Neoplasia, Tumore, Cancro

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Neoplasia, Tumore, Cancro
ISTITUTO SUPERIORE “G. NATTA”- BERGAMO
Colla Francesca
5^D-Liceo Scientifico Tecnologico
Anno Scolastico 2013/ 2014
Neoplasia, Tumore, Cancro
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INDICE:
1. BIOLOGIA
Tre definizioni
La cellula impazzisce
Differenze di tumori
Metodi di cura
2. FISICA
Radioterapia
Effetti collaterali
Tomografia computerizzata
3. CHIMICA
Chemioterapia
Quando si utilizza e tipi di chemioterapia
Dopo la chemioterapia
4. ITALIANO
Pirandello: L’uomo dal fiore in bocca
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BIOLOGIA
TRE DEFINIZIONI
DIFFERENTI:NEOPLASIA, TUMORE,
CANCRO
I termini cancro e tumore sono spesso
utilizzati senza alcuna distinzione nel parlato
comune ma, in ambito biologico hanno
significati differenti.
Tumore ( dal latino Tumor) rigonfiamento
significa è stato coniato sulla base dell’aspetto macroscopico della maggior parte dei
tumori che si presentano spesso, ma non sempre, con una massa rilevante sul sito
anatomico di origine.
NEOPLASIA significa nuova formazione, è sinonimo del precedente ma prende in
considerazione, più che l’aspetto esteriore della massa, il contenuto cellulare della stessa
che è costituito da cellule di “nuova formazione”. L’oncologia è la branca della medicina
che si occupa dello studio e della cura delle neoplasie. La neoplasia può essere benigna o
maligna.
Si utilizza poi il termine CANCRO (granchio) poiché le cellule neoplasiche, come il
crostaceo con la sua preda, durante la loro formazione e il loro sviluppo circondano le
cellule sane vicine e le distruggono. Si utilizza cancro quando la crescita della massa
intacca gli organi adiacenti.
LA CELLULA IMPAZZISCE
Il tumore ha origine da un’unica cellula ,poi il numero delle cellule aumenta
esponenzialmente man mano che esse si dividono.
Il cancro non è un’unica malattia ma, poiché può avere molteplici cause e può colpire
organi e tessuti differenti possiamo dire che è un’insieme di molteplici malattie. Infatti, a
seconda del tipo di cancro abbiamo cure e metodi di diagnosi differenti.
Le cellule tumorali hanno subito all’interno del loro assetto cromo somatico un
cambiamento riguardante i cromosomi, posso essere mutati o in numero maggiore, o
mancanti.Possiamo dire che ad un certo punto la cellula impazzisce poiché perde alcune
sue caratteristiche fondamentali e ne assume di nuove ed inizia a moltiplicarsi senza
controllo. Le cellule tumorali hanno la caratteristica di sapersi riprodurre molto
velocemente, un maggior numero di cellule tumorali si moltiplica rispetto a quelle che
muoiono( con l’aumentare della massa tumorale la crescita delle cellule tumorali aumenta
notevolmente).
Caratteristiche della crescita delle cellule cancerose:
•Crescita indipendente da ancoraggio (cellule normali che non riescono ad aderire ad un
substrato vanno incontro ad apoptosi, cioè il suicidio programmato della cellula)
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.Crescita non inibita dalla densità cellulare:le cellule normali formano monostrati, cellule
cancerose ammassi.
•Hanno un numero divisione cellulari indefinito-illimitato (meccanismi che evitano
accorciamento telomeri). Questo è dovuto ad un enzima chiamato telomerasi, che
permette la ricostruzione del telomero che si trova nel 90% delle cellule cancerose.
Assenza della matrice extracellulare che favorisce l’invasione dei tessuti adiacenti.
Angiogenesi: nuova formazione di vasi sanguigni che permettono alla massa tumorale di
alimentarsi.
Differenza tra neoplasia benigna e maligna:
I tumori benigni sono riconoscibili per una crescita lenta ma progressiva, senza
invasione dei tessuti vicini né diffusione a distanza, sono quindi poco aggressivi e in
genere non mettono in pericolo la vita dell’individuo (es. polipi, cisti).
I tumori maligni invece, sono caratterizzati da
crescita rapida, dalla capacità di invadere i
tessuti circostanti e di disseminarsi a distanza;
sono perciò molto aggressivi e possono
determinare la morte se non curati in tempo
(es. cancro, sarcoma).
Questa distinzione rimane comunque
schematica e clinica, esistono infatti molte
forme intermedie e ogni tumore nel tempo può
esprimere nuove caratteristiche che modificano
la propria aggressività.
DIFFERENZE DI TUMORI:
I tumori vengono classificati in base al tipo di cellule che vengono attaccate:
Carcinoma:è un tumore maligno di origine epiteliale.E' la forma più frequente di cancro e
gli organi prevalentemente colpiti sono la prostata, i polmoni, la mammella, la pelle,
l'apparato gastroenterico, la laringe, il rene ecc.
Sarcoma: E' un tumore dei tessuti connettivi, quali nervi, muscoli, articolazioni, ossa, vasi
sanguigni. Può insorgere in qualunque parte del corpo e spesso è nascosto in profondità
negli arti.(ossa, muscoli, cartilagini…)
Linfoma: è un tumore del tessuto linfoide. Il linfoma ha molti tratti in comune alle leucemie,
tuttavia si indica con il termine linfoma un tumore che si presenta sotto forma di masse
distinte (in un tessuto linfoide periferico, generalmente).
Leucemie: è un tumore delle cellule del sangue. Le cellule del midollo osseo vengono
intaccate, i globuli rossi e quelli bianchi. Le cellule tumorali dei pazienti leucemici non
hanno una massa localizzata, poiché le cellule coinvolte sono globuli rossi,bianchi o
piastrine si trovano in tutto l’organismo.
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METASTASI
Le metastasi sono
cellule tumorali che si
spostano dalla cellula
di origine e vanno ad
intaccare altri organi
e altri parti del corpo.
Si possono diffondere
localmente o per
diffusione. Lo
spostamento della massa tumorale per diffusione significa che le cellule maligne utilizzano
i canali dell’organismo( linfatici, vasi sanguigni) per spostarsi dentro di esso e riescono ad
arrivare in punti lontani dal sito di origine .Gli esami medici che permettono la diagnosi
della metastasi sono la scientigrafia ossea(somministrazione di un farmaco radioattivo), la
TAC, e risonanza magnetica.
CAUSE TUMORI
Non vi è un’unica causa per i tumori, solitamente si generano più frequentemente dopo i
55 anni poiché le cellule possono aver accumulato nel corso degli anni modificazioni
genetiche durante la loro riproduzione.
Non ci sono vere e proprie cause genetiche ma, possiamo dire che ci sono organismi che
sono più predisposti a malattie tumorali.
Un ambiente e uno stile di vita sano possono incidere molto sui tumori. Infatti, i tumori
sono causati da fattori come: fumo, sole e raggi ultravioletti, sedentarietà, alcol e
alimentazione. Altri importanti fattori sono agenti
chimici che si trovano nell’ambiente in cui
viviamo per esempio l’amianto, gas, etc..
METODI DI CURA:
Vi sono diversi metodi per la cura del cancro:
La cosiddetta sorveglianza attiva è riservata
alle forme tumorali a lentissimo accrescimento,
significa non fare nulla e tenere solo la malattia
sotto stretta osservazione con esami ripetuti.
Solo se si nota una improvvisa accelerazione
dell'evoluzione allora si passa a vere e proprie cure.
La chirurgia è l'opzione principale nella maggior parte dei tumori solidi. Talvolta, per
facilitare il lavoro del bisturi, si tenta di ridurre la dimensione del tumore con una
chemioterapia o una radioterapia pre-operatoria. La chemioterapia utilizza farmaci
citotossici (ovvero tossici per le cellule). In genere il loro effetto è quello di bloccare la
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divisione delle cellule in rapida replicazione, senza però distinguere tra cellule sane e
cellule malate.
La radioterapia utilizza raggi X ad altissima potenza per distruggere le cellule cancerose.
In genere viene concentrata il più possibile nell'area affetta dalla malattia per evitare di
danneggiare le cellule sane. Può essere usata prima della chirurgia per ridurre la
dimensione di un tumore solido o, talvolta, come unica terapia, se il tumore è molto
sensibile all'effetto delle radiazioni.
La terapia ormonale altera l'equilibrio di determinati ormoni nell'organismo. Si utilizza
soprattutto per tenere a bada i cosiddetti tumori ormono-sensibili (come quello della
mammella e della prostata), in cui tali sostanze hanno una funzione di stimolo della
divisione cellulare.
I farmaci biologici sono sostanze che anche l'organismo potrebbe produrre naturalmente
per combattere la malattia. In genere si tratta di anticorpi in grado di "riconoscere" la
cellula tumorale e promuoverne la distruzione da parte del sistema immunitario.
L'immunoterapia consiste nella creazione di vaccini capaci di "risvegliare" il sistema
immunitario contro le cellule tumorali. Sono disponibili vaccini contro il melanoma e, in
forma sperimentale, contro alcuni tipi di tumori del colon-retto. In Europa nessuno di questi
prodotti è ancora stato approvato, ma diversi approcci sono in fase avanzata di studio.
Quando si guarisce?
Il concetto di guarigione, nel caso del cancro, è legato al fattore tempo: proprio perché
nella maggior parte dei casi non si può essere del tutto certi che la malattia, sebbene
localizzata, sia stata rimossa del tutto e che non vi siano in giro per l'organismo cellule
maligne pronte a dare luogo a recidive locali o a metastasi, si considera generalmente
guarita la persona che, dopo 5 anni dal termine delle cure, non manifesti più segni o
sintomi di malattia. In alcuni casi si preferisce aspettare anche dieci anni prima di
dichiarare la completa guarigione del paziente.
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FISICA
RADIOTERAPIA
La radioterapia è un particolare tipo di terapia fisica che
utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei
tumori. Queste radiazioni sono dette radiazioni ionizzanti.
I raggi X sono noti in medicina da tempo: sono stati scoperti
più di un secolo fa, e da allora sono utilizzati sia a scopo
diagnostico, come nel caso delle radiografie, sia a scopo terapeutico, nel caso appunto
della radioterapia.
Si utilizzano i raggi X:


Negli esami diagnostici permettono di "vedere" all'interno del corpo - per esempio
per accertare se c'è una frattura di un osso - provocando danni minimi ai tessuti.
Nella radioterapia, invece, si utilizzano proprio per colpire e distruggere le cellule
tumorali, cercando di evitare quelle sane, la radioterapia viene unita nella cura
contro il cancro con la chemioterapia e l’operazione chirurgica
La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia, emesse da sostanze radioattive (per
esempio iodio o cobalto) oppure prodotte da specifiche apparecchiature chiamate
acceleratori lineari.
Le radiazioni sono dirette contro la massa tumorale e danneggiano in particolare le cellule
cancerose così le cellule tumorali non sono più in grado di moltiplicarsi, capita però che
vengano colpite anche le cellule sane attorno alla massa tumorale ma esse, sanno
riparare al meglio i danni delle radiazioni.
Le grande precisione con cui le radiazioni colpiscono le cellule e una buona risposta delle
cellule sane al trattamento radioterapico fa sì che si verifichino un numero esiguo di effetti
collaterali.
Vi sono due modi per somministrare la radioterapia:

radioterapia esterna si chiama così perché la fonte di raggi è posizionata all'esterno
del corpo.

radioterapia interna si chiama così la radioterapia somministrata dall'interno del corpo.
Ciò può avvenire in vari modi: mediante minuscole sonde di metallo radioattivo che
vengono posizionate direttamente all'interno del tumore o molto vicino a esso , oppure
attraverso un liquido radioattivo da bere o da iniettare in vena, che viene captato in
maniera specifica dalle cellule tumorali.
EFFETTI COLLATERALI DELLA RADIOTERAPIA
Gli effetti collaterali della radioterapia sono soggettivi, variano dalle condizione di salute
generale del paziente e variano molto da un paziente all’altro. Gli effetti collaterali che si
manifestano durante la cura cessano solitamente dopo qualche settimana, solo in pochi
casi durano più a lungo o richiedono altre cure.
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Gli effetti collaterali più frequenti sono: stanchezza, reazioni cutanee, caduta dei peli e dei
capelli, effetti emotivi.
STANCHEZZA: il paziente si sente maggiormente stanco durante la cura poiché il riparo
da parte dell’organismo di cellule sane richiede grandi dispendi di energia. Nei pazienti in
cui la parte colpita di radiazioni è più estesa può esserci un abbassamento dei globuli rossi
che causa anemia ( malattia che provoca grande stanchezza).
REAZIONI CUTANEE: dipende dall’estensione dell’area trattata e possono comparire
irritazioni o arrossamenti. Questa reazione accade generalmente dopo alcuni trattamenti,in
casi gravi si può sospendere il trattamento. La reazione riguarda solamente l’area trattata
con le radiazioni.
CADUTA DEI PELI E DEI CAPELLI: Riguarda solamente l’area trattata, dopo alcune
settimane capelli e peli crescono normalmente.
EFFETTI EMOTIVI: questo non è un vero e proprio effetto
collaterale della terapia ma, è uno stato emotivo alterato
dovuto alla malattia. Il paziente è sottoposto ad un grande
stress emotivo, e poichè subisce parecchie cure mediche il
suo stato emotivo viene debilitato.
Altri effetti collaterali sono differenti a seconda delle singole
zone trattate con radioterapia.
TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA-(TC)
La tomografia computerizzata (TC) è una tecnica di diagnostica per immagini che
consente di esaminare varie parti del corpo per la diagnosi e lo studio dei tumori e di
numerose altre patologie. È un esame radiologico in cui i dati raccolti dal passaggio di vari
fasci di raggi X nell'area interessata sono rielaborati da un computer, in modo da
ricostruire un'immagine tridimensionale dei diversi tipi di tessuto .Viene definita
comunemente TAC poiché in precedenza il tessuto veniva analizzato in modo assiale, ora
invece è tridimensionale.
L'esame consente di studiare qualunque parte del corpo umano. Per vedere meglio le fasi
vascolari (arteriosa e venosa) di organi e tessuti, è necessario l'impiego di un mezzo di
contrasto a base di iodio, che viene comunemente iniettato per via endovenosa. La legge
dell'assorbimento dei raggi X spiega come, dato un fascio di raggi X di una certa intensità
iniziale , esso venga attenuato in intensità
in misura esponenzialmente
decrescente al coefficiente di attenuazione di massa e al cammino percorso nel mezzo
. Il coefficiente di attenuazione di massa dipende dalla densità del materiale
attraversato e dall'energia del fascio di raggi X.
Quindi il fascio di raggi X attraversando un oggetto verrà attenuato tanto più quanto
attraverserà materiali ad alto numero atomico, tanto più sarà bassa l'energia e maggiore
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sarà lo spessore attraversato; viceversa, se attraversa un materiale a bassa densità,
percorre uno spessore piccolo e l'energia è più alta, allora l'attenuazione sarà minore.
Questo è il motivo per cui nelle radiografie analogiche gli oggetti a densità maggiore
appaiono chiari (massima attenuazione) e gli oggetti a densità minore appaiono più scuri
(minima attenuazione).Per questo motivo riusciamo a vedere in modo evidente la massa
tumorale negli esami medici.
Grazie alla ricostruzione tomografica riusciamo a vedere la massa nella sua dimensione
tridimensionale, poiché acquisisce più proiezioni radiografiche. Infatti, riusciamo così a
ricomporre le dimensioni della massa all’interno del corpo. Appositi algoritmi riusciranno a
calcolare precisamente la distribuzione della densità dell’oggetto.
Nel caso in cui vi siano tessuti simili vicini verrà utilizzato uno specifico metodo di
contrasto.
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CHIMICA
CHEMIOTERAPIA
Un trattamento a basse di sostanze
chimiche viene detto chemioterapia,
nello specifico definiamo
chemioterapici quei farmaci che sono
in grado di uccidere gli agenti
responsabili delle malattie.
Specificatamente chiamiamo farmaci
chemioterapici quelli utilizzati per la cura contro il cancro. Le sostanze utilizzate per questi
trattamenti si basano sul fatto che le cellule tumorali si riproducono in modo molto più
veloce rispetto alle altre, quindi, il compito di questi farmaci è quello di interferire con la
replicazione cellulare è quindi uccidere le cellule durante questo processo così ne
impediscono la riproduzione o la rallentano.
I farmaci chemioterapici quindi attaccano soprattutto le cellule che si riproducono
velocemente, ciò implica che vengano distrutte anche le cellule sane come: i bulbi piliferi,
le cellule del sangue, e le cellule delle mucose dell’apparato digerente.
Le conseguenze di questi farmaci preoccupano poiché indeboliscono notevolmente il
corpo,
è però fondamentale dire che grazie a queste cure si è arrivati alla completa guarigione di
persone affette da leucemie infantili o tumore ai testicoli.
COME SI EFFETUA?
Si utilizzano “cocktail” di farmaci che riescono ad aggredire contemporaneamente diversi
meccanismi essenziali per la replicazione delle cellule.
Esistono quasi un centinaio di sostanze che possono essere variamente combinate per
combattere meglio le diverse forme di tumore, e nuove molecole sono continuamente
scoperte, sintetizzate o estratte e messe a punto nei laboratori di tutto il mondo. Ogni
malato ha una cura precisa data dal suo medico, non esistono cure standardizzate.
La somministrazione dei farmaci chemioterapici viene suddivisa in cicli poiché le cellule
non si riproducono contemporaneamente quindi somministrando i farmaci in alternanza e
in periodi differenti si riescono a colpire anche le cellule che hanno periodi di quiescenza.
In genere la chemioterapia si prolunga per un periodo che va da tre a sei mesi, nel corso
del quale si effettuano in genere da tre-quattro a sei-otto cicli di trattamento.
Il programma tuttavia può cambiare in relazione al tipo di malattia, al singolo paziente e
alla reazione individuale alle cure.
DIVERSI METODI DI CHEMIOTERAPIA
A seconda del tipo di cancro e dei farmaci usati, le modalità di somministrazione della
chemioterapia sono le seguenti:
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



Per via endovenosa (la più diffusa);
per bocca sotto forma di compresse o capsule: è la meno frequente ;
per iniezione in muscolo ;
per iniezione sotto cute ;
Questi farmaci attraverso i vasi sanguini circolano in tutto l’organismo e raggiungono le
cellule tumorali.
Vi sono casi particolari per la somministrazione di farmaci:



per iniezione nel fluido spinale ;
per iniezione in una cavità dell'organismo (es. nella cavità pelvica o in vescica);
in crema: si può usare solo per alcune forme di tumore della pelle.
Come detto precedentemente si possono utilizzare metodologie differenti nello stesso
periodo.
Quando si sceglie di utilizzare la chemioterapia?
La scelta di sottoporre un paziente a chemioterapia
può mirare nei diversi casi a obiettivi differenti:

eliminare la malattia, nel caso di tumori molto
sensibili a questi trattamenti;

ridurre il volume della massa tumorale prima di
un'operazione chirurgica o della radioterapia così
da rendere l'intervento più efficace e meno
demolitivo e poter limitare l'irradiazione a zone più
ristrette;

prevenire il ritorno della malattia trattata con un
intervento chirurgico o con la radioterapia,
eliminando cellule tumorali che possono essersi staccate dal tumore e diffuse in altre
parti del corpo, pur non avendo ancora dato luogo a metastasi rilevabili con gli
strumenti diagnostici attualmente a disposizione

ritardare la progressione della malattia quando questa non può essere eliminata del
tutto, per esempio perché già diffusa nell'organismo;( in casi limite prolungare la
sopravvivenza)

migliorare i sintomi provocati dalla massa tumorale quando questa non si può
asportare chirurgicamente, per limitare gli effetti legati all'ostruzione di canali (per
esempio un bronco o l'intestino) e alla compressione degli organi vicini (per esempio
all'interno della scatola cranica);

prima di un trapianto di midollo osseo o di cellule staminali. Le dosi di armaci in
questi casi sono molto alte.
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PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI
I principali effetti collaterali della chemioterapia sono:
Stanchezza: l’organismo impiega tutte le sue forze per eliminare le cellule malate, l’azione
dei farmaci, anemia( abbassamento dei globuli rossi) difficoltà ad assimilare cibo.
Disturbi digestivi: infiammazioni e ulcere in bocca, nausea e vomito, perdita dell’appetito.
I farmaci causano inoltre l’abbassamento dei globuli bianchi e questo indebolisce
notevolmente l’organismo che è soggetto ad un maggior numero di infezioni.
Perdita di capelli, peli e disturbi della pelle e unghie
DIFFERENZA TRA GUARIGIONE E REMISSIONE
Definiamo remissione parziale quando il cancro regredisce del 50% della massa iniziale.
Parliamo di remissione completa quando non ci sono più tracce di tumore, e infine
possiamo parlare di guarigione quando la remissione totale rimane per diversi anni.
TERAPIA ORMONALE DOPO CHEMIOTERAPIA
Dopo la chemioterapia o l’asportazione chirurgica della massa tumorale soprattutto per i
tumori al seno e ai testicoli si aggiunge la terapia ormonale. La terapia ormonale consiste
nel somministrare farmaci componenti ormoni affinchè impediscano la nuova formazione
del tumore. Per esempio molti tumori al seno hanno sulla superficie delle loro
cellule recettori per gli estrogeni, per il progesterone o per entrambi.
Questo emerge dall'esame istologico effettuato sul materiale prelevato nel corso di una
biopsia o dell'intervento chirurgico e permette di definire il tumore come "estrogeno e/o
progesterone positivo"; quindi gli ormoni sessuali femminili stimolano la crescita, quindi
utilizziamo una cura che agisca a questo livello.
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ITALIANO
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA
– Ah, lo volevo dire! Lei dunque un uomo pacifico
è... Ha perduto il treno?
– Per un minuto, sa? Arrivo alla stazione, e me lo
vedo scappare davanti.
– Poteva corrergli dietro!
– Già. È da ridere, lo so. Bastava, santo Dio, che
non avessi tutti quegl’impicci di pacchi, pacchetti,
pacchettini... Piú carico d’un somaro! Ma le
donne – commissioni... commissioni... – non la
finiscono piú! Tre minuti, creda, appena sceso
dalla vettura, per dispormi i nodini di tutti quei
pacchetti alle dita: due pacchetti per ogni dito.
– Strillare! Mi ci sarei spassato un mondo.
– Ho lasciato tutto quel monte di pacchi e
pacchetti in deposito alla stazione; me ne sono
andato a cenare in una trattoria, poi per farmi
svaporar la stizza, a teatro. Si crepava dal caldo.
All’uscita, dico, che faccio? Andarmene a dormire
in un albergo? Sono già le dodici; alle quattro
prendo il primo treno; per tre orette di sonno, non
vale la spesa. E me ne sono venuto qua. Questo
caffè non chiude, è vero?
– Perché lei forse non sa che cosa diventano le
donne in villeggiatura!
– Non chiude, nossignore. E cosí, ha lasciato tutti
quei pacchetti in deposito alla stazione?
– Ma sí che lo so! Appunto perché lo so. Dicono
tutte che non avranno bisogno di niente.
– Perché? Non sono sicuri? Erano tutti ben
legati...
– Questo soltanto? Capaci anche di sostenere
che ci vanno per risparmiare! Poi, appena
arrivano in un paesello qua dei dintorni, piú brutto
è, piú misero e lercio, e piú imbizzariscono a
pararlo con tutte le loro galenterie piú vistose! Eh,
le donne, caro signore! Ma del resto, è la loro
professione... – «Se tu facessi una capatina in
città, caro! Avrei proprio bisogno di questo... di
quest’altro... e potresti anche, se non ti secca
(caro, il se non ti secca)... e poi, giacché ci sei,
passando di là...» – Ma come vuoi, cara mia, che
in tre ore ti sbrighi tutte codeste faccende? – «Uh,
ma che dici? Prendendo una vettura...» – Il guajo
è, capisce?, che dovendo trattenermi tre ore sole,
sono venuto senza le chiavi di casa.
– No no, non dico! Eh, ben legati, me l’immagino,
con quell’arte speciale che mettono i giovani di
negozio nell’involtare la roba venduta... Che
mani! Un bel foglio grande di carta doppia, rosea,
levigata... ch’è per sé stessa un piacere a
vederla... cosí liscia, che uno ci metterebbe la
faccia per sentirne la fresca carezza... La
stendono sul banco e poi, con garbo disinvolto, vi
collocano su, in mezzo, la stoffa lieve, ben
ripiegata. Levano prima da sotto, col dorso della
mano, un lembo; poi, da sopra, vi abbassano
l’altro e ci fanno anche, con svelta grazia, una
rimboccaturina, come un di piú, per amore
dell’arte; poi ripiegano da un lato e dall’altro a
triangolo e cacciano sotto le due punte, allungano
una mano alla scatola dello spago; tirano per
farne scorrere quanto basta a legar l’involto, e
legano cosí rapidamente, che lei non ha neanche
– Doveva esser bello... Sa che avrei fatto io? Li
avrei lasciati nella vettura.
– E mia moglie? Ah sí! E le mie figliuole? E tutte
le loro amiche?
– Oh bella! E perciò...
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il tempo d’ammirar la loro bravura, che già si
vede presentare il pacco col cappio pronto a
introdurvi il dito.
– Eh, si vede che lei ha prestato molta attenzione
ai giovani di negozio...
– lo? Caro signore, giornate intere ci passo. Sono
capace di stare anche un’ora fermo a guardare
dentro una bottega, attraverso la vetrina. Mi ci
dimentico. Mi sembra d’essere, vorrei essere
veramente quella stoffa là di seta... quel
bordatino... quel nastro rosso o celeste che le
giovani di merceria, dopo averlo misurato sul
metro, ha visto come fanno? se lo raccolgono a
numero otto intorno al pollice e al mignolo della
mano sinistra, prima d’incartarlo... Guardo il
cliente o la cliente che escono dalla bottega con
l’involto o appeso al dito o in mano o sotto il
braccio... li seguo con gli occhi, finché non li
perdo di vista... immaginando... – uh, quante
cose immagino! lei non può farsene un’idea. Ma
mi serve. Mi serve questo.
– Le serve? Scusi... che cosa?
– Io no, perché? Non sono mica malato!
– No no! Glielo domando per sapere se ha mai
veduto in casa di questi medici bravi la sala dove
i clienti stanno ad aspettare il loro turno per esser
visitati.
– Ah, sí... mi toccò una volta accompagnare una
mia figliuola che soffriva di nervi.
– Bene. Non voglio sapere. Dico, quelle sale... Ci
ha fatto attenzione? Quei divani di stoffa scura, di
foggia antica... quelle seggiole imbottite, spesso
scompagne... quelle poltroncine... È roba
comprata di combinazione, roba di rivendita,
messa lí per i clienti; non appartiene mica alla
casa. Il signor dottore ha per sé, per le amiche
della sua signora, un ben altro salotto, ricco,
splendido. Chi sa come striderebbe qualche
seggiola, qualche poltroncina di quel salotto
portata qua nella sala dei clienti, a cui basta
quell’arredo cosí, alla buona. Vorrei sapere se lei,
quando andò per la sua figliuola, guardò
attentamente la poltrona o la seggiola su cui
stette seduto, aspettando.
– Attaccarmi cosí, dico con l’immaginazione...
attaccarmi alla vita, come un rampicante attorno
alle sbarre d’una cancellata. Ah, non lasciarla mai
posare un momento l’immaginazione... aderire,
aderire con essa, continuamente, alla vita degli
altri... ma non della gente che conosco. No no. A
quella non potrei! Ne provo un fastidio, se
sapesse... una nausea... Alla vita degli estranei,
intorno ai quali la mia immaginazione può
lavorare liberamente, ma non a capriccio, anzi
tenendo conto delle minime apparenze scoperte
in questo e in quello. E sapesse quanto e come
lavora! fino a quanto riesco ad addentrarmi! Vedo
la casa di questo e di quello, ci vivo, ci respiro,
fino ad avvertire.. sa quel particolare alito che
cova in ogni casa? nella sua, nella mia... Ma nella
nostra, noi, non l’avvertiamo piú per ché è l’alito
stesso della nostra vita, mi spiego? Eh, vedo che
lei dice di sí...
– Io no, veramente...
– Sí, perché... dico, dev’essere un bel piacere,
questo che lei prova, immaginando tante cose...
– Già... veramente..
– Piacere? io?
– Già... mi figuro...
– Ma che piacere! Mi dica un po’. È stato mai a
consulto da qualche medico bravo?
– Eh già, perché lei non era malato... Ma
neanche i malati spesso ci badano, compresi
come sono del loro male. Eppure, quante volte
certuni stan lí intenti a guardarsi il dito che fa
segni vani sul bracciuolo lustro di quella poltrona
su cui stan seduti! Pensano e non vedono. Ma
che effetto fa, quando poi si esce dalla visita,
riattraversando la sala, il riveder la seggiola su
cui poc’anzi, in attesa della sentenza sul nostro
male ancora ignoto, stavamo seduti! Ritrovarla
occupata da un altro cliente, anch’esso col suo
male nascosto; o là, vuota, impassibile, in attesa
che un altro qualsiasi venga a occuparla... Ma
che
dicevamo?
Ah,
già...
il
piacere
dell’immaginazione... Chi sa perché, ho pensato
subito a una seggiola di queste sale di medici,
dove i clienti stanno in attesa del consulto...
– Non capisce? Neanche io. Ma è che certi
richiami di immagini, tra loro lontane, sono cosí
particolari a ciascuno di noi, e determinati da
ragioni ed esperienze cosí singolari, che l’uno
non intenderebbe piú l’altro se, parlando, non ci
vietassimo di farne uso. Niente di piú illogico,
spesso, di queste analogie. Ma la relazione,
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forse, può esser questa, guardi: – Avrebbero
piacere quelle seggiole d’immaginare chi sia il
cliente che viene a seder su loro in attesa del
consulto? che male covi dentro? dove andrà, che
farà dopo la visita? – Nessun piacere. E cosí io:
nessuno! Vengono tanti clienti, ed esse sono là,
povere seggiole, per essere occupate. Ebbene, è
anche un’occupazione simile la mia. Ora mi
occupa questo, ora quello. In questo momento mi
sta occupando lei, e creda che non provo nessun
piacere del treno che ha perduto, della famiglia
che l’aspetta in villeggiatura, di tutti i fastidii che
posso supporre in lei...
– Uh, tanti, sa!
– Ringrazii Dio, se sono fastidii soltanto. C’è chi
ha di peggio, caro signore. Io le dico che ho
bisogno d’attaccarmi con l’immaginazione alla
vita altrui, ma cosí, senza piacere, senza punto
interessarmene, anzi... anzi... per sentirne il
fastidio, per giudicarla sciocca e vana, la vita,
cosicché veramente non debba importare a
nessuno di finirla. E questo è da dimostrare bene,
sa? con prove ed esempii continui a noi stessi,
implacabilmente. Perché, caro signore, non
sappiamo da che cosa sia fatto, ma c’è, c’è ce lo
sentiamo tutti qua, come un’angoscia nella gola, il
gusto della vita, che non si soddisfa mai, che non
si può mai soddisfare, perché la vita, nell’atto
stesso che la vi viviamo, è cosí sempre ingorda di
se stessa, che non si lascia assaporare. Il sapore
è nel passato, che ci rimane vivo dentro. Il gusto
della vita ci viene di là, dai ricordi che ci tengono
legati. Ma legati a che cosa? A questa
sciocchezza qua... a queste noje... a tante
stupide illusioni... insulse occupazioni... Sí sí.
Questa che ora qua è una sciocchezza... questa
che ora qua è una noja... e arrivo finanche a dire
questa che ora e per noi una sventura, una vera
sventura... sissignori, a distanza di quattro,
cinque, dieci anni, chi sa che sapore acquisterà...
che gusto, queste lagrime... E la vita, perdio, al
solo pensiero di perderla... specialmente quando
si sa che è questione di giorni... – Ecco... vede
là? dico là, a quel cantone... vede quell’ombra
malinconica di donna? Ecco, s’è nascosta!
– Come? Chi... chi è che...? – Non l’ha vista? S’è
nascosta...
– Una donna?
– Mia moglie, già...
– Ah! la sua signora?
– Mi sorveglia da lontano. E mi verrebbe, creda,
d’andarla a prendere a calci. Ma sarebbe inutile.
È come una di quelle cagne sperdute, ostinate,
che piú lei le prendi a calci, e piú le si attaccano
alle calcagna. Ciò che quella donna sta soffrendo
per me, lei non se lo può immaginare Non
mangia, non dorme piú... Mi viene appresso,
giorno e notte, cosí... a distanza... E si curasse
almeno di spolverarsi quella ciabatta che tiene in
capo, gli abiti... Non pare piú una donna, ma uno
strofinaccio. Le si sono impolverate per sempre
anche i capelli, qua sulle tempie; ed ha appena
trentaquattro anni. Mi fa una stizza, che lei non
può credere. Le salto addosso, certe volte, le
grido in faccia «Stupida!» scrollandola. Si piglia
tutto. Resta lí a guardarmi con certi occhi... con
certi occhi che, le giuro, mi fa venire qua alle dita
una selvaggia voglia di strozzarla Niente. Aspetta
che mi allontani per rimettersi a seguirmi – Ecco,
guardi... sporge di nuovo il capo dal cantone...
– Povera signora...
– Ma che povera signora! Vorrebbe, capisce?
ch’io me ne stessi a casa, mi mettessi là fermo
placido, come vuol lei, a prendermi tutte le sue
piú amorose e sviscerate cure... a goder
dell’ordine perfetto di tutte le stanze, della lindura
di tutti i mobili, di quel silenzio di specchio che
c’era prima in casa mia, misurato dal tic-tac della
pendola nel salotto da pranzo... Questo vorrebbe!
Io domando ora a lei, per farle intendere
l’assurdità... ma no, che dico l’assurdità! la
màcabra ferocia di questa pretesa, le domando
se crede possibile che le case d’Avezzano, le
case di Messina, sapendo del terremoto che di lí
a poco le avrebbe sconquassate, avrebbero
potuto starsene lí tranquille, sotto la luna,
ordinate in fila lungo le strade e le piazze,
obbedienti al piano regolatore della commissione
edilizia municipale? Case, perdio, di pietra e travi,
se ne sarebbero scappate! Immagini i cittadini
d’Avezzano, cittadini di Messina, spogliarsi
tranquilli per mettersi a letto, ripiegare gli abiti,
metter le scarpe fuori dell’uscio, e cacciandosi
sotto le coperte godere del candor fresco delle
lenzuola di bucato, con la coscienza che fra
poche ore sarebbero morti... Le sembra
possibile?
– Ma forse la sua signora...
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– Mi lasci dire! Se la morte, signor mio, fosse
come uno di quegl’insetti strani, schifosi, che
qualcuno inopinatamente ci scopre addosso... Lei
passa per via; un altro passante, all’improvviso, lo
ferma e, cauto, con due dita protese, le dice:
«Scusi, permette? lei, egregio signore, ci ha la
morte addosso». E con quelle due dita protese,
gliela piglia e gliela butta via... Sarebbe
magnifica! Ma la morte non è come uno di questi
insetti schifosi. Tanti che passeggiano disinvolti e
alieni, forse ce l’hanno addosso; nessuno la
vede; ed essi pensano intanto tranquilli a ciò che
faranno domani o doman l’altro. Ora io, caro
signore, ecco... venga qua... qua, sotto questo
lampione... venga... le faccio vedere una cosa...
Guardi qua, sotto questo baffo... qua, vede che
bel tubero violaceo? Sa come si chiama questo?
Ah, un nome dolcissimo... piú dolce d’una
caramella: Epitelioma, si chiama. Pronunzii,
pronunzii... sentirà che dolcezza: epiteli-o-ma...
La morte, capisce? è passata. M’ha ficcato
questo fiore in bocca e m’ha detto: «Tientelo,
caro: ripasserò fra otto o dieci mesi!». Ora mi dica
lei, se, con questo fiore in bocca, io me ne posso
stare a casa tranquillo e alieno, come quella
disgraziata vorrebbe. Le grido: «Ah sí, e vuoi che
ti baci?» – «Sí, baciami!» – Ma sa che ha fatto?
Con uno spillo, l’altra settimana s’è fatto uno
sgraffio qua, sul labbro, e poi m’ha preso la testa:
mi voleva baciare... baciare in bocca... Perché
dice che vuol morire con me. È pazza. A casa io
non ci sto. Ho bisogno di starmene dietro le
vetrine delle botteghe, io ad ammirare la bravura
dei giovani di negozio. Perché lei lo capisce, se
mi si fa un momento di vuoto dentro.. lei lo
capisce, posso anche ammazzare come niente
tutta la vita in uno che non conosco... cavare la
rivoltella e ammazzare uno che, come lei, per
disgrazia, abbia perduto il treno... No no, non
tema, caro signore: io scherzo! – Me ne vado.
Ammazzerei me, se mai... Ma ci sono, di questi
giorni, certe buone albicocche... Come le mangia
lei? cor tutta la buccia, è vero? Si spaccano a
metà: si premono con due dita, per lungo, come
due labbra succhiose... Ah che delizia! – Mi
ossequi la sua egregia signora e anche le sue
figliuole in villeggiatura. Me le immagino vestite di
bianco e celeste, in un bel prato verde in ombra...
E mi faccia un piacere, domattina, quando
arriverà. Mi figuro che il paesello disterà un poco
dalla stazione... All’alba lei può far la strada a
piedi. Il primo cespuglietto d’erba su la proda. Ne
conti i fili per me. Quanti fili saranno tanti giorni
ancora io vivrò. Ma lo scelga bello grosso, mi
raccomando. Buona notte, caro signore.
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COMMENTO:
Si tratta del lavoro teatrale più breve di Pirandello.
L’uomo dal fiore in bocca è un atto unico composto nel 1922. È tratta da La morte
addosso, una novella tratta dalla raccolta Novelle per un anno, alcune delle quali vennero
riscritte come opere teatrali e inserite in “Maschere nude”.
La commedia è un dialogo tra l’uomo col fiore in bocca e un pacifico avventore, lo scambio
di battute è, soprattutto inizialmente, apparentemente banale, giocato sul piano quotidiano,
una conversazione casuale tra due sconosciuti; a poco a poco però' i contenuti diventano
problematici e la tensione del dialogo si accentua toccando temi tipici pirandelliani : la
solitudine dell’uomo, l’illusorietà e l’instabilità dei rapporti umani.
Emerge poi l'impellente bisogno dello sconosciuto di parlare con qualcuno.
L'uomo dal fiore in bocca soffre profondamente a causa di una malattia mortale e cerca di
evadere da questo pensiero girovagando per la città. E' infatti colpito da un tumore
maligno il cui nome suona più dolce di una caramella : epitelioma, assomiglia al nome di
un fiore. Ed ecco che umoristicamente un nome tanto pieno di dolcezza indica invece
tanta sofferenza: l’attesa consapevole della morte imminente.
Anche in quest'opera emerge il tema tipico di coloro che sono affetti da malattie
degenerative : la necessità di valorizzare le piccole cose, quali i gesti professionali e sicuri
delle commesse dei negozi o il sapore unico delle albicocche mature, gesti che chi non
vede la morte vicina non sa nè cogliere, nè apprezzare.
Di fatto il protagonista dialoga con se stesso, fa amare confessioni, angosciose richieste
nascoste da una finta indifferenza.
È presente un terzo personaggio, muto, nascosto: la moglie. È colei che non accetta il
comportamento del marito, che non comprende il suo voler eludere la realtà, non
condivide il suo modo di reagire. Vorrebbe un marito a casa, tutto per se', degente. Questa
donna, non lasciandolo mai solo, spiandolo e seguendolo costantemente è la
personificazione della malattia stessa, che, anche se non si pensa, c’è. Il marito la evita,
come evita la malattia, preferendo parlare con gli sconosciuti, per distrarsi, per tenersi
occupato, rifiutando di instaurare un vero rapporto di comunicazione.
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Mappa Concettuale:
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SITOGRAFIA TESINA e BIBLIOGRAFIA:
www.istitutotumori.mi.it
www.airc.it
it.wikipedia.org
www.classicitaliani.it
www.aimac.it
“Invito alla biologia” di H.Curtis e N.Sue Barnes
www.dicoseunpo.it
anetramando.blogspot.it
www.cancerquest.it
“LetterAutori” di Panebianco, Gineprini, Seminara.
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