Rassegna stampa - AUSL Romagna

Transcript

Rassegna stampa - AUSL Romagna
Rassegna stampa
22/7/2011
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;
MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto
specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE
AUSL RAVENNA
22/07/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
«I genitori hanno saputo subito, ci ha colpito la loro grande forza»
6
22/07/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
ASSOLTO perché non punibile in quanto totalmente incapace di intendere e di ...
7
22/07/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
CHIEDO come mai le telecamere installate ormai ovunque, qualsiasi volta si chieda...
8
22/07/2011 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
«Già alla decima settimana i genitori sapevano tutto»
9
22/07/2011 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
RAVENNA «DUE RAGAZZI risoluti, fin dalla prima, spiazzante, diagnosi». Giovann...
10
22/07/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
Ciamei assolto ieri in tribunale, incapace di intendere e di volere
11
22/07/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
Via libera dal Comune: «Benefici per tutti»
12
22/07/2011 La Voce di Romagna - Rimini
Distribuzione diretta negli ospedali, i farmacisti pronti alla serrata
13
22/07/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
I medici voltano le spalle a Carradori
14
22/07/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Anche Russi dove erano ormai date per imminenti si tira indietro
16
22/07/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Case della salute ancora ferme al palo
17
22/07/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
I medici voltano le spalle a Carradori
18
22/07/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
"Assestamento non necessario senza il disavanzo del Consorzio"
19
22/07/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Ausl nella bufera.Anche nel Partito Democratico cresce il malcontento verso il
vertice Medici in rivolta contro il capo
20
SANITÀ NAZIONALE
22/07/2011 Corriere della Sera - ROMA
Sanità, i ticket verranno rimodulati
22
22/07/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE
Lettera-testamento di Cal «No al piano del Vaticano»
23
22/07/2011 Il Sole 24 Ore
San Raffaele, due mesi di respiro
25
22/07/2011 Il Sole 24 Ore
Il passivo sale a 1,4 miliardi di euro
27
22/07/2011 Il Sole 24 Ore
Rivolta dei medici su costi e stipendi
28
22/07/2011 Il Sole 24 Ore
Le regioni cercano una strada per gestire il problema ticket
29
22/07/2011 La Repubblica - Torino
Ticket sanitario, si decide le esenzioni sono in forse
31
22/07/2011 La Repubblica - Napoli
Il Policlinico resta senza manager Siani: "Bilancio bocciato, ora lascio"
32
22/07/2011 La Repubblica - Roma
"Troppe le aggressioni negli ospedali Ora un tribunale per i diritti del medico"
33
22/07/2011 La Repubblica - Firenze
Medici e manager convinti soltanto a metà "Nessun rischio, ma difficile da
organizzare"
34
22/07/2011 La Repubblica - Firenze
Fido in corsia, via libera dell'assessore
35
22/07/2011 La Repubblica - Firenze
L'assessore: "Sì ai cani in visita ai padroni in ospedale"
36
22/07/2011 La Repubblica - Bologna
"Al Maggiore reparti affollati e pazienti a rischio"
37
22/07/2011 La Repubblica - Bari
Policlinico, guerra ai furbetti controlli su chi entra in auto
38
22/07/2011 La Repubblica - Nazionale
I medici: cambiate misure o sarà sciopero e sul ticket Fazio ammette: è ingiusto
39
22/07/2011 La Repubblica - Nazionale
San Raffaele, ultimatum della procura "Piano entro settembre o fallimento"
40
22/07/2011 La Stampa - NAZIONALE
Due mesi per il San Raffaele
42
22/07/2011 Il Giornale - Nazionale
San Raffaele, il fallimento è più vicino
43
22/07/2011 Avvenire - Nazionale
Fazio: entro settembre chiarezza sui ticket
44
22/07/2011 Avvenire - Nazionale
Affrontare il dolore, problema organizzativo
45
22/07/2011 Finanza e Mercati
San Raffaele, due mesi di prognosi
47
22/07/2011 Il Gazzettino - NAZIONALE
In Friuli il ticket diventa retroattivo
48
22/07/2011 MF
Polizza a portata di mano
49
22/07/2011 MF
Don Verzé nega i conti neri, ma Bondi avvia la caccia
50
22/07/2011 Il Mondo
niente abusivi in psicanalisi
51
22/07/2011 Il Mondo
AAA, Dompé offresi
52
22/07/2011 L'Espresso
RELAZIONI PERICOLOSE
53
AUSL RAVENNA
14 articoli
22/07/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 3
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL PRIMARIO «LA PRIMA DIAGNOSI PRECOCE NEL NOSTRO OSPEDALE »
«I genitori hanno saputo subito, ci ha colpito la loro grande forza»
E' STATO fin dalla prima ecografia, effettuata alla decima settimana di vita delle piccole al consultorio di
Ravenna, che la situazione è apparsa subito molto delicata. «L'ecografo ha capito che si trattava di due
gemelline ma il sospetto delle complicanze è emerso immediatamente - spiega Giovanni Grazia, da circa tre
anni primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio ravennate -. Così è stata predisposta
un'indagine al nostro centro prenatale di ecografia». Qui lavora la dottoressa Sara Zagorani, «uno dei fiori
all'occhiello del nostro reparto». E' stata lei che ha tramutato in sospetto in certezza. «La diagnosi, dopo
l'ecografia al Centro di secondo livello, era circa la sedicesima settimana, è stata precisa - continua il primario
-. Era evidente che la giovane donna portava in grembo due gemelline congiunte con una sola struttura
cardiaca». La mamma e il papà di Lucia e Rebecca hanno saputo da subito il peso che avrebbero dovuto
portare sulle spalle. E, sempre dal primo momento, dalla prima, precocissima diagnosi, non hanno mostrato il
minimo tentennamento. «RISOLUTI e fermamente determinati nel mettere al mondo le loro piccole sottolinea Grazia -. La loro scelta, per quanto ben ponderata e certamente non basata sull'onda delle
emozioni, non è mai stata scalfita. L'eventualità di un'interruzione di gravidanza, per quanto risulta a noi, non
è mai stata presa in considerazione. I ragazzi non hanno chiesto informazioni in questa direzione perché la
volontà di partorire Lucia e Rebecca è stata fin da subito fermissima». Una scelta personale che,
sicuramente, è stata sostenuta dalla fede, «fortissima e profonda», della coppia. Così i medici dell'ospedale
ravennate, che anche a distanza hanno seguito con apprensione l'evolversi della situazione, hanno informato
i due genitori, consigliando loro il percorso da seguire. «Vista la gestione della gravidanza - spiega il primario
- sono stati indicati i centri specialistici più adatti: il Sant'Orsola di Bologna e Milano, per capire qual era il
grado di intervento che, una volta nate, le piccole Rebecca e Lucia avrebbero dovuto subire». ANCHE all'
ospedale di Ravenna gli specialisti, attendono col fiato sospeso. «Sono rimasto personalmente colpito dalla
forza dei due ragazzi - evidenzia nel ricorare i giorni al nosocomio locale il professor Grazia -. Nella mia
esperienza ho incontrato coppie, dichiaratamente molto cattoliche, che hanno fatto scelte apparentemente
opposte al proprio credo dopo diagnosi complicate. In questo caso non c'è stata alcuna titubanza, è prevalsa
la cultura della vita nei due genitori che hanno scelto, con consapevolezza, di andare incontro a una dura
prova». Leda Santoro Image: 20110722/foto/8799.jpg
AUSL RAVENNA
6
22/07/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 19
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ASSOLTO perché non punibile in quanto totalmente incapace di intendere
e di ...
ASSOLTO perché non punibile in quanto totalmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti:
questa la sentenza pronunciata ieri pomeriggio dal giudice Antonella Guidomei al processo con rito
abbreviato nei confronti del 35enne Stefano Ciamei. L'uomo, difeso dall'avvocato Carlo Benini, era accusato
di duplice omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale, per aver provocato l'esplosione che la notte
fra il 7 e l'8 dicembre 2009 costò la vita, in una palazzina di Castel Bolognese, ad Aureliano Borzatta di 84
anni e alla sua compagna Maria Bellini di 81. Ciamei, che di Borzatta era nipote, aveva aperto il gas nella
propria cucina, con intenzione di suicidarsi. Invece lo scoppio, provocato da una scintilla, fece altre due
vittime. Il giudice ha anche disposto tre anni di libertà vigilata in una struttura idonea, in cui proseguire il
'percorso' riabilitativo seguito finora alla Villa Azzurra di Riolo Terme. Un percorso che ha dato risultati
notevoli, soprattutto sotto il profilo della pericolosità sociale che - è stato stabilito in sede di perizie, sia del
consulente del pubblico ministero Roberto Ceroni, sia di quello del difensore - è notevolmente scemata. GIÀ
AL momento del fatto, Stefano Ciamei era seguito dal Simap per gravi problemi schizofrenico-affettivi che
riducevano enormemente le sue capacità di intendere e volere. Tutto avvenne in una palazzina di via
Tommaso Biancini, in centro a Castello. In parti diverse dell'edificio abitavano Stefano Ciamei e la madre
(assente la notte dell'esplosione); Aureliano Borzatta e Maria Bellini; la sorella dell'uomo, Tecla. Nello
scoppio, Ciamei riportò gravi lesioni e venne ricoverato all'ospedale 'Bufalini' di Cesena; Tecla Borzatta non
riportò invece conseguenze fisiche. Dimesso dall'ospedale cesenate, Ciamei venne ricoverato, agli arresti
domiciliari, a Villa Azzurra. «Ricordo solo che mi trovavo sul divano e poi che c'è stata un'esplosione. Ho in
testa un vuoto totale», disse al gip che andò a interrogarlo nella clinica riolese. LA TRAGEDIA causò enorme
emozione a Castello, dove Aureliano Borzatta era stato assessore al Bilancio dal 1975 ai primi anni Ottanta e
dove era ancora attivissimo in molte associazioni.
AUSL RAVENNA
7
22/07/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 15
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
CHIEDO come mai le telecamere installate ormai ovunque, qualsiasi volta
si chieda...
CHIEDO come mai le telecamere installate ormai ovunque, qualsiasi volta si chieda di vedere una
registrazione, o non riprendono, o non registrano o sono spente. Mi hanno rubato la bici all'interno dell'
ospedale dove lavoro, chiusa con ben due lucchetti: uno bloccava la ruota anteriore, uno quello posteriore.
Ho fatto la notte e la mattino sono stata costretta a tornare a casa a piedi. Ma dico io: le telecamere sono
specchi per allodole? Ma perché si spendono soldi per cose inutili? E' proprio un affare lavorare: ci si rimette
pure. Francesca Nannini Lugo *** IN GENERE, quando si parla di sicurezza, la prima raccomandazione che
viene fatta ai ravennati è quella di essere più attenti. Un'antica tradizione di civiltà e di onestà consentiva in
passato ai nostri genitori e ai nostri nonni di lasciare la porta di casa aperta senza timore di dover subire furti
o rapine. E ancor oggi, soprattutto da parte delle persone più anziane, la fiducia nel prossimo resta talmente
alta che tanti malviventi ne approfittano per mettere a segno delle odiosissime truffe. Questa volta, però, non
si può di certo imputare alla lettrice un comportamento poco responsabile: ha lasciato la bici all'interno dell'
ospedale in cui lavora e l'ha chiusa con ben due lucchetti. E non serve molta immaginazione per capire
l'amarezza provata da una donna che, dopo una dura notte di lavoro, al momento di tornare a casa si ritrova
con la bici rubata. E se poi le telecamere di sorveglianza non funzionano, all'amarezza si aggiunge anche la
frustrazione. Nei giorni scorsi, a più livelli, è stata ribadita l'importanza dell'aumento del numero di telecamere
installate per garantire la sicurezza del territorio. Nel frattempo, però, sarebbe importante che funzionassero
quelle che già ci sono.
AUSL RAVENNA
8
22/07/2011
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 7
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
A RAVENNA IL PRIMO PARERE DEI MEDICI
«Già alla decima settimana i genitori sapevano tutto»
E' STATO fin dalla prima ecografia, effettuata alla decima settimana di vita delle piccole al consultorio di
Ravenna, che la situazione è apparsa subito molto delicata. «L'ecografo ha capito che si trattava di due
gemelline ma il sospetto delle complicanze è emerso immediatamente - spiega Giovanni Grazia (nella foto),
da circa tre anni primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio ravennate -. Così è stata
predisposta un'indagine al nostro centro prenatale di ecografia». Qui lavora la dottoressa Sara Zagorani,
«uno dei fiori all'occhiello del nostro reparto». E' stata lei che ha tramutato in sospetto in certezza. «La
diagnosi, dopo l'ecografia al Centro di secondo livello, era circa la sedicesima settimana, è stata precisa continua il primario -. Era evidente che la giovane donna portava in grembo due gemelline congiunte con una
sola struttura cardiaca». LA MAMMA e il papà di Lucia e Rebecca hanno saputo da subito il peso che
avrebbero dovuto portare sulle spalle. «Risoluti e fermamente determinati nel mettere al mondo le loro
piccole - sottolinea Grazia -. La loro scelta, per quanto ben ponderata e certamente non basata sull'onda
delle emozioni, non è mai stata scalfita». Così i medici dell'ospedale ravennate, che anche a distanza hanno
seguito con apprensione l'evolversi della situazione, hanno informato i due genitori, consigliando loro il
percorso da seguire. «Vista la gestione della gravidanza - spiega il primario - sono stati indicati i centri
specialistici più adatti: il Sant'Orsola di Bologna e Milano, per capire qual era il grado di intevento che, una
volta nate, le piccole Rebecca e Lucia avrebbero dovuto subire». ANCHE all'ospedale di Ravenna gli
specialisti, attendono col fiato sospeso. «Sono rimasto personalmente colpito dalla forza dei due ragazzi evidenzia nel ricordare i giorni al nosocomio romagnolo il professor Grazia -. Nella mia esperienza ho
incontrato coppie, dichiaratamente molto cattoliche, che hanno fatto scelte apparentemente opposte al
proprio credo dopo diagnosi complicate. In questo caso non c'è stata alcuna titubanza, nei due genitori, che
hanno scelto con consapevolezza di andare incontro a una dura prova. È prevalsa la cultura della vita». Leda
Santoro Image: 20110722/foto/1479.jpg
AUSL RAVENNA
9
22/07/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ed. Nazionale
Pag. 19
(diffusione:165207, tiratura:206221)
RAVENNA «DUE RAGAZZI risoluti, fin dalla prima, spiazzante, diagnosi». Giovanni Grazia, primario di
ostetricia e ginecologia all'ospedale di Ravenna, ricorda con precisione quei momenti, quando, ai genitori,
delle piccole Rebecca e Lucia è stata data per la prima volta la notizia sulla salute delle bimbe, unite da un
unico cuore. «Già dalla prima ecografia, effettuata alla decima settimana di vita dei feti al consultorio
ravennate, è emerso il sospetto delle complicanze - continua il primario -. Dall'indagine predisposta di
conseguenza al nostro centro prenatale di ecografia è arrivata la diagnosi: era circa la sedicesima
settimana». La mamma e il papà delle due gemelline, una coppia di trentenni del Ravennate, hanno saputo
da subito il peso che avrebbero dovuto portare sulle spalle. «Non hanno mostrato il minimo tentennamento sottolinea Grazia -. Dai colloqui con i medici sono apparsi subito risoluti e fermamente determinati nel mettere
al mondo le loro gemelline. L'eventualità di un'interruzione di gravidanza non è stata presa in considerazione,
per quanto ne avessero diritto. Non hanno neppure chiesto informazioni in questa direzione perché la volontà
di partorire è stata chiara fin dai primi momenti». La scelta di andare incontro a dure prove, come spiega il
primario, è stata sostenuta anche dalla fede, «forte e profonda», della coppia. Leda Santoro
AUSL RAVENNA
10
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
RAVENNA «DUE RAGAZZI risoluti, fin dalla prima, spiazzante, diagnosi».
Giovann...
22/07/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 9
Ciamei assolto ieri in tribunale, incapace di intendere e di volere
CASTEL BOLOGNESE. E' stato assolto ieri in tribunale a Ravenna Stefano Ciamei, il 34enne castellano
imputato per lo scoppio di via Biancini in cui (nel dicembre 2009) persero la vita il nonno, l'ex assessore
84enne Aureliano Borzatta, e la sua compagna, l'81enne Maria Bellini. Ciamei, difeso dall'avvocato Carlo
Benini, è stato assolto in quanto incapace di intendere e di volere. Il giudice ha disposto tre anni di libertà
vigilata. L'uomo era stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare nell'aprile del 2010. L'ordinanza gli
venne notificata all'uscita dall'ospedale di Faenza dove aveva trascorso l'ultima parte della sua
convalescenza. In seguito era però riuscito a ottenere i domiciliari dopo un periodo passato a Villa Azzurra,
una struttura sanitaria di Riolo specializzata in pazienti con problemi psichiatrici. La misura cautelare era stata
disposta per il reato di incendio, ma Ciamei era accusato soprattutto di omicidio, aggravato dal fatto che una
delle vittime fosse suo parente. La tesi della Procura è che il giovane avesse tentato di togliersi la vita. Per
questo avrebbe manomesso l'impianto del gas. Una scintilla provocò poi l'esplosione che uccise i due anziani
e nella quale lo stesso Ciamei rimase gravemente ferito. Tentando il suicidio però, secondo gli inquirenti,
avrebbe di fatto accettato il rischio di poter uccidere anche altre persone. Da qui anche l'ipotesi di reato di
omicidio.
AUSL RAVENNA
11
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Previste ricadute occupazionali. Interventi migliorativi per l'Arena Borghesi. Ok anche dal Pd ESPLOSIONE
DEL 2009
22/07/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 9
Via libera dal Comune: «Benefici per tutti»
FAENZA. «Apprezziamo il gesto di Conad di aver voluto presentare il progetto alla città». L'amministrazione
manfreda saluta così, in chiave positiva e propositiva, la decisione della proprietà di indire un momento
pubblico di presentazione, tenutosi mercoledì al Mic, sulla proposta di progetto di riqualificazione del Conad
Arena di viale Stradone. La posizione del Comune. «Il progetto spiega il vicesindaco Massimo Isola - sarà
sicuramente oggetto di approfondimenti ulteriori assieme a tutti i soggetti interessati alla vicenda (Conad,
Comune, Ausl, Il raggio verde). Crediamo però che gli aspetti di valorizzazione dell'interesse pubblico che
insistono in quell'area, proprio in quel progetto siano non solo rispettati ma anche migliorati con un beneficio
per l'intera collettività». Una proposta che piace al Pd. Il progetto ottiene pareri positivi anche dal Pd che in
una nota del segretario, Savino Dalmonte, afferma come «non ci sembra che si metta in discussione il futuro
dell'Arena e non rappresenta uno scempio architettonico. Anzi prevede una riqualificazione che darà una
continuità non solo funzionale dell'area». Un esempio di progettazione partecipata. Questo sorta di
progettazione partecipata sembra possa trovare nel nuovo Conad Arena un esempio da seguire anche in
futuro. «Tanto è - conferma Isola che prossimamente si terrà un nuovo incontro tra tutti i soggetti coinvolti».
Intanto dal Comune si afferma come «sia concreta la possibilità che l'Ausl metta a disposizione lo spazio
dell'Arena in modo gratuito permettendoci di risparmiare il canone di 12mila euro annui». Gli aspetti
occupazionali. Ma c'è anche un aspetto economico ed occupazionale che per l'amministrazione non va
sottovalutato. Per il vicesindaco «in un momento come questo trovare un soggetto che investe nel territorio
crediamo sia un evento da salutare con grande attenzione. Soprattutto se si punta alla qualità e al
miglioramento dell'intervento. Le ricadute occupazionali dirette a seguito dell'ampliamento del Conad Arena si
riverserebbero così direttamente nel tessuto sociale faentino». Il progetto. L'intervento di adeguamento
ipotizzato per lo spazio di vendita Conad di fatto interesserebbe un'area di 338 metri quadrati di ampliamento.
Espansione che comporterebbe, di conseguenza, una riduzione della superficie a disposizione dell'Arena
Borghesi dagli attuali 1.590 ai futuri 1.252 metri quadrati. Questo però non intaccherebbe la possibilità di
mantenere i 348 posti a sedere oggi esistenti ed inoltre prevederebbe una serie di investimenti di recupero
architettonico e ripristino del verde abbattuto. Gli interventi migliorativi. Dei 2milioni di euro di spesa ipotizzata
dalla proprietà, più del 50% verrebbero utilizzati per interventi sull'Arena Borghesi e per la razionalizzazione e
messa in sicurezza della viabilità (circa 330mila euro). Inoltre sulla nuova parete divisoria tra supermercato e
Arena è stato pensato di mettere a dimora piante rampicanti «di vario tipo ed ancora da individuare» con una
ulteriore piantumazione di alberi. Ed ancora lavori sono previsti per il portale d'ingresso che lo riporterà alla
conformazione del 1927 e verrà ristrutturato anche lo stabile oggi adibito a biglietteria, bar e camera di
proiezione. Riccardo Isola FAENZA. Gli effetti della "Legge Brunetta" sul pubblico impiego ha ricadute anche
sui dirigenti comunali, che devono essere funzionari di ruolo e non più a tempo determinato o facenti funzioni.
Ecco come dovrebbero diventare il Conad e l'Arena Borghesi secondo quanto previsto dal nuovo progetto
AUSL RAVENNA
12
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
AMPLIAMENTO CONAD
22/07/2011
La Voce di Romagna - Rimini
Pag. 15
(diffusione:30000)
Distribuzione diretta negli ospedali, i farmacisti pronti alla serrata
RIMINI - (pf) E' guerra aperta tra i farmacisti di Rimini e l'azienda sanitaria locale sulla distribuzione diretta
ospedaliera dei farmaci. "Chiediamo un incontro urgente con l'Asl - ha scandito ieri davanti ai giornalisti il
presidente provinciale di Federfarma dottor Roberto Deluigi (foto) - per chiedere che venga recepito e
rispettato anche a Rimini l'accordo firmato dalla nostra categoria con la Regione Emilia Romagna, che
prevede una diminuzione della distribuzione diretta in ospedale dei farmaci di fascia A, in modo che le
persone possano ritirarli più comodamente nelle farmacie di quartiere; e per la distribuzione attraverso la rete
classica, dei farmaci ad alto costo, con un rimborso alle nostre aziende di soli 4 euro a pezzo". "Nei mesi
passati - prosegue Deluigi - non siamo mai stati ricevuti dall'azienda sanitaria pubblica, ma se ora ci fosse
rifiutato l'incontro, oppure nel caso di risposta negativa sull'accordo che vale in tutta la Regione, siamo
disposti a promuovere una forma di protesta estrema". Del tipo? "La serrata di un giorno delle farmacie". La
federazione dei proprietari di farmacie hanno molte frecce al loro arco: in un sondaggio svolto in 69 esercizi,
con 1.796 persone, il 99% delle persone ascoltate ha affermato che, potendo scegliere, preferisce ricevere le
medicine dal proprio farmacista di fiducia, evitando spostamenti inutili e perdite di tempo. E' inoltre emerso
che ben il 64% dei cittadini ha ricevuto l'esplicito suggerimento di ritirare i farmaci di cui necessita presso un
ospedale, nel 15% dei casi l'indicazione è arrivata dal proprio medico di medicina generale. Più di 3 cittadini
su dieci non sanno che possono ritirare i medicinali in farmacia anche quando si suggerisce di andare in
ospedale. Un altro punto: i dati di bilancio Ausl Rimini fra il 2007 e il 2009 dimostrano che a fronte di un
risparmio di 3 milioni di euro, sono stati spesi 4 milioni in più per gli acquisti, senza contare il costo delle
assunzioni di circa 15 farmacisti e altrettanti assistenti: in poche parole, per l'azienda pubblica la distribuzione
diretta non si traduce in un risparmio di risorse pubbliche o in una convenienza. Ma ieri Deluigi ha suonato un
campanello d'allarme soprattutto per le 10 farmacie rurali dell'alta Valmarecchia, autentico presidio sociale e
sanitario in un territorio molto vasto e poco densamente abitato: "un patrimonio da salvaguardare come
faceva la Regione Marche che dava loro un sussidio di 1.000 euro al mese, diversamente dall'Emilia
Romagna, circa 3-400 euro l'anno". Queste farmacie "hanno subìto un tracollo dalla distribuzione diretta nell'
ospedale di Novafeltria e rischiano di chiudere se non si applicherà l'accordo". Si tratta - per essere concreti di evitare agli anziani di fare fino a 12 km di strada per procurarsi le medicine, come succede oggi.
AUSL RAVENNA
13
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le farmacie rurali dell'Alta Valmarecchia rischiano di chiudere: "L' Ausl recepisca a Rimini il nostro accordo
con la Regione"
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:30000)
LUGO - Poche ore, e sarà stato di agitazione. E' il primo passo della rivoluzione ingaggiata dai medici contro
l'Ausl. Il malcontento, covato sotto la cenere di anni di incomprensioni, è esploso martedì in tutta la sua forza
nel corso di un'assemblea di tutti i medici di famiglia all'hotel Cube di Ravenna. Su 284, ne erano presenti
ben oltre i duecento, e a parte un contrario e un astenuto, tutti hanno convenuto sulla necessità di alzare la
voce. In gergo sindacale, stato di agitazione, che dovrebbe essere proclamato nelle prossime ore. Non è
ancora sciopero vero e proprio - che i medici prendono in considerazione solo come atto estremo, e
vorrebbero evitare - ma un avvertimento all'Ausl. Nel concreto, si traduce nella rottura dei rapporti con
l'azienda, in uno stop ai gruppi di lavoro coordinati tra medici e Usl sulle diverse problematiche della sanità, e
l'interruzione dei tavoli sindacali. Tavoli che - dicono i medici - neppure vengono convocati, visto che in sette
mesi del 2011, solo una volta l'Ausl ha ritenuto di sentire i suoi medici, e solo per discutere di sanzioni da
comminare verso qualche dottore, non certo per ragionare sullo stato di salute della sanità in provincia Un
atteggiamento che la dice lunga sull'incomunicabilità ormai conclamata tra base e direzione sanitaria. L'ultima
perla, di una collana di problemi irrisolti da anni, è arrivata con l'invio a molti medici di medicina generale da
parte dell'Asl di una richiesta di chiarimenti circa la prescrizione di farmaci off label. E' di questo che martedì
sera oltre 200 medici si sono ritrovati a discutere. Stando all'Ausl, infatti, la stragrande maggioranza dei
medici di famiglia ha il ricettario troppo facile: si prescrivono medicine - scaricandole sul sistema sanitario
nazionale - con troppa libertà. In particolare, appunto, i farmaci off label, cioè farmaci già registrati ma
utilizzati in situazioni che, per patologia, popolazione o posologia vengono prescritte in maniera non conforme
allo stesso. Deroghe che secondo l'Ausl i medici si sono autoconcesse troppe volte, facendo pagare allo
Stato il costo dei medicinali e garantendo un risparmio al cittadino. E se è un dovere dell'azienda, attraverso il
suo ufficio farmaceutico, verificare la conformità delle prescrizioni, e in caso di difformità intervenire
chiedendone conto al medico, fino a poter lamentare un danno erariale e ad esigere il rimborso di eventuali
medicinali prescritti con troppa facilità a carico del servizio nazionale, per i dottori la procedura seguita dall'
Ausl non è la più corretta. I criteri per contestare le prescrizioni - lamentano - sono opinabili. E inoltre aggiungono - se può accadere che nelle 15mila ricette che un medico compila in media ogni anno, ci sia
qualche farmaco il cui costo è stato erroneamente scaricato sul servizio sanitario nazionale, per ovviare al
problema si dovrebbe procedere con controlli più frequenti. Non una volta all'anno, come è accaduto, dando
alla fine la visione di una rete di medici di base scalcagnata. E' che questa ultima tirata d'orecchie dell'Ausl ai
medici, viene percepita come un atto punitivo. Irragionevole. L'ennesima ricerca di contenzioso che fa gridare
certi medici al "mobbing"; un comportamento che mina la serenità di chi svolge la professione. Con l'esito che
- sentendosi sempre nel mirino per delle faccende burocratiche - si rischia di trascurare l'aspetto clinico. Cioè
il paziente. "E noi non abbiamo intenzione di trascurare i nostri pazienti per dovere rincorrere direttive
burocratiche aziendali", sbottano i medici. Il risparmio ad ogni costo, protestano i camici bianchi, che finisce
per non dare alla gente un servizio all'altezza delle aspettative di cura. E allora, sciopero. Nella forma
mitigata, per ora, dello stato di agitazione, ma sempre con il sapore di un braccio di ferro ormai difficile da
gestire. L'obiettivo - non auspicato esplicitamente, ma nemmeno negato - è ottenere un passo indietro, o
almeno un cambio di rotta, da parte dell'attuale direttore generale, Tiziano Carradori, che se ha risanato i
conti in rosso dell'azienda, tuonano i dottori, allo stesso tempo non ha mantenuto le aspettative sul
miglioramento della qualità del servizio sanitario. Un malcontento che arriva esplicitamente dai medici di
medicina generale, ma che striscia ormai anche tra i camici bianchi degli ospedali. E coinvolge la politica. E'
di venti giorni fa la semibocciatura dell'operato di Carradori espressa dal sindaco pd di Faenza, Giovanni
Malpezzi. Appena uno spiffero, nell'ortodosso gradimento del centrosinistra verso il direttore generale, che
esce fuori da un Partito democratico che, se anche ufficialmente cerca di fare quadrato intorno al numero uno
AUSL RAVENNA
14
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I medici voltano le spalle a Carradori
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:30000)
AUSL RAVENNA
15
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
dell'Ausl ravennate, comincia a maturare malumori. Anche tra personaggi eccellenti del principale partito di
governo. Ed è questa inedita "alleanza" tra medici e politica che sembra particolarmente temere la direzione
dell'Ausl
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:30000)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Anche Russi dove erano ormai date per imminenti si tira indietro
Scontro aperto tra i medici di famiglia e la direzione sanitaria dell'Ausl di Ravenna
AUSL RAVENNA
16
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:30000)
Case della salute ancora ferme al palo
LUGO - L'Ausl ne parla da anni. Con la complicità della politica locale rispuntano fuori ad ogni tornante
elettorale. Ma le case della salute, quei Nuclei di cure primarie che Unità sanitaria e centrosinistra vorrebbero
aprire al più presto in provincia, dove i cittadini troveranno medici e infermieri per ogni evenienza, sono
ancora ferme al palo. Perché manca l'accordo con chi quelle "Case" dovrebbe tenerle aperte: i medici,
appunto. Tutto il progetto definito dall'Ausl, contiene proposte che i dottori ritengono irricevibili. Solo
promesse - lamentano - come sono solamente promesse al vento quelle che danno per imminenti questi
Nuclei sul territorio. Nel maggio 2010, erano date per prossime le aperture dei primi nuclei a Bagnacavallo e
Russi. Sono passati 14 mesi, e di queste "Case" ancora non se ne è vista una, persino lì, a Russi, dove gli
accordi coi medici sembravano più realistici che altrove. Nulla. Adesso, dopo l'ennesimo scontro con l'Ausl
sulle prescrizioni, che ha visto la quasi totalità dei medici di base scendere sul piede di guerra, anche Russi si
tira indietro. Stato di agitazione dei camici bianchi, del resto, questo significa: i dottori continueranno ad
andare in ambulatorio a curare i loro pazienti, ma qualsiasi ragionamento con la direzione sanitaria è
sospeso. Interrotto qualsiasi discorso fino a quando l'Ausl non cambierà atteggiamento verso i suoi
professionisti. Compreso il ragionamento sulle case della salute. Anche a Russi, che sembrava in procinto di
aprire. Figuriamoci altrove, dove lo scontro è talmente aperto che nemmeno se ne parla.
AUSL RAVENNA
17
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Nonostante le promesse manca l'accordo coi chi dovrebbe tenerle aperte
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:30000)
I medici voltano le spalle a Carradori
Ausl nella bufera: i sindacati minacciano lo sciopero
LUGO - Poche ore, e sarà stato di agitazione. E' il primo passo della rivoluzione ingaggiata dai medici contro
l'Ausl. Il malcontento, covato sotto la cenere di anni di incomprensioni, è esploso martedì in tutta la sua forza
nel corso di un'assemblea di tutti i medici di famiglia all'hotel Cube di Ravenna. Su 284, ne erano presenti
ben oltre i duecento, e a parte un contrario e un astenuto, tutti hanno convenuto sulla necessità di alzare la
voce. In gergo sindacale, stato di agitazione, che dovrebbe essere proclamato nelle prossime ore. Non è
ancora sciopero vero e proprio - che i medici prendono in considerazione solo come atto estremo, e
vorrebbero evitare - ma un avvertimento all'Ausl. Nel concreto, si traduce nella rottura dei rapporti con
l'azienda, in uno stop ai gruppi di lavoro coordinati tra medici e Usl sulle diverse problematiche della sanità, e
l'interruzione dei tavoli sindacali. Tavoli che - dicono i medici - neppure vengono convocati, visto che in sette
mesi del 2011, solo una volta l'Ausl ha ritenuto di sentire i suoi medici, e solo per discutere di sanzioni da
comminare verso qualche dottore, non certo per ragionare sullo stato di salute della sanità in provincia.
AUSL RAVENNA
18
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Contestata la direzione generale. E anche nel Pd cresce il malcontento verso il dg
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 15
(diffusione:30000)
"Assestamento non necessario senza il disavanzo del Consorzio"
RAVENNA - Non se ne è dicusso direttamente, ma il tema dei 14 indagati per il buco nel Consorzio dei
Servizi Sociali è rientrato nei lavori del consiglio comunale. Durante i lavori sulla delibera per l'assestamento
al bilancio, il vicecapogruppo del Pdl, Alberto Ancarani , ha ricorda come "l'avanzo di bilancio del Comune è
meno cospicuo per colpa del buco dei Consorzio che abbiamo dovuto inevitabilmente coprire. E
l'assestamento non sarebbe stato necessario se non avessimo dovuto coprire il disavanzo". Per l'assessore
al Bilancio Valentina Morigi però "non si tratta di una questione di necessità, avremmo dovuto realizzare
questa manovra correttiva anche senza il deficit del Consorzio; semmai è la modalità di copertura che
riguarda il disavanzo". Anche se "avremmo realizzato l'assestamento di bilancio in maniera più naturale con
l'avanzo che abbiamo usato per coprire il buco". Il capogruppo del Pri, Alberto Fussi , al momento delle
dichiarazioni di voto ha avvisato l'opposizione che "il disavanzo del Consorzio non è una appropriazione
indebita di risorse pubbliche, sono spese oltre il limite. Ma comunque a fronte di servizi realmente effettuati".
Tesi che però non ha convinto il capogruppo della Lega nord, Learco Tavoni , che a Fussi ha risposto che
"non si può ignorare la questione del Consorzio servizi, dirà la magistratura se sono stati spesi bene o male;
ma anche per questo motivo voto no alla delibera". Alla fine l'assestamento è passato con il voto favorevole
della maggioranza, l'astensione del M5s (con il capogruppo Pietro Vandini che ha concordato con la Morigi
nel ritenere "la manovra comunque necessaria") e il voto contrario di Pdl, Lega Nord e Lista per Ravenna. E
propio il capogruppo della lista civica Alvaro Ancisi nel pomeriggio di ieri ha divulgato una nota con i nomi dei
14 componenti dei due Cda e del collegio dei revisori la vaglio della magistratura. Secondo la nota, "l'aiutino"
è arrivato in seguito "alla richiesta di trasparenza del Pdl". Dentro ci sono, oltre al direttore a ai due presidenti
dei Cda (entrambi in quota Pd), tre designati dall'Ausl, altri sei dal Pd o Margherita, uno di Rifondazione e uno
dal Pri. Buco di Consorzio da 9,5 milioni e 14 indagati: la discussione arriva a palazzo Merlato
AUSL RAVENNA
19
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il Pdl: "Costretti alla manovra per il caso dei Servizi sociali". Il Pri: "Ma nessuno ha intascato dei soldi"
22/07/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 1
(diffusione:30000)
Contestata la direzione di Carradori: minacciano lo sciopero
LUGO - Poche ore, e sarà stato di agitazione. E' il primo passo della rivoluzione ingaggiata dai medici contro
l'Ausl. Il malcontento, covato sotto la cenere di anni di incomprensioni, è esploso martedì in tutta la sua forza
nel corso di un'assemblea di tutti i medici di famiglia all'hotel Cube di Ravenna. Su 284, ne erano presenti
ben oltre i duecento, e a parte un contrario e un astenuto, tutti hanno convenuto sulla necessità di alzare la
voce. In gergo sindacale, stato di agitazione: dovrebbe essere proclamato nelle prossime ore. Non è ancora
sciopero - che i medici prendono in considerazione solo come atto estremo, e vorrebbero evitare - ma un
avvertimento all'Ausl. Nel concreto, si traduce nella rottura dei rapporti con l'azienda, in uno stop ai gruppi di
lavoro coordinati tra medici e Usl sulle diverse problematiche della sanità, e l'interruzione dei tavoli sindacali.
Tavoli che - dicono i medici - neppure vengono convocati, visto che nel 2011, solo una volta l'Ausl ha ritenuto
di sentire i suoi medici, e solo per discutere di sanzioni da comminare verso qualche dottore. A pagina 25
AUSL RAVENNA
20
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ausl nella bufera.Anche nel Partito Democratico cresce il malcontento
verso il vertice Medici in rivolta contro il capo
SANITÀ NAZIONALE
27 articoli
22/07/2011
Corriere della Sera - Roma
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Sanità, i ticket verranno rimodulati
Polverini: «Così saremo più forti nei confronti del governo» L'opposizione «Adesso si faccia come nelle altre
Regioni: si blocchi immediatamente il pagamento dei nuovi balzelli»
Clarida Salvatori
Alla fine, i veti posti da più parti all'introduzione dei nuovi ticket sanitari hanno sortito gli effetti sperati, se
anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha deciso di intervenire. Entro settembre - ha assicurato a
margine degli Stati generali della sanità, organizzati ieri a Roma dalle sigle sindacali mediche - sarà infatti
attivato un tavolo con le Regioni per la rimodulazione del balzello deciso dalla manovra finanziaria. «Bisogna
assolutamente arrivare ad un'intesa», ha auspicato il ministro.
Soddisfazione tangibile quella della governatrice del Lazio, Renata Polverini, che da giorni professava la
necessità di un fronte comune tra le amministrazioni regionali, contro la maggiorazione di 10 euro delle tariffe
delle visite specialistiche, in vigore dall'inizio della settimana. «La posizione delle Regioni è quella di
assegnare agli assessori alla Sanità l'incarico di indicare delle linee guida - spiega - per rendere l'aggravio
economico dei ticket, già dannoso, anche meno ingiusto».
Una nota positiva, insomma, per la nostra regione (in cui, in seguito all'ultima aggressione di un camice
bianco da parte dei parenti di una piccola paziente, è stato per altro istituito il Tribunale dei diritti del medico)
che da anni lotta con bilanci disastrosi per la sanità e casse in rosso fisso. «Ho tentato di spiegarlo in questi
giorni - continua la Polverini -. Le Regioni con un piano di rientro avranno, a maggior ragione, difficoltà a
trovare una copertura nel caso in cui si dovesse decidere di agire separatamente. E poi lavorare insieme
significa, da un lato, rafforzare le Regioni nel confronto con il Governo; dall'altro, evitare che si sommi a
un'ingiustizia anche una sperequazione tra amministrazioni». Come dire che l'unione fa la forza. «In un tavolo
unitario, si può trovare una soluzione migliore di quella che si troverebbe da soli».
Tiepida però l'accoglienza riservata alla notizia del tavolo comune da parte dei consiglieri della Regione e dei
sindacati. E la causa va ricercata nei due mesi di tempo che i cittadini dovranno aspettare per sapere cosa ne
sarà degli aumenti. «Mentre altri governatori di Regione hanno sospeso il provvedimento - dichiara Giulia
Rodano (Idv), vicepresidente della commissione Sanità alla Pisana - qui nel Lazio i nuovi ticket già si pagano.
In attesa delle linee guida comuni, la Polverini sospenda immediatamente l'imposizione di queste super
tasse». «Di solito il Lazio segue le indicazioni del ministro in modo rigido. Perché questa volta non lo fa? - si
chiede Enzo Foschi (Pd) - Se la Polverini, come dichiara, ritiene i ticket una "iattura sociale", perché non li
congela?». «Il centrodestra dimostra di non avere a cuore i cittadini - le conclusioni di Giuseppe Parroncini
(Pd) - ma la sanità privata. Siamo di fronte al paradosso del pubblico che lavora per il privato». E ancora la
Cisl: «Ci permettiamo di ricordare alla presidente che tutti vogliamo raggiungere lo stesso risultato - afferma
Francesco Simeoni, segretario generale del Lazio - e che sarebbe utile ritrovarsi intorno a un tavolo per
individuare insieme le soluzioni più opportune».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Superticket A settembre verrà avviato un tavolo comune per la rimodulazione delle nuove tariffe
sanitarie
SANITÀ NAZIONALE
22
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La proposta Il ministro Fazio: «A settembre un tavolo unico delle amministrazioni regionali»
22/07/2011
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 21
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Lettera-testamento di Cal «No al piano del Vaticano»
Il testo ai consiglieri 72 ore prima del suicidio L'ipotesi Il manager aveva spiegato perché preferiva l'entrata in
scena di Rotelli
Mario Gerevini Simona Ravizza
MILANO - Una lettera-testamento inviata 72 ore prima di togliersi la vita in cui viene di fatto contestata
l'entrata del Vaticano nel salvataggio del San Raffaele. L'ha spedita venerdì scorso Mario Cal, il vice suicida
di don Luigi Verzé. Destinatari, tutti i consiglieri di amministrazione del cda travolto dalla voragine dei debiti, il
collegio sindacale, il prefetto di Milano, il ministro della Salute e i revisori dei conti. Così il manager che lunedì
si è sparato un colpo di pistola alla testa spiega per l'ultima volta perché, a suo avviso, il piano di salvataggio
dell'imprenditore della sanità privata Giuseppe Rotelli era da preferire all'entrata del Vaticano. È una risposta
alle accuse dei banchieri Carlo Salvatori e Ennio Doris che imputavano a lui e a don Verzé manovre
sotterranee in contrasto con le decisioni del consiglio di amministrazione. Tramite la società di famiglia Velca,
Rotelli era disposto a investire immediatamente 250 milioni di euro con la garanzia di fare fronte a tutti i
pagamenti. Ma, alla fine, le scelte di don Verzé sono andate in altra direzione. L'ultimo saluto a Mario Cal
sarà dato oggi alle 14.30 sotto la stessa Cupola che l'ha visto uccidersi. Il vice di don Verzé si è tolto la vita
nella stanzetta per le riunioni del 6° piano sotto l'ufficio del fondatore dell'ospedale e oggi, sempre lì ma al
pianterreno, si svolgerà il funerale. Una scelta non condivisa da molti raffaeliani. Non è scontata la presenza
del sacerdote che, al momento, non pare intenzionato a partecipare alla cerimonia funebre. La messa sarà
celebrata da don Paolo Natta, uno dei Sigilli, i fedelissimi del prete manager.
E, intanto, restano soltanto 55 giorni di tempo per salvare il San Raffaele dalla bancarotta. Li ha concessi ieri
la Procura di Milano agli uomini del Vaticano che dovranno presentare un piano di risanamento del colosso
ospedaliero a rischio di crac per un miliardo di debiti entro il 15 settembre. Oltre, c'è il baratro del fallimento,
inevitabile davanti a decreti ingiuntivi di fornitori non pagati per almeno 60 milioni di euro. All'incontro, che si è
svolto alla Sezione fallimentare del Tribunale, hanno partecipato il pm Luigi Orsi, il giurista ex ministro
Giovanni Maria Flick per conto del cda del San Raffaele e il presidente del Tribunale fallimentare Filippo
Lamanna. In Procura ieri è stato sentito anche il revisore della Bdo, la società che si occupava della
certificazione dei bilanci della Fondazione Monte Tabor. L'ultimo bilancio, per altro, quello approvato dal
precedente cda, non è stato certificato poiché la Bdo ha dichiarato di non avere avuto tutti gli elementi per
poter dare il via libera ai conti. Non solo: i pm titolari delle indagini, Luigi Orsi e Laura Pedio, hanno convocato
e ascoltato anche un membro del collegio sindacale. Una mossa che rende evidente quanto i magistrati in
questa fase stiano cercando di far luce sui bilanci e sulla contabilità del gruppo ospedaliero. Sullo sfondo, una
carenza di informazioni e carte contabili tale da rendere impenetrabile una parte della contabilità e
complicatissima la ricostruzione del rendiconto consolidato. Il buio è particolarmente accentuato sul fronte
delle società estere. E gli stessi esperti della Deloitte, che nelle ultime settimane hanno condotto un'analisi
dei conti a supporto del piano di ristrutturazione, avrebbero lamentato una grave mancanza di
documentazione.
È il motivo per cui il segnale più importante che dovrebbe dare la nuova gestione alla Procura per allontanare
il rischio di una richiesta di fallimento è negli uomini. Cioè mettere alla guida manager credibili, ma ancor di
più dar loro i poteri necessari per governare il gruppo ospedaliero. È, forse, il passaggio più delicato perché
vuol dire smantellare il sistema di potere di don Verzé che poggia sugli statuti della Fondazione e, al piano
superiore, dell'Associazione Monte Tabor. Una governance semi-clandestina, ma vincolante, che garantisce
a vita il potere a don Verzé e ai suoi fedelissimi. Se i nuovi uomini non prendono realmente le redini, è
possibile che la richiesta di fallimento venga anticipata.
Del resto il vuoto al San Raffaele sta producendo danni ogni giorno che passa. Prevista per oggi la nomina di
due superconsulenti: l'esperto di piani di risanamento Enrico Bondi (crac Parmalat) e uno dei manager storici
SANITÀ NAZIONALE
23
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
San Raffaele I pm danno l'ultimatum: piano di salvataggio o fallimento
22/07/2011
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 21
(diffusione:619980, tiratura:779916)
SANITÀ NAZIONALE
24
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
(e più apprezzati) del San Raffaele Renato Botti, fino allo scorso gennaio direttore generale con piene
deleghe, poi entrato in rotta di collisione con Don Verzè e Cal.
RIPRODUZIONE RISERVATA
60
Foto: Milioni Tanto è costata la cupola con l'arcangelo del San Raffaele (Newpress/Salerno)
La scheda Il cda
Oggi si riunisce il consiglio di amministrazione del San Raffaele chiamato a nominare i nuovi super-consulenti
che dovranno tirar fuori dalle secche il gruppo ospedaliero gravato da quasi un miliardo di debiti
Protagonisti
Enrico Bondi (nella foto Imagoeconomica), esperto di piani di risanamento come per il crac Parmalat,
potrebbe ricevere un mandato dal consiglio targato Vaticano. Al suo fianco uno dei manager storici del San
Raffaele, Renato Botti
22/07/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(diffusione:334076, tiratura:405061)
San Raffaele, due mesi di respiro
I magistrati hanno anche chiesto piena luce sulla passata gestione IL BOARD DI OGGI Verso la nomina di
Bondi come superconsulente. Concordato preventivo vicino ma l'amministrazione straordinaria non è esclusa
Carlo Festa
MILANO
L'ultimatum del Tribunale fallimentare di Milano è perentorio: il nuovo consiglio di amministrazione della
Fondazione Monte Tabor ha meno di due mesi di tempo per porre le basi del risanamento dell'ospedale San
Raffaele.
La scadenza (il 15 settembre) è stata fissata nell'incontro di ieri a Palazzo di Giustizia che vedeva da una
parte l'ex ministro Giovanni Maria Flick, membro del Cda della Fondazione Monte Tabor, affiancato
dall'avvocato Franco Gianni, e dall'altra il presidente della IV sezione, Filippo Lamanna e il pubblico ministero
Luigi Orsi.
Flick aveva chiesto ai magistrati almeno tre mesi per fare gli accertamenti contabili sullo stato finanziario
dell'ente e per predisporre un piano di salvataggio. Ne sono stati dati soltanto due.
Nel corso dell'incontro i magistrati avrebbero chiesto al nuovo Cda di operare nella «massima trasparenza»
valutando con attenzione le attività compiute dalla passata gestione. Proprio ieri la presidenza della
Fondazione Monte Tabor ha smentito «categoricamente e nettamente ogni supposizione sulla costituzione di
conti neri all'estero nonché di contabilità parallele durante la passata gestione». Una gestione guidata da Don
Verzè e da Mario Cal, il manager suicidatosi lunedì scorso.
Ora i riflettori sono puntati sul consiglio di amministrazione previsto in mattinata all'ospedale San Raffaele e
al termine del quale verrà diffuso un comunicato. Una riunione presieduta dal nuovo vice-presidente
Giuseppe Profiti, il manager voluto dal Vaticano per portare in salvo Don Luigi Verzè, nella quale
probabilmente Il Cda affiderà un mandato come super-consulente a Enrico Bondi, il risanatore di Parmalat
che avrà il compito di tirar fuori dalle secche l'ospedale milanese, che rischia di fallire con un buco, per ora,
da circa 900 milioni di euro. A fianco di Bondi lavorerà l'avvocato Francesco Gianni, cioè proprio la coppia
che si era presa cura di salvare il gruppo di Collecchio subito dopo il default di Calisto Tanzi.
Gianni, che avrebbe ottenuto l'incarico direttamente dal Vaticano, tuttavia è da circa una settimana già al
lavoro sul dossier. Negli ultimi tre giorni si è diviso tra Milano e Roma per incontrare i componenti del
consiglio di amministrazione. Sul suo tavolo i consulenti della Fondazione (l'avvocato Marco Arato, il
banchiere Arnaldo Borghesi e il commercialista Giovanni La Croce) hanno mandato il progetto di concordato
in continuità.
Le soluzioni allo studio verranno comunque discusse oggi dal Cda. Allo stato attuale, secondo le
indiscrezioni, tutte le ipotesi sono valide e non è stato ancora deciso quale strada seguire: il concordato
preventivo come proposto dai consulenti storici del San Raffaele sembra favorito, ma ancora non si esclude
del tutto l'amministrazione straordinaria ai sensi della Legge Marzano, già testata da Bondi nel 2003 quando
fu introdotta nell'ordinamento per gestire il fallimento Cirio e Parmalat.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Debiti v/fornitori 511,539 Debiti v/collegate 73,506 Debiti diversi 114,448
Debiti finanziari 215,431 Fondo rischi e oneri 30,320 Sub totale 945,307 Conti d'ordine di cui: Verso factor
89,149 Garanzie concesse 33,502 Garanzie concesse e non iscritte 17,500 Impegni per leasing 256,077 Sub
totale 396,228 Crediti dubbi di cui: Tributari 11,700 Ministero della Salute 9,000 Contenziosi tributari 17,000
Sub totale 37,700 TOTALE 1.379,235 Fonte: elaborazione su dati Deloitte - Progetto Hsr, situazione
patrimoniale straordinaria, seconda bozza di relazione, 4/7/2011 Situazione debitoria del gruppo Fondazione
Centro S. Raffaele del Monte Tabor al 31 marzo 2011 dopo le rettifiche effettuate da Deloitte. In milioni di
euro Lo stato passivo
SANITÀ NAZIONALE
25
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Salvataggi. Il Tribunale di Milano concede al nuovo cda una proroga per gettare le basi del risanamento
22/07/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: Il riassetto. L'Ospedale San Raffaele di Milano
SANITÀ NAZIONALE
26
22/07/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Il passivo sale a 1,4 miliardi di euro
NUOVE FALLE Accanto a 945 milioni di debiti finanziari e verso fornitori ne spuntano 396 iscritti ai conti
d'ordine e quasi 38 di crediti dubbi
Angelo Mincuzzi
e Giuseppe Oddo
È di quasi 1,4 miliardi il passivo patrimoniale della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, che
controlla il gruppo ospedaliero milanese fondato da don Lugi Verzè. Il dato (tabella in alto) è stato calcolato
dal Sole-24 Ore sulla base della relazione sulla situazione al 31 marzo 2011 redatta dal revisore Deloitte per
un eventuale piano di ristrutturazione.
La parte più consistente del passivo è quella relativa ai debiti, che ammontano a 945,3 milioni (compresi i
30,3 di fondo rischi e oneri). Si tratta però soprattutto (per 511,5 milioni) di debiti verso fornitori. Di questi,
quasi 370 milioni derivano da fatture scadute, ossia emesse dal fornitore ma non pagate entro il termine dei
90 giorni abituale in campo sanitario. In particolare, 102 milioni risultano scaduti da 180 a 360 giorni e altri
105 milioni da oltre un anno. Il gruppo non provvede al regolare pagamento delle fatture nemmeno verso la
Laboraf, il suo laboratorio di analisi cliniche, che al 31 marzo presentava 57,3 milioni di crediti commerciali
verso la Fondazione accanto a un fatturato di appena 8 milioni nello stesso trimestre.
I tempi medi di pagamento del San Raffaele si attestano in altre parole tra i 400 e i 500 giorni dalla data di
emissione delle fatture da parte dei fornitori, che si configurano come i veri finanziatori dell'attività economica.
Non a caso i debiti finanziari sono meno della metà di quelli verso i fornitori (215,4 milioni) e sono
rappresentati per 165,5 milioni da un finanziamento Bei a tasso fisso del 5,529%, della durata di ventidue
anni, erogato nel 2007 da un pool di banche e impiegato per estinguere un altro debito. In pratica il prestito
Bei è un mutuo assistito da ipoteca di primo grado sugli immobili di Via Olgettina e Cologno Monzese (valutati
244 milioni in totale) ed è collegato a dei convenants (clausole) che risultano in parte non rispettati.
A queste voci vanno poi sommate quelle relative ai conti d'ordine e ai crediti dubbi. I conti d'ordine sono
debiti potenziali e garanzie prestate e ammontano a oltre 396 milioni. Tra di essi figurano 256 milioni di
impegni per l'acquisto in leasing di immobili e attrezzature e oltre 89 milioni di debiti finanziari verso società di
factoring per crediti ceduti pro-solvendo (che la Fondazione è cioè obbligata a riprendersi in caso di mancato
incasso da parte del factor). Le garanzie raggiungono i 51 milioni e sono a fronte di fidejussioni bancarie e
assicurative a favore di terzi. Tra queste abbiamo inserito l'ipoteca da 17,5 milioni, non iscritta nei conti
d'ordine, che grava sui terreni e su parte dei fabbricati di Salvador de Bahia, in Brasile. L'ipoteca è stata
concessa a garanzia di finanziamenti bancari erogati al Monte Tabor Centro Italo-Brasileiro.
I crediti dubbi sono invece di ammontare più modesto: 37,7 milioni. Quelli verso il fisco, compresa la parte in
contenzioso, ammontano a 28,7 milioni. Tra i crediti che presentano un rischio di esigibilità o evidenziano una
perdita durevole di valore sembra figurino anche quelli immobilizzati verso il Monte Tabor Italo-Brasileiro, il
San Raffaele Cittadella della Carità e la Joseph Foundation di Vaduz.
Tutte queste voci portano il passivo patrimoniale della Fondazione di don Verzè a un miliardo 379 milioni,
cifra ben più elevata di quella finora circolata (circa un miliardo) che faceva riferimento soltanto alla voce
debiti. Alla massa del passivo si contrappone un patrimonio netto risibile, livietato dai 10,2 milioni del 2010 ai
31,2 del primo trimestre di quest'anno per la rivalutazione complessiva di 62 milioni dei terreni ubicati in
Brasile e del residence di Cologno e di 23 milioni della controllata Blu Energy (vendita di elettricità).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE
27
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
INCHIESTAIl bilancio della Fondazione guidata da don Verzè
22/07/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Rivolta dei medici su costi e stipendi
«Così muore il servizio pubblico», è l'allarme che 23 sigle sindacali di medici e dirigenti del Ssn riunite per la
prima volta ieri a Roma negli «Stati generali della sanità» hanno lanciato contro la manovra. E hanno subito
trovato sponda nelle Regioni con cui apriranno tavoli tecnici per difendere il sistema universalistico.
La protesta dei dottori non è solo per il maxi-taglio alle buste paga legato al blocco di contratti e convenzioni:
circa 30mila euro in media ognuno tra stipendi, previdenza e perdita del potere di acquisto. I sindacati
puntano il dito anche contro il blocco del turn over, esplicito nelle Regioni con piano di rientro, ma inevitabile
nelle altre, costrette a tagli pesanti della spesa per il personale. Ciò ha come conseguenza l'indebolimento
soprattutto della prima linea dell'assistenza, l'emergenza-urgenza e l'allungamento delle liste d'attesa a
favore del privato. Allarme anche dai medici di medicina generale: il blocco degli stipendi, ha detto Giacomo
Milillo, segretario dei generalisti della Fimmg, porta un definanziamento che costringerà tra l'altro a
"licenziare" il personale di studio e ridurre le tecnologie, indebolendo l'assistenza sul territorio.
Un'apertura verso c'è stata dal ministro della Salute Ferruccio Fazio che ha promesso il suo impegno su
quattro fronti: rivedere il blocco del turn over; correggere e varare il Ddl sul governo clinico fermo alla Camera
per la bocciatura delle Regioni; prevedere per gli specializzandi che i due anni finali di studi siano con
contratto a termine nelle strutture del Ssn; sbloccare gli investimenti: «Cercherò di convincere l'Economia - ha
detto - perché il blocco impedisce lo sviluppo».
«Dobbiamo avere uno scatto di orgoglio e gestire nuove forme di lotta per riportare la sanità all'attenzione
dei cittadini - è l'appello ai colleghi di Costantino Troise, segretario dell'Anaao, il maggior sindacato degli
ospedalieri - e per farlo dobbiamo muoverci solo in modo unitario».
P.D.Bu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE
28
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le categorie. Allarme agli «Stati generali»
22/07/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Le regioni cercano una strada per gestire il problema ticket
Silvia Sperandio
MILANO
Gli assessori alla sanità dovranno trovare «una strada più equa per i cittadini e meno dannosa per il sistema
sanitario». Così il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha annunciato la ricerca di nuove
proposte in relazione al ticket di 10 euro sulla specialistica ambulatoriale introdotto dalla manovra economica
del Governo.
Intanto, la Lombardia ha già preparato la sua: dal 1° agosto scatterà la rimodulazione del ticket in base al
valore delle ricette. I lombardi pagheranno una quota più bassa per gli esami che costano di meno al servizio
sanitario regionale e più alta per le prestazioni che richiedono maggiori implicazioni tecnologiche.
Un ticket "pesato" in base al valore della ricetta. Quattro euro, ad esempio, per un semplice esame del
sangue, 66 euro er un esame più complesso come la risonanza magnetica dell'addome superiore.
La proposta è stata varata mercoledì dalla giunta del Pirellone - su proposta del governatore Roberto
Formigoni di concerto con l'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - con la delibera 2027 in materia di
compartecipazione alla spesa sanitaria.
Il provvedimento parte dal presupposto che la Regione Lombardia intende «accedere alla possibilità di
individuare delle modalità alternative ed equivalenti in termini economici alla riscossione di una quota fossa di
10 euro per ricetta» secondo la legge 296/2006. E considera come la misura della legge 111/2011, a
prescindere dal valore della ricetta, porti in alcuni casi a incrementi maggiori anche del 300% di
compartecipazione alla spesa.
«Un ticket di 10 euro, longitudinale e uguale per tutti, non ha alcun senso - sostiene Luciano Bresciani anche perché scoraggia il ricorso alle strutture sanitarie sia pubbliche, sia private accreditate: se un cittadino
deve pagare 10 euro in più per una prestazione che ne costa quattro, finisce con il rivolgersi al privato puro
dove può fare lo stesso esame spendendo di meno». Inoltre, la proposta lombarda punta a incentivare gli
esami che costano meno di nove euro e che rappresentano il 67% del totale regionale, mentre disincentiva il
restante 33% di esami ad alto costo, come Tac e risonanza magnetica, laddove insomma «ci può essere
inappropriatezza».
Ecco cosa accadrà dal mese di agosto. Le ricette - 12.943.198 quelle registrate in Lombardia nel 2010 sono state suddivise in 16 fasce in base al valore: prima fascia al di sotto dei cinque euro; seconda fascia da
5,01 a 10 euro; terza fascia da 10,01 fino a 15 e così via, fino a quella da 100 euro in su. Per ogni fascia, i
lombardi dovranno pagare il 30% in più del valore più basso di riferimento.
Qualche esempio? Fino al 17 luglio, un esame come l'emocromo (il conteggio dei globuli rossi nel sangue)
costava al cittadino non esente 4,05 euro: in Lombardia, con il nuovo ticket, ne costerà sempre 4,05, mentre
in base alla legge nazionale ne costerebbe 14,05. Per una visita cardiologica finora si pagava un ticket di
22,50 euro: per i lombardi la quota salirà a 28,50, mentre in base alla manovra il costo diventa di 32,50 euro.
Per la risonanza magnetica dell'addome superiore il ticket (finora di 36 euro) salirà per i lombardi a 66,
mentre secondo la legge nazionale passa a 46 euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il modello lombardo
01 | RICETTA EMOCROMO
Valore tariffario: 4,05 euro
Ticket fino al 17 luglio: 4,05 Nuovo ticket in base alla legge nazionale: 14,05 - Nuovo ticket in Lombarda:
4,05
SANITÀ NAZIONALE
29
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Sanità. La Lombardia fisserà il prelievo in base al valore delle ricette
22/07/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 27
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
02 | EMOCROMO E FORMULA LEUCOCITARIA
Valore tariffario: 8,80 euro
Ticket fino al 17 luglio: 8,80 Nuovo ticket in base alla legge nazionale: 18,80
Nuovo ticket in Lombardia: 10,30
03 | VISITA CONTROLLO
Valore tariffario: 17,90 euro
Ticket fino al 17 luglio: 17,90
Nuovo ticket in base alla legge nazionale: 27,90
Nuovo ticket in Lombardia: 22,40
04 | ECOGR.GINECOLOGICA
Valore tariffario: 31,65 euro
Ticket fino 17 luglio: 31,65
Ticket in base alla legge nazionale: 41,65
Nuovo ticket in Lombardia: 40,65
SANITÀ NAZIONALE
30
22/07/2011
La Repubblica - Torino
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Ticket sanitario, si decide le esenzioni sono in forse
MARCO TRABUCCO
«SUI ticket decideremo oggi». Di ritorno da Roma, Roberto Cota annuncia che questa mattina la giunta
stabilirà finalmente come comportarsi nella vicenda dei ticket sulla diagnostica introdotti una settimana fa dal
governo con la Finanziaria. «Dall'incontro con i presidenti delle altre regioni italiane mi sembra di aver capito
che non siano molte quelle che potranno permettersi di non applicarlo - continua il governatore Noi tra l'altro
siamo sotto piano di rientro e quindi abbiamo vincoli ancora più rigidi. In ogni caso ancora in queste ore il
direttore generale della sanità Paolo Monferino con il suo staff sta studiando tutte le possibilità. Domani
guarderò quali sono le ipotesi possibili e decideremo».
COTA però non esclude che alla fine in Piemonte il ticket rimanga tale e quale lo ha stabilito il governo:
«Certo vorremmo poter intervenire, ma i vincoli finanziari sono strettissimi. Insomma quello che tagliamo lo
dobbiamo trovare da un'altra parte. Così vedremo se è possibile modulare l'intervento, ma alla fine c'è anche
il rischio che questo provochi solo complicazioni e non porti particolari vantaggi a nessuno. In quel caso credo
sia meglio non fare nulla. Comunque vedremo». In ogni caso sembra chiaro, spiega l'assessore al Bilancio
Giovanna Quaglia, che sulla base di quanto detto negli incontri con il ministro della salute «il ticket è già
applicabile adesso».
Quanto alle ipotesi di modulazione sono due: la prima prevede di applicare il ticket da 10 euro sulla
diagnostica in maniera scalare a seconda delle fasce di reddito. Ad esempio raddoppiandolo per chi ha un
reddito alto e abolendolo per chi invece ha maggiori difficoltà economiche. L'altro modello invece è quello già
adottato dalla Lombardia e prevede che il ticket venga applicato con costi differenti a seconda del tipo di
esame diagnostico: più caro per quelli meno frequenti (e non indispensabili), meno caro o gratuito per gli altri.
È allo studio anche un possibile incrocio tra i due modelli.
Allo stesso tempo in assessorato si provvederà anche a controlli a campione su chi già oggi è comunque
esente dal balzello: ad esempio gli anziani ultrasessantacinquenni con un reddito inferiore ai 36 mila euro.
Facendo i calcoli si è infatti scoperto che dei circa 23 milioni di esami diagnostici che ogni anno sarebbero
soggetti a ticket in Piemonte circa 17 milioni ricadono proprio nelle fasce esenti.
Tantissimi. Di qui la necessità di una verifica. Per ciò che riguarda invece il ticket sui codici bianchi al Pronto
soccorso da 25 euro, nessuna novità: in Piemonte come in gran parte delle regioni italiane è già applicato da
tempo e quindi la Finanziaria non incide in alcun modo.
Foto: Ticket sanitari, oggi si decide
Foto: Una macchina dei ticket
SANITÀ NAZIONALE
31
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il retroscena
22/07/2011
La Repubblica - Napoli
Pag. 11
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Il Policlinico resta senza manager Siani: "Bilancio bocciato, ora lascio"
La decisione a meno di due anni dalla nomina "Ovvio per me passare la mano ho solo sposato la linea
dell'etica"
GIUSEPPE DEL BELLO
IL MANAGER getta la spugna. A meno di 2 anni dalla nomina, Alfredo Siani lascia la direzione generale del
Vecchio Policlinico.
Ufficialmente «il Collegio dei sindaci ha bocciato il bilancio», di fatto la cittadella ospedaliera del Secondo
Ateneo annaspa in un mare di difficoltà. Soprattutto economiche, oltre che logistiche.
Tanto che non si sa neanche se arriveranno mai i 116 milioni previsti dall'ultimo protocollo d'intesa con la
Regione.
Siani non è uomo che si dà per vinto, lui che ha diretto la Radiologia del Pascale, che è stato amministratore
della Sanatrix e che al vertice del Policlinico approdò convinto di farcela. La relazione del Collegio, come
spiega il manager che resterà in carica fino al 20 settembre, ha rivelato «difficoltà strutturali che non hanno
consentito il via libera alla previsione di spesa, pur avendo chiuso in "pareggio"». Ma il pareggio è stato
raggiunto sui 116 milioni previsti e non sui 100 milioni che rappresentano il finanziamento precedente. Cioè,
disponibile.
«E' la prima volta che mi accade», aggiunge, «ovvio, per me, passare la mano. Ho solo sposato la linea
dell'etica». Nessun tono di sfida nei confronti dell'amministrazione, né recriminazioni, Siani - aplomb da
gentiluomo- spende poche parole per ricordare il lavoro svolto. In pochi mesi è stata riattivata (dopo
ristrutturazione) la sala operatoria della Ginecologia ed è stata sospesa la convenzione con Villa del Sole:
«Gli oculisti operavano nella casa di cura perché il complesso del Policlinico era inagibile. Ora, invece,
dispongono di una sala mobile, noleggiata ad hoc». Non se ne vanta, ma è riuscito ad aumentare il turnover,
con interventi chirurgici «no-stop dalle 8 alle 20 e il sabato mattina» e a «ristrutturare l'Anatomia patologica
che ha sede negli Incurabili». Insieme al direttore generale, la prassi prevede che lascino (perché nominati da
lui) il direttore sanitario Ezio Olivieri e quello amministrativo Pasquale Corcione. Per alcuni, la rinuncia al
mandato a meno metà percorso, sarebbe in linea con la candidatura di Siani alla direzione scientifica del
Pascale per succedere ad Aldo Vecchione. Ne è convinto l'europarlamentare del Ppe Enzo Rivellini. Che
commenta: «Si apre una ulteriore crepa nella traballante sanità regionale, proprio a ridosso di agosto che per
le strutture sanitarie è considerato un mese di ferie. Ma non lo è per i napoletani che subiranno maggiori
disservizi». «Non c'è alcun collegamento», smentisce Siani, «la mia è scelta etica, la bocciatura del bilancio è
grave». A dirigere la sezione scientifica del Pascale aspirerebbero in molti, dagli ordinari della Federico II
Annamaria Colao e Giancarlo Vecchio, al capodipartimento senologico del Pascale Giuseppe D'Aiuto, al
presidente del Comitato di Indirizzo Lucio Vizioli, al primario chirurgo Nicola Mozzillo e della radiologa della
Napoli 1 Ines Marano. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Alfredo Siani
SANITÀ NAZIONALE
32
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
CRONACA
22/07/2011
La Repubblica - Roma
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
UN TRIBUNALE dei diritti del medico dopo gli episodi di pestaggio dei "camici bianchi" da parte dei cittadini
esasperati.
L'ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma e provincia non ci sta ad assistere inerme alle
aggressioni agli operatori sanitari. Per questo ha annunciato la costituzione di un servizio che «si attiverà in
tutti quei casi in cui dovesse ravvisare una responsabilità nella gestione della struttura sanitaria ove si
verificano disservizi, errori e violenze». Solo tre giorni fa, nell'ospedale San Filippo Neri, un medico era stato
picchiato in pronto soccorso dal patrigno di una bambina a cui aveva comunicato la morte della paziente,
arrivata già in arresto cardio-respiratorio. Nella stessa struttura, nel dicembre scorso, un'intera equipe medica
fu aggredita dai familiari di un giovane di 29 anni, morto durante un intervento chirurgico di asportazione della
milza.
Foto: CONTROLLI A TAPPETO Il monitoraggio dei carabinieri ha interessato l'area tiburtina, i Castelli e il
litorale laziale
SANITÀ NAZIONALE
33
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
"Troppe le aggressioni negli ospedali Ora un tribunale per i diritti del
medico"
22/07/2011
La Repubblica - Firenze
Pag. 2
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Medici e manager convinti soltanto a metà "Nessun rischio, ma difficile da
organizzare"
L'infettivologo: ci vorrebbe uno spazio aperto vicino e un accompagnatore
(mi.bo.)
«I cani in corsia? Se sono tenuti bene e sani non ci sono problemi per i ricoverati, piuttosto credo che le
difficoltà possano essere organizzative». Francesco Leoncini dirige le malattie infettive ospedaliere di
Careggi, vive in campagna e ha due cani e tre gatti. Non vede problemi dal punto di vista sanitario per la
presenza degli animali in reparto. «Intanto però, vorrei sottolineare come ci sia differenza tra i cani e i gatti,
che possono scappare più facilmente, cosa che non va bene in un reparto».
Ma il contatto con gli animali non mette a rischio la salute di chi è ricoverato? Non c'è la possibilità che
vengano trasmesse malattie a chi è già in condizioni di salute difficili? «Se il caneè ben tenuto non c'è nessun
pericolo - dice sempre Leoncini - Non ci sono rischi legati al passaggio di malattie. Ovviamente ci sono certi
reparti intensivi in cui la loro presenza non può essere accettata». Al primario è capitato varie volte di avere
cani nel suo reparto. «Non proprio dentro - spiega - noi abbiamo un ballatoio accanto all'area di degenza ed è
successo che su richiesta di pazienti, magari ricoverati a lungo, abbiamo fatto venire i loro cani a trovarli e si
sono incontrati in quella zona». Nessun problema dunque al via libera ai cani? «Insomma, mi sembra che la
cosa possa avere delle criticità più dal punto di vista organizzativo. Intanto bisogna che agli altri ricoverati gli
animali non diano fastidio e poi non devono richiedere l'intervento del personale del reparto. È necessario
che ci sia sempre un accompagnatore dell'animale, che non può assolutamente restare solo con il paziente.
Se il cane facesse i suoi bisogni sarebbe un bel problema. Ovviamente sarebbe meglio avere uno spazio
all'aperto vicino ma spesso non è così». Sempre a Careggi, il direttore sanitario Valtere Giovannini non vede
problemi nella presenza dei cani. «Basta che il primario o più in generale il reparto valuti bene la situazione e
decida di conseguenza. Dobbiamo fare il possibile per far stare meglio i nostri pazienti e se gli animali
servono a questo, ben vengano». Paolo Morello è il direttore generale dell'azienda ospedaliera di Siena.
Quando era il numero uno del Meyer ha introdotto la pet therapy, poi avviata in altre realtà. «Il successo di
quell'esperienza può essere un buon punto di riferimento - spiega - in soldoni si tratta di far avvicinare un
animale, in quel caso appositamente addestrato, al letto del malato per stimolarlo positivamente dal punto di
vista psicologico. È ovvio che questa stimolazione possa essere ancora maggiore con l'animale di proprietà».
Quello di Morello non è però un via libera incondizionato. «Credo che le direzioni sanitarie delle aziende
debbano valutare tutti i rischi e solo a quel punto dare il via libera. Non ci devono essere conflitti tra gli aspetti
psicologici positivi e quelli organizzativi da un lato e igienico sanitari dall'altro».
Foto: GLI ESPERTI A sinistra Francesco Leoncini infettivologo di Careggi; sopra, e Paolo Morello, direttore
dell'ospedale di Siena
SANITÀ NAZIONALE
34
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le reazioni Leoncini (Careggi): no agli ingressi in terapia intensiva. Morello (Siena): attenzione all'impatto
psicologico
22/07/2011
La Repubblica - Firenze
Pag. 2
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Fido in corsia, via libera dell'assessore
"Sì all'interpretazione estensiva della legge". I cani in visita ai padroni ammalati "Ovviamente potranno farlo
alle condizioni indicate dai responsabili sanitari"
MICHELE BOCCI
ORARIO di passo in ospedale per i cani. I padroni malati potranno abbracciare i loro compagni nelle strutture
sanitarie toscane. L'assessore alla salute Daniela Scaramuccia apre alla proposta fatta dal responsabile della
sanità del Comune di Prato, Dante Mondanelli e dà il via libera a Fido nei reparti. «Tutto quello che può
servire a migliorare la vita dei pazienti ci trova d'accordo», dice Scaramuccia, che spiega: «La Toscana ha già
una legge che prevede la possibilità per i cani di entrare negli esercizi pubblici e commerciali nonché nei
locali e uffici aperti al pubblico sul territorio regionale. Si tratta di dare una interpretazione estensiva. Partiamo
dal presupposto che il nostro obiettivo è andare verso una sempre maggiore umanizzazione delle strutture
sanitarie». Gli animali, ovviamente, non potranno entrare in tutti i reparti. «Le condizioni per la loro presenza
saranno indicate dai responsabili sanitari delle unità operative e dalle direzioni degli ospedali - prosegue
Scaramuccia - Va fatta una valutazione caso per caso per capire la situazione ambientale, lo stato di salute
dell'uomo e le caratteristiche del cane. Solo se non ci sono pericoli per il malato o disturbo per gli altri
ricoverati e per il personale potrà arrivare il via libera». Ci sono unità operative doveè impensabile la
presenza di canio gatti, dalle terapie intensive alle unità coronariche alle chirurgie specialistiche. Invecei
pazienti costretti a lunghe degenze in reparti come le medicine, la psichiatria o l'ortopedia avranno maggiori
possibilità di ricevere visite dal loro cane.
«La nostra Regione ha dimostrato una sensibilità nei confronti di questa tematica con la legge del 2009prosegue Scaramuccia - dove sono stati sanciti i diritti degli animali e dei loro padroni e dove, per quanto
riguarda l'aspetto sanitario, si parla esplicitamente di pet therapy in corsia». Quel tipo di attività, svolta con
cani addestrati e personale specializzato, è da anni presente in varie strutture sanitarie come il Meyer. E'
ritenuta molto utile per i pazienti ma il nuovo passoè diverso perché prevede l'ingresso nella struttura
sanitaria del cane della persona ricoverata, che con questa ha un rapporto speciale.
Mondanelli martedì aveva annunciato la preparazione di un nuovo regolamento comunale per la tutela e il
benessere degli animali in città che deve ancora essere approvato dal consiglio comunale di Prato.
Tra le altre cose nel testo si parla di animali e strutture sociosanitarie. «La prima intenzione è quella di
coinvolgere le Rsa spiega Mondanelli - Visto che molte sono convenzionate con noi vorrei che nel percorso di
accreditamento delle strutture fosse incentivata la capacità di assicurare la possibilità che gli animali
domestici vadano a trovare gli anziani. La natura delle strutture mi sembra adatta a questa ipotesi».
Per quanto riguarda gli ospedali, il Comune non ha competenze ma l'assessore pratese ieri spiegava di voler
parlare con la Asl per ragionare insieme su come far entrare in contatto i ricoverati con i loro animali di
compagnia. Poi è arrivata la presa di posizione di Scaramuccia. «Per come conosco Daniela - commenta
Mondanelli - la sua sensibilità al tema è certa e sono sinceramente contento che le nostre posizioni
coincidano. Tra l'altro lei viene dal Piemonte e il nostro regolamento si ispira a quello del Comune di Torino.
Ci sono già unità operative che non hanno problemi se un cane va a trovare il padrone ricoverato, adesso
dobbiamo passare allo studio delle modalità attuative che naturalmente dovranno rispondere al rispetto delle
norme igienico sanitarie e non devono turbare l'organizzazione dei reparti».
Foto: IL PROGETTO Un cane al Meyer: dalla Regione il progetto per l'orario di passo anche per i cani
FIRENZE.IT Su Repubblica Firenze servizi e commenti alla nuova iniziativa
SANITÀ NAZIONALE
35
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La sanità che cambia
22/07/2011
La Repubblica - Firenze
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
BOCCI
IL PASSO in ospedale anche per Fido, come per i parenti dei ricoverati. L'assessore alla salute Daniela
Scaramuccia apre alla proposta del responsabile della sanità del Comune di Prato, Dante Mondanelli e dà il
via libera a Fido nei reparti. «Tutto quello che può servire a migliorare la vita dei pazienti ci trova d'accordo spiega Scaramuccia - Le condizioni per la presenza degli animali devono essere indicate dai responsabili
sanitari e dalle direzioni degli ospedali. Va fatta una valutazione caso per caso per capire la situazione
ambientale, lo stato di salute dell'uomo e le caratteristiche del cane».
A PAGINA II
Foto: Cani in corsia, ok dell'assessore
SANITÀ NAZIONALE
36
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'assessore: "Sì ai cani in visita ai padroni in ospedale"
22/07/2011
La Repubblica - Bologna
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La denuncia della Cisl: intervenire subito, Medicina e Geriatria scoppiano "Una situazione inaccettabile che
pregiudica anche la normale operatività del personale"
NEI reparti di Medicina e Geriatria dell'ospedale Maggiore la situazione è «ormai insostenibile»: il
sovraffollamento è tale che potrebbe mettere a rischio la salute dei pazienti. La denuncia arriva dai
sindacalisti della Cislfunzione pubblica, secondo i quali in questi reparti sono mediamente ricoverati «setteotto pazienti in più rispetto ai letti autorizzati, con camere attrezzate per accogliere due persone, in realtà
occupate sempre da tre pazienti». Occorre intervenire in fretta, esorta la responsabile Cisl per la sanità Gina
Risi: «Nonostante il massimo impegno degli operatori, è stato ampiamente superato il livello di guardia. La
situazione è ormai inaccettabile, mette a rischio la salute dei pazienti ricoverati e anche quella dei loro
familiari. Inoltre pregiudica la normale operatività degli addetti nelle strutture». Eppure, nonostante tutto
questo, secondo il sindacato, l'Ausl non si è mossa per rispettare l'accordo firmato il 10 maggio scorso per
risolvere il problema.
Dopo una serie di «sollecitazioni» presentate dalla Cisl alla direzione generale, si era arrivati ad un accordo
risolutivo, firmato nella sede dell'Ausl, ricorda Risi. Questo accordo prevedeva l'utilizzo di un reparto
"polmone", predisposto proprio per far fronte a situazioni di questo tipo. «E' necessario che la direzione
dell'Ausl rispetti quanto concordato». Della questione sono stati investiti ora gli assessori alla Sanità in
Comune e Provincia Luca Rizzo Nervo e Giuliano Barigazzi, nel tentativo di individuare soluzioni adeguate
«per risolvere una vera e propria emergenza. E l'accordo deve essere rispettato per riportare i pazienti e gli
operatori in una situazione di sicurezza». L'auspicio del sindacato è che Rizzo Nervo e Barigazzi scendano in
campo e riescano ad ottenere risultati concreti.
Pronta la replica dell'Ausl.
«Sono già stati adottati provvedimenti per far fronte ai picchi elevati di ricoveri registrati nelle ultime
settimane in Medicina e Geriatria, attraverso soluzioni organizzative in grado di potenziare la capacità di
accoglienza dei reparti garantendo ai cittadini qualità, sicurezza e adeguatezza delle cure. In particolare,
sono attivi da tre settimane 14 posti letto straordinari con il relativo personale infermieristico e di supporto
all'assistenza infermieristica. Da domani saranno attivi 18 posti letto straordinari, 14 di area medica e quattro
di area chirurgica. La situazione è costantemente monitorata dalla direzione sanitaria».
Foto: L'OSPEDALE Secondo il sindacato in alcuni reparti sono ricoverati fino a otto pazienti in più rispetto al
numero dei letti autorizzati
Foto: PER SAPERNE DI PIÙ www.cislbologna.it www.ausl.bologna.it
SANITÀ NAZIONALE
37
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
"Al Maggiore reparti affollati e pazienti a rischio"
22/07/2011
La Repubblica - Bari
Pag. 5
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Policlinico, guerra ai furbetti controlli su chi entra in auto
Fotocopie dei permessi e targhe per smascherare i dipendenti
(g.d.m.)
ALLA fine la direzione generale del Policlinico è stata costretta a correre ai ripari, mettendo in campo,
all'ingresso dell'azienda ospedaliera, anche due fotocopiatrici.
Per individuare coloro che entrano all'interno del Policlinico con l'auto esibendo permessi medici falsi o
comunque per fare in modo che il fenomeno si ridimensioni, la direzione generale del più grande ospedale
pugliese ha pensato a un nuovo progetto.
Si tratta di una vera e propria sperimentazione che entrerà in vigore ad agosto, mese in cui l'afflusso delle
auto è molto più ridotto. «Abbiamo il sospetto spiega il direttore generale Vitangelo Dattoli - che tra i
dipendenti del Policlinico ci sia chi, per entrare con l'auto, esibisca permessi falsi» . E cioè autorizzazioni
simili a quelle rilasciate dalle cliniche ai pazienti che così per motivi strettamente medici possono entrare
all'interno dell'azienda ospedaliera. Ai due varchi di ingresso del Policlinico, sono stati installati due gabbiotti.
Ai vigilantes sono state date in dotazione due fotocopiatrici. Il sistema è semplice. Quando qualcuno si
presenta all'ingresso esibendo l'autorizzazione, la guardia giurata, in caso di sospetti, avrà il compito di
fotocopiare il permesso, il documento d'identità e appuntare il numero di targa della vettura. E poi dovrà
chiamare la clinica, citata nell'autorizzazione, chiedendo se è fissata una visita per il paziente in questione. Si
tratta di un progetto sperimentale che avrà soprattutto un effetto deterrente. Difficile pensare che da
settembre, quando l'attività ospedaliera rientrerà nuovamente nel vivo,i vigilantes potranno controllare
permesso su permesso. E infatti la rivoluzione più che altro servirà a convincere i cittadini e i dipendenti a non
usare stratagemmi o scorciatoie per poter entrare in macchina all'interno del Policlinico.
Per chi lavora nelle cliniche e negli uffici dell'ospedale è possibile entrare con l'auto solo nelle ore
pomeridiane. Il potenziamento dei controlliè stato disposto in attesa che entri in funzione (in questi giorni sarà
bandita la gara) il sistema che permetterà di controllare gli accessi attraverso un meccanismo simile a quello
già in funzione all'aeroporto. Nei varchi di ingresso della struttura ospedaliera saranno installate alcune
postazioni. Entro i 30 minuti la sosta sarà gratuita. I cittadini che si attarderanno all'interno dell'azienda
ospedaliera dovranno pagare, inserendo il biglietto automatico nelle casse automatiche che saranno
installate.
Foto: PER SAPERNE DI PIÙ bari.repubblica.it
Foto: Auto nel Policlinico
SANITÀ NAZIONALE
38
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il caso
22/07/2011
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 31
(diffusione:556325, tiratura:710716)
E domani scatta l'addizionale Irpef al Comune di Milano Agli stati generali sulla sanità 23 sindacati si
schierano compatti contro la manovra
VALENTINA CONTE
ROMA - «Il ticket è una misura presa d'emergenza che può creare una serie di problemi e che ha una sorta di
iniquità all'interno». A metà di una giornata tesa, il ministro della Salute Fazio alla fine lo ammette: «Nel
momento in cui per una glicemia si devono pagare dieci euro di ticket salta il concetto di sistema pubblico».
L'aumento dei ticket ospedalieri (10 euro per diagnostica e visite specialistiche e 25 euro per i codici bianchi
del pronto soccorso), scattato con l'approvazione della manovra economica, ha gettato in uno stato d'ansia
cittadini e istituzioni locali.
«Entro settembre», assicura il ministro, si aprirà il tavolo con le Regioni per «rimodulare il ticket», magari sul
"modello lombardo". Nel frattempo i governatori sono «liberi di applicare le manovre più opportune» per
congelare la misura o renderla meno indigesta.
Compito non facile per le Regioni che ancora resistono, non senza liti furibonde in giunta e consiglio.
Risponde a distanza Vasco Errani, in veste di presidente della conferenza delle Regioni, che chiede al
ministro di lavorare piuttosto nel governo «per trovare una copertura». Altrettanto scontenti, anche i sindacati
dei medici, 23 sigle, ieri radunati agli Stati generali della Sanità dove ha parlato Fazio, «non escludono alcuna
forma di protesta», per la prima volta uniti, per «cambiare questa manovra». Davanti a loro, il ministro parla
anche del blocco del turn over e lo definisce «dannoso per il Paese, può creare una serie di problemi».
«Mi adopererò - dice - con il ministro dell'Economia per ampliare la deroga dal blocco del 10% stabilita per le
Regioni alle prese con il piano di rientro». Alle turbolenze generali si aggiunge Federanziani. Ricevuta
d'urgenza presso la sede del dicastero di Fazio, l'associazione ha chiesto lumi al ministro (che si è detto
«preoccupato per il blocco degli investimenti nella sanità»). «E se una persona anziana che è esente per una
determinata malattia richiede una prestazione che non rientra in quella patologia, come funziona?», gli chiede
il presidente Roberto Messina.
Questioni che danno il senso dello smarrimento generale.
Fazio risponde in serata con una nota che richiama il criterio dell'appropriatezza: se la prestazione è
scollegata con la patologia, il ticket sarà dovuto.
Sul piano politico, se da una parte il governatore Formigoni gongola per "la via lombarda al ticket" (graduato
da zero a 30 euro), che a suo dire fa scuola in Italia («Il ticket non può essere aggirato», ripete), dall'altra
placa le proteste ribadendo che le esenzioni al ticket rimarranno tali per i lombardi. Il Comune di Milano,
intanto, potrebbe introdurre l'addizionale Irpef dello 0,2% per il 2011, con un'esenzione per i redditi sotto i 2026 mila euro: tra i 350 e i 450 milanesi, secondo le stime, sarebbero dunque colpiti (oggi la proposta arriva in
giunta). E' la prima tassa dell'era Pisapia per scongiurare il rischio che il Comune sfori il patto di stabilità sulla
spesa corrente di circa cento milioni di euro. Non un buon momento, in ogni caso, per i cittadini.
Foto: Il ministro Fazio (secondo da destra) durante gli stati generali
SANITÀ NAZIONALE
39
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I medici: cambiate misure o sarà sciopero e sul ticket Fazio ammette: è
ingiusto
22/07/2011
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 20
(diffusione:556325, tiratura:710716)
San Raffaele, ultimatum della procura "Piano entro settembre o fallimento"
Milano, sul salvataggio il Vaticano ora frena: "Potremmo anche rinunciare" Oggi si riunisce il cda che
potrebbe affidarsi a Enrico Bondi per uscire dallo stallo
ORAZIO LA ROCCA ETTORE LIVINI
MILANO - La Santa Sede frena sul salvataggio del San Raffaele, mentre la Procura di Milano dà due mesi di
tempo al nuovo cda dell'ex-impero di Don Verzè per metterne a punto il piano di riassetto. «Allo stato noi non
siamo in grado di dare garanzie sul rilancio del gruppo - ha spiegato ieri dietro condizione d'anonimato uno
dei quattro consiglieri nominati dalla Santa sede nel consiglio della Fondazione Monte Tabor - . Non
sappiamo quale è il suo reale stato di salute e ci sediamo al tavolo del cda con grande prudenza, senza
accettare pianie tempi imposti da altri. Prima guarderemo i numeri. Poi, e solo se ci saranno le condizioni,
metteremo a punto un progetto». Tempo non ce n'è in realtà molto. Entro il 15 settembre, infatti, in assenza di
un piano concreto (soldi compresi) per rimettere in sesto i conti, la procura di Milano potrebbe far scattare la
richiesta di fallimento per il San Raffaele, messo in ginocchio da un miliardo di debiti.
L'ultimatum è stato esplicitato ieri dai magistrati meneghini all'ex ministro della giustizia Giovanni Maria Flick,
neo consigliere dell'ospedale in rappresentanza del Vaticano. Flick avrebbe chiesto una "tregua" giudiziaria di
tre mesi, ma i magistrati hanno deciso di anticipare le scadenze. Il nuovo cda, dicono, sarebbe
«giuridicamente precario» perché in virtù dello statuto di Fondazione Monte Tabor, la cassaforte del
sacerdote veronese, Don Verzè può revocarlo in ogni momento. I pm sono preoccupati anche per l'opacità
dei conti del gruppo anche se il San Raffaele ha categoricamente smentito ieri l'esistenza di «contabilità
parallele o di soldi neri all'estero». La palla è ora dunque nel campo del Vaticano. Che dovrà bruciare i tempi
per quadrare il cerchio. Oggi un consiglio della Fondazione dovrebbe cooptare (come consulente esterno) un
super-esperto di ristrutturazioni impossibili come Enrico Bondi, il risanatore di Enimont e della Parmalat postTanzi, affidando invece la gestione operativa del business a Renato Botti, un interno del San Raffaele che
negli ultimi tempi si era allontanato dall'ospedale dopo alcuni scontri con Don Verzè. Il primo compito del
nuovo vertice, dicono indiscrezioni vicine al nuovo cda, sarà quello di far luce sul reale stato di salute
finanziaria dell'ospedale, per capire i suoi reali margini di redditivitàe la praticabilità del salvataggio. Solo in
una seconda fase si deciderà quale strada giuridica seguire per rimettere in sesto l'azienda. «Ma se i conti
non tornano potremmo anche sfilarci e portare i libri in tribunale per il fallimento», dice una fonte legale vicina
al Vaticano. Una precauzione comprensibile visto che il nuovo cda di profilo piuttosto alto (tra gli altri c'è il
numero uno dello Ior Ettore Gotti Tedeschi) non vuole rischiare niente sotto il profilo giudiziario per i buchi di
Don Verzè.
L'ipotesi più probabile e soprattutto più praticabile resta quella di un concordato preventivo (anche se il
sacerdote veronese sarebbe contrario). Alcuni rappresentanti del nuovo consiglio avrebbero non a caso
incontrato lo studio Borghesi & Colombo che assieme ai legali di Bonelli Erede Pappalardo hanno già messo
a punto una richiesta di concordato pronta per essere depositata in tribunale. Le banche in quel caso
potrebbero garantire 150 milioni di nuova cassa e lo Ior ridurrebbe così il suo impegno finanziario per
puntellare i conti del San Raffaele. Senza interventi del mondo del credito, la banca del Papa rischia di dover
mettere sul piatto fino a 250-300 milioni. Un'altra ipotesi è quella di attivare altre procedure come la Marzano
(quella utilizzata per Parmalat) in grado non solo di proteggere il San Raffaele dai creditori ma pure di
lasciare la gestione in mano al Vaticano.
Le tappe IL MANDATO A inizio 2011 il San Raffaele indebitato affida agli advisor un piano per il salvataggio
PRIMA CORDATA Qualche fondo inglese inizia in una prima fase a studiare il dossier, poi rinuncia
FININVEST In una seconda fase Fininvest, i Moratti e Doris si candidano insieme a Rotelli IL VATICANO Alla
fine interviene il Vaticano che entra nel cda e convince Don Verzé a farsi da parte
SANITÀ NAZIONALE
40
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
BUFERA SUL SAN RAFFAELE
22/07/2011
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 20
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE
41
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: PER SAPERNE DI PIÙ www.sanraffaele.org www.repubblica.it
Foto: L'OSPEDALE Una veduta del San Raffaele con l'Arcangelo Gabriele costato 2,5 milioni. A destra
Giovanni Maria Flick del neo cda
22/07/2011
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 29
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Due mesi per il San Raffaele
Il pm: entro il 16 settembre salvataggio, concordato o fallimento Ieri incontro di Flick e degli altri consiglieri
con il magistrato per concordare il cammino I dubbi del Tribunale: il nuovo cda è precario, da statuto Don
Verzè può riprendersi i poteri
GIOVANNA TRINCHELLA MILANO
Ieri, oggi, domani. Si gioca in tre tempi il destino della Fondazione San Raffaele di Milano. Innanzitutto il
nuovo consiglio di amministrazione, che oggi nel giorno dei funerali dell'ex vicepresidente Mario Cal si riunirà
per la prima volta, dovrà fare una ricognizione puntuale dei conti e verificare la disponibilità di cassa, e poi
decidere. E così ieri Giovanni Maria Flick, ex ministro della Giustizia e attuale membro del consiglio
d'amministrazione dell'ospedale di via Olgettina, si è presentato al presidente della sezione fallimentare del
Tribunale Filippo Lamanna - che ieri attendeva la proposta di concordato preventivo del vecchio board - per
chiedere tre mesi di tempo. Ma all'incontro era presente anche il pm Luigi Orsi, che con la collega Laura
Pedio è titolare da ieri del fascicolo per il suicidio di Cal, che ha «concesso» poco meno di due mesi.
Secondo la Procura il cda, targato Vaticano con quattro dei sette consiglieri, è precario perché don Luigi
Verzè potrebbe, in base allo statuto della Fondazione, riprendersi i poteri di cui si è spogliato, la cassa ha
disponibilità per un solo mese per le cure mediche e il debito - la cui vastità conosciuta è di poco meno di un
miliardo ma potrebbe essere maggiore col tempo continua a crescere. Gli inquirenti e gli uomini della Guardia
di Finanza da due giorni stanno ascoltando sindaci e revisori e membri della Fondazione che però sembrano
non avere idea dell'abisso su cui oscilla il San Raffaele e restituiscono una fotografia «opacissima» della
situazione finanziaria. E così nell'incontro in Tribunale, quarantacinque minuti, per concordare il cammino di
un possibile risanamento per il San Raffaele, ai nuovi amministratori è stata imposta una puntuale
informazione sui passi che il cda intende fare, e la prima informazione che oggi dovrà arrivare in Procura è il
verbale della riunione. Pena la richiesta di fallimento: il D-day è fissato per la prima metà di settembre: dal 16
settembre in poi se non sarà stato approntato un efficace piano di salvataggio o non sarà presentato un
concordato preventivo il pm chiederà il fallimento. I due mesi concessi allo stato soddisfano in parte le
richieste del nuovo consiglio, ma a questo punto è scontato che il consiglio di amministrazione della
Fondazione non darà il via libera al concordato in continuità messo a punto dagli adivisor legali dello studio
Erede Bonelli Pappalardo e da quelli finanziari di Borghesi Colombo e Associati. I consiglieri designati dal
Vaticano, tra i quali oltre allo stesso Flick figurano il professor Giuseppe Profiti, il presidente dello Ior Ettore
Gotti Tedeschi e l'imprenditore Vittorio Malacalza, preferiscono infatti condurre un esame approfondito sui
conti in prima persona, anche perché il loro obiettivo primario è quello di valutare la situazione non con
l'orientamento delle banche creditrici, quanto con gli occhi di chi nel San Raffaele dovrebbe a breve investire
somme cospicue. L'analisi della documentazione acquisita dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di
Finanza di Milano proseguirà per disegnare gli argini del buco e capire come abbia potuto inghiottire una cifra
così grande. Un lavoro impegnativo visto che la Fondazione spazia anche in altri settori oltre a quello
principale della sanità e della ricerca: dagli alberghi di lusso in Costa Smeralda ai terreni in Brasile, fino a una
società neozelandese, la Assion, da cui la Airviaggi, totalmente controllata dalla Fondazione, avrebbe
comprato un jet per 12 milioni di euro, poi spariti nel fallimento della Assion. Il dubbio che affiora - come
riportato ieri dal Corriere della Sera - è che l'operazione sia servita a creare fondi neri. Ma la presidenza della
Fondazione San Raffaele smentisce «categoricamente e nettamente ogni supposizione, anzi illazione, sulla
costituzione di conti neri all'estero nonché di contabilità parallele durante la passata gestione della
Fondazione».
Foto: Fondatore
Foto: Don Verzè ha creato il San Raffaele ma ora l'ospedale è gravato da un debito superiore al miliardo e ha
una disponibilità di cassa che basta solo per un mese
SANITÀ NAZIONALE
42
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
OGGI SI RIUNISCE IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE TARGATO VATICANO PER LA
RICOGNIZIONE DEI CONTI
22/07/2011
Il Giornale - Ed. Nazionale
Pag. 21
(diffusione:192677, tiratura:292798)
San Raffaele, il fallimento è più vicino
Ultimatum della Procura di Milano a Flick: il piano di salvataggio va presentato entro il 15 settembre
L'ULTIMO SALUTO Oggi i funerali di Mario Cal, l'ex vicepresidente morto suicida lunedì I TIMORI DEI
CREDITORI Amministrazione straordinaria, l'ipotesi più sgradita alle banche
Enrico Lagattolla
Milano È una questione di numeri, e di tempo. Prima, i numeri. Perché la riflessione di un investigatore apre
uno squarcio inquietante sui conti del San Raffaele. «Siamo sicuri che il debito è di un miliardo?». Ecco il
punto. Magistrati e finanzie ri che stanno studiano il dossier sui bilanci del colosso ospedaliero non escludono
che il baratro sia anche più profondo di quanto non sia fin qui emerso. E non intendono mollare la presa.
Anzi. E qui subentra il fattore tempo. Fra quanto la Procura presenterà l'istanza di fallimento? Un mese e
mezzo, al massimo. L'«ultimatum» scadrà il 15 settembre. Ieri Giovanni Maria Flick, ex ministro della
Giustizia e attuale membro del consiglio d'amministrazio ne dell'ospedale di via Olgettina, ha incontrato il
presidente della sezione fallimentare del tribunale di Milano, Filippo Lamanna, alla presenta del pubblico
ministero Lugi Orsi, titolare del fascicolo assieme alla collega Laura Pedio. Un faccia a faccia di oltre
mezz'ora per concordare il cammino di un possibile risanamento per il San Raffaele. I termini dell'accordo
sono estremanente stringenti per il colosso ospedalie ro. Flick, infatti, aveva chiesto tre mesi per predisporre
il piano di riassetto finanziario e salvataggio del gruppo. Ma la Procura ha risposto picche. Massimo un mese
e mezzo. La deadline , infatti, è stata fissata per la prima metà di settembre, e con l'obbligo da parte dei nuovi
amministratori del San Raffaele di informare passo per passo la Procura delle misure adottate per evitare il
crac. Sullo sfondo resta anche l'ipo tesi - spinta dalla Santa Sede, che esprime 4 consiglieri su 7 nel board
della Fondazione - di traghettare il gruppo verso l'insolvenza per poi chiedere al ministero dello Sviluppo
economico l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria prevista dalla Legge Marzano. Uno
scenario che preoccupa le banche, esposte centinaia di milioni, e che vorrebbero rientrare dei crediti al più
presto. La nuova ammnistrazione, però, garantisce di avere liquidità sufficiente per pagare dipendenti,
fornitori e passività correnti. I pm Orsi e Pedio, però, non restano a guardare. Il fascicolo sulla morte di Mario
Cal (i cui funerali si celebreranno oggi a Milano), inizialmente affidato al pm Maurizio Ascione, è passato nelle
loro mani. Una mossa che consegna alla Procura il titolo giuridico per avanzare un'istanza come previsto
dalla legge fallimentare. Anche ieri, poi, Orsi e Pedio hanno ascoltato come persone informate sui fatti alcuni
membri della Fondazione San Raffaele Monte Tabor, per provare a ricostruire gli aspetti più critici di una
gestione finanziaria che ha accumula to debiti e mangiato milioni. L'analisi della documentazione sequestrata
sta continuando. Il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano sta effettuando una ricongizione sul
materiale contabile trovata negli uffici e nell'abitazione di Cal. Ma negli ambienti investigativi si fa strada l'idea
che non tutto sia ancora venuto a galla. La situazione contabile e debitoria del San Raffaele, spiega una fonte
investigativa, sarebbe infatti «opacissima». Gli esempi non mancano. Dagli alberghi di lusso in Costa
Smeralda ai terreni in Brasile, fino a una società neozelandese la Assion - da cui la Airviaggi - totalmente
controllata dalla Fondazio ne - compra un jet per 12 milioni di euro, poi spariti nel fallimento della Assion. Il
dubbio che affiora - come riportato ieri dal Corriere della Sera - è che l'operazione sia servita a creare fondi
neri da destinare alla politica. Un'ipotesi, questa, ieri smentita «categoricamente e nettamente» da via
Olgettina.
Foto: FONDATORE Don Luigi Verzè (91 anni) ha creato dal nulla l'ospedale San Raffaele negli anni '60
[Lapresse]
SANITÀ NAZIONALE
43
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I CONTI DELL'OSPEDALE DI DON VERZÈ Il «buco» potrebbe superare il miliardo
22/07/2011
Avvenire - Ed. Nazionale
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Il ministro della Salute rassicura, ma è preoccupato per blocco di turn over e investimenti. Sindacati e
Regioni: manovra iniqua
Eassicura sul labirinto ticket, è preoccupato per il blocco del turn over e degli investimenti in sanità. Il ministro
Ferruccio Fazio agli Stati generali della Salute cerca di tamponare come può riguardo il giro di vite imposto
dalla manovra economica, sperando che «presto ci sia la possibilità di investire» in questo settore. Le Regioni
infatti sono sul piede di guerra, le associazioni di medici in mobilitazione e gli anziani molto preoccupati per
un ritorno della "tassa sulla malattia". Entro settembre, ha spiegato il capo del dicastero, potrebbe essere
pronto il tavolo con le Regioni per rimodulare i ticket sanitari, «per trovare una condivisione ed arrivare anche
ad una sorta di intesa». Sempre dopo l'estate si avrà anche chiarezza su chi sarà esente, «di sicuro chi è
affetto da malattie croniche». Ma a preoccupare il ministro soprattutto i forti tagli al comparto, sia per gli
investimenti che per le assunzioni. «Dobbiamo assolutamente prevedere in futuro di aumentare i fondi in
sanità o di ridurre i tagli», ha spiegato Fazio. La carenza dei medici, tuttavia, non può essere una voce da
sforbiciare nel bilancio, per questo «abbiamo esteso anche alle Regioni in piano di rientro la possibilità di
deroga del 10% per i primari». Una misura insufficiente («ne parleremo con l'Economia»), visto che il
congelamento degli organici medici «crea difficoltà di recupero e funzionalità proprio in quelle Regioni». Sono
proprio i governatori ad essere più insoddisfatti delle misure sanitarie previste dalla legge salvaconti. Il
presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani non va per il sottile: «Noi lavoreremo nelle prossime
ore - ha precisato - nell'ambito obbligato e sbagliato in cui il governo ci ha messo». Ma allo stesso tempo
auspica che «il ministro della Salute lavori sul governo perché trovi una copertura» ai ticket. Una scelta
sbagliata, ha continuato, «elemento di iniquità per i cittadini e anche un danno al sistema sanitario
nazionale». Non lesinano le parole anche le ventitre sigle sindacali di medici e dirigenti in stato di agitazione
dall'approvazione della manovra, ieri riunite agli Stati generali di Roma. Una manovra, hanno ribadito in coro,
«iniqua», che colpisce duramente i medici e «dunque da cambiare». (A.Guer.)
Foto: Il ministro Ferruccio Fazio
SANITÀ NAZIONALE
44
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Fazio: entro settembre chiarezza sui ticket
22/07/2011
Avvenire - Ed. Nazionale
Pag. 16
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Affrontare il dolore, problema organizzativo
CAMILLA CACCIAMANI
Solo per il mal di schiena da noi si perdono circa 30 milioni di ore di lavoro all'anno; è un dato incredibile,
ancor più sorprendente se si tiene conto che, in Italia, il consumo dei farmaci oppiacei, di ampia e certificata
efficacia nella gestione del dolore, è uno dei più bassi. A questo tipo di situazione ha inteso dare una risposta
la Legge 38/2010, affrontando il problema dell'appropriatezza terapeutica e prevedendo un modello
organizzativo interdisciplinare, che intende favorire l'accesso dei pazienti a un'assistenza più qualificata. In
questo modello organizzativo, punto di forza della normativa voluta dal Ministro Fazio, il ruolo del Medico di
Medicina Generale diventa determinante ed imprescindibile, per rendere efficiente il modello organizzativo
stesso. «ANCoM, l'Associazione Nazionale delle Cooperative Mediche, che conta 98 Cooperative, 5.000
Medici associati e 8 Consorzi regionali, ha raccolto da subito le raccomandazioni della Legge, programmando
e organizzando percorsi formativi per i propri soci sul territorio nazionale», spiega Fabrizio Muscas, Membro
del Consiglio Direttivo ANCoM - Associazione Nazionale delle Cooperative Mediche. «Ciò è stato reso
possibile grazie anche alla collaborazione fra il Comitato Scientifico IMPACT - progettualità che riunisce
Istituzioni, Società Scientifiche, Associazioni e Fondazioni - ed ANCoM; obiettivo comune: far conoscere le
raccomandazioni della Legge 38, favorire l'interfacciamento con i Centri specialistici previsti e dare una
risposta alle aspettative dei pazienti con dolore. IMPACT ha permesso di confrontarsi sulla Legge 38 non solo
alle tradizionali Società Scientifiche, ma anche alle Associazioni di Medici di Medicina Generale, quale
ANCoM, orientate non tanto alla produzione di aggiornamento scientifico teorico, quanto alla definizione di
modelli organizzativi ed operativi per la reale applicazione di 'linee guida' o raccomandazioni». Chiunque
operi all'interno del Ssn sa bene che questo è uno dei problemi più seri ed attuali, cioè la difficoltà per non
dire impossibilità da parte dei Medici di applicare alcune delle evidenze scientifiche per problemi strutturali, di
risorse e procedure organizzative quotidiane. «Al percorso formativo ANCoM/IMPACT - aggiunge il
presidente ANCoM Crescenzo Simone - h a n n o aderito attualmente 45 Cooperative distribuite in 10
Regioni; più di 500 Medici di famiglia hanno già partecipato, a partire da giugno 2011, ai primi 12 Corsi di
formazione, che verranno seguiti da un ulteriore aggiornamento, tramite una fase di formazione a distanza; a
settembre seguiranno altri 6 Corsi. Durante la fase di aggiornamento a distanza, si utilizzerà anche un nuovo
strumento di comunicazione informatica, una scheda PDTI (Percorso Diagnostico Terapeutico Integrato), che
consentirà il colloquio diretto, in tempo reale, tra gli ambulatori territoriali dei Medici e i servizi specialistici
ospedalieri». Cosa rappresentano le Cooperative mediche? «Sicuramente - continua Simone il modello
organizzativo più evoluto per sostenere i Medici di famiglia con servizi e tecnologie in comune, per ridurre i
costi, garantendo però una migliore qualità di vita a una popolazione che invecchia. Le Cooperative di Medici
possono ad esempio fornire servizi di infermieri sul territorio, per garantire una migliore assistenza al paziente
a casa, oppure mettere a disposizione dei propri assistiti tecnologie per la diagnosi o la terapia, in modo da
non intasare i servizi ospedalieri, con conseguenti lunghe liste di attesa. Possono anche essere autonome nel
programmare l'aggiornamento scientifico degli associati, senza dipendere esclusivamente dalle risorse
messe a disposizione dalle Istituzioni o dagli sponsor. I media tendono a riportare casi di 'mala Sanità' ma si
dovrebbe ricordare che l'Italia ha uno dei Sistemi Sanitari migliori al mondo e la spesa è una delle più basse.
In questo scenario, il Medico di famiglia, attraverso le Cooperative, vuole ritornare ad avere quel ruolo di
assoluto riferimento, sia per il Sistema Sanità che per i propri pazienti». Il medico di famiglia si trova anche a
dover gestire pazienti con poli-patologie, poli-terapie, problemi sociali e lavorativi. «Il medico generalista
territoriale - chiarisce Muscas - è il miglior filtro di appropriatezza alle richieste sanitarie della popolazione,
capace di adattarsi, a partire dalle evidenze scientifiche, anche alle situazioni più complesse. Questo gli è
SANITÀ NAZIONALE
45
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
/ cittadini italiani che soffrono di dolore cronico sono più o meno quindici milioni\ circa uno su quattro. E di
questi un quarto almeno presenta dolore severo: in questo senso, l'Italia è uno dei primi paesi nel vecchio
Continente
22/07/2011
Avvenire - Ed. Nazionale
Pag. 16
(diffusione:105812, tiratura:151233)
SANITÀ NAZIONALE
46
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
possibile grazie anche al rapporto di fiducia che instaura con i propri assistiti, i quali si rivolgono a lui e ne
seguono le indicazioni perché lo percepiscono ancora come proprio Medico e non un semplice erogatore di
prestazioni anonime, per conto del Sistema Sanitario. Per rispondere alle aspettative di salute dei cittadini e,
al tempo stesso, favorire la reale applicazione di normative importanti come la Legge 38/2010, la Cooperativa
diventa il modello organizzativo e lo strumento per riaffermare la funzione della medicina generale
territoriale».
Foto: Crescenzo Simone, Presidente di ANCoM
Foto: Fabrizio Muscas, Consiglio Direttivo ANCoM
22/07/2011
Finanza e Mercati
Pag. 4
(diffusione:21000, tiratura:267600)
San Raffaele, due mesi di prognosi
Preoccupa la precarietà dei consiglieri Ma Flick e Pini assicurano trasparenza
Alla procura il particolare non poteva sfuggire: così come, da un giorno all'altro, sono stati nominati; i nuovi
consiglieri della Fondazione San Raffaello del Monte Tabor da un giorno all'altro possono essere revocati. A
fare e disfare è l'«azionista», immutato: l'Associazione San Raffaele presieduta dal fondatore don Verzé e
formata dai «sigilli» (e, fino a lunedì scorso, anche da Mario Cal). Insomma, la pagina non è stata voltata
definitivamente. Ieri lo si è notato in modo clamoroso (ma, per fortuna, quando l'incontro a Palazzo di giustizia
tra il presidente della sezione fallimentare Lamanna, il pm Orsi e i neo consiglieri Flick e Pini, con l'assistenza
dell'avvocato Gianni, si era concluso da un paio d'ore): «La presidenza della Fondazione San Raffaele del
Monte Tabor - ha scandito un comunicato stampa diffuso dal San Raffaele - smentisce categoricamente e
nettamente ogni supposizione, anzi illazione, sulla costituzione di conti neri all'estero nonché di contabilità
parallele durante la passata gestione della Fondazione». Le «supposizioni» sono quelle apparse ieri sul
Corriere della Sera, e tutti si augurano la loro infondatezza. Ma a fare la smentita, ufficiale, è «la presidenza»,
cioè lo stesso don Verzé che invece dovrebbe essere sostanzialmente onorario dopo la rinuncia a tutte le
deleghe a favore del nuovo vicepresidente Profiti. I consiglieri Flick e Pini, invece, avevano mantenuto il
silenzio uscendo dal tribunale, rinviando ogni informazione a un comunicato che sarà emesso oggi, dopo il
Consiglio di Fondazione (e probabilmente poco prima del funerale di Mario Cal). Insomma: chi parla a nome
del San Raffaele? E quale effetto può avere una smentita «categorica», laddove la Procura ritiene la
situazione «opacissima», teme che il miliardo di euro non sia sufficiente a contare i debiti, e concede due
mesi scarsi di tempo (sostanzialmente, il periodo feriale) a Flick e Pini che ne desideravano tre? Risolvere la
«precarietà giuridica» richiederebbe troppo tempo, a termini di Statuto. Per ora vale il patto tra gentiluomini
siglato ieri: massima trasparenza, informazione e collaborazione; insomma, «segnali concreti». E in caso di
ripensamento, per così dire, del fondatore, libri in tribunale prima di andarsene. Ora non resta che correre: il
Cda di stamane dovrebbe incaricare ufficialmente Enrico Bondi per le attività di risanamento. San Raffaele
potrebbe ancora guarire. Ma non va in ferie.
Foto: Enrico Bondi
SANITÀ NAZIONALE
47
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FONDAZIONE IL PM: «TROPPA OPACITÀ»
22/07/2011
Il Gazzettino - Ed. Nazionale
Pag. 15
(diffusione:86966, tiratura:114104)
In Friuli il ticket diventa retroattivo
L'assessore Kosic: «Operazione indispensabile, non possiamo rinunciare a 50 mila euro al giorno»
TRIESTE - Ci mancava il ticket retroattivo. In Friuli Venezia Giulia si è deciso di applicare da subito (lunedì
scorso) le nuove tariffe sanitarie, ma soltanto da lunedì il sistema informatico del Servizio sanitario regionale
avrà riconfigurato, Azienda per Azienda, i propri programmi e sarà in grado di imporre in automatico i
"balzelli". Perciò ancora ieri - e probabilmente anche oggi - chi prenotasse un esame del sangue o una visita
specialistica si è visto chiedere i "vecchi" ticket (fino a un massimo di 36 euro), ma non creda di averla fatta
franca: gli sarà chiesto di aggiungere i 10 euro famigerati, che salgono a 25 in caso di prestazione da codice
bianco al pronto soccorso. A scoprirlo è stato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Gianfranco
Moretton, ma la circostanza ha trovato conferme nell'Amministrazione: non chiedere il pagamento aggiuntivo
- è stato spiegato dall'assessore Vladimir Kosic - equivarrebbe a rinunciare a un introito pari a circa 50mila
euro al giorno (17 milioni su base annua). E senza riequilibri praticabili per tentarne un recupero alternativo.
La questione dei ticket ha arroventato il dibattito politico friulano alla vigilia del varo della manovra estiva, che
vedrà la Regione impegnata a investire un tesoretto da extragettito fiscale pari a 186,5 milioni di euro. Proprio
da queste risorse il Pd intenderebbe attingere per sollevare i cittadini dal balzello sanitario, trovando sponda
in posizioni di analoga intransigenza manifestate sia dalla Lega Nord che dall'Udc, ma perfino dal
vicepresidente (Pdl) della Regione Luca Ciriani. L'Amministrazione, tuttavia, confida esclusivamente
nell'impugnazione alla Corte costituzionale della norma voluta dal ministro Tremonti, che sarà approvata oggi
dalla Giunta di Renzo Tondo per censurare una sostenuta invasione di campo ai danni dell'autonomia
regionale e nello specifico dell'autogestione finanziaria della Sanità. Se la Consulta desse ragione ai friulani, i
soldi ora chiesti anche retroattivamente agli utenti dovrebbero essere restituiti puntualmente, poiché
l'illegittimità costituzionale della norma cancellerebbe con un colpo di spugna ogni suo effetto giuridico. E
stiamo parlando di oltre un milione di euro al mese. A complicare uno scenario già assai difficile che provoca
un diffuso disorientamento fra i cittadini, è anche una valutazione informale resa al Gazzettino dal procuratore
della Corte dei conti di Trieste, Maurizio Zappatori: i nuovi ticket, previsti da una norma nazionale del 2007,
vanno fatti pagare in ogni caso perché sono svincolati dai tagli che il Governo intende conseguire sui propri
trasferimenti alle Regioni per le prestazioni sanitarie. Appartengono invece al principio generale di
contenimento della spesa corrente e come tali non vanno disapplicati o ridotti. Sul punto dalle opposizioni
regionali di centrosinistra si leva una vivace polemica "accessoria": se proprio si volevano attuare gli aumenti,
occorreva almeno modularli per i diversi costi delle prestazioni. Sergio Lupieri, consigliere regionale ma prima
di tutto medico di famiglia, afferma infatti che un esame della glicemia costa adesso in Friuli Venezia Giulia
10 euro di vecchio ticket più 10 di nuovo: più del suo costo effettivo. Anche per questo l'assessore Kosic
annuncia in serata che «guardiamo con favore all'ipotesi di modulare i ticket proporzionalmente all'entità della
prestazione come in Lombardia». © riproduzione riservata
SANITÀ NAZIONALE
48
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SANITÀ Nuove tariffe in vigore da lunedì scorso ma i programmi delle Asl saranno aggiornati dal 25 luglio
22/07/2011
MF
Pag. 20
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Polizza a portata di mano
Europ Assist ance lancia le app, la copertura di 24h si compra su facebook
di Cristina Cimato
Iresidenti in Lombardia che si recano in viaggio scegliendo l'opzione last minute, cosi come chi che non si
premura di stipulare una polizza prima di partire, possono utilizzare la propria Carta regionale dei servizi
come assicurazione sanita-ria In viaggio. La carta, Infatti, funge da Tessera europea di assicu-razione
malattia. La copertura consente a chi si reca In uno dei 27 paesi dell'Unione Europea o negli stati che
aderiscono allo Spazio economico europeo (Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) di usufruire delle
cure mediche necessarie, quindi non solo quelle ur-genti, coperte In precedenza dal modelli E 110,111,119 e
128. La Tessera europea di assicura-zione malattia può però essere richiesta anche da coloro che non sono
ancora in possesso della carta regionale. In questo caso è necessario recarsi alla Asl di competenza che
potrà rilasciare il certificato provvisorio sostituti-vo, che ha validità 30 giorni dalla data di emissione. Nella
stessa sede è possibile fare richiesta per ottenere la tessera, che è gr atuita e nominale. Chi ha poco tempo,
però, può accedere al sito www.crs.regione.lombardia.it per compilar e e stampar e il certificato sostitutivo.
L'assistenza fornita è in forma dir etta e pertanto nulla è dovuto, eccetto il pagamento di un eventuale ticket
che è a carico dell'assistito e quindi non rimborsabile. La Tessera non può però essere utilizzata per il
trasferimento all'estero per cure di alta specializzazione (terapie progr ammate), per le quali è invece
necessaria l'autorizzazione preventiva da par te della propria Asl. Sempre per dar e supporto a chi decide di
muoversi all'ultimo minuto, ma non vuole per questo incappar e in imprevisti Europ Assistance ha appena
presentato Trip Organizer: un'applicazione per iPhone e iPad che permette di avere sempre a portata di
mano informazioni, consigli pratici e servizi utili per i viaggi. L'applicazione è disponibile in due versioni, Lite e
Pre-mium. Nella formula base vengono fornite informazioni sull'elenco di documenti di viaggio necessari per
ogni paese, eventi locali, numeri utili e 11 convertitore di valuta. La versione Premium, che fino al 25 luglio è
scaricabile gratuitamente, offre anche le mappe metropoli-tane di 180 città, informazioni sugli usi e costumi
dei vari paesi e un servizio di salvataggio dei documenti, per avere visto o passaporto disponibili con un click.
Trip Organizer è inoltre collegato a Netglo-bers.it, il social network di Europ Assistance dedicato alla salute e
sicurezza in viaggio. Con la registrazione al portale, gli utenti posso-no accedere a report di viaggio postati da
altre persone e usufruire di altre funzioni come le vaccinazioni obbligato-rie e consigliate, il kit di primo
soccorso, le cose da mettere in valigia e il frasar io me-dico multilingue. Nei prossimi mesi verrà sviluppata
anche la versione per Android. Il social network non è solo luogo virtuale di condivisione di informazioni,
bensì può trasformarsi anche in portale dove acquistare la propria copertura assicurativa. La novità
presentata da 24hAssistance prevede infatti la possibilità di consultare e acquistare la polizza sanitaria
direttamente da Facebook. 24hAssistance, infatti, permette di calcolare un preventivo e acquistare tutti i
prodotti della compa-gnia assicurativa attraverso 11 social network che raduna oltre 17 milioni di utenti solo in
Italia. Dopo aver compilato i campi di un questionario, si può ricevere online un preventivo e comprare la
polizza prescelta, tra cui quella per la barca o dedicata a chi ama fare sport, (riproduzione riservata)
SANITÀ NAZIONALE
49
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Turismo L'assicurazione sanitaria è racchiusa nella carta regionale dei servizi della Lombardia
22/07/2011
MF
Pag. 11
(diffusione:104189, tiratura:173386)
Don Verzé nega i conti neri, ma Bondi avvia la caccia
Andrea Di Biase
Le agenzie di stampa, che ieri pomeriggio hanno battuto la notizia, lo hanno definito un «ultimatum» della
Procura di Milano al nuovo cda della Fondazione San Raffaele. A ben vedere, tuttavia, la decisione del
sostituto procuratore Luigi Orsi di concedere, al vertice del gruppo ospedaliero, tempo fino a metà settembre
per presentare «segnali concreti» dell'esistenza di un piano di salvataggio, sembra più una concessione al
nuovo cda, la cui maggioranza è diretta espressione del Vaticano. Nonostante la situazione finanziaria e
patrimoniale del San Raffaele sia, a detta dello stesso cda, «delicata e grave», e i decreti ingiuntivi notificati
alla Fondazione facciano trasparire una situazione di insolvenza ormai manifesta, i magistrati milanesi hanno
accolto almeno in parte le richieste del nuovo vertice del gruppo fondato da don Luigi Verzé. Nel corso
dell'incontro di ieri a Palazzo di Giustizia con il presidente della seconda sezione civile del Tribunale
fallimentare, Filippo Lamanna, e con il pm Orsi, il consigliere della Fondazione ed ex ministro della Giustizia,
Giovanni Maria Flick, accompagnato dall'avvocato Franco Gianni, avrebbe infatti chiesto di aspettare tre mesi
prima di far partire eventuali istanze di fallimento. Una richiesta che sarebbe finalizzata a dare tempo ai
consulenti del San Raffaele, a cominciare da Enrico Bondi (che ieri avrebbe accettato l'incarico e oggi sarà
nominato dal cda), di procedere a una ricognizione a 360 gradi sulle operazioni realizzate dalla passata
gestione. Il lavoro di verifica non dovrebbe dunque riguardare la situazione finanziaria e patrimoniale del
gruppo, sulla quale hanno lavorato per mesi advisor del calibro di Borghesi Colombo & Associati, Bain & C,
Deloitte, Richard Ellis, Roland Berger, alcuni dei quali si sono incontrati ieri con lo stesso Flick. Bondi, che
dovrebbe avvalersi del supporto di un'agenzia investigativa (si fa il nome della Kroll), avrebbe dunque il
compito di verificare se le voci, diffuse dopo il tragico suicidio dell'ex vicepresidente Mario Cal, secondo cui al
gruppo ospedaliero possano essere riconducibili società estere e fondi neri, abbiano o meno un fondamento.
Su questo punto la presidenza della Fondazione (dunque don Verzé in persona) ha smentito
«categoricamente e nettamente ogni supposizione, anzi illazione, sulla costituzione di conti neri all'estero
nonché di contabilità parallele durante la passata gestione della Fondazione». Una presa di posizione che, a
quanto sembra, non garantirebbe a sufficienza i nuovi consiglieri del San Raffaele. Di qui la richiesta, accolta
in buona parte da Orsi, di avere più tempo a disposizione prima di presentare al Tribunale il piano di
ristrutturazione. Se poi questo prenderà la forma del concordato in continuità o dell'amministrazione
straordinaria (questa continua a essere la soluzione preferita dalla Santa Sede, ma sgradita alle banche
creditrici) lo si potrebbe capire a breve. Ieri Flick, interpellato su questo tema, non ha voluto prendere
posizione, rimandando al comunicato che sarà diffuso oggi al termine del consiglio di amministrazione.
Sempre nella giornata odierna, all'interno del polo ospedaliero alle porte di Milano, dove alle 11 si terrà il cda
della Fondazione, si svolgeranno anche i funerali di Mario Cal, il braccio destro di don Verzé che lunedì
scorso si è tolto la vita con un colpo di pistola alla testa nel suo ufficio al San Raffaele. La camera ardente
aprirà attorno alle 11, mentre le esequie si terranno alle 14.30 nel Ciborio della chiesa dell'ospedale in forma
strettamente privata e sembra escluso che la messa venga officiata da don Verzé. Saranno soltanto sette
piani (la riunione si terrà al settimo, la camera ardente sarà aperta al piano terra del Ciborio) a tracciare una
linea definitiva fra la fine della vecchia gestione e la nuova. (riproduzione riservata)
Foto: Luigi Verzè
Foto: Giovanni Maria Flick
SANITÀ NAZIONALE
50
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il suicidio di Cal ha scatenato voci incontrollate sulla gestione del San Raffaele. I pm non chiederanno il
fallimento fi no a metà settembre
22/07/2011
Il Mondo - N.29 - 29 Luglio 2011 - Professioni
Pag. 67
(diffusione:79889, tiratura:123250)
niente abusivi in psicanalisi
Ci hanno provato ancora una volta, ma la Cassazione ha detto no: per seguire i pazienti con tecniche
psicanalitiche è obbligatorio essere psicologi o medici e frequentare le scuole di specializzazione quadriennali
con le quali si diventa psicoterapeuti. Un percorso lungo e oneroso che non consente eccezioni. Per
Giuseppe Luigi Palma ( nella foto ), presidente nazionale dell'Ordine degli psicologi, « periodicamente c' è chi
tenta di fare psicanalisi con delle scorciatoie, ma si tratta di abusivi della nostra professione». La Cassazione
si è espressa a seguito di un ricorso di una terapeuta non iscritta a Ordini che rivendicava il diritto di
esercitare, anche se contro il parere del Consiglio degli psicologi dell'Emilia Romagna e dopo una sentenza
sfavorevole della Corte d'appello di Bologna.
SANITÀ NAZIONALE
51
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
CASSAzione SOLO pSICOLOgI E MEdICI SONO AUTORIzzATI
22/07/2011
Il Mondo - N.29 - 29 Luglio 2011
Pag. 18
(diffusione:79889, tiratura:123250)
AAA, Dompé offresi
d.P. e C.t.
L'aumento di capitale da 40 milioni, con l'ingresso di una pattuglia di 30 nuovi sottoscrittori, si è chiuso nei
giorni scorsi. un'operazione chiave su più fronti per la advanced accelerator applications (aaa), l'azienda
farmaceutica biotech con sede a saint genis pouilly in francia ma cuore e azionisti per la gran parte in italia,
dove è stata fondata nove anni fa come spin-off del cern di ginevra per iniziativa del ricercatore stefano
buono ( foto a sinistra ) dopo 12 anni di lavoro a fianco di carlo rubbia. la chiamata a raccolta ha portato il
patrimonio di aaa a raddoppiare a quasi 80 milioni e ha visto la partecipazione dell'ex presidente di
farmindustria sergio dompé ( foto a destra ): il suo gruppo ha ottenuto il 7,7% grazie a un investimento di 16
milioni. con lui sono entrati altri imprenditori, family office e privati (è il caso di alberto colussi, fondatore della
biotech adam) portando da 88 a 116 i membri della compagine che annovera altri nomi conosciuti nella
business community. come claudio costamagna, ex goldman sachs e nel board di aaa. o come gli ex bc
partners paolo pomé e francesco loredan. post aumento i primi azionisti con quote tra 7% e 10% risultano lo
stesso buono, il veicolo di investimento lsc (partecipato tra gli altri da sopaf), il gruppo farmaceutico petrone,
dompé e colussi. le nuove risorse serviranno per gli investimenti programmati fino al 2016 da aaa,
specializzata nella medicina nucleare e in particolare radiodiagnostica e radioterapia. i piani prevedono di
portare nella fase clinica 3 le molecole sviluppate da biosynthema e atreus pharmaceutical, le due aziende
nordamericane che dallo scorso anno sono entrate nell'orbita della società di buono. aaa non è solo ricerca.
già oggi sviluppa un fatturato di 27,4 milioni (7,5 l'ebitda) producendo soluzioni di contrasto per tomografia a
positroni. il team di ricercatori conta anche su una rete con dompé, bracco (joint venture nei servizi per
l'imaging), istituto curie, ieo e in francia con l'université de la méditerranée.
SANITÀ NAZIONALE
52
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
iL cLub biotech ricapitaLizza
22/07/2011
L'Espresso - N.30 - 28 Luglio 2011
Pag. 111
(diffusione:369755, tiratura:500452)
RELAZIONI PERICOLOSE
Alberto Mantovani
Per molto tempo abbiamo pensato al metabolismo il complesso di reazioni chimiche che trasformano
proteine, zuccheri e grassi, fornendo energia per le nostre cellule - e immunità come mondi fra loro molto
diversi e lontani. In realtà, si sono invece accumulate tantissime evidenze che dimostrano che immunità e
metabolismo sono fra loro strettamente correlati. Le cellule dell'immunità - e in particolare quelle dell'immunità
innata, che rappresentano la parte più antica del nostro sistema di difesa - orchestrano il metabolismo. E a
loro volta i mediatori metabolici influenzano la funzione delle cellule dell'immunità. Cosi, le patologie legate
all'obesità trovano una nuova ch'ave di lettura. Grazie ai recenti pregressi della ricerca, oggi sappiamo che
all'interno del tessuto adiposo sono presenti molte cellule (più della metà del totale) del sistema immunitario.
Fra queste, in particolare i macrofagi, che producono citochine infiammatorie che letteralmente dissestano il
nostro metabolismo, fino ad indurre una sindrome metabolica. Le citochine sono le molecole con cui il
sistema immunitario comunica, sono come delle "parole" che hanno l'importante e delicato compito di
richiamare nel luogo, nel momento e nella quantità giusta, i globuli bianchi che ci proteggono dalle infezioni.
Ma che, in quantità eccessiva o quando non sono necessari, diventano dannosi. I mediatori di infiammazione
hanno quindi un ruolo importante nello sviluppo di alcune patologie legate all'obesità, fra cui il diabete adulto,
le malattie cardiovascolari e il cancro. Questa nuova visione delle cose sta portando a sperimentare strategie
terapeutiche innovative e a rileggere in modo diverso farmaci di cui già disponiamo e che utilizziamo per
malattie diverse. Uno studio recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica "New England
Journal of Medicine", ad esempio, dimostra che bloccare l'azione di una particolare citochina, l'Interleuchina1,
funziona nella cura del diabete adulto (di tipo 2). Questi studi suggeriscono strategie di ricerca e intervento
diverse da quelle tradizionali. Importante perciò che questi risultati siano confermati ed estesi con la ricerca
indipendente. Direttore Scientifico dell' Istituto Humanitas. e docente all'Università di Milano
SANITÀ NAZIONALE
53
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Salute Scienze Obesità