L I L I - Ambiente Risorse Salute
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L L II Giovanni Ballarini ALIMENTAZIONE E PATOLOGIA ALIMENTARE DARWINIANA Mattioli, Fidenza, 2005, pagine 302, £ 25,00 60 Questo testo è un “viaggio” attraverso le abitudini alimentari passate e presenti; l’autore, un nutrizionista che si occupa di Educazione Alimentare nell’età evolutiva, esamina dal punto di vista storico l’evolversi delle abitudini alimentari della specie umana e dal punto di vista geografico il consolidarsi di associazioni di colture agricole mirate a fornire all’organismo umano i principi fondamentali della nutrizione. In questo percorso viene recuperata la natura biologica dell’alimentazione, quella che viene definita “alimentazione darwiniana” perché legata all’evoluzione non tanto della specie ma delle caratteristiche intraspecifiche. Tale percorso permette di analizzare le patologie dovute a errori alimentari e la rivalutazione delle associazioni alimentari che hanno permesso lo sviluppo della nostra specie. I principi della nutrizione darwiniana od evoluzionista fanno supporre uno stretto rapporto tra molte attuali malattie degenerative e metaboliche dovute alla poca attenzione nelle associazioni di alimenti oltre che allo scadimento della qualità delle stesse. Il testo è strutturato in quattro capitoli: nel primo l’autore ripercorre le abitudini alimentari dei nostri antenati con lo sviluppo delle pratiche culinarie che permettono un aumento di digeribilità e assimilazione di principi nutritivi sia da alimenti vegetali che animali. Nel secondo capitolo si trovano gli argomenti dell’alimentazione darwinina con particolare riguardo alla necessità biologica e culturale del consumo di carne e pesce che ha sicuramente dato impulso allo sviluppo cerebrale. Un esame particolare viene effettuato sulla “lattofagia” e “lattofobia” nei vari gruppi di popolazione con la conseguente presenza o meno dell’enzima in grado di digerire il lattosio e lo sviluppo delle prime pratiche “biotecnologiche” per l’ottenimento di latte acido e formaggio. Nel terzo capitolo viene affrontato nello specifico il legame “cibo-malattie” con l’approfondimento anche di alcune principali patologie dovute a intolleranze alimentari. Nell’ultimo capitolo l’autore parla del nostro futuro alimentare ponendo l’accento sulla necessità che le neo-biotecnologie applicate agli alimenti, prosecuzione delle vetero-biotecnologie iniziate ottodiecimila anni fa, tengano conto delle esigenze biologiconutrizionali dettate dal nostro patrimonio genetico. La cucina come modalità di trasformazione degli alimenti correlata strettamente all’agricoltura e all’allevamento diventa una evoluzione culturale che l’essere umano ha sovrapposto all’evoluzione biologica. Questo testo, ricco sia di dati medico scientifici che di informazioni storiche e culturali, si presta come documento informativo ma anche come una piacevole lettura. (Alberta Vittadello) Aurelio Bruzzo, Sylvie Occelli LE RELAZIONI TRA CONOSCENZA ED INNOVAZIONE NELLO SVILUPPO DEI TERRITORI Ambiente Risorse Salute n. 108 Marzo/Aprile 2006 Collana dell’Associazione italiana di Scienze Regionali FrancoAngeli, Milano, 2005, pagine 385, £ 27,00 Riflettere sulle relazioni tra conoscenza, innovazione e sviluppo territoriale diventa sempre più opportuno in un periodo come l’attuale nel quale profondi cambiamenti investono il nostro paese. Da un lato trasformazioni generali di natura istituzionale e organizzativa sollecitano l’introduzione di forme e modi di gestione innovativi, diversi da quelli che contrappongono in modo alternativo stato e mercato, locale e globale, reti e gerarchie. Dall’altra emerge la necessità di leggere criticamente le nozioni di benessere, ricchezza, sviluppo, sostenibilità. Ci sono oggi fattori diversi che determinano il comportamento degli attori socioeconomici: il concetto, oramai largamente condiviso, che la società umana non si possa basare solo su convenienze economiche ma debba operare entro una cultura collettiva di sistema intesa come bene pubblico globale a sua volta prodotta dall’agire dei singoli soggetti. B B R R II In questo testo gli autori sostengono che la conoscenza sia il primo passo verso l’acquisizione di valori sociali condivisibili, portatori di significato sia per i singoli che per le organizzazioni. Sostanzialmente è solo attraverso la conoscenza che i valori in grado di favorire la costituzione di collettività innovative, possono divenire patrimonio comune. Tale ipotesi presuppone che i processi che stanno alla base della conoscenza come la sperimentazione e l’innovazione non siano solo appannaggio del mondo scientifico ma diventino presupposti dell’azione dei diversi attori che operano in questa società così dinamica e articolata. Aurelio Bruzzo è docente di Macroeconomia ed Economia Regionale presso l’Ateneo di Ferrara mentre Sylvie Occelli, ricercatrice presso l’Istituto di Ricerca Economico e Sociale del Piemonte, si occupa di modellistica urbana. (Sara Capuzzo) Niccolò Aste IL FOTOVOLTAICO IN ARCHITETTURA Gruppo Editoriale Esselibri - Simone, Napoli, 2006, pagine 325, £ 28,00 L’insensatezza dei nostri impianti termici altamente tecnologici ma sicuramente mai sazi di energia, è chiara ormai anche al comune cittadino; un primo barlume di consapevolezza si era avuto con la crisi petrolifera degli anni settanta. Risale all’epoca, infatti, l’introduzione di alcuni parametri di efficienza energetica degli impianti di riscaldamento delle abitazioni. Ma è il problema climatico, conseguenza diretta dell’inquinamento atmosferico da anidride carbonica, che induce i paesi occidentali, in particolare l’Unione Europea a predisporre direttive volte a ridurre i consumi e a differenziare le fonti. Il fotovoltaico, poiché consente di generare energia elettrica convertendo la radiazione solare, può essere un’alternativa interessante soprattutto perché integrabile nelle scelte architettoniche. Molti paesi stanno adottando iniziative volte a incentivare e finanziare questa tecnologia innovativa e sicuramente promettente. In questo testo, i produttori e i progettisti così come gli studenti o i ricercatori, possono trovare un valido strumento scientifico e tecnologico. Strutturato in sette capitoli, analizza i concetti principali inerenti la generazione elettrica fotovoltaica, descrive i vari tipi di impianti compresi gli ibridi fotovoltaico-termici, prende in considerazione l’influenza degli agenti esterni sul funzionamento degli impianti stessi. Dal capitolo quarto vengono prese in considerazione le caratteristiche tecniche, la progettazione, la valutazione economica e l’integrazione edilizia degli impianti. Nel settimo capitolo vengono descritti alcuni esempi di architetture fotovoltaiche in funzione in varie parti del mondo. L’appendice propone un’utile rassegna di componenti e sistemi. (A.V.) Claudia E. Moreno LA VITA E SUOI NUMERI Metodi di misura della biodiversità. A cura di Mario Zunino Bonanno Editore, Acireale - Roma, 2006, pagine 83, £ 12 L’interesse nel recensire il “piccolo – grande” libro della collega messicana Claudia Moreno risiede, per me, nel fatto che dalle sue pagine emana una evidente “tenacia scientifica”, peraltro già presente nella precedente edizione in spagnolo. Merito del collega M. Zunino se abbiamo oggi disponibile l’edizione italiana revisionata e con una bella copertina che riproduce il Giardino delle Delizie di Bosch. Immagine appropriata che ci porta subito allo studio dei problemi inerenti la misura della biodiversità ed al netto rifiuto di “luoghi comuni” sull’argomento. Il termine “piccolo – grande” sta ad evidenziare la forza del suo contenuto, schietto, pratico e preciso; giacché, com’è noto, il termine biodiversità è stato abusato ad uso e consumo di varie correnti di pensiero (e non...) senza dare sempre una giusta dimensione al problema nell’odierno panorama scientifico. L’autrice analizza i vari metodi di misura della biodiversità a vari livelli: su scala genetica, a livello di specie (diversità ?, ? e ?) ed a livello di comunità. Il libro si propone anche di sistematizzare la corretta elaborazione delle politiche di conservazione dell’ambiente: la misura della biodiversità è molto più complessa di quanto sembri ed essa richiede metodi rigorosi, opportuna catalogazione e quantificazione dei campioni nonché la rappresentazione cartografica dei dati rilevati sul campo, a cui segue una opportuna sintesi delle informazioni ricavate ed un opportuno piano di monitoraggio. Il libro riporta una grande quantità di formule con le quali è possibile misurare la biodiversità, consentendo agli utilizzatori la possibilità di scelta del metodo più opportuno. Va rilevato inoltre che in Italia non vi è disponibile un testo del genere e questo lo rende ancor più necessario per il dibattito scientifico intorno al tema. Sembra un paradosso ma, a mio avviso, non lo è: la corretta misura della biodiversità e la conoscenza approfondita delle sue formule e metodi ci consentono di impostare meglio il cosidetto “approccio olistico” per la comprensione (e… speriamo soluzione) delle problematiche ambientali del nostro pianeta. Infatti la biodiversità dà supporto a molte scienze della vita, come la sistematica, ecologia, biogeografia, ecc.; ed è questo il suo senso più profondo. (Marcelo Enrique Conti) zano, è senza dubbio aumentata negli ultimi decenni anche grazie una maggiore consapevolezza degli stessi consumatori. Nel settore produttivo, le aziende più evolute, proprio per rispondere a queste aumentate esigenze, applicano una metodologia chiamata Total Quality Management (TQM); tale pratica controlla il processo o il metodo con cui un prodotto è stato progettato, fabbricato, venduto. In questo testo viene ricostruito un itinerario completo tra gli elementi principali del TQM mettendo in evidenza le prescrizioni e gli aspetti corretti ma criticando anche le ambiguità e le difficoltà d’interpretazione. Viene posto l’accento sulla necessità di contestualizzare una pratica di TQM, evidenziando come stili gestionali efficaci in una data area possono avere poco successo in zone con caratteristiche socio-economiche diverse. Devono essere sviluppate e sfruttate tutte le potenzialità delle risorse a disposizione dell’azienda, in particolare quelle umane, senza tuttavia trascurare gli aspetti ambientali con i relativi impatti sul territorio e comunità locali. Un’azienda che voglia mantenersi competitiva sul mercato deve poter soddisfare pienamente le necessità del cliente tenendo conto di tutti i fattori su citati. Nel testo l’autore riporta esempi concreti e trasferibili a realtà operative piccole e grandi in cui più persone contribuiscono a dare valore aggiunto al proprio lavoro. (A.V.) Luigi Grazia, Carlo Zambonelli Calogero Rinallo Il Sole 24 Ore - Edagricole, Bologna 2006, pagine 141, £ 17,00 Piccin, PD, 2005, pagine 170, £ 22,00 Anche se gli alimenti prodotti industrialmente garantiscono standard igienici e qualitativi sicuri, ciascuno di noi viene ancora attirato dal prodotto “fatto in casa” sinonimo di genuinità e buono per definizione, anche se non sempre ciò risponde al vero. La lavorazione domestica di carni, formaggi, pasta, nella maggior parte dei casi, fornisce alimenti graditi al gusto che, talvolta, possono presentare problemi igienici e di conservazione. Questo manuale tratta la lavorazione domestica delle carni per la produzione della vasta gamma di specialità che passano sotto il nome di “salumi”. Mette in evidenza come sia necessario disporre di locali adatti sia per la lavorazione che per la conservazione dei lavorati. E ciò non è ancora sufficiente, occorre conoscere bene i procedimenti da seguire, le “ricette” con le quantità necessarie di ogni taglio e degli altri ingredienti. Gli autori definiscono i vari tipi di salumi attraverso le ricette tradizionali e le modalità di stagionatura. Il capitolo finale viene dedicato ai salumi particolari come la bresaola, lo speck, la salama da sugo. Il testo fornisce informazioni necessarie per ottenere risultati buoni sia sotto il profilo igienico salutistico che gastronomico. (A.V.) Luciano Gandolfi QUALITÀ E MANAGEMENT Una visione diversa del Total Quality Management rivolta al futuro FrancoAngeli, Milano, 2005, pagine 208, £ 19,00 L’attenzione per la qualità dei prodotti immessi sul mercato, così come la qualità della vita delle persone che quei prodotti utiliz- BOTANICA DELLE PIANTE ALIMENTARI Le piante sono una delle principali fonti alimentari primarie per l’uomo e, considerando i vegetali fonte esclusiva di nutrimento per gli animali erbivori, essi diventano di conseguenza l’esclusiva fonte alimentare anche dell’uomo. Questo spiega l’interesse degli studiosi nei confronti delle piante utilizzate tal quali nell’alimentazione umana e la necessità di conoscere nel dettaglio i componenti nutrizionali e le relative proporzioni. In questo testo vengono presentate in modo chiaro e dettagliato le principali nozioni di istologia, tassonomia e biochimica delle principali piante utilizzate per l’alimentazione umana, i nutrienti e antinutrienti contenuti in esse oltre alle piante nervine e ad alcune essenze dalle quali si ricavano aromi e spezie. Pur essendo un volume dedicato a studenti universitari dei corsi triennali di lauree specialistiche nelle scienze dell’alimentazione (Scienze e Tecnologie Alimentari, Scienza della Nutrizione, ...), può diventare utile strumento d’informazione per coloro che si occupano di problemi alimentari e nutrizionali. Il testo è corredato da numerose tabelle e illustrazioni a colori che facilitano l’individuazione della pianta descritta attraverso il riconoscimento visivo di organi, strutture anatomiche, frutti e piante note e meno note; particolare interesse riveste la descrizione dell’anatomia e del valore nutrizionale di piante esotiche come caffè, tè, tamarindo, batata. La trattazione si conclude con un breve capitolo dedicato alle biotecnologie alimentari e alle piante transgeniche. (A.V.). 61 Ambiente Risorse Salute n. 108 Marzo/Aprile 2006 SALUMI FAI DA TE La lavorazione amatoriale delle carni