l`oltrepò Mantovano - Consorzio Oltrepo` Mantovano
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mantovano Periodico ufficiale del Consorzio Oltrepò Mantovano - Quindicinale - Anno I - nr.5 - 19 m arzo 2011 Scriveteci. Questo il nostro indirizzo di posta elettronica: [email protected] Zapparoli: «sto vivendo un sogno» A tu per tu con il sermidese Enrico Zapparoli, chitarrista dei Modà WSR è scontro ambientale tra comitato e sindaco A pag. 3 Poggio Rusco Una giusta pianificazione per far volare il commercio A pag. 7 Occupazione Nel 2010 aumentano le assunzioni 4mila nuovi posti A pag. 9 l’oltrepò Mantovano 19 marzo 2011 • 3 Un comitato di cittadini contrario: «Il sindaco non ci ha informati». Agricoltori preoccupati wsr: a san giovanni del dosso è scontro frontale Il primo cittadino Nandino Galeotti: «Siamo di fronte ad un no ideologico, l’azienda porterà posti di lavoro» SAN GIOVANNI DEL DOSSO – La questione “Water & Soil” rischia di trasformarsi in un durissimo “muro contro muro”: da una parte l’amministrazione comunale, intenzionata a valutare attentamente la possibilità di un insediamento che – a suo dire – porterebbe posti di lavoro in più nella cittadinanza, e dall’altra parte un comitato di cittadini che si sta battendo con tutte le sue forze per impedire che l’azienda di Levata, specializzata nella bonifica da agenti inquinanti di acque e terreni, venga a realizzare un proprio sito nel piccolo comune della bassa. Il primo “round” è avvenuto all’inizio di questo mese, e, come prevedibile, lo scontro è stato molto vivace dal punto di vista dialettico. Teatro di questo scambio di opinioni che, al momento, non vede possibili punti di contatto, la sala civica in cui il Comune ha tenuto un’assemblea informativa sulla possibilità dell’insediamento della ditta, che a San Giovanni del Dosso vorrebbe realizzare in sito in cui stoccare e depurare terreni contaminati da idrocarburi: ma al di là delle motivazioni tecniche – cui hanno cercato di ribattere lo stesso presidente di “Water & Soil”, Alberto Prandi, giunto a San Giovanni del Dosso accompagnato da uno staff di tecnici, due dei quali docenti presso l’Università di Pavia – ciò che ha fatto più infuriare i componenti del Comitato “Ambiente e Salute di Poggio Rusco e San Giovanni” è stata la disinformazione di cui si è reso colpevole il Comune, che, sempre secondo gli esponenti del Comitato, si sarebbe mosso senza sentire preventivamente la cittadinanza: «A questo va aggiunto – ha affermato Alberto Neri, uno dei rappresentanti – che la ditta ha presentato agli enti competenti una documentazione scarna ed insufficiente: un fatto che, di per sé, è già gravissimo». Il Comitato ha già annunciato che intenderà far sentire la sua voce in tutte le sedi opportune (a cominciare da Provincia, Arpa e Asl, che stanno valutando l’eventuale insediamento), augurandosi che «il sindaco comprenda il parere contrario della cittadinanza, e dica anch’egli di no», ma Nandino Galeotti, sindaco di San Giovanni del Dosso non sembra essere dello stesso avviso: «Qua si sta andando avanti solo attraverso dei “no” preconcetti – ci ha detto – mentre noi stiamo valutando attentamente quanto ha da proporre la ditta». Nel corso dell’assemblea hanno provato a fare da “pacieri” il presidente di Confindustria Mantova Alberto Truzzi, pronto «a garantire sulla serietà della ditta, e, come poggese, a tenere costantemente sotto osservazione l’eventuale insediamento, che dovrà essere ad impatto zero per l’ambiente circostante», ed il presidente del Consorzio Oltrepò Mantovano Alessandro Pastacci, il quale ha annunciato che la vicenda “W&S” verrà discussa nella Commissione Ambiente del Consorzio e che lo stesso sarà presente in Conferenza dei Servizi «pur nel rispetto – ha aggiunto – di tutti i ruoli istituzionali coinvolti in questa vicenda». Tra le voci critiche si è levata anche quella di Nunzio Gennari, presidente del “Consorzio Pera Mantovana IGP”: «Il sito che avete scelto si trova a soli duecento metri dall’azienda che tratta l’80% della produzione di Pera Mantovana IGP – ha spiegato – chiedo che si facciano valutazioni più attente». La discussione si è protratta per diverse ore, anche dopo la conclusione ufficiale dell’assemblea, e per il momento non vi sono punti di convergenza tra Comune e Comitato: e del resto entrambi hanno esperienze concrete da portare in supporto alle proprie convinzioni. La ditta “Water & Soil Remediation” aveva già in passato tentato di insediarsi, senza successo, e anzi scatenando un duro “no” da parte dei cittadini, sia a Felonica, sempre nell’Oltrepò, che nella località veronese di Bonferraro di Sorgà; tuttavia, da qualche tempo, un suo insediamento è attivo da qualche tempo a Maclodio, in provincia di Brescia: facile comprendere che l’aspro confronto tra chi è favorevole e chi è contrario si trascinerà a S.Giovanni per i prossimi mesi. Nicola Antonietti Il consorzio che raggruppa oltre duecento aziende punta ad ampliare i propri mercati l’agriturismo mantovano guarda alla germania SUSTINENTE – Con 220 aziende associate ed un movimento che sembra in continua crescita, il 2011 potrebbe essere l’anno decisivo per un “salto di qualità” da parte del Consorzio Agrituristico Mantovano. Ma il condizionale è d’obbligo, poiché anche questo settore deve fare i conti con la crisi economica e soprattutto con le nuove normative introdotte dal regola- mento regionale appena approvato. Riflessioni che Marco Boschetti, direttore del Consorzio, ha affrontato nel corso della IX° edizione della “Festa degli Agriturismi”, tradizionale appuntamento in cui l’ente analizza il bilancio dell’anno appena trascorso con qualche riflessione su quanto potrebbe accadere nei mesi successivi: «Le positività ci sono e sono anche molte – ci ha detto lo stesso Boschetti, poco prima di iniziare la sua relazione ai soci riuniti nella sala conferenze dell’agriturismo “Ca’ Guerriera” di Sustinente – Purtroppo le novità introdotte dal regolamento regionale vanno a pesare e di molto sulla capacità ricettiva dei nostri agriturismi. C’è di positivo che tale regolamento introduce figure come quelle degli “agri-nidi” e delle fattorie sociali, ma qualche preoccupazione rimane.» Preoccupazioni che comunque non sembrano rendere troppo buio l’orizzonte del settore agrituristico: «Si tratta comunque di un settore molto vivo, ed in grado di assorbire queste novità senza grossi traumi – conclude Boschetti – Tuttavia il 2011 rappresenterà per noi un anno davvero decisivo: occorre sapere diversificare la nostra proposta e soprattutto non avere paura di rivolgerci anche ad altri mercati. Penso in particolare a quello della Germania, soprattutto per attività di turismo alternativo come il “cicloturismo” o il “pesca turismo”: qualche settimana fa abbiamo partecipato alla fiera del tu- rismo attivo che si è tenuta a Monaco di Baviera ed abbiamo avuto ottimi riscontri. Questa è la dimostrazione che stiamo lavorando bene e che possiamo proporci in modo competitivo anche al di fuori dei nostri confini provinciali.» nico l’oltrepò Mantovano 4 • 19 marzo 2011 CAOS LIBIA Il vice-presidente di Confindustria e titolare della Ruberti spa ha ottenuto importanti commesse (ora congelate) a Tajura Ruberti: «Ripercussioni su tutta la nostra attività» «Contratti firmati, accordi per pluriennali per milioni di euro, tutto fermo: sono preoccupato» di euro, e ora abbiamo dovuto sospendere la produzione dal momento che non sappiamo se e quando gli accordi saranno rispettati. Ripercussioni occupazionali? Se la situazione non si sistema in fretta dovremo fare delle riflessioni, abbiamo vissuto momenti migliori e certamente il caos libico avrà degli effetti anche sulla nostra azienda». Francesco Dondi Dalle selle alla tecnologia, un’avventura lunga un secolo QUISTELLO – La Ruberti è un’azienda leader nella progettazione e realizzazione di prodotti in materiale plastico per il mondo dei veicoli, delle costruzioni e della sanità. Al momento conta 65 dipendenti e nel 2010 ha inaugurato una nuova unità produttiva su un’area di 18mila metri quadrati, accanto alla sede operativa centrale. L’azienda nasce agli inizi del secolo scorso come bottega artigiana per la produzione di selleria in cuoio, ma la svolta epocale si registra negli anni ’50 quando nasce il Cinghificio Ruberti per la realizzazione di cinghie di trasmissione in cuoio. Negli anni ’70, poi, le commesse per Fiat e Om garantiscono all’azienda a conduzione familiare un ulteriore step innovativo, avviando l’avventura industriale e portando la Ruberti a diventare una società per azioni. QUISTELLO – La speranza dei primi giorni si sta trasformando in un mix di nervosa attesa e crescente preoccupazione. Dal suo ufficio Alberto Ruberti, dell’omonima azienda, segue con attenzione l’evolversi della situazione socio-politica in Libia. Il vicepresidente di Confindustria Mantova, infatti, è uno degli imprenditori italiani che negli anni hanno trovato importanti partnership con il mondo libico, sottoscrivendo contratti e progettando un futuro industriale di elevata qualità made in Italy. Dottore, come vive l’empasse libica? «Bisogna capire che in Libia è in atto una guerra civile e quindi gli scenari possono cambiare da un momento all’altro. Sono in costante contatto con Tripoli, ma al momento non si registrano grandi novità. Siamo osservatori passivi, non sappiamo cosa succederà, ma più passa il tempo più la preoccupazione aumenta». Lei ha sviluppato importanti progetti: che ne sarà del lungo lavoro? «Anche questa è una domanda che ora non può avere risposta. Con la Libia avevamo aperto una fetta di mer- cato importante che ci aveva permesso di far fronte alle difficoltà riscontrate con i nostri storici parner. Sui progetti libici abbiamo investito tempo e tanto denaro: ora non sappiamo cosa succederà, se il nostro lavoro sarà stato inutile oppure se si riaprirà uno spiraglio». Quali affari ha condotto in porto? «Avevamo alcune commesse per la Trucks & Bus Company di Tajura, azienda che vede la partecipazione come socio di minoranza di Iveco, ma che ha tra i soci un fondo Unicredit, soldi della famiglia Gheddafi, il Ministero delle finanze e quello dei trasporti. Capite che lo scenario è piuttosto grigio. Dovevamo fornire gli interni di due autobus, uno per la città ed un altro per il deserto: cruscotto, cappelliere, illuminazione. Si tratta di contratti già firmati che ora sono congelati e che ci avrebbero garantito un fatturato di alcuni milioni di euro e lavoro per diversi anni». Per ottenere una commessa così importante avrete anche dovuto fare investimenti importanti. «E’ esattamente così. Trovando una fetta di mercato così appetibile avevamo individuato una strategia imprenditoriale, effettuando investimenti anche per progetti non direttamente collegati con il business in Libia. Ma è certo che guardavamo con grande interesse al di là del Mediterraneo proprio per contrastare la crisi europea». Come vi state muovendo per capire gli scenari futuri? «Il nostro cliente era pienamente soddisfatto tanto che anche nei giorni scorsi ci sono stati contatti con alcuni emissari libici a Torino per pianificare eventuali accordi futuri. Ma come si fa a pensare al futuro quando il presente è così in bilico? Oltretutto per ripartire con la produzione delle componenti della commessa ci vorrà tempo, sarebbe sciocco pensare che se in Libia si torna alla stabilità in pochi istanti tutto il mondo economico torna alla normalità e la macchina produttiva riparte senza problemi e con un battito di mani». Viene da pensare che le ripercussioni sull’empasse libica si avranno anche a Quistello. «Noi abbiamo investito a Quistello per sviluppare prodotti e realizzarli in loco per poi trasferirli in Libia. La commessa era molto ingente, milioni La benzina vola alle stelle, ma niente aumenti del gas La crisi libica sta creando gravi problemi all’economia italiana. Lo scotto che sta pagando la Ruberti spa è soltanto uno dei tanti casi registrati nell’ultimo mese di guerra civile. Ma a pagare dazio sono anche i cittadini, in particolare coloro che utilizzano l’auto per lavoro. Il prezzo del greggio è infatti schizzato alle stelle e gli scenari futuri non sono rosei. La benzina verde ha sfondato un po’ ovunque quota 1,5 euro così come il diesel, fino a qualche anno fa piuttosto vantaggioso, ha sfondato la soglia sensibile dell’ 1,4 euro. Ma se il petrolio arriva a singhiozzo o meglio il mercato paga il caos libico, al momento non sembrano esserci particolari problemi per il gas come ha sottolineato anche il Governo, deciso nell’affermare come le bollette non subiranno rialzi né per le famiglie né per le aziende. l’oltrepò Mantovano REVERE 19 marzo 2011 • 5 L’attuale sindaco, dopo venti anni di attività amministrativa, lascia la politica locale Gloria bonini: «grazie a tutti i reveresi, ma non mi ricandido» «In questi anni non è stato facile, il paese è un cantiere aperto ma gli obiettivi sono stati raggiunti» REVERE – Per un sindaco che ritenta l’avventura alle prossime amministrative (Sergio Rinaldoni, Poggio Rusco), ed uno che, addirittura, si candida alle provinciali (Alessandro Pastacci, Quistello), ce n’è uno che non solo non si ricandiderà, ma mette la parola “fine” alla sua esperienza politica. È Gloria Bonini, che dopo un ventennio di attività amministrativa (prima come assessore e poi, dal 2006, come primo cittadino), non sarà al via delle prossime comunali di Revere. Sindaco, una decisione netta e che appare irremovibile, magari ci dobbiamo aspettare un ripensamento? «Assolutamente no – ci risponde Gloria Bonini con un sorriso – tra pochi giorni le liste verranno depositate e posso garantire che il mio nome non ci sarà.» Per un sindaco che ha alle spalle un solo mandato è una scelta in contro-tendenza… «A dire il vero mi lascio alle spalle un’attività amministrativa che inizia da molto più lontano, e che negli ultimi venti anni si è concretizzata come Assessore alla Pubblica Istruzione, poi sempre come Assessore alla Pubblica Istruzione e ai Servizi Socio-Assistenziali ed infine come primo cittadino. Per motivi che sono strettamente personali devo lasciare, ma sono fiduciosa che anche chi verrà dopo di me saprà fare bene. In particolare, per quanto concerne il gruppo di cui ho fatto parte, lo vedo molto unito e volonteroso: hanno fatto la scelta di un candidato molto giovane (Alberto Cavicchioli, attualmente consigliere e capogruppo di maggioranza ndr) e lo stesso gruppo è molto giovane nella contribuendo a “risvegliare” il Destra Secchia. Sarà perciò fondamentale mantenere questo clima anche negli anni a venire, e approfittare di tutte le opportunità che si presenteranno.» In conclusione, che consiglio si sente di dare al suo “successore”? «Consigli non ne voglio dare, ma una riflessione mi sento di farla: in questi anni noi amministratori abbiamo compreso come, purtroppo, le risorse a disposizione degli enti locali si siano fatte sempre più esigue. In questi anni siamo riusciti a sfruttare tutte quelle opportunità di finanziamento, messe a disposizione della Regione, che potessero far arrivare nel Comune dei contributi a fondo perduto, e quindi senza successivi aggravi per l’ente. Credo che questa sia la soluzione migliore che un comune deve adottare per continuare a sopravvivere senza eccessivi problemi: sapere cogliere quelle opportunità di finanziamento che si presentano e non avere paura di guardare avanti.» Nicola Antonietti sua composizione e quindi carico di entusiasmo e voglia di fare.» Si chiude dunque una parentesi amministrativa molto importante per lei: in una ipotetica bilancia, è maggiore il peso delle soddisfazioni o dei rimpianti? «Delle soddisfazioni senza dubbio: ringrazio di cuore tutti i reveresi che mi hanno concesso di essere loro sindaco per questi cinque anni e che tanto mi sono stati vicini; tutti i dipendenti del Comune di Revere per il loro sostegno professionale, tutti i Consiglieri che con me hanno collaborato fattivamente durante questo lungo percorso e, non ultimi, Don Paolo Azzini e tutte le Associazioni di volontariato che con il loro impegno e lavoro gratuito hanno concretamente condiviso tante iniziative utili alla Comunità. Sono particolarmente contenta di essere riuscita a darmi un obiettivo – che poteva sembrare non faraonico – e di riuscire a realizzarlo: Revere appare in questi giorni come un cantiere, ma la riqualificazione del centro storico e di Via Garibaldi, le migliorie all’arredo urbano, la ristrutturazione dei portici, il recupero del concerto campanario di Piazza Castello nonché il rifacimento del piazzale e dei marciapiedi antistanti la Chiesa, saranno terminati entro la fine del mio mandato. Il senso di responsabilità, l’attenzione meticolosa e la condivisione di intenti hanno permesso all’azione amministrativa d’intervenire con oculatezza a sostegno dei vari progetti, ponendo la massima attenzione al monitoraggio delle risorse economiche.» C’è comunque qualcosa per cui si poteva fare di più? «No, in linea di massima quanto si poteva fare è stato fatto. Non è stato un quinquennio facile, far quadrare i conti non era semplice, e tuttavia ci siamo riusciti: il bilancio del Comune è stato sanato e soprattutto credo che siamo riusciti a vincere la sfida che più ci stava a cuore, ovvero ridare un volto migliore a questo bellissimo paese, ricco di storia e di cultura.» Gloria Bonini è da sempre attivamente impegnata anche al di fuori del ristretto ambito territoriale reverese, in un’ottica che inserisce Revere nel grande territorio dell’Oltrepò Mantovano: questo territorio è pronto a fare il “salto di qualità”? «Purtroppo non è una risposta facile da dare, anche perché tutti gli enti locali stanno vivendo un periodo non facile, tuttavia quanto è stato fatto in questi anni mi fa essere ottimista. Ho sempre vissuto positivamente il clima di collaborazione che si è instaurato con l’Ufficio del Piano di Zona, con ASL e soprattutto con lo strumento del Consorzio. In particolare il Consorzio Oltrepò Mantovano ha lavorato bene, riuscendo a creare un positivo clima di collaborazione tra gli enti e Periodico del Consorzio Oltrepò Mantovano Autorizzazione del tribunale di Modena nr.2023 del 4/02/2011 Distribuzione gratuita Dir. responsabile: Luigi Zini Capo redattore: Francesco Dondi Editore: New Millenium Srl via Pico 17 - 41037 Mirandola (MO) Hanno collaborato: Francesco Dondi, Gabriele Maestri, Angiolina Gozzi, Sara Anifowose, Nicola Antonietti, Elena Franzoni, Vittorio Negrelli, Francesca Franch Stampa: Centro Stampa Editoriale Grisignano del Zocco (VI) tel. 0444.414303 Pubblicità: New Millenium Srl v. Pico 17 - Mirandola (MO) pubblicità tel. 348/0424063, uff. tel. 0535/26853, fax: 0535/060139 e-mail: [email protected] Le lettere al giornale (con firma verificabile) vanno indirizzate a New Millenium Srl - v. Pico 17 41037 Mirandola (MO) [email protected] VENDITE - VilLe seminuove da ristrutturare parzialmente, stile Liberty moderno, varie dimensioni con giardino o parco, prezzi in forte tibasso adeguati in base al mercato attuale - VILLETTE A SCHIERA nuove o seminuove, tre letto, doppi servizi, giardino, doppi garage da soddisfare le , varie richieste, prezzi ottimi - APPARTAMENTI nuovi in centro, anche a riscatto, di varie metrature con finiture di lusso a partire da € 105.000,00 - APPARTAMENTO seminuovo in semicentro, chiavio in mano da mq 90 oltre garage € 100.000, ottimo affare - APPARTAMENTI in zone diverse semicentro o periferia usati a partire da € 75.000,00 - CASA mantovana vicinanze centro su due piani, tutta ristrutturata c on garage mq 100, € 100.000,00 - CASETTE da ristrutturare di piccole dimensioni a partire da € 25.000,00 - CASE DI CAMPAGNA da ristrutturare. 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E’ comunque certa una cosa: nel progetto ci sono nomi illustri della politica locale e dell’economia mantovana ed emiliana, figure di assoluto valore che già di per sé garantiscono solidità e credibilità al progetto. I Comuni saranno rappresentati nel comitato promotore da Alessandro Pastacci (sindaco di Quistello e presidente del Consorzio Oltrepò), Marco Reggiani (Sermide), Claudio Bavutti (Moglia), Dimitri Melli (Pego- L’INTERVISTA gnaga) Sergio Rinaldoni (Poggio Rusco) e Alessandro Beduschi (Virgilio), ma è nel tessuto imprenditoriali che si misura la solidità del progetto dal momento che, dal mondo associazionistico, hanno dato il placet Cristina Bertellini (Confindustria), Attilio Casari (Confagricoltura), Ugo Ferrarini (Cna), Mario Lanzi (Cia) e Remo Capelli (Ama-Confartigianato). In sostanza tutto il comparto agricoloimprenditoriale. Ma al comitato promotore hanno aderito anche la famiglia Saviola, Andrea Vellini (Vallan), Francesco Castelli (gestore del fondo Kairos) e Stefano Beschi, azionista di riferimento di Messaggerie del Garda. Importanti anche gli inserimenti modenesi di Roberto Casari, presidente di Cpl Concordia e Vainer Marchesini (Wam) che a Poggio è in procinto di insediare un nuovo comparto produttivo. Proprio per approcciare al meglio i passaggi istituzionali già la prossima settimana il comitato promotore si ritroverà per definire le strategie procedurali e continuare a tirare le fila in attesa di nuovi potenziali ingressi di finanziatori ed, eventualmente, soci. Si parte attualmente da un unico macro-dato: il capitale sociale necessario per partire è di 2 milioni di euro, una cifra che però è destinata ad aumentare sia per dare fondamenta stabili all’intero istituto, ma soprattutto per mandare all’esterno, a finanziatori e semplici clienti, un messaggio di solidità e affidabilità. Perché banca Oltrepò nasce con un intento preciso che non è solo la voglia di realizzare utili per gli azionisti. L’idea che sta alla base del progetto è infatti quella di diventare un polo di riferimento per i residenti nell’area, ricreando quel legame di fiducia reciproca svilito negli ultimi anni in nome del profitto a tutti i costi. Quindi il primo passo sarà trovare l’appoggio dei clienti locali, il secondo – come ha già chiesto Confindustria e come prevede lo stesso piano strategico – è quello di diventare la Bruno Tabacci, l’ideatore del nuovo istituto «Una sfida stimolante per colmare un vuoto» Se c’è una persona che per prima ha voluto e creduto nel progetto banca Oltrepò, quella è l’onorevole quistellese Bruno Tabacci. Legatissimo alla sua terra, Tabacci ha intuito la portata sociale ed economica del nuovo istituto di credito, mettendosi in prima persona a coordinare l’avanzamento dei lavori. «La scomparsa della banca Agricola Mantovana – racconta il deputa- to – ha lasciato un vuoto nella nostra provincia. E’ vero che le dinamiche bancarie sono cambiate, ma i grandi gruppi possono ancora convivere con gli istituti territoriali. Penso ad esempio allo straordinario lavoro di coordinamento e gestione del credito che le Bcc stanno effettuando e proprio da ciò nasce l’idea di creare, nell’Oltrepò, un progetto simile. Nel mantovano operano già tre Bcc e nulla vieta, anzi me lo auguro, di trovare un raccordo utile a tutti». Tabacci spiega poi le strategie imprenditoriali che stanno alla base del progetto Oltrepò. «Nei prossimi giorni ci troveremo con il comitato promotore per inoltrare la documentazione alla banca d’Italia per avere l’autorizzazione a nascere. Mi pare prematuro parlare di numero degli sportelli anche perché, tornando al discorso precedente, nulla vieta una sinergia con altri istituti locali. Certamente l’obiettivo è superare di slancio la soglia dei due milioni di euro necessari, anzi uno dei primi compiti è quello di raccogliere più adesioni e fondi possibili. Il passo successivo, invece, sarà quello di individuare un giovane manager che dia alla banca un impulso credibile e moderno, senza però dimenticare la territorialità del progetto». Territorialità, parola magica che condensa la mission operativa. «Per me è quasi una sfida personale, sono nato qui e in questa terra ho iniziato a fare politica. Mi sento parte del tessuto sociale mantovano e quindi farò di tutto per portare a termine questa idea. Io sono molto ottimista, al momento è superfluo indicare date operative, ma ciò che più mi preme sono le adesioni arrivate: non solo imprenditori dell’Oltrepò, ma anche vicini modenesi che vedono nel nuovo istituto di credito un valore. Perché di questo stiamo parlando, di un valore aggiunto per rilanciare il territorio, attirando capitali senza dimenticare il rapporto umano con i clienti, o meglio con i cittadini». (f.d) banca finanziatrice di interessanti progetti industriali. Per la serie: avere sotto casa un istituto di credito che crede nelle potenzialità imprenditoriali dell’Oltrepò e le sostiene con decisione. Francesco Dondi Poggio, niente ipermercati e il commercio vola POGGIO RUSCO – Otto banche, venti bar, circa 150 negozi per 6.700 abitanti. Sono questi i numeri sorprendenti di Poggio Rusco, il comune che, nonostante la crisi del tessile agli inizi del nuovo millennio e quella globale, è riuscito a reggere meglio dei centri vicini. Alla base di questo piccolo miracolo ci sono alcuni elementi ‘naturali’, quali la posizione geografica strategica al centro di importanti nodi infrastrutturali, l’essere un comune di confine tra Lombardia ed Emilia Romagna e la conformazione del paese che configura il cuore della città come centro commerciale naturale, visto che su via Matteotti si affacciano circa 100 negozi. A questi elementi, bisogna aggiunge la scelta dell’amministrazione di assumere un ruolo di guida e stimolo, che ha permesso al sistema di reggere alla competizione, attuato in due direttrici. Per quanto riguarda l’ambito produttivo-artigianale, il Comune ha realizzato l’ampliamento della zona industriale, attraverso i fondi europei ottenuti dall’amministrazione precedente, mettendo a disposizione uno spazio di circa 50mila mq a prezzi competitivi che ha attirato aziende importanti. Poi, il Comune, oltre a fa- vorire gli investimenti produttivi, purché eco-compatibili, ha riqualificato la rete viaria per servire al meglio la zona industriale. Sul fronte del commercio, invece, due sono stati gli interventi rilevanti. Nel 2006, il Comune ha partecipato ai bandi Pics (piani integrati del commercio) che avevano l’obiettivo di aggregare i singoli negozi in un unico centro commerciale comunale, ottenendo ingenti risorse a fondo perduto per riqualificare il centro storico. Poi, si è passati dal sistema comunale a quello territoriale di zona con la costituzione del distretto commerciale dell’Oltrepò orientale insieme a Sermide (capofila), Magnacavallo, Revere e Borgofranco. Ma, come ricorda l’assessore al Territorio Fabio Zacchi, «il miracolo poggese si è realizzato anche perché l’amministrazione ha istituito bandi a sostegno delle piccole aziende, approvato un piano del commercio che impedisce ai centri commerciali di insediarsi sul territorio, potenziato le manifestazioni a fine commerciale, creato eventi coinvolgendo i giovani e dato vita all’associazione commercianti poggesi, guidata da Corrado Capucci». Angiolina Gozzi l’oltrepò Mantovano 8 • 19 marzo 2011 I Vigilantes proteggono Motteggiana Contro i criminali che colpiscono a Motteggiana una reazione decisa da parte del Comune motteggiana - Dopo l’annuncio a metà febbraio, sono già partiti in questi giorni i pattugliamenti straordinari organizzati dal comune di Motteggiana, in risposta all’allarme furti che ormai da mesi ha colpito tutta la provincia di Mantova. In meno di un mese l’amministrazione si è attivata nell’aumentare i controlli, reagendo alla crescente preoccupazione degli abitanti, nonostante il paese non sia stato preso di mira allo stesso livello del vicino comune di Suzzara. Il sindaco di Motteggiana, Fabrizio Nosari, ha tenuto a precisare che si tratta di controlli straordinari in aiuto a quelli ordinari già svolti da carabinieri e polizia municipale. La particolarità sta nel fatto che il servizio non verrà attuato seguendo il classico sistema di vigilanza ma facendo appoggio ad agenzie investigative. Le “uscite” dei vigilantes saranno a sor- presa, non ci saranno orari prestabiliti e i giorni saranno sempre diversi. Non potendo essere presenti su tutto il territorio, i controlli verranno effettuati a spot, servendosi di conseguenza dello stesso elemento sorpresa utilizzato dai ladri, che ultimamente non si limitano a sfruttare il buio serale ma colpiscono in orari diversi in base anche all’assenza dei residenti. La data, il luogo e l’ora di passaggio dei vigilantes saranno perciò segreti, come ha dichiarato il sindaco, con lo scopo di aumentare l’efficacia del servizio. Si richiede comunque la collaborazione dei cittadini, un fattore indispensabile per rendere funzionale qualsiasi tipo di strategia contro i furti e le razzie. Il sindaco Nosari suggerisce proprio che, in paesi piccoli come Motteggiana dove la presenza turistica è rara e facilmente riconoscibile, non deve esserci timore nel segnalare personaggi strani che si aggirano per le case, controllano i campanelli e sostano in strada. Difatti sarebbe meglio segnalare le facce mai viste o le auto sospette, mettendo da parte la preoccupazione di essere eccessivamente indiscreti o invadenti. Oltre a lanciare appelli a Governo e magistratura, richiedendo maggiori fondi per la sicurezza, molti altri comuni mantovani sono passati al contrattacco. A Rivarolo del Re è stato redatto un piano strategico fra tutti i comuni limitrofi con il servizio coordinato dalla polizia locale e a Curtatone è stato attuato un piano per frenare tutti gli episodi di microcriminalità. Così nei limiti dei conti del bilancio, come è costretto a precisare Nosari, anche a Motteggiana si è voluto dare un segnale preciso ai malviventi e rassicurare i cittadini. Sara Anifowose SCHIVENOGLIA Carabinieri e progetti di video-sorveglianza SCHIVENOGLIA – Importante passo per la sicurezza territoriale. Il sindaco Marco Bruschi e il Colonnello dei carabinieri Gerardo Renzi hanno infatti firmato una convenzione al fine di permettere ai militari di accedere all’elenco anagrafico comunale in ogni momento. La connessione sarà protetta e garantirà, in caso di necessità, ai carabinieri di effettuare controlli incrociati anche durante la chiusura degli uffici comunali. «Il documento – spiega il Colonnello Renzi – renderà ancora più efficiente e immediato ogni intervento dei carabinieri a salvaguardia dei cittadini». Il sindaco Bruschi, oltre ad evidenziare l’importanza dell’accordo, ha anche anticipato come l’ammi- nistrazione si sta attivando per la realizzazione di un sistema di videosorveglianza sul territorio comunale. Si tratterebbe di un ulteriore mezzo per contrastare la micro-criminalità e aumentare la percezione di sicurezza dei cittadini. POCHI CONSIGLI UTILI PER COMBATTERE I FURTI • Quando si esce di casa chiudere sempre porte e finestre • Evitare di lasciare le chiavi sotto lo zerbino, in un vaso o in luoghi vicini all’ingresso • Svuotare regolarmente la buchetta della posta • Non lasciare messaggi per i familiari alla porta • Tenere una luce accesa in casa o sul balcone • Controllare con cura, quando si esce, se nei paraggi si aggirano persone sospette • Mai riporre in giardino scale o sedie utili ad arrampicarsi • Appena si nota qualcosa di anomalo o persone sconosciute contattare il 112 o il 113 • Chi può si doti di allarmi e installi grate metalliche • Nessun ente pubblico viene a riscuotere a domicilio dei pagamenti l’oltrepò Mantovano LAVORO 19 marzo 2011 • 9 Resi noti i dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro per la provincia di Mantova Occupazione, timidi segnali di ripresa Nel 2010 4mila assunzioni in più, ma la crisi non è ancora alle spalle La crisi non è finita, anche se qualche timido segno di ripresa fa capolino qua e là. Potrebbe essere questa la lettura dei dati relativi all’attività dei Centri per l’impiego, nell’anno 2010, sull’intera provincia di Mantova. Gli sportelli attivi sul territorio sono cinque, due sono collocati nell’Oltrepò (Ostiglia e Suzzara), gli altri si trovano nel capoluogo, a Castiglione delle Stiviere e Viadana: da tempo sono uno dei punti di riferimento irrinunciabili per tante persone inoccupate (in cerca del loro primo lavoro) o disoccupate (l’impiego loro l’hanno perso). che modo, avvicina le amministrazioni comunali ai giovani». «Lo scorso anno, presso i nostri Centri si sono iscritte 10.088 persone nuove: si tratta di inoccupati e disoccupati, i quali si dichiarano immediatamente disponibili a una chiamata lavorativa.» A parlare è Anna Capuccetti, che all’interno della Provincia di Mantova si occupa dell’Osservatorio del mercato del lavoro e del portale internet provinciale Sintesi, nel quale sono raggruppate varie risorse legate al lavoro. «Nel totale le femmine superano leggermente i maschi – spiega – mentre il flusso di iscritti non è costante; ci sono puntualmente picchi di iscrizione a luglio, quando molti insegnanti concludono il loro incarico e si inseriscono nelle liste di disoccupazione per percepire il sussidio durante i mesi estivi.» Nel 2009 i nuovi iscritti alle liste erano stati 11.600 (1.889 nel distretto di Suzzara, che invece lo scorso anno ha contato 1552 nuove iscrizioni): il confronto coi dati del 2010 può avere due chiavi di lettura, piuttosto distanti tra loro. «Da una parte – segnala Capuccetti – si vede che il numero è in calo rispetto all’anno scorso, per cui si può pensare che ci sia meno crisi, se meno persone ricorrono ai servizi dei Centri per l’impiego; dall’altra, però, non può sfuggire che le persone che si iscrivono sono inoccupati e disoccupati “nuovi”, che vanno ad aggiungers ia quelli che già si erano iscritti negli anni precedenti , per cui la crisi sarebbe tutt’altro che finita, se così tante persone in più hanno bisogno di trovare lavoro.» Tra gli iscritti, l’89% è costituito da disoccupati, il restante 11% sono inoccupati: «Rispetto all’anno precedente – fa notare l’amministratrice del portale – la percentuale degli inoccupati è cresciuta leggermente, lasciando forse intendere che i giovani stanno affrontando più difficoltà nel trovare lavoro e scelgono di rivolgersi ai Centri per l’impiego piuttosto che ad altri servizi». Altri dati interessanti si possono leggere guardando l’età degli iscritti alle liste di disoccupazione: la fascia anagrafica più rappresentata (16%) va dai 30 ai 34 anni. Disoccupati e inoccupati sotto i 30 anni sono il 34% del totale: «Si tratta indubbiamente di una percentuale significativa – riconosce Capuccetti – anche se nel 2009 era addirittura del 37%; può significare forse qualche difficoltà in meno, ma è probabile che la flessione sia dovuta all’aumento degli adulti disoccupati». Scorrendo i dati, colpisce vedere che nelle liste figura anche un 7% di ragazzi con meno di 19 anni (che, in sostanza, non completano gli studi di scuola secondaria); soprattutto, il 14% dei disoccupati pronti a ricevere una chiamata ha almeno 50 anni (il 6% ne ha almeno 55). «È il segno inequivocabile – sottolinea l’amministratrice – che oggi capitano di frequente licenziamenti anche a quell’età e chi resta senza lavoro ha subito necessità di trovarne un altro». A prescindere dal numero delle iscrizioni alle liste, nel 2010 in provincia di Mantova sono stati comunicati oltre 58mila avviamenti al lavoro, a fronte di oltre 52mila cessazioni per licenziamento, dimissioni o altro. Anche qui si può riconoscere qualche segno di ripresa (o ripresina, per stare più cauti): gli avviamenti nel 2009, infatti, erano intorno ai 54mila (nel distretto di Suzzara si sono registrati 500 avviamenti in più, anche se si tratta di assunzioni a termine). «Il 2009 è stato davvero un anno disastroso, tutti i dati lo confermano – ricorda Capuccetti – anche se la tendenza negativa era già emersa nel secondo semestre del 2008». I contratti stipulati sono in gran parte a tempo determinato e gli uomini in questo caso superano le donne (essenzialmente perché le assunzioni riguardano soprattutto operai e tecnici); va segnalato anche un maggiore ricorso da parte delle aziende alle agenzie di lavoro interinale. In definitiva, guardando con attenzione i dati di cui dispone l’Osservatorio del mercato del lavoro, si può forse riconoscere il segno di un primo miglioramento, dopo un periodo veramente nero, ma per parlare di un ritorno alla serenità sembra ancora troppo presto. «Un po’ di conforto nei dati c’è, ma i progressi che indicano purtroppo non sono stabili – conclude l’amministratrice di Sintesi – durante l’anno restano sempre periodi migliori o peggiori». Ancora nel 2007, i nuovi iscritti alle liste di disoccupazione erano “solo” 7.200 (anche se i dati erano raccolti in modo un po’ diverso rispetto a oggi): la fine della crisi non sembra ancora dietro l’angolo. Gabriele Maestri I Centri per l’impiego nell’Oltrepò si trovano a Ostiglia (Via XX Settembre, 24 - Tel.: 0386 32398) Suzzara (Via L. Cadorna, 3/A - Tel.: 0376/531660). Altre informazioni sono sul sito http://sintesi.provincia.mantova.it. Molta fatica, paga alta: viaggio in un lavoro che molti giovani locali non vogliono più fare Stalle aperte solo grazie agli immigrati? Era stato il sindaco di Pegognaga, Dimitri Melli, a lanciare a ottobre dell’anno scorso una piccola provocazione, certo non priva di fondamento: «Gli indiani saranno la nuova classe media di Pegognaga». In qualche modo, l’affermazione aveva colto l’essenza di un fenomeno riscontrabile in tutta la Bassa (mantovana o reggiana non importa) e che solo qualche decennio fa sarebbe stato inimmaginabile. Il numero di giovani “autoctoni” disposti a lavorare nelle stalle è infatti molto ridotto: nessuno vuole più fare un lavoro che da secoli caratterizza una zona a vocazione agricola come l’Oltrepò. Troppo duro e pesante come lavoro: a rigore, è un lavoro che dura 365 giorni l’anno – bisestili esclusi ovviamente – e non prevederebbe ferie ( «Non puoi chiedere alle vacche di andare in vacanza» era una delle massime di Fabrizio De André, una volta che alla carriera di cantautore aveva affiancato l’attività di allevatore in Sardegna). Capita così che il posto degli italiani l’abbiano preso, a poco a poco e a buon diritto, molti indiani. Per Coldiretti, di tre persone che lavorano nelle stalle da cui viene il latte per produrre il Parmigiano-Reggiano, una è di origine indiana (e in certe zone la percentuale aumenta); fenomeni simili si vedono in altre parti d’Italia con altre produzioni alimentari d’eccellenza, come il prosciutto di Parma, la mozzarella di bufala campana o le uve del Brunello di Montalcino. La paga è tutt’altro che bassa e le caratteristiche necessarie per fare un buon lavoro nelle stalle, gli indiani sembrano averle tutte: talento e pazienza. Il loro rispetto sacrale per gli animali (e in particolare per le mucche, che non sono molto diverse tra il Pun- jab e le terre del Po) e la dedizione al lavoro fanno sì che il 90% degli indiani che arrivano ad abitare sulle sponde del Grande Fiume finiscano subito in qualche azienda agricola. Ormai, senza di loro, molte realtà non sarebbero in grado di produrre allo stesso livello. Qualcosa, a dire il vero, sembra muoversi anche tra la popolazion locale: se si chiedono informazioni ai responsabili del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, per esempio, dicono che proprio nell’Oltrepò mantovano si sta facendo strada una nuova generazione di allevatori e produttori che ha voglia di mettersi in gioco, di portare avanti una scommessa abbinando la tradizione con la voglia di innovare. È sicuramente un aspetto molto positivo, che dev’essere incoraggiato, ma nel frattempo le stalle si popolano di nomi prima sconosciuti, come Surgit e Pahl. Nomi cui essere grati. (g.m.) l’oltrepò Mantovano 10 • 19 marzo 2011 SPECIALE AZIENDE/2 www.casea-beauty.it Il latte è da sempre un prodotto ricco di proprietà, non solo a livello alimentare ma anche estetico. Lo dimostra il fatto che questo liquido è noto, da sempre, per la sua capacità di nutrire, idratare, ammorbidire, rilassare ed illuminare la pelle, rendendola elastica e liscia come la seta. Inoltre, il latte è ricco di proteine che, estratte per liofilizzazione nel siero, danno vita ad un ottimo balsamo in grado di conservare lo stato di fisiologica salute e bellezza del film idrolipidico cutaneo. Non è un caso quindi che, fin dall’antichità, figure storiche come Cleopatra, Poppea, Paolina Buonaparte, utilizzassero questo liquido per la cura e la bellezza della loro pelle. Nel nostro territorio, le proprietà del latte sono note anche ai casari che, a contatto tutto il giorno con questa straordinaria materia prima, trasferiva alle loro mani le sue portentose qualità. Qualcuno poi, ricorderà che per accelerare la guarigione di brutte fratture era abitudine immergere la parte del corpo interessata nel “siero” del latte del Parmigiano Reggiano. Queste indiscusse e riconosciute proprietà benefiche per la pelle sono opera delle siero proteine, sostanze che, a contatto con gli strati superficiali della cute, svolgono un’azione fortemente idratante e protettiva. Ora, dall’osservazione e dallo studio di queste tradizioni, unitamente ad un approfondimento scientifico della materia prima, il Dott. Matteo Dal Trozzo, farmacista gonzaghese, direttore della farmacia “Baggiovara” di Modena, specializzato nei campi dell’omeopatia e fitoterapia, ha ideato la prima linea cosmetica a base di queste siero-proteine che coniuga nei propri prodotti ricerca, tradizione e territorialità. Proprio l’esigenza di riunire tutte queste preziose qualità in prodotti studiati per la bellezza della pelle del nostro corpo è nata Casèa, la nuova originale linea di cosmetici naturali che gode di tutto il prestigio e la sicurezza conferitile dall’utilizzo esclusivo di latte di origine controllata e protetta, ovvero quello utilizzato nei caseifici per produrre il Parmigiano Reggiano. Non è un caso infatti, che il nome Casèa sia ispirato dalla figura del casaro (“Casèr” nel dialetto del basso mantovano) ma anche dalla caseina, la siero- I prodotti sono disponibili anche in alcune boutique del gusto e alimentari di alta qualità proteina madre che compone la linea cosmetica. L’eccellente qualità e la forte territorialità di questo latte certificato da un celebre consorzio, danno luogo ad un siero vellutato, ingrediente principale dei prodotti Caséa. E se il piacere di prendervi cura di voi stesse affonda le sue radici nella tradizione secolare della vostra terra, ogni gesto acquisterà un significato quasi sacrale, come un rito riconciliante con il vostro ambiente, la vostra storia, la vostra essenza. Per gli amanti del vivere etico, lento e responsabile, l’opzione offerta oggi da Casèa nel campo della cosmesi assomiglia molto ad una seduzione a lungo attesa e mai appagata finora. L’innesto nella sfera della cura esteriore del corpo, di concetti quali biodiversità, tipicità, genuinità, attenzione alla provenienza e filosofia “slow life” diventa una stimolo cerebrale oltre che sensuale. La linea Casèa presenta otto genuine “carezze” al latte: contorno occhi, siero antiage, idrocrema, nutricrema effetto lifting, emulsione corpo, tonico detergente, bagno doccia e crema mani. Morbido nutrimento per la pelle di qualunque età, questi otto concentrati di siero-proteine confezionati ad arte sono l’incarnazione di una nuova tendenza: la cosmesi diventa sempre più naturale e territoriale, all’insegna di un positivo connubio tra bellezza, salute e benessere per l’equilibrio perfetto della persona. Si tratta di una linea di prodotti che ha tra i principi attivi il Lac, ovvero l’estratto proteico del latte, noto per le sue qualità idratanti ed elasticizzanti. Oltre alle siero-proteine, grande attenzione è data alla scelta degli altri componenti dei prodotti quali la calendula, l’olio di jojoba, l’ibisco, la centella, l’ippocastano, l’aloe, il rusco, l’olio di mandorle, tutte piante dalle riconosciute proprietà benefiche che, unitamente all’assenza di coloranti e conservanti chimici come i parabeni ed i tensioattivi, differenziano e contraddistinguono questa linea di alta cosmesi per la sua spiccata connotazione naturale. A tutto ciò va sommato il notevole valore aggiunto di trovarsi davanti ad una linea di bellezza a filiera corta e a chilometri zero. Non a caso lo slogan (ideato dal dott. Dal Trozzo) che incarna la filosofia di questi prodotti, preparati da una qualificata farmacista, la Dott.ssa Francesca Ferri di EffegiLab S.r.l. di Trento, è “un abbraccio dalla tradizione”, perché la tradizione non è solamente sinonimo di ruralità ma anche di benessere e sviluppo. I prodotti Casèa sono disponibili in alcune selezionate farmacie, centri estetici e sul sito www.casea-beauty.it. l’oltrepò Mantovano 19 marzo 2011 • 11 Rincari anche di 5 euro al chilo rispetto al 2010, ma non è colpa del caro-latte ECONOMIA Parmigiano-Reggiano, prezzi in ascesa Giuseppe Alai (Consorzio): «Coordinare i caseifici e investire in qualità» Lo chiamano «il re dei formaggi», nessun altro derivato del latte vanta la sua storia e la sua genuinità. Pensi alle eccellenze della tavola e subito emerge il Parmigiano-Reggiano: il suo cuore è ben piantato in Emilia-Romagna, ma anche in quel pezzo di terra mantovana che sta al di sotto del Po. Il formaggio per eccellenza è un tesoro di queste terre: lo è senz’altro per la cura e i riti secolari che lo fanno nascere, ma oggi rischia di esserlo anche per i prezzi. Nelle ultime settimane il “caro materie prime” è diventato un ritornello spiacevole e sempre più frequente: la tentazione di inserire in questa logica anche l’aumento di prezzo del Parmigiano-Reggiano è forte, eppure sarebbe sbagliato farlo. «In effetti si prevede un rincaro di rilievo, il consumatore pagherà il formaggio anche 5 euro in più al chilo rispetto a un anno fa – spiega il presidente del Consorzio del ParmigianoReggiano, Giuseppe Alai –. Ciò però dipende dall’aumento delle quotazioni e dai ricarichi, che quasi raddoppiano il prezzo per il compratore finale.» Se dunque il latte è più caro, non ci sono effetti sul prodotto finito? «Da circa un anno e mezzo le quotazioni del Parmigiano-Reggiano hanno ripreso a salire – chiarisce Alai –. La produzione è stata in parte ridotta, in parte esportata, sul mercato italiano l’offerta è calata del 10%, dunque il prezzo del formaggio è automaticamente salito: in queste condizioni, un aumento dei costi di produzione per il rincaro del latte non incide sul prezzo del prodotto finito, riduce solo il margine di guadagno dei produttori.» Sono quasi 3500 le aziende agricole che portano il loro latte ai 390 caseifici (il 72% è cooperativo) del Consorzio del Parmigiano-Reggiano. Nel 2010 si sono prodotti 3 milioni di forme, impiegando il 15% della produzione italiana di latte (per una forma ne occorrono 550 litri); il giro d’affari alla produzione è intorno al miliardo di euro, ma sale a 1,7 miliardi se si considera il consumo (il 30% del prodotto si esporta). Nel mantovano si contano 27 caseifici, 12 con vendita diretta. (g.m.) Il presidente del Consorzio, tuttavia, fa notare che alcuni segnali fanno immaginare un nuovo calo del prezzo del Parmigiano-Reggiano. Ai consumatori fa piacere, ai produttori no: vitemono di tornare ai livelli di qualche anno fa, quando il formaggio si vendeva in perdita. «Non si può immaginare un mercato in cui si può passare in pochi mesi da un estremo all’altro – continua Alai – occorre più stabilità e la si può raggiungere attraverso una gestione ordinata della produzione, che deve crescere solo in base alla domanda.» Per ottenere questo risultato occorre soprattutto agire a livello di sistema: «Di fronte a un’economia sempre più globale – raccomanda il presidente – occorre costruire un sistema di qualità, coordinando i caseifici, altrimenti anche una produzione di alto livello come la nostra può non riuscire a competere. Qui purtroppo c’è ancora molto da fare: spesso ogni caseificio è Il momento della «levatura» Piero Gattoni Giuseppe Alai ancora come uno stato a sé. I segni di un miglioramento ci sono, ma oggi riusciamo a unirci solo quando le cose vanno male e questo è sbagliato». Anche nella crisi dovuta al calo dei prezzi, tuttavia, la realtà dell’Oltrepò mantovano ha dimostrato di essere pronta a reagire: «Negli ultimi anni i produttori di Parmigiano-Reggiano dell’Oltrepò hanno razionalizzato la fase di trasformazione, diminuendo il numero dei caseifici, e investito sulla qualità del prodotto, cosa su cui si continua a lavorare – spiega Piero Gattoni, presidente della sezione mantovana del Consorzio –. Il mantovano ha sempre risposto in misura significativa alle richieste del Consorzio e al suo interno può svolgere un ruolo importante. La nostra zona si distingue per un forte legame col territorio, aziende e allevamenti sono molto radicati e c’è una spiccata attenzione alle caratteristiche ambientali: ad esempio ci sono molti medicai che producono fieno destinato alla filiera del Parmigiano-Reggiano». Anche il mantovano può migliorare, favorendo la coesione dei produttori per valorizzare il prodotto, ma già ci sono iniziative interessanti: una di esse, finanziata dal Gal dell’Oltrepò, si fonda sulla promozione dei caseifici sul territorio, anche all’interno delle scuole, per spiegare ai bambini come nasce uno dei prodotti più preziosi dell’area. Gabriele Maestri Agricoltori e allevatori denunciano i possibili effetti negativi dei tagli ai finanziamenti «Decreto milleproroghe, sicurezza a rischio» MANTOVA – Il decreto “milleproroghe” sta lasciando dietro di sé una lunghissima scia di polemica, anche nella nostra provincia. Ultime in ordine di tempo a ribadire le loro perplessità, le associazioni di categoria di agricoltori e soprattutto allevatori, i quali lamentano il mancato inserimento nel decreto di alcuni importanti finanziamenti a favore dei due comparti. Tagli che – osservano le associazioni – potrebbero creare anche notevoli problemi sul fronte della sicurezza. Le prime osservazioni fatte dall’Associazione mantovana allevatori sulle disposizioni e gli effetti del decreto “incriminato” risalgono a qualche settimana fa, per bocca del presidente Alberto Gandolfi: in pratica – questa l’osservazione principale fatta da Ama – il mancato inserimento dei finanziamenti rischia di ridurre praticamente a zero l’investimento che, fino allo scorso anno, il governo faceva per promuovere la sicurezza alimentare, il miglioramento genetico, il benessere animale e, per quanto concerne gli aspetti puramente economici, la competitività delle stalle. Un azzeramento degli investimenti che, nella nostra provincia, si tradurrebbe con una penalizzazione delle attività di garanzia e di controllo che i sistemi delle Apa svolgono a Mantova e in tutta la penisola italiana. E questi controlli, limitatamente a Mantova, riguardano produzioni di 1 milione e 300mila suini, 770mila tonnellate di latte e 2 milioni di tonnellate di carne bovina macellata: «Si parla tanto di investimenti – è il commento sintetico di Gandolfi – ma alla prova dei fatti si procede in direzione opposta». Se gli allevatori guardano con perplessità al “milleproroghe”, anche gli agricoltori non nascondono la loro preoccupazione: Sergio Cattelan, presidente di Confagricoltura Mantova, ha evidenziato nelle scorse settimane come dal decreto siano stati esclusi consistenti finanziamenti destinati al comparto saccarifero, nonché il cosiddetto “bonus gasolio” per le serre. Secondo Confagricoltura, tale decisione affosserà definitivamente il settore zucchero ed il florovivaismo in serra: «Oltre a tutto questo – aggiunge Cattelan – ci tocca vedere come il Governo abbia trovato ben trenta milioni di euro per un ulteriore rinvio del pagamento delle quote latte, solo per favorire poche centinaia di allevatori, deliberatamente e ripetutamente recidivi nelle loro irregolarità. Uno schiaffo per un settore che, malgrado un conto salatissimo da pagare, ha contribuito a raffreddare l’inflazione e a ridurre l’emorragia occupazionale». Nicola Antonietti l’oltrepò Mantovano 12 • 19 marzo 2011 Dominus, la cultura per far crescere l’Oltrepò Rete tra musei e territorio, si costruisce insieme la «riserva del Novecento» Puntare sulle potenzialità culturali di un territorio, investendo molto denaro, per farlo crescere anche sul piano economico. Può sembrare una cosa inconsueta, una scommessa azzardata, eppure è lo scopo principale di un progetto che coinvolgerà tutto il territorio dell’Oltrepò fino al 2013. Il nome di questa realtà è «Dominus»: la parola è l’acronimo di «Distretto Oltrepò mantovano per l’Innovazione, l’Unicità e lo Sviluppo», ma dà anche il senso di una realtà sfaccettata, con tante tessere che contano se “giocate” tutte insieme. «Dominus – spiega la coordinatrice, Irene Nicolis – è un progetto promosso e realizzato da Fondazione Cariplo in un disegno più ampio, che punta a valorizzare il nostro patrimonio culturale per renderlo un fattore di sviluppo della zona. Questo è il secondo distretto culturale della regio- ne, dopo quello della Valle Camonica e per il nostro territorio sono stati stanziati quasi 3,2 milioni di euro». Il progetto, gestito dal Consorzio dell’Oltrepò mantovano, è nato grazie a una collaborazione di 13 Comuni – Suzzara è il capofila – e ha ricevuto il supporto di Provincia, Camera di commercio, polo mantovano del Politecnico di Milano, nonché dell’Associazione industriali Mantova, del sistema bibliotecario «Legenda» e del consorzio agrituristico Mantova. «L’idea del distretto culturale è piuttosto recente – precisa Nicolis – si è pensato di far interagire le risorse culturali presenti su un territorio sia tra loro, sia con le attività produttive della zona. La Fondazione Cariplo ha commissionato uno studio al Politecnico di Milano su tutta la Lombardia, per individuare le aree più rilevanti Il museo Gorni di Quistello, incluso nel progetto Dominus sul piano della “densità culturale”.» Una volta udentificata la zona dell’Oltrepò, lo studio è continuato (grazie all’apporto alla sezione mantovana del Politecnico) per definire gli elementi dell’identità culturale del territorio, fino ad arrivare a un progetto condiviso tra le varie componenti del tessuto sociale. Il progetto Dominus fa perno soprattutto sui tanti musei che esistono nell’Oltrepò: «L’importanza dei musei non sta tanto nell’eccellenza di un pezzo o di una collezione – chiarisce la coordinatrice – ma nella capacità di mettere insieme i tasselli e di offrire un’identità. Noi abbiamo individuato come filo conduttore la “messa in scena del ‘900”, così come emerge attraverso i musei, le bonifiche, il paesaggio e l’architettura dell’epoca». Le attività di Dominus si riconducono a due filoni, la conservazione e la valorizzazione: il primo punta a mantenere in efficienza i musei esistenti, iniziando un’opera di coordinamento e qualificando l’offerta culturale; il secondo prevede altri progetti che potranno sorgere sul territorio, grazie all’apporto delle realtà produttive che meglio possono interagire con il mondo dei beni culturali. «In un’ottica di sistema – continua Nicolis – si può fare rete con le filiere del gusto e degli agriturismi, ma anche con la filiera economica “dei creativi”, quelle attività che, dall’editoria alla pubblicità alla comunicazione, possono interagire e creare occasioni di sviluppo. Sono da incentivare, ad esempio, azioni di promozione dei musei che esprimano la varietà del territorio e siano più vicine ai giovani, La biblioteca monastica del complesso del Polirone come eventi musicali e teatrali, oppure si può pensare a laboratori o mostre specifiche, legate alle singole realtà.» Operativamente il progetto prevede 13 cantieri, che dovranno terminare entro il 2013: «I cantieri oggi hanno stadi diversi – precisa Nicolis –. Per alcuni sono partiti gli studi di progettazione e fattibilità, altre volte sono già partiti: è il caso di San Benedetto, di Quingentole (si ristruttura il municipio perché ospiti una futura sede espositiva), Carbonara e Felonica, col suo museo della seconda guerra mondiale». Nel progetto sono previsti molti restauri, a partire dal complesso del Polirone a San Benedetto, di cui si stanno recuperando le superfici interne del museo civico etnografico. «I restauri sono una parte essenziale del filone conservativo di Dominus – spiega la coordinatrice – senza strutture culturali in buono stato non si può pensare allo sviluppo; ai Comuni si chiede poi di adottare una politica di conservazione programmata, con un monitoraggio e interventi periodici che assicurino l’integrità dei beni culturali.» Degli effetti di Dominus beneficeranno senz’altro i turisti, ma anche la popolazione del territorio: «Chi abita nell’Oltrepò ha una conoscenza buona del territorio, lo dimostra anche il fiorire di giornalini, ricerche locali e studi, validi anche dal punto di vista scientifico. Naturalmente la conoscenza può sempre migliorare, ma il nostro progetto non sarebbe stato possibile se, negli anni, non ci fosse stata la volontà di difendere il territorio sul piano culturale, storico e paesaggistico». Gabriele Maestri l’oltrepò Mantovano L'INTERVISTA 19 marzo 2011 • 13 Intervista al dottor Maurizio Gobbetto, Responsabile del servizio di Mantova Boom dei consumi di droga ed aumentano gli accessi ai Ser.T Cambia il ruolo degli stupefacenti ed internet mette in crisi le droghe “tradizionali” Secondo Prevo.Lab, l’Osservatorio Previsionale in grado di ipotizzare scenari evolutivi sulla diffusione di sostanze illegali nella popolazione, nei prossimi anni aumenteranno i consumatori di stupefacenti ed un ruolo importante sarà rivestito dalle sostanze “sintetiche”. Per approfondire il fenomeno “droghe”, abbiamo intervistato il dottor Maurizio Gobbetto Responsabile del Servizio per le Tossicodipendenze (Ser.T) di Mantova. Come è cambiata la percezione delle droghe? «Oggi le droghe sono sentite più come sostanze farmacologiche e non di trasgressione, inoltre, a seconda dell’effetto che si vuole raggiungere si utilizza una sostanza piuttosto che un’altra. Da un’analisi dei siti web più frequentati dai giovani emerge che l’80% degli utenti parla delle sostanze stupefacenti in termini positivi, dando consigli per un “uso corretto” e meno pericoloso possibile. Inoltre, l’uso delle droghe non è più un fenomeno di emarginazione ma svolge una funzione di narco-benessere, ovvero un mezzo per costruire “isole di piacere”, per poi tornare alla vita quotidiana». Come ha inciso la nuova percezione delle sostanze stupefacenti sul mercato delle droghe “tradizionali”? «L’andamento del mercato delle droghe “classiche” di origine naturale sta gradualmente rallentando e forse, solo l’eroina che può essere sia fumata che iniettata, potrebbe creare un parco clienti sicuro e stabile. Il prossimo campo di battaglia tra mercati tradizionali delle droghe ed emergenti, si collocherà soprattutto in rete dove le sostanze sintetiche sono facilmente reperibili». Prevo.Lab, l’Osservatorio Previsionale del fenomeno relativo alla diffusione di sostanze illegali nella popolazione ha stimato le tendenze del consumo di droga per il 2012, cosa è emerso? «Rispetto ai dati del 2009, le stime parlano di un aumento di tutti i tipi di stupefacenti. La cocaina avrà un trend in aumento, ma decrescente, del 4%, e la consumerà circa il 2% della popolazione tra 15-54 anni, mentre il prezzo calerà del 6% perché si andrà verso la saturazione del mercato. Il consumo di eroina registrerà un aumento del 48%, la sostanza sarà più pulita, utilizzata tramite lo sniffing e il fumo, ed il prezzo calerà del 14%. Per quanto riguarda i cannabinoidi, si prevede un incremento del 20% dei consumi, anche perché non sarà più considerata una droga, ed i prezzi aumenteranno. Infine, anche il consumo di anfeta- mine e derivati aumenterà del 25%, soprattutto tra i giovani perché rappresenterà un sostituto più economico della cocaina. Bisogna però sottolinerare due cose: i dati della Lombardia non sono molto diversi dai suddetti, inoltre, Prevo.Lab non stima ancora le sostanze legali (nicotina, alcol e psicofarmaci), anche se la letteratura medica parla di dati drammatici». Qual è l’identikit dei pazienti che si rivolgono ai servizi tossicodipendenze? «La droga ormai è un fenomeno sociale che investe tutti i ceti, quindi anche categorie isospettabili come imprenditori e liberi professionisti. Inoltre, i pazienti sono consumatori di molte sostanze stupefacenti e non di solamente una come accadeva soprattutto negli anni ’80. Un’altra differenza è l’approccio al problema che è passato da quello bio-psicosociale a quello della rete, per cui il contesto di In crescita gli utenti dei Ser.T mantovani L’anno appena trascorso ha fatto segnare un generale aumento del numero degli accessi ai Ser.T mantovani, sia per i programmi ambulatoriali (nei quali sono ricompresi anche gli alcolisti e tabagisti), che per i servizi di comunità (residenziale e semiresidenziale). Il primo elemento che emerge è la tendenza di inviare i tossicodipendenti presso strutture provinciali o regionali. Così i consumatori mantovani di stupefacenti vengono “trattati” nel 75% dei casi in comunità della provincia, in quelle della Lombardia per il 22% ed extra-regione nel 3% dei casi. Per quanto riguarda i tossicodipendenti ospitati nelle comunità mantovane, nel 2010 sono stati in totale 165 (contro i 166 del 2009), dei quali 83 nelle unità operative di Mantova città (- 5 unità) 24 in quelle dell’Alto mantovano e 58 nel Basso (+ 4 unità rispetto al 2009). Per quanto riguarda le patenti ritirate, nel 2010 sono state 1435 contro le 1365 dell’anno precedente. Calano invece i tossicodipendenti nelle carceri passati da 361 a 287 nel 2010. Anche a livello nazionale, le stime parlano di una crescita degli accessi al Ser.T di utilizzatori di eroina e cocaina e di una diminuzione per quelli di anfetamine. Il dato non stupisce perché per il 2011 le previsioni parlano di un aumento dei consumatori di sostanze stupefacenti, rispetto all’anno di riferimento 2008. Entrando nel dettaglio delle singole droghe, le stime indicano un aumento del 40% dei consumatori di eroina che passeranno da 135 a 160mila, ovvero circa lo 0.5% della popolazione tra 15 e 54 anni. Saliranno invece del 5% i consumatori di cocaina che passeranno da 600 a 900mila, ovvero il 2.8% della suddetta fascia d’età. Anche la cannabis vedrà aumentare del 36% i propri fruitori che diventeranno quasi 6 milioni, pari al 18.5% del range 15-54 anni. Infine, gli utilizzatori di anfetamine saliranno del 34%, passando da 230 a 270mila, pari allo 0.8 della suddetta fascia d’età. Ad un aumento del consumo di stupefacenti corrisponderà anche una incremento dei sequestri di droga di circa il 10% per ogni tipologia, stabili invece quelli delle anfetamine. aiuto non è solo Ser.T e comunità ma si è esteso a tutti i contesti organizzati a sistema». La Regione ha messo in atto da diversi atti una strategia di sistema per contrastare alle droghe. Di cosa si tratta? «La strategia è centrata sulla collaborazione e sulla integrazione dei Servizi (pubblici, del privato-sociale, dell’auto-aiuto), ed è organizzata su 3 livelli: organizzativo, funzionale, formativo. Il primo livello è costituito dal dipartimento delle dipendenze, dal comitato permanente degli enti accreditati e dal comitato permanente rete territoriale della prevenzione. Per quanto riguarda il livello funzionale, per l’anno in corso si sono confermate le 5 priorità individuate per il 2010, ovvero rafforzamento e ottimizzazio- ne degli interventi di prevenzione, secondo quanto indicato dalle linee guida regionali e dalle regole di sistema 2011; aggancio dell’utenza il più precocemente possibile attraverso progetti mirati ed interventi di prossimità; rafforzamento degli interventi alcologici; messa in rete delle attività verso le famiglie. Infine, il livello formativo, con l’implementazione della formazione di sistema, da attuarsi con il progetto “Dr. House e Simpson” (ovvero 10 giornate sul lavoro con le famiglie, per operatori e responsabili dell’intera rete dei servizi di intervento), e della formazione di sottosistema, come il gruppo di miglioramento consulenza familiare e la presenza sui mass media locali». Angiolina Gozzi Altri 250 cannabinoidi nella lista delle sostanze vietate Dopo l’allarme dell’Onu sulla crescita dei consumi di droghe sintetiche e la conferma della federazione dei Ser.T di un aumento anche in Italia, il Dipartimento nazionale antidroga, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha predisposto un nuovo decreto che prevede l'inserimento di 250 nuovi cannabinoidi sintetici nelle tabelle delle sostanze stupefacenti vietate. L'attività del Sistema di allerta precoce e risposta rapida per le droghe sintetiche, dal quale giungono alle forze dell’ordine le segnalazioni di nuove sostanze e dei negozi che le commercializzano, sta monitorando il fenomeno da circa due anni e nel 2010 sono stati inseriti in tabella due nuovi cannabinoidi e una pericolosa sostanza: mefedrone, JWH-018 (noto come N-joy) e JWH-073 (chiamato Spice). L'inserimento nella lista di altri 250 cannabinoidi sintetici permetterà una lotta più efficace e tempestiva alle nuove droghe agevolando il lavoro delle forze dell’ordine. L’uso di cannabis accentua il rischio di disturbi mentali Sono stati pubblicati sul British Medical Journal, i dati dello studio condotto dai ricercatori dell’Università di Maastricht in Olanda sul legame tra consumo di cannabis e l’insorgenza di disturbi mentali. La ricerca si è svolta su 1923 soggetti di nazionalità tedesca con età tra i 14 e i 24 anni che sono stati analizzati in tre momenti tra il 1994 e il 2004: dopo tre anni e mezzo, dopo 8 anni e dopo dieci dall’inizio dello studio. A distanza di 8 anni dall’inizio del test, i sintomi di disturbo mentale (forme somatiche e dissociative, fobie, ansia, ecc.) venivano registrati in 436 soggetti; al decimo anno da 231 partecipanti. I risultati hanno mostrato che l’uso occasionale di cannabis, per un periodo di tempo compreso tra i 3 e gli 8 anni, provoca un significativo aumento del rischio di insorgenza di disordini mentali negli anni successivi, mentre il consumo continuativo comporta un rischio di problemi di tipo psicotico persistenti. 14 • 19 marzo 2011 l’oltrepò Mantovano l’oltrepò Mantovano 19 marzo 2011 • 15 PEGOGNAGA PEGOGNAGA Commissione cultura Venti associazioni hanno costituito PEGOGNAGA – Dopo molti anni di attesa, lo scorso primo marzo, presso la Sala civica comunale, si è tenuta l’assemblea pubblica per la costituzione della Commissione Cultura comunale. All’incontro hanno partecipato più di trenta persone, tra cui molti giovani. La Commissione, che si è costituita approfittando dell’apertura del Centro Culturale avvenuta lo scorso 15 gennaio, è composta da cinque gruppi di lavoro distinti per tematiche di interesse culturali, ma come ha ricordato l’assessore alla Cultura del Comune Vanni Marchetti «si è deciso di scegliere una struttura piramidale che parte dal basso, cioè dalla partecipazione dei cittadini che sono invitati a lavorare, discutere, pensare e programmare all’interno del centro culturale, attraverso gruppi che si occuperanno ognuno di un particolare settore». Nello specifico, il primo gruppo lavorerà sulla cura e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, il secondo si occuperà delle arti performative (teatro, musica, danza) e visive (mostre), il terzo di comunicazione e nuove tecnologie, il quarto sarà impegnato su turismo e valorizzazione del territorio e l’ultimo gruppo su ricerca e progetti speciali, che nascono di volta in volta e sono legati a particolari eventi. Tutte le attività sono sostenute con risorse pubbliche, mentre i diversi gruppi sono composti da cittadini che hanno deciso di aderirvi liberamente ed a titolo gratuito. Ogni gruppo poi, nomina un coordinatore ed individua al suo interno due persone che vanno a costituire la Commissione presieduta dal sindaco o dall’assessore alla Cultura. Un aspetto fondamentale del nuovo organo è che i gruppi intervengono “trasversalmente” sui servizi che verranno messi in relazione con le diverse competenze per addivenire alla formulazione dell’offerta culturale. I compiti principali della Commissione sono: proporre attività e iniziative che, coerentemente gli indirizzi espressi dall’amministrazione comunale, favoriscano la crescita culturale e civile dei cittadini, approvare entro il 30 settembre di ogni anno il piano programmatico delle attività culturali per il periodo successivo, verificare entro il 30 aprile i risultati ottenuti nell’anno precedente. Nonostante la fase costitutiva sia già iniziata, ogni cittadino, a partire dai 16 anni di età, può aderire la gruppo di lavoro d’interesse, formalizzando la propria adesione durante le assemblee o comunicando all’ufficio Segreteria comunale il proprio nominativo almeno tre giorni prima della data di convocazione. Angiolina Gozzi la Consulta del Volontariato E’ stata istituita a Pegognaga la “Consulta del Volontariato”, che è formata da una ventina di associazioni ed è quindi una delle più numerose della Provincia. Come si evince dallo Statuto elaborato dall’Assemblea dei rappresentanti dei sodalizi aderenti col supporto tecnico del CSVM di Mantova, l’associazione non ha scopo di lucro e persegue finalità di solidarietà e coesione sociale, inoltre la Consulta ha l’obiettivo di affrontare in modo organico e mirato i bisogni emergenti della comunità, miglioran- done la qualità della vita. “Questo nuovo organismo sociale – hanno detto il vicesindaco Stefano Cagliari e l’assessore ai servizi sociale Manuela Montani – è nato per creare un coordinamento fra le associazioni, per discutere e confrontarsi con gli enti pubblici locali e distrettuali sui bisogni emergenti della nostra società, per promuovere e sostenere le attività delle singole associazioni, per istituire una rete informativa fra gli organismi soci, sviluppare una progettualità di interventi nel territorio e partecipare ai bandi per il finanziamento di progetti di rete”. La Consulta del Volontariato di Pegognaga è finora formata da: Parrocchie di Pegognaga, Polesine e Galvagnina, Circolo Anspi, S. Vincenzo, Gruppo Presenza, Circolo Arci Casbah, Slow Food basso mantovano, Laboratorio Ambiente, Combattenti e Reduci, Consulta Terza Età, Distretto sociale Coop Nordest, Pro Loco, Solidarietà Educativa, Avis comunale, Caritas Pegognaga, Comitato Sagra di Polesine e di Sacca, Gate e Giovani alla Ribalta. Vittorio Negrelli carbonara po Al via i lavori di recupero dell’ex edificio scolastico Felonica Il paese più vecchio del Basso mantovano Sono partiti nei giorni scorsi, e dureranno circa un anno, i lavori di ristrutturazione dell’ex scuola elementare di via Garibaldi. Il progetto, prevede la realizzazione di un centro di accoglienza turistica, una sala multimediale, una espositiva ed un’altra per le riunioni. Nella nuova struttura troveranno spazio anche la sede di rappresentanza della riserva naturale regionale Isola Boscone, un piccolo museo del Po, oltre a dare ospitalità ai turisti in bicicletta che, a partire dalla primavera, seguono gli itinerari lungo l’asse del grande fiume fino al mare. L’opera del costo di circa 400mila euro, è finanziata per metà con risorse ottenute a fondo perduto e per la parte restante verrà restituita in 20 anni a tasso zero. Questa forma di finanziamento è possibile grazie all’accesso ai fondi del cosiddetto “Obiettivo 2”, erogati dall’Unione Europea per favorire la riconversione economico-sociale delle zone con difficoltà strutturali. Record di abitanti over 65 nei Comuni del Destra Secchia, a dirlo sono i report demografici dell’Osservatorio provinciale. Così, mentre l’Alto mantovano fa registrare un aumento della popolazione, grazie agli immigrati ed alla maggiore offerta di posti di lavoro, i Comuni del Basso sono sempre più spopolati e l’indice di vecchiaia più alto. A detenere il primato della popolazione più anziana rispetto ai giovani sono Borgofranco e soprattutto Felonica, dove oltre un terzo degli abitanti supera i 65 anni. D’altra parte, il tessuto industriale è caratterizzato da ditte artigianali indivifuali e l’impresa che occupa più dipendenti è il Comune. Dati questi presupposti, l’amministrazione si è attivata, per esempio mettendo a disposizione aree produttive per attirare nuovi insediamenti oppure offrendo un servizio di scuolabus gratuito. Un segnale in controtendenza arriva dalla squadra di calcio dove quest’anno militano molti giocatori di Felonica. INFO 345.2487772 l’oltrepò Mantovano 16 • 19 marzo 2011 Talvolta la cura dell’abbigliamento e della nostra immagine finisce irrimediabilmente in secondo piano L’abito non fa il monaco! Sbagliato Spesso e volentieri lo fa, eccome Confermato dalla maison francese il licenziamento in tronco dello stilista inglese Christian Dior: fuori Galliano, da Givenchy arriva Riccardo Tisci Manca solo l’ufficialità, ma ormai è certo: la direzione creativa sarà affidata al designer italiano Una maggior attenzione di come ci presentiamo, può aiutarci sia nelle relazioni interpersonali, sia in termini di autostima Sapersi vestire, saper scegliere gli accessori giusti, l’abbinamento di colori più azzeccato o la mise giusta per ogni occasione, è importantissimo perché attraverso il nostro aspetto, la nostra immagine, comunichiamo noi stessi. O, meglio ancora, l’idea che vogliamo dare di noi stessi. Nella società di oggi, dover la vita è sempre e costantemente frenetica, abbiamo poco tempo per farci un’idea della persone che ci passano davanti e spesso il nostro primo giudizio è dettato proprio dall’aspetto esteriore. Fateci caso. Quindi se è la prima impressione quello che conta (anche perché è bene ricordare che non si ha mai una seconda occasione per fare una buonissima prima impressione!), vale la pena dedicare un po’ di tempo per prendersi cura del proprio aspetto. Il motivo? Semplicissimo: avere un’immagine curata (che non deve necessariamente essere elegante, ma può essere anche sportiva o casual), può farci sentire meglio, non solo esteriormente, ma anche interiormente. Tutto ciò a favore anche della nostra autostima. Ciò detto, care amiche e cari amici, prepariamoci: sta infatti per prendere il via qui sulle pagine dell’Oltrepò Mantovano in cui attraverso piccoli consigli per lo shopping, pillole di stile e importanti suggerimenti da esperti del settore cercheremo il cammino verso il buon gusto e l’eleganza. Per sentirci a nostro agio in ogni situazione. Uomini e donne, ragazzi e ragazze, senza alcuna distinzione. Francesca Franch La Maison Christian Dior ha dichiarato con un comunicato ufficiale di avere avviato le procedure per il licenziamento del designer John Galliano, ritenendo "particolarmente odiosa la natura delle parole e del comportamento del signor Galliano". Pochi giorni fa infatti, lo stilista è stato arrestato (e poi rilasciato), in seguito all'accusa di insulti razziali e antisemiti che il designer avrebbe rivolto nei confronti di una coppia, nel locale La Perle, nel cuore di Parigi. Nei giorni successivi la controversa questione si è arricchita di episodi che aggravano la sua posizione: un'altra donna ha accusato Galliano di ingiurie e di aggressione verbale. L'accusa si riferirebbe a un episodio accaduto nello stesso locale lo scorso ottobre. Ma c'è di più: il quotidiano The Sun è entrato in possesso, e ha pubblicato sul suo sito, un video, nel quale lo stilista - apparentemente poco padrone di sé - si lascia andare ad una serie di insulti volgari e razzisti nei confronti di una coppia di persone seduta accanto al suo tavolo. La Maison Christian Dior, della quale lo stilista britannico è Direttore Creativo per il womenswear, ha quindi immediatamente sospeso Galliano dall'incarico, e adesso la domanda di tutti è: chi prenderà il suo ambitissimo posto? Si sono fatte molte ipotesi, anche perché l’argomento è decisamente il più chiacchierato negli ambienti fashion, ma sembra che il "sostituto" di John Galliano sarebbe l'italiano Riccardo Tisci, attuale direttore creativo di Givenchy. La notizia non è ancora ufficiale, ma a lanciarla in rete come una certezza è stato Derek Blasberg, scrittore e giornalista di moda che su Twitter ha scritto: “Riccardo Tisci è stato confermato!” Ancora "solo" un rumor, ma la fonte è decisamente attendibile. F.F. World Fashion News. Notizie in pillola dal mondo della moda • L'attrice inglese Emma Watson (alias Hermione Granger di Harry Potter), firma insieme alla stilista Alberta Ferretti una capsule collection di abiti interamente realizzati in Italia con materiali e processi eco-sostenibili. Cinque capi easy-chic tutti in fibra organica e arricchiti da ricami di pizzo. In vendita esclusivamente sull'online store di Alberta Ferretti a partire dal 21 marzo, la collezione dell'inedita coppia creativa uscirà con l'etichetta Pure Threads by Emma Watson Alberta Ferretti. Anche il packaging del prodotto è realizzato con materiali ecologici, e parte del ricavato della collezione sarà devoluto a People Tree, l'organizzazione no profit che si occupa di Commercio Equo e Solidale. • Claudia Schiffer si reinventa: da top model a designer di maglieria. La modella tedesca ha lanciato infatti questa settimana la sua prima collezione di abbigliamento: trenta morbidi e versatili capi di cachemire, prodotti e distribuiti in collaborazione con il marchio di knitwear Iris von Arnim. I prezzi della linea Schiffer sono abbastanza ragionevoli, vista la pregiatezza della lana: da un minimo di 300 a un massimo di 1200 euro circa. Non è escluso che un giorno la collezione sfili in pedana, quel che è certo, però, è che non sarà la sua creatrice ad indossarla. La Schiffer, infatti, ha detto addio alla passerella. • Arriverà nei negozi solo il 14 aprile, ma la Conscious Collection di H&M già sta facendo parlare di sé. Un mini guardaroba a impatto zero che si è guadagno i riflettori in men che non si dica: Natalie Portman l'ha adottato in anteprima, in occasione del gala Vanity Fair Campaign Hollywood 2011. Il bianco è il fil rouge che percorre l'intera collezione: per look minimalisti dal taglio sartoriale, ma anche in chiave iperfemminile, con inserti in pizzo, balze e volant. La collezione nasce per dar voce all'impegno di H&M a favore della sostenibilità ambientale: tutti i capi sono realizzati con tessuti di cotone e il lino organico, o con materiali di recupero innovativi,come il Tencel e il poliestere riciclato. • G-Star Raw è il protagonista della nuova edizione di Democratic Wear, l'iniziativa firmata Coin che propone abbigliamento di design a soli 10 Euro per sostenere ActionAid. Iniziato il 12 marzo Democratic Wear è un progetto speciale con cui Coin propone al pubblico capi creati da designer innovativi, a prezzi assolutamente accessibili. Questa volta è il turno di G-Star Raw. Il brand di denim, che si è sempre distinto per il suo approccio anticonvenzionale al jeans di lusso, che propone l'iconico Arc Pant in edizione limitata (cinquemila esemplari). Questi pantaloni, caratterizzati da un taglio architettonico che combina cavallo basso e silhouette tridimensionale, saranno venduti negli store Coin al prezzo simbolico di 10 Euro. F.F. l’oltrepò Mantovano AGENDA 19 marzo 2011 • 17 Intervista al chitarrista sermidese Enrico Zapparoli, secondo con i Modà a Sanremo 2011 dalle cover-band all’ariston: un sogno ad occhi aperti «Una soddisfazione immensa dopo un 2010 favoloso, ora mi riposo e a maggio via la tour» SERMIDE – Da Sermide alla conquista di Sanremo: il secondo posto che i Modà, assieme alla cantante Emma Marrone, hanno centrato nella 61° edizione del Festival della Canzone Italiana, porta con sé anche un tocco di “mantovanità”. Pugliese Emma, schiettamente milanese l’anima (ed i tre quinti della formazione tra cui il leader “Kekko” Silvestre) dei Modà, ma mantovano al 100% il chitarrista Enrico Zapparoli. Per lui , come per i suoi compagni di band, un secondo posto che non lascia dietro di sé alcun rammarico, ma che anzi prolunga splendidamente nell’anno in corso, un 2010 che era stato ricchissimo di soddisfazioni. «Siamo al settimo cielo – ci ha detto Enrico – per noi questo secondo posto è un ulteriore trionfo, poiché, solamente fino a qualche mese fa, anche solo il fatto di arrivare a Sanremo rappresentava un sogno». Sicuro? Neanche un po’ di rammarico per una vittoria sfiorata d’un soffio? «Giuro, siamo contentissimi così. E del resto, e credo di esprimere il parere anche di altri “addetti ai lavori”, penso che la canzone di Roberto Vecchioni fosse davvero la migliore di tutte. Arrivare secondi dietro un maestro come lui è come avere vinto». Intanto altre vittorie stanno arrivando sul fronte discografico… «È esatto: il nostro ultimo disco, “Viva i romantici”, uscito proprio nei giorni del Festival, sta ottenendo un ottimo responso di vendite e questo ci riempie di soddisfazione. Siamo riusciti a piacere al pubblico ed anche a molti dei critici ed anche questo è motivo di orgoglio. Non vediamo comunque l’ora di essere in tour, poiché i Modà sono una band che nasce per suonare dal vivo e che proprio nella dimensione “live” dà il meglio di sé». Ci racconti come è nata “Arriverà”, la canzone che vi regalato questa inattesa “medaglia d’argento”? Per te poi la soddisfazione deve essere stata doppia visto che sei uno degli autori. «Premetto una cosa: il testo e la melodia portante di “Arriverà” sono stati scritti da Kekko (Francesco Silvestre, cantante, leader ed unico membro originario della band milanese ndr). Lui però ha voluto che co-fir- massi il pezzo poiché aveva molto apprezzato gli arrangiamenti che avevo realizzato. In particolare ho cercato di fare emergere le mie influenze, sia come chitarrista che come appassionato di musica. È stato bello inserire in un pezzo – che comunque mantiene intatto lo stile tipico dei Modà – sonorità che rimandano in parte ai Queen ed in parte a quel rock progressivo degli anni settanta che tanto amo. Al di là di tutto la soddisfazione maggiore è stata quella di essere sul palco di Sanremo a suonare, a prescindere dal fatto che avessi o no firmato quel pezzo». Quanto è stata determinante Emma nel successo di “Arriverà”? «Moltissimo, anche perché è una ragazza semplice, umile, alla mano come noi, ma comunque una grandissima professionista. Si è integrata alla perfezione con il resto della band e qui devo dare ancora una volta merito a Kekko di avere capito le potenzialità di Emma, ritenendola, fin dal primo momento in cui aveva composto “Arriverà”, la cantante giusta per duettare con lui». Com’è stato tuffarsi nell’avventura di Sanremo? «Un’esperienza meravigliosa anche se, ovviamente, molto impegnati- va. Ma devo dire che abbiamo vissuto tutto sempre con il giusto approccio e sempre in modo positivo. Mi ha colpito in particolare l’atteggiamento di Gianni Morandi, sempre affettuoso e pronto a darci dei consigli. È un professionista eccezionale ma non ci ha mai fatto pesare i tanti anni d’esperienza che ha più di noi, anzi, si è sempre comportato come un fratello maggiore, cercando di stimolarci ed al tempo stesso farci arrivare tranquilli e caricati “nel modo giusto” sul palco». Tu hai appena compiuto 31 anni (esattamente il 12 marzo ndr), un’età in cui un musicista è ancora molto giovane ma durante la quale ha fatto in tempo ad accumulare anche una certa esperienza. Quale è stato il tuo percorso che ti ha condotto fino a Sanremo? «Un percorso che mi ha portato a provare davvero di tutto, musicalmente parlando, trascinato solo da una grandissima passione. Ecco perché, anche se può sembrare banale o scontato da dirsi, io ero già felice nel momento in cui sono salito sul palco dell’Ariston. Ho suonato in coverband, ho fatto esperienze in orchestra già da quando avevo 19-20 anni, fino ad arrivare a suonare ai matrimoni. So cosa vuol dire suonare in qualunque posto ed in qualunque condizione, magari arrivando anche fare l’alba, e solo per mettersi in tasca una settantina di euro, perciò per me Sanremo ha rappresentato un sogno ad occhi aperti». Progetti per l’immediato? Cosa farai, anche se immaginiamo che il futuro ti riservi tante date dal vivo. «Intanto mi riposo un po’ e sto vicino alle persone che mi vogliono bene. Per le date dal vivo credo che si inizierà in maggio ma nessuna fretta. Mi sto godendo un bellissimo momento anche se, devo ammetterlo, per me questo periodo è iniziato già da qualche tempo, e per l’esattezza dal momento in cui ho avuto la fortuna di essere scelto dai Modà per entrare a far parte della loro formazione». Nicola Antonietti l’oltrepò Mantovano 18 • 19 marzo 2011 matori Nordest, Pro-Loco Flexum, Casbah Club. Info: Teatro Comunale di Pegognaga, 0376.550213; Centro Culturale Livia Bottardi Milani 0376 5546404 [email protected]; Fondazione Aida 045.8001471/ 045.595284. Solis String Quartet AGENDA POGGIO RUSCO – Solis String Quartet ed Ottavia Piccolo al Teatro Auditorium. Giovedì 31 marzo alle 21, appuntamento con lo stile, il talento ed il gusto artistico dei Solis String Quartet. Il Solis nasce dall’incontro magico in terra napoletana di 4 compositori e arrangiatori: Vincenzo Di Donna e Lugi De Maio (violino), Gerardo Morrone (viola), Antonio Di Francia (cello). La loro proposta artistica è contraddistinta fin dagli esordi da una sapiente originalità in grado di mescolare jazz, world music, pop e musica contemporanea: una dote che, unita alla tecnica appresa negli anni del conservatorio li ha portati a collaborare con nomi illustri della scena internazionale quali: Dulce Pontes, Andrea Vollenweider, Pat Metheney, Richard Galliano, Jimmy Cliff, Maria Joao, Omar Sosa, Hevia e Noa. E proprio il sodalizio con l’artista israeliana porta il Solis ad intraprendere un tour europeo e a registrare, in Israele, un doppio album e dvd a nome “Noa & Solis” dal titolo “Live in Israel”. Ma non mancano anche collaborazioni con i protagonisti della musica italiana come Claudio Baglioni, Adriano Celentano, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Rossana Casale, Elisa, Ornella Vanoni, Paola Turci, Premiata Forneria Marconi, Raf, Ivana Spagna, Max Pezzali, Avion Travel, 99Posse, Negroamaro. L’ultimo progetto di Solis si intitola “Canti naviganti” e nasce dall’incontro con la cantante portoghese Tereza Salgueiro. Questo progetto arricchisce l’offerta del gruppo e si aggiunge all’altro progetto dal titolo “Mediterraneo Sonoro” che il Solis propone per la stagione concertistica 2010/2011. Invece, lunedì 4 aprile, alle 21, all’Auditorium arriva lo spettacolo “Donna non rieducabile” con Otta- VILLA POMA - Domenica 20 marzo alle 21, alla Sala Civica di via Arvati, appuntamento con il concerto “Dolce InCanto”, con Daniela Zerbinati soprano, Devis Fugolo basso, Nicola Tassoni violino, Andrea Maini viola, Davide Burani arpa. via Piccolo. Il monologo è scritto da Stefano Massini, adattando in forma teatrale brani autobiografici ed articoli di Anna Politkovskaya, la giornalista russa uccisa con quattro colpi di arma da fuoco il 7 ottobre 2006 nell’androne della sua casa moscovita. Testimone scomoda, sempre in prima linea, ha vissuto sulla propria pelle e raccontato al mondo senza mezzi termini i lati più oscuri della Russia post- Ottavia Piccolo sovietica, gli episodi più drammatici come la strage di bambini nella scuola di Beslan, il sequestro di ostaggi al Teatro Dubrovka e la guerra cecena. Info: [email protected] PEGOGNAGA – Nell’ambito della rassegna “Incontri con le autrici”, sabato 26 marzo alle 18, presso la Sala civica comunale, Claudia Sereni presenta il libro “Il lupo mercante”, ventisei racconti divisi in quattro tempi che rappresentano le quattro stagioni della vita: infanzia, adolescenza giovinezza e adultità. L’evento, ad ingresso libero, è organizzato dall’Assessorato alle Pari Opportunità e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pegognaga, in collaborazione con Fondazione Aida, Coop Consu- Motteggiana, Gonzaga, Pegognaga e Suzzara, torna la “Giornata della Legalità”. Il primo appuntamento è fissato lunedì 21 marzo, alle 21 presso la Polisportiva “Andreani-Panicalli”, di Motteggiana con “Il Boss a tavola”. Le associazioni Equamente e Coordinamento Libera–Mantova, presentano: “Libera e le Cooperative del circuito Libera Terra”, con degustazioni di prodotti coltivati dalle cooperative sociali sulle terre confiscate alla mafia. Mentre Martedì 22 marzo a Gonzaga, alle 11, presso la Scuola Media, incontro con don Luigi Merola, parroco del quartiere Forcella di Napoli che vive sotto scorta e Azzolino Ronconi Presidente dell'associazione Namaste di Ostiglia. Alle 16 presso il campo sportivo, don Merola incontra le squadre giovanili dell’A.C. Gonzaga per raccontare loro la sua esperienza e le difficoltà che vivono i ragazzi di Forcella ed alle 21 alla Sala Civica, incontro pubblico con don Luigi Merola e Maria Regina Brun di ‘Libera’. Gli altri appuntamenti della “Giornata della Legalità” sono in programma per il 10 aprile a Pegognaga ed a Suzzara a maggio. QUISTELLO – Martedì 22 marzo alle 15, alla Pinacoteca comunale si inaugura l’esposizione "Figures de la Bible" 100 incisioni, 1720 – 1728. La Mostra resterà aperta fino al 22 maggio. SUZZARA – Venerdì 25 marzo, alle 20.45 all’Auditorium, l’orchestra I Pomeriggi Musicali, proporrà musiche di I. Stravinskij, S. Prokof ’ev e L.v. Beethoven. Info: Paola Bernardelli 335.82.32.838, Scuola Comunale di Musica; Elena Prandi 0376.513.403/0376.513.282, Biblioteca Comunale. MOGLIA - 20° festival teatrale dei dialetti della bassa Al centro culturale Mondo Tre, prosegue il Festival teatrale dei dialetti della Bassa. Sabato 26 Marzo la compagnia “La Barchessa” di Poggio Rusco porta in scena lo spettacolo “Agenzia investigativa al büs ad la ciusèra” di Manuele Oliani, mentre sabato 2 aprile sarà la volta della compagnia San Martino di Guastalla (Re) in “L’acumpagnament” di Caterina Ghizzardi. Mentre, domenica 3 aprile, al Teatro Italia di Bondanello, concerto di musica jazz e sudamericana del trio “Intransito” con Emiliano Paterlini. Tutti gli spettacoli iniziano alle 21. Info: Comune di Moglia 0376/511411. SAN GIACOMO DELLE SEGNATE – Con l’inaugurazione della mostra fotografica “Rimettiamo le bandiere della pace sui balconi”, prevista per sabato 19 marzo alle 16 presso il Municipio, prende il via la “Primavera Segnatese”. Domenica 3 aprile alle 15, invece, in piazza si svolgerà il “Carnevale Segnatese” a cura di Avis e Proloco Segnate. REVERE - Domenica 3 aprile, dalle 7 alle 19, nel centro storico “Mostra scambio cose del passato”. Angiolina Gozzi INFO LINE 0376.819213 Tomasi auto S.r.l. Alfa Romeo Mito 1.6 JTDmDistinctive Km0, Vari colori-Cerchi 17”-Pdc Post.-Blu&me. 14.200 € Volkswagen Touran 1.9 TDI 105CV DPF Trendline Semestrale, Vari colori 19.800 € Volkswagen Golf 1.6 TDI DPF 5p. Comfortline Guidizzolo (MN) Semestrale, Radio Rcd 310, Climatronic Alfa Romeo Giulietta 1750 TBi Quadrifoglio Verde Semestrale, Vari colori Audi A4 Avant 2.0 TDI Semestrale, Vari colori, Fari Xenon, Pdc Post. Bmw X1 xDrive20d Futura Km0, Cambio Automatico, Pelle Nevada, Navi 18.300 € 29.500 € 42.900 € 28.000 € Audi Q5 2.0 TDI F.AP. quattro S tronic Km0, Cambio Automatico, Fari xenon, Pdc Post. 42.900 € 1 201 P AA N EG E RIL 21.500 € Alfa Romeo Giulietta 1750 TBi Quadrifoglio Verde Km0, Cerchi 18”, Tetto Apribile, Fari bixenon. 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Si tratta di un calendario ricco di eventi – ben 9 quelli in programma – che si snoderanno tra le provincie di Mantova, Brescia e Cremona e che metterà a confronto i tanti appassionati di minimoto. Per l’evento inaugurale sono oltre 50 gli iscritti che si confronteranno su 9 categorie, in base all’età, al peso e alla potenza delle due ruote. «Si tratta di uno sport aperto a tutti – spiega Dioniglio – dai 5 agli 80 anni, effettuato in tutta sicurezza e che ha come obiettivo, oltre all’aspetto competitivo, anche quello di attirare il maggior numero di curiosi intorno al circuito di gara». Il presidente Ezio vive nelle moto da una vita: già presidente fino al 2004 del Motorsport di Suzzara nel 2009 ha iniziato l’avventura con l’Alva Racing e i risultati sono ben più che incoraggianti. Oltre 104mila visitatori sul sito www.alvaracingteam.org, con il 22% dei contatti arrivati dagli Stati Uniti. REGOLAMENTO. Le gare si disputano in unica giornata (salvo eccezioni ) con prove libere alla mattina,qualifiche alla mattina e 2 gare al pomeriggio, con la seconda gara sempre al pomeriggio con lo stesso ordine di partenza della prima. CALENDARIO. Dopo l’esordio di Pegognaga, si torna in pista all’autoparco di Brescia (10 aprile) e a seguire Ghedi (8 maggio), Ipercoop Cerese (29 maggio), si rientra a Polesine di Pegognaga (19 giugno) e a Ghedi (3 luglio) e da lì inizierà il rush finale con le tappe di Tornata (4 settembre), Commessaggio (25 settembre) e la chiusura del 9 novembre sempre a Polesine dove si terranno le premiazioni dei vincitori. EVENTI CORRELATI. Il patron Dioniglio ha però scelto di avvicinare alle minimoto anche la promozione turistica ed il mondo del modellismo. Non a caso sono previste due dimostrazioni gratuite, tra cui quella alla fiera Millenaria mentre in occasione dell’ultimo appuntamento di Polesine si terrà il 2° raduno espositivo delle due ruote che porterà in paese tanti appassionati, siano essi ciclisti, motociclisti o inventori, affiancando all’esposizione anche una reunion di aereomodellismo. VOLLEY BASKET Gli anni ruggenti del basket Revere raccontati in un libro celebrativo Mama Mia Revere e Mogliese Protagoniste sotto rete REVERE – Ci sono momenti nella vita sportiva di un paese che non possono essere cancellati e che fanno del paese uno dei centri nevralgici di un’intera terra. E’ il caso del basket di Revere, raccontato nel libro ‘Gli anni ruggenti’ di Aldo Centis. “L’ascesa quasi irresistibile della pallacanestro reverese – si legge nella prefazione – balzata da formazione locale a compagine di livello nazionale, iniziò nel 1936 grazie all’amicizia tra Arrigo Perondi e Galeazzo Dondi della Virtus Bologna. Perondi convinse Dondi ad allenare i reveresi che ben presto non ebbero rivali: primeggiarono in numerosi campionati provinciale ed interregionali, rappresentando addirittura il Mantova in alcune occasioni. Dopo la pausa della guerra nel 1950 la squadra dei ‘vecchi’ fu smobilitata”. Allenamenti su campi in terra battuta oppure sul campo in piazza Castello, trasferte goliardiche e ricche di aneddoti, tutte raccontate dai protagonisti dell’epoca, in un lungo viaggio durato 14 anni, ma che ancora oggi può diventare un monito per gli sport locali: passione, amicizia, voglia di superare i limiti, sono gli ingredienti per realizzare un capolavoro. E chi legge il libro (lo si può trovare recandosi in Municipio) diventa tifoso, non può essere altro, sperando di udire di nuovo il ruggito del basket Revere. (f.d.) Fa sul serio la Mama Mia Revere, squadra che milita in Seconda divisione femminile. Le ragazze stanno infatti correndo verso l’ambito tentativo di centrare la promozione, vincendo il campionato. Impresa ardua perché la concorrenza non manca, ma per una squadra capace di vincere per ben 10 volte 3-0 e gettando al vento qualche punto di troppo nei tie-break nulla è impossibile. Nello stesso campionato vanno annoverate le discrete prestazioni di Avis Ostiglia e Pol Mogliese, ben assestate a centro classifica e ancora in grado di togliersi qualche soddisfazione prima della conclusione della regoular season. Eccellente invece il cammino della Mogliese nel girone F di serie D. Le ragazze di Baratella hanno cambiato marcia e veleggiano nelle zone alte in attesa di dare l’assalto almeno alla terza piazza del podio.