Mappe e ipertesti tecnologi

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Mappe e ipertesti tecnologi
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2006 © Giovanni Federle
Mappe concettuali e ipertesti
Giovanni Federle © 2006
Consegna
Per allestire un buon ipertesto è necessario partire dalla mappa concettuale:
con la mappa si procede poi alla scrittura del testo, alla raccolta delle immagini e all’allestimento di una sequenza di diapositive. Questo testo intende
fornire alcune indicazioni sulle linee guida per la realizzazione di un buon
ipertesto con immagini.
Il vostro compito sarà proprio quello di
1. individuare un argomento di vostro interesse, o concordato nel laboratorio, e individuare ovviamente, come sempre la classe a cui è destinato,
2. determinare se la presentazione serve al docente (o in certi casi allo
studente che illustra un argomento ai compagni) come supporto alla
spiegazione, per cui dovrà avere alcune caratteristiche che sono diverse invece se la presentazione serve allo studente come strumento
di lavoro, come documento che consulta al computer da solo, come
fosse un cd-rom o un sito internet
3. scrivere una scaletta/mappa concettuale
4. costruire la videoproiezione (ovviamente state pensando a power
point ma non è detto che non sia una sequenza di lucidi da proiettare)
che serve di supporto alla vostra lezione nella classe individuata.
La presentazione, come strumento di sostegno ad una lezione, deve essere
- preparata in anticipo perché è la struttura sulla quale fare l’intervento parlato
- sintetica, deve contenere una traccia del discorso non i contenuti trascritti
- deve servire come promemoria all’oratore e sotituire idealmente gli appunti che l’uditore normalmente prende per iscritto
- non contenere elementi di distrazione rispetto a quanto sta dicendo l’oratore: una vignetta senza un motivo, una citazione lunga che distrae, grafica
ridondante
- meglio avere tante slides con poco testo e ben distribuito che poche fitte
di testo
- aborrire le clip art e gli sfondi preimpostati dai programmi: le animazioni
vanno evitate come la peste, fanno perdere tempo, annoiano, distraggono
(se all’improvviso nella vostra vita fate la scoperta di Pp e delle sue animazioni, sappiate che state arrivando molto in ritardo -almeno di 15 anni- e
qualcuno ne è ormai nauseato).
Realizzato il progetto nelle sue componenti ci si può limitare anche alla parte iniziale della videoproiezione se il progetto è troppo ambizioso e richiede
molto tempo, arrivando indicativamente a realizzare un minimo di 5/10 videate, raccomandiamo però la cura nella realizzazione mettendo in campo tutta
la vostra abilità nella realizzazione dell’interfaccia grafica e di colore; la vostra
formazione “artistica” o comunque di attenzione ai fatti visivi, vi dovrebbe
soccorrere!!
Sottolineo che non ho alcuna personale predilezione per Power point, anzi è
vero il contrario: però è un programma disponibile a tutti e molto semplice.
Le complicazioni derivano solo dai presunti aiuti all’utente, precostituiti in Pp
dati da schemi e posizioni predefinite.
Se usate altro e diverso, Acrobat, Flash, html, programmi open source, tanto
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meglio.
Lo scopo di questo materiale di studio e dell’esercitazione collegata è quello
di farvi usare le nuove tecnologie per la didattica avendo ben chiari gli obiettivi: lo strumento ha una sua logica e validità se usato con cognizione di causa
e con proprietà.
Qui trovate un corso su Power point (Corso consigliato
- Creare la prima presentazione)s
http://office.microsoft.com/it-it/training/CR061832731040.aspx
e uno qui, molto essenziale
http://www.101010.it/powerpoint/index.htm
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Jorge Luis Borges scrive di un’enciclopedia cinese che divide gli animali in:
a) quelli che appartengono all’imperatore, b) quelli imbalsamati, c) quelli
addestrati, d) i maialini da latte, e) le sirene, f) gli animali fantastici, g) i cani
randagi, h) gli animali inclusi in questa classificazione, i) quelli che tremano
come se fossero matti, j) quelli in numero infinito, k) quelli disegnati con un
sottilissimo pennello di peli di cammello, l) gli altri, m) quelli che hanno appena rotto un vaso di fiori, n) quelli che da lontano sembrano mosche.
Riportato da Pinker Steven, Come funziona la mente, Mondadori, Milano,
2000, p. 328.
Diversi sono i modi per classificare, ordinare, catalogare il reale e l’esperienza
e restituirla in forma simbolica: le mappe concettuali sono tra questi strumenti di recente concezione che mettono sullo stesso piano la comunicazione
verbale e visiva.
Mappa concettuale (mc)
È uno strumento per organizzare e rappresentare conoscenze. Include concetti, solitamente compresi dentro cerchi o forme di altro tipo, e relazioni tra i
concetti o proposizioni, indicati da una linea di connessione tra due concetti.
Parole sulle linee chiariscono la relazione che intercorre tra due concetti. Si
definiscono concetti le regolarità percepite in eventi o oggetti, o momenti topici di eventi o oggetti, designati da una etichetta. L’etichetta per la maggior
parte dei concetti è una parola, abbastanza spesso si usano anche simboli
come + o %. Le proposizioni contengono due o più concetti connessi da un’altra parola per formare un’affermazione significativa. A volte queste vengono
indicate come unità semantiche, o unità di senso.
L’informazione è una correlazione fra due cose che nasce da un processo regolare
Alcune valutazioni sull’utilità della mc, che è sia a favore dei docenti che degli studenti. Ai docenti è utile per la progettazione didattica e le connessioni
interdisciplinari che può innescare, per l’illustrazione di concetti o argomenti;
agli studenti è utile come visualizzazione ed esplorazione di concetti già appresi o in via di costruzione, nella fase espositiva degli stessi, per migliorare
inoltre le capacità argomentative e di sintesi. Per ambedue inoltre (e per noi)
la mc costituisce il passo iniziale per la produzione di ipertesti. Una volta stesa la mappa la fase successiva sarà l’implementazione attraverso le tecnologie verso il passaggio digitale e multimediale.
Le ricerche pìù recenti della psicologia cognitiva hanno dimostrato che esiste
una relazione tra la struttura reticolare della mc-ipertesto e ed alcune rappresentazioni mentali della conoscenza, che sono spiegate come rivoli selvaggi
che allagano alcune zone del nostro cervello. È l’idea di “rete” come insieme
di collegamenti tra informazioni anche eterogenee, nodi, che sottende la
struttura della mc.
Approfondimenti in Fasano Margherita (a cura di) Concetti in rete, Masson,
Milano 1998
Per iniziare è bene esercitarsi su argomenti circoscritti, ad esempio un brano
di testo, per passare successivamente ad un testo lungo o libro, per approdare infine ad una ricerca che può mettere insieme fonti diverse.
Ovvio che ogni lettore costruisce una interpretazione soggettiva del testo in
esame: ne scaturisce una mappa che individua e pesa concetti in modo diverso, in relazione al contesto, alle conoscenze alla capacità di rielaborazione.
Altro punto controverso è la definizione stessa di “concetto” che è propriamente dibattito filosofico. Da De Vecchi Gérard, Carmona-Magnaldi Nicole,
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Aiutare a costruire le conoscenze, La Nuova Italia ed., Firenze 1999 riporto un
sunto della tabella di pag. 211
Per gli insegnanti un concetto è
o
o
o
o
o
o
o
L’essenziale, ciò che è importante
Gli stessi criteri che possono essere applicati a livelli diversi, osservati
su oggetti diversi
L’esperienza vissuta nel concreto
L’espressione minima di un’idea
L’idea generale che cisi può fare partendo da diversi casi particolari
Una nozione
Una definizione
Una nozione ben costruita nella nostra testa che può aiutarci a comprendere
meglio le altre cose
E se molti avessero in parte ragione?–sebbene non esista una risposta che
possa considerarsi del tutto soddisfacenteCome si fa
Ci sono diverse modalità: riporto quella che sembra più soddisfacente a mio
parere.
Nel caso di un allestimento manuale si procede utilizzando un foglio di carta
grande e dei cartoncini o post-it: si scrivono le parole concetto selezionate o
individuate dal testo/i in argomento e si dispongono in modo gerarchico i foglietti in modo da impostare la struttura della rete: il concetto più generale in
alto e a cascata i successivi.
Si procede per tentativi fino ad ottenere la configurazione ottimale (e ordinata). Si fissano i cartoncini sul foglio e si collegano con le linee sulle quali si
scrivono le parole legame, relazioni tra i concetti o proposizioni che possono
essere costituite da una o più parole. Non è indispensabile che la parola scelta come concetto o proposizione sia effettivamente contenuta nel brano/i può
essere dedotta dal contesto o frutto di interpretazione. Riassumendo le fasi
operative sono:
o
o
o
o
o
o
o
analisi del testo/i
individuazione dei concetti
trascrizione sui cartoncini
individuazione dei livelli gerarchici e dei criteri di usati per definirli
disposizione visiva sul piano e correzione delle posizioni
disegno delle frecce e scrittura delle parole legame
eventuale uso di colori per individuare segmenti o “rami” significativi
della mc
È importante individuare la gerarchia concettuale dei concetti ed evidenziarla
posizionalmente. Una mappa confusa, a ‘ragnatela’, è indice di scarsa strutturazione, nella costruzione della mc anche l’ordine o il disordine visivo assume
un senso.
Nel caso il ramo di una prima mappa (che chiameremo macro-mappa) si addensi o allarghi in modo eccessivo, sbilanciandola, è necessario ricorrere ad
una seconda mappa (micro-mappa): in questo caso particolarmente importante diventa l’uso identificativo del colore.
Molto utile il confronto tra diverse mc sviluppate da studenti diversi sullo
stesso argomento perché si sviluppa la capacità di autovalutazione e giustificazione del proprio punto di vista assieme alla comprensione della relatività
dello stesso.
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Esistono software specifici, Win e Mac, per costruire le mappe. C map è scaricabile da internet gratuitamente, ecco il link al sito
http://cmap.ihmc.us/download/
Per un approfondimento bibliografico la “bibbia” è: Joseph Novak, L’apprendimento significativo, Le mappe concettuali per creare e usare la conoscenza,
Erickson Trento.
Dopo aver raccolto le idee, pianificato attraverso la mappa concettuale, scritto
il testo e trovate in internet le immagini necessarie si procede con la fase due.
Preparare le videate: impaginazione
Tenere conto che quasi sempre il formato d’uso è orizzontale-paesaggio (fisso
nei videoproiettori) e il formato condiziona la disposizione degli oggetti grafici sulla pagina.
In ciascuna pagina individuare gli elementi in ordine di importanza di contenuto ed attribuire la stessa logica alla gerarchia visiva. Si rompe così l’uniformità e si aiuta la decodifica perché l’occhio (la mente) trova un aggancio
(simbolico) per entrare e leggere.
Mantenere uno schema originale su tutta la presentazione (coerenza grafica)
Numerare le videate col sistema n. pagina/su totale (es. 1/12 significa che
stiamo sul primo di dodici lucidi) questo facilita il ritrovamento degli stessi e
l’orientamento “temporale” del pubblico, l’archiviazione dentro un raccoglitore ad anelli, con o senza buste trasparenti può aiutare anche la conservazione
nel tempo oltre a mantenere l’ordine espositivo.
Testo
Ogni pagina dovrà contenere un numero limitato di parole, buona regola è
stare sulle quaranta al massimo (equivalgono a due righe e mezzo di testo
corpo dodici); se ci son cose lunghe da dire dividere su più pagine suddividendo il testo seguendo il senso del testo.
Usare un carattere bold (grassetto o nero sono sinonimi) perché si vede anche dal fondo della stanza: caratteri senza grazie (Helvetica, Arial)sono più
leggibili in proiezione dei caratteri con grazie (Times).
Limitarsi all’uso di due font per pagina (e magari per documento)
Usare il bold o il colore per evidenziare, il corsivo si legge male e il sottolineato è riservato alle macchine per scrivere.
Individuare una logica di allineamento dei testi: la centratura ad epigrafe va
bene solo per i titoli (corti) che non andrebbero chiusi dal punto finale.
Colore e immagini
I colori non vivono isolati ma sono giudicati nel contesto, influenzano i vicini:
ma come si stabilisce una relazione armoniosa? La soluzione sarebbe semplice basta guardar fuori dalla finestra: quando si vuol creare una palette per la
presentazione, pensare alla natura per creare armonia ed empatia. Il criterio
soggettivo, mi piace, può a volte tradire: per una buona scelta occorre partire
dal tono che si vuol dare alla presentazione. Si può decidere per una presentazione “calda” o “fredda”, tono termico, e come per il colore il significato è
facilmente traslabile. I colori dal rosso all’arancio sono caldi, quelli dal verde
al blu freddi: scegliere gli uni o gli altri. Prendere una o due tonalità vivide e
per espandere la palette e creare una varietà visuale usare una o l’altra gamma espandendola con tinte o toni. Pensa a tinta come la miscelazione del colore di base con il bianco e a tono la miscelazione con il nero.
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Alcune combinazioni di colori sono totalmente illeggibili es. rosso su fondo
azzurro (in genere i complementari accostati) o danno vibrazioni da mal di
testa.
Si leggono bene in proiezione i colori chiari su fondo scuro.
Evitare come la peste le clip art (che sono decisamente brutte) o le combinazioni predefinite di videate da PowerPoint: altri milioni di utenti le hanno
usate e quindi usurate (e sono brutte). Evitare di mettere immagini se non
sono motivate, così tanto per metterle, perché distraggono e uno finisce per
cercare di decifrarne il senso che non c’è.
Bastano un paio di decise campiture di colore con un accostamento ben fatto
per rendere nuova e originale la presentazione.
Usare piccoli espedienti grafici, facili da realizzare, da mantenere uniformemente per tutte le videate: quadrati colorati, cerchi, frecce o spunte colorate
per gli elenchi puntati, spessi filetti (rettangoli o lasagnette) per separare o
evidenziare, box colorati per isolare parti di testo.
Ricorrere a tutti quegli elementi elencati nella scheda 2 che comunicano al
posto delle parole (diagrammi, schemi, istogrammi ecc) realizzabili con facilità con programmi come Excel.
Ricordare che la coerenza conta.
Il tempo di visualizzazione per videata dovrebbe andare dai 40 ai 90 secondi e
ricordare che il tempo di attenzione dopo 18 minuti mediamente cala.
Riguardo alla scrittura per l’esposizione sintetizzo:
Linguaggio conciso e per punti: usare elenchi puntati per condensare idee
Usare il testo come “carta geografica” per guidare l’uditorio nella presentazione
Che cosa possiamo fare di più e meglio per mezzo della proiezione di immagini che accompagni una lezione?
Il nostro scopo è di supportare un discorso con strumenti che ne sottolineano
i punti salienti e che dimostrino più delle parole, ma che devono sorreggere
non sostituire la nostra presenza in classe
Attività didattica con la proiezione
Deduzione a partire da un
quadro:
costruzione e rapporti aurei
struttura prospettica.
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Illustrazione dei fenomeni percettivi.
Descrizione di percorsi nello
spazio e nel tempo:
con quattro scansioni la
mappa geografica delle
tappe dei viaggi europei di
Durer.
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Gli interventi
Dimostrazione di
fenomeni visivi
specialmente dove
a contare valgono
poco le parole,
come nella teoria
del colore.
Confronto tra oggetti e in particolare nell’ambito della storia
dell’arte ponendo a fronte
opere di soggetto uguale ma di
sviluppo…
Costruzione: una dimostrazione
complessa come la prospettiva
illustrata nelle sue successioni.
Scomposizione: ancora
nell’ambito dell’analisi delle
opere scomporre ed estrarre i particolari dal contesto
accompagnandoli con una
sintetica didascalia.
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Evidenziazione:
mettere a fuoco visivamente elementi
importanti della
lettura.
Sottolineatura visiva
vuol dire aiutare la memorizzazione
visiva.
Enumerazione-strutturazione dell’informazione
attraverso elenchi puntati o tabelle.
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Gli strumenti didattici che fanno uso della luce
Proiettore diapositive
Composto da una fonte luminosa, un dispositivo di raffreddamento –ventola-,
un apparato ottico e una slitta rimovibile per l’immagazzinaggio delle diapositive, un telecomando a raggi infrarossi o con cavo, con puntatore luminoso.
I modelli più sofisticati dispongono anche di un minischermo (cm 30x30) in
plexiglass opaco dove si possono proiettare le diapositive senza dover oscurare l’ambiente. Una proiezione ottimale si ottiene su schermo apposito, ma
anche una parete bianca e liscia è sufficiente.
Le slitte o magazzini, sono di due tipi, circolari o lineari. Le diapositive possono essere archiviate direttamente dentro le slitte e conservate nelle apposite
custodie, i magazzini circolari tuttavia costano, in proporzione, molto di più
dei lineari.
Consigliabile aver una certa cura nell’immagazzinaggio delle slides e nel preparare la sequenza di proiezione, badando al giusto verso dell’immagine (alto
basso, destra sinistra).
D’uso comune impone una certa rigidità nella sequenza di proiezione; la ricerca di una immagine specifica diventa assai difficile se non si dispone di un
indice numerato.
Bruno Munari in Design e comunicazione visiva, Laterza, 1968 suggerisce varie esperienze possibili con il proiettore;
o
o
o
o
o
o
esperimenti di trattamento e sensibilizzazione di materie plastiche colorate trasparenti
esperimenti con la luce polarizzata (tramite filtri polaroid)
ingrandimento di particolari
composizione di immagini con la sovrapposizione di colori complementari o con colori fissi sovrapposti a colori mobili
proiezioni simultanee su corpi rotanti
effetti di trasparenza con molti strati di plastica trasparente e immagini scomposte (un pezzo per ogni strato).
Videoproiettore
Apparecchio che collegato al computer permette l’ingrandimento e la proiezione dell’immagine che vediamo sul normale monitor. La potenza dei nuovi
modelli consente la proiezione in piena luce e un ingrandimento molto forte
con distanza breve apparecchio/schermo. Sostanzialmente viene proiettata da
una sorgente luminosa l’immagine che si forma su un piccolo display interno
a cristalli liquidi, a matrice attiva, messa a fuoco da un sistema ottico. Invia su
grande schermo fino a 16,7 milioni di colori reali da pc o sorgente video (tv),
e ha generalmente amplificatore e altoparlanti stereo integrati ed è portatile.
Mezzi integrati
Esistono in commercio alcuni mezzi che integrano funzioni di diversa origine
ottenendo diverse combinazioni e aumentando le possibilità didattiche.
Diatape
È una unità formata da:
audio registratore (con predisposizione per l’uso specifico) con uno o più
proiettori di diapositive e una centralina di impulsi. Serve a sincronizzare un
commento sonoro registrato su cassetta con la visione di una sequenza di
diapositive: con due proiettori si possono ottenere dissolvenze incrociate (il
passaggio in trasparenza da una immagine all’altra). Usato per presentazioni
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in automatico o a ciclo continuo che non richiedono operatore, richiede mezzi
piuttosto semplici e un tempo limitato per la preparazione. Oggi il software di
presentation ha relegato in cantina molti di questi strumenti anche se il costo
del complesso diatape è molto inferiore a quello del computer+proiettore.
Oramai quasi completamente messa fuori mercato da power point
Epidiascopio
È un mezzo ottenuto aggiungendo all’episcopio, che proietta immagini opache, un dispositivo per la proiezione di diapositive. Presenta quindi i pregi e i
difetti dei due strumenti (episcopio e proiettore). Meno dotato generalmente
di automatismi del proiettore essendo privo degli avanzamenti automatici ed
è dovuto al fatto che il suo scopo principale è di visualizzare disegni opachi
affiancandoli alla proiezione di diapositive.
Diagraf o diapograph
Lavagna luminosa più proiettore di diapositive. Strumento simile alla lavagna
luminosa con la possibilità di visualizzare ben a fuoco l’immagine sia sul piano luminoso che sullo schermo. Apparecchio costoso e delicato.
Episcopio
Utilizzato già dal settecento da Leonardo Eulero, 1707-1783, che lo chiama
megascopio per dimostrazioni o lezioni scientifiche, consiste in una fonte
luminosa che proietta la luce concentrata sull’oggetto bidimensionale o tridimensionale che si vuole poiettare, l’immagine rimbalza verso uno specchio
ed esce dalla scatola attraverso un apparato ottico e vien così proiettata sullo
schermo. La sola riflessione della luce richiede lampade di notevole potenza
che generano un forte calore disperso da una ventola. Per l’uso è necessario
disporre di un ambiente completamente buio.
È utile per proiettare immagini direttamente dalla pagina aperta del libro che
la contiene senza danni per lo stesso. La qualità dell’immagine è discreta.
Esistono in commercio dei normali episcopi cui si possono aggiungere dispositivi particolari ottenendo l’abbinamento di elementi caratteristici di più strumenti semplici. I dispositivi sono:
o
o
o
o
condensatore (lenti condensatrici e cristallo atermico) per migliorare
le prestazioni luminose
dispositivo di proiezione di lastre per proiettare corpi particolari
dispositivo per preparati microscopici
dispositivo per la proiezione di diapositive (a volte già aggiunto dalla
ditta stessa per realizzare l’epidiascopio
Oltre la presentazione di immagini o testi, un modo di utilizzo dell’episcopio
è per ottenere, da originali piccoli, ingrandimenti molto grandi, proiettarli su
carta o parete e riprodurli seguendone i contorni.
Lavagna luminosa (ll.)
Di uso relativamente recente (anni ‘70) la ‘lavagna luminosa”, in inglese è
detta “overhead projector”, (proiettore sopra la testa) e per ambedue le lingue si può notare come di fatto occorra una perifrasi per indicare l’oggetto; in
italiano si privilegia l’affinità e al contempo il contrasto tra il vecchio mezzo,
lavagna nera, e il nuovo. L’inglese mette l’accento sul tipo d’uso (chi parla è
rivolto verso l’uditorio e la proiezione avviene sopra la testa alle sue spalle,
consentendo la visione simultanea dell’oratore e del materiale proiettato).
Deve essere utilizzata in ambiente con luci attenuate anche se non del tutto
spente, ma questo fattore varia in relazione alla potenza delle lampade e alla
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qualità dell’apparato ottico installati sulla lavagna (e di conseguenza al suo
costo) e alla distanza del proiettore dallo schermo.
È costituita essenzialmente da una lampada, un piano di lavoro, un obiettivo
e un sistema di specchi: la luminosità della lavagna si misura in lumen (da
1.700 a 11.000) Possono essere installate da una o tre lenti; la qualità della
proiezione, la distanza che si può tenere dallo schermo e il prezzo della ll.
sono variabili proporzionali alle lenti e alla lampada.
Esistono due tipologie di ll: trasmissiva e riflettente. Il proiettore trasmissivo
ha la fonte luminosa nella base della macchina. La luce è proiettata attraverso il vetro del proiettore attraverso una lente verso la testa mobile e dagli
specchi posti su questa deviata di 90° verso lo schermo. La luce del proiettore
riflettente è collocata nella testa dell’apparecchio: viene mandata sul piano
riflettente, inviata di nuovo verso la testa dove si trova la lente e lo specchio
che di nuovo rinvia verso lo schermo.
Ambedue i tipi hanno i loro vantaggi: il trasmissivo è in genere più potente e
luminoso e le immagini sono più definite, ma la macchina è ingombrante (ma
indispensabile se prevedi di usare uno schermo a cristalli liquidi -LCD- interfacciato a computer). L’altra è portatile ma la proiezione è di minor qualità e
luminosità, richiede perciò un ambiente assolutamente buio.
Altro sistema più sofisticato e moderno ma che può ricordare nell’utilizzo la
lavagna luminosa, prevede l’uso di una piccola telecamera da scrivania che
riprende immagini o testi da libri oppure anche oggetti, e deve essere interfacciata ad un computer con videoproiettore.
Il materiale più comune per realizzare presentazioni è il lucido o trasparente
di formato A4: se ne trovano a colori o prestampati con fondo millimetrato,
a righe o quadri, e di diverso spessore per un uso frequente o usa e getta. Si
può disegnare con pennarelli a inchiostro permanente, rimovibile però con
l’alcool o inchiostro, ad acqua cancellabile con panno umido. Si possono applicare sul lucido acetati colorati, retini e trasferibili, ma ormai l’uso del computer e il basso costo della stampa a colori ha reso obsoleti questi sistemi.
Per la stampa a computer ricordo che è necessario utilizzare trasparenti appositi, con una faccia “preparata” a ricevere l’inchiostro della stampante e che
il tempo di una perfetta asciugatura si aggira intorno alle 6/8 ore. Si possono
fotocopiare infine i materiali direttamente sui lucidi: occorre disporre di lucidi
appositi –è chiaramente specificato sulla confezione che sono destinati alla f.che resistono alle alte temperature della fotocopia. Nel dubbio, evitare guai,
da milioni, alla fotocopiatrice.
Vantaggi d’uso
La lavagna luminosa:
o
o
o
o
o
permette di puntualizzare gli argomenti
consente di arricchire la comunicazione rendendola anche visiva
offre un primo sistema di riassunto di quanto viene detto, facilitando
chi prende appunti fino a poterli completamente sostituire, se viene offerta alla fine copia cartacea dei lucidi (PowerPoint consente di
stampare da una fino a sei videate sullo stesso foglio)
induce a seguire più puntualmente una traccia senza perderla ma è
anche flessibile per cui si può cambiare l’ordine degli argomenti a seconda delle reazioni o richieste dell’uditorio
si può lavorare su un acetato intonso come fosse una lavagna, crean-
13
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o
do una situazione “attiva”
ha facilità d’uso e basso costo di preparazione del materiale
Sulla lavagna luminosa si possono giocare registri diversi:
la scrittura con tutte le sue declinazioni grafiche che hanno una funzione
precisa e ricca rispetto alla costruzione dei significati. Attenzione quindi alle
dimensioni del carattere (corpo) allo stile, corsivo, sottolineato e nero che
hanno regole precise di utilizzo, al colore del fondo e dei caratteri e alla disposizione sulla schermata.
o
o
o
utilizzando disegni o schemi
utilizzando le fotografie
ricorrendo a mascherature e mostrando successivamente parti del
quadro
Usare la macchina
Valgono per le proiezioni in genere; alcune per le videate realizzate a mano,
altre solo se si realizzano acetati o presentazioni al computer. Molte di queste
possono essere estese alla creazione di ipertesti a computer.
Usare il proiettore stando rivolti verso il pubblico non verso lo schermo, mantenendo il contatto visivo, e alla vostra destra o sinistra a seconda se siate
destri o mancini.
Coprire con una mascherina (basta un cartoncino rigido con una finestra ritagliata) la parte del piano di proiezione o dell’acetato inutilizzata in modo da
focalizzare su una videata pulita
Tecniche grafiche
Queste in sintesi le tecniche per il disegno su lucidi.