IMAM Ro 1 - Gruppo Ricerche Storiche Associazione Arma
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IMAM Ro 1 - Gruppo Ricerche Storiche Associazione Arma
Associazione Arma Aeronautica – Genova Gruppo Ricerche Storiche Strade e Aviatori: Via Mario Galli La targa commemorativa Planimetria con posizione rispetto al quartiere di Albaro Foto aerea della zona intorno a Via Mario Galli L'imbocco della strada da Via Pisa Cap. Mario Galli Medaglia d'Oro al Valor Militare NOTE BIOGRAFICHE Nato il 30 ottobre 1906 a Sesto S.Giovanni (MI) da Guglielmo, tecnico costruttore, e da Eugenia Parli. Pochi mesi dopo la nascita la sua famiglia torna nella terra d'origine, la Liguria. Consegue la Licenza della Sezione Fisico-Matematica del Regio Istituto Tecnico. Nel 1924 si iscrive alla Regia Università di Genova e frequenta la facoltà di Ingegneria. Un bando di concorso per l'Accademia Aeronautica lo distoglie dalle scelte e dalle ambizioni familiari e nell'agosto 1925 entra nell'Accademia di Livorno al secondo anno del Corso “Borea” visti gli studi universitari già compiuti. Nel 1926 è aspirante ufficiale, nel 1927 viene nominato Sottotenente e successivamente Tenente. Consegue numerosi brevetti e lavora in centri sperimentali. Trasferito in reparti operativi da caccia ed esplorazione è promosso Capitano il 14 settembre 1929. Il 15 maggio 1930 è assegnato all'aviazione della Cirenaica. Nell'aprile del 1931 viene insignito della Medaglia d'Argento per azioni belliche effettuate in Libia, riceve inoltre due Croci al Merito di Guerra e la nomina a Cavaliere dell'Ordine D'Italia. Dal 1932 al 1935 è nuovamente in Italia dove continua la sua attività di aviatore. Il 26 marzo 1936 parte per l'Etiopia dove partecipa a numerosi combattimenti. Il 26 giugno 1936 fu inviato insieme al Gen. Vincenzo Magliocco e al Magg. Antonio Locatelli a Lechemti per stabilire contatti con le autorità locali per stabilire la loro sottomissione al governo italiano. La missione era composta da 12 militari, Padre Borello, un prete missionario con funzione di interprete, e l'ingegnere minerario Adolfo Prasso. Per il trasporto furono utilizzati due bimotori CA 133 e un monomotore RO 1. Nel corso della notte i militari italiani furono attaccati e uccisi. LA GUERRA D'ETIOPIA A partire dal 1929 il governo fascista di Benito Mussolini dà inizio al progetto di conquistare un “proprio posto al sole” sulla scia di Gran Bretagna e Francia: l’aspirazione del duce è, in altre parole, quella di avviare una politica imperialista che sia in grado di dare lustro al regime, di conquistare terre ricche di risorse naturali, di ricostruire un impero sullo stile del grande impero romano. L’Abissinia sembra subito, alle alte gerarchie politiche e militari fasciste, l’obiettivo giusto; è uno Stato ancora indipendente e l’invasione italiana non avrebbe con tutta probabilità provocato reazioni internazionali. Inoltre il livello militare delle truppe etiopi è basso: la guerra di Etiopia sembra l’occasione adatta per vendicare la sconfitta subita dall’Italia, nel 1896 in Africa orientale. (da Wikipedia) Lo schieramento italiano in Eritrea comprendeva tre stormi da bombardamento (8°, 9° e 14° su Ca. Ili, Ca. 133 ed S.81) e otto squadriglie da caccia/ricognizione (34a, 38a, 41a, 103a, 106a, 116a, 118a e 13la su Ro. 1, Ro.37 e CR. 20), oltre a reparti minori per un totale di 222 aeroplani. In Somalia, dove esisteva un comando aeronautico affiancato a Graziani e tenuto dal generale Mario Bernasconi prima e da Ferruccio Ranza poi, c'era il 7° stormo da bombardamento su Ca. 101 e Ca. 111 e sei squadriglie ricognizione/caccia/assalto (105a; 108a, 109a, 110a su Ro.37 e 107a, lll a su CR.20) con 154 aeroplani, inclusi i trasporti, quelli da collegamento e gli idro ricognitori. da “Ali Italiane” vol. 2 Rizzoli Editore Attività dell'aviazione italiana in Africa Orientale Bombardamenti/assalti/ricognizioni Esplorazioni/collegamenti Trasporti (velivoli/volo) Materiali trasportati t Persone trasportate Ore di volo complessive Velivoli perduti Velivoli colpiti Esplosivo lanciato t Personale caduto Personale ferito Decorati di medaglia d'oro al V.M. Velivoli impiegati 1935/36 4.037 5.034 6.707 2.458 13.832 50.634 8 251 1.167 48 54 10 500 1936/37 2.091 3.650 2.920 1.074 1.563 26.245 5 80 1.853 18 50 16 dati tratti da “Ali Italiane” vol. 2 Rizzoli Editore MOTIVAZIONE DELLA DECORAZIONE Nato il 30 ottobre 1906 a Sesto San Giovanni (Milano). Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra MEDAGLIA D'ORO (alla memoria) R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 182) CAPITANO AA.r.n. Pilota in SP.E. Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrifìcio la bandiera della Patria. Lekempti, 27 giugno 1936. Gli aeroplani della missione: Ca 133 e RO 1 Caproni CA 133 Foto Wikipedia IMAM RO 1 Lunghezza 9,46 m Apertura alare 12,50 m Altezza 3,30 m Superficie alare 28,8 m² Peso a vuoto 1148 kg Peso carico 1848 kg Capacità 700 kg Motore Alfa Romeo Jupiter IV Potenza 420 CV Velocità max 227 km/h Tangenza 6 650 m Caproni CA 133 su un campo etiopico Foto Ufficio Storico AMI CAPRONI 133 Lunghezza 15,45 m Apertura alare 21,44 m Altezza 4,00 m Superficie alare 65,00 m² Peso a vuoto 4000 kg Peso max 6500 kg Motore 3 radiali Piaggio P.VII C.15 Potenza 475 CV ciascuno Velocità max 260 km/h a 1 600 m Autonomia 2 000 km Tangenza 6 500 m IMAM Ro 1 Foto Ufficio Storico AMI IMAM Ro 1 e Ca 101 su un campo etiope Foto Ufficio Storico AMI IMAM Ro 1 Foto Ufficio Storico AMI Caproni CA 133 in volo Foto Ufficio Storico AMI Caproni CA 133 nelle vie di Napoli in attesa di essere imbarcato per l'Etiopia Foto Ufficio Storico AMI L'IMAM Ro.1,era un monomotore biplano da ricognizione e bombardamento prodotto dall'azienda italiana Officine Ferroviarie Meridionali (OFM), diventata poi "Industrie Meccaniche e Aeronautiche Meridionali" (IMAM). Si trattava di una versione prodotta su licenza in Italia del Fokker C.V-E, un biplano da ricognizione e bombardamento olandese degli anni venti-trenta