Sintesi n°40 - primavera-estate 2015
Transcript
Sintesi n°40 - primavera-estate 2015
Pubblicazione di CRIF / primavera 2015 Proposta di evoluzione dell’approccio standardizzato: analisi d’impatto sul sistema bancario italiano Esposizioni Retail, Real Estate e Corporate CRIF Rating Agency: tasso di default delle imprese al 6,6% nel IV trimestre 2014 Graduale diminuzione del rischio di credito solo dal 2016 Imprese startup e il “Debut Director Score”: l’approccio innovativo del Gruppo CRIF alla valutazione Banca Reale si affida a CRIF e mette Sprint al credito assicurativo L’importanza del recupero nella Cessione del Quinto: il progetto di Findomestic e CRIF COL L’esperienza di Consum.it sulla gestione strategica del recupero crediti con i nuovi strumenti di CRIF CRIF Scores: la gamma di analytics sull’intero patrimonio informativo di CRIF Il ruolo della formazione nelle nuove linee guida EBA TEGoVA discute a Berlino dell’impatto delle nuove pratiche di vigilanza europea sulle valutazioni immobiliari CRIF nuovo azionista Nomisma Flashnews Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 40, 2015 Il supporto CRIF contro i fenomeni illeciti delle frodi e del riciclaggio Pubblicazione di CRIF PROPOSTA DI EVOLUZIONE DELL’APPROCCIO STANDARDIZZATO: ANALISI D’IMPATTO SUL SISTEMA BANCARIO ITALIANO Esposizioni Retail, Real Estate e Corporate Gruppo di lavoro: Giorgio Costantino ([email protected]), Davide Capuzzo, Cristina Caprara, Michele Gambaccini, Marco Macellari, Fabiana Marinelli, Elisa Orlandini, Ramona Rabbi I CRIF Working Paper sono prodotti dal gruppo di lavoro e pubblicati da CRIF SPA. I documenti trattano di argomenti di interesse attuale, sono di carattere tecnico ed esprimono il punto di vista di CRIF SPA. 1. Introduzione A integrazione della risposta al Documento di Consultazione “Revisione dell’approccio standardizzato per il rischio di credito” fornita a marzo 2015, CRIF ha ritenuto importante fornire un ulteriore contributo: i risultati di tale approfondimento sono sintetizzati nel presente working paper. Il documento nello specifico costituisce uno studio empirico che fornisce approfondimenti e impatti di alcune delle principali innovazioni proposte dal Comitato di Basilea con riferimento ai seguenti portafogli regolamentari: •Esposizioni Retail, analizzando alcuni principali indicatori di rischio; •Esposizioni Real Estate, analizzando i risk weight; •Esposizioni Corporate, analizzando la distribuzione delle aziende italiane nella matrice proposta dal Comitato, i risk weight e l’impatto stimato in termini di RWA. 2. Trattamento delle esposizioni Retail A pagina 14, Par. (2.4.1) “Trattamento regolamentare delle Esposizioni Retail”, si afferma: “Il documento di consultazione si riferisce ad una lista di potenziali driver di rischio che potrebbero essere applicati all’intero portafoglio Retail per differenziare meglio il rischio intrinseco delle esposizioni Retail, come il debt to income (rapporto rata reddito) e l’anzianità bancaria”. Sebbene questi due indicatori siano teoricamente funzionali alla valutazione del rischio di credito, l’esperienza CRIF dimostra che in realtà non hanno un forte potere predittivo e/o una forte correlazione con il rischio di credito del debitore. La relazione tra il bad rate e queste variabili, nella maggior parte dei casi, non si è rivelata coerente. Abbiamo presentato alcune evidenze empiriche derivate da campioni di decine di migliaia di prestiti, analizzati da CRIF sulla base dei processi di application. Il grafico 1 mostra il Bad Rate per fascia su Debt to Income per un campione di Credito al Consumo (IV = 11,5). Per evidenziare meglio la scarsa correlazione, mostriamo anche un confronto della stessa variabile in un campione di Mutui Residenziali1. Sulla base della nostra esperienza e delle evidenze dell’analisi, la debole relazione rilevata tra le variabili e il rischio può essere dovuta a: •raccolta di informazioni non standardizzate nella fase di istruttoria; specialmente il reddito che può essere contribuito in varie forme (ad esempio: retribuzione mensile/annuale, lordo/netto, lavoro/ altro reddito, personale/famigliare/reddito disponibile, etc.) incrementando l’imprecisione nella misurazione. In alcuni casi, i dati relativi al reddito possono anche essere meno affidabili a causa della mancanza di certificazione; •mancanza di aggiornamento. Il driver di rischio debt to income non viene tipicamente utilizzato per le valutazioni on-going (continue) della qualità del credito e per fini di monitoraggio delle posizioni, in quanto non viene periodicamente aggiornato nella base dati della banca. Questi risultati non si applicano soltanto al mercato italiano. Un’evidenza simile può essere osservata su un campione di richieste di finanziamento ricevute da varie istituzioni che operano nel mercato del credito statunitense, elaborate e analizzate dal Gruppo CRIF negli Stati Uniti. Nello specifico, l’andamento del bad rate riscontrato è molto simile a quello del mercato del credito italiano. L’anzianità bancaria risulta fortemente correlata con l’età del debitore e mostra invece una debole relazione con il rischio di credito. Inoltre, il potere predittivo di questa variabile è basso. Le best practice di credit scoring suggeriscono di utilizzare, laddove disponibile, l’“Anzianità su Credit Bureau”, che solitamente è più predittiva rispetto all’“Anzianità bancaria”. Grafico 1: Bad Rate per Debt to Income - Credito al consumo vs. Mutui residenziali - MERCATO ITALIANO Bad Rate per Debito/Reddito CREDITO AL CONSUMO MUTUI RESIDENZIALI > 50% < 50% < 40% < 35% < 30% < 25% < 20% < 15% < 10% < 5% > 70% < 70% < 60% < 50% < 45% < 40% < 35% < 25% IV = 11.5 0.0 2.0 4.0 6.0 8.0 10.0 12.0 14.0 IV = 5.4 < 20% 16.0 0.0 2.0 4.0 6.0 8.0 10.0 12.0 14.0 16.0 3. Trattamento delle esposizioni Real Estate A pagina 15, Par. (2.5.1) “Esposizioni garantite da Immobili Residenziali”, si afferma: “Al fine di aumentare la sensibilità al rischio e armonizzare gli standard globali in questa categoria di esposizioni, il Comitato propone di introdurre una tabella di risk weight (ponderazione del rischio) che vada dal 25% al 100% sulla base del rapporto loan-to-value (LTV)”. Nella nostra esperienza, il rapporto loan-to-value è un driver importante nella valutazione iniziale dei rischi, ma la sua efficacia dipende fortemente dall’accuratezza della perizia dell’immobile. Questo aspetto diventa più complesso se tale rapporto viene utilizzato per una valutazione on-going, dove problemi di accuratezza sono spesso combinati con la mancanza di aggiornamento e con effetti di “adverse selection”. Abbiamo inoltre osservato che le politiche di credito restrittive adottate dalle banche nella fase di application possono incrementare la distorsione nella calibrazione dei risk weight. 4. Trattamento delle esposizioni Corporate •Sub 1) A pagina 11 Par. (2.2.1.ii) “Esposizioni Corporate” il quadro regolamentare proposto stabilisce “Per calcolare fatturato e leva, le banche dovrebbero utilizzare il bilancio di fine anno del debitore per l’ultimo esercizio disponibile. Quando disponibili, devono essere utilizzati i bilanci certificati del debitore. Se il debitore non ha bilanci certificati, dovrebbero essere utilizzati i dati contabili, previa verifica adeguata e due diligence. Ad un’esposizione Corporate verrebbe assegnata una ponderazione del rischio del 300% se i dati necessari per calcolare fatturato e leva non fossero disponibili nei tempi richiesti”. •Sub 2) Inoltre, a pagina 32 Par. (6.22) “Esposizioni Corporate” il quadro regolamentare stabilisce “Le Banche devono determinare i risk weight (ponderazioni del rischio) delle proprie esposizioni Corporate senior in base al fatturato ed alla leva del debitore. Per calcolare la leva ed il fatturato, le banche devono utilizzare il bilancio di fine anno del debitore per l’ultimo esercizio disponibile”. Sub 1) I risultati dello studio condotto da CRIF mostrano che in Italia le aziende i cui bilanci sono certificati, da Revisori esterni o dal Collegio Sindacale (anche se in una versione semplificata), sono meno dell’8% dei bilanci delle Società di Capitali. La mancata presenza del “bilancio certificato” implica una “due diligence” o un processo di verifica effettuato dalla banca sulla maggior parte delle aziende italiane. L’estensione e la profondità della due diligence e del processo di verifica potrebbero influenzare fortemente il processo del credito, pertanto meriterebbero di essere meglio articolate dal Regolatore, insieme ad ulteriori chiarimenti circa il trattamento prudenziale da riservare ai debitori che non soddisfano queste condizioni. Sub 2) CRIF, insieme ad una Banca, ha effettuato un’analisi per comprendere la consistenza dei risk weight calcolati utilizzando la metodologia BIS. Note: (1) Anche se i Mutui Residenziali non sono inclusi nelle Esposizioni Retail, vengono introdotte a titolo esemplificativo per confronto con il Credito al Consumo. (2) L’analisi Pillar 3 conta €600.000 mln (su una base di esposizione totale di €1.000.000 mln per il sistema del Corporate in Italia). (3) La parte IRB stimata è stata ridotta di circa il 10% considerando la parte di esposizione Real Estate e Past Due (circa €108.000 mln su €600.000 mln). 2 primavera 2015 L’analisi mira a stimare come le ponderazioni del rischio proposto in base al nuovo approccio (funzione della dimensione e della leva) cambierebbero in base ai tassi di default osservati dal 2010 al 2014 nel mercato italiano, calcolati adottando la definizione di default coerente con l’art. 178 della CRR. Di seguito sono riportati i risultati dello studio empirico basati su un campione di 400.000 aziende italiane rappresentative dell’universo Corporate italiano. La differenza tra i risk weight stimati da CRIF basati sul campione di imprese osservato (elaborazione e dati CRIF) e il nuovo quadro normativo proposto sono riportati nella seguente tabella. Tabella 1: Differenza tra i risk weight in base alle elaborazioni e i dati CRIF vs. il nuovo approccio standardizzato in fase di consultazione 4.1 Stima degli impatti sugli RWA Il case study mostra una stima comparata dell’impatto sugli RWA applicando: •gli attuali fattori di ponderazione; •i fattori definiti dal nuovo approccio standardizzato in fase di consultazione; •i fattori basati sulle elaborazioni e i dati CRIF. Il perimetro dell’analisi coinvolge un campione rappresentativo di circa 280.000 Società di Capitali estratti dalla popolazione di 400.000 società menzionata precedentemente. IMPATTO SUGLI RWA E CONFRONTO Di seguito, la tabelle 3 mostra la stima dell’esposizione totale per le Società selezionate in termini di valori. Tabella 3: Stima dell’esposizione totale per cluster (in E mln) FATTURATO (in e mln) LEVA ‹5 5 - 50 50 - 1.000 1.000+ 1-3 0% - 25% - 15% - 5% 3-5 0% - 10% 0% 20% 5+ 0% - 15% - 10% 10% Secondo l’analisi effettuata, la relazione tra la leva finanziaria e il rischio è empiricamente sostenibile; d’altra parte, la relazione tra dimensioni dell’azienda e il rischio ha una struttura molto diversa per l’Italia. Ciò è dovuto principalmente al fatto che le dimensioni di un’impresa hanno un impatto significativo sulle grandezze (fatturato e leva) proposte per la misurazione del rischio. In termini di distribuzione, in Italia le imprese con fatturato < €5 milioni rappresentano l’85% del mercato, mentre le imprese con fatturato > €1.000 milioni rappresentano meno dello 0,1% del mercato. Inoltre, molte imprese sono concentrate nella classe 5+ di leva (circa il 48%). Questo significa che molti dei cluster non sarebbero applicabili in maniera coerente per il mercato italiano e, quindi, il gruppo con fatturato < €5 milioni richiederebbe una migliore segmentazione. La tabella 2 mostra la distribuzione delle aziende Corporate italiane per fatturato e leva finanziaria. Inoltre, le imprese italiane con fatturato tra i 5 e 50 milioni di euro hanno tassi di default più vicini alle large corporate e per questo motivo non sarebbero richiesti risk weight più elevati. Qualitativamente parlando i risultati empirici sono in linea con la struttura patrimoniale tipica delle aziende italiane, caratterizzata da bassi livelli di capitale e livelli più elevati di indebitamento verso le banche: queste due caratteristiche implicano una leva finanziaria più elevata rispetto al fatturato. Tabella 2: Distribuzione delle aziende Corporate per Fatturato/Leva nel 2013 MERCATO ITALIANO FATTURATO (in e mln) LEVA 3 ‹5 5 - 50 50 - 1.000 1.000+ 1-3 30% 4% 0,7% 0,02% 3-5 15% 3% 0,5% 0,02% 5+ 40% 7% 0,7% 0,03% I principali risultati sono riportati sotto: •“Attuale”, RWA calcolati in accordo con l’attuale approccio standardizzato: €1.027.282 mln (si è assunto un risk weight=100%). •“Nuovo potenziale risk weight”, RWA calcolati secondo l’elaborazione e dati CRIF (risk weight ristimato da CRIF): €1.066.824 mln. La differenza tra l’assorbimento di RWA stimato da CRIF e l’attuale approccio standardizzato determina una penalizzazione di RWA di €39.592 mln, assumendo per l’intero sistema l’adozione del solo approccio standardizzato. Assumendo un correttivo per l’adozione dell’IRB, questo importo dovrebbe essere ridotto della stessa misura applicata sopra (48%) per ottenere l’importo finale di €20.588 mln (39.592*52%). 5. Conclusioni Esposizioni Retail FATTURATO (in e mln) LEVA 4.1.2 Confronto tra l’attuale approccio standardizzato ed il nuovo potenziale Risk Weight basato sull’elaborazione CRIF ‹5 5 - 50 50 - 1.000 1.000+ TOTALE 1-3 339.065 56.725 52.602 6.825 455.217 3-5 103.137 35.522 33.766 16.682 189.107 5+ 252.356 69.089 40.103 21.409 382.958 TOTALE 694.558 161.336 126.471 44.917 1.027.282 4.1.1 Confronto tra l’attuale approccio standardizzato e il nuovo approccio standardizzato proposto I principali risultati sono riportati sotto: • “Attuale”, RWA calcolati in accordo con l’attuale approccio standardizzato: €1.027.282 mln (si è assunto un risk weight=100%); •“Nuove regole”, RWA calcolati in accordo con il nuovo approccio standardizzato proposto: €1.101.685 mln. La differenza tra l’assorbimento di RWA stimato con l’attuale approccio e il nuovo approccio standardizzato proposto ammonta complessivamente a €74.403 mln (di penalizzazione), assumendo per l’intero sistema l’adozione del solo approccio standardizzato. L’ammontare RWA stimato deve pertanto essere ridotto per stimare il reale impatto per il sistema bancario considerando la quota IRB, e pertanto la riduzione da applicare agli RWA standard è risultata pari a circa il 48% considerando i seguenti aspetti: •(peso dell’esposizione IRB) esclusione di quelle parti di esposizione pesate utilizzando l’approccio IRB (Internal Rating Systems), stimate essere circa il 58% dell’esposizione totale (fonte Pillar III); •(normalizzazione del peso IRB) riduzione di un ulteriore 10% (dell’esposizione totale) per escludere quelle esposizioni considerate nell’approccio IRB ma non in quello standard (mutui Real Estate e Past due)3. Tenendo in considerazione questi fattori la differenza tra l’assorbimento di RWA stimato con l’attuale approccio e il nuovo approccio standardizzato proposto determina una penalizzazione di RWA di €38.796 mln; nello specifico l’aggiustamento per escludere le porzioni di attivo ponderato già calcolate con approccio IRB, è stimato come segue: •Delta RWA IRB che non deve essere considerato: €74.403 mln (Delta RWA Standard nuovo approccio) x 48% (quota di IRB)=€35.607 mln; •Delta RWA Standard - reale: 74.403€35.607=€38.796 mln. L’analisi presentata sui driver di rischio proposti nel documento di consultazione per le esposizioni Retail e per i mutui ha fatto emergere i seguenti principali aspetti: •debole correlazione con il rischio su alcuni dei parametri proposti; •potenziale inaccuratezza dell’informazione; •possibile difficoltà di aggiornamento nel processo di monitoraggio; •possibile distorsione dovuta agli effetti delle policy di credito. Di conseguenza la proposta CRIF è quella di integrare o sostituire i driver di rischio proposti con un set di variabili maggiormente robuste e standard (es. durata, importo, informazioni da Credit Bureau, etc.) e in generale di aumentare il numero di driver su cui è basata la valutazione di rischio. Esposizioni Real Estate L’aggiornamento della valutazione immobiliare (perizia) risulta fondamentale in caso di utilizzo del loan-to-value come driver di rischio. Esposizioni Corporate L’analisi presentata segnala i seguenti aspetti: •risk weight: le imprese italiane con fatturato compreso tra 5 e 50 milioni di euro presentano tassi di default più simili alle imprese Large Corporate; •distribuzione delle Società di Capitali per cluster regolamentare: anche se i tassi di default storici delle Società di Capitali con fatturato < €5 mln risultano in linea con i risk weight proposti, dalla clusterizzazione del “nuovo approccio standardizzato”, in Italia le società con fatturato < €5 mln rappresentano l’85% del mercato in termini di numerosità e il 67% in termini di esposizione totale stimata; i cluster definiti dal “nuovo approccio standardizzato” da un lato sembrano poco adatti a rappresentare la struttura delle Società di Capitali italiane e dall’altro (vedi punto successivo) comporterebbero un innalzamento degli RWA creditizi a livello di Sistema; si suggerisce pertanto di valutare, per tale categoria, ulteriori cluster; •assorbimento di RWA: come conseguenza, il nuovo approccio standardizzato proposto provocherebbe per l’intero Sistema Bancario italiano RWA creditizi più elevati con un range da €74.403 mln a €38.796 mln (a seconda dell’ipotesi di considerare o meno il contributo IRB). Pubblicazione di CRIF CRIF RATING AGENCY: TASSO DI DEFAULT DELLE IMPRESE AL 6,6% NEL IV TRIMESTRE 2014 Graduale diminuzione del rischio di credito solo dal 2016 Dall’ultimo aggiornamento del Corporate Credit Risk Research prodotto da CRIF Rating Agency emerge che il tasso di default a 12 mesi per le imprese non finanziarie ha raggiunto il suo massimo di circa l’8% nel II trimestre 2013 dopo il 2008, in seguito alla crisi dei debiti sovrani europei, per attestarsi al 6,6% nel IV trimestre 2014, ben distante dal 5,5% che si registrava prima della “crisi subprime” nel 2007. Il tasso di default a 12 mesi, quale indicatore primario dell’andamento del rischio di credito, misura gli eventi pubblici di default, le nuove sofferenze e i ritardi di più di 90 giorni nei pagamenti su linee di credito detenute presso il sistema finanziario nel periodo di osservazione. Nel complesso, la lenta ripresa in Europa dopo la recessione del 2008-2009, i crescenti squilibri tra paesi dell’area Euro e l’emergere di profondi temi strutturali nell’architettura istituzionale europea, sono tra i principali fattori latenti che hanno portato, in Italia, a un rischio di credito più elevato nel 2013 rispetto al 2009. I picchi registrati nel IV trimestre 2009 e nel II trimestre 2013 nella serie storica rappresentano l’effetto ritardato delle due crisi finanziarie che hanno avuto impatti pesanti sull’economia reale del Paese. concentrazione in settori a rischio di credito elevato, come ad esempio quello delle costruzioni, ma va sottolineato come mostrino comunque tassi di default medi più alti a prescindere dall’industria di appartenenza. Imprese Non Finanziarie Italiane Distribuzione per Settore e Dimensione - 2014 IV trim. Servizi Industria dei trasporti e della logistica Utilities/Generazione di Energia Information & communication technology Commercio/GDO Costruzioni edili e infrastrutturali Industria chimica e farmaceutica Manifattura pesante Manifattura leggera Industria alimentare, delle bevande e del tabacco Industria dell’estrazione - Oil & Gas Agricoltura Medie e grandi imprese Micro e piccole imprese 0% Imprese Non Finanziarie Italiane 5% 10% 15% 20% 25% 30% Fonte: CRIF Rating Agency tasso di default a 12 mesi Anche la locazione geografica è un elemento che incide sui diversi livelli di default, confermando un contesto di minor rischio nelle regioni del Nord Italia. A titolo di esempio, fra il II trimestre 2007 e il III trimestre 2014 le società del settore “heavy manufacturing” nella macro-area “Sud e Isole” hanno mostrato un tasso di default pari a 1,7 volte rispetto a quello delle imprese attive nello stesso settore ma operanti nel Nord Est del Paese. 9% 8% 7% 6% 5% 4% 7,0% 3% 6,5% Imprese Non Finanziarie Italiane 2 4 2 4 15 Q 16 Q 16 Q tasso di default a 12 mesi 12% 20 20 20 4 15 Q 20 20 1% 14 Q 6,0% 2% previsione 10% A questo riguardo l’approfondimento dell’analisi prodotta da CRIF Rating Agency evidenzia come imprese operanti in diversi settori hanno mostrato un differente andamento del rischio durante la “grande recessione”, riflessi da differenti livelli di default e gradi di correlazione con il ciclo economico. Si registra, inoltre, un incremento nei differenziali fra i tassi di default delle diverse industrie italiane in seguito alla recente crisi del debito europeo, che ha portato all’ampliamento del divario fra il rischio di credito tra settori. L’altra componente più discriminante per il rischio di credito è rappresentata dalla dimensione aziendale, tanto che tra il II trimestre 2007 e il IV trimestre 2014 le PMI hanno fatto registrare un tasso di default medio di circa 170 punti base superiore a quello delle imprese maggiori. Questa dinamica trova spiegazione nel fatto che le PMI sono penalizzate in ragione della maggiore 4% Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole 2% 4 2 14 Q 20 4 14 Q 20 2 4 2 4 2 4 2 13 Q 20 13 Q 20 12 Q 20 12 Q 20 11Q 20 11Q 20 10Q 20 10Q Q2 Q4 20 09 20 Q4 Q2 Q4 09 20 08 20 08 20 07 Q2 0% 20 Del resto la recente crisi finanziaria globale ha fortemente influenzato l’economia reale italiana, portando a una riduzione della produzione industriale di oltre il 20% nel 2014 rispetto al periodo pre-crisi, e a un tasso di disoccupazione più che raddoppiato rispetto al 2007, attestandosi a circa il 13% a fine 2014. Questo processo è stato accompagnato da un rapido deterioramento del merito creditizio delle imprese non finanziarie, particolarmente accentuato per le piccole e medie imprese e in alcuni specifici settori. 6% 07 4 Fonte: CRIF Rating Agency (note a piè pagina) 8% 20 2 16 Q 20 4 15 Q 16 Q 20 2 15 Q 20 4 14 Q 20 2 14 Q 20 4 13 Q 20 2 13 Q 20 4 20 12 Q 20 4 2 12 Q 20 2 11Q 20 4 11Q 20 2 10Q 20 Q4 10Q 20 Q2 09 20 Q4 08 09 20 20 Q4 Q2 07 08 20 20 20 07 Q2 0% Fonte: CRIF Rating Agency L’analisi di CRIF Rating Agency si conclude con una previsione dei livelli di rischiosità nel biennio 2015-2016: nello specifico, non si attende una riduzione significativa del tasso di default aggregato durante l’anno in corso mentre si prevede una graduale diminuzione nel 2016. “Nel complesso la riduzione del rischio di credito nel 2015 sarà ancora ostacolata dagli effetti del prolungato crollo della produzione industriale e dall’elevato e persistente livello di disoccupazione in Italia nel 2014” - commenta Tommaso Mascagni, analista di CRIF Rating Agency e autore della ricerca “e solamente la graduale ripresa economica che andrà consolidandosi nel 2015 e la politica monetaria accomodante in Europa incideranno positivamente sui tassi di default, ma solo a partire dal 2016”. Appendice Questo articolo rappresenta un estratto del report completo. Le analisi e le opinioni espresse nel presente documento non rappresentano in alcun modo i criteri di CRIF Rating Agency per l’assegnazione del rating corporate, ma mirano unicamente a fornire una maggiore comprensione dell’andamento del rischio di credito in Italia. Per una descrizione delle metodologie e criteri di rating si rimanda al sito www.creditrating.crif.com. La ricerca completa contiene le previsioni di CRIF Rating Agency dei tassi di default delle società di capitali non-finanziarie italiane divise per settori. Attraverso l’analisi dei dati storici sui tassi di default degli ultimi otto anni, si offre inoltre una visione trasversale sul rischio di credito in Italia, esplorando aspetti determinanti come la dimensione aziendale e la specializzazione settoriale. Per richiedere la ricerca completa: [email protected] Note: (1) Le aree ombreggiate rappresentano periodi di recessione tecnica (una recessione tecnica si verifica quando il prodotto interno lordo decresce per due trimestri consecutivi) (2) una società si definisce in default se c’è evidenza di sofferenze o ritardi di più di 90 giorni nei pagamenti su linee di credito detenute presso il sistema finanziario, o di eventi pubblici di fallimento. (3) Il default rate è definito come numero di imprese passate a default nei 12 mesi diviso il totale delle imprese in bonis all’inizio del periodo, per cui sia possibile calcolare una performance creditizia. (4) La classificazione dimensionale delle imprese segue la definizione della Commissione Europea. 4 primavera 2015 IMPRESE STARTUP E IL “DEBUT DIRECTOR SCORE”: L’APPROCCIO INNOVATIVO DEL GRUPPO CRIF ALLA VALUTAZIONE Keywords: Imprese Startup, “Debut Score”, Analisi Qualitativa Secondo gli ultimi dati del CRIF Market Outlook le imprese startup rappresentano il 6% delle imprese individuali, il 2,5% delle società di persone e il 5,5% delle società di capitali attive in Italia. Una presenza per altro in crescita, che coinvolge l’intero territorio nazionale seppur con alcune peculiarità regionali. Se in Lombardia si registra la maggiore concentrazione su base regionale di imprese individuali startup, con una quota pari a circa il 7% del totale, seguita dalle grandi regioni del Nord Italia, sono invece le regioni del Sud Italia a far registrare la concentrazione maggiore di startup per quanto riguarda le società di persone e quelle di capitali. In particolare il Molise e la Basilicata fanno segnare una quota pari rispettivamente al 13,7% per le società di capitali e al 3,5% per le società di persone. Numeri che vanno però contestualizzati rispetto al tessuto imprenditoriale specifico del territorio e alle politiche regionali a sostegno e sviluppo delle imprese. In relazione ai settori merceologici, invece, i primi 5 comparti per presenza di startup sono l’edilizia, i servizi alla persona, il commercio, l’agricoltura e l’industria alimentare. Quale rapporto tra startup e banche? Sulla base di uno studio recentemente realizzato da CRIF emerge che le imprese startup, con un’anzianità inferiore a 1 anno dalla data di costituzione, a fine 2014 rappresentavano il 5% del totale delle imprese che nel corso dell’anno si erano rivolte agli istituti di credito per richiedere un finanziamento. Nello specifico, l’analisi di CRIF si basa sulle domande di credito (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni) raccolte dagli istituti e contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie di cui più di 8 milioni attribuite a utenti business. Entrando maggiormente nel dettaglio, le startup che nel corso del 2014 si sono rivolte agli istituti di credito per reperire le risorse necessarie allo sviluppo dell’attività corrente o per finanziare gli investimenti hanno registrato una quota pari al 7% del totale delle società di capitali, a fronte di un 4% fatto segnare dall’aggregato di imprese individuali e società di persone. Domanda di credito e imprese startup Imprese richiedenti credito per classi di anzianità DITTE Entro 1 anno Tra 1 e 5 anni Tra 5 e 10 anni Oltre 10 anni 2014-4 0% 14% 28% 42% 56% 70% SOCIETÀ DI PERSONE DITTE INDIVIDUALI + SOCIETÀ DI PERSONE: STARTUP 4% DEL TOTALE 2014-4 0% 14% 28% 42% 56% 70% SOCIETÀ DI CAPITALI SOCIETÀ DI CAPITALI: 2014-4 0% Fonte: CRIF 5 STARTUP 7% DEL TOTALE 14% 28% 42% 56% Ma come valutare un’azienda startup? Quali gli strumenti a disposizione? Le fonti informative e le metodologie utilizzate per la valutazione delle imprese in generale devono essere rivisti alla luce delle peculiarità delle startup tipicamente caratterizzate dalla frequente assenza di informazioni complete e aggiornate. A fronte di un tasso di default a 90 giorni fatto registrare dalle imprese nel loro complesso, che secondo l’ultima rilevazione di CRIF nel terzo trimestre 2014 si è attestato al 5,9% rispetto al 5,5% del trimestre precedente, è oltremodo cruciale che una valutazione puntuale del merito creditizio di una impresa individuale o di una società di persone “full prospect” si fondi su una attenta valutazione qualitativa delle capacità imprenditoriali del richiedente, del business plan, del settore nonché del territorio di attività. Background Check Management Score Settore e territorio dell’impresa startup IMPRESA STARTUP Valutazione/auditing sul business plan presentato: i dati presentati sono coerenti con il benchmark di settore? Formazione sui temi di valutazione delle imprese A questo riguardo, il supporto del gruppo CRIF per la valutazione delle imprese startup è innovativo sul mercato perché: •coniuga le esigenze normative con quelle di business: Basilea III richiede un’analisi qualitativa del management (e delle sue eventuali variazioni) al fine di individuare preventivamente segnali di deterioramento del credito. •Aggrega informazioni quantitative, quali ad esempio l’andamento del settore, fornendo benchmark sul territorio in cui l’impresa opera. Si tratta di informazioni provenienti dal CRIF Information Core, il patrimonio informativo del Gruppo CRIF unico in Italia per completezza e robustezza in ambito creditizio e business information. •Perché considera anche informazioni qualitative quali, ad esempio, le competenze dei decisori, dei dirigenti con responsabilità strategiche o dei destinatari di deleghe gestionali. “Debut Director Score” è lo score di ultima generazione che consente di avere un indicatore sintetico sul profilo di coloro che partecipano all’impresa startup, utile per intercettare sin da subito eventuali anomalie o per proseguire nel processo di valutazione. •Considera anche un processo standardizzato di valutazione dell’idea imprenditoriale, nonché del Business Plan che deve raccogliere informazioni chiare, complete, affidabili ed essere redatto sulla base della trasparenza e della prudenza. •Fornisce formazione dedicata sui temi di valutazione delle imprese, attraverso CRIF Academy, la business school di CRIF dedicata ai temi caldi del credito. Il supporto di CRIF per la valutazione delle imprese startup tiene insieme tutti gli ingredienti necessari, i CRIF Factors, per una valutazione innovativa a questo segmento di mercato: patrimonio informativo, analytics & consulting, formazione e analisi delle competenze sul credito, software e soluzioni as a service e outsourcing. CRIF è l’unico player in Italia che grazie alla combinazione sinergica dei CRIF Factors consente ai lender di gestire il credito adottando un approccio industriale e “da boutique” al tempo stesso, per un segmento di mercato così particolare. 70% Per maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF BANCA REALE SI AFFIDA A CRIF E METTE SPRINT AL CREDITO ASSICURATIVO Azienda di credito: Banca Reale Soluzioni: Sprint Consumer 2.0 Esigenze: fidelizzare la clientela, aumentare la redditività, ottenere riduzione di costi e benefici amministrativi su polizze e scadenze. Risultati: tasso di insolvenza dello 0,1% e aumento dei finanziamenti erogati di 2 milioni di euro, nonché risparmi di tempi e in termini di personale impegnato che ha permesso di indirizzare risorse sugli aspetti commerciali quali strategie di cross-selling, up-selling e customer satisfaction. Banca Reale è parte del Gruppo Reale Mutua e nasce come frutto dell’incontro tra il mondo assicurativo e il mondo finanziario. L’istituto inizia a operare nel mercato bancario nel 2000, poggiandosi sulle solide basi di un Gruppo assicurativo con 185 anni di esperienza, con l’obiettivo di offrire un servizio capace di creare valore per i clienti e la società. Per essere ancor più presente e raggiungibile con i propri servizi, negli ultimi anni Banca Reale ha dato inizio a un’operazione di espansione diffusa su tutto il territorio italiano, creando le nuove Filiali e gli Spazi Banca Reale. Grazie a una moderna struttura organizzativa, Banca Reale ha potuto completare l’offerta in ambito finanziario e bancario con una nuova gamma di prodotti destinati ai privati, ai professionisti e alle piccole e medie imprese. Le esigenze “Banca Reale gestisce oggi una struttura territoriale di circa 700 Agenzie e quasi 9 miliardi di asset. A differenza di altri istituti di credito la nostra mission delinea come prioritario il supporto al business assicurativo, ottimizzandone il margine economico del Gruppo. In virtù di tali peculiarità, avevamo l’esigenza, in primis, di fidelizzare la clientela del Gruppo Reale Mutua come strumento a difesa del portafoglio assicurativo; in secondo luogo di aumentare la redditività attraverso il cross-selling e up-selling e infine di risparmiare costi e ottenere vantaggi amministrativi su polizze e scadenze” spiega Maurizio Paone, Direttore Commerciale di Banca Reale. un unico momento, ma ripartendo quindi la rateizzazione su 10 mesi, i clienti erano più interessati a sottoscrivere polizze di copertura, come la polizza salute e polizza abitazione, cosa che non avrebbero fatto se invece avessimo proposto il pagamento in un’unica soluzione, proprio perché in termini finanziari gli gravava troppo; •per il ‘target elevato’, un contratto multipolizza riservato ai migliori clienti senza l’onere di recarsi ogni volta in Agenzia alla scadenza della polizza. Per questi clienti, si tratta di un servizio a valore aggiunto e di fidelizzazione, il cliente si vede infatti sollevato da molti oneri e con una operatività semplificata”. “Per dare forza e supporto all’azione commerciale avevamo bisogno di potenziare e ottimizzare i nostri processi di gestione e valutazione delle polizze. Da qui abbiamo attivato un tavolo di lavoro a più livelli. Fondamentale è stata la scelta di un fornitore esterno come CRIF, che è il risultato perfetto per la progettazione, i test sul prodotto e l’implementazione della struttura organizzativa che avevamo in mente di realizzare. Nello specifico, abbiamo integrato, customizzandola secondo le nostre peculiarità, Sprint Consumer 2.0, la soluzione in SaaS di application processing di CRIF. L’integrazione della soluzione CRIF” - prosegue Paone - “ci ha permesso di automatizzare e velocizzare, rendendolo snello, il processo di concessione del credito, basandolo su un modello personalizzato di valutazione inserito all’interno del sistema gestionale dell’Istituto. Nello stesso tempo grazie all’adozione di Sprint Consumer 2.0 abbiamo standardizzato la valutazione delle pratiche e ottenuto una misura oggettiva del rischio del credito in linea con quanto richiesto dalle raccomandazioni dell’EBA. In particolare, nell’ambito dell’integrazione di Sprint Consumer 2.0, insieme ai consulenti di CRIF abbiamo implementato un set di policy rules e una scorecard ad hoc al cui interno entrano le informazioni pubbliche e socioeconomiche raccolte, le centrali rischi istituzionali e del Gruppo Reale e il patrimonio informativo unico di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF. Si è andato così a costruire un processo di application scoring specifico, completamente ‘proporzionato’ sulle nostre esigenze con il supporto dei consulenti CRIF attraverso un’analisi del portafoglio e successivi finetuning. Inoltre, nell’implementazione e roll-on del nuovo processo, è stata importante la formazione in aula agli analisti e della rete commerciale. Le attività di formazione in aula studiate e realizzate insieme a CRIF Academy, la business school di CRIF, hanno facilitato e reso possibile non solo approfondire le logiche e le regole sottostanti al nuovo modello di valutazione Sprint, ma anche aggiornare e/o colmare alcuni gap e allineare l’intera struttura alle politiche creditizie e alle linee commerciali della direzione”. I risultati ottenuti “Grazie al progetto realizzato insieme a CRIF abbiamo ottenuto un tasso di insolvenza dello 0,1%, a fronte di un aumento dei finanziamenti erogati di 2 milioni di euro. Inoltre è stato raggiunto un tasso di accettazione in automatico di circa l’80%, che ci ha permesso risparmi di tempo e di personale impegnato che ha permesso alle risorse di concentrarsi maggiormente sugli aspetti prettamente commerciali. Questo ci ha permesso di aumentare la redditività, agire sui fronti di cross-selling e up-selling, nonché di fidelizzazione e customer satisfaction. In sintesi, grazie a Sprint di CRIF otteniamo un credito assicurativo facile, comodo, conveniente e di reciproco vantaggio cliente-banca” - conclude Paone. Per maggiori informazioni: [email protected] Processo di concessione del credito assicurativo in Banca Reale con Sprint Consumer 2.0 CREAZIONE ANAGRAFICA PROSPECT CREAZIONE PROPOSTA DI CONTO CORRENTE CREAZIONE CONTRATTO MULTIPOLIZZA Il progetto “CreditoPiù Reale” “Per raggiungere tali obiettivi abbiamo ‘creato’ un prodotto che potesse integrare tutte le esigenze sopracitate. Nel 2013, abbiamo avviato il progetto ‘CreditoPiù Reale’, ossia l’ideazione di un servizio di finanziamento delle polizze assicurative del Gruppo. Partendo dal CRM del Gruppo” - continua Paone “abbiamo realizzato azioni sinergiche tra Banca e Assicurazione, al fine di identificare il target, tra persone fisiche e ditte individuali, a cui indirizzare tramite contatto telefonico o mailing comunicazioni commerciali mirate, ad esempio in prossimità della scadenza della polizza (RCA in particolare). Nello specifico, avevamo previsto: •per il cliente ‘target medio’ la possibilità di pagare la polizza a rate attraverso importi di spesa inferiori. Abbiamo visto che riducendo l’impatto in 6 CREAZIONE ANAGRAFICA CLIENTE STAMPA DOCUMENTAZIONE CONTRATTO CARTA IBAN / CONTO CORRENTE / SDD (EX RID) CONSUMER 2.0 STAMPA CONTRATTO MULTIPOLIZZA INSERIMENTO POLIZZE IN CONTRATTO MULTIPOLIZZA MERITO CREDITIZIO POSITIVO? primavera 2015 IL SUPPORTO CRIF CONTRO I FENOMENI ILLECITI DELLE FRODI E DEL RICICLAGGIO Keywords: SCIPAFI, Antifrode, Antiriciclaggio, Soluzioni in Outsourcing, Compliance, BPO Il perdurare della crisi e l’evoluzione normativa ha evidenziato l’esigenza per gli istituti di credito di aumentare il presidio antifrode e antiriciclaggio per evitare danni economici e reputazionali. Da sempre attento osservatore dell’evoluzione e degli impatti dei fenomeni illeciti delle frodi e del riciclaggio CRIF è punto di riferimento in Italia in tema di know how e soluzioni per l’adeguata verifica della clientela e la compliance. Dall’impegno e l’esperienza maturata all’interno dei centri di competenza CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions e CRIF BPO Antifrode, con progetti con i clienti e presso i tavoli di lavoro con istituzioni ed esperti è oggi disponibile una offerta unica di soluzioni antifrode e antiriciclaggio. L’offerta CRIF integra tutti gli strumenti per rispondere alle esigenze antifrode e di compliance antiriciclaggio: dall’adeguata verifica alla profilatura antiriciclaggio, dalla verifica documentale alla bonifica degli archivi anagrafici e al monitoraggio del Titolare Effettivo. Relativamente alla lotta antifrode, le soluzioni CRIF permettono in modalità Software as a Service (SaaS) la verifica dell’identità del cliente grazie a controlli incrociati con le informazioni derivanti da fonti affidabili e indipendenti, sia pubbliche sia proprietarie di CRIF. In particolare, le soluzioni CRIF integrano un’interfaccia ad hoc verso il sistema SCIPAFI, il Sistema Pubblico di Prevenzione delle Frodi istituito dal MEF, permettendo di accedere agevolmente alle informazioni delle banche dati della Pubblica Amministrazione (documenti identificativi, partite Iva, codici fiscali, dichiarazioni dei redditi, ma anche posizioni previdenziali e assistenziali) senza implementazioni tecniche e/o impatti IT. Le verifiche sugli archivi pubblici, che costituiscono la novità, vengono integrate e potenziate dai controlli antifrode sulle banche dati di proprietà esclusiva di CRIF quali l’Archivio Storico Antifrode di CRIF e il controllo Documenti Rubati e Smarriti (Ministero dell’Interno). La soluzione CRIF restituisce inoltre un report delle verifiche effettuate e un indicatore sintetico del rischio di frode, il CRIF Fraud Score, che consente di utilizzare processi automatici o regole operative in maniera oggettiva su un esito sintetico. Tale indicatore raccoglie tutte le fonti informative disponibili sul mercato nazionale per la prevenzione delle frodi: quelle di fonte CRIF (CRIF Information Core) e quelle da fonti istituzionali insieme al know how negli Analytics e all’esperienza ultra ventennale di CRIF prevenzione e lotta delle frodi. Le chiamate sulle banche dati del sistema SCIPAFI sono inoltre integrate nelle soluzioni per la compliance antiriciclaggio come consentito dalla normativa e suggerito dal MEF. I controlli sulle banche dati SCIPAFI vengono integrati nella attività di adeguata verifica con la verifica su specifiche banche dati antiriciclaggio – es. le liste Antiterrorismo, gli elenchi delle Persone politicamente esposte (PEPs) e dei Paesi “Paradiso Fiscale”, il coinvolgimento del soggetto su aziende a maggiore rischio riciclaggio o che operano nei paradisi fiscali – e completati con un set di regole esperte e policy su aspetti comportamentali modulabili dall’Istituto per attribuire un profilo di rischio di riciclaggio alla clientela retail e business. Gli esiti dei controlli vengono quindi restituiti in un report contenente le verifiche effettuate, le anomalie riscontrate e lo score CRIF antiriciclaggio storicizzabile ai fini di compliance normativa. Oltre ai controlli antifrode e antiriciclaggio automatizzati da banche dati, CRIF è in grado di analizzare nel dettaglio la documentazione anagrafica e reddituale fornita dal cliente potenziando e integrando le verifiche. CRIF BPO, linea di servizi di CRIF specializzata nella gestione in outsourcing di processi di credito complessi, svolge infatti controlli anagrafici e reddituali, finalizzati alla riduzione delle truffe, su soggetti che richiedono mutui, prestiti e altri finanziamenti. Le verifiche eseguite dal personale CRIF BPO sono focalizzate all’individuazione di documentazione anagrafica o reddituale falsa o contraffatta, e includono controlli di congruenza, di formato e di correttezza formale. L’obiettivo del servizio Verifica Antifrode è restituire agli istituti di credito un esito che vada a identificare in maniera puntuale le anagrafiche potenzialmente fraudolente. In base a regole e modalità predefinite, CRIF BPO effettua il controllo antifrode in outsourcing, senza l’intervento operativo dell’Istituto e in maniera distinta rispetto al processo principale di censimento o istruttoria. In questo modo l’Istituto può focalizzarsi sul processo principale e delegare agli specialisti di CRIF la prevenzione delle frodi. Le verifiche antifrode di CRIF BPO vertono su oltre 20 documenti differenti: dalla carta di identità alle buste paga e al CU. L’elevata specializzazione nei controlli antifrode effettuati da professionisti formati e dedicati a questa attività garantisce la massima efficacia delle azioni di prevenzione. Il personale CRIF BPO, incaricato al trattamento dei dati, è continuamente aggiornato sulle normative inerenti la privacy e la sicurezza delle informazioni. L’attività di assessment iniziale consente di identificare i controlli che è necessario effettuare per garantire la correttezza dei dati. Nell’ambito della gestione in outsourcing delle verifiche antifrode, CRIF BPO lavora oltre 6.500 pratiche all’anno che vanno a popolare un database proprietario che permette di mappare in maniera aggregata la rischiosità di soggetti sull’intero territorio nazionale. 7 L’integrazione di tutti i controlli possibili mediante le soluzioni CRIF è consentita dalla piattaforma Credit Origination, mediante la quale l’operatore di CRIF BPO può effettuare anche le verifiche di SCIPAFI per conto dell’Istituto di credito e svolgere pertanto una analisi completa della pratica. La piattaforma tecnologica offerta da CRIF: due possibili integrazioni RICHIESTA CANALI DI DELIVERY CRIF PORTALE OPERATIVO SERVIZI AUTOMATICI CRIF REPOSITORY DOCUMENTALE SERVIZI BPO ESITI DUBBI O RICHIESTE DI APPROFONDIMENTO In sintesi l’offerta CRIF permette di: •Verificare l’identità del richiedente il finanziamento: è effettivamente chi dice di essere. •Verificare l’effettiva autenticità dei documenti consegnati dal cliente e la loro coerenza. •Evitare il rischio di perdita derivante da atti commessi da terze parti e che generano frodi, appropriazione indebita o volti ad aggirare la legislazione vigente (Basilea II). •Evitare aumento dei costi relativi a frodi (tentativi di rintraccio, recupero, perdita a bilancio). •Evitare i rischi reputazionali legati a una frode (aumenta la diffidenza dei consumatori). •Avere un indicatore che sintetizza tutte le fonti informative per la prevenzione delle frodi, di fonte CRIF e istituzionali di fonte SCIPAFI (Sistema Pubblico di Prevenzione delle Frodi). •Analizzare le principali frodi perpetrate attraverso la contraffazione dei documenti reddituali e imparare ad analizzarle. •Approfondire le best practice e gli strumenti antifrode alla luce del nuovo framework normativo e del sistema SCIPAFI. •Supporto nelle attività di adeguata verifica antiriciclaggio e individuazione del Titolare Effettivo. •Disporre delle verifiche di secondo livello e del supporto di un team di esperti antifrode e antiriciclaggio in outsourcing. Per maggiori informazioni: [email protected] SCIPAFI: dati ed evidenze a 6 mesi dall’avvio Bologna, 30 giugno 2015 - presso la sede CRIF di Bologna, via M. Fantin, 1-3 Milano, 7 luglio 2015 - presso la sede CRIBIS D&B di Milano, via Dei Valtorta, 48 CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions, il centro di competenza CRIF antifrode e antiriciclaggio, ti invita a partecipare ai workshop dedicati per approfondire, a distanza di circa 6 mesi dalla partenza di SCIPAFI, i principali approcci perseguiti dalle aziende di credito e dagli altri soggetti aderenti, i benefici operativi ottenuti e le criticità riscontrate. I temi del workshop: •il fenomeno delle frodi creditizie: l’Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie; •l’attuale quadro normativo antifrode: d.lgs 64/2011 e il decreto 19 maggio 2014, n.95; •SCIPAFI: i benefici di utilizzo e le criticità operative; •i processi antifrode integrati: analisi degli alert e controlli aggiuntivi. Per richiedere l’iscrizione e maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF L’IMPORTANZA DEL RECUPERO NELLA CESSIONE DEL QUINTO: IL PROGETTO DI FINDOMESTIC E CRIF COL Azienda di credito: Findomestic Soluzioni: sviluppo di un progetto affidato agli specialisti di CRIF COL per il recupero crediti sul prodotto Cessione del Quinto. Esigenze: diversificare la lavorazione per flussi, identificando una nuova fase di gestione con l’obiettivo di ampliare i benchmark del recupero e individuare le best practice nel settore. Risultati: progressivo miglioramento delle performance di recupero, riduzione e contenimento degli accodamenti, totale assenza di contestazioni. Findomestic è la società, parte del gruppo BNP Paribas, specializzata nell’erogazione del credito al consumo che opera per la produzione e sviluppo dei propri prodotti di Prestito Personale, Carte di Credito, Veicoli e Cessione del Quinto. Nel 2006, attraverso la creazione della società BF5, Findomestic ha ampliato la propria esperienza nell’ambito dell’erogazione del credito, estendendo la propria offerta con il Credito garantito. Dal 1° giugno 2014, con la fusione di BF5 in Findomestic Banca, la società ha integrato il prodotto di Cessione del Quinto direttamente nel proprio portafoglio. Le esigenze di Findomestic “Abbiamo avviato la collaborazione con CRIF COL a inizio 2014 con l’obiettivo di diversificare la lavorazione per flussi, identificando una nuova fase di gestione e inserendo su un determinato segmento - nella fattispecie legato al prodotto Cessione del Quinto - un nuovo specialista. Questo ci ha permesso di ampliare i benchmark del recupero sul mercato di riferimento e individuare le best practice in un settore del recupero che richiede un’alta specializzazione e specifici KPI” - spiega Massimo Zattarin, Responsabile Contenzioso Stragiudiziale di Findomestic. “Riferendoci a un prodotto garantito si può avere l’idea che non esista un’attività di recupero crediti ad esso collegata, in realtà la Cessione del Quinto produce un’attività di recupero pari a quella di qualsiasi altro prodotto di credito. Possono infatti accadere degli incidenti di percorso, come ad esempio il licenziamento spontaneo del cliente, la cassa integrazione o il decesso del cliente che compromettono la possibilità di ripagare il debito” - continua Zattarin. primo sollecito, in caso di late collection invece è previsto l’invio di una lettera di diffida al cliente. In seguito, i dati di recupero vengono caricati a sistema e si procede con la clusterizzazione del portafoglio che viene suddiviso in base alla tipologia di lavoro dei cedenti: dipendenti pubblici, privati o pensionati. Tale macro suddivisione è seguita da una ulteriore clusterizzazione da parte del service, in base all’anzianità del debito da recuperare e al numero di quote insolute” - prosegue Zattarin. “La gestione organizzata con CRIF COL del processo di gestione e di recupero della cessione prevede che, una volta individuate e segmentate, le pratiche irregolari vengano inserite in tre macro aree riconducibili a un problema generico/amministrativo, alla gestione prelegale o alla gestione sinistri. Con problema generico si intende, ad esempio, un’anomalia declinata sulla quadratura degli incassi o una problematica di estinzione anticipata, alla gestione prelegale sono ricondotti invece ad esempio i fallimenti aziendali, mentre la gestione sinistri comprende decessi, perdita di lavoro o le effettive attività di recupero”. Aree di successo del progetto “Grazie al supporto degli esperti di CRIF COL, è stato effettuato un aggiornamento del processo di gestione dei sinistri temporanei, agendo parallelamente nei confronti del cliente e dell’ATC, questo ha permesso di arrivare più rapidamente all’accordo con entrambe le parti. Inoltre, la collaborazione con CRIF COL ci ha permesso di inserire un nuovo operatore su una fascia che precedentemente non era stata gestita e di ricevere una reportistica periodica e puntuale, condivisa in funzione delle specifiche esigenze. A questo si aggiunge l’esperienza e il patrimonio informativo di CRIF che, grazie alla licenza 134, è in grado di sfruttare le procedure strutturate per il rintraccio dei debitori irreperibili”. 8 I risultati ottenuti e i prossimi passi “Nel corso della collaborazione con gli specialisti di CRIF COL abbiamo assistito a un progressivo miglioramento delle performance di recupero e all’abbattimento dello stock con una riduzione e contenimento degli accodamenti che venivano effettuati al debitore grazie a tempestivi interventi di sollecito/reminder diretti al cedente. Inoltre, l’esperienza di CRIF e l’applicazione di un ferreo codice deontologico ha portato alla totale assenza di contestazioni sul modello di lavorazione”. Risultati ottenuti da Findomestic con CRIF COL Quando si parla di Cessione del Quinto in ambito di recupero crediti non si può prescindere dal parlare anche di attività di “post-vendita”. L’attività del service non è rivolta dal nostro partner esclusivamente al recupero dell’arretrato della quadratura degli incassi, ma esiste una serie di attività aggiuntive, che noi definiamo di post-vendita, che ha l’obiettivo di riportare il cliente in bonis. Le attività sviluppate insieme a CRIF COL in tale ambito hanno riguardato la verifica della corretta quadratura degli incassi, la richiesta del conteggio estintivo per il riscatto del TFR, il reperimento della documentazione per attivare in maniera tempestiva i sinistri temporanei (ad esempio aspettativa, malattia, sospensione temporanea, maternità), “In ragione del buon esito della prima parte del progetto, stiamo valutando di arricchire la collaborazione cercando di integrare maggiormente l’attività che viene effettuata da parte di Findomestic insieme a CRIF COL. L’obiettivo è quello di inserire il nuovo attore su più fasi del processo per averne sempre più di uno sul medesimo segmento e stimolare tutti a una reciproca visione sull’andamento dei risultati. I prossimi passi prevedono, inoltre, lo sviluppo della comunicazione verso l’ATC e il cedente direttamente in outsourcing, evitando di gravare sull’unità interna di backoffice, l’attivazione della gestione diretta di CRIF COL delle chiamate inbound delle posizioni in lavorazione, per fornire supporto immediato e specifico al richiedente, la possibilità di implementare il call recording delle chiamate per una maggiore trasparenza e riduzione delle contestazioni e delle promesse di pagamento disattese. Infine” - conclude Zattarin - “ci poniamo l’obiettivo di raggiungere una maggiore integrazione anche a livello IT tra l’applicativo interno di Findomestic e quello di CRIF”. Per maggiori informazioni: [email protected] Risultati ottenuti da Findomestic con CRIF COL Il progetto sviluppato insieme a CRIF COL “Il flusso di lavorazione delle pratiche di recupero, in ambito di Cessione del Quinto, viene generato automaticamente in funzione della tipologia di segmento del cliente; in caso di early collection si procede ad esempio con l’invio di una lettera di il recupero delle quote parziali, la verifica (a seguito del confronto con ATC) che le quote non siano state versate alla precedente finanziaria per permetterci di sollecitarne il rimborso. “Si tratta di attività che richiedono una costante collaborazione e uno scambio di informazioni giornaliero” - spiega Zattarin - “che consenta di attivare rapidamente tutte le fasi dei processi utili al recupero. Grazie alla mappatura degli esiti di lavorazione e all’attività di clusterizzazione delle posizioni per singola situazione, è stato possibile identificare facilmente il portafoglio per l’attivazione delle successive analisi di lavorazione. Gli esiti di lavorazione sono stati mappati nel sistema gestionale di CRIF COL per consentire agli operatori una corretta esitazione delle pratiche, con relativa raccolta documentale”. % EFFICACIA % EFFICACIA ATC % EFFICACIA INPS 1 2,24% 3,80% 1,62% AFFIDO FEBBRAIO 2 3 4,68% 7,64% 7,82% 12,75% 3,42% 5,58% 1 9,33% 11,47% 7,86% AFFIDO MARZO 2 3 12,00% 15,33% 16,39% 21,31% 8,98% 11,23% 1 18,75% 26,19% 4,54% AFFIDO APRILE 2 3 21,87% 23,43% 28,57% 30,95% 9,91% 4,54% primavera 2015 L’ESPERIENZA DI CONSUM.IT SULLA GESTIONE STRATEGICA DEL RECUPERO CREDITI CON I NUOVI STRUMENTI DI CRIF Azienda di credito: Consum.it Soluzioni: CLever Esigenze: efficientamento dell’operatività sui processi di recupero crediti e ripensamento organizzativo delle strutture coinvolte. Risultati: gestione end-to-end del processo di affido alle agenzie di recupero esterne, dalla creazione dei lotti al calcolo provvigionale, con oltre 140 milioni di euro di importi recuperati nelle fasi di affido. Obiettivi “La gestione dei processi di collection ha tradizionalmente rappresentato un ambito di eccellenza all’interno della nostra organizzazione” - spiega Andrea Poletto, Direttore Generale di Consum.it, società finanziaria del Gruppo Monte dei Paschi di Siena. “Tuttavia ad un certo punto, nella nostra costante ricerca di maggiore efficacia ed efficienza, ci siamo trovati a fronteggiare limiti infrastrutturali e rigidità operative che mal si conciliavano con i nostri obiettivi di contenimento delle rettifiche di valore e ottimizzazione dei costi operativi della ‘macchina recupero’, dettati dal mutato contesto congiunturale”. Il progetto “La collaborazione con CRIF si è dapprima concretizzata nella realizzazione di un progetto di re-ingegnerizzazione dei processi di recupero crediti e di ripensamento organizzativo delle strutture coinvolte” - prosegue Poletto - “fondata innanzitutto su un’attenta ricognizione delle procedure e degli strumenti in essere e ispirata da un confronto tra le nostre performance e i benchmark di sistema derivanti anche dalla banca – EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF. Ciò ha portato a identificare alcuni ambiti di miglioramento perseguibili nel breve (‘Quick Wins’ a basso o nullo investimento ed impatto tecnologico), oltre a focalizzare le scelte strategiche da maturare nel medio periodo attraverso la dotazione di strumenti ad hoc”. Le analisi effettuate hanno evidenziato come, a parità di ritardo di pagamento, il valore del ticket scaduto e della rata contrattuale fossero variabili estremamente discriminanti rispetto alle performance di recupero delle agenzie di recupero esterne. “I tassi di recupero sugli importi medio-alti erano sostanzialmente in linea con quelli dei migliori competitor” - spiega Poletto - “mentre sui ticket bassi scontavamo un effetto di selezione avversa da parte dei recuperatori che, a fronte di affidi eterogenei, privilegiavano le posizioni di maggior valore a scapito dei piccoli tagli. Il peso crescente della clientela pluri-affidata inoltre, considerando l’effetto di ‘trascinamento’ che il finanziamento a insolvenza più grave esercita sulle altre pratiche intestate alla medesima controparte ai fini delle rettifiche di valore, unitamente alle potenziali sinergie di costo e di efficacia comunicativa perseguibili aggregando i diversi finanziamenti, imponevano una svolta a livello gestionale, con il passaggio da processi e strumenti di valutazione rigidamente incentrati sulla singola ‘pratica’ a logiche di segmentazione e workflow operativi disegnati a valere sul cliente nel suo complesso. Si è trattato di un vero e proprio cambio di paradigma, che ha portato ad innovare la gestione del recupero sotto diversi punti di vista, sia a livello valutativo-strategico che operativo-organizzativo, dall’adozione di due macro filiere di processo distinte per valore del cliente (big e small ticket) fino all’introduzione di nuovi KPI di incentivazione delle agenzie di recupero, più allineati all’impatto economico per Consum.it”. Un cambiamento importante non perseguibile attraverso la piattaforma tecnologica in essere, secondo Poletto: “Abbiamo scelto di dotarci di CLever, la piattaforma di gestione del recupero crediti di CRIF, in quanto pienamente aderente rispetto ai requisiti consolidati nel corso della re-ingegnerizzazione: gestione cliente-centrica, flessibilità nell’implementare nuove regole di segmentazione e griglie di scoring comportamentali, possibilità di sperimentare le modifiche ai processi in ‘regime controllato’, attraverso strumenti di champion-challenger e reportistica di monitoraggio delle performance integrata nella soluzione”. CLever è la soluzione a disposizione di Banche e Istituti finanziari e aziende di altri settori per una gestione efficiente e completa dei processi di collection. La soluzione offre un avanzato supporto per la gestione proattiva ed efficiente dell’intero ciclo di collection, attraverso l’automazione e il presidio di tutte le sue fasi: dall’analisi dei dati alla segmentazione, dalla processazione delle strategie all’esecuzione delle azioni fino all’analisi e al controllo dei risultati ottenuti. I benefici della soluzione sono: • integrazione completa con il gestionale OCS; •gestione per cliente, maggiore flessibilità e opportunità di outsourcing; •utilizzo flessibile della DBT per potenziare recupero sullo small ticket; •gestione end-to-end del processo di affido alle agenzie di recupero esterne, dalla creazione dei lotti al calcolo provvigionale; •possibilità di estensione alla gestione para-legale (progetto in corso). Risultati “Il roll out dei nuovi processi e della nuova filosofia di gestione del recupero hanno portato maggiore consistenza nell’azione di Consum.it e dei suoi partner esterni” - conclude Poletto - “consentendo di beneficiare di sinergie sul piano dei costi operativi e instaurando un circolo virtuoso che, partendo dall’analisi dei KPIs di monitoraggio prodotti dal reporting strategico e passando dalla periodica ricalibratura delle strategie, persegue un costante miglioramento dei tassi di recupero e degli impatti sugli accantonamenti”. Ad oggi la piattaforma viene utilizzata quotidianamente da oltre 30 agenzie di recupero mandatarie, molte delle quali impiegate su diverse tipologie di lavorazione, per un totale di oltre 300.000 posizioni lavorate sin qui, più di 2400 affidi gestiti dai recuperatori esterni e oltre 140 milioni di euro di importi recuperati nelle fasi di affido. Per maggiori informazioni: [email protected] La piattaforma CLever: vista modulare e integrazione con il gestionale OCS MOTORE DECISIONALE – StrategyOne STRATEGIE DI COLLECTION FRONT END CONFIGURAZIONE REGOLE CALCOLO INDICATORI REGOLE DI SEGMENTAZIONE MODULO GESTIONALE UTENTI INTERNI (HQ / RETE) AG. RECUPERO E APPLICAZIONI ESTERNE (POSTEL, SMS GATEWAY) FRONT END OPERATIVO CODE DI LAVORO WORKFLOW AFFIDAMENTI ESTERNI STRUMENTI DI MONITORAGGIO DATABASE RECUPERO INTERFACCE CARICAMENTO DATI INTERFACCE CON PROCEDURE CORE NOTIFICHE E ALERT MODULO BI – CreditBility GESTIONALE OCS 9 ALTRI MODULI RAPPORTI E PARTITARIO ANAGRAFE FIDI E GARANZIE DIREZIONE SERVIZIO KPI & STATISTICHE OLAP E-R PRESENTAZIONE DIREZIONE SERVIZIO primavera 2015 IL RUOLO DELLA FORMAZIONE NELLE NUOVE LINEE GUIDA EBA La cultura della gestione del rischio è tra le attività valutate nel Supervisory Review and Evaluation Process. Come svilupparla? EBA ha posto il Risk model e la Risk culture nel complesso delle attività valutate dallo SREP al pari della Capital adequacy e dei Liquidity risks. Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF, come creare e diffondere una “risk culture”? “Spesso le aziende di credito per comprendere e sviluppare la loro cultura di gestione del rischio indagano aspetti tangibili quali, ad esempio, Risk Appetite Statement, Mission Statement, il sistema delle deleghe e dei limiti di approvazione. Valutare solo questi livelli, però, non coglie il complesso dei comportamenti e delle competenze che costituiscono la cultura stessa di un’azienda di credito e che sono anche i più difficili da modificare. È necessario andare oltre i ‘prodotti’ della cultura del rischio e che le persone imparino nuovi modi di fare e sviluppino un set competenze adeguate per valutare situazioni, analizzare dati, prendere decisioni e relazionarsi. Una nostra recente ricerca ha evidenziato come secondo CRO e CLO di gruppi bancari siano proprio le competenze relative alla gestione del rischio di credito tra gli aspetti più deboli. Una cultura ‘globale’ del rischio come raccomandato dall’EBA richiede la progettazione e lo sviluppo di programmi di formazione, che si fondino sulla diagnosi della cultura esistente e sull’analisi dei gap e delle aree di intervento”. CRIF Academy ha sviluppato uno strumento specifico. Di cosa si tratta? “Il CRIF Credit & Competence Score attribuisce un punteggio alle performance e agli atteggiamenti delle risorse per facilitare la progettazione e lo sviluppo di piani formativi che accrescano le competenze, oltre a diffondere i valori dichiarati. Si tratta di uno score innovativo in grado di misurare la Risk Culture all’interno dell’Istituto. Si fonda sulla vista privilegiata di CRIF sul mercato del credito - grazie all’esperienza ultraventennale e al patrimonio informativo del Gruppo - e su una metodologia proprietaria e specifica di CRIF Academy per l’analisi delle competenze. Il CRIF Credit & Competence Score consente un accurato assessment sulle competenze delle proprie risorse e fornisce un benchmark - neutralizzato da possibili variabilità geografiche o settoriali - evidenziando specifiche competenze dei dipendenti da sviluppare e/o indicando eventuali gap di performance rispetto a quanto delineato nel più ampio quadro della politica del rischio e di credito. Individuati e definiti i KPI di valutazione e le classi di performance (singole risorse e di gruppo), la soluzione permette una mappatura dei gap sulla distribuzione dei risultati ottenuti rispetto alle risorse che ricoprono lo stesso ruolo, sintetizzata nel CRIF Credit & Competence Report”. Quali percorsi formativi offre CRIF Academy? “CRIF Academy aiuta le aziende di credito ad analizzare i gap e progettare percorsi di formazione mirati che combinano una profonda conoscenza della tassonomia dei rischi e una comprensione cognitiva di ciò che influenza il processo di analisi/decisione inerenti i rischi stessi. La Business School di CRIF realizza percorsi di formazione che consentono alle risorse di tutti i livelli di meglio comprendere e utilizzare i nuovi modelli di misurazione del rischio, così come sviluppare una gestione dei rischi nel suo complesso. Percorsi di formazione specifici riguardano la valutazione del credito retail e business, le tecniche antifrode e il fraud management, l’adeguata verifica e la compliance antiriciclaggio, il recupero crediti. Dall’esperienza nella progettazione di corsi di alta formazione per i professional e manager è nata anche CRIF Credit Gym. Si tratta di un percorso di formazione articolato su più giornate, pensato come un’incubatrice per la preparazione e il miglioramento delle capacità del mondo crediti e della valutazione del merito creditizio, attraverso l’‘allenamento’ e lo sviluppo delle competenze delle risorse più giovani o con già con alcuni anni di esperienza ma nuovi nell’area Crediti. Una palestra per imparare ‘senza farsi male’, dove i partecipanti svolgono con i docenti un’analisi del ciclo di vita creditizio, con approfondimenti sui temi correlati e business game in aula. In questo modo, i percorsi di formazione possono contribuire, oltre a semplificare l’adozione e utilizzo dei nuovi modelli e lo sviluppo di competenze, anche ad allineare e collegare altre funzioni aziendali al risk model intrapreso. Attraverso la misurazione delle competenze delle risorse e delle performance è possibile prevedere costruzione e assegnamento di premi, processi di selezione, e percorsi di carriera e gestione dei talenti, in linea con la cultura desiderata”. Per maggiori informazioni: [email protected] 11 CRIF Credit Gym, powered by CRIF Academy: la “palestra” dove crescono e si allenano i talenti del credito CRIF Credit Gym è un percorso di formazione su più giornate studiato per la preparazione e lo sviluppo delle capacità all’interno delle aree Crediti e per la valutazione del merito creditizio. Il corso prevede un set di moduli ad hoc nati dall’esperienza dei docenti CRIF Academy per “allenare” e sviluppare le competenze delle risorse più giovani, neo assunti, o chi con alcuni anni d’esperienza è nuovo nell’area Crediti. Il percorso approfondisce l’intero ciclo di vita del credito con business game in aula e fornisce una preparazione concreta spendibile fin da subito nell’ambito lavorativo. Di seguito i principali temi trattati: I fondamentali del merito creditizio Centrali Rischi e Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC): Quali informazioni custodiscono? Come concorrono alla determinazione del merito creditizio? Un’analisi/confronto approfondito delle informazioni creditizie al loro interno e degli indicatori di rischio collegati, Credit Bureau Score, insieme agli esperti del SIC EURISC di CRIF, il principale Sistema di Informazioni Creditizie italiano. Le basi dell’analisi di bilancio Quali sono le informazioni di bilancio più significative sullo stato di salute di un’impresa? Come interpretare gli indici, cosa evidenziano? Competenze critiche che guidano molte decisioni. Imparare a farlo assieme ai docenti di CRIF Academy che portano in aula le competenze e le best practice interne alla CRIF Rating Agency. I principi dello scoring & rating Quali sono le informazioni incluse e quali non incluse in uno score/rating? Che “peso” hanno score e rating, quando si aggiornano e come si integrano nei processi di erogazione e gestione? Una giornata di studio con gli analisti che ogni giorno lavorano sui modelli di score e rating. Recuperare e non rincorrere Monitoraggio e Recupero sono concetti basilari, ma come ottimizzarli e integrarli trovandone il giusto bilanciamento? Dai primi segnali di anomalia (Early Warning) alle best practice del recupero per mettere in pratica con gli esperti di CRIF ciò che funziona e ciò che non funziona, e mettere in pratica nuove strategie. Adeguata verifica della clientela in ottica antifrode e antiriciclaggio Chi è il cliente? Come effettuare un’adeguata verifica in ottica antifrode e antiriciclaggio della clientela? Un processo fondamentale della fase di acquisizione della clientela con impatti rilevanti sul business e sulla compliance normativa approfondito con gli esperti del team CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions. Per rimanere sempre aggiornato sui corsi in programma, iscriviti alla pagina Linkedin di CRIF Academy (linkedin.com/company/crif-academy) e richiedi maggiori informazioni a [email protected] primavera 2015 Pubblicazione di CRIF TEGOVA DISCUTE A BERLINO DELL’IMPATTO DELLE NUOVE PRATICHE DI VIGILANZA EUROPEA SULLE VALUTAZIONI IMMOBILIARI Lo scorso aprile a Berlino, si è tenuto il convegno “European Banking Union & Cross Border Valuation” organizzato da TEGoVA e moderato da Silvia Cappelli, Vice Presidente di ASSOVIB e Board Member di TEGoVA, la federazione europea delle associazioni di valutatori immobiliari che ha tra le principali finalità quella di promuovere l’adozione di standard di valutazione comuni al fine di armonizzare il mercato europeo delle valutazioni. L’agenda ha previsto interessanti interventi, la maggior parte dei quali focalizzati sul mercato tedesco e trasversalmente sulle tematiche europee di valutazione degli asset, concentrandosi in particolare sul nuovo assetto della vigilanza unica europea. Come sottolineato da Wolfgang Kälberer, Hon REV, Association of German Pfandbrief banks e Board Member TEGoVA, le banche sono sottoposte alle pressioni dei principali pilastri della european banking union rappresentati dal Single Supervisory Mechanism, il Single Resolution Mechanism e il Deposit Guarantee. In questo contesto, influenzato da una normativa sempre più stringente dettata dalle recenti indicazioni della BCE, EBA, Basilea e della Commissione Europea tramite la Mortgage Credit Directive, l’autoregolamentazione promossa tramite il TEGoVA riveste un ruolo fondamentale. In egual modo, anche le associazioni nazionali di categoria e le nuove best practice spingono per pervenire a condivise prassi di supervisione ordinaria (standard supervision practice) e straordinaria (AQR e attività stress test). In quest’ottica, i principali obiettivi che ci si auspica di raggiungere tramite le nuove practice europee sono: •Trasparenza degli standard di valutazione, a garanzia dell’attività dei valutatori e società di valutazione che hanno investito in qualità, processi, metodologie, certificazione delle competenze e alimentazione di ricchi database informativi. •Incarichi di valutazione transfrontalieri, che consentano agli investitori internazionali di accedere a nuovi mercati affidandosi alla competenza dei valutatori qualificati che operano in quel territorio, adottando norme di valutazione appartenenti ad un framework di standard e metodologie condivisi dal respiro europeo. •Identificazione della valutazione immobiliare come uno strumento fondamentale di Risk Management, che ben si coniuga con la necessità sempre più pressante da parte delle banche di monitorare con la massima attenzione il valore delle garanzie immobiliari e affidarsi a consolidate pratiche di Controllo Qualità e Reporting. Tali concetti, uniti ad una politica di protezione dei consumatori, sono infatti la base necessaria per creare tramite un effetto volano un mercato immobiliare di migliore qualità. Per maggiori informazioni: [email protected] CRIF NUOVO AZIONISTA NOMISMA L’assemblea degli azionisti di Nomisma si è riunita per l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2014 - che ha visto una crescita del fatturato e il ritorno all’utile - e, in forma straordinaria, per l’ingresso del nuovo azionista CRIF S.p.A., che entra in Nomisma con una quota del 30%. CRIF è attualmente il primo gruppo nell’Europa continentale nel settore delle credit information bancarie e uno dei principali operatori del mercato internazionale dei servizi integrati di business & commercial information oltre ad essere stata la prima rating agency italiana ad essere registrata a livello comunitario. Inoltre è inclusa nella prestigiosa FinTech 100, la classifica delle più importanti realtà a livello mondiale in grado di fornire soluzioni tecnologiche verticali per i financial services. Per il presidente di Nomisma, Piero Gnudi, “oggi è una giornata importante per Nomisma, perché oltre ad approvare un risultato di bilancio positivo, che registra dopo 5 anni di perdite, anche consistenti, il raggiungimento degli obiettivi fissati nel piano di turnaround, con un aumento del fatturato prossimo al 20% e un utile di circa 80.000 euro, diamo il benvenuto ad un azionista di standing internazionale, che ci supporterà nella crescita di tutti i settori di attività e, in particolare, nell’ambizioso progetto di rilancio sul tema della politica industriale avviato lo scorso anno”. Per Carlo Gherardi, presidente di CRIF, “le competenze e l’indipendenza di Nomisma sono gli asset su cui CRIF ha scelto di investire attraverso questa alleanza strategica. Da parte nostra portiamo in dote il più ricco patrimonio informativo disponibile in Italia sul credito e sulle imprese oltre ad una presenza diretta in più di 20 Paesi. Nomisma, grazie alla riconosciuta autorevolezza nella ricerca industriale, ci aiuterà a valorizzare ulteriormente la nostra offerta e a creare ancor più valore per i nostri reciproci clienti. Assieme svilupperemo anche sinergie e massa critica sui servizi immobiliari, un fiore all’occhiello per entrambi e su cui, come per la ricerca, la scommessa comune è proiettare il business su scala globale”. CRIF entra con una quota del 30% nel capitale sociale di Nomisma, diventandone il primo azionista nonché unico socio-partner industriale della società bolognese specializzata nelle ricerche economiche e industriali. Si tratta dell’acquisizione di una quota di minoranza finalizzata a future sintesi Pubblicazione di CRIF partnership industriali. primavera 2015 La società di studi economici bolognese Registrazione del Tribunale manterrà una totale e immutata di Bologna N. 7538 del 21/04/2005 indipendenza operativa. Il nuovo assetto permetterà di sviluppare nuovi Osservatori, CRIF a partire dalla filiera agroindustriale, Via M. Fantin, 1-3 40131 Bologna di studiare nuovi sviluppi per la ricerca Tel. 051 4176111 economica con una proiezione sempre Fax 051 4176010 più internazionale. www.crif.com Eventi [email protected] CRIF Finance Meeting 2015 - Solve. Evolve: dalle norme europee alle opportunità di sviluppo Anche quest’anno CRIF offre un momento di incontro esclusivo e formativo per conoscere le sfide attuali e future dell’industria del credito, con più di 20 speaker e oltre 300 professionisti con cui confrontarsi per conoscere come sta evolvendo il mercato del credito. SOLVE: • Il nuovo assetto di vigilanza unica europea dopo l’Asset Quality Review; • Normativa: dalla Mortgage Credit Directive alla Circolare Banca d’Italia n.272/2008 – Forbearance; • Compliance antiriciclaggio e antifrode. EVOLVE: • Quantitative Easing e la rinascita del mercato mutui; • “Nuovi paradigmi” per raggiungere e mantenere i clienti: dai baby boomers ai millennials alle startup; • La ripartenza del credito: rivediamo i fondamentali (dati, processi, piattaforme tecnologiche). 12 Save the date: 6 ottobre 2015 - Bologna, Royal Carlton Hotel Per maggiori informazioni: [email protected] www.financemeeting.crif.com Direttore Responsabile Maurizio Liuti Coordinatore Redazionale Francesco Bonetti Stampa Tipografia Negri, Bologna Stampato su carta riciclata certificata FSC. Se non desidera più ricevere in futuro la pubblicazione Sintesi, Le chiediamo di inviare una comunicazione a CRIF S.p.A., via M. Fantin 1-3, 40131 Bologna o una email all’indirizzo [email protected]