l`oltrepò Mantovano - Consorzio Oltrepo` Mantovano

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l`oltrepò Mantovano - Consorzio Oltrepo` Mantovano
mantovano
Periodico ufficiale del Consorzio Oltrepò Mantovano - Quindicinale - Anno I - nr.5 - 19 m arzo 2011
Scriveteci. Questo il nostro indirizzo di posta elettronica: [email protected]
Zapparoli: «sto vivendo un sogno»
A tu per tu con il sermidese Enrico Zapparoli, chitarrista dei Modà
WSR
è scontro
ambientale
tra comitato
e sindaco
A pag. 3
Poggio Rusco
Una giusta
pianificazione
per far volare
il commercio
A pag. 7
Occupazione
Nel 2010
aumentano
le assunzioni
4mila
nuovi posti
A pag. 9
l’oltrepò Mantovano
19 marzo 2011 • 3
Un comitato di cittadini contrario: «Il sindaco non ci ha informati». Agricoltori preoccupati
wsr: a san giovanni del dosso è scontro frontale
Il primo cittadino Nandino Galeotti: «Siamo di fronte ad un no ideologico, l’azienda porterà posti di lavoro»
SAN GIOVANNI DEL DOSSO
– La questione “Water & Soil” rischia
di trasformarsi in un durissimo “muro
contro muro”: da una parte l’amministrazione comunale, intenzionata a valutare attentamente la possibilità di un
insediamento che – a suo dire – porterebbe posti di lavoro in più nella cittadinanza, e dall’altra parte un comitato
di cittadini che si sta battendo con tutte
le sue forze per impedire che l’azienda
di Levata, specializzata nella bonifica
da agenti inquinanti di acque e terreni,
venga a realizzare un proprio sito nel
piccolo comune della bassa.
Il primo “round” è avvenuto
all’inizio di questo mese, e, come prevedibile, lo scontro è stato molto vivace
dal punto di vista dialettico. Teatro di
questo scambio di opinioni che, al momento, non vede possibili punti di contatto, la sala civica in cui il Comune ha
tenuto un’assemblea informativa sulla
possibilità dell’insediamento della ditta, che a San Giovanni del Dosso vorrebbe realizzare in sito in cui stoccare
e depurare terreni
contaminati
da
idrocarburi: ma al
di là delle motivazioni tecniche – cui
hanno cercato di
ribattere lo stesso
presidente di “Water & Soil”, Alberto Prandi, giunto a
San Giovanni del
Dosso accompagnato da uno staff
di tecnici, due dei
quali docenti presso l’Università di
Pavia – ciò che ha fatto più infuriare i
componenti del Comitato “Ambiente e
Salute di Poggio Rusco e San Giovanni” è stata la disinformazione di cui si è
reso colpevole il Comune, che, sempre
secondo gli esponenti del Comitato, si
sarebbe mosso senza sentire preventivamente la cittadinanza: «A questo va
aggiunto – ha affermato Alberto Neri,
uno dei rappresentanti – che la ditta
ha presentato agli enti competenti una
documentazione scarna ed insufficiente: un fatto che, di per sé, è già gravissimo».
Il Comitato ha già annunciato che
intenderà far sentire la sua voce in tutte le sedi opportune (a cominciare da
Provincia, Arpa e Asl, che stanno valutando l’eventuale insediamento), augurandosi che «il sindaco comprenda
il parere contrario della cittadinanza,
e dica anch’egli di no», ma Nandino
Galeotti, sindaco di San Giovanni del
Dosso non sembra essere dello stesso
avviso: «Qua si sta andando avanti solo
attraverso dei “no” preconcetti – ci ha
detto – mentre noi stiamo valutando
attentamente quanto ha da proporre la
ditta». Nel corso dell’assemblea hanno
provato a fare da “pacieri” il presidente di Confindustria Mantova Alberto
Truzzi, pronto «a garantire sulla serietà della ditta, e, come poggese, a tenere costantemente sotto osservazione
l’eventuale insediamento, che dovrà
essere ad impatto zero per l’ambiente
circostante», ed il presidente del Consorzio Oltrepò Mantovano Alessandro
Pastacci, il quale ha annunciato che la
vicenda “W&S” verrà discussa nella
Commissione Ambiente del Consorzio
e che lo stesso sarà presente in Conferenza dei Servizi «pur nel rispetto – ha
aggiunto – di tutti i ruoli istituzionali
coinvolti in questa vicenda».
Tra le voci critiche si è levata anche quella di Nunzio Gennari, presidente del “Consorzio Pera Mantovana
IGP”: «Il sito che avete scelto si trova
a soli duecento metri dall’azienda che
tratta l’80% della produzione di Pera
Mantovana IGP – ha spiegato – chiedo che si facciano valutazioni più attente».
La discussione si è protratta per
diverse ore, anche dopo la conclusione
ufficiale dell’assemblea, e per il momento non vi sono punti di convergenza tra Comune e Comitato: e del resto
entrambi hanno esperienze concrete
da portare in supporto alle proprie
convinzioni.
La ditta “Water & Soil Remediation” aveva già in passato tentato
di insediarsi, senza successo, e anzi
scatenando un duro “no” da parte
dei cittadini, sia a Felonica, sempre
nell’Oltrepò, che nella località veronese di Bonferraro di Sorgà; tuttavia, da
qualche tempo, un suo insediamento è
attivo da qualche tempo a Maclodio,
in provincia di Brescia: facile comprendere che l’aspro confronto tra chi è favorevole e chi è contrario si trascinerà
a S.Giovanni per i prossimi mesi.
Nicola Antonietti
Il consorzio che raggruppa oltre duecento aziende punta ad ampliare i propri mercati
l’agriturismo mantovano guarda alla germania
SUSTINENTE – Con 220 aziende associate ed un movimento che
sembra in continua crescita, il 2011
potrebbe essere l’anno decisivo per un
“salto di qualità” da parte del Consorzio Agrituristico Mantovano. Ma il
condizionale è d’obbligo, poiché anche
questo settore deve fare i conti con la
crisi economica e soprattutto con le
nuove normative introdotte dal regola-
mento regionale appena approvato.
Riflessioni che Marco Boschetti,
direttore del Consorzio, ha affrontato
nel corso della IX° edizione della “Festa degli Agriturismi”, tradizionale appuntamento in cui l’ente analizza il bilancio dell’anno appena trascorso con
qualche riflessione su quanto potrebbe
accadere nei mesi successivi: «Le positività ci sono e sono anche molte – ci
ha detto lo stesso Boschetti, poco prima di
iniziare la sua relazione
ai soci riuniti nella sala
conferenze dell’agriturismo “Ca’ Guerriera” di
Sustinente – Purtroppo
le novità introdotte dal
regolamento regionale
vanno a pesare e di molto sulla capacità ricettiva dei nostri agriturismi.
C’è di positivo che tale
regolamento introduce
figure come quelle degli
“agri-nidi” e delle fattorie sociali, ma qualche
preoccupazione rimane.»
Preoccupazioni che
comunque non sembrano rendere troppo buio l’orizzonte
del settore agrituristico: «Si tratta comunque di un settore molto vivo, ed in
grado di assorbire queste novità senza
grossi traumi – conclude Boschetti
– Tuttavia il 2011 rappresenterà per
noi un anno davvero decisivo: occorre
sapere diversificare la nostra proposta
e soprattutto non avere paura di rivolgerci anche ad altri mercati. Penso in
particolare a quello della Germania,
soprattutto per attività di turismo alternativo come il “cicloturismo” o il
“pesca turismo”: qualche settimana fa
abbiamo partecipato alla fiera del tu-
rismo attivo che si è tenuta a Monaco
di Baviera ed abbiamo avuto ottimi riscontri. Questa è la dimostrazione che
stiamo lavorando bene e che possiamo
proporci in modo competitivo anche
al di fuori dei nostri confini provinciali.»
nico
l’oltrepò Mantovano
4 • 19 marzo 2011
CAOS LIBIA
Il vice-presidente di Confindustria e titolare della Ruberti spa ha ottenuto importanti commesse (ora congelate) a Tajura
Ruberti: «Ripercussioni su tutta la nostra attività»
«Contratti firmati, accordi per pluriennali per milioni di euro, tutto fermo: sono preoccupato»
di euro, e ora abbiamo dovuto sospendere la produzione dal momento che
non sappiamo se e quando gli accordi saranno rispettati. Ripercussioni
occupazionali? Se la situazione non
si sistema in fretta dovremo fare delle
riflessioni, abbiamo vissuto momenti migliori e certamente il caos libico
avrà degli effetti anche sulla nostra
azienda».
Francesco Dondi
Dalle selle alla tecnologia,
un’avventura lunga un secolo
QUISTELLO – La Ruberti è un’azienda leader nella progettazione e realizzazione di prodotti in materiale plastico per il mondo dei veicoli, delle costruzioni
e della sanità. Al momento conta 65 dipendenti e nel 2010 ha inaugurato una
nuova unità produttiva su un’area di 18mila metri quadrati, accanto alla sede
operativa centrale. L’azienda nasce agli inizi del secolo scorso come bottega artigiana per la produzione di selleria in cuoio, ma la svolta epocale si registra negli
anni ’50 quando nasce il Cinghificio Ruberti per la realizzazione di cinghie di
trasmissione in cuoio. Negli anni ’70, poi, le commesse per Fiat e Om garantiscono all’azienda a conduzione familiare un ulteriore step innovativo, avviando
l’avventura industriale e portando la Ruberti a diventare una società per azioni.
QUISTELLO – La speranza dei
primi giorni si sta trasformando in un
mix di nervosa attesa e crescente preoccupazione. Dal suo ufficio Alberto
Ruberti, dell’omonima azienda, segue
con attenzione l’evolversi della situazione socio-politica in Libia. Il vicepresidente di Confindustria Mantova,
infatti, è uno degli imprenditori italiani
che negli anni hanno trovato importanti partnership con il mondo libico,
sottoscrivendo contratti e progettando
un futuro industriale di elevata qualità
made in Italy.
Dottore, come vive l’empasse
libica?
«Bisogna capire che in Libia è in
atto una guerra civile e quindi gli scenari possono cambiare da un momento all’altro. Sono in costante contatto
con Tripoli, ma al momento non si
registrano grandi novità. Siamo osservatori passivi, non sappiamo cosa succederà, ma più passa il tempo più la
preoccupazione aumenta».
Lei ha sviluppato importanti progetti: che ne sarà del lungo
lavoro?
«Anche questa è una domanda
che ora non può avere risposta. Con la
Libia avevamo aperto una fetta di mer-
cato importante che ci aveva permesso
di far fronte alle difficoltà riscontrate
con i nostri storici parner. Sui progetti
libici abbiamo investito tempo e tanto
denaro: ora non sappiamo cosa succederà, se il nostro lavoro sarà stato inutile oppure se si riaprirà uno spiraglio».
Quali affari ha condotto in
porto?
«Avevamo alcune commesse per
la Trucks & Bus Company di Tajura,
azienda che vede la partecipazione
come socio di minoranza di Iveco, ma
che ha tra i soci un fondo Unicredit,
soldi della famiglia Gheddafi, il Ministero delle finanze e quello dei trasporti. Capite che lo scenario è piuttosto
grigio. Dovevamo fornire gli interni di
due autobus, uno per la città ed un altro per il deserto: cruscotto, cappelliere, illuminazione. Si tratta di contratti
già firmati che ora sono congelati e che
ci avrebbero garantito un fatturato di
alcuni milioni di euro e lavoro per diversi anni».
Per ottenere una commessa così importante avrete anche
dovuto fare investimenti importanti.
«E’ esattamente così. Trovando
una fetta di mercato così appetibile
avevamo individuato una strategia imprenditoriale, effettuando investimenti
anche per progetti non direttamente
collegati con il business in Libia. Ma
è certo che guardavamo con grande
interesse al di là del Mediterraneo proprio per contrastare la crisi europea».
Come vi state muovendo per
capire gli scenari futuri?
«Il nostro cliente era pienamente
soddisfatto tanto che anche nei giorni
scorsi ci sono stati contatti con alcuni
emissari libici a Torino per pianificare
eventuali accordi futuri. Ma come si fa
a pensare al futuro quando il presente
è così in bilico? Oltretutto per ripartire
con la produzione delle componenti
della commessa ci vorrà tempo, sarebbe sciocco pensare che se in Libia
si torna alla stabilità in pochi istanti
tutto il mondo economico torna alla
normalità e la macchina produttiva riparte senza problemi e con un battito
di mani».
Viene da pensare che le ripercussioni sull’empasse libica
si avranno anche a Quistello.
«Noi abbiamo investito a Quistello per sviluppare prodotti e realizzarli
in loco per poi trasferirli in Libia. La
commessa era molto ingente, milioni
La benzina vola alle stelle,
ma niente aumenti del gas
La crisi libica sta creando gravi
problemi all’economia italiana. Lo
scotto che sta pagando la Ruberti spa
è soltanto uno dei tanti casi registrati
nell’ultimo mese di guerra civile. Ma
a pagare dazio sono anche i cittadini, in particolare coloro che utilizzano l’auto per lavoro. Il prezzo del
greggio è infatti schizzato alle stelle
e gli scenari futuri non sono rosei.
La benzina verde ha sfondato un po’
ovunque quota 1,5 euro così come il
diesel, fino a qualche anno fa piuttosto vantaggioso, ha sfondato la soglia
sensibile dell’ 1,4 euro.
Ma se il petrolio arriva a singhiozzo o meglio il mercato paga il
caos libico, al momento non sembrano esserci particolari problemi per
il gas come ha sottolineato anche il
Governo, deciso nell’affermare come
le bollette non subiranno rialzi né
per le famiglie né per le aziende.
l’oltrepò Mantovano
REVERE
19 marzo 2011 • 5
L’attuale sindaco, dopo venti anni di attività amministrativa, lascia la politica locale
Gloria bonini: «grazie a tutti i reveresi, ma non mi ricandido»
«In questi anni non è stato facile, il paese è un cantiere aperto ma gli obiettivi sono stati raggiunti»
REVERE – Per un
sindaco che ritenta
l’avventura alle prossime amministrative
(Sergio Rinaldoni,
Poggio Rusco), ed
uno che, addirittura,
si candida alle provinciali (Alessandro
Pastacci, Quistello),
ce n’è uno che non
solo non si ricandiderà, ma mette la
parola “fine” alla sua
esperienza politica.
È Gloria Bonini, che
dopo un ventennio
di attività amministrativa (prima come
assessore e poi, dal
2006, come primo
cittadino), non sarà
al via delle prossime
comunali di Revere.
Sindaco, una decisione netta e che
appare
irremovibile, magari ci
dobbiamo aspettare un ripensamento?
«Assolutamente no
– ci risponde Gloria
Bonini con un sorriso – tra pochi giorni
le liste verranno depositate e posso garantire che il mio
nome non ci sarà.»
Per un sindaco che ha alle spalle un solo mandato è una scelta
in contro-tendenza…
«A dire il vero mi lascio alle spalle
un’attività amministrativa che inizia
da molto più lontano, e che negli ultimi venti anni si è concretizzata come
Assessore alla Pubblica Istruzione, poi
sempre come Assessore alla Pubblica
Istruzione e ai Servizi Socio-Assistenziali ed infine come primo cittadino.
Per motivi che sono strettamente
personali devo lasciare, ma sono fiduciosa che anche chi verrà dopo di
me saprà fare bene. In particolare,
per quanto concerne il gruppo di cui
ho fatto parte, lo vedo molto unito e
volonteroso: hanno fatto la scelta di
un candidato molto giovane (Alberto
Cavicchioli, attualmente consigliere e
capogruppo di maggioranza ndr) e lo
stesso gruppo è molto giovane nella
contribuendo a “risvegliare” il Destra
Secchia. Sarà perciò fondamentale
mantenere questo clima anche negli
anni a venire, e approfittare di tutte le
opportunità che si presenteranno.»
In conclusione, che consiglio si
sente di dare al suo “successore”?
«Consigli non ne voglio dare, ma una
riflessione mi sento di farla: in questi anni noi amministratori abbiamo
compreso come, purtroppo, le risorse
a disposizione degli enti locali si siano
fatte sempre più esigue. In questi anni
siamo riusciti a sfruttare tutte quelle
opportunità di finanziamento, messe
a disposizione della Regione, che potessero far arrivare nel Comune dei
contributi a fondo perduto, e quindi
senza successivi aggravi per l’ente.
Credo che questa sia la soluzione migliore che un comune deve adottare
per continuare a sopravvivere senza
eccessivi problemi: sapere cogliere
quelle opportunità di finanziamento
che si presentano e non avere paura
di guardare avanti.»
Nicola Antonietti
sua composizione e quindi carico di
entusiasmo e voglia di fare.»
Si chiude dunque una parentesi
amministrativa molto importante per lei: in una ipotetica bilancia, è maggiore il peso delle
soddisfazioni o dei rimpianti?
«Delle soddisfazioni senza dubbio:
ringrazio di cuore tutti i reveresi che
mi hanno concesso di essere loro sindaco per questi cinque anni e che
tanto mi sono stati vicini; tutti i dipendenti del Comune di Revere per
il loro sostegno professionale, tutti i
Consiglieri che con me hanno collaborato fattivamente durante questo
lungo percorso e, non ultimi, Don
Paolo Azzini e tutte le Associazioni di
volontariato che con il loro impegno
e lavoro gratuito hanno concretamente condiviso tante iniziative utili
alla Comunità. Sono particolarmente
contenta di essere riuscita a darmi un
obiettivo – che poteva sembrare non
faraonico – e di riuscire a realizzarlo:
Revere appare in questi giorni come
un cantiere, ma la riqualificazione
del centro storico e di Via Garibaldi,
le migliorie all’arredo urbano, la ristrutturazione dei portici, il recupero
del concerto campanario di Piazza
Castello nonché il rifacimento del
piazzale e dei marciapiedi antistanti
la Chiesa, saranno terminati entro
la fine del mio mandato. Il senso di
responsabilità, l’attenzione meticolosa e la condivisione di intenti hanno
permesso all’azione amministrativa
d’intervenire con oculatezza a sostegno dei vari progetti, ponendo la
massima attenzione al monitoraggio
delle risorse economiche.»
C’è comunque qualcosa per cui
si poteva fare di più?
«No, in linea di massima quanto si
poteva fare è stato fatto. Non è stato
un quinquennio facile, far quadrare i
conti non era semplice, e tuttavia ci
siamo riusciti: il bilancio del Comune
è stato sanato e soprattutto credo che
siamo riusciti a vincere la sfida che
più ci stava a cuore, ovvero ridare un
volto migliore a questo bellissimo paese, ricco di storia e di cultura.»
Gloria Bonini è da sempre attivamente impegnata anche al di
fuori del ristretto ambito territoriale reverese, in un’ottica
che inserisce Revere nel grande
territorio dell’Oltrepò Mantovano: questo territorio è pronto
a fare il “salto di qualità”?
«Purtroppo non è una risposta facile da dare, anche perché tutti gli enti
locali stanno vivendo un periodo non
facile, tuttavia quanto è stato fatto in
questi anni mi fa essere ottimista. Ho
sempre vissuto positivamente il clima
di collaborazione che si è instaurato
con l’Ufficio del Piano di Zona, con
ASL e soprattutto con lo strumento
del Consorzio. In particolare il Consorzio Oltrepò Mantovano ha lavorato bene, riuscendo a creare un positivo
clima di collaborazione tra gli enti e
Periodico
del Consorzio Oltrepò Mantovano
Autorizzazione del tribunale di Modena
nr.2023 del 4/02/2011
Distribuzione gratuita
Dir. responsabile: Luigi Zini
Capo redattore: Francesco Dondi
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Hanno collaborato: Francesco Dondi,
Gabriele Maestri, Angiolina Gozzi,
Sara Anifowose, Nicola Antonietti,
Elena Franzoni, Vittorio Negrelli,
Francesca Franch
Stampa: Centro Stampa Editoriale
Grisignano del Zocco (VI)
tel. 0444.414303
Pubblicità: New Millenium Srl
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l’oltrepò Mantovano
ECONOMIA
19 marzo 2011 • 7
Capitale sociale iniziale di 2 milioni di euro e l’ambizioso progetto di diventare un fattore nel rilancio dell’area
Banca Oltrepò, via alle grandi manovre per l’apertura
La prossima settimana il comitato promotore si ritroverà in attesa del via libera della Banca d'Italia
Il progetto è quanto mai ambizioso: in un epoca di grandi fusioni
nazionali ed europee, l’Oltrepò decide di scendere in campo per fondare
una nuova banca a ‘misura d’uomo’.
Il nuovo istituto di credito si chiamerà
proprio banca Oltrepò, nome quanto
mai identificativo della mission che i
soci promotori si sono dati.
Bisogna però essere chiari: per
trovare uno sportello operativo serviranno ancora alcuni anni soprattutto
per questioni tecniche-organizzative
a partire dal via libera necessario della Banca d’Italia. E’ comunque certa
una cosa: nel progetto ci sono nomi
illustri della politica locale e dell’economia mantovana ed emiliana, figure di assoluto valore che già di per sé
garantiscono solidità e credibilità al
progetto.
I Comuni saranno rappresentati
nel comitato promotore da Alessandro Pastacci (sindaco di Quistello e
presidente del Consorzio Oltrepò),
Marco Reggiani (Sermide), Claudio
Bavutti (Moglia), Dimitri Melli (Pego-
L’INTERVISTA
gnaga) Sergio Rinaldoni (Poggio Rusco) e Alessandro Beduschi (Virgilio),
ma è nel tessuto imprenditoriali che
si misura la solidità del progetto dal
momento che, dal mondo associazionistico, hanno dato il placet Cristina
Bertellini (Confindustria),
Attilio
Casari (Confagricoltura), Ugo Ferrarini (Cna), Mario Lanzi (Cia) e Remo
Capelli (Ama-Confartigianato). In
sostanza tutto il comparto agricoloimprenditoriale.
Ma al comitato promotore hanno aderito anche la famiglia Saviola,
Andrea Vellini (Vallan), Francesco
Castelli (gestore del fondo Kairos)
e Stefano Beschi, azionista di riferimento di Messaggerie del Garda. Importanti anche gli inserimenti modenesi di Roberto Casari, presidente di
Cpl Concordia e Vainer Marchesini
(Wam) che a Poggio è in procinto di
insediare un nuovo comparto produttivo.
Proprio per approcciare al meglio
i passaggi istituzionali già la prossima
settimana il comitato promotore si
ritroverà per definire le strategie procedurali e continuare a tirare le fila in
attesa di nuovi potenziali ingressi di
finanziatori ed, eventualmente, soci.
Si parte attualmente da un unico macro-dato: il capitale sociale necessario
per partire è di 2 milioni di euro, una
cifra che però è destinata ad aumentare sia per dare fondamenta stabili
all’intero istituto, ma soprattutto per
mandare all’esterno, a finanziatori e
semplici clienti, un messaggio di solidità e affidabilità.
Perché banca Oltrepò nasce con
un intento preciso che non è solo la
voglia di realizzare utili per gli azionisti. L’idea che sta alla base del progetto è infatti quella di diventare un
polo di riferimento per i residenti
nell’area, ricreando quel legame di
fiducia reciproca svilito negli ultimi
anni in nome del profitto a tutti i costi. Quindi il primo passo sarà trovare
l’appoggio dei clienti locali, il secondo – come ha già chiesto Confindustria e come prevede lo stesso piano
strategico – è quello di diventare la
Bruno Tabacci, l’ideatore del nuovo istituto
«Una sfida stimolante per colmare un vuoto»
Se c’è una persona che per prima ha voluto e creduto nel progetto
banca Oltrepò, quella è l’onorevole
quistellese Bruno Tabacci. Legatissimo alla sua terra, Tabacci ha intuito
la portata sociale ed economica del
nuovo istituto di credito, mettendosi
in prima persona a coordinare l’avanzamento dei lavori.
«La scomparsa della banca Agricola Mantovana – racconta il deputa-
to – ha lasciato un vuoto nella nostra
provincia. E’ vero che le dinamiche
bancarie sono cambiate, ma i grandi
gruppi possono ancora convivere con
gli istituti territoriali. Penso ad esempio allo straordinario lavoro di coordinamento e gestione del credito che
le Bcc stanno effettuando e proprio da
ciò nasce l’idea di creare, nell’Oltrepò, un progetto simile. Nel mantovano operano già tre Bcc e nulla vieta,
anzi me lo auguro, di trovare un raccordo utile a tutti». Tabacci spiega poi
le strategie imprenditoriali che stanno
alla base del progetto Oltrepò. «Nei
prossimi giorni ci troveremo con il
comitato promotore per inoltrare la
documentazione alla banca d’Italia
per avere l’autorizzazione a nascere.
Mi pare prematuro parlare di numero
degli sportelli anche perché, tornando
al discorso precedente, nulla vieta una
sinergia con altri istituti locali. Certamente l’obiettivo è superare di slancio
la soglia dei due milioni di euro necessari, anzi uno dei primi compiti
è quello di raccogliere più adesioni
e fondi possibili. Il passo successivo,
invece, sarà quello di individuare un
giovane manager che dia alla banca
un impulso credibile e moderno, senza però dimenticare la territorialità
del progetto».
Territorialità, parola magica che
condensa la mission operativa. «Per
me è quasi una sfida personale, sono
nato qui e in questa terra ho iniziato
a fare politica. Mi sento parte del tessuto sociale mantovano e quindi farò
di tutto per portare a termine questa
idea. Io sono molto ottimista, al momento è superfluo indicare date operative, ma ciò che più mi preme sono le
adesioni arrivate: non solo imprenditori dell’Oltrepò, ma anche vicini modenesi che vedono nel nuovo istituto
di credito un valore. Perché di questo
stiamo parlando, di un valore aggiunto per rilanciare il territorio, attirando
capitali senza dimenticare il rapporto
umano con i clienti, o meglio con i cittadini».
(f.d)
banca finanziatrice di interessanti
progetti industriali. Per la serie: avere
sotto casa un istituto di credito che
crede nelle potenzialità imprenditoriali dell’Oltrepò e le sostiene con decisione.
Francesco Dondi
Poggio, niente ipermercati e il commercio vola
POGGIO RUSCO – Otto banche, venti bar, circa 150 negozi per
6.700 abitanti. Sono questi i numeri sorprendenti di Poggio Rusco, il
comune che, nonostante la crisi del
tessile agli inizi del nuovo millennio
e quella globale, è riuscito a reggere
meglio dei centri vicini. Alla base di
questo piccolo miracolo ci sono alcuni
elementi ‘naturali’, quali la posizione
geografica strategica al centro di importanti nodi infrastrutturali, l’essere
un comune di confine tra Lombardia
ed Emilia Romagna e la conformazione del paese che configura il cuore
della città come centro commerciale
naturale, visto che su via Matteotti si
affacciano circa 100 negozi.
A questi elementi, bisogna aggiunge la scelta dell’amministrazione di
assumere un ruolo di guida e stimolo,
che ha permesso al sistema di reggere
alla competizione, attuato in due direttrici. Per quanto riguarda l’ambito
produttivo-artigianale, il Comune ha
realizzato l’ampliamento della zona
industriale, attraverso i fondi europei
ottenuti dall’amministrazione precedente, mettendo a disposizione uno
spazio di circa 50mila mq a prezzi
competitivi che ha attirato aziende
importanti. Poi, il Comune, oltre a fa-
vorire gli investimenti produttivi, purché eco-compatibili, ha riqualificato la
rete viaria per servire al meglio la zona
industriale. Sul fronte del commercio,
invece, due sono stati gli interventi rilevanti. Nel 2006, il Comune ha partecipato ai bandi Pics (piani integrati
del commercio) che avevano l’obiettivo di aggregare i singoli negozi in un
unico centro commerciale comunale,
ottenendo ingenti risorse a fondo perduto per riqualificare il centro storico.
Poi, si è passati dal sistema comunale a quello territoriale di zona con la
costituzione del distretto commerciale
dell’Oltrepò orientale insieme a Sermide (capofila), Magnacavallo, Revere
e Borgofranco.
Ma, come ricorda l’assessore al
Territorio Fabio Zacchi, «il miracolo
poggese si è realizzato anche perché
l’amministrazione ha istituito bandi
a sostegno delle piccole aziende, approvato un piano del commercio che
impedisce ai centri commerciali di
insediarsi sul territorio, potenziato le
manifestazioni a fine commerciale,
creato eventi coinvolgendo i giovani
e dato vita all’associazione commercianti poggesi, guidata da Corrado
Capucci».
Angiolina Gozzi
l’oltrepò Mantovano
8 • 19 marzo 2011
I Vigilantes proteggono Motteggiana
Contro i criminali che colpiscono a Motteggiana una reazione decisa da parte del Comune
motteggiana - Dopo l’annuncio
a metà febbraio, sono già partiti in
questi giorni i pattugliamenti straordinari organizzati dal comune di Motteggiana, in risposta all’allarme furti
che ormai da mesi ha colpito tutta la
provincia di Mantova.
In meno di un mese l’amministrazione si è attivata nell’aumentare i
controlli, reagendo alla crescente preoccupazione degli abitanti, nonostante il paese non sia stato preso di mira
allo stesso livello del vicino comune di
Suzzara.
Il sindaco di Motteggiana, Fabrizio Nosari, ha tenuto a precisare
che si tratta di controlli straordinari
in aiuto a quelli ordinari già svolti da
carabinieri e polizia municipale. La
particolarità sta nel fatto che il servizio non verrà attuato seguendo il classico sistema di vigilanza ma facendo
appoggio ad agenzie investigative. Le
“uscite” dei vigilantes saranno a sor-
presa, non ci saranno orari prestabiliti
e i giorni saranno sempre diversi. Non
potendo essere presenti su tutto il territorio, i controlli verranno effettuati a
spot, servendosi di conseguenza dello
stesso elemento sorpresa utilizzato dai
ladri, che ultimamente non si limitano
a sfruttare il buio serale ma colpiscono in orari diversi in base anche all’assenza dei residenti. La data, il luogo e
l’ora di passaggio dei vigilantes saranno perciò segreti, come ha dichiarato
il sindaco, con lo scopo di aumentare
l’efficacia del servizio.
Si richiede comunque la collaborazione dei cittadini, un fattore indispensabile per rendere funzionale
qualsiasi tipo di strategia contro i furti
e le razzie. Il sindaco Nosari suggerisce proprio che, in paesi piccoli come
Motteggiana dove la presenza turistica è rara e facilmente riconoscibile,
non deve esserci timore nel segnalare
personaggi strani che si aggirano per
le case, controllano i campanelli e sostano in strada. Difatti sarebbe meglio
segnalare le facce mai viste o le auto
sospette, mettendo da parte la preoccupazione di essere eccessivamente
indiscreti o invadenti.
Oltre a lanciare appelli a Governo
e magistratura, richiedendo maggiori
fondi per la sicurezza, molti altri comuni mantovani sono passati al contrattacco. A Rivarolo del Re è stato
redatto un piano strategico fra tutti i
comuni limitrofi con il servizio coordinato dalla polizia locale e a Curtatone
è stato attuato un piano per frenare
tutti gli episodi di microcriminalità.
Così nei limiti dei conti del bilancio,
come è costretto a precisare Nosari,
anche a Motteggiana si è voluto dare
un segnale preciso ai malviventi e rassicurare i cittadini.
Sara Anifowose
SCHIVENOGLIA
Carabinieri e progetti
di video-sorveglianza
SCHIVENOGLIA – Importante
passo per la sicurezza territoriale. Il
sindaco Marco Bruschi e il Colonnello
dei carabinieri Gerardo Renzi hanno
infatti firmato una convenzione al fine
di permettere ai militari di accedere all’elenco anagrafico comunale in
ogni momento. La connessione sarà
protetta e garantirà, in caso di necessità, ai carabinieri di effettuare controlli
incrociati anche durante la chiusura
degli uffici comunali.
«Il documento – spiega il Colonnello Renzi – renderà ancora più
efficiente e immediato ogni intervento dei carabinieri a salvaguardia dei
cittadini».
Il sindaco Bruschi, oltre ad evidenziare l’importanza dell’accordo,
ha anche anticipato come l’ammi-
nistrazione si sta attivando per la
realizzazione di un sistema di videosorveglianza sul territorio comunale.
Si tratterebbe di un ulteriore mezzo
per contrastare la micro-criminalità e
aumentare la percezione di sicurezza
dei cittadini.
POCHI CONSIGLI UTILI
PER COMBATTERE I FURTI
• Quando si esce di casa chiudere sempre
porte e finestre
• Evitare di lasciare le chiavi sotto lo zerbino,
in un vaso o in luoghi vicini all’ingresso
• Svuotare regolarmente la buchetta della posta
• Non lasciare messaggi per i familiari alla porta
• Tenere una luce accesa in casa o sul balcone
• Controllare con cura, quando si esce, se nei paraggi
si aggirano persone sospette
• Mai riporre in giardino scale o sedie utili
ad arrampicarsi
• Appena si nota qualcosa di anomalo o persone
sconosciute contattare il 112 o il 113
• Chi può si doti di allarmi e installi grate
metalliche
• Nessun ente pubblico viene a riscuotere
a domicilio dei pagamenti
l’oltrepò Mantovano
LAVORO
19 marzo 2011 • 9
Resi noti i dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro per la provincia di Mantova
Occupazione, timidi segnali di ripresa
Nel 2010 4mila assunzioni in più, ma la crisi non è ancora alle spalle
La crisi non è finita, anche se qualche timido segno di ripresa fa capolino qua e là. Potrebbe essere questa la
lettura dei dati relativi all’attività dei
Centri per l’impiego, nell’anno 2010,
sull’intera provincia di Mantova.
Gli sportelli attivi sul territorio sono
cinque, due sono collocati nell’Oltrepò
(Ostiglia e Suzzara), gli altri si trovano
nel capoluogo, a Castiglione delle Stiviere e Viadana: da tempo sono uno
dei punti di riferimento irrinunciabili
per tante persone inoccupate (in cerca
del loro primo lavoro) o disoccupate
(l’impiego loro l’hanno perso). che
modo, avvicina le amministrazioni comunali ai giovani».
«Lo scorso anno, presso i nostri
Centri si sono iscritte 10.088 persone
nuove: si tratta di inoccupati e disoccupati, i quali si dichiarano immediatamente disponibili a una chiamata
lavorativa.» A parlare è Anna Capuccetti, che all’interno della Provincia di
Mantova si occupa dell’Osservatorio
del mercato del lavoro e del portale
internet provinciale Sintesi, nel quale
sono raggruppate varie risorse legate
al lavoro.
«Nel totale le femmine superano
leggermente i maschi – spiega – mentre il flusso di iscritti non è costante; ci
sono puntualmente picchi di iscrizione
a luglio, quando molti insegnanti concludono il loro incarico e si inseriscono
nelle liste di disoccupazione per percepire il sussidio durante i mesi estivi.»
Nel 2009 i nuovi iscritti alle liste
erano stati 11.600 (1.889 nel distretto
di Suzzara, che invece lo scorso anno
ha contato 1552 nuove iscrizioni): il
confronto coi dati del 2010 può avere
due chiavi di lettura, piuttosto distanti
tra loro. «Da una parte – segnala Capuccetti – si vede che il numero è in
calo rispetto all’anno scorso, per cui si
può pensare che ci sia meno crisi, se
meno persone ricorrono ai servizi dei
Centri per l’impiego; dall’altra, però,
non può sfuggire che le persone che si
iscrivono sono inoccupati e disoccupati “nuovi”, che vanno ad aggiungers ia
quelli che già si erano iscritti negli anni
precedenti , per cui la crisi sarebbe
tutt’altro che finita, se così tante persone in più hanno bisogno di trovare
lavoro.»
Tra gli iscritti, l’89% è costituito
da disoccupati, il restante 11% sono
inoccupati: «Rispetto all’anno precedente – fa notare l’amministratrice del
portale – la percentuale degli inoccupati è cresciuta leggermente, lasciando
forse intendere che i giovani stanno
affrontando più difficoltà nel trovare
lavoro e scelgono di rivolgersi ai Centri per l’impiego piuttosto che ad altri
servizi».
Altri dati interessanti si possono
leggere guardando l’età degli iscritti
alle liste di disoccupazione: la fascia
anagrafica più rappresentata (16%) va
dai 30 ai 34 anni. Disoccupati e inoccupati sotto i 30 anni sono il 34% del
totale: «Si tratta indubbiamente di una
percentuale significativa – riconosce
Capuccetti – anche se nel 2009 era addirittura del 37%; può significare forse
qualche difficoltà in meno, ma è probabile che la flessione sia dovuta all’aumento degli adulti disoccupati».
Scorrendo i dati, colpisce vedere
che nelle liste figura anche un 7% di
ragazzi con meno di 19 anni (che, in
sostanza, non completano gli studi di
scuola secondaria); soprattutto, il 14%
dei disoccupati pronti a ricevere una
chiamata ha almeno 50 anni (il 6% ne
ha almeno 55). «È il segno inequivocabile – sottolinea l’amministratrice
– che oggi capitano di frequente licenziamenti anche a quell’età e chi resta
senza lavoro ha subito necessità di trovarne un altro».
A prescindere dal numero delle
iscrizioni alle liste, nel 2010 in provincia di Mantova sono stati comunicati
oltre 58mila avviamenti al lavoro, a
fronte di oltre 52mila cessazioni per licenziamento, dimissioni o altro. Anche
qui si può riconoscere qualche segno di
ripresa (o ripresina, per stare più cauti):
gli avviamenti nel 2009, infatti, erano
intorno ai 54mila (nel distretto di Suzzara si sono registrati 500 avviamenti
in più, anche se si tratta di assunzioni
a termine).
«Il 2009 è stato davvero un anno
disastroso, tutti i dati lo confermano – ricorda Capuccetti – anche se la
tendenza negativa era già emersa nel
secondo semestre del 2008». I contratti stipulati sono in gran parte a tempo determinato e gli uomini in questo
caso superano le donne (essenzialmente perché le assunzioni riguardano soprattutto operai e tecnici); va segnalato
anche un maggiore ricorso da parte
delle aziende alle agenzie di lavoro interinale.
In definitiva, guardando con attenzione i dati di cui dispone l’Osservatorio del mercato del lavoro, si può
forse riconoscere il segno di un primo
miglioramento, dopo un periodo veramente nero, ma per parlare di un ritorno alla serenità sembra ancora troppo
presto.
«Un po’ di conforto nei dati c’è,
ma i progressi che indicano purtroppo
non sono stabili – conclude l’amministratrice di Sintesi – durante l’anno restano sempre periodi migliori o
peggiori». Ancora nel 2007, i nuovi
iscritti alle liste di disoccupazione erano “solo” 7.200 (anche se i dati erano
raccolti in modo un po’ diverso rispetto a oggi): la fine della crisi non sembra
ancora dietro l’angolo.
Gabriele Maestri
I Centri per l’impiego nell’Oltrepò si trovano a Ostiglia (Via XX Settembre,
24 - Tel.: 0386 32398) Suzzara (Via L. Cadorna, 3/A - Tel.: 0376/531660).
Altre informazioni sono sul sito http://sintesi.provincia.mantova.it.
Molta fatica, paga alta: viaggio in un lavoro che molti giovani locali non vogliono più fare
Stalle aperte solo grazie agli immigrati?
Era stato il sindaco di Pegognaga, Dimitri Melli, a lanciare a ottobre
dell’anno scorso una piccola provocazione, certo non priva di fondamento:
«Gli indiani saranno la nuova classe media di Pegognaga». In qualche
modo, l’affermazione aveva colto l’essenza di un fenomeno riscontrabile in
tutta la Bassa (mantovana o reggiana
non importa) e che solo qualche decennio fa sarebbe stato inimmaginabile.
Il numero di giovani “autoctoni”
disposti a lavorare nelle stalle è infatti
molto ridotto: nessuno vuole più fare
un lavoro che da secoli caratterizza
una zona a vocazione agricola come
l’Oltrepò. Troppo duro e pesante
come lavoro: a rigore, è un lavoro che
dura 365 giorni l’anno – bisestili esclusi ovviamente – e non prevederebbe
ferie ( «Non puoi chiedere alle vacche
di andare in vacanza» era una delle
massime di Fabrizio De André, una
volta che alla carriera di cantautore
aveva affiancato l’attività di allevatore
in Sardegna).
Capita così che il posto degli italiani l’abbiano preso, a poco a poco e a
buon diritto, molti indiani. Per Coldiretti, di tre persone che lavorano nelle
stalle da cui viene il latte per produrre il
Parmigiano-Reggiano, una è di origine
indiana (e in certe zone la percentuale
aumenta); fenomeni simili si vedono
in altre parti d’Italia con altre produzioni alimentari d’eccellenza, come il
prosciutto di Parma, la mozzarella di
bufala campana o le uve del Brunello
di Montalcino.
La paga è tutt’altro che bassa e
le caratteristiche necessarie per fare
un buon lavoro nelle stalle, gli indiani
sembrano averle tutte: talento e pazienza. Il loro rispetto sacrale per gli
animali (e in particolare per le mucche,
che non sono molto diverse tra il Pun-
jab e le terre del Po) e la dedizione al
lavoro fanno sì che il 90% degli indiani
che arrivano ad abitare sulle sponde
del Grande Fiume finiscano subito in
qualche azienda agricola. Ormai, senza di loro, molte realtà non sarebbero
in grado di produrre allo stesso livello.
Qualcosa, a dire il vero, sembra
muoversi anche tra la popolazion locale: se si chiedono informazioni ai
responsabili del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, per esempio, dicono
che proprio nell’Oltrepò mantovano si
sta facendo strada una nuova generazione di allevatori e produttori che ha
voglia di mettersi in gioco, di portare
avanti una scommessa abbinando la
tradizione con la voglia di innovare. È
sicuramente un aspetto molto positivo,
che dev’essere incoraggiato, ma nel
frattempo le stalle si popolano di nomi
prima sconosciuti, come Surgit e Pahl.
Nomi cui essere grati. (g.m.)
l’oltrepò Mantovano
10 • 19 marzo 2011
SPECIALE AZIENDE/2
www.casea-beauty.it
Il latte è da sempre un prodotto ricco di proprietà, non solo
a livello alimentare ma anche
estetico. Lo dimostra il fatto
che questo liquido è noto, da
sempre, per la sua capacità
di nutrire, idratare, ammorbidire, rilassare ed illuminare la
pelle, rendendola elastica e
liscia come la seta. Inoltre, il
latte è ricco di proteine che,
estratte per liofilizzazione nel
siero, danno vita ad un ottimo
balsamo in grado di conservare lo stato di fisiologica salute e bellezza del film idrolipidico cutaneo.
Non è un caso quindi che, fin
dall’antichità, figure storiche
come Cleopatra, Poppea,
Paolina Buonaparte, utilizzassero questo liquido per la
cura e la bellezza della loro
pelle. Nel nostro territorio, le
proprietà del latte sono note
anche ai casari che, a contatto tutto il giorno con questa
straordinaria materia prima,
trasferiva alle loro mani le
sue portentose qualità. Qualcuno poi, ricorderà che per
accelerare la guarigione di
brutte fratture era abitudine
immergere la parte del corpo
interessata nel “siero” del latte del Parmigiano Reggiano.
Queste indiscusse e riconosciute proprietà benefiche
per la pelle sono opera delle
siero proteine, sostanze che,
a contatto con gli strati superficiali della cute, svolgono
un’azione fortemente idratante e protettiva. Ora, dall’osservazione e dallo studio di queste tradizioni, unitamente ad
un approfondimento scientifico della materia prima, il
Dott. Matteo Dal Trozzo, farmacista gonzaghese, direttore della farmacia “Baggiovara” di Modena, specializzato
nei campi dell’omeopatia e
fitoterapia, ha ideato la prima linea cosmetica a base di
queste siero-proteine che coniuga nei propri prodotti ricerca, tradizione e territorialità.
Proprio l’esigenza di riunire
tutte queste preziose qualità
in prodotti studiati per la bellezza della pelle del nostro
corpo è nata Casèa, la nuova originale linea di cosmetici naturali che gode di tutto il
prestigio e la sicurezza conferitile dall’utilizzo esclusivo
di latte di origine controllata e
protetta, ovvero quello utilizzato nei caseifici per produrre
il Parmigiano Reggiano. Non
è un caso infatti, che il nome
Casèa sia ispirato dalla figura
del casaro (“Casèr” nel dialetto del basso mantovano) ma
anche dalla caseina, la siero-
I prodotti sono disponibili
anche in alcune
boutique del gusto e
alimentari di alta qualità
proteina madre che compone
la linea cosmetica.
L’eccellente qualità e la forte territorialità di questo latte
certificato da un celebre consorzio, danno luogo ad un
siero vellutato, ingrediente
principale dei prodotti Caséa.
E se il piacere di prendervi
cura di voi stesse affonda le
sue radici nella tradizione secolare della vostra terra, ogni
gesto acquisterà un significato quasi sacrale, come un
rito riconciliante con il vostro
ambiente, la vostra storia, la
vostra essenza.
Per gli amanti del vivere etico,
lento e responsabile, l’opzione offerta oggi da Casèa nel
campo della cosmesi assomiglia molto ad una seduzione
a lungo attesa e mai appagata finora. L’innesto nella sfera
della cura esteriore del corpo,
di concetti quali biodiversità,
tipicità, genuinità, attenzione
alla provenienza e filosofia
“slow life” diventa una stimolo
cerebrale oltre che sensuale.
La linea Casèa presenta otto
genuine “carezze” al latte:
contorno occhi, siero antiage, idrocrema, nutricrema
effetto lifting, emulsione corpo, tonico detergente, bagno
doccia e crema mani. Morbido nutrimento per la pelle
di qualunque età, questi otto
concentrati di
siero-proteine
confezionati
ad arte sono
l’incarnazione
di una nuova
tendenza: la
cosmesi
diventa sempre
più
naturale
e territoriale,
all’insegna di
un
positivo
connubio tra
bellezza, salute e benessere
per l’equilibrio
perfetto della persona. Si tratta di una linea di prodotti che
ha tra i principi attivi il Lac,
ovvero l’estratto proteico del
latte, noto per le sue qualità
idratanti ed elasticizzanti. Oltre alle siero-proteine, grande
attenzione è data alla scelta
degli altri componenti dei prodotti quali la calendula, l’olio
di jojoba, l’ibisco, la centella,
l’ippocastano, l’aloe, il rusco,
l’olio di mandorle, tutte piante
dalle riconosciute proprietà
benefiche che, unitamente
all’assenza di coloranti e conservanti chimici come i parabeni ed i tensioattivi, differenziano e contraddistinguono
questa linea di alta cosmesi
per la sua spiccata connotazione naturale. A tutto ciò va
sommato il notevole valore
aggiunto di trovarsi davanti ad
una linea di bellezza a filiera
corta e a chilometri zero. Non
a caso lo slogan (ideato dal
dott. Dal Trozzo) che incarna
la filosofia di questi prodotti,
preparati da una qualificata
farmacista, la Dott.ssa Francesca Ferri di EffegiLab S.r.l.
di Trento, è “un abbraccio
dalla tradizione”, perché la
tradizione non è solamente
sinonimo di ruralità ma anche
di benessere e sviluppo.
I prodotti Casèa sono disponibili in alcune selezionate
farmacie, centri estetici e sul
sito www.casea-beauty.it.
l’oltrepò Mantovano
19 marzo 2011 • 11
Rincari anche di 5 euro al chilo rispetto al 2010, ma non è colpa del caro-latte
ECONOMIA
Parmigiano-Reggiano, prezzi in ascesa
Giuseppe Alai (Consorzio): «Coordinare i caseifici e investire in qualità»
Lo chiamano «il re dei formaggi»,
nessun altro derivato del latte vanta la
sua storia e la sua genuinità. Pensi alle
eccellenze della tavola e subito emerge
il Parmigiano-Reggiano: il suo cuore è
ben piantato in Emilia-Romagna, ma
anche in quel pezzo di terra mantovana che sta al di sotto del Po.
Il formaggio per eccellenza è un
tesoro di queste terre: lo è senz’altro
per la cura e i riti secolari che lo fanno
nascere, ma oggi rischia di esserlo anche per i prezzi. Nelle ultime settimane il “caro materie prime” è diventato
un ritornello spiacevole e sempre più
frequente: la tentazione di inserire in
questa logica anche l’aumento di prezzo del Parmigiano-Reggiano è forte,
eppure sarebbe sbagliato farlo.
«In effetti si prevede un rincaro di
rilievo, il consumatore pagherà il formaggio anche 5 euro in più al chilo
rispetto a un anno fa – spiega il presidente del Consorzio del ParmigianoReggiano, Giuseppe Alai –. Ciò però
dipende dall’aumento delle quotazioni
e dai ricarichi, che quasi raddoppiano
il prezzo per il compratore finale.»
Se dunque il latte è più caro, non ci
sono effetti sul prodotto finito? «Da circa un anno e mezzo le quotazioni del
Parmigiano-Reggiano hanno ripreso
a salire – chiarisce Alai –. La produzione è stata in parte ridotta, in parte
esportata, sul mercato italiano l’offerta
è calata del 10%, dunque il prezzo del
formaggio è automaticamente salito:
in queste condizioni, un aumento dei
costi di produzione per il rincaro del
latte non incide sul prezzo del prodotto
finito, riduce solo il margine di guadagno dei produttori.»
Sono quasi 3500 le aziende
agricole che portano il loro latte
ai 390 caseifici (il 72% è cooperativo) del Consorzio del Parmigiano-Reggiano. Nel 2010 si sono
prodotti 3 milioni di forme, impiegando il 15% della produzione
italiana di latte (per una forma ne
occorrono 550 litri); il giro d’affari
alla produzione è intorno al miliardo di euro, ma sale a 1,7 miliardi se si considera il consumo (il
30% del prodotto si esporta). Nel
mantovano si contano 27 caseifici,
12 con vendita diretta.
(g.m.)
Il presidente del Consorzio, tuttavia, fa notare che alcuni segnali fanno
immaginare un nuovo calo del prezzo
del Parmigiano-Reggiano. Ai consumatori fa piacere, ai produttori no: vitemono di tornare ai livelli di qualche
anno fa, quando il formaggio si vendeva in perdita.
«Non si può immaginare un mercato in cui si può passare in pochi mesi
da un estremo all’altro – continua
Alai – occorre più stabilità e la si può
raggiungere attraverso una gestione
ordinata della produzione, che deve
crescere solo in base alla domanda.»
Per ottenere questo risultato occorre soprattutto agire a livello di sistema: «Di fronte a un’economia sempre
più globale – raccomanda il presidente
– occorre costruire un sistema di qualità, coordinando i caseifici, altrimenti
anche una produzione di alto livello come la nostra può non riuscire a
competere. Qui purtroppo c’è ancora
molto da fare: spesso ogni caseificio è
Il momento
della «levatura»
Piero
Gattoni
Giuseppe Alai
ancora come uno stato a sé. I segni di
un miglioramento ci sono, ma oggi riusciamo a unirci solo quando le cose
vanno male e questo è sbagliato».
Anche nella crisi dovuta al calo dei
prezzi, tuttavia, la realtà dell’Oltrepò
mantovano ha dimostrato di essere
pronta a reagire: «Negli ultimi anni i
produttori di Parmigiano-Reggiano
dell’Oltrepò hanno razionalizzato la
fase di trasformazione, diminuendo il
numero dei caseifici, e investito sulla
qualità del prodotto, cosa su cui si continua a lavorare – spiega Piero Gattoni, presidente della sezione mantovana
del Consorzio –. Il mantovano ha sempre risposto in misura significativa alle
richieste del Consorzio e al suo interno
può svolgere un ruolo importante. La
nostra zona si distingue per un forte
legame col territorio, aziende e allevamenti sono molto radicati e c’è una
spiccata attenzione alle caratteristiche
ambientali: ad esempio ci sono molti
medicai che producono fieno destinato
alla filiera del Parmigiano-Reggiano».
Anche il mantovano può migliorare, favorendo la coesione dei produttori per valorizzare il prodotto, ma già
ci sono iniziative interessanti: una di
esse, finanziata dal Gal dell’Oltrepò, si
fonda sulla promozione dei caseifici sul
territorio, anche all’interno delle scuole, per spiegare ai bambini come nasce
uno dei prodotti più preziosi dell’area.
Gabriele Maestri
Agricoltori e allevatori denunciano i possibili effetti negativi dei tagli ai finanziamenti
«Decreto milleproroghe, sicurezza a rischio»
MANTOVA – Il decreto “milleproroghe” sta lasciando dietro di
sé una lunghissima scia di polemica,
anche nella nostra provincia. Ultime
in ordine di tempo a ribadire le loro
perplessità, le associazioni di categoria
di agricoltori e soprattutto allevatori, i
quali lamentano il mancato inserimento nel decreto di alcuni importanti finanziamenti a favore dei due comparti. Tagli che – osservano le associazioni
– potrebbero creare anche notevoli
problemi sul fronte della sicurezza.
Le prime osservazioni fatte dall’Associazione mantovana allevatori sulle
disposizioni e gli effetti del decreto
“incriminato” risalgono a qualche
settimana fa, per bocca del presidente
Alberto Gandolfi: in pratica – questa
l’osservazione principale fatta da Ama
– il mancato inserimento dei finanziamenti rischia di ridurre praticamente a
zero l’investimento che, fino allo scorso
anno, il governo faceva per promuovere la sicurezza alimentare, il miglioramento genetico, il benessere animale
e, per quanto concerne gli aspetti puramente economici, la competitività
delle stalle.
Un azzeramento degli investimenti
che, nella nostra provincia, si tradurrebbe con una penalizzazione delle
attività di garanzia e di controllo che i
sistemi delle Apa svolgono a Mantova
e in tutta la penisola italiana. E questi
controlli, limitatamente a Mantova,
riguardano produzioni di 1 milione e
300mila suini, 770mila tonnellate di
latte e 2 milioni di tonnellate di carne bovina macellata: «Si parla tanto di
investimenti – è il commento sintetico
di Gandolfi – ma alla prova dei fatti si
procede in direzione opposta».
Se gli allevatori guardano con
perplessità al “milleproroghe”, anche
gli agricoltori non nascondono la loro
preoccupazione: Sergio Cattelan, presidente di Confagricoltura Mantova,
ha evidenziato nelle scorse settimane
come dal decreto siano stati esclusi
consistenti finanziamenti destinati al
comparto saccarifero, nonché il cosiddetto “bonus gasolio” per le serre.
Secondo Confagricoltura, tale
decisione affosserà definitivamente il
settore zucchero ed il florovivaismo in
serra: «Oltre a tutto questo – aggiunge Cattelan – ci tocca vedere come
il Governo abbia trovato ben trenta
milioni di euro per un ulteriore rinvio
del pagamento delle quote latte, solo
per favorire poche centinaia di allevatori, deliberatamente e ripetutamente
recidivi nelle loro irregolarità. Uno
schiaffo per un settore che, malgrado
un conto salatissimo da pagare, ha
contribuito a raffreddare l’inflazione e
a ridurre l’emorragia occupazionale».
Nicola Antonietti
l’oltrepò Mantovano
12 • 19 marzo 2011
Dominus, la cultura per far crescere l’Oltrepò
Rete tra musei e territorio, si costruisce insieme la «riserva del Novecento»
Puntare sulle potenzialità culturali di un territorio, investendo molto
denaro, per farlo crescere anche sul
piano economico. Può sembrare una
cosa inconsueta, una scommessa azzardata, eppure è lo scopo principale
di un progetto che coinvolgerà tutto il
territorio dell’Oltrepò fino al 2013. Il
nome di questa realtà è «Dominus»: la
parola è l’acronimo di «Distretto Oltrepò mantovano per l’Innovazione,
l’Unicità e lo Sviluppo», ma dà anche
il senso di una realtà sfaccettata, con
tante tessere che contano se “giocate”
tutte insieme.
«Dominus – spiega la coordinatrice, Irene Nicolis – è un progetto
promosso e realizzato da Fondazione
Cariplo in un disegno più ampio, che
punta a valorizzare il nostro patrimonio culturale per renderlo un fattore
di sviluppo della zona. Questo è il secondo distretto culturale della regio-
ne, dopo quello della Valle Camonica e per il nostro territorio sono stati
stanziati quasi 3,2 milioni di euro».
Il progetto, gestito dal Consorzio
dell’Oltrepò mantovano, è nato grazie
a una collaborazione di 13 Comuni –
Suzzara è il capofila – e ha ricevuto
il supporto di Provincia, Camera di
commercio, polo mantovano del Politecnico di Milano, nonché dell’Associazione industriali Mantova, del
sistema bibliotecario «Legenda» e del
consorzio agrituristico Mantova.
«L’idea del distretto culturale è
piuttosto recente – precisa Nicolis – si
è pensato di far interagire le risorse
culturali presenti su un territorio sia
tra loro, sia con le attività produttive
della zona. La Fondazione Cariplo ha
commissionato uno studio al Politecnico di Milano su tutta la Lombardia,
per individuare le aree più rilevanti
Il museo Gorni di Quistello,
incluso nel progetto Dominus
sul piano della “densità culturale”.»
Una volta udentificata la zona dell’Oltrepò, lo studio è continuato (grazie
all’apporto alla sezione mantovana del
Politecnico) per definire gli elementi
dell’identità culturale del territorio,
fino ad arrivare a un progetto condiviso tra le varie componenti del tessuto
sociale.
Il progetto Dominus fa perno soprattutto sui tanti musei che esistono
nell’Oltrepò: «L’importanza dei musei non sta tanto nell’eccellenza di un
pezzo o di una collezione – chiarisce
la coordinatrice – ma nella capacità
di mettere insieme i tasselli e di offrire
un’identità. Noi abbiamo individuato
come filo conduttore la “messa in scena del ‘900”, così come emerge attraverso i musei, le bonifiche, il paesaggio
e l’architettura dell’epoca».
Le attività di Dominus si riconducono a due filoni, la conservazione e la
valorizzazione: il primo punta a mantenere in efficienza i musei esistenti,
iniziando un’opera di coordinamento e qualificando l’offerta culturale;
il secondo prevede altri progetti che
potranno sorgere sul territorio, grazie
all’apporto delle realtà produttive che
meglio possono interagire con il mondo dei beni culturali. «In un’ottica di
sistema – continua Nicolis – si può fare
rete con le filiere del gusto e degli agriturismi, ma anche con la filiera economica “dei creativi”, quelle attività che,
dall’editoria alla pubblicità alla comunicazione, possono interagire e creare
occasioni di sviluppo. Sono da incentivare, ad esempio, azioni di promozione
dei musei che esprimano la varietà del
territorio e siano più vicine ai giovani,
La biblioteca
monastica
del complesso
del Polirone
come eventi musicali e teatrali, oppure
si può pensare a laboratori o mostre
specifiche, legate alle singole realtà.»
Operativamente il progetto prevede 13 cantieri, che dovranno terminare entro il 2013: «I cantieri oggi hanno
stadi diversi – precisa Nicolis –. Per
alcuni sono partiti gli studi di progettazione e fattibilità, altre volte sono già
partiti: è il caso di San Benedetto, di
Quingentole (si ristruttura il municipio
perché ospiti una futura sede espositiva), Carbonara e Felonica, col suo museo della seconda guerra mondiale».
Nel progetto sono previsti molti restauri, a partire dal complesso del Polirone a San Benedetto, di cui si stanno
recuperando le superfici interne del
museo civico etnografico. «I restauri
sono una parte essenziale del filone
conservativo di Dominus – spiega la
coordinatrice – senza strutture culturali in buono stato non si può pensare
allo sviluppo; ai Comuni si chiede poi
di adottare una politica di conservazione programmata, con un monitoraggio e interventi periodici che assicurino l’integrità dei beni culturali.»
Degli effetti di Dominus beneficeranno senz’altro i turisti, ma anche la
popolazione del territorio: «Chi abita
nell’Oltrepò ha una conoscenza buona del territorio, lo dimostra anche il
fiorire di giornalini, ricerche locali e
studi, validi anche dal punto di vista
scientifico. Naturalmente la conoscenza può sempre migliorare, ma il nostro
progetto non sarebbe stato possibile se,
negli anni, non ci fosse stata la volontà
di difendere il territorio sul piano culturale, storico e paesaggistico».
Gabriele Maestri
l’oltrepò Mantovano
L'INTERVISTA
19 marzo 2011 • 13
Intervista al dottor Maurizio Gobbetto, Responsabile del servizio di Mantova
Boom dei consumi di droga ed aumentano gli accessi ai Ser.T
Cambia il ruolo degli stupefacenti ed internet mette in crisi le droghe “tradizionali”
Secondo Prevo.Lab, l’Osservatorio Previsionale in grado di ipotizzare scenari evolutivi sulla diffusione di
sostanze illegali nella popolazione, nei
prossimi anni aumenteranno i consumatori di stupefacenti ed un ruolo importante sarà rivestito dalle sostanze
“sintetiche”. Per approfondire il fenomeno “droghe”, abbiamo intervistato
il dottor Maurizio Gobbetto Responsabile del Servizio per le Tossicodipendenze (Ser.T) di Mantova.
Come è cambiata la percezione delle droghe?
«Oggi le droghe sono sentite più
come sostanze farmacologiche e non
di trasgressione, inoltre, a seconda
dell’effetto che si vuole raggiungere
si utilizza una sostanza piuttosto che
un’altra. Da un’analisi dei siti web più
frequentati dai giovani emerge che
l’80% degli utenti parla delle sostanze
stupefacenti in termini positivi, dando
consigli per un “uso corretto” e meno
pericoloso possibile. Inoltre, l’uso delle droghe non è più un fenomeno di
emarginazione ma svolge una funzione di narco-benessere, ovvero un mezzo per costruire “isole di piacere”, per
poi tornare alla vita quotidiana».
Come ha inciso la nuova percezione delle sostanze stupefacenti sul mercato delle droghe
“tradizionali”?
«L’andamento del mercato delle
droghe “classiche” di origine naturale
sta gradualmente rallentando e forse,
solo l’eroina che può essere sia fumata
che iniettata, potrebbe creare un parco clienti sicuro e stabile. Il prossimo
campo di battaglia tra mercati tradizionali delle droghe ed emergenti, si
collocherà soprattutto in rete dove le
sostanze sintetiche sono facilmente
reperibili».
Prevo.Lab,
l’Osservatorio
Previsionale del fenomeno relativo alla diffusione di sostanze illegali nella popolazione ha
stimato le tendenze del consumo di droga per il 2012, cosa è
emerso?
«Rispetto ai dati del 2009, le stime
parlano di un aumento di tutti i tipi di
stupefacenti. La cocaina avrà un trend
in aumento, ma decrescente, del 4%, e
la consumerà circa il 2% della popolazione tra 15-54 anni, mentre il prezzo
calerà del 6% perché si andrà verso la
saturazione del mercato. Il consumo
di eroina registrerà un aumento del
48%, la sostanza sarà più pulita, utilizzata tramite lo sniffing e il fumo, ed
il prezzo calerà del 14%. Per quanto
riguarda i cannabinoidi, si prevede un
incremento del 20% dei consumi, anche perché non sarà più considerata
una droga, ed i prezzi aumenteranno.
Infine, anche il consumo di anfeta-
mine e derivati aumenterà del 25%,
soprattutto tra i giovani perché rappresenterà un sostituto più economico
della cocaina. Bisogna però sottolinerare due cose: i dati della Lombardia
non sono molto diversi dai suddetti,
inoltre, Prevo.Lab non stima ancora le sostanze legali (nicotina, alcol e
psicofarmaci), anche se la letteratura
medica parla di dati drammatici».
Qual è l’identikit dei pazienti che si rivolgono ai servizi tossicodipendenze?
«La droga ormai è un fenomeno
sociale che investe tutti i ceti, quindi
anche categorie isospettabili come
imprenditori e liberi professionisti.
Inoltre, i pazienti sono consumatori
di molte sostanze stupefacenti e non
di solamente una come accadeva soprattutto negli anni ’80. Un’altra differenza è l’approccio al problema che
è passato da quello bio-psicosociale a
quello della rete, per cui il contesto di
In crescita gli utenti
dei Ser.T mantovani
L’anno appena trascorso ha fatto segnare un generale aumento del
numero degli accessi ai Ser.T mantovani, sia per i programmi ambulatoriali (nei quali sono ricompresi anche gli alcolisti e tabagisti), che per
i servizi di comunità (residenziale e
semiresidenziale). Il primo elemento
che emerge è la tendenza di inviare
i tossicodipendenti presso strutture
provinciali o regionali. Così i consumatori mantovani di stupefacenti
vengono “trattati” nel 75% dei casi
in comunità della provincia, in quelle della Lombardia per il 22% ed
extra-regione nel 3% dei casi. Per
quanto riguarda i tossicodipendenti
ospitati nelle comunità mantovane,
nel 2010 sono stati in totale 165
(contro i 166 del 2009), dei quali 83
nelle unità operative di Mantova città (- 5 unità) 24 in quelle dell’Alto
mantovano e 58 nel Basso (+ 4 unità
rispetto al 2009). Per quanto riguarda le patenti ritirate, nel 2010 sono
state 1435 contro le 1365 dell’anno
precedente. Calano invece i tossicodipendenti nelle carceri passati da
361 a 287 nel 2010.
Anche a livello nazionale, le
stime parlano di una crescita degli accessi al Ser.T di utilizzatori di
eroina e cocaina e di una diminuzione per quelli di anfetamine. Il dato
non stupisce perché per il 2011 le
previsioni parlano di un aumento
dei consumatori di sostanze stupefacenti, rispetto all’anno di riferimento 2008. Entrando nel dettaglio delle
singole droghe, le stime indicano un
aumento del 40% dei consumatori
di eroina che passeranno da 135 a
160mila, ovvero circa lo 0.5% della
popolazione tra 15 e 54 anni. Saliranno invece del 5% i consumatori
di cocaina che passeranno da 600 a
900mila, ovvero il 2.8% della suddetta fascia d’età. Anche la cannabis
vedrà aumentare del 36% i propri
fruitori che diventeranno quasi 6 milioni, pari al 18.5% del range 15-54
anni. Infine, gli utilizzatori di anfetamine saliranno del 34%, passando
da 230 a 270mila, pari allo 0.8 della
suddetta fascia d’età. Ad un aumento del consumo di stupefacenti corrisponderà anche una incremento dei
sequestri di droga di circa il 10% per
ogni tipologia, stabili invece quelli
delle anfetamine.
aiuto non è solo Ser.T e comunità ma
si è esteso a tutti i contesti organizzati
a sistema».
La Regione ha messo in atto
da diversi atti una strategia di
sistema per contrastare alle
droghe. Di cosa si tratta?
«La strategia è centrata sulla collaborazione e sulla integrazione dei
Servizi (pubblici, del privato-sociale,
dell’auto-aiuto), ed è organizzata su
3 livelli: organizzativo, funzionale,
formativo. Il primo livello è costituito dal dipartimento delle dipendenze,
dal comitato permanente degli enti
accreditati e dal comitato permanente
rete territoriale della prevenzione. Per
quanto riguarda il livello funzionale,
per l’anno in corso si sono confermate
le 5 priorità individuate per il 2010,
ovvero rafforzamento e ottimizzazio-
ne degli interventi di prevenzione,
secondo quanto indicato dalle linee
guida regionali e dalle regole di sistema 2011; aggancio dell’utenza il
più precocemente possibile attraverso
progetti mirati ed interventi di prossimità; rafforzamento degli interventi
alcologici; messa in rete delle attività
verso le famiglie. Infine, il livello formativo, con l’implementazione della
formazione di sistema, da attuarsi con
il progetto “Dr. House e Simpson”
(ovvero 10 giornate sul lavoro con le
famiglie, per operatori e responsabili
dell’intera rete dei servizi di intervento), e della formazione di sottosistema, come il gruppo di miglioramento
consulenza familiare e la presenza sui
mass media locali».
Angiolina Gozzi
Altri 250 cannabinoidi nella
lista delle sostanze vietate
Dopo l’allarme dell’Onu sulla crescita dei consumi di droghe sintetiche
e la conferma della federazione dei
Ser.T di un aumento anche in Italia,
il Dipartimento nazionale antidroga,
in collaborazione con il Ministero
della Salute, ha predisposto un nuovo decreto che prevede l'inserimento
di 250 nuovi cannabinoidi sintetici
nelle tabelle delle sostanze stupefacenti vietate. L'attività del Sistema di
allerta precoce e risposta rapida per le
droghe sintetiche, dal quale giungono
alle forze dell’ordine le segnalazioni
di nuove sostanze e dei negozi che le
commercializzano, sta monitorando
il fenomeno da circa due anni e nel
2010 sono stati inseriti in tabella due
nuovi cannabinoidi e una pericolosa
sostanza: mefedrone, JWH-018 (noto
come N-joy) e JWH-073 (chiamato
Spice). L'inserimento nella lista di altri
250 cannabinoidi sintetici permetterà
una lotta più efficace e tempestiva alle
nuove droghe agevolando il lavoro
delle forze dell’ordine.
L’uso di cannabis accentua
il rischio di disturbi mentali
Sono stati pubblicati sul British Medical Journal, i dati dello studio condotto dai ricercatori dell’Università di
Maastricht in Olanda sul legame tra
consumo di cannabis e l’insorgenza di
disturbi mentali. La ricerca si è svolta
su 1923 soggetti di nazionalità tedesca
con età tra i 14 e i 24 anni che sono
stati analizzati in tre momenti tra il
1994 e il 2004: dopo tre anni e mezzo,
dopo 8 anni e dopo dieci dall’inizio
dello studio.
A distanza di 8 anni dall’inizio del
test, i sintomi di disturbo mentale
(forme somatiche e dissociative, fobie,
ansia, ecc.) venivano registrati in 436
soggetti; al decimo anno da 231 partecipanti. I risultati hanno mostrato
che l’uso occasionale di cannabis, per
un periodo di tempo compreso tra i 3
e gli 8 anni, provoca un significativo
aumento del rischio di insorgenza di
disordini mentali negli anni successivi,
mentre il consumo continuativo comporta un rischio di problemi di tipo
psicotico persistenti.
14 • 19 marzo 2011
l’oltrepò Mantovano
l’oltrepò Mantovano
19 marzo 2011 • 15
PEGOGNAGA
PEGOGNAGA
Commissione cultura Venti associazioni hanno costituito
PEGOGNAGA – Dopo molti
anni di attesa, lo scorso primo marzo,
presso la Sala civica comunale, si è
tenuta l’assemblea pubblica per la costituzione della Commissione Cultura
comunale. All’incontro hanno partecipato più di trenta persone, tra cui
molti giovani. La Commissione, che
si è costituita approfittando dell’apertura del Centro Culturale avvenuta lo
scorso 15 gennaio, è composta da cinque gruppi di lavoro distinti per tematiche di interesse culturali, ma come
ha ricordato l’assessore alla Cultura
del Comune Vanni Marchetti «si è
deciso di scegliere una struttura piramidale che parte dal basso, cioè dalla
partecipazione dei cittadini che sono
invitati a lavorare, discutere, pensare
e programmare all’interno del centro
culturale, attraverso gruppi che si occuperanno ognuno di un particolare
settore».
Nello specifico, il primo gruppo lavorerà sulla cura e valorizzazione del
patrimonio culturale del territorio, il
secondo si occuperà delle arti performative (teatro, musica, danza) e visive
(mostre), il terzo di comunicazione e
nuove tecnologie, il quarto sarà impegnato su turismo e valorizzazione del
territorio e l’ultimo gruppo su ricerca
e progetti speciali, che nascono di volta in volta e sono legati a particolari
eventi. Tutte le attività sono sostenute
con risorse pubbliche, mentre i diversi
gruppi sono composti da cittadini che
hanno deciso di aderirvi liberamente
ed a titolo gratuito. Ogni gruppo poi,
nomina un coordinatore ed individua
al suo interno due persone che vanno
a costituire la Commissione presieduta dal sindaco o dall’assessore alla
Cultura.
Un aspetto fondamentale del nuovo organo è che i gruppi intervengono “trasversalmente” sui servizi che
verranno messi in relazione con le diverse competenze per addivenire alla
formulazione dell’offerta culturale. I
compiti principali della Commissione
sono: proporre attività e iniziative che,
coerentemente gli indirizzi espressi
dall’amministrazione comunale, favoriscano la crescita culturale e civile dei cittadini, approvare entro il 30
settembre di ogni anno il piano programmatico delle attività culturali per
il periodo successivo, verificare entro il
30 aprile i risultati ottenuti nell’anno
precedente. Nonostante la fase costitutiva sia già iniziata, ogni cittadino, a
partire dai 16 anni di età, può aderire
la gruppo di lavoro d’interesse, formalizzando la propria adesione durante
le assemblee o comunicando all’ufficio
Segreteria comunale il proprio nominativo almeno tre giorni prima della
data di convocazione.
Angiolina Gozzi
la Consulta del Volontariato
E’ stata istituita a Pegognaga la
“Consulta del Volontariato”, che è
formata da una ventina di associazioni ed è quindi una delle più numerose
della Provincia. Come si evince dallo
Statuto elaborato dall’Assemblea dei
rappresentanti dei sodalizi aderenti
col supporto tecnico del CSVM di
Mantova, l’associazione non ha scopo di lucro e persegue finalità di solidarietà e coesione sociale, inoltre la
Consulta ha l’obiettivo di affrontare
in modo organico e mirato i bisogni
emergenti della comunità, miglioran-
done la qualità della vita. “Questo
nuovo organismo sociale – hanno
detto il vicesindaco Stefano Cagliari
e l’assessore ai servizi sociale Manuela
Montani – è nato per creare un coordinamento fra le associazioni, per
discutere e confrontarsi con gli enti
pubblici locali e distrettuali sui bisogni emergenti della nostra società,
per promuovere e sostenere le attività
delle singole associazioni, per istituire
una rete informativa fra gli organismi
soci, sviluppare una progettualità di
interventi nel territorio e partecipare
ai bandi per il finanziamento di progetti di rete”. La Consulta del Volontariato di Pegognaga è finora formata
da: Parrocchie di Pegognaga, Polesine
e Galvagnina, Circolo Anspi, S. Vincenzo, Gruppo Presenza, Circolo Arci
Casbah, Slow Food basso mantovano,
Laboratorio Ambiente, Combattenti e
Reduci, Consulta Terza Età, Distretto
sociale Coop Nordest, Pro Loco, Solidarietà Educativa, Avis comunale,
Caritas Pegognaga, Comitato Sagra
di Polesine e di Sacca, Gate e Giovani
alla Ribalta.
Vittorio Negrelli
carbonara po
Al via i lavori di recupero
dell’ex edificio scolastico
Felonica
Il paese più vecchio
del Basso mantovano
Sono partiti nei giorni scorsi, e dureranno circa un anno,
i lavori di ristrutturazione dell’ex scuola elementare di via Garibaldi. Il progetto, prevede la realizzazione di un centro di
accoglienza turistica, una sala multimediale, una espositiva ed
un’altra per le riunioni. Nella nuova struttura troveranno spazio
anche la sede di rappresentanza della riserva naturale regionale
Isola Boscone, un piccolo museo del Po, oltre a dare ospitalità
ai turisti in bicicletta che, a partire dalla primavera, seguono gli
itinerari lungo l’asse del grande fiume fino al mare.
L’opera del costo di circa 400mila euro, è finanziata per
metà con risorse ottenute a fondo perduto e per la parte restante verrà restituita in 20 anni a tasso zero. Questa forma di
finanziamento è possibile grazie all’accesso ai fondi del cosiddetto “Obiettivo 2”, erogati dall’Unione Europea per favorire
la riconversione economico-sociale delle zone con difficoltà
strutturali.
Record di abitanti over 65 nei Comuni del Destra Secchia,
a dirlo sono i report demografici dell’Osservatorio provinciale.
Così, mentre l’Alto mantovano fa registrare un aumento della
popolazione, grazie agli immigrati ed alla maggiore offerta di
posti di lavoro, i Comuni del Basso sono sempre più spopolati
e l’indice di vecchiaia più alto. A detenere il primato della popolazione più anziana rispetto ai giovani sono Borgofranco e
soprattutto Felonica, dove oltre un terzo degli abitanti supera
i 65 anni. D’altra parte, il tessuto industriale è caratterizzato
da ditte artigianali indivifuali e l’impresa che occupa più dipendenti è il Comune. Dati questi presupposti, l’amministrazione si è attivata, per esempio mettendo a disposizione aree
produttive per attirare nuovi insediamenti oppure offrendo un
servizio di scuolabus gratuito. Un segnale in controtendenza
arriva dalla squadra di calcio dove quest’anno militano molti
giocatori di Felonica.
INFO
345.2487772
l’oltrepò Mantovano
16 • 19 marzo 2011
Talvolta la cura dell’abbigliamento e della nostra
immagine finisce irrimediabilmente in secondo piano
L’abito non fa il monaco! Sbagliato
Spesso e volentieri lo fa, eccome
Confermato dalla maison francese il licenziamento
in tronco dello stilista inglese
Christian Dior: fuori Galliano,
da Givenchy arriva Riccardo Tisci
Manca solo l’ufficialità, ma ormai è certo:
la direzione creativa sarà affidata al designer italiano
Una maggior attenzione di come ci presentiamo, può aiutarci sia nelle
relazioni interpersonali, sia in termini di autostima
Sapersi vestire, saper scegliere
gli accessori giusti, l’abbinamento di
colori più azzeccato o la mise giusta
per ogni occasione, è importantissimo
perché attraverso il nostro aspetto, la
nostra immagine, comunichiamo noi
stessi. O, meglio ancora, l’idea che vogliamo dare di noi stessi.
Nella società di oggi, dover la vita
è sempre e costantemente frenetica,
abbiamo poco tempo per farci un’idea
della persone che ci passano davanti
e spesso il nostro primo giudizio è
dettato proprio dall’aspetto esteriore.
Fateci caso.
Quindi se è la prima impressione
quello che conta (anche perché è bene
ricordare che non si ha mai una seconda occasione per fare una buonissima prima impressione!), vale la pena
dedicare un po’ di tempo per prendersi cura del proprio aspetto. Il motivo?
Semplicissimo: avere un’immagine
curata (che non deve necessariamente
essere elegante, ma può essere anche
sportiva o casual), può farci sentire
meglio, non solo esteriormente, ma
anche interiormente. Tutto ciò a favore anche della nostra autostima.
Ciò detto, care amiche e cari amici, prepariamoci: sta infatti per prendere il via qui sulle pagine dell’Oltrepò Mantovano in cui attraverso piccoli
consigli per lo shopping, pillole di stile
e importanti suggerimenti da esperti
del settore cercheremo il cammino
verso il buon gusto e l’eleganza. Per
sentirci a nostro agio in ogni situazione. Uomini e donne, ragazzi e ragazze, senza alcuna distinzione.
Francesca Franch
La Maison Christian Dior ha dichiarato con un comunicato ufficiale
di avere avviato le procedure per il licenziamento del designer John Galliano, ritenendo "particolarmente odiosa
la natura delle parole e del comportamento del signor Galliano".
Pochi giorni fa infatti, lo stilista è
stato arrestato (e poi rilasciato), in seguito all'accusa di insulti razziali e antisemiti che il designer avrebbe rivolto
nei confronti di una coppia, nel locale
La Perle, nel cuore di Parigi.
Nei giorni successivi la controversa questione si è arricchita di episodi che aggravano la sua posizione:
un'altra donna ha accusato Galliano
di ingiurie e di aggressione verbale.
L'accusa si riferirebbe a un episodio
accaduto nello stesso locale lo scorso
ottobre.
Ma c'è di più: il quotidiano The
Sun è entrato in possesso, e ha pubblicato sul suo sito, un video, nel quale lo
stilista - apparentemente poco padrone di sé - si lascia andare ad una serie
di insulti volgari e razzisti nei confronti di una coppia di persone seduta accanto al suo tavolo.
La Maison Christian Dior, della
quale lo stilista britannico è Direttore
Creativo per il womenswear, ha quindi immediatamente sospeso Galliano
dall'incarico, e adesso la domanda di
tutti è: chi prenderà il suo ambitissimo
posto? Si sono fatte molte ipotesi, anche perché l’argomento è decisamente il più chiacchierato negli ambienti
fashion, ma sembra che il "sostituto"
di John
Galliano sarebbe l'italiano Riccardo Tisci, attuale direttore creativo di
Givenchy.
La notizia non è ancora ufficiale,
ma a lanciarla in rete come una certezza è stato Derek Blasberg, scrittore
e giornalista di moda che su Twitter
ha scritto: “Riccardo Tisci è stato confermato!”
Ancora "solo" un rumor, ma la
fonte è decisamente attendibile. F.F.
World Fashion News. Notizie in pillola dal mondo della moda
• L'attrice inglese Emma Watson (alias
Hermione Granger di Harry Potter),
firma insieme alla stilista Alberta Ferretti una capsule collection di abiti interamente realizzati in Italia con materiali e processi eco-sostenibili. Cinque
capi easy-chic tutti in fibra organica e
arricchiti da ricami di pizzo. In vendita
esclusivamente sull'online store di Alberta Ferretti a partire dal 21 marzo, la
collezione dell'inedita coppia creativa
uscirà con l'etichetta Pure Threads by
Emma Watson Alberta Ferretti.
Anche il packaging del prodotto è realizzato con materiali ecologici, e parte
del ricavato della collezione sarà devoluto a People Tree, l'organizzazione
no profit che si occupa di Commercio
Equo e Solidale.
• Claudia Schiffer si reinventa: da top
model a designer di maglieria. La modella tedesca ha lanciato infatti questa
settimana la sua prima collezione di abbigliamento: trenta morbidi e versatili
capi di cachemire, prodotti e distribuiti
in collaborazione con il marchio di knitwear Iris von Arnim.
I prezzi della linea Schiffer sono abbastanza ragionevoli, vista la pregiatezza
della lana:
da un minimo
di
300 a un
massimo di
1200 euro
circa. Non
è
escluso che un
giorno la
collezione
sfili in pedana, quel
che è certo,
però, è che
non sarà la sua creatrice ad indossarla.
La Schiffer, infatti, ha detto addio alla
passerella.
• Arriverà nei negozi solo il 14 aprile,
ma la Conscious Collection di H&M
già sta facendo parlare di sé. Un mini
guardaroba a impatto zero che si è
guadagno i riflettori in men che non si
dica: Natalie Portman l'ha adottato in
anteprima, in occasione del gala Vanity Fair Campaign Hollywood 2011. Il
bianco è il fil rouge che percorre l'intera
collezione: per look minimalisti dal taglio sartoriale, ma anche in chiave iperfemminile, con inserti in pizzo, balze e
volant. La collezione nasce per dar voce
all'impegno di H&M a favore della sostenibilità ambientale: tutti i capi sono
realizzati con tessuti di cotone e il lino
organico, o con materiali di recupero
innovativi,come il Tencel e il poliestere
riciclato.
• G-Star Raw è il protagonista della
nuova edizione di Democratic Wear,
l'iniziativa firmata Coin che propone
abbigliamento di design a soli 10 Euro
per sostenere ActionAid. Iniziato il 12
marzo Democratic Wear è un progetto
speciale con cui Coin propone al pubblico capi creati da designer innovativi,
a prezzi assolutamente accessibili. Questa volta è il turno di G-Star Raw. Il
brand di denim, che si è sempre distinto
per il suo approccio anticonvenzionale
al jeans di lusso, che propone l'iconico
Arc Pant in edizione limitata (cinquemila esemplari).
Questi pantaloni, caratterizzati da un
taglio architettonico che combina cavallo basso e silhouette tridimensionale, saranno venduti negli store Coin al
prezzo simbolico di 10 Euro. F.F.
l’oltrepò Mantovano
AGENDA
19 marzo 2011 • 17
Intervista al chitarrista sermidese Enrico Zapparoli, secondo con i Modà a Sanremo 2011
dalle cover-band all’ariston: un sogno ad occhi aperti
«Una soddisfazione immensa dopo un 2010 favoloso, ora mi riposo e a maggio via la tour»
SERMIDE – Da Sermide alla
conquista di Sanremo: il secondo posto che i Modà, assieme alla cantante
Emma Marrone, hanno centrato nella
61° edizione del Festival della Canzone Italiana, porta con sé anche un tocco di “mantovanità”. Pugliese Emma,
schiettamente milanese l’anima (ed i
tre quinti della formazione tra cui il
leader “Kekko” Silvestre) dei Modà,
ma mantovano al 100% il chitarrista
Enrico Zapparoli. Per lui , come per
i suoi compagni di band, un secondo
posto che non lascia dietro di sé alcun
rammarico, ma che anzi prolunga
splendidamente nell’anno in corso,
un 2010 che era stato ricchissimo di
soddisfazioni.
«Siamo al settimo cielo – ci ha
detto Enrico – per noi questo secondo
posto è un ulteriore trionfo, poiché,
solamente fino a qualche mese fa, anche solo il fatto di arrivare a Sanremo
rappresentava un sogno».
Sicuro? Neanche un po’ di
rammarico per una vittoria
sfiorata d’un soffio?
«Giuro, siamo contentissimi così.
E del resto, e credo di esprimere il parere anche di altri “addetti ai lavori”,
penso che la canzone di Roberto Vecchioni fosse davvero la migliore di tutte. Arrivare secondi dietro un maestro
come lui è come avere vinto».
Intanto altre vittorie stanno
arrivando sul fronte discografico…
«È esatto: il nostro ultimo disco,
“Viva i romantici”, uscito proprio nei
giorni del Festival, sta ottenendo un
ottimo responso di vendite e questo
ci riempie di soddisfazione. Siamo riusciti a piacere al pubblico ed anche
a molti dei critici ed anche questo è
motivo di orgoglio. Non vediamo comunque l’ora di essere in tour, poiché
i Modà sono una band che nasce per
suonare dal vivo e che proprio nella
dimensione “live” dà il meglio di sé».
Ci racconti come è nata
“Arriverà”, la canzone che vi
regalato questa inattesa “medaglia d’argento”? Per te poi la
soddisfazione deve essere stata
doppia visto che sei uno degli
autori.
«Premetto una cosa: il testo e la
melodia portante di “Arriverà” sono
stati scritti da Kekko (Francesco Silvestre, cantante, leader ed unico membro originario della band milanese
ndr). Lui però ha voluto che co-fir-
massi il pezzo poiché aveva molto apprezzato gli arrangiamenti che avevo
realizzato. In particolare ho cercato
di fare emergere le mie influenze, sia
come chitarrista che come appassionato di musica. È stato bello inserire
in un pezzo – che comunque mantiene intatto lo stile tipico dei Modà – sonorità che rimandano in parte ai Queen ed in parte a quel rock progressivo
degli anni settanta che tanto amo. Al
di là di tutto la soddisfazione maggiore è stata quella di essere sul palco di
Sanremo a suonare, a prescindere dal
fatto che avessi o no firmato quel pezzo».
Quanto è stata determinante
Emma nel successo di “Arriverà”?
«Moltissimo, anche perché è una
ragazza semplice, umile, alla mano
come noi, ma comunque una grandissima professionista. Si è integrata alla
perfezione con il resto della band e
qui devo dare ancora una volta merito
a Kekko di avere capito le potenzialità
di Emma, ritenendola, fin dal primo
momento in cui aveva composto “Arriverà”, la cantante giusta per duettare con lui».
Com’è stato tuffarsi nell’avventura di Sanremo?
«Un’esperienza meravigliosa anche se, ovviamente, molto impegnati-
va. Ma devo dire che abbiamo vissuto
tutto sempre con il giusto approccio e
sempre in modo positivo. Mi ha colpito in particolare l’atteggiamento di
Gianni Morandi, sempre affettuoso e
pronto a darci dei consigli. È un professionista eccezionale ma non ci ha
mai fatto pesare i tanti anni d’esperienza che ha più di noi, anzi, si è
sempre comportato come un fratello
maggiore, cercando di stimolarci ed al
tempo stesso farci arrivare tranquilli e
caricati “nel modo giusto” sul palco».
Tu hai appena compiuto 31
anni (esattamente il 12 marzo
ndr), un’età in cui un musicista
è ancora molto giovane ma durante la quale ha fatto in tempo
ad accumulare anche una certa
esperienza.
Quale è stato il tuo percorso
che ti ha condotto fino a Sanremo?
«Un percorso che mi ha portato
a provare davvero di tutto, musicalmente parlando, trascinato solo da
una grandissima passione. Ecco perché, anche se può sembrare banale o
scontato da dirsi, io ero già felice nel
momento in cui sono salito sul palco
dell’Ariston. Ho suonato in coverband, ho fatto esperienze in orchestra
già da quando avevo 19-20 anni, fino
ad arrivare a suonare ai matrimoni.
So cosa vuol dire suonare in qualunque posto ed in qualunque condizione, magari arrivando anche fare
l’alba, e solo per mettersi in tasca una
settantina di euro, perciò per me Sanremo ha rappresentato un sogno ad
occhi aperti».
Progetti per l’immediato?
Cosa farai, anche se immaginiamo che il futuro ti riservi tante
date dal vivo.
«Intanto mi riposo un po’ e sto
vicino alle persone che mi vogliono
bene. Per le date dal vivo credo che
si inizierà in maggio ma nessuna fretta. Mi sto godendo un bellissimo momento anche se, devo ammetterlo, per
me questo periodo è iniziato già da
qualche tempo, e per l’esattezza dal
momento in cui ho avuto la fortuna di
essere scelto dai Modà per entrare a
far parte della loro formazione».
Nicola Antonietti
l’oltrepò Mantovano
18 • 19 marzo 2011
matori Nordest, Pro-Loco Flexum,
Casbah Club.
Info: Teatro Comunale di Pegognaga, 0376.550213; Centro Culturale Livia Bottardi Milani 0376
5546404
[email protected]; Fondazione Aida
045.8001471/ 045.595284.
Solis String Quartet
AGENDA
POGGIO RUSCO – Solis String
Quartet ed Ottavia Piccolo al Teatro
Auditorium.
Giovedì 31 marzo alle 21, appuntamento con lo stile, il talento ed il
gusto artistico dei Solis String Quartet. Il Solis nasce dall’incontro magico
in terra napoletana di 4 compositori
e arrangiatori: Vincenzo Di Donna
e Lugi De Maio (violino), Gerardo
Morrone (viola), Antonio Di Francia (cello). La loro proposta artistica
è contraddistinta fin dagli esordi da
una sapiente originalità in grado di
mescolare jazz, world music, pop e
musica contemporanea: una dote che,
unita alla tecnica appresa negli anni
del conservatorio li ha portati a collaborare con nomi illustri della scena
internazionale quali: Dulce Pontes,
Andrea Vollenweider, Pat Metheney,
Richard Galliano, Jimmy Cliff, Maria
Joao, Omar Sosa, Hevia e Noa. E proprio il sodalizio con l’artista israeliana
porta il Solis ad intraprendere un tour
europeo e a registrare, in Israele, un
doppio album e dvd a nome “Noa &
Solis” dal titolo “Live in Israel”. Ma
non mancano anche collaborazioni
con i protagonisti della musica italiana come Claudio Baglioni, Adriano
Celentano, Eugenio Finardi, Edoardo
Bennato, Rossana Casale, Elisa, Ornella Vanoni, Paola Turci, Premiata
Forneria Marconi, Raf, Ivana Spagna,
Max Pezzali, Avion Travel, 99Posse,
Negroamaro.
L’ultimo progetto di Solis si intitola “Canti naviganti” e nasce dall’incontro con la cantante portoghese
Tereza Salgueiro. Questo progetto
arricchisce l’offerta del gruppo e si
aggiunge all’altro progetto dal titolo
“Mediterraneo Sonoro” che il Solis
propone per la stagione concertistica
2010/2011.
Invece, lunedì 4 aprile, alle 21,
all’Auditorium arriva lo spettacolo
“Donna non rieducabile” con Otta-
VILLA POMA - Domenica 20
marzo alle 21, alla Sala Civica di via
Arvati, appuntamento con il concerto
“Dolce InCanto”, con Daniela Zerbinati soprano, Devis Fugolo basso,
Nicola Tassoni violino, Andrea Maini
viola, Davide Burani arpa.
via Piccolo. Il monologo è scritto da
Stefano Massini, adattando in forma
teatrale brani autobiografici ed articoli di Anna Politkovskaya, la giornalista russa uccisa con quattro colpi
di arma da fuoco il 7 ottobre 2006
nell’androne della sua casa moscovita.
Testimone scomoda, sempre in prima
linea, ha vissuto sulla propria pelle e
raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più oscuri della Russia post-
Ottavia Piccolo
sovietica, gli episodi più drammatici
come la strage di bambini nella scuola
di Beslan, il sequestro di ostaggi al Teatro Dubrovka e la guerra cecena.
Info: [email protected]
PEGOGNAGA – Nell’ambito
della rassegna “Incontri con le autrici”, sabato 26 marzo alle 18, presso
la Sala civica comunale, Claudia Sereni presenta il libro “Il lupo mercante”, ventisei racconti divisi in quattro
tempi
che
rappresentano le quattro
stagioni della
vita: infanzia,
adolescenza
giovinezza
e
adultità.
L’evento, ad
ingresso libero,
è organizzato
dall’Assessorato alle Pari
Opportunità
e l’Assessorato
alla Cultura
del Comune
di Pegognaga,
in collaborazione con Fondazione Aida,
Coop Consu-
Motteggiana, Gonzaga, Pegognaga e Suzzara, torna la “Giornata della Legalità”. Il
primo appuntamento è fissato lunedì
21 marzo, alle 21 presso la Polisportiva “Andreani-Panicalli”, di Motteggiana con “Il Boss a tavola”. Le associazioni Equamente e Coordinamento
Libera–Mantova, presentano: “Libera
e le Cooperative del circuito Libera
Terra”, con degustazioni di prodotti
coltivati dalle cooperative sociali sulle terre confiscate alla mafia. Mentre
Martedì 22 marzo a Gonzaga, alle 11,
presso la Scuola Media, incontro con
don Luigi Merola, parroco del quartiere Forcella di Napoli che vive sotto
scorta e Azzolino Ronconi Presidente
dell'associazione Namaste di Ostiglia.
Alle 16 presso il campo sportivo, don
Merola incontra le squadre giovanili dell’A.C. Gonzaga per raccontare
loro la sua esperienza e le difficoltà
che vivono i ragazzi di Forcella ed alle
21 alla Sala Civica, incontro pubblico
con don Luigi Merola e Maria Regina
Brun di ‘Libera’. Gli altri appuntamenti della “Giornata della Legalità”
sono in programma per il 10 aprile a
Pegognaga ed a Suzzara a maggio.
QUISTELLO – Martedì 22 marzo alle 15, alla Pinacoteca comunale
si inaugura l’esposizione "Figures de
la Bible" 100 incisioni, 1720 – 1728.
La Mostra resterà aperta fino al 22
maggio.
SUZZARA – Venerdì 25 marzo,
alle 20.45 all’Auditorium, l’orchestra I Pomeriggi Musicali, proporrà
musiche di I. Stravinskij, S. Prokof ’ev e L.v. Beethoven. Info: Paola
Bernardelli 335.82.32.838, Scuola
Comunale di Musica; Elena Prandi
0376.513.403/0376.513.282, Biblioteca Comunale.
MOGLIA - 20° festival teatrale
dei dialetti della bassa
Al centro culturale Mondo Tre,
prosegue il Festival teatrale dei dialetti della Bassa. Sabato 26 Marzo la
compagnia “La Barchessa” di Poggio Rusco porta in scena lo spettacolo “Agenzia investigativa al büs ad la
ciusèra” di Manuele Oliani, mentre
sabato 2 aprile sarà la volta della compagnia San Martino di Guastalla (Re)
in “L’acumpagnament” di Caterina
Ghizzardi.
Mentre, domenica 3 aprile, al
Teatro Italia di Bondanello, concerto di musica jazz e sudamericana
del trio “Intransito” con Emiliano
Paterlini. Tutti gli spettacoli iniziano alle 21. Info: Comune di Moglia
0376/511411.
SAN GIACOMO DELLE SEGNATE – Con l’inaugurazione della mostra fotografica “Rimettiamo
le bandiere della pace sui balconi”,
prevista per sabato 19 marzo alle 16
presso il Municipio, prende il via la
“Primavera Segnatese”. Domenica 3
aprile alle 15, invece, in piazza si svolgerà il “Carnevale Segnatese” a cura
di Avis e Proloco Segnate.
REVERE - Domenica 3 aprile,
dalle 7 alle 19, nel centro storico “Mostra scambio cose del passato”.
Angiolina Gozzi
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l’oltrepò Mantovano
MIN IMOTO
19 marzo 2011 • 19
Già oltre 50 iscritti e nove appuntamenti previsti in tre province oltre ai raduni e alle dimostrazioni
A Pegognaga si viaggia a tutto gas
Domenica 27 si apre il calendario dell’Alva Racing Trophy con 9 categorie in griglia
PEGOGNAGA – Il gas è già a
manetta, i motori sono pronti a sprigionare la loro potenza, ma sarà la
qualità del pilota a fare la differenza.
Inizia domenica 27, a Polesine, il primo trofeo Alva Racing, organizzato
dall’omonimo club di Motteggiana
del patron Ezio Dioniglio e patrocinato dalla Uisp Mantova. Si tratta di
un calendario ricco di eventi – ben 9
quelli in programma – che si snoderanno tra le provincie di Mantova,
Brescia e Cremona e che metterà a
confronto i tanti appassionati di minimoto. Per l’evento inaugurale sono oltre 50 gli iscritti che si confronteranno
su 9 categorie, in base all’età, al peso e
alla potenza delle due ruote. «Si tratta di uno sport aperto a tutti – spiega
Dioniglio – dai 5 agli 80 anni, effettuato in tutta sicurezza e che ha come
obiettivo, oltre all’aspetto competitivo, anche quello di attirare il maggior
numero di curiosi intorno al circuito
di gara».
Il presidente Ezio vive nelle moto
da una vita: già presidente fino al
2004 del Motorsport di Suzzara nel
2009 ha iniziato l’avventura con l’Alva Racing e i risultati sono ben più che
incoraggianti. Oltre 104mila visitatori
sul sito www.alvaracingteam.org, con
il 22% dei contatti arrivati dagli Stati
Uniti.
REGOLAMENTO.
Le gare
si disputano in unica giornata (salvo eccezioni ) con prove libere alla
mattina,qualifiche alla mattina e 2
gare al pomeriggio, con la seconda
gara sempre al pomeriggio con lo stesso ordine di partenza della prima.
CALENDARIO. Dopo l’esordio
di Pegognaga, si torna in pista all’autoparco di Brescia (10 aprile) e a seguire Ghedi (8 maggio), Ipercoop Cerese (29 maggio), si rientra a Polesine
di Pegognaga (19 giugno) e a Ghedi
(3 luglio) e da lì inizierà il rush finale
con le tappe di Tornata (4 settembre),
Commessaggio (25 settembre) e la
chiusura del 9 novembre sempre a Polesine dove si terranno le premiazioni
dei vincitori.
EVENTI CORRELATI. Il patron
Dioniglio ha però scelto di avvicinare
alle minimoto anche la promozione
turistica ed il mondo del modellismo.
Non a caso sono previste due dimostrazioni gratuite, tra cui quella alla
fiera Millenaria mentre in occasione
dell’ultimo appuntamento di Polesine si terrà il 2° raduno espositivo
delle due ruote che porterà in paese
tanti appassionati, siano essi ciclisti,
motociclisti o inventori, affiancando
all’esposizione anche una reunion di
aereomodellismo.
VOLLEY
BASKET
Gli anni ruggenti del basket Revere
raccontati in un libro celebrativo
Mama Mia
Revere
e Mogliese
Protagoniste
sotto rete
REVERE – Ci sono momenti
nella vita sportiva di un paese che non
possono essere cancellati e che fanno
del paese uno dei centri nevralgici di
un’intera terra. E’ il caso del basket di
Revere, raccontato nel libro ‘Gli anni
ruggenti’ di Aldo Centis.
“L’ascesa quasi irresistibile della
pallacanestro reverese – si legge nella
prefazione – balzata da formazione
locale a compagine di livello nazionale, iniziò nel 1936 grazie all’amicizia
tra Arrigo Perondi e Galeazzo Dondi
della Virtus Bologna. Perondi convinse Dondi ad allenare i reveresi che ben
presto non ebbero rivali: primeggiarono in numerosi campionati provinciale ed interregionali, rappresentando
addirittura il Mantova in alcune occasioni. Dopo la pausa della guerra nel
1950 la squadra dei ‘vecchi’ fu smobilitata”.
Allenamenti su campi in terra
battuta oppure sul campo in piazza
Castello, trasferte goliardiche e ricche
di aneddoti, tutte raccontate dai protagonisti dell’epoca, in un lungo viaggio
durato 14 anni, ma che ancora oggi
può diventare un monito per gli sport
locali: passione, amicizia, voglia di superare i limiti, sono gli ingredienti per
realizzare un capolavoro. E chi legge
il libro (lo si può trovare recandosi in
Municipio) diventa tifoso, non può essere altro, sperando di udire di nuovo
il ruggito del basket Revere.
(f.d.)
Fa sul serio la Mama Mia Revere,
squadra che milita in Seconda divisione femminile. Le ragazze stanno infatti correndo verso l’ambito tentativo
di centrare la promozione, vincendo il
campionato.
Impresa ardua perché la concorrenza non manca, ma per una squadra
capace di vincere per ben 10 volte 3-0
e gettando al vento qualche punto di
troppo nei tie-break nulla è impossibile. Nello stesso campionato vanno annoverate le discrete prestazioni di Avis
Ostiglia e Pol Mogliese, ben assestate
a centro classifica e ancora in grado di
togliersi qualche soddisfazione prima
della conclusione della regoular season. Eccellente invece il cammino della Mogliese nel girone F di serie D. Le
ragazze di Baratella hanno cambiato
marcia e veleggiano nelle zone alte in
attesa di dare l’assalto almeno alla terza piazza del podio.