Jusepe de Ribera Testa di San Gennaro decollato

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Jusepe de Ribera Testa di San Gennaro decollato
Jusepe de Ribera
(Jativa, 1591 - Napoli, 1652)
Testa di San Gennaro decollato
olio su tela, 41x47 cm
Questa bellissima, commovente pittura, che raffigura la testa decollata di un santo vescovo
(connotato dalla mitra poggiata sul terreno a destra), mostra evidente - nonostante i pochi
elementi stilistici su cui poter contare - l’autografia di Jusepe de Ribera, che realizza qui un
capolavoro di concentrata e dolente umanità.
La paternità riberesca negli anni napoletani e la forte somiglianza del volto rassegnato e
sofferente del giovane raffigurato, con il modello del San Gennaro nel grande rame della
Cappella del Tesoro del Duomo di Napoli, rendono certa l’identificazione con il santo
patrono della città partenopea, cioè San Gennaro.
L’opera è strettamente legata a un’altra tela assai simile nell’impianto e anche nella stesura
pittorica: mi riferisco alla Testa di San Giovanni Battista decollato (facilmente identificabile dal
piatto d’argento e dalla croce di legno), transitata presso Christie’s, Londra, il 6 luglio 2006
(lotto 48), firmata in basso al centro “Jusepe de Ribera espagnol”, oggi in collezione privata
a Napoli. Nella monografia dedicata al pittore di Jativa, Spinosa (2006, p. 355) riportava
anche la data 1640, che sarebbe stata iscritta sulla tela, ma successivamente nell’edizione
del 2008 (p. 446) essa, senza alcuna giustificazione, non viene più citata. Ad ogni modo il
dipinto si situa bene negli anni finali del quarto decennio.
Si vedrà bene come stilisticamente le due teste presentino tanti caratteri comuni: dal taglio
degli occhi con l’identica, ondulata linea di separazione fra le due palpebre chiuse, alla
struttura del labbro inferiore, contornato da una linea quasi trapezoidale e colorato di
una materia rossa, livida, di un carminio spento, riarso e funebre. Uguali sono la morbida
curvatura della mandibola e la struttura, assai naturalistica, del padiglione auricolare, così
come quegli accenni di barba dati con sapienti pennellate brune sul mento. Si può dunque
pensare a una cronologia analoga anche per l’opera in esame, fra la fine del quarto e l’inizio
del quinto decennio.
Tale collocazione inserisce questa nuova Testa (l’unica di Ribera, al momento, raffigurante
San Gennaro) in anticipo rispetto alle altre due Teste di San Giovanni Battista conosciute
(quella dell’Accademia di San Fernando a Madrid, firmata e datata 1644 e quella del Museo
Filangieri di Napoli, firmata e datata 1646). Entrambe queste due ultime tele sembrano
segnate da un’atmosfera più composta e classica, meno emotiva e più religiosamente
impostata (pur con gli apici di naturalismo che sempre distinguono Ribera), che ha fatto
pensare a un’ispirazione dal prototipo di Domenichino eseguito a Napoli negli anni Trenta
(Madrid, Accademia di San Fernando).
Bibliografia citata:
N. Spinosa, Ribera. L’opera completa, Napoli, 2006.
N. Spinosa, Ribera. La obra completa, Madrid, 2008.
Gianni Papi
Giuseppe de Ribera, Testa di San Giovanni Battista, olio su tela, collezione privata

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