La conquista italiana del K2 Omaggio ad Achille

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La conquista italiana del K2 Omaggio ad Achille
La conquista italiana del K2
Omaggio ad Achille Compagnoni
Achille Compagnoni nasce a Santa Caterina di Valfurva (Sondrio) il 26 settembre 1914. Intraprende la carriera militare nel 5º Reggimento
Alpini, dove rimane per ben diciotto anni.
Ancora prima della guerra si distingue nello sci nordico, vincendo anche una Coppa Dolomiti e divenendo maestro di sci. La sua attività
alpinistica si sviluppa dapprima in Valfurva, poi nella zona del Cervino, ove si trasferisce nel 1934.
Diventato guida alpina comincia a svolgere la professione: nella sua vita salirà il Cervino con clienti quasi cento volte. È attivo dapprima
nell’Ortles-Cevedale, poi sul Monte Rosa e sul Cervino.
Nel 1953 il suo curriculum alpinistico è tale da guadagnargli la convocazione del professor Ardito Desio per far parte della spedizione
italiana che nel 1954 avrebbe tentato la salita al K2, la seconda montagna più alta del mondo. È a Cervinia che avviene l’incontro con
Desio e, fra i due, si stabilisce presto un rapporto di stima e amicizia. Superate le selezioni preliminari, Compagnoni assieme agli altri membri
della spedizione parte per il Karakorum, ove ha funzione di braccio destro e assistente del capo spedizione Desio. Nel corso dell’azione
si distingue come uno dei leader del gruppo e tra i più resistenti, tanto che Desio lo sceglie infine per tentare l’assalto finale alla vetta.
Il 31 luglio 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, di undici anni più giovane di lui, sono i primi due uomini nella storia a vincere la vetta
del K2. Mentre riprende il panorama con una piccola cinepresa, perde la manopola di piumino e in un attimo si ritrova con le dita bluastre.
Al ritorno dal Pakistan, i congelamenti causati dal freddo degli 8611 metri comportano severi limiti alla sua successiva carriera alpinistica,
la quale sarà necessariamente poco più che modesta. Una difficile operazione chirurgica, seguita da un lungo ricovero, evita il peggio,
consentendogli di poter proseguire nel suo mestiere di guida alpina e maestro di sci. Compie numerose ascensioni sulle vette circostanti
e sul Cervino, ma deve dividere questo lavoro con la gestione dell’albergo di sua proprietà a Cervinia, la sua fonte principale di guadagno.
L’impresa sul K2 frutta a Compagnoni una medaglia d’oro al Valore Civile con la seguente motivazione: «Tempra eccezionale di alpinista,
dopo aver profuso, durante la spedizione italiana al Karakorum-K2 nel 1954, le sue forze nella durissima scalata dello sperone degli Abruzzi
del K2, e predisposto l’attacco finale, si slanciava con mirabile ardimento e sprezzo del pericolo, alla conquista della vetta inviolata. Superati
i rischi e sacrifici di ogni sorta, pur avendo esaurito le riserve di ossigeno, traeva ancora dalle altissime qualità del suo forte animo l’energia
sufficiente per giungere a piantare sulla seconda cima del mondo il tricolore d’Italia. Luminoso esempio delle più alte virtù di nostra gente.
Karakorum - K2, 1954 - 10 marzo 1955». Nel cinquantenario della vittoria (2004), gli sarà assegnata l’onorificenza a Cavaliere di Gran Croce.
Negli anni successivi al K2 ha un contenzioso con il Club Alpino Italiano in merito alla proprietà delle riprese effettuate in vetta al K2
e successivamente utilizzate per il film Italia K2, documentario ufficiale della spedizione; ciò non gli impedisce di essere molto attivo
nel propagandare il film stesso presso le scuole pubbliche e presso le sezioni del CAI.
Ma non è questa l’unica spiacevole vicenda a seguito della grande vittoria. Come molti sanno, per più di mezzo secolo Compagnoni
è protagonista di un’aspra polemica con Walter Bonatti per le versioni differenti delle ultime giornate che portarono Compagnoni e Lacedelli
in cima al K2. I fatti riguardanti le ultime ore prima dell’attacco alla vetta, così come sono raccontati nel libro ufficiale della spedizione,
e come pure nel libro di Achille Compagnoni, sono contestati da Bonatti e da una parte della comunità alpinistica mondiale. La figura
di Compagnoni non riesce a non essere un po’ offuscata, anche se la versione del diretto interessato è per tutto il tempo sempre
la medesima, senza la più piccola contraddizione: secondo questa, il campo 9 non è stato deliberatamente allestito in luogo diverso
dal previsto, l’ossigeno terminò prima di raggiungere la vetta e Bonatti, dopo aver portato fino a 8100 metri le bombole destinate
a Compagnoni e Lacedelli, avrebbe sbagliato a non scendere, scegliendo di bivaccare con il portatore Amir Mahdi a quella quota
e a temperature impossibili.
Achille Compagnoni negli anni ’50 e ’60 è un vero personaggio, famoso ben al di là del ristretto ambito alpinistico. Nel 1959 interpreta il ruolo
del cappellano militare nel film di Mario Monicelli La Grande Guerra. L’anno successivo ha di nuovo un cameo nel film di Luigi Comencini
Tutti a casa, dove interpreta un partigiano.
Dopo la salita francese dell’Annapurna nel 1950 e quella inglese dell’Everest tre anni dopo, la vittoria italiana sul K2 appartiene comunque
ancora all’epoca di un himalaysmo “eroico”, un tempo in cui poco si sapeva della fisiologia dell’uomo alle alte quote e muoversi lassù
aveva le stesse incognite di una spedizione sulla luna. Il K2 è tuttora una delle montagne più temibili, lo sarebbe anche avesse qualche
migliaio di metri in meno. Le periodiche carneficine di cui questa montagna è stata teatro (nel 1986 e nel 2008) sono ulteriore dimostrazione
della grandezza dell’impresa italiana.
Compagnoni ha raccontato la sua impresa in due libri: Uomini sul K2 (Veronelli Editore, Milano, 1958) e K2: conquista italiana tra storia
e memoria (Bolis, Azzano San Paolo, Bergamo, 2004).
Per Reinhold Messner la scalata al K2 di Compagnoni e Lacedelli fu “uno degli ultimi atti dell’alpinismo eroico”.
Compagnoni muore la notte del 13 maggio 2009 all’ospedale di Aosta, dopo un ricovero di alcuni giorni.
The Italian K2 Conquest
A tribute to Achille Compagnoni
Achille Compagnoni was born in Santa Caterina di Valfurva (Sondrio) on 26 September 1914. He joined the 5th Alpine Regiment
and pursued a military career for the next 18 years.
Before World War II he had made a name for himself in Nordic skiing, winning an edition of the Dolomiti Cup and qualifying as a ski
instructor. He initially started mountaineering in the Valfurva area, and then moved to the Matterhorn one in 1934.
He became a mountain guide and started working in the Ortles-Cevedale group, then Monte Rosa and the Matterhorn; during
the span of his lifetime he guided excursionists up the Matterhorn almost 100 times.
By 1953 he had such an impressive record as a mountaineer that Professor Ardito Desio invited him to take part in the Italian attempt
to conquer K2, the second highest mountain in the world, scheduled for 1954. He had met Desio in Cervinia, where the two of them
had struck up a mutual feeling of friendship and respect. Having passed the preliminary selection stage, Compagnoni and the rest
of the team left for Karakorum, where he became the Desio’s right-hand man. During the expedition he proved himself a leader and one
of the toughest members of the team, which was why Desio chose him to make the final assault on the summit.
On 31 July 1954 Achille Compagnoni and Lino Lacedelli,who was 11 years younger,became the first to conquer K2. As Compagnoni filmed
the view from the summit using a small cine camera he lost his mitten and soon developed blue fingers. When he got back from Pakistan,
the frostbite caused by the freezing cold at 8611 metres severely limited his future mountaineering career. A complicated operation and
a long stay in hospital saved his hands from drastic consequences and he managed to continue working as a mountain guide and ski
instructor. He subsequently climbed the Matterhorn and its surrounding peaks on numerous occasions, dividing his mountaineering work
with running the hotel he owned in Cervinia, his main source of income.
Compagnoni earned a Gold Medal for his endeavour with the following citation: «An exceptional mountaineer,who unstintingly expended
his energies to climb the daunting Abruzzi Spur on the Italian expedition to Karakorum-K2 in 1954, and subsequently made the final
assault on the summit heedless of the considerable danger with supreme courage. Running considerable risks and making numerous
sacrifices, despite having exhausted his oxygen supplies, from the depths of his brave soul he drew the energy necessary to reach the
summit of the second highest peak in the world and plant the Italian flag. He is a superb example of the highest virtues of the Italian
people. Karakorum - K2, 1954 - 10 March 1955».
On the 50th anniversary of the K2 conquest (2004) Compagnoni was made a Knight Commander of the Cross of the Italian Republic.
In the years after the K2 expedition Compagnoni had a disagreement with the Italian Alpine Club over the ownership of the film he shot
on the summit of K2 which were later used to make the film Italia K2, the expedition’s official voice; however this certainly didn’t prevent
him from promoting the film vigorously in schools and in local branches of the CAI.
But this was not the only shadow on his great victory. As many people know, for over 50 years Compagnoni and Walter Bonatti quarrelled
violently over the events that took place during the last days before the final ascent that saw Compagnoni and Lacedelli conquer
K2. The issue hinges on the last few hours before the final assault on the peak, and the events are described both in the official version
of the expedition and in Achille Compagnoni’s but are challenged by Bonatti and part of the mountaineering world community. All this
has cast a shadow over Compagnoni’s image, although his version has been unswerving over the years without the least contradiction:
camp 9 was not deliberately set up in a different site from that originally planned, the oxygen ran out before they reached the summit
and Bonatti, having carried the oxygen bottles for Compagnoni and Lacedelli up to 8100 m, should have better made a direct descent,
rather than bivouacking with the Hunza Amir Mahdi at that height in impossible temperatures.
During the 1950s and 1960s Achille Compagnoni enjoyed a fame that went beyond the narrow world of mountaineering. In 1959
he played an army chaplain in Mario Monicelli’s film The Great War. The year after he had another cameo role in Luigi Comencini’s film
Everybody Go Home, playing a partisan.
After the French conquest of Annapurna in 1950 and the successful British expedition that conquered Everest three years later,
the Italian K2 conquest was part of the heroic age of mountaineering in the Himalayas. An era in which little was known about the
effects of altitude on the human body and climbing at those heights was the equivalent of an expedition to the moon. K2 is still one of
the world’s most intimidating mountains, and it would be so even if it were a few thousand metres lower. The terrible tragedies that have
taken place on K2 (in 1986 and in 2008) confirm the heroic dimension of the Italian achievement. Compagnoni told his tale in 2 books:
Uomini sul K2 (Men on K2), published by Veronelli Editore, Milan in 1958, and K2: conquista italiana tra storia e memoria (K2: an Italian
Conquest), published by Bolis, Azzano San Paolo (Bergamo) in 2004.
Reinhold Messner holds that Compagnoni and Lacedelli’s K2 climb «was one of the last acts of heroic mountaineering.»
Compagnoni died during the night of 13 May 2009 in the hospital in Aosta after a few days hospitalisation.
La conquête italienne du K2
Hommage à Achille Compagnoni
Achille Compagnoni voit le jour à Santa Caterina di Valfurva (Sondrio) le 26 septembre 1914. Il entreprend la carrière militaire dans
le 5e Régiment de Chasseurs Alpins, où il restera pendant près de dix-huit ans.
Bien avant que n’éclate la guerre, il s’illustre dans le ski nordique, remportant une Coupe Dolomiti puis devenant un instructeur de ski. Son
activité d’alpiniste commence d’abord en Valfurva, puis dans la zone du Cervin, où il s’installe en 1934.
Devenu guide alpin, il se met à pratiquer sa profession, emmenant au sommet du Cervin des clients près d’une centaine de fois.
Il opère d’abord sur l’Ortles-Cevedale, puis sur le Monte Rosa et le Cervin.
En 1953 son curriculum d’alpiniste est si fourni qu’il reçoit l’invitation du professeur Ardito Desio à faire partie de l’expédition italienne qui en 1954
allait tenter d’escalader le K2,la deuxième montagne la plus haute de la terre.C’est à Cervinia qu’advint sa rencontre avec Desio,et rapidement
s’instaura entre eux des rapports d’amitié et d’estime.Les sélections préliminaires une fois achevées,Compagnoni partit pour le Karakorum avec
les autres participants, où il devient le bras droit et l’assistant du chef d’expédition Desio. Au cours de cette expédition il se distingue comme l’un
des leaders du groupe et compte parmi les plus résistants, au point que Desio le choisit pour tenter l’assaut final au sommet.
Le 31 juillet 1954 Achille Compagnoni et Lino Lacedelli, de onze ans son cadet, sont les deux premiers hommes dans l’histoire à gagner le
sommet du K2. Mais tandis qu’il filme le panorama avec une petite camera, il perd son manchon en duvet et en un rien de temps ses doigts
bleuissent. A son retour du Pakistan, les gelures causées par le froid à l’altitude de 8611 mètres entraineront des conséquences graves sur sa
carrière d’alpiniste successive, qui sera beaucoup plus réduite. Une difficile opération chirurgicale suivie d’une longue convalescence évite
le pire, lui permettant de pouvoir continuer son activité professionnelle de guide alpin et d’instructeur de ski. Il accomplit de nombreuses
ascensions sur les sommets environnants et sur le Cervin, mais il doit partager ce travail avec la gestion de l’hôtel dont il est propriétaire à
Cervinia, sa principale source de revenus.
L’entreprise accomplie vaudra à Compagnoni une médaille d’or à la Valeur Civile avec la motivation qui suit : «D’une trempe exceptionnelle
d’alpiniste, après avoir engagé, pendant l’expédition italienne au Karakorum-K2 en 1954, toute son énergie dans la très difficile ascension de
l’éperon des Abruzzes du K2, et organisé l’assaut final, il se lança avec une audace admirable et un complet mépris du danger à la conquête
du sommet jusqu’alors inviolé. Une fois surmonté risques et sacrifices de toute sorte, et bien qu’ayant épuisé ses réserves en oxygène, il tirait
encore des qualités remarquables de sa forte personnalité l’énergie suffisante pour parvenir à planter sur la deuxième cime du monde le
drapeau tricolore italien. Il est un exemple lumineux des vertus les plus élevées de notre peuple. Karakorum - K2, 1954 - 10 mars 1955».
Et lors du cinquantenaire de la victoire (2004) Compagnoni sera élevé à la dignité de Chevalier de la Grand-Croix.
Dans les années suivant le K2 il a un contentieux avec le Club Alpin Italien (CAI) en ce qui concerne la propriété des images prises au sommet
du K2 utilisées ensuite pour le film Italia K2, le documentaire officiel de l’expédition; cela ne l’empêche pas de faire une propagande active
pour le film dans les écoles publiques et auprès des sections du CAI.
Mais ce n’est pas la seule péripétie désagréable suite à la grande victoire. Comme beaucoup le savent, pendant plus d’un demi-siècle
Compagnoni a été le protagoniste d’une âpre polémique avec Walter Bonatti pour les versions divergentes des dernières journées qui
virent Compagnoni et Lacedelli parvenir au sommet du K2. Les faits concernant les dernières heures avant l’assaut au sommet, comme
les évoque le livre officiel de l’expédition, mais également l’ouvrage d’Achille Compagnoni, sont contestés par Bonatti et une partie de la
communauté mondiale des alpinistes. Malheureusement la figure de Compagnoni ne parvient à ne pas en être quelque peu écornée,
même si la version de l’intéressé est toujours demeurée la même, sans la moindre contradiction : selon celle-ci, le camp 9 n’a délibérément
pas été installé dans un endroit différent du lieu prévu, l’oxygène s’épuisa avant d’atteindre le sommet et Bonatti, après avoir transporté
jusqu’à 8100 mètres les bouteilles destinées à Compagnoni et Lacedelli, se serait trompé en ne redescendant pas, choisissant de bivouaquer
avec son porteur Amir Mahdi à cette altitude et cette température impossibles.
Achille Compagnoni fut dans les années 50 et 60 un véritable personnage, célèbre bien au-delà du strict cercle de l’alpinisme. Il interpréta
en 1959 le rôle de l’aumônier militaire dans le film de Mario Monicelli La Grande Guerre. L’année suivante il fit de nouveau une apparition
dans le film de Luigi Comencini La Grande Pagaille, où il interprétait un maquisard.
Après la conquête française de l’Annapurna en 1950 puis celle de l’Everest par les anglais en 1953, la victoire italienne sur le K2 appartient
toutefois encore à l’époque d’un himalayisme “héroïque”, une époque où l’on savait encore bien peu de choses sur la physiologie du corps
humain aux hautes altitudes et où s’y déplacer présentait les mêmes inconnues qu’une expédition sur la lune. Le K2 est ce pendant l’une
des montagnes les plus redoutables, et le serait même si elle était moins élevée de quelques milliers de mètres. Les carnages périodiques
dont cette montagne a été le théâtre (1986 et 2008) sont la démonstration supplémentaire de la grandeur de cette entreprise italienne.
Compagnoni a raconté son entreprise dans deux ouvrages : Uomini sul K2, Veronelli Editore, Milan, 1958 et K2: Conquista italiana tra storia e
memoria, Bolis, Azzano San Paolo (Bergame), 2004.
Pour Reinhold Messner l’escalade du K2 menée par Compagnoni et Lacedelli fut «l’un des derniers exploits de l’alpinisme héroïque».
Compagnoni décède dans la nuit du 13 mai 2009 à l’hôpital d’Aoste, au terme d’une brève hospitalisation.