Erbàle, il composto Erbalàùce “vitigno”, Erbànza, Erbàrio,
Erbàta, Erbàto, Erbatùra, Erbeggiàre, il dim Erbètta, il composto Erbicìda,
Erbìre, Erbivèndolo (suff VENDOLO), il composto Erbìvoro, Erbolàre o
Erboràre, Erbolàto o Erbolàtto, Erboraziòne, Erborinàto “sorta di formaggio”
attraverso il milanese Erborin “prezzemolo” con Erborinatùra, eppoi
Erboristerìa con Erborìsta ed Erborìstico, Erborizzàre con Erborizzatòre e
Erborizzaziòne, Erbòso, il dim Erbùccia e i prefissati Aderbàre (AD
allativo), Diserbàre (pref DIS sottrattivo) con Diserbàggio, Diserbànte,
Diserbatùra e Disèrbo, Inerbàre con Inerbìre e Inerbimènto.
Termine pseudoetim Erbiio-èrbio “elemento chimico” (simb ER) dal nome
della città Ytterby in Sozia dove fu scoperto.
Erba, dal lat HERBA, è dal tema med GHERBA erba, cui Ghèrba, Gèrbido
“terreno brullo, incolto” snm di Baraggia e Magredo, eppoi Zerbìno (snm di
Nettapiedi) questo dall’ar ZIRBI tappeto, a conferma della mediterraneità di
una termine, vrs connesso con Zerìba omologismo dall’ar ZARIBA. Zerbino
è anche un personaggio dell’Orlando Furioso dell’Ariosto, cui Zerbinèsco e
Zerbinòtto.
Zerbino (adottato dal 1841) è in snm con Stoìno o Storìno da Stuòia o Stòia
(già dal XIII sec) dal lat STOREA cui Stuoiàre o Stoiàre e Stoiàto.
Dalla definizione lat HERBA BETA erba bietola inc con Barba ha dato
Barbabiètola; Bièta o meglio Biètola, dunque, è dal lat BETA cui Bietìcolo
con Bieticoltòre e Bieticoltùra, il fig Bietolàggine snm di Insulsaggine,
Bietolàio, Bietolòne questo snm di Atreplice e fig vale “credulone”. Il gr
conta BOTANE erba, cui BOTANIKOS dal quale l’ital ha assunto il
termine Botànica con Botànico attraverso il lat BOTANICUS, eppoi
Botanìsta, i composti Botanofobìa “avversione per le piante” e
Botanomanzìa.
Il gr conta POA erba cui il composto Poèfago “sorta di mammifero” snm del
glb ingl Yak di genesi tibetana.
Un campo d’erba equivale a Pràto, questo dal lat PRATUM d’etim ignota,
cui i desueti plur Pràta o Pratòra, Pratàglia, Prataiòlo o Prataiuòlo, Pratellìna,
Pratènse, Praterìa, Pratìcolo (col suff lat COLO come in Agricolo) e
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Praticoltùra, Pratìle dal franc PRAIRIAL (il nono mese del calendario
rivioluzionario), Pratìo o Pratìvo, Pratìsta (termine sportivo), Pratìto,
Pratolìna ssm di Margherita, Pratolìno e Pratòso; Pratèse è l’abitante di
Prato, toponimo connesso con questo percorso.
\ Accidia
Accìdia, infine, termine alieno nel percorso AD CIDERE, deriva
direttamente dal gr AKEDIA cui il medv ACIDIA sopravvissuto nel snm
Acèdia o Acedìa ed indica l’indolenza nell'operare, snm di indifferenza ed
apatia traducibili in “comportamento che favorisce del male al prossimo”.
Nello stesso percorso, Accidiàre, Accidiosàggine, Accidiòso.
\ Secondo Dante, gli accidiosi meritano l’Inferno \
UCCISO
Uccìso, Pp di Uccidere dal lat OB-CAEDERE. L’accezione “tagliare
per uccidere” è comprensibile dal fatto che un’arma da taglio pur
primordiale procura profonde ferite letali; simile all’accezione
“mazza per ammazzare”, il cui strumento risulta ben più micidiale
del bastone. La lingua ital ne ha tratto Uccìdere da OCCIDERE con
un ant Occìdere fedele al lat, con un prefissato Trauccìdersi
“uccidersi a vicenda”, eppoi Uccidimènto e Ucciditòre quest’ultimi
due in via d’estinzione. Uccidimènto, in un’immagine collettiva, è
sostituito dall’anomalo Eccìdio, o l’obsoleto Escìdio, composto di
EX e SCINDERE lacerazione inc con Uccidere. Eppoi Uccisiòne da
OCCISIO OCCISIONIS col fedele Occisiòne, Uccisòre da
OCCISOR OCCISORIS. Dalla composizione con AMB e
CAEDERE erano nati i termini Ancìdere (letterario per uccidere) e
Ancìle da AMB CID SLIS scudo romano divino, questo ancora con
suff aggettivale SLIS, italianizzato in ILE. Dal lat CAEDERE
uccidere, tagliare a pezzi, è nato il secondo membro CIDA-CIDIO
per composizioni lemmatiche, quali Femminicìdio questo un triste
“neologismo” di recrudescenza sociale ispirato all’ingl FEMICIDE,
Fratricidio e Fratricìda (uccisione-uccisore del fratello, ma il termine
è stato esteso anche alla sorella e a chiunque abbia un rapporto di
consanguineità, di amicizia, di cittadinanza, di patria...), Infanticidio
e Infanticìda, Matricidio e Matricìda, Parricidio e Parricìda o
Patricìdio e Patricìda, etim riferiti al padre, ma la semant lo ha esteso
ad ogni ascendente o discendente stretto, madre inclusa, riferito al
termine Parente, che da genitore è passato ad indicare i famigliari,
eppoi Regicidio e Regicìda, il generico Omicìdio con il lat HOMO
uomo, Omicìda, Omicidiàle o il desueto Umicidiàle (in assonanza
con Uomo poiché questo è connesso con HUMUS terra) con
Micidiàle, questo con aferesi lungo il vecchio percorso Micìda,
Micidiàro, Micìdio, infine Suicìda con Suicidio, Suicidàre, Suicidàrsi
1
e il composto Suicidògeno, Liberticìdio e Liberticìda, Uxoricidi e
824
Uxoricìda (uccisione della moglie, ma il termine è stato esteso anche
all’altro coniuge).
In termini botanici, il secondo membro Cida sta per che si apre, si
fende.
\ Deicìda è chi si è macchiato del sangue di Gesù. Era un’accusa generazionale,
bimillenaria, rivolta al popolo degli Ebrei, ma che, per onore di giustizia, sarebbe
spettato, almeno in correità, anche ai Romani, i colonizzatori della Palestina d’allora.
Le colpe storiche, si sa, ricadono tradizionalmente sui più deboli... e i bianchi di stirpe
europea sono da troppo tempo i più forti.\
1
Suicidare è il transitivo dal sapore ironico, che vale “provocare la morte simulandone
il suicidio”. Il riflessivo Suicidàrsi, invece, da Suicìda attraverso il franc SUICIDE è
una “forzatura linguistica” poiché il verbo già contiene SUI questo genitivo lat del
pronome riflessivo.\
\ Trucidare Troncare Truciolare
Trucidàre, denm da TRUX Trùce, è uno di quei lemmi che hanno subito
un’inversione semant (enantiosemìa) come Mondizia per Immondizia. Inv
graficamente dal lat, verbo denm da TRUX-CIDA (come Omicida) stava ad
indicare uccisione di un truce (violento). Un’inversione di marcia nel
percorso semantico lo ha svolto in “uccidere in maniera truce, violenta”,
trasferendo quindi il qualificativo di truce nell’uccisore, il Trucidatòre; in
percorso, Trucibàldo (composto con Baldo) e Trucidità.
Altro derivato di TRUX è Truculènto o Tucolènto “terrificante” con
Trucolènza, ma la semant l’ha moderato nel senso che non riesce a
spaventare per la sua ingenuità, allora, può anche rivelarsi un brano di
narrativa, un film, una sceneggiatura, una scenografia, il cui autore dice sia
spaventevole.
Dalla famiglia TRUX si farebbero discendere pure i termini, reali o fig,
Trònco, Troncòne, Troncàre con Troncamènto, Troncàto, Troncatùra, l’accr
Tronchèse dal franc TRICOISES tenaglie inc con Troncare cui il dim
Tronchesìna, il fig Tronchètti “sorta di stivali”, il dim Tronchètto, Troncòne
cui Tronconatùra, l’aggettivo Tronculàre, il composto Troncocònico, il
prefissato Stroncàre (S durativo Stroncatùra) anche con valore fig, cui
Stroncamènto, Stroncàto o Strònco, Stroncatòre, Stroncatòrio e Stroncatùra,
Stroncòne.
Il Troncamento, in linguistica, è snm di Apocope ed è la caduta di uno o più
fonemi finali di una parola innanzi ad una seconda che inizi o per vocale o
per consonante, cui Qual è e non Qual’è. Sono tutti dal lat TRUNCUSTRUNCARE cui un obsoleto Truncàre, ma occorre analizzarne il percorso.
Nella lingua lat, gli aggettivi terminanti in CUS rivelano un’imperfezione
fisica, pertanto si è supposto TRUNCUS quale inc di MANCUS monco,
tronco con TRUX (Troncone è infatti snm di Moncone), e quindi anche nel
significato di tagliare, amputare, metaf censurare. Il termine Trùcia
“miseria, aspetto di trascuratezza” non pare inserito nel tema di TRUX, ma
lo si considera tratto dal franc ant TRUCHER vagabondare, cui forse il lat
volg EXTRUDERE cacciare fuori e Strusciàre questo con pref S intensivo
da rad TREUD battere vale “logorare” riferito agli abiti, sovrapposto a
Strisciare da Striscia.
\ Nel volg d’oggi, localizzato al Sud della penisola, ma in rapida comprensione
825
altrove, grazie alle emigrazioni, esiste il termine Strùscio che vale per lunga
passeggiata collettiva sul corso principale. Lo Struscio per accezione avviene la sera
dei Sepolcri, il Giovedì Santo, per recarsi in pellegrinaggio nelle chiese, dove appunto
è allestito simbolicamente il Sepolcro (Repositorio), e venerare il corpo di Cristo
morto. \
Strìscia è da un onomatopeico STR C con riferimento vrs agli animali che si
muovono rasenti al terreno e sibilanti (lasciando tracce a strisce), cui il denm
Strisciàre, Strisciamènto, il sostantivo Strisciàndo (termine musicale),
Strisciànte, Strisciàta, Strisciatùra, Strìscio, l’accr Strisciòne, l’avverbio
Strisciòne meglio Strisciòni. Il volg napoletano conta Strascìno nell’indicare
l’azione di trascinare qualcuno per capelli, sia semant che fig.
\ Strìscia è anche una tecnica di ceramica in correlazione con la tecnica del
Colombino; questa tecnica è di elaborazione più veloce rispetto alla seconda ed è
meno flessibile. L’importante è assicurarsi di legare bene le strisce fra loro e curarle
durante l’applicazione.\
Il long conta STRIHHA striscia cui Strìcco “termine navale” e vrs in
connessione con Stricàre cui Stricatùra “termine tessile”. In ambito indoeur,
l’onomatomeico STR riappare nell’ingl STRIP striscia, cui il glb Strip per
“striscia di fumetti” e “striscia sulla quale si riportano i dati di un aereo in
volo” (terminologia del Controllo del Traffico Aereo). L’ingl STRIP vale
ancora asportazione-rimozione cui il glb Streaptease “asportazione degli
abiti”, Stripping “staccare” con l’omologismo Strippàggio, Stripapèlle snm
di Crepapelle. L’ingl conta ancora TO CRAWL strisciare cui il glb sportivo
Crawl “stile di nuoto” con Crawler e il semiomologismo Crawlìsta.
Il lemma Strubbiàre è l’inc di Strusciare con Strebbiare. Dal verbo lat
TRUDERE spingere perviene direttamente Trùdere e, in composizione,
Astrùso (Pp) col pref AB cui Astrusàggine, Astruserìa e Astrusità, Detrùdere
e Detrusòre con il pref DE, Intrùdere con Intrusiòne e Intrùso col pref
illativo IN, Protrùdere con Protrudìbile, Protrusiòne e Protrùso col pref PRO
innanzi.
Dal verbo lat volg TRUDICARE, iterativo di TRUDERE spingere, deriva
Truccàre, con i desueti Trucchiàre e Trucciàre, cui Truccàbile, Truccàto,
Truccatòre e Truccatùra, Truccòne, il prefissato Struccàre con Struccàto,
Struccatùra e Strùcco; eppoi, il fig Truccàre con Trùcco (ingannare e
inganno-artificio) riferito anche ad un ant gioco del biliardo transitando dal
franc TRUC abilità svoltosi dal prvz TRUC colpo da TRUCAR. Da
Trucciàre nel senso di “sfregare” l’ital conta Trucciamènto. Nel Veneto,
Struccare vale “stropicciarsi amorevolmente” ovvero “Pomiciare”, vrs da un
primitivo riferimento alla donna che ci rimetteva il trucco; il termime s’è
attestato nell’azione generica di toccare e premere (spingere), ad esempio un
pulsante.
Con il gr TROKHOS ruota, cui il lat TROCHUS cerchio di ferro, l’ingl
TRUCK autocarro, appare in connessione il percorso lat TORQUERETORTIARE-TORTIOLARE-TORCULARE, da rad TERKW TREKW, cui
Tòrcere e Attòrto (Pp), Tòrchio da TORCULUM cui Torchiàre con
Torchiatòre, Torchiatùra e Torchiòtto, il glb franc Torchon, Tarchiàto (inc
Torchio-Marchiato) che non ha niente del termine nautico Tàrchia “vela
aurica trapezoidale” (dal XVIII sec) cui la locuzione Vela a tarchia, d’etim
826
non rintracciato ma vrs connesso con lo sp TARQUINA; il percorso
continua con Torcimènto, Torcitòio, Torcitòre con Torcitrìce, Torcitùra,
Tòrcolo (parasnm di Torchio) con Torcolière Torsiòne con il prefissato
Detorsiòne (pref DE) e con i composti Torcicòllo questo anche fig “sorta di
uccello” snm di Capotorto, Torcìmetro e il fig Torcinàso “odore piccante”
questo dal composto lat NASTURTIUM (NASUS naso e TORTUS Pp di
TORQUERE) cui Nastùrzio snm di Cresciòne ed anche di Cappuccina nella
locuzione Nasturzio indiano o Nasturzio del Perù; eppoi Tòrta con Tortèllo
e Tortellìno (pasta ravvolta), Tortèzza, Tortìccio, Tortièra, gli omologismi
Tartìna e Tartelètta dal franc TARTE torta e dal suo dim TARTELETTE.
Tòrtile da TORTILIS del Pp TORTUS di TORQUERE cui Tortìglia,
Tortigliàre, Tortigliòni “sorta di pasta alimentare” e Torcigliàre con
Torcigliòne dal volg TORTILIARE sovrapposto a Torcere, eppoi l’esot
dallo sp Tortìlla, Tortìre con Tortuòso e Tortuosità, il popolare Tròccoli
(pasta fatta in casa), Trùciolo meglio Trùcioli attraverso una forma fig dal gr
TROKHOS ruota con Truciolàre, Truciolàto, Truciolatòre, Truciolatrìce e
Truciolatùra.
Con i pref, Attòrcere (AD allativo) con Attòrto o Intòrto (IN illativo),
Attorcigliàre, Attortigliàre con Attortigliamènto, Contòrcere con
Contorsiòne, Contorsionìsmo, Contorsionìsta, Contorsionìstico e Contòrto
cui Cortortamènte e Contòrte (Ordine nella Tassonomia vegetale della
Classe delle Dicotiledoni), Distòrcere con Distorcimènto, Distorsiòne,
Distorsìvo, Distorsòre e Distòrto, Estòrcere con Estorsiòne, Estorsìvo,
Estorsòre ed Estòrto, Intortigliàre questo inc di Intorto e Tortigliare,
Rattòrcere (con doppio prefisso RA(D) Intensivo), Ritòrcere (RI iterativo)
con Ritorcimènto, Ritorcitòio, Ritorcitòre, Ritorcitrìce, Ritorcitùra,
Ritorsiòne dal lat RETORSIO RETORSIONIS, Ritorsìvo, il sostantivo
Ritòrta e l’aggettivo Ritòrto, Scontòrcere (doppio pref S intensivo con
Contorcere) cui Scontorcimènto e Scontòrto, Stòrcere con Stòrto e Bistòrto.
Dal Pp Storto l’ital conta Stortèzza, ilo volg Stortignàccolo, Stortùra e il
sostantivo al fem Stòrta con valore di “distorsione-svolta tortuosa-recipiente
per distillazione cui Carbone di storta- contenitore per urinare (Pappagallo)arma da taglio”.
iI volg Intorcinàre con Rintorcinàre, Intorcolàre e Torcinèllo, questo
altrimenti detto fig Marro dal lat MARRO ciottolo, meglio al plur Torcinèlli
dal volg mer Turcinieddi, sorta di polpette, più comune di involtini a base di
fegato e altre interiora d’agnello o capretto, raggomitolati, riavvolti, con rete
(omento) delle budella, diffusi nell’ital Fegattèllo, meglio Fegatèlli, questi
però conosciuti con fegato di maiale; Fegatèllo è anche fig lo spezzone che
raccorda due scene di un film.
Turcinuna è una voce volg insulare (Sicilia e Sardegna) che indica una
ricetta a base di pesce.
Altro snm mer di Torcinello è Gnummariello o Gnummarieddo, meglio
Gnummarielli o Gnummarieddi, il dim di un volg che sta per “gomitolo” fig
attestatosi dal lat GLOMUS viluppo-intreccio (Ricerca etimologica in
vernacolo grottagliese di Cosimo Occhibianchi); infatti, ad accreditare
questa tesi etim, l’ital conta un non gutturale Gliòmmero che vale
827
“gomitolo” metaf “intrigo”, da GLOMUS. Si potrebbe però condividere di
connettere questo termine volg Gnummariello con il lat NUMMUS unità
monetaria attraverso il fenomeno dell’attestazione fonetica della consonante
N in GN, come Cane e Cagna, Niuno e Gnuno, Nero e Gnuru (volg mer),
Nudo e Ignudo, SENIOR (lat) e Signore, SOMNIUM (lat) e Sogno… e
come dal tema med KLANA acqua stagnante pare sia derivato il Làgno
fossato attraverso il percorso (K)LANA-LANA-LAGNA-LAGNO; allora,
Gnummariello corrisponderebbe a “piccolo gnummo” attraverso la
mutazione fonetica Nummus-Gnummo ed avrebbe un significato
metonimico, ovvero traslato dal corrispettivo in denaro per questo ant Piatto
povero, al costo di un nummus svoltosi in gnummo.
Il percorso continua con Tormèntare, cui Tormènto, Tormentòne,
Tormentòso e Tormènta attraverso il franc TOURMENTE, deriva dal lat
TORMENTUM già TORCMENTON questo nome di strumento da
TORQUERE torcere.
Snm di Tormentare è Travagliàre dal lat TRIPALIARE “torturare col
TRIPALIUM” questo sorta di strumento di tortura di “tre pali”. Il lemma
però è pervenuto attraverso il franc TRAVAILLER cui Travàglia,
Travagliamèpnto, Travagliatìvo, Travagliàto, Travagliatòre, Travagliòso e
Travàglio questo snm sia di Fatica, attraverso il significato franc di
TRAVAILLE lavoro e TRAVAILLER lavorare, sia di Tortura; eppoi,
rifacendosi allo strumento di tortura, vale “attrezzatura per immobilizzare i
cavalli”. Il volg mer conta Travagghiare “faticare”.
Dal lat TORQUERE, connesso col celt TORQUES collana, e attraverso
questo, l’ital conta Intòrto da INTORTUS quale Pp del prefissato
INTORQUERE (IN illativo) e nell’onomastica Torquato da TORQUATUS
ornato di collana. Il lemma Torta, assume un significato fig in locuzione
quali Grafico a torta (esempio, la composizione delle componenti nel
Parlamento), Fetta della torta (del malloppo) e il verbo Intortàre
nell’intendere “involgere, coinvolgere”. Il lat conta lo specifico TORULUS
funicella connesso con il lat TORQUERE torcere cui il fig Tòrula (Genere
di funghi) con il patologico Torilòsi.
Il percorso continua con Tòrto da TORTUM quale Pp di TORQUERE, sia
sostantivato che aggettivato con l’accr Tortòne, Tortòre (omn di Tortore
“tortora”) che vale “persecutore”, e fig “bastone” con Tortoràta, dal
TORQUERE torcere, Tortùra dal tardo TORTURA cui Torturatòre,
Torturatrìce o Totrìce con Tortrìcidi (Famiglia d’insetti); termini sovente
associati a Masochìsmo e Masochìsta, Sadìsmo e Sàdico, unificati in
Sadomasochìsmo con Sadomasochìstico e nell’ellittico Sadomàso, i quali
contengono un etimo cognomastico, ossia, rispettivamente da L. Sacher
Masoch e da D.A.F. de Sade, i cui scritti trattano tali perversioni.
Il percorso dovrebbe infine includere Tòrvo “sguardo torto” (dal XI sec) dal
lat TORVUS cui Protèrvo e Protèrvia, ma la connessione non è certa, snm di
Bieco (questo già prima del 1313).
\ La cognomastica pare talvolta il marchio dell’individuo; Tomas de Torquemada
(1420/1498) è passato alla storia per essere stato il grande inquisitore spagnolo,
responsabile di circa 2000 condannati al rogo per bigamia, eresia, stregoneria ed
828
usura.\
\ La torta nuziale
Linguisticamente, il vocabolo Torta sarebbe l’esito di una millenaria
evoluzione della primitiva rad indoeur TERKW-TREKW che avrebbe dato il
gr Trokhos “ruota” e dai qui il lat Trochus “cerchio di ferro”.
La lingua ingl, naturalmente indoeur, conta Truck “autocarro”.
Dalla rad, quindi, si sarebbe avviato quel percorso lat-ital in Trochus e poi
Torquere il cui Pp Tortus ci fa arrivare finalmente a Torta così già adottato
dal lat tardo.
C’è da aggiungere per onestà di ricerca che alcuni studiosi hanno dei dubbi
su quest’origine del vocabolo poiché la “o” di Torta in lat tardo è di quantità
lunga rispetto al Pp Tortus. I medesimi, però, non avanzano altri chiarimenti.
Comunque sia, i greci antichi chiamavano PLAKUNTES la torta i cui
ingredienti base erano farina e miele ma pare che ci aggiungessero il sesamo
per quella nuziale.
Il dolcificante miele, in assenza dello zucchero, continuarono a utilizzarlo i
romani per la torta nuziale, questa a base di orzo.
È nel Medioevo, dopo il Mille, che fu ideata la torta nuziale alta,
dall’infrastruttura montata con pane e biscotti e la sua altezza era in
proporzione al numero degli invitati.
La “modernità” medievale era data anche dall’introduzione del dolcificante
importatio dagli arabi, lo zucchero, che lo acquisivano nel mercato indiano.
\ Komma Kopto
KOMMA pare connesso al gr KOMMI già egiziano KEMAI cui il lat
CUMMI svoltosi nel volg GUMMA e nell’ital Gòmma cui il glb franc
Gommàge che sta per Gommatùra, Gommagùtta transitato dal franc
GOMME-GUTTE (composto con il medv KUTTA goccia), Gommàio,
Gommàre, Gommàre con Gommàto e Gommatòre, Gommìno, Gommìsta,
Gommòne “imbarcazione” con Gommonàuta, Gommòsi (in botanica, col
suff OSI), Gommòso con Gommosità, i prefissati Sgommàre (S sottrattivo) e
Sgommàre (S intensivo) con Sgommàta, Sgommàto e Sgommatùra,
Ingommàre con Ingommatàra (IN illativo) i composti Gommalàcca,
Gommapiùma, Gommarèsia o Gommorèsina, Gommaspùgna, Gommìfero,
Gommifìcio; la connessione KOMMA-GUMMA-Gomma con KOPTO
appare chiara per la proprietà della gomma di poter essere facilmente incisa.
L’ital conta l’omologismo Guttapèrca “gomma naturale” dal malese
GETAH PERCHA albero della gomma attraverso l’ingl GUTTAPERCHA.
Tessuto gommoso è il Caucciù con la variante Catù, termine questo
importato dal franc CAOUTCHOUSE già carabico KAHUCHU.
Il gr KOPTO sembrerebbe connesso al Còpto che indica il cristiano d’Egitto
e dell’Etiopia, dall’omonima lingua parlata in Egitto sino al XVI sec e
sopravvissuta nella liturgia, similmente al lat cattolico. COPTO nasce
nell’ar-egiziano in QUFT, QUBT, cui il gr AIGYPTIOS egiziano. Nulla
vieta di pensare che il COPTO, lingua, sia connesso al KOPTO taglio di
“incidere per scrivere”. In connessione, il gr conta SKOLYPTO
tagliare per scavare cui Scolìtidi “Famiglia d’insetti”. Da una
corruzione di AIGYPTIOS l’ital conta un Ghèzzo (già nel 1294) con
829
valore di “nericcio (come un moro)”.
\ Condanne capitali
Uccidere è un reato punibile dalle leggi divine e terrene solo se perpetrato in
maniera autonoma; infatti, le guerre e le sentenze capitali hanno sempre
esonerato gli uomini dai reati di strage e d’omicidio.
Guerre e condanne a morte storicamente accolte finanche nelle religioni.
Si starebbe tuttavia facendo strada il principio che nemmeno in guerra è
lecito uccidere se non in frangenti d’accertata contrapposizione bellica.
Ci sono stati processi e condanne per i crimini nazisti, sentenze punitive per
politici e generali dell’Ex Jugoslavia e si pretendeva giustamente di chiedere
a Pinochet il conto per le troppe giustizie sommarie in Cile.
È del primo giorno di dicembre 1998 la sentenza della Cassazione Italiana,
che conferma l'ergastolo per l'ufficiale tedesco Erich Priebke, tra i
massacratori dei 335 civili a Roma, nelle Fosse Ardeatine, in rappresaglia
per l'attentato di Via Rasella.
"S’imponeva la disobbedienza gerarchica" citano i giudici, per quel "barbaro
eccidio".
Certo, che se la logica umana e civile della disobbedienza gerarchica
(disobbedire ove l'ordine sia contrario alle norme del diritto internazionale),
finalmente scalzante quella infame e militaristica dell’obbedienza pronta e
cieca, diventasse patrimonio di tutti gli eserciti, l’umanità andrebbe
veramente incontro alla pacificazione.
Non entrerebbero più esclusivamente le corti dei vincitori (i più forti) a
giudicare i vinti; non ci sarebbero più politici e militari impuniti per i
genocidi simili ai 150.000 atomizzati di Hiroshima, per i neonati dal cranio
vuoto, per quelle donne e per quei bambini trucidati nei propri villaggi,
come nel conflitto vietnamita.
Il Cattolicesimo aveva superato la fase storica delle sentenze di morte in
nome di Dio (24 agosto 1572, la strage degli Ugonotti nella Notte di S.
Bartolomeo) e ricorre sempre meno alle scomuniche.
Ritorna il pensiero cristiano del divieto assoluto di procurare la morte del
prossimo, in qualsiasi frangente (Non uccidere - Ama il prossimo tuo come
te stesso).
Come per le Tavole dei Comandamenti, non possono esistere deroghe,
nemmeno per intervento papale (Il Papa ha ragione quando afferma che la
chiesa non può essere democratica, appunto perché le leggi fondamentali
non possono essere modificate, sospese, abrogate dalla base), così per la
Legge Musulmana, la sentenza di morte per lo scrittore Salam Rushdie è
Fatwa (vincolo religioso), cioè non abrogabile dagli uomini.
Duemila anni d’esecuzioni capitali nella nostra penisola, dall’Antica Roma
alla Prima Repubblica Italiana.
Nell’Antica Roma repubblicana si condannano a morte gli schiavi e i
traditori; in quella imperiale, anche gli uomini liberi accusati di lesa maestà.
La condanna prevede la decapitazione, il rogo, l’essere divorato da belve
affamate; quest’ultima pratica è stata in verità un breve inciso della storia
romana e al tempo dei protocristiani, considerati ebrei sobillatori dell’ordine
costituito.
830
I parricidi sono invece chiusi in un sacco in compagnia di un cane famelico,
di una vipera o d’altro.
C’è da aggiungere che l’imperatore aveva il dovere di ratificare le esecuzioni
e non poteva sottrarsene anche al cospetto di un congiunto colpevole,
genitore, moglie, figlio che fosse; diversamente sarebbe stato accusato di
grave parzialità.
Nel Medioevo, la condanna a morte rappresenta una vendetta del signore
feudatario e la scelta pratica è lasciata al boia*, il quale escogita delle
scervellanti novità che vanno dal bollitura in olio, al trascinamento o allo
smembramento tramite cavalli e allo scuoiamento (o scoiamento come vuol
dirsi).
La condanna peggiore, logicamente, è prevista per l’assassinio del proprio
signore "benefattore".
Ai tempi delle Signorie si alzano le forche e quella più decisa è la
milanese.
I Visconti e gli Sforza la utilizzano anche per i reati non contemplati dal
codice, ma considerati tali da un qualsiasi giudice (di parte).
La Santa Inquisizione, il cui eccidio pare abbia statisticamente superato
quello dei lager nazisti, contempla una vasta gamma di strumenti "cristiani":
decapitazione, impiccagione, rogo (Giordano Bruno il 17 febbraio 1600),
soffocamento nel fango; gli ecclesiastici rei, poi, allo scopo di non far
sgorgare il loro sangue "viola", sono lasciati morire in gabbie penzolanti dai
campanili.
L’intelligenza cristiana del Santo Padre polacco gli ha ispirato la richiesta di
perdono, in nome di tutto il cattolicesimo, per i fattacci delle Crociate,
dell’Inquisizione, delle Missioni... ma ancora una volta è l’uomo in sé che
deve chiedere storicamente perdono agli altri uomini, al di fuori cioè della
sua veste religiosa, politica, militare...
L’Illuminismo è il viatico al ripensamento cristiano e civile e le condanne
calano sensibilmente di numero, mantenute generalmente per traditori e spie.
Il primo stato ad abolire le condanne a morte è il Granducato di Toscana nel
1786, poco più di un ventennio dalla pubblicazione di Beccaria "Dei delitti e
delle pene".
L’Italia dei Savoia è indecisa: in ottanta anni di monarchia, la condanna a
morte è sospesa e ripristinata per almeno cinque volte, finché non è del
tutto accantonata nel 1899 dal codice Zanardelli.
L’Italia fascista la reintegra quale difesa di stato, deterrente alle opposizioni,
ma viene estesa anche ai reati comuni, dimostrando l’eclatante debolezza (e
paura) di regime.
L’Italia Repubblicana la elimina per via costituzionale nel 1947, anche se
permane teoricamente sino al 1993 per reati previsti dal codice delle leggi
marziali.
All’alba del terzo millennio, la pena di morte esiste ancora diffusissima nel
mondo; è stata cancellata, esclusa l’Ex URSS, dalle legislazioni in Europa e
negli stati del Centro-Sud America, in Oceania, nella punta estrema del
continente africano.
Il Cile l’ha soppressa nella Pasqua del 2001 e l’Ucraina a settembre.
831
La Turchia, gennaio 2004, quale referenza per entrare nell’UE, ha firmato il
protocollo della Convenzione europea dei diritti sull’abolizione della pena
capitale in qualsiasi circostanza, compresi tempi di guerra o d’imminente
pericolo di scoppio.
Gli ultimi governi abolizionisti sono il Messico e la Liberia, portando a
ottantasei gli stati al mondo che nel 2006 non praticano la pena di morte.
Tutto il resto, salvi gli aggiornamenti, o la mantiene o la utilizza in casi
eccezionali o non intende sopprimerla pur evitandola.
Lo stato di Singapore, addirittura, nel 2004 detiene il primato delle
esecuzioni in proporzione al numero degli abitanti; dal 1991 al 2003, infatti,
se ne contano 408.
Il Libano, dopo cinque anni di sospensione, nel 2004 riprende la pena di
morte con tre esecuzioni.
Nel 2005, in Cina sono state eseguite ben 5000 condanne capitali.
Tra i recenti personaggi strenui partigiani al mondo per l’abolizione
assoluta della pena di morte, ritroviamo i nomi di Sister Helen Prejean
(religiosa), Pierre Sanè (Amnesty International), Anatolij Pristavkin
(scrittore), Francesco Cossiga e Roberto Bobbio (senatori a vita), Patrizia
Tola (rappresentante italiana nelle sedi internazionali ove se ne discuta).
La storica recrudescenza del terrorismo, a scapito degli Usa e dei suoi alleati
- la paura internazionale diffusasi immediatamente dopo il gravissimo
attentato al Pentagono e alle torri gemelle di Manhattan del settembre 01,
con migliaia di morti – aveva già verosimilmente piantato dei paletti d’attrito
alle buone intenzioni, anche se per i kamikaze la morte eroica è sempre un
dono divino, sia prima, durante o dopo la missione.
C’è da sottilizzare, infine, che una legge sulla liceità di difendersi a colpi
d’arma da fuoco, per proteggere vita e beni, non sia altro che una ben
congegnata pena capitale con delega ai cittadini, pertanto, lo stato viene così
ad aggirare la declamata etica ufficiale di negazione delle condanne a morte.
Una flebile speranza, tuttavia, ci arriva da una statistica stilata nel 2006
concernente i 54 paesi, dopo i 60 del 2004, che ancora mantengono le
condanne a morte: 5494 esecuzioni nel 2005 contro i 5530 del 2004 ed è la
Cina al primo posto, in pratica avvengono nella stragrande maggioranza tutte
lì; seguono l’USA con 60, l’Iran con 94, l’Arabia Saudita con 86 e la
Bielorussia con 2.
In riepilogo, ancora riferito al 2005, nei 54 paesi che applicano la pena
capitale, si contano 5186 condannati in attesa del patibolo.
Il 2006 si chiude in Iraq con la condanna a morte per impiccagione dell’ex
rais Saddam Hussein, il 30 dicembre alle 4 ora italiana, scortato da ben sei
boia.
Era stato processato per la strage di 148 sciiti nel villaggio di Dujail il 1982.
Un’esecuzione che spinge l’Italia, membro d’alternanza appena insediatosi
nel Consiglio di Sicurezza all’Onu, a promuovere una decisa mozione per la
moratoria della pena capitale al mondo, finalmente confortato dall’UE, nella
sua intierezza.
Il 18 gennaio 2007, infine, l’Assemblea plenaria dell’ONU, 192 Stati,
approva la moratoria con 104 sì, 54 no e 29 astenuti; fra gli stati dissidenti
832
Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Sudan e i soliti USA.
Grande apporto dell’Italia, attivatasi da oltre un decennio.
Il 2007 si chiude con 3347.
Per tutta risposta, il 27 luglio del 2008, alle ore 02.30, tradizionalmente
all’alba, nel carcere di Evin a Teheran, in Iran, sono giustiziati per
impiccagione 29 detenuti, tutti assieme.
L’Iran è il secondo paese, dopo la Cina nella classifica per numero di
condanne, ai quali seguono Arabia Saudita, Pakistan e USA, partecipe del
totale di 355 esecuzioni nel 2007.
Nel 2008 erano state 8864 condanne a morte, un’impennata straordinaria
rispetto al 2007, il 72% nella sola Cina con 346, seguita dall’Arabia Saudita,
Iran, Usa, Pakistan, Giappone, Botswana e Sudan.
In riepilogo, tra i paesi dove vige la pena di morte, gli USA, con i suoi 50
stati, sono senza dubbio i più monitorati.
Nel 2009, dopo l’abolizione del New Mexico, dell’Argentina,
dell’Uzbekistan, del Burundi e del Togo, se ne contano ancora 57 che la
mantengono, in aumento rispetto al biennio 2005-2006 (54) ma in calo al
2004 (60); la Liberia l’ha reintrodotta.
Il numero dei paesi abolizionisti si attesta così in 95.
L’anno in cui le esecuzioni raggiungono il numero di 714 in 18 paesi, tra i
quali l’Iran con 388, l’Iraq con 120, l’Arabia Saudita con 69 e gli USA con
52.
L’apposito Tribunale penale internazionale al quale aderiscono 91 paesi non
conta però la presenza degli USA, della Cina, Turchia e Arabia Saudita.
Giusto queste nazioni, USA con Cina, Arabia Saudita e l’Iran si distinguono
nel 2010 come le maggiori esecutrici di condanne a morte; in Iran 136 sino a
ottobre.
A metà 2011, Cina, Iran e Nord Corea rimangono le nazioni ad alto tasso di
esecuzioni capitali con 5837 condanne di cui 5000 solo in Cina; in Iran se ne
contano 546 nel 2010, in Bielosussia 2 nel 2010 e 3 nel 2011.
In totale, nel 2011 si è arrivati a 155 nazioni abolizioniste.
Arriviamo nel 2012 quando le esecuzioni si attestano in 3967 di cui 3000
solo in Cina, mille meno dell’anno precedente, mantenendo sempre il primo
posto, seguita dalle 580 condanne capitali dell’Iran e 84 dell’Arabia Saudita,
43 negli USA.
Nessuna esecuzione in Egitto, Singapore e Vietnam.
Siamo così approdati nel 2013.Negli Usa le esecuzioni appaiono in calo con
39 rispetto ai 43 del 2012 e ai 52 del 2009; dal 1999, anno in cui ce ne
furono 98, si calcola una riduzione del 60%.
In Egitto, per i terroristi responsabili del massacro di Port Said il tribunale ha
inflitto 21 condanne a morte
L’Iraq ne ha accelerato il numero con la cifra di almeno169 esecuzioni
contro i 120 del 2009 e assieme all’Iran con 369 ha fatto lievitare il totale al
mondo del 15%, anche se, però, negli ultimi venti anni è calato decisamente.
L’Arabia Saudita, altalenante, chiude infine l’anno con 79 esecuzioni,
inferiori rispetto alle 86 della statistica 2006 ma superiori alle 69 rispetto del
2009.
833
E mentre la Cina ne ha eseguite appena 778, altri paesi quali l’Indonesia, il
Kuwait, la Nigeria e il Vietnam le hanno ripristinate.
Insomma, rispetto al 2012 si è avuto un paese in più ad adottare la lena di
morte.
La Tortura, al mondo, da un rapporto di Amnesty Internationale del 2010,
è adottata da 111 paesi.
Il rapporto elenca anche i 52 paesi ove si svolgono processi iniqui e i 96 in
cui la libertà di parola è espressa con restrizioni.
Nel 2014 sono risaliti a 141 i paesi al mondo in cui la pratica della tortura è
nella norma e tra di essi ben 79 sono nell’Africa subsahariana la quale, tra
l’altro è la peggiore al mondo.
La Cina in quest’anno ha propinato 2400 esecuzioni a morte, il 67% del
mondo.
Ecco soltanto una parte degli abusi su esseri umani perpetrati tra il 2014 e
il 2015 (dati di International lesbian, gay, bisexual, trans and intersex
association): 18 i paesi nei quali sono stati commessi crimini di guerra o
altre violazioni delle "leggi di guerra"; almeno 35 gli stati nei quali gruppi
armati hanno commesso abusi (oltre il 20% dei paesi esaminati da AI); più
di 3400 i rifugiati e i migranti annegati nel Mediterraneo mentre cercavano
di raggiungere l'Europa; 4.000.000 i rifugiati siriani; 119 i luoghi nei quali i
governi hanno arbitrariamente limitato la libertà d'espressione (3 su 4 dei
paesi esaminati da AI); 62 le nazioni i cui le istituzioni hanno messo in
carcere prigionieri di coscienza, ossia persone che avevano soltanto
esercitato i loro diritti e le loro libertà (più di 1/3 dei paesi esaminati da AI);
93 i territori dove si sono svolti processi iniqui e sommari (il 58% dei luoghi
esaminati da AI); 131 gli stati nei quali si sono registrati maltrattamenti e
torture (l'82% dei paesi esaminati da AI); 28 i paesi che vietano
completamente l'aborto, anche in caso di stupro e quando è a rischio la salute
o la vita della donna (dati di Centro per i diritti riproduttivi); 78 gli stati in
cui sono in vigore leggi usate per criminalizzare le relazioni sessuali
consensuali tra adulti dello stesso sesso.
Il numero dei paesi che a giugno 2015 risultano abolizionisti dalla pena
capitale è sceso a 37 rispetto a 39 del 2013 e 54 nel 2005.
Tra i sostenitori ci sono sempre Cina, Iran, Arabia Saudita, USAQ, Egitto,
Bielorussia.
Per un quadro più esteso occorre aggiungere che nel 2015 sono stati uccisi al
mondo 156 difensori dei diritti umani.
\ Boia
Bòia c’è giunto dal prvz BOIA ceppi, derivato dal lat BOIAE “strumenti di
tortura e di supplizio” o “gogna”, attinto al gr BOELAI, che indicava le
corregge bovine, cui Boiàta; terrmini pseudoetim Boiabèssa “zuppa di
pesce” attestatosi in Liguria attraverso il franc BOUILLABAISSE (dai primi
‘900) e Boiàcca “sorta d’impasto cementizio” vrs connesso con il precedente
almeno in senso fig zuppa-impasto.
Dal lat volg CUNGULA cinghia del giogo, invece, è pervenuto Gùnghia,
che, inc con Vergogna, ha prodotto Gògna.
Dal long BREDEL asse-tavola, invece, ci è pervenuta la traduzione in
834
Berlìna (snm di Gogna) quale suo dim, un termine long la cui rad è ancora
l’origine dell’ital Predèlla sia “basamento” sia “briglia”. L’assonante lemma
Bretèlla, invece, è un ricalco dal franc BRETELLE dal ted ant BRITTIL
redine, cui Brèttine.
LATRIA LATRICE LATRATA
LATRIA
Dal lat tardo LATRIA, ricopiato dal gr LATREIA servitù, culto,
collegato a LATREUO io servo. Derivato l’aggettivo Latrèutico. Da
Latrìa “culto” sono tratti i suff LATRIA-LATRA che stanno per
adorazione (culto) di... adoratore di… cui la forma aggettivante
LATRICO. Egolatrìa “adorazione di se stesso”, Idolatrìa “adorazione
degli idoli”, con Idolàtra e Idolàtrico, ha assunto fig il significato di
amore sviscerato, ammirazione fanatica, non essenzialmente per una
divinità. Ofiolatrìa (col gr OPHIS zserpente” è appunto il culto degli
idoli-serpenti. Statolatrìa, con Statolàtra, poi, ha assunto il significato
di una eccessiva laicità, ovvero di ubbidienza esclusivamente alle
leggi di stato, pur diverse o contrarie ai precetti della chiesa.
Nel Cattolicesimo, il lemma Latria s’è attestato quale adorazione
riservata a Dio, in complanare con Dulìa quale adorazione riservata
alla Madonna, ai santi ed agli angeli, dal gr DULEIA da DULOS
servo, cui Iperdulìa (alta adorazione per Maria), eppoi Angelodulìa
come quella per l’Arcangelo Michele che pare risalga ai tempi di
Costantino, importata da Bisanzio.
Dall’inc lat di LATREUO io servo con PRAEDO-ONIS predapredone, ci è pervenuto Làdro o Làtro con Ladròne, da LATROONIS e Latròcinio da LATROCINIUM, aggiornato in Ladrocìnio; le
locuzioni i Due ladroni sul Golgota e i Quaranta ladroni di Ali Baba
nelle favole arabe.
In percorso il fig Làdra “sorta di tasca interna”, Ladrerìa, Ladrèsco,
Ladronàia o Ladronàglia, Ladronàta, Ladroncèllo, Ladronèccio dal
volg lat metatetico LATRONICIUM, Ladroneggiàre, Ladronerìa,
Ladronèsco, Ladrùncolo (col suff UNCOLO).
LATRICE
Latrìce è il fem di Latòre, nome d’agente del verbo lat FERRE
portare, già gr PHERO io porto, il cui Pp è LATUM, donde il
prefissato Dilàto da DILATUS differito, con Dilatòrio da
DILATORIUM che porta a differire, ed ancora Dilaziòne da
DILATIONEM cui Dilazionàre e Dilazionatòrio (pref DI); eppoi
Illatìvo dal lat ILLATIVUS verso il dentro del luogo con IN
d’entrata, appunto In illativo eppoi Illàto e Illatòre, Illaziòne.
LATUM è l’erede di un ant TLATOS da rad TELA sollevare
portante di Tògliere o Tòllere o ancora un ant Tòrre, con il Pp Tòlto,
835
dal lat TOLLERE levare con la variante TOLERARE cui Tolleràbile
e Tollerabilità, Tolleràre, il Ppres sostantivato Tollerànte con
Tollerànza, Tolleraziòne, Tollètta o Tollètto “ruberia” e, con i pref,
Attòllere, Distògliere o l’ant Distòrre con Distòlto e un snm
Stògliere, Estòllere con Estògliere ed Estollènza (Pref S ES
privativi), Ritògliere con l’ant Ritòrre (RI iterativo), da un raro
Intolleràre i correnti Intolleràbile e Intollerabilità, il gerundivo
sostantivato Intolleràndo, il Ppres sostantivato Intollerànte e
Intollerànza (IN negativo), eppoi i composti Maltollerànte e
Maltòlto, Tollerògeno.
In assonanza, l’omologismo chimico Tolù estratto da una sorta di
pianta colombiana che prende il none da un toponimo locale cui
Toluène con Toluidìna o Toluòlo e la locuzione Balsamo di tolù.
Ablatìvo sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è dalla
locuzione lat ABLATIVUS CASUS; ABLATIVUS, è da ABLATUS
il Pp del prefissato AB FERRE portare via-sollevare-togliere, cui
Ablatòre con Ablatòrio e Ablaziòne.
FERRE ha condotto a Fèrtile con Fertilità da FERTILIS e i prefissat
Affertilìre, Infèrtile cui Infertilìre, Infertilità questo anche relativo
alla femmina quale anomalia che, pur fecondata, non conduce a
termine la gestazione, diverso dalla Sterilità “incapacità di
fecondare”; in etrusco, Bologna era indicata con Fèlsina “terra
fertile” cui Felsineo con valore di Bolognesi. Il lat conta LAETUM
per fertile, poi svoltosi nel snm di felice, differenziandolo da
FERTILIS fertile, cui Letificàre (con il lat FACERE fare, da notare
il possibile equivoco con Letifero “portatore di morte” con il lat
FERRE portare), Letìzia da LAETITIA, Lièto col derivato Lietèzza ,
e l’onomastico Letizia.
Da FERRE, con i pref, si ha Afferìre da AFFERRE apportare con
Afferènte, Afferènza e il prefissato Deafferentaziòne, Conferìre da
CONFERRE con Conferimènto, Conferitòre e Conferènza, Deferìre
da DEFERRE con Deferènte, il patologico Deferentìte dalla
locuzione anatomica Canale deferente, Deferènza e Deferimènto,
Differìre da DIFFERRE con Differènte, Differènza con l’obsoleto
Differènzia, Differenziàbile con Differenziabilità, Differenziàle,
Differenziamènto, Differenziàre o Disferenziàre, Differenziàto,
Differenziatòre, Differenzaziòne, le locuzioni Raccolta differenziata
e Rifiuti differenziati eppoi Differire da DIFFERERE variante di
DIFFERRE cui Differìbile, Differimènto, Differìta cui la locuzione
televisiva Trasmettere in differita, Differìto, Differitòre. Il percoso
continua nei prefissati Indifferènte con Indifferènza, Inferìre da
INFERRE con Inferènza, Inferenziàle, Inferimènto, Inferìto,
836
Inferitòio, Inferitòre e Inferitùra, Interferìre da INTERFERRE
attraverso il franc INTERFERER con Interferènza, il biologico
Interferòne attraverso l’ingl INTERFERON e il composto
Interferometrìa con Interferomètrico e Interferòmetro; eppoi Offrìre
con Offerère o Offerìre da OFFERRE svoltosi nel volg OFFERIRE
con Offerènte, Offèrta (Pp al fem) cui l’acronimo OPA di Offerta
Pubblica d’Acquisto, Offertoriàle ed Offertòrio. Eppoi Preferìre da
PRAEFERRE con Preferènza o Preferimènto e Preferenziàle,
Preferìbile e Preferibilità, il sostantivo Preferìcolo da PRAE e
FERCULUM piatto da portata; il verbo Preferire s’è attestato nel
valore di “amare di più” ed è pertanto pleonastica un’espressione
tipo “Lo preferisco di più”.
Infine, Proferìre da PROFERRE “mostrare” con la variante
Profferìre cui Proferìbile, Proferimènto, Proferitòre o Profferitòre,
Proffèrlo (tipica scalinata medv) dal dim lat PROFERULUM da
PROPHERES posto innanzi, Profèrta o Proffèrta, eppoi Soffrìre o
Sofferère o Sofferìre da SUFFERRE portare su di sé svoltosi nel
volg SUFFERIRE con Soffrìbile o Sofferìbile, Soffrimènto o
Sofferimènto, Sofferènte o Soffrènte, Sofferènza o Soffrènza o
Sofrènza, Soffritòre o Sofferitòre e Soffèrto.
Dilaziòne dal lat DILATIO DILATIONIS è da DILATUS Pp di
DIFFERRE differire cui Dilazionàre, Dilazionàbile, Dilazionàto.
Delàto quale Pp DELATUM del prefissato DEFERRE cui Delatòre e
Delatòrio.
Il Pp di FERRE è dunque LATUM, cui, con i pref, Colaziòne,
questo tramite il franc COLATION il raccogliersi relativo ai monaci,
e Collaziòne (lat COLLATIO conferimento) con Collatìvo e
Collazionàre con Collazionamènto; Traslàto (aggettivo o sostantivo
col snm Tropo) e da questo Traslatàre (già dal 1865) cui il Pp
Traslatàto, Traslatìvo, Traslatìzio o Tralatìzio, Traslàto (sostantivo e
aggettivo) eppoi il demn Traslàre “portare da un luogo all’altro (per
accezione una salma) dal XIV sec, Traslànte, Traslatòre o
Traslatatòre, Traslatòrio (per accezione, la Terra in orbita del Sole),
Traslaziòne, già Tralaziòne con Traslazionàle, questi tutti con il pref
TRANS adattato foneticamente, pertanto esistono in complanare i
termini desueti quali Translatàre (già “volgere in un’altra lingua”,
ossia tradurre), Translatìvo, Translàto, Translatòre e Translaziòne.
LATUM ed il pref PRE – da PRAE FERRE - hanno conformato
Prelaziòne e Prelàto “colui che è messo davanti” in subordine a
Episcopo-Vescovo “colui che osserva da sopra”. Sia Prelazione che
Prelato hanno il relativo in Prelatìzio. Col suff SUPER è nato il
termine Superlatìvo. Altri lemmi in percorso, Prelatèsco e Prelatàùra.
837
Esiste ancora un Pp in percorso esplicito FERTUM, che ha condotto
a Refèrto “riportato” con il pref reiterativo, quindi anche Riferìre con
Riferìbile, Riferimènto, Riferìto e ancora Referendàrio, Referèndum
quale calco lat, Referènte, Referènza, in complanare con il percorso
LATUM di Relatìvo con Relativìsmo - questo in opposizione a
Dogmatismo - Relativìstico e Relatività, Relàta “notifica” e Relàto
col prefissato Derelàto, Relatòre, Relaziòne con Relazionàle e
Relazionàre, eppoi Correlatìvo, Correlàto, Correlatòre, Correlaziòne
col pref associativo COM, Interrelaziòne con Interrelàto col pref
INTER tra.
Da Relata si è ottenuto il denm neologismo Relatàre, questo ancora
considerato improprio dai puristi.
FERT, la terza persona del presente indicativo di FERRE, è il motto
di Casa Savoia con valore di Sopporta.
/ Il referendum Monarchia o Repubblica del 1945 in Italia, raccolse la più alta
percentuale di partecipazione, circa il 90% degli aventi diritto. Un dato storico rimasto
ancora insuperato. /
\ Superlativo assoluto irregolare
L’ital conta alcuni superlativi assoluti irregolari, cui 3 con suff in ILLIMO
dal lat ILLIMUS relativi agli aggettivi lat terminanti in ILIS quali Facìllimo
da FACILIS, Simìllimo da SIMILIS e Umìllimo da UMILIS, 8 con suff in
ENTISSIMO dal lat ENTISSIMUS relativi agli aggettivi lat terminanti in
DICUS – FICUS – VOLUS corrispondenti all’ital DICO – FICO – VOLO
quali Benedicentìssimo da Benèdico “benedicente”, Maledicentìssimo da
Malèdico “calunniatore, maldicente”, 12 con suff in ERRIMO da ERRIMUS
relativi agli aggettivi lat terminanti in ER quali Acèrrimo (Acre), Aspèrrimo
(Aspro), Celebèrrimo (Celebre), Celèrrimo (Celere), Integèrrimo (Integroìntegro), Misèrrimo (Misero), Pigèrrimo (Pigro), Pulchèrrimo (Pulcro),
Sacèrrimo (Sacro), Salubèrrimo (Salubre), Tetèrrimo (Tetro),Ubèrrimo
(ùbere-Ubere)
LATRATA
Latràta, Pp al fem di Latràre, immutato dal lat LATRARE gridare,
con Latràto, e Latratòre, vrs connesso col gr YLAO abbaiare,
risalente ad una rad (ind, slava, bal, alb) LA gridare, cui il poetico
Lài, Lamènto con Lamentàre, Lamentàbile, Lamentànza,
Lamentatìvo, Lamentatòre, Lamentatòrio, Lamentaziòne, Lamentèla,
Lamentèvole, Lamentìo, il fig Lamentòne, Lamentòso, eppoi
Lamantìno questo mammifero acquatico dei Sireni, una sorta di
tricheco, volg “vacca marina”, attraverso il franc LAMANTIN, già
sp MANAT, sovrapposto a LAMENTER lamentare per i suoni che
emette, considerato dall’immaginazione quale discendente delle
sirene. Snm di Lamantino è Manàto, omologismo dallo sp MANATI
di etim carabica.
Il gr conta KOMMOS lamento, cui Còmmo che nulla ha di
838
Commodòro, questo dall’ingl COMMODORE dal franc
COMMANDEUR comandante.
Oggi, Latrare è posto in relazione ad uno dei versi del cane. È
individuabile una connessione d’immagine tra Latrìa (servitù,
adorazione) e Latrare “gridare, lamentarsi” nel pensare ai servi, ai
seguaci, ai fedeli che invocano l’intercessione con grida e lamenti;
accade ancora oggi, entrando nel terzo millennio, a Napoli, per
bocca delle Prefiche di S.Gennaro.
Dalla sovrapposizione di un onomatopeico BLATIRE con
LATRARE, il lat ha coniato BLATERARE, con BLASIUS
balbuziente cui l’onomastico Biagio 1, passato inv nell’ital Blateràre
con Blateramènto, Blateraziòne, Blateròne e una moderna forma
onomatopeica Bla bla (1964) cui Blabàre.
Ironia delle imposiioni onomastiche, può accadere, ed è accaduto, che un individuo
al quale era stato imposto dalla nascita il nome Biagio si sia rivelato un inguaribile
balbuziente.
1
\ Prefica Prefetto
Prèfica, meglio Prèfiche, donna della tradizione romana antica, che piangeva
e si lamentava nelle veglie funebri, durante i funerali, dietro compenso. Dal
lat PRAE-FICERE fare da guida, nello specifico, al pianto della servitù
(ancelle). Il retaggio della prefica è stato colto nella tradizione mer dai
famigliari più intimi del defunto, i quali tra grida e lamenti narrano gli
episodi indicativi della sua vita. Da un canto funebre delle prefiche è nata
l’ispirazione per comporre la nota canzone “Maramao perché se morto”.
La composizione del termine Prefica è simile a Prefètto, Pp dal lat PRAEFACERE fare da capo. Senza ironia, accade che il prefetto debba fare da
tramite nel raccogliere le lamentele dei cittadini e riportarle nelle sedi
competenti. Da Prefetto ci verrebbero Prefettizzàre e Prefettizzaziòne
“azione ed atto di accentrare localmente alcuni poteri in stato d’emergenza”.
PELAGO PEGOLA PERGOLA
PELAGO
Pèlago, dal lat PELAGUS riscritto dal gr PELAGOS mare. Derivati
Palàia “sogliola” (omn di Palaia da Pala) dal gr PALAGIKOS
marino attraverso il catalno PALAYA,Pelàgia “sorta di Celenterati”,
Pelagiàle, Pelàgico, i prefissati Arcipèlago dal gbz ARKHPELAGOS
col gr ARKHO principale, vrs per l’importanza data alla
proliferazione d’isole), e Impelagàre (IN PELAGO) trovarsi nelle
acque, metaf in una situazione dalla quale occorre uscire, riemergere.
Impelagare si richiama a “insabbiare”, ma quest’ultima espressione
ha valore di un illecito occultamento. Dal termine Pelagheggiàre è
nato il devb Pelèggio o Pìlèggio o Pulèggio con Pulèzzo “mare
aperto, rotta o viaggio di mare” cui la locuzione Dare il puleggio o
Pigliar puleggio “andarsene”; vrs in connessione la voce volg mer
839
Pilone che vale “vasca per lavare gli ortaggi”. L’etnico Pelasgi cui il
derivato Pelàsgico, indica una popolazione pregreca poi considerata
protogreca, che con altre stirpi avrebbe raggiunto via mare
(PELAGOS) l’occidente (la futura Magna Grecia). In connessione
ancora il toponimo Pelagie imposto alle tre isole dell’arcipelago
italiano situate all’estremo sud dell’Europa (Lampedusa, Lampione e
Linosa), i toponimi Palagiano e Palagianello con l'aggiunta del
suffisso demotico ANO, il toponimo ancora insulare Pelagosa
(piccolo arcipelago) dal lat PELAGUS, oggi croato con
PELACRUZA.
In connessione rad ancora il termine Palamìta o Palàmita o Palàmito
(Specie di pesci Tunnidi) attraverso il gbz PALAMIS PALMIDOS
già class PELOS fango e AMYS tartaruga d’acqua dolce, con la
variante veneziana Palàmida cui il fig Palmidòne; termine omn
Palàmito o Palàmite dal lat PALAMITUS in metaplasmo dal
prefissato gr POLYMITOS tanti fili con POLYS molto e MITOS
filo, detto anche Palàngaro o Paràngaro o ancora Palangrèse,
attraverso il gr POLYANKISTRON tanti ami con ANKISTRON
amo. Da PELOS fango, l’ital conta Pelòide “prodotto naturale” (suff
OIDE simile) cui Peloidoterapìa, il suff PELO per composizioni
quali Pelàbate “sorta d’anfibio” (col gr BATES che cammina) con
Pelobàtidi (la Famiglia), Pelòbio o Pelòfilo “organismo acquatico”
(col gr BIOS vita o col gr PHILOS che ama nel senso che
preferisce), Pelodìte “sorta di anfibio” (col gr DYTES che
s’immerge).
Peloponneso, cui l’aggettivo Peloponnesìaco, è il coronimo gr
Pelomonnisos connesso con PELAGOS mare.
Termini assonanti ed omografi, quindi pseudoetim, Pulèggia o
Polèggia dal gr POLOS perno, eppoi Pulègio o Pulèggio “sorta di
erba perenne” dal lat PULEIUM, cui Pùliga “bolla nel vetro”, dal
veneziano Pùlega, connesso con il lat PULEX di Pùlce cui Pulciàio,
Pulciòso, il fig Pulcesècca e la locuzione fig Pulce d’acqua “sorta di
crostaceo”.
Dal franc CABESTAN da CABESTRE puleggia, l’ital conta
l’omologismo Cabestàno.
In ingl BUG vale piccolo insetto-pulce cui il glb fig Bug “errore” col
prefissato Debbugging “correzione” (DE sottrattivo) adottato in
informatica.
La locuzione Fare gli occhi alle pulci vale agire con estrema
precisione, in concorrenza con Ferrare le oche.
\ Pelagiàno è l’aggettivo di conformità alla dottrina del Pelagianìsmo, che in nome del
monaco britannico, Pelagio, nega il peccato originale e la necessità della grazia,
lasciando all’uomo la possibilità di salvarsi dal male per il tramite della propria
840
natura.\
PEGOLA
L'assonante Pègola - con Pèlago - dal tardo lat PICULA, dim di PIX
- CIS pece, ha affiancato Impegolàre a Impelagare, provocando
dubbi sulla corretta grafia. Impegolàre e Impelagare sono
perfettamente snm; comunque, per sottigliezza semant, potrebbe
essere più avventuroso liberarsi dalla pece PICULA che dalle acque
PELAGUS. Qualcuno, nell'usare l'uno può credere di aver
commesso uno strafalcione considerando corretto l’altro, e viceversa.
Come accade per Palude-Padule, Storpiare-Storpio e StroppiareStroppio, Interpretàre-Interpetrare e Interpretaziòne-Interpetraziòne,
tutti corretti merito della metatesi.
841
\ Storpio Zoppo
Tornando al lemma Stòrpio, questo, dal lat EXTURPIARE cui Storpiàre e in
metatesi Stròppio con Stroppiàre, è la composizione del pref EX estrattivo
col denm da TURPIS cui Tùrpe, Turpitùdine ed il composto Turpilòquio
(composto con il lat LOQUI parlare); in percorso il prefissato Deturpàre con
Deturpamènto, Deturpatòre e Deturpaziòne. Deturpare ha il suo snm in
Defedàre dal lat prefissato DEFOEDARE cui Defedamènto, Defedàto
attestatosi nel xx sec.
Chi è storpio cammina zoppicando, Zòppo dal lat CLOPPUS, d’origine
onomatopeica C P quale risonanza del passo dissimetrico, cui Zoppàggine,
Zoppàre, Zoppeggiàre meglio Zoppicàre, Zoppìa, Zoppicamènto,
Zoppicànte, Zoppicatùra, l’avverbio Zoppicòni o Zoppicòne, Zoppìna
(patologia animale).
Sul Sacro Romano Impero (XIV sec circa) regnò un Carlo II il cui epiteto
era lo Zoppo.
Il lat CLOPPUS è connesso col gr KHOLOS zoppo e con SKAZON
SKAZONTOS zoppicante tradotto in Scazònte e Scazòntico (snm di
Coliambico e di Ipponatteo). Attraverso il franc CLOCHER zoppicare
connesso con il lat volg CLOPPICARE, l’ital conta il glb Clochard fig
“barbone-senzatetto-vagabondo”; vrs una connessione fig o in
sovrapposizione con Cloche questo di genesi onomatopeica che del valore
onomatopeico di “campana” e fig di “cappello floscio” vale ancora fig
“barra di comando”.
Zoppicàre vale anche Arrancàre, con Arrancàta, da Rancàre col pref AD, in
derivazione da Rànco dal prvz RANC già got WRANKS storpio; non
attendibili le connessioni con il lat RANCERE sapere di rancido, che
avrebbe portato a RANCIDUS cui Ràncido ed a RANCOR “odore di
rancido” cui il dim Rancidètto, Rancidèzza, Rancidìre, Rancidità,
Rancidùme e Rancòre, questo in risvolto figurato, ovvero, da una metaf.
Col cambio di suff si ha il snm Ràncico cui Rancicàre
Fuori percorso l’omologismo Ràncio “pasto dei soldati” svoltosi in
metonimia dallo sp RANCHO camerata per i soldati, questo dal valore di
recinto, rintracciabile nel glb ingl RANCH (pron renc), reso orecchiabile dai
film western, cui Rancière.
Ràncio quale polisemico sta anche quale aferetico di Arancio e ipocoristico
di Rancido.
PERGOLA
Pèrgola dal lat PERGULA loggetta variato dai temi med BARKA,
BARGA, PARGA, PERGA capanna inc con TEGULA tegola. Temi
dal quale è derivato fig Bàrca inv dal lat BARCA con Bàrco
“bastimento”, (entrambi omn-snm di Barca o Barco ”cumulo”), con
Barcàccia, Barcherèccio o Barcarèccio e Barcherìzzo attraverso il
veneziano Barcarezo, Barcàro sempre dal veneziano, Barcaiòlo o
Barcaiuòlo con il volg Barcarolo, la composizione musicale
Barcaròla, il veneto Barcaro, Barcàta, Barchèggio con Barcheggiàre,
i dim Barchìno e Barchètta con Barchètto cui Barchettòne e
842
Barchettàta, il fig Barcollàre, o un desueto Barcullàre, con
Barcollamènto, Barcollànte, Barcollìo e l’avverbio Barcollòne o
Barcollòni, l’accr Barcòne (omn-snm di Barcone “cumulo”, i
prefissati Abbarcàre incurvare le tavole per lo scafo omn di
Abbarcare “ammucchiare”, Imbarcàre con Imbarcamènto, Imbarcàta
questo sia fig “frotta” sia “evoluzione aerea” o ancora “presa da
lotta libera” e “bandata-cotta”, Imbaqrcàto, Imbarcatòio,
Imbarcatòre, Imbarcatùra, Imbarcaziòne e Imbàrco, eppoi Sbarcàre
con Sbàrco e i fig Sobbarcàre e Barcamenàrsi; ancora, Baràcca con
Baraccamènto, Baraccàto, Baracchìno (fig l’apparecchio dei
radioamatori), l’accr Baraccòne con Baracconìsta, Baraccòpoli (fig
col gr POLIS città) e Sbaraccàre.
\ Dal censimento, nel 2012 si contano in Italia 23.336 baraccati contro i 71.101 del
2001 \
Da Pergola, cui Pergolàta, Pergolàto, Pergolèse e Pergolòna, il verbo
Impergolàre (con IN illativo) dona un’immagine ben più poetica e
romantica delle precedenti assonanze, Impelagare e Impegolare; vrs
una connessione cognomastica con G. B. Pergolesi (1710/1736), il
musicista di Jesi autore di uno Stabat Mater.
Pergolàto ha il suo snm in Bersò questo omologismo dal franc
BERCEAU “volta a botte”.
Pergola in franc è LOGE capanna, donde l’omologismo Lòggia con
Loggìsta e la locuzione Loggia massonica ; eppoi il percorso con
Loggètta, Loggiamènto, Loggiàto, Loggiòne e Loggionìsta, che,
sovrapposto ad Allogare, ha dato Alloggiàre cui Alloggiamènto, con
un aferetico Loggiamènto, ed Allòggio, con Disloggiàre (cambio di
pref in DIS privativo-dispersivo) snm di Sloggiàre (S sottrattivo),
quindi degli omologismi. Un simile fenomeno per l’attestazione ital
di Lubbiòne dal lombardo LUBION, ma questo attinto al got
LAUBJA pergola.
Dal tema med che avrebbe originato Pergola, pare sia anche derivato
Bàrba (ted BART), per l’allusione semant che essa copre il mento
“facendo da pergola”, donde Sbarbàre (S sottrattivo) con Sbarbatèllo,
Sbarbàto, il fig Sbarbatòre (operaio del feltro per cappelli) con il
snm-omn Sbarbàre e Sbarbatùra, il dim Barbètta adottato in senso fig
in agricoltura nel senso di “radice” Sbarbettàre con Sbarbettatùra e
con ancora Barbicèlla o Barbìcola eppoi Barbicàia (gruppo di
radici), il composto Barbificàre eppoi Barbicàre che col pref AD
allativo compone Abbarbicàre con Abbarbicamènto e Abbarbicànte,
poi col pref S sottrattivo Sbarbicàre con Sbarbicamènto infine. Il
percorso conta derivati e composti quali Barbafòrte (pianta erbacea
snm di Santoreggia e di Crèn, questo da ted KREN ma di origine
slava, cui l’omologismo Crènno), Barbalàcchio, Barbanèra (il noto
843
lunario dall’immagine di un barbuto astrologo), Barbastèllo
(sovrapposto a Pipistrello), Barbàta o Barbatèlla (botanica) snm di
Talèa inv dal lat TALEA di rad prelatina) con Barbatellàio, Barbàto,
Barbazzàle o Barbozzàle snm di Tèttola, Barberìa con Barbière,
Barbìgi (baffi e basette), Barbìglio “appendice cutanea dei pesci (il
Pesce gatto ne ha quattro) – barbetta della capra” o fig appendice
della punta di freccia e dell’amo snm di Ardiglione, i fig Barbìna e
Barbìno questo con valore di “gretto”, vrs iniquamente ispirato allo
stereotipo dell’ebreo (con la barba) con un Bagìtto “ebreo livornese”,
Bàrbo o Bàrbio col dim Barbàtula “sorta di pesce fornito di barbigli”,
Barbitonsòre snm medv di Barbiere, Barbòcchio (fig rad, in
botanica), Barbògio questo una sovvrapposizione di Barba con
Balogio cui Imbarbogìre (IN illativo), il dim Bàrbola o Bàrbula
(sorta di penna degli uccelli), l’accr Barbòne questo fig anche
“straccione”) cui Barbonìsmo (neologismo del XXI sec), Barbòso
questo anche nel senso fig “noioso”, il fig Barbòtta (sorta di nave,
fornita di sprone fig “barba”), Barbòtto, Barbòzza o Barbòzzo, il glb
cubano Barbudo, il fig Barbùsa “muschio”, Barbùta “sorta di elmo”
e per esteso “il soldato che lo indossa” (con Barba che qui, in
estensione, vale “mento”), Barbùto.
Il farmaco Barbitùrico, con Barbiturìsmo, è l’omologismo attraverso
la locuzione franc ACIDE BARBITURIQUE dal lichene Usnea
barbata e con suff URIQUE urico.
In alcune contrade sett, Barba sta per “zio”, quale uomo anziano
“con la barba” discriminandolo da “padre”, cui Barbàno; infatti,
Barbètto è anche tradizionalmente chiamato il pastore della Chiesa
Valdese. In connessione fig-scherzosa con Barba “zio” pare ci sia
Bargìglio (appendice dei galli sotto il becco, dal XIII sec), con
Bargigliàto, Bargigliòne (relativo ai maiali) e Bargigliùto, talvolta
trattato quale snm di Barbìglio, questo però correttamente
“appendice dei pesci (sotto la bocca)” in diretta connessione
semantica con Barba, cui Bàrbo “sorta di pesce” dal lat BARBUS,
appunto per la proprietà di avere il Barbiglio.
\ Valdèse, meglio Valdèsi, con Valdìsmo, dal nome del fondatore Pietro Valdo
(1140\1217), di Lione; furono perseguitati e dispersi, ma alcuni seguaci sopravvivono
ancora oggi, in comunità evangelica di tipo calvinista.Calvinìsta, meglio Calvinìsti,
con Calvinìsmo e Calvinìstico, è dal nome del fondatore G. Calvino (1509\1564).\
Il termine Barbagiànni, con la variante Barbachèppio (vrs composto
fig con un termine tratto da Cheppia) e con Barbagiannerìa e
Barbagiannèsco, è ancora in riferimento al significato di “zio”
umoristicamente con l’onomastico Gianni; così pare anche per il
nome del vino pavese Barbacàrlo.
Nel percorso di “zio” si conta Barbapedana che in voce lombarda
844
vale “cantastorie”.
Fuori percorso, lo strumento musicale Bàrbito o Bàrbitos dal gr
BARBITOS O BARBITON “sorta di Lira”, l’omologismo Barbotìn
“sorta di argano” dal nome del suo inventore il francese Barbotin
(XIX sec).
Barbacàne, che non è una composizione, è ancora fuori percorso,
poiché è l’omologismo dall’ar B-AL-BAQARA ingresso per le
vacche.
Dal lat GLABER si ha Glàbro “privo di barba” ma anche
riferito in botanica è l’organo privo di peluria; in vrs
connessione rad si ha Glabèlla quale prominenza frontale tra le
arcate sopracciliari, regione cutanea in genere glabra.
\ Nell’arcipelago delle Antille, l’isola Barbados è così stata battezzata dagli
occidentali perchè ricca di piante dalle tipiche radici che ricordano barbe fluenti.\
\ Ciambella Ciambellano Camarlengo
Il lat conta CYMBULAM per barchetta, cui fig sembra sia derivato il
termine Ciambèlla con Ciambellàio e il prefissato Acciambellàre, in
associazione a barchetta (da pesca) un volg Ciambòtta o Ciambòtto che vale
Piatto povero, ovvero un misto di pesci e frutti di mare accantonato dal
padrone dopo una scelta della varietà commerciabile, a disposizione del
pescatore dipendente; il termine si sarebbe esteso tra i contadini
nell’entroterra quale “piatto di verdure miste”composto con lo stesso
criterio, cui le varianti Ciammotta e Cianfotta.
Pseudoetim è invece l’omologismo assonante Ciambellàno dal franc
CHAMBELLAN già ted KAMARLING addetto alla camera del re, cui
Camarlìngo o Camarlèngo o Camerlèngo o Camerlìngo.
Snm di Ciambella nel mer ital è Taràllo d’etimo non accertato, in uso dal
1919, cui Tarallifìcio, il dim Tarallùccio con la locuzione Finire a tarallucci
e vino.
Nel sett ital, invece, si ha Taràgna, in uso dal XX sec, quale aggettivo
riferito alla polenta di grano saraceno cotta con burro e formaggio.
Il Poperàto è una sorta di tarallo del Gargano, la cui etim risale vrs alla
lingua albanese al tempo del dominio degli Skandemberg sul promontorio.
\ Canoa Canova Canapa Conopeo
Canòa è l’omologismo dal caribico CANAUA attraverso lo sp CANOA
(ingl CANOE), cui Canoìno, Canoìsmo con Canoìsta e Canoìstico; eppoi
Canòtto attraverso il franc CANOT canoa con i derivati Canòtta,
Canottàggio, Canottièra, Canottière e Canottièro.
Il termine fu importato in Europa da Cristoforo Colombo.
Cànova, volg Càneva, dal lat CANABA è baracca, cantina, cui Canovàio,
Canovière connessi col gr KANUN tenda. A Treviso, in Piazza S. Vito,
ancora oggi, l’insegna “Al Canevon” indirizza verso una delle più antiche
cantine della città.
Il lemma Cànapa o Cànape, fuori percorso, è dal gr KANNABIS, lat
CANNABIS svoltosi nel volg CANAPA, cui, derivati e composti,
845
Canapàccio o Canapòne, con Canapacciàia e Canapacciàre, Canapàia e
Canapàio, Canapèto, Canapìcolo con Canapicoltòre e Canapicoltùra,
Canapière, Canapièro, Canapifìcio, il fig Canapìglia (sorta di uccello degli
Anatini, per il colore delle penne), il sostantivo Canapìna o Canapìno o
Canapaiòla “sorta d’ùccello (varietà di Beccafico) che dimora nel canapai”
eppoi l’aggettivo e sostantivo Canapìno “prodotto dalla canapa” col
sostantivo fem Canapìna “ripieno di canapa”, eppoi Cànapo, Canapùccia
“seme di canapa quale mangime”, Canapùle o Canapùlo il cui suff ULE vale
“stelo”, Canovàccio (nel senso di “canapaccio”, accr sett con lenizione della
p in v); eppoi, fedeli all’origine KANNABIS, Cannabìna (pref INA),
Cannabinàcee (la Famiglia botanica), Cannabinòide (suff OIDE
“somiglianza”) cui Endocannabinòide (sostanza prodotta dall’intestino,
responsabile della voglia di continuare a mangiare specifici cibi grassi quali
le
patatine),
eppoi
Cannabinòlo
(suff
OLO),
Cannabìsmo
“tossicodipendenza” dalla droga estratta dalla Canapa indiana. Per la
misurazione di lunghezza nei paesi anglosassoni dei filati di Canapa, si conta
il glb ingl Bundle “fascio” già in uso nel 1955.
Termine alieno Canapè “divanetto imbottito” e fig “fetta di pane ben
guarnita” così attestatosi dal lat CANAPEUM, class CONOPEUM, già gr
KANOPEION zanzariera; il termine ital Conopèo da CONOPEUM è
traducibile in che difende dalle zanzare, dal lat KONOPS zanzara ed è
appunto il velo che copre il tabernacolo e la pisside.
Altro alieno nel percorso è Canapìcchio questo una corruzione fig di
Camepìzio “pianta erbacea” composto dal gr KHAMAI in basso (verso
terra) e PYTIS pino.
\ Prefissi Suffissi ARCHI ARCI ARCA ACRO
Membri di parole composte derivate dal gr o moderne. ARCHI è utilizzato
quale secondo membro in ARCHIA dal gr ARKHO sono a capo, in termini
quali Anarchìa “senza governo” col pref gr AN privativo, cui Anàrchico,
Anarchìsmo, Anarcòide e il primo membro ANARCO in composizioni quali
Anarcobrigatìsta, Anarcoinsurrezionalìsta (neologismo XXI sec) e
Anarcolibertàrio, Eparchìa dal gr EPARKHIA distretto eppoi diocesi cui
Epàrca “vescovo” e Epàrco “comandante” (pref EPI “sopra” quale autorità);
Monarchìa “uno solo a governare” cui Monàrca e Monàrchico con il gr
MONOS solo, Polemàrco “amministratore (arconte) militare” con il gr
POLEMOS guerra. Nègus è l’appellativo eriopico di monarca in amarico,
cui l’omologismo Negussìta.
Il Trieràrca o Trieràrco, termine dal gr composto con TRIERES trireme e
ARKHOS vale “comandante della trireme” cui Trierarchìa
Dal gr ARCHEIN principale, il pref ARCHI sta per comandareincominciare, rintracciabile anche in suff vedi Menarca, ed ha permesso una
numerosa proliferazione lemmatica con vari adattamenti fonetici, da
Archiàtra “medico principale di corte” alla forma secondaria da Arcibasìlica
ad Arcivèscovo con Arcònte cui Arcontàto e Arcosàuro questo parasnm di
Dinosauro. Archètipo è la composizione di incominciare con TYPOS
modello, per cui si traduce “ciò che è stato all'inizio e funge da modello”. Il
termine gr, nel senso “che incomincia”, assume ancora il significato di
846
vecchio, antico da ARKHAIOS – per i greci, l’elemento primordiale
dell’Universo era identificato con Archè - cui il pref ARCHEO in
composizioni quali Archeoastronomìa, Archeobiologìa, Archeobotànica,
Archeografìa con Archeogràfico e Archeògrafo, Archeologìa con
Archeològico e Archeòlogo, Archeometrìa, Archeottèrige o Archaeopteryx
(Volatile primitivo dei Saururi col gr PTERYX ala) Archeosofìa (col gr
SOPHIA conoscenza).
Da non scambiare con la traslitterazione dal fiammingo HAKE uncino, arco
in ARCHI di Archibugio che vale con l’uncino e di Archipèndolo che è lo
strumento di comparazione per il piano orizzontale. Nel lemma Architràve,
cui Architravàto e Architravatùra, poi, si è inc HAKE arco con ARCHEIN
principale, assimilandone i significati. ARCI è la mutazione di ARCHI
attestatasi da un linguaggio non dotto, l’identico meccanismo fonetico che
ha mutato in Braccio il lat BRACHIUM. Con ARCI, impiegato come pref
superlativo, l’ital conta Arcàngelo o Arcàngiolo con Arcangèlica e
Arcirìcco, questo talvolta con una sfumatura ironica…
Il pref ARCA, ancora, è dal lat ARCA custodia-raccolta e ARCERE
proteggere da rad ARK proteggere, cui Arca-àrca, il nautici Arcàccia,
Arcàme, Arcàno “il contenuto dell’arca” e Arcèlla, Arce-àrce “rocca di
difesa”, Arcìle (coniato sul tipo di Ovile da OVIS con suff sostantivante),
Arsèlla “astuccio” dim di Arca foneticamente attestatosi dal genovese; eppoi
i prefissati Anarcàsmo “comportamento ossessivo-compulsivo (che sfugge
all’auto-controllo, alla propria protezione) col pref AN privativo, Coercìbile
CUM ARCERE, Esercènte, Esercère, Esercìre, Esercitàre, Esercitàto,
Esercitaziòne, Esèrcito, con la variante Essèrcito, da EX ARCERE questo
traducibile tra l’altro in “mandato fuori (le mura) per la difesa della città”,
Esercìzio con Eserciziàrio.
Infine, con il pref ACRO, direttamente dal gr AKROS alto-estremo si
contano Acrotèrio dal lat ACROTERIUM già gr AKROTERION (termine
architettonico, con un suff fig da THERION animale), Acroamàtico dal gr
ACROAMA discorso orale (con il lat ACROAMATICUS già gr
AKROAMATIKOS connesso a MANTHANO imparo, e vale “ascolto dalla
viva voce del maestro” fig dall’alto) da non equivocare con Acromatico,
eppoi Acrobazìa con Acròbata, Acrobàtica, Acrobàtico, Acrobatìsmo e
Acròbazìa che col gr BAINO vado vale che cammina con l’estremità dei
piedi, Acrocefalìa con Acrocèfalo “malformazione del cranio”, Acrocèntrico
(termine della biologia), Acrocianòsi (termine medico che vale “colorito
bluastro nelle regioni estreme del corpo”), Acrocòro o Acròcoro “altopiano”
(col gr KHOROS regione), Acrofàse (termine in biologia), Acrofonìa 1 con
Acrofònico (termine linguistico), Acroleìna (con il lat OLERE odorare e
suff INA), Acròlito (col gr LITHOS pietra, vale sorta di statua), (Acròpoli
“città alta”, Acròmio (col gr OMOS spalla), Acrònimo, cui Acronimòlogo,
(col gr ONOMA nome vale “un nome” formato dalle lettere – o più lettere iniziali di altri, normalmente in sequenza) parasnm di Acròstico (col gr
STIKHOS verso) questo tecnica poetica le cui iniziali di ogni verso
racchiudono un nome, Acrostòlio (col gr STOLION ornamento, termine
navale), Acrotònico (linguistica) 2.
847
La Trinàcria è l’attuale Sicilia, dal gr TRINAKRIA (isola) a tre estremità
cui Trinàrico “siciliano” dove il pref è dal gr TRINA tre; il suo simbolo è un
volto umano dal quale sporgono tre gambe, indicato con Trìquetra dal lat
TRIQUETRAM triangolare che corrisponde al gr TRISKELES.
1
Nella pittografia semitico-egizia, il suono iniziale della parola rappresentata è
aggiudicato al segno corrispondente.
2
Si definisce Acrotònica una parola ove l’accento cade sulla prima sillaba (sdrucciola,
bisdrucciola…), oppure sull’ultima (tronca), insomma sull’estremità.
\ Trabiccolo Trabucco Trabacca
Del lemma composto Architrave, il secondo membro Tràve – lenito dal già
Tràbe - deriva dal lat TRABEM accusativo di TRABS, cui Travàme (suff
collettivo AME),Travàta, Travàto, Travatùra o Travamènto, Travètto,
Travicèllo con Travicellàto; termini alieni Travertìno “sorta di marmo” dalla
locuzione lat LAPIS TIBURTINUS pietra di Tivoli, eppoi Travet
“impiegato di basso ceto” cui Travettìstico dal personaggio monsù Travet
del commediografo V. Bersezio (1863).
Il percorso fedele all’origine TRABEM conta Trabeaziòne (termine
architettonico), Trabìccolo e Trabècola, con Trabecolàre, che col dim lat
valgono “piccola trave”, Trabùcco “rete verticale”, con Trabucchìsta e
Trabuccolànte, e Trabocchètto (già adottato agli inizi del XVII sec, snm di
Trappola già dal 1320) o un obsoleto Trabocchèllo “piccolo trabucco” dal
pvz TRABUQUET dim di TRABUC trabucco, attestatosi nel significato
corrente; il trabocchetto, per accezione, è una trappola congegnata sul
paviumento (botola, asse o tavola a ribalta…,).
Il percorso prosegue con Trabattèllo “impalcatura”, un Trèvo o Trèo con
Trevière nella terminologia marinaresca; il tema è da TREBO che in
area celt, bal e ger sta per “costruzione di legno”, cui un osco-umbro
TREBULA casale, collettivo di TREBO casa (di legno); in un certo
percorso fig (osssia in riferimento scenografico), si può contare Tràbea dal
lat TRABEAM “commedia equestre” con Trabeàta dalla locuzione lat
FABULA TRABEATA. L’omn Trabùcco è una variazione di Trabòcco da
Traboccare e questo, a sua volta, ha l’omn in Trabòcco dal prvz TRABUC
“sorta di arma da guerra” cui Traboccàre omn di Traboccare “straripare”.
Il lemma Trabàcca con Trabàccolo, attraverso l’ar TRABAQA tettoia, è vrs
connesso con TRABS-TREBO, inc con Baracca; in connessione il volg mer
Trasanna che vale “tettoia” vrs in metaplasmo da Trabacca.
Termini alieni, ovvero non appartenenti al percorso TRABS, si conta
Traboccàre “straripare” questo, diversamente a quanto si creda composto
con Boccare da Bocca, è dal prvz TRABUCAR da BUC tronco nel senso di
“rompere gli argini, la diga”; eppoi Trèbbia, con Trebbiàre, Trebbiatrìce il
cui inventore pare sia stato A.Meikle nel 1786.
Il percorso conta il prefissato Strebbiàre (pref S durativo), dalla rad TERE
fregare cui Tritàre da TRITARE intensivo di TERERE col Pp TRITUS cui
Trìto, Trituzzàre (sovrapposto a Sminuzzare), Trituràre inv dal lat
TRITURARE denm da TRITURA trebbiatura cui Trituramènto, Trituratòre,
Trituraziòne, eppoi i prefissati Attrìto dal lat ATTRITUS Pp di ATTERERE
sfregare (sia sostantivo “sfregamento” sia fig aggettivo “logoro”) e
848
Attriziòne, i fig Contrìre, Contrìto e Contriziòne. Iterativo del lat TRITARE
è TRITOLARE cui Stritolàre con Stritolamènto.
Il Pp INTRITUS soppiantato da INTRISUS ha dato origine a Intrìso cui
Intrìdere.
L’omn Trèbbia vale “residuo di ammostatura” omologismo attraverso il ted
TREBER vinacce, vrs connesso con Trebbiàno “sorta di vitigno” da un
diffuso ant toponimo ital Trebula.
\ Bracciale Brachiale
Bràccio è dal BRACHIUM già gr BRAKHION cui i derivati e prefissati in
linea lat quali Abbracciàre, Bràccia plur di Bràccio 1, Bracciàle, Bracciànte
con Bracciantìle, Bracciàre, il militaresco Bracciàrmi (Bracciàrm!),
Bracciatèlla (focaccia), Bracciòlo o Bracciuòlo, Imbracciàre, Sbracciàre, i
composti Abbracciabòsco (caprifoglio), Abbracciafùsto snm di
Abbracciànte; derivati in linea gr, Brachiàle o Bràchico cui la locuzione
anatomica Muscolo brachiale. In area glb si conta il franc Embrassons-nous
“abbracciamoci” ipirato ad un’opera di E. Labiche (1815/1888).
Il Braccio, il Piede e il Dito (della mano) erano utilizzati come unità di
misura.
\ Pare che da una ricerca, l’abbracciarsi è un gesto altamente erotico.\
\ Caprifoglio Nibbio
Caprifòglio, snm di Vincibosco, è dal lat CAPRIFOLIUM questo una
composizione con CAPER capro e FOLIUM foglia, pianta ricercata appunto
dalle capre, con Caprifogliàcee (la Famiglia). Un suo snm è ancora Ebbioèbbio con la variante in Nìbbio questo da EBULUM mentre l’omn uccello
Nìbbio è dal lat volg NIBULUM variante del class MILVUS.
Alle Caprifogliacee appartiene il Sambùco dal lat SAMBUCUS donde la
Sambùca “liquore”: termini alieni, Sambùca “ant strumento musicale” dal gr
SAMBYKE di genesi orientale, Sambùco “sorta di barca” omologismo
dall’ar SAMBUQ.
Apparrtiene ancora, l’Abèlia, genere di piantra dal lat scientifico ABELIAS
dal nome dello studioso C. Abel (1789–1826); il relativo Abeliàno, invece, è
del matematico N. H. Abel (1802–1829).
1
Come il Cubito, Braccio era una unità di misura di lunghezza che assumeva a
riferimento il corpo umano e corrispondeva alla lunghezza media di un braccio, ma
variabile secondo la località, la “stazza del venditore”, i limiti imposti da regolamenti;
a Treviso, infatti, nella centralissima Piazza S. Vito, l’antico mercato delle stoffe, una
colonna riporta ancora una riga scanalata, stabilita dalle autorità quale campione
standard di un Braccio. Oggi, il termine Braccio è omologato in ital dal glb ingl
Fathom pari a 1,8288 mt quale unità di profondità marina da riportare sulle carte
idrografiche. Il termine Fathom, tuttavia, pur di provenienza ger, è connesso, in
ambito rad indoeur, con il lat PATERE stendere-aprire in riferimento alle braccia.
\ Arco Iride
Il lat aveva il suo termine ARCUS per Arco-àrco, cui il plur Archi-àrchi che
indica la famiglia di strumenti musicali a corda con l’arco quali Viola,
Violino, Violoncello e Contrabbàsso, eppoi Arcuàre inv da ARCUARE,
Arcuàto con Arcuatùra, eppoi Arcàle, Arcarèccio snm di Terzera, Arcàta col
dim Arcatèlla; Arcata ha il snm in Archèggio da Archeggiàre cui
Archeggiamènto e Archeggiatùra. Il percorso prosegue con Arcière-Arcièro
849
tradotto in franc ARCHIER, Arcìgno (in relazione all’arco sopraccigliare),
Arciòne con Arcionàto e il pref Disarcionàto, Arcolàio (riferito all’arco
della matassa) da un ant plur Arcora-àrcora cui Arcoràio e un ipocoristico
veneto Corlo con un Corleta “Filatoio”, Arcuàto, il prefissato Inarcàre (IN
illativo) cui Inarcamènto, Inarcatùra (adottato già dal 1681) questo, nella
tecnica poetica è snm del glb franc Enjambement (XX sec), eppoi
Inarcocchiàto vrs sovrapposto a Inginocchiato. I composti Arcobalèno “arco
che si balena” cui la locuzione Arcobaleno lunare (visibile in America sulle
cascate nel parco Yosemite), Arcobalèstro, Arcosòlio o Arcosòglio (con il
lat SOLIUM sepolcro, vale “nicchia ad arco”), con i trigonometrici
Arcosecànte e Arcocosecànte, Arcosèno e Arcocosèno, Arcotangènte e
Arcocotangènte, Arcoscènico, Arcosèno, Arcotangènte; vrs il dim volg mer
Arciolo o Arciuolo, rintracciabile nella cognomastica con la variante
Urcioli.
Snm di Arcobaleno (adottato dal 1483) è Iride-ìride (dal XVI sec) dal gr-lat
IRIS; Iris, infatti era la messaggera degli dei che soleva incamminarsi lungo
l’arcobaleno. Il percorso conta Iridàcee (Famiglia di piante), Iridèo e
Iridescènza con Iridescènte, l’elemento chimico Irìdio (Ir), il cristallo
iridescente Iris-ìris (omn-snm del Giaggiolo) cui il minerale Irìte (composto
con Cromite), i patologici Irìte (suff medico ITE); termine alieno Irizzàre
questo tratto dalla sigla IRI che vale “Istituto per la Ricostruzione
Industriale”. L’onomastico Iride è anche in richiamo alla dea della
mitologia, in assonanza con Iside, ma questo alla memoria della divinità
lunare egizia, cui, attraverso il gr, l’aggettivo Isìaco da ISIAKOS e il
composto Isidoro da ISIDOROS “dono di Iside”.
\ Un intenso chiarore lunare può palesare un arcobaleno notturno \
Iride è anche parte dell’occhio, cui Iridociclìte che, col gr KYKLOS circolo
(orbita oculare) e il pref medico ITE, vale malattia acuta dell’occhio snm di
Uveite, eppoi Iridologìa, Iridoscòpio.
Snm di Arcolaio è Guìndolo (entrambi dal XIV sec) dal lat medv
GUINDOLUS questo attinto al ted WINDEN avvolgere.
Il tiro con l’arco prevede un Bersàglio, questo omologismo dal franc ant
BERSAIL dal verbo BERSER, cui Bersagliàre, Bersaglière, il composto
Radiobersàglio.
\ Trapezio
Trapèzio, l’attrezzo per esercizi acrobatici, cui Trapezista, è dal gr
TRAPEZA tavola a quattro piedi, donde il dim TRAPEZION che ha
condotto al lat TRAPEZIUM, all’ital Trapezìta “banchiere”, eppoi
Trapezòide con Trapezoidàle; una connessione dovrebbe pur esserci tra i rad
TRAB trave e TRAP tavola.
\ Archibugio Fucile Carabina
BUS buco, questo d’origine ol e sta per scatola o buco (nessuna connessione
con il lat BUS bue), diventa Buz nella tradizione padana, Bucio in quella
mer e Bugio, la predominante, in quella toscana che va a confermare la
vincente lenizione di c in g nella lingua italiana. Nel settentrione esiste
ancora il termine Bùsa “pancia”, originario da Bùsa e Bùso “buca e Buco”,
cui l’attestazione Bùzzo con l’accrescitivo Buzzòne e il fig Buzzùrro “rozzo
850
e ignorante”, snm di Tanghero, da Buz “buco”; la pancia, infatti è allocata
nell’incavo centrale dello scheletro. Buzzonaglia è una voce insulare (Sicilia
e Sardegna) per indicare una ricetta con carne sott’olio. La locuzione Filato
del buso indica un seta di filamento prodotto da un mollusco (dal suo
“buco”).
Il termine toscano Bùgio sta per “foro-buco” ed è l’adattamento dell’inc lat
di BUCCA con PERTUSUM forato, cui Pertùgio con Pertugiàre e il volg
mer Pertuso. Ne deriva la composizione Bugigàttolo, con il dim lat, che sta
per “piccolo buco nel cui spazio può stare solo un gatto”. Pertuso del
monaco è la storica gradinata attraverso una porticina delle antiche mura di
Manfredonia, che scendeva direttamente a mare, oggi nel lungomare.
Nasce così nel XIV sec Archibùgio o Archibùso, dalla composizione
fiamminga HAKE uncino dal tema del rad AK essere appuntito
(assimilando HAKE ad Arco) e BUS, attraverso il ted HAKENBCHSE arma
ad uncino; in percorso il glb franc Arquebuse che vale letteralmente “acqua
d’archibugio” e serviva a curare le ferite inferte da quest’arma; oggi indica
metaf un liquore digestivo.
La locuzione Archibugio focile ha dato origine dallo stesso sec XIV alla
sintesi lemmatica Fòcile, subito attestatosi in Fucìle cui Fucilàta, Fùcilatòre,
Fucilaziòne, Fucilerìa, Fucilièra, la locuzione Fucile a ripetizione, la
composizione musicale Escopetarra, uno strumento a corde da pacifisti
coniato sovrapponendo i lemmi sp ESCOPETA fucile e GUITARRA
chitarra.
Focìle, derivato da FOCUS focolare vale Acciarìno questo il dim di Acciàro
dal lat tardo ACIARIUM cui la locuzione FERRUM ACIARIUM da ACIES
filo della spada di rad AK essere appuntito, dalla quale si ha Acciàio (dal
XIII sec) con Acciaiàre, Acciaiàto o Acciarìto, Acciaiatùra, Acciaierìa,
Acciaìno, Acciaiòlo o Acciaiuòlo e Acciaiòso, il composto Acciaio-cemento.
L’Acciaio sebbene si producesse inconsapevolmente fin dall’antichità, fu
considerato tale dopo gli studi di T. O. Bergman nel 1750, il quale ne scoprì
le proprietà evidenziando le funzioni del Carbonio; l’Acciaio, infatti, è
Ferro contenente Carbonio dallo 0,3 all’1,7 %.
La storia del fucile incomincia a metà del XV sec con l’adozione di un
Cannone portatile, alleggerito nell’Archibugio e poi nel Moschetto (dal XVI
sec). Sorta di fucile a ripetizione è il glb ingl Winchester, l’arma resa
famosa dai film western, dal nome dell’inventore O. F. Winchester
(1810/1880).
Restando in ambito, Carabìna (coniato nel XVI sec), con Carabinàta e
Carabinètta, è dal franc CARABINE derivato da CARABIN soldato di
cavalleria (XVII sec) e CARABINIER armato di carabina cui Carabinière
(adottato dal XVII sec), questo anche snm di Gendarme, con deformazione
in Caràmba o Caràbba e metaf in Cerbero, omologismi che non pare abbiano
progenitori rad lat; comunque dal gr KARABOS ci viene Càrabo
“coleottero” e dal lat CARABUS ci viene Carabottìno “graticolato
d’imbarcazione”, dal lat GRABATUM lettuccio ci viene la corruzione in
Carabàttola “masserizia” o Garabàttola e Scarabàttola o Scarabàttolo
“credenza”, tra i quali non si vedono connessioni eccetto che per
851
l’associazione degli ultimi tre lemmi a “mobili di casa”.
Secondo un diverso esame etim, Carabattola contiene il pref peggiorativo
CA pertanto conterrebbe il valore di peggior baratto (dim in metatesi).
Dal lat CARABUS, inoltre, il ptg ha tratto CARAVELA “sorta di piccola
nave” cui l’esot Caravèlla, termine adottato nel XIV sec e immortalato da C.
Colombo per le sue tre caravelle, Nina, Pinta e Santa Maria, con le quali
raggiunse il Nuovo Mondo, oggi America, che nuovo non era affattto ma
dimenticato per colpa di falsi teoremi che non sapevano di trasmigrazioni di
popoli europei attraverso lo Stretto di Bering e di incursioni vichinghe, o
che non ne volevano sapere.
Da Caravella “nave”, cui l’accr Caravellòne, l’ital conta il fig Caravèlla 1
“colla resistente per carpenteria”, con un omn Caravèlla “sorta di mela o di
pera” questo omologismo dal franc CALVILLE tratto dal toponimo franc
Calleville, altrimenti Calvèlla, Calvìlla o ancora Calvìlle ma in unico
riferimento alla mela. Termine alieno Caravaggèsco, relativo all’artista
Caravaggio
(1573/1610) pseudonimo di Michelangelo Merisi (da
Caravaggio).
I termini quali Caccavella e Caravella possono far pensare ad un suff VELLA per
diminutivi; in realtà è solo una coincidenza lemmatica, che rintracciamo in Manovella,
Pedivella, Tavella, Vedovella… ognuno con un propri derivazione etim.
1
\ Rad AK
Dalla rad AK essere appuntito, cui il gr AKIS punta, il lat conta ACUM
ago donde il composto Acucettòre (con RECEPTOR di RECEPIRE),
ACUERE rendere aguzzo cui Acuìre e Acuità, ACULEUS cui Acùleo,
Aculeàto, Aculeàti (Sezione d’insetti), ACUMEN cui Acùme con
Acuminàre e Acuminàto, ACUTUS cui Acùto con Acutamènte, Acutànza,
Acutèzza, Acutizzàre con Acutizzaziòne, Acùzie dal lat medv ACUTIES, la
composizione Acutàngolo e i leniti Agùto e Agùtoli (snm di Inchiodacristi,
arbusto dai rami spinosi). In vers connesione, il lat CACUMEN puntasommità-vetta-cima cui Cacuminàle. Termine alieno Agùti “nome generico
dei Mammiferi Roditori” dei Dasiproctidi.
Foneticamente dal gr l’ital conta il composto Achiurgìa (dal gr AKIS –
ERGON), sul modello di Chirurgia, con valore di “istruzione all’uso di
strumenti adatti a interventi chirurgici”
Di rad AK si conta ancora il lemma fem Acme-àcme dal gr inv AKME
erronemante tradotto ed attestatosi in Acne-àcne cui Acnèico; nella lingua
gr, l’insieme degli anni in cui un uomo illustre mostra massima potenzialità
è indicato con AKME.
Fuori percorso il termine Acmòtital o Acmonitàl l’ipocoristico della lega di
Acciaio, Cromo, Nichel e di Vanadio, questo elemento chimico dal nome
della divinità scandinava Vanadis (smbolo V) cui Vanadàto e Vanàdico.
In connessione il composto Aicmofobìa in complanare con Belonefobia che
è la paura degli aghi o di tutto ciò che è appuntito.
Dal lat ACUM, già gr AKIS, dunque, deriva il lenito Ago-àgo con le
composizioni Agoaspiràto e Agoaspiraiòne, poi Aghètto “cordellinauncinetto”, il composto botanico Aghifòglio e i vari Acìcula “sorta di
pianta” dal dim ACICULA piccolo ago cui Aciculàre o Acicolàre snm di
852
Aghiforme, Agùcchia dal dim volg ACUCULA piccolo ago cui Agucchiàre,
Agùzzo con Aguzzàre dal lat volg ACUTIARE intensivo di ACUERE da
ACUTUS; altro termine in percorso è Agùglia “ago-pinnacolo” e fig “sorta
di pesce dei Beloniformi”, con Gùglia (aferesi) e Agugliàta con l’aferetico
Gugliàta “quantità di filo introdotto nell’ago” cui la locuzione Gugliata di
refe, transitato dal prvz AGULHA, cui il glb franc Aiguille “monolito
(guglia) naturale”, eppoi i tessili Agugliàto e Aguglierìa, il marinaresco
Agugliòtto. Dall’ingl STEEPLE guglia si conta il composto glb
Steeplechasse “gara ippica” con Chasse caccia. La locuzione Ago di Buffon
è di competenza matematica quale teorema.
L’omn Agùglia vale Aquila-àquila dal lat class AQUILA, volg ACULA,
attestatosi in Aquila-àquila, cui Aquilàstro, Aquilìno, il fig Aquilòne
“termine marinaresco-vento di tramontana cui anche con valore di
settentrione” e snm di Cervo volante cui Aquilonàre, Aquilòtto, il glb ingl
Eagle “aquila” questo attestatosi in terminologia sportiva (golf). Il verso
dell’aquila è il Grido.
Termini alieni Aquilàno “relativo al toponimo L’Aquila, Aquiliàno relativo
alla Legge aquilia proposta a Roma mdal tribuno Aquilio (III sec aC), in
assonanza con Aquinàte che è il relativo del toiponimo Aquino.
Aguzzìno, invece, è l’omologismo dall’ar AL WAZIR luogotenente, cui lo
sp ALGOZIR, comunque inc con Aguzzare.
\ Dal Duomo milanese s’innalzano ben 135 guglie.\
La rad AK s’era gà svolta nel gr KARKHAROS aguzzo, cui Carcarìno
“sorta di squalo” con Carcàridi “la Famiglia” e Carcarìnidi (altra Famiglia,
col gr RHIS RHINOS naso) appartenente agli Euselaci, eppoi Carcarodònte
“sorta di squalo, col gr ODUS ODONTOS dente”.
Il rad AK (acuto in senso fig, relativo al gusto), estesosi in AKRI, ha
condotto al percorso ACER ACRIS talvolta adattato cui Acèrbo dal lat
ACERBUM con Acerbamènte, Acerbèzza e Acerbità. Ha condotto al
copioso percorso di Acèto da ACETUM cui Acescènte e Acescènte da
ACESCERE inacidire, Acetàto, Acètico con Acetàle, Acetièra o Acetabolo,
Acetìle con Acetìlico, Acetilàre e Acetilùro (suff URO chimico), Acetilàto e
Acetilaziòne, Acetilène attraverso il franc ACETHYLENE con Acetilènico
composto con ETHYLE e il pref AC che vale acido e un suff chimico ENE,
Acetòne con Acetònico e Acetonùria (patologia, col suff gr URON urina),
Acetòsa, Acetòso con Acetosèlla “sorta di erba” e Acetosità, Acetìre,
Acetìno, Acetùme (col pref UME vale”troppo aceto”); i composti Acetàbolo
(col suff dal gr BOLOS metto) o Acetiera con Acetabolàre e il fig
Acetabulària (botanica), Acetammìde (Acido acetico col suff Ammide),
Acetificàre con Acetificànte, Acetificatòre e Acetificaziòne, Acetìmetro,
infine i prefissati con ACETIL (Acetile) quali Acetaldèide, Acetilcellulòsa,
Acetilcolìna (doppio suff da KHOLE bile e INA per elemento chimico),
Acetilsalicìlico, e con ACETO sovente adattato quali Acesulfàme (con Solfo
e Lattame), Acetacetàto con Acetacètico, Acetobattèrio, Acetofenòne,
Acetonemìa. Attraverso l’ingl ALKYD acido, l’ital conta Alchìdico. Eppoi,
più fedele al gr, Ossirìna o Ossirìno (con OKSYS acuto e RHINOS naso)
sorta di squalo dell’Ordine Lamnifòrmi (col gr LAMNA pesce vorace) della
853
Famiglia Isùridi (col gr ISOS uguale e URA coda); eppoi Ossiùro (gr
OKSYS acuto e URA coda) “verme intestinale” cui Ossiurìasi o Ossiuràsi
(doppio suff patologico IASI), i composti Ossiacetilènico (cannello) cui
Ossitàglio “taglio col cannello”, Ossiàcido, Ossibenzène,
Termini alieni Ossianèsco e Ossiànico relativi al poeta bardo Ossian del III
sec dC.
Eppoi Acido-àcido sia “sapore” sia “sostanza” da ACIDUS, già gr OKSYS,
con, derivati e composti, Acidità, Acidificàre con Acidificaziòne,
Acidimetrìa con Acidìmetro, Acidità, la locuzione fig glb Acid music
“musica elettronica ritmata”, la locuzione Acido acetico, Acidofilìa con
Acidòfilo o Ossìfilo o ancora Oxìfilo (che ama terreni acidi), Acidòlisi (sol
gr LYSIS scioglimento), Acidòlo (suff chimico OLO), Acidòsi (suff OSI),
Acìdulo dal dim lat ACIDULUS con Acidolàre, Acidoresistènza, Acidùme
(suff UME vale “troppo acido”), Acidùria (suff tratto dal gr URON urina),
Acìle questo un radicale (monovalente) derivato da Acido con sostituzione
del gruppo finale do con le cui Acilàre, Acilaziòne e Acìlico.
Gli Acidi grassi essenziali costituiscono la Vitamina F presente negli oli
vegetali, oli di pesce e latte.
Dal rad AK, si conta ancora l’aggettivo Acre-àcre dal ACRIS cui Acrèdine o
Acrimònia con Acrimoniòso, Acridìna su modello franc ACRIDINE, la
lenizione sett Agro-àgro già Acro-àcro (omn di Agro “campagna”) cui il
sostantivo Agra-àgra, Agrètto, Agrèzza o il sostantivo Agro-àgro, Agrìgno,
Agriòtto e Agriòtta o l’aferetico Griòtta “sorta di ciliegio-ciliegia” snm di
Visciolo-Visciola, Agròre da ACROR, Agrùme cui l’aggettivo Agrumàrio,
Agrumèto, Agumicoltùra con Agrumicoltòre e Agrumicultùra con
Agrumicultòre, eppoi i composti Agrocòtto, Agrodòlce, infatti, il comune
superlativo di Acre-Agro è Acèrrimo. Agrifòglio è dal lat ACRIFOLIUM
pianta dalle foglie aguzze; in percorso il prefissato Disagrìre con
Disagrimènto per accezione relativo ad una operazione vinicola.
Il termine Crespìno (sorta di arbusto), cui la variante Trespìno, che pare
connesso a Crespo, è invece la composizione lat ACRISPINUM dalle spine
acute del genitivo ACRIS con SPINA spina, ricalcando il gr
OKSYAKANTHA questo con AKANTHA spina rintracciabile ancora in
Triacànto (pref TRI tre) “sorta di albero americano” snm di Gledìssia o
Gledìccia dal nome del botanico J. G. Gleditsch (1714/1786).
Il lemma Agrimònia non è affatto il snm lenito di Acrimonia; il termine è
un’attestazione dal lat AGRIMONIA “sorta di pianta” metaplasmo dal gr
ARGEMON leucoma oculare poiché si credeva che tale pianta curasse
questa patologia.
Termini pseudoetim il glb Agreement “accordo” dall’ingl TO AGREE
accordarsi, l’omologismo Agremà o Agremàno o ancora Agrimàno “sorta di
passamano artistico” dal franc AGREMENT ornamento.
Il lemma Agripnìa, poi, è dal gr AGRYPNIA insonnia composto da AGREO
desidero e HYPNOS sonno.
Agrìppa, infine, è composto da AGRO nel senso di punta “parte terminale” e
PED piede, questo in forma espressiva PPA, e vale “nato per i piedi”, cui
Agrippina nell’onomastica. Il termine Agrippìna “sorta di divano” adottato
854
ndal 1832 è così indicato poiché è ispirato al gruppo statuario che raffigura
Elena, consorte dell’imperatore Costantino, semisdraiata sul divano,
erroneamente creduta Agrippina questa moglie di Germanico.
MIGLIO MIGLIORE MULTA
MIGLIO
\ Miglio, che per i romani valeva MILLE PASSUUM (1478 metri), è l’unità
tradizionale di misura itineraria terrestre incalzata dal chilometro, successivamente
omologata in marina ed in aviazione (qui in senso orizzontale, diversificandosi dal
Piede, 30,48 cm, in senso verticale), che muta genere al plur: 1 miglio, 2 miglia
(come migliaio e migliaia). Il miglio ha diversi valori dipendenti dai luoghi in cui è
determinato; ma anche dai tempi, incominciando dagli antichi romani. Il miglio
terrestre adottato nei paesi anglosassoni corrisponde a mt 1609,3 mentre il miglio
marino, ormai universalizzato ed accolto, come si è detto, anche dalla navigazione
aerea, a mt 1852. Il Nodo, unità di misura delle velocità marine ed aeronautiche,
equivale infatti ad 1 miglio l’ora, pari alla distanza di mt 1852 coperta in un’ora.
Molti toponimi indicano ancora la distanza storica in miglia dal centro importante più
vicino, quali Quarto d’Altino nel Veneto e Tricesimo nel Friuli, ovvero 30 miglia da
Aquileia; ancora, Quinto di Treviso e Quinto Vicentino.\
Mìglio, cui il plur Mìglia con la storica corsa automobilistica
Millemìglia e Centomìglia questa la regata velica sul Garda, dal lat
MILIA migliaia da MILIARIUM, ed i suoi derivati sono rimasti
ottemperanti al lat, rifiutando il gruppo GL, quali Miliàre, Miliòne
con Biliòne “miliardo” (pref BIS due volte) attrraverso il franc
BILLION, Triliòne “milione di bilione” attraverso l’ingl TRILLION
cui la variante Trilliòne, Miliàrdo... in connessione con il gr
MYRIAS diecimila, cui Mirìade e il pref MIRIA in termini quali
Miriagràmmo, Miriàmetro.
Migliàio e il plur Migliàia si sono attestati nel gruppo GL, anche
grazie a Dante “Quanto di qua per un migliaio si conta” dal Purg
XIII v.22.
L’uso improprio di Millànta, al posto di Migliaio o Migliaia, ne ha
attestato il significato in “falsità, bugia”, dal verso di Boccacio
“Hàccene più di millanta” che ne ha sostituito il corretto suff etim
del lemma lat MILIARIU(M) imponendovi l’anta delle decine
(quaranta... novanta); pertanto, l’ital conta Millantàre con
Millantamènto, Millantàto, Millantatòre, Millantatùta e Millanterìa.
Il cardinale Mìlle, dal lat immutato MILLLE, parte dalla base
tematica SMI-GHZ-LI, vrs paragonato al sct SAHASRA, che deriva
da SM-GHEZ-LO, e al gr KHILIOI, questo derivato da GHEZ-LYO.
Nel percorso semantico di Mille, troviamo Millenàrio con
Millenarìsmo, Millenarìsta e Millenarìstico, Millènne, l’ordinale
Millèsimo 1 o Millèsmo, da MILLESIMUS, Millècuplo, il prefissato
Immillàre o Imillàre e tutti i composti col primo membro Milli
(millesima parte), Millìmetro, Millimìcron e alcuni sostantivi
855
d’immagine quali Millefiòri, Millerìghe, ma troviamo anche i diretti
discendenti dal gr KHILIOI mille, cui il pref CHILO (omn del pref
CHILO da KHEILOS labbro) o KILO nei composti in complanare,
ma preferibile il gruppo letterale puramente ital Ch, quali
Chilocalorìa o Kilocalorìa, Kilobyte, Chilogràmmetro o
Kilogràmmetro, Chilohèrtz o Kilohèrtz o il snm Kilocìclo,
Chilòmetro o Kilòmetro con Chilometràggio, Chilometràre,
Chilomètrico o Kilometràggio, Kilometràre e Kilomètrico,
Chilomicròne (col gr MIKRON piccolo), Chilòpodi (centopiedi), il
semiomologismo Chìloton o Chilotòne con Kìloton o Kilotòne (con
l’ingl TON tonnellata), in ambito elettrico Chilovòlt o Kilovòlt con
Chiloampère o Kiloampère, Chilovoltampère o Kilovoltampère,
Chilowàtt e Chilowattòra o Kilowàtt e Kilowattòra questo composto
con l’unità di misura di potenza Watt e del tempo Ora.
Il Millenarìsmo è affine al Chiliàsmo, cui Chiliàsta e Chiliàstico, dal
gr KHILIOI mille, ed è la dottrina che ha mitizzato il ritorno di
Cristo dopo mille anni, ma il termine non è nato in epoca cristiana:
l’idea di un qualche ritorno millenario si ritrova in epoche precedenti
come nel giudaico, eppoi omologato nell’islamico. Chiliàrca è il
condottiero di mille militi, lemma composto col gr ARKHOS
comandante.
L’omn sostantivo Chìlo è dal lat CHYLUS già gr KHYLOS e vale
succo-linfa intestinale cui Chilòsi (suff medico OSI), Chilòso, il
prefissato Achilìa (pref A privativo), il composto Chilìfero con
Chilificàre e Chilificazione (la trasfornazione del Chimo in Chilo) o
Chilòsi.
In assonanza, e null’altro, l’esot messicano Chili “sorta di
peperoncino- condimento”, di genesi Nahuati.
L’omn Mìglio, dal lat MILIUM, con tema indoeur M(E)LI (questo
solo omn del gr MELI miele, la cui connessione non appare
possibile), è la pianta erbacea i cui minuti frutti gialli sono usati
come becchime per uccelli, cui il fig Migliàccio con Migliacciàre, un
Migliaccìno, Miglialsòle dalla locuzione Miglio al sole snm di
Migliarìno “sorta di pianta e d’uccello”, il fig Migliaròla “pallini da
caccia”; è ragionevole pensare che l’assonanza rad con MILIA sia la
prova di una correlazione, mercè la grande quantità (migliaia) dei
frutti; il gr conta KENKHROS grano di miglio cui Cèncro svoltosi
fig ad indicare una varietà microcristallina di diamante altrimenti
detto Bort e addirittura una sorta di serpente, vrs per il ventre
screziato di piccole macchie.
\ La Capsula del Tempo del Millennio è d’idea britannica: ognuno - dietro regolare
ricevuta d’attestazione di proprietà - potrà depositarvi un apposito scrigno di sicurezza
racchiudente un’importante ricordistica da tramandare ai posteri. La capsula, sigillata,
856
sarà sotterrata in un bunker nel 2001.\
1
L’omn Millesimo indica la data di nascita di un ottimo vino prodotto da una
vendemmia particolarmente feconda; il termine nasce dalla tradizione di indicare un
determinato anno secondo l’era volgare.
\ Giudaico Islamico
Dal lat IUDA, inv dal gr, già ebr YEHUDAH, l’onomastico Giuda cui
Giudèo adottato dal XIII sec assimilato ad “ebreo” con il ted JUDISCH
giudeo svoltosi nel glb YIDDISH o JIDDISCH, questo un termine diffuso
dal 1932 che da “dialetto degli ebrei europei” (Europa centro-orientale) è
finito per indicare tale cultura, il cui maggiore esponente d’oggi è Moni
Ovadia; la melodia nel noto coro canto corale Bella ciao è vrs di genesi
yiddish, attraverso un riadattamento nei canti delle mondine. L’onomastico
Giuda ha avviato il percorso di Giudàico (dal XIV sec), Giudaìsmo, il
toponimo Giudecca (quartiere “ghetto” di Venezia o d’altre città, adottato
dal XVII sec) dal lat IUDAICA quale fem di IUDAICUS,
Judeofobìa è l’atavica e patologica paura degli ebrei.
Ebrèo, lemma contemporaneo di Giudeo, è dal lat HEBRAEUS già gr
HEBRAIOS da IBRI in originale del popolo, così indicato dagli egizi con
valore di “immigrati poveri” e non quindi di popolo o di religione, cui
Ebràico con Ebraicìsta, Ebraicità, Ebraicizzàre ed Ebraicizzaziòne, Ebraìsmo
con Ebraìsta, Ebraizzàre ed il prefissato in contrapposizione Antiebraìsmo,
questo neologismo del XXI sec. Ebreo s’è svolto in snm di “usuraio, avaro”,
grazie ad una universale politica antisemita che è riuscita storicamente a
plagiare purtroppo i popoli. Il nome dato agli ebrei dell’Europa centroorientale è Ashkenazìta o Askenazìta dall’ebr ASHKENAZ che
identificherebbe l’attuale Germania. Israele è lo stato fondato dagli ebrei nel
secondo dopoguerra, cui Israeliàno adottato dal 1948, eppoi Israelìta (già
dal XIV sec) con Israelìtico in riferimento alla tradizione, cultura e religione,
dall’originale YSRA’EL svoltosi nel gr ISRAEL con ISRAELITES.
Sionìsmo (dal 1899) è il movimento politico che condusse alla costituzione
di una patria in Palestina 1 per gli ebrei dispersi nel mondo (Diàspora),
termine in riferimento al colle Sion, in ebr Iyyon, di Gerusalemme, cui
Sionìsta e Sionìstico. Semìta (coniato nel XIX sec) identifica il gruppo
etnologico, storico e culturale, che racchiude storicamente i babilonesi, gli
assiri, l’ebr, l’aramaico e l’etiopico, cui Semìtico, Semitìsta, Semitìstica e
Semitizzàre, ma è finito per identificare comunemente gli ebrei, specie
nell’accezione Antisemìta, Antisemìtico, Antisemitìsmo. Il termine omn
Semìta (coniato nel XIV sec) vale anche “sentiero” inv dal lat SEMITA. Gli
ebrei, poi, indicano il prossimo non appartenente alla loro identità GOY col
plur GOYIM cui l’omologismo Gòi adottato dal 1892. Il cibo ritualmente
puro, in base agli insegnamenti religiosi, è definito KASHER cui il glb
Kashèr o Koshèr e l’omologismo Cascèr. Da TORAH “istruzione” si conta
lomologismo Torà. Ancora dall’ebr, in area glb si conta Shalòm quale
formula di saluto” da SHALOM pace,
Dall’ar-persiano MUSLIM fedele dell’Islam, l’ital ha ricalcato
l’omologismo Musulmàno o Mussulmàno adottato dal XVI sec. Il termine
Islam (pron i slàm o ì slam) diffuso dal 1879 è inv dall’ar ISLAM
857
abbandono (alla volontà di Allah “Dio”), cui gli omologismi Islamicità,
Islàmico, Islamìsmo, Islamìsta, Islamìstica, Islamìta, Islamìtico, Islamizzàre
e Islamizzaziòne. Fondatore dell’Islam è il profeta Muhammad o
Mohammed italianizzato Maometto (570\632) cui Maomettàno questo
adottato dal XIV sec sostituendosi al preecedente Saraceno, con
Maomettanìsmo o Maomettìsmo; ai suoi continuatori è assegnato il titolo di
HAIFA successore cui l’omologismo Calìffo con Califfàto. Secondo la
tradizione islamica, Maometto salì al cielo cavalcando Al Buraaq, un cavallo
alato, nome che avrebbe assunto un supereroe musulmano, personaggio di
ultima generazione (XXI sec) dei fumetti, dall’indole di rappacificazione tra
le religioni.
Attraverso il turco GAVUR dall’ar KAFIR infedele, l’ital conta
l’omologismo Giaùrro “ non musulmano”.
Nella terminologoa islamica si conta l’omologismo Alcoràno (già dal 1292)
dall’ar AL QU’RAN lettura o semplicemente QURAN cui il corrente
Coràno (adottato dal XVIII sec) con il suo relativo Corànico; in associazione
a questo, il termine Sùra, esot inv dall’ar SURA, cosi definito ognuno dei 14
capitoli del Corano, omn dell’omologismo Sùra “tipo di stoffa”dal toponimo
ind SURAT, attraverso l’ingl SURAH.
L’insieme della Legge sacra islamica, ossia il Corano, la Sunna, il Consenso
della comunità e la Deduzione analogica, racchiusi nei quattro fondamenti
del diritto, è indicata con l’ar SARI ‘A strada battuta, cui l’omologismo
Sharìa.
L’espositore della legge giuridica e religiosa è indicato con Muftì, inv dall’ar
MUFTI. Colui che pronuncia l’ADHAN, ossia che invita alla preghiera, è
indicato invece con MU’ADHDHIN attestatosi dal turco MUEZZIN cui
Muezzìn o l’omologismo Muezzìno adottato dal XVIII e che è andato a
sostituire Talacimànno omologismo dal persiano DANISMAND dotto già
diffuso dal XV sec.
La comunità dei fedeli è detta Umma-ùmma. Infine, Ulma-ùlama o Ulemaùlema teologo da ULAMA questo plur di ALIM dotto, e Imàm inv dall’ar
IMAM, con l’addattamento ital in Imàn o ancora in Imàno, che è il lettore
dei testi sacri, in estensione “sapiente”; IMAM, storicamente, è per gli sciiti
tra i dodici eredi del Profeta mentre per i sunniti corrisponde al califfo, cui
Imamìta e Imanàto. Il Salafìta è un membro di una setta che ha adottato la
lotta santa e armata contro gli occidentali, dall’ar SALAFI devoto-pio.
Salàm è l’omologismo inv dall’ar SALAM saluto-pace, con Salamelècco o
Salamelècche dalla locuzione SALAM ALAYK pace su di te.
1
Storicamente, Palestina, cui l’etnico Palestinèse (diffuso dal 1953), in lingua
semitica sta per “Terra degli stranieri” in connessione rad con Filistèo meglio Filistèi
(termine già diffuso nel 1374) che sta per “popolo della Terra Promessa” antecedente
agli ebrei, attrraverso il lat PHILISTAEUS; Palestina, poi, per gli Ebrei guidati da
Mosè s’è svolta in Terra promessa (da togliere agli stranieri). Dal XVII sec, poi,
Filisteo s’è svolto nel snm di “borghese gretto” attraverso il gergo studentesco in
Germania, eppoi Filisteìsmo dal 1908 snm di Misoneismo.
MIGLIORE
Mèglio, dal lat MELIUS, è il neutro di MELIOR cui Migliòre, da un
858
rad MEL meglio, cui Mòlto da MULTUS (aggettivo) e da
MULTUM (avverbio), che ritroviamo nel gr MALA molto; Migliòre,
allora, vale “abbondantemente buono” da MIGLIOREM
comparativo di Buomo. In percorso, Miglioràre o il toscano
Meglioràre da MELIORARE cui Miglioràbile, Miglioramènto,
Miglioràndo, Miglioratìvo, Miglioratòre, Miglioraziòne, Migliorìa
questo anche lo stato d’improvviso o inatteso benessere che precede
la morte, in tal senso molto diffuso a livello popolare cui la
locuzione Miglioria della morte, Migliorìsmo (idea intermedia tra
pessimismo ed ottimismo) dalla teoria del Migliorìsmo attraverso
l’ingl MELIORISM cui
il termine politico Migliorìsta che
indicherebbe chi è propenso ad accogliere un miglioramento dello
stato, rinunciando alle rivoluzioni, il prefissato Immegliàrsi (IN
illativo).
Da MULTUS l’ital ha ricavato Moltitùdine eppoi il pref MULTI
adattato per una nutrita serie di composizioni da Multànime a
Multizonàle, compresi Moltèplice e Molteplicità col lat PLICARE
piegare vale “che si piega più volte” su calco di Duplice, Triplice…
e Moltìplica con Moltiplicàre, Moltiplicatìvo, Moltiplicatòre e
Moltiplicaziòne. Il gr conta il pref intensivo ZA molto cui l’ital
Zalòfo “leone marino” con LOPHOS cespo-pennacchio.
Il rad MEL meglio, svoltosi nella forma espressiva lat MEL MELLIS
miele (ossia il meglio tra gli alimenti), già gr MELI ha dato Mièle,
con la vaiente Mèle, ma del valore di non inebriante, cui Melàrio con
la locuzione Borsa melaria “parte intestinale dell’ape contenente il
miele”, Melàta (omn di Melata da Mela) con Melàto, Melilìte “sorta
di roccia, con suff ITE per minerali), Mèlleo, Mielàto, Mièlico,
Mielòso, il prefissato Smielàre con Smielatòre e Smielatùra,
l’onomastico Pamela “tutta miele” (col suff PAN tutto), eppoi,
attraverso il gr MELI, Melifàgidi (Famiglia di uccelli, col gr
PHAGEIN mangiare), il botanico Melilòto (composto con Loto). Da
recenti studi, oltre alle sue proprietà note sin dall’antichità, cui
l’assimilazione alla rad di meglio, il miele, oltremodo quello
cosiddetto Miele di manuka (di una sorta d’arbusto esotico),
contiene una accertata azione antibiotica e cicatrizzante.
Dalla correlazione MULSUM miele con vino, si ha Mùlso, il
prefissato
Emulsionàre
con
Emulsionàbile,
Emulsinànte,
Emulsionatòre, Emulsiòne, Emulsìvo e il composto Emulsiòmetro.
Nel volg mer esiste il termine Miero o Mieru per Vino, considerato
una sovrapposizione del lat MEL miele con il lat TEMETUM vino;
la presente ricerca ritiene più realistica la sovrapposizione di MEL
col dialettale Gnuru “nero” (o Niru e simili) del valore di Vino nero
859
questo affine allo sp TINTO vino rosso. La sovrapposizione con
MEL, a ogni modo, è accertata poiché era ricorrente bere il vino
addolcito col miele, questo, almeno nelle consuetudini
strategicamente importate dai romani, i quali, non dimentichiamolo,
erano gli americani d’allora, vedi oggi per la Coca Cola.
Relativi al vino, il lat conta PASSUM “vino prodotto con uva secca
(passa)” eppoi le locuzioni VINUM ATRUM vino nero e VINUM
CANDIDUM vino bianco.
Sempre da MELI, il lat conta MELLACEUS dolciastro-mosto
(recuperando la doppia lettera l), ma che inc con un franc MINCE
sottile, è nato l’ital Melènso, forse influenzato da MEL miele, cui
Melensàggine e il prefissato Immelensìre (IN illativo). Lo stesso per
Melàssa, su calco franc MELASSE, questo dallo sp MELAZA, ma
sempre dal lat MELLACEUS, cui la variante Melàsso o Melàzzo,
eppoi Melassàre, Melassatùra, un forzato Melassòso.
Il gr conta MALASSO rammollisco, vrs in connessione con Miele,
cui MALAGMA svoltosi nel lat medv AMALGAMA così entrato in
ital, cui Malassàre con Malassatùra, il prefissato Amalgamàre con
Amalgamànte e Amalgamaziòne.
Si hanno ancora le composizioni col pref MELLI dal genitivo
MELLIS quali il fig Mellìfero, snm di Sdolcinato, con il lat FER
porto, Mellificàre e Mellificaziòne con il lat FACERE fare,
Mellìfluo con Mellifluità con il lat FLUERE scorrere, Mellìsuga
“sorta di uccello” con il suff tratto dal lat SUGERE succhiare, fig
(per il colore) il minerale Mellìte, il chimico Mellìtico, il patologico
fig Mellìto cui la locuzione Diabete mellito, Mellìvora “sorta di
carnivoro”, eppoi il pref MIELE MIELO, il suff MIELIA da
MYELOS fig midollo, cui Mielìna (suff chimico INA) con
Mielìnico, il patologico Mielìte snm di Spinite (suff medico ITE) con
Mielìtico, il patologico Mielòide (suff OIDE somiglianza), Mielòma
(suff medico OMA), Mielòsi (suff medico OSI), il prefissato
Demielinizzànte con Demielinizzaziòne, i composti Mielencèfalo,
Mieloblàsto, Mielocìta e Mielocìto (suff che vale “cellula”) con
Mielocitòma (doppio suff medico OMA), Mielocoltùra, Mielografìa,
Mielomalacìa, Mielomeningìte con Mielomeningocèle, Mielopatìa,
Mielopoièsi, Mielopuntùra, Mieloscleròsi o Mielosclèrosi (pron gr)
con Osteomieloscleròsi, Mielotomìa, Mielotrasfusiòne; infine
Idromielìa (con IDRO acqua), Nanomielìa (col gr NANOS con
valore di micro) e Siringomelìa.
Termini alieni Melìna nella locuzione sportiva Gioco della melina
legato in modo fig al gioco infantile dello scambiarsi lanciando una
piccola mela, la miscela esplosiva Melinìte (col gr LITHOS pietra)
860
dal nome del ministro franc F. J. Meline (1838)1925), Melitèa “sorta
di farfalla” dei Ninfalidi a ricordo della mitologica Melite una delle
cinquanta figlie di Nero, citate in Nerèidi, eppoi Melitènse relativo al
toponimo insulare Malta già Melita.
\ Proprietà terapeutiche del miele
Il Miele d’Acacia disintossica ed è lassativo, d’Arancio è sedativo, di
Castagno disinfetta le vie urinarie e favorisce la circolazione del sangue,
d’Erica è un ricostituente, d’Eucalipto combatte la tosse e l’asma, di
Girasole rinforza le ossa e contrasta il colesterolo cattivo, di Rododendro
allevia l’artrite, di Tiglio è diuretico ed è contro l’insonnia, di Timo, infine, è
tonificante.
\ Neutro
In lat c’erano nomi di genere ibrido, in altre parole, che s’opponevano sia al
mas sia al fem, definiti Neutri. Nella nostra lingua, se ne sente talvolta la
mancanza. Prendendo ad esempio i termini Sentinella, Guardia… questi
sono considerati di genere fem anche se i ruoli sono tradizionalmente svolti
da un uomo; oppure i termini Avvocato, Deputato, Ministro… considerati di
genere mas pur ricoperti da donne, a meno che non vogliamo volgerli nei
linguisticamente ineleganti Avvocata-Avvocatessa, Deputatessa, MinistraMinistressa… meglio accettabile andrebbe per Deputata.
Nèutro, quindi, dal lat NEUTER nessuno dei due, composto della particella
di negazione NE e UTER, questo dal tema di KWOTERO quale dei due. Da
Neutro parte un percorso esplicito e composto, cui Neutràle, Neutralìsmo
con Neutralìsta e Neutralìstico, Neutralità,
Neutralizzàre con
Neutralizzàbile, Neutralizzànte, Neutralizzàto e Neutralizzaziòne, Neutrìno
cui il prefissato Antineutrìno, Neutròfilo (termine medico), Neutròne con
Neutrònico.
\ Ministra e sentinello
Nel mondo animale, solo in rari casi, è consuetudine differenziarne in alcune
specie il sesso, adoperando il femminile del nome, quali elefantessa da
elefante e leonessa da leone.
Più normalmente, infatti, il genere linguistico resta invariato, vedi la tigre, il
puma, la zebra, il leopardo, la formica…
La specie umana, invece, ha sempre adottato gli eteronimi uomo e donna,
pur restando immutato il lemma collettivo maschile uomo riferito
all’umanità.
Oggi il nostro idioma è inquinato da pseudo - neologismi, che non hanno
cioè alcuna connessione storica.
Si fa prevalere in maniera linguisticamente ingiustificata una motivazione
sociale, figliastra di una soluzione politica, che d’altro canto però è giusta.
Si assiste così alle brutture di termini quali assessora, avvocata, controllora,
ministra, sindaca e soldata in sostituzione o in aggiunta alle già datate
forzature di avvocatessa, dottoressa, soldatessa e, più recentemente, di
presidentessa e sindachessa.
Per le identiche motivazioni di parità sociale, allora, dovranno essere inserite
nella lingua vocaboli grammaticalmente di genere femminile riportabili al
861
maschile ove attribuiti a uomini, quali il guardio da guardia, il sentinello da
sentinella e il vedetto da vedetta.
Se si percorre questa strada in procedimento globale, accantonando storia e
tradizioni, non solo la lingua bensì il nostro essere italiani finirà di smarrire
la propria identità, lasciando alle etnie che giungono nella nostra penisola di
mantenere fermamente le loro; anzi potrà capitare che saremo noi a
emularle, come già accade nell’omologare nella nostra lingua voci straniere.
La globalizzazione, un esempio per tutti, ci ha persuasi a scalzare la
locuzione “revisione della spesa (pubblica)” per abbracciare la “spending
review”, questa riportata finanche nei documenti ufficiali di governo, l’ente
che avrebbe dovuto piuttosto salvaguardare la lingua, Francia insegna.
Volgere al femminile termini storicamente maschili senza una dovuta
documentazione giustificatoria, e naturalmente viceversa, è un tradimento
linguistico.
La storia, nondimeno, alla quale occorre affidarci senza deroghe, ci dice
viepiù che sono accettabili in alcuni casi termini quale Ostetrico maschile di
Ostetrica.
L’ostetricia è stata sempre prerogativa delle donne, ebree, egiziane, greche,
romane, sino al Seicento quando fu accreditata la pratica del chirurgo
francese François Rousset il quale nel 1581 aveva sperimentato il parto
cesareo, operazione che salvò la vita a una partoriente.
La spiegazione storica del termine al maschile, poi, è supportata dalla
zoologia nello studiare il comportamento dei maschi, i quali soccorrono le
femmine sia nella deposizione delle uova sia nell’incubarle, come il rospo
ostetrico o l’ippocampo (cavalluccio marino)
MULTA
La semant ha irradiato, dalla stessa rad MEL di Meglio, il lemma
Mùlta “pena pecuniaria”, cui Multàre, già lat inv MULTA per
indicare “abbondantemente buono” ma per chi ne beneficia; infatti,
le multe vanno a totale interesse dei comuni, dello stato.
Snm di Multa (adottato dal XIV sec) è Contravvenziòne (dal XVI
sec) dal lat CONTRAVENTIO da CONTRA VENIRE andare
contro la legge, cui Contravvenìre. Venìre è inv dal lat VENIRE cui
Veniènte e Venùto, i glb franc Avenue da AVENIR venire e
Parvenue dal prefissato PARVENIR arrivare, è inv dal lat VENIRE
da rad GWEM nel significato originale di andare, passato poi in
enantiosemia, cui il sostantivo Ventùra dal Pf VENTURUS da
venire (quindi fig rischio) con i prefissati Sventùra e Sventuràto (S
sottrattivo), la locuzione glb ingl Venture capital “capitale a rischio”,
Venturière o Venturièro, l’esot Venturina o meglio Avventurìna
(minerale) attraverso il franc AVENTURE, Ventùro “futuro”, vrs
Venturòne (sorta di uccello) e Venturòso.
Il percorso prosegue con i prefissati Avvenènte ed Avvenènza
questo dal prvz AVINEN che vien bene, Avvenimènto e Avvenìre
questo anche sostantivato cui Avvenirìstico, eppoi Conciòne
862
“assemblea o discorso solenne” con Concionàre, Concionatòre,
Concionatòrio e Concionèsco dal lat CONTIO da COM VENTO di
COM VENIRE cui Convenìre con Convègno, Convenènte,
Conventìcola, Convenènza Convenèvole, meglio Convenèvoli, con
Convenevolèzza,
il glb ingl Convention, Conveniènte e
Conveniènza, Convènto con Conventuàle, Convenziòne con
Convenzionàle, Convenzionàre e Convenzionàto;
i prefissati
Sconvenìre (S sottrattivo), Sconveniènte e Sconveniènza, con
Sconvenèvole o un desueto Sconvenèbole, con suff ital di aggettivo
verbale attivo EVOLE, e Sconvenevolèzza, e il doppio prefissato
Disconvenìre. Eppoi Divenìre, o Devenìre, sia aggettivo sia
sostantivo cui il doppio prefissato Addivenìre (AD allativo, dal XIII
sec) questo sia con valore di “arrivare” sia di “accadere” snm di
Avvenire, e il frequentativo Diventàre, o Deventàre con il toscano
Doventàre; ancora, Eveniènza con Evènto, Eventuàle, Eventualità e
Eventualmènte dal lat EX VENIRE; il franc conta EVENEMENT
evento cin EVENEMENTIEL cui l’omologismo Evenemenziàle
termine adottato in storiografia.
Il percorso prosegue con Inconveniènte con Inconveniènza (pref IN
negativo), Intervenìre con Interveniènte, Interventìsmo con
Interventìsta e Interventìstico, Intervènto, Intervenùto, Intervenziòne,
e Intervenzionìsmo (pref INTER tra), Pervenìre con Pervenùto (pref
PER attraverso), Prevenìre con Preveniènte, Prevenùto, Preventìvo,
Preventivàre, Preventòrio, Prevenziòne e Prevenzionìstico (pref dal
lat PRAE prima), Provenìre con Proveniènza e l’astratto Provènto
(col pref PRO davanti-fuori), Rinvenìre (omn-snm di Rinvenire
“riprendere i sensi”) con Rinvenimènto e Rinvenùto nel senso di
“ritrovare-ritrovarsi” col doppio pref RI IN (iterativo-illativo),
Sovvenìre con la variante Suvvenìre eppoi Sovvenèvole,
Sovvenitòre,
Sovventòre,
Sovvenziòne,
Sovvenzionàre,
Sovvenzionamènto e Sovvenzionatòre da SUB VENIRE
“soccorrere”; dal franc si conta il glb Souvenir dal lat SUB VENIRE
sovvenire, traducibile ancora nel sostantivo ital Sovvenìre nel senso
di “ricordo” omn-snm del verbo. Il percorso prefissato conta ancora
Svenìre con Svenimènto e Svenùto (S sottrattivo) nel senso di
“perdere i sensi” cui Rinvenìre con Rinvenimènto, Rinvenitòre e
Rinvenùto nel senso di “riprendere i sensi” mutando il pref S con il
doppio RI iterativo e IN illativo, cui ancora il fig Svenèvole con
Svenevolèzza.
\ Il noto cantante italo-americano Frank Sinatra era indicato, oltre a “The voice” la
voce, con l’epiteto “Swoonatra” dall’ingl To SWOON svenire, poiché capitava
sovente che alcune fan svenissero durante i suoi concerti. \
Il percorso continua con Rivenire (RI iterativo) e con il glb franc
863
Reverant, infine Vademècum dalla locuzione VADE MECUM vieni
con me utilizzato quale snm di Manuale o Guida, la locuzione Vai e
vieni o Va’ e vieni.
Il gr conta ELY venire, che col pref gr PROS a-verso diventa
PROSELITOS sopraggiunto, cui il lat PROSELITUS e l’ital
Prosèlite o Prosèlito, meglio al plur Prosèliti, con Proselitìsmo e
Proselitìsta.
\ Avventura Invenzione
Con l’intensivo ADVENTARE di ADVENIRE, l’ital conta il percorso di
Avventìzio variante di Avventìccio (che viene fuori) con Avventiziàto,
Avvènto (arrivo) con Avventìsta, Avventòre (che arriva), Avventùra (Pf lat
per “ciò che accadrà” svoltosi in “ciò che è accaduto” Ved Facere in
Beneficiato…) con Avventuràre, Avventuràto, Avventurière, Avventurièro,
Avventurìsmo, Avventurìsta e Avventurìstico, Avventuròso. Inventàre è dal
lat volg INVENTARE trovare dentro di sé (un’idea), questo l’intensivo di
IN-VENIRE trovare, con Inventàto, Inventìva, Inventività, Inventìvo,
Invènto sostantivo da INVENTUS ritrovato, Inventòre da INVENTOR,
Invenziòne da INVENTIO INVENTIONIS “capacità di trovare (un’idea)”,
eppoi Inventàrio da INVENIRE trovare con Inventariàre, Inventariàbile e
Inventariaziòne.
SASSO SESSO SESSA
SASSO
Sàsso, dal lat SAXUM di rad indoeur SEK tagliare in età litica, che
ne riafferma l’uso strumentale. Derivati espliciti di Sasso, una serie
lemmatica quale Sassàia, Sassaiòla, lo zoologico Sassaiòlo “che vive
tra i sassi”, come il Sassèllo “piccolo tordo” e Sassìcolo (con pref dal
lat COLERE con valore “che abita) snm di Saltimpàlo, Sassàta,
Sàsseo, Sassòso dal lat SAXOSUS, Sassìsmo con Sassìsta (termine
alpinistico); il composto Sassifraga o Sassèfriga, cui Sassifragàcee
(la Famiglia) dal lat SAXUM-FRANGERE è un’erba montana
anticamente creduta terapeutica per infrangere i calcoli (sassetti)
renali cui ancora Sassafràsso o Sassofràsso attraverso il franc
SASSAFRAS già sp SASAFRAS, che è un albero dell'America del
nord la cui rad produce un olio medicinale; un lemma nobile, quindi,
d’antichissima stirpe, che si ritrova nel ted SAHS oggi lama, coltello
smarrendo così l’identificazione originaria della materia (pietra) con
la quale si fabbricavano tali utensili o armi.
Il termine Sassolìno, oltre ad essere un dim di Sasso, è anche
“minerale” relativo al toponimo Sasso (Toscana) cui Sassolìte (suff
LITE pietra e che, come in un gioco di parole vale “pietra di Sasso)
e quale “anisetta” relativo al topomimo Sassuolo nel modenese, così
come Sassèlla “sorta di vino” al toponimo Sassella.
Fuori percorso da Sasso, Sàssola o Sèssola, snm di Gottazza, d’etim
864
onomatopeico della serie S SS, che è la grossa cucchiaia di legno
utilizzata per togliere l’acqua (sgottare) dal fondo delle imbarcazioni;
Sàssone, poeticamente Sassòne, infine, è relativo alla regione della
Sassonia.
Il lat conta SCRUPULUS per sassolino, questo dim di SCRUPUS
sasso, cui fig Scrùpolo, Scrupolosamènte, Scrupolosità, Scrupolòso,
la locuzione Avere uno scrupolo deviando dalla locuzione Avere un
sassolino nella scarpa. L’ingl conta un TO SCRUB lavarestrofinare, e il pensiero non può che andare all’ant pretica di lavare e
strofinare sulle pietre, cui, vrs in connessione, i glb Scrub e
Scrubbing in cosmetica.
Dal tema med GALA-KALA sasso, inoltre, l’ital ha coniato il nome
del minerale Galèna alias Solfuro di piombo”, questo dallo specifico
tema med GALENA, il quale non è nel percorso di Galènico poiché
questo è l’aggettivo derivato dal medico gr Galeno (vissuto
pressoché nel 129-200); ancora, Galèstro o Calèstro “terreno
particolare, argilloso, e nome di vino toscano dal quale si ricava” con
l’aggettivo Galestròso.
Dalla rad indoeur SEK è convenuto il lat SECARE da un ant
SECERE, cui il Pp SECTUS che avrebbe portato Insètto da
INSECTUM (pref IN illativo, vale “frammentato” ricalcando il gr
ENTOMON) cui Insectofobìa che è l’avversione per gli insetti,
Insettàrio, Insètti (la Classe), Insetticìda, Insettìfugo, Insettìvori
(Classe di mammiferi) e Insettìvoro, Insettologìa con Insettològico e
Insettòlogo, eppoi Segmentàre e Segmènto questo nome di strumento
di SECERE col composto Soprasegmentàle, Sèttile “può essere
reciso”, Sètto “reciso” (omn di Setto da Recinto) col prefissato
Bisètto (BIS due volte), Settòre “parte di... tagliato da...” con il pref
Prosettòre e Prosettrìce, i geometrici il fem Settrìce e i prefissati
Bisettòre e Bisettrìce questo snm di Bisecante, Settoriàle con
Intersettoràle, Settorialità, Settorialìsmo, Settorializzàre e
Settorializaziòne, il neologismo Settòrio, Settorìsta, Seziòne con
Sezionàre e Interseziòne, Dissecàre, Dissezionàre con Disseziòne e,
ancora, Secàre con il trigonometrico Secànte cui Secantòide e
Cosecànte ellittico della locuzione lat COMPLEMENTI SECANS
Secante del complemento, i prefissati Intersecàre cui Intersecamènto
e Intersecaziòne, Resecàre o Risecàre (da non equivocare con
Risicare da Rischiare), ed ancora Scùre da SECUREM derivato da
SECARE già Secùre (con sincope della vocale e) cui il composto fig
Securìgera che con il lat GERERE portare vale “sorta d’erba
infestante delle Papilionacee”; eppoi Segàre col devb Sèga ottenuti
con la lenizione sett di c in g da Secare, con una sfumatura semant
865
che orienterebbe Segare nel senso di un’azione concreta, tramite
appositi utensili, e Secare in figura teorica, come le secanti
geometriche di una curva, come la funzione trigonometrica inversa
del coseno. La Sega idraulica è una delle invenzioni leonardesche. Il
lat conta ancora un SERRAM sega cui Saràcco con il dim
Saracchìno “sega a mano” adottato dal 1861; da non equivocare con
il lemma Saracchio adottato in botanica.
Omn di Setto ”reciso” è Sètto, come quello nasale che divide le due
cavità, dal lat SAEPTUM chiusura-recinto, forma sostantivata del
verbo SAEPERE recingere, cui Sèpalo (botanica, sul modello di
Petalo), il biologico Sepimènto con Sepimentaziòne, eppoi Sièpe con
Sepaiòla o Sepaiuòla (uccello delle siepi), i prefissati Assiepàre (già
nel 1321) “chiudere con la siepe” con Assiepamènto, Presèpe o
Presèpio (già nel 1306) “davanti al recinto (stalla)” cui Presepiàle
con la locuzione Arte presepiale, Presepìsta in gara con Alberìsta per
gli addobbi natalizi. Il risvolto fig di Assiepare “affollare” ha
trascinato il termine Presepe nella metaf “innanzi alla folla di
credenti” nel 1280,
\ Il primo presepio inanimato, ovvero composto con statuine, pare sia stato ideato da
un certo Arnolfo Di Cambio; quello vivente, è noto, fu scenografato in prima assoluta
da Francesco d’Assisi.\
Il termine prefissato Transètto o Transétto “navata trasversale della
chiesa” è stato coniato attraverso l’ingl TRANSEPT ma con il lat
TRANS oltre e SAEPTUM chiusura.
Scuriàta non ha nulla della Scure, il termine è l’ipocoristico
italianizzato di EX CORRIGIATA, dal lat CORRIGIA laccio per
scarpe, che oggi sta per “sferza-cinghia di cuoio”, donde è ancora
pervenuto Corrèggia (etim estraneo al percorso di Correggere) con
Correggiàme (suff AME per collettivi), l’utensile Correggiàto, e i
fig Correggiòla “striscia di terra” col toponimo d’attestazione locale
Corizola con Correggiòlo”cordoncino” della rilegatura dei libri; col
pref S fuori, l’omn-snm Corrèggia con Scorreggiàre (S sottrattivo) e
Scorrèggia o Scoreggiàre e Scorèggia con Scoreggiàta e
Scoreggiòne, che stanno ironicamente per “ perdita della cinghiacorreggia”. Il gr conta lo specifico HIMAS correggia cui Amànte,
omn di Amante da Amare, con Amantìglio.
Correggia vale Nàstro, questo dal got NASTILO correggia, cui
Nastràre, Nastratùra, il composto Nastrotèca, la locuzione Nastro di
Mobius “superficie topologica non orientabile”; vale ancora Amènto
dal lat AMENTUM che da “correggia del giavellotto” s’è svolto in
botanica quale infiorescenza con asse allungato.
L’ingl conta TAPE nastro cui il glb Tape (dal 1972) per accezione
“nastro magnetico-nastro perforato”, ma anche “nastro adesivo” cui
866
l’omologismo Tapinàre “avvolgere con questo”; termine d’area
indoeur rintracciabile nella locuzione franc Tapis roulant “nastro
trasportatore”.
\ Rischio Azzardo
Dal lat medv RESECLARE, iterativo di RESECARE tagliare, l’ital ha
coniato Resecàre o Risecàre con Reseziòne da RESECATIO
RESECATIONIS dal Pp RESECATUS, Rischiàre con il devb Rìschio con
un Rìsco e Rischiòso, continuando la tradizione del senso dato al verbo lat,
in riferimento al pericolo che incombe su ognuna delle parti tagliate in
maniera arbitraria o non corretta, cui il prefissato Arrìschio con Arrischiàre
(pref AD). Esplicito dal lat RESECARE, l’ital conta Risicàre (da non
equivocare con Risecare da SECARE) con Risicàto, il devb Rìsico e il
prefissato Arrisicàre (pref AD).
Snm di Rischiare è Azzardàre (entrambi dal XIV sec), questo con Azzàrdo e
Azzardòso, omologismo dall’ar ZAHAR dado cui il gioco a dadi Zàra; la
voce ar prima di ricadere nell’ital era passata dal franc HASARD. L’ar
ZAHAR ha un omn che sta per fiore d’arancio connesso a ZHAR fiore cui,
in omologismo, Zàgara e l’onomastico Zaira da ZAHIRAH fiorente.
\ Pietra Ciottolo Ciotola
Sasso (adottato dal XIV sec) è anche Piètra o Pètra (già dal XIII sec),
termine questo giunto dittongato dal lat e dal gr PETRA; esistono in
complanare (snm) i relativi Petràia e Pietràia, Petrièra, Pètrico, Petrìgno o
Pietrìgno, Petràme, Petròso e Pietròso, Pietràme, il fig Spetràre meglio
Spetràrsi “commuoversi”,
il composto Petrificàre o Pietrificàre con
Petrificàto e Pietrificàto, Petrificaziòne o Pietrificaziòne, i dim Petrìna e
Pietrìna questo attestatosi in “piccola pietra focaia”, Pietrìno, Pietrìsco,
Pietrìsta, Pietrèso con Pietrosità, Pietrùzza, e Petròlio “olio delle pietre
(estratto dalle)”, i cui elementi più noti sono Carbonio, Zolfo, Ossigeno ed
Idrogeno, cui l’acronimo GPL che vale Gas di Petrolio Liquefatto,
Petrolièra, Petrolière, il patologico Petrolìsmo, Petrolìfero e la composizione
esot ingl Pet-coke da PETROLIUM e COKE carbone cui il glb Coke con i
semiomologismi Cokificàre e Cokefaziòne o Cokificaziòne, Cokerìa, eppoi
Petronciàno o Petonciàno dall’ar BADINGIAN melanzana inc con PETRA,
Prezzèmolo dal gr PETRO SELINON “sedano delle pietre” cui il lat
PETROSEMOLUM con il volg Petrosino e Petrosèllo dal medv
PETROSILLUM; una pianta velenosa che pare facilmente confondibile col
prezzemolo (entrambi erbe delle Ombrellifere) è la Cicùta dal lat inv
CICUT, nota per l’avvelenamento di Socrate.
Il volg sardo conta il composto Piccapedreri che vale Cavapietre,
Spaccapietre, dove il pref Picca vale “colpire”.
Pietra con Petrolio ha il suo corrispondente pref PETRO per composizioni
quali Petrolchìmica, Petrolchìmico, Petrògale “Genere di Marsupiale” col gr
GALE donnola, Petrogènesi, Petròglifo “incisione su roccia” (col gr
GLYPHO incido), Petrografìa o Petrologìa con Petrogràfico e Petrògrafo,
Petromizònti “Ordine ittico” col gr MYZO io succhio al quale appartien la
Lampreda; esteso nel significato di Petrolio quali Petrochìmica o
Petrolchìmica, Petrochìmico o Petrolchìmico, Petrodòllaro o Petroldòllaro.
867
Infine, i prefissati Impetràre snm di Impetrare “ottenere”, Inpietràre o
Impietrìre (IN illativo) e il composto Cavapiètre. In percorso l’onomastico
Petronio, già assunto tra la gens romana, col dim Petronilla cui Nilla e con
Petroniàno snm di Bolognese dall’agionimo S. Petronio, patrono della città;
eppoi Piero e Pietro attraverso il gr PETROS mas di PETRA. Dall’agionimo
San Pietro si contano Sampiètro “sorta di pesce degli Zeiformi” e
Sampietrìno o Sanpietrìno “moneta di rame in corso nello stato pontificio dal
1795 al 1801” oppure “operaio addetto nella basilica” o ancora “mattone per
pavimentazione stradale a Roma”. il cui onomastico è vrs conneso con Pietra
come Pietro.
Sasso, dunque, è anche Piètra o Pètra, termine questo giunto dittongato dal
lat e dal gr PETRA. È possibile che il termine PADDHRY, che identifica il
gioco infantile pugliese “gioco dei cinque sassolini” sia l’esito di una
corruzione attraverso il passaggio dal metaplasmo e dall’epentesi da PETRA
in PATRA-PADRA-PADDHRI (plurale con rafforzativo)
Un errore comune è pronunciare o scrivere Pietralcina, il paese di nascita di
Padre Pio (santificato il 16 giugno 2002); la forma corretta è Pietrelcìna, vrs
toponimo nato da un’ant composizione “pietre a terra rossa” in connessione
con la rad di Cinabrèse “terra colorante” e di Cinàbro “rosso brillante”
(Solfùro di mercurio) dal lat CINNABARI già gr KINNABARIS di genesi
orientale. Esiste, tuttavia, il termine volg Elce-èlce o Elice-èlice o Ilice-ìlice,
che stanno per Lèccio “sorta di quercia”, cui Leccèta o Leccèto, dal lat
ILEX, la cui ghianda è detta Lèccia omn di Leccia “sorta di pesce” cui la
corruzione Ricciòla (alterato con Riccio) snm di Seriola; Lissa poi è omn di
Lissa “rabbia” dal tema med ILEK-ELEK, pianta assimilata alla Quercia; dal
lat AESCULETUM bosco di lecci si ha il toponimo medv Scledo oggi Schio
cui Scledènse. Dal lemma Elce, attraverso il lat ILEX, è stato coniato il
toponimo Deliceto passando da Iliceto.
Quèrcia o Quèrce è dal lat QUERCUS donde la locuzione QUERCUS ILEX
che indica un legno durissimo e utilizzato per fabbricare bastoni, dal che
sarebbe sorto l’aggettivo Elcìno, al fem Elcìna; la relazione tra Pietra ed
Elce-Elcina sarebbe allora tutta da indagare. Nel percorso di Quercia si conta
Quercèta e Quercèto, Quercetìna, Quercìno sia aggettivo sia sostantivo
questo fig snm di Eliomio, Querciòla o Querciuòla snm di Camedrio.
Nel libro Cuore di E. De Amicis (1846/1908) il termine Querciola è
utilizzato nella locuzione Far querciola con riferimento ad un
assembramento di ragazzi; relativo a questo scrittore, l’ital conta l’aggettivo
Deamicisiàno.
Il percorso prosegue con Querciòlo o Querciuòlo, Querciòso, Quercìte (suff
chimico ITE) o Quercìtolo, il composto Quercitròne attraverso il franc
QUERCITRON attraverso la composizione QUERCUS-CITRON quercialimone cui l’estratto glicoside Quercitrìna (suff chimico INA), Il gr conta lo
specifico DRYS quercia cui il pref-suff DRIO per composizioni quali
Driopitèco “mammifero dei Pongidi” con PITHEKOS scimmia, Camèdrio
“quercia nana” col gr KHAMAI in basso, snm di Querciola.
Il celt conta TANN quercia cui il franc TAN e il percorso ital
dall’omologismo Tànno “scorza della quercia” donde l’estratto Tannìno
868
“composto chimico” (suff chimico INO), Tannàre con Tannàggio, Tannànte,
Tannàto, Tànnico con Tannicità
Sasso è ancora Ciòttolo (coevi), questo un dim da un dimenticato Ciòtto,
della serie onomatopeica C T rumore secco, dal rumore sordo che produce
percorrendolo con i carri e con le armate, cui Acciottolàto o Ciottolàto.
In associazione a Ciottolo, si conta Sèlce, già Sèlice, dal lat SILEX col
genitivo SILICIS, dal significato già indoeur di “pietra dura”, cui Selciàio,
Selciaiòlo, Selciàto, Selciatòre, Selciarùra, Selcìno, Selciòso e le varianti
Sèlice con Silicàto, Sìlice, Silìceo, Silìcico, Silìcio questi più espliciti dal
lat, con il composto Filosilicàto. Sorta di silicato idrato è Attapulgìte, così
indicato dal toponimo statunitense Attapulgus dove fu rintracciato.
\ Nella preistoria, la selce, tra gli innumerevoli usi, era utilizzata per realizzare rasoi,
pertanto la rasatura era già una consuetudine di pulizia personale.\
Dal gr KHALIKS ciottolo, il lat ha tratto CALX, cui Calcàre sostantivo
(omografo del verbo Calcare) con Castìna “fondente calcareo” questo dal ted
KALKSTEIN calcare attraverso il franc CASTINE, e il prefissato
Anticalcàre, il compostio Calcarenìtico (con Arena e suff aggettivante),
eppoi Calcàreo, Calcàra e Calcaròne, Càlce (omn di Calce “tallone”),
Calcìna “calce spenta” con Calcinàccio, Calcinàio, Calcinàre, l’aggettivo
Calcinàto che indica anche il baco da seta vittima del Calcino “fungo”,
Calcinatòre, Calcinatòrio, Calcinatùra, Calcinaziòne, il fig Calcinèllo
“mollusco”per il suo colore e, Calcìno “sorta di miscela” anche fig “fungo
parassita” (omn di Calcino da Calcio) cui Calcinàto (omn del già elencato),
Calcinòsi (suff OSI per patologie), Calcinòso e i prefissati Incalcinàre con
Incalcinatùra, Scalcinàre (pref S sottrattivo) con Scalcinàto e Scalcinatùra;
Calcinello è snm di Tellìna, cui Tellìnidi (Famiglia di molluschi) d’etimo
incerto.
Termine pseudoetim Calcedònio “sorta di minerale” cui Agata-àgata dal lat
ACHATES già gr AKHATES.
In volg esiste un Ciotto per “persona grassa” o, almeno “imponente”,
termine utilizzato anche come criterio di paragone “questo più ciotto di…”
nel senso di “questo è più grosso di…” Può essere vrs una connessione fig
con Ciotto di Ciottolo o una variazione dialettale ed ancora in senso figironico di Chiotto che vale “sornione, rannicchiato, silenzioso”. Ciòtola è
fuori percorso, questo sorto dall’inc lat di CYATHUS coppa con COTYLA
scodella; il termine lat sopravvive in Ciàto vaso.
Ancora dal gr KYMBE coppa cui KYMBALON con valore specifico di
“ciotola”, il lat conta CYMBALUM, da qui il persorso ital Cìmba questo fig
“barchetta”, Cèmbalo “tamburello dotato di sonagli” (l’ant strumento era
fatto con due dischi metallici ed era indicato al plur) o le varianti Cèmbolo,
Cìmbolo, Ciòmbalo e Cìmberlo con Cembalàio o Cembalàro, Cembalìsta,
Cenmalìstica e Cembalìstico, Cìmbalo “piatto” (del Gong o della Batteria) o
Cìmberlo cui Cimbalàio e la variante Cèmbano cui Cembanèlla o
Cimbanèlla o amcora Cemmanèlla, vrs in connessione fig con lo sp
CIMBRA curvare cui Cèmbra o Cèmbia. Appare ancora in connessione fig
il termine Cèmbro “sorta di pino” col sett Zèmbro di genesi prelatina, cui il
snm Cirmòlo questo transitato nel lat in CIRMUS, termine questo che
869
infonde un senso di rotondità.
L’ungherese conta KYMBALON “strumento musicale a corde” cui
l’adattamento ital Zìmbalon. Dal lat CYMBALUM il prvz ha tratto
CEMBEL fischio (per richiamare) donde Zimbèllo, snm di Endice, l’uccello
utilizzato per richiamarne altri, ad uso della caccia, termine attestatosi fig in
riferimento ironico ad una persona, cui Zimbellàre con Zimbellatòre,
Zimbellatùra, Zimbellièra.
Dal lat MARRO col genitivo MARRONIS, in origine ciottolo, l’ital ha
coniato Marròne, rad di estrazione alpina paleoeuropea, cui fig il colore
Marròne dopo il transito dal franc MARRON dal quale il glb Marron, i
composti Marronsècco.
Attraverso il franc MAURE DORE (Doré) bruno dorato, l’ital conta
l’omologismo Mordorè “marrone dorato”.
Il colore marrone acceso è identificato fig con Castàno o Castàneo, questo
ispirato a Castàgna e Castàgno “albero delle Fagacee” con Castanìcolo e
Castanicoltùra dal lat CASTANEA già gr KASTANON, di cui ha assunto
semanticamente la snm, pertanto in percorso complanare, l’ital conta
Marròne, Marronèta o Marronèto, la locuzione glb franc Marron glacé eppoi
Castagnàccio, snm di Pattona, Castagnàio o Castagnàro, Castagnatùra,
Castagnèto, Castagnètta anche fig “petardo” ed ancora “nacchera” questo
attraverso lo sp CASTAÑETA dim di CASTAÑA, Castagnìno “colore”,
Castagnòla o Castagnuòla attraverso lo sp CASTAÑUELA nacchera ancora
un dim di CASTAÑA, il dim Castagnòlo o Castagnuòlo con Castognolèta
(suff ETA pe collettivi).
In percorso il composto Bulbocastàno, sorta di pianta erbacea delle
Ombrellifere.
Da includere, tanto per confermare l’assimilazione Castagno-Marrone, il
Marrone d’India o Castagno d’India snm di Ippocastàno questo fig col gr
HIPPOS cavallo. Marròne vale anche un “grosso errore” cui Marronàre con
l’intensivo Smarronàre e Marronàta eppoi, attraverso una radiazione
sinonimica 1, si ha la locuzione Prendere in castagna.
\ Nel Medio Evo, il castagno era indicato con Albero del pane poiché, in temoi di
carestia, le castagne macinate costituivano un buon succedaneo di farine da pane \
Attraverso l’ar BALLUT castagna-ghianda, l’ital conta Ballòtta snm di
Caldalessa, cui Abballottolàre e Sballottolàre. L’identico termine è dal lat
volg MARRO MARRONIS magistrato, da tema med MARU magistrato,
svoltosi in MARO MARONIS e si ritrova nella cognomastica cui Virgilio
Marone. Termini omn pseudoetim, dal long MARH cavallo, l’ital conta
Marròne per “bestia alla guida del branco” svoltosi in “vecchio cavallo
anziano” e metaf in “consigliere-educatore”; infine, Marròne “guida alpina
del S. Bernardo” in riferimento ai Marroni, dal lat MARRONES, ant
comunità alpina.
Dicesi Radiazione sinonimica ove un primo termine polisemico si trasferisce in un
secondo, come appunto Marrone nel senso di “errore” si svolge nel suo snm di
“frutto” Castagna mantenendo in ogni caso inalterato il significato di “errore”.
1
\ Alpi e Appennini
Dal tema med ALBA-ALPA pietra vrs in origine con valore di bianco
870
quindi Pietra bianca, cui il plur lat ALPES Alpi, è derivato l’oronimo Alpiàlpi e il percorso Alpe-àlpe, Alpeggiàre con Alpèggio (snm di Monticare e
Monticazione) “pascolo d’alta montagna”, cui la locuzione Contratto
d’alpeggio (tra pastori e proprietari terrieri), l’esot ted Alpenstock “bastone
per escursioni alpine”, gli aggettivi Alpèstre o Alpèstro e Alpigiàno (in
correlazione con Pianigiano “della pianura” e Valligiano “della valle”), i
prefissati Cisalpìno - La Cisalpìna è storicamente la zona tra il Po e la catena
alpina, abitata dai celti, ovvero i Galli Cisalpini, oggi Italia Settentrionale o
Continentale; questi ottennero la cittadinanza romana sotto G. Cesare nel 49
aC - Pedalpìno (composto con Pedemontano e Alpino), Prealpìno,Subalpìno,
Transalpìno, il composto Alpicoltùra, eppoi Alpinìsmo con Alpinìsta e
Alpinìstico cui Scialpinìsmo, Scialpinìsta e Scialpinìstico dalle composizioni
Sci-alpinismo, Sci-alpinista e Sci-alpinistico, Alpìno sia sostantivo sia
aggettivo, l’esot ted Alphorn “corno delle Alpi”, tromba particolare. Il
termine Alpìnia indica una sorta di pianta delle Iridacee originaria della
Cina, stessa Famiglia dello Zafferano.
Per imparare la suddivisione in oronimi delle Alpi, basta conoscere la chiave
mnemonica Ma Con Gran Pena Le Reti Aldo Cala Giù, quindi Marittime,
Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Atesine, Dolomiti, Carniche e
Giulie.
Fuori percorso gli omologisti Alpaca-àlpaca o Alpàca o ancora Alpàga dal
peruviano (lingua queciua) PACO “rossastro” attraverso lo sp americano
ALPACA “ruminante dell’America mer” altrimenti detto Lama pacos,
Alpàcca dal franc PACK-FOND argentone.
Termine ancora alieno nel percorso di Alpi è il coronimo Alpago, la regione
veneta della provincia bellunese, che pare sia un derivato dal lat PAGUS
“circoscrizione rurale”.
Dalla divinità celtica Penn, deriverebbe l’oronimo Appennini e
Monte Pennino; in percorso Appenninico, Preappennìnico,
Protoappennìnico (popolo) e Subappennìnico.
Oltre alle Alpi quali corona al confine settentrionale dello stivale e le
Alpi Apuane (parte nord-occidentale degli Appennini), si conta fuori
della penisola italiana l’oronimo Alpi scandinave.
\ Spezie mediterranee
Associati a Prezzemolo, troviamo le nobili erbe aromatiche del Basilico,
della Menta e dell’Origano.
Basìlico, con una variante in Bassìlico, ci viene dal gr BASILIKON erba
regale appunto, svoltosi nel lat BASILICUM, in connessione con Basìlica
dal gr BASILIKE portico regio lemma composto con BASILEUS re e
OIKIA casa, donde Basilicàle, Basilìsco o Basalìschio, Basalìsco e
Basilìschio dal gr BASILIKOS piccolo re, governatore cui Basilìssa o
Basìlissa “regina”, da Basilèus inv dal gr BASILEUS quale denominazione
di un monarca o di un magistrato, l’onomastico Basìlio e il toponimo
Basilicata.
\ La Basilica di S. Pietrro in Roma può contenere sino a 20mila tra fedeli e visitatori. \
Mènta, invece, è dal tema med MENTA restato inv in lat ed ital, cui i dim
871
Mentìna e Mentùccia, Mentàstro, il composto chimico Mentòlo (suff OLO),
cui l’aggettivo Mentolàto, donde la locuzione Talco mentolato e Mentène
“idrocarburo”, in connessione con Calamìnta dal gr KALAMINTHE
altrimenti detta Nepitèlla o Nipitèlla dim dal lat NEPETA mentuccia. Menta
è altresì indicata con la locuzione lat Erba Sanctae Mariae, poiché secondo
la leggenda, aveva profumato il cammino della famiglia di Maria in fuga
verso l’Egitto. La medicina popolare indica la Menta quale rimedio
per superare le febbri. Secondo una diversa tradizione popolare, però, la
Menta rende sterile la donna e indebolisce il guerriero sul campo di
battaglia.
Orìgano, con le varianti aferetiche Règamo e Règano, cui Origanàto con il
volg mer Arraganato, è dal lat ORIGANUM già gr ORIGANON, vrs in
connessione fig con ORA orlo nel senso esteso di spezia per “contornare”.
Tra le ombrellifere, oltre ancora Finocchio e Sedano, altrove analizzati, si
conta Anice-ànice dal gr ANISON, questo con una ricca serie di varianti
quali
Anace-ànace con Anaciàto, Anacio-ànacio, Anicio-ànicio con
Anacìno, Anicìno, Aniciòne e Anisètta questo attraverso il franc
ANISETTE. Da contare ancora Caròta, con Carotàggio (estrazione di un
campione di roccia a forma di cilindro, fig “carota”), Carotàio, Carotatrìce,
Carotène (un derivato) con Carotenòide, Carotièra o Carotière, inv dal lat
CAROTA già gr KAROTON, connesso con la rad KER di Coriaceo.
\ Roccia Marmo
Ròccia è da Ròcca “fortezza” d’origine preindoeur da tema med ROKKA
pietra appuntita, cui il composto militaresco Roccafòrte, i prefissati, anche
figArroccàre, Arroccamènto, Arròcco (termini comuni, questi, nel gioco
degli scacchi , Arrocciàrsi snm di Incrodàrsi; il mas Ròcco è la torre degli
scacchi omologismo dal persiano ROKH, questo il cammello che ha sulla
groppa la torre con uomini armati, e non è azzardato affermare che il termine
sia connesso con il tema med. Ròcco vale anche fig pastorale arcivescovile
(Diocesi di Ravenna).
Eppoui il prefissato Diroccàre con Diroccamènto e Diroccàto; da Roccia
l’ital conta Rocciatòre, Rocciòso, il glb Rockclimbing “scalatore” (dove
CLIMBING vale scalata da TO CLIMB salire), il prefissato Dirocciàre
“precipitare dalla roccia”.
L’ital conta ancora l’omografo Ròcca, questo attraverso il got RUKKA
strumento per filare, cui Rocchètto – questo anche sorta di tacco per scarpe
da donna – con il prefissato fig Arrocchettàto, Ròcchio cui il pref
Arrocchiàre e Arrocchimènto, Ròccolo, la cui rad è connessa in tema med
col primitivo utensile fatto di pietra appuntita, ancora un omn Arroccàre. Il
got conta lo specifico SPOLA rocchetto cui l’omologismo inv Spòla col dim
Spolètta e il denm Spolettàre, eppoi Spolatrìce, Spolatùra.
Il tema med riappare nel celt HROKR nel senso fig di “forte come una
roccia” cui Rocco nell’onomastica; l’omn Rocchètto con un raro Roccètto
vale “mantellino o sopravveste” questo dal lat ROCCHETTUM già franc
HROK svoltosi metaf nel senso di un capo d’abbigliamento “simbolo di
potere”.
Il termine franc Rococò, adottato in ital, è fig il vezzeggiativo di
872
ROCAILLE roccia artificiale, ornamento caratteristico di questo stile.
Dall’inc di Rocca con un Bìca “mucchio di covoni”, cui Bicòne e i
preefissati Abbicàre con Abbicatùra, omologismi dal long BIGA mucchio, è
stato coniato il termine fig Bicòcca “piccola rocca o casupola anche rudere”
dal XV sec.
L’omn lemma lat BIGA è fuori percorso, sintesi della locuzione EQUAE
BIIUGAE pariglia di cavalli-a doppio giogo (con IUGAE giogo), pervenuto
inv in Bìga (pref BIS ridotto in BI) in correlazione con Triga e Quadriga; da
questo è vrs la derivazione del termine Bighellàre “gironzolare con la biga”
svoltosi in “andare in giro senza alcuno scopo”, cui Bighellòne con
Bighellonàre e l’avverbio Bighellòni nella locuzione Andar bighelloni. Dalla
locuzione lat BIGATIUS DENARIUS “moneta con impressa la figura di una
biga sovrastata dalla luna” si ha il termine Bigàto “moneta d’argento”
adottata dal XVI sec, successivamente effigiata con la Vittoria. Il risvolto
mas Bìgo nella terminologia nautica sta per “albero di carico”, adottato dal
1932.
Esiste un Bigodìno, con le varianti Bigodì e Bigudìno, omologismo dal franc
BIGOUDI, vrs connesso in maniera fig con il lat BIGA.
Il franc conta FLANER bighellonare cui il glb Flaneur “gironzolone” e
l’omologismo Flanàre e Flanellàre con la locuzione Fare flanella da FAIRE
FLANELLE , dove Flanèlla è omn di Flanella “tessuto”, forse con una
remota connessione fig alla rad.
Rocchetto (adottato dal XIV sec) ha il snm in Bobìna (dal 1833) questo
omologismo dal franc BOBINE rocchetto, cui Bobinàre, Bobinatòre,
Bobinatrìce, Bobinatùra con i opposti Sbobinàre, Sbobinamènto e
Sbobinatàùra (pref S).
Màrmo è anche pietra, ma pregiata, dal lat MARMOR, questo dal gr
MARMAROS connesso ad un verbo che valeva rompersi, cui Cascata della
Marmore in Umbria e l’idronimo Marmore in Valle di Aosta, eppoi
Marmàre “essere freddo come il marmo”, Marmoràre o Marmorizzàre,
Marmòreo. Marmòsa, dal franc MARMOUSET figura grottesca, potrebbe
esssere connesso con la relazione pietroso-freddo-grottesco, così come il
franc MARMOT scimmia cui fig Marmòcchio, questo con un snm
Rabòcchio o Rabàcchio attraverso l’emiliano Raboc o il romagnolo Rabac.
Lo specifico Scìmmia, con una desueta variante Scìmia, invece, è dal lat
volg SIMJA già class SIMIA dal gr SIMOS (naso) schiacciato, cui
Scimmieggiàre, Scimmièsco, Scimmiòne, Scimmiottamènto, Scimmiottàre,
Scimmiottàta, Scimmiottatòre, Sciommiottatùra, Scimmiòtto il prefissato
Proscìmmie (Sottordine di primati, con il gr PRO davanti) e Inscimmiàrsi
quale voce del gergo giovanile adottata nel nuovo millennio. Il verso della
scimmia si definisce Grido.
Il processo che ha condotto MARMOT a Marmocchio, s’è ripetuto col franc
ESCARBOT scarafaggio svoltosi fig in ital Scarabòcchio e Scarabocchiàre,
tutti da una base onomatopeica S CC R, che ha condotto ancora al snm
Schiccheràre con Schiccheratùra; l’omn Schiccheràre bere, con
Schiccheròne, invece, col pref S estrattivo, è il devb da Chìcchera,
omologismo dallo sp CHICARA attinto al messicano GICATLI d’origine
873
azteca, al quale è stato aggiunto un suff italianizzante ERA come in
Maschera e in Zazzera. Il franc, tuttavia, per ESCARBOT aveva attinto ad
un percorso gr-lat, cui KARABOS-SCARABEUS, tradotto in ital Scarabèo,
con Scarabèidi (la Famiglia) e Scarabòide (col suff OIDE somiglianza, vale
gemma a forma di scarabeo), e il lat volg SCARAFAJJUS tradotto
Scarafàggio, tutti in connessione rad indoeur col gr ESKHARA scorza.
Il gr, ancora, conta lo specifico MELOLONTHION scarabeo.
Certamente pseudoetim in questo percorso è invece Marmèggia, un termine
zoologico d’estrazione padana, coniato incrociando il lat VERMICULUS
vermicello con Barba in complanare con Barbèggia bruco, snm ancora di
Dermèste “che mangia la pelle” questo dalla composizione gr DERMA pelle
con ESTHIEIN mangiare. Ancora alieni, l’ital conta gli omologismi
Marmìtta dal franc MARMITE pentolone, cui Marmittòne; Marmòtta dalla
locuzione lat MUS MONTANUS topo di montagna attraverso un percorso
franc di corruzione lemmatica MARMONTAINE MARMOTAINE
MARMOTTE, da altra fonte è semplicemente un derivato onomatopeico.
La roccia in mare è detta Scòglio, dal lat SCOPULUM transitato dal
genovese Scogiu; sopravvive tuttavia in ital Scòpolo o Scopulo fedele alle
origini.
\ Marga Marna
Riparo di roccia è Bàlma, inv da tema med BALMA attestatosi in area
alpina e in quella dalla Catalogna, alla Liguria sino al sud della Germania,
assumendo il significato di roccia, grotta, altura tondeggiante o roccia
sporgente; termine vrs connesso con un tema Bala-Pala.
Dal tema med MARGA roccia calcarea, inv nel lat MARGA, con
MARGILAM d’origine celt MARGILLA, e nell’ital Màrga, coesiste – vrs
da un precedente rad comune MAR pietra - in complanare il lemma Màrna,
cui Marnàre, Marnatùra, Marnièra, Marnòso rintracciabile nel franc
MARNE con vrs toponimo del dipartimento Marne e con l’idronimo del
fiume Marne (Marna). In Italia, la connessione con Marna dovrebbe esserci
col toponimo Marnate (Va). Ancora, in connessione la voce trentina
Maròcca “accumulo di pietre da glaciazioni”.
Fuori percorso il termine Margarìna dal franc MARGARINE derivato dalla
locuzione ACIDE MARGARIQUE, nondimeno dal gr MARGARON perla
(di colore), cui il percorso Margàrico, Margarinàre, Margarinatùra,
Margarìte, passato ad indicare il nome del fiore Margherìta cui l’onomastico
Margherita quindi “perla” o “il noto fiore” secondo le preferenze, con il dim
Rita e l’ipocoristico Greta attraverso lo scandinavo MARGARETHE.
Vrs una connessione di MARGARON col toponimo veneziano Marghera,
qui preferita dall’autore di queste pagine, ma incalzata da altre teorie quali
l’agglutinazione della locuzione veneta Mar gh’era “(qui) c’era il mare” o
da Merghèra “deposito di letame”. Dal toponimo, il termine Margheròtta,
l’imbarcazione “costruita a Marghera”.
\ Scimmie
Sono altresì definite Primati, poiché occupano il primo posto nella
classificazione zoologica; sono sottordinate
in Proscìmmie dal lat
PROSIMIAE col pref PRO “prima, davanti” e Antropoidèi dal gr
874
ANTHROPOEIDES simile all’uomo. Ai Primati appartine la Famiglia dei
Pòngidi fdal lat PONGIDAE di genesi indigena africana.
Amadrìade, grossa scimmia dal muso canino, dal lat HAMADRYADEM
dalla composizione gr HAMADRYAS (HAMA insieme e DRYS connesso
con DENDRON albero). Amadrìade è anche il nome di una ninfa che
poeticamente vive in simbiosi con un albero, legata alla sua esistenza. Il
termine HAMA insieme è rintracciabile ancora in Amamèlide dallla
composizione gr HAMA e MELON melo e che vale “fiorisce al tempo delle
mele” con Amamelidàcee (la Famiglia).
Apale-àpale è dal gr HAPALOS soffice-molle e indica una cimmia
sudamericana della Famiglia dei Callitrìcidi, questo da Callitrìce (snm di
Apale) composto col gr KALLI bello e THRIKS capelli e vale “bella
chioma”.
Budèng, scimmia dei Cercopitecidi stanziatasi nell’isola di Giava, è un
omologismo dal malese.
Bunder, altra scimmia dei Cercopitecidi stanziatasi in India e Cina,
omologismo dall’indostano BANDAR
Cèbo, scimmia dell’America centro-meridionale, è dallo specifico gr
KEBOS scimmia, cui Cèpidi (la Famiglia), e utilizzato quale suff CEBO in
composizione cui Microcèbo “lemuride”, Nicticèbo o Nitticèbo (proscimmia
asiatica dei Lorisidi, col gr NYCTOS notte), la locuzione Cebo dai cornetti.
Il suff CEBO si ritrova nella locuzione umana Muscolo Procèbo (e che
caratterizza la faccia di un individuo immerso vistosamente nelle proprie
riflessioni)
Entèllo è una scimmia sacra indiana, appartenente ai Cercopitecidi, in onore
del mitologico peronaggio Entello ricordato da Virgilio nel poema Eneide,
che narra appunto delle vicende di Enea.
Galagòne, proscimmia dal lat GALAGO, ma di voce africana.
Gibbòne, attraverso il franc GIBBON dal lat GIBBUS gobba.
Gorìlla, la gigantesca scimmia, transitato dal franc GORILLE è da gr
GORILLAI; il termine gr, tuttavia, è di genesi africana del valore di “donna
selvaggia e pelosa”. Il Gorilla di montagna tende ad estinguersi; nel 2010 si
contano 680 esemplari sopravvissuti. Il termine “gorilla” s’è svolto fig nel
snm di Guardia del corpo.
Il termine, infatti, pare sia nato tra i cartaginesi, ripreso poi dai greci, i quali
indicavano con “gorilla” le pelose donne dei pigmei.
Lòri “piccola proscimmia” dell’India, omologismo dal Fiammingo
LORRIAS già LUIAARDT bradipo attraverso il franc LORIS o LORI, cui
Lorìsidi (la Famiglia). Termine omn è l’omologismo Lòri “sorta di
pappagallo” australiano cui Lorichètto e Lorìculo cui il comune nome Loreto
dato a questi volatili, pertanto non associabile a Loreto di Lauro; il termine
LORI è rintracciabile attraverso il malese LURI e lo sp LORO questo attinti
alla lingua caribica.
Per inciso, Caraìbico o Caràibico con Carìbico, Caraìbo o Carìbo, è dalla
voce locale KARAIBA ardito transitato dallo sp CARIBE.
Macàco è l’omologismo dal ptg MACACO d’origine onomatopeica
africana; suo omn è Maimòne dall’ar MAYMUN scimmia, che indica anche
875
un pilastro a forma di scimmia considerato portatore di felicità.
Mandrìllo, scimmia cinocefala dei Cercopitecidi, omologismo da un termine
della Guinea attraverso lo sp MANDRIL; specie di Mandrillo è il Drìllo.
Nasìca, scimmia dei Cercopitecidi, dal lat tardo NASICA nasuto, che vive in
piccole comunità nel Borneo, la cui peculiarità è appunto il naso lungo
simile ad una proboscide.
Nasobìanco, invece, sempre dei Cercopitecidi vive in Africa ed è
caratterizzata da una maculazione bianca sul naso nero e sulla zona inferiore
della pelliccia, questa verdastra con macchie rosso-nerastre.
In malese, ORANG sta per creatura umana che in composizione con UTAN
selvaggia, si ha ORANGUTAN creatura umana selvaggia (o della foresta),
il cui omologismo ital è Oràngo “scimmnia antropomorfa” con le varianti, a
seconda delle orecchiabilità, Uràngo, Orangutàn, Orangutàno, Rangutàn e
Rangutàno, della Famiglia dei Pongidi; il suo verso è simile, infatti, al
piamto di un bambino.
Scimpanzè è l’omologismo dal congolese SCHIMPANZE; sorta di
scimpanzé è il Bonòbo, questo di genesi sempre congolese, noto anche
come Scimpanzé pigmeo o Scimpanzé nano.
SESSO
Sèsso, dal lat SEXUX risalente a Secare “tagliare” della nobile stirpe
indoeur di SEK. La semant pare abbia associato Sesso al taglio
risoluto esistente tra la natura della femmina e quella del maschio.
Suoi derivati e composti: Sessàre (termine in avicoltura) con
Sessàggio e Sessatòre, Sessìsmo questo modellato attraverso il franc
SESSISME, Sessìsta, Sessuàle con Sessualità, Sessualìsta e
Sessualizzàre con Sessualizzaziòne questo l’effetto delle ricorrenti
immagini sessuali forniti dai mass-media e dagli spettacoli, Sessuàto,
i composti Sessappèllo questo risibile termine scopiazzato all'ingl
Sex-appeal (dove APPEAL vale richiamo già lat APPELLARE
chiamare), Sesduziòne (in biologia, trasferimento di un carattere da
una cellula all’altra mediante il fattore del sesso), Sessuofìlico questo
ad indicare la tendenza e i fautori delle valutazioni personali
utilizzando il sesso come metro e suoi esaltatori. In composizione,
l’ital conta Omosessuàle con Omosessualità “attrazione verso il
proprio sesso” in opposizione a Eterosessualità, Sessodipendènte con
Sessodipendènza, il glb ingl Trangender “integrazione maschile e
femminile nella propria sessualità” con l’omologismo
Transgenderìsmo, Transessuàle “identificazione col sesso opposto”
cui Transessualità e Transessualìsmo; il Sessuoeducatòre (Sessoeducazione), poi, è un termine che celerebbe complicità di
Sessualizzazione, distanziandosi dal corretto Sessuòlogo da
Sessuologìa). Dalla forma ingl SEX-SEXY, che poi è dal lat, incluso
l’italianizzato SEXI, l’ital ha adottato un nutrito esot di
composizioni: Sex-shop, Sex-simbol o Sex-symbol, Sexy-show, Sex876
party, Sex-Session, Sexikini...
PARTY in ingl oltre a “festicciola-trattenimento-incontro” vale
anche “partito politico” vedi LABOUR PARTY partito dei
conservatori.
Per quanto riguarda il significato di “trattenimento” l’ultima moda
giunta dagli USA è il MORNING GLORYVILLE che vale quale
party di primo mattino.
Sèssola, fuori percorso, è il prodotto della serie onomatopeica S SS
agitare acqua con suff dim.
Ancora fuori percorso, la locuzione lat SEX CRINES che sta per Sei
ciuffi (di capelli), acconciatura tipica per le spose.
\ Un termine, Sesso, che, come molti altri, abbiamo gravato di problematiche sociali,
psicologiche, filosofiche... ma originariamente nato con semplicismo e spontaneità,
parametri sempre naturalmente più logici andando ai ritrosi dell'umanità.\
L’omosessualità femminile è indicata con Lesbìsmo cui Lesbicàre,
da Lèsbico questo relativo all’isola gr Lesbo, dove la poetessa Saffo
(VII/VI sec aC) pare radunasse donne amanti della lirica; dal
toponimo si ha Lesbìaco e Lèsbio. Relativo all’onomastica della
poetessa e delle sue opere si conta Sàffica cui Sàffico “metrica”,
svoltosi nel snm di Lebismo con i termini Sàffica, Sàffico e
Saffìsmo.
\ “Vento sulle querce” è la poetica definzione di Amore data da Saffo.\
SESSA
Sèssa è l'oscillazione del livello delle acque di lago o di mare
interno; è un lemma italianizzato dallo svizzero (franc) SEICHE,
particolarmente in uso per le misurazioni del lago di Ginevra.
La Sessitùra, fuori tema, dal lat SESSUS Pp di SEDERE sedere, sta
per balza del fondo di una veste.
\ Sassanidi
I Sasàdini, cui Sassànide o Sasànide, appartengono all’antica dinastia iranica
che governò in Persia dal 224 dc, identificati dall’eponimo Sassan, loro
sacerdote. Scomparvero dopo il 651, debellati dagli Arabi che islamizzarono
il paese.\
\ Prefisso LITO
LITO
Snm di sasso-pietra è il gr LITHOS, cui Litìasi e Litiàsico (calcolosi, ovvero
“pietruzze”, con suff patologico IASI dal gr IASIS), Lìtio con Litiòso, Lìtico
“di pietra” (omn di Litico da Lisi “solubilità”), Litòide, Litòte o Liptòte 1
questo dal gr LITOTES semplicità (termine linguistico, vrs connesso fig con
l’elementarità della pietra) che in qualità di figura retorica vuole la
descrizione di un concetto negandone il contrario “Attenti nel camminare sul
tetto, le tegole non sono resistenti ai carichi”. Il Trilìte, cui Trilìsmo, è una
struttura in pietra con due lastre verticali che reggono una orizzontale
(Dolmen).
Eppoi il pref LITO (omn del pref LITO sciolto), sovente assimilato
877
foneticamente al lemma, cui Litantràce (dal gr ANTHRAKS carbone),
Litargìrio (dal gr ARGYROS argento), Litiemìa (con EMIA sangue),
Litificaziòne (col lat FICARE da FICERE fare), Litòbidi con Litòbio e
Litobiomòrfi (col gr BIOS vita), Litoceràmica, Litòclasi (col gr KLASIS
frattura), Litoclastìa col gr KLASTOS rotto (snm di Litotripsia o Litotrissìa
col gr TRIPSIS triturazione), Litocromìa o Cromolitografìa, Litodiàlisi (col
gr DYALISIS separazione), Litòfago (col gr PHAGEIN mangiare),
Litofanìa (col gr PHAINO appaio), Litòfita (col gr PHYTON pianta),
Litòfono (col gr PHONE suono), Litografìa (dal gr GRAPHIA scrittura) o
Litotipìa (col gr TIPOS impronta) con Litogràfico, Litògrafo, Litografàre e
Litofotografìa, Litolatrìa e Litolàtra (col gr LATREIA culto), Litolìsi (col gr
LYSIS scioglimento), Litogènesi (col gr GENESIS nascita), Litoglifìa (col
gr GLYPHE incisione), Litologìa (col gr LOGOS parola) o Petrografìa (col
gr PETRA pietra), Litomanzìa (col gr MANTEIA l’indovinare) con
Litomànte (divinazione attraverso i riflessi di una candela accesa su pietre
colorate), Litonefròsi (col gr NEPHROS rene), Litopèdio (feto pietrificato,
col gr PAIS PAIDOS bambino), Litopòne o Litopòno (col gr PONOS
fatica), Litosfèra (col gr SPHAIRA sfera in sequenza con Aerosfera e
Idrosfera), Litostratigrafìa (con il lat STRATUS disteso e il gr GRAPHIA),
Litostròto dal gr LYTHOSTROTOS pavimentato con pietre, Litotècnica (
con l’aggettivo dal gr TEKHNE tecnica), Litotomìa (col gr TEMNO taglio)
ed i suff LITO-LITE quali Batolìte (pref BATI profondo), Crisolito (pref dal
gr KHRYSOS aureo). La versione greca LITHOS ha imposto il nome alle
epoche dell’umanità: Paleolìtica e Neolitica, ovvero “della vecchia e della
nuova pietra”. Dal lat LITUS è pervenuto il termine Lìto, attestatosi in Lìdo
attraverso la lenizione veneta, cui Litoràle o Littoràle, Litoràneo o Littoràneo
col prefissato Sublitoràneo, Littorina “un mollusco” omn di Littorina
“automotrice”. Non avrebbe connessioni attendibili e non è difficile
immaginare che in origine fosse stato associato alla natura litica, pietrosa,
della costa; in realtà, la sabbia d’oggi è la ghiaia primordiale.
Per i veneziani Lido sta per “isola”, cui la più nota in ambito internazionale è
il Lido, sede del festival del cinema, del casinò e della spiaggia.
Il termine Ofìte è la sintesi della locuzione OPHITES LITHOS pietra
serpentina, dal gr OPHIS serpente cui Ofìtico.
Termine alieno nel percorso del suff LITO è Bachelìte, questo dal nome dal
suo inventore (Ved Biblioteca…).
Il termine Lìte, cui Litigàre questo dal lat LITIGARE con Litighìo, Litìgio,
Litigiòso e con i composti Litisconsòrte con Litisconsortìle e Litisconsòrzio
(dal lat CONSORTES partecipi), Litispendènza (dal lat PENDENS
pendente), discende invece da un ant lat STLIS successivamente LIS-LITIS
che non ha corrispondenze in area linguistica.
\ Un’antica morale espressa da Esopo recita che “(la lite) più si combatte e più si
gonfia”, ma ben si addice alla guerra./
Dalla rad REIK rompere, deriva invece il snm Rìssa dal lat RIXA lite cui
Rissaiòlo, Rissàre, Rissòso e la variante Rèssa attestatasi in “calca”.
Il termine Lite è in genere riferito a uno scontro a due mentre Rissa (snm di
Zuffa) ha assunto il significato di lite collettiva.
878
Dallo sp REBATE rissa, d’origine ar, cui ARREBATAR prendere con
brutalità (tutto ciò che è possibile), l’ital conta l’omologismo Arrabattàre,
meglio Arrabattàrsi, semant addolcito nel darsi da fare, memtre dal franc ant
RIHOTE lite conta Riòtta con Riottàre, Riottosità, Riottòso.
Arrabattare ha un snm in Acciaccinàre di voce toscana, una corruzione volg
di Accincignàre o Incincignàre questo con valore però di “sgualcire”, tutti
connessi con Aginàre “affrettarsi” da Agìna o Aìna “prestezza”; vrs
Accincignare e Incincignare sono a loro volta connessi con Incignare.
Liturgìa discende direttamente dalla composizione gr di LEITON luogo
pubblico per affari da LAOS popolo col suff URGIA dal gr ERGON lavoro;
in percorso Litùrgico, Liturgìsmo, Litùrgo, la locuzione Veglia liturgica e il
composto Vètero-liturgìa questo più con valore ironico.
Il Lìtuo, in ogni caso, era il bastone ricurvo, rituale degli àuguri, dal lat
LITUUS (provenienza etrusca), da LITARE guadagnarsi un presagio
favorevole; l’attinenza di entrambi i termini Lituo-Liturgia alle pratiche
religiose rende vrs una rad comune. Non è scorretto allora immaginare che il
Lìtuo primordale fosse una pietra (LITHOS) sagomata, simile allo Stìlo (di
legno o d’osso) questo dal gr STYLOS colonna, da rad STEI pungolare vrs
connessa con STLIS litigio.
1
Esempio della figura retorica della Litote, la quale modera un’espressione col negare
il contrario, è, quale esempio, Informazioni non buone (per non definirle cattive).
\ Frangere Ghiaia Breccia
Dal tema rad BHEUG-BHREUG(WG)-BHREGH, cui il lat FRANGERE e
l’ital Fràngere con Frangìbile, Frangitòre e Frangitùra, con il suo Pp
FRACTUS rotto, sono pervenuti il fig Fragàglia “novellame di pesce”,
Fràgile e il poetico Fràle con Fralèzza o Frallèzza e il prefissato Infralìre (IN
illativo), eppoi Fragòre con Fragoròso e Fragòso da FRAGOR, Fragmènto o
il corrente Frammènto cui Frammentàre, Frammentarietà, Frammentàrio,
Frammentàto, Frammentaziòne e Frammentìsmo, Fràna questo da
FRAGINA con lenizione totale della g e semplificazione dell’esito in
dittongo ai con a cui Franàbile, Franamènto, franòso e Franosità, Frànto
quale Pp di FRANGERE cui Frantòio, con il snm Trappèto o Trapèto dal lat
TRAPETUM da TRAPEIN pigiare (in origine, l’uva) cui il volg mer
Trappito, con Frantoiàno, Frantoìsta e Frantùme (suff collettivizzante UME)
cui Frantumàre, Frantumatòre e Frantumaziòne, eppoi i prefissati Infrànto
Infrantoiàta, Infrantòio.
\ Da una statistica 2008, l’Italia conta 6184 frantoi, di massima dislocati tra Puglia e
Calabria.\
Il percorso continua con Fràtta che oltre alla semant di “rottura-frattura”, ha
assunto il valore di “rami rotti” eppoi di “luogo malagevole ricoperto da
macchia intricata” esteso in “macchia-siepe, cui i prefissati Infrattàre con
Infrattàto e il fig Sfrattàre con Sfrattàto; ancora un prefissato fig Soffràtta
“penuria-bisogno” da un SUFFRANGERE
Il percorso prosegue con Frattàle, Fràtto il composto Frattografìa, Frattùra,
Fraziòne cui Frazionàre con Frazionàbile, Frazionàle, Frazionamènto,
Frazionàrio, Frazionàto, Frazionìsmo con Frazionìsta e Frazionìstico, i
composti Frangibiàde, Frangifiàmma, Frangiflùtti con Frangimàre e
879
Frangiònde, Frangilùce, Frangisòle, Frangivalànghe, Frangivènto,
Frangizòlle; pseudoetim l’albero del Frangipàni il cui termine è ispirato al
nobile romano M. Frangipane. Fràtta da FRACTA è anche “luogo scosceso
ed impervio-macchia intricata-bosco reciso” (idealmente “infranto”), cui il
prefissato Anfràtto con Anfrattosità e Anfrattuòso, il popolare Infrattàre;
Fràtta è anche “recinto” cui, anche fig nel significato corrente, Sfrattàre,
Sfràtto. Continuando nel percorso, si contano i prefissati Affràngere con
Affrànto che con AD allativo e FRANGERE vale fig “rotto”(ad esempio, dal
dolore). Effraziòne da EX FRANGERE vale “rompere fuori”. Infràngere con
Infrangimènto e Infrangitòre, Infrànto ed Infraziòne con IN intensivo vale
“più che rotto” (anche fig) opposto a Infrangìbile questo con IN negativo
“che non si rompe”. Refràngere o Rifràngere con Rifrangènte, Rifrangìbile
con Rifrangibilità, Rifrangimènto, Rifràtto da REFRACTUS cui Rifraziòne
da REFRACTIO, Rifrattività o Rifrangènza, Rifrattìvo, Rifràtto,
Rifrattometrìa e Rifrattòmetro, Rifrattòre, tutti col pref RE-RI reiterativo.
Eppoi, Refrattàrio con Refrattarietà da RE FRAGARI questo durativo di
FRANGERE; Suffragàre da SUB FRAGARI con Suffragàneo o
Soffragàneo, Suffragètta e l’astratto Suffràgio da SUB FRAGOR con
Suffragìsmo e Suffragìsta. Occorre soffermarsi sui termini Infranto ed
Infrangibile: il primo è composto dal suff IN illativo e sta per “dentro la
rottura” come Infiammàto “vale dentro le fiamme”; il secondo, invece, con il
pref negativo IN sta per “non frangibile”. Ed ancora, Fracassàre con il
prefissato Sfracassàre (S intensivo), Fracassìo, Fracàsso e Fracassòne
attrraverso la sovrapposizione di FRANGERE con QUASSARE, Fràcco
dall’intensivo FRAGICARE attraverso il volg Fraccàre cui il volg Fracchia
che indica una grossa torcia di materiale infiammabile “fraccato”, bruciata
nella tradizionale processione della Settimana Santa a S. Marco in Lamis sul
Gargano. Si potrebbe pensare che Infàrto (rottura del cuore) discenda da
Infranto; in realtà è il Pp del lat INFARCIRE cui Infarcìre con pref IN
illativo - in percorso con Farcìre, Farcìto e Farcitùra - per indicare
l’immagine dell’occlusione interna, ritrovato nel franc FARCIR, cui Fàrcia
da FARCE e Farcìno da FARCIN, ma con rare corrispondenze indoeur.
Fuori percorso, ancora, Fràngia con Frangètta, Frangiàre, Frangìno “piccolo
tovagliolo del sommelier” e Frangiatùra, dal lat volg FRIMBJA, cui il snm
Fìmbria con Fimbriàto, i prefissati Sfrangiàre, Sfrangiàto e Sfrangiatùra;
attraverso il franc FRANGE frangia, l’ital conta l’esot Frinzèllo con
Frizellòso cui un corrotto prefissato Raffrignàre “cucire alla meglio” donde
Raffrìgno “cucitura grossolana”.
Il gr conta KRASPEDON frangia cui Cràspedo o Cràspedon e Craspedòta
con Acraspedòta (pref A privativo) questo snm di Acalèfa dal gr
AKALEPHE anemone di mare.
Il letteratura, Fràngia è l’aggiunta nel testo di segmenti puramente fantastici.
Fràgola, infine, è il dim lat di Fràga, questo discendente da un tema med
SRAGA frutto cui il gr RHAGOS grano d'uva dal tema med RAK-RAG con
il percorso Racèmo cui Racèmico con Racemizzaziòne, Racemòso, i
composti Racemìfero (col suff dal lat FERRE portare) e Racemàsi (suff
chimico ASI), il dim Racìmolo con Racimolàre, questo anche in senso metaf
880
cui Racimolatòre, e Racimolatùra, Gracìmolo questo l’inc RacimoloGrappolo, Ràcchio questo inc Racimolo-Rachitico, col fem volg Ràcchia in
un brutto ed offensivo senso fig.
Vrs la connessione fig del termine Gràcile cui Gracilità e il prefissato
Ingracilìre, dal lat GRACILIS, con il tema Racimolo-Rachitico-Gracimolo.
OIn anatomia si conta la locuzione Muscolo gracile. Il Ventriglio dei volatili
è detto nel volg romanesco Grecìle o Gricìle vrs d’etim ancora in
connessione.
Il termine Ràchide, Rachìtide, con Rachìtico e Rachitìsmo, è dal gr
RHAKHIS colonna verebrale cui il pref RACHI per composizioni quali
Rachialgìa, Rachianestesìa, Rachianèttidi “Famiglia di cetacei”,
Rachicentèsi o Rachicèntesi (col gr KENTESIS puntura), Rachischìsi (col gr
SKHISIS fenditura): in percorso il prefissato botanico Aràchide (con A
privativo vale fig “privo di spina dorsale”) “sorta d’erba” i cui semi sono
indicati, comunemente al plur con Aràchidi snm di Noccioline americane o
Nocioline brasiliane o ancora fig Ceci di terra, cui Arachìdico con
Arachidònico (suff chimico ONICO “gruppo carbossìlico”) e, in locuzione,
Acido arachidico e Olio di arachide.
Ghiàia o Ghiàra o ancora un Giàra (omn di Giara “orcio”), Ghiaiàta,
Ghiaiàto, Ghiaièto o Ghiarèto, i dim Ghiaiètto e Ghiaìno, l’accr Ghiaiòne e
l’aggettivo Ghiaiòso discendono invece dal tema med GLARA, cui il lat
GLAREA riversatosi nel tardo volg GLARJA, presunta connessione con
GELE di Glandula per una ipotetica forma base rad comune, derivata da
G(E)L; nel percorso lat si conta Glareòlidi “Famiglia d’uccelli”. In snm con
Ghiaia l’ital conta Brèccia con Brecciòso e Sbrecciàre, dal tema med
BRIKKO roccia-picco-dirupo, con i derivati Brecciàme, Brecciòla,
Brecciàle, Brìcca, Bricchètta, Brìccica, Briccicàre, Brìccola “palo
nell’acqua” quale punto visibile e per accezione Bricola veneziana (omn di
Briccola “masnada” e di Briccola “macchina d’assedio”), il composto
Abbriccàre con Abbriccàrsi che sta per “inerpicarsi”.
Il tema med BRIKKO, nella vasta area indoeur, si ritrova nel long
BREHHAN, nel ted BRECHEN, nell’ingl BREAK cui i glb Break “pausa”,
Breakfast “rottura veloce del digiuno” 1 con la locuzione alberghiera glb Bed
and breakfast “letto e colazione” eppoi Break dance “danza acrobatica da
strada” nata ilm 1984, Break down “collasso-interruzione” con DOWN giù 2,
Break even “pareggio (economia)” con Break even point “punto di pareggio”
e Break even volume “entità del pareggio” con EVEN anche, Breaking point
“punto di rottura” (gioco d’azzardo) e Break point “punto d’interruzione
(informatica-tennis)”; vrs in connessione l’ant termine Break che valeva
“vettura scoperta a cavalli”. Dal franc BRECHE frattura l’ital conta
l’omologismo Sbreccàre “rompere i bordi di un vaso o piatto” e Sbreccàto
con pref S sottrattivo; il tema si ritrova ancora nel got BRIKAN cui Sbregàre
e Sbrègo con pref S intensivo, nell’ital Brèccia nel senso di “frattura”. Non
è facile aggiudicare in connessione il volg toscano Sbreccola che sta per
“donna brutta - racchia”.
1
2
L’ingl FAST veloce riappare nella locuzione glb Fast food “pasto veloce”.
Con l’ingl DOWN giù-basso, da non associare a Down (sindrome di) questo riferito
881
al cognome dello scienziato, l’ital conta i glb Download “scaricamento” e Downloader
“utente scaricatore” (in terminologia dei computer) con LOAD carico cui ancora
Loading “caricamento” (in Informatica) e, in locuzione, Load factor “fattore di
carico” (posti in aereo), Overload “sovraccarico” e Upload “caricamento verso altro
computer”, eppoi l’economico Downsizing “riduzione delle dimensioni” con SIZE
taglia, Breakdown “collasso”, Countdown “conteggio all’ingù (alla rovescia)” con
COUNT conto cui ancora Countertrade “baratto” con TRADE commercio, Account
“accredito”, Discount “sconto” con Discount “negozio con gli sconti”, Hard discount
“negozio con forti sconti” e Soft discount “negozio a sconto lieve”, la composizione
Counterfobìa “Il piacere di un fobico nel ricercare (nel contare) situazioni che lo
spaventano.
eppoi i pugilistici Knockdown “colpo violento” con Knoch out “colpo finale” dove
KNOCK vale bussata in connessione indoeur con il long KNOHHA giuntura cui l’ital
Nocca (della mano), eppoi il termine radioattivo Meltdown “fusione” da TO MELT
squagliare cui Melting pot “grogiuolo” con POT pentola da non associare al glb ingl
Melton “meccanismo per la follatura” derivato dal toponimo Melton-Mowbray, eppoi
Shutdown “chiusura” dall’onomatopeico TO SHUT chiudere, eppoi Splashdown,
“impatto con il mare” con l’onomatopeico TO SPLASH schizzare cui Splash ”tuffo”
con il composto ital-ingl da divertimento estivo Acquasplash, la locuzione informatica
Splash screen fig ”schermata iniziale di presentazione” e, infine il termine sportivo
(football) Touchdown adottato dall’aviazione col significato “il toccare la pista” qui
definito Touchdown point con TOUCH tocco in connesione indoeur con l’ital Tocco,
il franc Touche cui Touche (pron tuscè) toccato, con ancora l’ingl Touch pad
“tappetino dove tocca-scorre il mouse” con PAD tappeto cui l’ultima invenzione
computerizzata glb I-Pad giunta in Italia a maggio del 2010, Touch screen “monitor
sensibile al tocco”.
\ Anemone
Anèmone “pianta delle Ranuncolacee, con Anemone di mare (snm di
Attinie) è inv dal gr-lat, ANEMONE, questo vrs connesso con il lat
NEMORALIS “boschereccio” cui Nemoràle e Nemorènse, questo epiteto di
Diana la dea dei boschi e della caccia, il cui secondo soprannome Cinzia
appartiene ancora all’onomastica, in riferimento al monte Cinzio dove era
nata.
Una derivazione rad comune dovrebbe esserci col gr NEMA NEMATOS
filamento, associando a questo fig il groviglio boschivo, cui Nemàtico dal gr
NEMATIKOS intessuto, i pref NEMA NEMATO per composizioni quali
Nemaspèrma o Nemaspèrmio snm di Spermatozoo, Nematelmìnti (col gr
HELMINS HELMINTHOS verme), Nematòceri (sottordine d’insetti, col gr
KERAS corno), Nematocìda (antiparassitario), Nematòdi (sorta di
Invertebrati vermiformi della Famiglia Strongilidi) dal lat NEMATODA già
genitivo gr NEMATOS, Nematòfori (Ordine di Miriapodi, col gr PHERO io
porto).
Il suff NEMA per composizioni quali Aglaonèma “sorta di pianta delle
Aracee” è composto col gr AGLAOS splendente, lo zoologico Assonèma
(composto con Assòne), il biologico Cromonèma “filamento cromosomico”,
l’istologico Mionèma (col gr MYS muscolo), il botanico Protonèma (col gr
PROTOS primo).
\ Scacchi Dama
Scàcco è l’omologismo dal prvz ESCAC, attinto al persiano SHAH il re, cui
Scià; nel percorso si ha Scàcchi quale ipocoristico della locuzione Gioco
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degli scacchi cui Scaccàta, Scaccàto, Scaccheggiàto, Scacchièra, Scacchière
o Scacchièro in termini militari e “cassa dello stato” in ant regno normanno
cui Cancelliere dello scacchiere, Scacchìsmo, Scacchìsta, Scacchìstico,
Scàcco, i composti Scaccografìa, Scaccogràmma e Scaccomàtto dalla
locuzione Scàcco matto. La locuzione metaf Prendere il sole a scacchi vale
essere illuminato dalla luce solare che passa attraverso le inferriate a mo’ di
scacchiera poste alle finestre delle prigioni.
Nel gioco degli Scàcchi, si ha l’Alfière omologismo dall’ar AL-FARIS
cavaliere, passato allo sp ALFEREZ, la Tòrre 1, la cui etim è ben articolata,
dal lat TURRIS, dal gr TYRRHIS, cui gli accr Torràzzo e Torriòne,
Turricolàto dal dim TURRICULA piccola torre, Turritàno relativo a Porto
Torres in Sardegna (derivazione indiretta dall’ant nome lat TURRIS),
Turrìto, dal tema med TURSI torre in riferimento ai popoli delle torri, i
Tirreni, appunto. Il termine è rintracciabile nell’ingl TOWER cui il glb
Tower nel linguaggio dell’informatica. La Regina, essendo un gioco che
pare sia stato ideato in area ind, in origine era indicato con Visir.
La vittoria spetta a chi fa Scacco matto questo indicato con Scacco matto
imbecille o Scacco matto stolto, riuferito al giocatore sconfitto, quando lo
scacco avviene subito dopo l’inizio dell’incontro.
Dàma è dal franc DAMES pedine doppie cui l’omologismo Damàre, il glb
franc Damier, Damièra, Damière, Damìsta.
L’omn Dàma “signora”, invece, è dal franc DAME, ipocoristico del lat
DOMINA padrona, cui Dameggiàre, Damerìa, Damerìno, Damigèlla,
Damigèllo, Dàmo e, sorprendentemente, Damigiàna, questo dal franc
DAME JEANNE signora Giovanna, da una presumible metaf. Madàma,
pertanto, è l’italianizzazione dal franc MADAME dalla locuzione MA
DAME mia signora cui Madamàto e Madamigèlla questo attraverso
MADEMOISELLE da MA DEMOISELLE mia signorina.
Esiste ancora il termine Dàma per “stampo” (di ghisa) altrimenti detto
“chiodaia”, di presunta correlazione fig o con Dama “gioco” o con Dama
“signora”, ma non accertata.
Pedìna, infine, inv dal lat volg PEDINA, è la forma fem sostantivata di
PEDINUS, da rad PED piede, cui Pedinàre e il prefissato scacchistico
Impedinatùra (IN illativo). L’ampliamento del rad PED in PED-S e svoltosi
in PEIS, cui il verbo lat PINSERE pestare, ha dato ancora origine a Pèsta
con Calpestàre, questo un inc lemmatico di Calcare con Pestare, cui
Calpestatòre, Calpestìo (già dal 1353) questo con un snm Trepestio (dal
1842); ancora, Pestàggio, Pestàre, Pestaròla, Pestàta, Pestatòio, Pestatòre,
Pestatùra, Pestèllo e Pistìllo col composto Pistillìfero, l’iterativo Pesticciàre
con Pestìccio, Pestìo, Pèsto (anche Intingolo) cui Pesto alla genovese,
Pestòne cui Pistòne attraverso il franc PISTON comunque questo da un anti
ital Pistòne dal lat PISTOREM cui ancora un Pistòre, eppoi Pìsta con
Pistàggio, cui la locuzione Pista ciclabile.
\ Nella città di Modena, la pista ciclabile si snoda con un percorso di 190 km \
Pistaiòlo corrispondente al glb franc Pistard “ciclista su pista” da PISTE
pista in correlazione con Routier “su strada”, eppoi il prefissato Depistàre
con il glb franc Depistage, Depistàggio e Depistatòre: nella forma fig di
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“caduta-capitolazione”, Pèggio (PEIUS), Peggiòre (PEIOR) o Piggiòre con
Peggioràre (non coniugabile al riflessivo) o Piggioràre da PEIORARE,
Peggioramènto o Piggioramènto, Peggioratìvo, Peggioràto o Piggioràto,
Peggioratòre e Pèssimo (PESSIMUS) cui Pessimìsmo, Pessimìstico e
Pessimìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Pèste da
PESTEM distruzione questo con i derivati quali Pestilènte, Pestilènza o
Pestilènzia con le varianti Pistolènza o Pistolènzia, Pestilenziàle,
Pestilenziòso, Pestòso, il prefissato Impestàre con Impestàto (pref IN
illativo), i composti Pesticìda, Pestìfero. Il termine Prestinàio che vale
“fornaio” è il derivato di PISTOR panettiere nel senso di Pestatore, quale
nome d’agente di PINSERE; il veneto conserva il termine Pestrineri.
Dal volg PINSIARE intensivo di PINSERE, è derivato Pigiàre con Pigiàta,
Pigiatòre, Pigiatùra ma anche Brigiàre o Briciàre dal volg BRISARE con
identica semant.
Il gr conta in connessione PTISSEIN pestare, tritare cui PTISANE decotto,
infuso svoltosi nel lat PTISANAM italianizzato Tisàna; da non connettere
con Tisanòtteri questo dalla composizione gr THYSANOS nappa e
PTERON ala e Tisanùri questo con URA coda, entrambi Ordine d’insetti.
La più famosa Torre al mondo è la Tour Eiffel, alta 324 mt, che prende il nome dal
suo progettista, l’ingegnere Gustave A. Eiffel (1832/1923), coaautore tra l’altro, della
della Statua della Libertà, del Ponte Maria Pia in Portogallo e delle strutture del
Canale di Panama; infine è stato l’ideatore della storica Galleria del vento europea,
utile agli studi aerodinamici per la sicurezza dei ponti ed alla nascente aeronautica.
La Tour Eiffel, appunto per la sua struttura fisica in ferro, durante i mesi caldi può
allungarsi di quindici centimetri, per la nota legge della dilatazione e restringimento
dei metalli in relazione alla temperatura.
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\ Stampa Stampella
Dal franc STAMPON pestare, ted STAMPFEN, l’ital ha ricalcato
l’omologismo Stàmpa (tecnica a caratteri mobili inventata da Gutenberg nel
1450, che sconvolse la maniera di pubblicare testi e contribuì
all’alfabetizzazione delle masse) cui Stampàre con Stampàbile, Stampabilità,
Stampàggio, Stampànte, Stampatèllo, Stampàto, Stampatòre, Stampatrìce,
Stampatùra, Stamperìa, Stampìno con Stampinàre e Stampìsta, il fig
Stampìta questo termine musicale attraverso il prvz ESTAMPIDA da
ESTAMPIR battere i piedi cui il dim Stampèlla svoltisi anche nel snm di
Gruccia o Ometto e nella tassonomia marina in Pesce stampella altrimenti
detto Pesce martello smerlato.
Il percorso prosegue con Stàmpo questo nel senso di “marchio negativo” cui
le locuzioni Stampo camorristico, Stampo mafioso, oppure di “modello” cui
Stampo per dolci, l’accr Stampòne; Stampìglia, invece, con Stampigliàre,
Stampigliatrìce e Stampigliatùra, l’ha tratto attraverso lo sp ESTAMPILLA.
Dall’ingl TO PRINT stampare l’ital, ancora, conta i glb prefissati Prepint
“prestampa” e Reprint “ristampa”.
Il lemma Stampanàre che vale “lacerare” è in coerenza etim con questo
percorso poiché è dal franc STAMPON pestare.
Snm di Stampella è Grùccia da un Crùccia (per il segno che lascia sul
terreno), questo omologismo dal long KRUKKJA bastone con punta a forma
d’uncino, passato anche semant ad “appendiabito”, cui Grucciàta “colpo di
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gruccia” e il fig Grucciòne snm Grottaione e Vespiere, l’uccello che nidifica
nelle grotte e si nutre d’api. Occorre però aggiungere che il lat conta CRUS
CRURIS gamba, cui Cruràle “relativo alla gamba”, pertanto è logico credere
nella connessione indoeur lat-long CRUS-KRUKKJA, nel senso di bastone
quale gamba (artificiale).
ASSESSORE ASSASSINO SASSOFONO
ASSESSORE
Assessòre, dal lat ASSESSOR colui che siede affianco, è il
sostantivo d’agente del verbo ASSIDERE (AD-SEDERE), di rad
SED, con AD allativo; oggi è semant una carica politicoamministrativa. Dello stesso tema, oltre ai derivati espliciti Assessoràto, Assessoriàle, Assessorìle – l’ital conta Assettàre dal
volg ASSEDITARE di ASSIDERE, che oltre al significato etim vale
“ordinato-approntato” cui Assettàre con Assettamènto, Assettàto,
Assètto e vrs il glb ingl Asset “bene-patrimonio” nel senso di
“proprietà assettata”, il prefissato Rassettàre (doppio pref R iterativointensivo RI AD) e Riassettàre con Riassètto (RI iterativo), Assìse
“sedute solenni” (genere fem e di numero plur, scorretta la forma le
assisi) dal lat volg ASSISA assemblea seduta; un termine che
avevamo smarrito, ma che c’è ritornato dal franc ASSISE già col
significato che stabilisce, che delibera. Assìsa, infatti, nelle pagine
letterarie, sta per “abito stabilito, divisa, uniforme”, nei trattati
geologici sta per “complesso di terreno stabilizzatosi durante un'era”
e in biologia vale “strato di cellule”. Assìsa è ancora un termine del
XIV sec con valore di “imposta, balzello” ormai divenuto obsoleto.
Eppoi il glb ingl Sit in da TO SIT sedersi, che vale una silenziosa
manifestazione di protesta, stando appunto seduti, intralciando un
normale svolgimento. L’ant bolognese conta Sit quale “posto-sedia”.
Nel percorso semantico di Assisa, troviamo Assìso, Assìdere (AD
SIDERE stare vicino nel senso di permanenza) con Assiduità e
Assìduo questo da ADSIDUUS, d’identica relazione che il termine
in percorso Resìduo, da RESIDUUS ciò che rimane, ha rispetto a
Residuàre (RE SIDERE) cui Residuàle e Residuàto.
Assisiàte o Assisiàno sta per il demotico del toponimo umbro Assisi
ereditato dal 399 a.C. quando divenne colonia romana con il nome
di Asisium.
\ “Assise”, quindi, è un termine plurale e il verbo che lo accompagna deve essere al
plurale. Su queste pagine, allo scopo di aggirare gli errori frequentemente commessi,
si propone di riadattare il lemma collocandolo tra i sostantivi collettivi (folla, branco,
gregge…) e pertanto il verbo può così essere coniugato al singolare. \
Sèdia, devb da SEDERE stare-sostare, è la metatesi di un più ant
SIEDA, in connessione col gr HEDRA sedia-base, per cui troviamo
Sède, Sedentàrio con Sedentarietà, Sedentarizzàre, Sedentarizzaziòne
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e il fig Sedentàri (Sottoclasse marina, poiché vivono nel fondo, cui
Policheti Sedentari), Sedère, questo anche sostantivo Sedère
indicante la parte del corpo implicata nell’essere seduto, Sediàrio,
Sedìle, Sèdio (seggio), i dim Sediolìno e Sediòlo, Sedùta, l’aggettivo
Sèssile (in opposizione a Vàgile) dal lat SESSILIS, Sessiòne da
SESSIO SESSIONIS tratto da SESSUS questo Pp di SEDERE, i dim
Sediòlo e Sediolìno, eppoi i prefissati Risièdere dal volg
RESEDERE già class RESIDERE (pref RE continuativo) con
Resède o Resèdio “termine notarile”, Residènte dal Ppres
RESIDENS con Residènza e Residenziàle, il glb franc Residence, il
termine adottato in geologia e in meteorologia Subsidènza o
italianizzato Sussidènza “abbassanento tettonico-massa d’aria in
discesa entro se stessa” dal lat SUBSIDENTIA sedimentazione e il
glb ingl Session “seduta”.
Una sorta di sedia o poltrona d’origine toscana è detta Savonaròla,
appunto perché era la preferita di G. Savonarola.
\ Stando a una ricerca dell’Istituto di Sanità (2011), in Italia i più sedentari
risulterebbero i cittadini della Basilicata, seguiti dall’Abruzzo, dalla Campania e dalla
Sicilia; mentre i meno sedentari sarebbero i trentini seguiti dai lombardi e liguri.\
Dal gr HEDRA, l’ital conta il suff EDRO EDRIA col significato di
“base-faccia-lato” in termini geometrici cui Dodecaèdro (col gr
DODEKA dodici vale “dodici facce”) con Diacisdodecaèdro (col
pref DIAKIS due volte vale “ventiquattro facce”) e Icosidodecaèdro
(col pref gr EIKOSI venti) “dodici pentagoni e venti triangoli”; eppoi
in sequenza, Dièdro (pref dal gr DIS due volte) vale “ciascuna delle
due parti di uno spazio”, Trièdrio (col gr-lat TRI tre) “tre facce”,
Pentaèdro (dal gr PENTE cinque) “cinque facce”, Esaèdro (col gr
HEKSA sei) “sei facce”, Eptaèdro o Ettaèdro (dal gr HEPTA sette)
“sette facce”, Icosaèdro (col gr EIKOSI venti) “venti facce”,
Esacisottaèdro (col gr HEKSAKIS sei volte e Ottaedro) “quarantotto
facce”, Esacistetraèdro (col gr EKSAKIS sei volte e Tetraedro)
“ventiquattro facce triangolari” con Icositetraèdro (col gr EIKOSI
venti) “poliedro a ventiquattro facce”, eppoi Scalenoèdro (con
Scaleno), Trapezoèdro (con Trapezio); eppoi Proedrìa (pref PRO
avanti) “primi posti al teatro”.
Dal long PANKA connesso col lat PANCA asse-tavola l’ital conta
Pànca con Pancàccia, Pancàccio, Pancàle, Pancàta, Panchètto,
Panchìna, Panchinàro e Plància attraverso il franc PLANCHE, cui
Plancìto o Piantìto, connesso con il lat PLANUS.
Dall’attestazione volg SEGGERE da SEDERE, cui SEDJO, ci è
pervenuto Seggettière (portantino), Sèggia, Sèggio (sedio), i dim
Seggètta, Sèggiola, Seggiolàio, Seggiolìno, l’accrecitivo Seggiolòne.
Il rad di SEDERE è SED - attestata anche nelle aree bal, slava, ind,
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iran, gr (HIZOMAI), ger (SITZEN) - la quale, oltre ai succitati
derivati, ha condotto a Sòglio, Sussidiàre con Sussidiàrio e Sussìdio,
e a Nìdo questo da un ant indoeur NIZIDOS composto con NI giù e
SED sedere (ridotto a ZD) cui Nidiàta, il prefissato Annidàre (AD
allativo) con Riannidàre (RI iterativo), i composti Nidìcolo,
Nidificàre con Nidificaziòne, Nidifòrme e Nidìfugo, eppoi Nìdio
questo variante toscana di Nido cui Nidiàce o Nidiàceo o ancora
Nidàce e Nidiàndolo questo snm di Endice e Guardanidio; il termine
Nido è adottato per indicare fig un ricovero per neonati e bimbi cui,
in locuzione, Nido d’infanzia o semplicemente Nìdo.
Il termine Nidòre è fuori percorso, dal lat NIDOR di rad KNID
odore- vapore, questo in connessione col gr KNISA odore di carne
ai ferri. Il rad SED, inoltre, ha condotto al causativo (di Sedere)
Sedàre, adottato anche in medicina (nel senso di “calmarealleviare”), con Sedatìvo, Sedatòre e Sedaziòne col prefissato Resèda
(botanica) e Resedàcee (la Famiglia) dalla locuzione lat RESEDARE
MORBOS sedare il dolore, Sedìme dal lat SEDIMEN, di SEDERE
cui Sedimènto dal nome di strumento lat SEDIMENTUM con
Sedimentàre con Sedimentàrio, Sedimentatòre, Sedimentaziòne,
Sedimentòso e il composto Sedimentologìa e, con i pref, talvolta in
SIDERE con normale passaggio della e in i, Dissìdio con Dissidènte
e Dissidènza (DIS-SIDERE sedere disparte), Insìdia con Insidiàre,
Insidiatòre, Insidiòso (IN SIDERE con valore di sovrastare per
minacciare), Prèside, Presidènte, Presidènza, Presièdere, Presìdio
con Presidiàre, Presidiàto (PRAE-SIDERE sostare avanzati) e, in
locuzione, Presidio militare, Presidio sanitario, Insediàre con
Insediamènto, Insediatìvo, e Insediàto (col pref illativo in sedia da
IN SEDERE), Assediàre o Obsediàre con Obsidiàre e Ossedère o
Ossediàre con Assediàto e Assèdio o Ossèdio (OB-SEDERE stare
addosso (contro), accampare) o ancora Ossidiòne, Obsidiòne e
Ossediòne con il relativo Ossidionàle.
Sediziòne e Sediziòso, sono fuori percorso, composti dal lat SED
pref di separazione e dal verbo (G)IRE andare.
\ Assideramento
Il verbo Assideràre con Assideramènto è dal lat inv ASSIDERARE che vale
cadere vittima delle emanazioni stellari o del freddo stellare dal lat
SIDERALIS da SIDUS SIDERIS stella-astro, questo un ant termine
indoeur, cui Sideràle col prefissato Intersideràle, Sideraziòne, Sidèreo, il
composto Sideròstato snm di Celòstato e, con i pref, Consideràre questo col
pref associativo COM stava per “scrutare l’insieme degli astri per trarne
auspici” cui Consideraziòne poi attestatosi nel significato corrente,
Desideràre o Desiàre e l’obsoleto Disiàre, col pref DE sottrattivo sta in
origine per “non avere la possibilità di scrutare le stelle” cui Desidèrio con
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gli obsoleti Desideramènto, Desidèro e Disidèrio, l’onomastico Desiderio,
eppoi Desiàbile o Disiàbile, Desiànza o Disiànza, Desiàto o Disiàto,
Desideràbile o Disideràbile con Desiderabilità, Desiderànte o Disiderànte, il
sostantivo Desideràta fedele al lat DESIDERATA plur del neutro
DESIDERATUM, Desideratìvo o Disideratìvo, Desideràto o Disideràto,
Desideratòre o Disideratòre, Desideraziòne o Disideraziòne, Desiderèvole o
Disiderèvole, Desideròso o Disideròso, Desièvole o Disièvole, il poetico
Desìo o Disìo con Desiòso o Disiòso; il termine SIDUS dal successivo
significato di “freddo come il ferro”, è finito per identificare unicamente il
metallo, cui il gr SIDEROS ferro, l’ital Siderìte, Sideròsi (suff patologico
OSI) e, quale pref SIDERO, lemmi composti cui Sideremia (col gr HAIMA
sangue), Siderografìa, Siderolìte (col gr LITHOS pietra), Sideropenìa con
Sidseropènico (col gr PENIA povertà).
Siderurgìa e Siderùrgico (col suff dal gr ERGON lavoro); da non equivocare
con termini quale Siderostato da stella.
\ Sedulo Dolo Dolore
Sèdulo è col pref di separazione SE(D) e con il lat DOLUS dolo, da
un’origine gr DOLOS, e vale “diligente-leale” ovvero “senza inganno”, cui
Sedulità; Sùbdolo, invece, è col pref SUB e vale “con inganno sotto
(nascosto) - ipocrita”.
Dòlo e Dolòso cui Dolosamènte, Dolosità, non hanno corrispondenze fuori
d’Italia; questi termini stanno per inganno e non è chiara la provenienza rad
comune con DOLUM di Duolo, a meno che non si accetti la sovrapposizione
lemmatica del Dolo che causa Dolore.
Dòglia, con il mas Dòglio, cui Dogliòso, dal lat volg DOLIA dal class
DOLEUM sostantivato dal presente indicativo DOLEO da DOLERE
provare dolore e da un’incerta rad indoeur DEL cui Dogliànza attraverso il
franc ant DOILLANCE (il suff ANZA è omologato dal franc ANCE) o
Dogliènza attraverso il prvz DOLHENZA, il prefissato Condogliànza con il
ricorrente plur Condogliànze, eppoi Dolère da DOLERE col Ppres Dolènte
cui Dolènzia da DOLENTIA dolore, un Dolicchiàre da un Dolìcchio ed un
Doliccicàre da un dim Dolìccio, Dòlo o Duòlo, Dolòre cui Doloròso,
Doloràre, Dolorànte e Doloraziòne, i prefissati Addoloràre con
Addoloramènto, Addoloràto e l’accezione Addolaràta riferito alla Madonna
cui l’onomastico Addolorata e la variante sp Dolores con l’ipocoristico Lola,
Indolòre o Indolòro, Indolènte e Indolenza fig snm di Pigro e Pigrizia,
Indolenzìre (IN illativo) con Indolenzimènto e Sdolenzìre dal Ppres Dolente
(S sottrattivo), Indolìre con Indolimènto da DOLIRE variante di DOLERE, i
composti Dolorìfico, Dolorimetrìa.
\ La memoria di un dolore provato si falsifica nel tempo, tale da essere ricordato con
meno intensità.\
Fuori percorso, ma ben equivocabili, Dòlio o Dòglio dal lat DOLIUM vaso o
barile, cui Dolàbra nome di strumento di un DOLARE sgrassare, Doliàrio o
Doleàrio “cusode dei vasi o operario nella fabbrica figulina”
Dal gr ODYNE dolore, l’ital ha tratto le composizioni Odinofagìa
(deglutazione dolorosa), Odinofobìa (ossessione per il dolore), Odinolìsi
(scioglimento del dolore), il prefissato Anodìno da ANODYNOS privo di
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dolore (AN senza); eppoi il suff ODINIA in Artrodinìa (gr ARTHRON
articolazione), Cardiodinìa, Glossodinìa (gr GLOSSA lingua vale “sindrome
dolorosa della lingua”), Gnatodinìa (gr GNATHOS mascella), Mastodinìa
(gr MASTOS mammella) snbm di Mastalgia, Metrodinìa (gr METRA
utero), Neurodinìa, Pleurodinìa. Fuori percorso Odìnico, relativo alla
divinità germanica Odino.
ASSASSINO
Assassinàre non è relativo a Sasso nel modello di MazzaAmmazzare; per una forma di ricalco dovrebbe significare “colpire
col sasso” e semant “uccidere”. Esiste comunque Sassàta per definire
il colpo di sasso, parasnm di Mazzata.
Assassìno, invece, è l’omologismo dall’ar HASHISHIYYA uso
all’alcool, che per gli arabi è un grave peccato, e quindi violento,
abbrutito dai fumi. Il percorso conta esplicitamente Assassinamènto,
Assassinàre, Assassinatòre, Assassìnio...
Coesiste una seconda versione, che vuole il termine dall’ar
HASHSHASHIN e nome degli adepti di una setta, sguinzagliati
dall’assunzione di hascisc a commettere crimini. Ascisc o Hascisc, o
ancora Haschisch e Hashish è l’omologismo dall’ar HASIS erba,
snm della locuzione lat scientifica Canapa indiana da CANNABIS
INDICA. In presenza di connessione dell’indoeur SEK tagliare con
l’ar SAHS (il rad è primordiale ed è vrs che si sia riversata o
sovrapposta nel mondo arabo) cui HAS(HISHYYA) (HSHASHIN),
il tragitto non sarebbe stato lungo.
Termine alieno adattato Hàssio (elemento chimico, simbolo Hs),
relativo a HASSIAS toponimo dell’Assia.
Altro alieno è l’omologismo Ascemìta o Ashimìta “membro
settario”dall’onomastico ar Hashim, avo di Maometto.
\ Gli Assassini, che sarebbero durati un settantennio, avevano il covo sulla rocca di
Alamut in Persia, ai confini con il Libano, e, sotto la guida di un Veglio della
Montagna, si prefiggevano di occupare la Palestina, scaraventandosi contro ogni
avversario. La loro era una tecnica terroristica che riemerge tragicamente nei nostri
giorni, quella degli assalti suicidi. La denominazione di Veglio o Vecchio della
Montagna, poi, risuona tragicamente oggi, dall’Afghanistan. Alla setta andrebbe
assegnato l’assassinio del conte Raimondo di Tripoli e di Goffredo del Monferrato.
Per esigenze strategiche, s’appoggiavano agli ordini cristiani ora dei Templari ora
degli Ospitalieri. Furono massacrati e dispersi dai mongoli condotti da Khan Hulagu
intorno al 1250.\
SASSOFONO
Il nome di questo diffuso strumento musicale, Sassòfono, nasce in
Francia, SAXOPHONE, in onore del belga A. Sax, il suo inventore
(1814-1894), con la composizione del suo cognome Sax e di FONO
dal gr PHONE suono, voce. Lo strumento appartiene alla famiglia
dei cosiddetti “Legni” a ricordo dei suoi antenati Flauto e Clarinetto
che erano di legno.
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La corrispondenza latina SAX(UM) sasso è coincidentale; se
l’inventore fosse stato un Esposito avremmo forse avuto
L’espositofono. Sassotròmba è il nome dato alla famiglia degli
strumenti musicali simili al sassofono, cioè d’ottone e con bocchino.
Coniato a modello di Sassofono, si ha il glb Sousaphone “sorta di
tuba” inventato da J. P. Sousa (1854/1932).
Tròmba è da una serie onomatopeica TR MP, cui Trimpellàre e
Strimpellàre con Trimpellìo e Trimpellìno; il percorso conta
Trombadòre o Trombatòre, Trombàre (anche in volg per “atto
sessuale”) con Trombàta, Trombàto, Trombatùra, Trombeggiàre,
Trombètta e Trombètto con Trombettàre, Trombettàta,
Trombettàòto, Trombettatòre, Trombettière, Trombettìno, e
Trombettìsta, Trombìno, Trombòne con il fig Trombonàggine,
Trombonàta, Trombonìsta e Trombonèsco, Tromboncìno, i prefissati
Strombàre con Strombatùra o Stròmbo (omn di Strombo “mollusco”)
e
Strombazzàre
con
Strombazzamènto,
Strombazzàta,
Strombazzatòre, Strombazzatùra, il dim Trombètta o Trombètto col
prefissato Strombettàre cui Strombettàta, Strombettatòre,
Strombettìo e, in locuzione fig, Tromba d’aria e Tromba marina
questa con l’omn Tromba marina che indica una sorta di strumento
musicale medv.
Sorta di trombetta è la VUVUZELA (pron fufuzela), lo strumento
tipico del Sud Africa, già Corno d’antilope nella tradizione boera, le
cui note riecheggiano nelle feste nazionali e negli stadi; un suono che
la FIFA vorrebbe ridurre a meno di 20 decibel. L’etim del lemma in
lingua zulu sembrerebbe di origine onomatopeica che vale "fare
vuvu", in riferimento al suono prodotto, oppure dal volg con valore
di "doccia", in versione fig per la sua forma.
Pseudoetim, il gr conta THROMBOS grumo di sangue cui Tròmbo
con Trombìna “enzima”, Trombizzàre, Trombòsi, Trombòtico,
utilizzato in pref per composizioni quali Tromboangioìte (con
ANGIO vena e il suff medico ITE per infiammazione), Trombocìta
(col suff CITA cellula) o Trombocìto, Tromboflebìte,
Tromboplastìna (enzima, col gr PLASTOS plasmato), col prefissato
Protrombìna cui Protrombìnico. Il prefissato Antitrombìna è un
farmaco che contrasta la formazione di trombi.
Il lat conta TUBA per tromba, forse un’insiemistica di TUBUS tubo,
cui l’ital Tùba con Tubàrico (anche in anatomia), Tùbo con
Tubàggio, Tubatùra con la locuzione Tubatura idraulica che in ingl
suona PLUMBING dal lat PLUMBUM piombo con il quale i romani
costruirono le tubazioni, ancora utilizzato nel XIX sec. In botanica si
conta Tubifloràli (composto con il lat FLOR FLORIS fiore), Classe
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delle Dicotiledoni.
Il percorso prosegue con Tubaziòne, l’esot dall’ingl Tubeless (con
LESS senza, Pneumatico senza camera d’aria), Tuberìa, Tubètto,
Tubièra e Tubièro, il composto Tubifòrme, l’esot ingl Tubing “serie
di tubi”, Tubìsta Tùbolo o Tùbulo con Tubolòso o Tubulòso,
Tubolàre con Tubolàto e Tubolatùra in complanare con Tubulàre,
Tubulàto e Tubulatùra, Tubulìna (proteina), i composti Tubulidentàti
(Famiglia di mammiferi), Tubulonefrìte, e il prefissato Intubàre con
il contrario Estubare, la locuzione fig Non valere un tubo. Nel volg
toscano, Trombaio sta per Idraulico. TUBA sta anche per cappello,
donde l’omn Tùba per un tipo di cappello, il dim Tubìno che sta
anche per un tipo d’abito femminile.
Il gr conta lo specifico SOLEN tubo cui il termine elettronico
Solenòide (adottato dal 1865) con Solenoidàle (suff OIDE
somiglianza) eppoi Solènidi dal lat SOLENIDAE (Famiglia di
molluschi cui il “cannolicchio”), Solenogàstri (Classe di molluschi,
col gr GASTER ventre).
Il gr conta ancora il snm SIPHON tubo cui il termine meccanico
Sifòne (adottato dal XVI sec) con Sifonàggio, Sifonamènto, i
composti Termosifòne (coniato nel 1839) e Copritermosifòne
(coniato nel XX sec); eppoi Sifonocladàcee (Famiglia di Alghe, col
gr KLADOS ramo), Sifonòfori (Classe di Celenterati, col gr PHERO
porto), Sinofògamo (termine botanico, col gr GAMOS unionematrimonio).
Infine, il gr conta SYRINKS SIRINGOS tubo, cui il lat tardo
SYRINGA tradotto in terminologia medica nell’ital Sirìnga (adottato
dal XVI sec) con Siringàre, Siringatùra “introduzione del catetere” e
Sirìnge (organo vocale dei volatili), ancora Siringìna con Sirìngico, i
composti
Siringobulbìa
(con
suff
che
vale
Bulbo),
Siringocistoadenòma, Siringòma (suff medico), Siringocèle (col gr
KELE tumefazione), Siringocistòma.
Termine che pare connesso con TUBUS tubo è Tùbero dal lat
TUBER che vale “bozza, sporgenza, escrescenza”, ma in realtà è
l’inc fig di TUMOR gonfio (da TUMERE essere gonfio) con UBER
fertile cui Tuberàcee, Tuberòsa e Tuberòso con Tuberosità, eppoi il
prefissato Protuberànte con Protuberànza da PROTUBERARE
gonfiarsi in escrescenza; il gr conta lo specifico HYDNON tubero
cui Idnàcee “Famiglia di funghi”, Idnologìa attestatosi nello studio
dei Tartufi cui Idnòlogo. Il percorso lat TUBER prosegue con
Tubèrcolo dal dim lat TUBERCULUM cui Tubercolizzaziòne
(Botanica) e un percorso negativo quale Tubercolàre, Tubercolàto,
Tubercolìna, Tubèrcolo Tubercolòma (medicina), Tubercolòsi con
891
Tubercolosàrio (sanatorio) e Tubercolòtico; snm di Tubercolosi
polmonare è Tìsi dal gr PHTHISIS consunzione cui Tisiàtra e
Tisiatrìa (con i suff IATRA medico e IATRIA cura medica),
Tisichèzza, Tìsico, Tisiologìa e Tsiòlogo col prefissato Intisichìre
(IN illativo) cui Intisichìto, eppoi i snm Etisìa attraverso il franc
ETISIE tisi e Tisìa nel toscano; coesiste un Tisichèlla (termine
gastronomico) in relazione semant a consunzione.
Per il verbo Tubàre, invece, occorre richiamarci alla serie
onomatopeica TU TU dei colombi, come nella serie TR TR di
Tòrtora dal lat TURTUREM con il poetico Tòrtore, questo omn di
Tortòre “aguzzino”, e la variante Tòrtola. Tubare ha il snm in Bubàre
sostituendo l’onomatopeico in BU BU.
\ Prefisso SED *SE
La forma più ant è SED, ripetuta nella congiunzione avversativa lat con
valore di ma. Dalla locuzione lat SED MAGIS è nata in ipocoristico la
congiunzione avversativa ital *Ma, cui Mài da MAGIS piuttosto con
l’avverbio Mainò dalla locuzione Mai no; da non includere Sèd quale ant
eufonica della congiuzione Se.
La rad è in comune con il termine MAGIS di più, dal tema MEGHE grande,
il sct MAHA grande, cui il lat MAGNUS eppoi l’ital Maèstro da
MAGISTER il più forte con Maèstra, Maestrànze, Maestràre meglio
Ammaestràre questo con Ammaestramènto, Ammaestràto e Ammaestratòre
(un snm di Domatore), Maestrèvole, Maestrìa, Maestrùcolo, eppoi Màstro,
col fem Màstra (omn di Mastra “madia”), dal volg MAGISTRUM con
afonia (o lenizione totale, che dir si voglia) della g e semplificazione del
dittongo risultante ai in a cui Mastrìno. Il percorso conta ancora Magistèro o
Magistèrio, Magistràle e Magistràto. Màgno da MAGNUS grande con
Magnitùdine, l’ingl MASTER cui l’italianizzazione Masterizzàre con
Masterizzatòre, il lemma Almagèsto omologismo dall’ar AL MAGISTI
“raccolta degli studi di Tolomeo” ma questi ricalco del gr MAGISTE
SYNTAKSIS compendio magistrale.
Il sct conta JINA maestro vincitore cui l’omologismo Giainìsmo o Jainìsmo
(sorta di ascetismo) con Giàina (il seguace); fuori percorso Giaiètto
omologismo dal franc JAIET “sorta di lignite pìcea” cui la contrazione glb
Jais con l’omologismo Gè.
Nel percorso lat si conta Màggio “maggiore” con un obsoleto Màio, da un
MAIOS già MAGYOS tratto dalla rad MEGHE, poi svoltosi in MAIUS
grande cui Maiùscolo dal dim MAIUSCULUS opposto a Minuscolo, e nel
grado superiore MAIOR maggiore donde Maggiòre con Maggioràre,
Maggiorànza, l’esot Maggioràsco o Maioràsco o ancora Maggiorascàto
(patrimonio di famiglia ereditato esclusivamente dal figlio maggiore,
diversamente dalla Legge salica) attraverso lo sp MAYORAZGO,
Maggioràta, e Maggioràto, Maggioraziòne, il composto Maggiordòmo (con
il lat DOMUS casa vale “il maggiore (servo) della casa”, Maggiorènne col
suff ENNE per “anni”, Maggiorènte, Maggiorìa, Maggiorità (su calco di
Superiorità), Maggioritàrio attraverso il franc MAJORITAIRE, e l’astratto
892
MAIESTAS cui Maestà, Maestàtico, Maestèvole questo con suff ital di
aggettivo verbale attivo EVOLE, Maestosità, Maestòso; nell’iconografia
medievale cristiana, Maestà è la raffigurazione frontale del Cristo o della
Madonna seduta “in trono”con una coreografia paradisiaca.
In connessione il toponimo Majorca o Maiorca già Maiolica “la maggiore”
(tra le isole delle Baleari) donde la nota ceramica Maiòlica con Maiolicàio o
Maiolicàro, Maiolicàre, Maiolicàto.
Màggio, l’omn mese, invece, con l’aggettivo Maggèse (snm di Novale)
svoltosi in sostantivo cui Maggesàre con valore di “terra a riposo” per
renderela più fertile, eppoi con Maggiaiòlo, Maggiàtico, il composto
Maggiociòndolo (arbusto) snm di Cìtiso, la locuzione sessantottesca Maggio
francese, Maggiolàta, Maggiolìno – questo snm di Melolònta dal gr
MELOLONTHE scarabeo dorato di origine preindoeur - e Maggèngo, è
relativo alla dea MAIA nutrice madre di Mercurio, nome che già compariva
tra le divinità romane all’adozione dell’omonima greca, pertanto è
verosimile la rad comune MEGHE, che le assegnerebbe così la traduzione
di “ La (dea) maggiore”. L’onomastico Maia è ancora ricorrente.
A Umberto II di Savoia fu assegnato l’epiteto di Re di maggio per il suo
brevissimo regno (dal 9 maggio al 13 giugno 1946) che precedette l’esilio e
l’istituzione repubblicana in Italia,
Lemma sicuramente alieno è l’omn Maggiolìno “mobile”, ispirato al nome
dell’intarsiatore G. Maggiolini (1738 \ 1814).
Il percorso MAGIS conta ancora Magnàte da MAGNAS MAGNATIS
sovrapposto al franc MAGNAT, cui Magnatìzio e le composizioni
Magnanimità e Magnànimo (con ANIMUS animo), Magnificènza e
Magnìfico (con FACERE), Magniloquènte e Magniloquènza (con LOQUI
parlare).
Magnòlia è fuori percorso, derivante dal nome del botanico Pierre Magnol
(1638-1715).
\ La Magnitùdo, utilizzata nella Scala Richter, dal cognome del suo inventore
statunitense Charles Francis Richter (1900\1985), è la grandezza fisica di un
terremoto, su scala d’intensità, adottata dal 1935, in sostituzione di scale empiriche
simili alla Mercalli, relativa agli effetti del sisma. Con la Scala Mercalli, ideata da
Giuseppe Mercalli (1850\1914), infatti, una scossa d’identica intensità Richter su
diverse zone, può avere valori diversi, secondo la più o meno resistenza delle cose e
del numero delle vittime.
La Scala Mercalli in origine andava sino a 10 gradi, poi aumentata a 12 dagli
americani H.O. Wood e F. Neumann per adattarla alla familiarità costruttiva in
California.
La Scala Mercalli espressa in gradi va pertanto da I (strumentale) a XII (grande
catastrofe) corrispondente alla Scala Richter da magnitudo minore di 3,5 (I Mercalli) a
magnitudo maggiore di 8,1 (XII Mercalli).\
Il pref italianizzato SED-SE vale privo di, senza, a parte, separazione nel
senso di “via”... da non equivocare in termini quali Setacciare (usare il
setaccio), Semovènte (si muove da sé)...
Il pref SE svoltosi in SO ha dato luogo a Sòlo cui il dim Solètto, Solìngo
(suff long INGO) cui una variante in Solèngo per indicare una sorta di
cinghiale che preferisce vivere fuori delo branco, il fig Solìno “colletto
893
staccabile”, Solìsta con Solìstico, Solitàrio, Solitùdine, Soltànto, questo snm
di Almanco e Almeno, il prefissato Assòlo dalla locuzione A solo, Desolàre
dal lat DE SOLARE lasciare con Desolamènto, il Pp Desolànte, il Pp
Desolàto, Desolatòre, Desolaziòne o un Disolàre con Disolamènto,
Disolatòre e Disolaziòne (pref De conclusivo), i composti Soliflùsso,
Solìpede (zoologico) snm di Solidungo, Solipsìsmo con Solipsìsta (col gr
IPSE stesso) snm di Individualismo, Solitòne (ellittico di “elettrone
solitario”), Solìvago (cn il lar VAGUS vagante).
\ L’acqua calda può far ricordare il calore umano, gli affetti; pertanto, un buon bagno
caldo contrasterebbe i sintomi depressivi da solitudine \
La composizione lat SE-GREGARE, cui Segregàre con Segregàto e
Segregaziòne, sta per “separare dal gregge”, ovvero chiudere in un recinto
particolare; da una trovata metaforica, il termine Segregare è venuto a
consolidarsi semant in “isolare, incarcerare...” Il termine esente dal pref è
Gregàrio dal lat GREGARIUS che fa parte del gregge con Gregarìne
(Sottotipo di protozoi), Gregariàto, Gregarìsmo e l’onomastico Gregorio
attraverso l’attestazione gr GREGORIOS che vale fig vigile-sveglio (come
appunto deve essere un gregario) con la versione russa Igor; seguono i vari
prefissati Aggregàre con Aggregaziòne (pref AD allativo), Disgregàre con
Disgregaziòne (pref DIS di dispersione), Congregàre con Congrèga,
Congregazionalìsmo e Congregaziòne (pref COM associativo), con i
rispettivi pref; Grègge è da un Grèggia dal lat class GREX inc con un volg
GREGJA, di rad GER radunare, cui l’esplicito Grèmio dal lat GREMIUM
bracciata o Grèmbo o ancora Grèmbio “riempito” inc con Lembo, cui
Grembiàle o Grembiùle (adottato dal XIV sec) con Grembiàta o Grembiulàta
e il fig Grembiàto (relativo allo scudo araldico) eppoi Grègna “bica di
covoni” dal lat GREMIA plur di GREMIUM; infine il fig Grèggio “proprio
del gregge-al naturale” con la variante Grèzzo. Snm di Grembiale potrebbe
essere Fùta (già corrente nel XIII sec) che vale “fascia di tessuto quale
indumento” omologismo dall’ar FUTA “grembiule-asciugamano”. Al rad
indoeur prendendo a riferimento Grembo, è sicuramente connesso lo sp
GREMIO corporazione e il long KRAMMJAN riempire, cui Gremìre con
Gremìto. L’ingl conta LAP grembo cui locuzione glb ndicativa di una danza
erotica Lap dance (intorno ad una pertica che rappresenta il pene).
Secèrnere, dal prefissato lat SE-CERNERE, sta per “distinguere a parte”
ovvero “separare”, cui Secrèto (omn di Secreto con valore di Segreto), è dal
Pp lat SECRETUS con Secretàggio, Secretàre (omn di Secretare con valore
di Segretare), Secretìna (suff chimico INA), Secretìvo, Secretòre, Secretòrio,
Secreziòne e Secrèzie “denaro dovuto all’erario”, seguito dai vari prefissati
Concèrnere con Concernènte (pref COM), Discèrnere con Discernìbile,
Discernimènto, Discernitìvo e Discernitòre, il Pp Discrèto con
Discretamènte, Discretèzza, Discretìvo, Discreziòne, Discrezionàle e
Discrezionalità (pref DIS), Escrèto da EXCERNERE vagliare per evacuare
con Escretìvo, Escretòre, Escretòrio ed Escreziòne, eppoi Escreàto dal lat
tardo EXCREATUS da SCREARE “scatarrare-sputare” cui il fig toscano
Crìo con un desueto Scrìvo “integro, puro” corrispondente alla forma
italiana Sputàto “somigliante” nelle locuzioni quale Quel bimbo è suo padre
894
sputato; tutti dal termine CERNERE separare cui Cèrnere o Cernìre che
discende da un rad proprio dell’agricoltura KR(E)I setacciare, con i derivati
il devb Cèrna (omn di Cerna “pesce”) con Cernècchio “ciocca pendente di
capelli” dal lat CERNICULUM scriminatura già staccio, eppoi Cèrnide
(truppe cernita nel contado), Cèrnita, Cernitòre, Cernitrìce, Cernitùra, un Pp
CERTUS cui Cèrto con i derivati Certamènte, Certànza, Certèzza, i
prefissati Accertàre cui Accertàbile con Accertabilità, Accertamènto,
Accertatìvo e Accertatòre, Incèrto con Incertèzza, Raccertàre (doppio pref
RI iterativo e AD allativo ), i composti Certificàre con Certificàto e Certùno;
pseudoetim Cèrnia, il pesce, altrimenti detto Cèrna (omn di Cerna “cernere”)
dal lat ACERNIAM con aferesi della A, già ACHAMAM dal gr
ACHAMAS, eppoi Cernière questo dal lat CARNARIUM dispensa
transitato dal franc CHARNIER gancio per la carne, Certosìno questo
dall’abbazia Chartreuse in Francia, istituita da S. Brunone il 1084,
italianizzata Certòsa cui la locuzione Gatto certosino per la sua pazienza in
riferimento monacale; Chartreuse è ancora un liquore d’erba prodotto dai
Certosini la cui invenzione fu casuale poichè erano alla ricerca di un Elisir di
lunga vita.
Il percorso KR(E)I prosegue con il lat CRIBRUM vaglio questo nome di
CERNERE, con il dim CRIBELLUM cui Cribèllo “termine da filiera” da
una forma in CRIBLUM, con Crìbro snm di Vaglio ed utilizzato in botanica
nella locuzione Tubo cibròso, eppoi il lenito Crivèllo cui il denm Crivellàre,
questo verbo d’azione, eppoi Crivellatòre, Crivellatùra, Crivellaziàne, il
pezzo meccanico Crivellòne, il composto Crivellografìa snm di Serigrafìa,
entrambi del XX sec. Il gr conta lo specifico ETHMOS crivello cui
l’anatomico Etmòide “osso a forma di crivello” (suff gr EIDOS a forma) con
il relativo Etmoidàle.
Prosegue con il morfema CRINO che secerne, per composti quali Apòcrino
(coin APO allontanamento),
Endòcrino “a secrezione interna” cui
Endocrinologìa e Endocrinòlogo, col pref ENDO dal gr ENDON dentro, cui
Endoscòpio; eppoi Crìmine nome astratto di Cernere con valore giudiziario
di “accusa” e poi “delitto”, con Criminàle, Criminòso e Crimenlèse, questo
ellittico dalla locuzione lat CRIMEN LAESAE MAIESTATIS delitto di lesa
maestà. Tra i neologismi si conta la composizione Cybercrìmine cui
Cybercriminàle, un esempio di associazione di lemmi stranieri e italiani.
Il lat, infine, contail prefissato SCRIMEN divisione, separazione, cui
Scriminatùra, Scrìmolo, e la variante DISCRIMEN, cui Discriminàre,
Discriminatòre, Discriminatùra, Discriminaziòne, Discrìmere.
\ Magnete
Dal gr MAGNES LITHOS pietra di Magnesia, da un toponimo della
Turchia, svoltosi nel lat MAGNES MAGNETIS, deriva il termine Magnète
con l’aggettivo Magnètico cui Amagnètico (A privativo) e il sostantivo
Magnetìsmo rintracciabili in composizioni quali Antiferromagnètismo da
Ferromagnetìsmo, Diamagnetìsmo (col gr DIA attraverso), Eliomagnetìsmo
(col gr HELIOS sole), Galvanomagnetìsmo (con Galvanico) 1,
Geomagnetìsmo (col gr GEO da GE terra), Paleomagnetìsmo (col gr
PALAIOS antico), Paramagnetìsmo, Piromagnetìsmo (col gr PYR fuoco) e
895
Termomagnetìsmo, logicamente con i derivati Ferromagnètico,
Elettromagnètico cui, in locuzione, Onde elettromagnetice o Onde hertziane
questa da HERTZ “unità di misura della frequenza delle onde” in onore
dello studioso H. L. Hertz (1857/1894)… eppoi Magnetìsta, Magnetìte (pref
ITE per minerali), Magnetizzàbile, Magnetizzàre con Magnetizzàbile,
Magnetizzabilità, Magnetizzamènto, Magnetizzàto, Magnetizzatòre,
Magnetizzatrìce, Magnetizzaziòne, usato in composizione quale pref
MAGNETO, in termini quali Magnetochìmica, Magnetoelasticità e
Magnetoelàstico, Magnetoelèttrico, Magnetofluidodinàmica, Magnetòfono
coin Magnetofònico, Magnetògrafo, Magnetoidrodinàmica, Magnetolettòre
con Magnetolettùra, Magnetomeccànico, Magnetometrìa con Magnetòmetro,
Magnetomotrìce, Magnetòne (col suff fisico ONE), Magnetoòttica,
Magnetopàusa,
Magnetoresistènza
con
Magnetoresistènte
e
Magnetoresistòre, Magnetosfèra “campo magnetico del pianeta”,
Magnetostàtica con Magnetostàtico, Magnetostratigrafìa, Magnetostriziòne
con Magnetostrittìvo, Magnetoterapìa; eppoi adattato in Màgnetron (con
Electron elettrone). Dal lat class MAGNESIUM SAXUM sasso di Magnesia
(dall’omn toponimo), invece, deriva Magnèsia, Magnesìaco, Magnesìfero,
Magnèsio (simbolo Mg), rintracciabile nei vegetali verdi, nelle noci, nella
carne e nel latte), Magnesìte, la composizione Magnàllo “lega di magnesio e
alluminio”.
Il minerale Manganèse (simbolo Mn) è una variante del gbz MAGNESION
magnesia ed è rintracciabile nei cereali, nella frutta e nel Tè; in percorso
Manganàto “sale dell’acido manganico” che per la proprietà di mutazione
cromatica è indicato con la locuzione Camaleonte verde, Mangànico,
Manganìna “lega con rame e nichel” attraverso l’ingl MANGANIN, il
patologico Manganìsmo, Manganòso, i composti Manganesìfero,
Permangànico (pref chimico PER e suff chimico ICO) con Permanganàto
nel senso della locuzione Acido permanganato.
1
Dallo scienziato L. Galvani (1737/1798), l’ital conta il percorso Galvànico,
Galvanìsmo, Galvanìsta, Galvanizzàre con Galvanizzamènto, Galvanizzàto e
Galvanizzaziòne, Galvàno, il prefisso GALVANO per composizioni da
Galvanocàustica a Galvanotropìsmo.
\ Matassa Materasso
Il gr conta lo specifico MATAKSA o METAKSA per seta, cui il lat
MATAXA o METAXA e l’ital Matàssa con Matassàre, i porefissati
Ammatassàre e Smatassàre; si suppone una connessione rad con l’ar
MATRH cui Materàsso, in toscano Materàssa, con Materassàio e il dim
Materassìno, eppoi la locuzione fig Materasso alluvionale e un glb franc
Matelassè (corretta accentazione è) che sta per “tessuto imbottito” dal verbo
MATELASSER “confezionare come un materasso” a comprovare una
connessione indoeur.
Il got conta HASPA matassa cui Aspo-àspo con Aspa-àspa, Aspàta,
Aspatòio, Aspatòre, Aspatùra e Nàspo questo coniato straordinariamente
dalla locuzione In aspo con aferesi della I e saldatura della n, cui l’ant
locuzione Naspo rotativo (filatura e bobinaggio) donde il prefissato fig
Annaspàre con Annaspamènto e Annàspio (pref A privativo adattato
896
foneticamente in AN) con la variante Innaspàre o Inaspàre (cambio di
prefisso IN illativo) con Innaspàto e Innaspatòre; una evoluzione lemmatica
simile al termine Nasprato che varrebbe In aspro (reso aspro).
LUSORIO ELUSIONE LUSINGA
LUSORIO
Dal lat LUSOR-LUSORIUS, Lusòrio è nome d’agente del verbo
LUDERE giocare. LUDI, cui, appunto, Lùdo. I Lùdi, nella Roma
Antica sono manifestazioni di giochi, cui i LUDI SCAENICI
“manifestazioni musicali” istituiti nel 364 aC, a mo’ d’esorcismo
contro una grave epidemia, ai quali partecipavano i LUDIONES
questi i danzatori d’impronta etrusca; il termine infatti dovrebbe
essere connesso con un persorso di genesi etrusca. In percorso,
Lùdere, Lùdico, Lùdrico dal lat LUDICRUM (già nel XV sec),
Ludiòne dal lat LUDIONEM attore svoltosi fig in una sorta di
galleggiante (a forma di puiccolo diavolo), i composti Ludificàre con
Ludificaziòne, Ludimagìstro. Ludìbrio nasce dall’inc tra Lùdo e
Obbrobrio “gioco infame, osceno...” Il pref Ludo per composizioni
quali Ludologìa con Ludòlogo, Ludopatìa (passione patologica per il
gioco, per accezione quello d’azzardo), Ludotèca con Ludotecàrio e
Ludoterapìa.
Sembra che Lèdere (Ved Inciso…) abbia affinità col gr LOIDOROS
offensivo; infatti, il gioco è “contrastare l'avversario”.
Il termine Luddìsmo, con Luddìsta, è invece a se stante, è il caso di
dire fuori gioco, un omologismo dall’ingl LUDDISM, ispiratosi al
nome del leggendario operaio Ned Ludd. La contestazione sorta in
Inghilterra nel primo ventennio del XIX sec, contro l’utilizzo delle
macchine di produzione industriale, che riducono sensibilmente la
mano d'opera e quindi l’occupazione.
ELUSIONE
Col pref PRE a LUDERE s’ottiene Prelùdere con Preludiàre e
Prelùdio, questo sta per “prima del gioco” semant in “introduzione”
specie musicale; e, tramite altri pref, l’ital conta i fig Allusiòne ed
Allùdere col pref AD allativo “sfiorare l’argomento-toccarlo
indirettamente”, Collusiòne e Collùdere col pref CUM associativo
“accordo di due ai danni del terzo”, Delùdere con Deludènte,
Deludimènto, Deluditòre, Delusiòne, Delusìvo, Delùso o un Dilùso
e Delusòrio col pref DE di privazione, Elùdere con Eludìbile e
l’opposto Ineludìbile con Ineludibilità, Elusiòne, Elusività, Elusìvo e
Elusòrio col pref EX estrattivo “uscire dall’argomento-evitarlo con
astuzia”, Illùdere cui Illusiòne con Illusionìsmo, Illusionìsta,
Illusionìstico, Illusìvo, Illùso, Illusòre, Illusorietà, Illusòrio col pref
IN illativo “entrare nell’argomento-con false apparenze”. Allusione è
897
anche una fig retorica che, ad esempio, nell’enunciare un fatto
positivo si vuole intenderne un altro negativo quale “La vittoria di
Pirro”.
\ Illusione di Ponzo (dal nome di uno studioso), locuzione coniata nel 1911, è un
inganno ottico che ci fa vedere un oggetto più grande di come ci appare abitualmente,
come ad esempio il sole o la luna all’orizzonte.
C’è da aggiungere, però, che l’occhio umano vede e intuisce la reale dimensione di un
oggetto in direzione orizzontale; lo stesso appare più piccolo in ottica verticale, come
ad esempio un aereo o un uccello \
LUSINGA
Lusìnga è tra i vocaboli sopravvissuti al prvz (OC OIL) di scolastica
memoria. Dal prvz LAUZENGA e dal franc LASINGA, bugia.
L’origine lat da LUDER giocare associa la bugia ad un gioco non
sempre perdonabile, per la sua pericolosità. Derivati: Lusingamènto,
Lusingàre, Lusingatòre e Lusingatrìce, Lusinghèvole questo con suff
ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, Lusinghièro...
\ Gioco Giogo
Giòco o Giuòco è dal lat IOCUS scherzo passato poi al significato di seria
competizione. Per Gioco dovrà anche intendersi “un’azione o circostanza”.
Il lemma Gioco (giocare), infatti, dopo un lungo e tortuoso percorso
semantico è pervenuto con innumerevoli definizioni: esercizio piacevole,
azzardo, scommessa, prova d’abilità, movimento meccanico, effetti
luminosi, sonori, d’acqua, d’aria... inganno, astuzia... quali Giocàre o
Giuocàre con l’iterativo Rigiocàre o Rigiuocàre, Giocàta o Giuocàta,
Giocatòre o Giuocatòre, gli iterativi Giocherellàre, questo con
Giocherellòne, e Giochicchiàre, Giocherìa, Giochètto, Giocàttolo con
Giocattolàio, il sostantivo e verbo Giocolàre da IUCULARE cui
Giocolatòre, Giocolière attraverso il franc JOCULER, Giocòso con
Giocosità e i composti Giocofòrza, Giocotèca, Giocucchiàre. Dal lat
JOCULARIS scherzoso, poi, l’ital conta Giullàre attraverso il prvz
JOGLAR, con Giullarèsco e Giullerìa. Dall’ingl JOG andatura irregolare si
conta il glb Jog cui Jogging e da TO PLAY giocare, l’ital conta il glb
Replay “rigiocare”; l’ingl PLAY con PLAYING vale genericamente
esecuzione.
Il gioco nazionale è il Lòtto, questo l’omologismo dal franc LOT già got
HLAUTS eredità-sorte, cui Lotterìa, Lottìsta e Lotterìstico; pare che il
Gioco del lotto sia stato storicamente introdotto nel 1757 da Giacomo
Casanova. Lòtto s’è attestato anche nel valore di “quantitativo parzialeblocco” cui i derivati quali Lottizzàre, Lottizzàto, Lottizzatòre, Lottizzatòrio,
i pref Allottàre “asegnare-dividere” (AD allativo), Delottizzàre con
Delottizzaziòne adottato in politica con valore di “epurazione”. L’ingl conta
BATCH lotto-blocco cui il glb in informatica Batch processing
“elaborazione a blocchi”.
Giògo, o un obsoleto Iùgo fedele al lat, è invece dal lat IUGUM, lemma
fondamentale nell’area indoeur - gr ZYGON, sct YUGAM, itt YUGAN, ted
JOCH - con rad YEUG sottomettere-asservire, cui Giogàtico, Giogatùra, i
898
prefissati Aggiogàre con Aggiogamènto, Soggiogàre con Soggiogamènto e
Soggiogatòre, eppoi il variegato percorso Coniugàre (CUM IUGARE) dal
denm IUGARE da IUGUM (omn-snm di Coniugare “unire in matrimonio”),
con Coniugàbile e Coniugaziòne (questo sia relativo ai verbi, alla biologia e
alla chimica), Giumènto (asservito al carro, bestia da tiro) e Giumènta
(femmina del cavallo; nel volg, esiste il termine Giumentare che, per
accezione, è il troppo spinto gioco di corteggiamento dell’uomo per
assoggettare la donna al suo volere. Dall’accoppiamento della giumenta con
il toro è sorto il favoloso lemma Giumèrro attraverso il prvz JUMERIE
questo dal lat CHIMAERA già gr KHIMAIRA che però sta per giovane
capra, questo attestatosi in Chimera, altro mitologico animale, passato in
lettura fig, cui Chimèra, Chimèrico, Chimerizzàre e i composti Chimericìda
(uccisore della Chimera, il mitico Bellerofonte), Chimerifòrmi (Ordine di
pesci olocefali).
Svoltosi in attaccare, unire tramite il lat IUNGERE, ottenuto con
l’inserimento dell’infisso nasale n, l’ital conta inoltre Giùngere (questo
anche con valore fig di “ingannare-illusione” riprendendo l’ant semant della
rad YEUG) con un desueto Giùgnere, eppoi Giùnta, Giuntàre, Giuntatòre,
Giuntatùra, Giuntìsta, Giùnto dal Pp IUNCTUS, Giuntòia, Giuntùra,
Giunziòne con Giunzionàle; termine alieno Giuntìno relativo al lavoro
tipografico dell famiglia Giunti (dal XV al XVII sec). Giùsto (omn di Giusto
nel percorso di Giustizia) passato nel volg Giùsta è dal lat IUXTA variante
fem di IUNCTUS; in percorso Còniuge da CONIUX CONIUGIS devb da
CUM IUNGERE, cui Coniugàre (omn-snm di Coniugare semant “unire”),
Coniugàle, Coniugàto, Coniugàte (Classe di alghe) e Coniùgio.
\ Le città italiane con più alto tasso di infedeltà tra coniugi, stando alla statistica stilata
dall’associazione degli avvocati matrimonialisti (2011), risultano essere in ordine
decrescente, Milano, Roma, Venezia, Napoli \
In sct YOGA unione è dal verbo YUNAKTI congiunge col quale, nel
contesto linguistico indeur, è connesso il lat IUNGERE; in percorso, il glb
Yòga con i vari omologismo o meno Yogacàra, Yòghin o Yòghi o Yògi,
Yògico. Dall’ebr SADDUQ giusto già sct SADHU retto svoltosi in indù
santone, l’ital conta Sadducèo attraverso il lat SADDUCAEUS.
Infine, riprendendo il percorso dal lat, l’ital conta i prefissati Aggiùngere con
un desueto Aggiùgnere, Aggiùnta cui Aggiuntàre e Aggiunziòne,
Aggiuntatòre, Aggiuntatùra e Aggiuntìvo, Aggiustàre con Aggiustàbile,
Aggiustàggio, Aggiustamènto, Aggiustatèzza, Aggiustàto, Aggiustatòre e
Aggiustatùra (pref AD allativo); la locuzione Aggiusta Venere identificava,
durante l’occupazione alleata nel secondo dopo guerra del secolo scorso,
tecnici e periti civili aggregati alle forze armate addetti al recupero e
salvataggio di opere d’arte.
Il percorso prefissato continua in Congiùngere con un desueto Congiùgnere,
eppoi Congiuntìvo, Congiùnto e Congiunziòne 1 (pref COM associativo),
Disgiùngere con Disgiungimènto, Disgiuntìvo, Disgiùnto e Disgiunziòne
(pref DIS d’opposizione), Ingiùngere con un desueto Ingiùgnere, e
Ingiunziòne (pref IN illativo), Raggiùngere con un desueto Raggiùgnere,
Raggiungimènto e Raggiùnto (pref RAD), gli iterativi Ricongiùngere
899
(doppio pref RI COM) e Rigiùngere o il desueto Rigiùgnere (pref RI),
Soggiùngere con Soggiuntìvo e Soggiùnto (pref SO da SUB sotto), i
prefissati espliciti Sopraggiùngere con il desueto Sopraggiùgnere o
Sovraggiungere o ancora Sovragiungere. Nel percorso, Iùgero, unità di
misura lat di superficie, connesso con IUGUM poiché corrispondente
all’area lavorata in un giorno da una coppia di buoi al giogo.
\ Gli agrimensori romani tracciavano delle strade che si distanziavano di 710,4 mt e
che intersecandosi formavano degli appezzamenti terrieri detti Salti (Sàlto dal lat
SALTUM balza-pascolo) e ogni Salto era suddiviso in altrettanti poderi di numero
venticinque detti Centurie (Centùria dal lat CENTURIAM da CENTUM cento) a loro
volta formasti da duecento parti dette Iugeri (Iùgero dal lat JUGERUM di 2500 mq).\
Il Giògo è originariamente l’arnese di legno sagomato che serve a tenere
accoppiati i buoi durante il lavoro, metaf rappresenta servitù, autorità e
dominio gravosi, soggezione...
L’ingl conta il meccanico FLANGE elemento di giunzione cui l’omologismo
Flàngia con il denm Flangiàre “congiungere-collegare” (neologismo dal XX
sec).
\ I nemici vinti erano umiliati con l’imposizione del Giogo; facendoli cioè passare
sotto un’asta orizzontale (fissata bassa su altre due aste verticali), costringendoli ad
inchinarsi al cospetto dei vincitori.\
Giogàia “rilievo montano” è il collettivo di Giogo nel senso di
“congiunzione”, mentre l’omn Giogàia “piega della pelle”, snm di
Pagliolaia, nasce dall’inc lat di IUGULUM gola con IUGARIU aggettivo di
IUGUM giogo, cui la locuzione lat IUGULARIA PELLIS.
Il lat IUGUM, dunque, vale ancora clavicola, collo cui Giùgolo o Giùgulo,
Giugulàre o Iugulàre, Giugulatòrio o Iugulatòrio, Giugulaziòne o
Iugulaziòne.
Dal gr ZYGOO congiungo, unisco, aggioco, è pervenuto Zìgomo o Zìgoma
da ZYGOMA con Zigomàtico, eppoi Zigòsi, Zigòte o Zigòto cui Zigòtico
questo da ZYGOTOS aggiogato (in riferimento all’uoivo fecondato), cui
ancora Azigos-àzigos non accoppiato (pref gr Alfa privativo), i prefissati
con ZIGO quali Zigodàttilo (in zoologia), Zigofillàcee (Famiglia botanica,
col gr PHYLLON foglia), Zigomicèti (Sottoclasse di funghi, col gr MYKES
MIKETOS fungo), Zigomorfìa e Zigomòrfo (col gr MORPHE forma, in
botanica), Zigospòra (in botanica), Zigotène (fig col gr TAINIA nastro, in
biologia), Zigòtteri (Sottordine d’insetti, con PTERON ala); le composizioni
Monozigòte o Monozigòtico, Eterozigòte o Eterozigòto; il termine Sizìgia,
infine, questo composto col gr SYN insieme, vale per accezione la
congiunzione di un pianeta col sole, cui Sizigiàle.
Dal lat IUNCUS di IUNGERE attaccare, unire (cesti, cortine, stuoie...), è
derivato Giùnco col denm Giuncàre e i vari Giuncàcee (la Famiglia
botanica), Giuncàceo, Giuncàia, Giuncàta questo sorta di cortina da porta per
riparo dal sole e dalle mosche, e un tipico formaggio lasciato scolare tra un
contenitore di giunchi, Giunchèto, Giunchìglia “sorta di pianta erbacea”, il
composto Giunchifòrme, vrs per la flessibilità dello stelo che permetteva
primitivi lavori di legatura, la varietà Giunco spinoso, eppoi Cùnzia “sorta di
pianta palustre” dallo sp JUNCIA già lat JUNCEUS aggettivo da JUNCUS.
Il lat conta lo specifico SCIRPUS giunco, cui Scìrpo e Scirpèto. Il gr tardo
900
conta ancora BRYLLON giunco cui Brìllo, sorta di alberello delle Salicacee.
Dal lat ACERBAM affilato al tatto, invece, sarebbe derivato il lemma fig
Gèrba snm di Giunco; da non equivocare con una sequenza di assonanti
quali Gèrbera “sorta di pianta della Composite” che prede il nome dal
naturalista T. Gerber (XVIII sec) cui Gerbòne “trifoglio” con la
sovrapposizione di Erbòne “accr di erba”, Gèrbo “moina” d’etim disperso,
Gerbìllo “Genere di roditore” omologismo dall’ar YARBU o GARBU
(yarbù-garbù) cui ancora Gerbòa “sorta di roditore africano” attraverso l’ingl
JERBOA.
In franc, JONQUE è la semplice imbarcazione malese, attestatasi localmente
GIUNG, la Giùnca. Giùngla, invece, è l’omologismo dall’indostano
JANGAL transitato dall’ingl JUNGLE e pare di genesi sct con valore di
“zona deserta”; Giunca e Giungla danno l’idea di un insieme attaccato,
unito, quindi è vrs una arcaica rad comune. Il personaggio di Tarzan, l’uomo
della giungla, che sta per “pelle bianca” creato dalla penna di E. R.
Burroughs, reso famoso in tutto il mondo grazie alla cinematografia, è finito
per indicare fig un giovane aitante ma selvaggio, oppure un ladro acrobata;
durante il fascismo, fu ribattezzato Sigfrido in linea con gli ordini autarchici
e per compiacere gli alleati tedeschi.
La Congiunzione copulativa o Particella copulativa *E deriva direttamente dal lat
ET cui la sonorizzazione *Ed innanzi a vocale; etimologicamente discende dal gr E
ma da un segno fenicio che valeva il suono h. La Congiuzione disgiuntiva *O cui la
versione eufonica *Od, invece è dal lat AUT; la forma originale lat riappare in ital
nella locuzione AUT AUT.
Le due congiunzioni appaiono in composizione Ebbène, Eppòi (preferita dall’autore di
queste pagine invece del più corretto E poi…), Ovvèro, Ovverosìa ed Ossìa questi
ultimi con Sìa congiunzione correlativa o avverbio, tratto dal verbo congiuntivo Sìa di
Essere… Eppùre ed Oppùre con l’avv lat PURE puramente questo in ital
congiunzione ed avverbio Pùre e Puramènte, in composizione Purchè (corretto
l’accento acuto Purché) e Purchessìa con Che congiunzione e il congiuntivo Sia, eppoi
Seppùre con Sé congiunzione, Neppùre con il Né negativo.
Oltre alla copulativa e alla disgiuntiva, l’ital conta la Congiunzione conclusiva quale
“Quindi”, la Congiunzione esplicativa quale “Ossia”.
1
\ Animali della giungla, savana e non
Popolano la giungla, la savana o in aree adiacenti e non, Giaguari, Giraffe,
Leoni, Leopardi, Pantere, Tigri.
Savàna, o Savànna, tipica vegetazione delle zone tropicali africane,
americane ed australiane, è l’omologismo dell’arawak attraverso lo sp
Sabana.
Giaguàro, con un obsoleto Iaguàro, è l’omologismo dal tupì-guaranì
YAGUARA attraverso il franc JAGUAR, animale diffuso in Patagonia ai
confini con la California, cui la locuzione canzonatoria Amico del giaguaro.
Giràffa, che abita le boscaglie rade dell’Africa nella zona meridionale del
Sahara, è l’omologismo dall’ar ZARAFA “animale che corre veloce”, da
voce africana, vrs transitato dalla zona sett franco-padana, cui Giràffidi,
Giraffìsta e la locuzione Collo di giraffa quale errata postura del collo, causa
di disturbi.
Leòne, la cui vita media è di 25 anni, è dal lat LEONEM già gr LEON
901
LEONTOS, diffuso in aree circoscritte africane e asiatiche, cui Leonèsco,
Leonèssa, Leonìno, incluso il segno zodiacale, il prefissato Illeonìre (IN
illativo), eppoi il patologico Leontìasi (suff IASI per patologie, anche
botaniche, dal suff gr IASIS per nomi d’azione dei verbi con tema in IAO),
Leontocèbo (col gr KEBOS scimmia), Leòntice attraverso il lat dal gr
LEONTOKE leonina, Leontopòdio (col gr PODOS piede), Leònza questo
una sovrapposizione con Lonza, Leopàrdo composto con PARDUS pantera
cui il prefissato Illeopardìto (IN illativo); i termini Leopardeggiàre e
Leopardiàno sono associati a G. Leopardi (1798/1837), così Leopoldìno
questo relativo ai granduchi di Toscana Pietro Leopoldo (1747/1792) e
Leopoldo II (1797/1870).
\ Nella cartografia della Roma antica, le terre sconosciute d’Africa e d’Asia sarebbero
state indicate con la dicitura HIC SUNT LEONES “qui ci sono i leoni” una metafora
per terre ignote dai risvolti rischiosi. Non ci sono però prove definite sulla veridicità di
tale annotazione \
La variante Liòne per Leone ha prodotto in complanare Lionàto, Lionèssa, il
mitico Liocòrno (composto con Corno) o Leocòrno (senese) con variante
Alicòrno (entrambi dal XIV sec) al quale si sarebbe aggiunto il snm
moderno Unicorno (questo dal XX sec), e Liofànte questo termine volg per
Elefante, sovrapposto a Lione. Virtualmente connessi, poiché l’onomastica
s’era ispirata al nome dell’animale, i termini Leonìna (moneta d’oro del
1823 fatta coniare da Leone XII), Leonìno (verso di poesia medv dal poeta
Leonio (XII sec), e il nome Leopoldo. Nel percorso, l’ital conta gli
onomastici Leo, Leone, Leonardo attraverso il long LEONHARD “forte
come un leone” (con HARD forte), Leonida “simile al leone (col suff OIDE
somiglianza); non è qui incluso l’onomastico Leopoldo poiché è dal gr
LIUTPOLD che vale “valoroso tra la gente (il popolo)” composto con LIUT
popolo e POLD baldo.
Elefànte, la cui vita media è di 60 anni, è dal lat ELEPHAS ELEPHANTIS
già gr inv ELEPHANS, cui Elefantèsco, Elefantìaco, Elefantìasi con
Elefantisìaco, Elefantìno; Elefàntulo (suff del dim latino ULO) è una sorta
di Toporagno nordafricano indicato anche con Elefantulo di Rozer
classificato nella Famiglia dei Macroscelidi.
Le tipiche zanne d’elefante sono fonte di Avòrio questo dall’aggettivo lat
EBOREUS di avorio relativo a EBUR EBORIS avorio cui Ebùrneo o
Ebùrno con il termine medico Eburneaziòne. La femmina dell’elefante
conclude la gestazione (gravidanza) in 22 mesi.
L’etnonimo però relativo alla Costa d’Avorio è Avoriàno o Costavoriàno.
Leopardo, come succitato, è quindi snm di Pantera questo da PARDUS dal
lat PANTHERA già gr PANTHER cui Pàrdo, Pantèra, nell’errata tradizione
che vuole il Pardo montone della leonessa; Irbis-ìrbis “sorta di pantera della
neve” è l’omologismo dal russo IRBIS di genesi mongola.
Tìgre dal gr-lat TIGRIS, animale diffuso in Asia, cui Tigràrsi, Tigràto con
Tigratùra, Tigrèsco, il dim Tigròtto. Pseudoetim il termine Tigrìno relativo
al Tigrè una regione dell’Etiopia, ma anche lingua semitica tra l’Etiopia e
l’Eritrea; però, lo zoonimo ed il termine potrebbero vrs essere connessi con
una rad locale. Il Tigrino, quale lingua, ha omologato alcuni termini italiani,
902
i quali, più che esotismi, partecipano oramai all’idioma, prova questa della
passata colonizzazione.
L’ibrido dall’accoppiamento di un leone con una tigre femmina è indicato
con Lìgre, un inc anche lemmatico, che non avrebbe nulla del termine
Ligroìna che è invece una miscela di idrocarburi, questo d’etim ignoto ma
nulla vieta di pensare a un riferimento tropologico con Ligre quale
“mescolanza”.
\ Arena Stadio
I giochi atletici di ieri si svolgevano nelle Arene, quelli di oggi negli Stadi.
Arèna, dal lat HARENA circo, e vale sabbia dal tema med GHASENA, per
il semplice fatto che il fondo era ricoperto di sabbia (rena), cui Arenàceo,
Arenàio, Arenàre, meglio Arenàrsi, con Arenamènto, Arenària (roccia) e
Arenàrio, Arenìcola “grossi vermi Policheti Sedentari”, Arenìcolo, Arenìle,
Arenòso con Arenosità, ma anche Arrenàre questo composto dal pref AD e
(A)rena; nel percorso complanare, Rèna, Renàccio, Renàio, Renaiòla “sorta
di pianta delle Cariofillàcee” snm di Spergola, Renaiòlo o Renaiuòlo
(operaio addetto alla rena fluviale), Renèlla, Renosità, Renòso, con aferesi
della A.
\ Occorrono su e giù 100milioni di anni perché una massa di rena si possa evolvere in
roccia arenaria.\
Stàdio, dal lat STADIUM, attinto al gr STADION, era una misura di
lunghezza cui il composto Stadiòmetro “strumento misuratore della statura”
perlopiù riferito all’uomo.
La rad simile al gr STATER STATEROS moneta, connessa con
l’antichissima STHA fermarsi, cui Stadèra o Statèra, con Staderàio,
Staderànte e Stàdia, indicherebbe semant una misura, un valore, svoltosi nel
lat STATEREM e nell’ital Statère peso, moneta; il termine è connesso con
STASIS stabilità-equilibrio. Lo Statere di Dario fu la prima moneta coniata
in oro nella storia. La Stadera ha assunto la traduzione di BALANCE
ROMAINE bilancia romana nella lingua franc.
Il termine Stadio avrebbe una connessione con Stàggio o Stàggia “pezzo di
legno-unità di misura”, questo dal lat volg STADJUM (class STADIUM);
appare quindi etim ovvio (stesso rad STA) che quel pezzo di legno avesse
una misura, un valore ed appare semant logico che Stadio sta per “campo di
una determinata lunghezza” e il tutto verrebbe avvalorato dal termine Stàzza
“dimensione” dal lat volg STADJA plur di STADJUM, cui la variante Stàza
eppoi Stazzamènto, Stazzàre o Stazàre, Stazzatòre o Stazatòre, Stazzatùra o
Stazatùra.
\ Antichi giochi greci
Gli Olimpici, la cui origine leggendaria si fa risalire alle fatiche d'Ercole,
ebbero inizio nel 776 aC e si svolgevano ogni quattro anni, comprendendo
gare del Pentathlon ed agoni letterari. Furono aboliti da Teodosio I nel
393(4) dC con la 292° edizione. Secondo la più antica tradizione, erano stati
istituiti in memoria della vittoria di Zeus sul padre Crono, per il predominio
dell’universo. Tra un’Olimpiade e l’altra si svolgevano i Giochi Pitici in
onore del dio Apollo Pitio, uccisore del serpente pitone, e consistevano
dapprima in competizioni letterarie e musicali per poi riabbracciare tutti i
903
giochi olimpici, i Giochi Nemei in onore di Ercole, uccisore del leone
nemeo, in sostanza simili ai Pitici ed infine i Giochi Istmici in onore del dio
Poseidone Istmio, che comprendevano, oltre al pentathlon, corse, pugilato, le
gare musicali e poetiche.
In percorso da Olimpo, il mitologico oronimo gr dimora degli dei,
corrispondente oggi metaf a Cielo o Paradiso, ma anche al vertice di una
gerarchia, l’ital conta Olimpìaco, Olimpìade, Olimpiònico questo con un
suff tratto dal gr NIKE vittoria, per accezione termini in riferimento ai
giochi, eppoi Olimpica (anche “ostentata calma”), Olimpicamènte,
Olimpicità, Olìmpico, Olìmpio, l’onomastico fem Olimpia. Il gr NIKE
vittoria ha ispirato l’onomastico Berenice “che porta alla vittoria” col pref da
rad BHER portare, cui la variante Veronica.
\ Antichi ludi romani
Si distinguevano in Ludi Stati (ricorrenti a periodi fissi), Ludi Votivi (in
devozione di un dio) e Ludi Straordinari. Secondo la specialità, si
suddividevano in Ludi circensi (nel circo), Ludi gladiatori (nell’anfiteatro) e
Ludi scenici (su di un palco di legno, successivamente in un vero e proprio
teatro di pietra). Tra gli Stati c’erano i Ludi Secolari che si svolgevano
appunto ogni cento anni, con spettacoli notturni. Gli ultimi ludi istituiti
furono le Augustalie. Furono soppressi, con i giochi greci olimpici,
dall’imperatore cristiano Teodosio I perché considerati di rito pagano.
\ Olimpiadi moderne
Fu il franc barone Pierre De Coubertin che nel 1894 propose la restaurazione
dei giochi olimpici aboliti nel IV sec. Le prime Olimpìadi moderne si
svolsero nel 1896 ad Atene; l’edizione del 1912 (VI°), quelle del 1944 e
1945 (XII-XIII°) non ebbero luogo a causa degli eventi bellici. Rispetto alle
olimpiadi antiche, le attuali hanno convocazione intercontinentale. Il famoso
logo a cinque cerchi apparve storicamente nelle olimpiadi di Los Angeles
nel 1932. Le donne esordirono nei giochi olimpici nel 1900, con 29
presenze.
Adottato dal 2004 il termine Paralimpìadi o Giochi paralìmpici (pref PARA)
per atleti menomati.
Oggi, ad Olimpia, è eretta una stele in cui è conservato il cuore di Pierre De
Coubertin, il fondatore delle Olimpiadi moderne.
\ Lotta Palestra Polemica
Il lemma Losànga è dal franc LOSANGE presumibile genesi celt; tuttavia,
dato il suo significato di “rombo”, nulla vieta pensare al gr LYGIZO fare dei
piegamenti ginnici, cui il tema lat LUGERE, LUCERE, LUCTARI e il
percorso ital Lòtta, con un desueto Lùtta, Lottàre “piegarsi nell’incontro”,
Lottatòre. Ineluttàbile è dal lat INELUCTABILIS questo da ELUCTARI
lottare per salvarsi, con doppio pref IN negativo, EX estrattivo e vale che
non si può lottare per sottrarsi; Riluttàre con Riluttànte, Riluttività e
Riluttànza dal lat RELUCTARI resistere col pref di senso opposto svoltosi
in RI.
Sorta di lotta è il glb cinese Kung fu “arte marziale” cui la specialità Kung
tsun.
Durante il Sessantotto italiano sorse un movimento studentesco e proletario
904
definito Lotta continua.
Dal gr PALAIO io lotto, cui PALAISTRA, il lat ha tratto PALAESTRA inv
in ital Palèstra con Palestràle, Palèstrico, Palestrìta e il volg Palestrato; da
PARIS lottatore, l’onomastica avrebbe adottato Paride 1 già nella mitologia.
Ancora, dal gr POLEMOS guerra cui POLEMIZO combatto, il franc ha
tratto POLEMISER riversatosi in senso fig nell’ital Polèmico cui Polemicità,
Polèmica cui Polemicàre, Polemìsta “lottatore”, Polemizzàre, il composto
Polemologìa “studio dei fenomeni bellici”, la locuzione Vis polemica
“espressaione d’impeto”con il lat VIS forza. In percorso vrs fig si contano
Polemònio “sorta d’erba perenne” dal gr POLEMONION cui Polemoniàcee
“Famiglia botanica Classe delle Dicotilèdoni”, Tolomeo in onomastica
italianizzazione di PTOLEMAIOS arcaico di POLEMOS attraverso il lat
PTOLOM(A)EUS con successiva aferesi.
Infine, sempre dal gr, da ERIDAINO io lotto-combatto, l’ital conta
Eridologìa “studio psicologico dell’aggressività” cui Eridòlogo.
Oggi, tra i termini rispettivamente derivati dal gr LYGIZO, PALAIO,
POLEMIZO, ERIDAINO, il sopravvissuto semant fedele al combattimento è
il Palestrita, indenne cioè da risvolti fig.
1
Paride, comunque, è lo storico Esposto o Esposito della cognomastica etichettata,
essendo stato esposto, ossia abbandonato. I suoi genitori, Priamo ed Ecuba, regnanti a
Troia, infatti, intimoriti dalla profezia che il loro erede avrebbe un giorno trascinato la
patria in una guerra, lo lasciarono sul monte Ida alla misericordia dei pastori, i quali
l’allevarono. Il nome Paride, allora, risuonerebbe da PARUS partorito col suff gr
(O)EIDES somiglianza, apparenza, poiché, in realtà fu un parto non accettato.
\ OC OIL
Prefissi OLTRE ULTRA
La lingua tanto amata dai rimatori italici prima della rivoluzione volg,
comprendeva l'idioma prvz OC, che significava l’avverbio affermativo Sì,
rifacendosi al lat HOC delle risposte affermative. Oggi, in sua memoria, ai
confini con la Spagna ed Andorra, esiste geograficamente la Linguadòca, in
franc Languedoc-Roussillon, in cui sopravvive la comunità degli Occitàni, di
lingua d’Oc appunto e di cultura propria, oltre ad una comunità che vive in
Italia, nel Piemonte.
Altra lingua che affascinava gli artisti italici, alla deriva per la mancanza di
una lingua nostrana, che non fosse il lat class, era l’ant idioma della Francia
centro-sett, OIL, che, ancora, significava l’affermativo Sì, rifacendosi al lat
HOC ILLE in espressioni affermative.
Lingue del Sì, quindi, ma da non equivocare con … del bel paese là dove ‘l
sì suona (Dante), giacché è riferito all’Italia.
OLTRE ULTRA
ILLE appartiene al tema lat AL ILLE OL OLLE, cui Alienàre, Alienaziòne,
Alièno, Alìquota, Alquànto.
\ Nel 1961 lo studioso Frank Drake elaborò la cosiddetta Equazione di Drake, con la
quale dimostrò che esistono nel cosmo almeno 4mila se non 5mila civiltà aliene.\
ALIUS ALTER cui Altèrno da ALTERNUS uno su due con Alternàre,
Alternànza e il prefissato Subaltèrno, la variante Altèrco da ALTERCUS col
denm ALTERCARI cui Altercàre; Altro-àltro (con suff TERO che vale
“opposizione” fra due entità come in NOSTER e VOSTER nostro e vostro)
905
cui Altrico-àltrico “relativo alle mansioni (non professionali o di mestiere)
per il mantenimento del proprio nucleo famigliare” l’avverbio Ierilàltro dalla
locuzione Ieri l’altro, Peràltro dalla locuzione Per altro, il pronome Talàltro
o in locuzione Tal altro dalla composizione Tale e Altro, Altrùi, dal volg
ALTERUI già class ALTERI quale dativo di ALTER, con Altruismo,
Altruìsta e Altruìstico, le composizioni Altresì, Altrettàle dalla locuzione lat
ALTERUM ET TALIS atraverso il prvz ATRETAL già franc ant
AUTRETEL, Altrettànto, Altrièri da Altro ieri, Altrimènti già AltramènteAltramènti-Altrimènte (col suff d’avverbio) dal lat ALIAS questo ancora
adottato inv in ital *Alias-àlias “cioè, ovvero…”, Altrochè (corretta
accentazione altroché), Altrònde dalla locuzione lat ALTER UNDE cui
D’altrònde, Altròve, una locuzione storica Mansioni altrici “impegni per
sostenere la famiglia” da parte del Pater familias, un volg laziale Noàntri
che vale la locuzione Noi altri, e Peràltro dalla locuzione Per altro. ULTRA
di là da-più che, avverbio di ULTER che va - che si trova al di là, cui Ultraùltra e Oltre-òltre con la variante Oltra-òltra che l’ital utilizza anche in pref
adattati OLTRE-ULTRA, cui, derivati e composti, l’avverbio Oltracciò,
Oltracotànte o Oltracotàto attraverso il provz OLTRAGUIDAN già franc
OLTREGUIDANT coin Oltracotànza, Oltràggio e Oltraggiàre “oltre la
morale” attraverso il franc OUTRAGE già OLTRAGE cui Oltraggiàbile,
Oltraggiamènto, Oltraggiatòre e Oltraggiòso, Oltràlpe “di là delle Alpi” dalla
locuzione Oltr’Alpe, Oltramàre meglio Oltremàre con Oltremarìno già
Oltramarìno o altrimenti Trasmarìno (pref TRAS), Oltramiràbile meglio
Oltremiràbile,Oltramisùra meglio Oltremisùra dalla locuzione Oltre misura,
Oltramòdo meglio Oltremòdo, Otramondàno meglio Oltremondàno,
Oltramontàno meglio Oltremontàno, Oltrànza attraverso il franc
OUTRANCE dal verbo OUTRER spingere oltre con Oltranzìsmo e
Oltranzìsta, il verbo Oltràrsi, la congiunzione Oltrechè o Oltrecché (corretta
accentazione oltreché o oltrecché) dalla locuzione Oltre che, Oltreconfìne
dalla locuzione Oltre confine, la storica Oltrecortìna (nei paesi comunisti
sovietici) dalla locuzione Oltre la cortina di ferro, Oltrefrontièra dalla
locuzione Oltre frontiera, Oltremànica dalla locuzione geografica Oltre
Manica ovvero di là del Canale della Manica, Oltremònte o Oltremònti,
Oltrenùmero,
Oltreocèano,
Oltrepassàre
con
Oltrepassàbile
e
Oltrepassamènto, Oltrepò dalla locuzione geografica Oltre Po,
Oltrepossènte, Oltretòmba, l’avverbio Oltretùtto, Oltreumàno.
Eppoi, Ultrà attraverso la locuzione franc ULTRA ROYALIST,
Ultracellulàre, Ultracentenàrio, Ultracentrìfuga con Ukltracentrifugàre e
Ultracentrifugaziòne, Ultracompàtto, Ultracondensatòre, Ultracòrto,
Ultracùstica con Ultracùstico, Ultradèstra, Ultrafàcile, Ultrafemminìle,
Ultrafiltrànte con Ultrafiltraziòne e Ultrafìltro, il glb ingl Ultraformig con
cambio di pref da Reforming (TO REFORM trasformare), Ultraleggèro,
Ultramarìno, Ultramicrofotografìa, Ultramicròmetro, Ultramicroscopìa con
Ultramicroscòpico e Ultramicroscòpio, Ultramicròtomo composto com
Microtomo, Ultramodèrno, Ultramondàno, Ultramontanìsmo dal franc
ULTRAMONTANISME (fig “fedele alla politica pontificia di Roma” in
opposizione alla politica degli indipendentisti tedeschi) con Ultramontàno a
906
questo rrelativo e Ultramontàno nel senso semantico del termine,
Ultrapastorizzaziòne,
Ultrapiàtto,
Ultraportàtile,
Ultrapotènte,
Ultrarallentatòre,
Ultraràpido,
Ultraregionàle,
Ultrarelativìstico,
Ultraresistènte, Ultraridòtto, Ultraròsso, Ultrasensìbile, Ultrasinìstra,
Ultrasocializzaziòne, Ultrasònico “oltre la velocità del suono”, ovvero con
una frequenza superiore a 20.000 Hz, Ultrasonòro, Ultrasottìle,
Ultrastruttùra con Ultrastrutturàle e Ultrastrutturìstica, Ultrasuòno con
Ultrasuonografìa e Ultrasuonoterapìa,
Ultratecnològico, Ultraterrèno,
Ultrattività, Ultraviolètto con una frequenza superiore a quella dei raggi
visibili, Ukltravìrus, Ultravuòto, Ultròneo “eccedente” da ULTRONEUS
svoltosi da ULTRO spontaneo; il lat ULTER sopravvive in Ultimo-ùltimo –
con nun obsoleto Utimo-ùtimo - con Ultimàto e Ultimàtum, attraverso il suo
superlativo lat ULTIMUS
e in Ulteriore-ùlteriore dal comparativo
ULTERIOR. Da Ultimo il percorso conta Ulima-ùltima,Ultimàbile,
Ukltimàre, Ultimatìvo, Ultimaziòne, Ultimìssima, Ultimìssimo, Ultimìzia
questo su modello di Primizia, la locuzione fedele al lat Ultima ratio.
Rispetto ai snm PRETER “di pensiero” e TRANS”geografico”, OLTRE
indica dunque “modo, tempo, spazio”, ULTRA, invece, una qualità e una
condizione. Pertanto, si ha la locuzione Delitto preteritenzionale, la
denominazione di Transalpino, il titolo cinematografico Il buio oltre la siepe
di R. Mulligan (1968), eppoi l’enunciazione che “Gli uccelli vedono a
colori, meglio degli uomini, poiché i loro occhi sono impressionati anche da
raggi oltre il visibile umano”.
Lo Stretto di Gibilterra già Colonne d’Ercole era segnalato nell’antichità
con la dicitura NEC PLUS ULTRA non più avanti.
La locuzione italianizzata Non plus ultra, invece, sta a indicare il limite
massimo della perfezione.
PONENTE IMPOSTA PONTE
PONENTE
Ponènte è il Ppres di Ponère, fig “tramontante”, con riferimento al
sole e al relativo punto cardinale opposto a Levante. Il Ponentìno è la
brezza di mare che soffia sulle coste laziali. Il verbo Ponère, con
Ponimènto e Ponitòre, dal lat PONERE, contiene una primitiva
composizione PO-SINERE da rad indoeur SEI sito; per una corretta
comprensione etim, è da notare che dal verbo SINERE lasciare è
sorto PO-SINERE ricollocare, questo con il pref PO, vrs da un
arcaico APO 1, che sta ad indicare un’azione conclusa, stabilizzata,
cui i derivati Sìto, Situàre con Situàto, Situaziòne con Situazioinàle e
con la locuzione lat sempre in auge In situ e quella teatrale ingl glb
Situation comedy con l’ellittica Sit com “commedia di situazione”.
Da non associare etim Sito a Insito-ìnsito, poiché questo non sta per
“insediato, nel sito”, bensì per “inseminato, intimamente radicato”.
Insito, nel significato di “insediato nel nostro intimo”, comunque,
rivela una sovrapposizione semantica; viepiù, la somiglianza della
907
rad SEI lasciare alla rad SED sedere proverebbe un’antichissima
familiarità attraverso i derivati: SEI-Sito e SED-Sede. Esiste, fra
l’altro, il lemma Sìto che vale “muffa” dal lat SITUS attestatosi in
Toscana ed un ulteriore Sìto dal lat SITOS cibo (Ved Parassita in
Zecca…) cui il pref SITO con Sitofobìa “fobia per il cibo” e
Sitologìa “scienza dell’alimentazione” e Sitologìa con Sitològico e
Sitòlogo.
Ponere ha la sua variante in Pòrre questo con sincope del gruppo ne
e raddoppio della lettera r cui i prefissati e composti Antepòrre con
Anteposiziòne e Antepòsto, Contrappòrre con Contrapposiziòne e
Contrappòsto, Frappòrre con Frapposiziòne e Frappòsto,
Giustappòre con Giustapposiziòne e Giustappòsto, Infrappòre,
Interpòrre o Trapòrre con Interpòsto o Interpòsito con Interpositòre e
Interposiziòne, Sottoespòrre con Sottoesposiziòne, Sottopòrre con
Sottopòsto, Traspòrre o Transpòrre con Traspositòre e Trasposiziòne
meglio adottati rispetto ad Anteponère, Interponère … e il termine
chimico Trasposòne (con Trasposizione e il suff chimico ONE)
Discendenti impliciti di PO-SINERE ponere o porre, l’ital conta
Pòsta dal lat POSITA luogo di sosta, con caduta della vocale i, il suo
denm Posteggiàre e il devb Postèggio, eppoi Postàle, Postigliòne,
Postìno o Postière, la locuzione A posta cui il lemma Appòsta,
Appostamènto e Appostàre,
il prefissato Impostàre con
Impostaziòne, il glb ingl Post-it “foglietto autoadesivo in evidenza
per appunti”; eppoi Postùra o Positùra dal lat POSITURA astratto da
PONERE cui il Pp POSITUS di Pòsto con Postàre e Spostàre (S
sottrattivo), Postaziòne, gli omonimi Impostàre e Impostaziòne,
infine Impostatùra, Postìme “mangime”. Giustappòsto vale “posto
accanto”. Il Postino ottocentesco era chiamato Pedone postale.
Dall’ingl MAIL posta cui ELECTRONIC POST Posta elettronica si
ha il glb ipocoristico E-mail o anche semplicemente Mail e ancora
Mailing “invio di posta pubblicitaria”, le locuzioni Mailing Lista
“elenco o lista di spedizione” e Mail Order “ordinazione via posta”.
L’esot ingl POSTER affisso-manifesto è in connessione con il
percorso lat di POSITUS posto.
La locuzione Posto di lavoro ha condotto al teremine provocatorio
Postifìcio in relazione al clientelismo.
Appare più esplicito discendente di PO-SINERE il termine
Posiziòne, dal lat POSITIO POSITIONIS, cui Positìvo con Positìva,
Positivìsmo, Positivìsta, Positivìstico, Positività, Positivizzàre con
Positivizzaziòne, il fisico Positòne o Positròne (Positivo con
Elettrone) con Positrònio, Positùra dal tardo lat POSITURA dal Pp
POSITUS, Posiziònàre con Posizionàle, Posizionamènto e i
908
prefissati Anteposiziòne con Antepòsto, Frapposiziòne con
Frappòsto, Interposiziòne con Interpòsto.
Il pref DE con SINERE compone DESINERE terminare cui l’ital
Desinènte con Desinènza e Desinenziàle, che nella linguistica
rappresentano il morfema mobile saldato al termine di un lessema
per indicarne il caso (lat), il genere, il numero, la persona e il tempo
del verbo, insomma un suffisso.
Il verbo Ponere-Porre è una straordinaria fonte semant; con il doppio
e triplo pref, il lemma va a modificarsi sino ad invertire la propria
dinamica, come da elencazione che segue.
AD-PONERE, Appòrre “mettere sopra, attribuire”, cui Appositìvo,
Apposiziòne.
CUM-PONERE, Componère o Compòrre “collocare insieme a...
ordinare, conciliare, concepire” cui Componènte, Componimènto,
Componitòre, Compòsite (Famiglia botanica) snm di Asteracee,
Compositìvo, Compòsito da COMPOSITUS, Compositòio,
Compositòre, Compositrìce, Composiziòne cui Composizionàle,
Compòsta transitato dal franc COMPOTE, Compostèzza, Compòsto
da COMPOSITUS con caduta della vocale i come in Posta-Posto;
eppoi i prefissati con S sottrattivo cui Scomponìbile, Scomponibilità,
Scompòrre, Scomposiziòne, Scompostamènte, Scompostèzza e
Scompòsto. I doppi prefissati Decompòrre con Decomposiziòne,
Discompòrre
con
Discomposiziòne,
Ricompòrre
con
Ricomposiziòne e Ricomponimènto, il composto Fotocompòrre cui
Fotocomposiziòne.
DE-PONERE, Deponère o Depòrre o ancora Dipòrre “mettere giù,
abbandonare, testimoniare”, cui Depòsito dal Pp neutro
DEPOSITUM
con
Depositàre,
Depositàrio,
Depositerìa,
Deposiziòne, Depòsto. Il composto Ovidepòrre (con Uova).
DIS-PONERE, Disponìbile con Disponibilità, Disponère o Dispòrre
“collocare e preparare in un certo ordine”, cui Disponènte,
Disponimènto, Disponitìvo, Disponitòre, Dispòsi, direttamente dal
lat Disposìtio “disposizione”, il lemma composto Disposofobìa
“mania delle cianfrusàglie”, l’aggettivo Dispositìvo (col suff IVO di
valore durativo) e il sostantivo omn Dispositìvo transitato dal franc
DISPOSITIF, Dispòsito, Dispositòre, Dispositòrio, Dispositùra,
Disposiziòne, Dispòsta, Dispostèzza, Dispòsto. Con il doppio pref
PRE si ha Predispòrre con Predisponènte, Predisposizione e
Predispòsto. Con il doppio pref IN si ha ancora Indispòrre “rendere o
rendersi non servibile per malessere, disadattazione, proporzioni,
volontà...” cui Indisponìbile, Indisponibilità, Indisposiziòne,
Indispòsto e, talvolta in maniera irritante, leggi Indisponènte.
909
L’iterativo Ridispòrre, i composti Bendispòsto e Maldispòsto già in
locuzione Ben disporre e Mal disporre.
EX-PONERE, Esponère o Espòrre o ancora Spòrre “lasciare la ricollocazione per tracciarne un’altra che va a rappresentare” e\o
“ostentare”, cui Esponènte 2, Espositìvo, Esposiziòne, Espòsto, il
prefissato Sovraespòrre o Sovrespòrre, il composto Esposìmetro.
IN-PONERE, Impòrre “mettere sopra, far rispettare, comandare,
assegnare”, cui Imponìbile, Impositìvo, Imposiziòne, Impòsto e
Impòsta questo sia termine fiscale sia architettonico o elemento di
una finestra snm di Scuro; il lemma Impostìme “sedimento” vale
Imposto con un suff collettivo IME come in Mangime. I doppi
prefissati Disimpòrre, Sovraimpòrre o Sovrimpòrre.
OB-PONERE, Opponère o Oppòrre, Opponènte, Opponìbile con
Opponibilità, Oppositìvo, Oppòsito o Oppòsto, Oppositòre,
Opposiziòne, i composti botanici Oppositifòglio (col suff da Foglia)
o Oppostifòglio, Oppositipètalo o Oppostipètalo, Oppositisèpalo o
Oppostisèpalo.
PRE-PONERE (pref lat PRAE), Prepòrre, Prepòsito con Prepositìvo,
Prepositùra, Preposiziòne e Prepòsto questo rintracciabile in
Prevòsto attraverso il franc PREVOST cui Prevostùra, Prevostàle,
Propòsto quale variante di Preposto-Prevosto con Prepositàùra e
Preposituràle cui la locuzione Chiesa Prepositurale. e in Profòsso
corrispondente all’ital Prevosto attraverso il ted PROFOSS
“carceriere militare”.
PRO-PONERE, Proponère o Propòrre “presentare per
un’accoglienza, decidere...” cui Proponimènto, Propositìvo,
Propòsito con Spropòsito, Proposiziòne 3, Propòsto e Propòsta. I
prefissati Contropropòrre, Ripropòrre con Riproposiziòne.
RE-PONERE, Riponère o Ripòrre “porre di nuovo” cui Repositòrio
e Reposiziòne (solenne rappresentazione nei riti pasquale del SS
Sacramento) o Riposiziòne, Ripòsto e Ripostìglio.
SUB-PONERE, Supponère o Suppòrre o amcora Soppòrre,
Suppositìvo, Supposiziòne, Suppòsto, Suppòsta. Il doppio prefissati
Presuppòrre con Pesupposiziòne e Presuppòsto.
Questo arcaico pref APO, svoltosi in PO, corrisponderebbe al lat AB, il motivo per
cui non esiste, come da elencazione che segue, il verbo PONERE prefissato con AB.
2
In un dizionario, l’Esponente (voce esposta) è la parola base elencata in ordine
alfabetico, quasi sempre in neretto, donde discendono i lemmi e gli articoli
raggruppati. In questa ricerca del “Percorso omologistico”, gli esponenti di partenza
sono riportati nelle terzine.
3
In linguistica, ovvero nella grammatica, la Proposizione, snm di Frase, è il segmento
sostanziale di un testo, che comprende il soggetto (nome), il predicato (verbo) e non
essenzialmente i complementi; si idenificano in Principali e Secondarie, Cooridinate e
Subordinate, Esplicite ed Implicite. Una Proposizione può essere Straordinaria quando
1
910
costituita solo da un verbo.
\ Preposizioni semplici ed articolate
Preposizioni improprie
Le Preposizioni dal lat PRAEPOSITIO PRAEPOSITIONIS segnalano un
rapporto tra verbo e il nome al quale vengono preposti e sono parte
integrante dei Complementi.
L’ital conta DI, A, DA, CON, SU, PER, TRA, FRA, e possono travarsi, ad
eccezione di TRA e FRA, in composizione con l’articolo relativo al nome;
sovente sono scambiabili nell’uso, determinado identica immagine “Spiare
DAL buco della serratura” vale “Spiare PER IL buco della serratura”
(determinazione fig di “attraverso luogo”).
*DI, con *Della, *Delle, *Del, *Dello, *Dei, *Degli, simbolo del caso lat
genitivo, deriva dal lat DE; dal valore originario di distacco, assume
funzioni di moto (da luogo, attraverso luogo), origine e provenienza.
separazione e privazione. Quale simbolo del genitivo assume valore di
specificazione oggettiva e soggettiva, estendendosi nel determinare
abbondanza, causa, colpa e pena, denominazione ed argomento, età, fine e
scopo, limitazione, modo e maniera, peso e misura, qualità e materia, stima e
prezzo, strumento e mezzo, tempo, introduzioni per impicite, uso partitivo e
distributivo, predicativo, costruzione superlativa e di locuzioni.
Accompagna il soggetto in frasi quale “dei lupi attraversano il parco
cittadino” e il complemento oggetto quale “sto mangiando delle mandorle”
Il DI preposizione appare ancora connesso con complementi di paragone
(più onesto di…), di materia (fatto di mollica), di moto per luogo (guadare
di qua il fiume),
*A, o la forma eufonica Ad, con Alla, Alle, Al, Ai, Allo, Agli, simbolo tra
l’altro del caso lat dativo, deriva dal lat AD; dermina una causa, distanza,
età, fine o scopo, limitazione, mezzo e strumento, modo e maniera, moto (a
luogo, in luogo), paragone, pena, prezzo e misura, qualità, termine, tempo
continuato e determinato, vantaggio e svantaggio, uso distributivo,
predicativo del soggetto e dell’oggetto, uso nelle proposizioni implicite e
condizionali, nelle locuzioni.
*DA, con Dalla, Dalle, Dal, Dai o la forma tronca Da’, Dallo, Dagli, deriva
dalla locuzione lat DE AB; la preposizione DA determina un moto di
provenienza, separazione e allontanamento, eppoi, permanenza, distanza,
tempo, agente, causa, mezzo, qualità, limitazione, stima e prezzo, fine e
scopo, modo e maniera, di collegamento al predicato del soggetto; eppoi
forme gerundive, passivanti, in funzione consecutiva, forme di locuzioni
avverbiali ed alcune attestazioni ricorrenti da estensioni non sempre corrette
come il passaggio di DA dalla forma di valore passivo “pagine da scrivere”
alla forma scorretta di valore attivo “macchina da scrivere”, oppure nell’uso
di DA con valore di specificazione “messa di requie” nella forma scorretta
“messa da requie”.
*CON, con Colla (Con la), Colle (Con le), Col, Coi (Con i) o la forma tronca
Co’, Collo (Con lo), Cogli (Con gli), deriva dal lat CUM; determina
tradizionalmente compagnia, unione e relazione, estesosi in causa,
limitazione, mezzo e strumento, modo e maniera, paragone, qualità, tempo:
911
eppoi uso nelle locuzioni e, infine, assume valore avversativo o concessivo
sostituendosi a Malgrado e a Nonostante, questo meglio da evitare a
beneficio della lingua “Con tutti i problemi cha ha, riesce ugualmente a
dormire” invece del più linguistico “Riesce ugualmente a dormire,
nonostante abbia tanti problemi”.
*SU o un raro Sù con un obsoleto Sùe, con Sulla, Sulle, Sul, Sui, Sullo,
Sugli, deriva da un tardo lat SUSO già SUSUM da un ant SURSUM - questo
si ritrova nell’ancora ricorrente locuzione lat Sursum corda! “In alto i
cuori!” nel senso di “Animo! Coraggio!” e che si ritrova come pref in
terminologia scientifica quale Sursumduziòne riferita al movimento oculare
- Con valore di “sopra” determina uno stato in luogo e un moto (a luogo)
anche fig, argomento, modo e maniera, materia, tempo continuato e
determinato; eppoi uso avverbiale incluse le locuzioni. L’ital conta un
poetico Sùso che vale Su, di forma avverbiale, riscontrabile nel volg, cui
Lassù o l’obsoleto Lassùso composto da Là e Su.
*PER, con Pel (Per il), Pei (Per i), ormai desueti a beneficio degli espliciti
Per la, Per le, Per il, Per i, Per lo, Per gli, deriva dal lat PER. Determina
innanzitutto uno stato in luogo, moto (a luogo, traverso), estesosi in agente,
causa, causa efficiente, colpa e pena, comvenienza, fine e scopo, limitazione,
mezzo, misura ed estensione, modo e maniera, prezzo, stima, tempo
continuato e determinato, termine (direzione e destinazione, vantaggio e
svantaggio; eppoi uso giudicativo, predicativo e di sostituzione e
distributivo, valore di congiunzione causale, concessiva, consecutiva, finale,
in costruzioni perifrasiche e di locuzioni.
*TRA e l’eufonico *FRA derivano dal lat INTRA INFRA, gli eventuali
articoli sono posti sempre separati; determinano innanzitutto uno stato in
luogo, estendendosi in causa, compagnia, distanza, modo e maniera,
relazione, tempo continuato, nell’uso partitivo.
L’uso diffuso nell’abbinare in un senso rinforzativo le preposizioni TRA e
PER è scorretto “Tra per le telefonate e tra per i fax, non riesco ad
allontanarmi dall’apparecchio”.
Esistono ancora delle preposizioni cosiddette Preposizioni improprie quali
Mediànte (Ppres del lat MEDIARE interporre da MEDIUS), Tràmite (Ved
Tramare… in Ordire…) Vìa (Ved Trivio…), discendenti da antiche forme
nominali, anche queste sempre separate dagli articoli.
\ Apposizione Attributo
Nella sintassi, l’Apposizione (semplice) è un sostantivo che accompagna un
nome, un altro sostantivo, utile a determinarlo “Umberto II re di maggio”, “
La Televisione il focolare del XX sec”; può trovarsi accoppiata o in elenco e
in tal caso si definiscono Apposizioni composte, “Nerone, imperatore e
poeta”
L’Apposizione, ancora, può trovarsi preceduta da una voce pleonastica
(come, da, in qualità…) ed allora è indicata Apposizione in locuzione
avverbiale, “Questo volume è adatto come testo di scuola”; infine, qualora
l’Apposizione sia accompagnata da un aggettivo (attributo) essa è chiamata
Apposizione complessa, quindi, rielaborando l’ultimo esempio, si avrebbe
“Questo volume è adatto come testo scolastico” .
912
L’Attibuto, infatti, è l’aggettivo che accompagna un nome, un sostantivo, sia
esso soggetto, predicato nominale o complemento, per attribuirne qualità o
circostanze,” La quercia solitaria di Villanova è un albero secolare”, col
tronco cavo”.
\ Magazzino
Snm di Deposito (adottato nel XIII sec) è Magazzìno (adottato nel
successivo sec XIV) con attestazione sett Magazzèno, cui la locuzione
Grande Magazzino. Il termine Magazzino, un omologismo, non è un dim,
ma il plur dall’ar MAHAZAN deposito-MAHAZIN depositi.
Dall’ingl LOFT magazzino si conta il glb Loft con significato di “vano senza
pareti divisorie”.
Dall’ant franc ESTAPLE già ol STAPEL magazzino, l’ital conta
l’omologismo Stàpula snm di Magazzino.
Dall’ingl si conta il glb Magazine che vale “deposito di informazioni”
attestatosi in “Rivista” quale pubblicazione periodica.
Gli allitterati Magagna e Magari non hanno nulla della rad ar.
Magàgna, devb di Magagnàre, è dal prvz MAGANHAR ridurre in cattivo
stato cui Magagnamènto e Magagnatùra. Magàri, con lenizione vrs veneta, è
dal gr MAKARIE beato te! cui l’onomastico Macario.
IMPOSTA
L’omn tra Imposta “tassa” e Imposta “sportello ligneo” girevole
delle finestre, può far credere che sia l’eredità di un tempo, quando,
si narra, il signore pretendeva dalla gleba un’imposizione pecuniaria
per ogni finestra ricavata dalle pareti delle loro case. In realtà, il
primo termine Imposta è il Pp sostantivato, al fem, di IN PONERE
cui Imponere o Imporre, pertanto è un “pagamento dovuto,
imposto”; il secondo Imposta, invece, pur d’identica derivazione, ha
seguito il destino fig del verbo IN PONERE svoltosi semant in
“introdurre qualcosa (o qualcuno) con determinazione e renderla
accetta all’ambiente”.
Nella terminologia eccl, il lat medv IMPONERE vale imporre una
credenza ossia ingannare, cui Impostòre (che vale Impositòre),
Impostùra (Impositùra), Imposturàre e Imposturàto, in opposizione a
POSITOR positore.
PONTE
Pònte è dal lat PONS, antichissima parola indoeur, stabilizzatasi
nelle aree indoiran, arm, gr, bal e slava, dalla rad PENTH strada;
termine estesosi nel significato di Territorio e Ponto; infatti, è una
regione della Turchia cui il relativo Pòntico, il quale, per
associazione, indica un sapore amarognolo, vrs relativo alla
provenienza geografica (Mar Nero) della pianta utilizzata, detta
anche Rapòntico su modello del lemma composto Rabarbaro. In
Grecia nella locride c’era il toponimo Opunte cui la regione
occidentale della Opunzia sul Mare dell’Eubea. In Italia si conta il
913
toponimo Pontinia, l’Agro Pontino.
Il mare è la via per eccellenza per i greci e quindi PONTOS mare,
profondità cui il Ponto Eusino (Mar Nero) con il coronimo Ponto,
l’isola di Ponza e Isole Pontine o Isole Ponziane. Poeticamente
sopravvive Pònto che sta per Mare. Ripreso dai latini in PONS
ponte, Ponte, allora, semant è il manufatto, ovvero la strada, che
permette di attraversare agevolmente le acque, quale un Ponte
fluviale, il Ponte girevole a Taranto, termine svoltosi finalmente, in
senso lato, per un comodo collegamento, di là della natura da
attraversare come una valle, una rotonda stradale, i binari
ferroviari… quali un Ponte stradale, un Ponte ferroviario, un Ponte
pedonale, un Ponte ciclabile nel proseguo di una “pista ciclabile”,
acquisendo tra l’altro la moderna definizione di Viadotto. Ponte di
comando e Ponte di coperta sulle navi sono strutture perfettamente
compatibili con lasemantica relativa al mare.
\ In Portogallo, il ponte “Vasco de Gama” è lungo ben 17 Km \.
In percorso semantico, Pontière per accezione il militare geniere
addetto alla costruzione dei ponti, Pontìle, Pontèggio con
Ponteggiatòre, il dim Ponticèllo, l’anatomico Pontìno dalla locuzione
Ponte di Variolo del metencefalo, Pontìsta, Pontòne (grosso
galleggiante), Pontonàio, Pontonière, Pontaiòlo, Appontàggio
attraverso il franc APPONTAGE “atterraggio su un ponte” e
Appontàre (su modello di Atterraggio - Atterrare e Ammaraggio Ammarare).
Il Pontàtico o Pontèggio è il diritto medv di imporre un pedaggio sui
ponti, ma tanto medv non è, dal fatto che nel 2012, si paga ancora il
pedaggio per attraversare il ponte di barche sul Piave, che porta da
Fossalta a Noventa, nel veneziano. Il Pontàto è un’imbarcazione
munita di ponte di coperta. Infine, arriva Pontèfice dal lat
PONTIFEX che deriverebbe dalla composizione popolare PONSFACERE costruire ponti, ovvero “Colui che cura la costruzione dei
ponti sul Tevere”. Ciò starebbe a provare la grande importanza che
aveva nelle popolazioni il raggiungere agevolmente le rive opposte,
pertanto era la cosa che più s’attendevano dai governi. A parte la
discutibilità dell’origine, resta l’immagine dei Papi che fanno da
tramite (ponte, via...) tra gli uomini e Dio, cui i derivati logici
Ponteficàto o Pontificàto, Pontificàle, Pontificàre, Pontificànte,
Pontifìcio.
Il Ponte sospeso, capace di valicare grandi fiumi e vallate, privo cioè
di manufatti reggenti al di fuori delle due colonne estreme, dopo le
rielaborazioni del Ponte ad arco romnano e del Ponte a travata
reticolare, nel 1801 J. Finley sperimentò il suo ponte sospeso con
914
catene di ferro rette dalle tori gemelle poste alle estremità.
\ Il futuribile Ponte sullo stretto di Messina, ha già avuto una realizzazione storica:
furono i romani a costruirne uno, provvisorio, mediante zattere, per riportare in Sicilia
gli elefanti abbandonati sul continente dai cartaginesi; l’isola, infatti, aveva ancora una
parte, quella siracusana, sotto il controllo punico./
Ponte è anche, metaf, il giorno (o i giorni) di vacanza che collega
due festività e chi ne usufruisce è il fortunato Pontìsta. Pontàre è una
variante di Puntàre “far forza” (leva) su di un punto per produrre
moto, da non equivocare etim col Puntàre “prendere la mira”, metaf
“criticare, opprimere”, che è verbo denm da Punta. Pontìno è relativo
a Pontìna la regione laziale; la toponomastica riconfermerebbe il
percorso semantico da “strada”.
La sponda di un fiume è detta Rìpa dal lat RIPA ripido, pendio cui
Riparèlla (adottato dal 1917) snm di Salcerella (già dal 1826) e omn
di Riparella da Riparare, eppoi Ripàggio o Ripàtico “tassa medv di
approdo”, Ripaiòla “rete da pesca”, Ripària, Ripàrio, il prefissato
Straripàre, con il percorso lenito in Rìva, Rivièra questo ellittico di
TERRA RIPARIA, Rivieràsco e i composti Arrivàre con Arrìvo (AD
RIPARE), Corrività con Corrivazione e Corrìvo attraverso il lat
CORRIVARE raccogliere acqua (di un bacino nell’alveo
principale), Derivàre (DE ablativo) con Derivatìvo, Derivàto,
Derivaziòne e Derìva questo transitato dal franc DERIVE. Sulle due
rive di un fiume s’attestavano rispettivamente due tribù contendenti
il corso d’acqua, donde i termini Rivàle, Rivaleggiàre, Rivalità.
Dal termine ingl SHUNT che vale derivazione (circuiti elettrici) è
sorto l’omologismo Shuntàre italianizzato Sciuntàre.
\ Suffisso Prefisso ASCO
Rivierasco contiene il suff ASCO per toponimi e demotici come in
Bergamasco, Comasco, Cremasco; attenzione, Bergamasco è anche un
comune di Alessandria il cui demotico è Bergamaschèse.
Da non equivocare col pref ASCO dal gr ASKOS otre-sacco, cui Ascìdia
“animale marino” con Ascidiàcei (la Classe), Ascìdio dal gr ASKIDION con
Ascidiàto e Ascidiòsi (in botanica, suff patologico OSI); eppoi il fig Ascìte
“malattia del ventre” con Ascìtico, i termini Asco-àsco (organo del fungo)
con Ascocàrpo, Ascogònio, Ascomicèti “Classe di funghi”, Ascòspora,
eppoi Ascoliàsmo (ant gioco d’equilibrio sull’otre) e in vrs connessione fig i
toponimi Ascoli Piceno e Ascoli Satriano 1; ancora utilizzato quale suff in
termini quali Esoàsco o Exoàsco, questo col pref gr EKSO fuori.
Termini alieni Asciànti quale omologismo di Ashanti, popolo della Costa
d’Oro o Ghana in Africa, eppoi Ascòrbico con Ascorbìna da Scorbuto con il
pref A alfa negativo; il termine, in associazione con Acido, vale Vitamina C
altrimenti detto Acido ascorbico individualbile nella frutta e verdura, negli
agrumi, nei pomodori e vegetali verdi. Scòrbuto o meglio Scorbùto “carenza
di Vitamina C”, cui Scorbùtico anche in senso fig “scontroso”, il composto
Scorbutamìna (con Vitamina) snm di Acido scorbutico (Vitamina C), è dal
915
lat moderno SCORBUTHUS già ol SCORFT evolutosi in SCHURFT e
pertanto, anche se indiretto, può essere considerato omologismo.
Altro alieno è il termine glb ASCII (informatica) che è l’acronimo della
locuzione ingl AMERICAN STANDARD CODE FOR INFORMATION
INTERCHANGE Codifica standard americana per scambio d’informazioni.
Ascoli Piceno, cui il demotico Ascolàno, antica capitale dei Piceni, l’Asculum
romana lungo la consolare Salaria, divenne longobarda nel 578 e integrata nel Ducato
di Spoleto, il quale con Pavia e il Ducanto di Benevento avrebbero rappresentato il
potere longobardo in Italia. In gastrinomia è ricercata l’Oliva ascolana.
Ascoli Satriano, cui l’omn demotico Ascolàno, colonia romana col toponimo
Asculum, fu teatro della vittoriosa ma inutile battaglia di Pirro, re dell’Epiro, contro i
Romani nel 279 aC, il quale aveva già malamente incassato l’anno prima la vittoria di
Eraclea, cui la locuzione Vittoria di Pirro; il coronimo Epiro, con l’etnonimo Epiròta
con Epiròtico, è dal gr EPEIROS terraferma cui i lemmi geologici Epeirogènesi o
Epirogènesi con Epirogenètico e un Apeirofobìa “paura dell'infinito” dove il pref A
privativo sta per “assenza di terraferma” fig “il vuoto”. Pirro utilizzò gli elefanti a
mo’ di carrarmati, così come aveva fatto Annibale il 216 nella vicina Canne.
Ausculum era situata lungo la via consolare Traiana che da Benevento, ramificandosi
dalla consolare Appia divenendone una sua complanare, toccava Canosa, Bari,
Egnazia o Gnazia (dal gr Gnathia) sull’Adriatico per Brindisi; l’Appia da Roma
toccava Capua, Benevento, Venosa, Tarnto per Brindisi.
Ascoli Satriano fu poi luogo nel 1041 della battaglia intrapresa dai Normanni alla
conquista della Puglia, la quale poi sarebbe stata in breve ereditata dagli Svevi di
Federico II.
1
\ Ellesponto Siponto Ponte delle tre P
Ellespònto è l’ant toponimo dello Stretto dei Dardanelli 1 - fra l’Asia e
L’Europa - che mette in comunicazione il Mar Nero (Ponto) con l’Egeo,
attraverso il Mar di Marmora ed il Bosforo, donde Pòntico quale relativo di
Ponto; pertanto Ellesponto è la Via Ellade per il Ponto. In gr, ELLEIPSIS è
mancanza, nome d’azione di ELLEIPO lascio fuori; Ellespònto, allora,
potrebbe intendersi “la strada che manca” (interrotta dallo stretto di mare,
appunto), oppure “la strada d’acqua che lascia l’Ellade per l’Asia” o
viceversa. Ellade, cui Ellàdico, nome di una città della Tessaglia, andò ad
indicare successivamente la Grecia e finì per designare un vasto territorio
che abbracciava Grecia, Magna Grecia, Cirenaica, Asia Minore; in percorso,
Ellèno dal gr plur HELLENES elleni, Ellènico, Ellenìsmo con Ellenìsta ed
Ellenìstico, Ellenizzàre con Ellenizzànte, Ellenizzaziòne, Ellenòfono, meglio
Ellenòfoni, questo per accezione in riferimento all’area meridionale di
lingua greca. La mitologia vuole sia stato il tessalo Elleno, l’eponimo,
vissuto nel 1519 aC, a fondare la città-madre della Grecia. L’Ellenismo
rappresenta pertanto l’istante storico di fusione della civiltà ellenica con
quella orientale. Per Ellenismo, riferita all’area med, s’intenda il periodo
incluso dalla morte di A. Magno (323 aC) alla battaglia di Azio (31 aC), che
aveva visto fronteggiarsi la flotta egiziana comandata da Antonio in nome di
Cleopatra e quella romana comandata da Ottaviano, vinta da questi. Oggi, i
greci chiamano la propria lingua Ellinkà.
Il percorso di Grecia conta, Grèca (sostantivo per fregio, decorazione, veste
fem) con Grecàto, Grecàre attraverso il franc GRECQUER con Grecàggio
(sistema di rilegatura “alla greca”), Grìco o Grecànico dal lat GRAECANUS
916
che vale Grèco o Greciènse dal lat GRECIENSIS ma che è riferito alla
cultura greca (Magna Grecia) nel sud d’Italia, un Greco nella cognomastica,
Grecàstro (ebreo greco, con suff peggiorativo ASTRO), Grecheggiàre,
Grechèsco, Grechètto, Grecìsmo con Grecìsta, Grecità, Grecizzàre con
Grecizzànte e Grecizazziòne, Grèco dal gr GRAIKOS cui il pref GRECO
per composizioni quali Grecòfono, Grèco-bizantìno, Grèco-romàno con
Grecoromanìsta (questo riferito alla Lotta greco-romana), Greco-ortodòsso,
Grèculo “maestrucolo di filosofia presso l’ant Roma”. Di omerica memoria,
i greci antichi sono indicati con Achèi, ma in realtà designavano gli abitanti
della regione Acaia, cui Acàico, Achèo o il poetico Achìvo; da non inserire
in percorso Acheuleàno, periodo del Paleolitico, in riferimento al toponimo
franc Saint Acheul, dove fu scoperta una stazione archeologica. Il composto
letterario Greco-bizantino nasce dal toponimo Byzantion, italianizzato
Bisanzio, cui l’etnonimo Bizantìno o Bisantìno, città fondata dai greci nel
660 aC e capitale dell’Impero Romano d’Oriente dal 395 aC, poi Impero
Bizantino, con il nuovo nome di Costantinopoli, in onore dell’imperatore
Costantino; eppoi la moneta imperiale Bisànte dal gr BYZANTYS.
A seguito della conquista turca, i greci rimasti in città, nel quartiere Phanar,
d’altronde riconosciuti dai nuovi padroni, furono indicati col demotico gr
PHANARIOTES da PHANAI dire-esprimersi (in greco) donde
l’omologismo ital Fanariòta.
Dal 1760 la città ha assunto il toponimo di Istanbul, quale corruzione
ipocoristica dal gr Konstantinoupol e dove pol diviene bul, cui il demotico
Stanbuliòta – talvolta appaiono Istanbulìno o Istanbulèse che sarebbe meglio
accantonare - e ha perso il ruolo di capitale a favore di Ankara nella
moderna Turchia. Le vicende di questo popolo, storicamente legato
all’Occidente, nonostante le profonde tracce lasciate dall’occupazione arabomusulmana, hanno fatto si che il paese entrasse nella NATO, e già designato
in prossimo futuro quale membro dell’Europa Unita 2. Bizantìno s’è
attestato metaf nel snm di Cavilloso, Pedante o di “preziosismo formale”, cui
Bizantineggiàre, Bizantinerìa; Bizantinìsmo, però, vale anche per il
recupero dell’arte bizantina, cui le Icone, con Bizantinìsta.
Siponto, già gr Sipous, cui il demotico Sipontìno, oggi stazione balneare, era
una civitas pedegarganica, nell’attuale golfo di Manfredonia, completamente
distrutta da uno sciame di dissesto terracqueo nel XIII sec, rifondata il 1256
nell’odierna Manfredonia; il sito dei suoi scavi e delle romaniche chiese di
S. Maria Maggiore e di S. Leonardo attendono una convincente opera di
riordinamento e restauri. L’origine si disperde oltre le colonializzazioni della
Magna Grecia, ma la data ufficiale della sua fondazione come colonia
romana in Sipontum indica il 194/197 aC. È vrs, tuttavia, che il toponimo lat
sia una sovrapposizione a quello antico di origine gr: la costa è sempre stata
ricchissima di una gustosa qualità di seppie, in gr SYPIA, ancora oggi
rinomate nella gastronomia, il cui particolare sapore pare sia dovuto alla
Prateria sottomarina, alias Prateria posidonia (rigogliosa vegetazione di
alghe), pertanto sarebbe nato dalla composizione lemmatica SY(PIA)PONTO ”il ponto delle seppie” ovvero “il mare delle seppie”.
Il Ponte delle tre P “Punta Penna-Pizzone” (lo si potrebbe definire delle
917
quattro P aggiungendovi la P di Ponte) è il manufatto costruito tra una
sponda e l’altra del Mar Piccolo, a Taranto, a pochi decenni dalla fine del
secolo; ma il “ponte” a Taranto rimane ancora quello girevole, quale storica
porta di comunicazione tra il Mar Piccolo e il Mare Jonio, il passaggio tra la
città storica (Taranto vecchia) e la nuova. Quel passaggio che nei primi anni
successivi alla guerra, era inibito ai marinai americani delle portaerei, allo
scopo di prevenire azioni di criminalità locale, che purtroppo perdura.
1
Dardanelli prende il nome dai Dardani, l’ant popolazione illirica stanziatasi al nord
della Macedonia; durante la campagna di Pirro in Italia, la loro espansione era giunta
fin all’Adriatico.Secondo la mitologia, l’eponimo era Dardano, figlio di Zeus e di
Elettra.
2
Il Manifesto di Ventotene fu ideato da Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero
Spinelli, oppositori del regime fascista e confinati appunto in quest’isola pontina nel
1941, col quale teorizzavano l’Unione dei paesi europei . Il Manifesto rappresenterà
negli anni quell’idea di riferimento per il processo che avrebbe condotto all’Europa
Unita.
CERCHIO CINTO CERCATO
CERCHIO
Cèrchio dal lat CIRCUS arco già gr KIRKOS anello, cui Cìrco col
suo dim CIRCOLO questo in ital inv Cìrcolo, Cerchiàio, Cerchiàta,
Cerchiàto, Cerchiòne ed il verbo d’azione Cerchiàre cui i prefissati
Accerchiàre (questo, sia concretamente che fig) con
Accerchiamènto, Accerchiànte e Accerchiatùra, Incerchiàre,
Raccerchiàre. Circolo è anche una figura retorica per cui un
enunciato termina con l’identica parola con la quale aveva avuto
inizio.
Cèrchia è una difesa naturale o artificiale, metaf è un protettivo
gruppo di amici. Direttamente dal gr KRIKOEIDES (metatesi KIR
KRI) a forma d’anello, l’ital ha composto Cricòide, la cartilagine
della laringe, con EIDES somigliante.
Il giornalismo adotta il fig Cerchiobottìsmo con Cerchiobottìsta nel
senso della locuzione spressiva Dare un colpo al cerchio e uno alla
botte.
N’è venuta una numerosa discendenza di composti e derivati da
Cerchio, Circo e Circolo, compreso l’avverbio Cìrca intorno a...
Cèrcine o Cércine con la variante Cércino “panno avvolto a
ciambella da porre sul capo per trasporto di pesi – acconciatura
femminile dei capelli – manufatti generici a forma di anello” con
Cercinàre, Cercinàta, Cercinatùra e Incercinàre dal lat CIRCINUS
compasso da CIRCUS.
Cercòne “vino guasto” è d’etim non accertato, ma vrs connesso fig
con “botte cerchiata” in senso spregiativo, cui Incerconìre.
Circènse è il perdurante aggettivo lat CIRCENSIS che dall’Antica
Roma è relativo agli spettacoli nel Circo cui Circo equestre e il
918
romano Circo massimo.
Circostànza o o Circonstànza o ancora Circonstànzia vale
“situazione” con Circostànte, Circostanziàle, Circonstanziàre o
Circostanziàre e Circostanziàto con Circostanziatamènte.
In linguistica l’Elemento circostanziale indica il segmento di una
proposizione che racchiude una circostanza; nell’esempio che segue
“Cesare fu assassinato nel Senato” l’elemento in esame è “nel
Senato”.
Il percorso prosegue con Circospètto, o Circonspètto o Circunspètto,
cui Circospeziòne, o Circonspeziòne o Circunspeziòne, è chi agisce
con cautela. Circuiziòne s’è attestato fig in quel complesso d’azioni
predeterminate, da Circuìre, svolte allo scopo ultimo di plagiàre, cui
Circuimènto, gli aggettivi Circuitàle e Circuìto, il sostantivo Circùito
o Circuìto, con Circuitaziòne, Circuiterìa, Circuitòre e Circuiziòne;
termine derivato dal prefissato lat CIRCUM IRE “l’andare intorno”
cui ancora Circolàre, questo aggettivo e verbo, Circolamènto,
Circolànte, Circolarità, Circolàta, Circolatòio, Circolaziòne e Circolo
che indica metaf un tragitto (o situazione) senza uscita. Circondàre è
dal lat CIRCUMDARE cui Circondàbile, Circondamènto,
Circondariàle e Circondàrio.
\ Circolo sta anche per “gruppo organizzato di persone” e la similitudine
microcosmica con Stato deriva dalla logica democratica che, come questo per essere
tale deve conchiudere in sé lingua, cultura e territorio comuni, il Cìrcolo deve
comprendere interessi resi pubblici, lessico, sede adeguata e accessibile. Circolo è
ancora una riunione di conversazione improvvisata od organizzata o una competenza
territoriale, amministrativa, come quello didattico.
Il Cìrcolo di Vienna (Wiener Kreis), guidato da Moritz Schlick, composto di filosofi,
matematici e scienziati, propugnava, negli anni venti, la tesi del Positivismo Logico. Il
Circolo si mantenne in stretta comunità d’intenti con l’analogo circolo sorto a Berlino,
retto da Hans Reichenbach. La morte di Schlick (1936) e l’occupazione nazista
dell’Austria, due anni dopo, segnarono la secca dell’idea in Europa, che sarebbe
riemersa in USA, ridenominata Empirismo Logico, con una propria rivista Erkenntnis,
e che iniziò le pubblicazioni verso la fine degli anni settanta.\
Il secondo membro CHIO di Cerchio induce a pensare ad un CHIO
in termini quali Chioma, Chiostro, Chiosco... di identica origine
etim, ovvero semant rotondo. Non sembrerebbe così, poiché
Chiòma, cui Chiomànte, Chiomàto, Chiomeggiàre, Chiomòso con i
composti Chiomadòro o Chiomindoràto, Chiominevòso e
Chiomazzùrro, è dal lat volg CLOMA, questo una metatesi da
COMULA quale dim di COMA dal gr KOME capigliatura, cui
Comàtula “echinoderma” con Comatùlidi (la Famiglia); in questo
percorso Còma vale “aberrazione ottica”.
Snm di Chioma è Zàzzera (entrambi adottati nel XIV sec), questo dal
long ZAZZA ciocca, col suff ERA come in Maschera, cui
Zazzerìna, Zazzerìno e Zazzerùto.
919
Dall’immagine a chioma della gallina che cova, sarebbe vrs derivato
il termine lat GLOCIRE dalla serie onomatopeica GL C singhiozzare
cui Chiocciàre (XIV sec), il devb Chiòccia, con Chiocciàta,
Chiòccio, pur se altre ricerche lo facciano risalire ad una serie
onomatopeica, ispirata al suo verso stridulo e rauco; Chiocciare, oltre
a Crocchiare, ha il snm nell’onomatopeico Crocciàre della serie CR
C.
L’ampliamento gr del tema KIRKOS in KYKLOS ha condotto al lat
CYCLUS cui Cìclo, che metaf sta anche per successione, alternanza,
avvicendamento come nel prefissato moderno (1959) Ricìclàre con
Riciclàggio, Riciclatòre, Riciclerìa e Ricìclo; pertanto, l’ital conta i
derivati, i fig e i composti con il pref CICLO adattato, con raro
valore anche di “occhio”, quali Ciclamìno (tubero tondeggiante) con
un poetico Ciclàme e un raro Ciclàmo, Ciclantàcee (Famiglia
botanica, col gr ANTHOS fiore), Cìclico con Ciclicità e l’opposto
Acìclico (pref A privativo), il chimico Ciclìna (suff scientifico INA),
Ciclìte (col suff ITE vale infiammazione oculare) e, ancora ambito
oculistico, il composto Cicloplegìa. Eppoi Ciclizzàto con
Ciclizzaziòne, Ciclòide (suff che vale “simile”) con Cicloidàle, l’accr
Ciclòne cui Ciclònico con le locuzioni Occhio del ciclone e Stato dei
cicloni (lo stato del Kansas negli USA), Ciclonìte (esplosivo); il
percorso conta ancora una numerosa teoria di composizioni cui
Cicloanalìsta, Cicliesàno “idrocarburo” composto da ESA (dal gr
EKSA da EKHS sei) e il suff chimico ANO “idrocarburi saturi” con
Cicloesanòlo (suff chimico OLO “alcol”) e Cicloesanòne (suff
chimico ONE), Ciclomanzìa, il biologo Ciclomerìa, Ciclometrìa,
Cicloparaffìna, Ciclosporìna (con Spora e suff chimico INA),
Ciclostìle o Ciclostìlo con Ciclostilàre e Ciclostilàto, Ciclostomi (col
gr STOMA bocca, Famiglia di Vertebrati), Ciclotimìa (psicologia,
col gr THYMOS animo) con Ciclotìmico, Ciclotomìa (termine
geometrico), Ciclotròne (composto col suff che vale Elettrone),
Ciclovìrus cui Aciclovìr, Cyclofobìa “avversione per la bicicletta”.
In chimica si conta Ciclàmmico cui Acido ciclammico con
Ciclammàto cui le locuzioni Ciclammato di calcio, Ciclammato di
sodio.
L’ital conta ancora Bicìclo attraverso il franc-ingl BYCICLE cui
CYCLE vale ruota col dim Biciclètta dal 1893 - nome precedente
Macchina da corsa del 1817 inventata dal barone von Drais, eppoi
Velocipede del 1865, oltre a Celerìfero e al franc CHEVAL DE
BOIS cavallo di legno - con Biciclettàre attraverso il franc
BICYCLETTE, eppoi Tricìclo, Quadricìclo... Prototipo del
Velocipede-Bicicletta è la Draisìna (biciclo che si muoveva puntando
920
i piedi a terra) omologismo dal franc DRAISINE o DRAISINNE dal
nome del costruttore C. F. von Drais (1785/1851).
CICLO è ancora utilizzato in suff, cui le composizioni Acquacìclo,
Chilocìclo e Megacìclo, Emicìclo, Epicìclo, Oricìclo (con il lat ORA
orlo).
Cìclo è ancora l’adattamento ital dell’ingl CYCLE bicicletta, cui
Ciclàbile, Ciclìsmo, Ciclìsta e Ciclìtico, i composti Cicloalpinìsmo
con Cicloalpinista e Cicloalpinìstico, Cicloamatòre con
Cicloamatorìsmo e Cicloamatorìstico, Ciclocampèstre - questo o in
glb Cross country o in esotismo Ciclocròss (dall’ingl TO CROSS
incrociare, attraversare) con gli omologismi Ciclocrossìsta,
Crossòdromo, Crossàre e Crossìsta. Altri glb dall’ingl, Cross
dressing che vale “scegliere capi di abbigliamento per il sesso
opposto”, in genetica Cross over “scambio di cromosomi” con un
Crossover; termine alieno è Crosse, omologismo dal franc
LACROSSE mazza da gioco - Cicloergòmetro “attrezzo tra sport e
fisiologia”, Ciclofurgòne, Ciclomotòre con Ciclomotorìsta e
Ciclomotorìstica, Cicloturìsmo con Cicloturìsta e Cicloturìstico,
Ciclopedonàle, Cicloradùno.
\ Da ua statistica aggiornata al 2010, il paese europeo che conta più biciclette per
abitanti è la Danimarca con 980 ogni mille, seguita dalla Germania con 900, dalla
Svezia con 463 e dall’Italia con 440. \
Encìclica è tratto dalla locuzione lat EPISTOLA ENCYCLICA
lettera circolare, Enciclopedìa è dal lat ENCYCLOPAEDIA ispirato
al gr ENKYKLIOS PAIDEIA educazione circolare; ma i greci, con
quel “circolare”, intendevano completa (ciclo chiuso), pertanto ci è
arrivato erroneamente tradotto e così attestatosi.
\ Fu Brunetto Latini nel 1200 a diffondere storicamente l’enciclopedia in lingua
volgare. \
Epìstola “componimento didascalico” snm di Lettera (da inviare),
rintracciato in ant tomi nell’aferetico Pìstola, è dal lat EPISTULA
già gr EPISTOLE da EPISTELLO io invio cui Epistolàre con
Pistolàre, Epistolàrio e i composti Epistolografìa con Epistologràfico
e Epistològrafo.
\ “Faccia da ciclista” era una espressione fig di fine Ottocento, che stava per
“ansioso”, ispirata al cipiglio di chi si cimentava ad equilibrarsi sugli antichi
velocipedi a ruota anteriore altissima.
Tra i più grandi ciclisti del XX sec, oltre al suo antagonista Fausto Coppi, l’Italia ha
avuto Gino Bartali che pare abbia corso 600mila Km, esclusi gli allenamenti. \
\ Cozza Conchiglia
Il lat CLOMA chioma è la forma estesa dal lat tardo CLOCEA questo in
metatesi da COCHLEA dal gr KOKHLIAS o KONKHE chiocciola, cui
Còclea “strumento elevatore d’acqua” con il relativo Cocleàre cui la
locuzione Canale cocleae, Cocleària “in botanica, sorta di pianta”, il termine
matematico Cocleòide e quello architettonico Còclide, eppoi Chiòcciola
921
questo prodotto della metatesi di COCHLEA (questo anche fig “segno
informatico” per la posta elettronica, glb At dall’ingl AT presso) cui
Chiocciolàio, Chiocciolàre, Chiocciolìo, il prefissato Acchiocciolàre cui
Acchiocciolamènto e Acchiocciolatùra, donde il percorso volg COCCJA cui
Cozzàre dal lat volg COCTIONARE d’origine etrusca con Cozzàta, Còzzo,
vrs il volg mer Cozzaruòlo fig “sorta di tufo”, eppoi i prefissati Accozzàre
(AD allativo) con Accozzàbile, Accozzàglia, Accozzamènto, Accozzatìccio,
Accozzatòre e il devb Accòzzo, Raccozzàre con Raccozzamènto (doppio
pref RI iterativo e AD allativo), Scozzàre (S sotrattivo) con Scozzàta, il devb
Scòzzo. L’esplicito Còccia conta molteplici attestazioni quali buccia, calcio
della pistola, calotta, fornello della pipa, redancia, testa, cui il fig Cocciòla
o Cocciuòla “rigonfiamento”, Cocciùto “testardo” con Cocciutàggine snm di
Caponaggine e Testardaggine, e i prefissati per entrambi, Incocciàre (IN
illativo) sia “colpire” con Incocciàta e Incocciatùra, sia “infilare” (in un
gancio, nell’amo… col cambio di pref da Scocciare), Scocciàre (S
sottrattivo) questo sia “ridurre a cocci” sia fig “infastidire” questo con
Scocciàto, Scocciatòre, Scocciatùra, ed ancora termine marinaresco “liberare
dal gancio, dall’amo…” col cambio di pref da Incocciare), L’ital conta
viepiù il lemma mas Còccio “terracotta, frammento” e fig “persona
acciaccata” cui Cocciàio, il composto Cocciopèsto “frammenti impastati”
(antica rivestitura per cisterne, come ancora visibili tra i Sassi di Matera),
l’omn fig Scocciàre “infastidire-ridurre il prossimo a cocci” con Scocciàto,
Scocciatòre e Scocciatùra (pref S sottrattivo). Il volg mer conta un Coccia
per spavento improvviso, che varrebbe un irrigidimento della testa.
Còzza o Còzzeca, con Cozzicàro, è la variante di Coccia dal lat COCCJA,
snm di Mìtilo dal lat MITULUM o MITYLUM già gr MYTILOS nicchiomollusco, cui Mitilicoltùra e Mitìlidi (Famiglia di molluschi); altri snm di
Cozze e Mitili sono il veneto Peoci e Muscoli. Cozza, quindi, è per
accezione quella di mare cui Cozza pelosa, ma nel volg mer Cozza vale
anche Lumaca (commestibile) cui Cuzzedda “lumachina”.
Termini alieni Scòcca “cassa” (termine meccanico quale struttura portante)
omologismo decisamente allontanatosi dall’originale long SKOKKA che sta
per dondolo; eppoi Cozzòne dal lat COCTIONEM mediatore cui Scozzòne
svoltosi in domatore, ammaestratore d’animali da sella e da tiro, cui
Scozzonàre, Scozzonatòre e Scozzonatùra.
Il pecorso lat CLOCEA continua con Chiocciola e Conchiglia, ma questi
termini meritano un approfondimento. Chiocciola giunge lungo un percorso
che, partendo dal gr KOKHLIAS, s’era riversato nel lat COCHLEA, poi
volgarizzatosi con metatesi in CLOCEA e italianizzatosi in Còclea, con il
dim lat Chiocciola. In lat COCLEUS sta quindi per guscio donde COCLUM
svoltosi nell’ital Cògolo, questo “ciottolo levigato naturalmente dall’acqua”
o “taglio di pietra preziosa”, cui il dim Cogolètto; Cogolo, quale taglio di
pietra preziosa, tuttavia, ha assunto il termine franc glb di Cabochon da
CAPOCHE capocchia.
In ogni caso, questi termini, pur con l’eccezione di Chiostro, appaiono
echeggianti d’un primordiale KO, donde il lemma Còte, dal lat COS, che
indica la pietra per affilare, ossia una mola; ed ecco che ritornerebbe la
922
forma rotondeggiante. Conchiglia, infine, dal lat CONCHYLIUM e questo
dal gr KONKHYLION connesso con KOKHLIAS, è nato dall’inc con
CONCHA dal gr KONHKE cui Cònca.
Ispirato a KOKHLIAS-KONKHE chiocciola il gr ha coniato fig
KONKHION cui il lat CONGIUS “misura per liquidi” pari a 3, 383 litri, da
qui l’ital Còngio o un volg Cògno. La sesta parte del Congio è detta Stàio o
Stàro, una corruzione dal lat SEXTARIUM sesta (parte), svoltosi nella
misura per cereali, cui Staiàta.
\ Chiocciola Lumaca
Per Chiocciola s’intende un mollusco, sovente edibile, dei Gasteropodi
polmonati (sacco polmonare) terrestri con conchiglia totale. Gasteropodi
perché sono dotati di un piede polposo, tutt’uno con il corpo, utile al
movimento.
Questo mollusco terrestre ha un suo corrispondente marino, la Patella,
pertanto etimologicamente affratellati nel significato figurato dal latino
PATELLAM rotula che non è altro che il diminutivo latino di ROTA ruota.
Lumaca, invece, vale ancora per mollusco dei Gasteropodi ma non è una
PATELLAM bensì dal corpo allungato e viscido; per questa proprietà è così
chiamata dal greco LEIMAKA che è l’accusativo di LEIMAX limaccia.
La lumaca è priva di conchiglia, anche se talvolta questa è presente in forma
ridotta sotto la pelle dorsale.
\ Gallo Gallone
Dal lat GALLUS d’etimo sconosciuto l’ital ha ricopiato Gàllo, cui, in
locuzione, Gallo da combattimento, Gallo bankiva (originario dell’India), il
pugilistico Peso gallo, il cognomastico Gallo nel senso di “maschio” in
concorrenza con Gallo “celtico” e il metaf Gallo da un epiteto per
“sbruffone” cui Gallìsmo e la locuzione Fare il gallo, eppoi Gaètto o Galètto
“variopinto come il gallo” dal lat volg GALLIUM, donde vrs il lemma fig
Gaìta “guardia” (come il gallo che avverte col suo verso) e Gaettòne “turno
di guardia” in gergo marinaresco.
Gallàre (omn di Gallare “stare a galla”) con Gallàto e Gallatùra (fecondare
l’uovo della gallina), Gallicìnio (con il suff dal lat CANERE cantare) snm
della locuzione Il canto del gallo, Gallifòrmi (Ordine di uccelli) al quale
appartengono i Cràcidi (la Famiglia, dal gr KRAZO grido) cui il Tacchino,
Gallinàio, il fig Gallorìa questo vale “baldoria”, il fem Gallìna cui
Gallinàccio “tacchino” da GALLINACEUM e fig “sorta di fungo” questo
snm del fig Cantarèllo (per la forma del Cantaro “recipiente”), il relativo
Gallinàceo, Gallinàia o Gallinàio snm di Pollaio, Gallinèlla dal dim lat
GALLINULA e, in locuzione, Gallinella d’acqua questo uccello dei Rallidi,
Gallina faraona, Gallina livornese, Gallina padovana (in realtà di origine
polacca), Gallina del Signore fig snm di Coccinella, Gallina tirolese o
Gallina piemontese che è poi il Colombo fiorentino, eppoi il fig Gallinèlle
questo snm della costellazione delle Pleiadi. Con la sovrapposizione del
termine Gallo, l’ital ha tradotto il lemma gbz PAPAGAS, questo dall’ar
BABAGA, in Pappagàllo, cui i fig Pappagallèsco e Pappagallìsmo;
Pappagàllo è anche fig il contenitore per urinare a letto o uno sciocco
corteggiatore. Pappagàllo è ancora il termine fig con cui si indica sia un
923
attrezzo per idraulici sia il recipinte per bisogni fisiologici, utile a chi non
può muoversi dal letto.
Il gr conta lo specifico ALECTROR gallo cui Alettromanzìa o
Allettoromanzìa, con Alettromànte o Alettoromànte, che vale quale
divinazione attraverso questo animale.
Il gr conta lo specifico PSITTAKOS pappagallo cui Psittàcidi (la Famiglia),
Psittacifòrmi (l’Ordine), il fig Psittacìsmo (tendenza all’imitazione
spontanea del parlare altrui), Psittacòsi (suff patologico OSI) “infezione che
può essere trasmesse all’uomo”
Il Gallo cedrone (fig relativo al colore) o Gallo alpestre (relativo alle Alpi) o
Urogàllo già lat TETRAO UROGALLUS è dal piumaggio nerastro (Tetro);
il pref URO in GALLUS vale dal gr URA coda.
In assonanza, fuori percorso da Gallo quale animale, l’ital conta Gàlla inv
dal lat GALLA rigonfiamento, vescica cui Gallìgeno, Gallòzza o Gallòzzola
da identico tema med GALLA cui il fig Gallètta “bozzolo dei bachi” con
Gallettàme, Gallettìère, Gallettifìcio e l’ancora fig Gallètta “sorta d’uva”,
Gàllico con la locuzione Acido gallico (omn di Gallico da Galli “celti”),
eppoi Gallòne unità di misura dall’ingl GALLON forse in qualche modo
connesso fig col franc GALON ornamento da GALLONER ornare cui
l’omn omologismo Gallòne passamano con Gallonàre, ancora omn di
Gallòne “fianco” omologismo dal celt CALON coscia-femore. Da Galla
l’ital conta ancora fig Gallàre “stare a galla” (omn di Gallare da Gallo) con il
proprio Gallàto, e Galleggiàre cui Galleggiàbile con Galleggiabilità,
Galleggiamènto e Galleggiànte, il pref Aggallàre con Aggallàto questo snm
di Cuora, le locuzioni Linea di Galleggiamento e fisiche Galleggiamento
positivo, Galleggiamento negativo e Galleggiamento Neutro, queste in
relazione a un corpo che galleggia in superfice, sommerso e instabile.
Ancora, fuori percorso, l’omologismo Gallètta “biscotto” ed anche
“attrezzatura navale” (omn di Galletta da Galla) dal franc GALETTE da un
ant GAL ciottolo, e infine, Gàllio “elemento chimico” (simbolo Ga) dal lat
scientifico GALLIUM, dal nome dello scopritore P. E. Lecoq (1838-1912).
Snm di GALLA rigonfiamento è Cecìdio dal gr KEKIDION dim di KEKIS,
cui i composti Cecidiologìa o Cecidologìa in botanica e Cecidomìa (col gr
MYIA mosca) “sorta di insetto dei Ditteri nocivo per le colture” .
\ Simbolo della rinascita è il Gallo, logo dell’antica medicina, per il suo canoro
risveglio mattutino; ma anche la Fenìce lo è, uccello fiabesco d’Arabia, dal lat
PHOENICEM già gr PHOENIKS della Fenicia, che, stando alla leggenda, risorgeva
ogni cinquecento anni dalle proprie ceneri, dopo essersi bruciato vivo in un rogo
d’erbe aromatiche appositamente costruitosi. Il gr PHOENIKS vale anche, per
estensione fig dal rogo, “colore rosso” poiché si considerano i Fenici inventori della
porpora, ricavato dai molluschi; termine, PHOENIKS, che aveva dato, oltre alla stessa
Fenicia, anche il nome alla Palma dei datteri.
Pòrpora è dal lat PURPURA già gr PORPHYRA, cui Porporàto, Porporeggiàre o
Purpureggiàre con Porporeggiànte o Purpureggiànte, Porporìna con Porporìno e
Purpùreo, questo il più espicito dal lat, il prefissato Imporporàre e Imporporamènto \
\ Cantare
Il verbo CANTARE, intensivo di CANERE, nasce dalla terminologia rituale
celtalica, ispirato al canto del gallo, da un rad sopravvissuto nel ted HAHN
924
gallo; la locuzione Canto del gallo, pertanto, appare come uno straordinario
esempio di unicità rad.
Il verbo CANERE è stato l’abbrivo per un gioco linguistico in cui si
costruisce una frase lat con un proprio significato ma con lemmi correnti in
ital con significato del tutto diverso: il lat CANE NERO MAGNA BELLA
PERSICA vale Canta o Nerone le grandi guerre persiane e il lat I VITELLI
DEI ROMANI SONO BELLI vale Va o vitello del dio romano al suono
della guerra.
Il percorso conta Cantàre “modulare la voce” con Cantàre “verso della
balena” e il sostantivo Cantàre “poema”, eppoi Cantàbile con Cantabilità,
Cantaiòlo, Cantànte, Cantarèlla 1 (omn di Cantarella “pianta”) “sorta di
allodola” ed anche “richiamo per le percici” e snm di Cicala, Cantarellàre o
Canterellàre con Cantarellìo, Cantàta, Cantatìna, Cantàto, Cantatòre,
Cantatòrio, Canterìno, Càntica con il glb ptg Cantiga dal plur lat CANTICA
di CANTICUM componimento cui Càntico, Canticchiàre dal lat
CANTILLARE cui Cantillaziòne, Cantilèna inv dal lat CANTILENA
ritornello cui Cantilenàre, Cànto da CANTUS (omn di Canto “angolo”),
Cantòre, il prefissato Scantinàre (S sottrattivo) “uscire dal tono” da un
Cantìno; eppoi Canzòne o un ant Canzòna dal lat CANTIONEM in origine
“componimento poetico” di più parti definite Stanze cui, in locuzione,
Canzone a ballo snm di Ballata e il medv Canzoni di gesta dal franc
CHANSON(S) DE GESTE cui il noto poema Chanson de Roland, ed ancora
“espressione di canto” cui Canzonètta, Canzonettàrio, Canzonettìsta,
Canzonettìstico e Canzonière, i glb Chansonnier (pron sciansoniè)
“Cantautore” con Chanteuse “Cantore” cui l’omologismo fem Sciantòsa,
tutti dal franc CHANSON canzone ma già lat CANTOREM. Eppoi, fig nel
senso di “burla-burlare”, Canzonèlla, Canzonàre, Canzonatore,
Canzonatòrio, Canzonatùra. Ancora, il prefissato Scanzonàre con
Scanzonatamènte (S sottrattivo) che vale “schivare le cose serie con ironia”.
L’omologismo Sciantosa risuona del glb Shahtoosh di voce tibetana che
indica della lana pregiata ricavata dall’antilope tibetana.
\ “La canzone dell'amore” è il primo film sonoro italiano del 1930 diretto da Salvatore
Gennaro Righelli (1886/1949) con Dria Paola, Isa Pola e Elio Steiner.
La canzone di tutti i tempi più venduta in Italia, almeno sino a maggio 2010, risulta
essere “Questo piccolo grande amore” interpretata sia da Claudio Baglioni sia da
Mina.\
In ingl TO CROON vale canticchiare, cantare sommessamente, donde il glb
Crooner che identifica cantanti dallo stile quali Frank Sinatra (1915/1998) e
Pasquale Riccardo (1944/2010), entrambi italoamericani; il primo di
notorietà internazionale, il secondo famoso in Messico.
Il percorso prosegue con i composti Cantafàvola, Cantafòla cui Cantafèra
questo sovrapposto a Tiritera, Cantambànco o Cantimbànco snm di
Cantastòrie, Cantautòre (questo agli anni 60 del XX sec, termine che pare
sia stato coniato dall’attrice Maria Monti compagna del cantautore Giorgio
Gaber) con Cantautoràle o Cantautoriàle, il fig Cantimplòra “recipiente”
attraverso lo sp CANTIMPLORA già CHANTEPLEURE (dal suono del
liquido versato, in connessione con il lat PLUERE di Piovere), Belcànto con
925
Belcantìstico (termine artistico); fuori percorso Cantarèlla o Canterèlla (omn
di Cantarella “allodola”) “sorta di pianta velenosa” dal dim lat volg
CANTHARIDULA di CANTHARIS CANTHARIDIS cui il corrente
Cantàride con il chimico Cantaridìna (suff chimico INA), eppoi i glb il
franc Cantal “sorta di formaggio” dall’omn coronimo Cantal e l’ingl Canter
ellittico della locuzione ippica CANTERBURY GALLOP galoppo di
Canterbury “sorta di andatura” caratteristica dei pellegrini a cavallo che si
recavano a Canterbury.
Il volg mer conta Skanto, Skantare e Skantato nel significato di Spavento,
Spaventare e Spaventato, vrs nel senso di Scantare (S intensivo) ossia metaf
“urlare di paura”; il gruppo sk è dato per imprimere il suono mer strisciante
sc che precede quello duro della k.
L’intensivo CANTARE vale anche recitare formule magiche, cui Decantàre
(DE durativo) “esaltare” con Decantatòre (omn di Decantare e Decantatore
“sedimentare” e “sedimentatore”), Incànto cui Incantàre (omn di Incanto
“gara d’acquisto” e Incantare “mettere all’incanto”), Incantagiòne o
Incantaziòne, Incantamènto, Incantàto, Incantatòre con un desueto
Incantadòre, Incantatòrio, Incantèvole; eppoi Incantèsimo o Incantèsmo con
Incantesimàre e Incantesimàto. Infine un Incantadiàvoli snm di Stregone.
\ Nella infinita teoria di parole magiche foriere d’incantesimi, la tradizione conta
Alohomora, Avis, Espispendo, Expellarmus, Feraverto, Flagramus, Glisseo, Reducto e
Salvio hexia.\
Dal verbo CANERE, cui l’ital Canòro, il lat aveva tratto CANMEN
componimento poetico, canto, divenuto CARMEN e giunto nell’ital Càrme,
con lo stesso meccanismo che aveva portato GERMEN a Gèrme dal lat
GIGNERE con rad GEN generare. Un carme popolare è detto Fescennìno,
dal toponimo Fescennia dove darebbe srtato ideato.
Il lat CARMEN s’è svolto nel snm di Incantesimo, cui i glb franc CHARME
fascino (pron sciarm) con Charmant, Charmeur, Charmeuse, il termine fisico
fig ingl Charm “particella incantata”. Fuori percorso gli ancora glb franc
Charmoise “razza di pecore” relativa all’omn tenuta, il lemma Charmat nella
locuzione vinicola Metodo charmat in onore dell’enologo E. Charmat e in
concorrenza con il Metodo chardonay dove Chardonay è in riferimento
all’onm toponimo in Borgogna.
Ancora, dal lat INCINERE composto da IN CANERE, col normale
passaggio di a in i, è stato coniato l’ital Incentìvo da INCENTIVUS che dà
tono tratto dal Pp, cui Incentivàre; dal prefissato CONCENTUS canti
armonizzati (pref CON) l’ital conta Concènto utilizzato quale snm di
Concerto, da affiancare ad Accento.
Da non equivocare col termine Canarìno, cui Canaricoltùra, segnandolo
quale derivato di CANERE e pertanto pare significhi “piccolo cantore”,
poiché in realtà sta per “dalle isole Canarie”, così come la Canària “sorta
d’erba” snm di Scagliola e omn di Canària “sorta di danza”; in percorso il
relativo Canàrio “delle Canarie” adottato anche quale snm di Canarino, e
Canaròne “frutto del cedro” fig per il colore che ricorda il Canarino.
Canarino è anche fig una sorta di bevanda calda con limone.
Anche l’onomastico Carmelo con il risvolto fem sp Carmen non sono nel
926
conto di questo percorso, bensì dall’ebr CHARMEL giardino divino in
connessione con il derivato Carmelìta o Carmelitàno relativo all’ordine
religioso fondato sul monte Karmel in Palestina.
Dal lat GANNAT, terza persona sing di GANNARE deridere,
dall’onomatopeico G N 1, cui il lat GANNIRE, oltre a Gannìre, questo indica
il mugolare del cane e della volpe, ci è pervenuto il prefissato Ingannàre
“canzonare” (IN illativo), vrs connesso con CANERE, cui Ingannamènto,
Ingannatòre, Ingannèvole e Ingànno; dal franc la locuzione glb Trompel’oeil “Inganna occhio”, genere di pittura naturalistica.
GANNAT avrebbe la connessione con il lat GANEUM o GANEA, questo
vrs sovrapposto al lat CANNA già gr KANNA, cui Gàgno snm di Taverna e
Bettola, dal significato originale di Tana attestatosi in Ventre e nel fig
Imbroglio, eppoi Gagnolamènto, Gagnolàre e Gagnolìo snm di Gannire.
GANEA, insomma, diventa fig “gola” cui il lat GANEO ingordo.
Snm di Ingannare (adottato dalla prima metà del XIII sec) è l’omologismo
Turlupinàre (adottato dal 1816), questo un termine lessema con il solo
morfema desinenza verbale ARE poiché è ispirato al soprannome
TURLUPIN del comico franc Henri Le Grand scomparso nel 1634.
Altro snm è l’omologismo Gabbàre (adottato nel XIII sec) da Gàbbo dall’ant
franc GAB, cui Gabbàto, Gabbatòre, Gàbola, presumibilmente un volg
Gabbatella e il composto metaf Gabbasànti.
Pesce gabbato è una ricetta calabrese con poveri ingredienti, in voga
durante il 2° conflitto mondiale, con l’aggiunta di una pietra marina allo
scopo, appunto, di dare al piatto il sapore di mare.
Infine, l’ital conta il snm Beffàre (adottato nel XIII sec) d’origine
onomatopeica B F cui l’esclamazione dispregiativa Bèff! eppoi Bèffa con
Beffàrdo su calco di Bugiardo, Beffàbile, Beffamènto (desueto snm di
Beffa), Beffatòre, l’iterativo Beffeggiàre con Beffeggiamènto, Beffeggiatòre
e Beffeggiatòrio. Infine Beffèvole quale snm di Beffardo.
\ Nel film “La cene delle beffe” del 1941 del regista Alessandro Blasetti tratto
dall’omonimo dramma di Sem Benelli del 1909, appare storicamente in Italia un seno
femminile nudo, appartenente all’attrice Clara Calamai.\
1
La serie onomatopeica, con base G, s’estende in G G “balbettio snobistico” cui Gagà
con i dim il fem Gagareèlla e il mas Gagarèllo, l’accr Gagaròne dal franc GAGA, G
GN lamentarsi cui Gagnolàre dal percorso di Cagna con lenizione della c in g, GI GI
cui Gèmere, Gemebòndo, l’iterativo Gemicàre, Gemitìo o Gemizìo, e Gèmito inv dal
lat GEMERE, GN GL gonfiarsi di soddisfazione cui Gongolàre, Ghìngheri con la
locuzione Mettersi in ghingheri e simili, Gingìllo e Gingillàre meglio Gingillàrsi
questi snm dell’onomatopeico Nìnnolo con Ninnolàre. Fuori serie il termine Gong,
questo un omologismo dal malese GUGG di presunta derivazione onomatopeica del
suono, e Gongorìsmo con Gongorìsta, questi in riferimento allo stile letterario del
poeta L. de Argole y Gongora (1561-1627). Estranei al termine onomatopeico Gagà,
l’ital conta Gagàte dal gr GAGATES “minerale” della città di Gagai in Licia, eppoi
Gagàuso che è la lingua turca espatriata nei Balcani.
Il verbo specifico Singhiozzàre con il denm Singhiòzzo, eppoi Singhiozzìo,
Singhiozzòso o Singhiottòso, è invece dal lat volg SINGLUTIARE denm di
SINGULTUS, cui ancora l’astratto Singùlto con Singultìre e Singultìo di rad SENGW
cantare cui l’ingl TO SING cantare; vrs connesso con una serie onomatopeica con
base G.
927
Cantarella, in vocabolario napoletano, era ancora un sedile di pietra con un foro nel
piano di seduta; vi erano deposti i cadaveri delle clarisse perché, a seguito di un
preciso taglio nell’incavo tra le gambe e i glutei potessero scolare, ossia svuotarsi
degli umori. Quando disidratati, i loro resti erano ammassati nell’ossario comune.
Una tradizione antica che ha lasciato il segno nel dialetto con l’espressione popolare
Puozz' sculà! (Che tu possa scolare!)
Un’apposita camera con le cantarelle è visitabile nel convento delle clarisse all’interno
del castello aragonese nell’isola d’Ischia.
1
\ Ring Arringa Aringa
Dal got HRINGS circolo, il ted e l’ingl contano RING cui il glb Ring che sta
per “sorta di filatoio ad anello”, oppure “termine economico-speculativo” ed
ancora “spazio per gli incontri di pugilato” che dal significato etim di
“circolo” s’è svolto in “quadrato”. Dal got HARI HRINGS campo circolare
dell’esercito l’ital ha ereditato Arrìngo con la variante Arìngo “campo
circolare dell’esercito” e Arringàre “agire davanti all’arringo”, eppoi Arèngo
(assemblea popolare medv) col relativo Arengàrio, cui Arrìnga dal lat medv
HARENGA con la variante Arìnga. Derivato Ringhièra con aferesi da
ARINGHIERA questo da Aringo, con valore di “parapetto” o “tribuna”.
In assonanza ad Arringa l’ital conta Arìnga “pesce dei Clupeidi”, dal lat
HARINGUS attraverso il ted HARING, ma è chiara la connessione fig con
Aringa assemblea data la caratteristica di questo pesce di nuotare in branchi
(a circolo). Cè’ stato un periodo, nel medv, quando l’Aringa era utilizzata
come moneta. Il maschio dell’Aringa è biologicamente chiamato Aringa di
latte.
CINTO
L’immagine del Cerchio-Accerchiare induce alla semant complanare
di Cìnto-Cingere dal lat CINCTUS-CINGERE, con i rad KENGKENK legare, attestati anche in aree bal, gr, ind, cui Centìna e
Centinàre da CINCTINUM (tratto da CINCTUS come CIRCINUS
da CIRCUS, forse da suono cimbro) con Centinamènto, Centinàto e
Centinatùra, eppoi Cìnghia da CINGULA con un volg (toscano)
Cigna, Cinghiàle (per il collare naturale di setole) con i volg Cignale
e Cinghiare, Cinghialèsco, Cinghiàre col volg Cignare, Cinghiàta col
volg Cignàta, Cinghiàto, Cinghiatùra col volg Cignatura, Cìnghio e
Cìngolo (anche anatomico) da CINGULUM con Cingolàto e
Cingolètta, eppoi Autocingolàto e il Semicingolàto.
Eppoi Cèngia o il volg Cèngio “risalto naturale pianeggiante che
cinge un costone montano utilizzato come camminamento”
Dal franc GUIGE già WITHTHJA cinghia dello scudo l’ital conta
l’omologismo Guìggia.
Termine specifico il gr conta APER cinghiale, cui il raro Apro-àpro,
il toponimo Apricena già Porcina, e il coronimo Abruzzo “paese dei
cinghiali” da APRUTIUM, in concorrenza con ABRUPTUM
rupestre, scosceso prefissato AB e RUPTUM da RUMPERE
rompere cui RUPES rupe, cui Aprutìno “abruzzese”, la locuzione lat
928
ancora in uso Ex abrupto “all’improvviso (pivo di preamboli o
avvisaglie)”. Il percorso continua con Cìnta da CINCTA fem di
Cìnto da CINCTUS, la locuzione Essere incinta (in-cinta), Cìngere
da CIGNERE, Cintàre, Cintùra da CINCTURA col dim Cinturìno,
Cìntola dim di Cinta, Cìntolo dim di Cinto. La locuzione Cintura
nera appartiene al Karatè ed è suddivisa in 10 livelli.
Con i pref, si ha Circoncìngere o Circumcìngere (lat CIRCUM
intorno), Discìngere e Discìnto (DIS dispersivo-d’opposizione),
Incìngere o Incìgnere con IN illativo vale “stringere strettamente”
ma attestatosi erroneamente in “essere incinta” da Incìnta da
INCIENS INCIENTIS gravida che col pref IN negativo, infatti, vale
fig “priva di cintura” per l’impossibilità di indossarla a causa del
pancione; pertanto, Incinta non è uno specifico termine dello stato
fisiologico (Gravida) ma di questo una forma fig in concorrenza con
quelle in locuzione In attesa e Stato interessante. Eppoi Recintàre
con Recintàto, Recìnto e Recinziòne, il glb ingl Ranch “recinto”,
Scìngere o Scìgnere con Scìnto, Succìngere con Succintèzza e
Succìnto o Soccìnto (SUB CINGERE). Cerchia (adottato dal 1313) e
Cinta (dalla prima metà del XIV sec) sono, infatti, comunemente in
snm.
Il gr conta lo specifico KESTOS cintura connesso alla rad KENGKENK cui Cèstidi la Famiglia di Ctenofori, Cestòdi la Classe di
Platelminti.
Dal giapponese OBI cintura, l’ital conta il glb Obi-òbi “fascia di seta
per il kimono”; Kimòno è il glb di genesi giapponese che sta per
vestito-abito cui l’omologismo Chimòno.
Dal gr-lat MANDRA recinto, l’ital conta Màndra o Màndria con
Mandriàle o Mandriàno; fuori percorso Mandrìno con Mandrinàggio,
Mandrinàre e Mandrinatùra, dal franc MANDRIN dal prvz
MANDRE “giogo della bilancia”, attestatosi in
manovella
sovvrapponendosi a Mano.
L’ital conta ancora un Procòio dal lat PERICHORIUM già gr
PERIKHORION prefissato PERI intorno da KHORA regione che
sta per “luogo recintato”, in accezione per gli animali (ovini), con le
varianti Precòio, Precuòio, Prequòio, Proquòio; nulla vieta però di
figurare questo lemma in sovrapposizione con Cuoio dal lat
CORIUM, associandone il materiale d’utilizzo.
Dal lat CINCTURA lo sp pare abbia tratto CIMBRAR curvare cui
CIMBRA, donde l’ital Cèmbra, Cèmbia, Cìmbia, Cìmbra, il
composto Cimbifòrme, e vrs una connessione con i termini toscani
italianizzati Cimbràccola o Cirimbràccola e Cimbràccolo;
pseudoetim l’assonante termine Cimbri, una popolazione d’origine
929
tedesca, con Cìmbrico, Cìmbro.
Dal long CAHAGI recinto, l’ital ha coniato l’omologismo Cafàggio
una sorta di “riserva bandita alla caccia” cui Cafaggiàio
“guardaboschi”, mentre dal tema med TANKA “recinto per
bestiame” riversatosi nel catalano TANCAR, attestatosi in Sardegna,
l’ital ha ricalcato Tànca, il cui omn Tànca è l’ipocoristico
dell’omologismo Tànica dall’ingl glb TANK ma d’origine indostana
TANKH cisterna cui Tanker “nave cisterna”, l’omologismo
Tankìsta; dall’indicare un contenitore, il termine ingl s’è svolto fig
nel significato di Carro armato.
Cingere vale anche Coronàre, questo dal gr KORONE transitato nel
lat CORONARE denm da CORONA con il suo dim COROLLA cui
l’ìtal Coròna, il fig Coronamènto, Coròlla… con tutti i derivati quali
Corollàrio, Coronàto e Coronaziòne, Coronèlla, i prefissati
Incoronàre con Incoronàto e Incoronaziòne; eppoi Crùna con sincope
della prima o e mutazione della seconda o in u, cui il prefissato
Incrunatùra. In Puglia è sorta una cosca mafiosa indicata fig con
Sacra corona unita.
l gr conta lo specifico STEPHANOS per Corona, cui l’onomastico
Stefano e Stefania.
CERCATO
Cercàto, Pp dal lat CIRCARE, che aveva scalzato l’anziano
CIRCUM IRE (CIRCUM attorno), nel senso di andare girando (per
trovare), cui Cercàre, Cercàbile, Cercatòre (come il frate) o
Cercadòre, Cercamènto, Cercànte, Cercàta, Cercatùra, i composti
Cercafàse, Cercafùghe (di gas), Cercametàlli, Cercamìne,
Cercaoersòne, Cercapòli, il prefissato Ricercàre col devb Ricèrca e
un raro Ricercamènto, eppoi Ricercatòre col fem Ricercatrìce, il
sostantivo Ricercàre (termine musicale), Ricercàto con Ricercatèzza,
il composto Ricercapersòne, i glb il franc Recherche “ricerca
(psicologica) con la locuzione Cherchez la femme “ cercate la
donna” da un segmento letterario di A. Dumas padre, e l’ingl Search
“tasto-comando di ricerca” dal XX sec.
Termine alieno è Cercària questo composto col gr KERKOS corda
col suff ARIO al fem e sta per “ sorta di larva”.
Da CIRCUM intorno si ha l’avv desueto Circumcìrca “pressappoco”
e gli attuali composti col pref CIRCUM, foneticamente adeguato in
CIRCO CIRCUN CIRCOM, quali Circondùrre con Circonduziòne,
Circonferènza da CIRCUMFERENTIA di CIRCUMFERRE portare
intorno
con
Circonferenziàle,
Circonflèttere
da
CIRCUMFLECTERE piegare intorno con Circonflessiòne e
Circonflèsso, Circonfluìre, Circonfòndere con Circonfùso,
930
Circonfùlgere da CIRCUMFULGERE lampeggiare intorno,
Circonvallàre con Circonvallaziòne (fig con il lat VALLUM
struttura difensiva), Circonvenìre da CIRCUMVENIRE con
Circonvenziòne attestatisi psicologicamente in “insidiare-insidia”,
Circonvicìno, Circonvòlgere o Circonvòlvere con Circonvolùto e
Circonvoluziòne, eppoi Circumatlàntico, Circumetnèo (intorno
all’Etna), Circumincessiòne o Circuminsessiòne questo termine
teologico relativo alla Trinità (l’Una è nell’Altra) con il lat
INSIDERE sedere sopra, Circumlunàre, Circummediterràneo,
Circumnavigàre con Circumnavigatòre e Circumnavigaziòne o
Circunnavigaziàne, Circumpacìfico, Circumpadàno o Circompadàno,
Circumpolàre o Circompolàre (intorno ai Poli), Circumsolàre,
Circumterrèstre, Circumvesuviàno, Circumzenitàle.
La Circàssia (i Circàssi) è il toponimo italianizzato della Rep.
Autonoma Karacajevo-Cerkessia.
Dallo sp BUSCAR cercare, l’ital conta l’omologismo Buscàre che
sta per “procacciarsi cercando” o “prendere”, cui Buscatòre;
Buscheràre con Buscheratùra e Buscheròne nel senso di
Buggeratura; volg ha assunto il significato di “ricevere percosse”.
Buscherìo, infine, in risvolto fig, vale “grande quantità” e (chiasso
di) molte persone”.
\ Il cerchio, quale figura, ha affascinato gli uomini fin dalla loro comparsa sul pianeta.
Esiste un graffito a Palvorin - Spagna sett - rappresentante un essere soprannaturale, in
forma stilizzata, racchiuso in un cerchio, datato 2500 aC.A Tanum (Bohuslan),
un’incisione rupestre del 1000 aC rappresenta un cerchio che va ad unire i bracci di
una croce confermando che il simbolo della croce non è d’esclusività cristiana. Il sole,
il primitivo dio adorato dagli uomini in una forma protomonoteistica, era idealizzato
dal cerchio. L’accostamento della forma della ruota - il mezzo che ha rivoluzionato
l’esistenza stessa degli uomini - al simbolo del dio-sole, ha alimentato il significato
mistico di questa figura geometrica. Il cerchio è ricorrente in ogni logo
rappresentativo del sesso: il maschile ha per esponente la freccetta, il femminile la
crocetta, l’ermafrodita un semicerchio scostato dalla crocetta. Ancora oggi, per
indicare “a pieno sole”, riferibile alla messa a dimora delle piante, si adotta la figura
del cerchio.\
\ Croce
Cròce è dal lat CRUX di tema med KRUK, cui il dim Crocètta con
Crocettàto, Crociàta “mobilitazione militare cristiana contro i musulmani”
cui Crociàto, Crociàta quale snm di Crocevia, Crocièra questo “tecnica di
sostegno”, Crocière o Crociòne (sorta di uccello) snm di Becchincroce,
Cruciàre fig “far soffrire” con Cruciàle e Crucialità, i termini marinareschi
Crociàme (suff AME per collettivi), Crociàre con Crociamènto e i prefissati
Escruciàre (con EX intensivo vale “tormentare”), Incrociàre (IN illativo) con
Incrociamènto, Incrociàto, Incrociatòre e Scrociàre (S intensivo) e, coerente
in area indoeur, il glb ingl sportivo Cross “termine calcistico, tennistico e del
pugilato” ed anche “bastone ricurvo” nel gioco dell’Hockey, da TO CROSS
incrociare cui gli omologismi Crossàre e Crossìsta e, in locuzione glb,
931
Cross-country cui il semiomologismo Cròssdromo, Cross dressing quale
abbigliamento con TO DRESS indossare, il genetico Crossing over o
Crossover; dal franc, vrs in connessione, si conta ancora in ambito glb
Crosse “sorta di mazza”, tratto dal gioco detto Lacrosse, dalla foggia ricurva
del bastone usato indicato con LA CROSSE.
Il percorso prosegue con l’omn Crocièra “navigazione” cui Crocerìsta, il
ferroviario Crociamènto; eppoi una serie lemmatica che come pref ha il
termine CROCE, sovente in riferimento alla Croce quale strumento di
tortura e morte di Gesù, con Croceròssa da Croce Rossa cui Crocerossìna,
Crocesègno dalla locuzione Croce segno cui Crocesegnàre o Crocisegnàre
con Crocesegnàto, ed il suo adattamento in CROCI e CRUCI cui Crocìcchio,
Crocìfere o Crucìfere (Famiglia botanica, Classe delle Dicotilèdoni) e
Crocìfero o Crucìfero “figura mistica” (suff dal lat FER portatore),
Crocifìgere o Crocifìggere o ancora Crucifìggere dal lat CRUCIFIGERE
fissare sulla croce con Crucifìge questo inv dall’imperativo lat
CRUCIFIGE! Crocifissiòne e Crocifìsso o Crucifìsso, il botanico
Crocifòrme o Crocifòrme, Crocìgero o Crugìgero (suff GERO “che indossa”
la croce), Crucivèrba 1 (con VERBA plur di VERBUM parola) con
Cruciberbìsta.
Crocètto è l’italianizzazione del glb franc Crochet che vale “uncinetto” da
CROC uncino. Crocianèsimo o Crocianìsmo e Crociàno, sono relativi a B.
Croce (1866/1952), la cui cognomastica è riferito alla Croce. Nel volg esiste
la locuzione Crocina d’olio che vale condire versando l’olio con un breve
giro, ma che in origine significava proprio versarlo con brevi tratti a croce,
in un rituale famigliare.
Il lat conta lo specifico COMPITUM crociccio (o bivio) cui la festa romana
COMPITALIA a devozione delle divinità i Lari degli incroci.
Fuori percorso dal alt CRUX si ha Cròceo dal lat CROCEUS aggettivo di
CROCUS già gr KROKOS zafferano cui Cròco, ma l’ital, questa volta, ha
snobbato il termine gr-lat adottando Zafferàno, della Famiglia delle
Iridacee, calco dall’ar ZA’FARAN cui Zafferanàto; “zafferano falso” è
chiamato il Càrtamo dal lat CARTHAMUS ma omologismo lat dall’ar
QURTUM. Il lat CARTHAMUS ha il suo snm in CNECUM svoltosi nel
volg GNETUM cui Gnetìne, Classe di piante Gimnosperme alla quale
appartiene Efèdra dal gr-lat EPHEDRA cui Efedrìna “alcaloide” col suff
chimino INA.
Altro termine pseudoetim nel percorso di CRUX è Crocidìsmo dal gr
KROKYDISMOS, l’azione dello svellere bioccoli di lana, da KROKE
trama, cui il fig minerale Crocidolìte. Nessuna connessione ancora del tema
KRUK col termine popolare Crùcco per “tedesco”, poiché questo è dal
croato KRUH pane, per cui veniva inizialmente rivolto agli slavi
meridionali; vrs in connessione con il ted Krug “tipico boccale” (per la
birra).
Ancora, lo pseudoetim Crocìna, col suff chimico INA, da Cròco cui Crocoìte
(suff ITE per minerali), dal gr KROKOS “sorta di pianta” delle Iridacee.
1
In raro uso, Cruciverba ha il proprio snm nel glb ingl Puzzle, questo d’etimo ignoto,
che sta più comunemente per “gioco di pazienza” nel ricostituire con vari pezzi
932
un’immagine scomposta, simile al mosaico con le sue tessere; data l’immagine
pittorica del puzzle, ovvero posta su di un piano, si potrebbe pensare ad una
connesione col termine d’origine slava PUSZTA pianura adottato dall’ungherese, cui
l’mologoismo Pùsta..
QUADRO QUADERNO SOQQUADRO
QUADRO
Dal lat QUADRUS, alterato di QUATRO, con tematica KWETR
KWETRO KWEYWOR, cui il cardinale Quàttro da QUATTOR. In
percorso, termini derivati e composti quali Quàdra da QUADRA
quarta parte, Quadragenàrio dal lat QUADRAGINTA svoltosi nel
volg QUARRAGINTA cui Quarànta con Quarantàna, Quarantàno,
Quarantèna che è la forma veneta di Quarantìna e sta per “quaranta
giorni
d’isolamento-d’attesa”,
Quarantennòle,
Quarantènne,
Quarantènnio, Quarantìno, Quarantòre, Quarantottèsco. Eppoi
Quadrìga (col lat IUGUM giogo dei cavalli), Quadrìglia transitato
dallo sp CUADRILLA da CUADRO quadro con il prefissato
militaresco Squadrìglia (S intensivo) – al sing Quadrìglio attraverso
il franc QUADRILLE vale una sorta di gioco delle carte col snm
Quadrigliàti - eppoi Quarèsima con Quaresimàle e Quaresimalìsta
ellittico dal lat eccl QUADRAGESIMA da QUADRAGESIMUS
quarantesimo giorno (prima di Pasqua), con Quadragesimàle e
Quadragèsimo, Quadrantàle da Quadrànte, Quadrantectomìa
(termine chirurgico). Infine, Quàdro con Quadràre e Quadràbile,
Quadratùra, Quadràto, Quadràtico e Quadratòne, Quadratòre, il
composto Quadraturìsmo con Quadraturìsta, il dim Quadrèllo con
Quadrellàre e Quadrellatùra, Quadrerìa, Quadrètta attraverso il franc
QUADRETTE con Quadrettàre, il dim Quadrètto con Quadrettàre e
Quadrettatùra. I prefissati Inquadràre e Inquadràto, Riquadratùra e
Riquàdro, Squàdra con Squadràre e Squadratùra (EX durativo).
\ Il Quadrato quale figura geometrica è una sorta di Rettangolo, poiché ha i quattro
angoili retti (90°). \
Quadro è anche il gruppo di un’azienda, al quale appartengono i
dirigenti; per estensione, è un documento (legge, normativa...), che
include le linee generali ed essenziali di un’azienda, dello stato... Per
Quadro, che intenderebbe una tela (o altro) racchiusa da una cornice
a quattro lati, la semant ha finito di indicare qualsiasi opera compresa
da una cornice, non essenzialmente a quattro lati. Quadro è snm di
Quattro, viene quindi posto, come primo membro (pref) QUADRI
QUADRU addattato foneticamente, in parole composte quali
Quadrifònico, Quadrifòrme, Quadrigètto, Quadrilàto, Quadrilèmma
(quattro opzioni di assunti), Quadrilogìa oggi snm di Tetralogìa (nel
classicismo, nella tetralogia la quarta opera è un dramma che segue
tre tragedie) e snmn di Tètrade in medicina, Quadrimèstre (con il lat
933
MENSIS mese), Quadripartìto, Quadrisìllabo “termine poetico” snm
di Quaternario, con Quadrisillàbico, ed ancora Quadrùmane,
Quadrùmviro, Quadrùpede...
Dal gr TETRAS TETRADOS quattro l’ital ha tratto il pref TETRA
che vale appunto quattro-quadrangolàre, cui Tetràstico col gr
STIKHOS riga, fig verso poetico cui Emistìchio che col pref EMI
vale “metà verso”, Stìchico, Stìco “termine filologico” cui in suff
(lemmi inseriti nelle terzine di competenza) e in pref STICO per
composizioni quali Sticomanzìa, Sticometrìa con Sticòmetro e
Sticomitìa questo col gr MYTHOS parola-leggenda e sta per “lettura
alternata di versi” con due attori. In connessione indoeur il glb ingl
Stick bastone svoltosi dal significato di riga.
Un verso d’origine franc, composto di 2 emistichi, ognuno accentato
sulla sesta casella sillabica, è detto Alessandrìno, ispirato al poema
Roman d’Alexandre, corrispondente al doppio settenario ital
altrimenti detto Martelliàno da P. I. Martello (1665/1727) che ne fece
uso.
Il percorso prefissato TETRA conta ancora Tetraàcido, il pref
chimicocTETRAZO (quattro atomi di azoto), Tetrabàsico,
Tetraboràto, Tetrabòrico, Tetrachènio (con Achenio), Tetracìclico,
Tetraciclìna, Tetraclorùro, Tetracoràlli, Tretracòrdo quattro corde
dal lat CHORDA (in origine musicale) già gr KHORDE corda cui
Tetracordàle, Tètrade “gruppo di quattro elementi” (in correlazione
con Triade “di tre elementi”), Tetradimensinàle, Tetradràmma o
Tetradràmmo (col gr DRAKMHE dracma vale moneta che vale quattro
dracme), Tetraèdro “quattro basi” col gr HEDRA base-sedia cui
Tetraèdrico con Tetraedrìte (suff ITE per minerali), Tetraetìle (col
chimico Etile), Tetrafàrmaco, Tetrafàse, Tetraginìa (botanica, col gr
GYNE donna vale “quattro pistilli in un fiore ermafrodito”),
Tetragràmma “rigo musicale a quattro linee” o “parola di quattro
lettere”, Tetralìna (con Naftalina), Tetralogìa snm di Quadrilogia,
Tetràmero “quattro parti”, Tetràmetro (poesia, verso di quattro
“metri”), Tetramòrfo, Tetràndro (botanica, col gr ANDROS uomo
vale “fiore con quattro stami”), Tetraodòntidi o Tetrodòntidi
Famiglia di pesci col gr ODUS dente) con Tetraodontifòrmi o
Tetrodontifòrmi (l’Ordine), Tetrapak (marchio registrato, vale
recipiente a forma di tetraedro), Tetràpilo “quattro porte” col gr
PYLE porta, Tetraplegìa con Tetraplègico, Tetraplòide con
Tetraploidìa (biologia, col gr HAPLOOS semplice), Tetràpode con
Tetrapodìa, Tetràpoli “quattro città” col gr POLIS, Tetrapròtico (con
Protone), Tetrarchìa “governo a quattro” donde Tetràrca con
Tetrarcàto e Tetràrchico, Tetràsse con Tetrassòne e Tetrassònidi (col
934
gr AKSON asse), Tetrastìlo dal gr STYLOS colonna, il termine
pseudoscientifico Tetratricotomìa che vale “taglio di un pelo in
quattro parti”, Tetratòmico, Tetravalènte con Tetravalènza, Tetrìte.
Il pref appare adattato in Tètrodo (tubo elettronico a quattro elettrodi
col gr HODOS via) questo in correlazione con Trìodo e Pentodo,
ancora in Tetròsio (suff OSIO o OSO “carboidrato”) e infine in
Tretròssido. L’invenzione del Triodo si deve a Lee De Forest,
aizzato dagli esperimenti di Edison; il suo brevetto è datato 1907.
Termine alieno Tetraòne cui Tetraònidi “uccelli galliformi” col gr
TETRAON gallo di montagna.
\ Corda
Dal lat CHORDA già gr KHORDE minugia, l’ital ha ricalcato Còrda con la
locuzione anatomica Corde vocali, quelle linguistiche nei luoghi comuni
Essere giù di corda in riferimento fig alle vechie corde pendule per la
ricaricadegli orologi, Tagliare la corda “evadere-fuggire” da una costrizione
anche fig, eppoi Strumenti a corda in ambito musicale.
Il percorso conta Cordàggio, Cordàio o Cordàro, Cordàme (suff AME per
collettivi), Cordàta, Cordàti dal lat CHORDATA (Metazoi, nel senso di
“forniti di corda dorsale”) cui Notocòrda (col gr NOTON dorso e KHORDE
vale “corda dorsale”), Cordàto (omn Cordato da Cuore), Cordatrìce,
Cordatùra, il dim Cordèlla cui Accordellàre e Accordellàto, con Cordellìna e
Cordellìno, Cordellòne, Corderìa, Cordièra, Cordiglièra con Cordiglière e
Cordiglièro, il dim Cordìglio, Cordìno, il fig Cordìte (esplosivo fabbricato in
grossi fili, suff ITE per minerali) e Cordìte (infiammazione alle corde vocali,
suff medico ITE), Cordòfono, il fig Còrdolo con Cordolatùra, Cordonàre con
Cordonàta, Cordonàto, Cordonatrìce e Cordonatùra, il dim Cordonètto,
l’accr Cordòne con, in locuzione, Cordone ombelicale, Cordone sanitario,
Cordone morenico, l’esot locuzione franc Cordon bleu “cordone azzurro”
dal cordone dei “Cavalieri dello Sprito Santo”, eppoi i prefissati e composti
Cordòfono, il glb ingl Cordless (per accezione al telefono, “senza fili” con
LESS meno-privo di) in concorrenza con Wireless, Cordonifòrme e
Cordotomìa (chirurgia), i prefissati Accordàre (AD allativo, sovrapposto a
Concordare) con Accòrdo e le locuzioni D’accordo e In accordo con...,
Accordàbile, Accordellatùra, Accordàta, Accordàto, Accordatòre,
Accordatùra, Accòrdio (accordatura prolungata), Scordàre (S sottrattivo,
omn di Scordare “dimenticare”) con Scordàto e Scordatùra; in ingl si
rintraccia la locuzione ACCORDING TO… ma con la sfumatura di valore
snm delle locuzioni ital Secondo questa tesi, queste voci…
Eppoi Raccordàre con Raccordatòre, Raccordatùra e il dvb Raccòrdo. Da
rilevare che il verbo Raccordare era usato nel passato snm di Ricordare.
Il Tetracòrdo è un ant strumento musicale gr (col pref TETRA quattro che
vale “a quattro corde” e la tecnica di trasferimento del modo musicale dal
superiore all’inferiore è detta Ipodòrico (pref IPO e il relativo al popoloo dei
Dori).
Il termine Accordio, ancora una coincidenza lemmatica, ha l’omn
pseudoetim Accòrdio, o Accordèon, un ant organino, dal nome del suo
935
inventore Akkordion (1865).
Pseudoetim, Cordèsco e Cordèsca, rispettivamente “agnello” o “vitello”
giovani e “pelle d’agnello o capretto” dal lat volg CHORDISCUS da
CHORDUS nato ieri; lo sono ancora Cordaitìne (Classe di piante) dal nome
del botanico A. K. J. Corda (1809/1849), Cordierìte “minerale” dal nome del
geologo L. Cordier (1777/1861) con suff scientifico ITE altrimenti detto
Dicroite. Lo è infine Cordovàno questo relativo alla città andalusa di
Cordoba.
Scòrdio o Scordèo “sorta d’erba” è il termine alieno dal lat SCORDIUM già
gr SKORDION.
QUADERNO
Quadèrno, con Quadernàle, cui l’ipocoristico Quarnàle, dal lat
QUATERNI (plurale), significa a quattro a quattro e al lat sono
rimasti fedeli i vari Quatèrna, Quaterniòne questo un numero
ipercomplesso, Quaternàrio, in retorica snm di Quadrisillabo, indica
in geologia Era quaternaria snm di Era Neozoica e, in chimica, gli
atomi di carbonio o d’azoto uniti a quattro gruppi organici. Quàrto da
QUARTUS 1 è l’ordinale di Quattro e da questo Quattordicènne, il
sostantivo Quattordicèsima, Quattordicèsimo, Quatriduàno o
Quattriduàno o ancora Quadriduàno che sta per “quattro giorni”, il
percorso prefissato QUATTRO cui Quattròcchi o Quattr’occhi
“sorta di uccello” ed anche in senso fig per “occhialuto”, la
locuzione A quattr’occhi, l’araldico Quattrofòglie e il fig
Quattrozàmpe “animale domestico quali cani e gatti”. Da includere
Quattrocentìsta o Quattrocentometrìsta l’atleta che corre la specialità
dei Cento metri.
Quattrocchi è stato adottato nella lingua argentina con
CUATROCHI, quindi un omologismo all’inverso.
Nel percorso dell’ordinale Quarto, l’ital conta Quartìle, Quartìna
(anche nella poesia e nella musica), Quartìno (anche snm di
Carticino), l’agrario Quartiròlo, Quartùccio già “unità di misura”, il
percorso composto Quartodècimo snm di Quattordicèsimo,
Quartogènito (in sequenza con Primogenito, Secondogenito,
Terzogenito), Quartotòndo “quarto di cerchio” dalla locuzione
Quarto tondo, Quartùltimo (in sequenza con Penultimo e
Terzultimo), la locuzione sportiva Quarto uomo, il famoso dipinto a
olio “Il Quarto Stato” di G. Pellizza da Volpedo (1901) conservato a
Milano nel Museo d’Arte Moderna.
In percorso Quartière, con un desueto Quartièro (adottato dal XIII
sec), uno dei quattro settori in cui erano suddivise le città medievali,
alcune lo erano in Sestière (da Sesto, dal XIV sec)), come a Venezia
e in Terzière (da Terzo, dal 1865). Oggi, anche se i settori sono ben
superiori di numero a quattro, resta semant la denominazione di
936
Quartiere, cui la locuzione Poliziotto di quartiere. Un quartiere
malsano è definito in ambito glb con l’ingl Slum in connessione con
SLUMP caduta-rovina fig in campo economico dal verbo TO
SLUM vivere in econimia. Quartiere s’è poi attestato fig in
“abitazione” snm del mer Quartìno, in “complesso di alloggi
militari” cui Quartiermàstro, il prefissato Acquartieràre (AD allativo)
con Acquartieramènto e Acquartieràto, in “tregua-sosta” nel senso di
“riposo in quartiere” cui la locuzione Lotta senza quartiere, eppoi in
araldica quale “scudo”, in terminologia navale cui Quartiglière
attraverso lo sp CUARTALERO da CUARTA stanza, nel gioco del
biliardo quale “parte del tavolo”, parte della calzatura, della sella, nel
gergo ciclistico quale “riposo”.
Un ant termine diffuso nel Veneto è Quartèse, la quarta parte della
Decima a favore della Parrocchia.
Snm di Quartiere è Riòne cui Rionàle, l’ipocoristico del lat
REGIONE.
Quartiere malfamato è Subùrra, dal nome di un quartiere dell’antica
Roma, SUBURRAM da identico tema med SUBURRA, che nulla ha
però del lemma Subùrbio, questo dalla composizione lat SUB
URBIUM sotto la città. Non è da escludere, tuttavia, che abbiano
un’identica origine rad del valore di sotto-inferiore.
L’antica cittadina pugliese di Grottaglie - i cui termini dialettali utilizziamo
volentieri in questa ricerca, merito della presenza di variegati radicali - era
suddivisa in Pittagi “rioni o parrocchie”; Pittàgio appare in snm con
Parlagio. Pìtico, dal gr PYTHIKOS e dal lat PITICUM, era relativo a Delfi,
dove sorgeva il santuario dedicato ad Apollo; Pìtia n’era infatti la
sacerdotessa. La cristianizzazione avrebbe riversato il termine in comunità
intorno ad una chiesa-parrocchia. Il suff AGIO di Pittagio dovrebbe essere
una modifica dialettale di Aggio, dal suff sostantivante lat ATICUM, cui
Abbordaggio, Spionaggio… poco credibile, invece, la trasformazione del
pref AGIO dal gr HAGIOS santo in un suff AGIO per indicare luogo
costruito intorno ad una chiesa cristiana.
1
Altri ordinali, non esaminati altrove nel testo, Quìnto da QUINTUS cui Quintìle il
(quinto) mese romano corrispondente all’attuale Luglio, Quintàna, Quintaròlo,
Quinterìa, Quintèrno, Quintessènza da Quinta essenza con Quintessenziàle, e
Quintessenziàre, Quintètto, Quintigliàti, Quintìglio o Quintìlio questo omologismo
dallo sp QUINTILLO, Quintìna e Quintìno eppoi i composti Quintodècimo,
Quintogènito, Quintùltimo da Quint’ultimo.
Al fem, Quìnta sta per il sostantivo che nella terminologia teatrale indica elemento di
scena prospettica cui la locuzione Dietro le quinte “retroscena-non visibile sul
palcoscenico”, che in dimensione glb ricorre con il termine composto ingl Backstage.
Sèsto da SEXTUS cui Sestàrio, Sestèrno o Sesterniòne, Sestètto, Sestìga (sul modello
di Quadriga), Sestìle il sesto mese romano oggi Agosto, Sestìna, i composti
Sestodècimo, Sestogradìsta dalla locuzione alpinistica Sesto grado, Sestùltimo da
Sest’ultimo con Sestùplice, Sestùplo e Sestuplicàre.
Eppoi Dècimo da DECIMUS, Ventèsimo da VICESIMUS già VIGESIMUS,
937
Trentèsimo
da
TRICESIMUS
già
TRIGESIMUS,
Quarantèsimo
da
QUADRAGESIMUS, Cinquantèsimo da QUINQUAGESIMUS, Sessantèsimo da
SEXAGESIMUS,
Ottantèsimo
da
OCTOGESIMUS,
Novantèsimo
da
NONAGESIMUS.
I cardinali dai quali derivano, sono adottati in ital tutti dal lat, quali, non esaminati
altrove nel testo, Cìnque da QUINQUE cui Cinquedèa o Cinquadèa “sorta di daga
rinascimentale”, Cinquefòglie o Cinquefòglia, Cinquerème, Cinquetèrre “qualità di
vino” dal coronimo Cinque Terre, un prefissato ital Incinquàrsi (IN illativo) che vale
“per cinque volte” e il sostantivo composto Quincòncie o Quincùnce in termini
frazionari dal lat QUINQUE UNCIA cinque once cui ancora Quinconciàle o
Quincunciàle, eppoi i sostantivi Quinàle e Quinàrio questo il termine metrico poetico,
entrambi dal lat QUINI a cinque a cinque; l’ital conta un Chìna che sta per “doppio
cinque” in un gioco delle carte, dal franc QUINE. Eppoi Sèi da SEX, Vènti (corretta
accentazione vénti) da VIGINTI cui Ventènnio con Ventennàle o Vicènnio con
Vicennàle da VICIES venti volte, Trènta da TRIGINTA con Trentennàle, Cinquànta
da QUINQUAGINTA, Sessànta da SEXAGINTA, Novànta da NONAGINTA.
SOQQUADRO
È l’unico vocabolo della nostra lingua che contiene un errore
incorreggibile, sconvolgendo la norma che impone il raddoppio della
consonante Q esclusivamente in CQ: Acqua da tema AKWA per cui
è un falso raddoppio per ricordare la pron forte di K, Acquartierare
da Quartiere, Acquisre e Acquistare dal lat QUIRERE, Acquiescere
e Acquietare dal lat QUIESCERE... Soqquàdro, cui il meno comune
Soqquadràre, nasce dalla locuzione Sotto quadro specifico di
un’impalcatura che va fuori posto, quindi in relazione allo
scompiglio che provoca. Il termine Soqquadro deve essere usato in
locuzione avverbiale con A, leggi A soqquadro.
Per inciso, gli avverbi Carpone-Carponi, Boccone-Bocconi e
Ginocchione-Ginocchioni (per l’etim Ved le apposite terzine) non
sono correttamente scrivibili in locuzione con A che li precede “a
bocconi, a ginocchioni…” solo per A carponi, lo Zingarelli traccia
una vaga possibilità.
Squadernàre, Squinternare, Dissestare, verbi che appaiono tutti
ispirati dai numeri. Il primo, Squadernàre, da Quaderno a quattro a
quattro, sta per un antiquato “sfogliare pagine per cercare” ma anche
metaf “rendere palese”. Squinternàre, invece, da Quinterno, fascicolo
di cinque fogli, vale “sfogliare in malo modo sino a slegarne le
pagine” ed anche fig “confondere”. Dissestàre con Dissèsto, infine,
deriva da Sèsto, non quale ordinale, ma quale Sèsta “compasso” cui
Sestànte, la locuzione architettonica A tutto sesto e quella metaforica
Rimettersi in sesto; lo strumento ha questo nome perché la sua
apertura, che va a descrivere una circonferenza, corrisponde al lato
dell’esagono in essa inscritto. Il prefissato Dissestàre (pref DIS),
allora, sta per “fuori compasso” e fig “fuori equilibrio” ad esempio in
campo economico e di bilancio. Il percorso prefissato prosegue con
938
Assèsto (pref AD allativo vale A sesta) cui Assestàre, Assestàta,
Assestamènto, Assestatèzza, Assestàto.
Il termine Sièsta è un esot dallo sp SIESTA sesta ora, già lat
SEXTA.
\ Prefissi *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR
Il termine Soqquàdro è costituito in composizione con il pref lat SUB sotto
foneticamente italianizzato SO o SU o ancora SOB e SO(S) dalla variante
SUBS davanti alle consonanti sorde C T P Q, che continuano sotto, ma
anche con valore attenuativo e d’onerosità, modale e spaziale, che vanno a
raddoppiare la consonante alla quale sono legati, donde Sobbalzare,
Sobbarcare, Sorrìdere, Supplènte con Supplire (dal lat PLERE riempire) e la
variante Sopperìre prodotto a seguito del fenomeno dell’anaptissi, Surrogàre
questo con ROGARE...
Il prefisso SUB rimane invariato in ital per una ricca teoria lemmatica da
Subaccòllo a Subvedènte, passando da un Subcomandànte e Subunità.
Da SUB, il lat conta l’avverbio SUBTUS, rielaborato Sòtto in ital, che
utilizzato quale primo membro SOTTO in composizione non raddoppia mai
la consonante alla quale è saldato, quali Sottovèste snm di Sottabito e
Sottofòndere; il percorso prefissato conta da Sottoalimentàre a Sottozèro,
incluso Sottogòla snm di Soggolo, eppoi adattato in termini quali Sottàbito
snm di Sottoveste, Sottacère con Sottaciùto (col verbo Tacere), Sottacèto,
Sottàcqua con Sottàcqueo, Sottòrdine con un Sottordinàre cui Sottordinàto e
la locuzione In sottordine, Sottufficiàle, eppoi la preposizione Sottèsso che
sta per Sotto ma con valore rafforzativo, dalla locuzione Sotto esso.
Sotterfùgio “di nascosto” è dal lat SUBTERFUGIUM da SUBTERFUGERE
di FUGERE fuggire prefissato SUBTER questo SUB con suffisso
comparativo TER.
Sottofondere è con il lat FUNDERE da rad GHEU versare, cui Fòndere,
Fondènte ritornatoci dal franc FONDANT col glb Fondant, Fonderìa,
Fondìta, Fonditòre (omn di Fonditore da Fionda) snm di Fusore, Fonditrìce,
Fonditùra, i glb franc Fondu e Fondue “fuso” (pron fond’y)e da questo il
piemontese Fondùta, Fùsa per il richiamo sonoro del fondere, Fusìbile cui
Fusibilità e la locuzione Fusibile elettrico questo inventato da J. Jaoule nel
1840, Fusiòne, il glb ingl Fusion, Fusionìsmo con Fusionìstico e Fusionìsta
“sorta di ideologia”, Fusòre snm di Fonditore, Fusòrio, il Pp Fùso da FUSUS
cui il fig Rinfùsa (doppio pref RIN da RI iterativo e IN illativo) per la
locuzione Alla rinfusa, il composto Meteodisfusività da un prefissato
Disfusìvo cui Disfusività, Fùtile “che lascia scorrere” con Futililità e, con i
pref, Affusiòne, Ciconfòndere con Circonfùso, Confòndere da
CONFDUNDERE, Confusiòne da CONFUSIO CONFUSIONIS e Confùso
(CUM associativo) dal Pp CONFUSUS, Diffòndere con Diffùso (DIS
dispersivo), Effòndere già Effùndere con Effusiòne, Effusìvo (suff IVO che
insiste sul valore durativo del lemma), Effùso ed Effusòre (EX fuori),
Infòndere con Infusiòne, Infùso, Infusòre e Infusòri questo “Classe di
protozoi” (IN illativo), Profòndere (PRO avanti ) con Profonditòre, il Pp
Profùso cui Profusiòne con la locuzione A profusione e Profusamènte,
939
Rifòndere o Rifùndere (RE movimento inverso) da REFUNDERE con
Refùso dal Pp REFUSUM, Rifusìbile e Rifusiòne, Soffòndere o Suffòndere
con Soffùso o Suffùso (SUB sotto), Trasfòndere già Transfòndere con
Trasfusiòne e Trasfùso (TRANS oltre). eppoi i composti Effusiòmetro,
Infundìbolo “vaso” dal lat INFUNDERE versare dentro col fig
Infundibulifòrme (botanica).
In percorso Fònte quale “serie di caratteri tipografici” (omn di Fonte “vena
d’acqua”) attraverso il franc FONTE fusione da FONDRE fondere, cui il glb
ingl Font.
Alieno invece il termine Fontìna “sorta di formaggio valdostano” attraverso
il piemontese Funtina d’etim non accertato.
Il sostantivo Fùso, pseudoetim, è dal lat FUSUM senza connessioni, cui
Fusàggine snm di Berretta da prete “arbusto”, Fusaiòla o Fusaròla o
Fuseruòla “ornato architettonico e peso da ant telaio”, Fusaiòlo o Fusaròlo
“ciambellina!”, Fusàta, Fusèlla, Fusellàto, Fusellatùra, Fusèllo, Fusièra, col
fig Fusìlli “sorta di pasta alimentare”, Fusolièra questo dal veneziano
Fisolera inc con Fuso, un attrezzo per la caccia del Fisolo, meglio Fìsoli,
specie di palmipedi; eppoi i prefissati Affusàto, Affusolàre con Affusolàto.
Attraverso il franc si conta il glb Fuseaux “pantaloni da donna fig a fusi”.
Dal pref SOTTO si contano i termini sostantivati Sottàna “sottoveste” e
Sottàno che sta “abitazione sotto il piano stradale”, in origine aggettivi
relativi a Sotto, di genere diverso, come Soprano relativo a Sopra. Sottano è
in complanare a Sotterràneo (SUB TERRANEUS) composto con il lat
TERRA in percorso con Sottèrra, Sotterràre e Dissotterràre con
Dissotterràmento (doppio pref DIS) snm di Disseppellimento, Esumazione.
Col pref SOTTO, ancora composizioni come Sottobànco, Sottobòrdo,
Sottostànte… Sottècchi o Sottècchie dal lat volg SUBTICULE (opposto a
SUPERCULUM) da SUBTUS sotto.
In opposizione, dal lat SUPRA di SUPER sopra già gr HUPER, cui Sòpra,
questo con la variante SOVRA e un ant sostantivo Sopracciò (con Ciò)
“funzionario di controllo”, l’ital conta il pref SOPRA per una nutrita serie di
composizioni quali Sovraccopèrta o Sopraccopèrta (per un libro è un foglio
protettivo che si richiama alla copertina), Sopràlzo, Sovrappòrre o
Soprappòrre con Soprapposiziòne e Sovrapposiziòne, Sovraprèzzo o
Sovrapprèzzo con Sopraprèzzo o Soprapprèzzo, Sovrastànte o Soprastànte,
eppoi Soprappensièro. Sopràno è la forma sostantivata dell’aggettivo che sta
sopra va ad indicare comunemente il registro più acuto tra i cantanti in
concerto, pertanto è invariabile nel suo genere mas, pur esclusivo di voce
femminile, il termine deriva dal lat volg SUP(E)RANUS, cui Superàbile,
Superàre, Superàto, Sùpero, Superfìcie, con Superficiàle, questo composto
con FACIES aspetto-forma con apofonia della a in i, l’omologismo
Surfactànte dall’ingl SURFACTANT ellittico dalla locuzione SURFACE
ACTIVE
“superficialmente attivo”, i prefissati Insuperàbile con
Insuperabilità e Insuperàto (IN negativo).
Superiòre con Superiorità da SUPERIOR comparativo di SUPERUS,
Supèrno (SUPERNUS) da SUPERUS come Inferno (INFERNUS) da
INFERUS, Sùpero su calco di Infero-ìnfero. Dall’ingl SURFACE superficie
940
l’ital conta l’omologismo Surfattànte o Surfactànte, ellittico dalla locuzione
SURFACE ACTIVE AGENT agente superficialmente attivo. Il pref SOPRA
dal lat SUPRA AD per composizioni da Soprabbondànte a Sopravvìtto (con
il lat VICTUS cibo), eppoi l’adattamento per composizioni da
Sopreccedènza o Sovreccedènza a Sopreminènza o Sovreminènza, da
Soprimbòtte di Sopraimbòtte a Soprintèndere di Sopraintèndere; ancora,
Sopròsso di Sopraòsso, Soprumàno o Sovrumàno, Soprùso di Sopra uso.
Dal lat SUPERCULUM (opposto a SUBTICULE) aggettivo di SUPER,
l’ital conta Sopèrchio con Soperchiànte, Soperchiàre, Soperchierìa e
Soperchièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, in
complanare con i leniti e più ricorrenti Sovèrchio con Soverchiànte,
Soverchiàre, Soverchiatòre, Soverchierìa, Soverchièvole e Soverchièzza.
Suprèmo con Supremazìa, Suprematìsmo 1 e il culinario glb franc Suprême,
dal lat SUPREMUS, superlativo di SUPERUS. Sovràno è letteralmente snm
di Soprano, composto con la lenizione Sovra di Sopra, ma la semant lo ha
scelto per indicare comunemente il Capo di uno Stato Monarchico; dal
diradamento di quest’istituzione il termine sta riacquistando la corretta
semantica etim di potere, dignità, diritto autonomi.
\ Da una ricerca del 2008, tra i più ricchi al mondo, è elencato il sovrano della
Thailandia, con un patrimonio ben superiore a 3miliardi d’euro. La Thailandia era
stata indicata con Siam sino al 1939 e per un breve inciso dal 1945 al ’49; oggi si
traduce in “Terra libera” con THAI libero \
I termini Superstiziòne e Supèrstite hanno il pref SUPER connesso a temi
del verbo lat STARE, allora Superstizione vale soprastruttura ovvero sopra
le regole che stanno e Superstite vale sopravvissuto ovvero sopra coloro che
stanno.
\ Gli individui che pongono in relazione malattia con colpa, sono i depositari di
arcaiche superstizioni, ove le divinità puniscono i colpevoli scagliandogli un male;
pertanto agiscono in maniera tale da nasconderla, considerandola un accadimento del
tutto riservato, privato. In realtà, non s’accorgono che la patologia, di chiunque sia,
compromette, oltre alla propria, la normale quotidianità dei famigliari e degli amici,
altera l’organigramma sul lavoro e quindi condiziona i colleghi, sommuove i
conoscenti, incuriosisce i co-assistiti negli ambulatori e gli sconosciuti pazienti con i
loro famigliari e visitatori, involontari testimoni nelle cliniche, coinvolge gli operatori
della sanità, dell’assistenza… insomma, è invece un avvenimento tra i più aperti al
pubblico. \
SUPER, ancora, compone in qualità di pref innumerevoli termini, quali
Superaffollamènto, Superallenamènto, Supermercàto cui l’omologismo
Superètte dal glb ingl Supermarket con suff franc ETTE (adottato dal XX
sec), Superumàno con Superumanìsmo o Superomìsmo con Superomistico
da Superuòmo, Supervacàneo (da VACUUS), sino al glb termine ingl
pugilistico Superwèlter.
Una particolarità di equivoca composizione lemmatica è rintracciabile in
lemmi quali Suppellìttile e Supplire, entrambi col pref ridotto SU, eppure il
primo vale SUPER sopra e il secondo SUB sotto. Suppellèttile è dal lat
SUPELLEX e vale (oggetto) sopra il letto, ma la semant lo ha esteso per
oggetto d’arredo su qualsiasi mobile o archeologico o, in senso fig, per
cognizioni che abbelliscono (arredano) la mente. Così anche per il pref SOR
941
identificabile quale SUPER o quale SUB, cui Sorgere vale da di sotto e
Sormontare vale montare in alto; da non includere Soràbo questo relativo ai
Sorabi. Super lo si ritrova infine quale pref SUR col valore di “sopra”
ricalcando il franc SUR in termini quali Suralimentaziòne, Surclassare,
Surcompressiòne con Surcomprèsso, l’omologismo Surcòntre con
Surcontràre “termine del bridge” dal franc SURCONTRER con CONTRE
contro. Un SUR preposizione, resiste ancora molto raramente in posizione
proclitica col valore inc di “su” e “super” davanti a parole che inizino con u,
quale il manzoniano “…sur una tempia…”.
Suprematìsmo, cui Suprematìsta, è il movimento artistico sorto in Russia nel 1913
nell’intento di sbrigliare il figurativo dalle imposizioni estetiche, privilegiando la
totale imitazione della natura. Una certa diversione politica deve pur essere avvenuta
nel movimento internazionale, poiché alcuni suprematisti statunitensi, nell’agoso del
2008, tentano d’assassinare il candidato democratico alla presidenaa statunitense
Barack Obama (n. 1961): il concetto si sarebbe svolto nel raggiungimento del bene
supremo della nazione, del pianeta, a qualsiasi costo.
1
ZECCA ZECCHINO AZZECCARE
ZECCA
Zècca è l’acaro italianizzato dal long ZEKKA. Per assimilazione fig,
sono nati i termini Zèccola spina che rimane impigliata nel pelo
degli animali e Zèccolo grumo di lana.
Il lat conta il proprio RICINUS per Zecca cui il fig Rìcino, la pianta i
cui semi la ricordano; derivato l’aggettivo Ricinolèico composto con
Oleico, l’acido contenuto nell’olio di ricino.
\ Parassita
Parassìta o Parassìto con la variante Parasìto più fedele all’origine, con
Parassitàre, Parassitàrio, Parassicìda, Parassìtico, Parassitìsmo, Parassitòsi e
il composto Parassitologìa, dal lat PARASITA, è la composizione gr con
PARA presso e SITOS grano-cibo; il termine stava inizialmente per
“addetto alla distribuzione del cibo”, poi passato a commensale e, fig, al
significato corrente. Nel percorso gr di SITOS, l’ital conta il pref SITO, cui i
composti Sitofobìa “avversione per il cibo” snm di Cibofobia e in
concorrenza con Anoressia, Sitologìa con Sitòlogo, Sitomanìa o Sitiomanìa
con Sitòmane in concorrenza con Bulimia, Sitosteròlo questo in estensione
col valore di “grano” e il doppio suff STEREO ed OLO.
Oltre all’omn Sito luogo dal lat SITUS, esiste un Sìto muffa, fetore, sempre
dal lat SITUS che più ant stava per abbandono, vrs connesso a SITUS
luogo; la mutazione semantica si sarebbe attestata associando la muffa ed il
fetore all’abbandono del luogo.
Mùffa nasce dalla serie onomatopeica M F che stava ad indicare esalazioni;
fuori percorso Mùffola che è l’omlogismo dal franc MOUFLE guantomanicotto attestatosi in “manopola” o in “camera refrattaria” cui i fig
Muffolètto “pagnotta spugnosa”, Mùffolo “muso”, Muffolìsta “operaio dei
forni a muffola”.
ZECCHINO
Dall’ar (DAR-AS)SIKKA (Casa della) moneta, l’ital conta
942
l’omologiamo Zècca Casa del conio, cui Zeccàre e Zecchière. Un
suo erede è Zècchino, il ducato d'oro veneto del XVI sec, il cui nome
fu esteso per designare altre monete di pari valore aureo in stati
diversi (Lucca, Toscana, Genova, Sardegna, Pontificio...).
Che la Zecca-àcaro sia omofona ed omografa - insomma omonima di Zecca-conio conduce ad associare la presa del parassita sulla pelle
a quella del marchingegno che preme la matrice sulla moneta o
medaglia; nel volg, è d’uso l’espressione Azzeccarsi o Zeccarsi nel
significato di “attaccarsi a (pressare, tormentare) qualcuno come una
zecca”. Ancora in volg, il termine Zecca sta metaf per paura
improvvisa, comunemente accompagnata da sussulto. Per
assimilazione figurativa, Zècca-conio è utilizzato con riferimento luogo comune - ad un’idea o una notizia originale, un abito mai
usato... nuovo di zecca. Zecchinèlla è un gioco d’azzardo con le
carte.
\ La Zecca italiana conia monete per lo Stato di San Marino e per la Città del
Vaticano.
Nell'Antica Roma, il conio ebbe inizio nel IV sec e la zecca fu istituita sul
Campidoglio. A Pompei, nella casa dei Vetti, le pitture murali mostrano il lavoro che
era svolto nelle zecche. La prima Zecca in Europa sorse a Lucca intorno al 650.\
AZZECCARE
Azzeccàre, dal ted A(D)-ZECKEN colpire col pref A allativo; si
ottiene così andare a colpire e semant nel segno (indovinare,
centrare...). In percorso semantico, si ha Azzeccàto ed il manzoniano
Azzeccagarbùgli, il leguleio plagiato dal potere. Il termine, che
appariva allocato nel volg, è emerso onorevolmente nella lingua
ufficiale, merito dell’espressionismo verbale del giudice Di Pietro.
Azzeccare ha anche un suo risvolto volg in Azziccare.
Esiste ancora Nazzicàre “muoversi lentamente” e, per estensione,
“cullare”, voce di preminente adozione toscana la quale pare abbia la
medesima rad di Azzeccare ma con la protesi della n giusto come
Aspo e Naspo.
CAMINO SCAMATO SGAMATO
CAMINO
Dal gr KAMINOS fornello latinizzato CAMINUS, cui Camìno,
Caminètto, Caminièra con le varianti toscane da evitare Cammìno,
Camminètto, Camminièra. Il termine Caminèse è il relativo della
famiglia Da Camino, i Signori trevigiani del XII sec.
I latini chiamavano CAMINATA la stanza col camino, cui il toscano
Camminàta ancora da evitare; un termine che emigrato in Francia si
è svolto in CHEMINEE, rimpatriato in Ciminièra o Ciminèa.
Il lemma Cimièro, o anche Cimèro e Cimière, che pare dello stesso
943
percorso, è un derivato da Cima su ricalco franc CIMIER di CIME;
il Cimiero, col pennacchio, ricorda in realtà la ciminiera col fumo.
Cìma è fig dal lat CYMA germoglio già gr KIMA feto da KYO
concepisco, cui Cimaiòlo o Cimaiuòlo e Cimaròlo, Cimàle,
Cimalìno, Cimàre, Cimàta, Cimatòre, Cimatorìa, Cimatrìce,
Cimatùra con Ricimatùra, Cimìno questo omn di Cimino variante di
Cumino, Cìmolo e Cimòso. Il lemma Tracimàre con Tracimaziòne è
la prefissazione di Tra con Cima.
Cimòsa o Cimòssa è dal lat CIMUSSA che sta per orlo, d’etimo
considerato sconosciuto, comunque è vrs una connessione fig con
Cima. Anche i termini architettonici Cimàsa e Cimàzio dal lat
CYMATIUM già gr KYMA onda e KYMATION piccola onda
appaiono connessi con CYMA cima, accostando in associazione fig
la cresta dell’onda.
\ Figulo Mascara
In Puglia, a Grottaglie, il quartiere delle ceramiche, d’eredità magnogreca, è
volg identificato con Camenre, ricco appunto di camini delle fornaci per la
terracotta, che fuoriescono dalle grotte. Non può essere allora un caso, ma
una connessione rad, che l’antica ceramica dell’isola di Creta, plasmata nelle
grotte sui pendii del monte Ida è definta “di KAMARES”.
Il quartiere è identificato elegantemente con il letterario “dei Fìguli” dal lat
FIGULUS da FINGERE foggiare, modellare, cui Fìgulo, Figulìna,
Figulinàio e Figulìno, Fìngere col Pp moderno Fìnto, Fìttile da FICTILIS,
Fittìvo tratti dal Pp lat FICTUS di FINGERE, Fittìzio da FICTICIUS e
Finziòne da FICTIO FICTIONIS rappresentazione cui il glb ingl Fiction
quale termine televisivo.
Il percorso da FINGERE prosegue elencando Infìngere “immaginarsi” con
Infingimènto, col pref IN intensivo, ed ancora Infigardàggine, Infigardìa,
Infigardìre e Infigàrdo “pigro e simulatore” col suff ARDO spregiativo.
La stessa rad ha dato Figùra inv da FIGURA con Figuràre, Figurànte questo
un snm di Comparsa, Figurìsta, Figùro (brutto tipo), i prefissati
Configuraziòne e Configuràto, Transfiguràre o Trasfiguràre e
Trasfiguraziòne, Sfiguràre e Sfiguràto.
Abbandonare del tutto il greco Camenre per il lat-ital Figuli significa indurre
le nuove generazioni a dimenticare la storia linguistica e le origini.
Dal gr SKHEMA configurazione, il lat ha tratto SCHEMA, inv nell’ital
Schèma, cui Schemàtico, Schematìsmo…
La rad è DHEIGH plasmare che avrebbe portato a DHEIGHOS, ovvero
cosa plasmata con il fango, attestatasi in aree osca e gr (TEIKHOS) e nelle
aree tocaria, ger (TEIG pasta).
Restando in ambito delle simulazioni, il lat medv usava il termine MASCA,
col valore di strega, questo fedele al tema med MASKA strega, cui l’inv ma
disusato Màsca con Mascàgno divenuto semant “malizioso” ed ancora
Mascàra, Mascòne (termine navale); il percorso continua con Màschera 1,
Mascheràio, Mascheramènto, Mascheràta… che sono giusto delle “finzioni”;
944
ancora, Il tema med MASKA stava anche per guancia, quindi non è assurda
la connessione con Maschera. Fuori percorso, Mascarpòne dal lombardo
Mascherpa o Mascarpa una sorta di ricotta.
Il prvz aveva MASCOTO sortilegio-oggetto scaramantico, cui il franc
MASCOTTE, italianizzato Mascòtta. I termini volg Mascìa “affatturazione”
e Masciaro sono vrs connessi (con pron della s quasi sorda).
Il lat conta LARVA maschera svoltosi dal significato originale di spettro,
cui Làrva, Larvàle, Larvàre, Larvàto, i composti Larvevòridi (Famiglia
d’insetti) con Larvìvori (con il lat VORUS da VORARE divorare),
Larvicìda (col lat CIDA che uccide da CADERE), Larvìcolo (con il lat
COLO che abita) e Larvifòrme. Il lat conta lo specifico COSSUS larva, per
accezione (tarlo) del legmo, cui Còsso e Còssidi, la Famiglia alla quale
appartiene la Zeuzèra (etimo ignoto, vrs da un onomatopeico) e l’ordine dei
Lepidotteri.
La Maschera nasce in teatro per armonizzare nell’attore la voce (tonalità e ritmo), la
gestualità, l’incedere, la postura. Maschera famosa il bergamasco Arlecchìno,
attraverso il franc ARLEQUIN perché già noto in Francia, con Arlecchinàta,
Arlecchinàto e Arlecchinèsco, eppoi il bolognese avvocato Balanzòne da Balanza
“bilancia” simbolo della giustizia, Brighèlla della Commedia dell’Arte derivato da
Briga cui Brigare, Colombìna quale dim di Colomba, il piemontese Giandùia quale
composizione del nome Gianni e Duja “boccale” quindi “assiduo bevitore” cui
Giandùia e Gianduiòtto “cioccolatini torinesi” questi alla nocciola, il milanese
Meneghìno che il drammaturgo Maggi aveva tratto dal dim Domenichino nel 1630, il
veneziano Pantalòn quale ellittico di Pianta Leone, questo funzionario incaricato di
piantare il vessillo del Leone di S.Marco nelle terre acquisite dalla Serenissima cui il
termine Pantalòne-Pantalòni attraverso il franc PANTALONS, con Pantalonàio e
Pantaloncìni; curiosa la locuzione Avere l’acqua in casa per chi indossa pantaloni
corti all’orlo.
Sagging è il termine glb igl per indicare la moda giovanile di inizio millennio dei
pantaloni calati da TO SAG tenere basso.
Fuori percorso Pantaleòn o Pantalòn questo un salterio inventato dal ted Pantaleon
Hebenstreit (1705). Infine, il napoletano Pulcinèlla di Acerra derivato dal dim di
Polece “pulce” cui Pulcinellàta e Pulcinellèsco, il fiorentino Stenterèllo fig dalla sua
eterna fame per una esistenza di stenti.
L’Italia pullula di Maschere poco note, per esempio a Manfredonia il logo del
Carnevale dauno è Ze’ Peppe (zio Giuseppe), il personaggio che di notte andava per
le strade a svuotare nel suo carretto-bidone i contenitori delle urine e delle feci,
richiamando la gente al suono della tromba.
1
\ PROSO Prosopopea Blindare
Dal gr PROS accanto cui PROSO davanti, in connessione con PRO questo
invariato nel lat-ital, l’ital conta Prosobrànchi (Sottoclasse di molluschi),
Prosodìa dal gr PROSOIDIA composto con OIDO canto e che vale
“accentazione-ritmo poetico”cui Prosodìaco o Prosòdico, Prosòdio e
Prosodìsta, eppoi Prosopoagnosìa (con AGNOSIA ignoranza) che
indica l’incapacità di riconoscere fisicamente una persona nota,
Prospaltèlla (col tema gtr POLLOEIN lanciare) indica una sorta di8
piccolo insetto degli Imenotteri.
Dal gr PROSOPON faccia, ma anche con valore di maschera, (PROS
accanto e OPON dal tema di vedere), l’ital conta Prosopografìa “descrizione
945
del volto”, Prosopopèa o Prosopopèia cui Prosopopèico dal gr
PROSOPOPOIEO personifico; termine connesso con l’etrusco PHERSU
svoltosi via via da divinità malefica in maschera cui il lat PERSONA
maschera, eppoi faccia, volto e infine persona nel significato corrente cui
Persòna con Personàggio, Personàle, Personalìsmo, Personalìsta,
Personalìstico,
Personalità,
Personalizzàre,
Personalizzàto,
Personalizzaziòne, Personalmènte, Personeggiàre, Personificàre con
Personificàto e Personificaziòne, Personologìa con Personològico; il termine
Personificazione adottato quale figura retorica indica la trattazione di un
termine astratto, inanimato, o addirittura di un defunto, come se fosse reale,
in vita.
La lingua ital conta Verbi personali i cui modi indicano tempo e innanzitutto
la persona, Verbi impersonali i cui modi non indicano alcuna persona quali
l’Infinito, il Participio ed il Gerundio.
In percorso, ancora, le locuzioni glb ingl Personal computer, Personal
numbering (Numerazione personale), Personal organizer (Organizzatore
personale), Personal trainer (Allenatore personale). PROSOPON è l’astratto
di POIEO faccio-creo (l’etimo di Poesia), pertanto, vale volto fatto-creato
per una rappresentazione, ovvero, una personificazione.
Dal ted BLENDE mascheratura connesso a BLIND cieco, il franc ha
coniato BLINDER cui il ricalco omologistico Blìnda con Blindàggio,
Blindàre, Blindàto, Blindatùra i composti Autoblìndo, Blindosbàrra,
Blindovètro dalla locuzione Vetro blindato, le locuzioni la militare Mezzo
blindato e la domestica Porta blindata, il glb ingl Blind test “test alla
cieca”, Blind trust “società fiduciaria cieca” (con TRUST fiducia) e vrs in
connessione rad i termini Blimp che sta per “involucro-mascheratura
(tecnologia )” e Blister “involucro per capsule o compresse”.
SCAMATO
Scamàto, dal lat volg CAMACTUS, dal gr KAMAKS-AKOS
bacchetta, si era attestata nella forma sett CAMAITO. Scamatàre
(Scamatòre), con pref S durativo, “batterela lana, i tessuti”, con lo
Scamato, per ammorbidirli, ripulirli.
Ricamàre, che sembrerebbe un termine in qualche maniera
discendente da KAMAKS-CAMACTUS, in realtà è un
riadattamento dall’ar RAQAMA, ma questo non toglie che abbiano
una primordiale origine comune.
Fuori percorso Camàglio “passamontagna” dal prvz CAPMALH
“armatura per il capo”, con il quale è vrs connesso il lemma
Camàuro “copricapo papale di velluto rosso”. Ancora fuori percorso
Camàllo o Camàlo “scaricatore” dall’ar HAMMAL portatore e
Camaleònte questo, composto col gr KHAMAI a terra sta per “leone
strisciante”. Nel passato si credeva che il Camaleonte si nutrisse
esclusivamente d’aria per la sua peculiarità di tirar fuori la lunga
lingua e ritrarla rapidamente a mo’ di pompa da risucchio; da qui la
locuzione fig Dieta del camaleonte. In realtà è la tecnica naturale di
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catturare gli insetti per la nutrizione.
SGAMATO
Sgamato, in volg, sorge vrs da un una attestazione fig da Scamato,
con lenizione della c, è vale “indovinato”. Rispetto ad “azzeccato”,
possiede tuttavia una sfumatura divinatoria, d’intuizione, pertanto è
più ricorrente la forma al passato “l’avevo sgamato”. Sgamato,
quindi, metaf “ripulito”, “scoperto”. Chissà se l’uso improprio dello
Scamàto non abbia provocato, dallo strofinio, una scintilla
incendiaria; non sarebbe allora coincidentale la tematica
KAM(AKS)-KAM(INOS). Sgamàre vale “scoprire il gioco” e il pref
privativo S appare giusto appiccicato all’ingl GAME gioco, a
provarne la comune discendenza indoeur, cui il glb ingl Videogame
in ital Videogiòco con Videogiocatòre. Si potrebbe ancora insistere
ripensando al Ricamàre, che starebbe per lenizione di Rigamàre
iterativo metaf “giocare e rigiocare”.
\ Suffissi AGLIA AGLIE AGLIO - ARDO AGGINE *ONE
AGLIA AGLIE AGLIO
Quale suff collettivo, dal lat (ALIA) ALIAE traducibile in diversi, tanti sono
stati composti lemmi quali Frattàglie dal lat FRACTAE-ALIAE diverse
interiora di FRACTUS rotto, il toponomastico Grottaglie (comune nel
Tarentino) da CRIPTAE-ALIAE diverse grotte, Battàglia da BATTALIA
diversi colpi, Boscaglia ed ancora Vettovàglia dal lat VICTU-ALIA diversi
viveri (Vìveri da VICTUS modo di vivere da VIVERE), Anticàglia “tante
cose vecchie”, Avvisàglia con un desueto Visàglia da Avvìso questo dal
franc A VIS cui il denm Avvisàre, e Schermàglia da Scherma. Il suff può
assumere un deciso senso dispregiativo come in Gentaglia, Marmàglia o
Maramàglia ricalcando il franc MARMAILLE.
Da non equivicare con termini quale Ritàgli, che non ha nulla del suff
AGLIE ma deriva da Tagliare-Taglio con pref reiterativo RI; d’altro canto,
Frattàglia meglio Frattàglie, è una curiosità etim poiché il termine può
erroneamente far pensare a ciò che si recupera fra i tagli della carne
macellata, ossia a un derivato di Taglio.
In Psicologia, si ha il termine Abalietà dal lat AB ALIO-ALIETAS che
definisce le caratteristiche di un individuo la cui esistenza dipende da altri
(potrebbe essere il snm di Plagio); in opposizione si ha Aseità, lo stato in cui
l’individuo ritrova in se stesso la ragione della propria esistenza.
Il suff AGLIO, invece, dal lat ACULUM imprime al lemma l’indicazione
oggettistica, strumentale e utensìle quali Scandaglio e Ventaglio.
Faragliòne è da tema med FARA roccia con suff accr ONE, simile a
Muràglia “intreccio di diversi sassi o mattoni” e Muragliòne, questi dal lat
MURUS, ital Mùro con il dim Murètto cui la locuzione turistica Muretto di
Alassio, dove la piastrella storica del 1951 porta la firma di E. Hemingway 1;
eppoi Muraiòla “sorta d’erba” snm di Vetriola e omn di Muraiola “ant
moneta”, Muraiòlo “pianta” , il fem Muraiòla “animaletto” col snm
Parietaria, l’aggettivo Muràle con il sostantivo Muràle o Moràle, il glb
947
artistico sp Mural col plur Murales con Muralìsta, Muràre con Muramènto,
Muràrio, Muràto con Muràta questo termine marinaresco (fianchi emersi
della nave), Muratòre con Muratòrio, Muratùra, Muraziòne, il veneziano
Muràzzi (a protezione del litorale), il composto Murìcolo “sorta di pianta”
che vale Muraiola, il dim Murèlla, il vento Murer, e il fem Mùra con il suo
Muràre, d’antica rad MOI-N MOI-R autorità, progressivamente semant in
barriera, limite, eppoi Murìccia o Morìccia, Murìccio col dim Muricciòlo o
Moricciòlo, ancora nil dim Murièlla o Morèlla. MURUS è connesso col
tema med MUSAK, roccia puntata, donde Mùrgia roccia e l’oronimo
Mùrge con Murgèse. Murgèse è anche la razza di cavalli pugliesi allevati nei
pressi di Martina Franca, sulle Murge, località Galeone. Termine alieno
Murazzàno “sorta di formaggio” relativo al toponimo Murazzano.
\ Dopo la caduta del famigerato Muro di Berlino nel 1989, che divideva
emblematicamente i due blocchi contrapposti dal 1971, sembrava che tale struttura
sarebbe rimasta nei tristi ricordi storici del XX sec; nessuno s’aspettava invece che
proprio gli USA, i più autorevoli a condannare quel muro, sia per la loro storia sia per
il loro ruolo di potenza guida delle democrazie, ne avrebbero rialzato un secondo,
lungo la frontiera con il Messico, all’alba del nuovo millennio, reiterando le miserie
politiche del passato, inducendo a riflettere pessimisticamente che nulla potrà
cambiare, ferma restando l’identica logica strategica e tattica che muove ogni Grande
della terra.
Nel passato c’erano già stati Il Limitone dei greci, la grande cinta innalzata dai
Bizantini per isolare il Salento dal resto della penisola, dopo la caduta dell’impero
romano, che aveva spalancato le strade alle invasioni barbariche, eppoi la nota
Muraglia cinese o Grande muraglia. \
Dalla rad MOI-N-MOI-R autorità, cui un ant MUNERA 2, il lat conta
MUNIA dovere con MUNUS carica-ufficio donde i vari Municìpio,
Munificènza, Munìfico, Munìre, Muniziòne… e, coi pref, il sostantivo
Comùne, con Comunàle, (snm di Municipio e Municipale) dal lat
COMMUNIS (col pref COM) / In Italia se ne contano 8101 (aggiornamento
2008) / l’aggettivo Comùne nel senso fig di “ordinario”, Comunànza,
Comunèlla, Comunicàre con Comunicaziòne, Comunitatìvo, talvolta in
sovrapposizione con termini quali Comitato e Comizio questi composti da
CUM ITUS andato insieme (Ved suff GIRE in Ambo…). Il Comunicàre
(sacramento) è dalla loc lat eccl COMMUNICARE ALTARI partcipare
all’Eucarestia, cui Comuniòne altrimenti detta Santa Cena e il prefissato
Scomunicàre o Scommunicàre (S sottrattivo) con il sostantivo Scomùnica o
Scommùnica, Scomuniàto o Scommunicàto, Scomunicatòre e
Scomunicaziòne o Scommunicazione o Scomunicagiòne, eppoi in
complanare Escomunicàre (pref EX sottrattivo che vale S), Escomùnica,
Escomunicàto, Escomunicaziòne o Escomunicagiòne; il sodalizio
d’impronta cattolica Comunione e Liberazione fu fondato negli anni
Cinquanta da Don Luigi Giussani.
\ La Scomunica inflitta a G. Galilei per le sue teorie filosofiche-astronomiche è stata
cancellata nel 1992 per volontà di Papa Wojtyla. \
Premunìre (pref PRAE prima) con Premunìto e Premuniziòne (da non
equivocare con Premonizione) questo anche figura retorica che indica la
tecnica del controbattere prima che l’interlocutore possa obiettare; una
strategia che mette in risalto il complesso d’inferiorità di chi la utilizza.
948
Remuneràre o Rimuneràre restituire il dono-dare per avere viene da
MUNUS dono attestatosi fig da carica-ufficio, col pref restitutivo RE e suff
verbale ARE.
L’ingl conta COMMON comune cui la locuzione tecnologica Common rail
“barra semplce (ordinaria)”.
Il percorso prefissato conta Immùne dal lat IMMUNIS esente dal dovere cui,
in senso semant o fig medico “refrattario”, Immunità, Immunitàrio,
Immunizzàre con Immunizzànte e Immunizzaziòne, il pref IMMUNO nelle
composizioni quali Immunochìmica, Immunocìto, Immunocompetènza,
Immunodeficiènza,
Immunodepressiòne,
Immunodiffusiòne,
Immunofarmacologìa,
Immunofluorescènza,
Immunògeno,
Immunoglobulìna, Immunomodulatòre, Immunologìa, Immunopatologìa,
Immunoprecipitaziòne,
Immunoprofilàssi,
Immunoreaziòne,
Immunoregolatòre, Immunosièro o Immunsièro, Immunosoppressiòne,
Immunostimolànte, Immunoterapìa, Immunotollerànza, Immunotossìna.
\ Murgèse è anche una razza di cavalli già nota per la loro adozione nella cavalleria
della Serenissima; oggi è protetta ed è impiegata nel Corpo Forestale locale.\
Da MURUS, l’ital conta i prefissati Estramuràle e Intramuràle che valgono
in locuzione lat EXTRA MOENIA e INTRA MOENIA. Pomèrio dal lat
POEMERIUM composto con POST e MOIROS (arcaico di MURUS muro),
è lo spazio che corre lungo (dopo) le mura, esente da costruzioni, vincolato
dalle leggi; il Pomerio tra confinanti è sovente seme di lungaggini
giudiziarie. Nell’ant Roma ai tempi di Giulio Cesare era vietato ai militi di
oltrepassarlo armati per entrare nin città.
Nel Salento, il volg Popto sta per “abitante fiori le mura”, da Pomerio.
Termini alieni Mùria “salamoia” dal termine lat MURIA acqua salsa, cui
Muriàto attestatosi in cloruro con Muriàtico e la locuzione Acido muriatico
(si potrebbe pensare ad una connessione fig con Muro dal quale fuoriesce
acqua salsa in determinati ambienti); eppoi Murèna dal gr MYRAINA “sorta
di pesce”cui Murènidi (la Famiglia), Mùrice, dal lat MUREX “mollusco” cui
la Famiglia Murìcidi.
Un muro può essere costruito di tufi; Tùfo, roccia derivante da sedimenti
vulcanici, è dal lat class TOFUS d’origine etrusca, svoltosi nel tardo
TUFUM, cui l’ital Tufàceo, il dim Tufèllo, Tufòso, il fig Tufàre “essere
caldo e fumigante” con Tufàto. Roccia di natura tufacea, già utlizzata dagli
Etruschi, è indicata con Nènfro d’etimo non conosciuto. Dal termine
originale, l’ital conta fig un anatomico Tòfo “nodulo di acido urico”.
1
Forse pochi sanno che il più piccolo racconto nella storia della letteratura, almeno
così è considerato, porta la firma di E. Hemimgway, scritto con sei parole per
scommessa, eccolo: “Vendesi scarpe da bambino mai usate”.
2
Cerimonie funebri pubbliche, originarie della penisola, in cui in cui si svolgevano
lotte e combattimenti propiziatori, anche cruenti, allo scopo di placare gli dei; il
tetrmine MUNUS, infatti, si sarebbe attestato anche in offerta sacrificale.
Dette cerimonie avrebbero ispirato i giochi dei gladiatori “offerti” al divino
imperatore, importati a Roma già dal 264 aC dal mondo etrusco (Etruria), eppoi
istituiti ufficialmente nel 105 aC e che prevedevano la presenza gratuita del popolo,
mantenendo la peculiarità di manifestazione del tutto aperta.
ARDO
949
Di origine ger, il suff ARDO, relativo ad una persona, ne amplifica la
qualità positiva (aumentativo), come in Gagliardo, ma, transitato da una
metaf, s’è attestato come suff spregiativo, cui Codàrdo questo un inc tra
Coda e il franc COUARD nel senso di coda bassa, con Codardìa o
Codardìgia; eppoi Complottàrdo, Dinamitàrdo…
Lo si rintraccia esteso alle cose cui da Leccardo “ghiotto” a Leccarda
“vaschetta da leccare”.
AGGINE
Altro suff indicante una qualità in senso negativo, AGGINE, relativo a
termini astratti, quali Fanciullàggine, Stupidàggine, Testardàggine…
ONE
Dal lat ONEM, vale alterazione, caratterizzazione; ad esempio, accrescitivo,
abitudine, eccesso o peggiorativo, come in Omòne, Pigròne questo dal lat
PIGER d’incerta connessione con PIGET agire senza voglia, Brontolòne dal
gr BRONTAO io tuono di vrs origine onomatopeica, Mangiòne…
In Fisica, dalla desinenza gr ON, vale entità elementare, cui Elettrone e
Fotone. In Chimica, adottato dal patronimico gr ONE, vale “chetone” e
indica la presenza di una entità di primo elemento, quale Acetone. In
Biologia indica infine unità funzionali o collettive, quali Neurone e
Linneone.
Il lemma Ambra-àmbra, con un onomastico femminile Ambra, è dal lat
AMBAR attinto all’ar ANBAR, cui Ambràto, Ambrètta, questo snm di
Abelmosco, il curioso lemma Liquidàmbar “ambra liquida” snm di Storace.
Snm di Ambra è Succinìte o Sùccino dallo specifico lat SUCCINUM.
Il Pomo d’ambra è un addobbo natalizio profumato, composto con una
arancia in cui sono infilzati chiodi di garofano.
\ Goffo Gobbo Goffrare
Gagliòffo, cui Gaglioffàggine e Gagliofferìa, è l’inc tra Gagliardo e Gòffo,
questo dal lat GUFFUM grossolano-sgraziato con Goffàggine, Gofferìa, il
fig Goffètto o Gòffo “sorta di gioco a carte”, Goffèzza e i prefissati
Ingoffàre e Ingoffìre; il lat conta ancora GURDUS goffo-balordo svoltosi fig
nel prefissato Ingòrdo “bramoso-insaziabile” con IN illativo, cui Ingordìgia.
Goffo s’è attestato nel significato corrente attraverso una variante di Gobbo,
questo dal lat volg GOBBUS già class GIBBUS cui Gìbbo, Gibbosità,
Gibbòso, Gibbùto, e Gibberellìna “fitormone” vrs in connessione, termini in
complanare con Gòbba, Gobbètto, Gobbòne o Gobbòni (avverbio); i
prefissati Ingobbatùra (pref IN illativo), Ingobbìre, il fig Sgobbòne (talmente
chino sui libri da ingobbirsi) da Sgobbàre “faticare” con suff S intensivo;
termine alieno Ingòbbio (utilizzati nella ceramica) con Ingobbiàre e
Ingobbiàto, omologismo dal franc ENGOBER rivestire di terra.
L’omn Gòbbo, questo termine cinematografico, è l’omologismo
dall’americano GOBO, cui Gobbìsta.
Sempre dal franc, l’ital conta l’omologismo Goffràre da GAUFRER da
GAUFRE “dolce prodotto con una particolare preparazione”, già WAFEL
“miele di favo”, cui Goffràggio o Goffratùra, Goffràto “fig sorta di tessuto”
con il glb Gaufrè (gaufré) italianizzato Goffrè, Goffratòre, Goffratrìce e
l’adattto Goffrè, che sta a indicare la tecnica di improntare un disegno a
950
rilievo tramite un’apposita calandra.
\ Coda
Còda è dal lat class CAUDA, vrs connesso col gr KERKOS appendice
codale, cui gli espliciti Caudàle, il medv Caudatàrio, Caudàti (ordine di
anfibi), Caudàto “con la coda”, il composto Caudotomìa,; pseudoetim l’esot
sp Caudìllo “capo” con Caudillìsmo, Caudìno questo relativo al toponimo
sannito Caudio di romana memoria con la locuzione Forche caudine.
Il percorso italianizzato conta Codàle, Codàta e Codàto, Codàzzo, Codètta,
Codiàre “pedinare”, Codicìllo con Codicillàre dal lat CODICILLUS
tavoletta per scrivere (vrs in coda ad un testo precedente, un post scriptum),
eppoi Codìno con il fig Codinìsmo, Codìnzolo cui il denm Scodinzolàre
(pref EX intensivo svolto in S) con Scodinzolamènto e Scodinzolìo, Codiòne
o Codriòne, Còdolo (dim), l’accr Codòne sia “sorta di ucceello degli
Anatidi” sia “groppiera sottocoda equina”, il composto Cutrèttola dim di
Cutrètta “sorta di uccello dei Motacìllidi” dalla locuzione lat CAUDA
TREPIDA coda fremente cui il prefissato Scutrettolàre snm di Sculettare,
ancora i prefissati Accodàre (AD allativo) con Accodamènto e Accodatùra,
Scodàre (S sottrattivo) con Scodàto e un fig automobilistico Scodàre “lo
sbandare”, Soccodàgnolo (peef SUB-SO sotto) che vale la cinghia che
passando sotto la coda dell’animale, regge ben equilibrato il basto, snm di
Imbraca.
I composti Codibiànco o Culbiànco, Codibùgnolo composto con Bugnolo e
vale “coda grande come un paniere”, Codimòzzo “coda mozza”, Codiròsso
“sorta di uccello dei Turdidi”, Coditrèmola “sorta di uccello dei Motacìllidi”
altrimenti detto Ballerina. Termini alieni Codeìna attraverso il franc
CODEINE dal gr KODEIA testa del papavero dell’oppio, Codomìnio
(composto con Con e Dominio, termine matematico).
Incerta la connessione di CAUDA coda con CAUDEX-CODEX, cui
Càudice, l’esot locuzione ingl Code sharing “compartecipazione” di nuova
introduzione (anno 2000), Còdice, un Codicìstico, Codicologìa con
Codicològico e Codicòlogo, Codìfica con Codificànte, Codificàre e
Codificaziòne cui il prefissato Decodìfica con Decodificàre e
Decodificaziòne (pref DE “distacco”) attraverso il franc CODIFIER; eppoi
Codòne (omn di Codone accr di Coda) attraverso l’ingl CODON di CODE
codice, forse nel senso fig di rispetto delle leggi sotto la minaccia dell
scudiscio (coda), e, in locuzione, Codice di Avviamento Postale cui
l’acronimo CAP, Codice civile, Codice penale... il glb ingl Barcode che vale
la locuzione ital Codice a barre.
Il gr, come suddetto, conta KERKOS coda quale appendice, prolungamento,
cui Cèrco “appendice addominale” degli insetti, Cercùro o Cercùrio (ant
nave), un pref CERCO in composizioni quali Cercocèbo (col gr KEBOS
scimmia), Cercocìsti, Cercolètto (col suff tratto dal gr LAMBANO prendo),
Cercòpidi, Cercopitècidi (col gr PITHEKOS primati ovvero scimmie
principali) con Cercopitèco, Cercospòra; eppoi, in suff, Gefirocèrco con il gr
GEPHYRA ponte fig “sorta di pesce dei Crossotterigi”. Dal gr GEPHYRA è
stato coniato Gephyrofobìa che indica l’avversione ad attraversare i ponti.
Il gr conta ancora lo specifico URA coda cui il pref ital URO per
951
composizioni quali Urobòro (fig “serpemte” o “coccodrillo”, col gr BOROS
che divora la coda), Urociòne (col gr KYON cane “dalla coda slanciata”),
Urocordàti (sottotipo di Tunicati, col gr KORDE corda vale “a forma di
corda”), Urodèli (Ordine di anfibi, col gr DELOS visibile, dunque “dalla
coda ben visibile, al quale appartiene il Protèo in riferimento alla divinità gr
Proteus) snm di Caudati, Uromàstice (specie di rettile col gr MASTIKS
frusta, quindi “dalla coda frustante”), Uropatàgio (con il lat PATAGIUM
orlo, vale “coda a membrana” riferita ai pipistrelli), Uropìgio con Uropigèo
(col gr PYGE natiche-deretano, vale “coda munita di ghiandola adiposa”),
Uròstilo con il lat STILUS già gr STILOS stilo; eppoi, dove URA è in
suffisso con URI URO, l’ital conta Anoplùri “Ordine d’insetti” (col gr
ANAPLOS disarmato), Anùri “Ordine di Anfibi” (col pref gr AN privativo,
vale “senza coda”), Brachiùri “Sottordine di crostacei” (col gr BRAKHYS
breve, vale “coda corta”), Diplùro “Ordine d’insetti” (col gr DIPLO doppio),
Macrùri “Raggruppamento di crostacei” (col gr MAKROS lungo), Protùri
“Ordine d’insetti” (col pref PROTO), Xifosùri “Ordine di Artropodi” (col gr
KSIPHOS spada), e infine Conùro “sorta di pappagallo” (col gr KONOS
cono), Dasiùro “sorta di Marsupiale” (col gr DASYS peloso), Enicùro “sorta
di uccello” (col gr ENIKOS singolare), Melanùro “sorta di pesce” snm di
Occhiàta (col gr MELAS nero), Paradossùro “Genere di mammifero” (col gr
PARADOKSOS strano).
Lo sp conta RABO coda, cui l’omologismo Rabicàno (dalla) coda bianca
composto con CANO bianca, cui Rabicanatùra
\ Fotone
Fotòne, la particella, su calco di Elettrone o viceversa, dal gr PHOS luce, cui
i termini contestuali composti col pref FOTO, quali Fotocèllula, Fotogènesi,
Fototipìa. Il percorso conta ancora Fòt (unità di illuminamento uguale a 104
Lux pari a 1 Lumen per cm2) e una numerosa sequenza composta da
Fotoallergìa a Fotozincografrìa passando da Fotoconducibilità,
Fotoconduttànza, Fotocòpia, Fotocromàtico, Fotocrònaca con Fotocronìsta,
Fotodermatòsi, Fotofobìa “avversione e fastidio per la luce”,
Fotogènesi, Fotografìa ed il suo ipocoristico Fòto cui Fotògrafo e
Fotolitògrafo o Fotolìto, Fotogràmma, Fotometrìa con Fotomètrico e
Fotòmetro, Fotoràma (1956) con uno straordinario suff RAMA estratto da
Panoràma (1824) questo composto dal pref gr PAN tutto e HORAMA vista,
ancora rintracciato in Cineràma (1952). In percorso la locuzione Macchina
fotografica, questa nata dagli esperimenti di T. Wedgwood e di W. F. Talbot
nel XIX sec, che si erano ispirato a quelli di J. H. Schulze effettuati nel
1727, a quelli di J. N. Niepce che nel 1826 aveva ottenuto un’immagine con
un procedimento originale che chiamò Eliografìa e del suo amico L. J. M.
Daguerre con un secondo procedimento che fu chiamato in suo onore
Dagherrotipìa (1840) cui Dagherròtipo. Nel 1889, G. Eastman utilizzò
storicamente la celluloide, così nacque la Pellicola fotografica.
Attraverso l’ingl PHOTO, si contano i glb Photofit semi-italianizzato Fotofit
con TO FIT preparare, la locuzione Photo finish dove FINISH sta per
“finale”.
\ La prima foto scattata nella storia ritrae un cortile con edifici e piante \
952
Direttamente dal gr PHOSPHOROS portatore di luce col suff PHOROS io
porto su calco di Tedoforo, l’ital conta Fosfène (col suff dal gr
PHAINESTHAI apparire), lo sdrucciolo Fòsforo con i derivati e composti
con il pref FOSFO cui Fosfàto con Fosfatàsi e Fosfataziòne, Fosfìna (suff
chimico INA), Fosfìto attraverso il franc PHOSPHITE “sale o etere di acido
fosforoso”), Fosfodièstere con Fosfodiestèrico, Fosfoglicèrico e
Fosfoglicèride, Fosfolipìde, Fosfoprotìde Fosforàre con Fosforàto,
Fosforeggiàre, Fosforemìa (col gr HAIMA sangue), Fosfòreo,
Fosforescènte, Fosforescènza, Fosfòrico, Fosforilàre da Fosforìle (suff ILE)
con Fosforilàsi (doppio suff ASI) e Fosforilaziòne, Fosforolìsi, Fosforìsmo,
Fosforìte (suff chimico ITE), Fosforòso, Fosfùro attraverso il franc
PHOSPHURE, Fosgène attraverso il franc PHOSGENE questo col suff
GENE, in ital GENO, e vale generato dalla luce, le locuzioni Fosforo
bianco, Fosforo rosso (questo per i fiammiferi).
Il lemma accentato piano alla greca Fosfòro vale “sostanza luminiscente”
per tubi catodici, un risvolto linguistico fig.
Un minerale di fosfato idrico di ferro è indicato con Koninckite in onore
dello studioso L. G. Koninck (1809/1887), con suff scientifico ITE.
OSTIA OSPITE OSTAGGIO
OSTIA
Ostia-òstia, dal lat HOSTIA vittima, presumibilmente connesso a
HOSTIRE compensare, a sua volta derivato da HOSTIS straniero,
indoeur GHOST con accezione di fantasma-ospite alieno nelle
tendenze esterofile d’oggi, in buona compagnia con Poltergeist e
Gremlin.
Nella sua accezione cristiana, Ostia è l’iconografia del sacrificio
divino, anticamente la sfoglia sottile di pane àzzimo dell’Ultima
Cena. Comunicarsi vale “ospitare devotamente nella propria persona
la presenza divina, il suo sacrificio”. In percorso, Ostiaràto (ordine
religioso) e Ostiàrio; fuori percorso Ostiàco questo relativo alll’etnia
degli Ostiachi cui la locuzione Lingua ostiaca del gruppo
Ugrofinnico.
Il termine glb Ghostwriter (composto col l’ingl TO WRITE scrivere)
è lo scrittore a pagamento, che scrive a nome d’altri; in Italia lo si
identifica fig con il termine razzistico Negro, il quale sta anche per
“correttore di bozze”, ma che praticamente riscrive i testi prodotti da
una penna d’interesse ma linguisticamente incerta. Il glb ingl
Ghostbuster è invece il cacciatore di fantasmi, con TO BUST
rompere-rovinare.
OSPITE
Ospite-òspite dal lat ant HOSTIPOTIS, composto di HOSTIS
straniero e POTIS padrone successivamente rielaborato in HOSPESPITIS colui che accoglie lo straniero. Ospite, è colui che viene
953
compensato con l’ospitalità, trattato “come se fose a casa sua”, “che
può fare da padrone”, ma è anche contestualmente chi accoglie una
persona, pertanto, Oste-òste e i derivati Osterìa (adottato dal 1363),
questo snm di Bettola (da 1478) e Taverna (giànel 1294), cui Ostière
e Ostèssa; dall’ingl . La derivazione è nutrita, diramatasi ancora
secondo i percorsi Ospedàle o l’aferetico Spedàle o ancora Ospitàle
da HOSPITALE da HOSPITALIS ospitale, Ospedalière o
Ospedalièro con Spedàle e Spedalière (aferesi), i desueti Ospetalière
e Ospitalièro, Ospedalìsmo, Ospedalità o Spedalità, Ospedalizzàre
con Ospedalizzaziòne con gli aferetici Spedalizzàre e
Spedalizzaziòne, Ospitàle da HOSPITALIS (snm-omn di Ospitale
“ospedale”) relatvo a HOSPES ospite, con Ospitalità, Ospitànte,
Ospitàre, Ospìzio da HOSPITIUM da HOSPES ospite. Nella
Psichiatria Infantile, Ospitalìsmo è il fenomeno patologico descritto
da René Spitz, causato da lunghi ricoveri in istituzioni, dove l' Io
subisce uno sviluppo deficitario. Oggi si fa strada il neologismo
televisivo Ospitàta.
Termine alieno nel percorso l’omologismo Ospodàro “governatore”
dallo slavo GOSPODAR padrone cui Ospodaràto “titolo”.
La rielaborazione in ital dell'ingl glb Hostess avrebbe portato al
discutibile Ostèssa, se non fosse che il termine è già contemplato
quale fem di Oste e che, peraltro, non ha mai avuto una disinvoltura
linguistica.
In appaiamento a Hostess l’ital conta il glb Steward, questo una
composizione dall’ingl ant STI casa e WEARD guardiano.
In percorso, Stàlla e Stallàggio dal got STALLA dimora cui i vari
Stallàggio o Stallàzzo, Stallàre “mettere in stalla” e Stallàre
attraverso il franc ETALER fermarsi fig da STALL stalla (mettere
in) con il termine aeronautico Stàllo omologismo dall’ingl STALL
caduta di portanza con un ancora Stallàre e Stàllo attraverso il franc
STALLUM che vale “seggiola-stanza-posizione-ristagno”; eppoi
Stallàtico, Stallerèccio, Stallìa, Stallière, gli aggettivi Stallìno e
Stallìo o Stallìvo (suff IVO che accentua il valore durativo del
termine), Stallòne “cavallo da riproduzione”, il composto
Conestàbile o Connestàbile con una variante Contestàbile (omn di
Contestabile da Contestare) dalla locuzione lat COMES STABULI
“soprintendente alle stalle imperiali.
Il percorsi conta infine Ostellàggio Ostellière ed Ostèllo, eppoi l’ingl
glb HOTEL dal franc ant OSTEL. Osterìggio, poi, è l’apertura sul
ponte delle navi, per immettere aria e luce in sottocoperta; è un
omologismo dall’ingl STEERAGE alloggio di poppa di terza classe.
\ Podestà Possesso
954
Il lat POTIS padrone è la traslazione di un termine fondamentale nella
tradizione indoeur, che risalirebbe ad una preesistente forma indoiran.
Dall’ant percorso sarebbero discesi i vari Potestà o Potestàte o ancora
Potestàde da POTESTAS il potere, Potestatìvo e Potesterìa, Potènza da
POTENTIA con Potenziàle, Potenzialità, Potenziàre con Potenziamènto e il
composto Potenziòmetro, Potènte con il politico Potentàto, Potère da
POTERE (sia verbo che sostantivo), Potènte da POTENS POTENTIS,
Potìssimo da POTISSIMUS quale superlativo di POTIS padrone, i prefissati
Prepotènte e Prepotènza col pref PRAE che vale superlativo. La lenizione
sett di t in d, consolidatasi durante l’occupazione dei Longobardi, avrebbe
attestato i vari Podère, questo già verbo “essere padrone di terre”, con
Poderàle e Poderòso, Podestà o Podestàte e da questo Podestariàto,
Podestarìle, Podesterìa, Spodestàre cui Spodestamènto e Spodestàto col pref
S sottrattivo.
Un’ulteriore attestazione dopo il 1300, credibile derivazione dal congiuntivo
“che possa”, avrebbe condotto al percorso di Impossessàre (pref IN illativo),
Pòssa, Possànza, Possedère dal lat POSSIDERE già POSSIDEO, questo
composto con POTIS che può e SEDERE stare già SEDEO, Possedimènto,
Possedùto, Possènte questo Ppres di un Possère dal lat POSSE, Possessiòne,
Possessìvo, Possèsso dal lat POSSESSUS astratto da POSSIDERE,
Possessòre dal lat POSSESSOR nome d’azione di POSSIDERE,
Possessòrio, Possidènte dal Ppres POSSIDENS cui Inpossidènte (IN
negativo) e Possidènza, Possìbile questo aggettivo da POSSE cui
Impossìbile con IN negativo, Possibilìsmo con Possibilìsta, Possibilità,
Possibilìstico e Possibilmènte, eppoi col pref S sottrattivo, Spossàre,
Spossatèzza, Spossessàre.
In termine feudale, dal franc ALOD pieno possesso, il lat medv aveva
ricavato l’omologismo ALLODIUM cui l’ital Allòdio con Allodiàre, dove
ALL vale tutto, questo così ritrovabile nell’ingl, e OD bene-possesso, vrs
connesso in ambito indoeur con l’ingl LOAD carico.
\ *Aggettivi e pronomi possessivi
Mìo, con un ant Mèo e con la forma tronca Mi’, dal lat MEUS d’origine
indoeur MOS cui il gr EMOS, s’è svolto nella versione corrente come Dio
da DEUS. La connessione è con i pronomi *Me e *Mi, questi dal lat MED
risalente al sct MA, cui il gr EME.
Tùo, con *Te, *Ti e *Tu, dal lat TUUS, questo dal possessivo indoeur
TEWO cui il gr TEOS, anche in forma tronca Tu’.
Sùo, dal lat SUUS da una rad SWO cui SEWO, anche in forma tronca Su’.
Nòstro dal lat NOSTER derivato da NOS di Noi, cui Nostràle e Nostràno,
col suff TERO che vale “opposizione” fra due entità, come in ALTER altro.
In gr suona HEMETEROS.
Vòstro dal lat ant VOSTER - class VESTER - derivato da VOS di Voi, con
lo stesso suff TERO di Nostro.
Tuo, Suo e Vostro sono pur sempre aggettivi anche quando funzionano da
pronome.
Lòro (usato anche come pronome personale) dal lat ILLORUM non è altro
che il genitivo plurale di ILLE, cui l’articolo Il.
955
Nel volg, il possessivo è rintracciabile sovente quale parte integrante del
nome. Si prenda ad esempio il veneto Mimorti con Tamorti e Samorti, ormai
in desuetudine, che stanno per I miei morti, I tuoi morti, I suoi morti.
Il pugliese peninsulare mantiene ancora alcune di queste voci famigliari in
via d’estinzione, Sirma “mio padre” e Sirda (vrs lenito da un Sirta) “tuo
padre” attraverso un medv Sire “padre”. Eppoi, tutte in accentazione
sdrucciola, Nònnama “mia nonna” con Nònnata “tua nonna” e Nònnasa “sua
nonna”, Nànnima “mio nonno”, Màmmama “mia madre” con Màmmata “tua
madre” e Màmmasa “sua madre”, Pàtima “mio padre” con Pàtita “tuo padre”
e L’Attàne questo utilizzato solo alla terza persona “suo padre” e sempre
accompagnato dall’articolo.
L’Attane, da un Atta, è vrs connesso con il mas Tàta “papà” o “fratello” o
Tàto che avrebbe condotto al lat TATIUS anziano, svoltosi dall’originale
fem Tàta “balia”, attraverso un onomatopeico infantile TA TA, cui un
Tatòne (nonno) questo in eteronimia con Mammone (nonna, da Mamma); da
TATIUS l’onomastica conta Tatiana che si traduce “figlia di padre anziano”.
Dal lat TATIUS cui Atta sarebbe derivato Atavo-àtavo “papà avo
(l’antenato)” cui Atàvico con Atavìsmo, Atavìsta e Atavìstico.
Il processo che ha condotto a L’Attane da Atta dovrebbe essersi avviato da
una variante accentata Attà successivamente suffissato NE. Il NE a mo’ di
suffisso è ricorrente nel volg centromer giusto per ovviare alle parole
tronche e per imprimere una maggiore cadenza, come l’affermativo Sine da
Sì e il negativo None da No; in ital è il corrispondente DE o TE come in
Bontade o Bontate da Bontà, Stremitate da (E)stremità.
Il pugliese famigliare conta ancora Sorma (mia sorella), Sorda (tua sorella,
vrs lenito da un Sorta) da Sore “sorella” attraverso il lat SOROR, Fratima
(mio fratello), Fradda (tuo fratello, vrs lenito e ridotto da un Fratita) da Frate
“fratello” attraverso il lat FRATER.
Nel percorso di SOROR si ha Corsopino (Ved Gene…).
Questo per dare un esempio al lettore di come possa essere analizzato un
termine, specie volg, apparentemente d’etimo oscuro; sempre però,
onestamente, con la riserva d’altre più convincenti interpretazioni.
\ Nosocomio
Dal gr NOSOS malattia e KOMEIN curare, fu coniato il termine
NOSOKOMEION, cui il lat NOSOCOMIUM ed, infine, l’ital Nosocòmio
“luogo di cura” con Nosocomiàle, snm di Ospedale; in percorso i composti
Nosocomefobìa e Nosofobìa o Nosemafobìa “paura degli ospedali e di
ammalarsi”, Nosogènesi, Nosografìa e Nosogràfico, Nosologìa e Nisològico,
Nisomaìa, Nosoparassìta.
Il suff gr KOMEO cura, lo si ritrova in termini composti quali Manicomio
ed è verosibilmente connesso a KOMA sonno profondo, cui Còma,
Comatòso, nell’antica e speranzosa pratica medico-popolare che recita “il
sonno cura tutte le malattie”.
Albèrgo è l’omologismo del termine got in composizione HARI BAIRG e
vale semant riparo per i militari, dove HARI sta per esercito, svoltosi nel lat
medv
e BAIRG è connesso con l’indoeur BERG riparo, cui il
ALBERGUM.
956
OSTAGGIO
Ostàggio, cui l’aferetico Stàggio (omn di Staggio “pezzo di legno”)
dal franc ant HOSTAGE, è l’inc del lat OBSES statico con
HOSTIS straniero, cui il snm Ostàtico con una variante Stàtico
(aferesi della O).
Ostaggio era, dunque, chi tra i nemici non partecipava all’assedio. Il
termine OBSES, poi, si sarebbe da solo semant in Ostaggio.
HOSTIS sarebbe così passato da “straniero signore” (da trattare
come il signore di casa) a “vittima ostaggio” quando ogni straniero
era un barbaro da sacrificare alla patria. La vittima sacrificale per
eccellenza è il Cristo metaforizzato dall’Ostia.
AMBO CAMBIALE SCAMBIO
AMBO
Il sostantivo ed aggettivo Ambo-àmbo (di solito inv, ma al plur può
essere usato al mas e fem in Ambi e Ambe) dal lat AMBO, già gr
AMPHO, sta per il pronome Entràmbi (fem Entràmbe) questo da
INTER AMBOS cui i desueti Entràmbo, Intràmbo e Tràmbi. Il
lemma gr AMOIBE cambiamento pare connesso. I due elementi di
AM-BO- il primo di forma celt-ger UM e il secondo bal-slava BHO
suonano in le due parti-l’uno e l’altro. Ambo è peraltro usato al plur
Ambi-àmbi (dal gr AMPHI), eppoi Ambàta, Ambiàre, Ambiatòre,
Ambiatùra, Ambio-àmbio “andatura dei quadrupedi” col snm fig
Ambiadùra o Ambiatùra, e, quale pref in composizione, Ambidèstro
con Ambidestrìsmo, Ambigènere, Ambiguità, Ambisessualità con
Ambisessuàle (snm di Bisessuàle con Bisessualità), Ambivalènza
con Ambivalènte; infine Ambidùe, evolutosi nel corrente Ambedùe
da AMBO DUO, con i desueti Ambedùl, Ambedùo, Ambidùl,
Ambodùe e il brutto, equivocabile Amendùe attraverso il prvz
AMDUI cui Tramendùe o Tramendùi (pref TRA).
Il tardo lat conta AMBO AMBONIS podio-tribuna (con leggio), cui
Ambòne di attestazione cristiana, e si potrebbe credere che il termine
dia il senso ambivalente di una partecipazione al rito, ossia del
lettore e del fedele uditore.
Termine alieno il neologismo Ambaradàn “baraonda” (adottato nel
XX sec), ispirato all’oronimo etiopico Amba Aradam, luogo nel
1936 di una vittoriosa ma sanguinosa battaglia colonialistica
dell’esercito italiano.
\ Ambiguità è nella letteratura il coesistere di due o più significati; lo studio delle
ambiguità letterarie fu d’attualità soprattutto negli anni trenta, stimolato dalla poesia e
dalla critica di T.S. Eliot. Ambivalènza, da un termine adottato nella psicologia
dell’anormalità (psichiatria), è passato ad indicare, nella critica letteraria, la situazione
in cui il soggetto rivela atteggiamenti, sentimenti, valori in contraddizione. \
957
Il termine Ambiguo è associabile al termine Esiguo, entrambi
composti dal secondo membro derivante da (A)GIRE. AMB-IGUO,
cui Ambìguo “che agisce da due parti” con Ambiguità e Ambiguànte
col suffissato Disambiguàre donde Disambiguànte. EX-IGUO, cui
Esiguità, Esìguo “pesato con precisione” (troppa precisione, tale da
agire fuori della norma di rispetto per un cliente abituale), con il
correlativo Esàtto “perfetto” cui il prefissato in opposizione Inesàtto
con Inesattèzza (omn di Esatto e Inesatto “riscosso “ e “non
riscoso). Stràmbo, cui Stràmba e Stramberìa, ha una storia tutta sua:
dal lat STRAMBUS è la variante di STRABUS, dal gr STRABOS,
cui Stràbico con Strabìsmo fig “asimmetrico, anormale” insomma
“chi vede sdoppiato” in percorso con Strabuzzàre dal gr STRABIZO
guardo strabico, sovrapposto ad Aguzzare, pertanto estraneo al
percorso di Buzzo. Il termine Strambòtto, col volg Strambòttolo,
s’ispira al franc ESTRIBOT questo devb di ESTROBAR staffilare
sovrapposto a Strambo. Eppoi si ha il termine Estribòte che indica
una tecnica metrica adottata nella poesia spagnola. Il fem Stràmba
vale “fune torta”.
Lo Strambòtto “ottave rimate con diversi schemi” è snm di Rispètto.
La forma durativa della rad EL essere in movimento associata in pref
ad AMB attorno ha prodotto termini quali Ambulàre, Ambulànte,
Ambulànza, questo dal franc AMBULANCE, Ambulatòrio,
Ambulàcro, Ambiènte con Ambientalìsmo e la locuzione Lega
Ambiente, l’acronimo ENEA da Ente per le Nuove tecnologie,
l’Energia e Ambiente, eppoi Ambito-àmbito (che gira, si muove
attorno). Col pref DE intensivo, si ha Deambulatòrio “corridoio che
gira intorno all’abside” e Deambulàre “camminare”. Semant,
Ambulàre e Deambulare risulterebbero snm, ma si vorrebbe far
passare quest’ultimo come “essere fuori dell'ambulanza”. In
connessione il termine Embatèrio dal gr “ant canto militare” dalla
locuzione EMBATERION MELOS canto di marcia.
Come secondo membro, dal lat AMBULUS in ital Ambulo “che
passeggia”, compone alcuni termini quale Funàmbolo “che passeggia
sulla fune”, termine Fùne dal lat FUNIS privo di connessioni, con
Funàio o Funaiòlo o ancora Funàro, Funàme, Funàta, il dim
Funicella, il botanico-anatomico Funìcolo cui Funicolìte (suff
medico ITE) e il relativoFunicolàre, ancora l’aggettivo Funicolàre
con il sostantivo Funicolàre relativi a Fune.
Da non associare al termine Incunàbolo o Incunàbulo (snm di
Quattrocentino), che è derivato dal lat CUNAE culla col suff BOLO
e sta metaf per “primo prodotto tipografico”, per i quali esiste il
catalogo INCUNABULA THYPOGRAPHIAE primo in assoluto di
958
C. van Beughemm, 1688; derivati, Incunabolìsta o Incunabulìsta.
\ Ambiente è in Ecologia l’insieme dei fattori biologici, chimici, fisici, in un’area
definita, culla d’organismi viventi, sovente definito Ecosistèma (sintesi di “sistema
ecologico”) o Habitat, un latinismo questo più tecnico che letterario. Ambiente è
anche il sito in cui l’artista crea una sorgente di percezioni e di sensazioni che
colpiscono il visitatore (Empatia-Omologismo, Ved Suff PATIA in Logo…
Dagli studi fatti da Legambiente e da Ambiente Italia, la classifica italiana per il
migliore Ecosistema urbano vede in ordine decrescente Belluno, Verbana, Parma,
Trento, Bolzano, Siena eppoi al 63° posto Milano, Roma al 75° e Napoli al 96°.) \
I termini con accentazione piana quali Ambìre, Ambìto, Ambiziòne e
Ambiziòso (alieni nel percorso dello sdrucciolo Ambito) che ci sono
giunti nel valore di “desiderare ardentemente”, derivano dal lat
AMBIRE composto di AMB intorno e IRE andare, che intende in
origine andare in giro a chiedere voti (per i candidati); anche Adìre
“intraprendere” è composto dal pref AD con IRE con il suo Pp piano
Adìto AD ITUS e sdrucciolo Adito-àdito questo svoltosi nel
sostantivo “entrata-facoltà d’ingresso” e Adiziòne “accoglimentoaccettazione”. Esiste l’omn (omografo ed omofono) Adito-àdito
direttamente dal gr ADYTON inaccessibile o ABATON, cui l’inv
Abaton-àbaton, il quale era la parte recondita del tempio in cui i
sacerdoti custodivano l’oggetto (meteorite) o un simulacro del dio;
Dal lat AMBIRE è venuto il verbo intensivo AMBITARE, cui il già
citato nome d’azione Ambizione ed il termine Andàzzo, da un volg
AMBITATIO con suff AZZO, questo ricorrente in ital. Lo stesso
verbo ital Andàre è l’ipocoristico del lat AM(BI)TARE – altra scuola
lo vorrebbe derivato dal lat ANNARE nuotare verso… - con un devb
Anda-ànda, Andamènto, Andàna “passaggio, marciapiede,
corridoio”, Andànte con Andantemènte, il musicale Andantìno, il Pp
aggettivato Andàto con il fem sostantivato Andàta, Andatòia,
Andatùra, e Andàzzo (già dal 1400), Andito-àndito su modello di
Adito “entrata” ed il composto Andirivièni; l’irregolare coniugazione
“ Io vado, tu vai, egli va \...\ essi vanno – che io vada\...\che essi
vadano – Va, va’o Vai” è l’erede del lat VADUM guado cui Vàdo,
Vadòso, le locuzioni Acqua vadosa “acqua che penetra e scorre
sottoterra” , Vade retro Satana invariato dal lat, Va e vieni o Va’ e
vieni snm di Anririvieni.
Termini alieni Andalusìte (suff ITE per minerali) dal coronimo sp
Andalusia, Andecavènse o Andegavènse relativo al toponimo lat
Andegavum poi Angers, capitale della regione Angiò, infine il
minerale Andasìte e Andìno, il primo estratto dalle rocce delle Ande
e il secondo relativo all’oronimo Ande cui Andinìsta gli omologhi
americani di Alpino e Alpnista relativi alle Alpi.
I termini Ambito e Ambiente appaiono snm, ma è preferibile
assegnare al primo un valore astratto (in ambito filosofico,
959
grammaticale...), al secondo un senso di concretezza (ambiente
riscaldato, ambiente malfamato...). Vedemècum, snm di “manualetto
tascabile”, è inv dal lat VADE MECUM vieni con me.
Il gr conta BASIS per andatura, cui l’ital Abasìa che sta per
“difficoltà nel camminare” con Abàsico ed il composto Oribasìa
“corsa in montagna”; il termine gr, inv in lat BASIS, si sarebbe
svolto nel significato di piede ed infine di sostegno (anche fig
“roccia”), cui il variegato percorso ital di Bàse con Basàle, Basàlto
con Basòltico dal gr BASANITES roccia dura e nera scorrettamente
tradotto nel lat BASALTES, Basamènto, Basàre, Basètta (omn di
Basetta dei capelli), Bàsico con Basicità e il prefissato chimico
Bibàsico o Dibàsico (dal lat BIS o gr DIS due), Basìdio dal lat
BASIDIUM cui i composti Basidiolichèni (Classe di licheni),
Basidiomicèti (Classe di funghi, col gr MYKES fungo) e
Basidiospòra; eppoi Basilàre (modellato come Similare da Simile)
con Basilarità, Basìsta, Bàsola o Bàsolo con Basolàto “massello di
pietra eruttiva”, i composti quali Basamìna, Basificàre con
Basificaziòne, Basidiospòra, Basìfilo (botanica, col gr PHILOS che
ama (i terreni basici), Basofilìa con Basòfilo (che ama terreni
calcarei, opposto a Ossifilo), Basofobìa (in psicologia, panico di
perdere il sostegno delle gambe), dall’ingl il glb Baseball “sorta di
sport” con BALL palla che si ritrova in Football “calcio” (con
FOOT piede) e in locuzione quali Base line “linea di base”, Basis
point “punto base” e Base rate “tasso base”.
In ar, AL-QA’IDA vale “La base”, nome adottato da un gruppo
terroristico, italianizzato Al Qaeda cui l’omologismo Qaedìsta.
Il termine glb ingl Basic non è altro che l’acronimo della loquace
locuzione
BEGINNERS
ALLPURPOSE
SIMBOLIC
INSTRUCTION CODE codice simbolico universale multiuso per
principianti (coniato nel 1972), tuttavia il termine ital Basico quale
aggettivo di Base racchiude l’identico significato poiché vale
“elementare”.
Pseudoetim Basedowiàno o Basedowìsmo, questo relativo al morbo
descritto dal medico ted K. Von Basedow (1799 / 1894), Basiliàno
relativo a S. Basilio; Basìre, con Basìto, inv dal lat volg BASIRE
svenire di genesi celt di rad BA morire cui il fig Basìto “sbalordito”.
\ Tornare Turismo Trono
Associato ad Andare troviamo sovente il verbo Tornàre, questo inv dal lat
TORNARE denm da TORNUS giro già gr TORNOS, cui il composto
Tornacònto, Tornànte, Tornàta, Tornatùra, Tornèlla, Tornèllo, Tòrno
“ambito circoscritto” cui Attòrno (A torno) con Attorniàre, Intòrno (In torno)
con Intorniàre, Dintòrni e Dintòrno (Di in torno), i glb franc Entourage
“cerchia di persone” da ENTOURAR circondare, Tourner girare con Tour
960
“giro” cui la locuzione Tour de France (giro ciclistico) che in Francia è
omn-snm di TOUR torre (fig, che si gira verso l’alto). Eppoi Torneàre con
Torneamènto o Torniamènto, Torneatòre e Tornèo questi rimpatriati dal prvz
TORNEIAR; ancora, Tòrnio o Tòrno cui Torneggiàre, Tornèggio, Tornìre
con Tornimènto, Tornìto, Tornitòre, Tornitùra; reperti attestanti l’uso del
Tornio risalgono al 3500 aC,
di logica legati all’invenzione della Ruota.
Infine, Tùrno, questo dal franc ant TORN inc sempre col franc corrente
TOUR da TOURNER girovagare-alternare giri giusto come Turìsta e
Turìsmo, Tòro “modanatura” dal lat TORUS fune – cordone (che avvolge
girando) cui Toròide e Toroidàle, vrs connesso fig con TORUS muscolo
(rigonfiamento) cui Toròso; i prefissati Attortigliàre con Attortigliamènto,
Contornàre, Contòrno, Frastornàre con Frastornamènto, Frastornàto,
Frastornatòre e Frastòrno, Ritornàre con Ritòrno e Ritornèllo con il glb ingl
Retour match “partita-incontro nel girone di ritorno”, Scontornàre (doppio
prefisso S sottrattivo a Contornare), Stornàre (pref S sottrattivo), Stornèllo
questo dim attraverso il prvz ESTORN “tenzone poetica” nel senso di giro
di versi cui Stornellàre, Stornellàta e Stornellatòre, eppoi Stòrno questo devb
da Stornare, con Ristornàre e Ristòrno, del tutto remoto dagli omonimi
Stòrno “sorta d’uccello” dal lat STURNUM cui Stùrnidi (la Famiglia) e
Stòrno “grigio” come l’uccello dal che la pascoliana Cavallina storna; sorta
di storno originario dell’India è il Mainàte di voce malese attraverso il franc
MAINATE.
L’ital conta il lemma Distùrna “scambio polemico di scritti o orale”
attestatosi nel toscano, di etim non accertata ma vrs connesso con
TOURNER prefissato DIS male-cattivo nel senso di alternarsi (girare) nelle
polemiche.
Allitterato a Storno, quasi un parasnm, o un metaplasmo, l’ital conta ancora
Stàrna, snm di Pernice grigia, da inv tema med STARNA uccello cui
Starnàre, Starnazzàre, Starnazzìo. Il termine composto Tornasòle è coniato
ricalcando il gr HELIOTROPION d’identico valore semantico che si volge
verso il sole, cui Eliotròpio o Elitròpio che assume variegati indicazioni
“sorta di pianta delle Borraginacee” cui Eliotropìsmo con Eliotròpico,
“minerale di calcidonio” cui Elitropìa eppoi “gnomone di orologio solare.”
Il glb Tornàdo è fuori percorso, paraomologismo dall’ingl TORNADO
tempesta già sp TRONADA tuono ma connesso al lat TRONUS tuono.
\ Ricorrente il termine composto Agriturìsmo che vale” vacanza presso un’azienda
agricola”, magari collaborando nei lavori, cui Agriturìsta e Agriturìstico. Il termine ha
acquisito una tale disinvoltura d’attestazione che ha già dimenticato la propria origine,
adattandolo in diverse imprese; infatti, già qualcuno parla di “agritursmo di mare”,
quando, invece la forma corretta dovrebbe essere Pesciturìsmo o Ittioturìsmo in
riferimento alla Pescicoltura o Ittiocoltura rispetto all’Agricoltura. \
Frastòno o Frastuòno non è in connessione con Frastorno, poiché trattasi di
composizione dei pref FRA intermittenza, S ripetizione con Tuono. Tuòno, o
Tòno questo omn di Tono “tensione”, ma interconnessi, cui gli omn-snm
Intonàre e Stonàre, è dal lat TONUM devb da TONARE (connesso rad col
gr TONOS tensione da TEINEIN tendere cui Tuonàre, passato in
TONITRUS con TONITRUARE cui Tonitruànte ed ancora, in metatesi, nel
961
volg TRONUS cui Tròno, Tronièra, Truòno, i prefissati Intronàre con
Intronàto, Rintronàre con Rintronato e Rintrònico, questo solo nella
locuzione Rispondere per rintronino snm di Rispondere per le rime; a ogni
modo tutti da rad STENE, cui Attònito, dal prefissato ATTONITUS da AD
TONARE, col suo ipocoristico Tònto e Attonimènto, Detonàre dal prefissato
DE TONARE cui Detonànte, Detonatòre, Detonaziòne.
Da non mettere in connessione col Tròno regale, questo dal lat THRONUS
dal gr THRONOS, cui Detronizzàre, a meno che non si sia pensato al fatto
che ogni Trono “fa rumore come un tuono”, giusto come Giove che
scagliava tuoni e fulmini dal suo. Da Trono (regale) è stato coniato di
recente il lemma fig Tronìsta, che identifica un personaggio per spettacoli
televisivi di sottordine culturale.
Il gr conta BRONTE tuono cui lo strumento musicale Brontèion inv da
BRONTEION di fattura metallica, simile all’Echeo; eppoi l’ital Brontolàre
cui Brontolamènto, Brontolìo, Bròntolo e Brontolòne, il pref BRONTO per
composizioni quali Brontofobìa “paura dei tuoni, Brontoscopìa (il trarre
presagi dai tuoni) e Brontotèrio col gr THERION belva.
\ Embolo Simbolo
I termini medici Embolo-èmbolo/émbolo ed Embolìa sembrerebbero della
stessa discendenza di AMB intorno per la sua proprietà di girare, muoversi
nella corrente sanguigna; in realtà è una composizione gr col pref EM dentro
e il suff BOLO dal gr BOLOS del verbo BALLO getto, lancio, metto, quindi
sta per corpo penetrato, cui Embolìsmo con Embolizzaziòne, eppoi adottato
quale termine liturgico Embolìsmo (una forma che sviluppa la precedente)
dal lat tardo EMBOLISMUS intercalazione con Embolismàle, i composti
medici Embolectomìa (suff ECTOMIA dal gr EKTOME “resezione”).
Similmente al termine Sìmbolo dal lat SUMBOLUM già gr SYMBOLON
composto dal pref SYN con-insieme e il suff BOLO. Il Simbolo, infatti, era
in origine una delle parti perfettamente combacianti di un oggetto; il
possessore di questa, ovvero del simbolo, era così identificato insieme a chi
aveva le altre parti, ovvero, gli altri simboli. Dal significato corrente di
“elemento
rappresentativo”,
l’ital
conta
Simboleggiàre
con
Simboleggiamènto e Simboleggiatura, ed ancora Simbolicità, Simbòlico,
Simbolìsmo con
Simbolìsta e Simbolìstico, Simbolizzàre con
Simbolizzaziòne; infine, Simbologìa con il snm Simbòlica “scienza che
studia i simboli e la loro utlizzazione”, e Simbòlogo “lo studiosoricercatore”.
Esiste l’omn gr BOLOS palla di terra svoltosi nel lat BOLUM grossa
pillola cui l’ital Bòlo “cibo masticato e insalivato” pronto per essere
deglutito; con valore anche di “ostruzione alla gola”, di “miscela argillosa”
fedele al gr eppoi di “pillola” direttamente dal lat. Bòlo è ancora adottato in
medicina cui la locuzione Bolo cortisonico “flebo terapeutica”. Nel
significato di “miscela argillosa” si conta il composto Bolarmèno o
Bolarmènico, riferito alla regione di provenienza, l’Armenia.
\ Bis
Prefisso intensivo Prefisso sottrattivo
Esiste un aggettivo lat BINI a due a due, cui Bìno, ricavato dall’inc con BIS,
962
con il percorso Binàre cui Binàto, Binatòia, Binatòio, Binatrìce, Binatùra e
Binaziòne, Binària (stella), Binàrio “due per volta”, Bìnodo (col gr HODOS
strada); ne è derivata una congrua serie composta, cui Binauràle (con
AURIS orecchio), sovente ridotto a Bi, cui i prefissati Abbinàre con
Abbinamènto e Combinàre con Combinaziòne e un glb russo KOMBINAT
“complesso industriale” (tanto per ricordare l’area comune indoeur);
Combìno questo un termine gergale che sta per “ricevimento combinato”.
L’ital conta ancora un Kombu adattato dal giapponese e che indica una
nutriente alga ricca (combinata) di Sali minerali e vitamine; la connessione o
una sovrapposizione appare esplicita.
BIS è l’avverbio numerale lat, ricopiato nell’ital Bìs, identico nelle aree ind,
gr, ger, arm, da una primitiva forma DWIS, cui Bissàre e il pref BIS BI per
composizioni quali Bicameràle, Bidimensionàle con Bidimensionalità,
Bidirezionàle, l’esot Bièlla, attraverso il franc BIELLE che vale “due
cerniere” con Sbiellàre (pref S sottrattivo); il toponimo Biella, cui Biellèse,
pare sia un corruzione dall’ant Bugella già citato questo nell’826.
Il pref BIS è indicato con Prefisso intensivo poiché estende il termine a cui è
saldato quali Biscotto, Bisnonno, Biscroma, Bisdrùcciolo, analogamente a
EXTRA IPER, STRA… diversamente dal Prefisso sottrattivo come DE DIS
ES IN (negativo) e S.
Il percorso continua con Bièrgolo (col gr ERGON lavoro-forza), Bìfora “due
finestre”, Biènnio e Biènne dal lat BIENNIUM (suff lat ENNIS anni) cui
Biennàle (doppio suff ALE aggettivante), in correlazione con Triènnio,
Quadriènnio, Quinquènnio italianizzato Cinquènnio cui Quinquènne o
Cinquènne con Cinquennàle o Quinquennàle… Quindicènnio o Quindènnio
da QUINQUENNIUM “il tempo di quindici anni” cui Quindicènne.
\ La locuzione storica Biennio rosso riguarda le vicende rivoluzionarie contadine e
operaie svoltesi dal 1919 al ’20.\
Di voce nordica FEMTEN quindici (norvegese e danese) e che indica 10-15,
l’ital conta un smbolo f che rappresenta l’esot pref matematico FEMTO.
Bifòrca con Biforcùto “due forche” che vale Bidènte con Bidentàle,
Bieziòne o Biieziòne (con Ieziòne) cui Biettìvo o Biettìvo ancora Bigiettìvo,
Bifacciàle, Bifamiliàre, Bifàse, Bifenìle o Difenìle (mantenendo la forma
primitiva DWIS, con Fenile), Bìfero (con il lat FERRE portare, che fiorisce
due volte all’anno), Bifilàre, Bifocàle, Biforcàre (dividersi in due come una
forca) cui Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra, Biforcaziòne e Biforcùto,
Bifòrme, Bifosfonàto (con un derivato da Fosfonio questo da Fosforo),
Bifrònte (dal lat FRONS fronte, faccia) il cui termine definisce anche una
parola che abbia un diverso senso compiuto se letta alla rovescia, quale
Acetone-Enoteca, da non equivocare con Palindromo (Ved Pref PALIN… in
Cammeo…), Bifùne, Bifunzionàle, Bìgaro o Bìghero (guaina a doppia
cucitura), Bigiornalièro o Biquotidiano, Bigonadìsmo (col derivato da
Gonade), Bilabiàle con Bilabiàto, Bilàma, Bilàmina con Bilaminàto,
Bilateràle con Bilateralìsmo, Bilateralità e Bilàtero, Bilineàre con Bilìneo,
Bilobàto con Bilòbo, Bilocàle con Bilocaziòne, Biloculàre (due loculi),
Bilùce, Bilùstre (due Lustri, dieci anni), Bìmane o Bìmani o Bìmano,
Bimàrce, Bimàre (bagnato da due mari), Bimèmbre o Bimèmbro, Bimensìle,
963
Bimestràle da Bimèstre (con il lat MENSIS mese), Bimetàllico da Bimetàllo,
Bimillenàrio, Bimolecolàre, Bimotòre, Binòmio “due nomi” con Binomiàle,
Binucleàto, Bioccupàto, Bioculàre, forse Biòva (forma di pane, nel senso di
due forme ovali), Biovulàre, Bipàla, Biparietàle, Bìparo (con il lat PARERE
partorire come in Viviparo), Bipartìre, l’esot dall’ingl Bipartisan (approvare
una legge parteggiando dagli schieramenti opposti alla maggioranza, da
PARTISAN partigiano), Bipartìtico con Bipartitìsmo, Bipartìto,
Bipartiziòne, Bipassàre e Bipàsso con un omn Bipàsso dall’ingl BYPASS,
Bipennàto, Bipennatopartìto (cn il lat PARS parte), Bipennatosètto (con il
lat SECTUM tagliato), Bipiàno (per accezione “autobus a due piani”,
diverso dal Biplano “aereo a due piani d’ali”), Bipiràmide, Biplàcca,
Bipolàre con Bipolarìsmo, Bipolarità e Bipolarizzaziòne, Bipòlide (col gr
POLIS città, vale doppia cittadinanza), Bipòlo, Bipòsto, Bipropellènte,
Biquadràtico, Biquotidiàno o Bigiornaliero, Bireattòre, Birettificàto,
Birifrangènza, Birifraziòne, Birotòre, Bisaccàride, Bisàrca (col fig Arca
“autocarro a due piani”), Bisarcàvolo (padre dell’arcavo) con Bisàvo e
Bisàvolo, Biscànto (doppio cantone), Biscàrto, Biscròma (termine musicale
che vale “due semicrome”), Biscugìno (di secondo grado), Bisdrùcciola
(parola) e Bisdrùcciolo (accento), Bisecàre con Bisecànte questo snm di
Bisettrice, Bisecolàre, Biseggiovìa, Bisègolo (col dim di Sega), l’esot Bisèllo
con Bisellàre dal franc BISEAU doppio angolo, Bisèmico, Bisènso,
Biservìzi, Bisessuàle con Bisessualità (snm di Ambisessuale con
Ambisessualità) con Bisessuàto, Bisèsto o Bissèsto, Bisettimanàle, Bisètto
con Bisettòre, Bisettrice e Biseziòne (col lat SECTUS tagliato), Bisèx,
Bisfenòide, Bisfenòlo, Bisgènero (conige della nipote), Bisìllabo con
Bisillàbico, Bislingua (botanica), Bisnipòte, Bisnònno, Bisolfàto con
Bisolfìto e Bisolfùro, Bistàbile, Bisòlco meglio Bisùlco (con il lat SULCUS
solco) e Bisulcàre, Bisuràto (con il lat URERE bruciare, lo si ritrova nella
locuzione magnesia bisurata), Bitagliènte, Bitangènte, Bitartràto, Bitemàtico
e Bitematìsmo, Bitemporàle, Biternàto, Bitonàle con Bitonalità, Bitòrso col
dim Bitòrsolo e la variante Bitòrzolo con Bitorzolùto, Bitùrbo, Biunìvoco
con Biunivocità (un elemento di un insieme corrisponde a un elemento di un
secondo insieme), Biurèto (da Urea), Bivàlve (da Valva) con Bivàlvi (Classe
di molluschi), Bivòmere.
Bivalènte, con Bivalènza, questo dal lat inv VALERE star bene svoltosi da
una rad WELE prendersi cura, cui il saluto romano VALE.
Bisbètico è un termine che sorge dall’influenza di BIS nella composizione gr
AMPHISBETIKOS cammina da due parti con BAINEIN andare; dove il
pref AMPHI-S ambi viene addirittura sostituito da BIS, quindi BISBETIKOS svoltosi in due volte litigioso sino all’attestazione corrente. Il
termine appare nella traduzione ital di un opera di Shakespeare “La bisbetica
domata” i cui protagonisti sono Petruccio e Caterina.
Bisbòccia, con Bisbocciàre e Bisbocciòne, è l’esot dal franc DEBAUCHE
baldoria, anche questo, però, influenzato dal BIS che va a scalzare il DE con
un passaggio da Disboccia.
Bisàccia “doppio sacco”, questo omologismo dal semitico SAQ stoffa
grezza, cui il lat SACCUS e l’ital Sàcco con il fem Sàcca “bisaccia” svoltosi
964
fig in “insenatura marina” o “rientranza del terreno” cui vrs il toponimo
veneto Piove di Sacco ed anche “forma anatomica” cui Sàccolo o Sàcculo
con Sacculàre, eppoi Saccàia, Saccàrdo, questo col suff ARDO vale in senso
spregiativo portatore di sacchi (facchino), Saccheggiàre con
Saccheggiamènto, Saccheggiatòre e Sacchèggio, Saccherìa, i dim Sacchètta
e Sacchètto, Sacchettatrìce, Sacchettifìcio, Saccòccia, Saccocciàte, Saccàta e
Saccàto, Saccatùra, Saccòccia con Saccocciàta, l’accr Saccòne, un Sàccu
attraverso il sardo, e i prefissati Insaccamènto, Insaccàre, Insaccàta e
Insaccàto, Insaccatòre, Insaccatùra, Insacchettàmento, Insacchettàre e
Insacchettatrìce, i composti Saccifòrme, Saccofaringifòrmi (Ordine di pesci
abissali), Saccapàne, Saccomànno (uomo col sacco, ovvero brigante) con
Saccomannàre, Saccopelìsta o Saccapelìsta dalla locuzione Sacco a pelo.
Dal lat SACCUS, lo sp ha tratto SACAR cavare (dal sacco) cui RESACAR
tirare su e il devb RESACA svoltosi nell’esot Risàcca.
Il lat conta il proprio ZABERNA per bisaccia che, transitando dal franc in
GIBERNE, è rientrato quale esot Gibèrna. Dal franc FAQUIN sacco, già ol
VAK, l’ital avrebbe ricalcato l’omologismo Facchìno con Facchinàggio e
Facchinàta; da altre analisi, il termine deriverebbe dall’ar FAGIH portatore
di colli ma pare che la semant originale lo indicasse quale “mediatore”.
In percorso prefissato Affacchinàre (AD allativo) e Sfacchinàre con
Sfacchinàta (S intensivo).
Dal franc ant BOLGE valigia, d’origine celt, cui il lat BULGA, l’ital conta
l’omologismo Bòlgia già “borsa, tasca” col dim Bolgètta e il glb ingl Budget
“disponibilità finanziaria” cui Budgeteer “l’esperto” con l’omologismo
Budgetàrio e la locuzione Low budget “a basso costo” con LOW basso;
Bolgia s’è attestato fig nel significato corrente di “fossa” dalla locuzione
Bolgia infernale, grazie a Dante. Dal termine ar WALI HA sacco di grano
l’ital conta l’omologismo Valìgia (plur gie), cui Valigiàio, Valigerìa, il
prefissato Svaligiàre con Svaligiamènto, Svaligiatòre (S sottrattivo).
Termini alieni nel percorso BIS, Bismàlva questo ellittico del lat
HIBISCUS MALVA ibisco malva, Bismùto dal lat BISEMUTUM dal ted
WISSMUT cui Bismutìna, Bismutinìte, Bismutìte; eppoi Bisnàga attraverso
lo sp BIZNAGA cui il lat PASTINACA inv nell’ital Pastinàca “erba delle
ombrellifere” con radici simili alla carota ed anche “pesce dei Dasiatidi”.
Pref intensivo di BIS è BAR rintracciabile in Bardosso (Ved Groppa in
Gualchiera…) e Barùffa omologismo composto con Ruffa, Barullàre questo
composto di BAR e Rullare, Bernòccolo questo composto col pref BAR
adattato in BER e l’omologismo Nòcca o Nòccola attraverso il toscano, dal
long KNOHHA giuntura con il dim Nocchìno cui Nocchiolàre, Nòccola cui
Noccolùto, con ancora Gnòcco, meglio Gnòcchi, transitato dal veneto
Gnoco, col volg fig Gnocca “vulva”, eppoi il composto Dinoccolàre
“rompere le giunture” con il rassicurante fig Dinoccolàto “ agile-sciolto”. In
connessione con il long KNOHHA, il ted conta KNODEL cui l’omologismo
Canèderlo “sorta di grosso gnocco”.
CAMBIALE
Il termine Cambiàle adottato nel XVIII sec, snm di Pagherò (dal
XVII sec) o Tratta, derivato di Cambio, questo devb di Cambiàre dal
965
tardo lat volg inv CAMBIARE d’origine celt, è la carta-documento
di cambio dell’uno (oggetto) con l’altro (denaro), più semplicemente
“carta da cambiare in denaro”, e Cambiàle è anche una banconota,
un assegno, una Carta di credito; è solo questione di tempo, oltre
all’adozione di Cambiàle in anatomia e botanica quale aggettivo
relatico al cambio cellulare. In percorso, Cambiàbile, Cambiamènto,
l’aggettivo Cambiàle e il sostantivo “bancario” Cambiàle cui
Cambiàrio,
i
composti
Cambiacasàcca,
Cambiadìschi,
Cambiamonète, Cambiatensiòne, Cambiavalùte cui Cambìsta.
L’ital conta ancora i prefissati Concambiàre (Cum associativo) e
Concàmbio, Contraccambiàre e Contraccàmbio, Intercambiàbile con
Intercambiabilità e Inrtercàmbio, Ricambiàre (RI iterativo) con
Ricambiàbile, Ricàmbio e Ricambìsta. Scambiàre (S sottrattivo) con
Scambiàbile, il dim Scambiètto con Scambiettàre, Scambièvole con
Scambievolèzza e Scambievolmènte.
Attraverso il franc CHANGER dal lat CAMBIARE, l’ital conta
Cangiàre con Cangèvole, Cangiàbile, Cangiamènto, Cangiànte e
Càngio, sovente in relazione ai colori.
Scambiare ha un ant progenitore in PRETERE dalla rad PRET
scambiare, cui Interpretàre con Interpetràre in metatesi e
Interpretàbile,
Interpretànte,
Interpretariàto,
Interpretatìvo,
Interpretatòre, Interpretaziòne, Intèrprete o Interpètre in metatesi; dal
gr ant TARGIUMAN interprete, connesso all’ar TURGUMAN, il
moderno ha tratto DRAGUMANOS, cui l’omologismo ital
Dragomànno. I greci, superata la cultura dello scambio-baratto
(PRET) avrebbero utilizzato PERNEMI vendere.
Dalla rad PRET, il percorso conta ancora Prègio con Pregiàre e
Pregèvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE,
dal lat volg PRESGIO dal class PRETIUM cui anche il prefissato
Sprèto “dispregio” e, in complanare, Prèzzo o Prèzio con Prezzàre o
Preziàre ed ancora Prezzàrio o Preziàrio, Preziòso con Preziosìsmo e
Preziosità, Prèzza che vale Apprezzamento, Prezzàbile, Prezzàto,
Prezzatòre, Prezzatrìce e Prezzatùra; con i pref, Apprezzàre con
Apprezzàbile, Apprezzamènto, Apprezzàto e Apprezzatòre,
Dispregiàre con Dispregèvole, Dispregiatìvo, Dispregiatòre e
Disprègio, Disprezzàre con Disprezzabile, Disprezzamènto,
Disprezzatìvo, Disprezzàto, Disprezzatòre e Disprèzzo, Sprezzàre
con Sprezzànte, Sprezzamènto, Sprezzatòre, Sprezzatùra e Sprèzzo,
Spregiàre con Spregèvole, Spregevolèzza, Spregiatìvo, Spregiàto,
Spregiatòre e Sprègio. Preziòso è dello stesso percorso di PRETIUM
dall’aggettivo lat PRETIOSUS; il gr conta KEIMELION cosa
preziosa, cui il lat CIMELIUM, l’ital Cimèlio.
966
Niente a che fare col percorso etim di Prète, questo dal lat
PRE(S)BYTER, dal gr PRESBYS anziano, cui Prèsbito “anziano
officiante” oggi "sacerdote” Presbiteràto, Presbiterianèsimo o
Presbiterianìsmo, Presbiteriàno, Presbitèrio “consiglio degli anziani”
e parte della chiesa ad esso riservata, sopraelevata e che circonda
l’altare, Presbiacusìa o Presbiacùsi (col gr AKOUSIS udito) “sordità
degli anziani”, Presbiofrenìa (col gr PHREN mente) “demenza
senile”, Prèsbite e Presbiopìa “vista da vecchi” su calco di Miopìa,
cui Mìope, questo una composizione gr di MYO chiudo da MYEIN
chiudere e OPS sguardo cui il suff OPIA. Il termine corrente Prete è
l’esito di una mutazione dal volg Prèvite che con la lenizione totale
della v diventa Preite per attestarsi in Prete semplificando il dittongo.
In percorso, Pretèsco e il prefissato Spretàre, meglio Spretàrsi, con
Spretàto.
SCAMBIO
Il termine Scàmbio “le due parti, l’uno e l’altro” è il devb di
Scambiare “l’uno (con) per l’altro”. Adottato scientificamente, esiste
la locuzione Scambio ionico, questo tra atomi o molecole caricatisi
negativamente (Anione) con quelli caricatisi positivamente
(Catione). Lo Scambiatòre, poi, è un termine tecnico in uso dal 1949
cui la locuzione Scambiatore di calore utilizzato nelle centrali
nucleari per produrre vapore atto ad alimentare le Turbine, e al fem
quale Resine scambiatrici (di ioni); diventa un termine sociale nella
locuzione Parcheggio scambiatore, che indica dove è previsto si
cambi il mezzo di trasporto, per accezione l’auto con un mezzo
pubblico, allo scopo di contenere il traffico.
Altro risvolto sociale e Scàmbio con Scambìsmo “relativo alle
coppie per fini sessuali” neologismo diffuso esplicitamente dal 2001,
ma già in uso a seguito del Sessantotto, cui Scambìsta, questo però in
origine “termine ferroviario, postale e borsistico” già dal 1837.
Il gr conta HYPALLAGE scambio cui l’inv ital Ipàllage, quale
figura retorica con scambio di elementi nell’eneunciato,
sconvolgendo il rapporto logico /…/ a trionfare da morir palpiti /
per la rabbia brutita dal ghetto /…/ da “Alla cornice” (SA) invece di
/…/ palpiti da morire a trionfare per la rabbia brutita dal ghetto /…/ .
Da non equivocare col Chiàsmo, o Chiàsma, cui Chiasmàtico, dal gr
KHIASMOS a forma di croce riferito alla lettera X (KHI), figura
retorica che vuole l’inversione “a croce” di due membri vicini /…/
odo greggi belar muggir armenti /…/ (G. Leopardi) invece di /…/
odo greggi belar armenti muggir /…/ o /../ odo belar greggi muggir
armenti \\
Il termine Chiasmo è adottato in archeologia, anatomia ed in biologia
967
cui il composto Chiasmodòntidi “Famiglia di pesci” (con ODUS
ODONTOS dente).
L’ingl conta SWAP scambio cui la locuzione glb Swap party
“ricevimento-incontro per scambiarsi capi d’abbigliamento”
\ Variare
Snm di Cambiare è Variàre da lat VARIARE, questo denm da VARIUS cui
Vàrio e Vàio “ di colore tendente al nero” con afonia della r cui, da questo,
il percorso Vaiòlo con Vaiolòso, Vaiolizzaziòne e un generico Vaiolàto con
Vaiolatùra, il prefissato botanico Invaiàre con Invaiatùra. In vrs connessione,
i termini Varìce e Varicòso, dal lat VARIX dilatazione di vena, forse
sovrapposti al sct HIRA vena, ma è solo un’idea. Direttamente da Vario,
inoltre, Vairòne “sorta di pesce” metatetico da Variòne dal lat VARIONEM,
Variàbile con Variabilità, Variamènto, Variànte con Variantìstica, Variànza,
Variàto, Variatòre, Variazionàle, Variaziòne, Varietà, con il prefissato al
negativo IN Invariàbile con Invariabilità, Invariànte con Invariantìvo,
Invariànza e Invariàto, col prefissato Disvàrio nel senso di “diversità” ;
eppoi dall’ancora tardo lat VARIOLA da VARIUS variegato cui Variolàto.
Varicèlla, invece, è l’esot franc VARICELLE falso dim di VARIOLE
vaiolo. Infine, i prefissati Divariàre e Divàrio (pref DI intensivo),
Svariamènto, Svariàre, Svariatèzza, Svàrio, Svariòne “errore grossolano” e
le composizioni con VARIO quali Variòmetro, Variopìnto, Varistòre
(ellittico da Variabile resistore). Ancora, Variegàre e Variegàto dal lat tardo
VARIEGARE col suff durativo tratto da AGERE guidare-condurre.
\ Culla
Suffisso ACCHIO ACCHIARE
Dal dim lat CUNULA di CUNA deriva il termine Cùna col snm Cùlla (già
dal 1277); altro snm è Zàna o Zàina (dal 1500) fig attraverso il long ZAINA
cesta e da questo Zanàio o Zanàro, Zanaiòlo e Zanàta “quantità compresa
nella cesta”, il dim Zanèlla (metà del ‘600) questo con l’omn moderno
Zanèlla (XX sec) “sorta di tessuto” d’etim non rintracciato. In connessione
dovrebbe esserci Zànga (epentesi locale o dialettale della g) col dim
Zàngola “catino di legno” (metà del ‘500) cui Zangolatòre e Zangolatùra e
un accr veneziano in Zangòne col valore di “cosa storta”.
In volg siciliano Nàcca indica la Culla, dal gr NACHE (nachè), con il
risvolto religioso nella quale è deposto il Corpo del Cristo.
La culla trasportata in equilibrio sul capo dalle donne è volg chiamata
Drocchia, vrs da un’antica rad che avrebbe condotto al gr DROMOS, tema
di DRAMEIN correre; pertanto, la locuzione volg Figlje’n’drocchia
significherebbe “figlio dentro una piccola culla mobile”, speculare
dell’incedere della madre, discriminata dal carrozzino che è invece
trascinato, espressione metaf attestatasi in “figlio di donna abile”. Drocchia
apparterrebbe ai lemmi con il suff del tema ACCHIO, dal lat ACULUM (lo
stesso che ha dato il suff AGLIO), che vale dim-spregiativo, vrs connesso
col suff ACCIO da ACEUS per “somiglianza” in senso peggiorativo cui
l’albero del Pistàcchio (Pistaccio), questo con i frutti assomiglianti alle olive,
dal lat PISTACIUS (PISTACEUS) già gr PISTAKION, con Pistacchiàta e
968
Pistacìte (suff ITE per minerali, vale fig “verde come il pistacchio”), la
locuzione fig Non valere un pistacchio questa già in auge nel ‘200;
ACCHIO è quasi sempre saldato al suff accr ONE o OTTO cui
Furbacchiòne, Orsacchiòtto. Nei verbi è usato in ACCHIARE quale suff
attenuativo, come in Sforacchiàre da Forare, Rubacchiàre da Rubare.
Acchiare è il verbo volg (sud Puglia) che vale sia Cercare sia Trovare, a
seconda del senso dato alla frase; Acchiatura, infatti, è una voce dialettale
che si rifà alla desinenza del Pf lat e pertanto varrebbe “la cosa da trovare o
da cercare”, ma s’è attestata nel mito popolare, riducendosi a sostantivo,
come moltissimi altri derivati ital dal Pf lat, quale “cosa (la ricchezza)
trovata”, per accezione mitica nelle grotte.
Il lat conta AFFLARE-APPLARE nel senso di Toccare e quindi di “trovare”
poiché “una cosa toccata è trovata”; vrs il volg Acchiare è una corruzione da
APPLARE, tenendo conto che parole come Pianura diventano Chianura da
un’alterazione mer del gruppo sillabico PLA/PLO in CHIA/CHIO.
In percorso si avrebbe Scacchjare “scegliere” quale Acchiare con pref SCI.
Il termine pugliese potrebbe essere vrs correlato con Acchìto (il “primo
colpo” dalla terminologia del gioco del biliardo) cui Acchitàre, la locuzione
Di primo acchito, attraverso il franc ACQUIT di ACQUITTER liberare,
connesso con il lat ADQUIRERE, pertanto Acchiare varrebbe “liberare
(acquisire con la ricerca)” con Acchiato “liberato-acquisito-trovato” ed
Acchiatura “la ricchezza che è stata liberata (acquisita-trovata)”.
\ “L’acchiatura” operaprima SA, Ed. P. L. Rebellato 1976 \
Esiste un Acchittàto nel senso di “abbigliato con ricercatezza” d’etim
considerato dubbio, in uso dalla metà del XX sec, da un ipotetico AcchittàreAcchittàrsi; nulla toglie che sia in percorso con Acchiare “acquisire con la
ricerca”.
In complanare al lat Acchiatura “cosa trovata”, esiste l’omologismo
Serendipità, dall’ingl SERENDIPITY relativo a Serendip ant nome dell’isola
di Ceylon, termine coniato da H. Walpole (1717\1797) che sta, con una
leggera sfumatura, “il trovare una cosa non cercata, ovvero imprevista,
mentre si cerca altro”.
\ Suffissi ACCIO AZZO ASSO GIRE
ACCIO AZZO *ASSO
Quale suff di valore accrescitivo e di somiglianza (assimilato) in senso
peggiorativo, ACCIO è dal lat volg ACJUS già class ACEUS, cui
Cipollàccio, Donnàccia, Figuràccia, Legàccio, Ragazzàccio. L’omologismo
Strofinàccio è dal long STRAUFINON sfregare, un devb al quale è stato
posto il suff ACCIO, in percorso con Strofinàre, Strofinamènto, Strofinàta,
Strofinìo e l’avverbio Strofinòni, connesso col got STRAUPON e da questo
Stropicciàre, Stropicciamènto, Stropicciàta, Stropicciatùra, Stropiccìo,
Stropicciòne; il sett conta uno Sgurare col valore di “strofinare (per pulire)”
vrs una estensione volg di Sturare (pulire da uno otturamento).
ACCIO s’è attestato nel toscano AZZO preferendo un senso iterativopeggiorativo, cui Amoràzzo, Pupàzzo questo dal lat PUPA bambina-
bambola, d’origine onomatopeica P P.
Il suffisso ereditato nella cognomastica, pertanto, come in Antonazzo, può
969
intendersi relativo ad un ant soprannome “Antonaccio” di Antonio, in senso
accrescitivo per la mole, o in senso peggiorativo, per l’indole e fama, come
nello storico Lorenzaccio; invece, come in Cappellazzo e Guerrazzi, può
intendersi “assimilato alla famiglia”, in questo caso dei Cappello e dei
Guerra, nel senso di “adottato”.
Il suff ha assunto ancora la forma di *ASSO, cui Smargiàsso (adottato da
XVII sec) dal gr SMARAGEO faccio rumore (per nulla) cui Smargiassàta e
Smargiasserìa, un snm di Gradasso (questo coniato in contemporanea).
GIRE
Il secondo membro (A)GIRE è dall’infinito lat IRE andare, già gr EIMI, di
rad EI con la consonante analogica iniziale G, cui Agìre da AGERE spingere
attraverso il franc AGIR, Agitàre inv dal lat AGITARE intensivo di AGERE
cui Agitàbile, Agitamènto, il sostantivo Agitàta, il Pp aggettivato Agitàto,
Agitatòre, Agitatòrio, Agitaziòne, Agitazionìsmo, la composizione Agitpròp “agitatore propagandistico” inv dal russo AGIT-PROP questo ellittico
della locuzione OTDEL AGITACII I PROPAGANDY Sezione per
l’agitazione e la propaganda (comunista); eppoi, Reagìre (pref RE
d’inversione) cui Reagìbile con Reagibilità e Reagìna, Reagènte con
Reagentàrio; Reaziòne con Reazionàre e Reazionàrio, è la composizione di
Reagire con Azione, cui Reattivo con Reattività, Reattànza (sovrapposto a
Induttanza) e Reattòre questi transitati dal franc REACTIF e REACTEUR.
Termine alieno l’omologismo Reiziàno (pron raiziano) relativo al filologo
ted F. W. Reiz (1733/1790); eppoi Transìgere da TRANS AGERE svoltosi
in TRANSIGERE “spongere, cacciare attraverso” con Transigènza e gli
opposti Intransigènte e Intransigènza
Il percorso conta l’inv dal lat Ire-ìre con Istmo-ìstmo, cui un toscano Ismoìsmo, e il relativo Istmico-ìstmico, dal Pp ITUS di IRE già sct ITÀ, gr ITOS
sovrapposto al gr EIMI, eppoi l’inv Iter dal lat ITER viaggio con
ITINERARI viaggiare cui Itinerànte, Itineràbile, Itineràrio, e da ITERUM
per la seconda volta il verbo ITERARE ripetere cui Iteràre, Iteràbile,
Iteratìvo, Iteràto, Iteratòre e Iteraziòne; da non inserire nel percorso Item inv
dall’ingl ITEM (pron aitem o item) che in linguistica vale “termine
particolare” con l’omn Item dal lat ITEM da ITA con valore di ”parimenti –
similmente”.
Il percorso lat IRE prosegue con il prefissato Reiteràre cui Reiteraziòne che
nelle figure retoriche indica la ripetizione di un concetto con parole diverse,
Reiteràto e Reiteratamènte nel senso di “ripetere ancora-più volte”, ma il
prefissato Reiterativo occorre usarlo correttamente per non trasformarsi in
un pleonastico rispetto ad Iterativo; prosegue ancora con il prefissato
Redìre, snm di Ritornare, o Reddìre (desueto) con la variante Rièdere, dal
lat REDIRE (RED IRE). Eppoi, Ito-ìto dal Pp ITUS di IRE, cui il volg
romano d’oggi Ito “andato” e, col pref associativo CUM IRE andare
insieme, cui rielaborato in COIRE e il Pp COITUS cui COMITIUM
adunanza e l’ital Comìzio 1 con Comiziàle e Comiziànte, Comitàto
“giurisdizione” da COMITATUS entrambi dal lat COMES compagno cui il
denm COMITARI che col pref COM diventa CONCOMITARI
accompagnare cui Concomitàbile, Concomitànte e Concomitànza.
970
Il percorso continua con Cèto cui Cetuàle da COETUS Pp di COIRE ovvero
CUM IRE andare insieme, cui Coìre e Còito con Coitàle dal Pp COITUS, la
locuzione inv dal lat COITUS INTERRUPTUS coito interrotto, infine
Còmito e Comitìva. L’omn Comitàto “ente collettivo” è dovuto al transito
dall’ingl COMMITTEE e dal franc COMITE del lat COMMITTERE
affidare Attraverso il franc RANG ceto-grado sociale, già gotico HRING
anello-circolo, l’ital conta l’omologismo Ràngo con il prefissato Arrangiàre
con Arrangiatòre attraverso S’ARRENGER adattarsi; fuori percorso
Ràngola “respiro affannoso” d’etimo non trovato ma si può vrs supporre una
sovrapposizione di GULA gola con Rantolo.
In connessione con il significato di HRING anello l’ital conta Ranghinatòre
“macchina agricola”.
Rango, ancora, vale “schiera” cui la locuzione Uscire dai ranghi, vale
“suddivisione in classe dei vascelli militari”, vale “posizione di un dato
statistico” e infine “ordine matematico”
Dal gr DRAO agisco è stato tratto DRASTIKOS efficace, cui è pervenuto in
eredità il termine praticamente inv Dràstico.
Tornando al lat IRE andare, con il pref IN è nato INIRE entrare-cominciare
cui Inìre. Col pref EX il lat conta EXIRE cui Uscìre, un desueto aferetico
Scìre e il toscano Escìre con Escìta, eppoi Uscìta, Uscitìccio, il desueto
Uscitùra, Usciòlo o Usciuòlo; in ital ne utilizziamo i rarissimi Ppres per
Ineùnte “che ha principio, entrante” e Exeùnte “che ha termine, uscente”.
Termine alieno Uscio (Ved Ora…).
Nella coniugazione, il verbo Uscire mantiene la forma del toscano Escire,
così nel Pres indicativo esco-esci-esce-usciamo-uscite-escono, nel Pres
Congiuntivo
che
io(tu-egli)esca…usciamo-usciate-escano
e
nell’Imperativo esci-uscite.
Col pref TRANS TRANSIRE passare cui Transitàre (da TRANS ITUS),
Transitìvo con l’opposto Intransitìvo, Trànsito, Transitòrio, Transiziòne.
\ I verbi italiani si classificano in Verbi transitivi e Verbi Intransitivi, i primi
richiedono il Complemento oggetto snm di Complemento diretto, il secondo un
complemento adeguato. Il verbo transitivo è chiamato Transitivo assoluto se il
complemento oggetto è sottinteso.
Una confusione linguistica deve pur esserci se verbi transitivi quali Assolvere,
Compatire, Agognare, Sposare, Vigilare e Interessare appaiono sovente riportati
intransitivi, e verbi intransitivi quali Operare, Stupire, Inneggiare, Echeggiare,
Accudire, Plaudire e Marcire appaiono riportati transitivi. \
Col pref SUB c’è venuto Subìre col Pp Subìto, transitato dal franc SUBIR, e
Subitàneo o Subitàno da SUB ITUS Pp prefissato di IRE andare con Sùbito
(da non equivocare col Pp Subìto di Subire) e Subitèzza.
Termine alieno sia di CUM IRE andare insieme e di COMES compagno,
erronemante considerato in derivazione, è il prefissato Compàgno, poiché,
nella realtà etim, Compagno vale CUM PANI, ovvero “colui che ha il pane
in comune”, diversificato da Companàtico che vale “ciò che va col pane”; in
percorso, Compagnèvole, Compagnìa, Compagnòne, i doppi prefissati
Accompagnàre (AD allativo) con Accompagnàbile, Accompagnamènto,
Accompagnatòre, Accompagnatòria, Accompagnatòrio, Accompagnatùra,
Accompàgno cui la locuzione Bolletta d’accompagno, termine peraltro
971
attestatosi in “funerale” e oggi “identità spettante a chi assiste una persona
non autosufficiente” e pertanto snm di Accompagnamento con le locuzioini
Identità d’accompagnamento o Identità d’accompagno, Discompagnàre
(DIS separativo), Raccompagnàre o Riaccompagnàre (RI iterativo con AD
allativo), Scompagnàre (S sottrattivo) con Scompagnàto, Scompagnatùra,
Scompàgno,”estraneo”.
Il Compagnuccio della parrocchietta è tra i personaggi creati e interpretati
da Alberto Sordi.
\ Nell’accettare il lemma Compagno-Compagna “il pane in comune”, ovvero
“interessi famigliari”, quale snm di Coniuge, si dovrà allora adottare Scompagnàre in
un snm di “separare-divorziare”. \
Snm di Compagno è Sòcio, da rad SEKH svoltosi nel sct SAKHA
compagno, cui il lat volg SOCJETAS e SOCJUS questi dal class
SOCIETAS e SOCIUS, l’ital Sòccida con Soccidàrio e Sòccio, Sociàbile
con Sociabilità, Sociàle, il politico Socialìsmo con Socialìsta, Socialìstico,
Socialistòide e i composti Socialcomunìsmo con Socialcomunìsta,
Socialdemocrazìa con Socialdemocràtico, eppoi Socialità, Socializzàre con
Socializzaziòne, Socialmènte, Società, Societàrio, Socièvole, questo con suff
ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, con Socievolèzza, Sòcio, Sociologìa
e, con i pref, Assocciàre (AD SOCJUS), Associàre con Associatìvo cui
Associativìsmo, Associaziòne e Associàto (AD SOCIUS), Consociàre,
Consociatìvo cui Consociativìsmo, e Consociàto, Dissociàre e Dissociàto
con Indissociàbile (doppio pref IN negativo). Il pref SOCIO per
composizioni quali Socioanàlisi, Sociobiologìa con Sociobiològico e
Sociobiòlogo, Sociocultutàle, Sociodràmma, Socioeconòmico, Sociogènesi
con Sociogenètico, Sociogeografìa con Sociogeogràfico, Sociogràmma,
Sociolètto (ellittico di Sociodialètto), Sociolinguìsta con Sociolinguìstica e
Sociolinguìstico, Sociologìa con Sociològico, Sociòlogo e Sociologìsmo,
Sociometrìa, Sociopatìa con Sociopàtico, Sociopolìtico, Sociosanitàrio,
Socioterapìa.
Altro snm di Compagno e Socio è Sodàle dalla rad SWED compagno cui
Sodalìzio. Termini alieni Socianèsimo o Socianìsmo con Sociniàno relativi
al sociologo L. Socini (XVIII sec).
La rad SWED sodale ampliata in SWEDH abituato avrebbe condotto al lat
SUETUS essere solito cui Assuèto e Assuetùdine (pref AD), ai correnti
Consuèto, Consuetudinàrio, Consuetùdine da CONSUETUDO e
Consuetidinàrio dal suo genitivo CONSUETUDINIS (pref CUM e suff
aggettivante IO), Desuèto (pref DE) con Desuetùdine, Inconsuèto (doppio
pref IN CUM) discendono dal lat SUESCERE abituarsi, eppoi Costùme,
questo ellittico del lat CONS(UE)TU(DI)MEN abitudine cui Costumànza,
Costumàre, Costumàto, Costumatèzza e con il prefissato in opposizione
Scostumatèzza o Scastumatàggine o ancora Scostùme, con Scostumàto;
Costùme nel senso di “foggia del vestire” vale anche “capo tipico di
vestiario”, compreso quello da mare, cui Costumìsta.
Nel percorso s’inserisce il composto Assuefacènte con Assuefàre,
Assuefàtto, Assuefaziòne, dal lat AD SUETUS FACERE.
1
Comizio vale “adunanza pubblica” erroneamente attestatosi in “discorso”; pertanto
972
“indire-presiedere un comizio” è etim corretto rispetto a “fare-tenere un comizio” nel
senso di “parlare-esprimersi”.
\ Bambola
Rispetto al snm onomatopeico Pupa, Bàmbola, invece, è il dim fem dal lat
BAMBO sciocco, cui Bàmbo o Bìmbo, Bàmbolo con l’accr Bambolòne e
Bambolòtto, il dim Bambolìna, l’accr Bambolòna, Bamboleggiàre con
Bamboleggiamènto, il dim Bambìno con l’accr Bambinòne, i prefissati fig
Abbambinàre e
Imbambinìre,
Abbambolàto con Imbambolàre e
Imbambolàto, Rimbambìre con Rimbambinìre, Rimbamimènto e
Rimbambìto, il composto Bambolifìcio.
L’omologismo Bebè è tratto dall’ingl BABY.
Dall’ingl KID bambino (fig dal significato di capretto, un po’ come l’ital
cucciolo), l’ital adotta il glb Kidult “bambinone-comportamento da
adolescente” quale composizione con ADULT adulto; ancora, conta il glb
Kidnapping “rapimento di bambini” e Kidnapper “rapitore di bambini” con
TO NAP rapire volg di TO NAB cacciare.
\ In Italia, nel 2010, ogni ora nascono 64 bambini. \
Dalla serie onomatopeica PP derivano ancora Pòppa o Pùppa “mammella”
dal lat volg PUPPA, con il fig Pòppa della nave cui Poppière e Poppièro, il
dim Poppètta e il composto Poppavìa, eppoi, nel senso semant di
“mammella, Poppaiòla o Poppatòio, Poppànte, Poppàre o Puppàre, Poppùto,
ancora Pùpa “bambola” dal lat class PUPA cui Pupàttola, il mas Pùpo con
Pupàzzo, Pupazzètto e il prefissato Spupazzàre, fig Pùpa vale “larva” cui
Pupàrio, eppoi Pùpo quale “burattino” cui Pupàro e il patologico Pupaphobìa
(il panico per burattini e marionette), un fig Pùppola “ovolo dell’olivo”.
Infine, Pupìlla 1 (fig per l’immagine ridotta che qui si specchia) con
Pupillàre, Pupìllo (dim).
La Pupilla è detta fig Bambolina poiché fissando la persona che abbiamo di
fronte ci rispecchiamo rimpiccioliti nella sua pupilla.
1
Il gr conta lo specifico GLENE pupilla, svoltosi nel significato generico di “incavo
osseo, cavità ovoidale” cui Glèna o Glène, Glenoidàle, Glenòide, Glenoidèo.
CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO
CAMMEO
Cammèo o Camèo, dal franc ant CAMAHEU d’etimo incerto, forse
legato ad un’espressione locale, indica una figura (capo) scolpita in
rilievo su pietre o su conchiglie, evidenziata dal diverso cromatismo.
Cammeìsta n’è l'intagliatore. Niente di fantastico, però, se si pensi a
far risalire il lemma Cammeo alla stessa rad del termine gr
KAMARES ceramiche, nel valore di plasmare.
\ Un’arte questa dei cammei assai diffusa fin dall’antichità: ricordiamo quelli egizi,
cretesi, micenei e greci. In epoca alessandrina, l’artista gr Pirgotele ne ideò una
collezione splendida; in epoca augustea si distinsero i cammei di Dioscuride. Dopo il
crollo dell’occidente romano, l’arte dei cammei si trasferì in oriente, per rientrare in
epoca carolingia a raffigurare il sacro. Nel Rinascimento ci fu un trionfale rifiorire del
cammeo grazie ad artisti quali Giovanni delle Opere (Firenze), Domenico Compagni
(Milano), Giovanni Bernardi (Bologna), Matteo del Nassari (Verona). Nel XVIII sec
s’irradiò la moda dei cammei a soggetto erotico; il XVIX, infine, vede il ritorno del
973
classicismo con Giovanni Santarelli, Benedetto Pistrucci, Giovanni Pichler, Johann
Natter ed altri. Famosa la “Gemma Augustea” nella collezione viennese di 20x22 cm.\
CAMMELLO
Una volta conosciuto, ispirandosi alla rad indoeur KAM curvo, per la
sua gobba il gr ha coniato KAMELOS d’etimo semita, svoltosi nel
lat CAMELUS, cui l’ital Cammèllo o Camèllo o ancora Camèlo, con
Camèlidi (la famiglia), Camelopàrdo (altro nome della giraffa, col gr
PARDALIS), Camelopècora (altro nome del Lama 1), è un lemma
inc col veneziano ant Gambelo (da Gamba), che finisce per ricalcare
il mer Cammello, scalzando finanche il toscano Cambello. In forma
fig si ha Gamèlla attraverso lo sp GAMELLA o CAMELLA già lat
CAMELLA, a indicare un recipiente a forma di gobba del cammello.
\ L’utile animale a due gobbe risulta addomesticato dal X sec aC \
Dal rad KAM curvo, il gr conta KHAMAI in basso, cui i composti
Camèdrio (Sottofrutice, con DRYS quercia), Camèfita “sorta di
pianta con gemme quasi a toccare terra” (col gr PHYTON pianta),
eppoi KHAMAIMELON melo strisciante cui il lat CAMOMILLA
inv in ital Camomìlla, svoltosi in un volg mer Campomilla
sovrapposto a Campo; fuori percorso Camembert “sorta di
formaggio” omn del toponimo franc dove è prodotto.
Dal toscano Cambello, tuttavia, perviene il derivato Cambellòtto
(Cammellòtto), il tessuto fatto con pelo di cammello. La rad rimane
comune nelle diverse lingue: Camèllo (ital lett.), Camelot (franc),
Chamelot (normanno-piccarda), Chameaux... Se soma o basto è il
carico del somaro, Fàrdo lo è per i cammelli, dall’ar FARD ciascuno
dei carichi, cui gli omologismi ital Infardàre, il dim Fardèllo con
Infardellàre.
D’altra origine è il franc FARD cosmetico da FARDER imbellettare,
cui gli omologismi Fàrda (questo anche come “catarro”) e Fàrdo.
1
Oltre a Lama “pozzanghera” e Lama “lamina”, questo termine polisemico ha ancora
due omonimi: l’omologismo adattato Làma dal tibetano BLAMA maestro vale
monaco buddista cui Dalai Lama “maestro divino” – quello in vita nel 2009 è il 14° il
quale ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Venezia - con Lamàico, Lamaìsmo,
Lamaìsta, Lamaìstico, Lamasserìa attraverso il franc LAMASERIE convento dei
lama, termine questo che provoca equivoco con l’ital articolato La masseria.
Infine, Làma questo omologismo di voce indigena americana, attraverso lo sp
LLAMA camelide peruviano; il lama non addomesticabile è indicato con Guanàco
dall’indigeno WANAKU attraverso lo sp GUANACO. Altro camelide peruviano,
simile al Lama, è la Vigògna attraverso il franc VIGOGNE questo attraverso lo sp
VICUNA (pron vicugna) di genesi quechua e che dà il nome alla fibra che se ne
ricava.
DROMEDARIO
Dal lat tardo (IV sec) DROMEDARIUS, ampliato dal gr DROMAS
DROMADOS corridore da DRAMEIN correre; quindi, Dromedàrio
cammello (ad una gobba) veloce. Da DRAMEIN, oltre ai derivati
974
quali Dròma (nautica, dal franc DROME), Dròmo (punto noto della
costa che permette una navigazione a vista), Dromòne (nave veloce,
a cento remi e a vela), è posto in suff DROMIA DROMO (da
DROMOS strada) nel significato di luogo da corsa, concorre a
comporre termini quali Ballodromìa “traettoria” (col gr BALLO io
scaglio), Cinòdromo (per i cani), Aeròdromo (per gli aerei) snm di
Aeroporto e Ippòdromo (per i cavalli) questo dal gr HIPPOS cavallo,
cui Eoìppo “cavallo primordiale” (il cui suff da gr EOS aurora sta
per “primitivo”), Ippica-ìppica con Ippico-ìppico e i composti
Hippofobìa che indica la paura dei cavalli, Ipparchìa (cavalleria
greca), Ippiàtra e Ippiatrìa (medico dei cavalli e la sua materia),
Ippobòscidi (col gr BOSKO io nutro) “Famiglia di insetti” altrimenti
detti Mosca cavallina, Ippofagìa, Ippologìa, il fig Ippòmane “sorta di
albero” snm di Manzanìglio, Ippomanzìa (divinazione attraverso i
movimenti o il nitrire dell’animale), Ippòmetro, Ippopòtamo dal gr
HIPPOPOTAMOS cavallo del fiume (gr POTAMOS fiume), la cui
vita media è di 40 anni, cui Ippopotàmidi (la Famiglia), Ippogrìfo
cavallo grifone termine fantastico coniato da Ariosto in
composizione col gr GRIPHOS enigma, Ipposidèridi (col gr
SIDEROS ferro, Famiglia di Mammiferi), Ippotècnica, Ippoterapìa,
Ippotèrio “fossile” (col gr THERION belva), Ippòtrago col
TRAGOS capra questo rintracciabile in Ammòtrago (col gr
(PS)AMMOS sabbia “capra africana di montagna”), Ippotrainàre
con Ippotrainàto, gli onomastici Filippo “amico dei cavalli” col gr
PHILOS amico, Ippocrate “che governa i cavalli”, Ippolito “chi
libera (doma?) i cavalli” col gr LYTOS sciolto.
L’ital conta un Efìppio dal gr EPHIPPION (pref EPHI sopra) “antica
sella” del valore di sopra il cavallo, cui ancora Efippiorìnco “sorta di
cicogna” dalla composizione gr EPHIPPION e RHYNKHOS
“cicogna dal becco a sella”.
Ipponàtteo (snm di Scazote e Coliambo) è dalla locuzione poetica gr
HIPPONAKTEION METRON verso di Ipponatte, questo un poeta,
vrs dal nome connesso con HIPPOS.
La gara ippica più importante durante l’anno è indicata in Inghilterra
con DERBY dal nome del suo fondatore Edward Stanley conte di
Derby (XIX sec); oggi, il termine s’è esteso per tutti gli incontri
sportivi con squadre della stessa città o regione, quali calcisticamente
Lazio-Roma e Inter-Milan.
Pròdromo, cui Prodròmico, è composto con DROMO dal gr
DRAMEIN correre prefissato PRO (davanti, a favore) che corre
prima, precursore (un snm di Corridoio d’accesso ai vani, quali
tomba, tempio, struttura tipo dolmen…), non è da equivocare con
975
Pròdomo questo termine d’architettura indicante il portico a colonne,
snm di Pronao, dalla composizione PRO e DOMO (casa), quindi
avanti casa, prima della casa (tempio), in riscontro con Opistòdomo,
la parte posteriore, col gr OPISTO da OPISTHEN indietro, esteso
dal pref OP contro, utilizzato ancora per composizioni quali
Opistobrànchi (Ordine di molluschi), Opistòcomidi (Famiglia di
uccelli, col gr KOME chioma), Opistoglìfo (sorta di serpente, col gr
GLYPHE incisione relativo ai denti), Opistògrafo, Opistosòma (col
gr SOMA corpo), Opistòtono (col gr TONOS da TEINEIN tendere).
Prònao o Pronào (adottato dal XVI sec), snm quindi di Prodomo
(già dal XV sec), è dal gr PRONAOS, in connessione con il lat
PRONUS cui Prono, è la composizione col gr NAOS del valore
complessivo di “parte anteriore dell’edificio (tempio)-vestibolo”.
Il composto Dromofobìa, infine, indica l’avversione psicologica di
attraversare le strade a piedi ma anche di viaggiare, il cui snm è
Odofobia.
\ Prefisso PALIN
Palindromia Palindromo
Palindromìa, cui Palìndromo e Palindròmico, composto con DROMO dal gr
DRAMEIN correre prefissato PALIN, questo in gr di nuovo, sta per lettura
inversa di un vocabolo e che non muta fonia e grafia, quali Alla, Anilina,
Aveva, Malayalam (lingua indiana), Non, Radar.
Palìndromo può essere anche un verso, come questi due ideati dal
cruciverbista londinese Leigh Mercer:
A MAN, A PLAN, A CANAL PANAMA.
STRAW? NO, TOO STUPID A FAD. I PUT SOOT ON WARTS.
La definizione è stata anche estesa ai numeri: Palìndroma è la cifra 8813200
023188.
Con PALIN di nuovo, cn il suo adattamento in PALI, l’ital conta vari
prefissati quali Paligrafìa e Palilalìa con Palilàlico “ripetizione patologica
rispettivamente nello scrivere e nel parlare” col suff dal gr LALEO
chiacchiero, Palilogìa, Palimbacchèo o Palimbàcchio o Palimbacchìo col gr
BAKKEIOS cui Bàccheo “ritmo della metrica classica”, Palimpsèsto o
Palinsèsto “riscritto sul vecchio” col gr PSAO raschio; il gr PSAO raschio è
vrs connesso con PSAMMOS sabbia, in realtà la sabbia è utilizzata per
raschiare-scrostare. Eppoi, Palingènesi “rinascimento” col gr GENESIS
generazione con Palingenesìaco o Palingenètico, Palinodìa “ritrattazione” e
Palinòdico col gr OIDO canto.
Da non equivocare con Palinografìa e Palinologìa dal gr PALYNO spargo
che valgono “descrizione e studio delle spore”, questi, dunque, termini alieni
nel percorso, ancora con Palischèrmo già Paliscàlmo dal gr
POLISKALMOS, il cui pref è un corrotto da POLYS molto con SKALMOS
remo e vale “(imbarcazione) con molti remi”
Termini ancora alieni Palìlie dal lat PALILIA “festeggiamenti per la dea
Pales (Natale di Roma)”, Palinùro questo Genere di crostacei, a ricordo di
976
Palinuro, il timoniere di Enea.
CAMORRO CAMORRA MORE
CAMORRO
Camòrro o Cimùrro, transitato dal franc CHAMOIRE, è il termine
che sta per malaticcio, l’inc lat tra CAMURUS curvo e MUCUS
muco dal naso, cui l’ital Mùco o Mùcco, in connessione col gr
MIKSA (MIXA) che da beccuccio della lamapda s’è svolto fig in
muco, in connessione con il lat Pp MIXTUS misto, cui MYKTER
naso (fonte di muco), il volg mer Muccaturo o Maccaturo, attraverso
lo sp MOCADOR a richiamare il gr MYKTER, termine
sopravvissuto nel vernacolo classico. In derivazione, l’ital conta il
pref adattato MIXO muco sovente italianizzato MISSO per
composizioni quali Mixedèma con Mixedematòsi (suff med OSI),
Mixinòidi o Missinòidi (Ordine ittico), Mixòma con Mixsmatòsi
(suff medici OMA e OSI), Mixomicèti o Missomicèti (col gr
MYKES fungo), Mixorrèa (col suff dal gr RHEIN scorrere),
Mixosarcòma, Mixospòngidi o Missospòngidi (Ordine di spugne,col
lat SPONGIA spugna)), Mixovìrus; la mutazione del pref MIXO in
MISSO in alcuni termini ricorda che l’alfabeto ital con contempla la
lettera x.
Myxofobìa indica la paura del fango, o meglio, per tutto ciò che pè
viscido, snm di Blennofobia.
Altre connessioni con la rad MUK-MUG d’aree ind, ger, bal, hanno
dato Mùcido, con Mucidùme e i prefissati Ammucidìre e
Immucidìre, dal lat MUCIDUS che coesiste in Mùcito e Mucitazzo
nel volg mer con valore di sporco e più che sporco, eppoi
Mucillàgine
con
Mucillaginòso
dal
lat
MUCILAGO
MUCILAGINIS, Mucìna (suff chimico INA), Mucòide (col suff gr
OEIDES simile a), Mucolìtico (con gr LITIKOS LYO sciolgo),
l’aggettivo Mucòso o Muccòso con Mucosità o Muccosità e col
sostantivo Mucòsa o Muccòsa dal lat MUCOSUS, i composti
Mucìparo (col suff PARO che produce), Mucopolisaccàride (col
prefissato Polisaccàride) snm di Glicosamminoglicano (con Ammina
e Glicano questo tratto dal gr GLYKYS dolce), con
Mucopolisaccaridòsi (suff medico OSI), Mucoproteìna snm di
Proteoglicàno (pref tratto da Proteina), Mucopùs, Mucoviscidòsi,
eppoi Mùggine (snm di Leccia o Lissa, questo omn di Lissa
“rabbia”) da MUGILEM (sorta di pesce, snm di Cefalo) cui
Mugginàra, Mugginièra, Mugìlidi con Mugilifòrmi (Famiglia e
Ordine di pesci dal lat MUGIL vischioso), i composti Mucìparo (col
suff dal lat PARERE generare); ancora, Mugghiàre e Mùgghio da
977
MUGILARE iterativo volg di MUGIRE e da questo Muggìre con
Muggìto, con remoti filamenti onomatopeici MU MU. Dall’iterativo
MUGILARE, l’ital conta ancora Mugliàre con Mùglio. La
sovrapposizione di Muggire con Ruggire ha dato Rugghiàre. Mùcca
nasce dall’inc di Muggire con Vàcca, termine questo inv dal lat
VACCA di origine arcaica connesso in area ind, cui Vaccàio o
Vaccàro, con un composto Capovaccàio “sorta di falconiformi” i fig
Vaccàta, Vaccherìa, Vacchètta e Vacchìno cui i prefissati Svaccàrsi
o Stravaccàrsi con Svaccamènto e Svàcco. Vàcca è ancora un epiteto
per la prostituta.
Il percorso prosegue il derivato Vaccìno da VACCINUS cui Vaccìno
anche profilassi (estratto dall’animale) con Vaccinàle, Vaccinàre,
Vaccinatòre, Vaccinaziòne, Vaccìnico, i composti Vaccinoprofilàssi,
Vaccinostìlo (strumento) e Vaccinoterapìa; il termine Vaccinàro nel
romanesco è snm di Conciatore o Conciapelli, cui la locuzione
grastronomica Coda alla vaccinara. Una mucca di 500 chilogrammi
può emmettere giornalmente una quantità di gas naturale (organico)
di circa 800-100 litri.
Vàcca è fig il baco che si ammala e pertanto si gonfia, da qui la
locuzione Andare in vacca;
\ La “vaccaredda” era un piccolo panetto di pane a ferro di cavallo al quale la cottura
conferiva la forma di due mammelle di mucca. Oggigiorno anche il famoso pane di
Altamura possiede questa forma, come una mezzaluna ripiegata su se stessa, ma la
dimensione della pezzatura, ovviamente, è molto più grande di quella pagnotta
odorosa e fragrante, che le persone dolci di cuore donavano a chi se la passava male.
La “vaccaredda” si portava anche ai genitori e si intendeva con questo gesto ripagare
la mamma o il papà del latte che avevano donato alla figlia quando era piccola,
durante l’allattamento. Scopriamo così l’arcano di questa forma strana a mo’ di
mammelle e il gesto di riconoscenza verso i genitori che perdurava fino alla loro
morte (Anna Marinelli da “li nove purtòsiri Saporidelsalento” 2013 - online).
La voce salentina Purtòsiri sta per Pertugi (buchi) \
La rad MUK con la sovrapposizione onomatopeica MU MU ha
infine avviato il percorso di Mugolàre con Mugolamènto, Mugolìo e
Mùgolo, eppoi Mugugnàre con Mugùgno.
Durante la repubblica marinara di Genova, l’assunzione dei marinai
prevedeva il Contratto con mugugno o Contratto senza mugugno; il
primo presumeva una paga più bassa poiché il marinaio poteva
impunemente lagnarsi durante il lavoro.
Da un tema med MUKU con lenizione sett ci viene Mùgo, una
specie di pianta, e Mugòlio, l’olio di mugo; la connessione con il rad
MUK-MUG dovrebbe essere fig in riferimento al balsamo che si
ricava. Non sarà proprio una coincidenza rad se l’ar ha il termine
MUKHAYYAR per indicare stoffa di pelo del cammello. I russi
chiamano MUZIK il contadino, svoltosi da MUZ (uomo) marito, cui
978
l’omologismo Mougik o Mugik, sovrapposto al suono onomatopeico
dei muggiti che si odono dalle loro case. Mughètto, dal franc
MUGUET, potrebbe ancora essere tratto da quel MUK-MUGMYKTER per quella sua soave carezza alle narici; la tradizionen
popolare vuole che il mughetto sia nato dalle gocce di sangue di S.
Leonardo in lotta contro il diavolo.
Il rad MELG con valore di mungere pare sia connessa alle
precedenti, cui il lat class MULGERE ed il volg MUNGERE inv
nell’ital Mùngere con un desueto Mùgnere e Mungitòio, Mungitòre,
Mungitrìce, Mungitùra e Mùnto, il prefissato Emùlgere o Emulgère
(EX intensivo) con Emulgènte, snm di Smùngere (S intensivo) cui
Smùnto. Il percorso prefissato conta ancora Emulsiòne dal lat EX
MUNGERE con Emulsìna (suff chimico INA), Emulsionàbile,
Emulsionànte, Emulsionàre e Emulsionatòre, poi Emùngere con
Emungimènto, Emùnto, Emuntòre e Emuntòrio, infine,
sorprendentemente, Promulgàre, Promulgaziòne, Promulgatòre,
questi da PRO MULGARE verbo durativo di MELG, passato da
termine d’allevamento a quello brurocratico, cui la locuzione
Promulgazione delle legge.
Dal lat MUCCIUS, questo aggettivo di MUCUS, cui Muco, seguono
in percorso semantico, Mòccio attraverso il volg MICCA, con
Mòccico e Moccicàre (il muco dal naso e il colare del Moccicòso,
pieno di), Moccichìno (fazzoletto), Moccicòne o Mocciòso metaf chi
si crede già adulto, Mòccolo e Moccolàia fig “pezzo di candela” e
“scolatura della cera”. Nel volg sett, Moccolo è il snm di Bestemmia,
ellissi dalla locuzione Tirare un moccolo, ossia “profanare
un’immagine sacra gettandone via la candela per sfregio”.
Dal lat MICARE scintillare e fig tremolare, l’ital conta il Ppres
Micànte in connessione con Mìccia, transitato attraverso il franc
MECHE cordoncino dal lat volg MICCA, class MYXA già gr
MYKSA beccuccio della lampa-muco; il prefissato Ammiccàre con
pref AD e raddoppio espressivo della c, cui Ammiccamènto,
Ammiccànte, Ammìcco; da non equivocare con Amicare.
Dal franc MECHE, l’ital ha adottato fig l’esot Mèche quale “ciocca
(cordoncino) di capelli di tinta diversa dalla chioma”. L’ital conta tre
omn di Miccia, il termine “esplosivo” Mìccia (adottato dal XVI sec)
da MECHE cordoncino, il marinaresco Mìccia (già nel 1859) ancora
da MECHE cordoncino svoltosi fig in sporgenza, e Mìccia fem del
volg Mìccio asino questo da una voce onomatopeica di richiamo.
Mìcco, infine, che da “sorta di scimmia”, snm di Cebo o Apale s’è
attestato fig in “bellimbusto”, è un termine fuori di questo percorso
poiché è l’omologismo di genesi caraibica attraverso lo sp MICO.
979
Nel gr, BLENNA è bava vischiosa, cui Blennofobìa “paura di tutto
ciò che è viscido”, snm di Myxofobia, utilizzato in ital quale pref
BLENO Blenoraggìa (col gr RHAGE eruzione) o Blenorrèa (snm di
Gonorrea col gr RHEIN scorrere o snm di Scolo) con Blenorròico,
Blenostàsi, Blenùria (col gr URON urina)
\ Naso Frogia Rino
Nàso ci viene direttamente dal lat NASUS, da rad indoeur NAS, cui Nàri,
Narìce, meglio Narìci, con il prefissato fig Trinariciùto “che possiede molto
fiuto da giornalista” termine coniato dallo scrittore G. Guareschi (19081968), Nasèllo questo dim di Naso ed omn di Nasello “sorta di pesce”,
Nàsua “sorta di mammiferi Procionidi”, eppoi l’aggettivo Nasàle cui
Nasalità, Nasalizzàre, Nasalizzàto e Nasalizzaziòne, lo strumento musicale
Nasàrdo, il verbo Nasàre snm di Annusare, Nasàta, ed ancora l’aggettivo
Nasùto da NASUTUS, eppoi Nasìcàre “fiutare” dal lat NASICA nasuto,
Nasièra, l’accr Nasòne, i composti anatomici Nasofarìnge con Nasofaringèo
e Nasolabiàle. Dal termine Annasàre, s’è attestato Annusàre questo dato
dalla sovrapposizione di Ammusare, cui Annusàta, Annusatòre e il
sostantivo Annùso. Il lemma Narìna è pseudoetim, omologismo d’origine
ottentotta, ed è un uccello carenato africano della Famiglia dei Trogonìdi
questo dal lat TROGONIDAE già gr TROGO io rodo cui TROGON e l’ital
Trogòne “nome d’uccello”.
Frògia, col plur Frògie o Fròge, è dal lat volg FROFICES nasiera passato
poi ad indicare la narice, in metatesi e in forma fig da FORFEX FORFICIS
di genesi sabina, da rad BHERDH tagliare cui un Fòrfice fedele al lat con un
corrente Forfìcula o Forfècchia dal dim lat FORFICULA. Il lemma
FORFEX si era poi svolto in FORBEX FORBICIS, cui l’ital Fòrbice e
Fòrbici, con le varianti Fòrbicia, il già citato Fòrfice o Fòrvice, eppoi
Forbiciàio, Forbiciàta o Forficiàta, il dim Forbicìna snm di Forbicìna
“insetto dei Dermatteri” cui la locuzione Insetto forbicina il cui nome
scientifico è il lat Forficula auricularia, il prefissato Sforbiciàre (S
intensivo) con Sforbiciàta.
Forbice-Forbici ha la variante in Fòrce o Fòrci attraverso il franc FORCES
cui Forchètta (in uso dal ‘500 con diffusione dalla Francia) questo con
Forchettàta, Forchettièra, Forchettòne, eppoi Fòrca dal lat FURCA cui
Forcàccio, Forcaiòlo, Forcàle, Forcàta con Forcàto, Forcèlla dal dim lat
FURCILLA con Forcellànte, Forchètto, Forchìno, Forcìna e Forcìno,
Fòrcola dal dim lat FORCULA, Forcòne e Forconàta, e Forcùto; lo
strumento d’impiccagione Fòrca, nella versione “impalare”, si richiama fig
all’attrezzo agricolo. Il percorso prefissato conta Afforcare (AD allativo) col
devb Affòrco, Inforcàre (IN illativo) con Inforcàta e Inforcatùra, Biforcàre
dal lat BIFURCARE dividersi in due (pref BI dal lat BIS due volte) fig come
una forca, con Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra, Biforcaiòne e
Biforcùto, eppoi il correlativo Triforcàre coin Triforcaziòne e Triforcùto.
Dallo specifico gr RHIS RHINOS muso-naso, l’ital ha avviato il percorso di
Rinalgìa, Rinìte, del pref-suff RINO cui Rinofarìnge, Rinofonìa, Rinologìa,
Rinovìrus e Platirrìne questo con il gr PLATYS largo ed il raddoppio della
980
consonante r.
La Forca insieme alla Farina e alla Feste costituivano per la monarchia
borbonica le tre Effe (f) per il buon governo.
Rinocerònte, dal lat RHINOCEROS, è dal gr RHINOKEROS, il quale è una
composizione con RHINO e KERAS testa cornuta; il suo verso assomiglia
ad una porta che cigola mossa ripetutamente dal vento. Il Rinocerente vive
in media 70 anni, la più alta età nel mondo animale, escluso l’uomo e la
Testuggine.
\ Radicale MUS
Dal rad MUS topo attestasi in aree indoiran, slava, alb, in gr MYS, l’ital
conta Mùridi, Murìno, Musaràgno (dal lat MUS ARANEUS topo piccolo
come un ragno), Muscìpula con Muscìpulo “trappola per topo” (suff
derivato dal lat CAPERE prendere) equivocabile con i composti di musci da
Mosca. Mustèla e Mustèlidi (Famiglia di mammiferi) dal lat MUSTELA
donnola; tra i Mustelidi si conta lo Zibellìno omologismo dal russo SOBOL,
di genesi orientale, attraverso il franc ZIBELINE, cui fig Zibellìna “stoffa di
lana”. Pseudoetim è Musteriàno omologismo dal franc MOUSTERIEN
“periodo preistorico” dalla località di Le Moustier.
Col rad MUS ampliatosi con CA, il lat conta MUSCA cui l’ital Mòsca (in gr
MYIA ampliatosi da MYS) con la locuzione pugilistica Peso mosca,
Moscaiòla (rete a difesa delle mosche), Moscàrdo (lo sparviero con piccole
macchie sulle penne del petto, fig come le mosche), Moscàio, l’uccello
Moscaròla snm di Muscicapa, Moscàto (omn do Moscato da Muschio),
Moscatùra, il dim Moscerìno con Moschìno o Moscìno, Moschèra o
Moschièra (attrezzo di pesca) il fig Moschètta “freccia” con Moschètto
(adottato dalo XVI sec) e Moschettòne, questo in origine il gancio per
reggere il moschetto, e Moschettière (armato, oltre che della tradizionale
spada, di moschetto in riferimento fig al proiettile che vola e colpisce, come
la mosca) cui le locuzioni Moschettieri del re (nel XVII guardie del corpo
nel regno di Francia) e Moschettieri del duce (guardie del corpo istituiti nel
1923 da Mussolini), Moschettàto con Moschettatùra (picchettato di
macchioline nere, fig come mosche) e l’accr Moscòne questo sia
“corteggiatore fastidioso” fig come una mosca e sia “imbarcazione da
spiaggia” che gironzola come una mosca, i composti ancora fig Moscacièca
saldato da una precedente locuzione Mosca cieca (noto gioco infantile) e la
locuzione pugilistica Peso mosca. Fedele al lat MUSCA l’ital conta Mùscidi
(Famigli d’insetti alla quale appartiene appunto la Mosca), i composti
Muscicàpidi (Famiglia di uccelli, col suff dal lat CAPERE catturare) cui
Muscicàpa “acchiappa mosche” (con suff dal lat CAPERE catturare) snm di
Moscarola, e Muscìvoro (col suff dal lat VORARE divorare) equivocabili
con i composti di Musci da Topo. La famosa mosca della locuzione Mosca
bianca, che sarebbe insetto raro, in realtà non è una mosca ma un insetto
somigliante che vive in zone tropicali; la sua rarità è in riferimento alle zone
temperate e fredde qui inesistente.
Una particolare mosca non volante che vive in Africa è indicata quale
Pelosa terribile; dopo che si credeva scomparsa dagli anni Quaranta del
secolo scorso, sarebbe riapparsa nel 2010.
981
La locuzione Mosche volanti indica quel disturbo alla vista scientificamente
indicato con Miodesopsìa (col gr OPSIS visione).
Tra i cosiddetti Uccelli mosca (fig perché piccoli), della Famiglia dei
Trochilidi, c’è il Colibrì questo omologismo di genesi caraibica attraverso lo
sp COLIBRI.
Il termine Moscovìta è relativo alla città russa di Mosca, omologismo con
Muscovìte “sorta di minerale” o Moscovìte relativo alla Moscovia, questo
l’ant principato di Mosca, tradotto MUSCOVY in ingl; una varietà di
Muscovite è la Fuchsìte (di colore verde smeraldo) termine in onore del
mineralogista J. N. von Fuchs (1774/1856).
Màscari è un Genere di piante, vrs omologismo di genesi turca, Muscarìna è
un alcaloide tossico di alcuni funghi cui Muscarìnico e Muscarinìsmo.
Il percorso continua con Mùschio dal lat MUSCUS già gr MOSKKOS,
Mùsco”sorta di pianta” detto anche Mùschio ma anche secrezione, cui
Muscòne (suff chimico ONE), il composto Muscovadìte “sorta di roccia”
d’etim non accertato, Moscardìno (odore di muschio, snm di Moscato),
Mùschi (la Classe botanica), Muschiàto con una corruzione in Mustiàto cui
Mustiòlo “sorta di piccolissimo mammifero”, Muschiòso o Muscòso.
Attraverso lo specifico ar USNA muschio, l’ital conta l’omologismo
Usneacèe (la Famiglia botanica) coniato nel XX sec, quindi un neologismo.
Il gr conta SPHAGNOS musco cui Sfagnacèe (Famiglia di Muschi),
Sfagnèto e Sfàgno.
Il muschio, al tatto, sembrerebbe la pelle di un topo, pertanto si sono coniati
fig Moscardìno questo sia un piccolo roditore sia un mollusco snm di
Eledòne dal gr HELEDONE polpo, Musaràgno toporagno e addirittura
Mùscolo da MUSCULUM quale dim di MUSCUS, per il fatto che questo
sprigiona contrazioni che vanno a ricordare i topi cui Mòscolo o Mùscolo
“testuggine” l’ant arma d’assedio, Muscolàre, Muscolatùra, Muscolìna (suff
chimico INA), Muscolosità, Muscolòso, Muscolàùto, i composti anatomici
Muscolocutàneo, Muscololacunàre “sorta di ernia”, Muscolomembranòso, le
locuzioni Muscolo piatto e le motorie Muscolo volontario e Muscolo
involontario; in gr, infatti MYS MYOS sta sia per topo sia per muscolo, cui
Dimiàri “collettivo per sorta di molluschi” dal lat DYMIARIA (pref DI
“due”), Miomanzìa con Miomànte e Miomàntico (divinazione attraverso i
topi), il fig Miosòtide o Miosòta e Miosòte (col gr OTOS orecchio) adottato
in botanica vale “sorta di pianta delle Borraginacee con foglie a forma
d’orecchio di topo”. Il Platisma mioide è un muscolo laterale del collo
indicato anche come Muscolo del terrore poiché si attiva nell’uomo al
cospetto di un grave accadimento.
Ancora, il patologico composto prefissato Paramioclonìa con Paramioclòno
col gr KLONOS spinta-agitazione-scossa.
In ingl, MOUSE è il topo. Occorre qui indicare il termine Demuscaziòne sul
tipo di Derattizzazione.
Musofobìa sta ad indicare l’avversione per i topi.
Interessante in questo percorso è la deviazione lemmatica che ha condotto al
termine Moschea: la variante Mòsco di Muschio ha valore di odore, quindi è
nato il termine Moscàto (“con odore di muschio”, omn di Moscato da
982
Mosca) o Moscàdo cui Moscatèllo o Moscadèllo, la locuzione Noce
moscata, il termine Mùscari che identifica le piante erbacee con piccoli fiori
azzurrognoli a grappolo, e Moschèa la profumata già sp MEZQUITA dall’ar
MASGID luogo d’adorazione tradotto in luogo profumato, una
sovrapposizione ar-ital adorare-odorare. Attraverso l’ar si ha ancora
l’omologismo Abelmòsco “sorta di erba officinale delle Malvacee”
composto con HABB ricco snm di Ambretta.
Termine gr specifico per “muschio” è BRYON, cui Briàcee (Famiglia di
muschi), Brìo (omn di Brio “vivacità”), il fig Briònia dal lat BRYONIAM
già gr BRYONIA (termine polisemico che vale “pianta erbacea, vite bianca,
zucca marina o selvatica), il pref BRIO per composizioni quali Briòfite
“Divisione animale” (col gr PHYTON pianta), Briografìa, Briologìa,
Briozòi “Classe di Molluscoidi”. Incerta la connessione con il toponimo
Brianza (in riferimento al valore di Brionia), cui Briantèo e Brianzòlo o
Brianzuòlo.
Dal gr MYS col genitivo MYOS è nato il pref MIO che vale Muscolo in
lemmi composti quali Mialgìa /mi(o)algia/ con Miàlgico, Miocardìa con
Miocàrdico, Miocàrdio con Miocardiopatìa, Miocardìte e Miocardòsi (suff
patologici ITE e OSI), Miocèle (gr KELE ernia-tumefazione), ioclonìa (col
gr KLONOS movimento intenso), Miofribìlla, Miofilamènto, Mioflogòsi o
Mioflògosi, Miògenio, Mioglobìna, Miografìa con Miògrafo, Miòide,
Miologìa con Miològico, Miòma (suff patologico OMA e vale “tumore del
muscolo,), Miomalacìa, Miomectomìa, Miomètrio (col gr METRA utero),
Miopatìa con Miopàtico, Miioplàstica con Mioplàstico, Mioressìa (col gr
REXIS rottura),
Miorilassànte snm di Decontratturante, Mioscleròsi o Miosclèrosi, Miosìna
“proteina”, Miosìte (suff patologico ITE infiammazione), Miospasìa (col gr
SPASMOS contrazione), Miiotomìa, Miòtomo, Miotonìa con Miotònico,
eppoi l’anatomico Endomìsio (pref ENDO dentro), il prefissato (col suff
chimico INA), composto Amiotonìa (A privativo) snm di Miatonìa dove il
prefisso A privativo è posto al secondo menbro del termine composto,
Atonìa.
In voce veneta, il lat MUSCULUS si è trasformato in Mussolo, il mollusco
Arca per accezione; l’omn Mùssolo, quale variante di Mùssola o Mussolìna,
è invece un tessuto originario della città di Mossul in Iraq. L’aggettivo
Mussoliniàno è in relazione a Benito Mussolini, il dittatore italiano
giustiziato nel 1945, il cui cognome è vrs derivato da Mussolina di Mossul.
\ Ragno Scorpione Acaro Rogna Vergogna Sputo
Ràgno è dal tema med ARAKHSNA cui il gr ARAKHNE (fem), il lat
ARANEUS passato nel volg RANJUS, donde, anche fig, il boccaccesco
Aràgno, Ràgna, Ragnàia, Ragnàre, Ragnatèla 1, Ragnatùra, Ràgnolo e il dim
Ragnolìno; esplicitamente dal percorso gr l’ital conta, anche in senso fig,
Aracnèo, Aràcnide meglio Aràcnidi (la Classe), Aracnidìsmo, Aracnofobìa,
Aracnòide con Aracnoidàle, Aracnoidèo con il prefissato Subaracnoidèo,
Aracnoidìte, eppoi Aranèidi (Ordine di Aracnidi). Tra gli aracnidi si conta
anche lo Scorpiòne, questo anche segno zodiacale, con Scorpiòni (l’Ordine)
dal lat SCORPIO SCORPIONIS già gr SKORPIOS, cui uno Scòrpio col fig
983
Scòrbio o Sgòrbio con Scorbiàre e Sgorbiàre con Sgorbiatùra, Scòrpena o
Scorpèna “scorpione marino” con la variante Scòrfano, Scorpiòide, i
composti Scorpènidi questo Famiglia e Scorpenifòrmi questo Ordine nella
tassonomia animale dei Teleòstei; Scùrpena è il termine fig genovese che sta
per “donna racchia” in similitudine al mer Scorfano, mentre Scorbicchieràre
è un ant denm di Scorbio con un suff attenuativo ICCHIARE con le varianti
attuali Scombiccheràre “scarabocchiare” cui Scombiccheratòre e
Scombiccheratrìce.
Acaro-àcaro è tra gli aracnidi, dal gr AKARI da AKARES minuscolo, cui
Acari-àcari (l’Ordine), Acarìasi, Acaricìda, Acariòsi (suff patologico OSI),
Acarocecìdio questo col gr KEKIDON da KEKIS KEKIDOS galla cui
Cecidiologìa o Cecidologìa, Cecidomìa e Cecidomìidi (Famiglia di Ditteri)
questo col gr MYIA mosca. Acarofobìa è la paura di avere prurito o degli
insetti che causano prurito.
Una resina estratta dai tronchi è definita Acaròide (di genere Xantorrea)
d’etimo sconosciuto e quindi alieno nel percorso gr AKARI.
Rògna dal lat volg RONEA già ARANEA ragnatela inc con Vergogna, cui
Rognàre, Rognòso; Vergògna è dal lat VERECUNDIA, cui Verecòndia o
Verecùndia e Verecòndo con Inverecòndia e Inverecòndo (IN negativo), e
che avrebbe prodotto Gònzo da (VERE)GON con la cessazione di VERE e
lenizione sett della c in g; il lemma Sguerguènza è dallo sp VERGUENZA
vergogna questo una traduzione del lat VERECUNDIA.
Snm di Vergogna è Pudòre, questo dal lat PUDOR PUDORIS da PUDERE
avere vergogna, dalla rad PEUD, cui Pudèndo dal gerundivo PUDENDUS,
Pudibòndo (suff BONDO) da PUDIBUNDUS, Pudicìzia da PUDICITIA,
Pudìco da PUDICUS e, con i pref, Impudènte dal Ppres PUDENS con IN
negativo cui Impudènza, Impudìco dall’aggettivo IMPUDICUS cui
Impudicìtia, eppoi Ripùdio o Repùdio “il negare e svergognare un legame”
da REPUDIUM cui Ripudiàre o Repudiàre da REPUDIARE (pref RE di
allontanamento) con Ripudiàbile, Ripudiàto e Ripudiatòre, infine Spudoràto
con Spudoratèzza (pref EX svoltosi in S privativo, vale “mancanza di
vergogna”, da EXPUDORATUS di PUDOR); se Impudente è uno modo di
essere temporaneo, Impudico è un vizio, mentre Spudorato è una condotta.
\ Il Ripudio può essere legale come lo scià di Persia Riza Pahalavi contro la moglie
Soraya Esfandiari a favore di Farah Diba che sposò nel 1959, o di fatto come il regista
Roberto Rossellini contro l’attrice A.Magnani a favore dell’attrice Ingrid. Bergman
che sposò nel 1950, l’armatore turco-greco Aristotelis Sokratis Onassis contro la
cantante Maria K. Alogeropulos in arte Callas a beneficio di Jaqueline che sposò nel
1968, vedova di John Fitgerald Kennedy presidente americano assassinato nel 1963.
Separazione, Divorzio e Abbandono non sono che termini moderni dello storico
Ripudio.\.
Particolare del rad PEUD di Pudore è che dalla forma intensiva SPEUD ci
viene Spùto dal lat SPUTUM cui Sputàre, Sputàto e Sputatòre; cui i
composti fig Sputasènno o Sputasentènze snm di Starnutadogmi,
Sputavelèno. Lo sputare, nella tradizione popolare, accompagna una
dimostrazione, offensiva o meno, di vergogna, di schifo. In percorso,
l’iterativo Sputacchiàre, Sputàcchio con Sputacchièra e Sputacchìno (sorta
d’insetto, snm di Fileno). Termine fuori rad è il glb russo Sputnik
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“compagno di viaggio” svoltosi metaf in “satellite artificiale semplicemente
Blog”, il veicolo dello storico approccio dell’uomo con lo spazio.
Dal franc CRACHER sputare, della serie onomnatopeica S CR C, sono
pervenuti gli omologismi Scaracchiàre, Screàre-Escreàto e Squarquòio, snm
di Sputare e Sputo.
L’ingl WEB ragnatela svoltosi fig in rete tratto dalla locuzione WORLD WIDE
WEB rete estesa in tutto il mondo cui WWW in Internet, l’ital ha adottato il glb WEB
quale “rete di Internet” cui Webarchitect “progettista rete”, Webcam “telecamera di
rete”, Weblog “giornale di rete”o più, Webmaster “maestro (responsabile) di rete”,
Webzine dalla locuzione Web magazine “rivista pubblicata via rete” e, in locuzione,
Web designer “progettista grafico di rete”, Web developer “sviluppatore di rete”, Web
engineer “tecnico di rete”, Web radio e Web TV “emissione radiofonica e televisiva in
rete”,
Il termine Weber è l’unità di m isura magnetica in onore dello scienziato W. E. Weber
(1804/1891).
Nella locuzione WEB, WIDE vale largo-esteso e WORLD Mondo questo
rintraccibile ancora in locuzione glb quali World music “fusione di più ritmi (musica)
etnici “ cui World song (canto).
1
CAMORRA
Camòrra è di tema mer MORRA, ma che nulla ha dell’omn gioco da
osterie Mòrra, con un Morra cinese, che dovrebbe essere connesso al
lat MORA attesa cui Mòra e il prefissato lat DEMORARI trattenersi
donde Dimoràre, Dimòra e Dimorànza, la locuzione Mettere a
dimora.
Da MORA derivano il disgraziato Moròso (costretto ad attendere di
far soldi per pagare i debiti) con Morosità ritardo nel pagamento e
Moratòria attesa concordata (per pagamenti, armamenti, sentenze di
morte…). La Mora sulle tasse, quando non è concessa, è soggetta a
penalità. Il Moroso è, nel volg, il ragazzo veneto che aspetta di
sposare la sua Morosa; o che aspetta eternamente che gli si conceda.
Mòrra, nell’accezione mer, è mucchio, gregge cui in percorso etim
Morèna “accumulo di rocce-detriti” (indotti dai ghiacciai) dal franc
MORAINE e dal savoiardo MORENA donde l’aggettivo Morènico,
Morìccia o Murìccia snm della locuzione Muro a secco, Moriòne
“sorta di quarzo”dal lat MORION inv attraverso il franc MORION
“mucchietto minerale” e l’omn fig Moriòne “copricapo” attraverso lo
sp MORRION da MORRA sommità della testa.
Il toponimo Moresco, pertanto, pare nel percorso di Morra-Morenico
e varrebbe quindi “roccioso” e non in relazione ai Mori; due pensieri
di analisi etimologica, come nel caso del toponimo Grottammare,
che pare in relazione a “rudere” piuttosto che a “grotta”.
Morra, rafforzato e peggiorato dal pref CA (dal gr-lat KATA-CATA
Ved Cattivo…) si sarebbe tramutato fig in CA-MORRA banda
(banditi), con i degni derivati Camorrìsmo, Camorrìsta,
Camorrìstico, il volg siciliano Camurria. Ci sarebbe un’altra versione
985
etim: il nome Camorra, da una veste fem Camòrra, si sarebbe
attestato durante il Regno di Napoli su modello spagnolo,
allitterandone il termine ZIMARRA, con i risvolti in Camòra e
Camùrra leniti in Gamùrra e Gammùrra. Sarebbe oltremodo piaciuto,
tuttavia, aver trovato tra i progenitori di Camorra il capostipite
Muco-Mucillagine.
L’idea della Camorra non è italiana; il seme è spagnolo. I padri
fondatori napoletani (XVI-XVII sec) furono indotti ad emulare i loro
padroni spagnoli istituendo e italianizzando un’organizzazione che si
rifaceva alla Confraternita della Guarduna (rapina) sorta a Siviglia,
in cui operavano i GUAPOS banditi, etim coraggiosi, dal che i
napoletani Guapperìa, Guàppo. Purtroppo, anche il lemma e l’idea
Màfia, abbondantemente glb, non sarebbero d’origine italiana, ma
risalenti all’ar MAHJAS spavalderia. Le mafie hanno sempre
utilizzato per il loro nome riferimenti religiosi qualim Santa
Crociata, Beati Paoli, Sacra Corona Unita (Incoronata).
Dal giapponese, l’ital adotta l’esot Yakusa o Yakuza o ancora
Yacùsa mafia. D’etimo sconosciuto risulterebbe invece il lemma
Còsca “famiglia mafiosa”, coniato nel XX sec, a meno che non sia
un derivato dal lat COXA nel senso fig di articolazione (mafiosa)
avversa a quella istituzionale nel gestire la società; altra ricerca
farebbe derivare il termine dal lat COSTULA costola attraverso la
locuzione Essere della costola ossia appartenere alla famiglia, fig
dalla creazione divina della donna con la costola dell’uomo.
\ Due le grandi operazioni internazionali antimafia nel tentativo di sradicare le
connessioni Sicilia-Stati Uniti, negli anni ottanta Pizza connection, ossia
“collegamento mafioso dall’Italia, il paese della pizza” e nel 2008 Old bridge, ossia
“il vecchio (solito) collegamento mafioso tra il vecchio e il nuovo continente,
insomma il “vecchio (OLD) ponte (BRIDGE) mafioso”) \
\ Prefisso *CA
Il pref rafforzativo-peggiorativo CA lo ritroviamo in Camuffàre, cui
Camuffamènto, dal lat MUFFA guanto e vale travisarsi con un guanto in
testa (nel senso di un involucro); il lat conta ancora un dim MUFFULA che
sta per manicotto, cui Mùffola; coesiste un Mùffolo, questo dal ted
MUFFEL muso, snm di Musello.
Il lemma specifico Guànto è l’omologismo ital dal franc WANTH attestatosi
nel lat WANTUS, donde la mutazione di WA in GUA in ordine al passaggio
dal long, vedi WANGJA diventato Guancia. In percorso, Guantàio,
Guantàto, Guanterìa, Guantièra, Guantòne, i prefissati Agguantàre e
Agguantàto (AD allativo) snm di “prendere e reggere con forza” con
riferimento ai guanti di ferro indossati dai cavalieri medv, Inguantàre con
Inguantàto (IN illativo), l’iterativo Riagguantàre, il composto Mezzoguànto;
comunemente, Guanto vale anche quale snm fig di Preservatìvo.
\ Non tutti sanno, forse, che nel gioco del biliardo è previsto indossare un guanto a tre
diti \
986
Il pref peggiorativo CA è ancora rintracciabile in Camùso, dal lat SIMUS
“chiacciato e piatto” cui Sìmo, nell’accezione riferito al naso, già gr SIMOS,
cui l’onomastico Simone “naso schiacciato” questo in concorrenza o in
sovrapposizione con un Simone dall’ebr SHIMEON Dio ha esaudito, il
termine Simonìa con Simònìaco “il peccato di chi acquista o vende cose
sacre” dal nome di Simone Mago, il personaggio che secondo gli Atti degli
Apostoli, avrebbe tentato di corrompere S. Pietro per ottenere il dono dello
Spirito Santo. Il gr dorico contava KAMOS cui il lat CAMUS e l’ital Càmo
“museruola”.
Un snm di Camuso (adottato dal XIV sec) sarebbe Sìma (dal XVI sec)
questo attestatosi fig quale “gocciolatoio” con l’omn Sìma che vale
l’acronimo scientifico di Silicato e Magnesio.
In connessione con CAMUS il termine Camàrro che indica un bue vecchio e
condotto all’ingrasso.
Mùso è di tema med MUSU, passato nel lat medv in MUSUM, cui,
Musacchìno attraverso il franc ant MUSEQUIN “parte d’armatura”, Musàre
attraverso il franc ant MUSER, Musàta, l’esot Musèllo attraverso il franc
MUSEL, Museruòla in volg Muserola o Musaròla, Musètta, Musòne con
Musonerìa, Musòrno; i prefissati Ammusàre, Ammusìre con Ammusonìto,
Immusonìto. Nel concetto di “armatura”, il rad MUSU dovrebbe essere stato
l’origine del toponimo Musile (di Piave) con significato di “argine”.
Dal ted NIF grugno, d’origine onomatopeica, svoltosi anche nell’ingl TO
SNIFF, l’ital conta l’omologismo Nìffo o Nìfo con Nìffa e Nìffolo, tutti
considerati obsoleti, e i più correnti Snìff, Sniffàre, Sniffàta, Snìffo.
\ Muffa Fungo Tartufo Zolfo
Il termine Mùffa, quale fungo, è invece dall’onomatopeico M F ad indicare
esalazione, cui Muffàre, Muffìre, Mùffo, Muffosità, Muffòso e il prefissato
Ammuffìre con Ammuffimènto e Ammuffìto (pref AD); il termine Fùngo è
di tema med SPHONGO passato nel gr SPONGOS, nel lat FUNGUS, cui
Fungòso e la composizione Funghicoltùra. I latini avevano adottato iol
termine FUNGUS quale significato di sciocco, vrs per la sua bassa
considerazione alimentare, d’altronde pericoloso alla salute.
In connessione rad l’ital conta Spòngia dal gr-lat SPONGIA spugna, cui i
percorsi Spònga, Spongàta, Spongiàri, Spòngidi, Spongifòrme, Spongìlla,
Spongìna, Spongiòso, Spongìte in complanare con Spùgna, in metatesi da un
Spùngia dal volg SPUNGIA con Spugnàre, Spugnàta, Spugnatùra, Spùgne
“invertebrati acquatici”, Spugnètta, Spugnòla o Spugnòlo ”fungo”,
Spugnòne “travertino”; Spugnòso e Spugnosità; il fenomeno della mutazione
della o in u è dovuto al gruppo letterale ng, come in Unghia ed Ungere.
Tra i funghi, sia eduli sia velenosi, si conta Agàrico (dal 1310) dal lat
AGARICUM già gr AGARIKON relativo all’etnonimo di una popolazione
sarmatica, cui Agaricàcee (la Famiglia) e Agaricinàli (Sottordine) entrambi
dal XX sec.
Il gr conta MYKES MYKETOS fungo cui Micèlio, Micèlico, Micète
(snm di Fungo), Micòsi con Micosìna questo composto con
Cellulosa e suff INA e snm di Chitina, il pref MICETE o MICO per
987
composizioni quali Micetologìa o Micologìa con Micològico e
Micòlogo, Micetòma, Micobattèrio, Micocellulòsa, Micodèrma,
Micòfita, Mycofobìa “avversione per funghi”, Micorrìza col gr
RHIZA radice, Micosferèlla (sorta di fungo) col gr SPHAIRA sfera
e suff diminutivo INA. Pseudoetim, l’omn Micète dal gr
MYKAOMAI muggisco snm di Aluàtta, una scimmia, da voce
caribica, Micèneo, questo relativo all’ant città gr Micene.
Il Tartùfo è un noto fungo molto speciale e costoso, dal lat volg
TERRITUFER questo coniato con la composizione TERRA e TUBER,
ovvero tubero di terra, cui Tartufàia, Tartufàio, Tartufàre con Tartufàta,
Tartuferìa, Tartufèsco, Tartufìcolo, Tartuficoltòre con Tartuficoltùra in
complanare con Tartuficultòre e Tartificultùra, Tartufìgeno e la locuzione
Tartufo moscato, il meno pregiato. Il termine composto lat s’è sintetizzato
nei vari dialetti, attestandosi in Tartùfolo, Trìfola e Trùfolo, da questo il
verbo fig Trufolàre con Intrufolàre. L’esot dal franc Truffè vale “tartufato”.
La speciale aspirazione del gruppo letterale med SPH di SPHONGO lo
ritroviamo nel tema SULPHUR cui Sòlfo o Zòlfo, questo di mutazione
centromeridionale, con i due percorsi complanari Solfanèllo e Zolfanèllo,
Solfàra e Zolfàra, Solfàre e Zolfàre, Solfatàra e Zolfatàra, Solfatùra e
Zolfatùra o Solforatùra, il prefissato Insolfàre e Inzolfàre, eppoi Solfatàro o
Solfatàio, Solfataiòne, Solfàtico, Solfàto con Solfìto, Solfòso e Solforòso cui
Idrosolfàto, Idrosolfìto Idrosolfòso, Idrosolforòso e Solfìdrico (pref e suff
IDRO “acqua”), cui, Iposolfìto, Metabisolfìto, Pirosolfìto (col gr PYR
PYROS fuoco), eppoi Solfòrico, Solfùro cui Solfuro d’idrogeno, questo il
vero responsabile di quell’odoree comunemente assegnato allo zolfo; infatti
lo zolfo è inodore.
Il percorso conta ancora Sulfamìdico o Sulfammìdico (con Ammine),
Sulfanìlico (con Anilina), Sulfasalazìna o Solfasalazìna (con Sale e Azina
col suff chimico INA) e Sulfatiazòlo o Solfatiazòlo (suff chimico OLO),
Sulfoemoglobìna, Sulfùreo o Solfùàreo, Zolfàio. Il gr conta lo specifico
THEION zolfo, cui il pref TIO per composizioni quali Tiazòlo (suff chimico
OLO) conn Tiazòlico, Tioàcido, Tiobarbitùrico, Tiobattèrio snm di
Solfobattèrio, Tioètere, Tiofène, Tiògeno, Tiònico (con Ionico da Ione),
Tiourèa e Tiourèico. Il termine Tiamìna è il composto di THEION zolfo con
Amina ed è un snm di Vitamina B1 questa individuabile nei cereali integrali,
nella pasta, nel pane, nella carne di maiale e nel lievito); altro snm di
Vitamina B1 è Aneurìna questo dal gr NEURON nervo prefissato A
privativo, da non equivocare con Aneurisma.
I termini allitterati in percorso da Sòlfa con la mutazione in Zòlfa derivano
dal legamento delle due note musicali SOL FA, cui Solfeggiàre, Solfèggio…
pertanto, la locuzione Solita solfa sta per “solita musica”.
MORE
Mòra, il frutto del gelso detto Mòro, dal lat MORUM già gr
MORON, da tema med MORA, cui Moràcee la Famiglia botanica
alla quale appartengono la Maclùra “sorta di albero delle Moracee”
così chiamato in onore di W. Maclure (1763/1840), l’Albero del latte
988
e l’Albero del pane, Morèto snm di Gelseto, Morìnda con Morindìna
e Morindòne (composizione che vale “moro indiano); in
connessione, Mòro, dal lat MAURUM, svolto dal tema med
MAURO, attraverso il gr MAUROS scuro eppoi i fig Moracchiòlo
“sorta di uccello”, Moraiòlo “sorta di olivo”, Morigliòne (sorta
d’uccello acquatico) e il snm Morigliòne “sorta di smeraldo grezzo”,
tutti per il loro colore; ed ancora Moràto, Morèa, Morella (sorta di
pianta snm di Brunella), Morèllo (per i cavalli) con Morellìno,
Morètta e Morètto “ragazzi bruni”, un Morètta “sorta d’anatra
selvatica” cui Moretta tabaccata, un Morètta “sorta di maschera
tradizionale veneziana che si regge con la bocca mediante un
bottoncino posto nel retro” un Moretti nella cognomastica, Mòri con
Morèsca e Morèsco (relativi ai musulmani); Morèsca è anche un’ant
danza popolare quale allegoria delle lotte tra cristiani e mori.
Moro avrebbe dato il toponimo alla Mauritiana (per il colore della
pelle) cui l’etnonimo MAURUS e da questo l’inserimento
nell’onomastica di Mauro con Maurizio da MAURITIUS
discendente di Mauro, e di Moreno attraverso lo sp Maòri o Màori è
l’etnonimo relativo alla Nuova Zelanda. Per associazione,
l’onomastico Arabella vale “la scura”, vrs in riferimento al colore
della pelle araba, ma non è accertato. Il termine Muraiòla “ant
moneta”, omn di Muraiola da Muro, pare sia connesso al tipico
colore Moro “scuro”.
L’ital conta Amauròsi con Amauròtico dal lat AMAUROSIS
“perdita della vista” direttamente dal gr AMAUROSIS oscuramento
da MAUROS.
Morotèo, sostenitore della politica di A. Moro (1916/1978), rapito ed
assassinato dalle Brigate Rosse, cui Moroteìsmo, è il lemma
sovrapposto a Dorotèo questo ispirato all’ordine delle suore Dorotèe,
nel cui convento romano si svolse il convegno storico di questa
corrente nel 1959.
Gèlso, usato quale snm di Moro o della locuzione Albero dalla
chioma d’oro, invece, è l’ellissi della locuzione lat MORUS CELSA
moro elevato (da rad KEL-KOL di Celso “elevato”) e che, con la
lenizione della c in g si ha Gèlsa, Gelsàta e Gelsèto snm di Moreto, i
composti Gelsibachicoltùra, Gelsicoltòre e Gelsicoltùra, Gelsicultòre
e Gelsicultùra; Gelsolìno (suff chimico INO) è la fibra tessile
ricavata dalla corteccia del gelso mentre Gelsomìno, il noto fiore, è
l’omologismo dal persiano YASAMIN, ma sovrapposto a Gelso, cui
l’onomastico Gelsomino con il suo dim Mina dal fem Gelsomina.
Fiore, il Gelsomino tradizionalmente simbolo dell’amore divino e di
quello puro umano. La locuzione Gelso papirifero indica la pianta
989
dalla quale si ricavava carta per moneta.
Il lat avevano MOS MORIS costume-usanza cui la locuzione More
uxorio inv dal lat MORE UXORIO costume matrimoniale, sempre
giuridicamente valida, riferita a coloro che si comportano, più o
meno clandestinamente, come se fossero coniugati (in rapporto
carnale); oggi, è sostituita dalla meno traumatica Convivenza. More
solito, ancora inv dal lat MORE SOLITO, sta per come il solito. In
percorso, Morigeràre da MORIGERUS accomodante con il Pp
aggettivato Morigeràto e Morigeratèzza. Morigiàna, d’etim ignoto,
snm di Fischione o Chiurlo, potrebbe avere il significato di
“(uccello) uso al fischiare”.
MOS-MORIS costume, abitudine è l’omologo del gr ETHOS
costume; così, dalla tradizione lat, l’ital ha reditato Moràle,
Moralìsta, Moralità, Moraleggiàre, Moralizzàre con i prefissati
Amoràle cui Amoralìsmo e Amoralità (pref A privativo), Immoràle
con Immoralìsmo e Immoralità (pref IN negativo) e da quella gr,
invece, i vari Etica-ètica, Eticità, Etico-ètico, un Etos esplicito dal gr,
il pref ETO per la composizione Etologìa con Etològico ed Etòlogo,
Etopèa (col gr POIEIN fare-creare); fuori percorso Etosuccimmìde
questo una straordinaria composizione con Etil-Ossi-SuccinicoImmide, ossia Etile-Ossigeno-Succino-Ammide.
Il passaggio, o meglio una connessione di ETHOS abitudine con
ETESIOS annuale (nel senso di ricorrenza abituale) ha condotto a
Etèsio “vento periodico” dal lat ETESIAE già locuzione gr ETESIAI
ANEMOI venti annuali con ANEMOS vento.
Etichètta ed Etichettàre sono stati creati su calco franc ETIQUETTEETIQUETER e sembrerebbero d’altro percorso rispetto al tema gr
ETHOS, purtuttavia, l’espressione regole del cerimoniale relativa ad
Etichetta, attraverso lo sp ETIQUETA, lascia intendere
ragionevolmente che il lat ETHICA già gr ETHIKA da ETHOS non
è affatto estraneo.
Dall’ingl TO TAG etichettare, l’ital ha adottato l’omologismo
Taggàre in uso nel lessico dei computer.
Pseudoetim, invece, sono i termini omonimi Etico-ètico questo dal
lat HECTICUS tisico connesso col gr EKHO io ho cui HEKTIKOS
ellissi della locuzione con PYRETOS febbre, che vale febbre
continua-abituale, e Etico-ètico questo tratto dall’ingl ETIC staccato
dal termine PHONETIC quale significato di funzione descrittiva
anziché definitiva entro un sistema linguistico
Dal gr AISTHESIS sensibilità-sensazione cui AISTHETIKOS
armonioso, il lat AESTHETICA, l’ital conta Estèta dal gr
AISTHETES con Estètica, Esteticità, Estètico, Esteticamènte,
990
Esteticìsmo, Estetìsmo, Estetìsta, Estetìstico, Estetizzàre
Estetizzànte, eppoi il prefissato Inestètico (IN negativo)
Inestetìsmo “lieve difetto fisico”, il composto Estetologìa
Estetòlogo, il pref ESTESIO cui Estesiologìa, Estesiometrìa
Estesiòmetro.
\ Nuraghe Trullo Dammuso
con
cui
con
con
Da Morra mucchio, nel tema med paleosardo NURRA mucchio di sassi,
d’etimo preindoeur, discende Nuràghe 1, tipico monumento tronco-conico a
grossi massi, utilizzati come dimore fortificate.
Per inciso, dal lat MUTULUM pietra sporgente, donde Mùtulo trave
sporgente, l’ital conta Mùcchio attestatosi come insieme di cose riunite (vrs
da un’arcaica disposizione di pietre conficcate nelle terreno), cui il prefissato
Ammucchiàre con Ammucchiamènto, Ammucchiàta e il doppio prefissato
Rammucchiàre (pref RI AD); pseudoetim il lemma Mucchìgnero di voce
sarda, pianta delle Rafflesiacee da Refflèsia “genere di pianta tropicale”
derivato dal nome di T.S. Raffles (1781/1826). Il lat conta ancora
ACERVUS mucchio, ammasso cui Acèrvo con un prefissato denm
Coacervàre cui il devb Coacèrvo (CUM associativo), ed ancora Acèrvolo o
Acèrvulo termine in botanica e in medicina.
Il got conta RIKAN ammucchiare cui l’adattamento ital nell’omologismo
Recàre con Recàta e Recàto, Recatòre
Una pietra o una trave che sporge pare mozzata agli occhi di un osservatore;
probabilmente, da questa sensazione è stato foggiato il verbo lat
MUTILARE, da MUTILUS mozzo, cui Mutilàre con Mutilàto, Mutilamènto,
Mutilatòre, Mutilaziòne, Mùtico dalla locuzione lat SPICA MUTICA mutila
delle reste e Mùtilo, eppoi il termine Mùto voce mozza dal lat MUTUM
silenziosoche può essere considerato d’origine onomatopeica della serie MU
MU dallo sforzo vocale dei muti (Ved Camorro in terzina), cui Mutìsmo,
Mutèzza, Mùtolo con Mutolèzza, l’onomastico Muzio dall’aggetivo
MUTUS, Mutìlla (sorta di insetto), il glb ingl Muting.
\ Fu G. D’Annunzio a coniare la locuzione Vittoria mutilata in riferimento al successo
italiano nella Grande Guerra, questo avvenuto con enormi sacrifici e perdite
territoriali. \
In percorso mer da NURRA, oltre a Morra, l’ital ha ereditato il snm Màrra
mucchio di sassi, cui Maròcca e un raro Marìno (omn di Marino da Mare),
Marrùbio “sorta d’erba perenne” o Marròbio o Marròbbio (da evitare poiché
è l’omn di Marrobbio “livello del mare”) e Maròbbio cui Marrubìna, con
l’omografo Màrra zappa dal lat MARRA d’identico tema med MARRA cui,
in estensione, Marraiuòlo “guastatore militare”, Marràncio “coltellaccio da
macellaio” e Marrascùra “arnese per nettare gli olivi”, infine il prefissato
Smarràre che in pratica è snm di Zappare; la relazione tra sassi e zappa
appare poco chiara, a meno che non ci sia stato un rivolgimento lemmatico
nel contesto dei lavori nei campi. Smarrìre, invece, non sembrerebbe
connesso con questo percorso, poiché è l’omologismo dal franc ant
ESMARRIR già MARRJAN disturbare, con Smarrimènto e Smarrìto con la
locuzione della parabola cristiana La pecora smarrita.
Verso la fine del Settecento, a Roma fu coniato il termine Marràna o Maràna
991
per indicare una fossa d’acqua a scopi d’irrigazione, vrs connesso con Marra
zappa per il lavoro dell’escavazione o con Marra mucchio di sassi per il
conseguente mucchio di pietre prodotto, oppure in sovrapposizione.
Il termine siciliano Marrubbiu, italianizzato Marròbbio (omn del botanico
Marrobio) o Marrùbbio, che indica una rapida variazione del livello del
mare, potrebbe avere l’identica e remota rad med del romano Marrrana;
nulla osta, infatti, pensare ad una connessione comune con la rad del sct
SARAS specchio d’acqua, svoltosi nel lat MARE laguna, per poi attestarsi
nel corrente significato Mare.
Dall’ar MUHARAM roba vietata, ma riferita alla carne di maiale, gli
spagnoli coniarono MARRANO porco, passato poi dagli stessi spagnoli ad
indicare l’ebreo o il musulmano convertito al cristianesimo; abusato nel
veneziano Marrano, è stato esteso nel significato di spregevole, maledetto,
scomunicato. L’ebreo di Spagna, inoltre, era discriminato con Sefardìta,
dall’ebr SEFARAD Spagna.
Oltre al tipico sardo Nuraghe mucchio di sassi, troviamo nelle Puglie il
Trùllo, un manufatto mucchio di sassi dal tema gr-lat THOLOS TURRIS
TRULLA ed ancora in gr tardo TRULLOS in gbz TORULLOSA tutti col
significato finale di cupola. Trullerìa o Trullàggine valgono furbizia e ci
piacerebbe porre questo termine in richiamo metaf ai Trulli, la cui copertura,
stando alla tradizione, era montata a sera ed eventualmente smontata
all’alba, per raggirare gli ordini del padrone, un conte di Conversano che
proibiva la costruzione di tetti in muratura nella sua proprietà in agro
Alberobello, toponimo questo che non sta da “un albero bello” ma dal lat
(SILVA) ARBORIS BELLI ovvero Selva dell’Albero della guerra
(BELLUM guerra), così denominata la quercia; infatti la zona, chiamata
“selva”, ne era ricca, il cui ricordo sopravvive nel vicino toponimo Selva di
Fasano.
Omn di Trùllo, la nostra lingua elenca Trùllo quale ipocoristico di Citrùllo
termine volg di Cetriòlo (questo o Cedriòlo o Cetriuòlo e Citròlo e) dal dim
lat CITRIOLUM di CITRUS cedro delle Rutacee cui Citrullàggine, Ironia
della coincidenza, allora, se Trullaggine è la furbizia dei braccianti di
Alberobello, la Citrullaggine è quella dei padroni (proprietari della raccolta
dei citrulli). L’ancora omn Trùllo scoreggia è della serie onomatopeica TR
LL cui Trullàre (Dante).
Il lat conta lo specifico CUCUMIS cetriolo cui Cucumària “il cetriolo di
mare” che sta per Olotùria, della Classe Oloturoidèi o Oloturòidi, composto
col gr HOLOS tutto e THURIOS impetuoso. Il volg mer conta CumarazzoCummarazzo “sorta di cetriolo” in connessione semant con CUCUMIS,
anche se si potrebbe pensare ad un derivato in forma volg della
composizione lat “CUM RATIO” che sta per “della stessa specie-razza (del
cetriolo)”, dove si sovrapporrebbe il suff alterativo ACCIO-AZZO.
D’etimo ar DAMUS volta, l’omologismo Dammùso è la tipica costruzione
in pietra di Pantelleria e Lampedusa, con il tetto a volta. Il volg siciliano
Dammusu vale anche prigione, vrs , in senso fig, dalla tradizione
d’assegnare quelle isole a domicilio forzato.
Sarà una coincidenza, ma Dammuso appare in connessione rad col termine
992
ol DAM che vale diga, ovvero un manufatto di pietre, vedi Amsterdam, che
sta per diga sul fiume Amstel.
Per associazione, queste due isole mediterranee sono ricche di capperi;
Càppero, cui Capparidàcee (la Famiglia), un obsoleto Capperèto, è da un
tema med KAPPAR passato nel gr-lat KAPPARIS-CAPPARIS.
I nuraghi sardi, arcaici manufatti megalitici, sono figurativamente del tipo Torri
corse, Specchie salentine, Sesi panteschi, Talaiot tirrenici. Il primo termine Sèse (a
Pantelleria) risulta d’etimo ignoto mentre Talaiot è dal gr THOLOS il quale, nella
civiltà micena e in altre, identificava gli ipogei dotati di una specie di cupola ogivale.
1
\ Cedri
Il Cèdro deriva da due etmologie, fonte di equivoci: il Cedro del Libano è
dal lat CEDRUS già gr KEDROS cui Cedrèla, Cedrèto, Cedrìno.
Il Cèdro delle Rutacee, invece, è dal lat CITRUS cui Cedràia “sorta di
pergolato”, Cedràngolo o Cetràngolo (inc con ANGURION cetriolo),
Cedràre, Cedràta, Cedràto, ancora un Cedrèto, Cedricoltùra, Cedrìna o
Cetrìna (sorta di arbusto delle Verbenacee), ancora un Cedrìno, Cedròne,
Cedronèlla, ma vrs possiedono una comune rad d’origine, connessi con
CAEDUS “adatto al taglio” cui Ceduo; incluso il percorso chimico fedele al
lat CITRUS cui Citràle, Citràto, Cìtrico con la locuzione Acido citrico,
Citrìna (ossia la Vitamina P presente negli agrumi), Citrìno.
Pseudoetim è il termine Cedràcca “felce” o Cetràcca, un omologismo dal
persiano SITARAK.
CAMPO CAMPIONE CAMPANA
CAMPO
Càmpo è dal lat CAMPUS, che dà l’immagine di spazi aperti non
essenzialmente agricoli, ma successivamente assimilati, come una
piazza quale Campo dei fiori a Roma; non sono rintracciabili
connessioni. Tra i suoi derivati e composti, indiretti o meno, l’ital
conta Campàle, Campàre e Campicchiàre “vivere e vivacchiare”
(con il lavoro dei campi) da una metaf agricola cui Campesìno,
attraverso lo sp, snm di Contadino, Campàio o Campàro e Campière
o Campièro “guardia campestre” i primi di tradizione toscana e i
secondi siciliana, Campàta quale “spazio determinato”, Campàtico
“tassa agraria”, Camperèccio snm di Campèstre, i dim Campètto e
Campièllo questo per accezione “piazzetta veneziana”, Campàgna
dal medv CAMPANIA, Campagnòlo, Campamènto (il mantenersi in
vita), l’esot Campero (stivale da campagna), il termine glb Campos
attraverso il ptg ma del tutto lat, il metaf dim Camporèlla costruito
dal plur lat CAMPORA e che corrisponde al dim Campicèllo, i
termini turistici il glb ingl Camper snm di Autoroulòtte, cui
l’omologismo Camperìsta, e Campèggio con Campeggiamènto,
Campeggiàre, Campeggiatòre, Campeggìsta e Campeggìstico; l’omn
Campèggio o Campèccio è una sorta di albero nativo dello stato
messicano Campeche.
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Eppoi i composti Campimetrìa, Camposànto già Campo santo (snm
di Cimitero entrambi adottati dal XIV sec) cui Camposantière e, con
i pref, Accampàre (sistemersi in campo) con Accampamènto,
Scampagnàta; il termine si ritrova nel franc CHAMPAGNE, cui il
glb Champagne “sorta di spumante” con l’omologismo Sciampàgna
cui Sciampagnìno, il fig Sciampagnòne questo inc con Compagnone,
e Sciampagnòtta “sorta di bottiglia”. Ancora in percorso la pianura
del Campidano l’ant distretto sardo, Campigiàna “sorta di
mattone”relativo al toponimo Campi, Campobassàno quale relativo
del toponimo Campobasso.
Scampàre, con Scàmpo e Scampàto, in origine “sfuggire al gravoso
lavoro dei campi” (pref S sottrattivo), cui il dim fig Scàmpolo nel
senso di “rimasto fuori”, certamente non connesso con Scàmpo
“gambero” omologato inv dal veneziano Scampo, il quale si suppone
derivato dal greco KAMPE bruco con pref S intensivo. Da altre
analisi, Scampare stava per ”sopravvivere ad un campo di battaglia”
poi esteso genericamente “ad un pericolo”; nel volg, specie mer,
Scampato vale “spiovuto”, vrs nel senso atavico di “ persone,
animali e cose scampate al danno di allagamenti”.
Capitolìno è da CAPITOLIUM attestatosi in Campidòglio, questo
vrs da CAMPUS, quindi non sarebbe del percorso di CAPUT capo,
come si potrrebbe credere.
Il lat CAMPUS rimane inv negli Stati Uniti ad indicare la piazza
centrale delle università, termine oramai glb in Campus quale
cittadella per universitari. Ancora, tramite l’ingl, ci tornano Càmper,
Càmping, Camperìsta. Legittimo della nostra lingua, il termine
Càmpo, etim quale spazio aperto, che sta per area coltivata, misura
veneta d’estensione terriera; ancora, vale giacimento minerario,
luogo di combattimento o d’esercitazione, area per particolari
servizi, attività o azioni, relativo all’araldica e alla numismatica,
spazio fisico, visuale d’obiettivo.
Campìre è l’estro artistico di uniformare cromaticamente il fondo o
altre parti di un quadro, cui Campitùra. Il Càmpago (o Còmpago) era
l’elegante e nobile calzare romano.
Il lat conta il termine specifico RUS che vale campagna, nel senso di
scorporo dall’incivilimento cittadino, cui il percorso Ruràle da
RURALIS con Ruralità, Rùstico da RUSTICUS con Rusticàggine,
Rusticàno, Rusticherìa, Rusticìsmo e Rusticità. I termini Rùsco dal
lat RUSCUM “pungitopo” e Rùspa con Ruspàre e Ruspànte dal lat
RUSPOR RUSPARI scavare per cercare cui la locuzione Pollo
ruspante, potrebbero essere etim connessi con RUS, ovvero relativi
alla terra della campagna cui ancora fig Ròspo, cui la locuzione
994
Rospo comune per questo anfibio anuro tutto ital, scientificamente
detto Bufo bufo da Bùfo o Bufòne “rospo” di origine onomatopeica
cui Bufonofobìa “la paura rospi”; il termine Rospo corrisponde allo
specifico gr PHRYNOS donde l’ital Frinosòma con Frinosimàtidi
(col gr SOMA corpo). Il Rospo dorato è una varietà che nel 2012 è
considerata ormai estinta.
Snm di Campàgna è Agro-àgro (omn di Agro “acre”) dal lat AGER
campo – con il dim AGELLUS campetto - che dà questa volta il
senso di campi lavorati, da rad AG condurre e dal lat AGRUM
campi attorno alla città, cui Agràrio, Agrèsta con Agrèsto e
Agrestìno “uva acerba” ma vrs il termine è sovrapposto ad Agro
“acre”, Agrèste da AGRESTIS “sta in campo” con il suff STIS
estratto da Stare, Agròstide “sorta di pianta” dal gr-lat AGROSTIS
“gramigna”, eppoi una serie composta col suff adattato AGRI AGRO
cui Agriartigianàto, Agricoltòre o Agrìcola, Agricoltùra,
Agrimensùra con Agrimensòre (con il lat MENSURA misura)
questo snm lat di Gromatico, Agroalimentàre, Agrobiologìa con
Agrobiòlogo e Agrobiotecnologìa, Agrochìmica, Agroecologìa,
Agroindùstria con Agroindustriàle, Agroingegnère, Agrologìa,
Agrometeorologìa, Agrònica (con Elettronica), Agronomìa con
Agronòmico e Agrònomo, Agrosistèma Agroecosistèma “campo
coltivato”, Agrostèmma “sorta di pianta delle Cariofillacee”,
Agrotècnico, il neologismo Agropiraterìa. Di vrs connessione è il
termine Agriotimìa dal gr AGRIOTHYMOS temperamento fiero
composto con AGRIOS fiero-selvatico e THYMOS animo.
Dal lemma Agresto è sorta la locuzione Fare l’agresto oggi corrotta
in Fare la cresta, cioè “rubacchiare sulla spesa”; tutto sarebbe nato
dal fatto che chi era preposto alla vendemmia, invece di scartare
l’uva acerba accantonava parte di quella buona per sé.
Il lemma Agricoltura entra in locuzione quali Agricoltura biologica,
Agricoltura intensiva, Agricoltura
estensiva, Agricoltura
transgenica, inoltre non è esclusivamente relativo alla produzione
alimentare, poichè essa include, ad esempio, la produzione di legno,
di cellulosa per la carta (dai pioppi), di piante per medicinali…
Snm di Agricoltore è Contadìno, dal prvz CONTAT feudo di un
conte, da Contàdo in lat COMITATUM cui Contadinàme,
Contadinànza,
Contadinàta,
Contadinèsco,
il
prefissato
Incontadinàrsi, eppoi Cònte attraverso il franc COMTE col fem Contèssa,
Conte e Conti nella cognomastica, Contèa questo attraverso il franc
COMTEE da COMITATUS che vale “territorio di un Conte”, ed
ancora Viscònte e Viscontèssa attraverso il provz VESCONTE già
lat VICECOMES col pref VICE al posto di… con Viscontàdo,
995
Viscontèa, Viscontèo questo anche relativo alla storica cognomastica
milanese Visconti.
Dal franc LANDGRAVE attraverso il ted LANDGRAF cui LAND
Terra e GRAF Conte (del territorio), l’ital conta l’omologismo
Landgràvio o Langràvio “titolo onorifico per conti e feudatari
medv”, in percorso con l’omologismo Margràvio “conte di Marca” e
Margraviàto “dignità del margravio e territorio di competenza” da
MARKGRAF cui MARK marca, corrispondenti al Marchese e
Marchesato.
In ar FELLAH è contadino povero (cafone), cui gli omologismi
Fellà attestatosi in aratore, Fellòne attraverso il lat medv FELLO col
genitivo FELLONIS, cui Fellonèsco, Fellonìa, vrs in connessione rad
con l’ar FELLAQ bandito cui Fellàga “appartenente ad una banda
armata” attraverso il franc FELLAGHA.
\ CAMP è quel movimento creato da Susan Sontag, che magnifica l’artificio artistico e
il dandismo esistenziale, accogliendo benevolmente l’omosessualità; il termine, in
prevedibile estinzione, sta ad indicare il “superato”.
Memorabile il toponimo Camp David, la località USA dove, nel 1979, avvenne lo
storico trattato di pace tra gli egiziani, guidati da Anwar Sadat, e gli israeliani di
Menahem Begin, con la mediazione del presidente americano Jimmy Carter, dopo
trentanni di guerra. Di cattiva memoria umana i Campi di Concentramento, inventati a
Cuba nel 1895 dagli spagnoli, imitati dagli inglesi per i boeri nel 1910, adottati
successivamente da tutti i paesi in conflitto armato. I Campi, da un verso, avrebbero
dovuto “umanizzare” le guerre, per questo i prigionieri, invece di d'essere
tradizionalmente giustiziati, sarebbero stati resi impotenti al combattimento - ed è
questo che più conta nelle guerre - dall’altro, si sono rivelati lo strumento della più
abietta deformazione della mente umana, dalle camere a gas ai forni, dalle torture ai
veri e propri esperimenti chirurgici in vivisezione, tali forse da far rimpiangere i tempi
delle semplici condanne a morte per i prigionieri di guerra. Il Campo è anche una
struttura matematica o linguistica, uno spazio d’interazioni elettromagnetiche,
vettoriali, gravitazionali... \
CAMPIONE
Campiòne, dal lat medv CAMPIO-ONIS combattente in campo,
d'origine franca KAMPJO; il termine Campione può allora
tranquillamente essere tradotto in “il più bravo in campo libero” cui
Campionàto, il dim Campioncìno. La semant lo ha successivamente
idealizzato in “eroe, modello d’eroe” sino a “modello”, cui
Campionàre, Campionamènto, Campionàrio, Campionarìsta,
Campionatùra con Campionatòre, il termine industriale Campionìsta
e il prefissato Accampionàre con Accampionamènto per accezione
“campione quale mappa catastale”. Campionèse è il relativo del
toponimo Campione d’Italia (cittadina italiana – modello italiano in territorio svizzero).
Associato a Campione c’è il termine Primàto snm del glb Record,
con Primatìsta, dal lat PRIMATUS astratto di PRIMARE
primeggiare, questo verbo denm dall’ordinale PRIMUS primo (da
996
tre unità in poi) cui Prìma col poetico Prìa dal volg PRIA e Prìmo da
PRIMUS cui l’onomastico Primo “il primo nato dei figli”, eppoi
Primàrio, Primàte, Primàti (ordine a cui appartengono le scimmie),
Primatìccio, Primàzia e Primaziàle, Primeggiàre, Primièro cui
Primièra (fig “ un gioco delle carte” snm di un volg toscano Goffo, e
“sorta di pasta da minestra” a forma appunto di semi delle carte) e,
Primitìvo con Primitivìsmo, Primitività, un Primitìvo “sorta di
vitigno mer”, Primìzia con Primiziàle, utilizzato anche nelle
composizioni quali Primattòre, Primèvo, Primicèrio con Primiceriàle
e Primiceriàto (con CERA sta per “il primo in elenco inciso su una
tavoletta di cera”, attestatosi quale “capo di dignitari” o simili),
Primìna “una classe elementare”, i botanici Primìna con Prìmula o
Prìmola “sorta di pianta” dalla locuzione lat PRIMULA VERIS la
prima in primavera e Primulàcee (la Famiglia), la locuzione
“democratica” ricorrente dal lat PRIMUS INTER PARES primo fra
gli uguali; eppoi, Dapprìma questo dalla locuzione Da prima, Prìa
dal volg PRIA prima cui Priòra con Priòre, Prioràle, Prioràto,
Priorità e Prioritàrio dal lat PRIOR che precede-anteriore-superiore
(tra due unità), la locuzione A priori (opposta a A posteriori), donde
Apriòri, Apriorìsmo, Apriorìstico e Apriorità, eppoi Prìsco con
Prìstino e il prefissato Riprìstino con Ripristinàre da un ant PRIS dal
valore di dapprima e da un ant suff TINUS attestatosi anche in sct. Il
lemma Primàccio è pseudoetim, poiché è una errata attestazione da
Piumaccio, questo dal lat PLUMACIUM.
L’ital ha adottato i glb la locuzione bancaria Prime rate “tasso
primario” con un Subprime, eppoi il televisivo Prime time” tempo
primario” ossia l’orario di maggiore ascolto, l’enologico franc
Primeur dalla locuzione VENTE DE VIN EN PRIMEUR vendita di
vino anticipata (appena dopo la fermentazione), la locuzione inv lat
Primus inter pares “primo fra uguali” una sorta di Re Artù in
Tavola Rotonda con i cavalieri.
Record, termine snm di Primato, cui il glb Recordman snm di
Primatista, è copiato dall’ingl RECORD registrazione, tuttavia è
l’erede del lat RECORDARI ricordare.
L’albo dei record, o dei primati, è riconosciuto in ambito glb col
termine Guinness (adottato dal 1990), dall’omn Casa Editrice che lo
pubblica.
\ Tra gli aggiornamenti dell’albo Guinness, si conta il record di una signora coreana
che ha cantato ininterrottamente ben 979 canzoni in 59 ore e 48 minuti, dedicandolo
al proprio compagno.
CAMPANA
Indirettamente, Campàna è un derivato di Campo; il lemma è
d’estrazione toponomastica, dell'unica regione in cui erano costruite
997
le Campane, la Campania cui Campàno. Campania era Campagna
per eccellenza, come già visto dal lat tardo CAMPANIA, ricercata
fin dagli antichi romani, per fughe romantiche, politiche, seconde
case, lussuria (Pompei, Ercolano). Il passaggio toponomastico
sarebbe partito da Agro Capuano, nella zona di Capua, per attestarsi
in Agro Campano ed infine in Campania.. Altri derivati,
Campanàccio, Campanàio, Campanàrio cui la locuzione Cella
campanaria, Campanàro, Campanatùra, i dim Campanèlla,
Campanèllo e Campanìno, Campanìle con Campanilìsmo, l’accr
Campanòne, Campànula con Campanulàto, i composti
Campanifòrme, Campanulàcee (Famiglia nella tassonomia vegetale)
e i prefissati Scampanàre denm di Campana col pref S durativo cui
Scampanacciàta e Scampanìo, eppoi Scampanellàre denm di
Campanello con Scampanellàta e Scampanellìo. Scampanàto è
l’aggettivo “a forma di campana” dal Pp di Scampanare cui
Scampanatùra.
\ Storicamente, l’utilizzo delle campane come richiamo (adunate, allarmi…) pare
risalga al vescovo Paolino di Nola nel V sec; nel 561, invece, risalirebbe la notizia,
data da Gregorio de Tours, circa le installazioni di campane su apposite torrette, i
futuri campanili \
Il Campanìno non è dim di Campàna, bensì una qualità di marmo
che si estrae a Pietrasanta, che risuona tipicamente ai colpi della
lavorazione.
Il snm Tintinnìo di Scampanellio, con Tintinnìre e Tintìnno, eppoi
Tentennàre e Tintinnàre, dal lat TINNIRE-TINTINNARE, cui
Retentìre attraverso il franc TENTIR e il reiterativo RETENTIR, è
dalla serie onomatopeica T N cui Tinnìre con Tinnìto e gli aggettvi
Tinnànte e Tìnnulo, fedele al lat e associato a Frinìre dal lat
FRITINNIRE cui Fritinnìre connesso con l’onopatopeico BHR N.
Ad Alberto di Savoia (1798/1849) fu assegnato l’epiteto di re
Tentenna, in aggiunta a il Magnanimo.
\ Campanilismo
Il Campanilismo, cui Campanilìsta e Campanilìstico, è, in forma di
sentimento pressoché positivo, il grande amore per il proprio paese natale o
adottivo, tale da privilegiare le relazioni con i paesani, il consumo dei
prodotti locali, di trascorrervi sistematicamente le vacanze, od altro sullo
stesso piano. Si muta in un eccessivo e pericoloso attaccamento qualora la
preferenza vada a palese svantaggio del prossimo non paesano, addirittura a
suo danno.
Il Campanilismo, marcato di rivalità, egoismo o egocentrismo, è l’eredità
lasciata dal tempo dei Comuni, protrattasi nelle Signorie, quando tra alleanze
e leghe si dibattevano in conflitti anche bellici.
La genesi, questa, di molteplici proverbi, ovvero di sentenze popolari che
indicano, ad esempio, gli abruzzesi forti e gentili, i padovani impiccatori
998
d’asini, i piemontesi falsi e cortesi, i vicentini mangiatori di gatti, i fiorentini
quali doghe di botte, i genovesi quelli che prendono e non rendono, i
napoletani stretti di mano, i salernitani capaci d’ingannare anche il diavolo.
\ Vanga Zappa
Il contadino usa Vanga e Zappa; il primo, Vànga, è inv dal lat VANGA di
origine ger, cui Vangàre-Rivangàre (questo anche fig), il fig Vangaiòla
“sorta di rete”, Vangàta, Vangatòre con Vangatrìce, Vangatùra, Vanghèggia,
Vangheggiàre, Vanghètta con Vanghètto, Vanghettàre, Vangìle o Vanghìle
“asse metallica di traverso alla base dell’asta sopra la lama per spingerla col
piede” snm di Staffa o Staffale, forse connessi col ted WANGE guancia,
per la particolare forma dell’attrezzo, e tramite il long WANGJA guancia,
infatti, l’ital conta Guància (dal XIII sec), snm di Gota, con Guanciàle,
Guancialàio, Guancialàta, i dim Guancialètto e Guancialìno, Guanciàta quale
“Schiaffo” in complanare con Guanciòne “Schiaffone”, e il prefissato
Sguància con Sguanciàre e Sguàncio o Sguìncio.
Termine alieno un mas Guàncio quale omologismo dal berbero attraverso lo
sp GUANCHE, quale appartenente a una ant popolazione delle Canarie
sterminata dagli spagnoli.
Sguancìo, invece, pare sia la variante di Scancìo o Schiancìo, attraverso il
franc GUENCHIR piegare ma non ci dovrebbe essere incertezza nel sancire
la connessione con il tema indoeur WANGE-WANGJA-VANGA-Guancia,
col quale è connesso il gr GENEION mento da GENYS mascella, il lat
GENIA guancia, cui Genièno e il pref GENIO per composizioni quali
Geniofobìa che indica la paura di non poter articolare la mascella,
Genioglòsso (col gr GLOSSA lingua), Genioioidèo, Geniospàsmo.
Curiosità etim è che dall’ingl FANG dente s’utilizza il termine VANG quale
dispositivo draulico, ma nel volg ital esiste Vangale che vale dente molare
(il dente che macina); la coincidenza, se non si tratti d’inc lemmatico, tra
VANG dente e VANGA che taglia appare straordinaria.
Zàppa è dal tardo lat SAPPA d’identico tema med SAPPA, con lenizione
della s in z, presunta connessione con l’illirico ZAPP capro, per la forma
dell’attrezzo che richiamava le due corna dell’animale; derivati il dm
Zappètta con Zappetrtàre e Zappettatùra, l’accr Zappòne con Zapponàre e
Zapponatùra, il denm Zappàre con Zappamènto, Zappàta, Zappatùra, eppoi
Zappatòre o Zappadòre, Zappatrìce, un Zappicàre composti Zappacavàllo,
Zappatèrrea. Gli spagnoli hanno ZAPATEADO, quale ballo caratterizzato
dal battere dei piedi, come la zappa.
NOBILE IGNOBILE IGNEO
NOBILE
Nòbile, dal lat NOBILIS, da NOSCERE conoscere. Il lignaggio di
questo lemma è giustamente ant, derivato dal grado GNO della rad
GENE generare. Da conoscibile (nobile) si è poi ristretto in
conosciuto per la sua stirpe, per il suo gruppo famigliare (gens).
Derivati essenziali e composti: Nobildònna con Nobiluòmo o
Nobilòmo, Nobilèsco, Nobiliàre, Nobiliàrio “registro onomastico dei
999
nobili” altrimenti detto Libro d’oro della nobiltà, Nobilitàre con
Nobilitamènto, Nobilitàto e Nobilitaziòne, Nobiltà o Nobilitàde,
l’ironico o spregiativo Nobilùme (suff UME per collettivi), la
locuzione glb franc Noblesse oblige “La nobiltà obbliga ad un certo
comportamento”. Nobili sono anche alcuni gas conosciuti. Nobèlio è
un elemento chimico che prende il nome da A.B. Nobel fondatore tra
l’altro del Premio Nobel (1875) il cui ellittico è appunto Nobèl.
Di contro, a mo’ di parodia, nel 1991 ci fu la prima edizione del
Premio Ig Nobel il cui omologismo è Premio Ignobel calcando la
pronuncia inglese, poi assegnato annualmente, riservato a una rosa di
dieci autori che abbiano ottenuto risultati inutili o ridicoli nel campo
della ricerca e della scienza.
In ger ADAL vale “nobile” donde l’onomastico Ada, quale
ipocoristico di Adele; per altre fonti, invece, Ada deriverebbe
dall’ebr ADAH fronzolo. L’onomastica ADAL prosegue in Adelaide
“nobile d’aspetto” (con HAID aspetto connesso con il suff ital OIDE
dal gr (O)EIDES somiglianza) in complanare con Alice, Adelmo
“nobile protettore” (con HELM elmo fig protettore), Adolfo “nobile
lupo”(con WULF lupo), Alfonso “nobile valoroso” (con FUNS
valoroso), Alice “aspetto nobile” (ancora con HAID aspetto) in
complanare con Adelaide, il long Adalgisa “nobile freccia”
(ATHAD nobiltà (versione sassone) e GISIL freccia) in percorso
con Alida “combatte con nobiltà” (ATHAD e HILD battaglia); Aida,
infine, non appartiene a questo percorso, poiché è dall’egizio EITI
d’etim sconosciuto.
Altro termine ger BERTH sta per nobile nel senso di celebre, cui
Eriberto “celebre nell’esercito” (HARI esercito), Filiberto
“celeberrimo”(FIL assai), Lamberto”celebre nelle sue terre” (con
LAND territorio-paese), Norberto “celebre di origine nordica” (con
NORTH nord), Umberto con l’ipocoristico Uberto e il dim Berto da
HUMBERT composto con HUN gigante vrs utilizzato fig per
amplificarne la qualità, nel senso di “celebre magno”.
\ Nichilista Niente Nulla
Per Nobile, ove s’intenda un atteggiamento o un punto di vista che riafferma
tutti i valori tradizionali ed antichi, un suo contrario potrebbe essere il
Nichilista, da Nichilismo, parola coniata dallo scrittore Turgeniev nel suo
libro Padri e Figli del 1861 (in Italia si conformava lo Stato Unitario). Il
termine designava il radicale russo, deluso dalle riforme, che intendeva
attuare il pensiero del cambiamento sociale con ogni mezzo. Il termine
Nichilista sarebbe passato così a identificare sia la rivoluzione nazista sia la
Sinistra Radicale.
Una derivazione falisca la ritroviamo etim in HILUM connesso col lat
FILUM cui Fìlo, che avrebbe condotto al lat NIHIL nulla, vrs tramite la
1000
metaf nata dalla considerazione poco e niente come un filo, cui Nichilìsmo
(il suff ISMO vale “dottrina-teoria”) e Annichilìre. FILUM filo è dal tema
GWHISLO, cui Fìbra filamentosità-tessuto, inv dal lat FIBRA, coin Fibràto,
Fibratùra.
\ La locuzione Per filo e per segno indica una ant pratica da muratore: si tende un filo
impolverato su una parete per lasciarvi al bisogno il segno di una linea retta.\
Tra le fibre sintetiche si contano i glb Nylon (1938) dall’ingl NITROGEN
azoto, cui l’omologismo Nàilon, e Ràion di materiale cellulosico dall’ingl
RAYON (1905), cui l’omologismo Ràion, connessi idealmente con
COTTON cotone, entrambi marchi registrati.
In percorso con Fibra l’ital conta termini medici e non, quali Fibròsi, Fibròso
con Fibrosità eppoi il derivato Fibrìna “proteica” con Fibrinòso,
Fibrinògeno, Fibrinolìsi e Fibrinolisìna, Fibrinurìa (suff URIA che vale
“urina”),
Fibroadenòma
(suff
patologico
OMA),
Fibroblàsto,
Fibrocartilàgine con Fibrocartilagìneo, Fibrocèllula, Fibrocìstico, Fibrocìta e
Fibrocìti, Fibroghiandolàre, Fibròide (suff OIDE “somiglianza”), Fibroìna
(suff medico INA), Fibròma questo nel senso di “tessuto organico” col suff
medico-patologico OMA, Fibromatòsi, Fibromatòso, Fibronectìna o
Fibronettìna (col lat NEXUS legame-nesso e suff INA), Fibrosarcòma, il
prefissato Defibràre; ancora il dim istologico Fibrìlla cui Fibrillàre (verbo e
aggettivo) e Fibrillaziòne con gli opposti Defibrillatòre e Defibrillaziòne,
infine i composti tecnologici Fibrocemènto, Fibroscòpio, la locuzione Fibra
ottica, il glb ingl Fiberglass o Fibreglass dalla locuzione FIBER GLASS
Fibra di vetro.
Nel percorso con FILUM l’ital conta Fìla (collettivo) cui Affilàre (pref A
allativo) “disporsi in fila” omn di Affilare “rendere tagliente”, cui il fig
Defilàre con Defilamènto, Defilàto e il glb franc Defilè (corretto Defilé),
Filàre “ridurre a filo” anche nel senso di “fondere” con, in locuzione, Filare
l’oro e Zucchero filato, con Filàbile, Filàccia o Filàccica o ancora Filàzza
con Filàccio, Filacciòne e Filaccicòso o Filacciòso, Filacciòlo o Filacciuòlo,
Filàgna, Filamènto con Filamentòso, il marchio registrato Filànca (1965), la
locuzione Filo di Scozia, Filànda con Filandàia, Filandière e Filandìna,
Filàndra attraverso il franc FILANDRE, Filànte, Filàre questo sostantivo da
Fila, Filària (parassiti) con Filarìasi o Filariòsi (suff patologico OSI),
Filarìna “proteina” (suff chimico INA), Filàta e Filàto, Filatìccio, Filatòio e
Filarèllo, Filatòre, Filatrìce, Filatùra, il glb ingl File (termine da computer
che vale fila-archivio), il marinaresco Fileggiàre, l’esot franc Filet “filato”. Il
verbo Filàre, tra l’altro, vale ancora fig “versare-scorrere” cui, in locuzione,
Filare sangue, Filare vino, vale “correre” cui Filàrsela, il prefissato Difilàre
con Difilàto, e la locuzione Filare come un razzo, vale “svolgersi” cui la
locuzione Filare alla perfezione con Filatamènte “senza sosta” e Filastròcca
1
con Filatèra o Filatèssa; eppoi vale “intendersela amichevolmente o
amorevolmente” vrs sovrapposto al gr PHILO “amico-amore” cui la
locuzione Filare di comune accordo, il sostantivo Filarìno. Il Filo spinato
nasce da un’idea di J. F. Glidden che la brevettò nel 1874. Infine, la
locuzione In fila indiana che nasce dall’usanza dei guerrieri e cacciatori
indiani d’America d’incedere uno dietro l’altro.
1001
Il percorso lat FILUM prosegue con Filètto termine fig “della vite” cui
Filettàggio, Filettàre, Filettàto, Filettatòre, Filettatrìce e Filettatùra in
complanare con Impanare e derivati; dal franc GODRON filettatura, l’ital
conta l’omologismo Godròne cui Godronòre, Godronàto e Godronatùra snm
di Zigrinatura. Prosegue con Filètto termine fig da macelleria per “muscolo
psoas” cui Sottofilètto. Il percorso continua con Filièra, Filière, Filìno,
Filòne (roccia) questo fig nel senso di “vena” cui Filoniàno, l’omn fig Filòne
“che fa il filo” attraverso il franc FILOU, l’ancora omn accr Filòne con dim
Filoncìno snm di Sfilatino relativi alle forme di pane, Filòso, Filòtto (ellissi
per “fila di otto”), il dim lat volg FILICELLA cui Filzèlla con Fìlza, Filzètta
“sorta di salame” e Filzuòlo; i composti quali Fildifèrro, Filifòrme,
Filigràna o Filagràna o Filogràna (composto con “grano”) cui Filigranàto,
Filigranatùra e Filigranoscòpio, Filipèndula (pianta erbacea, col fem di
“pendulo”), Filobùs, Filodiffusiòne con Filodiffùso e Filodiffusòre,
Filondènte o Filundènte (filo in “dente” del pettine, vale Tela di canapa),
Filopiùma, l’utensile Filosecànte, Filoveìcolo, Filovìa con Filoviàrio e, con i
pref, Affilàre (suff AD) “rendere tagliante” omn di Affilare “mettere in fila”
con Affilàta, Affilàto, Affilatòio, Affilatòre, Affilatrìce, Affilatùra e la
locuzione Affilare le armi, Infilàre (IN illativo) “introdurre” con Infilàta,
Infilàto, Infilatòre, Infilatùra, i composti Infilacàppi, Infilanàstri, eppoi
Infilzàre con Infilzamènto, Infilzàta, Infilzàto e Infilzatùra, Profilàre
“delineare” (pref PRO) con Profilamènto, Profilàrio, Profilàto, Profilatòio,
Profilatrìce, Profilatùra e Profìlo, Refilàre (pref RE per denm) “tagliare i
margini o i bordi”.
Un profilo di figura disegnata è detta in lemma glb franc Silhouette a ricordo
del ministro Etienne de Silhouette (XVIII sec), così odiata dalla gente che il
suo cognome passò a indicare qualsiasi cosa non definita.
Eppoi Sfilacciàre da Sfilaccia con Sfilacciamènto, Sfilacciàto, Sfilacciatrìce,
Sfilacciatùre, Sfilaccicàre da Sfilàcicca di Filaccica, Sfilàre con Sfilamènto e
Sfilàta, Sfilatìno snm di Filoncino, Sfilàto, Sfilatùra, Sfilettàre da Filetto;
snm di Sfilacciare (un cascame o altro pezzo di tessuto) l’ital conta
l’omologismo Garnettàre, cui Garnettatrìce o l’esot Garnett e Garnettatùra,
attraverso l’ingl Garnett nome adottato dell’inventore.
Il percorso prefissato continua con Trafilàre con Trafìla, Trafilàto,
Trafilatòre, Trafilatrìce, Trafilatùra, il giornalistico Trafilètto. I composti
Controfilàre, Controfilètto, Contraffìlo con Contraffilàre, Controfìlo,
Drittofìlo, Rettifìlo (con il snm Retto di Dritto), Serrafìlo, Sopraffìlo “tecnica
di perfezionamento del ricamo agli orli”, Tirafìlo. Straordinario il lemma
Sanfilìsta, una meteora linguistica ital transitata negli anni venti del secolo
scorso, che stava per Radiodilettante eppoi Radioamatore, attraverso il franc
SANS FILISTES ovvero senza fili. Filèno (sorta di insetto degli Emitteri),
snm di Sputacchino, è termine alieno nel percorso, dal gr PHILAINOS
questo il nome di un personaggio mitologico.
Al percorso partecipa un dim plur corrotto da Filello in Fedelìni o Fidelìni o
ancora Fidellìni “pasta in filamenti, generalmente all’uovo”.
In snm con Annichilìre concorrono Annientare e Annullare.
Annientàre, con Annientamènto, è il denm da Niènte 2, questo, con la
1002
variante Neènte e un glb ted Nix ellittico di NICHTS niente, è la
composizione lat medv NEC ENTEM neanche un essere, attraverso le forme
arcaiche di NEENTE, NEIENTE. Ente-ènte è dal lat class ENS, curioso
Ppres dell’ausiliare ESSE essere, cui Entità e il verbo conposto Entificàre, il
prefissato ABSENS Assènte questo Ppres di AB ESSE con i derivati
Assentàre, Assenteìsmo; ancora, Essènza cui Essenziàle con Essenzialità,
Essenzialìsmo ed Essenzialìsta, Essenzializzàre con Essenzialmènte,
Essenzièro, in assonanza con Assènzio o Assènzo “pianta erbacea” questo
dal pref lat ABSINTHIUM già gr APSINTHION connesso con il percorso di
sentire il cui pref AB di scostamento alluderebbe al sapore amaro che si
ottiene a seguito della macerazione.
L’Assenzio, quale bevanda amara, era già nota tra i greci ant. La diffusione è
avvenuta dal 1800.
Dal ted WERMUT assenzio, transitato dal franc VERMOUTH, l’ital conta
l’omologismno Vèrmut e Vermùt o ancora Vènmutte e Vermùtte coldim
Vermuttìno.
Il suff ENS cui Ente ricompare a formare i Ppres dei verbi, sovente
sostantivati, vedi Dormiente, Corrente. Contrario di Assente è Presènte dal
lat PRAESENS Ppres di PRAE ESSE con i derivati Presentàneo, Presentàre
questo da PRAESENTARE denm di Presente, Presentatòre, Presentaziòne,
Presentòsa “sorta di gioiello tradizionale abruzzese”, Presènza e, col
secondo pref RE, Rappresentàre, Rappresentatìvo e Rappresentaziòne da RE
PRAESENTARE; il prvz conta il sostantivo PRESENT dono (che viene
presentato) cui l’ital Presènte semant inv.
Il gr conta EIKAZO che sta per io rappresento, cui Icàstica e Icàstico
rappresentativo e Icasticità dalla locuzione gr EIKASTIKE TEKHNE arte
di rappresentare.
Il pronome-avverbio Niente, nella versione sp è NADA, cui l’onomastico
anarchico Nada.
Annullàre, a sua volta, con Annullamènto, è il denm dal lat NULLUS
nessuno, cui Nùlla 2, Nùllo e le composizioni Nulladimèno, Nullafacènza
con Nullafacènte, Nullàggine, Nullamèno, Nullaòsta (col suff tratto da
Ostare), Nullatenènza con Nullatenènte, Nullificàre con Nullificaziòne,
Nullìsmo, Nullisomìa, Nullìsta con Nullìstico, Nullità, lo straordinario
lemma Fannullòne che vale (chi) fa nulla con suff accr ONE, lemma da
associare per un identico meccanismo di composizione a Falegname “(chi)
fa legname”. Il Fannullone era l’epiteto del francese Luigi V (967/987) in
aggiunta a l’Ignavo.
Infine la locuzione glb informatica ingl NULLO MODEM “Modem nullo”,
dove Modem sta per l’ipocoristico di Modulatore e Demodulatore.
L’origine è in ULLUS, questo dim lat di UNUS uno, cui Adunàre o
l’obsoleto Aunàre (lenizione totale della d) con Adunànza e il prefissato
Coadunàre, Oncia-òncia o Uncia-ùncia con Onciàle o Unciàle dal lat
UNCIA (quale unità di misura ponderale, dodicesima parte di un asse e poi
dodicesima parte della libbra - in seguito moneta romana e borbonica) cui la
voce Onza-ònza “ant moneta coniata a Palermo e Napoli”, Onciàrio, la e la
locuzione Catasto onciario (sorta di dichiarazione dei redditi nel XVIII sec),
1003
Radunàre o gli obsoleti Ragunàre (epentesi della g), Raunàre (lenizione
totale della d), con Radunàbile, Radunamènto, Radunànza o gli obsoleti
Ragunànza e Raunànza, Radunàta e Radunàto o gli obsoleti RagunàtaRagunàto e Raunàta-Raunàto, Radunatòre o gli obsoleti Ragunatòri e
Raunatòri, Radùno e Radunìsta, Uniòne e Riuniòne, Unitamènte, Unìre e
Riunìre, Unimènto, *Unità o Unitàde e Unitàte, Unitariàno con
Unitarianìsmo attraverso l’ingl UNITARIAN, Unitàrio con Unitarietà,
Unitarìsmo e Unitarìsta, Unitèzza, Unitìvo, Unitizzaziòne, Unitòre, Unitùra,
e il pref UNI, complanare di MONO, cui Unicellulàre, Unificàre e
Unificaziòne, Unifòrme e Uniformità, Univalènte, Univàlve “unica valva”,
Unìvoco. Da aggiungere il mitologico Unicòrno snm di Liocorno con la
variante Alicorno, il quale tanto fantasioso non è, poiché nascono, pur
raramente, caprioli e cervi con un solo corno sulla fronte invece della
naturale biforcazione. L’anomalia morfologica era già conosciuta nel
passato, tale da alimentare superstizioni (come ogni anomalia fisica) e ad
ispirare iconografie e miti.
Uniàte, invece, è dal russo UNIJAT da UNJIA unione è il sostantivo o
l’aggettivo che indica le chiese o i fedeli staccatisi dal Cattolicesimo ma poi
rientati serbando però l’autonomia.
UNUS, che con l’aggiunta della negazione NE, è diventato NE ULLUS
nemmeno uno, nessuno, ovvero NULLUS. Il cardinale lat UNUS deriva da
un ant rad comune nelle aree celt, bal, ger (ted EIN, ingl ONE); col suff gr
OIKO sarebbe divenuto UNUS OIKO eppoi UNICUS in lat e Unico-ùnico
in ital. Uno-ùno è rappresentato anche da SEM (pref SEMI Ved Mondo...).
Dall’ar AMAL Al GAMA “l’effettuare una uniore” l’ital ha adottato
l’omologismo Amàlgama cui il devb Amalgamàre con Amalgamànte e
Amalgamaziòne.
Tra le più note filastrocche si contano Anghinghò, Ambarabà ciccì coccò, Giro
girotondo e Ponte ponente.
2
Niente e Nulla seguono negli enunciati la costruzione relativa a Nessuno (Ved Nota
1 di Guardare… in Vezzo…)
1
\ Oncia e le monete romane
L’oncia aveva valore di 27,25 grammi quale dodicesima parte della Libbra;
da qui Asse (12 once) da AS (Ved Sala…) con Sestànte (2 once) da
SEXTANTEM sesta parte di 12 once, Quadrànte (3 once) da
QUADRANTREM quarta parte di 12 once, Triènte (4 once) da
TRIENTEM terza parte di 12 once, Semìsse (6 once) dal lat SEMISSEM
traducibile in Mezzàsse da SEMI AS mezzo Asse.
Eppoi, al tempo di Augusto, Denario aureo (400 assi), Denario argenteo (16
assi), Sesterzio di oricalco (4 assi).
Denàrio è la moneta romana di 10 assi (Ved Soldo….).
Il sempliìce Sestèrzio da SESTERTIUM aveva valore di 2 assi e mezzo
eppoi di 4 assi; l’etim è da SESTERTIUS NUMMUS già SEMISTERTIUS
questo ipocoristico di SEMIS TERTIUS dall’originario valore metà di un
terzo.
Valori indicativi, infatti, poiché mutavano con i tempi e le svalutazioni.
\ Tralice
1004
Il lat aveva ancora LICIUM per Filo da rad LIX, cui Allicciàre, Licciaiòla,
Lìccio con Licciòlo (suff alterativo OLO), Tralìccio con Tralicciatùra dal lat
volg TRILIUM già TRILIX a tre fili cui Tràlice, questo solo in locuzione
avverbiale In tralice o Di tralice, e un fig marinaresco Stràllo o Stràglio
“cavo dell’albero” col dim Strallètto, vrs sovrapposto a Tralcio con un pref S
di valore intensivo.
Con la rad LIX dovrebbe essere connesso il termine lat SUBLICA palo cui il
ponte romano Sublicio fatto costruire dal re Anco Marzio; il termine
SUPPLICIUM supplizio (del palo) sembrerebbe in sovrapposizione.
IGNOBILE
Per quei poveracci che non appartengono ad una Gens, spetta
l’appellativo di IN-GNO- BILE non nobile con il pref negativo IN,
che perde la N saldandosi con GNO. cui Ignòbile. La semant ne ha
calcato la mano, così Ignobile è divenuto privo di dignità, meschino.
Essendo il contrario di Nobile, ha il suo corrispettivo Ignobilità.
IGNEO
Esiste un ant primo membro di parola che si richiama al lat class
IGNIS fuoco-igne, quindi Igneo-ìgneo da IGNEUS, Ignìcolo dal dim
IGNICULUS, Ignìfero, Ignìfugo, Ignìto “acceso” quale Pp di
IGNIRE accendere, Ignìvomo “che vomita fuoco”, Igniziòne su
calco ingl IGNITION; eppoi, Ignitron-ìgnitron quale composizione
di Ignizione con Elettrone. Il dio ind del fuoco Agni ed il termine lat
IGNIS hanno vrs un’origine rad comune, a comprovare
l’indoeuropeismo (Ved pref EU in Noto…).
Le Rocce ignee indicano le rocce risultanti dal raffreddamento
lavico.
GAZZARRA GAZZETTA GAZZA
GAZZARRA
Dall’ar GHAZARA abbondanza, l’omologismo Gazzàrra vale
chiasso-baccano ma con l’implicito di gente allegra, cui la variante
volg romanesca Caciàra (omn di Caciara da Cacio) con Caciaròne.
Allègro, cui Allegràre col prefissato Rallegràre (pref R) e
Rallegramènto meglio Rallegramènti, Allegrànza, Allegrìa, è dal alt
ALLECRUS connesso al verbo ALLICERE (AD LICERE) attrarre,
sedurre da rad EL essere in movimento rintracciabile in Amb-ulare
(Ved Ambo…), il sostantivo Mirallègro nato dalla locuzione Mi
rallegro; Allegria (ricorrente nel 1535) è divenuto snm in Ilarità,
questo adottato dal XIII sec, dal lat HILARIS già gr HILAROS
allegro, cui Ilàre, i composti Ilarodìa e Ilarotragèdia (commedia) con
Ilarotràgico, il prefissato Esilaràre con Esilarànte (EX intensivo); da
non equivocare etim con Esile da EXSILIS (Ved Tela…), e gli
onomastici Ilario esplicito dal lat HILARIUS, Lelio col fem Lelia
1005
impliciti dal gr LALOS scherzoso.
Tornando al verbo LICERE legittimare, permettere, consentire…
con il suo Pp LICITUS, l’ital ha coniato Lècere o Lecère, Lecitèzza
o Licitèzza, Lècito (omn di Lecito da LEKITHOS tuorlo) o Lìcito cui
Lecitamènte, Liceità con gli opposti Illècito o Illìcito, e Illiceità o
Illeceità, eppoi Licènza o il più fedele al lat Licènzia da LICENTIA
libertà e in senso fig sfrenatezza cui Licenziàbile con Licenziabilità,
Licenziamènto, il gerundio aggettivato e sostantivato Licenziàndo
“da licenziare”, Licenziàre, Licenziatàrio, Licenziàto, e Licenziòso
con Licenziosità dall’aggettivo LICENTIOSUS, il fedele al lat
Lìcere essere permesso con la terza persona del presente indicativo
Licet si può che qualcuno avrebbe voluto italianizzare in Lèce o
Lìce, che s’è svolto nel sostantivo col valore di “latrina” dalla
formula scolastica Si può andare a gabinetto? ed infine Licitàre
“libero per mettere all’asta” con Licitaziòne, dal lat LICITARE
questo frequentativo di LICERE.
Della stessa rad svoltasi in LAKW deriva Allettàre (omn di Allettare
da Letto), cui Allettamènto, Allettànte, Allettatìvo, Allettatòre e
Allettèvole, dal lat ALECTARE intensivo di ALLICERE attrarre
questo dal prefissato AD LACERE, Delìzia da DELICIAE piaceri
cui Deliziòso, questo con pref DE conclusivo e LACIO da LACERE,
cui l’ipocoristico Lèzio o Lèzia con Lezioso, Leziosàggine e
Leziosità, eppoi l’aggettivo Delicàto o Dilicàto con Delicatamènte,
Delicatèzza, i glb l’ingl Delicius “delizioso” cui la locuzione Stark
delicius “varietà di Melo” dove STARK vale “del tutto” e il ted
Delikatessen “delicatezze quali prelibatezze”,
Il percorso prosegue con Dilettàre da DELICERE sedurre tratto dal
prefissato DE LACERE con Dilettàbile, Dilettànza, Dilettaziòne ed il
suo devb Dilètto; l’omn Dilètto è il Pp di DILIGERE amare con
Dilettànte, Dilettantìstico e l’omn Dilètto.
In percorso, ancora Làccio con Lacciàia e Lacciòlo, col denm
prefissato Allacciàre (AD allativo) cui Allacciamènto, Allacciatùra e
Allàccio, eppoi un obsoleto prefissato (IN illativo) Illacciàre, dal lat
LAQUEUS divenuto LACJUS nel volg da probabile discendenza
semant da LACERE attrarre, cui Laqueàrio il gladiatore fornito di
laccio e il prefissato Illaqueàre (IN illativo) “irretire”; il termine,
volgarizzato Lazzu, si ritrova nel siciliano ‘ntirllazzu o ‘ntrallazzu
(pref INTER) cui l’adattamento ital Intrallàzzo con Intrallazzàre e
Intrallazzatòre, eppoi nello sp LAZO anche in senso fig di “legame
d’amicizia” e nell’antitesi “insidia”, adottato in ital Làzzo nel senso
di “atto o motto buffonesco” (omn di Lazzo da Latte). Lo si ritrova
ancora dall’ant franc LIEM variante di LIEN laccio cui LIEMIER
1006
oggi LIMIER; l’ital ha adottato l’omologismo Limière attestatosi
come “segugio”.
Snm di Laccio (adottato dal XIII sec) è Guinzàglio (stesso sec)
omologismo dall’ant ted WINTSEIL fune per la tenda, cui
Guinzagliàre e Sguinzagliàre questo col pref S sottrattivo.
Dal ted WINDE argano, cui l’omologismo Bìnda e il suo dim
Bìndolo, è stato coniato il verbo fig Abbindolàre con
Abbindolamènto e Abbindolatùra; il termine svoltosi nel long
WIFFA, ha prodotto in ital Bìffa, Guèffa “matassa” con Aggueffàre,
e Guìffa. In vrs connessione col primo, il long BINDA striscia di
tela, dunque laccio, cui l’omn ital Bìnda e un potenziale dim
Bìndolo; allora, il verbo Abbindolare sarebbe una sovapposizione
lemmatica.
\ Licenza poetica
In premessa, occorre ricordare che l’articolo Lo (plur Gli) precede ogni
termine che inizi per s impura, z, x, e gn, pn, ps.
Seguiamo questo segmento di versi appartenenti alla poesia “Il sabato del
villaggio” di Giacomo Leopardi.
\...\ e qua e là saltando
fanno un lieto romore
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore
e seco pensa al dì del suo riposo \...\
È evidente nel quarto verso l’articolo il che precede erroneamente il termine
zappatore.
Seguendo la sequenza dei cinque versi si hanno tre settenari e due
endecasillabi.
Se il poeta avesse posto correttamente l’articolo Lo, il verso sarebbe risultato
di otto sillabe, quindi un ottonario, non armonizzato con i settenari
precedenti e creando di conseguenza una zoppicatura.
Ottonario perché non sarebbe potuto accadere la saldatura della sillaba il con
l’ultima di fischiando, insomma doil, grazie allo strumento poetico della
sinalèfe,
Un tale meccanismo è definito Licenza poetica o Libertà poetica, da non
utilizzare in prosa e nel parlato.
Pindàrico è il relativo di Pindaro il poeta gr (518/438 aC) cui, in locuzione,
Ode pindarica e Volo pindarico, una particolare “licenza poetica” che vede
il poeta passare repentinamente da un concetto all’altro, in definitiva è il
passaggio repentino di un enunciato a un altro o altri, allo scopo di tessere
delle similitudini per meglio far comprendere il concetto che l’autore vuole
esprimere. La locuzione, nondimeno, sta assumendo anche valore di
discorso farcito di incisi e con esito inconcludente o banale.
\ Abbondanza
Dal lat ABUNDANZIA, dalla composizione AD BUNDANTIA, deriva
Abbondànza e Abbondàre dal verbo ABUNDARE; vrs connessione con
Ubere-ùbere dal lat UBER fertile, cui il superlativo Ubèrrimo, lo sdrucciolo
1007
Ubero-ùbero o Uvero-ùvero “mammella”, da non equivocare con l’omn
piano Ubèro o Ubièro omologismo dall’ar HUBARA otarda.
Il percorso prosegue in Ubertà, Ubertòso con Ubertosità, e il prefissato
Esuberàre con Esuberànte, Esuberànza, Esùbero (pref EX) in complanare
con Esuperànte, Esuperànza da EXSUPERARE, questi in via
d’archiviazione. Probabile connessione rad, invece, col tema med BUNYA
recipiente rigonfio, cui il dim Bùgnola che sta per “paniere”, fig “banco
degli accusati” e “cattedra” questa, in accezione, per gli accademici della
Crusca; direttamente dal tema, Bùgna “pietra lavorata a punta di diamante
sporgente da un muro” 1 cui Bugnàre e Bugnàto, o col mas Bùgno “arnia”
cui Bugnerèccia “insieme di arnie”, il cui dim Bùgnola s’è attestato fig in
“recipiente gonfio” eppoi “paniere”.
Attraverso il franc, il tema med BUNYA s’è svolto nel franc BEIGNE
bugna eppoi nel fig BEIGNET cui il glb Bignè “sorta di dolce o panino”; i
lat già conoscevano una sorta di Bignè, e lo indicavano con LUCUNCULUS
quale dim di LUCUUS pasticciotto, in connessione rad con LUCULENTUS
luculento.
Da non includere nel percorso il lemma Bignònia “Genere di arbusti” cui
Bignoniàcee (la Famiglia) coniati a ricordo dell’abate J. Bignon
(1589/1656).
1
Le bugne partecipano al rivestimento esterno del Palazzo dei Diamanti a Ferrara, del
Palazzo De Matteis a Corato qui chiamato in volg U palazz de re péte pizzut “il
palazzo delle pietre pizzute”.
GAZZETTA
Dal gbz GAZA tesoro, il dim Gazzètta starebbe ad indicare spiccioli,
in altre parole una moneta di bassa lega coniata a Venezia. Per
acquistare un giornale, nel 1543 a Venezia, bastava pagare due
gazete; a Firenze occorreva il resto del carlino. Da qui
l’illuminazione di chiamare Gazzetta e Resto del carlino i due
giornali. Il primo nome di testata ha avuto più fortuna, perché oramai
è assimilato a Quotidiano e Giornale, tant’è che ha avuto l’alto onore
d’essere elevata a Gazzetta Ufficiale. Storicamente, il nome
Gazzetta, quale snm di Giornale o Quotidiano, è stato in uso sino al
1900; la più vecchia è la Gazzetta di Mantova, stampata sin dal 1664,
donde Gazzettìno e Gazzettìstico eppoi Gazzettànte e Gazzettière.
GAZZA
L’uccello Gàzza, altrimenti detto Pica o Ghiandaia, con la versione
toscana Gàzzera e Gazzerìno, è un’attestazione fonetica dal lat volg
GAIJA già GAIA, scherzosamente riferito sia al volatile dei Corvidi
sia alla Gazza marina volatile degli Alcidi. In connessione fig
l’aggettivo Gàzzo “di colore glauco” cui Gazzuòlo.
La connessione pur fig con il sostantivo Gàzzo “berretto del doge di
Genova”, invece, non pare così esplicita.
Il lat GAIJA ha ispirato il prvz GAI vivace come una gazza, cui
l’ital Gaiamènte, Gàièzza, Gàio da GAIUS cu il dim Gaiètto (omn di
1008
Gaietto variante di Caetto), l’onomastico Gaia, il quale è in
concorrenza con Gaia (ispirato all’altro nome della divinità greca
Gea, la cui omologa nordica è Jordr) e il lenito mas Caio da Gaio;
pseudoetim un Gàia (omn di Gaia felice) dal lat CAVEA gabbia
attraverso il genovese Gai, e Gaiètto (omn del dim Gaietto di Gaio)
o Caètto dal prvz CAIET screziato. Il lat GAIJA e il prvz GAI sono
connessi, in ambito comune indoeur, col celt GAIL allegria cui
l’onomastico Galeazzo “che porta letizia”.
Il mammìfero Gazzèlla è, a sua volta, l’omologismo con attestazione
fonetica dall’ar GHAZAL, già voce africana GAZEL, attraverso il
ptg GAZELLA.
BRUTO BRUTTO BRUT
BRUTO
Brùto, d’origine osca, ci viene dal lat BRUTUS pesante. Nel
percorso troviamo Brutàle, Brutalità, Brutalizzàre... Il Brutalìsmo fu
coniato in Francia negli anni cinquanta, ricavato da BETON
calcestruzzo BRUT, e indicava l'opera d’alcuni architetti (i
Neobrutalìsti), i quali intendevano sfruttare le capacità espressive
implicite delle strutture, sull'esempio del Brutalista storico Le
Corbusier, autore dell’Unitè di habitation a Marsiglia 1948-54. In
Italia, esempio di Brutalismo è l’Istituto Marchiondi di Vittoriano
Viganò, a Milano, innalzato nel 1957. Il termine BETON
calcestruzzo è l’evoluzione dal franc ant BETUN fango, cui l’ital
Betonàggio, Betonièra, Betonìsta… da non equivocare con Betònica,
questo dal nome di una stripe celtica dei Vettones, cui anche
Bettònia, Brettònia, Vettònica.
Il progenitore di BRUTUS è GWERE-U grave, che discenderebbe
da un GWER inghiottire e si sarebbe attestato in area gr con BARYS
e in sct con GURU figura grave, solenne cui l’omologismo Gùru.
Dal tema GWERE-U sarebbe disceso il lat GRAVIS, cui Gràve,
donde i vari derivati e fig nel senso di “pesante, duro, carico, incinta,
lento nei movimenti, addolorato, opposto ad acuto” quale Gravàre
con Gravàbile, Gravàme da GRAVAMEN, Gravamènto, Gravatìvo,
Gravàto, Gravemènte, Gravèzza, un raro Gràvico, eppoi Gravidànza
o Gravidèzza con Gràvida “incinta” con Gravìdico e Gravidìsmo,
*Gravità o Gravitàde e Gravitàte cui la locuzione Legge di gravità,
Gravitàre con Gravitaziòne e Gravitazionàle, Gravoso con Gravosità
e Gravosamènte, che, con i pref, diventano Aggravàre con
Aggravamènto, Aggravànte Aggravàto e Aggràvio (AD allativo),
Ingravàre con Ingravescènza e Ingravescènte dall’incoativo
INGRAVESCERE, Ingravidàre con Ingravidamènto (IN illativo),
1009
Sgravàre con Sgravamènto e Sgràvio (S sottrattivo), gli obsoleti
Gravidàre cui Sgravidàre; G. Verga (1840/1922) ha coniato il
composto fig Ingravidabalcòni per definire lo spaccone sedicente
seduttore, capace solo di corteggiare i balconi delle donne.
\ Febbraio 2016. Sono state scoperte le onde gravitazionali previste da Einstein. Le ha
rilevate lo strumento Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), in
Usa, e i dati sono stati analizzati dalle collaborazioni internazionali Ligo e Virgo.
Quest’ultima fa capo allo European Gravitational Observatory (Ego) fondato e
finanziato da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle
ricerche francese (Cnrs). (ANSA)
Il percorso prosegue con i composti Graveolènte con Graveolènza,
Gravicèmbalo, Gravisonànte, il pref GRAVI da Gravitazione in
termini quali Gravimetrìa con Gravìmetro, Gravitòne o Graviòne
(ellittico di Gravità e Fotone), Gravitropìsmo snm di Geotropismo,
Il termine Grève o Griève nasce dall’inc di GRAVIS grave col suo
opposto LEVIS lieve. Dal rad GWER inghiottire dalla serie
onomatopeica GL GL, l’ital conta Gòla, cui un Golàre “inghiottire” e
i prefissati Sgolàrsi “affaticarsi con la voce” cui Sgolàto omn di
Sgolato “scollato”e Soggolàre (SUB sotto) da Soggòlo (dal XV sec)
ellittico di Sottogola.
Il termine Gola vale anche nel senso di “ghiottoneria”cui Golòso,
Goloserìa, Golosità e una corruzione in Gùlo giàtardo lat GULO che
vale “ghiotto”, il prefissato Ingolosìre (IN illativo); eppoi il fig
Golèna, Golètta (abbigliamento, omn di Goletta “navicella).
Gramìgna dal lat GRAMEN erba-foraggio cui Graminàcee, col suff
da GWER che sta per vorace (di colture), ma nulla vieta di
aggiungere che, nel caso di Gramigna, ci sia stata una
sovrapposizione con il tema med GRAMA contorcersi. Tra le
Graminacee si conta la Dùra o Dùrra omologismo dall’ar DHURRA,
lo Spàrto (omn di Sparto da Spartire) dal lat SPARTUM già gr
SPARTON snm di Giunco marino dal quale si ricava la Carta di
riso.
Goliàrdo è un termine alieno in questo percorso, giacché deriva
metaf da Golia, il biblico gigante avversario di David, cui Goliardàta
e Goliàrdico.
Il gr conta lo specifico LARYNKS gola cui Larìnge, Laringàle,
Laringèo, Laringìsmo, Laringìte e il pref LARINGO per
composizioni quali Laringòfono, Laringografìa, Laringoscopìa con
Laringoscòpico e Laringoscòpio, Laringòtomo.
In gola ci sono le Tonsìlle, questo dal lat TONSILLAE dim di
TOLES “il loro gonfiore”, d’etimo sconosciuto, cui Tonsillàre,
Tonsillectomìa (asportazione delle tonsille, termine composto con il
gr EK fuori e TEMNEIN tagliare) con Tonsillòtomo, Tonsillìte
1010
questo col suff medico ITE che vale “malattia acuta”; si potrebbe
supporre che il lemma Tonsille si sia sovrapposto al Pp lat TONSUS
di TONDERE tagliare del tutto, perché considerate da asportare.
BRUTTO
Da Bruto ci sarebbe pervenuto il suo peggiorativo toscanizzato
Brùtto, i quali avrebbero seguito sing dei percorsi semantici,
differenziandosi. Derivati dal peggiorativo, Brùtta (copia), Bruttèzza,
Bruttùra...
BRUT
Il termine Brut rozzo traslato dal franc, questo dall’ant BRYT,
qualifica l’espressionismo spontaneo dei bambini, degli alienati e dei
medium, quest'ultimi in trance; insomma al di fuori d’ogni
ufficialità.
Brut è anche il vino primitivo, che non ha subito la seconda
fermentazione, ma è anche lo champagne secco
\ Suffisso Prefisso VORO
Suffisso OMNI ONNI
Sono i derivati dalla rad (G)WER inghiottire, cui il gr BOROS che divora, il
lat VORARE con Voràce, Voracità, Voràgine, Voraginòso. Divoràre con
Divoratòre, col pref DE conclusivo, vale mangiare e chi mangia
avidamente; attraverso il lat, l’ital conta il suff VORO che divora adattato
per composizioni quali Carnìvoro e, in senso fig Idròvora questo con IDRO
“acqua” vale quale meccanismo per lo smaltimento delle acque, con
Idròvoro.
Omnìvoro o Onnìvoro è dal lat OMNIS tutto, cui l’inv Omnium “di tutti”,
Ogni-ògni o l’obsoleto Onni-ònni per il fenomeno della mutazione del
gruppo lat mn nell’ital nn e gn, pertanto il pref OMNI, fedele al lat, per
composizioni
quali
Omnìbùs,
Omnidirezionàle,
Omnipervasìvo,
Omnisciènza con Omnisciènte, il pref complanare ONNI in Onniaccogliènte
con Onniaccogliènza, Onnicomprensìvo, Onnidirezionàle, Onninamènte
“assolutamente”, Onnipervadènte e Onnipervasìvo, Onnipossènte,
Onnipotènte con Onnipotènza, Onnipresènte con Onnipresènza, Onnisciènza
con Onnisciènte che conosce ogni scienza (per accezione relativo alla
divinità), Onniveggènte con Onniveggènza; infine, nel percorso di OGNI,
l’ital conta le composizioni Ognìndi che sta per “ogni dì” con epentesi della
n, la locuzione D’ognintòrno (D’ogn’intòrno), Ogniòra meglio Ognòra,
Ogniqualvòlta, Ognissànti da OMNES SANCTI tutti i Santi, Ognitèmpo,
Ognùno.
Nel percorso complanare dal gr BOROS che divora, cui BIBROSKO
mangio, l’ital conta ancora un suff BORO per rari composti quali Ellèboro
(col gr HELLOS cervo, indica una pianta delle Ranuncolacee, ricercata da
questo animale) snm della locuzione Rosa di Natale, cui Elleborìna,
Elleboreìna (suff chimico INA), eppoi Polìboro “molto vorace” riferito ad
una specie di falco, con POLYS molti.
In complanare con Vorace, l’ital conta Zàbro dal gr ZABROS vorace.
1011
PERDONO PERDONISMO PERDUTO
PERDONO
Perdòno è il sostantivo devb del lat medv PERDONARE ottenere la
misericordia divina riscattandola attraverso (pref PER) una
donazione (DONARE), termine adottato e diffuso dalla Chiesa
sostituendolo a Condonare con cambio di prefisso. Perdonàre è
tradizionalmente risparmiare la vita, non punire, in percorso,
Perdonàbile, Perdonamènto, Perdonànza “terminologia cattolica”.
In volg tarentino, i Perdòni sono gli incappucciati nelle processioni
dei Misteri del Giovedì Santo.
PERDONISMO
Il Perdono è stata un'operazione finanziaria che aveva condotto alla
soluzione delle scomuniche, grazie ad un’onerosa gratificazione alla
chiesa. Una pratica di privilegio per i più abbienti che, tra l'altro,
aveva contribuito, per reazione, alla scissione dei Protestanti.
Perdonìsmo e Perdonìsta sono definiti l'atteggiamento e i favorevoli
alla riconciliazione nazionale, dopo gli anni di piombo e quelli delle
tangenti. Sapore di opportunismo politico, invece, potrebbero averli
se affiancati all'evasione fiscale, alle atrocità di guerra, ai crimini
dittatoriali, ai reati di mafia, di strage... per tali reati la storia semant
dell'umanità non può concedere il perdono.
PERDUTO
Perdùto, Pp di Pèrdere, la cui composizione lat è DARE con pref
PER al di là svoltosi in PERDERE. L’ital Pèrdere, letteralmente,
metaf, realmente, può assumere molteplici valori, quali Pèrdita della
capacità, della vista, delle cose familiari, della ragione, della vita...
Cosa perduta, pertanto, etim è anche una donazione. In percorso
semantico, il sostantivo adottato in musica Perdèndosi, Perdènte,
Perdènza, Perdìbile con Imperdìbile (pref IN negativo), Perdimènto,
Pèrdita, Perditòre, Perdiziòne, i Pp Pèrso (dal XIII sec, omn di Perso
“scuro”) e Perdùto (dal XIV sec) cui Perdutamènte; eppoi i
composti quali Perdifiàto, Perdigiòrno e Perdinòtte, Perdilègno
(bruco di farfalla che rosicchia, disperdendo il legno), Perditèmpo, il
prefissati Sperdùto quale Pp di Spèrdere, con pref S durativo, in
complanare con Spèrso cui Spèrsola “sorta di tavolo da lavoro per
caseifici”.
Ancora il prefissato Dispèrdere, dal lat DISPERDERE dissipare col
pref DIS intensivo, cui Disperdènte, Disperdènza, Disperdimènto,
Disperditòre, Dispersività, Dispersìvo, Dispèrso e Dispersòre, dà
l’idea della disseminazione, rispetto a Sperdere, il cui pref S durativo
imprime un rafforzamento al concetto. Il lemma Dispersione, infatti,
1012
è da DISPERGERE con valore di “disperdere”. La semantica ha
imposto i Pp Perso e Sperso in complanare a Perduto, Sperduto,
lasciando solo Disperso da Disperdere.
\ Vincere Vincolo
Opposto a Perdere è Vìncere, questo inv dal lat VINCERE da rad WEIK
combattere attestatosi in esito positivo - omn di WEIK scambiare (Ved
Vece-Vice in Gene…) - Nel percorso di VINCERE, si conta Vincìbile,
Vìncita, Vincitòre o il desueto Vintòre da Vìnto questo anche in desueto
Vìtto (omn di Vitto “modo di vivere”), Vincìbile con Invincìbile, Vittòre da
VICTOR supino di VINCERE, Vittòria da VICTORIA, derivato dal Pp
VICTUS, con un poetico Vìnta “vittoria”, Vittoriàle, Vittoriòso, Vittrìce, il
composto Vincipèrdi.
In questo percorso si conterrebbe Vìttima, cui Vittimìsmo, Vittimìsta,
Vittimìstico, Vittimizzàre e il composto Vittimologìa, dal lat VICTIMA,
estratto dal Pp VICTUS, il cui suff farebbe pensare al lat IMUS che sta in
basso, così come ogni vittima “caduta-stesa” per essere stata sacrificata, ma
altra analisi farebbe derivare il termine dal rad WEIDH connessa col sct
VINDHATE manca di (vita), nel percorso di Vedova da WIDHE-WA
“manca di (marito)”.
Il lemma Vìnci è fuori percorso quale omologismo dall’ingl WINCH
argano, termine adottato in area glb con Winch “verricello”, eppoi
Vinciàno relativo a Leonardo da Vinci in complanare con Leonardèsco, ed
infine Vincisgràssi che nella culinaria marchigiana è sorta di pasticcio con
lasagne, un omologismo poiché deriva dal nome del nobile austriaco
WINDISCHGRATZ il cui cuoco avrebbe inventato questo piatto.
Con i pref, Convìncere cui Convìnto e Convinziòne inv da CONVINCERE
(COM d’intensificazione), Evìncere con Eviziòne questo nome d’azione da
EVINCERE (EX conclusivo), Invìtto da INVICTUS (IN privativo),
Pervicàce e Pervicàcia da PERVINCERE (PER attraverso), Rivìncere da
REVINCERE (RE iterativo) e Rivìncita (RI di movimento inverso,
sovrapposto al senso iterativo), Sopravìncere o Sopravvìncere e Stravìncere.
Dal franc REVANCHISTE di REVANCHE rivincita, cui il glb Revanche
l’ital ha ricalcato l’esot Revanscìsta (inizi ‘900), con Revanscìsmo e
Revanscìstico, snm di un più ital Rivincìsta, ma questo con una sfumatura di
“vendetta”.
Il percorso onomastico conta Vincenzo dal Ppres VINCENS colui che vince
col suo dim Enzo, gli espliciti Vittore e Vittorio e un ipocoristico Vito
“bellicoso” in connesione col rad WEIK nell’accezione di combattere.
L’estensione rad in WEI-EK, ha condotto al sct VI-VYAKTI abbraccia,
alla mutazione in senso fig del lat VINCERE in VINCIRE legare cui l’ital
Vìncido “appassito-flessibile”, Vincìglio, Vìncolo o Vìnculo da
VINCULUM cui Vìncolàre, Vincolànte, Vincolatàrio, Vincolatìvo con
Vincolatività, Vincolàto o Vinculàto, Vincolìsmo con Vincolìstico, eppoi
Vìnchio o Vìnco (botanica) con Vincàstro, Vinchèto o Vincàia, il composto
Vincibòsco (snm di Caprifoglio) e, con i pref, Avvìncere con Avvìnto,
Avvincidìre, Avvincigliàre, Avvinghiàre questo dal tardo lat VINCULARE
1013
inc con CINGULUM, Divincolàre, Svincolàre-Svìncolo... Connesso con
VINCIRE, il lat conta PROVINCIA territorio sottomesso, ma in origine
stava per incarico da magistrato; l’ital ha mantenuto Provìncia quale
significato corrente, con Provincialàto, Provinciàle, Provincialèsco,
Provincialìsmo, Provincialità, Provincializzàre.
\ In Italia, la provincia più piccola è quella di Trieste. \
BOTTA BOTTE COMBATTERE
BOTTA
Bòtta “percossa-colpo d’arma da fuoco”, più usato al plur Bòtte
(omn di Botte “tino”), è un omologismo devb, derivato da un ant
Bottàre “percuotere” cui il corrente Bottàta “frase-locuzione
pungente” o metaf “costo eccessivo”, saldamente connesso con
Buttàre; il cambio di vocale dipenderebbe dalla consolidata dizione
sett. L’origine è got BAUTAN, in connessione con il franc ant
BOTER spingere già BOTAN battere e, nel duplice significato di
gettare e germogliare cui Bùtto “germoglio”; Getto è infatti snm di
“germoglio”, benché il devb Bòtte, in complanare, si sia trasformato
in menar le mani.
Nel volg siciliano il verbo Buttare sta per spingere, in ossequio al
franc ant BOTER, cui la voce Imbuttaturi, gli addetti al trasporto (a
spingerla) la struttura mobile del santo in processione.
In percorso da Bottare “colpire” si ha ancora Bòtto “colpo” e fig
“stretta del torchio” (in tipografia) cui Bottèllo che tramite la
metonimia è passato in “cartellino impresso”; col pref S intensivo si
ha Sbòtto, Sbottàre, Sbottàta, che stanno per prorompere,
comunemente riferiti alla risata, al pianto, ad una crisi di rabbia,
d’ira... eppoi, da Buttare, si ha Buttàta, Buttalà “ant moneta
piacentina” dalla locuzione Butta là, con i composti Buttadèntro,
Buttafuòco, Buttafuòri, il militaresco Buttasèlla.
Con il pref COM si ha Combùtta “accozzaglia di gente buttata lì” da
un Combuttàre. Inaspettato nel percorso è Bottòne, fig dal franc
BOUTON gemma botanica d’identica rad di BOTER, cui il termone
botanico Bottonària “sorta di piante erbacea” con, in locuzione,
Botton d’oro “sorta di ranuncolo”, Bottone d’argento snm di
Tarmica, eppoi i termini per indumenti quali Bottonàto, Bottonièra,
Bottonière, Bottonièro, il composto Bottinificio, i prefissati
Abbottonàre con Abbottonàto, Abbottonatùra e Abbottanamènto, ,
Imbottonàre, Rabbottonàre o Riabbottonàre e Sbottonàre, questo
anche fig “confessare senza alcuna reticenza” con Sbottonàto e
Sbottonatùra.
Esiste infine un Bùtta cui l’accr Buttòne che sta per “puntello” per
accezione di sostegno alla volta delle gallerie, attraverso il franc
1014
BOTER spingere cui ancora in vrs connessione la locuzione glb
BUTTES TEMOIN rilievo (spinta) testimone in terminologia
geografica.
L’omn Bòtta, al sing, è anche il derivato del ger BUTTA e sta per
rospo, semant per brutta calzatura.
Snm di Bòtte “percosse” è Bùssa, meglio Bùsse, devb da Bussàre vrs
in metaplasmo dal lat PULSARE e assimilato a Tamburare “colpirebastonare”, cui Bussàta, Bussatòio, Bùsso “colpo” e Bussètto
“attrezzo artigianale”.
BOTTE
Bòtte (adottato dal XII sec, corretta accentazione bótte), sing fem,
snm di Tino (stesso sec) e omn del plur Botte “percosse”, è dal tardo
lat BUTTIS, che dall’originario “vasetto” è divenuto via via un
enorme contenitore. Altri derivati secondo il proprio percorso
semantico o metaforico: Bottàccio “fiasco, damigiana”, ma anche
“bacino d’acqua”, Bottacciòlo (rigonfiamento, anche organico) o
Bottacciuòlo, Bottàio (l’artigiano) con il volg veneto Boter, Bottàle
con Bottalàre e Bottalìsta, Bottàme “l’insieme delle botti in cantina”,
Bottàta (ironia), Bottatrìce in riferimento alla forma rigonfia è un
pesce d’acqua dolce, Bottàzzo (marinaresco) con una variante in
Bottàccio, il fig Botticèlla carrozzella romana dal dim di tardo lat
BUTTICULA con il mas Botticèllo “vaso di cristallo a forma di
botte”, Bottìno pozzo nero cui Bottinàre (omn di Bottino preda e il
relativo Bottinare, in connessione fig), Bottinàio e Bottinatùra.
Botticelliàno e Botticellèsco sono relativi al pittore S. di Mariano
Filipepi detto il Botticelli (1444/1510), ed anche qui la cognomastica
è vrs ispirata al percorso di Botte originata da un soprannome.
Eppoi l’ital conta i prefissati semant e fig, Imbottamènto, Imbottàre,
Imbottatòio, Imbottatòre, Imbottatùra, Imbòtte (architettura),
Imbottinàre “concimare col bottino”, Imbottìre “riempire come una
botte” transitato dallo sp EMBUTIR con Imbottitùra, il composto
Imbottavìno (un imbuto); il franc conta CAPITONNER imbottire,
cui i glb chirurgici Capitonnage e Capitonnè.
Dal dim lat BUTTICULA, attraverso il franc BOUTILLE recipiente
da vino, l’ital conta ancora Bottìglia con Bottigliàio, Bottigliàta,
Bottiglièra, Bottiglière, Bottiglierìa, Bottigliòne, con il prefissato
Imbottigliàre (INH illativo) cui Imbottigliamènto, Imbottigliatòre e
Imbottigliatrìce, eppoi la locuzione Bottiglia renana in relazione con
Vino renano ossia il Riesling renano con la variante Riesling italico.
Pseudoetim, l’oramai desueto Bottàna omologismo dall’egiziano
BUTANA pelle di montone conciata, Bottàrga omologismo dall’ar
BATRAH uova di pesce (muggine, tonno, pesce spada).
1015
In associazione, Caràffa, che vale “bottiglia dalla pancia larga”,
omologismo dall’ar GARRAFA, cui Scaraffàre (pref S intensivo).
La rientranza in fondo ad alcuni tipi di bottiglia (da vino), è definita
Picùra, d’etimo ignoto; termine estraneo al percorso di Epicurèo,
questo con Epicureggiàre e Epicureìsmo tutti relativi alla filosofia
del gr Epicuro (341\270 aC), a meno che il nome non avesse una
sorta di connessione fig col primo.
\ Fiasco Flacone
Bottiglia ha il suo snm in Fiàsco, questo dal got FLASKO cui Fiàsca,
Fiascàio, Fiascheggiàre, Fiaschetterìa 1, Fiascòne; Fiasco è anche fig
“fallimento” nalla locuzione Fare fiasco, vrs da fiasco rimandato vuoto, ma
stando a un aneddoto, pare che tale locuzione sia stata coniata a seguito di
una scena dell’attore bolognese Domenico Biancolelli (XVIII sec), il quale,
interpretando Arlecchino, recitò un monologo con un fiasco in mano.
L’insuccesso della scena provocò l’ira dell’attore che gettò via il fiasco
incolpandolo.
Il termine FLASKO svoltosi nel lat medv FLACCO ha prodotto Flacòne col
dim Flaconcìno.
Dallo sp BORRACHA fiasca, l’ital conta l’omologismo Borràccia, connesso
col med paleoeuropeo BORRA corpo tondo;
infatti lo sp BORRACHA vale donna gonfia di vino-ubriaca.
1
Nel milanese, Fiaschetteria, Bettola o Osteria, è indicata con Tràni, il toponimo della
cittadina pugliese dalla quale s’importava una quantità significativa di vini. Tale
fenomeno di trasposizione non è l’unico; a Foggia, ad esempio, un negozietto di
generi alimentari è ancora indicato con Coratìno, foneticamente corrotto dal dialetto in
Quaratino, dalla provenienza del proprietario di una storica rivendita da Corato.
\ Pirata Bucaniere Filibustiere
Per il lemma Piràta (adottato dal XIV sec), con i derivati Piraterìa, Piratèsco,
Piràtico, inv dal lat PIRATA, dal gr PEIRATES che assale, si potrebbe
pensare ad una ant connessione con PYR fuoco, poiché ogni assalto, sia di
terra sia di mare, finiva in incendio; infatti, l’altro snm Bucanière (già in uso
nel 1813) è l’omologismo dal carabico BOUCAN, questo uno strumento per
affumicare le carni, ma che potrebbe essere stato utilizzato per indicarne fig
la spada (lo spiedo).
Omn di Bottino pozzo nero – ma evidente la connessione fig - e il relativo
verbo Bottinare, è Bottìno preda cui Bottinàre “saccheggiare” e Bottinatrìce,
omologismo dal franc BUTIN cui Filibùsta, Filibustière (adottato dal 1929),
attraverso l’ol VRIJBUITER lemma composto e che vale libero di far
(cacciatore di) bottino. Il got utilizzava RAUBA per Bottino o Preda, cui il
denm RAUBAN omologato nell’ital Rubàre, già Robàre, cui Rùba, i fig
composti Rubabandière “sorta di giuoco da ragazzi” e Rubacuòri o
Rubacòri; il franc ha tradotto il got RAUBA in armatura o veste, vrs quale
bottino di guerra, passato nell’ital Ròba già Ròbba, con Robàccia, nella
semantica corrente “materiale in genere” e “stoffa” cui l’accr Robòna o
Robbòna e il comnposto Robivècchi, ma anche nel glb franc ROBE vestito
femminile cui la locuzione glb Robe manteau “sorta di vestito-soprabito”.
Lemma alieno è Robiòla con i dim Robiolìna e Robiolìno “sorta di
1016
formaggio” dal toponimo Robbio.
COMBATTERE
Combàttere contiene la composizione lat volg CUM-BATTERE
(battere con…) che ha raggiunto significati esponenziali estremistici
batterci sino alla morte. In origine, il termine aveva una precisa
giustificazione semant - battersi con le pietre, poi con i bastoni e, più
tardi, con le spade - oggi, esso continua il suo percorso esponenziale
ricorrendo alle armi da fuoco, a quelle nucleari… e non rimane
proprio nulla di quel battere. Derivati espliciti: Combattènte,
Combattentìsmo, Combattimènto, Combattività, Combattìvo,
Combattitòre... Privi di pref, dal lat BATTUERE, che non ha
connessioni altrove, diventano Bàttola, Battàna con l’affine Battèllo,
Battitòre…
\ Nel Trevigiano ricorreva una simpaticissima frase proverbiale-aforistica “Mi no vado
a combatar”. L’aveva rilanciata Remigio Forcolin (biografia “Il conte d’Aci Castello –
Remigio Forcolin e noi” SA, Ed Rebellato 1992), quale sottotitolo per il suo foglio
satirico Cagnan, dal nome del coro d’acqua dantesco che s’accompagna con il più
copioso Sile. Il regime fascista ritenne la frase pericolosissima per la propaganda e
fece di tutto per censurarla. “Mi no vado a combatar” non avrebbe mai avuto odore di
diserzione e certamente fu lo stesso imbecillismo politico, con i suoi timori, ad
accendere ed alimentare una interpretazione di tradimento. “Mi no vado a combatar”
era l'intento popolaresco di “non vado ad impicciarmi degli affari altrui” e Forcolin,
maestro d’ironia qual era, la utlizzava a titolo delle sue ciacoe (chiacchere) di paese
che riportava sul foglietto. Ecco, quindi, un esempio come gli avvenimenti possono
incidere su di un tranquillo percorso semantico. Pochi, oggi, ne ricordano il significato
di piazza, a beneficio di quello indotto dai censori. La stessa sorte toccò alla
struggente canzone napoletana “Bei tempi di una volta. Bei tempi dove siete?”
composta nel 1916; anche in questo caso, l’imbecillismo di regime non ebbe la cultura
necessaria a comprendere che, in ogni luogo ed in ogni generazione, arriva il tempo
quando la nostalgia delle cose passate si acuisce, rivolgendosi agli anni della
giovinezza, senza ideologie o pensieri di sorta. \
CATTIVO RICATTO CATTOLICO
CATTIVO
Cattìvo, dal lat cristiano CAPTIVUS DIABOLI afferrato dal
diavolo, indemoniato, derivato dal Pp di CAPTARE intensivo di
CAPERE prendere (verbo denm da un CAPUS CAPERIS), svoltosi
in CIPERE con normale passaggio della a in i, da rad KAP prendere
cui, con i vari pref, Accattivàre che dall’ant “fare prigioniero” s’è
svolto fig in “conquistare-ingraziarsi” con Accativànte e Accattivàto
(AD allativo), Incattivàre (IN illativo) snm di Imprigionare,
Incattivìre “diventare cattivo” con Incattivìto, eppoi Accettàre da
ACCEPTARE (AD allativo) attraverso il Pp ACCEPTUS di
ACCIPERE (AD allativo) con Accettàbile e Accettabilità,
Accettànte, Accettàta, Accettaziòne, Accettèvole, il composto
Accetilaziòne (dalla locuzione lat ACCEPTUM FERRE accusare
1017
ricevuta col Pp LATUS di FERRE portare), Accètto fig “gradito”,
Accettòre e Acceziòne 1, Discettàre da DISCEPTARE (DIS
dispersivo) disputare cui Discettatòre e Discettaziòne; eppoi
Eccipiènte (pref EX col Ppres CIPIENS), Concepìre “elaborare,
comprendere, ideare, intendere, assorbire” e, per accezione,
“l’accogliere da parte della donna il seme di una nuova vita” da CON
CIPERE (COM associativo), cui i desueti Concèpere e Concìpere,
con Concepìbile e Concepibilità, Concepimènto, Concepìto e, in
locuzione glb ingl, Concept car (CAR auto, idea per un prototipo
d’auto), Concept provider (PROVIDER fornitore, vale ideatore
multimediale), Concept store (STORE magazzino, vale centro
commerciale con architettura d’avanguardia), Concètto (Pp
CEPTUS) con Concettàre, Concettìsmo, Concettìsta, Concettìstico,
Concettìvo, Concettizzàre, Concettòso e Concettosità, Concettuàle
con Concettualìsmo, Concettualizzàre e Concettualizzaziòne,
Concezionàle e Conceziòne da CONCEPTIO CONCEPTIONIS (per
accezione, riferito alla Madonna), cui l’onomastico Concetta, il
prefissato Contracceziòne attraverso l’ingl CONTRACEPTION da
CONCEPTION concezione mutandone il pref, con Contraccettìvo da
CONTRACPTIVE, snm di Profilattico e in complanare con
Anticoncezionàle cui la locuzione Pillola anticoncezionale questa,
appena composita e distribuita, considerata uno strumento di reato
contro la stirpe.
Ancora, Decipiènte “ingannatore” quale Ppres del prefissato DECIPERE
ingannare da DE CAPERE, cui Decìpula “inganno”, e per accezione “laccio
per ingannare (cacciare) i volatili”, Ecceziòne con Eccezionàbile,
Eccezionàle, Eccezionalità, Eccezionàre da EX CIPERE.
Da evitare la forma “più eccezionale” poiché l’aggettivo vale quale snm di
“unico”, pertanto non può esistere la forma aggettivale “più unico”; da non
equivocare però con la locuzione Più unico che raro poiché in tale caso il
“più” non è riferito a “unico” ma vale come avverbio “soprattutto” o
“maggiormente”.
Incètta, Incettàre e Incettatòre da IN CEPTARE, Incipiènte Ppres da
IN CIPERE, con l’inv Incipit-ìncipit “comincia” dalla terza persona
sing del presente indicativo INCIPIT da IN CIPERE “incominciaredal capo”, e Incipitàrio, sovrapposto a CAPUT-CIPITIS capo-testa;
eppoi Intercettàre attraverso il franc INTERCEPTER dal lat INTER
CIPERE con Intercettamènto, Intercettatòre, Intercettaziòne,
Intercètto, Intercettòre e Interceziòne da INTERCEPTIO
INTERCEPTIONIS. Il percorso prefissato prosegue con Occupàre
da OB CAPERE (pref OB di valore intensivo) con Occupàto,
Occupatòre e Occupaziòne con Occupazionàle e il prefissato
Disoccupàre con Disoccupàto e Disoccupaziòne (pref DIS
1018
separativo); eppoi Recipiènte quale Ppres di RE CIPERE ricevere
con Rècipe inv dalla seconda persona sing del presente indicativo RE
CIPE prendi e Recepìre, Recettòre o Ricettòre da RECEPTOR con
Recettoriàle, Receziòne o Riceziòne da RE CEPTIO, Ricètta dal
Ppass fem RECPTA di RE CIPERE con Ricettàre o Recettàre da RE
CEPTARE, Ricettàcolo o Recettàcolo da RE CEPTACULUM nome
di strumento del prefissato RE CEPTARE, Ricettàrio, Ricettatòre, e
Ricettaziòne da RECEPTATOR che offre asilo, Ricettìvo, con
Ricettività o Recettìvo e Recettività, dal Pp di RE CIPERE e suff
durativo IVO, Ricettìzio o Recettìzio da RECEPTICIUS, Ricètto da
RE CEPTUS astratto di RE CIPERE, l’esplicito Recèpere con
Recepimènto ed ancora Ricèvere da RE CIPERE con lenizione di p
in v, cui Recettìzio o Ricettìzio, Ricevènte, Ricevimènto, Ricevitòre
con Ricevitorìa, Ricevùta e Ricevùta, il glb ingl Reception con
Receptionist.
Infine, Suscettànza da SUSCEPTUS Pp di SUSCIPERE prendere
(col suff ANZA, francesismo su calco di Induttanza) e pref SUS che
vale su di sé cui Suscettìbile, Suscettibilità, Suscettìvo e
Suscettività; eppoi col pref PRE viene Precìpuo da PRAE CIPUUS
prendere prima con valore di principale- fondamentale, da
CAPERE, cui Precipuamènte.
Dal desiderativo CAPERARE di CAPERE l’ital conta il prefissato
Recuperàre o Ricuperàre con Recùpera, Recuperàbile o
Ricuperàbile, Recuperabilità o Ricuperabilità, Recuperànte o
Ricuperànte,
Recuperàto,
Recuperatòre
o
Ricuperatòre,
Recuperatòrio o Ricuperatòrio, Recuperaziòne o Ricuperaziòne,
Recùpero o Ricùpero.
La sovrapposizione lemmatica di un ant ACCIPITER sparviero con
ACCEPTOR uccello da rapina del sistema di ACCIPERE, questo
inc con AVIS uccello, ha portato al prvz ASTOR, cui l’ital Astòre
“specie di uccello”; l’ital conta ancora un Aucùpio dal lat
AUCUPIUM uccellagione composto con AVIS uccello e CAPERE
catturare, da non equivocare con l’assonante Aucùba (sorta di
arbusto) questo omologismo dal giapponese AOKOBA.
Altro verbo intensivo di CAPERE è CAPTIARE, cui un volg sett
Cazar invariato attraverso lo sp CAZAR, svoltosi nell’ital Cacciàre
col devb Càccia, questo anche componimento poetico astrofico,
Cacciagiòne, Cacciatòre; Cacciàre vale ancora fig “emettere,
estrarre, piantare, germogliare”, eppoi “nascondersi-ficcarsi” cui il
riflessivo Cacciàrsi, “mandare via” cui i prefissati Discacciàre e
Scacciàre, questo con Scacciamènto, Scacciàta, Scacciàto,
Scacciatòre e Scaccìno (suff INO per mestiere), ancora i composti
1019
Scacciacàni “sorta di pistola a salve”, Scacciadiàvoli “artiglieria”,
Scacciafùmo, Scacciaguài, Scacciamòsche o Cacciamòsche,
Scacciapensièri “sorta di strumento musicale” idiofono che in Italia è
tipico della Sicilia, snm Marranzàno poiché qui chiamato
Marranzanu, presente anche in Sardegna qui indicato con Trumba o
Trunfa vrs d’origine onomatopeica come Tromba. Lo strumento con
alcune variazioni è presente in tutta l’Europa e parzialmente in Asia.
In percorso, il dim Cacciarèlla, Cacciàta, Cacciatòra con
Cacciatorìno, Cacciatòre, i composti Cacciasommergìbili e
Cacciatorpedinière (nel senso di catturare), Cacciaspolètta,
Cacciavìte (nel senso di estrarre o piantare).
Dalla locuzione sp CAZAR LAS VELAS cacciare le vele, la marina
ha adottato nella propria terminologia Cazzàre cui Cazzàme
“bordame”. Il gr conta lo specifico THEREUO vado a caccia cui
Terèvidi “Famiglia d’insetti”.
La natura indemoniata del termine Cattìvo ha irradiato una ricca
interpretazione semant: immorale, ostile, scortese, indisciplinato,
vile, disgraziato, scadente, disonorevole, inutile, cagionevole, grave
(malattia), sgradevole (cibo), indesiderato, malsano (clima),
piovoso... insomma tutto ciò che è da imputare al diavolo. Da
CATTIVARE, dal lat tardo CAPTIVARE, verbo denm da
CAPTIVUS, c’è invece pervenuto l’astratto Accattivànte che sta per
chi si merita (chi cattura) stima o affetto. Col pref IN illativo, infine,
l’ital conta il meno astratto Incattivìto che designa “chi è diventato
cattivo” per opera di qualcuno o di qualcosa. Secondo il percorso
semantico, l’ital conta ancora Cattivèzza o Cattivèria (l’essere
cattivo), Cattivèllo (oltre al compiacente dim di Cattivo, indica
l’anello di ferro che salda il battaglio alla campana), Cattività
(prigionia) cui la locuzione Animale in cattività.
Immutato da lat CAPTARE, l’ital mantiene Captàre, cui Captaziòne,
Captività, Captìvo in aggiunta a Capziòne e Capziòso.
Il lat conta l’omn DETER cattivo dalla composizione DE ablativo
col suff TERO che indica opposizione, cui il comparativo
DETERIOR svoltosi nell’ital Deteriòre col denm Deterioràre cui
Deterioràbile, Deterioramènto, Deterioràto, Deterioraziòne.
Al di fuori della tradizione cattolica, CAPERE prendere,
comprendere, capire ha prodotto Capàce da CAPAX CAPACIS in
grado di poter prendere ovvero di contenere con Incapàce (IN
negativo), Capacità da CAPACITAS con Capacitànza e Capacitàre,
Capèdine dal lat CAPEDO “antico vaso”, Capère, Capiènza con
Capiènte e Incapiènte (IN negativo), i volg mer Capasa e Capasone
“vasi capaci”, utlizzati per la conservazione di olio, vino e di alcuni
1020
alimenti trattati quali olive, melanzane, peperoni. Capìre riuscire ad
afferrare cui Capìbile. Càppio da CAPULUM e Capèstro che
prendono questo da CAPISTRUM cui il lenito Cavèstro, l’esot
Cabestàno attraverso il franc CABESTRE corda, il fig Capestrerìa,
Capistèo o le varianti Capistèro, Capistèrio e Capistèio dal lat
CAPISTERIUM “strumento che prende e monda, vaglia il grano” su
calco del composto gr SKAPHISTERION con SKAPHE catino
questo svoltosi nell’ital Scafo (galleggiante). Eppoi, Cattività da
CAPTIVAS questo da CAPTIVUS prigioniero, Càtto “preso” (già
dal 1294) dal Pp CAPTUS di CAPERE cui Cattùra da CAPTURA
con Catturàre, Catturabilità e Catturàndo; termine rintracciabile
nell’ingl CAPTURE cattura. Infine, Eccepìre, col Ppres Eccipiènte,
da EX CIPERE con normale passaggio della a di CAPERE in e cui
Ineccepìbile col pref IN di negazione.
Non è difficile pensare, in un contesto indoeur, ad una remota
connessione rad con il verbo ingl TO CATCH prendere-acchiappare
cui i glb sportivi Catch “sorta di lotta libera” dalla locuzione
CATCH AS CATCH CAN prendere come puoi prendere, Catcher
“termine del baseball”, Catch-weight “prendi il peso” quale sorta di
una corsa di cavalli,
Il gr conta PHIMOSIS restringimento quale nome d’azione di
PHIMOO stringo col capestro fig da PHIMOS museruola, cui
Fimòsi questo termine col suff OSI medico-patologico.
Omn di Chiappa “roccia” e Chiappa “natica” il volg toscano conta
Chiàppa “presa” da Chiappàre, in metatesi da Cappio, con
Chiappìno, Chiàppo (anche “anello”) dal lat CLAPPUS, il prefissato
Acchiappàre e i composti Chiappacàni. Chiappamèrli,
Chiappamòsche, Chiappanùvole o Chiappanùvoli, Chiappapòpoli.
Infine, Calàppio questo inc con Laccio cui i prefissati Accalappiàre e
Scalappiàre. Da Catto c’è pervenuto, quale volg di Accettare,
Accattàre col pref AD e CAPTARE intensivo di CAPERE, cui
Accattamènto, Accattatòre, Accattonàggio, Accattìno, Accattòne,
Accattonerìa, e poi Raccattàre col pref RI ripetitivo, i composti
Accattabrìghe, Accattafièno, Accattamòri (avventure amorose,
“amori”), Accattapàne o Accattatòzzi entrambi snm di Accattone;
Mentecàtto da MENTE CAPTUS toccato nella mente, cui
Mentecattàggine. Nel volg odierno, esiste Accattare sia
nell’accezione di prendere sia nel senso lato di acquistare-comprare,
esiste ancora Capare per prendere scegliendo. Càtto indica anche il
carciofo spinoso poiché è una equivoca traduzione, scientificamente
CACTUS, dal gr KAKTOS.
Il lat volg ha svolto CAPERE in CARPARE, cui la locuzione ognora
1021
valida inv dal lat CARPE DIEM prendi il giorno (giusto) ovvero
cogli l’occasione, l’attimo prima che sfugga, l’ital Carpàre
“afferrare”; ha svolto ancora in CARPIRE il class CARPERE
cogliere frutti cui l’ital Carpìre e, dal suo Pp CARPUS col pref EX è
nato Scàrso con Scarsità, Scarsamènte, Scarseggiàre e Scarsèlla (nel
senso fig “con poco denaro”.
I latini personificavano l’Attimo fuggente in Kairos, un semidioi
figliuo di Giove, raffigurato con la nuca rapata.
Il lat conta ancora CARPERE che sta per cardare la lana cui un volg
CARPITA con valore di coperta donde il franc CARPETTE e lo sp
CARPETA; da qui l’ital Carpètta con valore di “cartella
burocratica”.
Da CARPERE, con il normale passaggio della a in e cui CERPERE,
si ha Eccerpìre o Escerpìre “estrarre da un testo” da EX CERPERE
strappare e, ancora grazie alla variante del pref EX estrattivo in SCI,
Scerpàre o Scèrpere, Scerpellìno, varianti Cerpellìno e Sciarpellìno,
con Scerpellòne o Cerpellòne, Scerpellàto questo semant in rivoltato.
Il lemma Excerpta “brani tratti da un autore” è direttamente dal
Ppass del prefissato EXCERPERE trarre fuori (pref EX fuori).
Fuori percorso, il lemma Càrpa, inv dal lat CARPA d’origine ted
(KARPFEN) che avrebbe prodotto i vari Carpionàre, Càrpio o
Carpiòne; il lat conta CYPRINUS carpione già gr KYPRINOS da
KYPROS “pianta d’origine semitica” che per il suo colore ha dato i
nomi ai pesci, cui i composti Ciprìnidi (la Famiglia) dal lat
CYPRINIDI, Ciprinifòrmi (l’Ordine) e Ciprinodontifòrmi (l’Ordine)
questo col gr ODONTOS dente e il lat FORMIS forme, tutti
appartenenti al Subordine dei Teleostei. Ai Ciprinidi appartiene il
Pìgo “sorta di pesce lacustre” (Lombardia e Veneto).
Il termine Càrpio, con Carpiàto, indica fig una posizione del nuoto o
della ginnastica cui la locuzione Tuffo carpiato.
Carpigna, d’etim non trovato, è snm di Acetosella, Càrpine o
Càrpino dal lat CARPINUM di origine preindoeur, invece, è un
albero delle Betulacee, con Carpinèlla e Carpinèta o Carpinèto (suff
ETO per collettivi).
1
Acceziòne, in linguistica, dal lat ACCEPTION ACCEPTIONIS vale “bene accettato
quale significato”. Quale esempio, Librettista, per accezione, è chi scrive il libretto per
un’opera musicale.
\ Luccio Tinca Trota
Oltre alla già analizzata Carpa, nelle acque dolci sguazzano Lucci, Tinche e
Trote.
Lùccio è dal lat LUCIUM, già ESOX ESOCIS, quindi ESOX LUCIUS,
pesce appunto degli Esòcidi, questo dal lat ESOCIDAE della Famiglia
Clupèidi cui Clupeifòrmi (l’Ordine), questi composti con il lat class
1022
CLUPEA svoltosi in CLIPEA1, cui Clùpeo scudo (dei soldati romani) con
Clipeàto “il soldato col clipeo”, ma anche disco ornamentale (ex voto) e
parte superiore del tegumento del capo degli insetti, con corruzione in
CHIEPPIA cui Chièppia o Chèppia, snm di Alosa, che con l’Aringa e la
Sarda appartengono alla Famiglia ittica dei Clupeidi.
Altro snm di Chèppia è Làccia o Alàccia cui Lacciàra o Alacciàra e
Lacciarèlla “tipo di rete”.
Il Lucciopèrca o Luciopèrca è una sorta di pesce, composto con Perca,
comunemente indicato con Sàndra attraverso il ted ZANDER ma di origine
slava.
Il luccio di mare è indicato con Sfirèna dal gr SPHYRAINA pesce martello
cui Sfirènidi (la Famiglia) alla quale appartiene il Barracùda questo
omologismo dall sp BARRACUDA di genesi indigena d’America latina,
Sfìrnidi (Famiglia di squali).
Tìnca, cui il fig Tincòne, è inv dal lat TINCA, pesce dei Ciprinidi.
Tròta è il pesce della Famiglia dei Salmonidi, la cui vita media è di 10 anni,
è dal lat medv TRUCTA da una voce dialettale sett, attraverso il franc
TRUITE, cui Troticoltòre, Troticoltùra, i fig Trotinatùra e Trotìno.
1
Che vale “parte ritagliata” in connessione con i glb ingl Clip “fermaglio” e “stralcio
di filmato” con la locuzione Clip art, eppoi Clipper “veliero” (che taglia le onde)
omologato in una sorta di aeroplano.
\ Fiala Vetro Cuccuma Borsa Tasca Marsupiale c
Per associazione, un piccolo recipiente di vetro ermeticamente chiuso è detto
Fiàla, cui Fialètta, i prefissati Infialàre, Infialettàre e Portafiàle, il composto
Fialòfora “sorta di fungo” con PHORUS foro, dal lat PHIALAM di presunta
origine egea e, diversamente da oggi, si trattava di un contenitore largo e
piano (enantiosemia); anche per Vètro non si è risaliti alla rad, dal lat
VITRUM cui Vetràio, Vetràme, Vetràrio, Vetràta o Vetrièra o ancora e
Vetriàta e Invetriàta, Vetràto o Invetriàto, questo anche la patina di ghiaccio
sulla roccia, Vetratùra, Vetrerìa, Vetrìgno, Vetrìna con Vetrinàre,
Vetrinatùra, Vetrinìsta Vetrinìstica, Vetrìno, Vetriòla snm di Muraiola
“sorta di erba” (indicata per pulire i recipienti di vetro), Vetriòlo, Vetròso,
Vìtreo, Vitrìte, il prefissato Invetriatùra (tecnica per ceramica) e le
composizioni Vetrificàre con Vetrificàbile, Vetrificànte, Vetrificàto e
Vetrificaziòne, Vetrocàmera, Vetrocemènto, Vetroceràmica, Vetrocromìa,
Vetrofanìa (procedimento particolare di colorazione, col gr PHAINOMAI
appaio), Vetrorèsina, Vitrectomìa (chirurgia, asportazione del corpo vitreo e
sostituito). Il gr conta HYALOS vetro cui il percorso ital, talvolta col valore
di “simile al vetro”, Hyalofobìa che indica paura del vetro, Ialìno con
Ializzaziòne e Ialinòsi (termini medici), Ialìte (suff ITE per minerali) e l’omn
Ialìte (suff ITE per “infiammazione” del vitreo oculare), Ialòide con Ialoidèo
(membrana oculare), Ialuronàto, il pref IALO per composizioni quali
Ialoclastìte (col gr KLASTOS rotto e suff ITE per minerali “roccia”),
Ialografìa, Ialòmero (ematologia, col gr MEROS parte), Ialòmma “Genere
di zecche (con OMMA daauna rad indoer che vale “vedere”) Ialoplàsma,
Ialosòma, Ialospònge o Ialospòngie (Classe di specie marina, col gr-lat
SPONGIA spugna) snm di Triassonidi, Ialotipìa, Ialurònico (col gr URON
1023
urina) cui Ialuronidàsi “enzima”, la locuzione Acido ialuronico questa
composta da Ialo-Glucuronico.
La voce partenopea Cuccumella, pronunciata a Napoli, è il dim di Cuccuma,
questo tradizionalmente un vaso di terracotta ma anche di rame. I veneti
pronunciano Cògoma per l’identico oggetto. Da non equivocare con
Cùrcuma “Genere di piante aromatiche” questo omologismo dall’ar
KURKUM zafferano cui Curcumìna con suff chimico INA. La rad di
Cuccuma dovrebbe essere mediterranea antecedente all’egemonia linguistica
di Roma; infatti, in detta area il tema KUKKUMA vale recipiente e il lat
l’adottò coniando CUCCUMA con il verbo COQUO “io cuocio”. La rad è
diffusa in ambito indoeur, vedi CUISINER in francese e TO COOK in
inglese. La Cuccumella, detta in volg napoletano, è la cosiddetta Caffettiera
napoletana
Ancora in area med, il tema TASKA vale borsa cui l’ital ricalco Tàsca con
Tascàbile, Tascàta, Taschìna o Taschìno; in tema indoeur l’ingl conta TASK
che vale “gruppo di unità navali” e fig “guppo di esperti”, vrs nel senso fig
di “contenitore” cui la locuzione glb Task force “gruppo di forza per una
specifica missione”.
Bòrsa è dal lat tardo BURSA dal gr BYRSA pelle, quindi recipiente di pelle,
cui Borsàio, Borsaiòlo o Borsaiuòlo, Borsàle, Borsàta, Borseggiàre con
Borseggiatòre e il devb Borsèggio, i dim Borsello con Borsellìno e Borsètta
questo con Borsettàio, Borsetterìa, Borsettiàre, Borsètto e il composto
Borsettifìcio, un desueto dim Borsìglio, ancora i dim Borsìno e Borsòtto,
Borsìsta dalla locuzione fig Borsa di studio, Borsìte (suff patologico ITE)
dalla locuzione fig Borsa anatomica, il fig botanico Bòrsolo, i prefissati
Disborsàre con Disbòrso, Esborsàre con Esbòrso, Imborsàre con Imborsatùra
e Imborsaziòne, Rimborsàre con Rimborsàbile cui Rimborsabilità e
Rimbòrso, Sborsàre con Sborsamènto e Sbòrso.
Termine pseudoetim è Borsa “ gruppo d’agenti di cambio” (dal XVII sec)
attraverso il franc BOURSE, dal nome della famiglia Van der Beurse che
ospitava in casa i mercanti per trattare i loro affari (altre fonti affermano
invece che si riunivano nella piazzetta sottostante la casa, cuui la locuzione
Piazza affari), donde il composto Borsavalòri dalla locuzione Borsa valori,
la cui storica istituzione risale al 1932 in Anversa, con Borsàro, Borsìno,
l’omn Borsìsta e Borsìstico, il composto illegale Borsanèra con Borsanerìsta
e Borsàro dalla locuzione Borsa nera.
Secondo termine alieno è Borsalino “sorta di cappello da uomo” dal nome di
una famiglia che lo ideò e lo diffuse dal 1901.
Dal gr THYLLIS borsa l’ital conta l’anatomico Tìlla o Tìllo; alieno il
termine Tilletiàcee (Famiglia di funghi) dal nome del botanico franc M.
Tillet (sec XIX).
Il lat conta ancora MARSUPIUM per borsa, fig anche “somma di danaro”,
già gr MARSYPION, cui Marsùpio e Marsupiàle, meglio Marsupiàli quale
tassonomia animale, e Marsupializzaziòne. Marsupiale per accezione è il
Cangùro, questo omologismo dall’australiano KANGURU quadrupede
transitato dal franc KANGOUROU che lo ha introdotto nel mondo
occidentale nel XVIII sec. Altro marsupiale australiano simile ad un piccolo
1024
orso è il Koàla o Coàla (dato che l’albabeto ital non possiede la lettera K)
omologato da KULA in lingua indigena; il verso del koala ricorda il raglio
dell’asino. Un marsupiale è ancora l’Opòssum, termine questo di genesi
alghonchina, appartenete alla Famiglia dei Didelfidi.
Il gr conta PHASKO borsa cui Fascogàle (sorta di marsupiale, col gr GALE
donnola), Fascolàrto (sorta di marsupiale, col gr ARKTOS orso), e
Fascolòmidi (Famiglia di marsupiali, col gr MYS topo) con Fascolòmio
(sorta di marsupiale) eppoi conta ancora THYLAKE borsa cui Tilacìno
(sorta di marsupiale), Tilacòide (suff OIDE “somiglianza”, in termini
medici); fuori percorso, Tilàka inv dal sct TILAKA seme di senape , per
accezione il segno puntiforme degli indù sulla fronte.
RICATTO
Ricàtto, dal lat volg RECAPTARE, composto del pref RE
(intensivo) e CAPTARE, è il devb di Ricattàre - letteralmente
prendere in maniera intensa, afferrare - cui Ricattatòre, Ricattatòrio;
in pratica, il Ricattare non è altro che l’azione del costringere a dare
o a fare. Dall’ingl, si conta il glb Racket, termine in connessione
indoeur, che sta per “organizzazione malavitosa per fini
d’estorsione” ma anche per “feroce monopolio”, quindi “appropriarsi
afferrando”.
\ “Ricatto” è il titolo del primo film sonoro inglese del 1929 diretto da Alfred
Hitchcock (1899/1980) \
Il termine Regàta, con Regatàre e Regatànte, nasce dal volg
veneziano Regatar contendere, dal lat RE (pref denominativo) e
CAPTARE. Dal lat EXCAPTARE, composto dal pref EX “fuori” e
da CAPTARE, connesso con un tema SKAT erompere-schizzare,
l’ital conta Scaturìgine, Scaturìre, il glb Scattering attraverso l’ingl
TO SCATTER svoltosi in spargere; eppoi Scattàre che varrebbe
(erompere per) cercare di prendere, afferrare, cui Scattànte,
Scattìsta, Scàtto, Scattòso; Scattàre vale anche “balzare - riprendere
un’immagine con la macchina fotografica - effettuare uno slancio
durante una corsa - andare in un’improvvisa manifestazione d’ira”.
Dal lat volg REEXCAPTARE, composto dal duplice pref RE
(inversivo) EX (estrattivo) e CAPTARE, è giunto Riscattàre,
letteralmente riprendere, estraendolo, cui Riscattatòre, Riscattàto,
Riscàtto. Ricattare e Riscattare erano assimilati ed oggi il Riscatto
(pagamento) pare abbia acquisito più concretezza rispetto al Ricatto
(più psicologico).
In versione gr Riscattato vale PRIAMUS cui l’onomastico Priamo
oggi ricorrente alla memoria del mitico re di Troia, Priamo.
CATTOLICO
Cattòlico, cui Cattolicèsimo, dal lat tardo CATHOLICUS, dal gr
KATHOLIKOS, è l’integrazione della locuzione avverbiale KAT
HOLOU universalmente, dove HOLOS sta per tutto. I lemmi,
1025
alfabeticamente da Catechèsi istruzione del Cristianesimo passando
da Catechìsmo la dottrina cui Catechèsi, Catechèta “chi insegna”,
Catechètica, Catechètico, Catechìsta, Catechìstica, Catechìstico,
Catechizzàre e Catechizzatòre, derivano dal gr KATECHESIS
istruzione a viva voce cui Catecùmeno l’istruito, il battezzando con
Catecuminàto.
Il primo membro KAT(HA) conforme a… ricompare nel significato
solenne di didattica e disciplina, in Càttedra con Catedràtico o
Cattedràtico e Cattedràle dal lat CATHEDRA, già gr KATHEDRA,
composto col gr HEDRA sedia, cui Kathisofobìa semitalianizzato
Cathisofobìa “avversione psicologica nel sedersi (di dover stare in
cattedra)”, il prefissato Concattedràle (un esempio è a Taranto con le
due cattedrali di S. Cataldo, la storica e la moderna), eppoi Carrega
questo attestazione veneta dal lat volg CATRECA e sta per sedia,
così come Cadrega, col dim Cadreghino, attestazione sett dal lat
CATHEDRA; eppoi Esèdra o Esedra-èsedra composto da EX
HEDRA e sta per sedia fuori della dimora, ossia, il portico davanti
casa munito di sedili per intrattenersi solennemente a conversare.
Parèdra, nella mitologia, è la dea associata ad una divinità maggiore,
come Opi (Abbondanza) considerata la paredra di Saturno; il termine
è dal prefissato gr PARA HEDRA che siede vicino.
\ In omologismo artistico cattolico, le paredre potrebbero essere identificate nelle
figure di Sante dipinte intorno a Gesù, a Maria e allo stesso simbolo di Dio \
Tra cattivo e cattolico un legame esiste, quello della terminologia
cristiana che li rende inconciliabili. La politica, da alcuni anni fucina
di neologismi, ha coniato il pref CATTO quale indicatore anomalo
di cattolico, componendolo con termini storicamente lontani dal
Cattolicesimo, come nel caso di Cattocomunìsta coniato nel 1979 (da
non equivocare con Cattofilo).
\ Il Cattolicesimo, con l’adozione della Bibbia, del Credo Apostolico e Niceno, dei
Concili, dei Sacramenti, dalla Liturgia, dalla presenza dei ministri regolarmente
consacrati, è l’Universalità che insegna a salvaguardarsi dagli errori soggettivi ed
oggettivi. Il Cattolicesimo vede nel Papa il Vicario o il Deputato di Cristo, un ruolo
che gli Ortodossi Orientali non hanno accettato, separandosi nel 1054. Nel XVI sec; la
Riforma separò i Protestanti a seguito di un’ulteriore rivolta contro il papato, i quali
tuttavia continuarono a definirsi cattolici. Oggi, il termine è esclusivamente riferibile
al Cattolicesimo Romano, quello che ubbidisce al Papa.\
\ Prefisso CATA
Il pref è dal gr KATA connesso con KHAMAI verso terra, cui Càtodo dal
gr KATHODOS discesa (con HODOS strada-via), con Catòdico e Catiòne
questo composto con Iòne dal gr ION da IENAI andare 1 , in correlazione
con Anodo-ànodo “salita” (pref AN) con Anòdico, Anodizzàre cui
Anodizzàto e Anodizzaziòne, Aniòne questo composto con Ione.
Il pref CATA-KATA ha assunto via via, vrs da antiche metafore, significato
quale verso il basso, giù, contro, conforme a, relativo a cui Catàbasi
1026
(contrario di Anàbasi) ritirata, discesa dell’anima negli inferi. Catabolìsmo
fenomeno biologico di espulsione organica. Catàclasi (col gr KLASTOS
rotto) processo di frantumazione delle rocce. Cataclìsma precipitazione
d’acque e per questo termine occorre una puntualizzazione: dal gr
KATACLYSMOS e dal lat CATACLYSMUS, cui KLYSMA lavaggio, vale
“inondazione” o “diluvio” pertanto è preferibile non associarlo ad eventi
disastrosi estranei all’apporto delle acque; il gr conta infatti KATHAIRESIS
distruzione cui il suff CATERESI. Catòcala col gr KALLOS bellezza (in
riferimento alle ali posteriori di una farfalla), Catacòmba cimitero in basso,
ovvero sotterraneo, Catacrèsi o Catàcresi caduta linguistica dal gr
KATAKHRESIS abuso (snm di Acirologia), ovvero, definisce in una
traslazione linguistica la mancanza di un termine proprio - come, quale
esempio, Gamba del tavolo - in percorso con Anticrèsi dal ANTIKHESIS
contro uso attraverso il franc ANTICHRESE (accordo per cui il creditore
assume il diritto sui frutti dell'immobile del debitore, con l'intesa di
detrarli dagli interessi dovuti), Catadiòttrica-Catarifrangènza luce in giù,
ovvero, rifratta, Catàdromo che ripercorre in giù, nello specifico il pesce che
torna in mare dalle acque dolci, Catafàscio crollo, in rovina con Scatafàscio
(pref S intensivo), Catafìllo (col gr PHYLLON foglia) squame, scaglia da
fogliame che cade in basso sul terreno, Catàfora “letargo” ma retoricamente
“procedimento linguistico” che rimanda più giù nel testo, Catafràtta
armatura pesante e Catafràtto difeso da armatura - termini questi composti
col secondo membro Fratta o Fratto, Pp dal lat FRANGERE, valgono
l’immagine del cavaliere e del cavallo protetti dentro l’armatura, ovvero
sotto di essa - Cataglòsso abbassalingua termine medico, Catalèssi caduta
della sillaba finale dal gr KATALEKSIS cessazione, in termine linguistico
con Catalèttico e Dicatalèttico o Dicatalètto (pref DIS “due volte”), adottato
in medicina quale caduta, ovvero, irrigidimento dei muscoli cui ancora
Catalèttico, Catàlisi scioglimento, cui il ricorrente Marmitta catalitica,
Catàlogo il mettere giù per iscritto le voci, ovvero una loro elencazione,
Catàrro che scorre in giù cui i prefisati Accatarràre, questo con
Accatarramènto e Accatarratùra (A allativo), Incatarràre (IN illativo) e
Scatarràre questo con Scatarràta (S sottrattivo), Catàsta 2 collocazione di
oggetti alla rinfusa (buttati giù a caso) cui Catastàre con il prefissato
Accatastàre con Accatastàbile e Accatastamènto, Catàsto con Catastàle dalla
composizione gr-biz KATASTIKHON (con STIKHON rigo vale “rigo per
rigo”) e questa volta relativo alla conservazione (ordinata) di documenti
riguardanti nello specifico terreni e fabbricati, donde il snm-omn Catastàre
con il prefissato Accatastàre cui Accatastàbile e Accatastamènto, eppoi
Catàstasi da KATASTATIS disposizione-collocazione (col gr STATIS
stabilità) cui il termine astronomico e religioso prefissato con APO
Apocatàstasi dal gr APOKATASTISIS ristabilimento, e Catasterìsmo da
KATASTERIZO colloco tra gli astri (col gr ASTRON stella). Il percorso
conta ancora Catalògna verdura dalle foglie molto sviluppate e che quindi si
ripiegano, ovvero, pendono, Catameniàle mestruale, Catàmnesi o Catamnèsi
raccolta di dati dell’ammalato successiva alla diagnosi (l’opposto di
Anàmnesi che vale raccolta di dati per formulare una diagnosi),
1027
Catapècchia casa fatiscente, cadente cui Incatapecchiàsi quale voce del
gerco giovanile adottata nel nuovo millennio, Cataplàsma o Cataplàsmo
impiastro di medicazione (occorre immaginare il malato disteso, in giù, al
quale viene applicato l’unguento medicamentoso), Cataptòsi dal gr
KATAPIPTO cado giù vale “improvvisa caduta per crisi epilettica”,
Catapùlta dal gr KATAPALLO scendo giù, Cataràtta o Cateràtta da
KATARAKTES cascata composto col suff dal verbo gr ARDSSO io batto,
Cataplessìa improvviso arresto, o caduta, muscolare e vale anche stupore o
spavento, Cataràffio o Cataràffa dal gr KATARRAPHE cucire (legare) il
tutto (connesso con Raffio) identifica lo strumento del calafato per eliminare
le stoppe nelle commessure (quindi s’immagini un lavoro sottacqua),
Catàrda dal gr KATARTAO lego termine marinaresco il mettere in giù
verticalmente una cima da un pennone, Catàstrofe con Catastrofàle,
Catastròfico, Catastrofìsmo, Catastrofìsta e Catastrofìstico dal gr
KATASTHROPHE rivolgimento (col gr STROPHE di Strofa) termine
retorico della tragedia greca passato vrs da una metaf nel significato di
sciagura, Catatonìa con Catatònico caduta del tono muscolare. Categorèma
o Categorùmeno, cui Categoremàtico, è dal Pp gr KATEGORUMENON
predicato, da KATEGOREO io asserisco-attribuisco e dal sostantivo
KATEGORIA attributo-predicato connesso con KATECHESIS istruzione a
viva voce, e vale “accusa-parlare contro” ossia “ciò che è predicanbile di un
soggetto”, in connessione di largo respiro con AGON (fig disputa), poiché
indica le diverse relazioni tra persone, idee, cose; in percorso, Categorìa con
Categoriàle, Categòrico con Categoricamènte e Categoricità, Categorizzàre e
Categorizzaziòne. Infine Catèto linea che va in basso, Catòttrica o
Catòptrica dalla composizione gr KATOPTRIKE dalla locuzione
KATROPTRIKE TEKHNE arte degli specchi cui KATOPTRON specchio
dove “verso il basso” assume il significato di riflessione, speculare cui
Catòttrico o Catòptrico e Catottromanzìa o Catroptromanzìa. In percorso
Catoptrofobìa, l’avversione per gli specchi.
Il toponimo Catania risulterebbe dal gr KATAINE ossia AITNE Etna
prefissatio Kata nel significato di giù-a terra dell’Etna; altre ricerche lo
farebbero derivare dal prelatino KATINA (catino-bacinella) per la geografia
a conca della città.
Il termine Catìno dal lat CATINUS non ha altre connessioni, ma è vrs l’idea
di utilizzarlo per lavarsi le mani immergendole giù, cui Catinòzza inc con
Tinozza, eppoi, c’è l’immagine di lavarsi la faccia piegando il corpo in
basso, verso il recipiente; derivati, il dim Catinèlla con Catinellàta, la
locuzione Piove a catinelle, da non equivocare con Catilinària e Catilinàrio,
metaf relativi alle orazioni di Cicerone (106-43 aC) contro il patrizio
Catilina (108/62 aC). Catètere identifica lo strumento medico utilizzato
nella parte bassa del corpo, vescicale, ureterale. Termine alieni nel percorso
CATA, Catamaràno poiché questo è dal tamil KATTUMARAN zattera cui
Trimaràno che vale Catamarano con pref TRI tre (a tre scafi), Catàrsi poiché
questo è da Catàro dal lat medv CATHARUS già gr KHATAROS puro cui
Catàrtico, il fig Catàrtidi (Famiglia d’uccelli), Catàro meglio Càtari con
Catarìsmo, Catàrzo o Scatàrzo “seta grezza” questo dalla locuzione gr
1028
KHATARTEON SERIKON seta da purificare
\ I Catari, o Albigèsi dal lat ALBIGENSIS (da Albigi, oggi Albi, in Provenza, il nome
della loro capitale), erano gli eretici condannati dalla Chiesa; furono perseguitati e
distrutti tra il 1209 e il ’22 \
1
Dal gr ION da IENAI andare cui Ione, l’ital conta Iònico, Ionizzàre, Ionizzànte,
Ionizzaziòne, il prefissato Disionìa (DIS alterazione) nella terminologia medica, eppoi
i composti Ionoforèsi (col gr PHORESIS trasporto), Ionosfèra con Ionosfèrico,
Ionosònda, Ionoterapìa; equivocabile col lemma Ionòne che è invece dal gr WION
viola (con aferesi) col suff chimico ONE.
Ionico da Ione è omn di Iònico da Ionia, questa antica regione della Grecia che prende
il nome dalla stirpe degli Ioni, cui l’ordine architettonico Iònico, Ionìsmo e un satirico
Ionadàttico (ionico ed attico); ancora omn di Iònico questo relativo al Mar Ionio o alle
isole Ionie, tuttavia riguardanti la regione.
L’associazione di ION da IENAI andare con il grande esodo dei greci andati a
fondare la Magna Grecia attraverso il Mar Ionio non può essere una semplice
coincidenza.
2
Catasta, dal lat CATASTAM, in origine “impalcatura dove si mostravano gli schiavi
in vendita”, con la variante Calastra cui Calestrello.
\ Concetto di Alto e Basso
L’idea granitica di Basso e di Alto, così come è stata tramandata, comincia a
scricchiolare.
Era già avvenuto per espressioni quali Ammazzare, che dal significato
originario di uccidere utilizzando la mazza, è passato al riferimento generico
“con qualsiasi strumento”; Appiccare il fuoco, che dalla pratica di
accenderlo allungando una picca, sulla cui punta era fissata una torcia
accesa, oggi lo s’intende perfino con un sistema elettronico o telecomandato.
È avvenuto per Piàtto dal lat PLATTUS, che, dopo aver attinto al gr
PLATYS piatto, piano, largo, con tema PELA piatto, disteso, connesso con
la rad PLT piatto, cui Piànta “del piede” (questo omn o sovrapposto a Pianta
“arbusto”) con Plantàre e Soppiantàre col pref SUB, ai giorni nostri è finito
per essere rimodellato concavo, incavato. Termine fig dal gr PELMA pianta
del piede è Pèlta “sorta di scudo” cui Peltàsta o Peltàste “oplita fornito di
pelta”, Peltàto “corredato di pelta” eppoi i botanici, in senso per la loro
forma, Peltigeràce “Famiglia di licheni” (con suff dal lat GERERE portare)
e Peltinèrvio “sorta di foglia” (con suff da Nervo per la nervatura delle
foglie)
Il franc conta PLAFOND soffitto composto con PKLAT piatto e FOND
fondo che l’ital ha adottato così com’è Plafond e anche usando
l’omologismo Plafòne. Da qui, ancora l’omologismo Plafonièra, cui
Plafonatùra, dal franc PLAFONNIER questo un incrocio di PLAFOND con
LUMIER.
Nel percorso di Piatto si conta il dim Piattèllo, questo noto per vla locuzione
sportiva Tiro al piattello ma indicante anche una sorta di pianta selvatica
chiamata volg Ingrassa-porci o Costole d’asino.
Il percorso prefissato conta fig Appiattàre “nascondersi” con gli iterativi
Rappiattàre e Rimpiattàre, Appiattìre con Appiattimènto, il denm anche fig
Spiattellàre col pref S sottrattivo, l’ancora fig Soppiàtto “nascosto (sotto un
piano visivo)” col pref SUB. In connessione il glb ingl Flat (termine
borsistico o relativo alle tariffe), dove FLAT vale piatto-liscio (non
1029
dimentichiamo che la lettera F nasce dalla pronuncia del gruppo PH) cui
Flatboat “battello a fondo piatto” e Flatting “vernice lucida”. Snm di Piatto
piano è Piòta da un suo complanare lat PLAUTUS largo, cui Piotàre, vrs il
fig Piòtta “moneta in volg romano” e Impiotàre (IN illativo).
Quale sarà il Basso e l’Alto durante i viaggi interstellari; qual è stato il
Basso e l’Alto per gli astronauti in rotta lunare, qual è stato per i viaggiatori
del MIR e quale per i nauti dell’ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Il
percorso semantico potrà vrs tradurlo nell’indicare Basso per “direzione
Terra” e Alto “per la direzione prefissata”; all’interno nell’astronave non
potranno che essere in relazione al tetto. Zènit e Nàdir andrebbero perduti
quali punti della volta celeste segnati dalla verticale ideale che s’allontana da
una base terrestre, attraversando l’osservatore dai piedi al capo, se non
riaggiustati volta per volta in relazione alla posizione dell’astronave, la quale
andrebbe però a configurare virtualmente la superficie del nostro pianeta.
\ Bilancia
Il lat, viepiù, conta il termine LANX per piatto dal tema med LANK piatto,
cui il lat LANX, l’ital Lànce “piatto della bilancia”, Langèlla “orciolo” e
Bilància “due piatti” cui, incluso Bilancia quale segno zodiacale, Bilanciàio
o Bilancìsta, Bilanciamènto, Bilanciàre, il comando militaresco Bilanciàrm,
Bilanciàto, Bilancière, il dim Bilancìno, Bilàncio, il prefissato Sbilanciàre
con Sbilanciamènto e Sbilàncio; attraverso il genovese Bansigu da Bansa
“bilancia” l’ital conta il marinaresco Bansìgo “tavola bilanciata” nel vuoto
con le funi, allo scopo di poter lavorae fuori bordo, lungo la murata.
Dovrebbe esserci una certa connessione tra il tema LANK ed il lemma franc
LINK sinistra, poiché l’ital, apponendovi il pref BIS foneticamente adattato,
ha coniato Bilènco, intensificandolo in Sbilènco “sbilanciato a sinistra”; poi,
incrociandolo con lo sloveno BEZIAK stupido il toscano ha ottenuto
Bislàcco già Bislàco, così attestatosi in ital.
Il tema LANK ampliatosi in LANKA ansa ha condotto a Lànca acqua
stagnante (in un’ansa fluviale), termine attestatosi dal ligure.
Sempre in lat, avevamo il termine SCUTELA con la variante SCUTELLA
dim di SCUTRA piatto, cui l’ital Scodèlla con Scodellàre, Scodellàta,
Scodellàto, i dim Scodellètta e Scodellìno; in vrs connessione Scùcchia
“mento pronunciato” fig “sorta di scodella” con una corruzione in CCHIA
da SCUTELA simile a Secchia da SITULA.
Incrociando PLATYS (per la sua forma schiacciata) con BLATTAPLATTA insetto di tema med, il lat ha ottenuto il dim BLATTULA svoltosi
nell’ital Piàttola. Da BLATTA resta inv l’ital Blàtta con Blattoidèi “Ordine
d’insetti” e Deblattizzaziòne. Attraverso il mer, l’ital conta l’omologismo
Marpiòne con Marpionàggine, ereditato dal franc MARPION piattola.
\ La Bilancia due piatti è nota sin dal 5000 aC in Egitto, La bilancia di Nakkada,
rimasta praticamente inalterata sino ai nostri giorni, ma alfine in via d’estinzione a
causa della tecnologia computerizzata. In Egitto era attribuita al dio Osiride per la
pesatura delle anime nell’Aldilà e sovente appariva nell’iconografia di Ammon,
omologata nel cristianesimo come simbolo del giudizio divino. Il mondo romano
pagano la voleva quale logo di Mercurio, il protettore dei commercio e dei ladri e in
età cristiana omologato nelle raffigurazioni dell’Arcangelo Michele. /
\ Largo Ampio
1030
Làrgo è dal lat LARGUS d’origine ignota ma indoeur, cui Largìre,
Largiziòne, questi anche con il pref EX cui Elargìre, Elargiziòne dal lat tardo
ELARGIRI.
Snm di Largo è Ampio-àmpio dal lat AMPLUS, cui Ampièzza e, in forma
esplicita, Ampliàre, Amplificàre, Amplitùdine, Amplo-àmplo questo in
complanare con Ampio.
\ Azimut Zenit Nadir
Dall’ar AS-SUMUT, plur di AS-SAMT direzione, è derivato l’omologismo
Azimut, termine che sta per l’angolo compreso tra il piano verticale passante
per l’astro e il piano meridiano di chi osserva.
Dall’errore di trascrizione da parte di un amanuense dell’ar SAMT in
SANIT, è invece originato l’omologismo Zènit, che sta per “il punto celeste”
dove va a toccare la verticale passante per l’osservatore, cui Zenitàle.
L’omologismo Nàdir, cui Nadiràle, infine, ancora dall’ar NAZIR transitato
dallo sp, indica semplicemente opposto (allo zenit), vrs connesso col termine
ebr NAZIR attestatosi nel senso di separato.
LIBRO TOMO LIBERO
LIBRO
Lìbro, dal lat LIBER, la sottoscorza degli alberi sulla quale si
scriveva prima della diffusione del papiro, o di una sua alternativa; in
questa semantica permangono Liberiàno attraverso il franc
LIBERIEN snm di Libròso (termini botanici); l’omn Liberiàno è
relativo a Liberio, il papa dal 352 al 366. Libro, dunque, è in
presumibile connessione con LUBU scorza in slavo ant. Derivati,
Libèrcolo dal dim lat medv LIBERCULUS, Librerìa, Libràio, gli
aggettivi Libràrio e Librèsco questo attraverso il franc LIVRESQUE
da LIVRE libro, Librètto con Librettìsta e Librettìstica, la locuzione
ital-ingl Libro game (con GAME gioco), il prefissato Allibràre
“registrare in un libro” con Allibramènto e Allibratòre; termine
alieno Libùrna dalla locuzione lat NAVIS LIBURNA nave dei
Liburni, gli ant navigatori dell’Adriatico. Libro bianco indica un
testo in cui è approfondito un determinato argomento, locuzione vrs
attinta alle Tavole bianche dove i romani trascrivevavo le ordinanze
dei pretori.
Inv dal lat daEX LIBRIS, vive e vegeta ai nostri giorni la locuzione
Ex libris che sta per etichetta da apporre ad un libro per fissarne la
proprietà. Altro derivato è Libèllo, dal lat LIBELLUS, che da
innocuo dim di LIBER è divenuto uno scritto diffamatorio o di
pretese legali, autore il Libellìsta e Libellìstica il genere.
Da non assimilare a Lìbra “bilancia” esteso dal lat LIBRA quale
unità di misura che valeva circa mezzo chilo, cui Libèlla o Livèlla
(dal dim LIBELLA), Libràle, Libramènto, Libràre “fluttuare come i
piatti di una bilancia”, Libràto, Libratòre, Libraziòne e Libèllula “che
1031
tiene le ali sbilanciate”, con suff che rafforza il già dim LIBELLA da
LIBRA, cui la locuzione Libellula depressa a causa del suo addome
piatti, e neppure a Lìbbra “unità di peso” sempre dal lat LIBRA, tutti
derivanti dalla rad LIDHRA. Dal lat LIBRA, poi, deriva ancora l’ital
Lìra, già nel sistema monetario carolingio, cui Lirètta, l’unità
monetaria sostituita dall’Euro, e attraverso il gr LITRA dodici once
l’ital Lìtro con Mezzolìtro. L’omn Lìra, lo strumento musicale a
corde è dal lat LYRA, cui Liràto, Lìrica (poesia accompagnata dal
suono della lira), Liricità, Lìrico, Lirìsmo, Liròne (accr), il fig Lirùro
“sorta di uccello”, il prefissato Sliricàre o Sliricizzàre (S sottrattivo).
\ Nel 1941 il presidente americano T. Roosevelt definì’ gli italiani “una massa di
cantanti lirici”\
La Lira che circolava nel Lombardo-Veneto durante l’occupazione
austriaca era detta Svànzica omologismo dal ted SWANZIG venti
soldi.
Da non equivocare con Svàstica, antico segno preistorico dal sct
SVASTIKA di SVASTI proprietà.
\ Da un’indagine CENSIS, nel 1998, in Italia, l’11,5% dei giovani tra i 15 ed i 20 anni
non ha mai letto un libro mentre il 40% ne ha sfogliati almeno due. Gli autori più
conosciuti risultano ancora i tradizionali I. Calvino, S. King e P. Levi; i nuovi, quali I.
Allende, J. Kerouac e D. Pennac, sono i preferiti al Nord.
Nel 2006 il 46% dei bambini italiani d’età compresa tra i 6 e i 10 anni ha letto almeno
un libro, rispetto al 58% dei loro coetanei spagnoli; sempre per i primi tra gli 11 e i 14
anni, la percentuale passa dal 59% al 43%, inversamente proporzionale all’età. La
produzione libraria per l’infanzia, invece, è cresciuta in Italia dai 951 testi del 1987 ai
2300 del 2006.\
Il Libro è di Càrta, questo dal lat CHARTA, dal gr KHARTES foglio
di papiro già usato dagli egiziani nel IV millennio aC; la Carta a noi
nota risale a una invenzione cinese del105 dC.
\ In Sri Lanka, è prodotta la carta con lo sterco d’elefante \
In percorso l’ital conta l’ant Cartabèllo “libercolo” con Scartabèllo e
Scartabellàre (pref S intensivo), Cartàccia, Cartàceo, Cartàia,
Cartàio, Cartàrio sia aggettivo sia sostantivo, Cartàta, Carteggiàre
con Carteggiatùra e Cartèggio, Cartèlla con Cartellàrio, Cartellièra,
Cartellìno con Cartellinàre, il glb franc Cartel “orologio murale” fig
da Cartèllo “avviso pubblico” questo anche nel senso di “consorzio”
transitato dal ted KARTELL con Cartellaziòne, Cartellìsta,
Cartellìstico e Scartellàre, Cartellòne con Cartellonìsta e
Cartellonìstica, Carticìno (termine tipografico snm di Quarticino o
Quartino), Cartièra o il composto Cartifìcio, gli omologismi Cartìglia
e Cartìglio dallo sp CARTILLA per accezione, quest’ultimo, il
rotolo aperto e leggibile nelle opere pittoriche, ma fig anche la
strisciolina con dedica d’amore inclusa negli storici baci di
cioccolata della Perugina, eppoi Cartìna, Cartìsmo con Cartìsta
attraverso l’ingl CHARTISM dalla locuzione PEOPLES CHARTER
1032
Carta del popolo cui il glb Charter (carta-licenza per...) ad esempio e
per accezione “volo a noleggio” dove l’ingl CHARTER è dal franc
ant CHARTRE che derivava dal lat CHARTULA dim di CHARTA;
eppoi Cartòccio con Cartocciàre e Cartocciàta, Cartolàio o Cartolàro,
l’aggettivo Cartolàre “relativo ad un diritto” dal dim lat
CHARTULA e il sostantivo Cartolàre “custodia” dal lat medv
CHARTULARE da CHARTULA, il verbo Cartolàre o Cartulàre con
Cartolarizzàre e Cartolarizzaiòne, Cartolerìa, Cartolàrio o Cartulàrio
“registro” snm di Cartulàrio “addetto” attraverso il lat
CHARTULARIUS e il gbz KHARTULARIOS, Cartolìna con
Cartolinèsco, Cartolinàre, Cartonàggio, Cartòne con Cartonàre,
Cartonàro, Cartonàto e Cartonatùra, Cartoncìno, Cartonìsta, il glb
franc Cartonniste e i glb ingl Cartoon e Cartoonist, Cartùccia con
Cartuccèra o Cartuccièra; un dolce tipico mer è detto fig Cartellàta,
meglio Carteddate in volg, ovvero nastri di pasta avvolti a spirale e
conditi con miele o vino cotto, il termine assume il significato di
“accartocciate-curvate”.
L’ingl, quindi, come il franc, in ossequio all’area comune indoeur,
conta CHART carta, svoltosi, come anche in ital, nel senso di
mappa. Da contare ancora la locuzione lat Magna Charta coniata in
Inghilterra nel 1215, la quale è il simbolo dei primi principoi
costituzionali. Altre locuzioni abituali Carta bianca, Carta canta,
Carta carbone tanto utile ai dattilografi, datata 1806, altrimenti detta
Carta copiativa, eppoi Carta da forno, Carta d’argento, Carta
igienica, Carta paglia, Carta velina, Carta vetrata…
\ Le forbici possono essere affilate tagliando pezzi di Carta vetrata \
Eppoi i prefissati Accartocciàre(pref AD illativo), Incartàre anche
nel senso di “scrivere sulla carta”, cui Incàrto e Sovraincàrto con un
possibile Sovrincàrto, Incartocciàre (pref IN illativo), Raccartocciàre
(pref RAD), l’iterativo Rincartàre con Rincàrto, Scartàre (S
sottrattivo o estrattivo) con Scartàta, Scartìna cui Scartinàre, e
Scàrto, gli omn Scartàre (pref S intensivo nel senso di
“scartavetrare”) e Scartàre “spostarsi bruscamente” attraverso il
franc ECARTER sovrapposto al lat EXQUARTARE da QUARTUS
quarto cui Scartamènto, ancora Scartàta e Scàrto, e il composto
Scartòmetro; infine l’intensivo Scartocciàre con Scartocciatùra e
Scartòccio, Scartafàccio da Scartòffia o Cartòffia d’origine volg
attinti al milanese Scartofia “cartuccia del gioco”, il verbo composto
Scartavetràre con Scartavetràta. La locuzione Mangiare alla carta
indica la libera scelta dei piatti al ristorante, senza consultare il
menu.
I composti Cartacarbòne, Cartapèsta questo ipocoristico di Carta
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pestata, l’eccl Cartaglòria, Cartamonèta questo il biglietto di banca o
di Stato, storicamente introdotta dai cinesi nel 700 dC, eppoi
Cartamodèllo, i fig Cartamùsica “pane sardo” e Cartapècora dalla
locuzione Carta pecora snm di Pergamèna questo dalla locuzione lat
PERGAMENA CHARTA carta di Pergamo (toponimo) cui
Pergamenàceo, Pergamenàto, Pergamenizzaziòne e il dim
Pergamìna. Il percorso continua con Cartasùga e Cartasugànte questi
col suff tratto dalla forma SUGARE di Asciugare in complanare con
la locuzione Carta assorbente, Cartastràccia, Cartavètro col denm
Cartavetràre, Cartevalòri dalla locuzione Carte valori, Cartografìa
con Cartògrafo, Cartogràfico e Fotocartògrafo, Cartogràmma,
Cartolibràio o Cartolibràrio con Cartalibrerìa, Cartonfèltro,
Cartongèsso, Cartonifìcio, Cartotècnica e Cartotècnico. Cartilàgine
con Cartilagìneo o Cartaliginòso è dal lat CARTILAGO fig connesso
con Carta.
Il Cartongesso si deve a A. Sackett e a F. L. Kene che ne costruirono
il prototipo alla fine del XIx sec.
Pseudoetim i termini glb Carter “protezione meccanica” dal suo
inventore J. H. Carter (1905), eppoi Cartàmo “sorta di pianta” detto
anche Zafferano falso dall’ar QURTUM attraverso il lat medv
CARTHAMUS, il volg Càrtola “viso” connesso con il lat CARA
volto già gr KARA testa, ancora Cartesiàno con Cartesianìsmo e
Cartesianìsta relativi al folosofo Cartesio (1596/1650) cui Assi
cartesiani, infine Cartvèlico etnonimo relativo ai caucasici Cartveli.
Cartaginèse etnonimo del toponimo Cartagine fondato dai Fenici
nell’814 aC, nei pressi dell’attuale Tunisi; vrs una qualsivoglia
connessione del toponimo col termine Carta, supponendone qui una
produzione o quale paese dei papiri, dato che PAPYROS, di genesi
africana (nordoccidentale) stava appunto per Carta regia.
Il gr conta KHONDROS cartilagine o granello, cui Còndro
“granello”, Condràle “cartilagineo”), Condrìna (suff med INA),
Condrìte (minuscola meteorite suff ITE per minerali) e l’omn
Condrìte (patologia, con suff medico ITE infiammazione) cui
Osteocondrìte, Condriòma (suff medico OMA), i prefissati
Ipocòndrio, Microcòndrio, Mitocòndrio, con Mitocondriàle, (in
biologia, col gr MITOS filo) snm di Condrisoma e Pericòndrio;
infine, il pref CONDRIO O CONDRO adattati per composizioni
quali Condròma (suff biologico OMA), Condriosòma, snm di
Mitocondrio, cui Condriosòmico, Condrìtti (col gr IKHTHYS
pesce), Condrodistrofìa, Condrosarcòma, Condròstei (col gr
OSTEON osso, Famiglia di pesci Attinotterigi alla quale appartine lo
Storiòne o Sturiòne, un omologismo dal ted STOR da un ant
1034
STURIO, pesce degli Acipenseridi (la Famiglia) snm di Ladano;
Acipensèridi è il derivato dal lat ANCIPENSER che starebbe per
storione, cui Acipenserifòrmi (l’Ordine). Si conta ancora il percorso
prefissato con A privativo cui Acondrogènesi, Acondroplasìa, snm di
Condrodistrofìa, con Acondroplàsico
\ Suffissi *OMA *OSI
Il suff OMA è dal gr OMA OMATOS e che propriamente vale il gr MA
aggiunto foneticamente a temi verbali in oo. In ital è utilizzato nella
terminologia medica ad indicare “tumefazione, infiammazione,
rigonfiamento, tumore…” e nella terminologia biologica ad indicare un
collettivo di organi che costituiscono unità anatomo-funzionali; tra i quali
Encondròma (pref gr EN dentro e Condroma), Filòma (col gr PHYLLON
foglia), Gangliòma (con Ganglio).
Il suff OSI dal gr OSIS indica una condizione, per accezione uno stato
morboso, una deviazione fisiologica, utilizzato in medicina e talvolta
omologato in botanica; tra i quali Berilliòsi quale infezione da Berillio,
Coxsackiòsi da Coxackie virus (dal toponimo dove è stato storicamente
isolato), Estridiòsi da Estridi-èstridi (Famiglia d’insetti) dal gr OISTROS
tafano, Necrobiòsi, Peliòsi, altrimenti detta fig Porpora, dal gr PELIOSIS
“fuoriuscita di sangue dalle vene” da PELIOOMAI divento livido dalla
polisemica rad PEL che, coincidenza o non, si ritrova con la traduzione in
“pelle” quale suff nel termine Erisìpela “arrossamento della pelle” (Ved
Rosso… in Alba…), Rickettsiòsi da Rickettsìa “gruppo di parassiti” (dal
medico H. T. Ricketts (1871/1910).
\ Fanatico Profano
Il Libellàtico era quel cristiano che l’imperatore Decio discriminava dalla
persecuzione; il termine ricalca Fanàtico ispirato-colto da entusiasmo (in
origine, per una divinità), cui Fanatìsmo e Fanatizzàre, derivato da FANUM
tempio legato a FAS diritto sacro, cui Fàno e il glb ingl Fan da FANATIC
che ha assunto l’attestazione corrente cui l’omologismo Fanzìna dal glb ingl
FANZINE, una composizione in ipocoristico con FAN e MAGAZINE che
vale la locuzione Rivista per appassionati, la locuzione glb Fan club.
Fandònia dal lat volg EFFANDONIA questo sovrapposizione di EFFANDA
da proclamare con solennità con il plur TESTIMONIA testimonianze.
Profàno, cui Profanàre, infatti, letteralmente, sta per “davanti al tempio”, in
altre parole tutto ciò che è al di fuori della sacralità. Empio-èmpio dovrebbe
essere in complanare con Profano poiché sta per non pio, composto col pref
negativo IN. Più correttamente, Profano è il “non sacrale”, come potrebbe
esserlo, dignitosamente, una musica, un canto, mentre Empio è “chi
disprezza la sacralità”, il blasfemo, in piena illegalità, avverso alle libertà di
culto. Il termine Cratofànico col suff dal gr KRASIS mescolanza vale il
risultato finale da un’insiemistica di devozioni.
\ Empito Impeto Scempio
Il termine Empito-èmpito snm di Impeto-ìmpeto, è da IMPETUS astratto lat
di IMPETERE, da un intensivo IMPETIRE andare incontro per chiedere
con insistenza; la diversità sulla lettera iniziale è dovuta ad attestazioni di
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preferenze fonetiche.
Il percorso infatti conta Impetuosità e Impetuòso.
Attraverso il franc RANDON impetuosità l’ital ha adottato l’esot Randonèe
corsa lunga senza soste così in franc.
Scèmpio ed il suo omn sono a se stanti: l’uno è dal lat SIMPLEX ed è il non
comune Semplice inc con Scemo, cui Scempiàggine, Scempiamènto,
Scempiàre, Scempiatàggine, Scempiàto, Scempietà; l’altro Scèmpio è dal lat
EXEMPLUM ed è invece una punizione esemplare, cui Scempiàre nel senso
di “straziare”, sovente motivo di grave equivoco, pertanto è meglio
archiviare linguisticamente il percorso Scèmpio da SIMPLEX.
\ In linguistica, Scempiamento consonantico, snm di Degeminazione, è la riduzione
all’interno di un lemma di una consonante lunga o geminata (doppia) in consonante
breve o semplice \
\ Plico Flesso
Un Libro ove appaia sottoforma di fascicolo, dossier, carteggio... può essere
definito Plìco, lemma cinquecentesco, dal verbo lat PLICARE piegare, già
gr PLEIKO piegare, intensivo di precedente PLECERE, con valore di
piegare-intrecciare, semant svolgere, dal rad indoeur PLEK, Plìca, Plicàto,
il composto Plicometrìa con Plicòmetro, e che associato a vari pref ha
prodotto un nutrito percorso semantico, quale Sùpplice (lat SUPPLEX da
SUB PLEX) col denm Supplicàre, Supplicaziòne, Supplìzio da
SUPPLICIUM (messo in ginocchio), stanno per “piegare-sotto, piegato-in
giù”, allo scopo originario di rabbonire gli dei, cui l’assimilazione con
PLACARE di Placare, e il glb franc Souplesse “agilità” da SOUPLE
flessibile. Da PLICARE, l’ital conta i prefissati Applicàre, con Applicàto ed
Applicaziòne, che vale “svolgere verso-avvicinare”. Complicàre con
Complicànza, Complicatèzza, Complicàto e Complicaziòne, ed anche
Còmplice, con Complicità, che stano per “svolgere insieme”. Il glb Dèpliant
(accentazione corretta dépliant) dal franc DEPLIER dispiegare. Implicàre
per “svolgere dentro” con Implicànza, Implicaziòne, Implìcito con
Implicitamènte, Esplicàre “svolgere fuori” cui Esplicàbile, Esplicatìvo,
Esplicaziòne, Esplìcito con Esplicitamènte ed Esplicitàre. Replicàre con
Rèplica, Replicàbile, Replicànte e Replicatìvo “svolgere ancora”, Replicàto,
Replicaziòne, Replicòne (termine della genetica). In area indoeur si
rintraccia la rad nella composizione ingl glb Plexiglàs o Plèxiglas “il vetro
che si piega” (GLASS vetro) con un dimenticato snm Pèrspex (entrambi
marchi registrati), nel franc glb Plissé cui gli esot Plissettàre, Plissettatùra.
Il percorso prosegue ancora con Piegàre, verbo in lenizione, dal lat
PLICARE cui Pièga, Piegàbile, Piegàta, Piegatòre, Piegatrìce, Piegatùra,
l’iterativo Pieghettàre donde Pieghettatòre e Pieghettatùra, Pieghèvole con
Pieghevolèzza, Piègo “plico”, Piegòso, il percorso prefissato cui Compiegàre
(CUM associativo). Dispiegàre (DI intensivo) con Dispiegamènto.
Impiègare “impegnare” con IN illativo e lenizione sett da c in g cui
Impiegatìzio, Impiegatizzàre e Impiegatizzaziòne, Impiegàto ed Impiègo, il
doppio prefissato Disimpiegàre con Disimpiègo. Ripiegàre (Ri iterativo) con
Ripiegamènto, Ripiegàbile, Ripiegàta, Ripiegàto, Ripiegatùra e Ripiègo,
Spiegàre (EX “da”) con Spiegàbile e il doppio prefissato Inspiegàbile (IN
1036
negativo), eppoi Spiegamènto, Spiegatamènte, Spiegàto, Spiegatùra e
Spiegaziòne ed ancora (con un secondo pref) eppoi Spiegazzàre (S
intensivo) cui
Spiegazzamènto e Spiegazzatùra. Infine i composti
Piegabàffi, Piegacìglia, Piegafèrro e Piegafèrri
La rad PLEK di PLECTERE intrecciare cui Perplessità e Perplèsso da PER
PLEXUM, Plèsso da PLEXUM, ha una variante in PHLEK svoltosi in
FLECTERE cui Flèttere con Flessìbile, Flessiòne 1, Flessìvo, Flèsso, i
composti Circonflèttere con Circonflèsso (accento “piegato intorno”),
Deflèttere con Deflettòre,
Inflèttere con Inflèsso cui Inflessìbile,
Inflessibilità e Inflessiòne, Reflèttere o Riflèttere con Riflessìbile,
Riflessibilità, Riflessiòne, Riflessìvo 1 e Riflèsso dal tardo lat REFLEXUS
cui Riflessànte, il glb ingl Rèflex, eppoi Riflettènte, Riflettòre,
Riflettorizzàre e Riflettorizzaziòne, il prefissato (A privativo) Areflessìa con
Areflèssico adottati in medicina “privo di riflessi”, i composti Flecnòdo
questo termine matematico fedele al rad PHLEK (pron flec) con Nodo,
Riflessògeno, Riflessologìa, Riflessoterapìa, Riflettòmetro. In lat
AMPLEXARI vale abbracciare, cui Amplèsso da AMPLEXUS derivato in
tema da AMPLECTI.
In connessione indoeur con il tema rad PHLEK-PLEK, in got Piega è
FALDA, ricopiato nell’omologismo Fàlda (di un monte, fig del cappello),
cui Faldàre, Faldàto, l’accr Faldòne fig “cartella per documenti”, Faldòso, il
prefissato Sfàlda (S sottrattivo) cui Sfaldàre con Sfaldàbile, Sfaldamènto e
Sfaldatùra, il dim Sfaldèlla cui Sfaldellàre; in termini tettonici si ritrova
associato nella locuzione Falda freatica questa col fem di Freàtico dal gr
PHREAR PHREATOS pozzo cui il composto Freatologìa. Eppoi, l’ingl
conta FLAP falda cui il glb tecnologico Flap e l’omologismo Flappèggio
adottati dopo il 1940.
Sòffice, dal lat SUFFLEX, è l’inc di SUPPLEX supplice con FLECTERE
flettere. Non dovrebbe allora apparire incomprensibile che il lemma Plesso
contiene l’identica radice originale di Flesso, qualora s’indugiasse a pensare
che Plesso è traducibile in “sede riflessa”, ad esempio di una scuola;
Complèsso, allora, da CUM PLECTERE, che sta per flettere insieme, vale
insomma intreccio, cui Complessàre, Complessità, Complessìvo, termine
adottato in psicologia.
Nel vasto campo indoeur, il lemma Soffice è connesso rad con l’ingl SOFT
morbido-molle-soffice cui i glb Softball “palla soffice” una varietà del
Baseball, Soft-core “film a pornografia ammorbidita” Soft discount da Soft
discounnt shop “negozio a sconti leggeri” da associare a Hard discount shop
“negozio a forte sconto”, Soft drink “bevanda non alcolica”, Software
“moduli e componenti per programmi dei computer” cui l’omologismo
Softwarìsta, da contrapporre a Hardware “oggetti metallici”con Software
house “la casa di produzione”. Lo schermo del computer fa parte
dell’Hardware.
1
Nella linguistica, Flessione vale quale modificazione del termine nominale,
pronominale e verbale in ordine alla coniugazione e alla declinazione. Riflessivo,
allora, è quel verbo che si riflette sul soggetto e che si mostra con un pronome
personale, quale Pentìrsi elencato tra i Riflesivi intransitivi o Intransitivi pronominale
1037
o Medio intransitivo, poiché, privo di complemento oggetto, non può essere diverso
dal riflessivo, come nella frase “Mi pento di non averlo capito subito”; quale Lavarsi
elencato tra i Riflessivi transitivi poiché è sempre accompagnato dal complemento
oggetto come in “Hai l’abitudine di lavarti i denti solo dopo cena”.
\ Studiare Astuccio
Il lat avevano ancora il verbo STUDERE dal valore di appoggiarsi a
qualcosa e poi, fig, applicarsi a qualcosa, donde Studiàre con Studènte,
Studentàto, Studentèsca e Studentèsco, Studiacchiàre o Studicchiàre,
Studiàto, Stùdio, Studiòlo, Studiòso e, sorprendentemente, Astùccio, (che
non è una piccola asta) dal prvz ESTUG attinto al lat STUDIUM zelo
astratto di STUDERE, mutatosi in Studiare con valore “custodire” qualcosa
in sé, ovvero le nozioni; Astuccio, dunque, dal valore di “custodia”. In
estensione fig, il lat utilizza STUDIUM nel significato di “amore”; infatti,
senza amore non c’è applicazione e zelo.
TOMO
Il snm di Libro, Tòmo, dal tardo lat TOMUS già gr TOME sezionetaglio con TOMOS piano-strato (ritagliato) da TEMNEIN tagliare
con rad TEM, è più correttamente una delle parti (sezione),
indipendente, in cui è suddivisa un’opera libraria, ossia un volume; il
Codice Atlantico di Leonardo da Vinci è costituito da 12 tomi.
Tòmo è “la persona che ostenta singolarità”, lemma certamente
metaforizzato d’oscura connessione, ma corrispondente semant allo
sp TOMO; tra le spiegazioni ci potrebbe essere un’antica
associazione d’idea, fig e o ironica, con il contenuto o con la
singolarità numerica di un tomo-libro.
Tomàia o Tomàio è un termine da calzolaio (parte della scarpa) e
vale “ritaglio di pelle”. Tomìno è il dim di Tòma, un tipo di
formaggio caprino fermentato col pepe, inv dall’ant prvz TOMA
connesso col gr TOME taglio, in pratica il complanare di Scamorza.
Sala della Protomoteca in Campidoglio: il lemma Protomotèca
“galleria di busti” ha origine da Pròtome “busto”, inv dal gr
PROTOME testa umana o animale in rilievo nelle strutture
architettoniche, sculture e simili, da PRO TEMNO davanti-taglio.
Il composto Tomografìa con Tomogràfico e Tomògrafo, eppoi
Tomogramma sono con TOMOS strato-sezione ritagliata. La
Tomografia Computerizzata T.C. poi chiamata Tomografia Assiale
Computerizzata T.A.C. fu messa a punto, ognuno per conto proprio,
da A. M. Cormack e da G. N. Hounsfield nel 1972.
Il prefissato Dicotomìa è dal gr DIKHOTOMIA “divisione (tagliato)
in due parti” (pref DICO dal gr DIKHA due parti), cui Dicotòmico e
Dicòtomo, è un termine astronomico, biologico, botanico e
filosofico, qui vale “due nuovi concetti dedotti logicamente da un
primo – divisione di un concetto in due contrari ma che ne
esauriscono l’estensione (esempio è la scissione di un’ideologia in
1038
due correnti o la bipartizione tra sentimento e ragione)”.
Il termine ha degli omonimi e assonanti: Tòmo “caduta,
capitombolo”, d’origine onomatopeica corrispondente al franc ant
TUMER, già TUMON, vrs connesso col franc moderno TOMBER
cadere, cui il brutto esot Tomàre (da evitare specialmente nel
Veneto, perché qui, nel volg, risuonerebbe in tua madre). Tomìsmo e
Tomìsta sembrerebbero termini in relazione a studi particolari sui
tomi, in realtà è la dottrina filosofica - ed un suo adepto - adottata dal
Cattolicesimo e fondata da S. Tommaso d’Aquino, in percorso
semantico dal lat Thomas.
La voce volg mer Tumm’nu in uso nel meridione d’Italia è un’ant
misura di superficie agraria dal lat medv TUMULUS già ar
THUMN un ottavo italianizzato Tòmolo.
Il tomolo, detto anche Tùmolo o Tomolàta si è svolto in unità di
misura di capacità per le granaglie, in genere misura per solidi,
I suoi multipli erano la Sàlma (16 tomoli), il Sàcco, la Versùra (già
lat VERSURA svolta dal Pp VERSUS di VERTERE volgere) e il
Càrro.
Sottomultipli: Mondello, Quàrto con Quartùllo e Quartìglio,
Mezzètto, Misùra, Pàsso, Stoppèllo (vrs connesso con Stoppa),
Còppo, Cànna e Còzza.
\ Tale Questo Tanto
Un Tomo, in un contesto generico, è un Tale. Tàle, aggettivo, pronome e
avverbio, è dunque usato anche in odore di sostantivo; deriva dal lat TALIS
da tema rad TO-TA al quale solo il lat ha aggiunto come suffisso ALIS
riversatosi in ital. Da Tale si ha il percorso dei composti Talàltro dalla
locuzione Tal altro, Talchè (corretta accentazione talché), Talmènte, Talòra,
Talùno, Talvòlta.
Fuori percorso l’omologismo ebr Tàled da TALLIT “sorta di mantello o
scialle”, l’omologismo Talebàno o Talibàn attraverso il persiano TALIBAN
dall’ar TALIB studente, Talèggio “sorta di formaggio” prodotto nella zona
bergamasca del toponimo Taleggio, il famigerato Talidomìde “sorta di
tranquillante (marchio registrato nel XX sec)”, Talismàno con Talismànico
dal gr TELESMA oggetto consacrato giunto attraverso l’ar TILISMAN.
Il tema TO-TA ha dato ancora origine all’aggettivo e pronome Esto-èsto, poi
Quèsto ellissi dal volg ECCUM ISTUM, Sto (Stò) quale aferesi di Esto;
l’ital conta ancora un sing Quèsti dal volg ECCUM ISTE nel significato di
“questa persona”. Il tema ha dato ancora origine all’aggettivo, congiunzione
e avverbio Tànto da TANTUM del valore di tanto grande, cui un dim
Tantìno e le composizioni Tantochè (corretta accentazione tantoché),
Tantòsto; in composizione con Ecco va a formare Cotànto. Infine,
all’aggettivo e pronome Tòt dal lat TOT tanti, al lat TOTUS tutto cui il
medv TOTALIS e l’ital Totàle con Totalità, Totalitàrio, Totalitarìsmo e
Totalitarìstico, Totalizzàre con Totalizzànte, Totalizzatòre e Totalizzaziòne,
il composto Totalrifrattòmetro.
1039
Il termine Tòtem, d’origine algonchina, che tradizionalmente sta per un
simulacro che accomuna le divinità, vale fig in etnologia quale “categoria di
individui” (TOT) cui Totèmico e Totemìsmo, eppoi sta per “insegna di
comando” (TOTUS), pertanto è vrs la sua connessione con il primitivo rad
indoeur TO-TA, ricordando che per Algonchini s’intendono antiche genti
appartenenti a molteplici tribù indiane stanziatesi nel Nordamerica.
LIBERO
Lìbero, dal lat LIBER, questo in omn con LIBER di libro, derivato
dall’italico LOUDHERO simile al gr ELEUTHEROS sopravvissuto
in aree slava, bal e ger (ted LEUTE), è colui che fa parte del popolo,
discendente da un capostipite (gens), per molti aspetti snm di gentile.
LEUDO è infatti, in origine franc, il protetto dal re (merovingio);
semant ha moltipicato la traduzione, corredandosi di sfumature:
scapolo (libero dal matrimonio), disimpegnato, sfuggito a…,
scarcerato, latitante, disoccupato, dissequestrato ... sovente riferibile
anche a cose, e non sempre risulta protetto dal re (legge). Esiste il
nome proprio di persona Eleuterio “libero-liberatore” e il composto
Eleutherofobìa che indica la paura della libertà. Dal termine lat
LIBER sono stati coniati derivati e composti, espresioni sociopolitici, cui Liberàre inv dal lat LIBERARE, con Liberàbile, la
locuzione Libera docenza. l’esot Liberal, Liberaldemocràtico,
Liberàle, Liberaleggiànte, Liberalèsco, Liberalìsmo, Liberalìstico,
Liberalità, Liberalizzàre, Liberalòide, Liberalsocialìsmo con
Liberalsocialìsta,
Liberamàrgine,
Liberamènte,
Liberànte,
Liberatòre, Liberatòria, Liberaziòne, Liberìsmo, Liberìsta,
Liberoscambìsmo con Liberoscambìsta, Libertà con i desueti
Libertàde e Libertàte da LIBERTAS LIBERTATIS, Libertàrio con
Libertarietà e Libertarìsmo, Liberticìda con Liberticìdio, Libèrto da
LIBERTUS schiavo liberato; lemmi psico-intimistici come
Liberamènto, Liberatòrio, Liberatìvo; comportamentali come
Libertinàggio, Libertìno; filosofici quale Libertinìsmo e contrazioni
politiche quali Lib-Lab che vale mediazione fra liberalismo e
laburismo, e Lib-Lib per politica liberal-libertaria.
Ancora, i prefissati Delìbera e Deliberàre, Illiberàle con Illiberabilità.
Il termine Liberty, lo stile artistico, è pseudoetim poiché non è della
rad di LIBER ma dal nome del suo fondatore A. L. Liberty (18431917) e pare non abbia discendenti poiché equivocabili con i derivati
di Libertà.
In ger KARL vale uomo libero cui l’onomastico Carlo con Carlina,
Carlotta e Carola, eppoi alcuni derivati quali Carlìno “cane da
caccia” (omn di Carlino moneta) attraverso il franc CARLIN questo
nome d’arte dell’attore Carlo Bertinazzi (1713\1783) di successo in
Francia per l’interpretazione di Arlecchino, la cui mascherina nera
1040
ricorda il muso di questo cane; infine, Carludovìca nome di una
pianta dedicata ai regnanti di Spagna Carlo IV di Borbone e Maria
Luisa Ludovica (1794) e Carlòna nella locuzione Alla carlona,
attraverso il franc ant CHARLON in riferimento ironico a
Carlomagno; qui occorre precisare che la locuzione si é svolta nel
senso “con superficialità” in enantiosemia al fatto che Carlomagno
intraprendeva tante imprese con facilità,.
L’ingl conta FREE libero-gratuito in connessione indoeur col gr
ELEUTHEROS e l’italico LOUDHERO (gruppo dh pron f), cui i glb
Freeboard “bordo libero” (termine nautico), Freestyle “stile libero”,
Freeware “software gratuito” e, in locuzione, Free access “accesso
gratuito”, Free climber “libero scalatore” con Free climbing “scalata
libera”, Free lance “prestatore d’opera da libero professionista” dove
LANCE sta fig per “mercenario”, Free press “distribuzione gratuita
di stampa”, Free rider “utente non a pagamento” da appaiare a
“portoghese”, Free shop quale accorciativo di Duty-free shop
“negozio ad imposta libera (esenzione doganale), Germ-free “libero
da germi- sterilizzato”
\ Per Liberismo, snm di Libero scambio, s’intende la dottrina che propugna la libera
concorrenza e che vuole dettare leggi economiche e di mercato, condizionando
l’operato dello stato democratico che deve essere al servizio di tutti.
Il Libero Scambio, insomma, è l'assenza d’interferenze governative nel commercio
internazionale. Metaf, indica la libertà fra le coppie di scambiarsi consensualmente i
partner in pratiche sessuali.
Il Liberalismo, che può essere un sinonimo di Liberismo, vedi Liberalismo
economico, è la dottrina che si fonda essenzialmente sulle libertà individuali.
Libera Università è l’utopia di una scuola che non impone requisiti d'accesso, né
programmi ufficiali; sono contemplate le Arti e le Scienze Sociali, sull'esempio di
quelle sorte a Londra e a S.Francisco. A Summerhill e a Liverpool sono formate da
comunità autogestite (1982).
Il Libertarìsmo, opposta al Determinìsmo, raggiunge l’estremismo con il Liberalismo
Politico (snm di Anarchìsmo), per questo è negata ogni forma di discriminazione
sociale e legale tra gli individui, ammettendo esclusivamente vincoli rigidamente
minimalisti sulle libertà d’azione, da parte dei poteri dello Stato.\
\ Licenza
Il lat aveva LICENTIA che sta per libertà, meglio sfrenatezza, cui Licènza,
Licenziàre, Licenziòso. Fuori percorso Licèo, dal gr LYKEION, questo
nome del luogo presso Atene dove Aristotele fondò una scuola superiore, cui
Liceàle, Licealìsta.
\ Suffisso TORE SORE TORIO SORIO
Dal lat ATORE, di origine indeur, TORE - che diventa SORE ove il tema si
concluda con la consonante d – va a formare aggettivi e sostantivi ricavati
dai verbi, con la forma fem TRICE, cui Viaggiatore e Viaggiatrice, Incisore
(da Incid-ere), indicante l’attività del soggetto. Per una maggiore
comprensione, si ricorda che, in questo caso, l’infinito Incidere è composto
dal pref IN, dal tema rad CID e dalla desinenza ERE (IN-CID-ERE); il gr
conta lo specifico TOREUO incido, cesello cui Torèutica dalla locuzione gr
1041
TOREUTIKE TEKHNE arte del cesello.
Il suff di strumento TORIO - che si trasforma parimenti in SORIO con tema
in d - va ad indicare che serve a… porta a… cui Organizzatòrio (dal lat
medv ORGANIZARE conformare di Organizzare), Ricreatòrio (dal lat
CREARE con pref RE reiterativo), Illusòrio (Illud-ere \ IN-LUD-ERE
Illùdere).
Da Collùdere verrebbe Collusòrio e non Collutòrio, questo è invece dal lat
COLLUERE sciacquare.
Da Aspèrgere, lat AD SPARGERE, il linguaggio cristiano ha preferito il
nome Aspersòrio, con suff di strumento SORIO benché non in tema d, o
Aspèrges dal tempo verbale che in ital sta per aspergerai; in percorso
Aspergìllo “sorta di fungo” con Aspergillàcee “Famiglia di funghi” e
Aspergillòsi “micosi”, eppoi Aspersiòne e Aspèrso.
VASO INVASATO EVASO
VASO
Il lat class VAS, divenuto più tardi VASUM, ha prodotto Vàso, con
una variante in Vàse, contenitore anche in senso anatomico,
architettonico, metaforico e botanico, cui i derivati Vàsca dal volg
VASCULA dal dim VASCULUS cui anche Vàscolo con Vascolàre
o Vascolòso, Vascolarizzàto, Vascolarizzaziòne, Vascèllo o Vassèllo
dal tardo dim VASCELLUM piccolo vaso cui ancora Vascellìno,
eppoi il dim ital Vasètto, Vassòio, questo da VERSORIUM di
VERRERE pulire-mondare sovrapposto a Vaso cui Vassoiàta,
Vasàio, Vasàle, il dim Vasèllo cui
Vasellàio, Vasellàme,
Vasellamènto e i desueti Vasellàggio, Vasellàro, Vasellamènto,
Vasellière. Termine alieno è il glb franc Vasistas “sorta di sportello
girevole” tratto dalla locuzione ted WAS IST DAS? Che cosa è
questo (questa novità)?
Dall’ar UTHAL “un vaso per uso particolare” l’ital ha tratto
l’omologismo Utèllo, par la conservazione dell’olio.
La caldaia dei tintori è il Vagèllo questo una variante da
VASCELLUM cui Vagellàre o Vagillàre; una presunta variante volg
in VACILLO pare abbia condotto in complanare a Vacillàre, dal suo
moto, cui Vacillamènto e Vacillànte.
Pseudoetim il termine Vaselìna o volg Vasellina, questo marchio di
fabbrica (1877) ma composto con il nome ted WASSER acqua, con
il gr ELAION olio d’oliva ed il suff ital INA “medicinale”.
Il percorso derivato da VAS prosegue nello specifico dell’anatomia
con i composti Vascolopatìa, Vasectomìa o Vasoreseziòne con
Vasectomizzàre e Vasectomizzàto, eppoi Vasoattìvo, Vasocostrittòre
con Vasocostriziòne, Vasodilatatòre con Vasodilataziòne,
Vasomotilità, Vasomotòre coin Vasomotòrio e Vasomotricità,
Vasopressìna “ormone” questo ellittico della composizione di
1042
Vasocostrizione con Pressione (sanguigna) snm di Pitressìna questo
composto con un non accertato primo elemento, Vasoseziòne; eppoi
con Vasotonìna, relativo ai vasi sanguigni (con Tono e suff chimico
INA), Vasospàsmo e, in locuzione, Vasi sanguiferi, Vasi linfatici,
Vasi uriniferi.
Con il pref IN illativo, Invasamènto, Invasàre stanno a significare in
vaso. Vasectomìa è l’intervento chirurgico che interrompe i condotti
spermatici, che trasportano gli spermatozòi dai testicoli all'uretra,
quindi all'esterno. Svasàre - Pp Svasàto, sostantivo Svasatùra - con
pref S estrattivo, vale togliere dal vaso, ma l’esponente, rimodellato
dalle sarte, ha assunto lo sviluppo semantico di scampanare, dare la
forma di un tronco rovesciato (alla gonna), così si ricorre a
Travasàre - svasare per invasare – cui Travasamènto, Travasatrìce,
Travàso.
È chiaro dunque che Vaso racchiuda in sé il senso altamente lato di
contenitore, incluso le vene per il sangue ed il cranio per la mente
umana.
Fuori percorso Vasistas, una corruzione dall’espressione ted WAS IS
DAS che cos’è ciò?, che indica una sorta di battente per ventilazione
applicato a una finestra.
Dal gr STAMNOS l’ital conta Stàmno, una sorta di vaso capace a
due anse orizzontali, utilizzato tradizionalmente per la conservazone
di liquidi pregiati (olio, vino…) e addirittura delle monete.
Dall’ar TASA vaso, l’ital ha tratto Tàzza con i dim Tazzètta e
Tazzìna.
Dal franc POT vaso-pentola, ant lemma già esistente all’arrivo dei
celti, l’ital conta l’omologismo Potage adattato in Bottàggio,
Potàggio o Pottàgio con Potàssa “cenere di vegetali cotti in vaso” cui
Potàssico e Potàssio col composto Potassiemìa “potassio nel sangue”
cui il prefissato Ipopotassiemìa, snm dell’omologismo Kaliemìa con
Kali variante di Càli dall’ar AL QALY potassa. L’omologismo Pòtta
dal franc attraverso il lat volg POTTA labbra grosse è connesso con
POT vaso, attestatosi fig nel snm di Vulva, ma anche al mas nel
senso di Spaccone.
\ Nappo Mappa Cavolo Vasca Basco
Il vaso da bere per il franc è Nàppo da KNAPP, mas di un secondo termine
che nulla ha di questo; Nàppa, infatti, dal lat MAPPA, d’origine
onomatopeica M P dissimilata in N P, cui il tema med MAPPA, vale
tovaglia, donde il volg napoletano Mappatella e Mappina. Dal percorso lat
derivano Màppa, Mappàre, Mappàto, Mappatòre, Mappatùra e il composto
Mappamòndo; dal percorso Nappa, invece, troviamo Nappàre sia “conciare”
sia fig “condire” attraverso il franc NAPPER, Nappìna.
(Peppe) Nappa è anche una maschera siciliana della commedia dell’arte.
1043
Coesiste però il tema med NAPPA che vale cavolo cui l’ital Nàpo “rapa” da
NAPUM con Napèllo e Napòne questo lenito dall sett nei fig Navòne “sorta
di piante” e Navoncèlla “sorta di farfalla” dei Pieridi. Lo specifico lemma
Càvolo, cui Cavolàccio, Cavolàia (questo anche sorta di farfalla), Cavolòio,
il fig Cavolàta, Cavolètto (nello specifico, di Bruxelles) o Cavolìno, col
composto Cavolfiòre, è dal lat CAULUS cui sopravvive Càule dal lat
CAULIS gambo col prefissato Acàule (A privativo) che vale “ gambo
raccorciato” snm di Brevigàmbo, il composto Amplessicàule snm di
Abbracciànte (con il lat AMPLEXIARI abbracciare), il fig Incavolàrsi con
Incavolàto e Incavolatùra, in complanare con Incazzarsi e derivati. La
trasformazione del gruppo letterale etim lat AU in AVU, con epentesi quindi
della v, la riscontriamo ancora nelle voci quali Mantova da MANTUA,
Genova da GENUA, Rovina da RUINA, Vedova da VIDUA. Dall’ol
COOLZAAD “semenza di cavolo” l’ital conta l’omologismo Còlza
attraverso il franc COLZAT. Storicamente noto il processo in Veneto, nella
seconda metà del XX sec, per gli effetti nocivi dell’Olio di colza.
Il Cavolo, la Colza e il Navone appartengono al Genere di piante cosiddette
Bràssica dal lat BRASSICA cavolo, della Famiglia delle Crocifere, come la
Sènape questo dal lat SINAPEM già gr SINAPIS, con Senapàto, Senapìsmo
“cataplasma”.
Nel lat s’era già attestato un VASCA, da noi ereditato inv in Vàsca; gli
spagnoli lo hanno volto al mas VASCO per definire il tipico copricapo a
forma di vasca, rientrato Bàsco in ital, ovvero “berretto basco” (dei baschi
quale popolo); l’onomastica conta Vasco che vale quindi “Basco” quale
abitante dei paesi baschi. Fuori percorso Baschìro, questo relativo alla
repubblica russa dei Baschiri.
INVASATO
Il tema primitivo è VAD-TO, dal rad WAD andare-passare (omn di
WARD di Predio), cui i derivati Vàdere, Vàdo (Guado) ed i verbi
Vo, Vado, Vai, Vai, Vanno... Le forme Invadere-Invàso, Invadènte,
Invadènza, Invasato, Invasiòne, Invasìvo derivano dal verb lat
VADERE andare con il pref IN. Da una tradizione cristiana di tutto
rispetto, ma anche da una credenza dell'immaginario collettivo, da
oltretomba, Invasato viene ad assumere l'unico significato di
"impossessato" dal diavolo o dagli spiriti; ovvero, l'indiavolato o lo
spiritato da esorcizzare. Invasato, quindi, varrebbe andato dentro il
corpo, nella teca umana.
EVASO
Con il pref EX estrattivo, Evàso sta ad indicare andato fuori da EX
VADERE cui Evàdere con Evasiòne ed Evasòre, Evasìvo quale Pp
durativo cui Evasività; semant, il termine ha il riferimento astratto
che non manifesta (non fa andare fuori) chiaramente le proprie
intenzioni, Evaso è invece concretamente chi è fuggito (andato
fuori), per accezione dal carcere, oppure da un modo esistenziale,
anche come riferimento alla definizione di una pratica, di una lettera,
1044
di un ordine. Evasore è chi si è sottratto al fisco. Pervàso, con il pref
PER (attraverso) indica penetrato da… cui Pervàdere con
Pervasività e Pervasìvo.
BELLO BELLUINO BELLICO
BELLO
Bèllo, che l’ital ha preferito rispetto a PULCHER bello già grazioso,
è un trapassato dim lat di BONUS, da un ant DUENOS,
sopravvissuto nello sp BUENOS. La sua rad DO dare, in relazione
alla rad DHE porre, con il suff EN equivale a pieno (posto) di virtù o
di doni ed è, per via di logica, assimilata al rad DEU-DU di buono.
Chi è buono, infatti, è tradizionalmente considerato bello. Da Bello, i
derivati Bellamènte, Bellèzza, Bellètta (un curioso inc di Melmetta
dim di Melma con Bello), Bellètto (cosmetico) cui il prefissato
Imbellettàre (IN illativo) meglio Imbellettàrsi, Bèllide altrimenti
detta Margheritìna o Pratolìna, Bellùria “bellezza di apparenza”,
Beltà dal prvz BALTAT con le varianti Beltàde e Beltàte, i dim
Bellìno e Bellòccio, l’accr fem Bellòna, Bellùria su modello di
Lussuria, il prefissato Abbellìre o Abbellàre (AD allativo) con
Abbellimènto e Abbellitùra, i composti Bellavìsta, Bellimbùsto (con
“in busto” nel senso di “impettito”), Bellosguàrdo, Bellospìrito,
Bellumòre dalla locuzione Bell’umore o meglio Begli umori,
Belletterìsta o Belletrìsta e Belletteristica o Belletrìstica (in
riferimento al dilettarsi delle Belle Arti), eppoi Belpaèse dalla
locuzione Bel paese quale antonomastico dell’Italia cui il marchio
registrato Belpaèse in riferimento ad una varietà di formaggio
italiano, la locuzione Bella copia cui semplicemnte In bella, in
opposizione a Brutta copia o In brutta. Belladònna è una pianta
erbacea medicinale, la quale, vrs dalla pratica delle donne di
imbellettarsi con un suo estratto, è un termine che l’ital ha ricavato
con una specifica corruzione dal termine celt BLANDONA o
BLADONA, insomma un omologismo svoltosi in termine ital
comnposto. La Bella indica la donna che gode fama di bellezza,
talvolta in senso ironico, metaf la fidanzata. Non sempre Bello è
fedele alle radici: in locuzione quali Bella di notte e Bello di notte è
relativo alla prostituzione, ispirate al noto film “Bella di giorno” di
Bunuel, degli anni sessanta, interpretato da Catherine Deneuve. La
Bella di Cerignola, però, non è un’avvenente e discussa ragazza di
questa cittadina pugliese, ma una sorta d’oliva rinomata, qui
coltivata. Belle epoque è il glb franc che indica l’epoca europea a
cavallo tra l’Ottocento e l’inizio della Grande Guerra.
Ombelìco o Ombellìco con Ombilìco (volg) e l’aferetico Bellìco
1045
nascerebbe dalla composizione lat UM-BILICUS “bello quasi come
un neo”; ma, in similitudine a Belladonna, è vrs un adattamento
assonante dell’originale riferimento fig a Umbòne “il centro degli
scudi” o il “perno delle ruote”, per cui, dal lat volg UM-BILICARE
gravitare sul centro (del corpo), ci sono stati tramandati Bìlico e
Bilicàre.
\ Adamo, il primo uomo, non avrebbe avuto l’ombellico poiché non era stato
concepito da donna.Tutti i mammiferi presentano l’ombelico\
Ombelìco è anche il bastoncino intorno al quale era avvoto il papiro
e, ancora, termine adottato in botanica e zoologia.
Il verbo riflessivo Sbellicàrsi, usato unicamente nel luogo comune
della locuzione Sbellicarsi dalle risate deriva dunque dall’aferetico
Bellìco e starebbe per “ridere tanto da perdere il centro di gravità del
corpo (l’ombellico), ovvero l’equilibrio”, snm di Scompisciarsi
questo fig e letteralmente “orinarsi addosso” (volg Pisciarsi) dalle
risate”.
Altro significato di Sbellicarsi vuole “ridere tanto da aprire
l’ombellico”.
Il gr conta OMPHALOS per Ombelico, cui Onfalo-ònfalo snm di
Umbone e utilizzato in pref per composizioni quali Onfalìte (suff
patologico ITE), Onfalocèle, Onfalomanzìa (divinazione attraverso
l’aspetto l’ombelico), Onfalorragìa, Onfalorrèa, Onfalotomìa.
Onfalo, pertanto, era chiamata la pietra ovale venerata nel tempio di
Apollo a Delfi, che rappresentava metaf il centro (l’ombelico) della
Terra.
L’onomastica conta un Alan pari pari dal gaelico ALAN bello.
\ Il termine franc BEAUX ARTS Belle Arti deve intendersi in senso peggiorativo,
poiché fu coniato per ironizzare sugli insegnamenti della Ecole des Beaux Arts di
Parigi, fondata nel 1671, che non intendeva adottare le innovazioni in architettura,
privilegiando i valori classico-rinascimentali; comunque, gli anni ottanta avrebbero
visto un rinnovato interesse al ferreo tradizionalismo dell’Ecole.
La BELLE EPOQUE Bella Epoca discrimina quel periodo europeo, per accezione il
francese, a cavallo tra il 1800 ed il ‘900, che fu, essenzialmente per i borghesi, di
benessere e di spensieratezza. Artisticamente è scenografato dagli Impressionisti; i
successivi, primitivi Espressionisti (Germania) posero le basi profetiche della fine di
quell’epoca, incalzata dalle catastrofi delle due guerre mondiali.\
BELLUINO
Altra storia per questo lemma, che non è affatto un dim. Belluìno,
dal lat BELUINUS, lo sì è rafforzato raddoppiando la L per
esprimere maggiore forza emotiva e deriva da BELUA, dal quale
sarebbero venuti Bèlva e Bèstia con i propri derivati: Bestiàle,
Bestialità, Bestiàme (suff AME per collettivi), Bestiàrio questo in
epoca romana “lottatore con le bestie” o “custode delle bestie” e
Bestiàrio questo “opera medv di descrizione degli animali”, Bestìno
(odore di selvatico), Bestiòla. Belluino, dunque, disumano e feroce,
1046
che è sempre più riferibile, in astratto, all’animo piuttosto che ad un
reale comportamento; i prefissati Imbestialìre con Imbestialìto e
Imbestiàre con Imbestiàto (IN illativo).
Un’ant rad cita BELO(M) quale forza, quindi Dèbole da DEBILIS
“senza forza “(pref DE privativo) con Debolèzza e la variante Dèbile
fedele al lat cui Debilità, Debilitàre con Debilitànte, Debilitàto e
Debilitaziòne.
\ Bestemmia
Bestèmmia e Bestemmiàre sono termini ereditati dall’inc del gr
BLASPHEMEO con il lat BESTIA e AESTIMARE degno di essere
considerato una bestia, cui il lat tardo BLASPHEMIA-BLASPHEMARE
bestemmia e bestemmiare, sfociato nel volg BAESTIMIARE e, infine,
nell’ital Bestemmiare. Dal tema, l’ital conta in via esplicita Blasfèma,
Blasfemàre, Blasfematòre, Blasfematòrio, il desueto Blasfemìa, Blasfèmo e
Blasfemamènte. Ancora, implicitamente, ci sono giunti Biasimàre col devb
Biàsimo e Biasimèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo
EVOLE, Biasimàbile, Biasimatòre, dal franc ant BLASMER, il quale è
l’adattamento linguistico-fonetico di BLASPHEMARE; però esiste in
complanare il percorso desueto Blasmàre “biasimare” con tutti i derivati.
Non è finita, poiché l’ital conta ancora Blastèma (omn di Blastema “germe”)
o Blastemìa quale sovrapposizione di Bestemmia.
\ “Sia biasimato che pensa male” pronunciò Edoardo III durante un ballo, nel
raccogliere una giarrettiera dal pavimento, persa chissà da chi. Da allora, il re ebbe
l’ispirazione di istituire l’Ordine della giarrettiera. \
BELLICO
Dal lat BELLUM guerra, modificatosi dall’ant DUELLUM scontro
a due, cui Duèllo (da notare il senso collettivo del primo rispetto al
secondo), è pervenuto Bèllo, che non sarebbe quindi legato a BELO
di forza, tuttavia, tra BELO forza e BELLUM guerra, non è illogico
supporre una primitiva rad comune. Da Bello i derivati Ballatòio in
metaplasmo da BELLATORIUM galleria dei combattimenti sulla
nave, omn di Ballatoio da Ballare, vrs fig sovrapposto.
Bèllico, Bellicòso, Bellicìsmo con Bellicìsta, la dea Bellona
(omologata a Roma dalla dea gr Enio). Il termine è utilizzato per
sostantivi ed aggettivi composti e derivati relativi alla guerra, quali
Belligerànte Ppres di BELLIGERARE fare la guerra con
Belligerànza e Bellìgero (con il lat GERERE condurre) e
Cobelligerànte con Cobelligerànza (pref COM associativo).. e i
prefissati quali Debellàre (DE conclusivo, dal XIV sec) con
Debellamènto, Debellatàre e Debellaziòne, Imbèlle (IN negativo),
Ribellàre (RE d’opposizione, dal XIII sec) o Rebellàre o ancora
Ribellàre con Ribellagiòne o Ribellaziòne, Ribellamènto, Ribellànte,
l’aggettivo Ribèlle o Rebèlle o Rebèllo, Ribèllo o ancora Rubèllo, e
Ribelliòne. Il Perduelliòne, nel diritto romano, è il delitto d’alto
1047
tradimento contro la sicurezza dello Stato, dalla composizione latina
PER DUELLUM, indica il tradimento per fini d’interessi in guerra.
Bellimbusto è semant bello in busto (impettito), ma calza
perfettamente anche bellicoso.
Dal lat ARREBELLARE “fare di tutto per riprendere la lotta
(guerra), l’ital conta il devb fig lenito Rovèllo con il prefissato
Arrovellàre cui Arrovellamènto (AD allativo).
Pare che dalla sovrapposizione di DUELLUM con BELLUM sia
stato cvoniato nell’onomastica Duilio “combattente valoroso in
guerra”
\ DE BELLO GALLICO è la cronaca della campagna di guerra contro i Galli, scritta
da Giulio Cesare; non è un’opera letteraria di rilievo, ma possiede il “bello” della
Diretta Giornalistica.
Le grandi guerre o coloniali o mondiali non sono una prerogativa di questo secolo; la
storia ci racconta dei conflitti tra l’Occidente e l’Oriente, dai tempi dei Greci contro i
Persiani, dei Greci-Macedoni (Alessandro Magno) in espansione verso l’India,
l’Africa; e poi le mire di Roma, della Turchia... l’aggettivo mondiale, sovente
enfatizzato, è pressoché riferibile alle terre conosciute. \
\ Pugna Guerra
Dalla rad indoeur PEUG colpire, dal gr PYKS col pugno, cui Pùgno con i
dim Pugnèllo e Pugnètto, l’aggettivo Pugnàce combattivo, il vog Pugnètta
“masturbazione maschile”, Pùgile con Pugilàto, Pugilatòre, Pugilìsta,
Pugilìstico, Pugillàre, successivamente semant in pungere, cui Pùgio
“pugnale”.
Un pugno ben sferrato dal basso verso l’alto è definito fig Sommòmmolo o
Sommòmolo nel toscano, snm del glb Uppercut, e vale anche quale frittella
di riso; l’origine è dall’onomatopeico Mòmmo “cosa da succhiare” cui
l’alterato Mòmmolo.
I padri latini coniarono PUGNA combattimento e PUGNARE combattere,
sopravvissuto immutato in Pugnàre con Pùgna o Pùnga e Pugnatòre; il
Pugnàle, infatti, s’impugna, ma è anche un’arma per pugnare, con il percorso
Pugnalàre, Pugnalàta, Pugnalatòre.
PUGNA rispetto a BELLUM aveva una sfumatura meno nobile, come una
scazzottata rispetto ad un duello in epoca romantica.
Con i prefissati, il percorso conta Espugnàre (pref EX fuori) “obbligare da
fuori a cedere” cui Espugnatòre e Espugnaziòne, Impugnàre (IN illativo)
questo sta sia per “prendere col pugno” sia “osteggiare” cui i complanari,
Impugnàbile, Impugnabilità, Impugnànte, Impugnatìva, Impugnatòre,
Impugnatùra, Impugnaziòne; eppoi, metaf o meno, Oppugnàre (pref OB
contro) “contestare” con Oppugnàbile, Oppugnabilità, Oppugnatòre e
Oppugnaziòne, Propugnàre (pref PRO avanti) cui Propugnàcolo “opera
fortificata per la difesa”; in questo caso il suff COLO è inteso idealmente
quale suff dim rispetto a una vera e propria fortificazione di un’intera area. Il
percorso prosegue con Propugnatòre, Propugnaziòne nel significato di
“combattere in linea avanzata”, Repugnàre cui Repugnatòrio in complanare
con Ripugnàre (pref RE d’inversione) con Ripugnànza e Ripugnànte nel
significato originale di “rifiuto (del combattimento)”.
1048
Termine pseudoetim Spugnàre questo da Spugna.
Attraverso il franc BISTOURI (pron bisturì) pugnale, ma questo dall’ital
Pistoièse tratto dalla locuzione Coltello pistoiese, dal toponimo Pistoia, città
famosa per la produzione di coltelli, l’ital ha adottato il chirurgico Bìsturi dal
1771, ma già in uso dal XVI sec.
Attraverso il malese KRIS o KIRIS o il giavese KRES, attraverso l’ingl
CREES, l’ital conta l’omologismo Kris o Krìss “pugnale a due lame”.
La variazione di Pungere (inv dal lat PUNGERE) per Pugnere è avvenuta
come in Spengere per Spegnere questa motivata da una consolidata
preferenza toscana, così come Piagnere per Piangere. Spègnere è il derivato
metaforizzato della composizione lat EX PINGERE scolorire sul calco di
EX TINGERE, EX TINGUERE. Spègnere, allora, sta per annullare ogni
colore, cui il Pp Spènto.
\ In avestico esiste il termine SPENTA con valore di santo, benefico e che ritroviamo
nel persiano ESFAND che indica la botanica Ruta, la quale viene ritualmente arsa per
allontanare le disgrazie. Il termine pare sia connesso con l’indoeur ingl BOUNTEOUS
benefico.\
I Franchi portarono il termine WERRA guerra, attestatosi nel lat medv in
GUERRA, successivamente riversatosi inv nell’ital in Guèrra, cui
Guerraiòlo, Guerreggiàre con Guerreggiànte, Guerreggiàto e Guerreggiatòre,
Guerrièro o Guerrière e Guerrèro, Guerrèsco, Guerrìglia attraverso lo sp
GUERRILLA quale dim di GUERRA con Guerriglièro e Guerrigliòso, i
prefissati Agguerrìre con Agguerrimènto e Agguerrìto (A allativo),
Anteguèrra e Dopoguèrra.
\ Colombia 2 luglio 2008, viene liberata dalle forze regolari, la franco-colombiana
Ingrid Betancourt, intellettuale, già senatrice e candidata alla presidenza, tenuta sei
anni prigioniera dai rivoluzionari delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie
Colombiane), il cui rapimento aveva scosso le coscienze di tutto il mondo.\
Il lemma Guerrafondàio, diversamente da quanto si possa immaginare, non
indica chi ideologicamente è propenso a fondare una guerra, ma fu coniato
nell’Ottocento, durante le guerre d’Africa (italoabissina), dalla locuzione
Guerra a fondo, ovvero Guerra ad oltranza. Sarebbe stupendo, però, coniare
per le generazioni future il termine d’attualità Pacefondàio.
Dalla guerriglia cubana dell’eroe argentino Che Guevara (1928/1967), detto
El Che, propugnatore nel 1959 per l’emancipazione del Terzo Mondo, l’ital
conta l’omologismo Guevarìsmo con Guevarìsta (pron ghe), in complanare
storico con Castrìsmo e Castrìsta relativi al suo leader Fidel Castro, il futuro
presidente di Cuba, il quale solo nel 2008, per malattia e vecchiaia, ha
dovuto lasciato la carica a favore del fratello Raul.
In omologismo, l’ital conta Garibaldìno, questo relativo a Giuseppe
Garibaldi (1807/1882), l’eroe guerrigliero per l’Unità e l’Indipendenza
nazionale, in complanare risorgimentale con Mazzinianèsimo o
Mazzianianìsmo e Mazziniàno attinenti al coetaneo Giuseppe Mazzini
(1805/1872) ideologo ed apostolo.
\ Bombardamento
La guerra moderna è prevalentemente assordata dalle bombe. Bòmba è
ispirato al lat BOMBUS ronzio già gr BOMBOS, cui Bombàrda,
Bombardamènto, Bombardàre, Bombardàta, Bombardatòre, Bombardièra,
1049
Bombardière, Bombardièro, il dim Bombardìno e l’accr Bombardòne, il dim
Bombètta “petardo”. Bombàre “tuonare” (omn di Bombare “bere” e
Bombare “arrotondare”) con un Bòmbito “rimbombo”, Bombaròlo. A
Ferdinando II di Borbone (1810/1859) fu assegnato l’epiteto di re Bomba. Il
percorso conta le locuzioni Bomba molotov o Bottiglia molotov coniata da
combattenti finlandesi durante la seconda guerra mondiale, Tornare a
bomba.
Il percorso conta il prefissato Rimbombàre col pref RI iterativo adattato cui
Ribombànte e il devb Ribòmbo. Ancora, l’esot Bòmber dall’ingl BOMBER
bombardiere, fig il giubbotto tipo militare attraverso l’ingl BOMBER
JACKET o “cannoniere calcistico”. Bomber, semant è in snm con
Bombarolo, cui il tragicamente famoso l’imprendibile Unabomber veneto
che da oltre dieci anni (oggi 2008) terrorizza vigliaccamente la gente; il
prefissato Unabomber sta giornalisticamente per “bombarolo che colpisce
una volta tanto” sul calco di “Una (volta) tantum” dalla corrispondente
locuzione lat, attestatasi in ital quale “tassa straordinaria”. Bombìsta e
Bombòne stanno anche per “fanfarone” da Bomba fig “notizia- bomba”.
Eppoi i fig Bombàre “arrotondare come una bomba” (omn di Bombare
“bere”) con Bombàggio, Bombàto, Bombatùra e il dim Bombètta questa
volta “cappello” stanno per “a forma di bomba” cui il glb franc Bombè
(corretto Bombé) con l’omologismo Bomberìna, ancora Bòmbola con
Bombolètta, i fig Bòmbolo con Bombolòne e Bombolòtto, questo al plur
Bombolòtti in gastronomia (primo piatto); il volg fig Bombare nel senso di
“menare”.
In connessione, fig o meno, l’ital conta Bòmbo (omnn di Bombo bevanda”)
sia “rumore cupo-ronzio” sia “insetto” cui Bombìre e Bombìto, un Bòmbero
“sciocco” (omn di Bombero “vomere”), Bombòne “fanfarone” omn di
Bombone “beone”, ed ancora Bòmbice “sorta di farfalla” dal lat BOMBYX
BOMBICIS insetto ronzante cui la locuzione Bombice del gelso “baco da
seta” e Bombìcidi (Famiglia di Lepidotteri) con Bombicìllidi (Famiglia di
uccelli), Bombìlio dal gr BOMBYLIOS insetto ronzante svoltosi in “vasetto
d’unguento”. Da Bombice svoltosi in Bòmbico cui l’ipocoristico Bico e, in
pron sett, Bigo, l’ital conta un Bìghero o Bìgaro già dal XSVIII sec coin
valore di “trina, merletto” cui Bigherìno e Bigherinàia; famosa la tela Le
bigherinaie (1881) del macchiaiolo Telemaco Signorini (1835/1901).
L’omn Bombòne e Bombonièra sono i termini alieni nel percorso transitati
dal franc BONBONNIERE da BONBON questo da voce onomatopeica
infantile per dolciume e che vale buono buono (notare la norma ital di
mutare la n in m ove preceda le consonanti b e p). Bombànza, poi, è dal prvz
BOBANSA già franc BOBANCE con epentesi eufonica della lettera m.
Certamente fuori percorso è il termine mer Bombìno “sorta di vitigno” che
sta per “buon vino” (metaplasmo dialettale), così anche per Bombicìno
“sorta di carta”, detto erroneamente anche Bambagìna o Bambagìno (poiché
si credeva fatta di bambagia), dal toponimo ar Bambice oggi el-Mambi dove
veniva prodotta.
\ Diminutivo latino - Diminutivi italiani COLO UNCOLO ATTOLO
ICIATTOLO ICINO
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