Visualizza - Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
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Editoriale di Giangi Cretti S olitamente, nella retorica che infiocchetta gli anniversari, cent’anni sono un traguardo (ben)augurale. “Cento di questi giorni” è infatti la formula (sempre meno?) ricorrente nelle scontate, pertanto un po’ banali, espressioni di augurio. Un tempo a valenza iperbolica, oggi, con aspettative di vita più lunghe, lo è molto meno. Utilizzarla all’indirizzo di chi compie un secolo rischia di essere comunque una sfacciata esagerazione: poter festeggiare cento volte quella ricorrenza significa campare 10’000 anni. Un metro di misura, va da sé non scientifico, da utilizzare per una mini-era geologica. Il 2 maggio 2009 la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) ha doppiato il suo primo secolo di vita. Esserne casuali testimoni è un privilegio: con la consapevolezza del significato simbolico che tale avvenimento riveste, e, soprattutto, con la piena coscienza di cosa in concreto abbia voluto dire nella costante, talvolta altalenante, evoluzione dei rapporti economici, ma anche sociali e culturali, fra la Svizzera e l’Italia. Perché, nei fatti, la CCIS ha accompagnato per cento anni, nel suo faticoso ma fisiologico e alla fine proficuo intrecciarsi, la storia di due Paes: coniugata all’insegna di una crescita condivisa. Ricordarlo va oltre il mero esercizio di memoria, che prelude all’omaggio rituale. Offerto il ragionevole, legittimo e doveroso tributo alla liturgia celebrativa, articolata in numerosi appuntamenti ed iniziative, resta, ulteriormente rinvigorita, la convinzione delle potenzialità di un ruolo (quello della Camera) che, trae dall’esperienza di un lungo ed intenso passato, lo slancio necessario per proiettarsi (con sguardo dritto e aperto) nel futuro. È una netta dichiarazione di intenti. Una sorta di sfida, ricca di incognite, che è tale, in quanto non può essere evitata, sapendo che, sempre di più e sempre meglio, andrà affrontata con strumenti ancora più raffinati ed efficaci, ma anche con il supporto di nuove e stimolanti alleanze. Costruito il passato, che è lì: ineluttabile testimone, non resta altro che essere all’altezza di fare altrettanto con il futuro. Attrezzati e non sorpresi se, di volta in volta, per sua natura, si presenterà ammantato di novità. Nulla di straordinario: in fin dei conti, è quello che ciascuno di noi fa ogni qualvolta festeggia il proprio compleanno. È con questo spirito che esprimiamo il nostro augurio: “Lunga vita alla signora”; pardon, alla Camera. [email protected] Rivista – Maggio 2009 La 1 collezione hadis InterOffice, il numero uno per arredamenti d’ufficio in Svizzera Esposizioni in : Basilea, Berna, Hünenberg (ZG), Lucerna, San Gallo, Zurigo, Losanna, Ginevra, Givisiez (FR), Martigny, Neuchâtel, Sierre, Sion, Camorino / Bellinzona. www.interofficeag.ch [email protected] living@work Sommario RUBRICHE 8 Italiche 11 Europee 13 Internazionali 15 Oltrefrontiera 17 Benchmark 33 Burocratiche 35 Angolo Fiscale 39 Angolo legale 41 Convenzioni Internazionali 42 L’elefante invisibile 47 Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892323 - Fax ++41(0)44 2015357 e-mail: [email protected] Carnet 53 Abbonamento annuo Fr. 60.- Estero: 50 euro - Gratuito per i soci CCIS Scaffale 57 Sequenze 61 Diapason 63 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Convivio 72 Appare 11 volte l’anno. Motori 77 Progetto grafico, stampa e confezione Nastro & Nastro srl 21010 Germignaga (Va) - Italy Tel. +39 0332 531463 - Fax +39 0332 510715 www.nastroenastro.it In copertina: Al numero civico 123 della Seestrasse di Zurigo dal 2001 si trova la sede della CCIS 1 Editore: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera In breve Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione L. ATTANASIO, G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Collaboratori Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, V. CESARI LUSSO, P. COMUZZI, L. CORTESE, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, M. DIORIO, T. GATANI, G. GUERRA, F. Macrì, G. MERZ, A. ORSI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 - Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Editoriale PRIMO PIANO 18 20 23 25 4 Concorrenza, meritocrazia ed obiettivi comuni La crisi internazionale ed il rilancio dell’Italia 20 Il sistema economico svizzero è sano Intervista con Bruno Spinner, Ambasciatore di Svizzera in Italia Great Place to Work: ovvero come misurare l’eccellenza di un ambiente di lavoro Operativa anche in Svizzera Consiglio federale e Cantoni a favore del passaporto biometrico Svizzera: Votazione del 17 maggio 2009 25 Rivista – Maggio 2009 La www.maserati.com Consumo combinato: 14,7 l/100 km (4.2), 15,7 l/100 km (4.7) I Emissioni di CO2: 345 g/km (4.2), 365 g/km (4.7) Categoria d’efficienza energetica G I Emissioni di CO2 di tutte le vetture in vendita in Svizzera: 204 g/km THE NEW MASERATI QUATTROPORTE OPERA D’ARTE PER INTENDITORI. Maserati Quattroporte S 4,7 litri da 430 CV e Maserati Quattroporte 4,2 litri da 400 CV. Motore V8, design Pininfarina. La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera Loris Kessel Auto SA, 'RANCIA,UGANOs Garage Foitek AG,5RDORF:àRICHsNiki Hasler AG, 4052 Basel, s Krähenmann Autocenter AG, -EILENs Sportgarage Leirer AG, 3TEINs Automobile Németh AG, (INTERKAPPELENs Auto Pierre Sudan, :UGs Modena Cars SA, 'ENÒVEs Garage Zénith SA, ,AUSANNEs Garage Zénith SA, 3IONs Maserati (Svizzera) SA , 8952 Schlieren, 044 556 25 00 WAIT. VINTAGE 1945 «CARRÉE» Cronografo www.girard-perregaux.com Cronografo con ruota a colonne. Movimento meccanico a carica automatica Girard-Perregaux. Cassa in oro rosa. Fondo in vetro zaffiro. 27 Con lo sguardo dritto e aperto sul futuro Ginevra 1909 - Zurigo 2009: primo centenario della CCIS INCONTRI 44 49 Il rumore bellissimo del silenzio Donne in carriera: Carla Perotti Il ballo della Croce Rossa svizzera celebra l’Africa 72 78 Tempi duri per il Kebab, per il Cous Cous, per i Dim Sum (e anche per il pollo alla Teriaki) La nuova Maserati Granturismo MC Assegnato a Fiat 500 il “2009 World Design Car of the Year” 79 Tanti auguri Gilera Uno dei marchi nobili del motociclismo italiano compie cent’anni CULTURA L MONDO IN FIERA 54 BSI presenta la Collezione Storica di Buccellati Per la prima volta in Svizzera 84 Le penne e lo scrittore fanno ancora paura? 85 56 58 60 I musei del Pane, delle Calzature e del Cavallo giocattolo Gli scrigni delle curiosità5 Annunciata la creazione del Premio Cinema Ticino Assemblea generale ordinaria del Festival internazionale del film di Locarno 86 87 La manifestazione internazionale dedicata al Power e al Factory EnerMotive: Milano 26 - 30 maggio Appuntamento strategico per l’agroalimentare Tuttofood: Milano dal 10 al 13 giugno La grande vetrina del cibo e del cibo Marche Food Festival: Pesaro, 12 - 15 giugno 2 Vinitaly un altro record di espositori esteri Conclusa la 43a edizione del più importante Salone internazionale dedicato al vino DOLCE VITA 64 66 68 71 Inseguito dal successo È partito il nuovo tour di Vinicio Capossela Sicilia: Isola del vino Grande successo negli incontri di Zurigo e Ginevra Ristoratori italiani in Svizzera I risultati di una ricerca La comunità Sole&Pepe: “Foto di gruppo” Per i quaranta anni di DOC, l’autentico Prosecco rinasce con una nuova identità Vino in Villa 16 – 17 – 18 maggio Castello San Salvatore di Susegana (TV) 66 Rivista – Maggio 2009 La L MONDO IN CAMERA 90 91 93 94 96 Iniziando da Luigi cresciuto professionalmente nella “culla del made in Italy” Incontro a Ginevra tra CERN e Regione Veneto Il ruolo della CCIS a sostegno dell’internazionalizzazione Biblioteca Contatti commerciali Servizi camerali 60 7 In Breve Nel 2008 svizzeri più poveri Gli svizzeri hanno perso potere d’acquisto lo scorso anno. In base ai dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), i salari reali sono infatti diminuiti dello 0,4 % malgrado un aumento nominale del 2%.I salari nominali sono in costante crescita dal 2005 (2005: +1,0%; 2006: +1,2%; 2007: +1,6%) e l’incremento medio del 2008 è il più elevato degli ultimi sette anni grazie agli sviluppi positivi registrati nel 2007 nei settori secondario e terziario. Gli aumenti però variano a seconda dei settori di attività. Nel terziario la progressione dei salari nominali è stata del 2,1% (2007:+1,7%, 2006: +1,2%) e nel secondario dell’1,8 %. L’UST rileva che Gli Svizzeri amano sempre più la carne Nel 2008 è stato consumato il 3% in più di carne rispetto all’anno precedente, per un totale di 483.400 tonnellate, e il 10,3% in più rispetto al 2000. Lo ha reso noto l’Unione professionale svizzera della carne (UPSC). Tenendo conto anche dei pesci e dei crostacei, lo scorso anno ogni abitante ne ha mangiato mediamente 61,9 chilogrammi. La carne preferita è quella suina, con 25,2 kg pro capite (per un totale di quasi 200.000 tonnellate). Visto il momento si segnale che la carne di maiale venduta in Svizzera non proviene dal Messico, anche se l’influenza da suini non viene trasmessa tramite cibo. Infatti, a differen- l’adeguamento negoziato nell’ambito dei principali contratti collettivi di lavoro (CCL), cui è assoggettato quasi mezzo milione di dipendenti, è stato dell’1,6 %. Mediamente, dal 2004 al 2008 i salari reali sono migliorati dello 0,1% l’anno, anche in questo caso con notevoli differenze settoriali. Nel secondario si è registrato una stagnazione: gli incrementi reali sono compresi fra –0,4% dell’industria della carta, dell’editoria e della stampa e +0,1% dell’industria tessile, dell’abbigliamento e delle pellicce. Fa eccezione solo l’industria chimica con un aumento dello 0,8%. Nel terziario gli stipendi reali sono progrediti dello 0,2% l’anno. Nei trasporti terrestri e nel settore alberghiero e della ristorazione i salari reali sono invece calati rispettivamente dello 0,2 e dello 0,1%. za dell’encefalopatia spongiforme bovina (comunemente chiamata mucca pazza) questa malattia non interessa la sicurezza alimentare. Per tale ragione, l’organizzazione non si attende pertanto alcun calo del consumo nel 2009. Se, rispetto agli precedenti, il consumo di carne suina resta comunque stagnante, nel 2008 è aumentato nettamente quello di pollame (+8,6%) e della carne di manzo e di vitello (+4,8%). Al bilancio positivo hanno contribuito, oltre ai «consumi robusti», i prezzi sensibilmente più elevati per la macellazione. La crisi economica al momento non sembra avere ancora rilevanti ripercussioni sul settore. L’inizio 2009 è stato però modesto. Circa un terzo dei macellai ha infatti dichiarato che i consumatori risparmiano sulla carne. Seminario Italo-Svizzero il 4 giugno a Zurigo Investire in Italia: un mercato interessante malgrado l’attuale situazione economica? È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. Per saperne di più cliccate su www.10q.it Si svolgerà il 4 giugno, corinzio alle ore 16°° nella Ballroom dell’Hotel Park Hyatt nel centro di Zurigo ed è organizzato, inserito nel programma delle iniziative per il suo centenario, dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera in collaborazione con: Ernst & Young, ABN AMRO Bank (Switzerland). Il seminario, che, oltre ad autorevoli esperti degli enti organizzatori potrà contare anche sulla partecipazione di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti esteri), si rivolge soprattutto ad imprenditori, consulenti, avvocati che, in questo particolare situazione economica cerano i individuare nuove opportunità in prospettiva futura. Al centro dei lavori la discussione sui rischi, ma anche sulle opportunità che può offrire il mercato italiano: in termini generali, ma anche con indicazioni specifiche relative, ad esempio, al settore dell’energie rinnovabili, evidenziando le misure di sostegno, anche in termini di fiscalità, di cui possono avvalersi le imprese svizzere intenzionate ad investire in questo ambito. I lavori si svolgeranno in tedesco ed in inglese. La partecipazione ai lavori è gratuita per i soci della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. Iscrizioni e prenotazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Tel: 044 2892323 – Fax: 044 201 53 57 e-mail: [email protected] Rivista – Maggio 2009 La 9 Italiche di Corrado Bianchi Porro C’è stata una specie di televoto sull’azione del Governo italiano fra i partecipanti (una platea composta in maggior parte da economisti ed imprenditori) al recente convegno Ambrosetti che si è svolto gli scorsi giorni a Cernobbio. Ebbene, ha commentato il ministro delle infrastrutture Brunetta, circa il 60% circa dei presenti ne ha dato un giudizio positivo o abbastanza positivo. Eppure, da quando il Governo Berlusconi si è insediato, abbiamo attraversato un anno di crisi dura è ben difficile trovare un Paese al mondo dove, a fronte di un’emergenza economica tale, la maggioranza al governo abbia più consensi che all’inizio. Ma quando passerà la nottata e si uscirà dalla crisi? Io non sono mai stato un catastrofista, risponde il ministro delle infrastrutture e innovazione. Andiamo verso la stagione primavera-estate. Strutturalmente è rio che ha avuto la commissione europea in questi frangenti. Per quanto riguarda l’agenda per l’Italia di oggi, ritengo che ci sia un grandissimo rischio che dobbiamo avere davanti e dobbiamo evitare di correre, dice Enrico Letta. È il rischio “deindustrializzazione”. L’Italia ha quattro milioni di imprenditori, siamo un sistema a imprenditorialità diffusa, aggiunge. Se scatta l’idea che è meglio chiudere, perché si mette in sicurezza la famiglia, il patrimonio e anche gli stessi dipendenti in assenza di ordini e prospettive, l’Italia cambia il suo sistema produttivo. Quindi, dobbiamo creare un’agenda per l’Italia che sia imperniata sulla tenuta del sistema industriale diffuso e questo passa attraverso alcune scelte di fondo, con un messaggio di fiducia che il sistema Paese deve dare alle imprese e attraverso alcuni progetti. Parliamo Trasparenza, merito e regole precise una stagione positiva dal punto di vista dell’occupazione: i posti di lavoro aumentano in questo periodo. Cresce la mobilità per ragioni turistiche, affari, svago o altro. Questo può portare ad aumentare la fiducia dei consumatori. Ad oggi, i nove decimi della popolazione italiana ha di fatto una maggiore ricchezza rispetto a un anno fa. Infatti, solo un decimo soffre per la perdita del posto o per la cassa integrazione. Tutto il resto della popolazione ha mantenuto gli stessi livelli di reddito e, in ragione del calo delle tariffe e prezzi, ha di fatto aumentato il potere d’acquisto. Quindi, si è formato un sotterraneo effetto ricchezza. Il vero problema è oggi come trasformare questo effetto (che può voler dire risparmio) in modo da farlo diventare reddito e investimento. Manca, in effetti, la fiducia della gente. Acquistare titoli di Stato non dà grande soddisfazione e non cambia sostanzialmente le cose. Quello che stiamo cercando di fare, dice ancora il ministro, è far spostare questo effetto ricchezza su investimenti ad esempio innescati alla casa, in ragione dei mutui a tassi bassissimi. Ciò può aiutare a far transitare il risparmio che si è formato verso impieghi che abbiano poi ripercussioni favorevoli per il resto dell’economia e sulle industrie. Il governo che ci riesce, con interventi sulla casa, autorottamazione, incentivi sui mobili, elettrodomestici, per far diventare il risparmio in consumo o investimento, riesce pure a rimettere in moto l’economia. Più articolato, sempre a Cernobbio, il discorso dell’opposizione. Secondo l’onorevole Enrico Letta, non solo l’Italia, ma l’Europa é già stata cambiata dalla crisi, ha detto. Mentre infatti gli scorsi anni c’è sempre stato un equilibrio tra Europa intergovernativa e quella comunitaria, non c’è nessun dubbio che dopo sei mesi di crisi, quella comunitaria sia stata messa in ombra da quella intergovernativa. Risalta il ruolo assolutamente accesso- Rivista – Maggio 2009 La ad esempio dell’energia al sud con un piano per l’energia rinnovabile, un tema delle infrastrutture da cantierare subito. C’è il tema della riforma degli ammortizzatori sociali e infine quello sui pagamenti ritardati della pubblica amministrazione alle imprese (che vale 35 a 50 miliardi a seconda delle stime). La Cassa depositi e prestiti faccia da anticipatore di questi crediti, non soltanto da certificatore per andare in banca a farsi scontare i crediti. Il tema del sud io lo vedo così conclude Letta: in questo momento dobbiamo investire anche culturalmente per far diventare il sud un qualche cosa che dà utilità a tutto il Paese. Il sole e il vento ci sono più al sud che nel resto del Paese. Il fabbisogno energetico è pesante in tutto il Paese. Se concentrassimo gli investimenti di energia rinnovabile sul sud, questo fabbisogno energetico, come sui gassificatori, si renderebbe un servizio utile a tutto il Paese. Occorre promuovere l’orgoglio industriale e che si dia un messaggio al Paese: è necessario che il sistema tenga e che rimanga un tessuto industriale forte. Sia Letta che Brunetta condividono infine il giudizio secondo cui l’Italia è un paese che fino ad ora sta vivendo i riflessi sociali della crisi meno drammaticamente di altri e le inevitabili manifestazioni pubbliche di dissenso fanno parte del gioco democratico e della libertà fino a quando restino nell’alveo di una logica partecipativa. Il Governo ascolta tutti i cittadini: sia quelli che scendono in piazza, sia quelli che non scendono in piazza e fanno ogni giorno il loro lavoro, precisa però Brunetta. Con l’avvertenza che la pubblica amministrazione non deve essere vista come un grande ammortizzatore sociale, ma rispondere ad esigenze di efficienza e di reale servizio ai cittadini, funzionando in base a principi di trasparenza e merito, con regole precise. 11 www.navyboot.ch Europee di Philippe Bernasconi Prima il vertice del G20 di Londra. Poi quello della Nato sulle rive del Reno. Infine quello con l’Unione europea a Praga. Barack Obama non si è risparmiato. Per il suo primo viaggio nel Vecchio continente da presidente degli Stati Uniti ha affrontato un vero e proprio tour de force. Che si è rivelato un grande successo. Personale, ma non solo. Gli Stati Uniti sono riusciti a riaffermare la loro leadership globale, nonostante la crisi finanziaria ed economica mondiale e la presunta decadenza durante l’era Bush. L’Europa ne è invece uscita ancora una volta divisa e in qualche modo ridimensionata. A nulla sono dunque riusciti il carisma di Nicolas Sarkozy e di Angela Merkel e la volontà di voler riaffermare la centralità che l’Europa dovrebbe rivestire nel rilancio economico (ma anche ideologico e morale) di un mondo in coma profondis- Obama trionfa in Europa simo. A farla da padrone è stato infatti Barack Obama, che in una settimana scarsa di presenza in Europa non ha sbagliato una mossa. E con alcuni colpi a sorpresa ha fatto capire senza ombra di dubbio chi è intenzionato a guidare il nuovo ordine mondiale. Che sarà sì diverso da quello in fase di dissoluzione, ma che continuerà ad avere al suo centro gli Stati Uniti d’America. Al tanto atteso summit delle 20 nazioni più industrializzate e in via di sviluppo l’Unione europea è arrivata con la ferma intenzione di evitare annunci roboanti di generici e miliardari piani di rilancio economico. Per Bruxelles servirebbero a poco, farebbero più male che bene e svierebbero l’attenzione dal vero nocciolo del problema, i guasti prodotti dal sistema finanziario internazionale. Meglio allora – sempre secondo l’Unione europea – piani puntuali e circostanziati, caso per caso, a dipendenza delle esigenze di ogni singola nazione e di ogni singolo settore economico. E invece sappiamo come è andata a finire. La strategia degli Stati Uniti – spalleggiati dalla Gran Bretagna di Gordon Brown – ha avuto la meglio. Il G20 ha deciso di varare stimoli fiscali per l’astronomica cifra di oltre mille miliardi di dollari, che verranno in gran parte gestiti dal Fondo monetario internazionale. E proprio attraverso l’FMI e la Banca mondiale il nuovo ordine economico internazionale – una volta superata la crisi e riformato il sistema finanziario - avrà modo di rimodellarsi. Evidentemente a guida americana, ma anche cinese. L’altra grande potenza economica e politica mondiale che sta avendo un ruolo chiave in questa fase. Perché – lo si è sentito dire più volte a Londra – senza il contributo determinante di Washington e Pechino la ripresa economica mondiale farà tremendamente fatica a decollare. E in quest’ottica il ruolo dell’Europa rischia davvero di essere marginale. Barack Obama è quindi riuscito a far passare la sua strategia ed è pure riuscito ad evitare che il vertice inciampasse su un altro importante punto all’ordine del giorno, quello della governance e della trasparenza finanziaria. L’accordo sulle liste dei paradisi fiscali e sull’attacco al segreto bancario era infatti combattuto da più parti (da chi, insomma, si sentiva leso nell’onore e nel portafoglio) e solo la mediazione del neo presidente degli Stati Uniti Rivista – Maggio 2009 La è riuscita a portare in porto l’intesa. Un segnale, per la verità poco credibile, visto che nella lista dei paesi “cattivi” mancano alcune regioni cinesi, britanniche e americane, non tra le più trasparenti in materia. Ma tant’è. Quel che conta è che agli occhi dell’opinione pubblica internazionale il vertice del G20 si è rivelato un successo. Grazie, soprattutto, alla determinazione e all’abilità della nuova amministrazione Obama. Il presidente americano si è poi spostato a Strasburgo e a Baden Baden per il summit della Nato, che ne ha suggellato il 60esimo anno di esistenza. Anche qui – al di là della retorica – tutto rischiava di saltare su due punti fondamentali: il nome del nuovo segretario generale e l’impegno dell’Alleanza atlantica in Afghanistan. E anche in questo caso una doppia sagace mossa di Obama ha evitato che tutto fallisse. Il neo presidente americano è dapprima riuscito a convincere la Turchia a togliere il veto sul primo ministro danese Rasmussen (reo di non aver condannato le vignette sul profeta Maometto e di aver tollerato la presenza in Danimarca di una tivù pro curda), in cambio di non meglio precisate contropartite ad Ankara. Ed ha poi convinto gli alleati a stanziare nuovi fondi e soprattutto ad inviare nuovi soldati in Afghanistan. Un’astuta mossa diplomatica che ha comunque ratificato – ancora una volta – lo strapotere a stelle e strisce sulla Nato, per quanto riguarda uomini e mezzi. E anche in questo caso il ruolo dell’Europa rischia di diventare sempre più marginale. Ma il vero colpo del ko Obama lo ha messo a segno a Praga. Prima ancora di incontrarsi con i membri dell’Unione europea (per quello che è stato il primo vertice Europa-Usa della nuova era), di fronte a una folla oceanica e entusiasta, Barack Obama ha lanciato un appello affinché Bruxelles accolga tra le sue fila la Turchia. Un colpo a sorpresa, che è stato decisamente mal accolto da chi è da sempre contrario all’adesione di Ankara (come la Francia di Nicolas Sarkozy), ma che ha centrato l’obiettivo. Far capire al mondo che a dettare i ritmi e i temi della politica internazionale rimangono gli Stati Uniti, anche quando si tratta di questioni interne ad altre nazioni o ad altre organizzazioni internazionali. “Gli Stati Uniti e l’Europa devono avvicinare i musulmani come nostri amici, vicini e partner per combattere l’ingiustizia, l’intolleranza e la violenza, forgiando una relazione basata sul rispetto reciproco e gli interessi comuni. Procedere verso l’adesione all’Unione europea della Turchia sarebbe un segnale importante del vostro impegno in questa direzione e assicurerebbe che continuiamo ad ancorare la Turchia fermamente all’Europa”, firmato Barack Obama. Da notare quel “continuiamo ad ancorare” (e non “continuate ad ancorare”) utilizzato dal presidente americano. Capito il messaggio? La conclusione è piuttosto chiara, come ha sottolineato anche Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. La ricca Europa (che, tra le altre cose, sta anche attraverso una delicata crisi politica - intrinseca al suo stesso complicato meccanismo di funzionamento – con il paese presidente di turno, la Repubblica Ceca, che si ritrova senza governo) “rischia una progressiva emarginazione, un ruolo sempre più subalterno nella governance e nel sistema internazionale”. 13 50 QUEST’ANNO, NOI COMPIAMO 50 ANNI! 50 ANNI DI DESIGN, DI PASSIONE, DI STILE. PER 50 GIORNI! Il regalo sarà tutto per voi: la poltroncina Liz, del valore di Fr. 2’097, nel colore che preferite. Per averla, basta venire in uno dei nostri Natuzzi Store ed acquistare il divano che state cercando da sempre. 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Secondo il quotidiano israelinao Haaretz, a metà dicembre 2008 Shimon Peres ha incontrato il nunzio apostolico in Israele l’arcivescovo Antonio Franco, il quale ha fatto presente che il papa avrebbe risposto positivamente all’invito a visitare la Terra Santa. di quella follia omicida? Un’azione invece silenziosa, sicuramente sofferta e meditata, fatta di velati richiami pubblici, ma sempre tenendo conto della situazione di debolezza di una Chiesa inerme di fronte alla potenza militare della Germania nazista, non fu forse questo l’approccio che la chiesa poteva avere in quelle drammatiche circostanze? All’apertura degli archivi si saprà se Pio XII ha veramente lasciato fare agli eventi il loro corso, oppure, come già si ha evidenza, le azioni di salvataggio di ebrei e consacrati ci furuno e furono numerose. Se ci fosse stata una forte denuncia dello sterminio in corso probabilmente la brutalità nazista si sarebbe scatenata ancora di più sulla Chiesa Cattolica e sulla Santa Sede durante l’occupazione di Roma, impedendo così ai difficili tentativi di aiuto di avere dei risultati. Oggi l’avversione d’Israele alla beatificazione di Pio XII appare prematura e senza fondamento. Ad ogni modo, il processo di beatificazione è in corso e pare s’attenda l’apertura degli archivi del pontificato per portarlo nella fase finale. Il viaggio del Papa prevede anche una visita a Betlemme sotto il controllo dell’Autorità Palestinese (AP) e ciò potrebbe creare delle tensioni interne al campo palestinese vista la lotta tra Al Fatah, partito laico a capo dell’AP e Hamas, partito integralista islamico in controllo della Striscia di Gaza. Un ulteriore motivo di attrito tra la Santa Sede ed il mondo ebraico è la decisione di Benedetto XVI di reintrodurre il messale latino nel quale si richiama al riconoscimento da parte degli ebrei di Gesù di Nazareth quale il Cristo. In seguito alle proteste dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, la Santa Sede ha chiarito che la formula esprime un desiderio generale e non un invito ai cattolici a fare apostolato presso gli ebrei. Viste le premesse il viaggio del Papa non si prospetta certo facile e si dubita che l’accoglienza della popolazione sia piena di entusiasmo e di calore. Un’altra ragione che desta qualche dubbio sull’opportunità della visita è il rischio per la sicurezza del pontefice, viste tutte le polemiche recenti ingrandite dai mezzi di comunicazione di massa. Tutto ciò fa pensare ad una regia non meglio identificata per minare l’immagine di questo pontificato. Tuttavia, rimane viva la speranza che questa visita lasci nella memoria collettiva qualche espressione efficace per i giornali come quella di Giovanni Paolo II con cui definì gli ebrei “i fratelli maggiori” dei cristiani. Il pontificato di Benedetto XVI ha bisogno di qualche folgorante slogan mediatico che susciti un applauso generale. La visita di Benedetto XVI in Israele L’invito è arrivato, tuttavia non sono da attendersi folle osannanti per l’ingresso del papa a Gerusalemme, anzi la popolazione israeliana è sostanzialmente indifferente e forse anche infastidita per la visita. Di fatti, la reazione della stampa israeliana al suo annuncio è stato piuttosto fredda, visto lo scarso risalto che è stato dato alla notizia. Di recente la Santa Sede ha preso posizione indicando come imprudenti le dichiarazioni del vescovo Richard Williamson in cui nega l’esistenza delle camere a gas per lo sterminio di massa degli ebrei da parte dei nazisti. Dichiarazioni queste fuori luogo e senza cognizione storica, che hanno ovviamente suscitato l’ira del mondo ebraico proprio in seguito al ritiro della scomunica del papa al gruppo di Lefevriani di cui Williamson fa parte. Il loro numero è esiguo e la scomunica è stata loro tolta senza però riconoscere ai quattro vescovi di questa fraternità la liceità del loro ministero. La figura di Pio XII è un altro punto di polemica cocente tra il Vaticano e Israele, che questo viaggio dovrebbe smorzare. Questo papa, di cui è iniziato il processo di beatificazione, rimane oggetto di dibattito storiografico per il suo atteggiamento di prudenza durante le persecuzioni in Europa. Il dibattito storiografico è ancora aperto per la semplice ragione che i documenti dell’Archivio Segreto Vaticano che riguardano quel periodo saranno ancora inaccessibili per i prossimi sette anni. Solo dopo l’apertura degli archivi si potrà far luce sull’efficacia della strategia di Pio XII nei confronti del nazismo. Un atteggiamento di confronto diretto e rumoroso, fatto di denunce plateali, sarebbe stato forse più utile a limitare le sofferenze e i danni Rivista – Maggio 2009 La 15 Oltrefrontiera di Fabrizio Macrì Il mercato svizzero dei prodotti alimentari biologici rappresenta una grande opportunità per l’export italiano. In questo, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della produzione italiana alimentare, il valore del mercato svizzero ha raggiunto quota 1,44 Miliardi di Franchi nel 2008, facendo registrare un aumento dell’11,2%, il doppio della crescita registrata sul mercato alimentare tradizionale. Bio made in Italy La spesa procapite per alimentazione biologica in Svizzera è con 105 Euro annui la più alta al mondo, più del doppio della Danimarca che segue con 51 Euro al secondo posto e quattro volte l’Italia, in fondo alla classifica con 25 Euro. I dati del 2009 ci dimostreranno in che misura il rallentamento dell’economia mondiale avrà colpito anche il comparto dei prodotti alimentari bio che comunque fino ad ora sono rimasti impermeabili alle intemperie dell’economia mondiale manifestatesi già nel 2008. Cresce in particolare nel 2008 la domanda di frutta (+ 28%), carne (+ 19%), uova e latticini (12,5%) e prodotti freschi (+10%) che si concentra sostanzialmente nei canali della grande distribuzione, Coop (50%) , Migros (24%) e del commercio specializzato (15,5%). In questo contesto nasce a Zurigo „Bio Made in Italy“ il pacchetto promozionale tramite il quale la CCIS intende aumentare la presenza di prodotti alimentari biologici italiani in Svizzera. L’iniziativa propone a Camere di Commercio, Consorzi, Associazioni di imprenditori di preparare le aziende esportatrici al mercato tramite una presentazione introduttiva ed una giornata di incontri bilaterali con importatori svizzeri in visita in Italia e si conclude con una presenza biologica italiana al „Bio-Marché“ di Zofingen vicino Berna, mercato Rivista – Maggio 2009 La specializzato e fiera open air più grande della Svizzera. La presenza biologica italiana sul mercato elvetico è già avviata, ma non ancora solida perchè la produzione locale è importante, apprezzata e garantita e perchè il prodotto d’importazione tende a concentrarsi nel canale della grande distribuzione, importante per volumi venduti, ma più soggetto del commercio tradizionale alle oscillazioni della domanda. È proprio sul commercio tradizionale specializzato e quindi sul prodotto di nicchia che punta la CCIS: una prima verifica è stata già fatta, chiedendo a circa 100 importatori di settore se fossero interessati al prodotto Made in Italy e, se sì, a quali prodotti in particolare. In più di dieci hanno risposto nel giro di pochi giorni, lamentando una scarsa visibilità delle produzioni italiane ed una difficoltà ad entrare in contatto con produttori medio-piccoli, fuori dal giro della grande distribuzione. Questo indica che anche in tempi di crisi (l’ultima risposta è arrivata mentre scriviamo) il mercato svizzero è alla ricerca di prodotti di qualità e sa che può trovarli nel Bel Paese; più in generale questo significa che una via d’uscita dalla brusca frenata della domanda e degli ordinativi di cui stanno soffrendo le mostre imprese negli ultimi mesi non sta solo in un massiccio intervento dello Stato a sostegno delle imprese, ma anche in un’attenta attività di internazionalizzazione, di ricerca paziente di „sacche di domanda“ nascosta ancora esistenti sui mercati internazionali. Il mercato più „affamato“ di prodotti alimentari bio al mondo non può che costituire un’opportunità per l’Italia, paese leader a livello europeo per numero di aziende produttrici ed estensione dei terreni coltivati: con Bio Made in Italy la CCIS conta di offrire un trampolino di lancio alle aziende italiane, decise ad uscire dall’asfittico mercato interno e a cercare fortuna presso la distribuzione specializzata svizzera. 17 C La crisi internazionale ed il rilancio dell’Italia oncorrenza, meritocrazia ed obiettivi comuni La recessione che ha investito l’America e l’Europa, non risparmia né l’Asia né l’America Latina. Di fronte ad una crisi ormai globale i Governi hanno predisposto sostanziose misure a sostegno dei consumatori e delle imprese, che si aggiungono a quelle per salvare le banche. Si tratta di manovre tra il 3 e il 3,5 per cento del Pil in Spagna, Germania, Svezia; tra l’1 e il 2 per cento in Francia e Regno Unito, il 7 per cento nella nuova America di Obama, per arrivare al 16-18 per cento di Giappone e Cina, finendo con lo 0,2 per cento in Italia e solo lo 0,01 per cento in Grecia. La crisi è tale che, secondo alcuni economisti, per la sua gravità potrebbe anche modificare i futuri rapporti geopolitici internazionali. Il nuovo assetto economico mondiale dipenderà dai tempi e dalle modalità con cui i diversi Paesi sapranno uscire dall’impasse economica. Pertanto, per non trovarsi ai margini dell’economia mondiale, gli Stati sono chiamati non solo ad intervenire per di Luca Attanasio* *Responsabile dell’Ufficio Economico e Commerciale, Ambasciata d’Italia in Svizzera. 18 attutire i colpi della recessione - ed i Piani di aiuto adottati dai diversi Paesi vanno in questo senso - ma anche ad adottare coraggiosi interventi strutturali per una più solida e duratura crescita di lungo periodo. Se ci riferiamo allo stato di salute dell’economia italiana prima dell’attuale recessione troviamo un Paese afflitto da anni da una crescita stagnante, quasi rassegnato. Apparirebbe pertanto giustificata la necessità di affrontare l’attuale crisi internazionale guardando anche al passato, perché il futuro non rappresenti un faticoso ritorno allo status quo ante, ma uno sforzo per rendere l’Italia un Paese finalmente dinamico, economicamente e culturalmente. La recessione in atto può quindi rappresentare, soprattutto per il nostro Paese, un’opportunità storica per adottare profonde riforme sostanziali in grado di liberare quelle energie positive, oggi latenti, in grado di rivitalizzare profondamente il Paese. Ma quale ricetta per un simile rilancio dell’Italia? La recessione che ha investito l’America e l’Europa, non risparmia né l’Asia né l’America Latina. Di fronte ad una crisi ormai globale i Governi hanno predisposto sostanziose misure a sostegno dei consumatori e delle imprese, che si aggiungono a quelle per salvare le banche. Si tratta di manovre tra il 3 e il 3,5 per cento del Pil in Spagna, Germania, Svezia; tra l’1 e il 2 per cento in Francia e Regno Unito, il 7 per cento nella nuova America di Obama, per arrivare al 16-18 per cento di Giappone e Cina, finendo con lo 0,2 per cento in Italia e solo lo 0,01 per cento in Grecia. La crisi è tale che, secondo alcuni economisti, per la sua gravità potrebbe anche modificare i futuri rapporti geopolitici internazionali. Il nuovo assetto economico mondiale dipenderà dai tempi e dalle modalità con cui i diversi Paesi sapranno uscire dall’impasse economica. Pertanto, per non trovarsi ai margini dell’economia mondiale, gli Stati sono chiamati non solo ad intervenire per attutire i colpi della recessione - ed i Piani di aiuto adottati dai diversi Paesi vanno in questo senso - ma anche ad adottare coraggiosi interventi strutturali per una più solida e duratura crescita di lungo periodo. Se ci riferiamo allo stato di salute dell’economia italiana prima dell’attuale recessione troviamo un Paese afflitto da anni da una crescita stagnante, quasi rassegnato. Apparirebbe pertanto giustificata la necessità di affrontare l’attuale crisi internazionale guardando anche al passato, perché il futuro non rappresenti un faticoso ritorno allo status quo ante, ma uno sforzo per rendere l’Italia un Paese finalmente dinamico, economicamente e culturalmente. La recessione in atto può quindi rappresentare, soprattutto per il nostro Paese, un’opportunità storica per adottare profonde riforme sostanziali in grado di liberare quelle energie positive, oggi latenti, in grado di rivitalizzare profondamente il Paese. Ma quale ricetta per un simile rilancio dell’Italia? Performance economica dissonante Partiamo da due considerazioni. La prima di natura economica. La deludente performance economica dell’Italia è fortemente dissonante laddove si osserva che negli ultimi Rivista – Maggio 2009 La anni, diversamente dal nostro Paese, altri Stati europei non solo hanno dimostrato di saper far bene, si pensi alla Germania o all’Austria, ma anche meglio - come la Spagna, Paese che ha attraversato una lunga crisi, ma che ha trovato il coraggio di affrontare i propri nodi strutturali. Quello che più preoccupa è che da noi, probabilmente, non si percepisce appieno la gravità della situazione. Questo perché in nostro Paese contribuisce ancora significativamente (1500 miliardi di euro l’anno) alla ricchezza dell’Unione Europea, la quale a sua volta rappresenta oltre il 16% dell’economia mondiale. Ma se si considera che, secondo alcune stime, nei prossimi trent’anni l’Unione Europea vedrà progressivamente ridurre il proprio ruolo internazionale fino a contare solo per il 5% in termini di contributo al reddito mondiale, si comprendono meglio le reali dimensioni del problema, di cui si deve prendere coscienza: un’Italia oggi in affanno quando ancora l’Europa gioca da protagonista sui mercati internazionali, ma che succederà quando l’intero Vecchio Continente cederà il passo? In secondo luogo, di fronte a tale persistente stagnazione economica, il nostro Paese sembra avere perso fiducia ed ambizioni di riscatto. Nella classifica europea del PIL pro-capite, datata giugno 2008, l’Italia era superata da tutti i Paesi dell’Unione Europea (UE) prima dell’allargamento, ad eccezione di Grecia e Portogallo. Come negli ultimi Europei di calcio il nostro Paese usciva perdente, in particolare, nel confronto con la Spagna che appariva più scattante e motivata. La notizia, apparsa sui giornali in concomitanza con la cocente sconfitta degli Azzurri ad Euro 2008, era passata inosservata ai più. Tuttavia le reazioni che la pubblicazione della classifica ha avuto sulla stampa italiana offrono uno spunto di riflessione. Molti esponenti dell’economia, infatti, si erano detti convinti che l’anno seguente l’Italia sarebbe riuscita a tornare davanti alla Spagna. Peccato che ad accendere le speranze di rimonta non fosse la fiducia nel fatto che il nostro Paese avrebbe intrapreso un virtuoso percorso di crescita, ma che il motore spagnolo avrebbe subito una battuta d’arresto per lo scoppio di una bolla speculativa sul mercato dell’edilizia, come poi è effettivamente accaduto. Appare evidente che l’affidare il proprio successo all’insuccesso altrui è sintomo che il Paese soffre di un problema che è anche, e soprattutto, culturale. Un problema anche, e soprattutto, culturale Il fatto che il reddito reale medio non cresca è conseguenza ultima di qualcosa di più profondo, che ha fatto progressivamente deporre ogni ambizione di affrontare e risolvere i problemi che ci affliggono. Senza obiettivi ambiziosi per il futuro, per un riscatto dell’Italia potrebbero non bastare trent’anni, che è quanto è servito alla Spagna per provare a rimettere in piedi un sistema economico che, nonostante le critiche di cui senz’altro può essere oggetto, è cresciuto del 3,5% nel 2007 e si stimava sarebbe cresciuta del 2% nel 2008. E a quanti non percepiscono ancora il declino che affligge il nostro Paese si può ricordare che, mentre da noi si interveniva per salvare le grandi imprese statali, il capitalismo Rivista – Maggio 2009 La spagnolo era in grado di giocare da protagonista sui mercati internazionali e di investire all’estero, anche in settori strategici. Ad esempio, è spagnola la società che detiene la maggioranza relativa di Telecom Italia. Fortunatamente, ci sono anche motivi sostanziali di ottimismo per guardare al futuro con la giusta ambizione. Se osserviamo il nostro commercio con l’estero, negli ultimi cinque anni le esportazioni italiane sono cresciute del 93% e la nostra quota sul commercio mondiale è tornata a crescere nel 2007 dopo un decennio di declino. Sono dati di cui rallegrarsi. Nel Paese, dunque, esiste un’anima fortemente competitiva che sta conseguendo all’estero risultati d’eccellenza e che traina il motore dell’economia italiana. Le nostre aziende confrontate quotidianamente con la concorrenza internazionale dimostrano di saper dare il meglio di sé e di esprimere appieno le proprie potenzialità. Nell’ultimo quinquennio, ad esempio, si è assistito ad una profonda ristrutturazione del settore manifatturiero, che ha saputo reagire alla concorrenza incentrando il proprio operato sui principi dell’efficienza e della meritocrazia. Sta qui, probabilmente, la ricetta per il rilancio del nostro Paese: traslare il modello ed i valori dell’export all’intera società italiana. Ma in che modo? Abbattendo le barriere alla concorrenza anche nel settore dei servizi, ancora oggi protetti e in larga parte non efficienti; promuovendo trasparenza e meritocrazia e, soprattutto, valorizzando quelle esperienze di collaborazione di successo che dimostrano che anche in Italia si può riuscire a “fare sistema”. In tale prospettiva, non mancano nella vita del Paese esempi felici di modernizzazione. Nel corso degli ultimi anni il Sistema Italia per l’internazionalizzazione ha segnato significativi progressi: è cresciuta la consapevolezza presso le imprese dell’importanza del partenariato pubblico-privato, e le Istituzioni pubbliche, dal canto loro, hanno accresciuto l’impegno per sostenere l’operato delle imprese (1). In tale ottica, ad esempio, il Ministero degli Esteri, nella sua veste di “gestore di rete” a sostegno del “Sistema Paese”, ha recentemente costituito l’Unità per il Sistema Paese che tenterà di raccogliere le sollecitazioni dei diversi soggetti interessati ed assicurarne la traduzione in iniziative organiche e coordinate. Superare la crisi attuale ponendo nel contempo le basi per un maggior dinamismo dell’economia italiana è quindi un’ambizione possibile, soprattutto perché nel Paese esistono sia esempi di successo da prendere quale modello, sia potenzialità inespresse in grado di farci raggiungere ambiziosi traguardi. Ma bisogna anzitutto prendere coscienza della reale necessità per l’Italia di un immediato e profondo rinnovamento anche culturale, che porti all’adozione di un sistema di valori incentrato sui principi della competizione - e quindi dell’efficienza - e della meritocrazia, nonché sulla capacità di perseguire obiettivi comuni. Sarà così possibile creare le premesse per poter imbrigliare quelle energie positive in grado di rivitalizzare profondamente il nostro Paese. renza e meritocrazia e, soprattutto, valorizzando quelle esperienze di collaborazione di successo che dimostrano che anche in Italia si può riuscire a “fare sistema” 19 I ntervista con Bruno Spinner, ambasciatore di Svizzera in Italia Come si adatta una Piazza finanziaria con solide basi, come quella svizzera, alla caduta in verticale dell’economia globale? Adriana Caccia, direttore pubbliche relazioni di Tribuna economica, giornale di economia e finanza (www.etribuna.com), lo ha chiesto a S.E. l’Ambasciatore di Svizzera in Italia, Bruno Spinner, in quest’intervista realizzata per la pubblicazione del rapporto dedicato all’Ambasciata Svizzera in Italia rispondere a questa domanda. La “ricetta” di Obama per risollevare l’economia americana avrà tempi lunghi? Negli Stati Uniti, per ora, si tratta di frenare la discesa. Pochi sono coloro che conoscono le tempistiche. “Per una ripresa dell’economia svizzera entrano in campo le sue forze strutturali, i cui adattamenti sono intervenuti in tempi opportuni. Le nostre imprese sono flessibili, aperte alle innovazioni e, soprattutto, competitive. Le finanze statali come anche il sistema bancario svizzero sono nel complesso sani. Nonostante ciò anche la Svizzera si trova a dover affrontare un anno di congiuntura difficile” - ha esordito l’Ambasciatore Spinner. Come vede il 2009 per l’andamento delle economie europee? La crisi è globale, non riguarda i singoli Paesi. Ogni nazione è coinvolta e ogni nazione deve avviare le misure necessarie per fronteggiare un momento così delicato. C’è un aspetto che ci fa molto riflettere e crea ragioni di insicurezza, è quello che tutti i Governi, dalla Svizzera ai governi europei, dagli Stati Uniti all’Africa, sono stati eletti dai cittadini, vuoi in forma diretta, vuoi dai parlamenti. I cittadini pagano le tasse e le misure adottate dai governi per fronteggiare la crisi sono pagate dagli elettori. Così come è emerso dal G7 di Roma, non bisogna scegliere le misure protezionistiche. Il protezionismo è un pericolo. Al ministro Tremonti è stato chiesto “Abbiamo toccato il fondo o ci saranno mesi peggiori”? Lei che cosa ne pensa? È molto difficile valutare il tempo che ci vuole per uscire dalla crisi e questa è una difficoltà supplementare. È un periodo di grande responsabilità. Non so se abbiamo toccato il fondo e probabilmente poche persone o forse nessuno è in grado per il momento di 20 Ambasciatore, la Svizzera come reagisce? L’economia svizzera è molto legata all’economia globale, di conseguenza è toccata dalla crisi internazionale. La struttura delle imprese svizzere è molto simile a quella italiana infatti è composta al 95% da piccole e medie imprese. Abbiamo due elementi a nostro favore, il primo è la flessibilità, i “giganti” dell’economia in Svizzera sono quasi assenti e il tessuto delle PMI si adatta più facilmente al mutamento. Il secondo elemento è che in Svizzera i cambiamenti strutturali sono stati fatti nel periodo di benessere economico e oggi sono un sostegno per affrontare la crisi. Quali sono i dati dell’andamento dell’economia svizzera? L’economia svizzera ha registrato dal 2003 al 2007 la più forte ripresa congiunturale mai vissuta da molti anni. Questo sviluppo ha tuttavia subito un arresto nell’ultimo trimestre dello scorso anno. L’impulso congiunturale negativo ha avuto come conseguenza un indebolimento della dinamica d’esportazione. Diversi fattori hanno influenzato negativamente l’attività d’esportazione svizzera. Un fattore negativo è da riscontrarsi nella recessione che ha colpito alla fine del 2008 le economie dei più importanti mercati di vendita (grandi paesi CEE, USA e Giappone) della Svizzera, recessione che ancora oggi non è stata superata. Un’altra spiegazione è che la competitività internazionale dei prodotti e servizi svizzeri sia stata segnata dall’indebolimento di importanti valute rispetto al franco svizzero. Questo clima teso non si è avvertito solo nel settore delle esportazioni. L’indebolimento della domanda fa rallentare l’attività produttiva. L’utilizzo delle capacità tecniche, che fino a poco tempo fa era ancora ottimo, ha registrato un’improvvisa discesa. Ci si ritrova a dover rivalutare Rivista – Maggio 2009 La svariati piani d’investimento, con la conseguenza che il budget per l’investimento diminuisce o addirittura vengono annullati i progetti d’investimento. Non è da escludere che congiunturalmente si arrivi ad un inasprimento delle condizioni di credito. In questo modo viene sempre più colpito il mercato del lavoro. Per contro sul piano dell’inflazione la situazione è un po’ più rosea, a causa soprattutto del calo del prezzo del petrolio. In Svizzera non si rilevano neanche grossi squilibri macroeconomici, come ad esempio un’eccessiva sovrastima del mercato immobiliare o una cattiva allocazione dei capitali provenienti da altri paesi. Il settore bancario svizzero ha dovuto prendere particolari provvedimenti oppure si è riconfermata la storica solidità del settore finanziario svizzero? Le due grandi banche svizzere UBS e Credit Suisse sono banche di livello globale, se il loro andamento è positivo è importante per tutto il mondo. La crisi finanziaria ha avuto delle ripercussioni soprattutto sulle due grandi banche presenti sul mercato globale. Le altre banche, e casse pensioni sono state poco colpite o solamente in modo indiretto. Fortunatamente la Svizzera era in una situazione congiunturale buona,. Non si sono verificati problemi locali Rivista – Maggio 2009 La (bolle immobiliari) che possano aver contribuito alla crisi. La tradizionale solidità delle banche svizzere si è confermata anche in questa crisi. UBS è stata colpita più duramente di Credit Suisse. Il 15 ottobre 2008, il Consiglio federale, la Banca nazionale svizzera (BNS) e la Commissione federale delle banche (CFB) hanno deciso di varare un pacchetto di misure per stabilizzare il sistema finanziario svizzero e rafforzare in modo duraturo la fiducia sul mercato finanziario nazionale. La vulnerabilità di UBS si è manifestata verso la fine del 3° trimestre del 2008 con la diminuzione degli averi della clientela internazionale, un andamento degli utili insoddisfacente e un eccessivo e problematico volume di attivi illiquidi malgrado l’adozione di contromisure. Dato che in caso di ulteriore peggioramento dei mercati non era da escludere una crisi di sfiducia nei confronti di UBS - e quindi massicce ripercussioni su tutto il sistema finanziario svizzero – si sono rese necessarie misure per rafforzare l’intero sistema. La scomparsa di una grande banca avrebbe potuto destabilizzare, quantomeno sul breve periodo, l’approvvigionamento di liquidità e il sistema dei pagamenti in Svizzera e ripercuotersi, per molto tempo, gravemente sull’economia nazionale. Adriana Caccia 21 POTENZ A ECOLOGICA NUOVA DELTA 1.9 T WIN TURBO DIE SEL L’ultimo modello di Lancia collection ecoloChic rappresenta un connubio di eleganza, prestazioni ed ecologia. 190 CV, 400 Nm, 5.7 l/100 km*, efficienza energetica A. Adesso con il bonus ecoloChic di CHF 1500.– e il 4.9% di leasing. Da CHF 42 650.–. Il giro di prova è gratuito. THE SIGN OF DIFFERENCE w w w.lancia.ch * Consumo extraurbano 4,7, urbano 7,3, combinato 5,7l/100 km (149 g CO 2 /km) G Operativa anche in Svizzera reat Place to Work: ovvero come misurare l’eccellenza di un ambiente di lavoro Antonio Borghese, Managing Director Great Place To Work Institue Switzerland Ad illustrarne la funzione presso la Camera di Commercio italiana per la Svizzera a Zurigo sono intervenuti Antonio Borgese e Cristina Milani, che dal mese di giugno 2008 ricoprono il ruolo di responsabili delle strategie di mercato e delle metodologie di consulenza per la Svizzera Un tema attuale Sviluppare un eccellente clima nei luoghi di lavoro è oggi un tema attuale e fortemente sentito dalle principali aziende. Il luogo di lavoro rappresenta l’ambiente dove le persone concentrano la maggior parte del loro tempo durante la giornata. Facile comprendere come lavorare in un cattivo ambiente di lavoro possa comportare nel lungo periodo alcune problematiche come stress, deterioramento della salute mentale e fisica con conseguenze che influiscono in modo negativo sulla produttività del singolo dipendente. Al contrario, un’azienda, che può contare su un ambiente di lavoro sano, dove i dipendenti hanno confidenza e fiducia nel management può verificare come ciò contribuisca a migliorarne la produttività. Un concetto questo che ben si coniuga con l’obiettivo primario dell’azienda di fare business ed incrementare i propri profitti. Questioni di metodo Quali le metodologie e le modalità necessarie per ottenere questi risultati? Si parte essenzialmente da un concetto basilare: consolidare all’interno dell’azienda stessa la fiducia tra manager e dipendenti. A tal fine, si punta ad instaurare buone relazioni tra i dipendenti e il management, premessa di un clima sereno e positivo tra i colleghi di lavoro, evitando quindi situazioni di conflitto tra gli stessi. Esemplificando: il top manager di FedEX negli Stati Uniti usa solitamente girare insieme ai suoi impiegati con tanto di cappello e divisa aziendale, recapitando personalmente la posta. Questo esempio ci aiuta a capire come sia importante non solo creare un clima di fiducia tra i diversi reparti aziendali, ma anche quanto sia rilevante che il manager sia in condizione di valutare direttamente le problematiche quotidiane del settore. L’obiettivo è quello di creare all’interno dei luoghi di lavoro una comunità. Così facendo, i dipendenti si sentono orgogliosi del proprio lavoro e della loro azienda, sono fieri del successo dei loro pari e si sentono parte integrante dell’organizzazione. In tal senso, si favorisce l’apprezzamento per il lavoro svolto e si diffonde la convinzione che si possa crescere di pari passo con e dentro l’azienda. Rivista – Maggio 2009 La Analisi e diagnosi Per ottenere questi risultati Great Place to Work alle aziende interessate a migliorare il proprio ambiente di lavoro, offre una varietà di servizi che prevedono l’analisi e la valutazione attraverso strumenti diagnostici dell’ambiente di lavoro, la valutazione dei dipendenti attraverso questionari mirati e consulenze in loco per stabilire, controllare e migliorare il benessere globale e la qualità delle relazioni all’ interno dell’ambiente lavorativo. Altri servizi sono la formazione attraverso workshop, conferenze, eventi e ricerche su come creare un eccellente posto di lavoro. Great Place to work inoltre è solita rilasciare un riconoscimento alle aziende che raggiungono gli standard necessari per essere certificati come eccellente luogo di lavoro. La validità di questo riconoscimento è di 12 mesi, al termine dei quali si procede ad una verifica sullo stato aziendale di quelli che sono i parametri stabiliti per confermare o meno la certificazione. Great Place to Work, da poco presente sul mercato svizzero, ha già riscosso un notevole successo e punta a farsi conoscere alla maggior parte delle aziende presenti nel Confederazione. A tal fine sono previste una serie di incontri per presentarne l’attività. Da segnalare infine (vedi riquadro) che lo scorso 15 aprile la HandelsZeitung ha pubblicato la classifica delle migliori aziende presenti in Europa, secondo i parametri che ne definiscono l’eccellenza dell’ambiente di lavoro. Gli uffici di Great Place to Work, sono situati presso la sede della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera alla Seestr. 123 di Zurigo. - Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 Top ten svizzera 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Google Switzerland, Zurigo Cisco System, Zurigo Microsoft Schweiz, Wallisellen Biogen Idec International, Zugo Federal Express Europe, Meyren Abbott, Baar Sick, Stans Hugo Boss Ticino, Coldrerio Abb Schweiz, Baden Pini & Associati, Lugano 23 La nuova pasta integrale Barilla. Ricca di fibre e sostanze nutritive. 100% di gusto. Tipicamente Barilla. Pasta al dente, con tutto il gusto dell’italianità, di una bontà senza compromessi. La nuova pasta Barilla Integrali nasce con un procedimento di macinatura esclusivo, è ricca di fibre naturali e contiene preziose sostanze nutritive. Barilla Integrali esiste in quattro formati di pasta classici: gli Spaghetti no. 5, le Pennette Rigate, i Fusilli o le Pipe Rigate. Barilla Integrali: l’alimentazione sana diventa anche varia e gustosa! No 1 in Italia C Svizzera: Votazione del 17 maggio 2009 onsiglio federale e Cantoni a favore del passaporto biometrico Un numero crescente di Stati in tutto il mondo sta introducendo i cosiddetti passaporti elettronici o biometrici, che permettono di registrare i dati in forma elettronica. Sono già oltre 50 i Paesi che rilasciano questo tipo di documento e si prevede che altri 40 adotteranno il nuovo sistema entro la fine dell’anno. In conformità con le disposizioni internazionali, gli Stati aderenti registrano i dati personali nel passaporto anche in forma elettronica e inseriscono in un microchip la fotografia e due impronte digitali del titolare. Durante i controlli, i dati biometrici possono essere letti elettronicamente e confrontati con quelli della persona che esibisce il passaporto. Ciò rende ancora più difficile utilizzare illecitamente un passaporto smarrito o rubato e garantisce una maggiore sicurezza contro gli abusi. Come spiegato dalla consigliera federale WidmerSchlumpf, per motivi di sicurezza i dati contenuti nel passaporto vengono registrati anche nel sistema d’informazione sui documenti d’identità (ISA), che dal 2003 indica a chi è stato rilasciato quale documento svizzero con quali dati. In futuro in ISA saranno registrate anche le due impronte digitali richieste per il passaporto biometrico. Grazie a questa centralizzazione, la Svizzera aumenta i propri standard di sicurezza: salvando in ISA anche le impronte digitali insieme agli altri dati riportati nel passaporto, si può escludere con maggiore certezza il rischio di rilasciare un passa- Le ragioni dei contrari Governo e parlamento vogliono introdurre dal 1° marzo 2010 l’obbligatorietà di possedere passaporti e documenti d’identità contenenti dati biometrici, i quali sarebbero salvati su un chip RFID. Numerosi esperti esprimono forti riserve sull’affidabilità di questa tecnologia e si dicono contrari all’introduzione di documenti d’identità biometrici, in quanto l’utilizzo di questo chip renderebbe i documenti più insicuri. Autorità straniere e imprese private quali imprese di trasporto, imprese di gestione di aeroporti e tutte quelle ritenute “adeguate” potranno avere accesso ai dati presenti nel chip, e nessuno è in grado di controllare Rivista – Maggio 2009 La porto a una persona che ha fornito una falsa identità. Riassumendo: secondo il Consiglio federale i documenti svizzeri diventeranno ancora più sicuri e i cittadini svizzeri saranno maggiormente protetti contro l’uso abusivo del loro passaporto e della loro identità. Inoltre, un sistema centralizzato garantisce una protezione dei dati ancora più affidabile, efficiente ed economicamente conveniente rispetto a una serie di sistemi decentralizzati. Dal 2006 gli Stati aderenti a Schengen sono tenuti a rilasciare esclusivamente passaporti biometrici. Anche la Svizzera, in quando Stato associato, deve attenersi a quest’obbligo e decidere se trasporre la disposizione della legislazione di Schengen nella propria legge sui documenti d’identità. Se rifiuta di farlo e non riesce a trovare entro 90 giorni una soluzione alternativa con gli Stati dell’UE, gli Accordi di Schengen e Dublino verranno meno. L’introduzione del passaporto biometrico svizzero è inoltre indispensabile per permettere ai cittadini svizzeri di continuare a viaggiare negli Stati Uniti senza visto. La modifica della legge sui documenti d’identità crea la base legale per la registrazione elettronica dei dati biometrici in tutti i documenti svizzeri. Tuttavia, tale misura riguarderà solo il passaporto svizzero e i documenti di viaggio svizzeri per stranieri. La carta d’identità (CID) per il momento rimarrà invece invariata. Consiglio federale e Cantoni ritengono che la futura procedura di rilascio dei documenti permetterà di limitare i costi del passaporto e richiederà al cittadino di recarsi presso le autorità soltanto una volta. I Cantoni decideranno, in base al fabbisogno, il numero di uffici presso cui si potrà richiedere un passaporto elettronico. l’utilizzo che potranno farne. Il Consiglio federale motiva l’esigenza del nuovo passaporto biometrico basandosi sull’Accordo di Schengen. Quest’ultimo però non prescrive affatto che i dati contenuti nei passaporti debbano essere memorizzati in una banca dati centralizzata! E non prevede neppure che si debba introdurre la carta d’identità biometrica! L’Irlanda, la Danimarca come anche il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, membri dell’UE, non si adeguano, per loro stessa volontà, al regolamento UE concernente i passaporti e i documenti di viaggio e di conseguenza non sono vincolati né sottoposti all’applicazione di questo regolamento. Per la Svizzera, non membro dell’UE, questa formula deve essere possibile. Un NO non mette in pericolo la libertà di viaggio! Il passaporto biometrico non è obbligatorio neppure per entrare negli USA dato che, come accade per molti altri Paesi, è sufficiente disporre di un visto. Per soggiorni negli USA superiori a 90 giorni, del resto, il visto è obbligatorio anche per chi possiede un passaporto biometrico. I contrari non si dichiarano contro i passaporti biometrici per principio, ma contro la loro obbligatorietà. Sostengono inoltre che l’introduzione della carta d’identità biometrica e la memorizzazione dei dati in una banca dati centralizzata non sono necessarie poiché né l’Accordo di Schengen né gli USA le pretendono dalla Svizzera. 25 C Ginevra 1909 - Zurigo 2009: primo centenario della CCIS on lo sguardo dritto e aperto sul futuro Le prime forme di aggregazione dei commercianti sorsero in Italia tra il XIII e il XIV secolo, quando le categorie produttive dei Comuni e delle Signorie cominciarono ad organizzarsi in libere associazioni per la tutela dei loro interessi. Si trattava di vere e proprie corporazioni rette da statuti che ne garantivano non solo le funzioni giurisdizionali, ma anche quelle politiche di controllo e di regolazione del mercato. Con il passare del tempo le corporazioni divennero tanto potenti da prendere, in diversi casi, il governo delle città. Quello che doveva essere un punto di arrivo per una maggiore affermazione fu, invece, dopo il 1500, l’inizio di un loro processo di progressiva subordinazione allo Stato di Tindaro Gatani La prima sede della Camera a Ginevra... Il commercio si organizza La prima Camera di commercio o meglio Chambre de commerce, perché porta appunto questo nome, è quella sorta in Francia, precisamente a Marsiglia, nel 1599. E dopo la Francia, dove, sull’esempio di Marsiglia, videro la luce altre associazioni consorelle, anche i tedeschi fonderanno le loro Handelskammer, seguiti quindi dagli olandesi, dagli spagnoli e così via. Si trattava di istituzioni nate per impulso del potere centrale, che le usava come organi consultivi in tutte le questioni di carattere economico e finanziario. Dopo la Rivoluzione francese, Napoleone impose, anche in Italia, il Registro ditte, attribuendo alle Camere esistenti compiti giurisdizionali. Dopo l’Unità e la proclamazione del Regno d’Italia, il nuovo Stato regolò le Camere di commercio ed industria sotto il nome di Camere di commercio e arti con una legge del 6 luglio 1862, n. 680, che, superando la differenziazione di funzioni e attribuzioni, diede un nuovo assetto unitario, con il compito di rappresentanza presso il Governo e «per promuovere gli interessi commerciali e industriali» (art. 1). Esse si configuravano come enti periferici di natura privata strettamente collegati all’amministrazione centrale. Mentre le Camere sorte sul proprio territorio nazionale hanno come scopo preminente lo sviluppo e la protezione degli interessi locali, quelle sorte all’estero, come libera e volontaria associazione di commercianti, hanno soprattutto il compito di favorire e sviluppare i flussi di esportazione dal Paese di origine a quello Rivista – Maggio 2009 La di immigrazione, assumendo così il vero e proprio compito di organi di rappresentanza commerciale all’estero. Nonostante il vasto movimento migratorio italiano, le prime Camere di commercio all’estero, non furono fondate da commercianti italiani, ma da quelli belgi, inglesi e francesi. New York fu la prima città in assoluto ad ospitare una Camera di commercio estera, quella belga fondata nel 1867, seguita da camere estere a Parigi (1872), a New Orleans e a Lima (1878). Il ritardo italiano era dovuto soprattutto alle misere condizioni degli emigranti italiani che non potevano costituire un buon avvio per l’incremento delle esportazioni dalla madrepatria. Il milanese Giuseppe Sormani, direttore del giornale Il Commercio, che si recò in America per promuovere le esportazioni, al ritorno, sconsolato, tra l’altro, scrisse: «È doloroso il confessarlo: mentre nelle altre colonie i bassi fondi sociali rappresentano l’eccezione, in quella italiana costituiscono la regola...». 27 ... quella di Zurigo... 28 La Camere di commercio italiane all’estero (CCIE) Le prime Camere di commercio italiane fondate all’estero furono quelle di Montevideo (1883), Buenos Aires (1884), Alessandria di Egitto e Rosario di Santa Fé (1884), Costantinopoli, Tunisi, e San Francisco (1885), Parigi e Londra (1886), New York (1887). Alle quali poi seguiranno «varie altre, alcune anche non sussidiate in nessuna forma dal governo di Roma e promosse esclusivamente dai privati come Valparaiso, San Paolo, e Ginevra (la quale ebbe peraltro inizialmente vita breve, durando in funzione dal 1894 al 1900 per risorgere solo alcuni anni più tardi)». Per poter svolgere al meglio le loro attività, le Camere di commercio italiane all’estero cercarono sempre più stretti collegamenti con le consorelle della madrepatria, almeno con le più importanti e quindi maggiormente interessate all’esportazione. Ma era un lavoro molto dispendioso perché le consorelle della madrepatria, sempre in concorrenza l’una con l’altra, erano afflitte da contrastanti interessi regionali e quindi localistici. Mancava una struttura centralizzata che ne coordinasse l’opera e quindi gli interventi. Per ironia della sorte furono per prime le Camere di commercio operanti all’estero a considerare le esportazioni italiane nel mondo nel loro insieme: non solo considerano la provenienza geografica, ma anche di la tipologia dei prodotti. Così, mentre le Camere del Regno erano giustamente interessate al solo smercio dei prodotti agricoli, altre lo erano di più per quelli conservati, ed altre ancora davano maggiore importanza al settore industriale, le CCIE, quali rappresentanti di tutto il commercio italiano, promuoovevano tutti i prodotti, perché i loro soci importavano di tutto: dai vini agli agrumi, dalle conserve in scatola allo zolfo, dalla pomice alle macchine utensili, dai prodotti farmaceutici ad ogni tipo di tessuti (di lino, di seta, di lana), ecc. Le Camere di commercio metropolitane per lungo tempo non riuscirono a darsi una loro struttura unitaria, dove concordare strategie e direttive generali per la politica economica interna e soprattutto per l’esportazione. L’unico loro punto di incontro erano i congressi le cui decisioni, non avendo potere vincolante, lasciavano il tempo che trovavano: tutti desideravano l’unità, ma pochi volevano cedere parte delle loro competenze ad una struttura superiore. Le Camere continuarono così ad operare ognuna per conto proprio in un clima «contraddittorio» e quindi controproducente all’interesse generale. Le trattative per giungere ad una struttura federativa durarono decenni e soltanto il 7 giugno 1901, ben 72 delle 74 Camere rappresentate votarono l’istituzione di una Unione delle Camere di commercio italiane, avente carattere nazionale ed aperta anche alle CCIE: infatti, già il suo primo Statuto del 1901, tra l’altro, recita: «E’ istituita l’Unione delle Camere di commercio italiane. Possono partecipare all’Unione, oltre le Camere di commercio italiane nel Regno, quelle italiane all’estero». Dall’economia di mercato a quella corporativa Tra le prime battaglie dell’Unione ci fu quella per una nuova legge di riforma delle Camere, che dopo anni di discussioni sarà approvata il 20 marzo 1910 con il decreto legge n. 121. Essa istituiva il Registro delle ditte, la codificazione degli usi e dell’arbitrato e riconosceva, tra l’altro, il diritto delle Camere di commercio di «costituire unioni o federazioni permanenti» disciplinate «da regolamenti speciali deliberati dall’assemblea delle Camere ed approvati dal Ministero dell’agricoltura, industria e commercio». La nuova legge, tuttavia, invece di risolvere gli annosi problemi che limitavano l’azione delle Camere, ne complicò il funzionamento, creando uno stato di «confusione tra ruolo di rappresentanza e ruolo di tutela amministrativa», accentuato poi dagli eventi della prima Guerra mondiale, che avrebbero portato ad un rapporto sempre più critico con la pubblica amministrazione e quindi con lo Stato. Si ritornò quindi a parlare nuovamente di riforma delle Camere, ma questa non fu una gestazione breve: il Rivista – Maggio 2009 La relativo progetto di legge presentato nel 1919 fu approvato soltanto nel 1924. Ma anche la Riforma Corbino, dal nome dell’allora ministro del governo Mussolini, Orso Corbino, che emanò il regio decreto legge 8 maggio 1924 n. 750, non produsse i risultati sperati. Con essa le Camere ricevettero una nuova sistemazione organica e furono per la prima volta riconosciute quali «enti pubblici», ma furono lasciate in uno stato di «animazione sospesa». La legge, essendo basata su criteri di «dirigismo economico», riconoscendole come organi consultivi dello Stato aumentò, infatti, ulteriormente i controlli governativi sulle Camere. Quella legge non poteva portare buoni frutti anche perché Mussolini aveva altri progetti per la testa che prevedevano l’abolizione stessa delle Camere. Le prime conferme si ebbero nel corso del 1925. Già nel febbraio di quell’anno alle importanti trattative commerciali con la Germania, il Governo designò a far parte della delegazione ufficiale italiana i rappresentanti delle associazioni industriali ed agrarie e non quelli di Unioncamere. L’Unioncamere ed alcune sue associate tentarono allora qualche timida manifestazione di protesta, alla quale Mussolini reagì «in modo infastidito». I dirigenti delle Camere avrebbero di lì a poco appreso dalla stampa di regime che le loro istituzioni sarebbero state costrette a chiudere i battenti e le loro funzioni inglobate nei costituendi Consigli provinciali dell’economia, contenitori di tutte le varie categorie economiche, comprese quelle dei sindacati, dei datori di lavoro e degli stessi lavoratori. La legge 18 aprile 1926 n. 731, cosiddetta Riforma Belluzzo (dal nome dell’allora Ministro dell’economia nazionale Giuseppe Belluzzo) avrebbe messo, infatti, nello stesso calderone tutte le attività produttrici. Referenti privilegiati del regime sarebbero stati la Confindustria, rifondata nel 1919, e le varie confederazioni nazionali dell’agricoltura, mentre l’istituto camerale, messo in liquidazione, sarebbe stato incorporato nella pubblica amministrazione. L’ingerenza governativa nei Consigli provinciali dell’economia si manifestò soprattutto con l’attribuzione per legge della presidenza degli stessi enti ai prefetti. La presenza del regime sarà poi rafforzata quando gli stessi saranno trasformati, anche se solo di nome, in Consigli provinciali dell’economia corporativa. Rivista – Maggio 2009 La Nasce la CCIS: 2 maggio 1909: La Camera di commercio italiana nella Svizzera (CCIS) è stata ufficialmente fondata nel 1909. Ma già a partire dal 1890 a Ginevra, esistevano negozianti italiani riuniti in piccoli gruppi con lo scopo di organizzare le importazioni di merci dalla madrepatria. L’idea prima della istituzione di una Camera di commercio fu lanciata alla fine di febbraio 1909 da Giuseppe De Michelis, già fondatore e direttore del settimanale «Il Pensiero italiano» (1894-1895). Dopo aver raccolto un centinaio di adesioni in tutta la Svizzera, venne convocata l’Assemblea generale costitutiva che si tenne a Ginevra il 2 maggio 1909, nella sede della locale Società Dante Alighieri. Il 16 ed il 17 maggio furono proclamati gli eletti nel Consiglio camerale, scelti fra i rappresentanti dei vari rami delle industrie e dei commerci riguardanti gli Italiani emigrati in Svizzera. Alla presidenza, con un solo voto contrario, fu confermato lo stesso De Michelis. Scopi ed attribuzioni venivano fissati nei primi due articoli dello statuto: Art. 1. – Una Camera di Commercio Italiana è istituita nella Svizzera, con sede in Ginevra, allo scopo di favorire lo sviluppo degli scambi commerciali fra l’Italia e la Svizzera e porgere aiuto morale, indicazioni e consigli ai commercianti dei due Paesi, ed in modo speciale ai soci. Art. 2. – Le attribuzioni della Camera sono: - Compilare e tenere in corrente un registro generale di tutti i commercianti ed industriali italiani stabiliti nella Svizzera; - fornire e chiedere al Governo italiano, alle Camere di commercio italiane, alle ... e quella di Lugano in riproduzioni d’epoca. 29 autorità od alle Camere svizzere, quelle notizie ed informazioni commerciali che possono interessare negozianti ed industriali; comporre su richiesta degli interessati, all’amichevole od a mezzo d’arbitrato, le controversie commerciali fra negozianti italiani o fra italiani e stranieri; fornire notizie sugli scambi commerciali, i mezzi di trasporto, le tariffe doganali e ferroviarie, gli usi ed i costumi del mercato, e dare tutte le informazioni utili al ceto commerciale in genere ed ai propri soci in modo speciale; promuovere lo studio di tutte le questioni interessanti gli scambi commerciali fra Italia e Svizzera; pubblicare, ove sia possibile, un bollettino contenente la relazione degli atti della Camera, le indicazioni utili circa il prezzo corrente delle varie merci, le importazioni ed esportazioni più vantaggiose e tutte le notizie commerciali la CCIS, sin dalla sua costituzione si occupò di tutte le forme di attività economica, nessuna esclusa, che riguardavano gli scambi italo-svizzeri. Ma non solo. In cento anni, la CCIS ha continuamente promosso lo studio di tutte le questioni interessanti gli scambi commerciali, la rapidità e facilità delle comunicazioni, i diritti doganali, le tariffe dei trasporti e ogni altra tassa gravante il commercio per facilitare gli scambi commerciali tra i due Paesi. Per assolvere il suo compito, la CCIS creò in tutta la Svizzera una fitta rete di corrispondenti, la cui competenza avrebbe dovuto facilitare il compito che la nuova istituzione si proponeva; iniziò una ricerca capillare di notizie sicure ed aggiornate sul mercato svizzero in Italia, elaborò un primo registro degli esportatori italiani che commerciavano con la Svizzera e di quelli potenzialmente interessati al mercato elvetico, procedendo per distretti camerali della madrepatria. che si crederanno utili, scambiandolo coi Bollettini analoghi che si pubblicano da Uffici governativi e dalle varie Camere di commercio in Italia ed all’estero. La costituzione del sodalizio fu favorevolmente accolta dagli operatori economici, che subito richiesero i suoi servizi per informazioni, reclami, transazioni. Nel suo primo secolo di attività, la CCIS non solo ha servito i suoi soci nell’espletamento delle pratiche di esportazione ed importazione delle merci, ma ha anche favorito la formazione di esperti in ogni campo del commercio italo-svizzero, divenendo, con il passare del tempo, consulente privilegiata negli scambi economici tra i due Paesi. La CCIS non si è tuttavia limitata al solo ruolo equilibrato di mediatrice dei rapporti italo-svizzeri, ma ha spaziato oltre i confini dei due Stati, facendosi promotrice di importanti iniziative per la promozione ed il coordinamento di tutte le Camere di Commercio italiane all’estero e di queste con quelle degli altri Paesi. Essa ha quindi operato per un miglioramento degli scambi commerciali internazionali e dato quindi un suo specifico contributo anche per una maggiore comprensione tra i popoli. Una parte importante delle attività della CCIS - - - La prima testata camerale: La vita Italiana in Svizzera. Dal 1° gennaio del 1925 si trasforma in Bollettino della CCIS. Cento intensi anni di attività Sull’esempio delle altre analoghe istituzioni che andavano sorgendo in altre parti del mondo, la CCIS si configurò, dunque, come un importante ed insostituibile sodalizio con il compito di facilitare gli scambi commerciali tra l’Italia e la Svizzera, tenendo conto delle esigenze economiche dei due Paesi. Proponendosi come obiettivo principale quello di essere un vero e proprio organo di osservazione, propulsione e stimolo ai commerci, 30 Rivista – Maggio 2009 La è stata dedicata alla lotta alla contraffazione dei prodotti e alla falsificazioni dei marchi italiani e quindi alla promozione del Made in Italy dando modo ai produttori italiani di partecipare a fiere, mostre, convegni, visite mirate di operatori svizzeri alla aziende italiane. A quel primo impegnativo anno di attività, nel lontano 1909, se ne sono aggiunti, uno dopo l’altro, ancora 99. Tutti più intensi del primo: ora ricchi di successi, ora costellati di battaglie vinte o perse, oppure cosparsi di difficoltà e complessi problemi, ma i suoi dirigenti hanno sempre e comunque saputo operare nella convinzione di fare il meglio nell’interesse del commercio italiano in Svizzera e del mantenimento delle buone relazioni tra i due Paesi. Dai 267,7 milioni di franchi svizzeri del 1909 (185,2 per le esportazioni italiane in Svizzera e 82,5 per le importazioni svizzere in Italia), l’interscambio italo-elvetico è passato a 40.343,1 milioni di franchi svizzeri del 2008 (21.566,4 per le esportazioni italiane in Svizzera e 18.776,7 per le importazioni svizzere in Italia). Da «la Vita italiana» a «La Rivista» Considerando il totale dell’interscambio nelle due direzioni, dal 2004 l’Italia mantiene saldamente la propria posizione di 2° partner commerciale della Confederazione Elvetica, dopo la Germania e prima della Francia. Un traguardo raggiunto anche grazie all’impegno e all’opera della Camera di Commercio Italiana in Svizzera della quale adesso ricorre il primo centenario della fondazione. Per potere svolgere il compito per il quale era nata, la CCIS doveva dotarsi di un organo di stampa che fu una delle prime preoccupazioni dei fondatori. Già il comma 7 dell’art. 2 del primo statuto stabiliva di «pubblicare, ove sia possibile, un bollettino contenente la relazione degli atti della Camera, le indicazioni utili circa il prezzo corrente delle varie merci, le importazioni ed esportazioni più vantaggiose e tutte le notizie commerciali che si crederanno utili, scambiandolo coi bollettini analoghi che si pubblicano da uffici governativi e dalle varie Camere di commercio in Italia ed all’estero». Nel gennaio 1910 vide così la luce «La Vita italiana nella Svizzera» che, nel suo primo editoriale, fissava gli scopi della nuova pubblicazione: «Il Bollettino, oltre ad essere il monitore degli interessi commerciali italiani nella Svizzera, dovrà integrare l’azione morale di italianità svolta Rivista – Maggio 2009 La dal nostro istituto con una manifestazione di propaganda esteriore. La pubblicazione sorge secondo questi intendimenti e vuole giustificare — colla collaborazione e l’appoggio morale di tutti i connazionali — il titolo che per essa fu scelto e che è il suo programma: “La Vita italiana nella Svizzera”». L’importanza che la CCIS ha dato sempre al suo organo di stampa è dimostrata dai continui miglioramenti apportati attraverso gli anni: dal primo modesto bollettino «La Vita italiana nella Svizzera», si è passati dal 1° gennaio 1925 a quello di «CCIS – Bollettino ufficiale», e poi, dal 1° gennaio 1930 a quello più moderno di «Rivista degli scambi italosvizzeri». Dopo quasi sessant’anni, a partire dal mese di ottobre 1998, nel quadro di un continuo potenziamento delle sue attività, la CCIS decise di procedere ad una ristrutturazione del suo organo di stampa con un nuovo impianto grafico ed un considerevole ricorso all’uso del colore e dell’iconografia per valorizzarne la con- fezione e soprattutto con una variegata impostazione redazionale, basata su una più ricca ed accurata selezione dei temi trattati e delle rubriche ospitate. La nuova pubblicazione, chiamata semplicemente «La Rivista», si è posta sin da subito, tra gli altri, gli obiettivi ambiziosi di ampliare la cerchia dei lettori, mantenendo un riferimento medio-alto, anche al di fuori della stretta cerchia dei soci della CCIS, e rafforzare il suo ruolo di mensile della business community italiana in Svizzera. In dieci anni di attività, «La Rivista», triplica e consolida la tiratura. Il suo è sempre più un pubblico che non ruota solamente attorno alla realtà camerale, ma, per ragioni economiche, nonché culturali ed emotive, condivide il fatto di entrare in relazione con quello che, per economia linguistica, potremmo chiamare il Sistema Italia, che qui si incontra e si intreccia con il Sistema Svizzero, prima di spaziare oltre. In occasione del centenario della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera le Poste Italiana il 2 maggio 2009 hanno emesso un francobollo dedicato del valore di 0,60, il cui facsimile vediamo qui riprodotto. 31 Per voi è un oldtimer. Per noi è anche creazione di maggior valore. Dal 1856 lavoriamo per offrire nuove prospettive ai nostri clienti. La nostra missione è capire il passato per dare forma al futuro, affrontare ogni sȀda, ogni opportunità da un punto di vista originale, perché sappiamo quanto oggi sia difȀcile salvaguardare un patrimonio e trasformare in grandi risultati la passione con cui lo si gestisce. www.credit-suisse.com Nuove Prospettive. Per Voi. Benchmark di Nico Tanzi Per molto tempo il prototipo dell’uomo informato sul mondo che lo circonda ha avuto come simbolo un oggetto. Un oggetto fisico: stampato con inchiostro al piombo su carta, e letto al mattino preferibilmente avvolti dal profumo del caffè, per secoli il giornale ha fatto parte della quotidianità ed è stato sinonimo di informazione puntuale e di approfondimento tempestivo. Solo qualche decennio fa chiunque dava per scontato che quel rito avrebbe accompagnato l’uomo per altri secoli a venire. E anche quando si è affacciata all’orizzonte la minaccia della “concorrenza” televisiva, la carta stampata ha saputo profilarsi in modo da superare indenne i flutti, e restare sulla breccia mantenendo inalterato – o quasi – il suo appeal. Poi, improvvisamente, qualcosa ha sconvolto Il pubblico cambia canale: dalla televisione a Internet (E la pubblicità lo segue) il panorama dell’informazione – e non solo. Internet ha cambiato completamente le carte in tavola, diventando in pochi anni il principale punto di riferimento per le generazioni più giovani. E mentre ancora in molti sembrano non aver compreso a pieno il senso di quella rivoluzione, proprio in questi giorni una profezia addensa nuove nubi sul futuro dei media tradizionali: molto presto, per l’esattezza nel giugno 2010, in Europa il consumo di Internet supererà quello di televisione. La profezia – una previsione basata su cifre e dati di fatto, e sulla cui attendibilità gli addetti ai lavori non hanno particolari dubbi – è contenuta in un rapporto diffuso da Microsoft nell’aprile scorso, e intitolato “Europe logs on. European Internet Trends of Today and Tomorrow”. Stando agli attuali tassi di crescita, secondo il rapporto, da qui ad un anno o poco più gli europei trascorreranno in media 14,2 ore alla settimana collegati a internet, contro le “appena” 11,5 ore trascorse davanti alla tv. Già lo scorso anno noi europei abbiamo trascorso in rete circa 36 ore al mese, ovvero un giorno e mezzo: più del tempo utilizzato per leggere giornali, guardare film o giocare ai videogames. Nel 2010 la stima prevede che Internet ci accompagnerà per ben 2,5 giorni al mese. Ci avviamo dunque a superare la soglia del 10% del tempo totale. (Va da sé che si tratta di un valore medio: tenendo presente la regola del mezzo pollo a testa, per ogni persona che non possiede un computer ce ne sarà un’altra che di giorni al mese in rete ne passa ben 5…). Rivista – Maggio 2009 La Ma il rapporto mette in evidenza anche altre tendenze interessanti. Se oggi il consumo di Internet avviene principalmente su un personal computer (per il 95%), nei prossimi cinque anni si affermerà sempre di più la navigazione in rete su altri apparecchi: telefoni cellulari, console di videogiochi e schermi televisivi. Dato questo che conferma un’altra stima dei ricercatori Microsoft, secondo i quali oltre un quarto degli europei guardano d’abitudine contenuti video online. Il che è tutt’altro che sorprendente, considerato il successo travolgente di un sito come YouTube, dove si trovano ormai filmati davvero di ogni genere (restrizioni legali parlando: leggi pornografia, rispetto dei diritti d’autore – a volte – e così via). A qualcuno, a questo punto, potrebbe sorgere un dubbio: perché Microsoft rende pubbliche le sue previsioni, invece di tenere per sé i dati, senz’altro preziosi, che esso contiene? La domanda è legittima. Per trovare una risposta, basta arrivare alla seconda metà del rapporto “Europe logs on”. Per l’esattezza a pagina 14, che contiene il capitolo intitolato “Impatto (dell’evoluzione digitale, ndr) sullo scenario della pubblicità”. “Il digitale – si legge in questo capitolo – offre possibilità infinite di raggiungere esattamente il pubblico voluto, nel momento giusto, attraverso una pletora di dispositivi. Questa è un’era in cui l’innovazione tecnologica, la comprensione dei bisogni del pubblico, la collaborazione e l’autentica comunicazione sono diventati modi fortemente efficaci per inviare un messaggio a un’audience specifica, con la garanzia di catturare l’attenzione dei destinatari”. Internet, ci sta dicendo Bill Gates, è il veicolo pubblicitario potenzialmente più efficace di tutti i tempi. E ha tutti i motivi per affermarlo: nessun altro medium ha mai reso possibile “targetizzare” con altrettanta precisione il pubblico, dividerlo per criteri anagrafici, sociali, per interessi, per disponibilità all’acquisto e così via, e raggiungerlo con messaggi potenzialmente personalizzati. Tutto questo però è tutt’altro che automatico. Utilizzare la rete con cognizione di causa per fare marketing richiede una grande attenzione ad alcuni dettagli (in questa rubrica ne abbiamo accennato a più riprese) che in realtà dettagli non sono, tutt’altro. Lo scenario dell’advertising è mutato – sta mutando – in profondità, insieme alle tecnologie digitali. E nel suo rapporto Microsoft non dimentica di inserire un capitolo intitolato “linee guida per gli inserzionisti”, destinato proprio a fornire le indicazioni di base per chi volesse avventurarsi sul terreno della pubblicità online limitando al massimo il rischio di cocenti delusioni. Ne parleremo il mese prossimo. 33 Una seconda opinione di prima scelta. Il portatore può incassare questo assegno per una consulenza e un’analisi sul portafoglio del valore fino a IN LETTERE: CINQUE MILA/OO FRANCHI SVIZZERI Offerta valida fino al 31 dicembre 2009. Nessun rimborso in contanti né possibilità di accumulo. 300309LR La invitiamo a incassare questo assegno per ottenere una consulenza specialistica sulla struttura del suo portafoglio. Potrà così beneficiare delle fondate informazioni di ricerca della nostra istituzione come pure della nostra presenza globale e delle nostre relazioni di lungo periodo con i gruppi di clienti privati più esigenti al mondo. 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Non basta. “L’articolo 8 che punisce colui il quale emette fatture per operazioni inesistenti, al secondo comma, dispone che l’emissione e il rilascio di fatture per operazioni inesistenti nel corso del medesimo periodo d’imposta si considera come un solo reato”. Dice ancora la terza sezione penale, l’incriminazione è unica sia se il contribuente si avvale di un documento sia se utilizza molte fatture “o altri documenti”, a nulla rilevando che “le fatture o gli altri documenti siano diversi ed abbiano diversi destinatari e ciò perché il reato non si perfeziona con la semplice registrazione del documento che sarà poi utilizzato ma con la dichiarazione riferita a quella specifica intera annualità e con l’indicazione, nell’ambito di quella dichiarazione, di elementi passivi fittizi di contabilità”. Coltivazione di cannabis Reato la critica al magistrato Pensione di inabilità orario non superiore alle 25 ore settimanali, presso le cooperative sociali o presso datori di lavoro che assumono i predetti soggetti con convenzioni di integrazione lavorativa, con contratti di formazione e lavoro, con contratti di apprendistato o con le agevolazioni previste per le assunzioni di disoccupati di lunga durata, non preclude il conseguimento della pensione ai superstiti. Le nuove disposizioni, si legge nella circolare, hanno effetto dal 31 dicembre 2007. Si applicano, pertanto, per determinare il diritto alla pensione ai superstiti nei confronti dei figli maggiorenni inabili in relazione ai decessi dei genitori intervenuti a decorrere dalla predetta data del 31 dicembre 2007. Reato unico e documentazione è plurima Non deve scontare una pena più severa per aver presentato una dichiarazione fraudolenta il contribuente che per rappresentare dei costi fittizi usa tante fatture false e non soltanto una. Infatti, il numero dei documenti non conta, il reato è unico e non c’è continuazione fra diverse fattispecie illecite. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 626 del 12 gennaio 2009, ha accolto il ricorso di un contribuente annullando la sua condanna a due mesi di reclusione perché (per lo stesso anno di imposta) era già stato condannato in un diverso procedimento. L’accusa, però, aveva sostenuto che le fatture usate erano tante e che quindi i reati erano molteplici. Aveva ravvisato, cioè, un’ipotesi di continuazione. Contro questa decisione l’imprenditore ha fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto. La terza sezione penale del Palazzaccio lo ha accolto stabilendo un importante paletto al reato di dichiarazione fraudolenta e interpretando in senso restrittivo l’articolo 2 del dlgs 74 del 2000. “La diversità dei documenti per aumentare i costi”, si legge nelle brevi ma innovative motivazioni, “allorché la dichiarazione sia unica e relativa allo Rivista – Maggio 2009 La Vigilini a poteri (sempre più) limititati Sempre meno poteri agli ausiliari del traffico. Infatti, i vigilini non possono multare le moto e i motorini in sosta sui marciapiedi. Dopo aver circoscritto i poteri degli ausiliari alle multe riguardanti solo la sosta (sent. 18186 del 2006), la Cassazione, con la sentenza n. 551 del 13 gennaio 2009, fissa un altro paletto escludendo dalla competenza dei vigilini il divieto di sosta sui marciapiedi dei motoveicoli. In particolare la seconda sezione civile ha sottolineato che i vigilini “- sia quelli che dipendono dalle aziende di trasporto urbano sia quelli che dipendono dalle imprese di gestione dei posteggi pubblici a pagamento - devono attenersi strettamente al compito di garantire la funzionalità dei posteggi e quella degli spazi riservati allo stazionamento e alla fermata dei mezzi pubblici”. Dalla lettura delle disposizioni del codice della strada, dice la Cassazione, emerge chiaramente come “il legislatore in presenza ed in funzione di particolari esigenze del traffico cittadino, quali sono la gestione delle aree da riservare a parcheggio e l’esercizio del trasporto pubblico di persone, ha stabilito che determinate funzioni, obiettivamente pubbliche, possano essere eccezionalmente svolte da soggetti privati i quali abbiano una particolare investitura da parte della pubblica amministrazione (i comuni), in relazione al servizio svolto, in considerazione della progressiva rilevanza dei problemi delle soste e dei parcheggi” In altre parole l’articolo 17, commi 132 e 133, del cds è stato interpretato restrittivamente dalla Corte. Le norme, “tenuto conto della rilevanza e del carattere eccezionalmente derogatorio delle funzioni conferite a soggetti che, sebbene siano estranei all’apparato della 35 l E ING ,EAS ENTI M ZIA NAN di clima e di terreno. Quindi, affinché si configuri il reato di coltivazione illecita “è necessaria la dimostrazione della probabilità di un evento lesivo, attraverso la dimostrazione dell’efficacia drogante della sostanza, a prescindere dalla inidoneità concreta dell’assunzione a ledere la salute del consumatore”. In altre parole “va dimostrata con assoluta certezza, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la sostanza detenuta sia in grado di produrre effetti drogati”. Annullando la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione i giudici di legittimità hanno precisato che “non è rilevabile l’effetto stupefacente in una pianta di cui ciclo produttivo non si è completato”. Consumare il matrimonio in carcere La consumazione di un matrimonio non può essere considerato un motivo necessario per ottenere un permesso ai sensi dell’articolo 30 dell’ordinamento penitenziario. La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione (con sentenza n. 3282/2008) ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un detenuto condannato all’ergastolo al quale era stato già negato dal magistrato di sorveglianza il permesso. Nel caso in questione il richiedente non poteva utilizzare il permesso premio (articolo 30 ter) perché non aveva ancora scontato una quantità sufficiente di pena. L’articolo 30 recita testualmente: “Nel caso di imminente pericolo di vita di un familiare o di un convivente, ai condannati e agli internati può essere concesso dal magistrato di sorveglianza il permesso di recarsi a visitare, con le caute- A AND DOM AGG VANT U I ZIOD ,gINI IONE S S A NAP I pubblica amministrazione e non compresi nel novero di quelli ai quali esse sono ordinariamente attribuite, vengono con provvedimento del sindaco legittimati all’esercizio di compiti di prevenzione ed accertamento di violazione del codice della strada sanzionate in via amministrativa, devono ritenersi di stretta interpretazione”. Neppure l’ultimo intervento delle Sezioni unite è riuscito a scrivere la parola fine alla questione della rilevanza penale della coltivazione di cannabis. Va infatti prosciolto chi l’ha coltivata, ma è stato sorpreso dalle forze dell’ordine prima che le piantine fossero mature. Con una sentenza, la n. 1222 del 14 gennaio 2009, che riapre le polemiche sulla coltivazione delle sostanze stupefacenti, la Cassazione ha annullato con formula piena, perché il fatto non sussiste, la condanna nei confronti di 45enne di Ancona che aveva coltivato nel suo terreno 23 piantine di cannabis ed era stato sorpreso prima che queste avessero concluso il ciclo annuale di maturazione. Insomma, la decisione rischia di fornire un comodo alibi e di legalizzare molte coltivazioni che, dopo la sentenza delle Sezioni unite dell’anno scorso, la n. 28605, sembravano avere i giorni contati. La quarta sezione penale ha rispolverato una vecchia sentenza della Consulta (360/95) che sanciva la punibilità delle coltivazioni di sostanze stupefacenti solo ove ci fosse stato un reale pericolo per la salute e quindi solo nel caso in cui la pianta avesse “un’efficacia drogante”. Ma, ha spiegato la Cassazione, questo non può dirlo nessuna perizia fatta sulle coltivazioni di cannabis che arrivano ad avere il principio attivo e maturare solo a particolari condizioni )LPARTNERSICUROPER LEASINGElNANZIAMENTI 2ICHIEDETEUNgOFFERTALEASINGALPIáVICINO CONCESSIONARIOOPPURETELEFONATECI :àRCHERSTRASSE 3CHLIEREN 4EL &AX WWWlDISlNANCECH 36 Rivista – Maggio 2009 La le previste dal regolamento, l’infermo. Analoghi permessi possono essere concessi eccezionalmente, per eventi familiari di particolare gravità”. Prima della riforma Gozzini del 1986, che introdusse l’articolo 30 ter nella legge 354 del 1975, la magistratura di sorveglianza tendeva a includere la consumazione dei rapporti coniugali tra gli “eventi familiari di particolare gravità”, così interpretato in modo estensivo e non necessariamente in chiave luttuosa il concetto di gravità. La Cassazione ha invece oggi sostenuto che l’attività sessuale con il proprio coniuge o convivente rientra tra i benefici possibili e non costituisce un diritto. Tra gli eventi di particolare gravità, secondo i giudici supremi, può quindi rientrare tutto ciò che ha carattere dell’eccezionalità e non il diritto ad avere rapporti sessuali, che per sua natura, non avrebbe alcun carattere di eccezionalità. È reato criticare le decisioni dei magistrati. Infatti, rischia una condanna per diffamazione l’avvocato che fa un esposto al Csm definendo il provvedimento del giudice “disumano”. L’altolà alle critiche forti nei confronti della Magistratura arriva dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 2066 del 20 gennaio 2009, non ha concesso l’assoluzione piena a due avvocati che avevano definito il provvedimento di un magistrato di sorveglianza (che aveva negato la partecipazione dell’imputato alla veglia funebre del padre) “disumano ed odioso”. A giustificare le parole dei due legali non è servito neppure il codice deontologico che impone agli avvocati “una tutela energica, rigorosa dei diritti della persona patrocinata”. Infatti, secondo la quinta … E SOPRATTUTTO … Gli stranieri invalidi hanno diritto a ricevere dal nostro Paese una pensione di inabilità anche se non sono muniti di carta di soggiorno, perché non raggiungono i requisiti di reddito previsti dalla legge. Lo sancisce la Consulta, dichiarando (sentenza n. 11 depositata) l’illegittimità costituzionale del combinato disposto di norme inserite nella Finanziaria 201 e nel Testo Unico immigrazione, nella parte in cui si esclude che la pensione di inabilità possa essere attribuita agli stranieri extracomunitari soltanto perché essi non risultano in possesso dei requisiti di reddito già stabiliti per la carta di soggiorno ed ora previsti per il permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo. A sollevare la questione era stato il Tribunale di Prato, nel corso di una Rivista – Maggio 2009 La sezione penale della Suprema Corte, le parole usate offendevano l’onore del magistrato anche se dirette al provvedimento da questo adottato. La decisione presa dai giudici di legittimità che scongiura il pericolo di esposti al Csm contenenti critiche feroci, dai quali, fra l’altro, potrebbe derivare un procedimento disciplinare nei confronti del giudice, apre con un’affermazione che sembra legittimare le critiche aspre alla magistratura ma che, di fatto, porta a conclusioni diverse. “Non v’è dubbio”, si legge infatti in sentenza, “che i provvedimenti giudiziari possono essere oggetto di critica, anche aspra, in ragione della opinabilità degli argomenti che li sorreggono ma non è lecito trasmodare in critiche virulente, concretanti il dileggio di colui che li ha redatti”. Il diritto di critica, spiega ancora la Cassazione, non deve diventare “strumento di livore”, né “tradursi in censura rancorosa, bensì costituire espressione di meditato pensiero, che ne filtri le asperità”. Ma in questo caso, concludono i giudici, “la traccia di odioso, disumano, sconcertante, gravemente, contrario al senso di umanità, qualifica irreversibilmente in maniera affatto negativa la parte lesa, additata come persona priva di ogni sensibilità crudele, indifferente alle più tristi evenienze della vita, anche nell’esercizio della delicata professione”. Ma non basta. Il fatto che gli aggettivi fossero contenuti in un esposto formale fatto al Csm da due avvocati ha peggiorato le cose: ciò perché bisogna comunque tenere conto, ha concluso la Cassazione, “che le espressioni offensive erano contenute in un atto mirante all’instaurazione di un procedimento disciplinare a carico di un magistrato”. controversia in materia di assistenza obbligatoria, avviata dal tutore di un cittadino albanese interdetto, regolarmente soggiornante in Italia dal 2000 ma non munito di carta di soggiorno, in stato vegetativo a seguito di incidente stradale avvenuto nel 2003, riconosciuto totalmente invalido e con bisogno di assistenza continua. intrinseca irragionevolezza del complesso normativo qui censurato e la disparità di trattamento che esso determina tra cittadini e stranieri legalmente e non occasionalmente soggiornanti n Italia», spiegano i giudici, «sussistono a maggior ragione anche con riguardo alla pensione di inabilità». Secondo il Tribunale, la normativa impugnata creava una disparità di trattamento tra stranieri e cittadini riguardo all’attribuzione delle prestazioni assistenziali. Mentre, infatti, «l‘indennità di accompagnamento è concessa per il solo fatto della minorazione (…), la pensione di inabilità è preclusa dalla titolarità di un reddito superiore ad una misura fissata dalla legge. Già nel luglio dello scorso anno, la Corte costituzionale aveva bocciato la norma che escludeva per casi del genere il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. I principali motivi che erano alla base della pronuncia sull’indennità di accompagnamento e cioè «la La subordinazione dell‘attribuzione di tale prestazione al possesso, da parte dello straniero, di un titolo di soggiorno il cui rilascio presuppone il godimento di un reddito, rende ancor più evidente l‘intrinseca irragionevolezza del complesso normativo in scrutino». 37 Cio’ che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome: Fair-Relationship-Banking. Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro dell’attenzione»: cosa significa concretamente questa frase? E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione», fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna? Da 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza molto rilevante. Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere diverso il Private Banking. 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Perché la pretesa avanzata dall’Unione Europea e volta ad ottenere dati riguardanti cittadini residenti nei paesi UE sulla base di un “uguale trattamento” è infondata e non avrà conseguenze? Un’analisi della sentenza, che conta oltre 70 zione, il QI (Qualified Intermediary, cioè la banca) conferma all’agente pagatore che le imposte americane non sono applicabili. Ed è proprio il particolare rapporto di fiducia che va a crearsi tra il QI, il fisco americano e il contribuente che fa sì che l’identità del contribuente, quella del beneficiario economico della società e la natura della società stessa non siano passibili di esame per il fisco americano una volta completato il “W8-BEN”. Secondo la giurisprudenza svizzera l’interposizione di un’entità giuridica allo scopo di evasione fiscale costituisce semplice sottrazione, cioè evasione, ma non frode fiscale. La frode fiscale richiede infatti l’utilizzo di documenti falsi o contraffatti, di una costruzione di menzogne (“Lügengebäude”) o di altro comportamento astuzioso al fine di ingannare La sentenza TF del 5 marzo 2009 in materia di rogatorie amministrative fiscali (l parte) a pagine e per ovvi motivi può fare oggetto solo di riassunto sommario nell’ambito dell’Angolo Fiscale, ci permetterà di ottenere un quadro più preciso delle regole stabilite o confermate dal TF. Le stesse faranno da guida anche in futuro, una volta rinegoziate le clausole concernenti lo scambio di informazioni delle Convenzioni svizzere. La Convenzione sulla doppia imposizione tra la Svizzera e gli Stati Uniti prevede all’articolo 26 lo scambio di informazioni tradizionale svizzero, quello allargato alle informazioni che lo stato rogante richiede al fine di applicare il diritto interno in casi di frode fiscale e diritti simili. Nel caso concreto l’Internal Revenue Service (IRS) americano aveva richiesto informazioni riguardanti società offshore costituite da cittadini residenti negli Stati Uniti in concomitanza con l’entrata in vigore del “QI-Agreement”, la specifica convenzione con gli Stati Uniti, allo scopo di amministrare patrimonio mobiliare in precedenza detenuto direttamente dalle stesse persone fisiche o attraverso fondazioni trasparenti di diritto del Principato del Liechtenstein. Tali società erano prive di attività commerciale e costituivano quindi secondo la legislazione bancaria svizzera società di sede. Correttamente il formulario di identificazione della banca (Form. A) indicava quale beneficiario economico la persona fisica residente negli Stati Uniti. Per le stesse società il contribuente aveva tuttavia indicato sui formulari americani relativi al “QIAgreement” che il beneficiario economico era la società stessa, non residente negli Stati Uniti. Completando il formulario “W8-BEN” applicabile ad investitori non americani, il contribuente non solo ottiene di evitare l’applicazione della specifica ritenuta americana, ma pure indirettamente sottrae al controllo del fisco la sua identità, giacché secondo le regole specifiche e la ripartizione dei ruoli prevista in questa conven- Rivista – Maggio 2009 La un terzo e commettere una sottrazione di imposte. Secondo la giurisprudenza del TF agisce con astuzia anche colui il quale impedisce alla persona ingannata di esaminare le informazioni false messe a sua disposizione, e soprattutto colui il quale sulla base di un rapporto di fiducia esistente è in grado di prevedere che la persona ingannata non esaminerà la correttezza delle stesse informazioni. Ed è proprio questo elemento che il TF ha giudicato decisivo nel caso della rogatoria americana, poiché le procedure e la ripartizione dei ruoli nell’ambito dell’applicazione del QI-Agreement, ed in particolare la delega del controllo dall’IRS al QI, permette al contribuente di prevedere che una volta completato il Form. “W8-BEN” né l’IRS né l’organo di revisione previsto dal “QI-Agreement” saranno in grado di controllare la correttezza delle informazioni trasmesse dal QI. Nel caso specifico il TF ha inoltre giudicato che il contribuente aveva ampiamente abusato della costruzione della persona giuridica, impartendo personalmente le istruzioni relative alla gestione del patrimonio e disponendo liberamente degli attivi della società. La ristrutturazione del patrimonio, con la quale era stata liquidata una fondazione di diritto del Principato del Liechtenstein e costituita la nuova società alle British Virgin Islands, non aveva quindi portato alla costituzione di una società commerciale che avrebbe potuto beneficiare delle regole QI, bensì al semplice camuffamento di un patrimonio privato detenuto da un cittadino residente negli Stati Uniti sotto il mantello di una società estera. Anche sotto questo profilo nel caso concreto la giurisprudenza svizzera non contrastava con l’ammissione di una costruzione fraudolenta, permettendo quindi la trasmissione dei documenti alle autorità estere nell’ambito della rogatoria. (continua) [email protected] 39 Più che una banca, cercate un solido partner ? Chi è venuto da noi l’ha trovato. LUGANO MENDRISIO LAUSANNE NEUCHÂTEL YVERDON-LES-BAINS SINGAPORE Angolo Legale di Massimo Calderan Da anni in Svizzera come all’estero si discute la retribuzione dei manager. Le aziende e i manager stessi giustificavano l’esplosione delle retribuzioni con la globalizzazione anche del mercato del lavoro e, quindi, la competizione con aziende estere, in particolare americane. Mentre il diritto svizzero vigente prevede per le SRL che i soci possono decidere della remunerazione degli amministratori e di tutti i dipendenti oppure delegare questo potere interamente o parzialmente agli amministratori, nelle SA (o SpA) gli azionisti non hanno questo potere (e dovere), che è del consiglio di amministrazione (CdA). Questo solitamente decide della propria remunerazione e di quella della direzione (top management), mentre delega la decisione alla direzione per quanto riguarda gli altri dipendenti. sti voterebbe annualmente l’importo globale delle retribuzioni del CdA, della direzione e dell’organo consultivo; l’assemblea eleggerebbe annualmente e individualmente il presidente, i membri e il comitato di retribuzione del CdA; gli organi della SA e le banche depositarie non potrebbero più rappresentare gli azionisti in assemblea e votare per loro; le casse pensioni dovrebbero tenere conto dell’interesse dei loro assicurati e rendere pubblico il loro voto; gli azionisti potrebbero votare anche in via elettronica, senza dover partecipare all’assemblea; i membri degli organi della SA non potrebbero ricevere liquidazioni e retribuzioni anticipate, e, in caso di acquisto o vendita di aziende, non gli si potrebbero dare premi; i membri degli organi di un gruppo aziendale non potrebbero più essere attivi in più imprese del gruppo contemporaneamente come dipendenti o consulenti; gli statuti conterebbero disposizioni sull’ammontare dei crediti, dei mutui e delle rendite in favore dei membri degli organi, sui piani di partecipazione, sulla durata dei contratti di lavoro dei quadri dirigenti e il numero dei mandati esterni che potranno accettare. Infrazioni sarebbero punite con pene fino a tre anni di detenzione e sei retribuzioni annuali. In seguito all’iniziativa il Consiglio federale ha modificato il proprio disegno di legge. La versione aggiornata è stata presentata dal governo svizzero il 5 dicembre 2008, con la raccomandazione al popolo e ai cantoni di approvarla e di respingere l’iniziativa popolare. Il disegno di legge del governo è senz’altro più equilibrato dell’iniziativa, perché rafforza i diritti di controllo degli azionisti e garantisce una maggiora trasparenza sulle retribuzioni dei quadri dirigenti, ma rinuncia all’obbligo di introdurre disposizioni statutarie restrittive, a divieti e pene e lascia più libertà agli azionisti di impostare la società secondo le loro esigenze. Disposizioni esageratamente rigorose rischierebbero di rendere poco attrattiva agli investitori svizzeri e esteri la SA svizzera. Inoltre, l’iniziativa cambierebbe di molto gli attuali equilibri fra i vari organi della SA e renderebbe probabilmente necessaria una ancora più massiccia rielaborazione del diritto vigente. Al contempo il disegno di legge è molto più ampio, perchè intende migliorare la corporate governance di tutte le SA, non soltanto quelle quotate in borsa. Elencheremo nel prossimo numero della Rivista i principali elementi del disegno di legge del governo. Retribuzione dei manager in Svizzera - (1a parte) Dopo lunghe discussioni il 1° gennaio 2007 sono entrate in vigore modifiche del Codice delle obbligazioni che aumentano la trasparenza per le SA quotate in borsa, che sono tenute ad indicare nell’allegato del bilancio: (1) tutte le retribuzioni corrisposte a ogni singolo membro del CdA; (2) tutte le retribuzioni corrisposte all’intera direzione e al singolo membro che ha percepito l’importo massimo; (3) tutte le retribuzioni corrisposte a ogni singolo membro del consiglio consultivo (se ce n’è uno); (4) le retribuzioni non usuali corrisposte ai singoli ex membri del consiglio d’amministrazione, della direzione e del consiglio consultivo, relative all’attività svolta a suo tempo in veste di organi della società; (5) le retribuzioni non usuali corrisposte a persone vicine a quelle menzionate nei numeri 1 – 4 (senza indicare i loro nominativi). Il termine “retribuzioni” va inteso in senso lato e include salari fissi, bonus, opzioni, incentivi vari, mutui e crediti (vedasi l’Angolo Legale in: La Rivista n. 12 del 2006). Nell’ambito di un progetto di revisione del diritto della SA e del diritto contabile iniziato nel 2001, molto discusso e ultimato dal governo svizzero con il disegno di legge del 21 dicembre 2007, si vuole ulteriormente migliorare la corporate governance. Il 26 febbraio 2008 è stata depositata l’iniziativa popolare “contro le retribuzioni abusive”, che intende porre un freno alle retribuzioni dei quadri dirigenti e aumentare i diritti di controllo degli azionisti delle SA quotate in borsa: l’assemblea generale degli azioni- Rivista – Maggio 2009 La [email protected] 41 Convenzioni Internazionali Con la sentenza 12327/2008 la Corte di Cassazione1 si è pronunciata sul tema enunciato nel titolo indicando che le prestazioni artistiche riguardanti concerti di artisti stranieri (residenti fiscali all’estero) sono imponibili in Italia anche se trattasi di prestazioni rese da società estere (e non da persone fisiche) e nell’ambito di un pacchetto maggiormente ampio che include anche la fornitura di altri servizi; questo è il principio di diritto che appare chiaro nella sentenza citata e che metter fine ad una pratica molto diffusa. Questa materia investe problematiche che toccano la normativa interna (il d.P.R.600/1973) ma anche la normativa convenzionale (in questo caso la convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Irlanda) con la conseguenza che la materia si palesa di interesse per questa rubrica e nel seguito si procede a dare conto degli elementi essenziali della sentenza. di Paolo Comuzzi Sul secondo motivo ovviamente la Corte di Cassazione non entra nel merito (non potendosi giudicare una simile questione di fatto e sulla quale non si possono svolgere accertamenti) mentre con riferimento al primo tema la stessa procedeva a cassare la sentenza di secondo grado e quindi a dare piena soddisfazione alla Amministrazione Finanziaria. La normativa tributaria che deve essere considerata per dirimere la questione è sia interna che internazionale e parliamo dell’articolo 25 del d.P.R.600/1973 e anche della convenzione contro le doppie imposizioni in essere tra Italia e Irlanda (articolo 16 della stessa). La prima considerazione della corte è quella per cui la convenzione siglata tra Italia e Irlanda (entrata in vigore nel 1975) non può aver voluto agire in deroga rispetto all’articolo 25 del d.P.R.600/1973e quindi la stessa afferma che la convenzione non ha certamente opera- “Rent a star Company” Una recente pronuncia della Cassazione fa definitiva chiarezza Commenti Molto importante è seguire l’iter logico argomentativo della sentenza che prende spunto dai fatti seguenti (sinteticamente riassunti in questa sede): - i musicisti stranieri avevano ceduto i diritti per le canzoni ad una società residente fiscale in Irlanda; - detta società estera aveva ceduto a sua volta i diritti ad una società italiana per la parte di concerti che i musicisti dovevano svolgere in Italia; - il fisco contestava alla società italiana la mancata applicazione della ritenuta alla fonte sui compensi erogati alla società irlandese (e quindi indirettamente agli artisti). La amministrazione fiscale Italiana chiedeva la cassazione della sentenza di II° grado favorevole alla società con due motivi importanti: 1 La sentenza è commentata da Andriola in Fiscalitax n. 2/2008. 42 1.) la esibizione dei musicisti era da intendere come l’oggetto sostanziale del contratto e nessuno avrebbe avuto interesse ad una qualsiasi altra prestazione della società estera senza che vi fosse la suddetta esibizione; 2.) la esistenza di una stabile organizzazione della società irlandese in un paradiso fiscale. to sancendo cose diverse rispetto alla norma interna. La conclusione è che la stessa deve essere sempre raccordata alla norma interna ed in ogni caso con la sentenza Halifax è chiaro che la sostanza deve prevalere sulla forma nella interpretazione delle fattispecie quando si parla delle conseguenze fiscali. Senza andare nei dettagli diciamo che il primo principio ha la sua importanza: di fatto la Corte afferma che il dettato convenzionale non può essere interpretato come pienamente derogatorio della normativa fiscale nazionale e questa affermazione appare di estremo rilievo in quanto invita a tenere conto della stessa norma interna (che è documento unilaterale) nella interpretazione della convenzione. Questa impostazione della Corte di Cassazione si presenta soggetta a critiche con riferimento al primo argomento in quanto non tiene conto della lettera del dettato convenzionale che essendo una norma speciale dovrebbe sempre prevalere sulla norma interna in quanto la stessa fa riferimento ad una fattispecie di carattere specifico e non generale come è invece tipico della norma interna. Certamente queste critiche sono valide se guardiamo al puro aspetto tecnico giuridico ma di fatto la Corte sembra dire che la inter- Rivista – Maggio 2009 La pretazione della convenzione trova un limite nell’obbligo di un raccordo con la normativa interna: giusto o sbagliato che sia questa mi pare la posizione della Cassazione. Rimane invece da valutare in maggior dettaglio il secondo argomento che è quello della sostanza della prestazione rese e resterebbe anche un terzo importante argomento: la interposizione fittizia. Su questo materia cominciamo a dire che non si deve scordare che, per evitare la ritenuta alla fonte, la società estera aveva invocato la applicazione della convenzione in essere tra Italia e Irlanda e che uno degli obiettivi previsti nelle convenzioni contro le doppie imposizioni è anche quello di impedire la frode e la elusione fiscale, un obiettivo che è certamente paritario come rango rispetto a quello di favorire il commercio internazionale e la circolazione delle merci (e gli scambi). Proprio partendo da questa impostazione scatta la seconda domanda che riguarda la società ovvero quella in merito alla sua fittizietà o meno (fittizio in senso sostanziale in quanto nessuno contesta la sua regolare costituzione e la sua contabilità). Si pensi alla situazione (accertabile mediante una precisa richiesta di scambio di informazioni) in cui la società estera fornisce servizi artistici ad un solo e preciso gruppo di artisti i quali sono anche gli unici soci della società stessa e alla situazione in cui essa non trattiene i proventi ma elargisce copiosi dividendi ai soci (di fatto trasformando reddito di lavoro in reddito di capitale). In questa situazione è chiaro che unendo la sostanza della prestazione resa (che è di natura artistica) con quella che è la situazione di fatto della società estera (poca struttura, un solo cliente, retrocessione degli utili) possiamo giungere alla conclusione della pratica abusiva con la conseguenza che si deve applicare la ritenuta alla fonte. E’ vero che a questo punto sorge il problema del soggetto erogante che in teoria non può in alcun modo concludere un simile esame ma è chiaro che una simile problematica può facilmente risolversi mediante: a) la non applicazione diretta del dettato convenzionale o la sua applicazione solo a seguito della presentazione di documenti molto severi che consentano la azione per falso in atto pubblico; b) la richiesta alla società estera di idonee garanzie nella forma della fideiussione a prima richiesta da parte di una primaria banca a fronte della non effettuazione della ritenuta alla fonte. Molto diverso è il caso nel quale la società estera fornisca professionalmente (ovvero Rivista – Maggio 2009 La come suo scopo sociale) e con proprio personale (o anche mediante subappalto) servizi imprenditoriali a diversi gruppi (si pensi alla completa organizzazione della trasferta) e con diversi prezzi e che esista una struttura complessiva (personale e beni) atta alla fornitura di servizi che non sono quelli di carattere puramente artistico (si pensi alla situazione in cui viene fornito, anche a musicisti che non sono parte della organizzazione, un servizi magari di tutela dei diritti di autore per dare gli estremi di una situazione che realmente possiamo definire come situazione reale). Quando la società estera non ha alcuna sostanza economica (e magari la maggioranza dei suoi introiti sono prestazioni artistiche e non altre prestazioni) certamente è lecito affermare che la stessa non nasce per aggirare l’obbligo della ritenuta prevista nella legge Italiana ma certamente possiamo anche affermare che la stessa non ha diritto alcuno ai benefici convenzionali con la conseguenza che non è alla società in quanto tale che si deve guardare ma ai suoi beneficiari (gli artisti) i quali forniscono una prestazione che per legge interna è soggetta ad imposta e che non beneficia di alcuna deroga di carattere convenzionale. Conclusione Ancora una volta il tema essenziale è quello dello scambio delle informazioni tra le amministrazione finanziarie; è solo con questa pratica che è possibile determinare la situazione complessiva e reale del soggetto che viene a percepire un determinato provento che richiede la applicazione della normativa convenzionale allo scopo di ottenere una riduzione del carico di imposta. E solo agendo su questa materia che si riesce a bloccare quella strategia fiscale che trova nella “asimmetria della informazione” la sua via di attuazione e che pretende non di evitare la doppia imposizione ma la tassazione di un provento portandolo nelle tasche di coloro che hanno svolto una prestazione imponibile senza che nulla venga lasciato allo stato e giocando tra norme interne e norme convenzionali con per dirla con le parole di un noto artista “ … il ghigno e la arroganza …” tipiche di chi agisce per evitar le tasse. A questa impostazione che possiamo definire abusiva ha oggi posto fine la Corte di Cassazione che certamente criticabile in alcune affermazioni non lo è nel principio che sta alla base: non è lecito trasformare un determinato tipo di reddito in altro tipo evitando (o meglio cercando di evitare) la tassazione. 43 I Donne in carriera: Carla Perotti l rumore bellissimo del silenzio di Ingeborg Wedel 44 Raccogliamo da oltre tre anni interviste di donne in carriera e ogni volta ci stupiamo di quanto siano capaci i cosiddetti “fragili” personaggi, dopo averli ascoltati mentre descrivono le loro difficoltà nell’ascesa nella scala sociale percorsa con ostinata dedizione. L’incontro per questa dizione con la 61enne Carla Perrotti – che mantiene intatta la curiosità e la vivacità di una trentenne – ha battuto tutti i record: di fronte abbiamo, infatti, una donna veramente eccezionale, con una volontà di ferro ed un amore smisurato per i deserti che – per anni – ha attraversato in solitaria come scrittrice, esploratrice e documentarista. Indichiamo per in nostri lettori solo alcuni dei luoghi in cui si sono svolte le imprese compiute da Carla, organizzando con il marito medico chirurgo spedizioni a scopo esplorativo nei grandi deserti di Bolivia, nord e sud Africa, Australia, Cina. Per sette anni ha lavorato alla realizzazione di documentari naturalistici per la più importante emittente privata italiana – Canale 5 – di cui ha curato anche i testi. Alcune imprese sono raccontate nel libro Deserti del 1998 e Silenzi di Sabbia del 2003, editi da Corbaccio, tradotti anche in tedesco. La sua più recente impresa è stata la traversata del “deserto bianco” nel cuore dell’Egitto, ma questa volta accompagnata da Fabio Pasinetti, non vedente, legato a lei da una cordicella che univa i loro bastoni, con cui si aiutavano a percorrere i 17 Km al giorno dall’Oasi di Farafra a quella di Dakhla. Uniti hanno coperto i 250 Km in 15 giorni, portando sulle spalle uno zaino di 20 Kg., sopportando 40° di caldo secco di giorno e 0° di notte. C’è chi pensa che il deserto sia inerte, silenzioso, fatto solamente di morbide dune: niente di più sbagliato, come è stato dimostrato molti anni orsono dal film prodotto da Walt Disney Il deserto che vive, questo è pieno di insidie quindi ci vuole molta preparazione e coraggio per attraversarlo! Carla, dopo questa ennesima avventura finita bene, ci ha accolti nella sua casa milanese e concesso l’intervista che trascriviamo. La nostra donna in carriera è nata a Milano il 10 agosto 1947 in una famiglia di accaniti sportivi e quindi, già da giovanissima, Carla si è potuta cimentare nelle diverse discipline sportive. Terminati gli studi di Ragioneria, ha lavorato nell’Azienda di famiglia, poi si è sposata con il medico Oscar Perrotti, anche lui operatore e documentarista, che l’accompagna sempre nelle sue imprese fino alla partenza e poi l’attende all’arrivo, unitamente al figlio Max, 32enne, anche lui molto sportivo che collabora all’attività materna risolvendo le questioni amministrative e trattando con gli sponsor specialmente con No Limits, che sostiene da anni queste spedizioni, fornendo anche orologi speciali, abbigliamento tecnico ed accessori vari. Abbiamo chiesto anche a Carla cosa significhi essere donna piuttosto che uomo in carriera: ci ha risposto che potrebbe essere un vantaggio per lei, dato che le sue imprese sono solo viste, non praticate da uomini. Il tempo per farsi apprezzare può considerarsi non ancora finito, dato che lei prosegue con le sue imprese, sempre più a rischio ed interessanti, poiché non esiste un deserto eguale all’altro. Riscontra tuttavia molto rispetto da parte maschile. Le difficoltà decisionali gravano solamente su Carla, anche se é circondata da uomini che eseguono i suoi ordini, mentre la diffidenza per il suo operato cessa automaticamente quando tutto prosegue normalmente, senza scosse. Gli ostacoli sono sempre stati superati, grazie anche all’appoggio della famiglia. Svantaggi la nostra donna in carriera non ne vede, mentre il grande vantaggio è il record tutto al femminile delle sue traversate in solitaria. I privilegi per Carla sono certamente i messaggi positivi che lei può lanciare al mondo femminile e ai giovani. “Ritengo che le intuizioni femminili siano su- Rivista – Maggio 2009 La periori a quelli maschili, al pari della capacità di gestire situazioni diverse e la sensibilità che aiuta a spianare le difficoltà che immancabilmente incontro nel deserto” afferma Carla. Per la nostra donna in carriera la seduzione può essere usata – anche inconsciamente – per realizzare i propri sogni. La maggiore soddisfazione per una donna come Carla, è di arrivare al traguardo, alla fine della sua impresa, in buona salute, progettando già nel suo intimo una successiva spedizione in un deserto ancora tutto da esplorare: in solitaria e rigorosamente a piedi. “Le rinunce alla vita privata ci sono, perché il tempo è tiranno! Tuttavia non preclude – diciamo anche come hobby – lo sport, in genere.” afferma Carla “Nello specifico corsa, palestra, sci, montagna e attività subacquea.” La lasciamo mentre si accinge ad un’altra avventura: questa volta in compagnia. Al fine di far conoscere, amare ed apprezzare la bellezza del deserto, ha organizzato dal 18 marzo al 5 apri- le 2009, la Desert Therapy, durante la quale ha guidato un gruppo di persone desideroso di affrontare l’esperienza del deserto: un modo per comprendere meglio se stessi ed i propri limiti. Tavolo lean in combinazione con BMBox. ,AVOSTRALINEACHIARA ci trovate presso: Rivista – Maggio 2009 La )NTERSITAG"UROROY3! Route de Lyon 55, 1203 Genève Tél: 022 339 08 88, [email protected], www.intersitag.ch 45 Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch 1 Elefante invisibile di Vittoria Cesari Lusso Dimmi come dici “no”, e ti dirò chi sei! Affermazione esagerata? In parte sì, in parte no. È esagerata in quanto non occorre essere un gran luminare della psicologia per sapere che è sempre rischioso definire l’identità di una persona a partire da pochi comportamenti. Non lo è, poiché il modo con cui un individuo rifiuta qualcosa a qualcuno è effettivamente un indicatore significativo (elefante più o meno visibile) dei suoi ruoli sociali, dei suoi valori, delle sue sensibilità comunicative, di certi aspetti della sua personalità. Il “no” esplicita una sorta di potere di rifiuto che ci viene accordato (o che ci prendiamo) in certe occasioni. Ci sono persone che non osano servirsene temendo di frustrare le aspettative altrui e di recare offesa . Altre che invece provano un piacere sadico nel rispondere sempre in modo negativo, non preoccupandosi minimamente dell’effetto L’arte di dire NO Una vecchia leggenda indiana narra di un elefante che pur muovendosi tra le folle con la sua imponente mole passava comunque inosservato. Come se fosse invisibile… che ciò provoca nell’interlocutore. Altre ancora che cercano di usare il no con equilibrio, sviluppando l’arte di rifiutare con fermezza, ma anche con garbo. Nella vita quotidiana tali differenze sono spesso sotto i nostri occhi. Dal parrucchiere. Alla domanda della acconciatrice “Le piace la pettinatura?”, la signora Bianchi risponde timidamente “sì, sì”, ben sapendo che appena fuori del negozio si specchierà nella prima vetrina sulla sua strada e cercherà di cancellare ogni traccia dell’intervento della parrucchiera in questione. La signora Rossi invece, non esista a pronunciare un “no” imperioso, assoluto e inflessibile ogni volta che qualche particolare non la soddisfa. La signora Verdi sa riconoscere che la parrucchiera sta facendo del suo meglio, ma non esita a dire con garbo cosa le piace e cosa invece non le piace. Esci con me stasera? Ci sono, ad esempio, ragazze che rispondono subito di sì, senza preoccuparsi neanche un po’ delle qualità del richiedente. Sembra loro già un tale miracolo che qualcuno le abbia notate e preferite all’amica più avvenente e spigliata, e provano al loro interno un tale timore che il potenziale spasimante si dilegui al minimo ostacolo, che mai direbbero di NO. Al supermercato con i bambini. Immaginiamo tre mamme al supermercato alle prese ognuna con il proprio piccolo Pierino. Il monello ogni volta che si trova in coda alla cassa tra due file di scaffali proditoriamente pieni di dolci, caramelle e merendine industriali chiede con insistenza “Mamma, comprami questo! comprami quello!” La prima mamma cede sempre. La possiamo anche capire. È alla fine di una lunga giornata, si sente stanca, e non ha le energie per opporsi alle richieste del suo piccolo. Unico problema: Pierino ne deduce che la mamma lo accontenta sempre. La seconda si mostra invece totalmente impermeabile alle richieste del piccolo. Gli lancia un’occhiata severa, gli dà uno scappellotto sulla mano che stava toccando il bramato lecca-lecca e lo strattona Rivista – Maggio 2009 La per spingerlo in avanti. Tutto nei suoi atteggiamenti mostra chiaramente che usa al 100% il suo potere di dire no. No e basta, senza spiegazioni! Appena arrivati a casa, Pierino prende il suo bambolotto preferito e comincia a gridargli con aggressività “No, no, no non ti compro proprio niente!”. La terza mamma spiega a Pierino che può prendere una cosa senza troppi coloranti o altre porcherie, ad esempio un chewing-gum, a condizione però di aprirlo solo dopo pranzo. Pierino in un primo tempo fa il muso poiché l’attesa gli sembra eterna, ma la mamma lo aiuta a sopportare la piccola frustrazione dicendogli in tono sdrammatizzante “Accidenti quanto è duro aspettare! Anch’io vorrei mangiare subito questi buoni biscotti che abbiamo comprato, ma so che è meglio aspettare dopo cena. Per consolarci ci diamo un bacino appena pagato alla cassa.” Al piccolo scappa un piccolo sorriso. Rifiutare un invito. A volte capita che si preferisca declinare certi inviti. In linea di principio un invito è un po’ come un dono: un gesto di attenzione nei nostri confronti. Pertanto merita un’accoglienza positiva anche quando l’invitante non riscuote la nostra piena simpatia, oppure quando ci sembra nascondere un’intenzione di tipo “clientelare”. Immaginiamo due esempi. Il primo si riferisce ai pranzi domenicali da parenti un po’ noiosi oppure a cene con persone con le quali si hanno scarse affinità. Di solito un cortese “È molto simpatico da parte vostra pensare a me, ma purtroppo sono schiavo di altre priorità. Magari ci vediamo un’altra volta per un caffè” dovrebbe risultare un messaggio adeguato alla situazione. La seconda illustrazione si riferisce agli inviti che hanno una qualche incompatibilità con un chiara gestione dei ruoli gerarchico-professionali. Rientrano in questa categoria, ad esempio, gli inviti di uno studente al proprio docente, di un paziente al proprio psicoterapeuta, di un collaboratore al proprio capo alla vigilia di decisioni concernenti la sua carriera. Come rispondere a tali inviti? Si tratta di tener conto della duplice esigenza: non mortificare e umiliare l’invitante, facendogli però “intuire” al tempo stesso che si ritiene, per ragioni di deontologia relazionale, più adeguato declinare. Concretamente su questo piano l’invitato può fare due cose: esprimere a voce (o con un biglietto scritto o una mail) il proprio rammarico di non poter partecipare, ringraziando per l’attenzione (senza aggiunger altro; non c’è bisogno di giustificarsi o di inventare scuse); eventualmente, se la cena (o la festa) ha comunque luogo, farsi vivo al telefono nel corso dell’avvenimento per dare un simpatico gesto “di partecipazione non compromettente a distanza”. Di solito l’invitante capisce così una cosa molto utile nella gestione delle relazioni: non tutti gli interlocutori sono manipolabili secondo i suoi desideri più o meno consci. Se questo contributo stimola la vostra voglia di reagire, mandate un messaggio al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] 47 Progetto Martha Argerich Lugano 8 – 29 giugno 2009 www.rsi.ch/argerich I l ballo della Croce Rossa svizzera celebra l’Africa Si svolgerà il prossimo 6 giugno nelle Halles della Stazione ferroviaria di Morges all’insegna della magia dell’Africa. Giunto alla sua 8a edizione, il più importante gala di beneficenza della Croce Rossa svizzera potrà contare ancora una volta sul sostegno di prestigiosi donatori Si avvicina la data del 6 giugno e, malgrado si debbano ancora definire i dettagli, è con sollevata soddisfazione che Barbara Zanon di Valgiurata e Anna Pedrotti, rispettivamente Co-Chairmen e Vice-Chairman del Ballo della Croce Rossa Svizzera, raccontano di come si svolgerà e di cosa si prefigge il gala di beneficenza e di come sia grate agli sponsor, la cui sensibilità è essenziale per la riuscita dell’evento, per il quale s’impegnano con entusiasmo e passione. Il Ballo ha una storia recente, la prima edizione data del 2002, non ha ancora le dimensioni e l’aurea che circonda quello di Montecarlo, ma, nel suo piccolo, ha grandi ambizioni. Prima fra tutte di quella di contribuire in modo rilevante a dar forma concreta al nobile obiettivo che si prefigge un’iniziativa di questa natura: raccogliere fondi per programmi di sostegno alle “Vittime delle catastrofi dimenticate”. Per l’edizione di quest’anno il principale Paese beneficiario sarà lo Swaziland: una piccola nazione dell’Africa meridionale, situata fra Sudafrica e Mozambico, dove l’AIDS rappresenta un vero e proprio flagello. Una parte dei fondi sarà destinata anche a programmi di sostegno in Bolivia, Ecuador, Paraguay e Bangladesh. Come di consueto, il comitato organizzatore coinvolge personalità provenienti dalle nazioni a cui il Ballo è dedicato. Quest’anno, è l’artista africano Ismaël Lô - divenuto famoso nel mondo grazia alla celebre balla Tajabone che figura nella colonna sonora del film di Pedro Almodovar Tutto su mia madre - che ha accettato generosamente di intervenire. Gli 800 invitati (ciascuno di loro contribuirà con una quota di partecipazione fra gli 800 e i 1000 franchi), nella seconda parte della serata, danzeranno sui ritmi proposti dal giovane Dj Double orginario del Congo. Momento molto atteso è l’asta, che si profila ancora una volta spettacolare. Battuta dal martello di Simone de Pury, Chairman Rivista – Maggio 2009 La di Phillips De Pury & Cie, fra i suoi lotti prestigiosi, accanto a viaggi nel cuore dell’Africa, ad una motocicletta della mitica Ducati, ad un pezzo unico ed esclusivo del gioielliere Mouawad, proporrà anche l’Oyster Perpetual Cosmograph Daytona l’orologio creato da Rolex. La serata offrirà anche un défilé con una collezione di David Arasa e Claudio Morelli intitolata esplicitamente Colors of Africa. In tema anche la decorazione, che potrà disporre di una parte della collezione di maschere e di arte africana del Museo etnografico di Ginevra. Di identica ispirazione anche l’allestimento floreale di Fleurot Fleurs e il menù gastronomico preparato dall’hotel Beau-Rivage di Ginevra sotto la guida di Dominique Gauthier insignito del titolo di miglior chef svizzero 2009. Quest’anno, il Ballo assume anche un significato storico molto particolare. Si colloca infatti nel 150° anniversario della sanguinosa Battaglia di Solferino (1859). La battaglia che indurrà Henry Dunant a lanciare l’appello da cui, nel 1863, trarrà origine la Croce Rossa. Il Ballo della Croce Rossa svizzera, che si avvalle dell’Alto Patronato del Presidente della Confederazione Elvetica Hans-Rudolf Merz è stato designato dall’Ufficio del Turismo svizzero come Premium Event, riconosciuto in tal modo come uno degli eventi più prestigiosi che si svolgono nella Confederazione. Un bella soddisfazione, che però non eguaglia quella di poter affermare che dalla sua prima edizione nel 2002 il Ballo ha raccolto più di 5 milioni di franchi a sostegno di progetti umanitari. È questo che riempie d’orgoglio il comitato organizzatore, al pari dell’emozione che si prova ogni qualvolta c’è la possibilità di verificare direttamente sul posto come i programmi di sostegno contribuiscano ad alleviare le sofferenze di molti esseri umani. Il Ballo della Croce Rossa svizzera è importante per la raccolta dei fondi. Senza scordare però che, sottolineano all’unisono Barbara Zanon di Valgiurata e Anna Pedrotti, con 200 franchi si può consentire ad un bambino africano di frequentare un anno di scuola. Nella foto in alto a sinistra: Anna Pedrotti e Barbara Zanon di Valgiurata. In alto a destra: Il musicista africano Ismaël Lô. 49 Carnet La Swissheart-Gala il 14 maggio a Berna Una serata di beneficenza della Fondazione Svizzera di Cardiologia sotto il patronato dell’Istituto Italiano di Cultura a Zurigo al Teatro municipale di Berna Il 14 maggio al Teatro municipale di Berna sarà possibile ascoltare della grande musica e allo stesso tempo sostenere la Fondazione Svizzera di Cardiologia partecipando alla “Notte italiana” della Swissheart-Gala, durante la quale verrà eseguita l’opera lirica di Giuseppe Verdi “Un ballo in maschera”. Il ricavato della serata sarà devoluto al programma HELP della Fondazione Svizzera di Cardiologia. Programma 18.30 Cocktail di benvenuto 19.30 Saluto del Prof. Ludwig von Segesser, Presidente della Fondazione Svizzera di Cardiologia 19.35 Consegna del premio per la ricerca e del premio HELP da parte del Prof. Rubino Mordasini, Segretario generale della Fondazione Svizzera di Cardiologia 19.55 Introduzione all’opera di Regina Palmai, responsabile della drammaturgia musicale del Teatro municipale di Berna. 20.00 Un Ballo in maschera Opera lirica di Giuseppe Verdi Direzione musicale: Srboljub Dini Conferenze di Roberto Ruozi a Ginevra e Losanna La crisi finanziaria internazionale: le ragioni tecniche e culturali Le conferenze avranno luogo alle 17 h 30, seguite da un aperitivo con buffet, : • 15 giugno 2009, Société de Lecture (Grand Rue 11, Genève) • 16 giugno 2009, Aula des Cèdres (HEP, Cour 33, Lausanne Direzione della seduta: François Keller, presidente dell’istitut suisse de brainworking Note di benvenuto: Alberto Colella, Console generale d’Italia a Ginevra Adolfo Barattolo Console generale d’Italia In Losanna Marilena Berardo, responsabile dell’ufficio di Ginevra - CCIS Intervento: Enrica Ferri, imprenditrice culturale, autrice del progetto pilota Arte e cultura dell’impresa. È richiesta l’iscrizione presso la segreteria organizzativa (Institut suis- Istituto Italiano di cultura Zurigo Avviso di assunzione di un impiegato a contratto È indetta una procedura di selezione per l’assunzione di: un impiegato a contratto da adibire ai servizi di autista / commesso /centralinista. Possono partecipare alle prove i candidati in possesso dei seguenti requisiti: 1) abbiano, alla data del presente avviso, compiuto il 18° anno di età; 2) siano di sana costituzione; 3) siano in possesso del seguente titolo di studio: Licenza elementare o equivalente; 4) abbiano la residenza in Svizzera da almeno due anni; 5) siano in possesso, alla data di effettuazione della prova di guida, di patente di guida valida per lo svolgimento delle mansioni di autista in Svizzera. Rivista – Maggio 2009 La Messa in scena: Wolf Widder Decorazioni e costumi: Christoph Wagenknecht Direzione del coro: Alexander Martin Riccardo: Niclas Oettermann Renato: Davide Damiani Amelia: Gabriela Georgieva Ulrica: Monica Minarelli Oscar: Diana Tomsche Silvano: Ivaylo Ivanov Samuel: Michael Leibundgut Tom: Pier Dalas Un giudice: Mariusz Chrzanowski Un servitore: Rolf Scheider Coro e coro di rinforzo del Teatro municipale di Berna Orchestra sinfonica di Berna Categorie e prezzi Categoria 1 CHF 190.Categoria 2 CHF 160.Categoria 3 CHF 135.Categoria 4 CHF 115.Categoria 5 CHF 70.Categoria 6 CHF 40.- (visione ristretta) I biglietti per la Swissheart-Gala possono essere ordinati presso Bern Billet: Telefono 031 329 52 52 Telefax 031 329 52 55 [email protected] www.bernbillett.ch se de brainworking 9, rue Cavour 1203 Genève Téléphone 022 344 03 57) e il versamento di una quota di 30.- Frs sul CCP 17-407855-0 entro il 10 giugno 2009 (aperitivo con buffet incluso). Organizza: Institut suisse de brainworking, in collaborazione con Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Consolato generale di Ginevra e di Losanna, Spirali edizioni e Le Temps Roberto Ruozi è nato a Biella nel 1939. Come economista, sviluppa un’attività di consigliere di società e di banche, di consulente in imprese, nell’ambito del servizio civile non profit e di diverse fondazioni. Presiede il Consiglio d’amministrazione della Banca Mediolanum e del Touring Club Italiano e, da sette anni, è presidente del Piccolo Teatro Città di Milano. È stato rettore dell’Università Luigi Bocconi a Milano durante sei anni e ha insegnato alla Sorbona a Parigi. È l’autore di numerose pubblicazioni in materia di banche e di finanza, tra cui, per le edizioni Spirali Il valore dell’impresa (2006) e Viaggio nel mercato finanziario con Dr. Jekyll e Mr. Hyde (2008). I requisiti prescritti, ad eccezione del diciottesimo anno di età, devono essere posseduti alla data di scadenza del termine stabilito per la presentazione delle domande di partecipazione. Il modello di domanda - disponibile presso l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo e sul sito internet dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo al seguente indirizzo: www.iiczurigo.esteri.it. Le domande dovranno essere presentate entro e non oltre le ore 24:00 del giorno 18 maggio 2009, su carta libera. La domanda deve essere sottoscritta dal candidato ed inviata a mezzo raccomandata con Avviso di Ricevimento (AR) al seguente indirizzo: Istituto Italiano di Cultura Zurig, Rif. Concorso Birmensdorferstrasse 198, 8003 Zurigo Le domande si considerano presentate in tempo utile se spedite entro il termine di presentazione. In tal caso farà fede la data del timbro postale. 51 pirelli.com IL PRIMO PNEUMATICO DALLA DOPPIA ANIMA. ANGEL ST ti permette di esprimere ogni parte di te, di essere un amante del touring, ma senza rinunciare alle emozioni della guida sportiva. Il suo battistrada ha infatti il disegno di un angelo che si trasforma in demone per garantirti una durata e un comfort celestiali, insieme ad una tenuta di strada diabolica. ANGEL ST . Drawn on your souls. Carnet Conferenze all’università… › Prof. Luca Clerici (Universita degli Studi di Milano) ◊ Scelte editoriali e definizioni di genere: le testimonianze di viaggio fra Sette e Ottocento Luca Clerici insegna Letteratura italiana contemporanea e Comunicazione letteraria nell’Italia novecentesca all’Università degli studi di Milano. Si occupa di autori, generi e testi degli ultimi tre secoli, con attenzione per la letteratura istituzionale ma anche per la produzione popolare e di massa. Ha scritto diversi volumi, fra cui Il romanzo italiano del Settecento. Il caso Chiari (Marsilio, 1997, Premio Amantea) e Apparizione e visione. Vita e opere di Anna Maria Ortese (Mondadori, 2002, Premio Elsa Morante e Premio Brancati). Nell’occasione verrà presentato il volume dei Meridiani Mondadori dedicato agli «Scrittori italiani di viaggio, 1700-1891», curato dal Prof. Luca Clerici. Si tratta di una ricca antologia della letteratura di viaggio italiana dal 1700 all’unità d’Italia. Nell’introduzione al volume Clerici fa notare la particolare attenzione dedicata alle donne viaggiatrici – nobili e raffinate intellettuali – e alle variegate forme espressive dell’odeporica: dal diario di bordo alla lezione accademica, dalla lettera alla guida turistica. Giovedi 14 maggio 2009 alle ore 18.00-19.45 Universita di Zurigo, Karl Schmid-Strasse 4 Aula: KO2 F-153a Organizza: Cattedra di Letteratura italiana della Prof. T. Crivelli, Società Dante Alighieri Zurigo Per informazioni: [email protected] o [email protected] Giovedi 14 maggio 2009 ore:14.00-15.45 Universita di Zurigo, Freiestrasse 36 Aula: FRE-D-14 Organizza: Philosophische Fakultat der Universitat Zurich, Cattedra di Letteratura italiana della Prof. T. Crivelli NB: Le persone non iscritte presso l’Universita di Zurigo e interessate a seguire il corso sono pregate di comunicare la loro partecipazione scrivendo al seguente indirizzo: [email protected] e al Politecnico federale di Zurigo › Prof. Gianni Celati (Politecnico di Zurigo, visiting professor) ◊ Fellini on the Italian Male La conferenza si basa sulla straordinaria quantità di osservazioni sul maschio italiano che ricorrono in tutto il cinema di Fellini. Sono osservazioni su abitudini collettive, stereotipi nazionali, inclinazioni sessuali, etc. Questo studio felliniano su alcuni tipi di maschio italiano ci aiuta a intravedere la connessione tra l’erotismo malato delle società moderne e la figura dell’uomo fascista in Italia. Mercoledi 20 maggio 2009 ore: 17.45-18.45 Politecnico di Zurigo Zentrum Geschichte des Wissens Ramistrasse 36, 8001 Zurich Aula: Seminarraum/Bibliothek Organizza Cattedra De Sanctis del Politecnico di Zurigo Zentrum Geschichte des Wissen Per informazioni: [email protected] Link: http://www.zgw.ethz.ch/de/aktuell.html ◊ La tradizione odeporica, il romanzo e -I promessi sposiIl Prof. Clerici terra una lezione sulla tradizione odeporica in relazione al romanzo manzoniano che sara ospitata dal seminario della Prof. T. Crivelli Genere e generi nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Festa della Repubblica alla Casa d’Italia di Zurigo In occasione della Festa della Repubblica, il console Generale d’Italia in Zurigo, Mario Fridegotto, è lieto di invitare gli italiani della Circoscrizione consolare di Zurigo alla cerimonia commemorativa e al ricevimento che riterranno martedì 2 giugno 2009, dalle ore 19°° alle 21°° presso la Casa d’Italia (Erismannstr. 6) di Zurigo Corso intensivo per l’apprendimento del linguaggio giuridico aggiornare precedenti conoscenze dell’italiano in ambito Corso intensivo per l’apprendimento del linguaggio giuridico italiano italiano destinato a tutti coloro che, già esperti del diritto nella loro lingua, abbiano l’esigenza di approfondire, con il massimo profitto e in breve tempo, anche la terminologia tecnica in italiano in ambito professionale. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza dell’Università di San Gallo. Quando Mercoledì- venerdì: 9.00-12.15/13.30-17.00 Sabato: 9.00- 12.15 Inizio: 3 giugno 2009 (28 lezioni) Conclusione: 6 giugno 2009 Dove Sprachenzentrum dell’Università di San Gallo, Gatterstrasse 3, 9010 San Gallo Contenuti Corso multimediale per rispolverare, ampliare ed Rivista – Maggio 2009 La professionale. Terminologia del processo civile e del diritto privato sostanziale svizzero ed internazionale. Simulazione di situazioni tipiche della pratica professionale come redazione di contratti e consulenze. Giurisprudenza del Tribunale Federale opportunamente selezionata. Riferimenti al diritto italiano. Esercizi di comprensione, consolidamento e analisi delle strutture del linguaggio giuridico ( ripasso della grammatica, lettura, ascolto, produzione scritta e orale). Corso intensivo in piccoli gruppi (da 4 a 8 partecipanti). Gli argomenti del corso potranno essere adattati agli interessi dei partecipanti. Docenti Dr. Phil. I Tania Giudicetti Lovaldi Dr. Iur. Rita Dellachà-Hilbers Costi CHF 616.- (esclusi i materiali didattici) Materiali didattici ca. CHF 50.Iscrizione www.sprachenzentrum.ch 53 BSI presenta la Collezione Storica di Buccellati. Per la prima volta in Svizzera La mostra intitolata Piaceri dorati, gioielli confidenzialmente per l’eternità sarà ospitata presso le sedi svizzere di BSI fino al 30giugno 2009 Il progetto espositivo BSI Album presenta nelle vetrine di Bellinzona, Chiasso, Ginevra, Locarno, Lugano, St. Moritz e Zurigo di banca BSI un’importante esposizione documentaria dal titolo: Piaceri dorati, gioielli confidenzialmente per l’eternità. Un vero e proprio tesoro, comprendente più di 170 oggetti di oreficeria, argenteria e gioielleria, rigorosamente fatti a mano, a rappresentare il meglio della produzione Buccellati tra gli anni ’20 e ’60 del secolo scorso. La Collezione è stata presentata a Lugano da BSI in anteprima svizzera in una $conferenza stampa alla quale sono intervenuti Lorenzo Buccellati, nipote di Mario Buccellati e Amministratore Delegato e Contitolare di Federico Buccellati del Vallino S.p.A, la Professoressa-Dottoressa Francesca Rigotti, Università della Svizzera Italiana e Chantal Stampanoni Koeferli, Head of Corporate Communication BSI SA Borsetta Rinascimentale, 1925- 1930 Cerniera in oro giallo e argento, sforata e modellata. 7 perle scaramazze barocche (ct. 100,00) e 104 diamanti taglio a rosa (ct. 2,00). © Franco Mattei, Claro 54 La mostra Piaceri dorati, gioielli confidenzialmente per l’eternità fa scivolare lo sguardo in un universo dai riflessi preziosi e dalle forme scintillanti, accompagnando l’osservatore nel cuore pulsante del Rinascimento italiano, movimento cui Mario Buccellati si ispirò per forgiare i suoi capolavori. La collezione, che esula dagli stilemi cronologici e storici, presenta 170 creazioni uniche di alta gioielleria, dagli orecchini alle collane, dagli anelli alle spille fino a portacipria e altri preziosi oggetti d’arte che incarnano nel loro lusso l’anima della seduzione e l’importanza dell’ornamento. Un viaggio a ritroso nel tempo, laddove Gabriele d’Annunzio commissionava direttamente alla famiglia di orafi Buccellati i suoi gioielli; un viaggio che, dopo oltre 90 anni di auree seduzioni, prosegue nell’ambito della presente esposizione. Da diversi anni BSI organizza mostre dedicate a preziose collezioni, esposte nelle vetrine delle sue sedi in Svizzera, che rientrano nel progetto BSI Album; gli Album sintetizzano il concetto di catalogazione e vogliono dare la possibilità di immergersi nelle collezioni passeggiando lungo le vetrine, come sfogliando un album di altri tempi. Per ognuna delle esposizioni esiste sempre un catalogo didattico e documentario bilingue, riccamente illustrato. Il progetto BSI Album si esprime in tre filoni distinti: culture e memoria (archeologia e affini), viaggi e avventure dello spirito (etnologia e civiltà) e tesori privati (orologi, gioielli e simili). La collezione Piaceri dorati, gioielli confidenzialmente per l’eternità rientra in quest’ultimo filone. Affermatosi nel 1919 grazie all’innato talento di Mario, lo stile Buccellati si delinea come perfetto emblema del Rinascimento italiano; la correttezza delle proporzioni si abbina alla finezza dell’esecuzione e, soprattutto, ad una lavorazione originale dai disegni personali e caratteristici, che rendono unica e perfettamente riconoscibile l’opera Rivista – Maggio 2009 La di Buccellati. Fu, con ogni probabilità, l’incontro con Gabriele d’Annunzio, che s’innamorò dei gioielli dell’orafo, a dare una decisiva svolta all’attività di Mario Buccellati. Poeta e orafo diventarono ben presto amici, e quest’ultimo realizzò per d’Annunzio alcune delle sue opere più memorabili, traducendo in realtà i sogni e le bizzarre fantasie dell’artista pescarese. Grazie a questa unione d’idee Mario Buccellati elaborò il suo personalissimo stile, unendo in opere senza tempo le stravaganti suggestioni dannunziane alle sue brillanti capacità di orafo. Fu come se il poeta avesse definitivamente acceso in lui la miccia della più pura e libera creatività. Dopo essersi, con successo, affermata in patria, la fama di casa Buccellati non tardò a varcare i confini italiani, approdando a nobili committenti in Belgio, Spagna, Inghilterra ed Egitto. L’avvento della Seconda Guerra Mondiale sembrò arrestare il florido sviluppo dei gioielli. La mancanza di oro e di pietre preziose si poneva come logico ostacolo all’arte dell’orafo ma Mario Buccellati seppe ovviare con stile e creatività alla situazione avversa, utilizzando il rame (ribattezzato “simil-oro”) al posto del più prezioso dei metalli. Forte di un’esecuzione artistica e di un lavoro sugli smalti senza pari, fu così in grado di sopperire con genialità Bracciale oro giallo e rubini, 1950. Bracciale a mezza fascia. All’interno incisione “11ottobre 1957”. 2 rubini rotondi cabochon. © Franco Mattei, Claro Rivista – Maggio 2009 La Diadema in oro giallo e argento con smeraldi e diamanti, 1925 Diadema sforato tipo classico, in oro giallo e argento. Bordi e castoni in oro giallo incisi a foglia romana. 51 smeraldi cabochon (ct. 22,53), 25 brillanti (ct. 4,66), 697 diamanti taglio a rosa (ct. 10,81). © Franco Mattei, Claro alla mancanza di pietre colorate. Il figlio Federico proseguì l’attività paterna con rinnovato slancio, fondando il primo negozio a Tokio. Oggi la terza generazione, incarnata da Lorenzo e Benedetta Buccellati, prosegue la tradizione di famiglia mantenendo vivo lo stile Buccellati. Portasigarette d’annunziano in argento, produzione attuale tipo 1929 “Squadra di San Marco. Ti con nu – Nu con ti”. Apertura verticale. Segrinato. © Franco Mattei, Claro 55 L e penne e lo scrittore fanno ancora paura? di Paolo Gir 56 Mi sia permessa la distinzione: per scrittore intendiamo soprattutto lo scrittorepoeta, perché il suo scrivere si scosta essenzialmente dalla comunicazione del filosofo (nel senso strettamente tecnico della parola), del sociologo, del politologo, dello psicologo, dello scienziato e, con qualche riserva anche da quella del giornalista. È utile tenerlo presente per il fatto che molti pubblicisti, di questo o di quel genere, si chiamano tout court scrittori. Lo scrittore-poeta, esprimendosi mediante un’orchestrazione letteraria congeniale al narrare, al raccontare, al descrivere ecc. riannoda, se è tale “il particolare all’universale” (Croce) creando in tal modo una visione poetica che abbracci l’esistenza umana e il modo e che dia, pertanto, un orientamento umanista per eccellenza. Detta caratteristica del narrare non si avvera, ovviamente, trascurando la realtà empirico- economica della contingenza in cui l’autore vive e per cui è chiamato a comunicare la sua esperienza di vita. Ciò non toglie, s’intende, che lo scrittore possa e debba, seguendo il suo estro, scrivere, accanto alla sua propria opera, su argomenti di filosofia, di psicologia e su problemi di scienza naturale o di altre materie dello scibile. Lo scrittore abbisogna, al fine di raccontare la visione sua del mondo e dei fatti umani, della libertà. E libertà significa, in detti confronti, l’obbligo etico di riempirla di un pensiero o di una presa di posizione o di un sentimento provato e verace anche a rischio di subire l’insuccesso o lo scacco. Essa, la libertà, consiste nella convinzione della potenza liberatrice dell’uomo, ovvero nella persuasione che, affrancati da coercizioni di ordine politico, pratico e ideologico, si possa comprendere e riflettere “pensando bene” (Pascal). E per “pensare bene” intendo la capacità e la volontà di scoprire la dignità umana nelle contraddizioni più stridenti della vita e nell’abisso che ognuno porta in sé in qualsiasi condizione venga a trovarsi. Ciò premesso, lo scrittore, come qui inteso, è sempre - dando egli retta al suo impegno spirituale - in qualche modo uno scomodo e un ribelle. La più esile lirica e la più poetica pagina in prosa sono un atto di ribellione contro la moda volta alla pura utilità e contro la consuetudine stabilita dalla convenzione dell’ora. A questo punto ci si può chiedere, se lo scrittore e la sua penna hanno sempre suscitato scandalo e perfino terrore quando irrompeva nei tabù di costume codificati, contro la superstizione e contro le barbarie prodotte dal fanatismo di ideologie e dal settarismo. Attualmente - sebbene mutate le forme e i luoghi grazie all’ incivilimento - la deficienza etico-politica, l’emozionalità fomentata dall’accresciuta tecnica di informazione e il conseguente fanatismo non sono stati cancellati dalla fisionomia umano-sociale e dal giusto pensare. In un articolo di Luigi Offreddu, apparso nel Corriere della Sera del 26 novembre 2008 e dal titolo “Raccontare storie è resistere” l’autore ferma l’attenzione sulle pene e sulle minacce subite, non ancora diminuite, di scrittori come Salman Rushdie e dell’italiano Roberto Saviano. Nell’ aula magna dell’Accademia svedese Saviano, si espresse nel dibattito con le parole: “(…) È appunto, il varcare la linea del silenzio: perché nelle nostre società puoi anche scrivere, produrre, urlare, ma è quando varchi quella linea, e raggiungi molti, che incidi. È allora che la letteratura fa paura al potere, al potere criminale (…)” Rivista – Maggio 2009 La di Liber Scaffale I diari sono documenti segreti scritti per divenire pubblici. Nella maggior parte dei casi sono nelle intenzioni dell’autore la sua ultima opera, quella che gli permetterà di prendere ancora una volta la parola dopo la morte e di costringere gli altri ad ascoltare [...]. Credo che i diari di Montanelli non facciano eccezione alla regola e siano quindi, nelle intenzioni dell’autore, destinati alla pubblicazione. Per alcune ragioni. In primo luogo l’autore parla sempre e soprattutto di se stesso. Attenzione. Indro Vi sono in queste pagine non meno di un centiMontanelli naio di personaggi, da Leo Longanesi, a Giovanni Ansaldo, da Giuseppe Prezzolini a Eugenio MonI Conti tale, da Ugo La Malfa a Leo Valiani, da Giovanni con me stesso Agnelli ad Amintore Fanfani, da Wally Toscanini a Joséphine Baker, da Giovanni Spadolini a Silvio Rizzoli Berlusconi, da Henry Kissinger a Raymond Aron. pp. 288 Vi è la lunga galleria dei colleghi, alcuni ammirati € 21,00 e amati, altri infilzati con l’implicabile a fondo di un aggettivo: Eugenio Scalfari, Piero Ottone, Giorgio Bocca, Enzo Bettiza, Dino Buzzati, Alberto Ronchey Ma entrano in scena, dicono qualche parola, talvolta un breve monologo, e lasciano il palcoscenico. Sono caratteristi e comparse che ruotano intorno al sole del protagonista. Il loro scopo è quello di porgere la battuta a Montanelli o di sollecitare il suo talento di ritrattista. Sono i modelli di cui il pittore o lo scultore si serve per affinare lo sguardo e addestrare la mano. Molto spesso, dopo avere utilizzato il modello, Montanelli lo ignora, lo dimentica e guarda soltanto il suo quadro, vale a dire si contempla nello specchio della sua opera. Niente può interessarlo quanto la propria natura e il proprio carattere [...]. A noi rimane il piacere di avere tra le mani un nuova opera di Indro Montanelli, una delle sue migliori e la sola forse che sia uscita dalla sua penna anziché dalla sua macchina per scrivere. (Dalla prefazione di Sergio Romano) Mica facile la vita in collegio per Arto Procacci. Se a lui va stretta, calza benissimo invece a suo fratello Giosuè, destinato, così sembra, a una carriera ecclesiastica. Arto guarda le ragazze, accarezza sogni di ribellione e fa i conti con un padre riapparso dopo anni a recitare la parte del capofamiglia. Il Muro di Berlino è appena caduto, quando si apre una nuova prospettiva di vita. Arto sta scrivendo il suo grande romanzo, Farneticazioni di una nana, e vive con qualche sbadiglio la relazione con Roberta. Giosuè, visitato da una crisi spirituale, propone al fratello di andare a Lourdes insieme. Un picaresco viaggio che vede i due giovani inaspettatamente scambiarsi i ruoli. A bordo di un pullman rubato arrivano in Spagna e la percorrono, diretti verso sud. Arto, affamato di sesso, deve vigilare su Giosuè, che perde letteralmente la testa per una bella prostituta. La famiglia continua a non sapere nulla di loro. Anzi, Arto dovrebbe essere laureato e non lo è, Giosuè dovrebbe prestare servizio fra gli incurabili di Lourdes e invece frequenta religiosamente i bordelli spagnoli. Prima di arrivare al gran finale molti sono gli episodi che segnano di umorismo, comicità e brillantissimo senso del racconto l’avventura dei due fratelli Procacci. Marco Archetti è nato nel 1976. Ha vissuto a lungo a L’Avana. Dopo la pubblicazione di un racconto nell’antologia Gli intemperanti (Meridiano zero, 2003) ha esordito con la sua prima prova letteraria, Lola Motel (Meridiano Zero, 2004; Feltrinelli Super Ue, 2008). Nel 2005 è uscito Vent’anni che non dormo (Feltrinelli). Nell’estate dello stesso anno è stato invitato presso i festival letterari europei di Oslo, Berlino, Hay-Bay, nell’ambito del progetto Scritture Giovani. Nel 2006 è uscito Maggio splendeva. Suoi articoli sono apparsi su Vogue, D-Repubblica, Glamour, Gioia, Il Secolo XIX, Il Sole 24Ore. Marco Archetti Gli asini volano alto Feltrinelli pp. 224 € 16 Piero Bassetti Italici Il possibile incontro di una community gloable Giampiero Casagrande editore pp. 86; CHF 16.-€ 9.80 Chi sono gli italici? Ce lo spiega in questo libro intervista ( a cura di Paolino Accolla e Niccolò d’Acquino) Piero Bassetti, il “padre ideale” della dinamica community transnazionale che accomuna gli italiani oriundi, gli italofoni, gli italofili e tutti coloro che magari senza avere nemmeno una gocci a di sangue italiano, hanno però abbracciato valori, stili di vita e modelli di quella italian way of life diffusa nel mondo dall’espansione dell’economia italiana negli ultimi decenni. L’italicità è una rete di persone sparse in tutto il globo – rete che incomincia a riconoscersi e a comunicare. La riflessione che qui viene pro- Rivista – Maggio 2009 La posta darà una lettura degli eventi che caratterizzano l’attuale fase storica di questa “diaspora” cercando di spiegare i vantaggi che ricaverebbero gli italici dall’unirsi tra di loro stringendo le relazioni già esistenti. Piero Bassetti è nato a Milano nel 1928, si è laureato in Economia e Commercio all’Università Bocconi, ha perfezionato gli studi come borsista Fulbright alla Cornell University (USA); successivamente si è specializzato in Scienze Economiche alla London School of Economics. Consigliere e Assessore del Comune di Milano dal 1956 al 1970. Primo Presidente della Regione Lombardia dal 1970 al 1974, deputato al Parlamento dal 1976 al 1982; dal 1982 al 1997 è stato Presidente della Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Milano nonché Presidente dell’Unione delle Camere di Commercio Italiane (Unioncamere) dal 1983 al 1992. Dal 1993 al 1999 è stato Presidente dell’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’estero. E’ Presidente della Fondazione Giannino Bassetti il cui scopo è lo studio della “responsabilità nell’innovazione” e di Globus et Locus, Associazione di istituzioni il cui scopo è l’analisi dei rapporti tra il globale e il locale. È Autore di numerosi saggi e studi di politica ed economia. 57 I Gli scrigni delle curiosità5 musei del Pane, delle Calzature e del Cavallo giocattolo Continua Il percorso tra i musei specializzati della Lombardia. Curiosa la storia di un gioco sneza tempo, come la bambola. Non minore la curiosità di indagare, nell’ambito del Museo del Pane, sul succedersi delle fasi storiche attraverso le quali si è andato svolgendo ed evolvendo il processo di fabbricazione del prezioso alimento e, a monte, le fasi del trinomio grano-farina-pane. Stimolante anche l’interesse per gli strumenti del ciabattino nel Museo delle Calzature che ci immette nel passato storico della scarpa e che qui viene illustrato dal XV secolo ad oggi di LuCor Museo della Bambola e della Moda infantile La Rocca, la cui struttura difensiva risale ai tempi romani e longobardi, non conserva segni veri e propri di tale epoca, le sue mura datano infatti dei secoli XII e XIII. Dal 1988 la Rocca ospita un museo antico nel suo genere, primo in Italia e tra i più storici d’Europa, che raccoglie in tredici sale la storia di due secoli di un gioco senza tempo: la bambola. Costituito da un primo nucleo di bambole della collezione Borromea, si è ingrandito negli anni fino a raccogliere bambole di paesi extraeuropei e bambole in celluloide. Allestito con criterio storico-didattico, illustra la trasformazione dell’antico giocattolo dal 1700 ad oggi, raccogliendo anche accessori e vestine, mobili in miniatura e altro materiale iconografico. Dalla cartapesta alla porcellana, dal legno al vetro, sfilano davanti agli occhi dei visitatori di ogni età questi preziosi personaggi della vita di ognuno. Accanto al museo della Bambola c’è il museo dell’abbigliamento infantile, una collezione con pezzi per lo più del secolo scorso sempre di casa Borromeo. Museo del Pane Il Museo del Pane è nato nel 1983 per volontà della Fondazione Morando Bolognini, l’Ente proprietario del Castello e amministrato dall’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura. Importante è stato il contributo della Regione Lombardia, dell’Associazione Nazionale dei Panifi- 58 catori, del Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e di numerosi privati. Il Museo del Pane è allestito nel primo piano del Castello Visconteo Morando Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano e occupa cinque sale. Nella prima è esposta la materia prima per realizzare i diversi tipi di pane, i cereali, mentre la seconda è occupata per la maggior parte dalla collezione Mulini Bianco, che illustra le diverse fasi del ciclo grano - farina - pane. In questa sala desta particolare interesse il trebbiatoio Bolognini, realizzato nel 1854 dal conte Gian Giacomo Attendolo Bolognini. La terza sala espone numerose forme di pani, provenienti, oltre che dalle regioni italiane, da diversi paesi europei ed extraeuropei. Nella quarta ci sono tutte le attrezzature necessarie alla produzione del pane, dalle impastatrici agli attrezzi del fornaio, dai banchi di lavoro per impastare a mano alla ricostruzione dei forni antichi e del primo Novecento. Museo della Calzatura Il Museo della Calzatura e della Tecnica Calzaturiera a Vigevano, è la prima ed unica istituzione pubblica in Italia dedicata alla storia e all’evoluzione della scarpa come indumento e oggetto di design e Rivista – Maggio 2009 La moda. La nuova e definitiva collezione in Castello nelle ex scuderie ducali, insieme agli allestimenti appositamente studiati, consentono oggi al Museo di valorizzare al meglio la peculiarità ed unicità di tale collezione. Il museo è diviso in tre sezioni: la sezione delle curiosità che raccoglie gli strumenti del ciabattino, scarpe curiose e brevetti particolari, ed un cospicuo fondo di pubblicazioni inerenti la calzatura e la sua produzione. La sezione storica, con esempi di scarpe dal XV sec. ai giorni nostri, comprese quella appartenute a personaggi famosi come la pianella appartenuta a Beatrice d’Este (1490 ca) e le scarpe militari; la sezione etnografica che riunisce calzature in uso presso i popoli della terra, dai sandali africani, ai mocassini indiani ed eschimesi, dalle babbucce arabe alle pantofole cinesi, dalle guetas giapponesi alle opanke balcaniche… Museo del Cavallo Giocattolo Nel 2000 la Chicco, marchio legato ai prodotti per l’infanzia, ha inaugurato a Grandate, in una ex scuderia dove era stato allevato il purosangue Tornese, il mitico campione delle gare di trotto degli anni Sessanta, il Museo del Cavallo Giocattolo. È un museo pensato per i bambini da chi di bambini si occupa. Il percorso si snoda attraverso una vasta collezione di cavallini provenienti da tutto il mondo, dai più semplici fatti con un manico di legno e una testa di pezza, al lussuoso ed esclusivo cavallo a dondolo con finimenti d’argento, realizzato in pochi pezzi numerati da una ditta inglese in occasione del Giubileo del 2000. Tra questi due esempi passa la storia di più di due secoli di cavallini che hanno accompagnato i giochi di bambini non solo italiani: numerosi esemplari vengono dall’Europa e dal resto del mondo e schede informative distribuite lungo il percorso della visita aiutano a collocare questi oggetti nel loro corretto contesto culturale e cronologico. Come tutti i giocattoli che si rispettino, anche i cavalli esposti hanno un nome proprio: Jacqueline, una cavallina dagli occhi languidi, è quella che sembra riscuotere il maggior successo tra i giovani visitatori. Lo spazio del museo consente anche di ospitare spettacoli per bambini sul tema del gioco. All’esterno troneggia l’enorme cavallo a dondolo creato per il paese dei balocchi nel film Pinocchio Rivista – Maggio 2009 La di Roberto Benigni. Dal 28 novembre 2004, la raccolta del museo si è arricchita con la Collezione Lehmann che propone giocattoli in latta serigrafata (biciclette, macchine, aerei, dirigibili). Ernst Paul Lehmann dal 1881 fabbrica a Brandeburgo giocattoli in latta serigrafata, per la gioia dei bambini di ieri e oggi, sono i più ricercati dai collezionisti. Lehmann trasforma in giocattoli quello che vede nella realtà, le prime macchine, il dirigibile, l’aereo con le ali in stoffa. Il museo presenta 41 pezzi tra i più significativi nella sala “per continuare a viaggiare”. La sala, trasformata in un piccolo cinema, presenta con un filmato di 30 minuti questi giochi in movimento, apprezzabili per la loro vivacità e perfezione. Il Victoria Albergo Romano di primissima classe • costruito nel 1899 • Ristrutturato rispettando stile e opere d’arte • Situazione calma nel centro storico, di fronte al Parco di Villa Borghese a due passi dalle vie più famose per lo «shopping» • Rinomato per il suo ristorante italiano classico, il BELISARIO • Il VIC’S-BAR come punto d’incontro • Roof-garden romantico per cocktails e cene estive • Sale conferenze funzionali • Garage 24 ore • Servizio tempestivo, cortese e multilingue • R.H. Wirth - H. Hunold Amministratori delegati Via Campania 41 | oo187 Roma Tel. oo39 o6 42 37 o1 Fax oo39 o6 48 71 89o E-mail: [email protected] Internet: www.hotelvictoriaroma.com 59 A Assemblea generale ordinaria del Festival internazionale del film di Locarno nnunciata la creazione del Premio Cinema Ticino Chiusa in pareggio l’ultima edizione per gli anni a venire si rende inevitabile un adeguamento della somma privata e pubblica Il Festival internazionale del film di Locarno ha tenuto la sua Assemblea generale ordinaria lunedì 20 aprile 2009 nella sala del Consiglio Comunale di Locarno, alla presenza del Consiglio Direttivo e del Consiglio di Amministrazione. “Malgrado la crisi economica – ha dichiarato il Presidente Marco Solari nella sua introduzione – gli sponsor pubblici e privati restano fedeli al Festival e sembrano volere premiare così la qualità artistica, la serietà organizzativa e il rigore finanziario della nostra manifestazione. Ma per riuscire a rimanere nella stretta cerchia dei festival cinematografici più importanti al mondo, sarà inevitabile dal 2011 un adeguamento della somma privata e pubblica”. Dal canto suo il Sindaco di Locarno, Carla Speziali, ha ribadito che “il Festival è una manifestazione centrale non solo per la Città di Locarno, ma per tutto il Locarnese. Necessitiamo di tutta la sensibilità di Governo e Gran Consiglio per assicurare il suo futuro e per mantenere il suo rango internazionale”. Il Direttore operativo Marco Cacciamognaga ha poi presentato l’esercizio 2008. Grazie ad una rigorosa gestione da parte dell’Amministrazione del Festival, i conti della 61a edizione chiudono in parità. Va segnalato che per ottenere questo risultato, si è dovuto attingere alla riserva in misura comunque minore di quanto preventivato. Per quanto riguarda il 2009, il primo preventivo presentato durante l’Assemblea ammonta a circa 10,8 milioni di franchi. Marco Cacciamognaga ha anche sottolineato l’importante ruolo svolto dall’Associazione “Leopard Club”, comitato di sostegno fondato nel 2008 e capeggiato da 60 Rolando Benedick, Presidente di Valora AG/Manor Sud – che raccoglie i contributi di sostegno al Festival di ditte e di privati. Durante l’assemblea è stata anche annunciata la creazione del Premio Cinema Ticino, che verrà assegnato dal Cantone Ticino in occasione della prossima edizione del Festival. Questo nuovo riconoscimento a scadenza biennale vuole mettere in risalto una figura professionale ticinese o domiciliata nel Cantone da almeno 5 anni che si sia particolarmente distinta nell’ambito cinematografico. Il premio sarà conferito dal Consiglio di Stato ticinese, mentre il coordinamento, la gestione e l’organizzazione dell’evento sono affidati al Festival di Locarno. È stata peraltro riconfermata l’iniziativa “Open Space: Cinema in Piazza Grande”, che si svolgerà quest’anno nell’arco di due serate (31 luglio e 2 agosto), promosso dall’Ente iniziative per il Locarnese, in collaborazione con la Città di Locarno e con la supervisione artistica e logistica del Festival del film di Locarno. Il Direttore artistico Frédéric Maire si è quindi concentrato sul programma 2009. Come annunciato recentemente, l’attore e regista italiano Toni Servillo riceverà a Locarno un Excellence Award. “La 62a edizione avrà una forte impronta asiatica”, ha indicato poi Frédéric Maire, ricordando due importanti eventi in preparazione. La retrospettiva Manga Impact, dedicata al mondo dell’animazione giapponese, sigla la prima collaborazione del Festival con il Museo Nazionale del Cinema di Torino – che riproporrà il progetto nei propri spazi dal 16 settembre 2009 al 10 gennaio 2010. E si resterà in Asia con il laboratorio di co-produzione Open Doors, che si soffermerà quest’anno su Cina continentale, Hong Kong e Isola di Taiwan. Questo programma è organizzato con il sostegno della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento federale degli affari esteri. Rivista – Maggio 2009 La di Jean de la Mulière Duplicity di Tony Gilroy Il funzionario della CIA Claire Stenwick e l’agente dei servizi segreti britannici Ray Koval hanno da poco abbandonato il mondo delle spie governative, per speculare sulla guerra fredda in corso tra due colossi dell’industria farmaceutica: la Burkett & Randle e la Omnikrom. Ora il loro piano è impossessarsi della formula di un prodotto (una cura contro la calvizie) che farà la fortuna di una delle due società, per cui ognuno di loro si è messo al servizio: Claire come vicedirettrice del reparto di controspionaggio della Burkett & Randle e Ray come funzionario di contatto di Claire presso la Omnikrom. I loro rispettivi capi, Howard Tully e Dick Garsik sono pronti a tutto, mentre Claire e Ray devono gelosamente custodire un prezioso segreto: la loro storia d’amore. Beffatori e beffati, doppiogiochisti e amanti clandestini piombati, quasi per caso, nel mondo dello spionaggio industriale. Clive Owen e Julia Roberts diventano due anonimi e poco convincenti Mr. e Mrs. Smith nel ‘doppio gioco’ di Tony Gilroy, che firma la sua seconda regia Duplicity, confezionan- Easy virtue di Stephan Elliott Durante un viaggio in Francia, John Whittaker, rampollo di una facoltosa famiglia inglese, si innamora perdutamente di Larita, una ragazza americana divorziata, sexy ed affascinante. I due si sposano in fretta e furia e si trasferiscono in Inghilterra, dove vivono i genitori del ragazzo. Tuttavia, sin dal primo incontro con la madre di John, la neo-sposa avverte sentimenti ostili nei suoi confronti, e mentre Larita cerca di fare del suo meglio per tentare di adattarsi, la signora Whittaker mette in atto una serie di tranelli per mettere in cattiva luce la nuora. Fino a quando, John e Larita si rendono conto che a causa dei giochetti della signora Whittaker il loro amore rischia di svanire. Partendo dalla stessa pièce teatrale di Noel Coward che ispirò il film omonimo di Hitchcock, Stephan Elliott riesce a raccontare una storia che in mani di altri registi poteva essere banalissima e risaputa in modo originale, elegante e scorretto. A Elliott interessa sicura- X-Men Origins: Wolverine di Gavin Hood Dopo la morte violenta di suo padre, James Howlett, alias Logan, fugge col fratellastro Victor Creed. I due ragazzi, entrambi mutanti, giurano di non separasi mai e di proteggersi l’un l’altro. James e Victor passano insieme indenni, combattendo fianco a fianco, la Guerra di Secessione, la prima e la seconda Guerra Mondiale ed il Vietnam, finché, mostrati i propri poteri di fronte ad una squadra di cecchini, non vengono catturati e chiusi in isolamento. Ad offrire loro una via d’uscita sarà il colonnello William Stryker che propone loro di entrare a far parte di una squadra speciale formata da mutanti come loro e dedita ad operazioni segrete. Se Victor trova nella squadra terreno per la sua crescente sete di sangue, James all’ennesima operazione violenta, lascia il team e si ritira sulle montagne canadesi. Qui come taglialegna si ricostruisce pian piano una vita e Rivista – Maggio 2009 La Sequenze do uno spy-movie poco più che accettabile, ben lontano dalle atmosfere da legal thriller del suo battesimo cinematografico, il candidato all’Oscar Michael Clayton. L’azione viene sacrificata alle continue schermaglie amorose dei protagonisti, Ray e Claire, personaggi poco caratterizzati che pagano il prezzo del voler mettere troppa carne al fuoco: il loro rincorrersi per mezzo mondo da Londra, a Miami, passando per Dubai e Roma, i dialoghi stancamente ripetitivi, i continui flashback che catapultano sullo spettatore un’eccessiva mole di informazioni, rompono bruscamente il ritmo del film. Il rischio è quello di innescare un meccanismo per cui la narrazione non progredisce in un’asfissiante altalena di salti temporali, nell’attesa di una svolta, un culmine che stenta a sopraggiungere, sgonfiandosi anzi man mano che ci si avvicina alla fine. mente la battaglia storica e culturale tra i due mondi, quello tra l’area conservatrice di un’Inghilterra fatta di campagne e battute di caccia e l’America dell’età del jazz, della voglia sfrenata di sigarette, alcool e sesso, ma anche il modo migliore per raccontare la crisi della famiglia tradizionale, messa alla berlina dal ciclone sensuale e portentoso impersonificato nel personaggio di Jessica Biel, autentica sorpresa. Prendendo a modello la classica commedia inglese, il regista scrive il suo film con i tempi dosati come un orologio svizzero, una macchina da spettacolo perfetta che non dimentica la lezione dei maestri. E gioca con lo spettatore, tra battute cattive e argute e momenti che non scadono mai nella volgarità, neanche nell’esilarante sequenza del can can senza biancheria intima. trova l’amore con Kayla, ma i suoi sonni non sono tranquilli. Un brutale assassino sta infatti uccidendo tutti i membri del team che hanno abbandonato la squadra. Precedendo gli eventi di X-Men, X-Men Origins: Wolverine - scritto da David Benioff (The Kite Runner, Troy) - racconta l’epico passato violento e romantico di Wolverine, la sua complessa relazione con Victor Creed e il programma Arma X. Durante il percorso, Wolverine incontra molti mutanti, sia familiari che nuovi, incluse apparizioni sorprendenti di numerose leggende dell’universo X-Men. Diretto da Gavin Hood (Tsotsi, Rendition), il film ha avuto una lunghissima gestazione, compresa la riscrittura della sceneggiatura e lunghe riprese in Nuova Zelanda. Prodotto dallo stesso Hugh Jackman, è stato fortemente voluto dall’attore. 61 Brindisi Olbia Puglia Sardegna Lamezia Terme Calabria Sole d’Italia Dal 5 aprile Helvetic Airways vola verso le più belle località d’Italia. Prenotate con facilità su www.helvetic.com e godetevi l’ampio comfort delle nostre poltrone. lun mar mer gio ven sab dom Zurigo - Brindisi - Zurigo Zurigo - Olbia - Zurigo Zurigo - Lamezia Terme - Zurigo* *valido dal 3.7. al 28.8. / Sono possibili variazioni Con Helvetic Airways avrete modo di godervi il Vostro volo nonstop in un ambiente personale. Vi porteremo da Zurigo alle Vostre destinazioni in Italia, Spagna, Croazia e Macedonia senza alcuno scalo. Prenotate su www.helvetic.com o al +41 (0)44 270 85 00. italiennews_2009_03_31_it.indd 1 15.04.2009 14:07:25 di Marco Diorio Renato Zero torna a donarsi al suo pubblico in maniera perfetta come sempre. Il nuovo album Presente è un capolavoro, 17 canzoni inedite una più matura dell’altra. Un lavoro nato con tutta calma e senza l’assillo di pressioni esterne... e si sente! Non per nulla esce a tre anni di distanza dal precedente disco Il dono ed è come se questo nuovo viaggio discografico lasciasse un messaggio: mai rinunciare Diapason alla propria anima nemmeno per realizzare il sogno più grande. L’idea c’è, ed è lodevole. Autogestirsi discograficamente non è una novità per la maggior parte dei giovani emergenti, ma per un artista affermato è senz’altro un passo coraggioso e nuovo. Questo garantisce un posto nella storia a Presente: un bellissimo album, che scivola via con canzoni ottime, arrangiamenti perfetti e voce bellissima. Renato Zero Presente (Tattica) Egocentrica fa rima con brava. Perdonateci l’ardita licenza poetica, ma dopo aver ascoltato il disco d’esordio di Simona Molinari, giovane promessa rivelatasi nell’ultima edizione del Festival di Sanremo, ne siamo più che mai convinti. E se qualcuno avesse ravvisato un paragone con gli inizi di un’altra “brava” e a volte forse un po’ “lunatica” cantante, il cui nome inizia con la emme, avrebbe visto giu- sto. Simona Molinari nasce nel sottobosco dei movimenti jazz e classica italiani. Il primo disco della giovane aquilana è a metà strada tra un debutto e un quaderno di appunti. I pezzi da lei scritti e arrangiati, con la direzione artistica di Carlo Avarello, rappresentano una metà dell’offerta musicale, mentre l’altra parte del disco rilegge episodi di tradizione italiana e internazionale in chiave jazz e soul. Simona Molinari Egocentrica (Warner) Prince, l’uomo dei primati, è tornato. Un visionario e un genio del marketing, sempre e comunque. La musica? Si intitola Lotus Flower è un lavoro più vario, registrato nell’arco di due anni e alcune tracce sono di rock pesante. Lotus Flower è un bel disco “suonato”, il principe scatenato alla sei corde (ci sa fare, niente da dire), il sax di Maceo Parker come guest star, una sezione ritmica agile e pulsante. Un album colorato e spaziale a partire dalla copertina, che respira aromi forti di Hendrix e Funkadelic, War e Sly & the Family Stone. Inizia con una fusion strumentale allo stato liquido e gassoso, un piano elettrico alla Herbie Hancock, chitarre alla Santana e John McLaughlin quando inseguivano la cometa di John Coltrane. Un album collaudato nel minimo dettaglio, una festa di chitarre e revival very funky Prince Lotus Flower (Prince) L’ album di Malika Ayane è un progetto di Caterina Caselli Sugar e vanta collaborazioni importanti: il produttore e arrangiatore Ferdinando Arnò (autore e compositore di tutte le musiche e di quasi tutti i testi delle canzoni). Malika è in primis Voce. Un canto che avvolge, colora, che basta e non avanza. La signorina è in grado di calibrare gli ingredienti esaltando la sapidità degli arrangiamenti. Un usignolo, incantevole voce delle note più intense, in grado di conferire odori e profumi che inebriano. Piccole cose che fanno la differenza. Un disco quindi di rivelazione questo Egocentrica. Un disco molto elegante che diventa base di una carriera intelligente che speriamo resti sopra agli standard. Un bel modo di fare musica, una voce grandiosa messasi in evidenza con leggerezza e naturalezza. Malika Ayane Sanremo 2009 Edition (Sugar) Martial Solal è un musicista al quale – speriamo il più tardi possibile - sarà dedicata una statua o un premio alla memoria, ma che per il momento preferiamo continuare ad ascoltare in dischi insuperabili dove, alla ragguardevole età di 81 anni, mostra una voglia infinita di giocare e mettersi in discussione. Favorita dalla dimensione live, la musica proposta al Village Vanguard si snoda all’insegna dell’im- prevedibilità armonica, con in più il furore sacro della vis improvvisativa. Solal è il tipico musicista per musicisti, ancora troppo poco celebrato fuori dai confini francesi: pochi effetti speciali e molta sostanza sono le caratteristiche della sua proposta musicale. Personale e pregnante, sorta di contemporaneo emulo di Art Tatum, Solal si supera in questo stupendo disco. Martial Solal Live at the Village Vanguard (Cam Jazz) Rivista – Maggio 2009 La 63 I È partito il nuovo tour di Vinicio Capossela nseguito dal successo “Siamo rimasti solo voce. Non abbiamo più peso, né corpo, né vita, siamo soltanto voce... sul bordo della nostra gioventù, sull’orlo di come sarebbe dovuta andare... La voce, eco della visione”. Queste sono parole di Vinicio Capossela, cantautore e polistrumentista italiano. In prossimità dei suoi quarantacinqe anni (li compirà a dicembre) è giunto alla pubblicazione del suo decimo album Da solo, nel quale predilige l’intimità e gli strumenti inconsistenti, i freak show, i personaggi magici e gli ampi spazi d’America. L’album da di Luca Scigliano Foto: chico de luigi 64 il titolo anche al tour, il Da solo show che, dopo l’Arena Live di Mendrisio, il 12 Maggio farà tappa al Kaufleuten di Zurigo. Cosa aspettarci da questo spettacolo solo Vinicio e la sua fantasia lo sanno. Resta il fatto che sinora non ha mai deluso nessuno. Naturalmente nel concerto live l’immaginario sarà quello del disco, e non potrebbe essere altrimenti. La sensazione generale sarà avere di fronte un set di strumenti e un gruppo di musicisti da epoca della costruzione della ferrovia e conoscendolo, le sorprese non mancheranno di sicuro Nell’ormai lontano 1990, viene notata la sua capacità di musicista e, soprattutto la passione e l’amore nella musica, da Francesco Guccini, uno dei massimi esponenti contemporanei della musica d’autore italiana. Esordisce così con l’album All’una e trentacinque circa con il quale vince la Targa Tenco per il miglior album d’esordio. Un anno più tardi pubblicherà “Modì”, album che prende il nome dalla canzone omonima dedicata al pittore Amedeo Modigliani. Nell’autunno del 1994 esce “Camera a Sud” il suo terzo album. L’anno della svolta è però il 1996 quando Vinicio esce con l’album Il ballo di San Vito, definito dallo stesso artista “non un disco, ma una vicenda”. Tuttavia quest’album come del resto quelli precedenti, rivelano una palese contaminazione letteraria e l’evidente influenza del cantautore americano Tom Waits tanto da essere definito dai media come “il Tom Waits italiano”, influenza che continuerà a contrassegnare fortemente l’artista sia in studio che dal vivo. Non a caso l’album è stato realizzato in collaborazione con gli ex-Lounge Lizards Evan Lurie e Marc Ribot, già chitarrista di Tom Waits, che continuerà a collaborare con lui anche in futuro. A gennaio del 1997 debutta il tour teatrale de Il ballo di San Vito, e il 22 ottobre dello stesso anno, al Naima Club viene registrata una speciale serata che vede sul palco, assieme alla band di Capossela, la fanfara di ottoni macedone della Kocani Orkestar di Neat Veliov. Da questa serata viene ricavato il corpo principale del quinto disco di Vinicio Capossela, “Liveinvolvo”, che esce l’anno successivo e che contiene l’indedito Scatafascio. Nell’estate del 2000, si esibisce al Festival di Villa Arconati in un concerto speciale insieme al cantante jazz Jimmy Scott e a ottobre dello stesso anno pubblica Canzoni a manovella, il suo sesto album, al quale segue il Tour teatrale, che gli vale un’altra Targa Tenco quale migliore album dell’anno. A gennaio del 2003 appare la sua prima raccolta, L’indispensabile che contiene una cover di Si è spento il sole di Adriano Celentano e nel marzo del 2004 esce per Feltrinelli Non si muore tutte le mattine, il suo primo e per ora unico romanzo al quale viene conferito il Premio Frignano 2004 quale opera prima. Il 20 gennaio del 2006 esce Ovunque Proteggi che debutta al primo posto in classifica e si aggiudica diversi referendum della critica specializzata come miglior album dell’anno. Porta all’estero il MINOTOUR 2007, con cui si esibisce in Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti (al Joe’s Pub di New York), e poi Canada, Portogallo, Austria, Repubblica Ceca, Spagna e per la prima volta in Grecia. Il 24 novembre esce il live Nel niente sotto il sole – GRAND TOUR 2006, documento video e audio del tour estivo di Ovunque Proteggi. Dopo la pubblicazione del suo decimo album Rivista – Maggio 2009 La “Da Solo”, nel novembre del 2008 riceve il premio Piero Ciampi e nell’aprile 2009 ha vinto la settima edizione del Premio Amnesty Italia che premia ogni anno le canzoni italiane segnalate per aver trattato il tema dei diritti umani. La presenza di Vinicio Capossela è da riscontrare nei posti più diversi: dal palco dell’Umbria Jazz alle esibizioni all’Auditorium del Parco della Musica di Roma, dalle partecipazioni live radiofoniche ai Jazz Club newyorkesi, dallo stadio comunale ai concerti in piazza, l’ultimo dei quali nell’agosto del 2008 ad Andretta (paese natìo della madre) per protestare contro la decisione del Governo Berlusconi di creare una discarica sull’Altopiano del Formicolo, durante la crisi dei rifiuti in Campania. Oltre alle canzoni del suo repertorio Vinicio si è divertito a cantare stornelli e canti popolari della zona in compagnia della banda della posta di Calitri. Vinicio Capossela viene più volte chiamato in causa da Paolo Rossi per il quale scrive per lo spettacolo Milanin Milanon due canzoni: Pioggia di novembre e Il silenzio della Innocenti; scrive le musiche dello spettacolo teatrale Il Circo per la compagnia Les Italiens e la canzone Skata skata Scatafascio è sigla di coda dell’omonimo programma televisivo. Le sue canzoni sono anche presenti in alcune colonne sonore di film italiani. Inoltre la Bur ha affidato non a caso a Vinicio Capossela di scrivere l’introduzione per le Rime di Mi- chelangelo Buonarroti. Ma Vinicio non è un uomo che insegue il successo, piuttosto è il successo che lo insegue e lui in un certo senso non vuole farsi acchiappare. Sembra voler rimanere nell’anonimato, dietro le quinte, uscendo di tanto in tanto con dei dischi e delle canzoni che esprimono quello che la sua anima vuole raccontare. Parla di amore e di delusioni, di tradizioni e del silenzio, di piccole vicende e di bandiere che sventolano. Una matassa di strumenti che suonati insieme alla sua voce formano un cocktail di emozioni, di suoni, il suo suono. Parole dettate dagli occhi, dalle esperienze vissute, raccontate alla gente che come lui insegue l’immortalità dando all’oggi quello che dell’oggi è. In 4 fortunati al concerto di Zurigo di Vinicio Capossela I primi 4 lettori che della Rivista che scriveranno una mail ([email protected]) nella quale indicheranno il titolo dell’ultimo album di Vinicio Caposella avranno libero accesso al concerto che Vinicio Caposella terrà al Kaufleuten di Zurigo il prossimo 12 maggio Per tutti gli altri: informazioni su www.allblues.e biglietti su www.ticketcorner.com L'Hotel Hassler Roma, in cima alla Scalinata di Piazza di Spagna, è uno dei più prestiogiosi hotel nel mondo. Il Presidente e Direttore Generale, Roberto E. Wirth, quinta generazione di una famiglia di albergatori svizzeri, usa un rigore assoluto nel prendersi cura degli ospiti e gestire il ristorante Imàgo, che offre una vista spettacolare dove ammirare le mille luci della Città eterna. Ristorante Panoramico all’Hassler Dinner Rivista – Maggio 2009 La www.hotelhasslerroma.com www.imagorestaurant.com 65 S icilia: Isola del vino Grande successo negli incontri di Zurigo e Ginevra Folta partecipazione, grande interesse e altrettanta soddisfazione per gli incontri che, il 27 e il 29 aprile scorsi, rispettivamente al The Dolder Grand di Zurigo e al Four Seasons di Ginevra, hanno visto protagoniste alcune fra le eccellenze vinicole della Sicilia. Organizzata dalla Regione Siciliana e l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE) in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS), la manifestazione ha attirato centinaia fra importatori e operatori del settore. I giornalisti, dal canto loro, hanno potuto beneficiare di un pre-incontro durante il quale sono stati introdotti dal professor Attilio Scienza, ordinario di “Viticoltura” presso l’Università degli Studi di Milano, nell’affascinante modo dei vini isolani. Puntuale e dettagliato l’intervento del professore, oltre alla descrizione delle particolarità vitivinicole - sfatando alcune credenze (dimostrando per esempio che il Sangiovese è un vitigno di chiara origine meridionale, che nel Frappato ha un parente molto prossimo) ed illustrando le caratteristiche orografiche e pedoclimatiche della regione - ha fornito gli spunti utili ad intuire quale sia la strada che ha ormai intrapreso la produzione vinicola siciliana, che da enologia varietale, con particolare riguardo ai vitigni autoctoni, tende a trasformarsi in enologia di terroir. Non è un caso, infatti, se dell’ormai mitico Nero D’Avola sono stati identificati diversi biotipi, ciascuno in grado di garantire un vino con caratteristiche organolettiche ben differenziate. D’altro canto, questo è il risultato di una scelta che ha segnato la rinascita e il rilancio della produzione enologica siciliana, che, affrancatasi da una tradizione che l’associava pressoché esclusivamente ai vini da taglio (uniche eccezioni il Marsala e il passito di Pantelleria), ha imboccato con decisione la strada della qualità e del rispetto del consumatore. Un vero e proprio ribaltamento culturale che, come ha sottolineato l’ambasciatore d’Italia in Berna, Giuseppe Deodato, in Sicilia è sintomo di positive novità nel campo economico e della cultura d’impresa e il risultato che premia il coraggio di molti imprenditori. 2 1 66 1. Il segretario generale della CCIS Andrea G Lotti che, sotto le falde dell’Etna, porta il saluto agli intervenuti. 2. L’Ambasciatore d’Italia in Berna Giuseppe Deodato - con, alla sua destra, Giosuè Maniaci della Regione Sicilia e Giuseppe Manenti dell’Ice di Roma e, alla sua sinistra Luca Attanasio, Responsabile dell’Ufficio Economico e Commerciale, Ambasciata d’Italia in Svizzera e Mario Fridegotto, Console Generale d’Italia in Zurigo – mentre s’intrattiene ad un tavolo di un produttore. Rivista – Maggio 2009 La 3 4 Nelle foto; 3. Il professor Scienza, al centro con i baffi, in amabile colloquio con gli importatori di Donnafugata e dell’Azienda Agricola Cos. 5 4. 5. 6. Il folto pubblico di importatori che in alcuni casi ha ‘assalito’ (foto 6) i tavoli dei produttori. 6 Rivista – Maggio 2009 La 67 R istoratori italiani in Svizzera I risultati di una ricerca La ricerca, realizzata dall’Ufficio Studi della Fondazione ECAP in collaborazione con la Fondazione FOPRAS, nell’ambito di un progetto finanziato dal Ministero italiano del Lavoro (finalizzato alla formazione della comunità di pratica professionale Sole&Pepe), si è basata su un capillare lavoro di animazione, che ha coinvolto una quindicina di pubblici esercizi e operatori della gastronomia membri fondatori della Comunità, e nel complesso oltre una cinquantina di ristoratori attivi prevalentemente nei Cantoni di Basilea e Argovia. I dati raccolti ed elaborati forniscono una foto di gruppo interessante e inedita, di un settore economico importante e in evoluzione, che il progetto intende sensibilizzare all’innovazione, al fare rete e al ripensamento delle strategie imprenditoriali in una fase turbolenta per tutto il comparto di Furio Bednarz Il nucleo delle aziende intervistate rappresenta una potenziale comunità che aggrega un numero significativo di operatori. Alcune cifre: 17,8 milioni di franchi di fatturato, 199 dipendenti (oltre ai titolari e familiari), di cui 55 in cucina, 5.199 coperti (di cui 3.196 in sale interne); in media 10 anni di esperienza alle spalle. Il nucleo originario ha esperienze più recenti (media 7 anni e mezzo di attività alle spalle, e rappresenta un fatturato di ca. 6 milioni di franchi (425mila medi), 1500 coperti, una settantina di posti di lavoro (4,5 addetti medi per locale). I numeri di Sole&Pepe danno conto di una realtà dimensionale molto prossima alla media del settore in Svizzera, sia considerando il giro medio d’affari, che la produttività, rappresentata da un fatturato medio per dipendente di 120/130mila franchi annui circa. Dalla ricerca esce un’immagine positiva della ristorazione italiana, un settore capace di attrarre una clientele eterogenea e interesse crescente da parte della popolazione locale. In Svizzera ca. il 21% degli esercizi di ristorazione e caffetterie / bar somministrano specialità italiane; il settore, dopo una forte flessione all’inizio Clientela dei ristoranti italiani in Svizzera Clientela differenziata 16% Italiani o in prevalenza italiani 7% Italiani e locali in misura equilibrata 13% Locali (Svizzeri) 64% 68 degli anni 2000, è in costante ripresa dal 2003. Un trend che appare confermato dal buono stato di salute delle stesse imprese appartenenti alla comunità Sole&Pepe. In generale rimangono importanti le ragioni affettive e identitarie nel motivare gli imprenditori a portare avanti il loro lavoro, garantendo la conservazione di un marchio italiano nel proporsi come ristoratori: vi è l’orgoglio di appartenenza, la volontà di conservare la tradizione, di valorizzare la cucina italiana. Ma inizia a manifestarsi anche un approccio in esplicita chiave di business (capacità di penetrazione del prodotto nel mercato). Fare ristorazione italiana significa riscoprire la qualità e originalità della cucina, e almeno in parte ricercare i prodotti regionali tipici. Ma vi è chi pensa sia importante ribadire la propria italianità anche a livello di immagine e di competenze del personale, piuttosto che puntare unicamente sull’autenticità di ricette e prodotti. In ogni caso, nonostante le innegabili difficoltà che si manifestano soprattutto a livello di reperimento di personale qualificato e nel passaggio generazionale delle imprese, la scelta del fare ristorazione italiana paga ancora; le imprese stanno sul mercato, soprattutto conquistando il favore della clientela locale (due terzi dei ristoranti si rivolgono prevalentemente a clienti svizzeri). Gli indicatori dimensionali, occupazionali e economici evidenziano come il business cresca con l’esperienza; significativo l’incremento del numero medio di addetti, ma giustificato da un incremento che si realizza negli anni nel numero dei coperti disponibili, del fatturato, dei margini di guadagno ridistribuiti tra lavoro e profitto. In media l’oc- Rivista – Maggio 2009 La Indicatori dimensionali e economici, a seconda degli anni di attività cupazione dei tavoli supera il 70%, anche grazie ad una collocazione della maggior parte degli esercizi in una fascia popolare di prezzi. Il buon rapporto prezzo – qualità sembra dunque premiare i ristoratori italiani, che si sono ormai emancipati dalla nicchia di mercato un tempo rappresentata dai connazionali residenti in Svizzera. A fronte di un’identità italiana rivendicata come fattore distintivo e competitivo, che si intende preservare, gli operatori intervistati evidenziano comunque anche le loro difficoltà nel mantenere il marchio distintivo. Vi è una forte rarefazione dei contatti diretti con l’Italia. Meno del 30% intrattengono contatti non occasionali; oltre il 90% utilizzano importatori ufficiali svizzeri anche per approvvigionarsi in Italia. I ristoratori al gusto, acquisizione di conoscenze formali e di un sono alle ricerca di forme nuove di “fare rete”; sono metodo per aggiornarsi. in generale convinti dell’utilità del costruire relazioni con i colleghi connazionali. Il 56% intrattiene Fare rete, riannodare i contatti con l’Italia contatti stabili con i colleghi italiani in Svizzera, il Aver gettato i semi da cui può nascere e consolidarsi 90% sono interessati a estenderli (convinti che la una comunità di pratica, attraverso la negoziazione e collaborazione serva). Il fare rete sembra anche la la condivisione dal basso degli obiettivi, ha permesso risposta ad una certa concorrenza sleale, che avanza di capire la difficoltà del percorso, ma anche gli spazi nel settore a causa dell’acquisizione dei locali italiani reali esistenti. C’è una domanda di rappresentanza da parte di proprietari di altri gruppi nazionali. inevasa (emerge una realtà imprenditoriale che non aderisce alle organizzazioni ufficiali di valorizzazioUn mondo in evoluzione. ne della presenza italiana sui mercati, che si rivolge In Svizzera la ristorazione italiana è in conclusio- piuttosto alle reti locali di importazione, che intrecne una realtà ancora radicata. Esiste una domanda cia relazioni informali di prossimità, ma che soffre di mercato cui risponde un’offerta molto articolata anche di radicate forme di diffidenza che bloccano e relativamente poco protetta come marchio. I ri- sul nascere molte esperienze associative tra operatostoranti nati dalla comunità italiana, e condotti da ri). La soluzione potrebbe venire da un processo di connazionali, rappresentano un potenziale impren- aggregazione lento, progressivo, a “guida debole”, in ditoriale significativo, nato dal basso, dal fiuto im- grado di annodare le relazioni tra operatori in una prenditoriale e dall’esperienza, che stenta peraltro a logica di filiera, piuttosto che sulla base dell’analogia riprodursi e a connotarsi in modo innovativo (“le cose di offerta (ristoratori assieme a importatori, produttutto sommato vanno bene cosi…”), mentre si affaccia- tori, service providers, etc.). Questo processo va accomno al mercato operatori locali interessati a proporre pagnato, nel senso vero del termine, e non guidato / reinventare cucina mediterranea partendo da sa- in modo direttivo, selettivo, escludente. La nascente peri derivanti da ricerca e formazione, e non dalla comunità di pratica soffre di un distacco piuttosto biografia. L’indagine di terreno evidenzia l’emergere evidente dalle sue origini. Non è un male se si pendi due atteggiamenti nei confronti dell’innovazione, sa alla capacità di questi operatori di radicarsi nel uno che punta a lavorare essenzialmente sull’imma- nuovo contesto di vita, di raggiungere una clientela gine, andando molto incontro ai gusti della clientela differenziata e dotata di buon potere di acquisto. Ma locale (ibridazione progressiva delle offerte), uno è un limite sul piano del fare rete, del connotare in che punta piuttosto sulla conservazione dei valori modo non banale la propria offerta, nel riscoprire i culinari, e in parte sui prodotti. In realtà – se guar- saperi alla radice e i sapori dei prodotti nella loro nudiamo a ciò che avviene oggi in Italia – dovremmo dità originale, per poi innestare la propria offerta su pensare che l’innovazione, fatta salva la segmenta- modelli di consumo e fruizione adeguati alle sensibizione dei mercati, è destinata a passare attraverso la lità locali. Serve quindi un lavoro di retizzazione che reinterpretazione delle tradizioni, la cura dell’imma- riannodi le filiere della ristorazione italiana all’estero gine (come modo di adattarsi al gusto della cliente- ai processi innovativi che nell’ambito stanno avvela), e una maggiore attenzione nei confronti del pro- nendo in Italia. dotto nella sua riconoscibilità e trasparenza; si tratta di un’innovazione che richiede cultura, educazione Per maggiori informazioni sul progetto: www.solepepe.ch 180 160 Oltre 10 anni di attività Da 5 a 10 anni di attività Meno di dieci anni di attività 140 120 100 80 60 40 20 0 Totale addetti del locale Rivista – Maggio 2009 La Fatturato stimato Numero dei coperti Costo medio di un pasto Fatturato * dipendente 69 DALLA PUGLIA CON GUSTO Lunga tradizione in tavola L a F. Divella S.p.A. è produttrice di pasta di semola di grano duro da più di 100 anni. Oggi, nei moderni stabilimenti di Rutigliano e Noicattaro, la Divella produce ogni giorno 1000 tonnellate di semola di grano duro, 350 tonnellate di farina di grano tenero e 700 tonnellate di pasta. I molini macinano grani duri selezionati tra i più pregiati trasformandoli in semola per la produzione della pasta Divella: gli spaghetti, i rigatoni, le famosissime «orecchiette, la pasta all’uovo, l’integrale, trafilata al bronzo ed, infine, la pasta arricchita di verdure disidratate (peperoncino, aglio e basilico, pomodoro e spinaci); oltre 150 formati per una scelta vastissima che soddisfa le richieste più esigenti. La Divella offre al pubblico una vasta gamma di prodotti a prezzi convenienti e competitivi. Lo stabilimento della Divella. Pasta, farina, semola, riso, pomodori, legumi, olio extravergine di oliva e biscotti: un mix vincente per il vostro business. Importatore per la Svizzera - Importeur für die Schweiz - Importateur pour la Suisse: Revini S.A. / Corso San Gottardo 72 / 6830 CHIASSO Tel. 091 641 62 15 / Fax 091 641 62 16 Deposito - Lager - Depôt: Via Cantonale 1 / 6855 STABIO B&P IMMAGINE&COMUNICAZIONE Da oltre 100 anni garantiamo l’alta qualità dei nostri prodotti. Ogni giorno portiamo gusto e qualità sulle tavole di tutto il mondo. P Vino in Villa 16 - 17 - 18 maggio Castello San Salvatore di Susegana (TV) er i quaranta anni di DOC, l’autentico Prosecco rinasce con una nuova identità Denominazione di Origine Controllata, il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, l’Originale Prosecco, rinnova la propria identità e la presenta in anteprima a Vino in Villa, Festival Internazionale organizzato dal Consorzio di Tutela. Il 16 e 17 maggio oltre cento aziende si daranno appuntamento nello splendido Castello di San Salvatore a Susegana (TV) per presentare una novità. Il vino divenuto simbolo di spumante italiano nel mondo, infatti, diventerà DOCG a partire dalla prossima vendemmia e “cambierà nome” in Conegliano Valdobbiadene Superiore di Prosecco. “Una scelta divenuta un’esigenza nella prospettiva della Riserva del Nome. – Afferma il Presidente Franco Adami “Se fino ad oggi il nostro vino era conosciuto nel mondo come Prosecco doc, dal momento che l’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata è avvenuto nel 1969, tra le prime d’Italia, e fino ad oggi si è mantenuta l’unica, oggi non basta più. Con la nuova normativa verrà creata una nuova grande DOC base Prosecco, estesa su ben otto province. Per l’area storica, quindi, il nome Prosecco diventa stretto… Cambiare è una scelta coraggiosa ma i tempi sono maturi per farlo”. Il territorio, dunque, diventa il centro dell’identità del vino fra i più noti d’Italia. Non solo perché in etichetta si porterà il suo nome, ma anche perché è un ambiente straordinario, vero patrimonio nazionale. Per questo, presto l’area intraprenderà una nuova sfida: ottenere il riconoscimento a Patrimonio Unesco. Oggi, infatti, non esiste in Italia un territorio che abbia ottenuto questa qualifica grazie alla viticoltura. I molti luoghi in Italia che si fregiano di questo riconoscimento, infatti, lo devono ad altre motivazioni: monumenti di pregio, valore storico, valore artistico. L’area di Conegliano Valdobbiadene, invece, con le sue colline ricamate di vigneti e un ambiente ancora intatto, secondo i tecnici possiede i requisiti per vincere questa sfida con il proprio valore ambientale. Dopo il riconoscimento a primo Distret- Rivista – Maggio 2009 La to Spumantistico d’Italia, quindi, il nuovo obiettivo è divenire primo Patrimonio “vitivinicolo” Unesco. Di questo si parlerà a Vino in Villa durante il convegno di sabato mattina ma, soprattutto, i visitatori potranno toccare con mano questa realtà attraverso la visita del territorio. Tutto l’evento sarà giocato attorno a questo elemento. Nelle sale dello splendido Castello di San Salvatore (XIII secolo), sede dell’evento, i produttori non saranno disposti in ordine alfabetico ma per territori. Calice alla mano, si partirà dalle aziende di Valdobbiadene, per poi proseguire comune per comune fino a Conegliano. Un modo, questo, per incontrare i produttori, uno ad uno, e per conoscere le differenze dei singoli suoli e microclimi. Durante le giornate, poi, saranno organizzate visite al territorio per conoscere gli scorci più belli che diverranno base di valutazione Unesco. Si potrà poi prendere parte alle singole iniziative che i produttori dell’area offriranno in cantina. Sabato sarà il giorno dedicato alla cultura, la mattina con il convegno dove sarà presentato il progetto Unesco e il pomeriggio con i Simposi di Vino in Villa, pomeriggio culturale in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che quest’anno sarà dedicato a L’Abbondanza. Durante le giornate non mancheranno le golosità degli artigiani del gusto. E lunedì, per il primo anno, si terrà la giornata riservata agli operatori del settore. I ristoratori, in particolari, saranno invitati a “Colazione in Castello”, incontro informale organizzato dalla denominazione per fare conoscere da vicino il prodotto. Gli orari: 16 maggio h. 18 - 22.30 domenica 17 maggio h. 9 - 21 lunedì 18 maggio riservato agli operatori Per informazioni: Consorzio per la Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene - Tel. +39 347 8989027 www.prosecco.it - [email protected] 71 Convivio di Domenico Cosentino Tempi duri per il Kebab, per il Cous Cous, per i Dim Sum (e anche per il pollo alla Teriaki) Nel mese di maggio 2008, ad Arezzo, in toscana, nove giovani ghiottoni, avevano fondato un’associazione dedicata al cibo di strada. L’avevano battezzata Street food. Loro scopo era quello di dedicarsi al recupero e alla tutela degli storici cibi da strada che da sempre punteggiano piazze e mercati di tutta Italia.Quel giorno, ad Arezzo, a fine lavori, i nove ghiottoni, avevano improvvisato per gli ospiti e gli invitati, una degustazione dei loro prodotti, allestendo dei piccoli stand. Accanto alla Porchetta romana, agli Arrosticini abruzzesi, ai Filetti di baccalà fritti, allo gnocco fritto, al Castagnaccio, agli Arancini, alle olive ascolane, al pani acconzatu, al Pane carasau, alla Pizza fritta, ai Cicchetti veneti, alla Piadina, alla Farinata di ceci, al Pane col Lamprodotto, alla Cubana, allo Strudel e al Morzello, quel giorno era presente, in un piccolo chiosco, anche il Kebab. È questo (conosciuto ormai in tutto il mondo) un piatto a base di carne tipico della cucina turca, persiana e araba. La carne deve essere di agnello, manzo, montone o pollo. Mai maiale: è vietato dalla religione. Il metodo di cottura utilizzato per prepararlo è allo spiedo verticale. Di solito viene servito nel tipico pane arabo, nella “pita”. Io ad Arezzo, il Kebab l’avevo mangiato su un piatto con insalata, cipolla e pomodoro e l’avevo trovato, come quasi tutti i prodotti esotici - oggi sempre più presenti sulle tavole italiane - quali cous cous, riso bismati, salsa chili con tacos, Dim Sum o pollo alla Teriyaki, un trionfo di sapori venuti da lontano Nel mese di maggio 2008, ad Arezzo, in toscana, nove giovani ghiottoni, avevano fondato un’associazione dedicata al cibo di strada. L’avevano battezzata Street food. Loro scopo era quello di dedicarsi al recupero e alla tutela degli storici cibi da strada che da sempre punteggiano piazze e mercati di tutta Italia. Quel giorno, ad Arezzo, a fine lavori, i nove ghiottoni, avevano improvvisato per gli ospiti e gli invitati, una degustazione dei loro prodotti, allestendo dei piccoli stand. Accanto alla Porchetta romana, agli Arrosticini abruzzesi, ai Filetti di baccalà fritti, allo gnocco fritto, al Castagnaccio, agli Arancini, alle olive ascolane, al pani acconzatu, al Pane carasau, alla Pizza fritta, ai Cicchetti veneti, alla Piadina, alla Farinata di ceci, al Pane col Lamprodotto, alla Cubana, allo Strudel e al Morzello, quel giorno era presente, in un piccolo chiosco, anche il Kebab. È questo (conosciuto ormai in tutto il mondo) un piatto a base di carne tipico della cucina turca, persiana e araba. La carne deve essere di agnello, manzo, montone o pollo. Mai maiale: è vietato dalla religione. Il metodo di cottura utilizzato per prepararlo è allo spiedo verticale. Di solito viene servito nel tipico pane arabo, nella “pita”. Io ad Arezzo, il Kebab l’avevo mangiato su un piatto con insalata, cipolla e 72 pomodoro e l’avevo trovato, come quasi tutti i prodotti esotici - oggi sempre più presenti sulle tavole italiane - quali cous cous, riso basmati, salsa chili con tacos, Dim Sum o pollo alla Teriyaki, un trionfo di sapori venuti da lontano. Guerra al Kebab: Via i cibi di strada dal centro storico A distanza di quasi un anno, sempre in Toscana, nel mese di gennaio, l’amministrazione comunale di Lucca, in un eccesso di l’autarchia, ha deliberato che nei ristoranti di Lucca si deve mangiare solo italiano solo lucchese. “Al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale storica e di arredo”, “non è ammessa l’attivazione di esercizi di somministrazione, la cui attività svolta sia riconducibile ad etnie diverse”, sentenziava la delibera. In altre parole, guerra al Kebab. Via il Cibo di strada o altro cibo esotico come cous cous, tacos e falefel! Nel centro storico di Lucca d’ora in avanti saranno tollerati solo ristoranti tipici con “Cucina toscana Doc” . Soprattutto non si potrà mangiare in piedi: “Basta con i cartocci unti che grondano nella mano e i bicchieri di plastica, l’insieme dovrà apparire decoroso, perché in un salotto lastricato in pietra serena e arredata da torri medioevali e chiese romaniche l’estetica viene Rivista – Maggio 2009 La prima di tutto!”, ammoniva ancora la delibera. Orbene, anche s’è vero che la campagna anti kebab, lanciata dall’amministrazione comunale di Lucca sembra circoscritta, bisogna confessare che non poche sono le perplessità. Dovesse continuare, il rischio di una epidemia di protezionismo gastronomico è probabile, visto che si è esteso già alla Lombardia.: “Basta Kebab, noi mangiamo pa’ e salam o cassoeula, hanno risposto al “Grido di Guerra” dei toscani, alcuni amministratori lombardi, incoraggiati dall’autorevole sostegno del Ministro delle Politiche agricole e alimentari (“Difendiamo i nostri prodotti”) e dal governatore della Regione Lombardia. Un’autarchia culinaria simile è pericolosa! Perché aizza all’odio contro gli altri, ed è politicamente poco lungimirante per un Paese come l’Italia che vive di export. Zurigo, Barcellona, Parigi, Lontra, New York Capitali della cucina mondiale. Non è con i divieti e con i provvedimenti limitativi che si difende la tradizione gastronomica. E Ministri e Governatori dovrebbero essere più prudenti. Lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia amava ricordare che, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia, molto spesso, ci sono persone che non dicono mai quel che sanno. Altre, invece, che “Non sanno quel che dicono! Le parole – diceva Sciascia ”non sono come i cani: basta fischiarli tornano indietro!” .Perché, se per nostra disgrazia, i ministri giapponesi, cinesi, coreani, mussulmani e anche quelli svizzeri, iniziassero predicare il boicottaggio dei prodotti agroalimentari italiani, la crisi economica, già molto preoccupante nel nostro Paese, potrebbe diventare ancora più nera. Immaginare di arrivare, un giorno a Zurigo e non trovare più un ristorante italiano, una pizzeria o spaghetteria perché la Giunta Comunale o Cantonale ha deciso che gli zurighesi devono mangiare solo “Bratwùrst und Kartoffelsalat“ o “Sauerkaut mit Blutwurst” sarebbe per me deprimente! Vivaddio anche dal punto di vista gastronomico, Zurigo non soffre di provincialismo e non ha una classe politica così cieca. Per non parlare di Barcellona che è rinata ed è più bella che mai anche dopo che sono fioriti Sushi Bar e Ristoranti Fusion. Mentre Parigi è certamente sempre rimasta Parigi con la sua moltitudine di ristoranti algerini e sale da tè marocchine. Ed infine, Londra, New York, Honk Kong, San Francisco che sono delle straordinarie capitali della cucina mondiale. Ma Per Fortuna c’è il Cous Cous Fest… “Gli scambi culturali – e il cibo è cultura – sono alla base dell’evoluzione dell’uomo: se non arrestiamo in fretta questa deriva – ha detto in una intervista Matteo Rizzo, Sindaco di San Vito Lo Capo - verremo certamente segnati a dito come il Paese più xenofobo d’Europa. In Sicilia riteniamo da sempre che la tolleranza deve esistere anche a tavola. Da undici anni, Rivista – Maggio 2009 La ormai, organizziamo a San Vito Lo Capo il “Cous Cous Festival”, che è una rassegna internazionale di cultura ed enogastronomica del Mediterraneo. Una kermesse multicolore che celebra ogni anno nella nostra cittadina l’integrazione culturale, lo scambio e l’incontro tra popoli lontani attraverso il Cous Cous che è considerato il piatto della pace, in quanto comune a culture molto diverse. Quest’anno, alla dodicesima edizione che si svolgerà dal 22 al 27 settembre prossimo, abbiamo invitato anche il sindaco di Lucca, Mauro Favilla, sicuro che vorrà partecipare a questa festa dell’integrazione, che ogni anno attira migliaia di visitatori a testimonianza come le diversità culturali sono sinonimo di ricchezza e come il cibo sia il medium culturale che contribuisce ad unire i popoli, a farli incontrare e ad aprire i loro orizzonti. Spero di averlo nostro ospite a San Vito Lo Capo – ha concluso il Sindaco Rizzo – anche per dargli la possibilità di respirare quello speciale clima di pace, gioia e festa che si crea in quei giorni, grazie, soprattutto, a quel piatto povero, ma molto diffuso in tutto il mondo, che è il Cous Cous”. …e anche lo Chef Kumalè La sua intervista l’ho trovata navigando su internet. Il suo Blog, Vittorio Castellani, in arte Chef Kumalè, gastronomo ed esperto appassionato delle cucine del mondo, l’aveva intitolato: Un rifiuto culturale che mi indigna. L’ordinanza di Lucca e l’intervento del governatore della Lombardia lo avevano reso furioso al tal punto che, alla fine della sua intervista, invitava i lettori a inviargli un messaggio o dire la propria opinione a riguardo di codesta inutile campagna e stupida “caccia alle streghe” nei confronti dei prodotti e dei cibi etnici provenienti dal Marocco, Tunisia, Algeria, Corea, Thailandia, Messico, Cina e Giappone. Cosa che il viaggiatore goloso ha fatto molto volen- 73 tieri! ”Sono indignato – si poteva leggere nel suo Blog! Questo è un suicidio commerciale. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso a completamento di una manovra di rifiuto culturale cominciata alcuni mesi fa. Servizi, articoli, denunce, proteste, tutte modulate in un’unica direzione: denigrare ciò che appartiene alle altre culture, alimentari e non. Ho lavorato a lungo con la comunità cinese di Prato, che rappresenta un terzo della popolazione cittadina. A Prato, esiste la più grande centrale dopo Milano nella distribuzione di prodotti cinesi. Norme igieniche e dazi vengono spesso applicati in modo a dir poco persecutorio. Questo, ovviamente, non centra nulla né con i cibi scaduti, né con quelli tossici. Noi siamo il Paese più restio ad importare prodotti. Siamo dei furbi di seconda classe: non vogliamo i loro alimenti, ma pretendiamo di esportare i nostri. Mentre noi gridiamo “Basta Kebab e Cous Cous e c’inventiamo lo slogan “Spesa a Chilometri Zero”, a Parigi, nel tredicesimo arrondisment, ogni anno vengono distribuiti 70.000 container di prodotti alimentari dal sud-est asiatico. Di lì, una parte in qualche modo arriva in Italia, perché, non si può pretendere che la gente arrivi qui e mangi solo mozzarella e spaghetti. Tutto il mio sapere riguardo la cucina del Sol Levante, l’ho imparata dagli amici di Prato. L’Oriente a tavola L’Oriente a Tavola –continuava ancora il Blog - non è lo stupido slogan lanciato dai soliti “furbetti” di Lucca o della Lombardia, dove vanno sostenendo che “I Cibi etnici non sono né sani né decorosi”. Come tutte le grandi tradizioni gastronomiche anche la cucina dell’Eastside: Cinese, Giapponese o altra, prende vita da sottili sfumature accordate fra di loro. Si racconta che, a Corte i cuochi imperiali fossero ritenuti, grazie alle loro raffinate combinazioni, nella stessa considerazione dei pittori e dei calligrafi. E la base di questa grande gastronomia è definita da leggi filosofiche, dal contrasto tra Yin e Yan, che ha un ruolo molto importante all’interno della visione del mondo orientale di Confucio: Yin ha la valenza dell’elemento femminile, con attributi come fresco, scuro; Yan è il “pendant”, maschile caldo e chiaro. E così la cottura del riso cantonese, i menù a base di granchio che sono legati ad una stagione ben precisa, gli scampi con i germogli di bambù, le costolette di maiale al sale bruciato, l’insalata di tagliolini cinesi con curry, i maki sushi con verdura, il riso bianco Basmati - con salsa Wasabi, l’anatra affumicata e laccata, i Dim Sum, che sono i ravioli cinesi, anzi cantonesi cotti al vapore o il pollo alla Teriyaki sono prelibatezze, delica- 74 tezze orientali che, come sostengono Cinesi e Giapponesi, non vanno “ferite”, come usiamo noi, con forchetta e coltello, ma portate alla bocca con raffinatezza e con le“bacchette. E volendo approfondire e affinando la sensibilità per questo tipo di cultura, si imparerà ad apprezzare anche il valore simbolico del colore: i piatti rossi per i cinesi significano fortuna mentre il nero, in Giappone, è sinonimo di cultura del cibo. Se uno volesse mangiare l’astice con le bacchette rosse, i broccoli con quelle verdi e il salmone con le bacchette in tutte le sfumature, le può trovare solo fuori dalla nostra Penisola. In special modo a Parigi, dove il Carnevale cinese viene vissuto come festa per tutta la città. Mentre da noi, a Milano, nel mese di dicembre, hanno vietato la sfilata dei dragon, da noi proposta, per motivi di ordine pubblico, hanno detto!” . Il “Teriyaki”, l’arte di cucinare il cibo È stato a Londra che ho imparato l’arte di cucinare i cibi al vapore in cesti di bambù intrecciato con una base a gratella e al Teriyaki, che è una tecnica orientale di cucinare il cibo, solitamente carne o pesce, sottoposto all’azione diretta del calore di un grill, dopo essere stato opzionalmente marinato in un liquido a base di salsa di soia. Lungo una stradina, a due passi da Hollandpark, dove abitavo con mia figlia, avevo scoperto un piccolo, ma elegante ristorante cinese dallo strano nome: New Culture Revolution. Ci andavo almeno due volte alla settimana: a volta con Antonella, altre volte da solo. E lo chef , il giovane Himiao Cin, visto il mio interesse e l’amore per la cucina Cinese e Giapponese, col tempo m’insegnò alcuni segreti: come usare in cucina la Salsa Soia, il Sake, il Rice Mirini, lo Zenzero (Ginger) o preparare la pastella con gli albumi, lo Sherry e il brodo. Una delle ricette che Himiao Cin preparava spesso e che io ho imparato a fare bene è il “Pollo alla Teriyaki”. È questo un grande classico della cucina asiatica. Letteralmente Teriyaki significa “Teri=lucido, splendente e Yaki=cotto al grill. La sua patina lucida viene data dalla salsa. Importante – raccomandava Himiao Cin, quando si cucina il pollo, esattamente come la carne di maiale, è opportuno prendere le dovute precauzioni sanitarie. Non sono rare le infezioni alimentari causate dal consumo di carne di pollo poco cotta o da uova crude. Dunque, per essere sicuri di eliminare ogni rischio da batteri eventualmente presenti è sufficiente cuocere bene la carne di pollo dopo averla messa a marinare. Rivista – Maggio 2009 La Ingredienti per quattro persone: 4-6 sovracosce di pollo disossate, 120 ml di salsa di soia, 30 g di Sake, 30 g di Rice Marin, 70 g di zucchero, 1 spicchio d’aglio, Ginger (Zenzero,) 3 grammi di amido (1/2 cucchiaino), Riso Basmati a piacere. Come lo preparo: Per la salsa: metto in un pentolino 120 ml di soia. Aggiungo 70 grammi di zucchero, 30 g di Sake e 30 g di Mirin. A parte prendo un pezzettino di ginger (zenzero), ne faccio un parallelepipedo tagliando la buccia con un coltello. Lo grattugio per bene, raccogliendolo in un recipiente. Trito finemente l’aglio e aggiungo ginger e aglio alla salsa Dopo aver disossate le sovracosce, pratico tre o quattro lunghi tagli nella pelle in modo da far fuoriuscire, in cottura, il vapore della carne sottostante. Così la pelle rimarrà bella croccante e la marinata può penetrare meglio. Metto i pezzi di polo a marinare con alcuni cucchiai della salsa che ho preparato e lascio marinare per 30 minuti. Alla fine della mezz’ora tolgo il pollo dalla marinata, lo sgocciolo ben bene, getto il liquido residuo e lo dispongo, pelle in su, su una teglia. Metto nel forno a grigliare (griglia superiore) per venti minuti alla temperatura di 180 gradi. A fine cottura controllo sempre la temperatura interna del pollo. Se è troppo bassa la rimetto in forno per qualche minuto ancora. Mentre il pollo è in forno addenso la salsa che è rimasta nel pentolino. Aggiungo i 3 grammi di amido. Per evitare la formazione di grumi, di solito, metto l’amido in un bicchiere asciutto. Aggiungo un poco di salsa e stempero. Quando sarà fluido aggiungo al resto della salsa. A cottura ultimata, estraggo il pollo dal forno e taglio ogni pezzo a strisce larghe un centimetro. Per essere “autentici” bisognerebbe preparare del riso bianco al vapore. Cosa che faccio sempre. A me piacciono molto le varietà orientali aromatiche come il Basmati o il Thai. Dispongo il pollo tagliato a strisce sul letto di riso, condisco con la salsa e porto a tavola. Accompagno il pollo con delle verdure cotte al vapore nei cestelli di bambù. Vino: Nessuno. Di solito bevo e offro ai miei ospiti del profumato Tè verde, che sono le foglie della Camelia secca, preparato nella mia teiera cinese. Rivista – Maggio 2009 LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA “IL POLLO ALLA TERIYAKI” Viva Italia Cucina tradizionale! Da noi apprezzerete la vera italianità con le nostre specialità tipiche, che normalmente solo in Italia potete apprezzare. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo e da un servizio impeccabile, dalle nostre eccellenti pizze, preparate secondo le ricette originali del campione del mondo di pizzaioli e con il marchio «Vera Pizza napoletana DOC», dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fatta in casa e dai succulenti dolci. E se amate le tradizioni culinarie del bel Paese, da noi troverete consiglio sui migliori, eccellenti vini selezionati da tutte le regioni italiane. «Buon appetito!» Il team Molino si fara piacere di accoglierla alla sua prossima visita con un cordiale «benvenuto»! Nei 16 Ristoranti MOLINO in Svizzera, Lei è un’ospite sempre gradito durante tutti i 365 giorni dell’anno: MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna Telefono 031/ 311 21 71 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster Telefono 044 / 940 18 48 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon Telefono 044 / 740 14 18 MOLINO Wallisellen Glattzentrum 8304 Wallisellen Telefono 044 / 830 65 36 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo Telefono 026 / 322 30 65 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur Telefono 052 / 213 02 27 MOLINO Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra Telefono 022 / 307 99 88 MOLINO Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo Telefono 044 / 261 01 17 MOLINO Ginevra Centre La Praille 1227 Carouge Telefono 022 / 307 84 44 MOLINO Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo Telefono 044 / 240 20 40 LE LACUSTRE Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra Telefono 022 / 317 40 00 FRASCATI Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo Telefono 043 / 443 06 06 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux Telefono 021/ 965 13 34 SEILERHAUS MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt Telefono 027 / 966 81 81 MOLINO S. Gallo Bohl 1 9000 S. Gallo Telefono 071/ 223 45 03 MOLINO Thônex 106, Rue de Genève 1226 Thônex Telefono 022 / 860 88 88 La 75 www.molino.ch AgipPLUS Motori di Graziano Guerra Alfa Romeo MiTo Il gusto della guida Questo concentrato di Alfa Romeo propone in quattro metri tutti i valori del Marchio. È una vettura compatta dallo stile sensuale, molto intrigante, anche per l’agilità e il piacere di guida. Per i giovani significa la possibilità di accedere alla prima auto sportiva, sicura e distintiva per stile e contenuti tecnici. In ogni caso, le doti dinamiche e l’attenzione a consumi ed emissioni, come pure le dimensioni contenute, la rendono attraente anche per un pubblico più adulto, in uno scenario automobilistico che premia la tendenza al ridimensionamento. Come ogni Alfa Romeo, è un concentrato di tecnica d’avanguardia, grazie a contenuti come il sistema Alfa D.N.A., le sospensioni con molle di rimbalzo, il Q2 elettronico, il DST, tutti di serie, e ai propulsori turbo, piccoli e potenti. In prova la versione da 155 CV Il dispositivo D.N.A. Si tratta di un comando che agisce su motore, freni, sterzo, sospensioni e cambio, consentendo tre diversi comportamenti della vettura, in base allo stile di guida più adatto alla situazione, o ai desideri del pilota: Super sportivo (Dynamic), urbano (Normal), di massima sicurezza anche in condizioni di difficile aderenza (All weather). Piacere di guida significa anche propulsori brillanti e affidabili Questo 4 cilindri 1.4 Turbobenzina sfrutta appieno l’accoppiamento con un cambio a 6 marce, e si segnala per generosità, temperamento brillante e le alte prestazioni per questa cilindrata (velocità massima di 215 km/h e accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 8.0 secondi), senza dimenticare l’inconfondibile “sound Alfa Romeo”. DATI TECNICI Trazione anteriore Cilindrata 1.368cc Coppia max: Nm 230 Nm a 3000 giri/minuto Sospensioni: ant. Mc Pherson; post. ponte torcente Freni: a disco, ant. 305 mm; post. 251 mm Pneumatici: 195/55 R16 Pesi (Kg): in ordine di marcia 1.145; max rimorchiabile 500 Capacità bagagliaio (dm3): 270 Capacità serbatoio carburante (litri) 45 Consumi dichiarati (l/100km): Ciclo urbano 8,5; extraurbano 5,3; combinato 6,5 Emissioni CO2 (g/km): 153 Classe ambientale: Euro 5 Prezzo base 28’500.- franchi Rivista – Maggio 2009 La Della 8C Competizione Dall’icona stilistica e tecnologica del Marchio, la MiTo riprende alcuni tratti caratteristici: la particolare forma dei cristalli laterali, delineata dai vetri a giorno, il “trilobo” che contraddistingue il paraurti anteriore, la forma dei proiettori e dei fanali posteriori a LED. Intorno al gruppo luci si coglie un distintivo elemento di personalizzazione: una cornice che disegna un elegantissimo effetto eye-liner, per rimarcare stile e aggressività. Inoltre, caratterizzati dalla forte personalità di plancia e sedili, gli interni rappresentano l’espressione più evoluta dello stile “made in Italy”, accogliente e sportivo, con alta qualità dei materiali e ricercata cura dei dettagli. Compatta all’insegna del “ridimensionamento” Dicevamo …, una delle parole d’ordine della progettazione automobilistica d’oggi. Ovviamente è una tendenza che non riguarda solo i motori, ma anche i pesi e le dimensioni delle macchine, per migliorare l’efficienza energetica, diminuire le emissioni di CO2 e semplificare la guida. E il parcheggio in città. Un nuovo approccio costruttivo che non impedisce alla MiTo di essere una vera sportiva, anzi, è una bella dimostrazione che i due termini sono conciliabili. Le dimensioni compatte e l’uso di acciai speciali danno un’eccellente rigidezza torsionale, qualità fondamentale per una risposta sempre pronta e precisa. Le proporzioni evidenziano il carattere sportivo (lunga 4,06 metri è alta 1,44 e larga 1,72) ma non per questo si rinuncia al comfort di bordo, sia per il guidatore sia per i passeggeri; buona la distribuzione degli spazi interni. 77 Automotonews a cura di Graziano Guerra La nuova Maserati Granturismo MC La vettura ha partecipato a metà marzo al cosiddetto “Balance of performance”, due giorni di prove organizzate dalla SRO sul circuito Paul Ricard, al fine di analizzare ed equilibrare le prestazioni dei modelli che disputeranno la GT4 European Cup. La nuova deriva dalla Granturismo MC Concept, sviluppata a sua volta sulla base della GranTurismo S di serie, con cambio “elettroattuato”. Una Maserati GranTurismo MC, schierata da un team privato, prenderà parte ad alcuni eventi della GT4 European Cup già nella seconda parte di questa stagione. È prevista la realizzazione di una serie limitata di GranTurismo MC destinate ai gentlemen driver che vorranno affrontare nel 2010 la GT4 European Cup e i campionati nazionali, con consegne a partire dal mese di ottobre 2009 (prezzo indicativo 135.000 euro + IVA e vendita direttamente attraverso Maserati Corse). Dal 2010 la Casa intende organizzare nuovamente un Trofeo monomarca europeo, ovviamente le vetture che daranno vita al Trofeo avranno dei contenuti specifici che le distingueranno dalle GranTurismo MC in versione GT4. Categoria che vanta i legami più stretti con la produzione di serie. Esiste una nicchia di clienti proprietari di GranTurismo stradali che ama le competizioni e vuole potersi divertire in pista con una versione da gara dello stesso modello. La Maserati GranTurismo MC è il frutto di un lavoro di sviluppo accurato, svolto durante numerose sessioni di test iniziati nell’estate 2008. Alla guida della MC Concept che ha dato origine alla GranTurismo MC, si sono succeduti diversi piloti. Ciascuno, forte del proprio background professionale e agonistico, ha dato il proprio contributo alla delibera della versione finale. La parte preponderante del lavoro di messa a punto è stata condotta da Andrea Bertolini, collaudatore ufficiale Maserati nonché Campione FIA GT in carica al volante della MC12. Bertolini è stato affiancato da Thomas Cremonini, collaudatore della produzione di serie Maserati, e dal compagno di squadra nel Vitaphone Racing Team, Michael Bartels, anch’egli Campione in carica FIA GT. Nel corso dei test più recenti, la Maserati GranTurismo MC con specifiche GT4 è stata provata anche dall’ex-pilota di F1 Ivan Capelli. Con la realizzazione della Maserati GranTurismo MC, continua la tradizione che vede la Casa del Tridente fedele alle proprie origini, quella di società nata nel 1914 per elaborare e quindi costruire vetture da corsa. Il palmares Maserati è molto ricco e annovera la doppia vittoria nella celebre 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 e nel ‘40, con Wilbur Shaw alla guida della 8CTF “Boyle Special”. Assegnato a Fiat 500 il “2009 World Design Car of the Year” Gli organizzatori del premio lo hanno annunciate lo scorso 9 aprile, in occasione del “New York International Auto Show”. Una giuria di 59 giornalisti provenienti da 25 paesi di tutto il mondo ha selezionato 51 candidate, tra queste sono state scelte come finaliste: la Fiat 500, le Citroen C5 Sedan / C5 Tourer e la Jaguar XF. Quattro esperti internazionali di design: Silvia Baruffali, direttore editoriale di Auto & Design magazine, Robert Cumberford, critico di design e giornalista di Automobile e Auto 78 & Design magazines, Akira Fujimoto, capo redattore di Car Styling magazine e Tom Matano, direttore della School of Industrial Design alla Academy of Art University di San Francisco hanno infine decretato la Fiat 500 vincitrice assoluta dell’edizione di quest’anno. Rivista – Maggio 2009 La Uno dei marchi nobili del motociclismo italiano compie cent’anni Tanti auguri Gilera Quella di Gilera è una storia straordinaria, che doppia nel 2009 la boa del secolo e che ha visto il marchio dei due anelli trionfare in tutte le classi del Motomondiale e nelle discipline del fuoristrada. La sua storia affonda le radici nei primi anni del Novecento: la prima moto che porta questo nome, la VT 317, nasce nel 1909 ad opera di Giuseppe Gilera. Negli anni successivi al primo conflitto mondiale, la Casa produce moto 500cc a valvole laterali e vince le più importanti competizioni internazionali. È del 1936 l’avventura della Rondine, avveniristica moto da corsa con compressore e uno straordinario motore quattro cilindri in linea di 500 cc. La moto stabilisce numerosi record mondiali (274,181 km/h sul chilometro lanciato nel 1937: primato imbattuto per quasi vent’anni) e permette a Dorino Serafini la conquista del Campionato d’Europa nel 1939. Dopo la guerra, la Gilera Quattro Cilindri 500 diventa la dominatrice della classe regina del Motomondiale ingaggiando duelli epici con Norton, Moto Guzzi e MV Agusta, e conquistando sei titoli piloti tra il 1950 e il 1957. Umberto Masetti è Campione del Mondo nel ‘50 e nel ‘52, Geoff Duke fu tre volte iridato e Libero Liberati nel ‘57. Arrivano anche sei titoli mondiali Costruttori (5 nella 500 e uno nella 350) tre vittorie al Tourist Trophy, sette titoli italiani e un’impressionante vittoria-record di Bruno Francisci alla Milano-Taranto. Forte anche l’impegno nel fuoristrada, con le Gilera che dominano le varie “Sei Giorni Internazionali”, e nelle gare di Regolarità. Dal 1969 nel Gruppo Piaggio La partecipazione alle competizioni di Cross e Regolarità rinverdisce gli antichi fasti anche attraverso l’innovazione più spinta, come la realizzazione dell’avveniristica 125 Bicilindrica Cross. Negli anni Ottanta viene sviluppato un nuovo motore monocilindrico quattro tempi – dapprima nelle versioni di serie 350 e 500 e in seguito 600cc – che trova la sua massima espressione sulle moto enduro della serie RC (600 e 750), che si aggiudicano due vittorie di classe alla Parigi-Dakar e un “assoluto” al Rally dei Faraoni. Nel 2001 Gilera rientra nel Campionato del Mondo, classe 125. Condotta in gara dal giovane Manuel Poggiali (Repubblica di San Marino) è subito protagonista. Alla fine della stagione Manuel Rivista – Maggio 2009 La Poggiali si laurea Campione del Mondo regalando alla marca dei due anelli il tredicesimo alloro iridato, 44 anni dopo il titolo di Libero Liberati. Il 2002 è l’anno della difesa del titolo e Poggiali lotta fino all’ultima gara ma deve “accontentarsi” del titolo di vice-campione. Nelle stagioni successive si lavora per gettare le basi della rinascita. Nel 2004, per la prima volta dal suo ritorno alle gare, Gilera schiera dall’inizio stagione due moto affidate a Stefano Perugini e Fabrizio Lai. Gilera: valore sicuro nella corsa Nel 2006, a seguito dell’integrazione di Aprilia nel Gruppo Piaggio, Gilera torna nella classe 250, condotta dal giovanissimo romagnolo Marco Simoncelli. La stagione 2007 vede raddoppiato l’impegno in 250 e, a fianco di Simoncelli, arriva Roberto Locatelli. La stagione 2008 segna la prima vittoria della storia Gilera in 250: Marco Simoncelli si impone nel GP d’Italia al Mugello e bissa subito il successo nel successivo GP di Barcellona. Vince ancora nel GP di Germania, nel GP del Giappone e di Australia e con il terzo posto conquistato nel GP di Malaysia si laurea Campione del Mondo della 250. Un italiano è nuovamente Campione del Mondo su Gilera, 51 anni dopo Libero Liberati. Un giubileo ricco di attività In occasione del centenario, Gilera ha dato un design assolutamente particolare a tre suoi modelli: Nexus 300 e 500, Fuoco 500 e GP 800 in tricolore. Uno scooter non può essere più italiano di cosi! Gilera Nexus 300 centenario Gilera Nexus 500 centenario Gilera Fuoco 500 centenario Gilera GP 800 centenario CHF 7‘695.CHF 9‘995.CHF 11‘495.CHF 14‘995.- Gilera festeggerà gloriosamente questo grande compleanno con diverse attività. Tutti i concessionari potranno organizzare delle giornate di prova Gilera e offrire agli interessati la possibilità di provare questi scooter sportivi. La festa di compleanno reale è prevista giusto prima delle vacanze estive. Dettagliate informazioni seguiranno. Inoltre, Gilera sarà co-sponsor di tre grandi Openair in Svizzera: dal 11 al 14 giugno 2009 a Interlaken (BE); dal 9 al 12 luglio 2009 a Frauenfeld (TG); dal 13 al 16 agosto 2009 a Gampel (VS) 79 Starbene Cancro seno, funghi e tè verde abbassano i rischi Il consumo giornaliero di funghi crudi e di tè verde è stato collegato a rischi nettamente inferiori di sviluppare il tumore del seno in uno studio condotto su più di 2.000 donne cinesi, anche se la relazione di causa ed effetto non è stata ancora provata. La ricerca pubblicata sul Journal of cancer ha voluto esaminare la dieta di un campione di cinesi, in quanto le donne di quell’area del mondo vengono colpite in maniera inferiore di quattro o cinque volte rispetto alle occidentali dal tumore della mammella. Lo studio realizzato da Min Zhan La risata fa bene anche quando è forzata La risata, addirittura quando è forzata cioè quando «obblighiamo» i muscoli del viso a mascherarlo di allegria, è terapeutica per corpo e psiche, migliora l’umore e la resistenza allo stress, rende più sexy, fa bene anche al cuore, abbassando la pressione del sangue e, dulcis in fundo, addolcisce il latte materno rendendolo uno scudo contro le allergie del neonato. Il suo segreto? Ridere, è spiegato in uno speciale della rivista americana Mind, rilassa i muscoli e mette in circolo molecole positive come le endorfine. Inoltre l’umorismo aiuta a guardare con distacco le piccole grandi noie di ogni giorno. Addirittura basta dipingersi sul volto l’espressione della risata, labbro superiore sollevato e bocca a 32 denti in bella mostra. Anche se indotta in Miti «popolari» sulla gravidanza Un sorriso pulito può salvare il cuore. Basta sottoporsi con regolarità a una semplice pulizia dei denti, praticata da un esperto igienista, per ridurre la probabilità di arterosclerosi. A dimostrarlo è uno studio tutto italiano, condotto dall’Università degli Studi e dall’ospedale Sacco di Milano e pubblicato su The Faseb Journal. La ricerca ha coinvolto 35 persone sane, 15 uomini e 20 donne di età media 46 anni, colpite da infezione gengivale (parodontopatia) ma senza altri fattori di rischio cardiovascolare, fumo compreso. I pazienti reclutati per lo studio milanese sono stati esaminati attraverso indagini immunologiche, metaboliche e strumentali (ecodoppler del tronco carotideo). In sintesi, i risultati ottenuti hanno mostrato che, 80 dell’Università di Australia a Perth ha così confrontato le abitudini alimentari d 1.009 pazienti colpite dal tumore con quelle di altrettante donne sane, tutte di età compresa tra i 20 e gli 87 anni. I ricercatori hanno osservato tra le donne che mangiavano più funghi - dai 10 grammi in su al giorno - un’incidenza inferiore di due terzi del cancro del seno rispetto alle donne che non consumavano funghi per nulla. Inoltre, le donne che, oltre a mangiare la più alta quantità di funghi, bevevano giornalmente tè verde hanno evidenziato di correre solo il 18% dei rischi di sviluppare questo tipo di tumore. Il rapporto mette in luce che nel calcolo statistico sono stati inclusi tutti gli altri possibili fattori di rischio dal peso, al vizio del fumo, al livello di attività fisica delle donne considerate. modo artificiale, tenendo per esempio in bocca una penna, ha di per sé un effetto positivo sull’umore, ha scoperto Fritz Strack dell’università tedesca di Wurzburg. Gli studi che promuovono il sorriso come «pillola universale» sono molti: secondo un lavoro di Willibald Ruch, dell’Università di Zurigo, le risate suscitate da battute, commedie divertenti o barzellette alzano la soglia del dolore: infatti, un gruppo di volontari riusciva a tenere più a lungo la mano nell’acqua ghiacciata senza soffrire se prima di questa prova veniva sottoposto per alcuni minuti alla «terapia del sorriso» a base di battute. E gli effetti di una sana risata sul corpo si vedono a occhio nudo: uno studio recentissimo, pubblicato sull’International Journal of Obesity, ha dimostrato che ridere 15 minuti al giorno può permettere di perdere in un anno oltre due chili. Maciej Buchowski della Vanderbilt University presso Nashville, che lo ha condotto, sostiene che ridere aumenta il battito cardiaco e impegna molti muscoli, producendo lo stesso effetto di una sana camminata. dopo il trattamento dell’igienista dentale, miglioravano significativamente i parametri infiammatori e immunologici responsabili dello sviluppo della placca arterosclerotica. In particolare, la «pulizia del sorriso» riportava in un range di normalità i livelli di proteina Creattiva (Pcr) e fibrinogeno: Due indicatori precisi del rischio cardiovascolare, che prima della pulizia dentale, pur senza alcun altro fattore di rischio risultavano alterati per la sola parodontopatia. Lo studio conferma dunque che alterazioni infiammatorie e metaboliche associate al rischio cardiovascolare sono presenti in persone sane, ma con paraodontopatia. I dati provano inoltre che queste alterazioni sono influenzate positivamente dal trattamento della paraodontopatia, e che la semplice pulizia dentale permette addirittura una diminuzione volumetrica della placca aterosclerotica. Rivista – Maggio 2009 La Gel ai piedi e platform vertiginose: problemi ai piedi per 7 italiane su 10 Modelli di Tutia Schaad. Unghie laccate e calzature all’ultima moda. Essere «al passo coi tempi» (è il caso di dirlo) può anche comportare qualche prezzo in più da pagare oltre a quello monetario per l’acquisto delle calzature all’ultimo grido. Secondo recenti dati, infatti, ormai sette italiane su dieci patiscono sofferenze di vario tipo ai piedi o altrove nel corpo proprio per le «torture» cui sottopongono le loro estremità. «La moda del gel sui piedi sta moltiplicando i casi di infezioni periungueali e di lesioni, all’alluce: problemi che rendono necessaria l’asportazione dell’unghia o ne provocano la caduta.». A condannare senza appello la moda della pedicure con il gel o l’acrilico è Mauro Montesi, presidente dell’Associazione italiana podologi (Aip). «Con l’arrivo della stagione calda sempre più donne scelgono di farsi applicare il gel sulle unghie dei piedi, per sfoggiare sandali all’ultima moda - ha dichiarato Montesi - ma così si espongono al rischio di microtraumi e infezioni difficili da individuare». Insidie cui si aggiungono quelle celate dalle scarpe più di moda. «Alcune sono veri e propri “killer” per i piedi femminili - dice l’esperto -. A partire dai modelli con platform e tacchi vertiginosi: il baricentro è spostato e camminare su queste calzature altera la postura ed espone al rischio di distorsioni, metatarsalgie, capsuliti, callosità, dita a martello, senza contare, oltre ai problemi alle estremità, anche un bel mal di schiena». Alle critiche dell’esperto non sfuggono le ballerine: «l’assenza totale di tacco non aiuta la postura, mentre il materiale non permette al piede di respirare» La scarpa giusta? «Una calzatura primaverile o estiva aperta, ma che contiene bene il piede; con un tacco di 4-5 centimetri, senza stringhe o lacci che costringano le dita. Dovrebbe somigliare ai calzari degli antichi romani». Eccezioni per una serata sono comunque concesse. Albergo • Ristorante “Donna Carolina” • Bar • Piscina • Centro Benessere Viale Magna Grecia - 84058 Ascea-Velia - Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano - Salerno - Italia Telefono +39.0974.971945 - Fax +39.0974.374063 - www.villamarelea.it - [email protected] Rivista – Maggio 2009 La 81 The All Blacks logo, the Silver Fern Device and ALL BLACKS® are registered trademarks of the NZRU. Ci guidano gli stessi valori Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuova gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza impareggiabile, per ogni incarico di trasporto. Da STRALIS, la punta di diamante per i trasporti internazionali a lunga percorrenza, alle serie di modelli EUROCARGO, TRAKKER e DAILY, fino al fuoristrada MASSIF: Iveco stabilisce in ogni classe di peso nuovi parametri di riferimento in fatto di convenienza, versatilità e affidabilità. Per ogni evenienza, ovunque andiate, Iveco è sicuramente con voi. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, www.iveco.ch www.allblacks.iveco.com Il Mondo in Fiera EnerMotive: Milano 26 - 30 maggio TUTTOFOOD: Marche Food Festival: Milano Pesaro 10 - 13 giugno 12 - 15 giugno Bagarre: Parma 9 - 10 maggio Vinitaly un altro record di espositori esteri Fiere EnerMotive: Milano 26 - 30 maggio La manifestazione internazionale dedicata al Power e al Factory In contemporanea con LivinLuce 2009, mostra dedicata al Building e all’Illuminazione, insieme rappresentano sul mercato, dall’edizione 2007, la continuazione storica del marchio INTEL. EnerMotive 2009 rifocalizza la propria offerta merceologica, che viene razionalizzata e al tempo stessa ampliata. Alla luce del nuovo concept, EnerMotive 2009 si presenta al mercato come l’appuntamento di riferimento per: - produzione, trasmissione e distribuzione di energia, con applicazioni in ambito civile e industriale (Settore Power) - componenti e sistemi per l’automazione industriale e per il telecontrollo delle Public Utility (Settore Factory). In linea con il concept evidenziato, e tenendo conto anche dei suggerimenti pervenuti da espositori, aziende e associazioni di settore, la prossima edizione si focalizzerà sull’Efficienza Energetica nelle sue varie declinazioni. La tematica, filo conduttore dell’intera manifestazione (Power e Factory) troverà ampio sviluppo e approfondimento anche a livello convegnistico, attraverso un calendario di eventi adeguato e qualificato, che vedrà il coinvolgimento di rappresentanti di Istituzioni, Associazioni, Università e Ricerca, Organismi tecnico-scientifici riconosciuti. LivinLuce LivinLuce 2009 si caratterizza per un ulteriore rafforzamento della vocazione tecnica, che da sempre la contraddistingue, puntando da un lato ad un maggior sviluppo del settore Building, dall’altro a un riposizionamento del settore Illuminazione, nell’ambito del quale verranno affrontati e valorizzati, in particolare, tematiche, prodotti e soluzioni per gli utilizzatori di ‘luce tecnica’. Il connubio tra Building e Illuminazione riconferma la rassegna l’appuntamento di riferimento nazionale, e tra i leader a livello europeo, per tutta la filiera dell’offerta, creando - sul fronte della domanda - forti sinergie a favore del mondo della prescrizione, progettazione, distribuzione, dell’installazione e degli utilizzatori finali. Gli asset tematici dell’edizione 2009, sono in particolare, i seguenti: - focus sull’eco-compatibilità e sulla sicurezza nell’impiantistica elettrica - valorizzazione della domotica (Homevolution), nella sua dimensione ‘multidisciplinare’, 84 con evidenziazione dei benefici che ne possono derivare in termini di efficienza energetica e di impatto sociale - uso efficiente dell’energia nella progettazione illuminotecnica, soprattutto in ambito urbanistico e in tema di riqualificazione del territorio - innovazione tecnologica nella progettazione illuminotecnica, finalizzata all’applicazione Gli asset individuati troveranno ampio sviluppo e approfondimento anche a livello convegnistico, attraverso un calendario di eventi adeguato e qualificato. Urban Solutions: un progetto speciale per la PA Nel cuore del contesto espositivo di Livinluce ed EnerMotive 2009 nasce Urban Solutions, un grande laboratorio di riqualificazione urbana, focalizzato sulle esigenze specifiche della Pubblica Amministrazione Locale. Temi quali contenimento e risparmio energetico, illuminazione, sicurezza, tutela ambientale, riqualificazione e sviluppo di grandi aree esterne trovano declinazioni specifiche, mirate ad offrire soluzioni a tutti coloro che operano nel contesto pubblico e che si trovano oggi ad affrontare la sfida di coniugare esigenze estetiche e rispetto dell’ambiente, alla luce di uno scenario che propone tecnologie e soluzioni sempre nuove. Urban Solutions ospita anche uno spazio convegnistico - seminariale, per offrire approfondimenti sui progetti e sulle soluzioni in mostra, oltre a proporre un’area di dibattito e confronto fra i protagonisti del settore. PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Rivista – Maggio 2009 La TUTTOFOOD: Milano dal 10 al 13 giugno Appuntamento strategico per l’agroalimentare Una manifestazione chiaramente ed esclusivamente b2b, una piattaforma di affari a valenza internazionale per il sistema agroalimentare italiano: queste le linee-guida di TUTTOFOOD, Milano World Food Exhibition, la cui seconda edizione si terrà dal 10 al 13 giugno in fieramilano (padiglioni 13/15 e 22/24). Una mostra che cresce bene lungo un asse strategico che vede il settore agroalimentare italiano aspirare legittimamente a un buon momento di visibilità internazionale, in grado di confrontarsi alla pari con sistemi paese forti e importanti, come quello francese e quello tedesco, che però oggi dispongono di vetrine fieristiche ben più grandi e attrattive. Queste aspettative elevate spiegano come mai già in questa seconda edizione TUTTOFOOD incrementi lo spazio espositivo di oltre il 20% e approfondisca il focus – attraverso convegni ed eventi mirati - sugli aspetti che davvero contano, come la ricerca di prodotti di nicchia di qualità, la difesa e lo sviluppo della tradizione e, naturalmente, uno spaccato tutto speciale sui due settori-guida del food italiano, cioè il comparto delle carni e il lattiero-caseario. Il calendario degli eventi parte infatti dai tre concorsi Vetrina dei prodotti innovativi, Vetrina dei prodotti di nicchia e il TUTTOFOOD Cheese Award, che nascono da una esigenza comune: il mercato ha bisogno di prodotti nuovi. Organizzativamente TUTTOFOOD 2009 ricalca la formula del suo fortunato esordio, basata su grandi aree settoriali - Carni e Salumi, Formaggi, Multiprodotto, Beverage, Surgelati - cui si aggiunge un padiglione dedicato alle presenze internazionali. Mostra di produzione industriale, esclude dalla sua formula solo il prodotto fresco (a meno che si tratti di prodotti di quarta gamma). Rilevante la visibilità internazionale che TUTTOFOOD sta acquisendo; basti pensare alla forte partecipazione, per la prima volta in Europa, delle carni Usa; alle collettive dal Sudamerica (Argentina, Brasile), agli accordi appena formalizzati con il Giappone, un paese ricchissimo di tradizioni alimentari e di competenze individuali elevate, buon conoscitore dell’Italia e delle sue tipicità. Rivista – Maggio 2009 La Rilevante anche l’accordo fra TUTTOFOOD e il Fancy Food, che ha prodotto un interscambio di visite qualificate fra la mostra italiana e quella Usa e anche due interessanti meeting che saranno tenuti in fiera per approfondire i temi dell’informazione, etichettatura, liberalizzazione, oltre a un più generico interscambio sulla rispettiva cultura alimentare. L’obiettivo strategico di TUTTOFOOD è quello di professionalizzare sempre di più l’evento; per questo motivo è stato creato un sistema di ‘easy access’ (una preregistrazione online che genera codici a barre che in reception vengono cambiati con la tessera di ingresso) attraverso il quale al termine della mostra sarà disponibile un database di assoluto valore dal quale risulti una fotografia del mercato puntuale, credibile e concretamente utilizzabile dagli espositori. Anzi, l’ideale al quale tende la mostra nel tempo è quello di ricevere in fiera solo visitatori preregistrati, per poter organizzare percorsi di visita altamente professionali e incontri mirati fra buyer e produttori. Il servizio offerto a visitatori ed espositori, a ogni modo, è molto innovativo, a partire dal sistema dei trasporti agevolati per i visitatori (TUTTOFOOD è stata la prima fiera in Italia a dare ai visitatori il biglietto gratis per la metropolitana); c’è poi il catalogo digitale venduto su chiavetta USB (ai visitatori viene consegnata comunque, gratuitamente, la Guida Pocket per potersi muovere in fiera) e ci sono iniziative di marketing mirate, con gli inviti dei buyer effettuati su richiesta e indicazione degli espositori, così da massimizzare il numero delle presenze e al tempo stesso la performance commerciale di questi contatti (ai buyer più importanti l’organizzazione giunge a offrire il passaggio aereo e l’hotel). PER ULTERIORI INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella Postale - 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 - Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch 85 Marche Food Festival: Pesaro, 12 - 15 giugno 2009 La grande vetrina del cibo e per il cibo Se è vero che “Siamo ciò che mangiamo” significa che quella del cibo non è più soltanto una necessità e neanche uno sfizio bensì una vera e propria filosofia di vita. Per questo Fiere di Pesaro ha deciso di dedicare quattro giorni, alla cultura del cibo creando un evento che abbia come centro la produzione agroalimentare “Per la prima volta nelle Marche -spiega l’amministratore unico di Fiere di Pesaro, Ugo Calzoni- abbiamo organizzato una manifestazione in grado di coinvolgere tutti gli operatori del settore enogastronomico: distributori, produttori, commercianti, ristoratori e perfino i consumatori finali di cui il grande pubblico fa parte. Marche Food Festival vuole, in questo senso, rappresentare un nuovo modello di sinergia tra le parti e non a caso in Fiera ci sarà abbondante spazio per discutere della filiera corta e della sua importanza all’interno di un mercato che ha bisogno di nuove idee per essere rilanciato fuori dai confini regionali e nazionali. Ecco dunque che cosa sarà Marche Food Festival: una vetrina, del cibo e per il cibo, che cresce anche attraverso le esperienze sensoriali che è in grado di regalare”. La Fiera dedicherà molta attenzione all’enogastronomia intesa come business. Gli spazi, infatti, rispondono in special modo alle esigenze commerciali delle aziende produttrici e dei consumatori ed il cuore della fiera è appositamente pensato dagli organizzatori per consorzi, comuni, comunità montane, province, regioni, presidi slow food, negozi specializzati, distributori italiani ed esteri e grossisti. Sapori a confronto con…un segreto Non sarà soltanto uno spazio espositivo, quello di Marche Food Festival, e non sarà neanche un semplice spazio degustazione. Sarà, infatti, un luogo dove confrontare esperienze, mettere uno di fronte all’altro gli operatori, formare ed aggiornare le professionalità e costruire un nuovo rapporto tra il cibo e l’arte. Poiché la cucina è alta professionalità Marche Food Festival propone con Food Art uno spazio nel quale tutti i “sensi” saranno coinvolti nella preparazione dei piatti e nella loro degustazione. Ulteriore occasione di confronto sarà Paese Focus, uno spazio a disposizione dell’ospite internazionale della Fiera la cui provenienza resterà segreta. Unico indizio: si tratta di una nazione i cui confini coincidono con quelli italiani. Un programma tutto da gustare La quattro giorni di Marche Food Festival comprende una serie di eventi dedicati da una parte agli operatori di settore, e quindi approfondimenti di carattere professionale, dall’altra appuntamenti curiosi e interessanti per il grande pubblico. Dopo l’apertura ufficiale di venerdì, sabato 13 giugno il programma di Marche Food Festival propone corsi di cucina a tema e il “Percorso del Gourmet”, un viaggio tra i vini e le eccellenze agroalimentari del territorio attraverso una serie di straordinari abbinamenti. Anche la domenica 14 sarà una giornata ricca: oltre al corso di cucina e al “Percorso del Gourmet”, in programma un incontro sulla lavorazione dei prodotti per celiaci (in collaborazione con Aic) e un convegno dal titolo “Sicurezza, igiene e qualità degli ambienti”. Infine, lunedì 15 sarà Fiere di Pesaro, in collaborazione con Confcommercio e Fipe, organizza la “Giornata della Ristorazione” che vedrà protagonisti gli operatori di settore. Con la CCIS a Marche Food Festival La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera e Fiere di Pesaro Srl organizzano un viaggio d’affari a “Marche Food Festival” Salone del food & beverage. Agli operatori svizzeri viene offerta la disponibilità di incontrare oltre 150 espositori di Marche Food Festival 2009 – che püroporranna prodotti di selezionata qualità - per allaccia- 86 re nuovi contatti ed informarsi sulle novità del settore. L’evento è pensato soprattutto per operatori di prodotti di nicchia attivi in aziende, consorzi, associazioni del settore agroalimentare, ristoranti, alberghi, agriturisimi, pasticcerie, gastronomie, salumerie, enoteche, distributori, grossisti, nonché ad esponenti della stampa specia- lizzata ecc. Ulteriori informazioni sul sito www.marchefoodfestival.it oppure: Luigi Palma, Simona Ninni Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 – Postfach 8027 Zürich Tel. 044 289 23 23Fax 044 201 53 57 e-mail: [email protected] - www.ccis.ch Rivista – Maggio 2009 La Conclusa la 43a edizione del più importante Salone internazionale dedicato al vino Vinitaly un altro record di espositori esteri Raggiunta quota 45.000 operatori professionali stranieri (che già l’anno scorso avevano raggiunto la quota più alta di sempre con 43.000 presenze) da oltre 110 Paesi. Il preconsuntivo della chiusura supera i 150.000 visitatori: uno su tre viene dall’estero. Vinitaly, dopo aver espresso la propria vicinanza alla Regione Abruzzo e ai suoi espositori, conferma la propria disponibilità ad azioni concrete a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto Un altro record di visitatori esteri a Vinitaly. Tanto che la 43^ edizione è stata definita dagli espositori la più sorprendente e importante di sempre. A chiusura del più importante Salone internazionale del vino, gli operatori esteri, infatti, sono stati 45.000 (record assoluto della manifestazione) contro i 43.000 dello scorso anno. Confermata la provenienza da oltre 110 Paesi e alla chiusura dei battenti il totale com- la manifestazione, Piero Antinori - presidente della Marchesi Antinori e dell’Istituto vino italiano di qualità Grandi Marchi – ha affermato che «c’è stata un’ottima affluenza e molto interesse da parte degli operatori. Si può sicuramente affermare che abbiamo respirato un’atmosfera che si è rivelata migliore del previsto, con la sensazione che Vinitaly 2009 potrebbe rappresentare davvero un mutamento di rotta plessivo delle presenze ha superato i 150.000 visitatori; gli espositori sono stati oltre 4.200 provenienti da una trentina di Paesi su una superficie di 91.000 metri quadrati netti. Riconfermato il numero dei giornalisti, che sono stati oltre 2.400 da una cinquantina di Paesi. Veronafiere e Vinitaly – ha dichiarato Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere - esprimono la loro più profonda solidarietà ai produttori abruzzesi presenti e a tutta la Regione Abruzzo per il drammatico sisma che ha colpito la loro terra. A loro confermiamo la nostra disponibilità a farci promotori di azioni concrete a sostegno delle popolazioni così duramente colpite». Facendo un bilancio del- della situazione attuale». «Vinitaly – secondo Gianni Zonin - si sta sempre più affermando come punto di incontro mondiale per il vino e sono molto soddisfatto di questa edizione del salone. Importante anche il ruolo che Vinitaly World Tour svolge sia per l’internazionalizzazione della rassegna sia per far incontrare ai vitivinicoltori italiani sempre nuove nicchie di mercato». «Con la situazione attuale – afferma Antonio Virando, export manager di Tasca d’Almerita – era naturale aspettarsi un Vinitaly sotto tono invece si è confermata una fiera di business. Ho visto molti operatori esteri interessati a continuare ad investire per essere così pronti Rivista – Maggio 2009 La 87 a ripartire nel momento della ripresa economica. Per quanto ci riguarda è stato il miglior Vinitaly di sempre». Ottimo il consuntivo per Michele Bernetti dell’Umani Ronchi, con «affluenza molto buona di operatori esteri, in particolare da Sud America, Australia, Canada, Taiwan, Hong Kong, Seul e Giappone». La rassegna è stata positiva anche per Castello Banfi con Enrico Viglierchio che ha evidenziato «l’ottima affluenza di operatori sia nazionali che esteri, questi ultimi in particolare provenienti da Europa e Asia. In calo, come era abbastanza prevedibile, gli Usa, anche se i nostri principali partner non sono mancati all’appuntamento». Contatti importanti, qualificati e seri in particolare con Paesi Scandinavi, Cina e addirittura Aruba per Anna Abbona della Marchesi di Barolo. «Abbiamo registrato non solo entusiasmo, ma anche nessuna richiesta di abbassare prezzi e praticare sconti: segno di un mercato sano». «Meglio dell’anno scorso», così ha definito questa edizione di Vinitaly Jacopo Biondi Santi che ha dichiarato di aver chiuso più contratti del 2008, grazie ai tantissimi operatori esteri presenti. «In un momento di crisi economica – ha detto Pia Donata Berlucchi della Fratelli Berlucchi – vedere una tale affluenza e importanza della presenza italiana ed estera, formata da importatori, rivenditori, comunque gente del settore enologico, era davvero fuori da ogni previsione. Ancora più sorprendente il colloquio con queste persone, improntato a progetti, innovazioni, speranze ed ottimismo verso un futuro immediato. Un’iniezione di imprenditorialità che stimola l’intelletto e fa vedere in positivo». Per Sandro Boscaini, presidente di Masi - «Vinitaly è andato bene soprattutto perché era evidente l’entusiasmo e la voglia di superare la crisi, che va monitorata ma di cui, oggi, conosciamo il perimetro. Per questo la situazione non è drammatica e non dobbiamo spaventarci. Certo abbiamo rilevato un calo di presenze di operatori provenienti dall’area della crisi (Usa, Inghilterra, Germania e Giappone), ma il nostro settore ne esce bene. Gli ultimi tre anni – annota ancora Boscaini - sono stati im- periali per il business del vino per cui un ridimensionamento era nell’aria, ma l’entusiasmo di questo Vinitaly è un segnale che se ne può uscire e anche bene. In questi ultimi anni abbiamo vissuto sull’orlo del lusso di largo consumo. Ora i consumatori cominciano a dire ‘vorrei ma non posso’, mentre il vino resiste: un lusso di fronte al quale si può dire ‘vorrei e posso’». «Vinitaly non ha il potere di cancellare la crisi generale – ha detto Fausto Peratoner, amministratore delegato della cantina La Vis -, nonostante questo c’è un forte segnale positivo per il futuro del vino: dagli Usa al Nord Europa, ai Paesi dell’Est, all’asia; i buyer di questi Paesi li abbiamo incontrati in fiera». Prosegue l’analisi Emilio Pedron di Giv, per il quale la crisi che tocca il vino è più da imputare a un bisogno di riordino interno del settore piuttosto che alla situazione internazionale. Per Antonio Motteran, direttore generale di Carpenè Malvolti - «abbiamo avuto incontri con i nostri importatori e distributori ed è emersa una situazione generale incoraggiante, perché nonostante una manifestata cautela i programmi commerciali di lavoro del 2009 risultano sostenibili e sostanzialmente in linea con il 2008. In questo momento è molto più importante occuparsi dei clienti e monitorare quotidianamente le attività in essere, piuttosto che preoccuparsi di una generale situazione negativa di mercato, che non deve assolutamente impedire la ricerca di nuove idee, nuove strategie e nuove opportunità di crescita». «Sono proprio i momenti difficili che mettono alla prova le nostre convinzioni e i nostri valori – ha detto Vittorio Moretti, patron di Bellavista, Contadi Castaldi e Petra (Gruppo Moretti) – e dobbiamo avere l’audacia di andare avanti credendo nel progresso e nella crescita del settore vitivinicolo». «La perfetta macchina organizzativa di Vinitaly – ha detto Gianluca Bisol, direttore generale dell’azienda Bisol - è riuscita a stupirci un’altra volta: mai avremmo pensato quest’anno di incontrare un pubblico professionale così numeroso, con grande interesse dall’estero sia da parte dei mercati storici, quali Usa, Europa e Sud America, ma soprattutto da Cina, Russia e Corea del Sud». La CCIS presente con una delegazione di buyer svizzeri La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, delegata di Veronafiere per la Confederazione, era presente al Vinitaly con una delegazione di rinomati buyer svizzeri e ha preso parte a numerosi “Taste & Buy” organizzati da varie Regioni Italiane. La de- 88 legazione elvetica era composta dai seguenti operatori: Gaetano Ferreri della Ferreri Import/Export di Pratteln/BS, Chris Leemann dell’azienda Vincommercio GmbH di Rheinfelden, Nicola Gallo dell’azienda Italsapori Import di Hitzkirch/LU, Christian Dätwyler della Gastrovin AG di Zurigo, Daniel Caro della ditta Globalwine AG di Zurigo, Francesco Mancuso dell’azienda Opera Vins Italiens de Prestige SA di Arzier. I buyer svizzeri hanno partecipato agli incontri one-to-one delle seguenti regioni: Puglia, Lombardia, Campania e Basilicata. Rivista – Maggio 2009 La Il Mondo in Camera A colloquio con Christian Pitardi, Reparto Commerciale CCIS 176 neue Empfehlungen und die bewährten Adressen allesamt neu bewertet der Osterie d’Italia 2009/10 ist da! Attività camerali Biblioteca Contatti Commerciali Il mondo in Camera A colloquio con Christian Pitardi, Reparto Commerciale CCIS Nuove alleanze e nuove partnership per continuare a crescere insieme Sulla scorsa edizione abbiamo riferito dell’esperienza di Luigi Palma. In questa continuiamo il nostro breve viaggio nel piccolo mondo camerale incontrando un altro giovane operatore: Christian Pitardi Da quanti anni lavori per la Camera? 9 anni nel 2009: anni molto importanti ed intensi per me che ho iniziato a lavorare per la prima volta proprio tra le mura della Camera. Che funzione ricopri? Dal 2008 sono responsabile dell’ufficio commerciale. Trovi il tuo lavoro appassionante? Si molto. Contribuire agli scambi tra due Paesi così importanti, mi da molti stimoli: qui seguo passo passo lo sviluppo delle relazioni commerciali tra piccoli e grandi imprese dei due Paesi. Il lavoro quotidiano vario e veloce mi costringe a migliorarmi anche in campo informatico, gestisco infatti strumenti di informazione online, come il sito camerale (www.ccis. ch), la newsletter mensile ed ultimamente anche il giornale.ch (www.ilgiornale.ch) nuovo portale partner della Camera in Svizzera. La CCIS compie cent’anni. Che sensazioni provi? Emozionante. È bello vivere un avvenimento cruciale per la Camera e per chi l’ha resa un punto di riferimento per il Made in Italy in Svizzera.. In un secolo di vita la Camera può dire di aver accompagnato la storia italiana e svizzera. Sia in fasi di congiuntura negativa che positiva, la CCIS ha trovato sempre il modo di rafforzare il Made in Italy in Svizzera, rendendo credo un servizio concreto al nostro Paese. Pensi che la Camera giochi un ruolo importante di promozione dell’economia italiana in Svizzera? Direi proprio di sì. La CCIS è il punto di riferimento per gli operatori economici italiani in Svizzera. Anche se tra 90 i soci della CCIS figurano marchi prestigiosi del Made in Italy, la Camera è stata sempre interlocutrice di piccole e medie realtà imprenditoriali motore della nostra economia e del nostro export. Pensi che le aziende italiane debbano mantenere alto il loro livello di attenzione sul mercato svizzero? Il mercato svizzero resterà sempre nelle attenzioni delle imprese italiane. Perchè? Pur non essendo un Paese esteso, la Svizzera ha una domanda di qualità che sa riconoscere i prodotti di nicchia e colloca la Confederazione al sesto posto nel mondo tra i maggiori paesi importatori di Made in Italy e al primo posto per importazioni pro-capite dall’Italia. La sfida per l’Italia è difendere le posizioni di leadership acquisite in Svizzera, continuamente minacciate da paesi emergenti e dinamici, ma anche da grandi paesi industriali quali Francia e Germania. Che difficoltà incontri nel tuo rapporto quotidiano con aziende e istituzioni italiane ed il mercato svizzero? Le istituzioni con le quali interloquiamo quotidianamente sono ricche di professionalità, ma spesso agiscono frenate da un eccessivo carico amministrativo e burocratico. Le aziende italiane, dinamiche, spesso geniali e qualitativamente eccellenti dimostrano scarsa flessibilità nel comprendere le esigenze di questo mercato e le sue regole comportamentali (la conoscenza delle lingue, l’affidabilità, la puntualità…). è importante capire che questo mercato va curato con attenzione non solo per la qualità dei rapporti di business che si possono stabilire che sono di alto livello, ma anche per il ruolo di test che questo mercato può avere per un prodotto o un servizio da lanciare poi su altri mercati internazionali. Se dovessi individuare le tre differenze più grandi tra un partner svizzero ed uno italiano quali sarebbero? Gli svizzeri sono più esigenti, puntuali ed attenti ai dettagli rispetto agli italiani che dal canto loro sono però più propositivi, intraprendenti e informali. Come Ti piacerebbe vedere la Camera tra 10 anni? Da dieci anni a questa parte sono cambiate moltissime cose. La CCIS è riuscita ad imporsi sul mercato in cui opera, acquistando maggiore visibilità e partecipando ad importanti manifestazioni. Ha ampliato le proprie attività, creando collaborazioni interessanti sia con istituzioni italiane sia con quelle svizzere. Mi auguro che tra dieci anni, magari tramite nuove collaborazioni e partnership, la Camera diventi la colonna portante dell’economia italiana in Svizzera. Rivista – Maggio 2009 La › Terra, Mare e cibo degli Dei Trascorrere 3 giorni a Reggio Calabria nel cuore del Mediterraneo e della Magna Grecia alla ricerca del migliore olio extravergine d’oliva e dei vini di questa assolata terra: questa l’offerta della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) agli importatori svizzeri del settore. Il programma di massima prevede: • arrivo in aereo dalla Svizzera il 12 maggio sera e transfer in albergo a 4 stelle; • 13 maggio - degustazione di vini e olii calabresi; • 14 maggio – vista all’area di produzione del vino; • 15 maggio – visita all’area di produzione dell’olio. Per ulteriori informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8002 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 23 - Fax 0041/44/201 53 57 E-Mail: [email protected] mente, come la Superbike 1198S, la nuova Streetfighter, la leggendaria Ducati Monster, la classica Moto Guzzi V7 o l’affascinante Norge e altri ancora. Dopo il raduno, senza dubbio, tutti saranno affamati quindi giungerà proprio ad hoc un pranzo collettivo con specialità italiane al Ristorante Frascati a Zurigo. In seguito si ritornerà al luogo di partenza; termine del raduno ca. ore 15:00 Per la partecipazione è richiesta una valida patente di guida per ciclomotori (patente cat. A). I partecipanti devono già essere muniti dell’abbigliamento da motociclista e del casco. * Menù di tre portate inclusa l’acqua minerale al prezzo di CHF 60.--. Inviare l’iscrizione entro il 5 giugno 2009 alla: MotorImport SA, Bernerstrasse Nord 202, 8048 Zurigo o per mail a [email protected]. › Vini senesi a Zurigo › Extender - Le gare di appalto svizzere PromoSiena e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) organizzano una degustazione dei vini del senese lunedì 25 maggio 2009 Hotel Marriott, Zurigo. 30 espositori di vini provenienti dalla provincia di Siena presentano agli imprenditori svizzeri del settore del vino e agli amanti del vino un’accurata selezione dei loro prodotti, tra i quali i noti Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, Vernaccia di San Gimignano, Chianti Colli Senesi. Degustazione gratuita dalle 12.00 alle 18.30- l’iscrizione è obbligatoria! Informazioni e iscrizione Lara Francesca Cucinotta Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, 8027 Zurigo Tel. 044 289 23 23 Mail [email protected] › Raduno del centenario della CCIS con le più prestigiose marche della motoristica italiana Che cosa sarebbe l’Italia senza La Moto? Tradizione - Passione - Fascino. Vi invitiamo, per vivere in prima persona questi valori, al raduno in onore del centenario della CCIS con le marche MOTO GUZZI e DUCATI. Se preferite affrontare le curve in maniera sportiva oppure viaggiare ad un’andatura più tranquilla, a questo raduno, tutti sono i benvenuti! Naturalmente anche le compagne e i compagni. Ci incontriamo domenica 21 giugno 2009 alle ore 8:30 davanti agli edifici del gruppo Mohag, Bernerstrasse Nord 202, 8048 Zurigo. Tutto quello che il cuore dell’appassionato desidera verrà messo a disposizione gratuita- Rivista – Maggio 2009 La Le gare di appalto svizzere vengono monitorate costantemente dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ed inserite nella banca dati gestita dal Ministero degli Affari Esteri: Extender.La CCIS seleziona settimanalmente le gare di appalto considerate più idonee alla tipica offerta italiana di prodotti e servizi e la maggior parte delle gare si concentra comunque nel settore dell’edilizia. La Camera può quindi essere un importante tramite per le aziende italiane che vogliano venire a conoscenza di queste gare e ricevere una prima assistenza per parteciparvi. Per ulteriori informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8002 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 23 Fax 0041/44/201 53 57 E-Mail: [email protected] › Bio Made in Italy La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, sulle orme di quanto fatto da altre Camere su altri mercati, lancia proprio in questi giorni la sua iniziativa Bio Made in Italy, un pacchetto promozionale destinato a promuovere le aziende italiane in Svizzera tramite una fase di preparazione al mercato della distribuzione specializzata, un incoming di importatori in Italia e una presenza fieristica presso la manifestazione settoriale di riferimento in Svizzera: www.biomarche.ch Il pacchetto è accessibile a tutti gli enti e le associazioni italiane interessati a promuovere le aziende del loro territorio su questo mercato che continua a crescere anche in tempi di crisi. Siamo interessati anche a ricevere dagli importatori elvetici delle manifestazioni di interesse specifico. Per ulteriori informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Fabrizio Macrì - Seestrasse 123 - 8002 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 23 - Fax 0041/44/201 53 57 E-Mail: [email protected] 91 › La subfornitura italiana si presenta a Vicenza La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera seleziona una delegazione di responsabili acquisti dell’industria elettro-meccanica svizzera per farli partecipare ad una due giorni di incontri con aziende subfornitrici della provincia di Vicenza nel mese di maggio 2009. L’evento vicentino è organizzato da Vicenza Qualità e pensato per committenti internazionali tra cui la Svizzera. Obiettivo dell’iniziativa che vedrà la realizzazione di incontri BtoB tra 2 o 3 buyer elvetici e circa 20 aziende vicentine, è quello di aprire nuovi sbocchi commerciali alle aziende della subfornitura meccanica vicentina. Per ulteriori informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Fabrizio Macrì, Seestrasse 123 - 8002 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 23, Fax 0041/44/201 53 57 E-Mail: [email protected] › › Borsa internazionale di contatti alla Intersolar Monaco di Baviera La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Vi presenta la borsa internazionale di contatti alla Fiera Intersolar di Monaco di Baviera. La partecipazione a questa borsa, gestita in partnership con la Camera di Commercio Italiana di Monaco di Baviera (www.italcam.de) Vi offre l’opportunità di fissare in anticipo un’agenda di incontri di affari con aziende principalmente tedesche ed italiane. Gli incontri si terranno nel pomeriggio del giorno 27 maggio 2009 presso l’ICM della Fiera di Monaco di Baviera e dureranno ciascuno 30 minuti secondo un’agenda di incontri prefissata. Informazioni: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8002 Zurigo Tel. 0041/44/289 23 23 - Fax 0041/44/201 53 57 E-Mail: [email protected] Scuole medie reggine in visita alla Camera Lo scorso 2 Aprile 2009, nell’ambito delle attività di internazionalizzazione della provincia di Reggio Calabria ed in partnership con il Consolato svizzero di Reggio Calabria, la CCIS ha ospitato nella sua sede di Zurigo una scolaresca di circa 30 ragazzi delle scuole medie reggine Durante l’incontro sono state illustrati, a scopo formativo e partendo dall’esperienza pratica, i temi e le modalità dell’internazionalizzazione, degli scambi economici e dell’apertura culturale ai mercati esteri. 92 Rivista – Maggio 2009 La 176 neue Empfehlungen und die bewährten Adressen allesamt neu bewertet der Osterie d’Italia 2009/10 ist da! Wer nicht so sehr auf gestärkte Tischdecken und steifes Personal Wert legt, sondern vielmehr eine authentische Küche und behagliche Atmosphäre sucht, der greift für seinen nächsten Italienurlaub zum Osterie d’Italia von Slow Food Editore. Dieser einzigartige kulinarische Reiseführer ist der ideale Begleiter, um die echte italienische Regionalküche und Lebensart in Osterien, Trattorien, Enotecen, familiären Restaurants und Weinbars im Sinne der Slow Food- Philosophie zu entdecken. Vollständig überarbeitet und neu recherchiert, bietet der Osterie d’Italia 2009/10 von HALLWAG eine äußerst umfangreiche Auswahl von über 1.700 zuverlässige Adressen quer durch ganz Italien. 1991 erstmals erschienen, verstand sich der Leitfaden zum guten italienischem Essen (so der Untertitel der italienischen Originalausgabe) vorrangig als Gegenbewegung zur überteuerten Spitzengastronomie sowie zur ausufernden Fast Food Kultur. Heute beklagen die Herausgeber vor allem den Trend zum „Billigheimer“: Billigflüge, Billiglokale und Discounter prägen auch in Italien zunehmend das Konsumverhalten. Umso wichtiger sind damit die Lokale geworden, „die die gastronomische Identität des Landes bezeugen, Orte der Geselligkeit, Stätten für Essen und Wein, die unsere Vorstellungswelt mit der Atmosphäre einer urigen Osteria gleichsetzen“, so der Slow Food-Redakteur Giovanni Ruffa im Vorwort. Und genau das macht das Konzept dieses jährlich aktualisierten Gastronomieführers zeitgemäßer denn je. Verschiedene Symbole zeichnen Restaurants aus, die herausragende regionale Produkte wie Wein oder Käse anbieten oder Betriebe, die in besonderer Weise der Slow Food-Philosophie entsprechen. Konkurrenzlos sind die Hinweise auf barrierefreie Lokale sowie Lokale, die glutenfreie Gerichte anbieten. Kurze Essays mit regionalen Besonderheiten geben Einblicke in Traditionen und Sitten Italiens. Das 64-seitige kulinarische Glossar hilft dem Reisenden im Restaurant und beim Einkauf. Die Schaumweinkrone trägt in diesem Jahr eine Kellerei aus Südtirol, die bio-dynamischen Anbau praktiziert und der Winzer des Jahres 2009 ist eine Frau – die ebenfalls einen biodynamischen Ansatz verfolgt. Die Zahl der „Drei-Gläser-Weine“ erreichte mit 339 Auszeichnungen einen neuen Höchststand: Der soeben bei HALLWAG erschienene Vini d’Italia 2009 wurde wieder vollständig neu recherchiert und geschrieben. Der Vini d’Italia von Gambero Rosso® und Slow Food Editore ist der weltweit wichtigste Führer zu italienischen Qualitätsweinen. Ob im Restaurant, beim Weineinkauf oder auf der Italienreise; der seit 22 Jahren bewährte Guide bietet einen einzigartigen Überblick über die italienische Weinwelt und weist den Weg zu 2.250 Produzenten und ihren Erzeugnissen. Angefangen beim sauber gemachten Alltagswein bis hin zum absoluten Spitzenwein hält der Vini d’Italia 2009 insgesamt über 18.000 Empfehlungen bereit, darunter viele Neuentdeckungen und Geheimtipps. Bei allen Weinen wird neben der qualtitativen Bewertung auch die Preiskategorie angegeben: Von 1 (unter 3,50 €) bis 8 (über 40,- €) – besonders günstige Preis-LeistungsVerhältnisse werden zudem mit einem Sternchen gekennzeichnet. In Regionen gegliedert – angefangen beim Aostatal bis hin zu Sizilien – bietet das Werk jeweils am Anfang des Kapitels eine kurze Einführung zur Entwicklung der Weinregion. Innerhalb der Region sind zunächst die Anbauorte und darin die Produzenten alphabetisch und mit vollständiger Adresse aufgeführt. Jeder Betrieb wird in einem kurzen, lebendig geschriebenen Porträt vorgestellt. Darunter sind dann die empfehlenswerten Weine dieses Produzenten mitsamt Bewertung nach Gläsern sowie einer Einordnung in die jeweilige Preiskategorie aufgeführt. Slow Food Editore Osterie d’Italia 2009/10 Über 1.700 Adressen ausgewählt und empfohlen von SLOW FOOD HALLWAG Verlag München 912 Seiten, Integralbindung mit Lesebändchen 21 Übersichtskarten Format: 12 x 21,5 cm 29,90 € (D) 30,80 € (A) 50,90 sFr ISBN: 978-3-8338-1584-3 Gambero Rosso® Slow Food Editore VINI D’ITALIA 2009 (Deutsche Ausgabe) Neu bewertet: 2.250 Produzenten und 18.000 Weine HALLWAG Verlag München 992 Seiten, Integralbindung Format: 14,4 x 28,3 cm 29,90 € (D) 30,80 € (A) 50,90 sFr ISBN: 978-3-8338-1583-6 Erscheinungstermin: Februar 2009 Rivista – Maggio 2009 La Erscheinungstermin: Februar 2009 Winzer, Weine und die neuesten Entwicklungen der italienischen Weinwelt – nachzulesen im neuen „Vini d’Italia 2009“ 93 Contatti Commerciali DAL MERCATO ITALIANO E-mail:[email protected] www.ermini.com Offerte di merci e servizi Abbigliamento e moda Cristina Gavioli srl Via B.Franklin, 7/1-2-3 I - 41012 Carpi MO Tel. 0039/059 641624 Fax. 0039/059 643238 [email protected] www.cristinagavioli.it Produzione e commercializzazione di apparecchi da intrattenimento Eurostar srl Via Lombardia, 49 I - 40060 Osteria Grande BO Tel 0039/051 945405 Fax 0039/051 6941564 Email [email protected] www.eurostar.it Fusioni in lega di magnesio Manzini srl Via Argini nord, n°4945 Bolognina Crevalcore BO Tel. 0039/051 987250 Fax. 0039/051 987404 [email protected] www.manzinimt.it Abbigliamento per la caccia CI-VA snc Via F Bertoncini 21 I - 50054 Fucecchio FI Tel: 0039/0571 242131 Fax: 0039/0571 242134 E-mail: [email protected] www.ci-va.it Prodotti alimentari surgelati Gias Spa Via Nazionale I - 87010 Mongrassano Stazione CS Tel: 0039/0984 524711 Fax 0039/0984 524254 E-mail: [email protected] www.giasspa.it Prodotti di telecomunicazione per applicazioni militari Techaya Ltd Rappresentanza per l’Italia E-mail: [email protected] www.techaya.com Vino Casa Vitivinicola Tinazzi Srl Via delle Torbiere 13 I - 37017 Lazise VR Tel: 0039/045 6470697 Fax: 0039/045 6471117 E-mail: [email protected] www.tinazzi.it Materiali idrotermosanitari Ebrille srl Strada Canelli 61/A I - 14049 Nizza Monferrato (AT) Tel. 0039/0141 703111 Fax 0039/0141 703140 E-mail: [email protected] www.ebrille.it Abbigliamento e moda Teddy Spa Via Coriano 58 - Grosrimini - Blocco 97 I – 47900 Rimini Tel. 0039/0541 301480 Fax 0039/0541 383430 E-mail: [email protected] www.teddy.it Ceri e candele Cereria Ermini Srl Via Giorgione, 21 I - 31056 Roncade TV Tel. 0039/0422 840806 94 Bigiotteria e oggettistica in vetro Isole Veneziane S.a.s. Viale Venezia 137 I - 31015 Conegliano TV Tel. 0039/0438 61166 Fax 0039/0438 452915 E-mail: [email protected] www.isoleveneziane.com Mosaici in pietra naturale Art 2000 srl Via dell’Artigianato 31 I - 41040 Polinago (MO) Tel. 0039/0536 46486 [email protected] www.art2000.it Richieste di merci e servizi Telefoni cellulari Starlite-Italia via Aeroporto 42/B I - 44100 Ferrara Tel. 0039/0532 975364 Fax 0039/0532 906498 [email protected] www.starlite-italia.it Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • La ditta Silca di Brescia attiva nella produzione di etichette autoadesive presenterà ad Aprile i propri innovativi prodotti al pubblico elvetico. La Silca realizza prodotti di sicura qualità ed affidabilità e collaborerebbe volentieri con agenti e rappresentanti del settore e imprese del settore alimentare, cosmetico e dell’abbigliamento. L’azienda utilizzando la tecnologia della stampa a trasferimento termico (TTR) riesce a proporre al mercato tutte le possibili soluzioni di nastro, sia per la stampa, dalla tradizionale a quella di ultima generazione ad alta velocità sia per il colore, dalla quadricromia per stampanti speciali ai colori oro ed argento per stampe ad alta tenuta. Per la produzione dei transfer non sono utilizzati solventi né acqua durante la fase di fabbricazione: sono perciò atossici, indelebili e resistenti ai lavaggi. Vino Azienda Agricola Prà di Graziano Prà Via della Fontana, 31 I - 37032, Monteforte d’Alpone (VR) Tel. 0039/045 7612125 Fax. 0039/045 7610326 E-Mail: [email protected] www.vinipra.it • La società Walcher di Bolzano è specializzata nella produzione di grappe, acqueviti di frutta e liquori pregiati. Frutta di prima qualità, tecniche di distillazione collaudate da anni e l’utilizzo di alambicchi speciali a bagnomaria con controllo elettronico, garantiscono la massima qualità e purezza delle grappe, acqueviti e liquori. La Walcher gradirebbe entrare in rapporti d’affari con distributori o rivenditori del settore interessati ad ampliare la propria offerta con prodotti di sicura qualità e dal gusto prelibato. Salumi Reduzzi Salumi srsl Via Ovada, 1 I - 20142 Milano Tel. 0039/0373 91359 ax 0039/0373 970403 [email protected] www.reduzzisalami.com • La ditta S.C.S. di Brescia attiva nella produzione di stampi per pressofusione presenterà ad Aprile i propri prodotti al pubblico elvetico. La S.C.S. realizza prodotti di sicura qualità ed affidabilità e collaborerebbe volentieri con imprese che producono articoli in plastica, fonderie di Rivista – Maggio 2009 La alluminio, subfornitori del settore militare. L’azienda lavora da oltre vent’anni su commessa e copre una gamma di mercati amplissima (automotive, elettrodomestici, apparecchiature medicali, militare) e grazie ad un parco macchine tecnologicamente assai avanzato può realizzare stampi fino a valori di 2000 x 3000 mm con un peso di 30 tonnellate. • La ditta Cover Technology srl di Brescia attiva nel settore della realizzazione di coperture in PVC e policarbonato per hangar, magazzini e impianti sportivi presenterà ad Aprile i propri innovativi prodotti al pubblico elvetico.La Cover Technology offre prodotti di sicura qualità ed affidabilità a agenti e importatori svizzeri del settore. L’assenza di fondazioni permette la massima semplicità nella posa delle strutture Cover Technology anche negli ambienti più critici, mantenendo grazie a speciali metodi di ancoraggio, solidità strutturali paragonabili a costruzioni in muratura, e abbattendo i costi dovuti ai più classici sistemi edilizi. Elevata resistenza ai carichi di vento e neve, grazie ad innovative scelte costruttive, consente a Cover Technology di superare le classiche soluzioni in acciaio, legno lamellare e legno massiccio. • La ditta Miglioli Group di Brescia attiva nella produzione di materiale nel settore idrosanitario presenterà ad Aprile i propri innovativi prodotti al pubblico elvetico. La Miglioli Group realizza prodotti di sicura qualità ed affidabilità e collaborerebbe volentieri con importatori e distributori di materiale idrotermosanitario. L’offerta dell’azienda è veramente amplissima, spazia dalle semplici valvole a sfera o dai comuni aeratori ai più complessi miscelatori monocomando e alla rubinetteria di lusso. La Miglioli Group offre prodotti termosanitari sia per uso industriale che per uso abitativo. Tutti i prodotti sono certificati e sono coperti da assicurazioni contro danni o difetti di produzione il che da una garanzia della qualità dei materiali realizzati. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 [email protected] - www.ccis.ch DAL MERCATO SVIZZERO Guaine di protezione per cavi elettrici Jet Electricité & Télécommunication SA Ch. Frank-Thomas 66 1223 Cologny Tel. 0041/022 700 6261 Fax 0041/022 7006266 [email protected] www.jetelectricite.ch Calzature Artigiano Shoes & Bags Birmensdorferstrasse 1748 8003 Zürich Tel. 0041/43 3330885 E-Mail: [email protected] Salve! Sono Teresa Nuzzo, ho 29 anni, sono laureata in Economia presso l’Università Parthenope di Napoli e sono specializzata con un master post-laurea in Tourism Management. Mi sono trasferita a Zurigo da alcuni mesi, per motivi familiari, e cerco un impiego nell’ambito dell’organizzazione e promozione turistica, oppure in ambito economico-commerciale. Sono madrelingua italiana, ho una buona padronanza dell’inglese e una conoscenza di base del francese; inoltre sto continuamente approfondendo la conoscenza del tedesco frequentando corsi intensivi. Sono una persona seria, dinamica, volenterosa, aperta a nuove sfide ed apprendo velocemente. Ho avuto esperienze lavorative in ambito turistico, nei servizi di segretariato, e ho appena terminato una prima esperienza di tirocinio in Svizzera presso la CCIS. e-mail: [email protected] Mobile: (+41) 0762442502 Rivista – Maggio 2009 Abbigliamento femminile Liza Lareida GmbH Geigenmühlestr. 5 8173 Neerach Tel. 0041/ 434332109 Fax 0041/434332105 [email protected] Offerte di merci e servizi Prodotti cosmetici e di bellezza Valöex SA Oberstrasse 125a 9001 St. Gallen 0041/79 8217291 [email protected] www.valoex.com Ricerca di merci e servizi ANNUNCI DI LAVORO La Cavi Tefkon AG Poststrasse 7 CH-9220 Bischofszell Tel. 0041 71 424 26 26 Fax 0041 71 424 26 24 [email protected] Richieste di ricerca agenti-rappresentanti • La Swiss Impact (www.swissimpact.com), una società di Berna specializzata in soluzioni informatiche, ha realizzato un prodotto altamente innovativo UIS, ‘Universal Information System’ per la pianificazione della struttura dati e delle applicazioni informatiche adatto ad imprese di ogni tipo e dimensione. Dopo l’installazione di una soluzione software individuale, i responsabili IT di una ditta non devono fare altro che amministrare la struttura degli oggetti dati centrali. Saranno in grado di gestire oggetti e i loro attributi, i loro ruoli e generarli liberamente. Ed è qui l’innovazione di UIS: mentre fino ad oggi queste operazioni implicavano una costosa e intensa ristrutturazione delle applicazioni e delle banche dati, con la conseguente necessità di un nutrito gruppo di tecnici, oggi bastano pochi clic con il mouse. Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123 casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 - Fax 044/201 53 57 [email protected] - www.ccis.chw 95 Attività e Servizi Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: • Ricerche su banche dati di produttori e/o importatori dAuoi seguenti Paesi: Italia e Svizzera • Collegamenti online per visure, protesti, bilanci, statistiche ecc. • Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti • Ricerca e mediazione di rappresentanti, agenti e distributori • Organizzazione di incontri tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato • Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali Pubblicazioni • Recupero crediti in Svizzera • Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS • Compra-vendita di beni immobili in Italia • Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia • Servizi camerali • Das neue italienische Gesellschaftsrecht • ”La Rivista“ periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) • Calendario delle Fiere italiane • Annuario Soci • Indicatori utili Italia-Svizzera • Facilitazioni per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 289 23 23, • Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche • Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale • Assistenza e consulenza in materia doganale • Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere • Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti • Azioni promozionali e di direct marketing • Arbitrato internazionale • Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insiediamenti in Svizzera ed in Italia • Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità • Traduzioni • Viaggi di Studio • Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma • Swiss Desk Porti italiani • La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere Fax ++41(0)44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41(0)22 906 85 95, Fax ++41(0)22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 Tagliando d’abbonamento Nome ...................................................................................................... Cognome ................................................................................................. Indirizzo .................................................................................................. Tel. .................................... e-mail ....................................................... Intendo sottoscrivere un abbonamento annuo (11 copie) a La Rivista al costo di 60CHF (estero: 50 euro) Data e firma ............................................................................................ 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