Libero - 20 Ottobre 2016 - 23-10-2016

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Libero - 20 Ottobre 2016 - 23-10-2016
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Giovedì 20 ottobre 2016
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DIRETTORE VITTORIO FELTRI
ANNO LI NUMERO 290 EURO 1,50*
E i lettori non si fidano
Dopo i contanti, assalto ai gioielli di famiglia
Igiornalistiitaliani
disinformano
perché sono di sinistra
Lo Stato ci ruba anche
la catenina della nonna
di ANTONIO SOCCI
«Se non hai letto il giornale, sei disinformato. Se l’hai letto, sei male informato».
Questa di Mark Twain è solo una delle
tante battute che circolano sulla stampa e sui giornalisti. A tutte le latitudini i
media sono guardati con diffidenza,
ma in Italia pare che i giornali godano
di un discredito tutto speciale.
Hanno provato a studiare il fenomeno e a cercarne le cause Luigi Curini,
professore
di
Scienza
politica
all’Università di Milano, e Sergio Splendore, ricercatore della stessa Università
dove insegna “Communication Research” e “Comunicazione pubblica”.
Su un sito autorevole, lavoce.info,
che certo non è sospettabile di simpatie
per il centrodestra (ci scrivono - per dire
- Tito Boeri, Francesco Giavazzi e Tommaso Nannicini, docente della Bocconi
e attualmente membro del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica
economica presso la presidenza del
Consiglio), i due professori, (...)
Governo scatenato: per racimolare soldi entra perfino nelle cassette di sicurezza
e nei materassi dei contribuenti, convinto che siano tutti dei frodatori del Fisco
di VITTORIO FELTRI
Questa storia dei soldi in contanti da tassare al 35 per cento sta diventando tragicomica. Ma chi l’ha detto che le
banconote sono frutto di evasione fiscale? Dove sta scritto
che chi le possiede e le conserva in cassette di sicurezza
o in casa propria è un ladro o
qualcosa di simile?
Il valsente non è dello Stato bensì di chi lo ha in tasca,
non è un bottino ma, fino a
prova contraria, (...)
L’ossessione del Pd
Boccia vede evasori
anche sotto il letto
segue a pagina 6
I trucchi della tv schierata
segue a pagina 2
Al funerale di Dario Fo
solo quattro gatti
spacciatiper una folla
FRANCESCO DE DOMINICIS
a pagina 3
La sonda spaziale Ue
Perfino su Marte
l’Europa
ha seri problemi
di RENATO FARINA
Dario Fo ci avrebbe riso, sicuro. A dire il
vero non lo so, ma so che bisogna sempre cominciare così le commemorazioni conformiste su Dario Fo. Bisogna dire
che avrebbe riso e fatto ridere, se ci fosse
stato, specie ai suoi funerali. Io invece
dico - oso sperare - che si sarebbe un
tantino incazzato. Non perché c’era poca gente, ma perché gli hanno fatto il
torto di trattarlo come un divo adorato
dalle masse, e invece funzionava solo
per la crème, più o meno rossa, ma la
élite. La congrega rossa, stavolta si è tacitamente accordata con quella grillina, e
persino renziana e murdocchiana della
Rai, di Mediaset, di Sky, perfettamente
in linea con i mandolinari dei giornaloni
tipo Repubblica e Corriere. (...)
di FAUSTO CARIOTI
Come sempre, quando
getti uno sguardo dentro
al Partito democratico, ti
accorgi che il vero punto
di forza di Matteo Renzi sono i suoi oppositori interni. I Bersani, i D’Alema, gli
Speranza. I Boccia. E ti
chiedi se davvero non ci
sia un’intesa nascosta, un
patto segreto siglato col
sangue tra tutti costoro e il
loro nemico, qualcosa di
inconfessabile che fa sì
che si sforzino di essere comunque peggiori (...)
segue a pagina 6
FRANCESCO SPECCHIA
segue a pagina 3
a pagina 7
di GIULIANO ZULIN
Denuncia di un imprenditore
«L’università chiede la stecca
per segnalarmi chi assumere»
di ATTILIO BARBIERI
Giovanni Bonati, 41 anni, imprenditore, è amministratore
delegato della Globo Srl, società
con sede a Treviolo, in provincia di Bergamo. Da quasi vent’annisi occupa di digitalizzazio-
ne della pubblica amministrazione. Dunque ha una certa mano con la burocrazia, i cavilli e le
infinite perdite di tempo. Eppure non manca di meravigliarsi
ogni volta gli capita di interloquire con le università. (...)
segue a pagina 20
Sfogarsi col figlio costa 30mila euro
Tutti a sfruttare Fabrizio
Supermulta alla mamma
che parla male di papà
I cattivi allievi che fanno
i bulletti con Corona
di MATTIAS MAINIERO
di FILIPPO FACCI
Tra moglie e marito non si mette il dito. Oggi
più che mai si mettono solo le sentenze. Tribunale di Roma prima sezione civile, presidente
dottoressa Franca Mangano, sentenza numero 18799/2016. In estrema sintesi e chiedendo
scusa per l’inevitabile approssimazione: cara
mamma nonché ex moglie, (...)
Tutti sapevano chi era Fabrizio Corona, tutti
sapevano che “Fabrizio” era fatto così e così, un
malato, un inguaribile, uno che ti fotte, ti intorta, si fa pagare ma non ti paga, tutti sapevano e
ora lo spiegano su giornali e tv: lo sapevano i
collaboratori e le collaboratrici, le schiave e le
serve, le mogli, le amanti, gli amanti, (...)
segue a pagina 14
segue a pagina 14
* Con: "I 100 CAPOLAVORI DEL JAZZ" - CD nr. 4 - € 6,00.
Che figuraccia spaziale. L’Europa non riesce nemmeno
ad atterrare su Marte. A cinquanta secondi dall’atterraggio la sonda dell’agenzia spaziale europea non ha più dato segnali. E così tutte le televisioni che volevano immortalare lo storico evento sono rimaste fregate. Interrotti i collegamenti anche con il ministro Stefania Giannini, (...)
segue a pagina 5
ANDREA CAPPELLI
a pagina 5
Prezzo all’estero: CH - Fr 3.70 / MC & F - € 2.50 / SLO - € 2.80 / HR - HRK 21.00
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i nostri soldi
È COMPITO DELLA GIUSTIZIA Uno Stato appena
decente prima di accusare un cittadino fa delle verifiche. E
dopo aver raccolto prove, procede nelle aule giudiziarie
LA BANDA DEL BUCO
Ci scippano la catenina della nonna
Il governo ha preso di mira le cassette di sicurezza: chi ha contanti e gioielli di famiglia è un evasore
::: segue dalla prima
VITTORIO FELTRI
(...) proprietà privata, la cui legittimità è garantita dalla Costituzione.
Non riesco a capire con quale diritto i signori del governo mettano le
mani sulla ricchezza cartacea dei
cittadini che l’hanno accumulata
senza commettere reati né scorrettezze accertate. Siamo di fronte a
un sopruso ingiustificabile. Solamente dei brutti ceffi possono venire a rovistare nel mio appartamento alla ricerca di palanche che ho
guadagnato lavorando sodo. E spiego perché.
Se io ho uno stipendio mensile di
4 mila euro e ne spendo la metà per
sopravvivere, ovvio che l’altra metà
me la gestisca come mi pare; la posso depositare in banca, se mi fido
(improbabile) della banca stessa,
oppure nasconderla in cantina sperando che nessuno me la rubi. Dopo un anno che risparmio 2 mila
euro al mese, va da sé che avrò accumulato 24 mila euro. E dopo dieci anni, il mio gruzzolo ammonterà
a 240 mila euro. Dov’è lo scandalo?
Dov’è l’illecito? Non esiste nulla di
tutto ciò.
Mettere da parte contante non è
di per sé un delitto e sarebbe assurdo perseguirlo come tale. E, invece,
da quel che trapela dalle cronache
che riferiscono i contenutidella manovra dell’esecutivo, si tenderebbe
a criminalizzare coloro che amano
ammonticchiare quattrini nel proprio alloggio. Che male fanno? In
cosa consiste il loro errore? O si pretende che la gente si rassegni a depositare le proprie sostanze in istituti di credito, la maggior parte dei
quali si è ampiamente sputtanata
fregando i clienti o addirittura riducendoli in miseria? Dopo quello
che recentemente è accaduto in Veneto e in Toscana nel settore creditizio, anche solo pensare che la gente si rivolga alle banche affinché custodiscano i loro averi, di norma sudati, significa essere stolti. È naturale che le persone di buon senso cerchino di occultare il denaro in luoghi dove i furfanti non siano travestiti da ligi funzionari che fingano
di fare gli interessi del malcapitato
popolo.
Uno Stato appena decente non si
sogna neanche di accusare preventivamente di evasione fiscale (come invece fa impunemente Boc-
cia, parlamentare del Pd) coloro
che ficcano bigliettoni nel materasso. Semmai compie delle verifiche
e, soltanto dopo avere raccolto le
prove della frode, procede sotto il
profilo giudiziario. Non è il possessore del contante a dover dimostrare la propria onestà ma il giudice a
dimostrare il contrario. Altrimenti
che giustizia è?
Non è finita. Risulta che anche i
gioielli della nonna, che lei ha lasciato in eredità spontanea e non
formale ai nipoti, saranno soggetti
a imposta di successione se non annotati nel testamento. Roba da
chiodi arrugginiti. Come si fa a perseguitare in questo modo i contribuenti, sottoponendoli a indagini
invasive e violente quanto quelle
descritte? Avanti così ci troveremo
gli esattori delle tasse anche sotto il
tavolo del mitico tinello. Una deriva del genere non ce la aspettavamo, ma è probabile che non sia solamente una ipotesi. Ci toccherà rifiutare anche le catenine d’oro e gli
anellini delle vecchie zie dalle quali
Longanesisi attendeva la nostra salvezza. Caro Boccia ma vai a scopare il mare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
::: LA SCHEDA
LA VOLUNTARY DOMESTICA
La voluntary disclosure bis, ovvero la riedizione della procedura di rientro volontario
dei capitali detenuti illegalmente all’estero, ha già suscitato un vespaio di polemiche. Oggetto del contendere è la parte relativa all’emersione del contante nascosto nelle cassette di sicurezza o addirittura sotto il materasso, la cosiddettà “voluntary domestica”.
Il ministro
dell’Economia Pier
Carlo Padoan [LaPresse]
I GIOIELLI DI FAMIGLIA
Il Documento programmatico di bilancio
inviato all’Ue recita: «Proroga per tutto il
2017 dei termini per la presentazione delle istanze di “voluntary disclosure” sui
redditi e patrimoni detenuti all’estero e
ampliamento della platea, tramite la possibilità di optare per un prelievo forfetario,
a titolo di imposte, interessi, sanzioni e
contributi. Ulteriori misure saranno previste nel caso in cui la collaborazione volontaria abbia ad oggetto denaro in contanti,
valori al portatore e altri valori». Gli «altri
valori» non sono altro che i gioielli.
INVESTIMENTI
Si pone quindi il problema di come trattare, per esempio, gioielli di notevole valore
o diamanti che sono stati aquistati come
investimento, per importi considerevoli
ma che non sono rappresentati da banconote o titoli. I lingotti, invece, sono pacificamente considerati all’interno della voluntary.
La nuova «voluntary disclosure»
Premiato chi ha il nero all’estero
Per soldi e preziosi tenuti in Italia si pagherà il 35%. Il 15% se sono oltrefrontiera
■■■ La caccia al contante da parte del governo di Matteo Renzi prende forma ed è subito polemica: pagherà
una tassa una tantum del 35% chi si autodenuncerà al
fisco, dichiarando diavere - a casa o in cassette di sicurezza - gruzzoletti cash. Un prelievo assai più pesante rispetto a chi, invece, sfrutterà la riapertura della cosiddetta
voluntary disclosure, rivelando all’amministrazione finanziaria la titolarità di somme detenute all’estero: in
questo caso l’aliquota dovrebbe essere fissata al 15%. Per
il governo si tratta di un invito a mettere in regola i risparmi nascosti, pagando tasse e interessi. La parola condono non piace a palazzo Chigi e al Tesoro, ma la sostanza
è proprio quella.
I dettagli di quella che dai suoi detrattori è stata ribattezzata «norma Corona», ancora non sono ufficiali, ma
l’ipotesi accreditata è quella di far pagare a chi dichiara
somme prima nascoste al fisco un forfait (al massimo del
35%): non è escluso, tuttavia, che che ci siano aliquote
diverse distinguendo i vari casi. Un intervento più appetibile di quello tentato lo scorso anno con il primo round
del rientro dei capitali, che consenta, nell’ambito della
voluntary bis (che dovrebbe valere per i capitali occultati
nei paradisi fiscali fino a tutto il 2015) di fare emergere
davvero anche il denaro contante, nascosto a casa o nelle
cassette di sicurezza.
Molti, anche nelle file della maggioranza, a cominciare dalpresidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), sono contrari. Difficile dire se
il governo correggerà fin da subito l’impianto della misura anche se di certo ancora si sta ragionando sul perimetro cui applicarla (e qualcuno spingerebbe per rivedere
fin da subito anche l’aliquota). Le riunioni tecniche per
mettere a punto i testi proseguirano forse anche questa
mattina ed è assai probabile che il decreto sul condono e
il ddl ilancio arrivino in Parlamento con qualche giorno
di ritardo rispetto alla scadenza fissata dalla riforma del
bilancio per oggi 20 ottobre. C’è chi scommette che arriveranno addirittura dopo il weekend, lunedì 24.
La polemica riguarda soprattutto il cash. Eccome come funziona il condono? Hai occultato al fisco e ti tieni in
casa 100 mila euro in contanti, che quindi con le attuali
misure del tetto al contante non potrai utilizzare se non a
tranche di 3mila euro? Se vuoi, per tutto il 2017 puoi aderire al rientro dei capitali, autodenunciandoti al fisco, fornendo le prove che quei 100mila euro derivino da evasione fiscale (e non ad esempio da riciclaggio) e pagando
una cifra forfettaria di 35 mila euro (il 35%). E stop. Una
misura che, insieme alla voluntary sui capitali occultati
all’estero (per i quali potrebbe essere stabilita un’aliquota doppia: 15% sul cash e 35% sulle somme versate) dovrebbe portare nelle casse dello Stato, a parziale copertura della legge di bilancio, 2 miliardi di euro il prossimo
anno.
Ma ci sono anche altri casi. Vediamo alcune potenziali
situazioni concrete, dai conti all’estero alle cassette di sicurezza, ecco tutti i rischi e i vantaggi della manovra del
governo.
Pagherà solo il 4% (0,5% a partire dal 2009 fino al
2017), sfruttando l’impianto della vecchia voluntary, chi
riuscirà a dimostrare, denunciando di avere contante all’estero, di aver prelevato la stessa cifra dal suo conto corrente. Quei soldi, per il fisco, sono risparmi e non reddito:
di qui il prelievo soft. Su 2 milioni di euro ne versa appena 8mila e sta tranquillo. Chi, invece, ha una cassetta in
una banca italiana dove ha «nascosto» un tesoretto (ipotizziamo 200mila euro) deve versarne ben 70mila (il
35%) all’erario. L’agenzia delle Entrate potrebbe opporsi
e, qualora accertasse che la somma è frutto di reddito,
scatterebbe il prelievo di contributi e Irpef (in tutto
l’80%).
Niente paura, invece, per chi ha gioielli frutto di eredità
regolarmente denunciata e custoditi in cassette in banca
(senza documenti, invece, di fronte a una falsa dichiarazione scatta la reclusione fino a sei anni). Torniamo all’estero: una imprenditrice che ha un conto estero dal quale ha prelevato 100mila euro cash e dimostra di averli
impiegati per spese personali, con tanto di ricevute, non
deve pagare nulla. Altrimenti, opta per il forfait del 15% e
chiue la partia con appena 15mila euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate [LaPresse]
LA BCE LE STAMPERÀ FINO AL 2018
Nel mirino pure le banconote da 500 euro
In gergo la chiamano Bin Laden
perché è quasi introvabile anche
se in giro ce ne sono parecchie. Si
tratta della banconota da 500 euro, finito nel mirino della Banca
centrale europea perché ritenuta
la preferita da spacciatori, trafficanti di aremi e riciclatori. Mario
Draghi l’ha messa al bando ma
sarà stampata per altri due anni,
fino alla fine del 2018. Il bigliettone violetto rappresenta appena il
3% degli scambi ma un'enormità, in termini di valore: quasi 300
miliardi di euro, il 30% del tutto il
contante in circolazione. I più
strenui difensori di «Bin Laden»
sono stati i tedeschi che si sono
opposti fino all’ultimo alla sua
messa al bando.
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PRIMO PIANO
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i nostri soldi
RICORSI Il governo teme una marea di ricorsi da parte
degli automobilisti: in molti Comuni , infatti, sarebbe
impossibile beneficiare degli effetti della nuova legge
CASINO EQUITALIA
E sulle multe da rottamare
il governo rischia l’autogol
Impossibile bloccare le contravvenzioni affidate alle agenzie
di riscossione private. Così potrebbero sopravvivere tutte
::: FRANCESCO DE DOMINICIS
■■■ Il governo deve «solo» tro-
L’ossessione del Pd
Salvateci dalle manie di Boccia
Vede gli evasori anche sotto il letto
::: segue dalla prima
FAUSTO CARIOTI
(...) del segretario del Pd. Riuscendoci
ogni volta.
Anche se è noto soprattutto per avere
sposato la forzista Nunzia De Girolamo, il
quarantottenne Francesco Boccia da Bisceglie,protagonista di questa storia, politicamente parlando non è l’ultimo arrivato. È stato consigliere economico di Enrico Letta, per un pelo non strappò a Nichi
Vendola la candidatura alle regionali pugliesi del 2005. Ci riprovò cinque anni dopo e ne uscì triturato, ma è caduto comunque in piedi e dall’inizio di questa
legislatura fa il presidente della commissione Bilancio della Camera, la più importante. Dopo essere stato lettiano è stato
vicino a Renzi e ora non lo è più. Si definisce «un liberale di sinistra» e quasi gli credi: occhialini, aria educata, nel curriculum un master alla Bocconi e quattro
anni di ricerca alla London School of Economics. Funziona finché non apre bocca, come gli è successo ieri con l’Huffington Post, e dice che «non esiste un tetto
accettabile» per i contanti che uno tiene
dentro casa. «Normalmente», spiega, i
soldi «nel controsoffitto e nel materasso»
sono «evasi al fisco e allora tu gli fai pagare i soldi che devono pagare, con la sanzione, e poi discuti, al limite, se metterli in
carcere o meno».
Con lui, insomma, siamo oltre la presunzione di colpevolezza. A questa provvede il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che chiede agli italiani una tassa del 35% per «regolarizzare» il contante
e i preziosi che tengono in casa e nelle
cassette di sicurezza. Il presidente della
Commissione Bilancio nonché «liberale
disinistra» si spinge più in là: fissa il principio per cui ogni banconota conservata in
casa è figlia di traffici oscuri, accusa Padoan di volere fare un «condono» e dunque
di essere oggettivamente complice di
«evasori e ricettatori», auspica l’arresto
per i reprobi. E pazienza se questi, anziché imprenditori in nero o spacciatori di
cocaina, sono risparmiatori che tengono
i soldi lontani dai conti correnti perché
nell’epoca del bail-in hanno deciso di
non fidarsi delle banche, o perché si sono
accorti che, tra tassi prossimi allo zero,
spese di mantenimento e bolli, il rendimento è negativo.
Come si faceva in commissione Bilancio ai bei tempi della prima repubblica, il
vietcong Boccia promette guerriglia. «Se
la norma la fanno così, inevitabilmente il
Parlamento la cambia», avverte. Vuole
mettere un tetto al contante che si potrà
fare emergere, attorno a quota 20-30mila
euro, e soprattutto pretende che l’aliquota da pagare sia più alta di quel 35% fissato da Padoan, che già supera di venti punti percentuali il “prezzo” fissato dal governo per regolarizzare i prelievi dai conti
esteri non ancora sanati.
Ma ridurre la base e alzare l’aliquota
significherebbe rendere inefficace il provvedimento, da cui Renzi e il suo ministro
sperano di ottenere 2 miliardi di euro:
Boccia, col suo master alla Bocconi, non
può non saperlo. Finirà che il premier
blinderà la norma con la fiducia, per chiudere l’ennesima faida interna al Pd giocata sulle tasche degli italiani.
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vare un accordo politico coi sindaci d’Italia, ma non ha bisogno
di reperire coperture finanziarie
specifiche. Lo spazio per inserire
anche le multe per violazione
del codice della strada nel piano
volto alla rottamazione delle cartelle esattoriali essiste. Tuttavia,
al Tesoro si contrappongono
due visioni opposte. E non è ancora chiaro se il condono fiscale
sarà esteso anche alle sanzioni
degli automobilisti.
Il colpo di spugna dovrebbe
essere infilato nel decreto legge
collegato alla legge di bilancio,
col quale sarà formlamente abolita Equitalia. Si tratta di un piano - annunciato sabato dal presidente del consiglio, Matteo Renzi - che rientra nell’ambito di un
ampio riassetto dell’intero sistema della riscossione delle imposte.La scelta dei«veicoli» normativi, in realtà, non è ancora stata
presa: la riforma di Equitalia e il
condono, infatti, potrebbero
confluire nel ddl bilancio (e dunque diventare operativi solo a
gennaio 2017), mentre il proveddimento d’urgenza (in vigore subito) verrebbe riservato alla riapertura della voluntary disclosure: la mossa consentirebbe di dare il via immeditamente al rientro dei capitali dall’estero e alla
sanatoria dei contanti frutto di
evasione. Il tutto con benefici
istantanei per le finanze pubbliche perché all’autodenuncia segue il versamento dell’obolo all’erario.
Per ora la questione «multe»
resta un rebus. Che sarà risolto
solo quando il testo definitivo
del decreto verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficialeo quello del
ddl presentato in Parlamento
(possibile uno slittamento a lunedì 24). I tecnici hanno chiarito
al governo che il condono sulle
multe è possibile perché nei conti degli enti locali sono riportati i
soli importi delle gabelle stradali,mentre le sanzioni e gli interessi di mora - cumulati nelle cartelle Equitalia - sono esclusi. Ne
consegue che l’azzeramento degli oneri «extra», così come dovrebbe essere previsto dalla manovra sui conti pubblici per il
2017, non crea un buco di bilancio e non comporta, come accennato, il reperimento di fondi
ad hoc nel bilancio dello Stato.
Resta qualche problema tecnico, semmai, per quanto riguarda i comuni che non affidano a
Equitalia (spa controllata da
Inps e agenzia Entrate) l’attività
di riscossione dei tributi locali.
Proprio queste differenze impongono la massima attenzione
nella stesura definitiva dei testi
normativi. Né è immaginabile
condonare solo una fetta delle
multe, escludendo a priori gli
abitanti di alcune città: la norma, a quel punto, sarebbe incostituzionale perché violerebbe il
principio di parità di trattamento tra i contribuenti sancito dalla
Legge fondamentale dello Stato.
E proprio Equitalia - oggetto
sistematico delle ire dei contribuenti, ma in realtà mera esecutrice di ordini impartiti da
un’amministrazione finanziaria
non di rado incapace, spesso distratta - è destinata a finire in soffitta. Gli esattori dovrebbero traslocare in una nuova struttura
dentro le Entrate, ma vanno approfinditi alcuni aspetti relativi a
retribuzioni e inquadramenti
contrattuali. Il rapporto di lavoro
degli 8mila dipendenti della spa
che aveva rilevato le esattore dagli istituti di credito è sostanzial-
mente quello dei bancari, assai
più oneroso rispetto a quello del
pubblico impiego applicato ai
funzionari dell’agenzia diretta
da Rossella Orlandi. In ogni caso, come ha chiarito martedì il
ministro dell’Economia, Pier
Carlo Padoan, «qualcuno deve
riscuotere». All’accertamento da
parte dell’amministrazione finanziaria (o di qualsiasi altro ente impositore) deve gioco forza
seguire un’altra fase, quella appunto svolta dall’esattore. Costui non sparisce. Semmai, farà
un banalissimo cambio di casacca. Ma continuerà a spedire cartelle, pignorare stipendi, bloccare auto e conti correnti. C’è solo
da sperare che, stando sotto lo
stesso tetto, gli uffici del fisco comincino a scambiarsi informazioni. Una fase essenziale che oggi quasi non esiste.
twitter@DeDominicisF
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GRILLO SULL’ANTICIPO PENSIONISTICO
«L’Ape è un derivato tossico»
«La pensione anticipata attraverso il prestito implica
che il cittadino venga messo nelle condizioni di scommettere sulla propria morte: il derivato più tossico che
sia mai stato inventato». È l’accusa mossa da Beppe
Grillo sul suo blog, con un post dove punta dritto contro il cosiddetto Ape ma avverte: «I pensionati avranno
anche pochi soldi in tasca ma non sono rincoglioniti»
[LaPresse].
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PRIMO PIANO
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il viaggio negli Usa
PIANO B In caso di vittoria del No, Mattarella vorrebbe
che Matteo restasse a Palazzo Chigi per modificare la
legge elettorale e poi andare al voto nella primavera 2017
Il marine Renzi spara sulla Ue
«Multate glialtri,non noi»
Oggi il Consiglio europeo. E il premier usa lo spot di Obama per evitare sanzioni
sulla manovra: «Le diano a chi non prende i profughi come aveva promesso»
::: ELISA CALESSI
■■■ Fra un mese si vedrà se il
viaggio americano è servito o
no a Matteo Renzi per vincere
il referendum costituzionale.
Nel frattempo, il premier intende utilizzarlo per un’altra
battaglia. Non meno complicata. Quella con l’Europa. Dove i fronti aperti sono due: legge di bilancio e migranti. Questo, almeno, è il piano di Renzi, che nella notte è volato da
Washington a Bruxelles per
partecipare, oggi e domani, al
consiglio europeo. Un vertice
importante per due motivi. Intanto perché è quello successivo a Bratislava, dove l’Italia
non ottenne nulla su nessun
piano. Poi perché sul governo
italiano pende l’incognita di
una procedura di infrazione
per la legge di stabilità che
non rispetta i patti concordati.
Qui l’obiettivo di Renzi è evitare l’infrazione, ma soprattutto
spostare il giudizio a dopo il 4
dicembre.
Così ieri, all’ambasciata italiana a Washington, Renzi ha
lanciato l’ennesimo guanto di
sfida a Bruxelles: «Se aspettiamo la procedura europea? Sì,
ma per quei Paesi che hanno
promesso di fare la ricollocazione dei migranti e non hanno mantenuto la promessa».
Come dire: ci provino. Ha poi
rivendicato che «questa legge
di stabilità rispetta totalmente
le regole europee. Poi se la Ue
vuole darci dei suggerimenti,
siamo pronti ad ascoltare».
Ma sia chiaro che «abbiamo
fatto una manovra molto seria, strategica, non puntata su
bonus. Porta miliardi veri nell’economia». In realtà, non arrivano affatto segnali rassicuranti dalla Commissione Ue.
L’ipotesi migliore è che al governo italiano sia chiesto di ridurre il deficit dal 2,3% al
2,2%. Una possibilità che a via
XX Settembre si sta già prendendo in considerazione. Ma
Renzi coi suoi si dice ottimista
anche su questo: si tratterebbe di recuperare un miliardo
e mezzo. Ed è convinto di poterlo fare utilizzando i fondi
della presidenza del Consiglio. L’importante, in ogni caso, è che l’eventuale richiesta
dicorrezione sia spostata a dopo il referendum. Cosa, però,
non scontata, perché secondo la tabella di marcia il verdetto deve arrivare a fine novembre.
Renzi, intanto, si mette sul-
Il premier Matteo Renzi a Washington [LaPresse]
la scia di Obama, avvertendo
che il suo governo è un pilastro strategico dell’Europa, in
quanto argine nei confronti
dei partiti anti-Ue: «L’elemento chiave del colloquio con
Obama», ha detto ieri, « è l’Eu-
IL COMICO: «IO RESTO QUI A COLTIVARE L’ORTO DI MICHELLE»
Show di Benigni alla Casa Bianca col cavolo nero
::: ROMA
■■■ Via libera del Senato, con la
spinta della fiducia, alla conversione in legge del decreto sull’efficienza degli uffici giudiziari. I voti a favore sono stati 159,24 quelli contrari,
uno solo l’astenuto. Il decreto, già
esaminato dalla Camera, adesso diventa legge.
Ma l’Associazione nazionale magistrati, già sul piede di guerra sulla
riforma del processo penale, non ci
sta e attacca l’esecutivo. Per l’Anm il
testo licenziato da Palazzo Madama rappresenta un «grande passo
indietro per la giustizia». Il provvedimento è «affrettato nel metodo e inidoneo, nel merito, a raggiungere le
finalità che si era prefissato».
Il sindacato delle toghe, presieduto da Piercamillo Davigo, denuncia
l’«incostituzionalità» del provvedimento. Nel mirino dell’Anm c’è so-
Show doveva essere e show è stato. Roberto Benigni lascia il segno sulla cena di gala offerta dalla Casa Bianca
alla delegazione italiana guidata da Matteo Renzi. Clima
subito dei migliori («Una delle figlie di Obama mi ha
detto di avere visto venti volte La vita è bella») e il comico
si scatena: «Io resto qui», ha detto a fine serata, «sto cercando una casetta nell'orto di Michelle, le ho consigliato
il cavolo nero perché lei non capisce molto di cavolo.
Siccome io sono di origini contadine le ho consigliato il
cavolo nero che cresce in Toscana». [Foto Reuters]
ropa: la speranza contro l’odio, la crescita contro
l’austerità».
E dopo aver assistito all’arrivo su Marte della sonda russaeuropeo, ha lanciato un’altra
frecciata: «Oltre che andare su
Marte, l’Europa deve andare
anche nelle periferie,nelle sacche di resistenza sociale che
pure ci sono con l’austerity
che ha fatto dei danni…». Perché, «il populismo non nasce
per il terrorismo, ma per la crisi economica in Europa».
Intanto, nei Palazzi, si ragiona su possibili piani B, nel caso di vittoria dei No al referendum. Uno di questi è che Sergio Mattarella, in caso di sconfitta del Sì, possa chiedere a
Renzi di restare per un po’ alla
guida di un governo di larghe
intese. Pochi mesi, giusto il
tempo di modificare la legge
elettorale. Per poi andare a votare nella primavera del 2017.
Ragionamenti che, ieri, sono
stati rilanciati dall’agenzia
americana Bloomberg, che citava due fonti riservate all’interno del Pd.
Una possibilità che, però, i
più vicini al premier smentiscono. «Se vince il No, Renzi
non accetterà mai di restare.
Tanto meno per guidare un altro governo». A meno che, si
vocifera nel Pd, la sconfitta
non sia di misura. «Dipende
da come si perde», dice un’altra fonte,«se i Sì perdono 49 a
51 è un conto, se 40 a 60 è un
altro». Nel caso di una sconfitta di misura, Renzi potrebbe
convincersi a restare. Ma giusto qualche mese, per modificare l’Italicum. E alla guida
dello stesso governo. Scenari
che, però, per ora non si vuole
nemmeno considerare.
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Passa in Senato il ddl sul quale il governo pone l’ennesima fiducia
Sì alla legge sulle pensioni dei giudici. Che si infuriano
prattutto la norma sul cosiddetto
«trattenimento in servizio» dei magistrati in funzioni apicali e direttive. In vista, avvertono le toghe, ci sono i «ricorsi che saranno presentati
dai colleghi discriminati dalla norma che ha prorogato l’età pensionabile solo per pochi».
«Benché avessimo chiesto di rinviare la discussione sul provvedimento all’esito dell’incontro fissato
per lunedì 24 con il presidente del
Consiglio e il ministro della Giustizia», prosegue la nota dell’Anm,
«dobbiamo nostro malgrado registrare che non solo non si è tenuto
conto del fatto che tra i temi della
riunione vi era proprio il provvedimento divenuto legge, ma appena
cinque giorni prima della riunione
il graffio
Sciupafemmine
alla Casa Bianca
L’Enquirer, il settimanale
scandalistico americano per
eccellenza, pubblica le «Confessioni di un personaggio vicino aiClinton:come ho combinato tresche per Hillary
con uomini e donne». Da
queste e altre testimonianze
emerge l’unica certezza delle
elezioni 2016: che sia Donald
o Hillary, al prossimo presidente piace molto la gnocca.
il decreto è stato frettolosamente
convertito senza discussione parlamentare».
C’è voluto il ricorso alla fiducia da
parte del governo far passare a Palazzo Madama, senza intoppi, il decreto. Esecutivo e maggioranza cui si è nuovamente aggiunto il
gruppo di Alleanza liberalpopolare
- non si sono fidati di consegnare il
cammino del provvedimento alle
procedure ordinarie, anche per via
delle resistenze manifestate dagli
esponenti della minoranza del Pd.
A favore della fiducia hanno votato 106 senatori del Pd, 12 senatori
delle Autonomie, 24 senatori di
Area popolare, 2 senatori del gruppo Misto (i senatori che nel Misto
sono di Sinistra Italiana sono usciti
dall’aula mentre in senatori di Sel
Uras e Stefàno hanno votato contro) e due senatori di Gal (il sottosegretario D’Onghia e il sentore Naccarato), mentre il resto del gruppo
era contrario alla fiducia.
A loro si sono aggiunti, appunto,
tredici voti di Ala. Ad astenersi è stato l’ex grillino Marino Mastrangelo,
ora nel gruppo Misto. I 24 voti contrari sono nove senatori della Lega,
tre esponenti deiConservatori Riformisti, sette senatori del gruppo Misto, due di Gal (Giovanardi e Quagliariello), uno del senatore Roberto Cotti (M5S), mentre il resto dei
grillini non ha partecipato al voto. A
questi si sono aggiunti i «no» del senatore Claudio Zin (Autonomie) e
del senatore Cosimo Sibilia (Forza
Italia), mentre il resto degli azzurri
non ha partecipato al voto.
T.M.
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PRIMO PIANO
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MEZZO SUCCESSO Per il presidente dell’Agenzia
spaziale italiana Roberto Battiston «la missione
è un successo, anche se al momento solo parziale»
Europa a pezzi
L’Europa non funziona neanche su Marte
La festa per lo sbarco sul pianeta rosso era pronta ma si trasforma in giallo: a pochi minuti dall’atterraggio si
sono persi i contatti con la sonda. Singolare metafora dell’Unione che riesce sempre a lasciare le cose a metà
::: segue dalla prima
GIULIANO ZULIN
(...) pronta a festeggiare la conquista del pianeta
rosso. Con lei c’erano i big dell’industria pesante italiana, che sono stati protagonisti nella costruzione della sonda. Alle 16.48 sono scattati i
sorrisi,gli abbracci, quasi quasi partivano i trenini: ci siamo, conquisteremo l’universo... Alle 18
doveva arrivare la conferma. Schiaparelli, così si
chiama la navicella, avrebbe dovuto assaggiare
la superficie marziana.Schiaparelli... Schiaparelli... Schiaparelliiiii... Pronto?... Non prende. Non
c’era più campo, come un telefonino qualsiasi.
E allora il ridere è finito quasi in piangere: facce
tirate, parole di circostanza. «Comunque era un
esperimento», «non abbiamo perso le speranze», «aspettiamo perché nella notte potremo recuperare il segnale».
Ma cosa potrà mai essere successo? Le ipotesi ovviamente sono le più disparate, anche perchè parliamo di qualcosa che sta succedendo a
56 milioni di chilometri di distanza dalla Terra.
La peggiore, ha spiegato Parolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo dell’Agenzia spaziale europea, è il mancato funzionamento dei retrorazzi: in questo caso il veicolo avrebbe avuto
un impatto violento sul suolo marziano. L’ipotesi invece ottimistica è che nelle ultime fasi dell’arrivo su Marte Schiaparelli abbia avuto un
problema nel cambio di antenna, che era previsto dalla missione.
Ma dai... quello che abbiamo visto ieri sera è
proprio la metafora del Vecchio Continente: fa
le cose a metà e quando le conclude non sempre riescono bene. Anzi.
L’Europa ha creato l’euro senza chiedere il
parere ai cittadini. Poi quando è scoppiata la
crisi di uno Stato dell’eurozona, gli stessi fautori
della moneta unica, cioè Francia e Germania,
hanno fatto il gesto dell’ombrello. E l’Unione si
è scoperta disunita.
L’Europa prima si è lamentata con l’Italia perchè non schedava gli immigrati: se non li registrate non possiamo sopportarli anche noi. Poi
quando abbiamo iniziato a mettere un timbro
su chi sbarca sulle nostre coste, la cara vecchia
Unione ci ha gentilmente spernacchiato.
L’Europa ha voluto applicare le sanzioni contro la Russia, perché ce l’ha ordinato Barack
Obama, però la Merkel alla fine tratta per conto
suo con Vladimir Putin. Risultato: l’Italia resta
fuoridalla porta e intanto si ritrova con 32 miliardi di commesse bloccate da Mosca. Ma non esisteva un responsabile unico della politica europea?
Ecco, la Ue esiste solo quando fa comodo a
qualcuno. C’è ma non si vede. La stessa cosa
della sonda Schiaparelli. È su Marte ma non dà
segni di vita. Non si conoscono le sue condizioni. Sì, magari la sonda si ripiglia, come ogni volta che succede un casino nell’Unione - vedi la
Brexit - e allora tutti a dire, come a Ventotene,
che bisogna cambiare marcia. Ma poi si torna
nell’atmosfera irrespirabile come quella del pianeta rosso fino alla prossima crisi. E se Schiaparelli si fosse distrutta? Ah, non c’è problema: basta dire che è colpa di Marte.
In Europa chi sbaglia non paga: se la Germania è riuscita a far scappare gli inglesi, dovrebbe
almeno chiedere scusa. No, invece chiede ancora più sacrifici per conservare il suo benessere.
Ecco la frase tipica di Bruxelles. «La missione
è un successo, anche se al momento solo parziale», fa sapere Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana in riferimento alla
scomparsa della sonda. Non è colpa sua, è che
ormai l’europeite ha contagiato tutti.
Al Palaexpo di Roma, dove era stato organizzato l’evento per l’atterraggio su Marte, si sono
spente le luci. Ma non demoralizziamoci: i marziani veri li vediamo già tutti giorni. Sono i capi
di questa Unione Europea.
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Le operazioni a 56 milioni di chilometri di distanza
L’obiettivo è studiare il suolo del pianeta
in vista della prossima missione del 2020
::: ANDREA EMMANUELE CAPPELLI
■■■ L’Europa non è mai stata così vicina a
Marte: ieri sera il lander Schiaparelli è entrato
nell’orbita del Pianeta Rosso, come da programma per la prima fase della missione «ExoMars», che vede l’Agenzia spaziale europea
(Esa) cooperare con l’agenzia russa Roscomos dallo lo scorso marzo.Purtroppo, il segnale del lander si è perso un minuto prima che il
veicolo toccasse il suolo. «Le speranze di ristabilire le comunicazioni non sono perdute, siamo fiduciosi» comunica il direttore delle operazioni dell’Esa Paolo Ferri. Le comunicazioni
più attese erano quelle della sonda Mars Express, ma anche quest’ultima ha confermato
la perdita di segnale, che si è interrotto all’improvviso pochi istanti prima dell’arrivo.
«Siamo delusi e preoccupati, ma le notizie
che abbiamo finora - continua Ferri - non vogliono dire nulla sull’esito dell’atterraggio; potrebbe essere successo di tutto». L’ipotesi peggiore riguarda il mancato funzionamento dei
retrorazzi: questo significherebbe che il veicolo ha subito un impatto violento, schiantandosial suolo.L’avventura è comunque senza precedenti e l’Italia ricopre un ruolo di primo piano, con l’Asi (Agenzia spaziale italiana) nelle
vesti di leader della missione e responsabile di
tutti gli elementi, dallo sviluppo della sonda
Schiaparelli (che prende il nome dal grande
astronomo italiano dell’800 Giovanni Virginio
::: IL PROGETTO
IL NOME
La sonda prende il nome dal grande astronomo
italiano dell’800 Giovanni Virginio Schiaparelli,
pioniere nel campo delle osservazioni su Marte
ITALIA LEADER
L’Italia ricopre un ruolo di primo piano nella misione «ExoMars» con l’Asi nelle vesti di leader e
responsabile di tutti gli elementi, dallo sviluppo
della sonda alla trivella che scandaglierà il sottosuolo per il prelievo di campioni
IL PROSSIMO PASSO
Il prossimo passo è previsto nel 2020 con l’obiettivo di portare sul pianeta un rover capace di muoversi e in grado di trivellare e analizzare il suolo
Schiaparelli, pioniere nel campo delle osservazioni su Marte) fino alla trivella incaricata di
scandagliare il suolo per il prelievo di campioni.
Il prossimo passo ci sarà nel 2020, con l’obiettivo di portare sul pianeta un rover capace
di muoversi e dotato della strumentazione necessaria a trivellare e analizzare il suolo. Scopo
dell’impresa è indagare sulle tracce di vita, sulle caratteristiche dell’ambiente marziano e i
suoi aspetti geofisici, sondando anche i futuri
rischi per missioni umane. Le operazioni si
svolgono a ben 56 milioni di chilometri dalla
terra e i veicoli spaziali operano in modo autonomo. Domenica Schiaparelli si era staccato
LA GRANDE ATTESA
In alto, l’evento organizzato dall’Asi
a Roma per l’atterraggio su Marte
della sonda italiana. Era presente
anche il ministro dell’Istruzione
Stefania Giannini
[LaPresse]
dal modulo orbitante di ExoMars, il Tgo (Trace Gas Orbiter), iniziando la discesa verso l’atmosfera marziana. La sonda imbarcava anche una piccola stazione meteorologica, denominata Dreams.
Mentre l’atterraggio potrebbe essere fallito,
si è conclusa con successo invece la manovra
di ingresso in orbita attorno al Pianeta Rosso
del Tgo che ora si trova a 400 km dalla superficie. Distanza dalla quale condurrà la mappatura dell’atmosfera di Marte, per studiarne il
metano presente. Resterà in funzione fino al
2020,quando farà da supporto alle comunicazioni per la missione «ExoMars 2020».
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ITALIA
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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::: MEDIA E POLITICA
::: segue dalla prima
RENATO FARINA
(...) Il pensiero unico, il politically correct, ha invaso tolitariamente anche il presunto campione della sua
demolizione.
La
mediocrità quotidiana ha
esercitato compatta il suo
potere forte dall’alito cattivo. Così, in mancanza di
meglio da fare, si è divertita
a falsificare, occultare, mascherare, sopire, troncare
uno scampoletto minuscolo di realtà. Non per baciare i piedi a un morto (i morti non contano niente) ma
onde fare un piacere a se
Le immagini censurate
La folla al funerale di Fo? Era un tarocco
Il Nobel non era adorato dalle masse, ma da una élite. E la cerimonia d’addio lo ha confermato: c’erano quattro gatti
stessi,al salamelecco cosmico che ha accompagnato alla tomba il Giullare. Noi
questo torto non glielo facciamo.
Ai funerali di Dario Fo c’era Che Guevara, anche se
dipinto, ma mancava il popolo, mancavano le folle di
compagni. I giornali hanno
scritto (anche l’Ansa, che
dovrebbe dare notizie e
non panegirici) che erano
migliaia e migliaia le persone accorse in piazza Duomo ed erano state tantissime anche alla camera ardente. Migliaia e migliaia:
ma non hanno specificato
quante migliaia (lo si fa
sempre: gli organizzatori dicono tot, la questura dice
un quarto di tot). A dire il
vero, chi non si è recato sotto la Madonnina sabato
scorso non lo sa, poiché
nessuno l’ha detto. Lo sanno quelli che c’erano, ma
non lo fanno sapere.Nessuno ha osato mostrarlo. Quasi fosse lesa maestà, un’offesa alla memoria. Le tivù
non hanno mostrato la panoramica dipiazza delDuomo, non ci sono immagini
dall’alto. Le agenzie non
hanno distribuito foto compromettenti, come se fossero ingiurie cattive, un brut-
to viatico alla gloria. Ce n’è
in giro una sola e si vede
che oltre le transenne, piazzate quasi per impedire fanatismi come alle esequie
di Stalin e Khomeini, le file
degli ombrelli non superano la dozzina.
E perché mai la verità andrebbe taciuta? Il mondo è
fatto di irriconoscenti, e se
di sabato mattina piove, anche le folle preferiscono
rimpannucciarsisotto le coperte. Così è stato.
Ma non è questo il punto
dolens. Ci sono giganti che
sono morti soli e seppelliti
in una fossa comune. Mozart, ad esempio. Ma lo sappiamo, è stato fatto sapere.
Stavolta ha prevalso la censura. Com’è cambiato il
mondo. Negli anni ’60, Dario Fo è stato censurato dalla Rai. Ci è stato suggerito
Opinione pubblica e opinione pubblicata
Giornalisti di sinistra. E i lettori non si fidano
Uno studio dell’Università di Milano spiega perché gli italiani lasciano i giornali nelle edicole e s’informano sul web
::: segue dalla prima
ANTONIO SOCCI
(...) Curini e Splendore, hanno
pubblicato uno studio dal titolo
provocatorio: “Ma i giornalisti sono troppo di sinistra?”.
Il punto di partenza si trova nei
datidei sondaggi periodici di Eurobarometro, dove si rileva la scarsa
fiducia degli italiani verso la stampa: negli ultimi 15 anni un cittadino su due dà un giudizio negativo.
Il livello di fiducia verso la stampa
si attesta sul 43 per cento ovvero
quattro punti percentuali meno
del resto d’Europa, nel medesimo
periodo.
Perché? Le ragioni possono essere tante. Ma ce n’è una particolare che Curini e Splendore hanno
voluto indagare,riprendendo un’ipotesi formulata venti anni fa da
Thomas E. Patterson e Wolfgang
Donsbagh, nel saggio “New decisions: Journalists as partisan
actors”, uscito su Political Communication.
In quello studio si evidenziavano «le conseguenze relative alla
possibile “discrasia” tra credenze
politiche e ideologiche dei giornalisti rispetto ai loro lettori».
Ebbene, Curini e Splendore sono andati a verificare i dati relativi
al nostro Paese per capire se questa “discrasia” poteva essere la causa della sfiducia degli italiani nei
confronti della stampa.
In effetti - utilizzando fonti omogenee sul posizionamento politico dei giornalisti rispetto ai cittadini - hanno scoperto che l’autocollocazione ideologica «dei giornalisti italiani appare marcatamente
posizionata più a sinistra rispetto a
quella degli italiani in generale».
L’EREDITÀ DEGLI ANNI ’60
Del resto lo si è sempre empiricamente saputo, già dagli anni Settanta: bastava confrontare il panorama della stampa con il voto degli elettori. Praticamente “l’eskimo in redazione” continua a dominare anche oggi, pur standosene sotto abiti più borghesi.
Diciamo che quel capo d’abbigliamento sessantottardo non avvolge più i corpi invecchiati, ma le
menti dei giornalisti e dei direttori.
Ecco perché - di conseguenza la “narrazione” dei giornali italiani
è così lontana dai veri sentimenti e
dai veri interessi della gente comune ed ecco perché i nostri concittadini in media hanno meno fiducia
nella stampa degli altri europei.
Ma allora perché i giornali, in
tempi altamente competitivi come questi, non cercano di avvicinare la loro “narrazione” e i loro
“narratori” al famoso Paese reale?
La risposta dei due studiosi è
questa: «I dati dell’Eurobarometro
ci mostrano che i lettori più assidui dei giornali sono anche quelli
che hanno una posizione ideologica in media più prossima ai giornalisti. Il che potrebbe condurre a un
circolo che si auto-riproduce e si
auto-rinforza: ovvero lo iato ideologico con gli italiani in senso lato
(e la conseguente crisi di fiducia)
non risulta alla fin fine davvero rilevante per il mondo editoriale, perché dopotutto chi legge (e compra) i giornali ha la stessa visione
del mondo che ha chi ci scrive, e
così via. Un apparente paradosso,
con esiti complessivi facilmente
prevedibili».
IL POPOLO DISPREZZATO
Si potrebbe aggiungere anche
un’altra spiegazione: i giornali
non vogliono raccontare ed esprimere la “pancia” del Paese reale
perché lodisprezzano, perché la
casta intellettuale italiana ha sempre considerato il nostro popolo
come “minorenne”, immaturo,
volgare, a volte corrotto e perfino
razzista.
Quindi il ceto che fa i giornali ha
sempre altezzosamente pensato
di avere un ruolo pedagogico, di
“riforma” della mentalità di questo popolo di levantini e ignoranti.
Lo si vede ancora oggi su certi temi sensibili: l’abissale distanza tra
l’indottrinamento della stampa e
il pensiero popolare è risultata clamorosa, per esempio, nella lunga
diatriba sulle “unioni gay” così come sul tema degli immigrati.
Oggi però i cittadini che non si
sentono rappresentati dalla stampa hanno un modo straordinario
per mandare al diavolo i tromboni
dei giornali ed è quello che probabilmente sta assestando il colpo di
maglio alla carta stampata: internet.
Sempre sulla voce.info,Luigi Curini ha pubblicato, con Andrea Ceron (ricercatore all’Università di
Milano), un altro studio dove si fo-
tografa questa svolta. Titolo: “L’informazione attendibile? Per gli italiani è in rete”.
Sempre dai dati Eurobarometro
relativi all’opinione pubblica di 34
paesi, i due studiosi sottolineano
che «con un 58,2 per cento di cittadini che considerano il web come
una credibile fonte di informazione, l’Italia si colloca in cima (sesto
posto complessivo) alla classifica
europea di chi esprime fiducia nei
confronti della rete, addirittura prima tra i grandi paesi. Il dato è considerevole ed è di quasi 10 punti
superiore alla media europea
(49,1 per cento), di 18 punti rispetto alla Spagna, di 23 rispetto alla
Germania e di quasi 30 rispetto a
Gran Bretagna e Francia».
Peraltro la ricerca mette in rilievo che si tratta in prevalenza di uomini in età attiva, interessati alla
politica e di ceto medio-alto. Spesso anche lettori di giornali, ma con
un giudizio negativo sulla stampa.
Quindi il dato sulla fiducia nella
rete e sulla poca credibilità della
carta stampata, non fotografa le
idee degli outsider, delle fasce marginali, ma evidenzia il giudizio dell’opinione pubblica.
UN ESEMPIO RECENTE
Un caso recentissimo ha messo
in luce questo fenomeno. Riguarda la figura di papa Bergoglio che
la quasi totalità dei giornali ormai
celebra in maniera acritica fino a
sfiorare il culto della personalità.
Nella società, invece, nei suoi
confronti è andato crescendo un
dissenso che è diventato forte opposizione,anzitutto sui temi dell’emigrazione e dell’Islam, ma anche (per i cattolici) sui temi più attinenti alla fede.
Questo fenomeno è dilagato
quasi totalmente nella rete, perché i giornali non hanno mai voluto dar voce alle perplessità e ai dissensi. È stato un fenomeno fino ad
ora ignorato dalla stampa, che
non riconosce legittimità ad altre
posizioni.
Ma essendosi fatto oggi troppo
vasto è entrato nel mirino dei media che non sono interessati a
esplorarlo giornalisticamente e a
7
ITALIA
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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::: MEDIA E POLITICA
L’unica foto che riprende il
funerale di Fo dall’alto:
Piazza Duomo non è piena
ed è stato ripetuto in tutte le
rievocazioni della vita di Fo:
Ettore Bernabei, fanfaniano, non gli aveva perdonato certe esibizioni irrispettose verso le Alte Autorità dello Stato, e lo cacciò dagli
schermi. Oggi, 50 e passa
anni dopo, è Dario Fo ad essere un Altissimo Papavero, naturalmente rosso, un
Nobel gigantesco, e il mondo della comunicazione
(che coincide con il mondo) si è gonfiato come una
immensa dorata mongolfiera con la sua faccia sopra, e
ha inondato l’universo con
parole-coriandoli sul e del
Giullare, i telegrammi di
Mattarella, sacrosanti, un
monumento. Ehi, si fa così
con i morti, non quelli che
sappiamo essere vivi.
Dario da perseguitato,
ma vivo, è divenuto modello supremo, ma molto morto. Meritevole addirittura di
una censura della realtà per
non offenderlo, come si faceva una volta quando si radunavano i dorotei. Anche
Striscia la notizia, si è adeguata. Merita tutto Dario
Fo, ma la solidarietà del Gabibbo è troppo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In ballo 2 miliardi
CONTESTATO IL DIRETTORE DEL TG1
In Aula è scontro Orfeo-M5S
La7 e Radio 24 vogliono
prendersi il canone Rai
Il governo rinvia il rinnovo della concessione a Viale Mazzini
E i privati si preparano a rivendicare il ruolo di servizio pubblico
::: FRANCESCO SPECCHIA
Bisticcio in Commissione di Vigilanza Rai tra il capogruppo M5S
Alberto Airola e il direttore del Tg1, Mario Orfeo, che stava tenendo un’audizione. «Lei, da Vespa, voleva far prendere a schiaffi
una parlamentare del mio schieramento», ha attaccato Airola.
«È un falso», ha detto Orfeo. «È stato Vespa che le ha proposto di
prenderla a schiaffi», ha ammesso quindi il parlamentare. Alcuni minuti dopo Airola è andato via dall’aula sbattendo la porta.
raccontarne le ragioni, ma pretendono di delegittimarlo, come se
fosse “a priori” inammissibile avere un punto di vista critico su Bergoglio.
È il caso clamoroso di un lunghissimo servizio uscito domenica scorsa sulla Stampa (due pagine intere con partenza in prima):
più che un’inchiesta è parso una
messa all’indice dei dissidenti,
una specie di lista di proscrizione,
quasi a far pensare a un’inquisizione bergogliana.
Peraltro i vaticanisti che hanno
firmato il servizio sono due dei tanti giornalisti del portale Vatican Insider che la Stampa di Torino ha
totalmente dedicato al Vaticano e
che, però, non sembra godere del-
la fiducia di molti lettori.
Se infatti si fa una visita alla pagina Facebook di Vatican Insider si
ha la sensazione di un villaggio abbandonato, con articoli che hanno 10 oppure 15 “mi piace”, senza
commenti.
Mentre sui blog e sulle pagine
Facebook dei “dissidenti”, dei critici di Bergoglio, i frequentatori sono decine di migliaia e ogni giorno
cliccano migliaia di “mi piace” sugli articoli e in tantissimi lasciano
commenti.
È un caso esemplare di informazione negata, che trova nella rete il
suo spazio di libera circolazione di
notizie e idee.
www.antoniosocci.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA
■■■ Disservizio pubblico sul servizio pubblico. Pare che, nel silenzio
dei media, nel nuovo decreto legge
sull’editoria sia previsto lo slittamento del termine della scadenza per il
rinnovo delle concessioni radiotelevisive con lo Stato. Ancora una volta, la proroga. La prima scadenza
era in aprile, poi spostata a novembre e ora trascinata, di tre mesi, al 31
gennaio 2017 (non è ancora in Gazzetta Ufficiale, per quello è ignoto ai
più) giusto il tempo di vedere se dietro la vittoria del “Si” o del “No” al
referendum si possa celare l’apocalisse politica del renzismo. Il governo si divincola, diciamo, nell’imbarazzo.
La suddetta notizia sulle concessioni con lo Stato è assai importante. Il rinnovo delle concessioni prevede, per chi ne ha l’esercizio, l’esclusiva riscossione del canone; si
parla di 1,7 miliardi. Anzi, oggi, col
canone in bolletta la cifra si aggira
su 2 miliardi- 2 miliardi e mezzo secodo le stime del Ministero dell’Economia. Dalla notte dei tempi la Rai
ne è stata unico benificiaro. Finora,
per consuetudine, viale Mazzini si
vedeva la concessione attribuita sulla fiducia, per diritto divino; ma oggi
siritrova altri concorrenti che,legittimamente, invocano l’accesso a
quel tesoretto. Concorrenti che, dati
e programmi alla mano, fanno servizio pubblico come e più della vecchia signora di viale Mazzini. «Non
esiste l’assioma che il servizio pubblico deve essere svolto da un’azienda pubblica, noi lo sviolgiamo tutti i
giorni, ad esempio», afferma Marco
Ghigliani amministratore delegato
de La7 «oggi dobbiamo pensare che
il canone almeno andrebbe ripartito su più soggetti che dimostrino di
avere i requisti per accedervi. Oppure, in subordine, agire almeno sulla
raccolta pubblicitaria concorrenziele della Rai - che ora fa dumping - e
fare come, per esempio, in Francia
dove sulle reti pubbliche vige ildivieto di spot in prima serata...». Ghigliani ha ragione. La7 nei primi mesi
del 2016 ha proposto 2300 ore d’informazione, «il 30% in più delle pro-
::: LA VICENDA
CHE COS’È IL CANONE
Il canone televisivo è una imposta
che è tenuto a pagare chiunque detenga un apparecchio atto (o adattabile) a ricevere il segnale televisivo. È stato introdotto per la prima
volta sotto il fascismo, nel 1938.
SERVIZIO PUBBLICO
Le entrate dell’imposta finiscono
alla Rai, in quanto trasmette i programmi del servizio pubblico.
LA CONCESSIONE
Nel nuovo decreto sull’editoria dovrebbe essere previsto lo slittamento del termine della scadenza
per il rinnovo delle concessioni radiotelevisive con lo Stato. Il rinnovo delle concessioni prevede l’esclusiva riscossione del canone, in
quanto l’azienda concessionaria
(finora sempre la Rai) fa servizio
pubblico.
LE CRITICHE DEI PRIVATI
La 7 di Urbano Cairo e il canale
satellitare Reteconomy si sono rivolti ad avvocati per vedere riconosciuto il loro diritto al canone.
«Facciamo servizio pubblico», ha
detto Cairo. Anche Radio 24 starebbe pensando all’azione legale.
posta totale delle reti generaliste e
quasi il 20% sopra Raiuno che si coloca al secondo posto». Tradotto:
non sta scritto da nessuna parte,
esplicitamente, che la Rai si pappi
tutto il canone. Un po’ anche anoi,
please. È una vecchia battaglia di
Giovanni Minoli, combattuta ossessivamente su Radio24 e dalle colonne del Sole 24Ore:«A livello di governo, rimandano e non riescono a risolvere strutturalmente il problema», afferma Minoli: «Perché, mi
chiedo, i quasi 400 milioni di euro
che si dovrebbero recuperare dall’evasione col canone in bolletta non li
mettono a bando tra Rai,radio e televisioni private, destinandoli a programmi che fanno davvero servizio
pubblico? ».
La domanda di Minoli è corretta.
E non è rimasta inascoltata. Tanto
che anche Reteconomy, canale satellitare denso di programmi di servizio pubblico (sul 512 di Sky) in
chiave economica, si è decisa a
spuntare almeno una parte delle
succitate concessioni. Afferma Andrea Baracco, amministratore delegato di Reteconomy: «Noi spieghiamo alla gente ilfisco e l’industria delle start up, le smart cities e il terzo
settore, lo storytelling degli artigiani,
l’economia dello sport e il mondo
del legal, con una redazione e servizi di prim’ordine, sfido chiunque a
dire che non facciamo servizio pubblico». E se si pensa che la stessa tv
pugliese TeleNorba è quella che in
assoluto, sul singolo evento (il disastro del treno in provincia di Bari)
ha bruciato nell’informazione i tg
nazionali; be’, allora l’esclusività del
canone alla Rai diventa un ipotesi
sempre più rarefatta. Non è un caso
che sia La7 sia Reteconomy abbiamo, segretamente, messo la pratica
in mano ai propri avvocati (Reteconomy allo studio milanese La Scala,
La7 non si sbottona); allo studio è
l’attivazione della procedura migliore per arrivare al canone. E non è un
caso che anche Radio24 sembra abbia aperto un fascicolo interno sulla
faccenda, e ci stia facendo un serio
pensierino. E suppongo non sia un
caso che lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Antonio Calenda
sia lamentato - proprio in un faccia
a faccia con Minoli - sul fatto che
dalla Rai «non ci hanno presentato
ancora un piano editoriale, dobbiamo davvero verificare e discutere su
tutto...». Di ’sti tempi la beneficenza
non è di moda, diciamo.
In soldoni, la Rai si trova proiettata in un mondo nuovo. Per evitare
che sulle concessioni mettano mano anche i concorrenti, deve dimostrare di saper fare servizio pubblico, senza fare dell’audience il suo
profeta. Deve tagliare i costi delle
produzioni esterne (il 70%) e degli
agenti. Deve tagliare almeno 5000
dipendenti stratificati in decenni di
lottizzazioni geologiche. Deve spiegare perché Carlo Conti e l’Annunziata - per dire - sono servizio pubblico e Crozza e la Gruber no. Deve destrutturare i palinsesti e adattarli alla
rivoluzione delle piattaforme della
«cultura convergente», come direbbe il sociologo Jenkins. Tra qualche
mese, occhio all’arrembaggio...
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ITALIA
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::: GIUSTIZIA E POLITICA
Una storia infinita
::: SALVATORE GARZILLO
■■■ Torniamo indietro di sei
anni. Era la sera del 27 maggio
2010, la 17enne Karima El
Mahroug è sospettata di furto e
finisce nella questura di Milano per essere identificata. Non
ha i documenti ma una telefonata dell’allora premier Silvio
Berlusconi avverte ilcapo di gabinetto che quella minorenne
è la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak e quindi, per evitare un incidente diplomatico, chiede di affidarla
al consigliere regionale Pdl Nicole Minetti. Quella sera inizia
un capitolo della storia italiana
segnato da un nome di quattro
lettere: Ruby.
Il nome d’arte della marocchina diventa il riferimento di
una vicenda giudiziaria che
ora è arrivato al suo terzo processo e ieri ha visto il rinvio a
giudizio della protagonista. «Il
rinvio a giudizio era atteso, automatico, in un procedimento
con 45 faldoni era impensabile
che ci fosse un proscioglimento già in udienza preliminare»,
ha dichiarato il suo avvocato
Paola Boccardi. Il legale ha anche detto che la sua assistita
«non lavora, vive a Genova con
sua figlia e rimane spesso indietro con l’affitto»,smentendo cosìchi l’accusa di aver usato imilioni ricevuti da Berlusconi per
comprare un hotel-ristorante
in Messico (Casa Sofia, a Playa
del Carmen, in società con Luca Risso, ex fidanzato e padre
di sua figlia) e proprietà immo-
Silvio è assolto, non c’è reato
ma ne processano 23 per Ruby
Il proscioglimento definitivo di Berlusconi non basta. Ora vengono rinviati
a giudizio Karima, Mariarosaria Rossi, Carlo Rossella e diverse olgettine
::: LA VICENDA
I PROTAGONISTI
Ieri il gup di Milano Laura Marchiondelli ha rinviato a giudizio
Ruby e altre 22 persone, tra cui il
suo ex compagno Luca Risso, il
suo ex avvocato Luca Giuliante,
il giornalista Carlo Rossella, la senatrice Maria Rosaria Rossi (gli
ultimi due accusati per falsa testimonianza), Giorgio Puricelli (ex
massaggiatore del Milan) e parecchie «olgettine» (tra cui Iris
Berardi, Barbara Guerra, Barbara
Faggioli, le gemelle De Vivo,
Marysthell Polanco, Alessandra
Sorcinelli, Lisa Barizonte).
L’ACCUSA
Secondo l’accusa Berlusconi
avrebbe speso 10 milioni per
comprare il silenzio delle persone che hanno partecipato alle
«cene eleganti» ad Arcore. Sette
sarebbero andati proprio a Ruby.
biliari a Dubai. Le sue presunte
ristrettezze economiche mal si
conciliano, inoltre, col risultato
della perquisizione nell’appartamento genovese ordinata
dai pm Luca Gaglio e Tiziana
Siciliano: sono state trovate
banconote da 500 euro, quattro borse Chanel, una Gucci,
una Dior, una Celine, un porta-
Karima El Mahroug, detta «Ruby Rubacuori», è nata il 1 novembre 1992 in Marocco [Fotog]
foglio Louis Vuitton, anelli,
bracciali, collane.
Secondo l’accusa Berlusconi avrebbe speso 10 milioni per
comprare ilsilenzio delle persone che hanno partecipato alle
«cene eleganti» ad Arcore, sette sarebbero andati proprio a
Ruby. Oltre alla marocchina, il
gup diMilano Laura Marchion-
delli ha rinviato a giudizio altre
22 persone, tra cui il suo ex
compagno Luca Risso, il suo ex
avvocato Luca Giuliante,ilgiornalista Carlo Rossella, la senatrice Mariarosaria Rossi (gliultimi due accusati per falsa testimonianza), Giorgio Puricelli
(ex massaggiatore del Milan ed
ex consigliere regionale del
Pdl), e parecchie «olgettine»,
tra cui Iris Berardi, Barbara
Guerra, Barbara Faggioli, le gemelle De Vivo, Marysthell Polanco,Alessandra Sorcinelli, Lisa Barizonte.
Per loro il dibattimento inizierà l’11 gennaio. Le accuse a
vario titolo sono corruzione in
atti giudiziari e falsa testimo-
nianza. L’ipotesi è che alcuni
imputati abbiano mentito oppure omesso fatti durante ilprimo processo Ruby (da cui Berlusconi è stato assolto in via definitiva nel marzo 2015) e in un
procedimento parallelo per
Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. Il silenzio, per la procura, sarebbe stato appunto ripagato con soldi, tanti soldi.
La posizione di presunto corruttore dell’ex premier è stata
stralciata lo scorso 3 ottobre
dal giudice a causa dei problemi di salute avvertiti durante
un viaggio negli Stati Uniti. Per
lui l’udienza preliminare sarà il
15 dicembre, giorno in cuibisognerà sciogliere il nodo sulla
compatibilità o meno a decidere le sorti del Cav del gup Marchiondelli. Dal canto suo, Berlusconi ha sempre ripetuto di
versare denaro alle ragazze
tempo prima dell’inizio delprocesso come «risarcimento per i
danni di immagine causati dall’esposizione mediatica negativa provocata dalla vicenda».
Nessun doppio fine, dunque,
come ha raccontato anche in
una lettera inviata il 29 dicembre 2013 alle avvenenti ospiti
delle serate.Nella lettera ha precisato di dover interrompere
«ilsostegno economico mensile, perché si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da
quella reale (...) Mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di
poterti rivedere e riabbracciare».
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::: LE SFIDE DEL CENTRODESTRA
Mentre la Lega invita i 5 Stelle
Il centrodestra va in piazza. E cambia i volti tv
Vertice Berlusconi-Meloni-Salvini: a fine novembre comizio unitario. Nei dibattiti televisivi spazio ai dirigenti più giovani
::: MATTEO PANDINI
■■■ Per la fine di novembre ilcentrodestra unito - Berlusconi, Meloni, Salvini - scenderà in piazza per
dire «No» alle riforme in vista del
referendum del 4 dicembre. È
quanto hanno deciso i tre leader ieri mattina, quando si sono incontrati a Palazzo Grazioli, Roma, per
tastare il polso alla coalizione. La
Lega, che aveva già in programma
un corteo a Firenze il 12 novembre, ha invitato gli alleati a partecipare («soprattutto gli amministratori locali», ha detto Salvini) ma la
novità è che il Carroccio spera di
trascinare nel capoluogo toscano
anche qualche esponente dei 5
Stelle. Gli ambasciatori sono al lavoro: si attende risposta grillina,
ma è noto che ad Arcore i seguaci
del Beppe nazionale non siano apprezzati e viceversa.
Nell’incontro a tre, è emerso un
Cavaliere deciso a sposare la linea
anti-renziana, tanto da definire
«pericoloso» il premier. Anche perché «sta occupando giornali e tv».
Salvini gli hanno fatto notare che
pure Mediaset sta srotolando tappeti rossi al capo del governo, ma
Berlusconi ha garantito che ora
scenderà in campo personalmente. Il presidente azzurro vuole impegnarsi in una lunga serie di interviste su giornali e riviste, radio e tv.
E Renato Brunetta esulta: Berlusconi «può spostare il 4-5% a favore
del No».
A dirla tutta, il centrodestra vuole lanciare nei talk show alcuni volti giovani e possibilmente nuovi,
anche per non dare l’idea che ai
«freschi» Maria Elena Boschi o Matteo Renzi si oppongano solo i Massimo D’Alema (classe 1949) o i Gustavo Zagrebelsky (nato nel 1943).
Circolano già alcuni profili: tra gli
azzurri si scaldano Mara Carfagna,
il sindaco di Gubbio Claudio Ricci,
Mariastella Gelmini, Lara Comi,
Laura Ravetto,Licia Ronzulli. In pole pure Giovanni Toti,anche se ultimamente sembra andare più d’accordo con Salvini e Meloni che con
Berlusconi. Tra i leghisti sono pronti a piazzarsi davanti alle telecamere gli esordienti Alessandro Canelli
(sindaco di Novara), Daisy Pirovano (Misano Gera d’Adda, Bergamo), Massimo Bergamin (Rovigo),
Susanna Ceccardi (Cascina, Pisa)
oltre all’assessore lombardo Claudia Terzi e la bolognese Lucia Borgonzoni. Mentre il coordinatore
dei Giovani Padani, Andrea Crippa, si sta facendo le ossa con le prime apparizioni su Telelombardia
e Antenna 3. Tra i Fratelli d’Italia,
oltre alla Meloni sono pronti a entrare in scena Giovanni Donzelli,
Carlo Fidanza, Walter Rizzetto.
Alla fine del vertice, i tre leader
hanno firmato un comunicato ufficiale. Toni duri. E in cui si dà per
scontato il successo dei «No». Nella nota si ricorda che Renzi «è il terzo premier consecutivo non eletto» e che «cerca una legittimazione
che non merita, visti i fallimenti del
suo governo in ogni settore». Musica, per la Meloni e Salvini, che sotto sotto temono l’eccessiva mollezza degli azzurri. Nei prossimi giorni, quando partiranno altre «iniziative coordinate» per spiegare la
contrarietà alla riforma, si capirà se
il Cavaliere ha davvero intenzione
di sfidare frontalmente l’esecutivo.
Per ora, resta agli atti la promessa
del centrodestra di lavorare a una
nuova proposta di Costituzione.
Tre stelle polari: elezione diretta
del Capo dello Stato, vero federalismo, dimezzamento del numero
dei parlamentari e del loro costo.
Ma un altro interrogativo divide
la coalizione. In caso di successo
dei «No», cosa succederà? Salvini e
Meloni sognano il voto anticipato,
mentre in Forza Italia potrebbero
preferire un governo di compromesso per cambiare l’Italicum.
Fatto sta che, a incontro finito, il
clima diapparente concordia è stato incrinato da una dichiarazione
delleader lumbard che nel frattempo era piombato in Friuli. Incalzato dai giornalisti con la domanda:
chi è il leader della coalizione?, Salvini ha risposto pronto: «Io!», ricordando che i sondaggi attribuiscono alla Lega più consenso, anche
rispetto a Forza Italia.Non solo. Stefano Parisi, incaricato da Berlusconi di rilanciare gli azzurri, per Salvini è solo «un buon consigliere comunale a Milano», altro che politico nazionale. Risultato: polemiche
in quantità. Gelmini (FI) sbotta:
«Tutti sanno che il leader è Berlusconi», ma perfino Umberto Bossi
pizzica il suo successore: «Pensi alle alleanze e non a questioni personali».
Però Salvini tira dritto, ed è così
convinto di guidare la truppa verso
Palazzo Chigi che fa il nome di Luca Zaia: se vinciamo, «lui avrà un
ruolo nel governo».
IL M5S SUGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI
«Paga dimezzata per legge»
Riforme costituzionali
E Parisi lancia
«un referendum
propositivo»
::: TOMMASO MONTESANO
■■■ Un referendum «propositivo», da ab-
«Dimezziamo gli stipendi dei
parlamentari». Recita così il
tweet di Beppe Grillo che lancia la sfida al partito guidato
da Matteo Renzi con
l’hashtag #PdFaiComeNoi. Il
cinguettio del cofondatore
del M5S rimanda a un post
pubblicato sul suo blog e accompagnato da un video della deputata Roberta Lombardi, prima firmataria della
proposta di legge sul dimezzamento degli stipendi dei
parlamentari, ora all’esame
della commissione Affari costituzionali della Camera,
che approderà in Aula lunedì
prossimo, 24 ottobre. «Chiediamo», spiega la Lombardi
[foto Olycom], «che venga applicato a tutti i parlamentari
lo stesso trattamento che il
M5S applica ai suoi».
binare alle elezioni per la futura assemblea
costituente, per «chiedere direttamente
agli italiani quale modello di riforma preferiscono». Stefano Parisi traccia la sua road
map per il dopo voto in caso di vittoria dei
No. Intervistato da Giancarlo Loquenzi
per Zapping, su RadioUno, l’uomo al quale Silvio Berlusconi ha affidato il rilancio di
Forza Italia ribadisce il suo «No ottimista»
in vista del referendum costituzionale del
4 dicembre.
L’ex candidato sindaco del centrodestra
a Milano nega di essere, sotto sotto, a favore del Sì: «Sono tutte dietrologie, sono convintamente per il No». Affermazione cui fa
seguire una serie di critiche alla riforma
Renzi-Boschi. «Genererà molta confusione istituzionale e instabilità» a causa soprattutto della prevedibile conflittualità
«tra Stato e Regioni» e dell’accantonamento del «federalismo fiscale».
Contrapposto al democratico Roberto
Giachetti, anche lui ex candidato sindaco
(a Roma), Parisi ha accusato i sostenitori
del Sì di essere a favore di un «Sì pessimista». Il riferimento è alla tesi che va per la
maggiore, secondo cui «è meglio una cattiva riforma che nessuna riforma». Sbagliato, ribatte Parisi, «meglio un assetto istituzionale che funziona male, ma che già conosciamo,di un disordine che genererà solo instabilità». Fatto sta che per smarcarsi
dal partito dell’immobilismo, Mister Chili
tv elenca i quattro punti di cui dovrebbe
occuparsi l’assemblea costituente: «Rafforzamento dei poteri del governo; eliminazione definitiva del bicameralismo; federalismo fiscale; riforma della giustizia». Della
riforma attualmente in discussione, Parisi
salva soltanto «la cancellazione del Cnel».
In ogni caso, il fondatore di Energie per
l’Italia non condivide i toni apocalittici che
stanno facendo da sfondo alla campagna
elettorale: «Votiamo Sì o No con serenità».
Parisi si è poi scagliato contro la legge sul
caporalato approvata l’altro ieri, dopo
quindici mesi di lavoro, dalla Camera. «È
una vergogna», ha detto Mister Chili, noncurante del fatto che il provvedimento è
stato licenziato anche con l’astensione benevola di Lega e Forza Italia. «Io sono un
uomo libero», ha ribattuto Parisi.
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Venduta la concessione nazionale
Accuse al deputato Bernini
Rtl 102,5 compra Radio Padania
La Lega incassa più di 2 milioni
«Cacciato perché mangio carne» L’annuncio di Emma Bonino:
Ex assistente denuncia i grillini
il tumore? Credo sia andato via
■■■ Rtl 102,5 ha acquistato la concessione nazionale di
Radio Padania Libera, pagandola poco più di 2 milioni
di euro. L’emittente leghista non chiuderà i battenti - assicurano dal quartier generale di via Bellerio - ma trasmetterà solo su frequenze locali. Per tirare avanti dovrà sperare nelle donazioni private e nei ricavi pubblicitari. A seguire l’operazione è stato l’imprenditore calabrese Lorenzo
Suraci, già direttore di Rtl 102,5. Negli ultimi anni, per
problemi economici il Carroccio è stato costretto a chiudere sia TelePadania che il quotidiano la Padania. Attualmente, la radio è diretta da Alessandro Morelli ed è
molto utilizzata da Matteo Salvini, che così può tastare il
polso dei militanti. Sul tavolo resta anche l’ipotesi che la
Lega venda l’edificio che ospita la sede, in via Bellerio.
■■■ Cacciato dal Movimento 5 Stelle «perché non sono
vegano». È la denuncia di Lorenzo Andraghetti, ex assistente
parlamentare del deputato bolognese Paolo Bernini (quello
che aveva dichiarato che in America vengono inseriti microchip nel corpo umano per tenere sotto controllo la popolazione). «Mi ha detto che non ero vegano come lui e che per
questo avrei perso il posto», racconta allibito Andraghetti. Il
quale è stato uno dei primi attivisti felsinei dei Cinquestelle,
tanto da essere chiamato come assistente parlamentare nel
2013. Tutto fila liscio per circa due anni, ma poi perde il posto. E nel dicembre del 2015 viene addirittura espulso dal
Movimento. Ora racconta: «Bernini mi ha detto, a voce, che
mi licenziava perché aveva bisogno di collaboratori che perorassero la sua causa animalista».
L’ex ministro degli Esteri
■■■ Ancora alcuniaccertamenti da fare,ma «credo che questo antipaticissimo signore denominato tumore, anche molto maleducato perché io non è che lo avessi invitato ad abitare con me, ma credo che, se ho capito bene, se ne sia anche
andato».Così Emma Bonino, intervistata da Enrico Lucci nella puntata di Nemo - Nessuno Escluso andata in onda su
Rai2. Nel corso della registrazione l’ex ministro degli Esteri ha
aggiunto che però «questo è un tipo di malattia, dicono i miei
medici, da cui non si guarisce, ci si impara a convivere».
Emma Bonino aveva annunciato pubblicamente di essere
affetta da un tumore al polmone il 12 gennaio 2015, su Radio
Radicale. «Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica», aveva confidato, «ma ciononostante richiederà un
trattamento lungo e complesso».
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::: ALLARME INVASIONE
MIGRANTI DI LUSSO
Requisito un hotel a 4 stelle
Via i clienti, dentro i rifugiati
Decisione del prefetto. Annullate le prenotazioni ai visitatori di FieraCavalli
Intanto Verona regala le bici agli extracomunitari: quelle rubate agli italiani
::: ALESSANDRO GONZATO
CASTEL D’AZZANO (VR)
■■■ Albergo requisito, serve
agli immigrati. La prefettura di
Verona, con un provvedimento di «pubblica utilità», ha
espropriato l’hotel Cristallo di
Castel d’Azzano, a otto chilometri dall’Arena. Per tre mesi,
dal 30 ottobre al 31 gennaio,
tutte e novantatré le stanze saranno a disposizione dei richiedenti asilo. Per ora non si sa
quanti ne arriveranno, ma dal
momento che è stato requisito
l’intero albergo è prevedibile
che saranno almeno un centinaio. L’hotel ha quattro stelle.
Ci sono sale per le conferenze,
c’è il servizio wifi gratuito, ogni
stanza ha il suo televisore e i
pavimenti delle camere sono
in lucido parquet. Dista appena cinque minuti in macchina
dalla Fiera, e infatti per i giorni
diFieracavalli, la più importante manifestazione del settore in programma dal 10 al 13 novembre - era tutto prenotato.
Lo è ancora, solo che cambierà la tipologia dei clienti. I quali, rimanendo qui non più per
tre giorni - quanto durerà la
manifestazione - ma per tre
mesi, considerando i 35 euro
al giorno che lo Stato offre per
l’accoglienza degli immigrati
contribuiranno a rimpinguare
le casse dell’hotel, oltre a quelle della cooperativa di turno.
Gliospiti che avevano prenotato per la Fiera dovranno arrangiarsi a trovare un’altra sistemazione.
I PROPRIETARI
I titolari dell’albergo, di proprietà della famiglia Poiani,
non vogliono parlare. Si sa però che in un altro loro albergo
poco distante, l’hotel Monaco
(ne hanno poi altri due), già da
febbraio ospitano cento immigrati. Per avere maggiori detta-
Continuano ad arrivare le
vostre adesioni all’iniziativa lanciata da Libero: vogliamo anche noi, come in
Gran Bretagna, un referendum sulla permanenza
del nostro Paese nell’Ue e
nell’euro. Potete inviarci il
tagliando che trovate in pagina (compilato in stampatello) o scrivere il vostro
nome e cognome all’indirizzo [email protected].
Aderisco con piacere a questa iniziativa. Solo il ritorno
alle sovranità nazionali e l’abolizione delle democrazie
delegate, per passare a una
gli ci siamo rivolti allo studio
dell’avvocato della famiglia Poiani, ma ieri pomeriggio il professionista era sempre in riunione.Quindi ci siamo finti potenziali clienti dell’hotel e dalla
reception ci hanno chiesto di
inviare una mail con la richiesta di prenotazione. Un paio
d’ore dopo abbiamo telefonato di nuovo, questa volta qualificandoci, ma nessuno sapeva
nulla.
Il sindaco di Castel d’Azzano, Antonello Panuccio - eletto in una lista civica di centrodestra - è infuriato: «È assurdo», dice a Libero. «Non ci avevano avvertiti. È una decisone
calata con forza dall’alto. Le requisizioni appartenevano ai
tempi di guerra. Cosa faranno
domani? Ci requisiranno anche le seconde case? E poi»,
continua, «chi ce lo dice che la
requisizione dell’hotel non ver-
RAPPORTO CARITAS
Emilia-Romagna
La regione rossa
non ama i rifugiati
L’Emilia-Romagna è maglia nera nell’accoglienza
dei profughi. È la denuncia del rapporto CaritasMigrantes. «In Emilia-Romagna», ha detto monsignor Gian Carlo Perego,
direttore di Cei-Migrantes, «sono state accolte in
tutto 10mila persone, circa due ogni mille abitanti.
È la Regione con il più basso rapporto fra accoglienza e popolazione, anche
l’Emilia-Romagna è la Regione con la più alta percentuale di stranieri sulla
popolazione».
rà prorogata? Può servire anche un anno e mezzo per smaltire le pratiche dirichiesta d’asilo.E perché,con tutte le strutture che si sono nella zona, è stato scelto proprio un hotel a 4
stelle? Queste persone, che
hanno tutte lo smartphone»
ha concluso il sindaco «diranno a parenti e amici che sono
ospitati in un hotel elegante
con tutti i comfort, descrivendo l’Italia come il paese di Bengodi». Come dargli torto?
LADRI DI BICICLETTE
Nel frattempo il Comune di
Verona, guidato dall’ex leghista Flavio Tosi, ha deciso di regalare ventotto biciclette abbandonate sulle rastrelliere
della città - quindi è molto probabile che si tratti di bici rubate -ad altrettantirichiedenti asilo ospitati in alcuni centri d’accoglienza. Le prime dieci sono
state consegnate con una cerimonia in pompa magna di
fronte al municipio.
A Verona sono in parecchi a
chiedersi se le stesse biciclette,
dicuimagari ilegittimi proprietari non ne avevano denunciato il furto per le scarse se non
nulle speranze che le forze dell’ordine le ritrovassero,non potessero essere messe a disposizione della cittadinanza: qualora nessuno ne avesse reclamato la proprietà, l’amministrazione avrebbe potuto regalarle
alle famiglie più indigenti. «È
vergognoso», dice il consigliere comunale Vittorio Di Dio,
che pure al momento fa ancora parte della maggioranza.
«Per una foto sui giornali ora
fanno pure i regali a dei potenziali clandestini. E non sono bici da pochi soldi, glielo garantisco.Abbiamo un sacco di veronesi in difficoltà economiche,
ma certa gente se ne sbatte le
palle di tutto e di tutti».
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::: LA SCHEDA
L’ALBERGO
La prefettura di Verona, con
un provvedimento di «pubblica utilità», ha espropriato l’hotel Cristallo di Castel d’Azzano, a otto chilometri dall’Arena. Per tre mesi, dal 30 ottobre
al 31 gennaio, tutte e novantatré le stanze saranno a disposizione dei richiedenti asilo.
GLI ALTRI
I titolari del Cristallo possiedono albergo poco distante, l’hotel Monaco (ne hanno poi altri
due), già da febbraio ospitano
cento immigrati.
LE BICI
Il Comune di Verona, guidato
dall’ex leghista Flavio Tosi, ha
deciso di regalare 28 biciclette
abbandonate sulle rastrelliere
della città - quindi è molto probabile che si tratti di bici rubate - ad altrettanti richiedenti
asilo ospitati in alcuni centri
d’accoglienza.
Da gennaio 800 aggressioni contro gli immigrati
Il «capolavoro» della Merkel:
l’apertura ha rivitalizzato i nazisti
::: CARLO NICOLATO
■■■ L’invasione degli immigrati voluta dalla Merkel è
una pillola troppo amara per
i tedeschi. Lo hanno dimostrato le batoste elettorali incassate dalla Cancelliera nei
mesi scorsi, ma lo dimostrano anche i dati ufficiali diffusi
ieri dal Bundeskriminalamt,
la polizia federale tedesca, secondo cui dall’inizio dell’anno ci sono stati in Germania
797 attacchi ai centri d’accoglienza spuntati a migliaia in
tutto il Paese dal 2015 in poi.
Almeno 740 di questi attacchi, dicono le fonti di polizia,
sono riconducibili a motiva-
zioni xenofobe, solo 47 hanno invece altre origini non
meglio specificate. Dal 2013
questo tipo di crimini sono
passati da appena 69 casi ai
1029 dello scorso anno, e si
prevede che il dato di quello
in corso sia ancora più elevato. Il primo attacco del 2016
si è registrato proprio a capodanno, a Ruppertshofen nel
Baden-Württemberg dove
un centro di accoglienza è
stato distrutto da un incendio doloso. L’ultimo qualche
settimana fa con un ordigno
fatto esplodere nella moschea di Dresda. Entrambi
non hanno provocato vittime. Amnesty International è
scesa in campo, accusando
Berlino di non proteggere
adeguatamente i rifugiati. Incendi, raid, distruzioni, risse,
ma anche tentati omicidi
che i media tedeschi hanno
subito liquidato come attacchipoliticamente ben connotati associandoli peraltro a
un’altra tragica notizia di ieri,
la sparatoria avvenuta a Georgensgmund, in Baviera, in
cui un neonazista del gruppo «Cittadini del Reich» (che
rivendicano le frontiere del
1937, si rifiutano di pagare le
tasse al governo federale e
ammirano Anders Breivik, il
massacratore di Utoya) ha
ucciso un poliziotto e ferito
La nostra iniziativa
«Basta con la democrazia delegata, torniamo alla sovranità nazionale»
democrazia diretta, con
l’immediata uscita da Europa,euro e integrazioni forzate, si tornerà a crescere fiduciosi nelle proprie capacità.
Lino Duriavig
Cividale del Friuli (Ud)
Fuori noi dall’Europa e fuori gli immigrati dall’Italia. Il
nostro è un Paese meraviglioso che stiamo lasciando
nelle mani di ignoranti, corrotti, vigliacchi e incapaci.
La colpa è soprattutto nostra che ci lamentiamo ma
non reagiamo. Siamo come
loro attaccati alnostro piccolo orto. La paura di perdere
anche il poco che abbiamo
cista paralizzando. Dobbiamo fargli capire che la devono smettere. A ogni costo.
Alessia Bernabei
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::: ALLARME INVASIONE
TRUFFA DEI BABY PROFUGHI
I minorenni accolti hanno già le rughe
Londra ammette: il 65% dei ragazzi accettati si scopre poi che sono adulti. Ma è vietato fare controlli
::: NICK FARRELL
■■■ Sono molto furbi, infor-
Due immagini degli interni
dell’albergo a quattro stelle
(sale conferenze, wifi,
pavimenti in legno) di Castel
d’Azzano (provincia di
Verona) requisito dal
prefetto per 3 mesi per
alloggiare i richiedenti asilo
gravemente un altro;gli agenti stavano perquisendo la
sua casa piena di armi. Nei
giorni scorsi il ministero degli Interni, interrogato da alcuni deputati, aveva svelato
che fino a ottobre 2016 i neonazisti si sono resi colpevoli
di almeno 11 tentati omicidi
(senza contare quello di ieri)
perlopiù ai danni di rifugiati
o immigrati in genere, il doppio rispetto all’anno precedente. Ma lo scontento verso
la politica migratoria non è
solo dei nazi. Solo 180 dei
quasi 800 attacchi ai profughi sono riconducibili a elementi di estrema destra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Ferrara
e.mail
Diego Forte
e.mail
Bruno Franchini
matissimi, completamente
senza vergogna. E ci prendono in giro in tanti modi. L’ultima truffa a saltare fuori, questa volta a Calais, funziona così: uomini di 30 anni si fingono
non solo profughi ma anche
ragazzini per raggiungere la
Terra promessa: la Gran Bretagna. Non hanno documenti mica scemi - ma basterebbe
controllare i loro denti per capire quanti anni hanno. Ma
nessuno lo fa perché sarebbe
«invadente» - un invasione della loro privacy, ovvero dei loro
diritti umani.
Così, da domenica scorsa
gli inglesi sono stati costretti allibiti e incazzati - a guardare
ai telegiornali le immagini di
questi «bambini» mentre arrivano sorridenti e sotto scorta a
Dover. Hanno delle zampe di
gallina intorno agli occhi e dei
peli della barba come la carta
vetrata.Sono di stazza considerevole. Provengono dalla baraccopoli abusiva di Calais,
detta La Giungla, dove circa
10mila migranti condividono
una sola missione: raggiungere l’El Dorado inglese dove, a
differenza che in Francia, lavoro e welfare ci sono in abbondanza.
L’obbligo legale di accoglierli ce l’avrebbero Francia, Italia
o Grecia. Ma nel caso di profughi non accompagnati sotto i
18 anni che sitrovano in un Paese dell’Ue ma che hanno famiglia in Gran Bretagna, si
può chiedere il ricongiungimento. Certo, devono essere
veri profughi con veri parenti
stretti oltremanica. E devono
essere anche in possesso di
una richiesta d’asilo approvata. Bene. Ora, il governo inglese ha deciso di accettare tutti i
«bambini» con quei requisiti
presenti nella Giungla - circa
400 - che hanno fatto richiesta
d’asilo. Ha fatto così perché il
presidente francese François
Hollande lo scorso mese ha deciso finalmente - cisono elezionipresidenziali la prossima pri-
e.mail
Germano Franchini
e.mail
Giambattista Frigoli
Lodi
mavera - di demolire la Giungla entro le fine dell’anno e trasferire i suoi migranti in 164
centri d’accoglienza altrove.
Chiaramente, quando ci entreranno le ruspe e la polizia (si
parla di mille uomini) ci sarà
un bel casino che metterà in
pericolo i bambini. Ed ecco
perché il governo inglese si è
mosso. Ma basta andare nella
Giungla come ho fatto io l’al-
tro giorno per beccare uno finto bambino-profugo. Sono entrato in un capanno di legno,
con sopra la scritta «Welcome
Restaurant», gestito da afghani, e ho incontrato Imran She-
dì, a Tremblay-en-France (Seine-Saint-Denis), a nord di Parigi, una preside è stata
picchiata davanti al liceo Hélène-Boucher,
dopo aver cercato invano di calmare gli animi di un gruppo di 80 giovani che ha attaccato l’istituto con bottiglie Molotov. Sempre lunedì, a Argenteuil (Val-d’Oise), nella
banlieue parigina, un professore di 50 anni
è stato attaccato da due giovani che lo hanno accusato di razzismo per aver redarguito due dei suoi allievi, e al grido di «Allah è il
solo maestro» lo hanno spinto a terra, preso a pugni e mandato all’ospedale. E le violenze non si limitano soltanto alla regione
parigina. Uno studente di un liceo professionale di Calais ha attaccato il suo professore nel corso della lezione, rompendogli
la mascella e alcuni denti davanti agli occhi
dei suoi compagni di classe.
erzad. Era fra una decina di afghani ed etiopi seduti davanti
a un enorme televisore, alimentato da un generatore, a
guadare una partita di cricket.
Faceva già buio e hanno acceso una candela. Essendo un locale musulmano non vendeva
l’alcol ma una birra in lattina
me l’hanno trovata per 5 euro.
Imran diceva di avere 16 anni
e di venire dall’Afghanistan. A
me sembrava un uomo di 30. I
suoi genitori gli hanno dato
8mila euro per finanziare il
suo pellegrinaggio alla Terra
Promessa ed è arrivato alla
Giungla quattro mesi fa.
Gli ho chiesto: Sei sposato?.
«Sì». Quanti anni ha sua moglie?. «18». Figli?. «Sì, uno».
Quanti anni ha? «Un anno».
Documenti? «Niente». Chiaramente, non aveva meno di 18
anni. Ma almeno era un profugo, no? «No, non lo sono», ha
ammesso. «Ma ho bisogno di
aiuto». Aveva richiesto l’asilo
in Francia? «Sì». Ma così non
puoi richiederlo in Inghilterra.
«No, va tutto bene. Sono un
bambino e ho un parente in
Inghilterra. Uno zio che ha un
supermercato». Già. Avevo dimenticato. Sono tanti i bambini nella Giungla, tutti con uno
zio a Birmingham.
Nel frattempo a Londra gli
ultimi dati sui profughi «bambini» che hanno richiesto asilo
in Inghilterra dimostrano bene che c’è in atto una truffa studiata a tavolino. Cioè: nel
2015, fino al mese di settembre,i funzionari dell’Home Office (Ministero dell’Interno)
hanno scoperto che il 65% dei
«bambini» richiedenti asilo in
Inghilterra ai quali è stata contestata l’età hanno mentito ed
erano adulti.
Come mi diceva un’infermiera in un pub a Dover la sera prima di prendere il traghetto a Calais: «Vengono in tanti
al nostro ambulatorio dicendo
di avere 16 anni. Non è vero
niente. Hanno tutti i denti del
giudizio».
Ma controllare i denti non si
può. Troppo invadente.
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Tre dei «minorenni» ospiti della Giungla di Calais che sono stati accolti in Gran Bretagna
Il fallimento del multiculturalismo
Botte al prof: «Solo Allah è maestro»
Il disastro della scuola francese
::: MAURO ZANON
■■■ «È vero, nella Seine-Saint-Denis e nel
Val-d’Oise, da qualche giorno, c’è un aumento delle violenze ai danni dei funzionari, poliziotti, insegnanti e presidi, che comincia a essere preoccupante. Bisogna assolutamente condannare ognuno di questi
atti». Non si era mai sentita una Najat Vallaud-Belkacem così inquieta per la situazione della scuola repubblicana. Fino a ieri la
ministra dell’Istruzione francese, anche
quando nel gennaio 2015 si verificarono diversi episodi di ribellione da parte di studenti musulmani contro il minuto di silenzio per commemorare le vittime di Charlie
Hebdo, aveva sempre cercato di minimizzare. Ma la realtà, ora, è lì davanti agli occhi
di tutti e anche la Belkacem ammette che
la situazione sta sfuggendo di mano. Lune-
Maria Teresa Galantin
Paese (Tv)
Algredo Giorgi Averardi
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Elisa Grober
Borgosesia (Vc)
Federico Kantz
Genova
Maurizio Lombardi
Terni
Domenico Lombardo
e.mail
Giuliano Marchetti
Roma
Mauro Meschini
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Carlo Moras
Conegliano (Tv)
Luigi Patrone
Nebbiuno (No)
Denis Pecile
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Michele Pregnolato
Paese (Tv)
Maria Patrizia Pristipino
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Giuseppe Rinciari
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Fabio Salà
Zevio (Vr)
Massimo Sbardella
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Ida Scotti
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Maura Sherlock
Genova
Beniamino Timpano
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Alberto Traverso
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12
ATTUALITÀ
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Tragedia a Catania
No del medico obiettore: muore coi gemelli
Deceduta al quinto mese di gravidanza. Aperta un’inchiesta: il dottore si sarebbe rifiutato di estrarre il feto in difficoltà
::: ROBERTA CATANIA
■■■ Sarebbe morta per il manca-
to intervento di un medico obiettore. Ecco l’atroce sospetto della famiglia di Valentina Milluzzo, la giovane donna di 32 anni morta domenica scorsa all’ospedale di Catania.
Valentina, che da sempre desiderava diventare mamma, non si è mai
arresa di fronte alle difficoltà e finalmente era rimasta incinta. In estate
la scoperta che la procreazione assistita era andata a buon fine, a settembre la felicità di scoprire che
aspettava due gemelli, un maschiet-
to e una femminuccia, il 29 settembre le prime complicazioni e la corsa in ospedale. La donna ha una dilatazione dell’utero anticipata e i
medici decidono di «allettare» Valentina, tenendola in osservazione
nel reparto di Ostetricia - Ginecologia del Cannizzaro di Catania. Il
suo quadro clinico non sembrava
grave, ma vista la difficoltà ad avere
figli, i medici avevano deciso di non
farla tornare a casa. Valentina era
serena, forte - raccontano - aveva la
tenacia di una mamma tigre, che
già combatteva per quelle due creature che le stavano crescendo in
grembo da cinque mesi. Il 15 ottobre, però, la situazione è diventata
preoccupante. Improvvisamente
la donna ha la febbre altissima, forse la spia di un’infezione, mormoreranno dopo, ma la temperatura eccessiva è curata solo con antipiretico.Valentina ha collassie dolorilancinanti. Di sorpresa, poi, la temperatura corporea crolla a 34 gradi, insieme alla pressione arteriosa sempre più bassa. Ed ecco il momento
decisivo:dai monitoraggi fetali- racconta la famiglia - si scopre che uno
dei feti respira male e che bisognerebbe intervenire. Qualcuno sugge-
risce un cesareo d’urgenza per «rimuovere» il feto che sta morendo e
permettere a Valentina di sopravvivere e tentare di portare avanti la
gestazione dell’altro fratellino. Ma
il medico di turno, riferiscono i familiari presenti all’avvocato, «si sarebbe rifiutato perché obiettore: “fino a che è vivo io non intervengo”,
avrebbe detto loro». Quel medico,
secondo la denuncia presentata in
procura, «si sarebbe rifiutato di
estrarre il feto che aveva gravi difficoltà respiratore fino a quando fosse rimasto vivo perché obiettore di
coscienza». Parole, spiega l’avvoca-
to Salvatore Catania Milluzzo, che
rappresenta la famiglia di Valentina, che sarebbero state udite anche
da un altro dottore, pronto a testimoniare.
La procura di Catania ha già aperto un fascicolo affidato al pm Fabio
Saponara. Per ora il caso non ha
ipotesi di reato né indagati. Ma la
famiglia vuole andare fino in fondo, perché ciò che doveva essere
una grande gioia - questa gravidanza tanto sospirata - si è trasformata
in una grande tragedia: domenica
sono morti in tre, Valentina e i suoi
due bambini. L’avvocato Milluzzo
nell’esposto è stato chiaro:«Se ci siano state negligenze, o imprudenze,
imperizie diagnostiche o terapeutiche dei sanitari che hanno avuto in
carico la paziente», si dovrà scoprire e procedere di conseguenza.
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La morte dell’ex insegnante
UN UOMO SVIZZERO
Trovato un nuovo coltello
Svolta nel delitto di Seriate
Fermato il cognato
della donna uccisa
nel bosco a Como
Una testimone racconta che sarebbe stato rinvenuto in una siepe dieci giorni fa
a 400 metri dalla casa di Gianna del Gaudio. Potrebbe essere l’arma del delitto
::: CRISTIANA LODI
■■■ Il vicino che racconta
delle urla e di un litigio pochi
minuti prima dell’omicidio. Il
rapporto coniugale turbolento e i referti del pronto soccorso che a intermittenza fotografano ossa rotte, traumi alla faccia, ferite a una gamba, ma
che stando alla paziente sarebbero l’epilogo di «incidenti domestici». Poi la gelosia dell’indagato nei confronti della moglie, ultimamente infuocata
dalla presenza costante di un
collega di lei. Un professore
del quale Gianna aveva parlato allo stesso marito come di
un «caro amico». Si frequentavano per motivi di lavoro.
IL MARITO
È INDAGATO
Nella foto grande
Gianna Del Gaudio,
la professoressa
di 63 anni uccisa
nella sua villetta
a Seriate (provincia
di Bergamo) lo scorso
26 agosto.
Sotto, il marito della
donna, Antonio
Tizzani, 68 anni, unico
indagato (a piede
libero) nell’inchiesta:
l’uomo si è sempre
dichiarato innocente
L’INCAPPUCCIATO
Infine, nel cosiddetto giallo
di Seriate, ci sarebbe quell’incappucciato (per chi indaga
improbabile) sorpreso a frugare nella borsetta della signora,
dopo averla sgozzata. Senza
però rubare niente e riuscendo a entrare e uscire dalla casa
del delitto indisturbato. E lungo la via di fuga indicata dal
testimone: ossia il capostazione in pensione Antonio Tizzani di anni 68, indagato per l’omicidio della consorte. Lei,
Gianna Del Gaudio di 63, era
una insegnante di lettere. Lui
ripete di essere innocente e resta a piede libero nella casa
del figlio Paolo. Il nucleo investigativo di Bergamo guidato
dal procuratore Massimo Mapelli, infatti non gli credono. E
parlano di «incongruenze» fra
quanto raccontato da Antonio Tizzani e ciò che invece sarebbe accaduto nella villetta
di via Madone Delle Nevi a Seriate (Bergamo).
Gianna che muore con un
taglio alla gola mentre il marito (a suo dire) annaffia le piante a cinque metri da lei. Lui insiste nel dire di non essere stato e giura di avere sorpreso
l’assassino in casa senza però
riuscire a fermarlo. Dato che
questi sarebbe scappato dal
vialetto che corre sul retro,
sfuggendo anche alle telecamere. I carabinieri non credono alla versione del marito,
stando al quale, il carnefice ladro si sarebbe portato via anche l’arma del delitto. Un coltello di almeno trenta centimetri che i militari cercano da
quasi due mesi.
Da quel 27 agosto, di lame
sospette ne sono stati trovate
e sequestrate in gran quantità:
a casa dell’indagato e della vittima dov’è accaduto il fatto.
Nell’abitazione del figlio di
questi e anche in un marsupio del ferroviere sospettato.
Nessuna diqueste è però risul-
tata compatibile. Gli esami
dei carabinieri del Ris (cominciati da pochissimi giorni) nelle ultime ore sono tutti diretti
su un nuovo coltello.
IL NUOVO COLTELLO
È spuntato dieci giorni fa da
una siepe a ridosso della villetta del delitto. Lo ha visto un
uomo che passeggiava da
quelle parti. Una lama vecchia, arrugginita. Il procuratore Mapelli spiega che i carabinieri la stanno esaminando.
Se è l’arma del delitto, presto
si saprà. Intanto in Procura si
vocifera dell’intenzione di
stringere sull’indagato. Non
tanto sulla base degli esami
scientifici, ma alla luce sia del
::: LA SCHEDA
L’OMICIDIO
Poco dopo la mezzanotte del
26 agosto scorso, a Seriate,
in provincia di Bergamo,
Gianna Del Gaudio, ex insegnante di 63 anni, viene accoltellata in cucina mentre il
coniuge, Antonio Tizzani, 68
anni e unico indagato per l’omicidio, era impegnato (dice
lui) ad innaffiare piante e fiori.
L’ARMA
A sgozzarla sarebbe stato un
uomo incappucciato sorpreso a rovistare nella bnorsetta
di Gianna, dirà il marito. Una
decina di giorni fa è stato ritrovato un coltello in una siepe. Si è pensato che possa essere l’arma del delitto. Ora il
coltello è al vaglio dei Ris.
suo racconto, sia di quanto riferito da testimoni che descrivono liti frequenti fra Antonio
e Gianna.
A verbale ci sono le parole
di una collega della professoressa. La signora Fioretta.
«Gianna veniva
spesso a scuola
con qualche botta.Una volta arrivò con una gamba fasciata, disse che la ferita se
l’era fatta in casa, ma nessuno
le aveva creduto». «Gianna»,
aggiunge Fioretta,«parlava spesso della gelosia
delmarito, e l’assurdo è che la
giustificava perché la faceva
sentire come il
primo giorno
che si erano fidanzati». Alla luce di quanto accaduto, i referti e
ilracconto deitestimoni diventano elementi rilevanti in questa
inchiesta costellata da indizi.Basteranno per incarcerare l’ex ferroviere? L’uomo ha consegnato vestitipuliti, anche i braccialetti e gli anelli che aveva la notte del delitto,
sono immacolati. Tizzani ha
anche il conforto dei figli Paolo e Mario: questila sera dell’omicidio era a cena proprio dai
genitori. Mario racconta di
una serata uguale a tante altre. Nei giorni scorsi, Elena Foresti, coniuge di Paolo, se n’è
invece andata di casa. La signora, che ospita ilsuocero indagato, aveva messo a verbale
di un uomo incappucciato
che nelle notti precedenti l’omicidio la tormentava suonando al citofono. Salvo poiritrattare: «Ho inventato questa
storia per attirare l’attenzione
di mio marito quando la notte
mi lasciava a casa da sola ad
accudite i bambini».
Uccisa in casa, forse
strangolata, e poi gettata nei boschi dal cognato. È questa la ricostruzione fatta dagli inquirenti comaschi che da
tre giorni indagano sul
caso di Nadia Arcuri. Così nella notte tra martedì
e mercoledì, la polizia
Cantonale di Chiasso, a
ridosso della dogana di
Gaggiolo, lo ha arrestato
per la morte della giovane maestra, il cui corpo
era stato trovato nei boschi di Rodero (Como)
nel pomeriggio di domenica 16 ottobre. I carabinieri di Como hanno
confermato come l’uomo sottoposto a fermo
sia effettivamente il cognato della vittima. Si
tratta di un uomo di 42
anni, svizzero, marito
della sorella di Nadia,
che vive a Coldrerio e lavora in una scuola universitaria in Canton Ticino. Lunedì era entrato
in Italia per ragioni personali, quindi non era in
fuga, e martedì sera stava rientrando in Svizzera quando è stato intercettato e fermato dagli
investigatori.
Tenuto sotto controllo
dai carabinieri di Como,
il presunto omicida è arrivato al valico italo-svizzero del Gaggiolo, proprio vicino al luogo del
ritrovamento del cadavere dove è stato arrestato dalla polizia elvetica.
Interrogato dagli inquirenti, avrebbe ammesso
di avere trasportato il cadavere a Rodero, ma
non di essere l’autore
dell’omicidio. Restano
pertanto molti aspetti
da chiarire, tra cui il movente e il tipo di rapporti
che intercorrevano tra
vittima e presunto carnefice. Secondo gli investigatori svizzeri la donna
sarebbe stata uccisa nella sua casa di Stabio tra
il tardo pomeriggio e la
serata di venerdì.
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GI.SPA.
LA COLLEGA
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ATTUALITÀ
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Revisione della sentenza
Caso Alpi, Hassan assolto dopo 16 anni di galera
Il tribunale di Perugia ha annullato le indagini e i processi romani, l’unico accusato è stato riconosciuto innocente
::: ROBERTA CATANIA
■■■ Non ci sono colpevoli per
l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin. La Corte d’appello di Perugia ieri ha assolto il somalo Hasci Omar Hassan, unico accusato
di avere partecipato all’agguato in
cui il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, morirono la giornalista del
Tg3 di 28 anni e l’operatore tv di
45. La sentenza è arrivata al termine di un processo di revisione, avviato in seguito all’intervista in
esclusiva del super testimone Ahmed Ali Rage, soprannominato
Gelle, prima grande accusatore di
Hassan e poi sparito nel nulla, tanto da non presentarsi al processo.
Nonostante l’assenza in aula
del supertestimone, la sua accusa
resa al pubblico ministero romano fu considerata sufficiente e per
Hassan arrivò una condanna definitiva a 26 anni di carcere. Da 17
anni (dal carcere) il somalo continuava inutilmente a professarsi innocente, ma nove mesi fa, per sua
fortuna,“Chi l’ha visto?” aveva scovato all’estero Gelle, che alle telecamere della tramissione Rai aveva
spiegato di«essere stato pagato dagli italiani per accusare un somalo
qualunque e aiutare a chiudere in
fretta il processo». La roulette russa girò nella mente di Ahmed Ali
Rage, che scelse di fare il nome di
Hassan. Da quel momento, la procura di Roma non ha più abbandonato quella pista.
Il 12 gennaio 1998 Hassan viene
arrestato per concorso in duplice
omicidio volontario, indicato quale componente del commando di
sette persone che affiancò l’auto
dei giornalisti e uccise Alpi e Hrovatin. Il 20 luglio 1999 Hassan era
stato assolto in primo grado, ma il
24 novembre 2000 la Corte d’assise aveva capovolto il verdetto indicando l’ergastolo, ridotto a 26 anni in Cassazione, il 26 giugno
2002, dopo altri rimbalzi giudiziari.
I genitori di Ilaria Alpi, che da
sempre si sono battuti alla ricerca
della verità, si erano da subito mostrati scettici sulla condanna di
Hassan, definito dalla famiglia della giornalista «un capro espiatorio». Il papà di Ilaria è morto da sei
anni, senza vedere che fosse fatta
giustizia per la sua unica figlia. Invece la moglie anche ieri era in aula, a Perugia, ad assistere alla sen-
::: CLAUDIA OSMETTI
:::
Commento
Fiasco all’italiana
e bufala somala
Che figuraccia per i pm
::: MARCO GORRA
nessuno è riuscito a porre fine alle
troppe bugie, ai troppi depistaggi
che hanno caratterizzato questa vicenda».
Alla revisione di ieri si è arrivati
esclusivamente per il lavoro giornalistico dell’inviata di “Chi l’ha visto?” Chiara Gazzanica. Il commento della conduttrice del programma, Federica Sciarelli, è stato
molto aspro: «Dopo questa brutta
pagina di giustizia italiana, ora
confido che vengano riaperte le indagini. Ora bisogna individuare i
mandanti e i colpevoli».
Oltre ai responsabili, non è ancora stato trovato il movente del
duplice omicidio . I due giornalisti
erano impegnati a seguire la missione Onu «Restore Hope», ma in
molti credono che in verità la Alpi
avesse scovato un presunto traffico diarmi effettuato dai pescherecci di una società italo-somala. Un
mistero lungo 22 anni, sul quale
poco si è lavorato e che forse non
finirà mai.
■■■ «Sono contenta per lui». Se a pronunciare queste parole è la madre della
vittima riferendole al presunto assassino
della figlia fresco di scagionatura da parte
del tribunale, i casi sono due: o la signora è
in preda al deliquio oppure la vicenda giudiziaria in questione denota un tasso di
grottesco eccessivo anche per gli standard
- pure non esattamente draconiani - della
giustizia italiana.
Non sussistendo elementi per ritenere
Luciana Alpi meno che presente a se stessa, se ne deduce che il caso esatto è il secondo: la storia del somalo Hashi Omar
Hassan - condannato a 26 anni per l’omicidio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin ed assolto ieri con tante scuse dopo averne
scontati 17 in carcere ed uno ai servizi sociali - grida vendetta a Dio.
Lo fa perché racchiude in sé una stringata quanto formidabile antologia dei mali
del nostro sistema: il super-testimone
chiave che spunta fuori dal nulla e produce un’accusa sensazionale senza mai presentarsiin un’aula di giustizia e dando adito a più di un dubbio in merito alla propria
genuinità; i magistrati che prendono la cosa per oro colato e - non facendo nulla per
allontanare da sé il sospetto di volere arrivare ad una condanna purché sia - procedono ad ingabbiare il disgraziato tirato in
ballo dal teste; il caso che pare chiuso e
che invece si riapre grazie a una trasmissione tv (perché le vie del circo mediaticogiudiziario sono infinite) che intervista il
super-teste ilquale ammette candidamente di essersi inventato tutto; la magistratura che riapre il caso a furor di tubo catodico e fa tardiva ammenda della cantonata
presa.
Una figura barbina oltre ogni dire, in forza della quale l’accertamento della verità
sul caso Alpi si ritrova fermo allo stesso
punto di ventidue anni fa, e cioè a zero.
«Adesso», dice ancora la signora Luciana,
«è come se Ilaria e Miran fossero morti per
il caldo che faceva a Mogadiscio». Sperando soltanto che a nessun giudice venga in
mente di indagare qualche meteorologo
somalo.
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«FINALMENTE LIBERO»
Sopra, Omar Hashi Hassan,
indicato dal supertestimone Gelle
come uno dei sette somali del
commando che il 20 marzo del 1994
uccise la giornalista del Tg3 Ilaria
Alpi, nella foto a destra, e
l’operatore Miran Hrovatin. Ieri
Hassan, nel processo di revisione, è
stato prosciolto, dopo 16 anni di
carcere e uno di affidamento ai
servizi sociali.
tenza che ha rimandato gambe all’aria l’inchiesta, lasciando impuniti gli assassini.
«Sono molto contenta per
Omar Hashi Hassan che da oggi è
finalmente libero», è stato il primo
commento di Luciana Alpi, che
ha spiegato: «Anche noi come parte civile ci siamo battuti perchè venisse riconosciuta la sua innocen-
za. Tuttavia, se è una grande giornata per lui, da parte mia devo dire che sono molto amareggiata e
depressa. Ormai sono convinta»,
ha proseguito la donna, «che sulla
morte di mia figlia e di Miran Hrovatin non è stato fatto nulla a livello di indagine. Sul caso si sono alternatiin 22 anni ben cinque magistrati e tre procuratori. Eppure,
AL CONVEGNO SULLA LUDOPATIA
Pippo Franco: «No a nuove sale slot»
Pippo Franco, da tempo impegnato nella battaglia contro il gioco
d’azzardo, scende in campo contro il progetto del governo di portare a 10mila il numero delle sale gioco. «L'Italia non deve diventare una nuova Las Vegas. Che cosa fanno le istituzioni per contrastare la ludopatia?»,si è chiesto ieri alla tavola rotonda organizzata ieri a Roma dall’Agcai, l’associazione dei gestori e dei costruttori di apparecchi di intrattenimento (Agcai), presieduta da Benedetto Palese. «Ciò che sta per accadere è incomprensibile - denuncia Palese - si consentirà l'apertura di veri e propri casinò urbani,
ovunque ci sia una sala riservata al gioco, senza tener conto della
distanza da scuole, strutture sportive, parrocchie e ospedali».
È accusato di «cooperazione colposa»
■■■ Omicidio colposo e violazio-
Italiani uccisi in Libia, indagato dirigente dell’azienda
ne della tutela delle condizioni di lavoro.Sono le due accuse che pendono sul capo di Dennis Morson, operation manager della Bonatti, la ditta di Parma in cui lavoravano Fausto Piano e Salvatore Failla, i due italianisequestrati e uccisi in Libia l'anno scorso da alcuni gruppi armati.
Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta condotta dal pm Sergio Colaiocco e nei giorni scorsi i carabinieri del Ros hanno effettuato una
serie di perquisizioni nei locali dell’azienda.
Gli inquirenti non ci vanno tanto
per il sottile: secondo la Procura, infatti, Morson non avrebbe adottato
tutte le misure necessarie per tutelare l’incolumità dei due lavoratori.
Parte della responsabilità della tra-
gedia, insomma, sarebbe sua, an- no stati rapiti assieme ai colleghi Fi- è finito, in particolare,il trasferimenche a causa di una serie di «omissio- lippo Calcagno e Gino Pollicardo to dei quattro italiani dal nostro Paenicolpose» riferibili alla Bonatti. Co- (che, invece, sono stati fortunata- se al compound della Mellitah oil
sì gli uomini delle forze
and gas: i magistrati
dell’ordine hanno setacstanno cercando di caciato archivi e stanze
pire come mai in quell'
della ditta per acquisire
occasione itecnici italiatutta la documentazioni raggiunsero la città line necessaria a far luce
bica di Mellitah via tersulla vicenda ed, evenra, passando da Djerba
tualmente, identificare
in Tunisia, e a bordo di
la responsabilità delle
un auto guidata da un
personale dei soggetti
autista libico, invece
coinvolti.
che, come di consuetuTanto per essere chia- Salvatore Failla e Fausto Piano, uccisi il 2 marzo in Libia
dine, via mare.
ri:le indaginisi prefiggoProprio su questo
no lo scopo di ricostruire analitica- mente liberati nel marzo scorso e aspetto si era espresso Morson nel
mente le circostanze di quel tragico sono tornati in Italia a riabbracciare corso di una deposizione lo scorso
luglio 2015 in cui Falilla e Piano so- le proprie famiglie). Sotto inchiesta marzo, e aveva spiegato alla polizia
che quel viaggio era dettato dall'urgenza di raggiungere una terza località, a 700 chilometri di distanza.
L’avvocato di Failla, per tutta risposta, aveva chiesto che «fossero accertate le responsabilità sulla mancata sicurezza».
E dire che a pochi giorni dal sequestro qualche gola profonda aveva iniziato a puntare il dito contro
l’azienda tricolore che gestisce appalti con le grandicompagnie petrolifere del mondo: una «qualificata
fonte di Intelligence» raccontava
già allora a Repubblica che il nodo
del problema era «l’incredibile leggerezza con cui aziende italiane
strategiche impegnate in un quadrante di mondo dove l'Italia non
ha più un ambasciata e dove i protocolli di sicurezza devono essere
stringenti».
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Tutti a sfruttare Fabrizio
VIA LIBERA DALLA CAMERA
Telecamere negli asili e nei centri per anziani
Via libera dell’Aula della
Camera, ieri, alla proposta
di legge che consente l’installazione di telecamere a
circuito chiuso negli asili e
nelle strutture socio assistenziali per anziani, sia
per centri pubblici che privati, con l’obiettivo di contrastare gli abusi sulle persone più indifese della società. Il testo è stato approvato a Montecitorio con
279 voti a favore, 22 contrari e 69 astenuti, ed ora passa al Senato. Sinistra Italiana ha votato contro. Il M5S
si è astenuto. Non ci sarà
nessuna delle misure
osteggiate dal Pd e dal
M5S, nessuna app per controllare a distanza, soltanto norme utili per regolamentare quanto alcuni asili privati già fanno e soprattutto per velocizzare le indagini in caso di segnalazione di reato.
::: segue dalla prima
FILIPPO FACCI
Una sentenza storica
Parla male del papà ai figli
Multata di 30 mila euro
Giudice donna condanna una madre che criticava l’ex davanti ai ragazzi
E la minaccia di modificare le condizioni dell’affido se non la smette
::: segue dalla prima
MATTIAS MAINIERO
(...) non parlare male del tuo
ex marito, non screditarne
l’immagine agli occhi dei figli. Se lo fai o se i giudici ritengono che tu l’abbia fatto,
paghi. Per la precisione,
30.000 euro che un ricca ereditiera romana dovrà versare all’ex marito, imprenditore con un brillante passato
sportivo.
La storia, come tutte quelle che emulano la “Guerra
dei Roses”, è complicata e
non spetta a noidire chidebba appendersi al lampadario e chi chiedere scusa.
Non siamo Danny De Vito
(è il regista del film, lo ricordate?) e neppure Warren
Adler (autore del libro da
cui la pellicola è tratta). Semplici cronisti alle prese con
una storia che potrebbe costituire un precedente giuridico di non poco conto.
Care mamme, voi che
spesso vi lagnate degli ex
mariti, voi che spiegate ai figli nei minimi dettagli perché il padre non merita questo e quello, perché ha sbagliato, da oggi in poi contate
fino a tre prima di parlare.
Anche fino a trenta. La sentenza è in agguato, e potrebbe scrivere, come nel nostro
caso: non opponetevi al fatto che il figlio frequenti il padre, rispettate il ruolo genitoriale dell’ex coniuge, astenetevi «da ogni condotta negativa e denigratoria».Per favore, nessun rancore. Fatelo
::: IL FATTO
LA MAMMA
Mai parlare male dell’ex marito. Ora lo sa bene una signora
romana che ad uno dei suoi
figli non ha fatto altro che parlare male del padre.
IL PADRE
Il papà, con un passato da atleta, stufo di queste “ingerenze” si è rivolto alla giustizia
per chiedere i danni per aver
screditato la sua immagine di
padre.
IL TRIBUNALE
Il Tribunale civile di Roma, preso atto che la madre nulla ha
fatto per creare un rapporto
con il padre, l’ha multata per
30mila euro.
I cattivi allievi che fanno
i bulletti con Corona
per il bene dei figli.
Non sono separato e non
intendo separarmi. Però
plaudo: e che miseria, il padre capro espiatorio (sentenza del tribunale civile di Roma a parte) è un classico delle famiglie sfasciate italiane.
Si sa, la mamma è la mamma. Il papà, spesso, è “nu
piezz’ ‘e fetente” (anche
non a Napoli). E i figli ci rimettono le penne. Nel caso
specifico, poi, il figlio (terzo
ditre) ha anche qualche problemino, così riassunto dai
giudici: «bassa statura, ginocchio valgo, piedi piatti,
scoliosi (…), tutte manifestazioni che pur non destando
Orrore a Pescara
Bimbo di un anno e mezzo
muore sbranato da un cane
■■■ Un bimbo di un anno e mezzo, Ferdinando Di
Rocco, è morto ieri sera poco dopo essere stato azzannato da uno o più cani in una contrada di Cepagatti, nel
pescarese. Il cane che avrebbe aggredito il bimbo sarebbe un animale di famiglia, ma nessuno sa dove fosse il
bambino al momento della tragedia e perché l’animale
gli si sia scagliato contro.Il piccolo Ferdinando appartiene a una famiglia rom, che lasciava abitualmente il piccolo libero di girovagare nell’area di fronte all’accampamento. Non ci sono testimoni dell’accaduto, a parte i
genitori che non si danno pace e sono sotto choc. Poco
dopo l’aggressione, sul posto era arrivato un elicottero
del 118 ma, a quanto appreso, i genitori avrebbero tentato una corsa disperata all’ospedale più vicino, quello di
Chieti. Al pronto soccorso i sanitari hanno tentato di
rianimare il piccolo, ma non c’è stato nulla da fare. Sul
corpo ci sono evidenti morsi al cranio. Indagano i Carabinieri, che nelle prime ore non sono riusciti a parlare
con i genitori di Ferdinando, straziati dal dolore.
allarme a livello clinico inequivocabilmente pesano
sul processo di accettazione
del sé e sulla formazione della personalità che caratterizza l’età adolescenziale…».
Riassumo: il figlio non è il
prototipo dell’atleta, il padre è un ex atleta, il figlio, forse, risente delle sue difficoltà e del confronto. E il tritacarne familiare (non importa da chi azionato) lo macella. Al giudice girano le scatole, e arriva la sentenza: affidamento congiunto ad entrambi i genitori «con collocazione residenziale presso
la madre e facoltà per il padre di vedere e tenerlo con
sé quando vorrà», ovviamente previo accordo. Con
un monito: se la mamma
non cambia atteggiamento,
rischia la modifica delle condizioni di affido. Traduzione: fate i genitori, aiutate i
bambini. Litigate pure, ma
non gettatevi i figli in faccia.
E se non ci riuscite, ricordatevi: una volta andavate
d’accordo. Rispettate anche
la vostra storia.
Saggia sentenza. E forse,
visto come vanno le cose, ce
ne vorrebbe una simile anche per tante famiglie italiane non sfasciate.
Voi che abitate nel “Mulino Bianco”, pace, amore e
gioia infinita, quante volte
avete sentito la mamma
prendersela con il padre?
Ed è anche giusto, noi siamo “piezz’ ‘e fetenti”,ma oggi ci sentiamo più tutelati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
(...) i giornalisti, i conduttori
tv,le Iene,Don Mazzi, le portinaie di Civitavecchia, i magistrati che l’hanno liberato, tutti: ma si sono fatti fottere lo
stesso. Era già stato in galera
per anni, su di lui era già uscito di tutto, dunque lo sapevano anche i gestori delle discoteche, delle pizzerie, delle tabaccherie, persino delle cartolerie, e i tatuatori, i commercianti, gli organizzatori di feste dell’8 marzo, soprattutto
le amiche e gli amici che sino
a ieri si facevano camminare
sulla faccia; doveva saperlo,
perciò, anche quella moltitudine di italioti che nell’ultimo
anno ha favorito le sue ospitate giornaliere (il famoso milione e sette nascosto nel soffitto) e che soprattutto, per venire incontro alla sensibilità di
Fabrizio, ha accettato di pagarlo ogni volta in nero, in rotoli di contanti: contribuendo
a un’economia sommersa di
205 miliardi, il 13% del Pil.
LE FREGATURE
Ora si potrebbe supporre
che Corona nuotasse in un
oceano miserello, che tutto
sommato meritava le fregature che lui tirava a tutti, e che le
bastonate al cane che affoga,
ora, rientrino con coerenza in
un certo mondo e in un certo
Paese: quello dei Corona’s,
un mondo dove lemuri e zabette da angiporto prima gli
gironzolavano attorno, sperando che cadesse qualche
spicciolo, e ora gli tirano pietre per vigliaccheria e delusione. Già questa però è un’anamnesi sofisticata: forse basterebbe dire «ve lo meritate,
Fabrizio Corona» anche se l’elenco dei meritori sarebbe
lunghissimo. Non c’è solo l’esercito degli ingrati, delle banderuole, i mostri col pantalone alla caviglia stile acqua in
casa, i tamarri con la camicia
aperta e il mocassino giallo
sgargiante, i coattisenza calzinianche in inverno, ilneoproletariato che corre in tabaccheria con la maglietta “si
puede” solo perché passerà
Corona. C’è un intero sistema
mediatico e culturale che si
nutre dei Corona al punto da
ribattezzare “legge Corona”
una norma allo studio delGoverno, ma gli attori sono anche altri. Facciamo quattro
esempi molto diversi tra loro.
Uno è Don Antonio Mazzi:
è coerente che a occuparsi
della “riabilitazione di Corona” sia stato uno come lui lui,
presbitero ultra-presenzialista che vanta una perfetta continuità tra la sua comunità
Exodus da 450mila euro al
mese (l’ha detto lui) e le tremila interviste che in questi giorni ha rilasciato su Corona. Sul
tema ha detto, e dice, tutto e il
suo contrario: per esempio
che imagistratihanno sbagliato, che non dovevano dargli
l’affidamento ai servizi sociali, che Corona l’ha preso per il
sedere, che non si più fatto vivo, che gli hanno dato troppa
libertà, che non lo riprenderebbe in comunità, che va curato, che si può riabilitarlo,
certo, però “questo qua si riabilita vent’anni dopo che è
morto”. A suo modo, Don
Mazzi ora si scaglia contro di
lui.
Ilsecondo esempio è la magistratura: ma qui non stiamo
ad approfondire. Limitiamoci
a dire che la magistratura ha
dimostrato ancora una volta
di poter fare ciò che vuole.
Benché colpevole di alcuni reati (certo non tutti), Corona si
prese una pena spropositata
per puro arbitrio. Poi un altro
giudice si accorse che il caso
gridava vendetta e allora si inventò un cappello giuridico
per scarcerarlo, adducendo
un’improbabile dipendenza
da cocaina.Con la stesso margine di discrezionalità Corona fu “liberato” dopo quattro
mesi passati ai servizi sociali.
Rimetterlo in galera,nell’insieme, è stata la cosa più facile.
Nei crismi della legge, anche
la magistratura è tornata a scagliarsicontro dilui. Alnulla cosmico del non-giornalismo
italiano, poi, appartiene il terzo esempio: la non-giornalista Selvaggia Lucarelli, che in
questo periodo ha attaccato
Corona con necrofora virulenza anche se, a suo tempo, lo
ospitò (pagato) nel suo programma gossiparo su Sky e
poi lo baciò in bocca davanti
alle telecamere, salvo chiedergli 10mila euro al mese per dirigere il settimanale Corona
star’s. Corona rifiutò. Oggi lei
si scaglia contro di lui. Nuotano nella stessa acqua. Sono
perfetti.
ULTIMO ESEMPIO
Il terzo esempio sono io,
che parlo e moraleggio ma sono qui ancora a scrivere di Corona, e perchè? Essenzialmente perché mi pagano per
farlo. Poi, certo, sono indulgente con me stesso. Anch’io
sapevo chi era Fabrizio Corona, anche se, forse, sono tra i
pochi che da lui ha preso soldi e non viceversa. Fu nel decennio scorso: affittò casa
mia come location pubblicitaria per delle foto di biancheria
intima indossata da sua moglie (Nina Moric) e insomma
mi pagò affinché avessi Nina
Moric mezza nuda per casa.
L’unico inconveniente fu che
decine di alunni di una scuola araba che c’era di fronte a
casa mia (la mitica scuola araba di Lambrate) videro entrare la Moric e poco dopo mi
invasero urlanti il soggiorno,
roba che l’Isis in confronto
era Amnesty International.
Ho rivisto Corona pochi mesi
fa perché accettai di presentare un suo libro (pure bello) in
una libreria di Piazza Duomo; decisi di non farmi pagare,disconoscendo la sua lezione di vita. Ma oggi sono qui
che ne scrivo, e, anche se non
mi scaglio contro di lui, a mio
modo lo sfrutto. Ne parlo.
Benché di sfioro, faccio parte
dello stesso circo e dello stesso Paese.
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SPECIALI
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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SPECIALI
__Giovedì 20ottobre2016__
Motori
MOTORI
IN SALSA
FRANCESE
GLI SPECIALI DI
Se i numeri sono in leggero
calo rispetto all’edizione di
due anni fa, sono in crescita
i visitatori giovani, le donne
e coloro che hanno visitato il
Salone per la prima volta
A cura di System 24
SALONE DELL’AUTO DI PARIGI 2016
Sempre più interconnesse guardando
all’elettrico: ecco le novità tra gli stand
Attesi tra fine anno e il prossimo i nuovi modelli di automobili in ogni segmento
HITECH
Apple
contro Google
sulle auto
La nuova frontiera della
battaglia tra Google e
Apple sembra passare
dagli smartphone alle
auto. E tra gli stand
O
ltre un milione di visitatori nei 16 giorni di
apertura del Salone di Parigi
2016, un numero che colloca
la manifestazione motoristica parigina tra le più visitate
al mondo, anche se nasconde
un calo di circa il 14% rispetto
all’edizione di due anni fa, in
linea però con il trend delle
manifestazioni fieristiche nel
mondo nel 2016.
Di contro, crescono le presenze di donne (1 su 4) e di giovani (1 su 3 ha meno di 35 anni).
E crescono anche i visitatori
da fuori l’area parigina: 45%
rispetto al 40% della scorsa
edizione.
Tra gli stand, novità da vedere ce ne sono state tante, sia
di modelli pronti da qui alla
fine dell’anno sia attesi entro
la primavera del prossimo o
anche visioni del futuro da
parte delle Case che mettono in mostra i concept su cui
stanno lavorando in fase progettuale.
Dalle piccole compatte citycar
ai mastodontici fuoristrada e
Suv, diverse sono le proposte,
alcune in anteprima mondiale o europea con diversi
restyling che non si fermano
I NUMERI
DEL SALONE
1.066.439
visitatori
140
novità tra gli stand
16 giorni
di apertura
solamente all’aspetto esteriore dell’automobile: novità tra
le francesi che giocano in casa
e ci tengono a mantenere alto
il prestigio transalpino, i marchi tedeschi Bmw, Mercedes,
Opel e Volkswagen, anche
sospinti da “indicazioni” politiche, puntano a svelare le
mosse nel campo delle auto
del futuro, tra elettrico, ibrido
e guida autonoma. Il gruppo
Fca riscopre nomi e stili vintage per andare incontro a una
clientela sempre più esigente
con diverse tipologie di carrozzeria, mentre non si ferma
l’avanzata delle orientali: i
forti marchi giapponesi che si
caratterizzano per innovazio-
DISCOVERY 5: IL LUSSO ALLTERRAIN
Finalmente si è alzato il sipario sulla nuova
Discovery e, senza deludere le attese, Land Rover ha inaugurato la quinta generazione del
fuoristrada per eccellenza. Ma, come da tradizione, non si accontenta di un’unica etichetta
e per questa rivoluzionaria edizione mette in
campo una nutrita “banda” di ingegneri, designer, tester e... le loro famiglie (compreso il
simpatico golden retriver Sammy).
Assetto deciso, elegante, perfetto mix di versatilità in chiave “all-terrain” e lusso “on-road” per
gli appassionati che non devono più chiedere di
più: la nuova Discovery è più lunga, più stretta e più bassa rispetto alla precedente, ma con
un passo maggiorato che conferisce uno spazio
maggiore all’interno dell’abitacolo. Sette i posti
su tre file di sedili (tutti full-size e, grazie al Remote Intelligent Seat Fold configurabili, anche
via smartphone). Comoda l’apertura elettrica
del portellone posteriore. Unica la capacità di
carico (fino a 2.500 litri nella configurazione
a 5 posti). Mai vista la capacità di traino: fino
a 3.500 kg. Sotto sotto, una monoscocca per
l’85% in alluminio che alleggerisce non poco la
sua precorritrice (480 kg in meno).
Chiavi in mano a partire da 52.700 euro.
NUOVA DISCOVERY. L’innovazione Land
Rover per una First Edition senza precedenti
ne nel campo delle motorizzazioni ibride come Toyota,
mentre Mitsubishi continua
la ricerca e il design nel mondo dei Suv. C’è poi il compatto
duo sudcoreano Hyundai e
Kia, che guadagna sempre più
mercato in Europa ed è pronto a sferrare l’offensiva sull’ibrido con Ioniq e Niro.
Tra i padiglioni alla Porte de
Versaille anche realtà locali e
una pista su cui testare le novità proposte dalle case.
A questo punto non resta che
dare appuntamento a Ginevra nel marzo 2017 e, prima
di ritornare alla fiera di Parigi
nel 2018, tappa a Francoforte
nell’autunno del 2017.
di Parigi numerosi
produttori hanno
presentato cruscotti
con l’integrazione di
Google Android Auto
e Apple Car Play,
le due piattaforme
strettamente collegate
ai sistemi operativi di
telefonia dei due colossi
della Silicon Valley. Si
entra in auto, si connette
il proprio telefonino
e sullo schermo
dell’abitacolo ecco
comparire funzionalità
e interfaccia che già
si ha sul proprio
device. Per ora molti
produttori sembrano far
convivere l’una e l’altra
piattaforma, anche
per evitare che una
posizione più radicale
possa compromettere
la scelta in fase di
acquisto.
NUOVA 5008: SUV AMBITION
touchscreen capacitivo da
Irrompe nel settore dei grandi Suv,
8 pollici. La lunghezza
lasciandosi alle spalle l’ortotale del veicolo è tra
mai stretto abito della
le più contenute del segmonovolume. E mira
mento ma le dimensioni
a diventare leader del
abitabili sono generose.
segmento C, puntando
Rigorosamente di ultisu dimensioni contenuma generazione sono gli
te, ampi spazi interni e
PEUGEOT 5008. Addio
Advanced Driver Assistance
funzionalità intelligenti. È
la nuova Peugeot 5008 che, monovolume: in Europa il Leone Systems e il meglio della connettività permanente si train anteprima a Parigi, ha francese punta al segmento C
duce negli equipaggiamenti
fatto bella mostra di sé esprimendo la migliore sintesi del futuro secondo la come Mirror Screen o Connected Navigation
Casa del Leone. L’esperienza comincia al po- 3D. Le motorizzazioni Euro 6.1, benzina e diesto di guida, con l’ergonomia triangolare del sel, fanno della 5008 un’offerta di riferimento
progetto iCockpit che integra volante ridotto sul mercato europeo dei grandi Suv: non a
(il più piccolo del mercato e di tutti i segmen- caso, infatti, sono “best in class” in questo merti), quadro strumenti Head Up Digital Display cato, nella rispettiva categoria di potenza. In
da 12,3 pollici in posizione rialzata e ampio concessionaria a primavera 2017.
SPECIALI
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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SPECIALI
__Giovedì 20ottobre2016__
Motori
CITROËN C3. Completamente nuova nel design,
riprende in parte le linee stilistiche della C4 Cactus
HYUNDAI I30. La media del costruttore
sudcoreano
GIULIETTA VELOCE. Restyling
per la media di casa Alfa Romeo, con
la versione “Veloce”, che richiama per
inserti stilistici la sorella maggiore Giulia
Restyling completi o variazioni
a tema: la parola al design
L
e reali anteprime mondiali a Parigi si sono viste
soprattutto tra le nuove generazioni di auto già in gamma
nei listini dei principali costruttori. Ci soffermiamo qui
sulle novità che si sono viste
tra le compatte e le medie,
che rivestono in assoluto la
fetta di mercato più importante.
È il caso per esempio della
Citroën C3, presentata allo
stand del produttore francese
con un design di rottura rispetto al modello precedente
e che si rifà alle linee della C4
Cactus, l’originale media che
ha saputo portare sul mercato concetti innovativi quali
Airbumps sulle fiancate. La
C3 è attesa anche al rientro
nel mondiale rally con la versione Wrc.
Nel gruppo Fca spicca il lavoro fatto sulla gamma Alfa
Romeo - Giulia, Giulietta e
Mito - con la presentazione
della versione “Veloce” che
coniuga sportività e design.
La nuova Giulietta Veloce è
caratterizzata da alcuni elementi estetici, come i paraurti specifici e le mostrine delle
porte in nero lucido, sia per
alcuni contenuti più sportivi
quali l’estrattore posteriore
che integra il doppio terminale di scarico o i cerchi in
lega da 19”.
Tra le piccole da sottolineare il lavoro dal punto di vista
estetico che è stato fatto sulla Nissan Micra, giunta alla
quinta generazione, completamente rivista secondo le
nuove linee di design del concept Sway: dimenticatevi l’auto di “Paperino” di qualche
anno fa, qui ci troviamo davanti a una compatta citycar
dalle linee aggressive e piena di contenuti tecnologici,
come prevenzione di cambio
corsia involontario e Around
View Monitor che non è semplice trovare nel segmento
NOVITÀ TRA LE ELETTRICHE
SUPERCAR E CONCEPT ATTIRANO SEMPRE L’ATTENZIONE AGLI STAND
OPEL AMPERA-E.
Record nell’autonomia,
fino a 500 km, grazie
alla batteria capiente.
Arriva nella primavera
del 2017
CITROËN CXPERIENCE. Anteprima mondiale per la visione della
Casa francese nel segmento alto delle auto di lusso del futuro
LAFERRARI APERTA. Già sold-out i 200 esemplari del mostro di
Maranello, direttamente derivato dagli sviluppi della Formula1
ra gli stand di Parigi non
si può non non rimanere
colpiti da quelle che sono le
proposte delle Case nel campo
delle auto da sogno, supercar
inarrivabili, per costi o semplicemente perché sono dei
concept, esemplari unici nati
dalle penne dei designer e dalla mente degli ingegneri, che
hanno come scopo primario
quello di presentare al mondo
i futuri sviluppi delle auto del
gruppo.
Così a richiamare l’attenzione allo stand Ferrari non poteva che essere la splendida
LaFerrari, la prima ibrida di
Maranello, che per l’occasione
si è presentata nella versione
“Aperta”, frutto degli sviluppi
e dell’esperienza derivata dal
campionato di Formula1: 2,1
milioni di euro di supercar, già
sold out nei 200 esemplari in
produzione.
Allo stand Citroën invece il
concept CXperience, presentato in anteprima mondiale,
rende noti i dettami stilistici
dell’alto di gamma della casa
francese, e anticipa quella che
potrebbe essere la nuova C5,
un rilancio in grande stile anche nel segmento di mercato
in cui la competizione con i
brand tedeschi si fa sempre
più serrata. Progettata dai
Team Stile Citroën al centro
Design di Vélizy, la CXexperience si ispira al mondo hightech, con proporzioni imponenti, le porte che si aprono
“ad armadio” e lasciano intravedere interni lussuosi e un’abitabilità ricercata nei minimi
particolari.
Sotto al cofano si trova un motore ibrido plug-in che permette di viaggiare a emissioni
zero utilizzando il motore elettrico fino a 60 km, ma senza la
preoccupazione dell’autonomia grazie al motore a benzina.
Tra le altre novità si possono citare il concept Suv Ux di
Lexus che porta ancora più in
evidenza le linne squadrate
che identificano il marchio di
lusso di Toyota, mentre direttamente dall’esperienza della
FormulaE giunge il concept di
casa Renault TrEZor, che in
mancanza di porte, evidenzia
l’accesso all’abitacolo con la
scocca superiore che di alza
completamente. Da Porsche
arriva invece la GT3 Cup, pensata esclusivamente per scaricare cavalli in pista mentre
Toyota è pronta a riportare la
Yaris nel mondiale rally con la
Yaris Wrc.
@BITTON
Per sognare e immaginare
il futuro dell’automobile
T
B. Tra i motori abbiamo il 3
cilindri benzina 900 cc turbo IG-T da 90 cv; del 3 cilindri benzina 1.000 cc aspirato
da 73 cv o il 4 cilindri diesel
1.500 cc dCi da 90 cv, attesa
sul mercato da fine anno.
Chiudiamo con la novità in
casa Hyundai con la nuova
i30. Design rinnovato con fari
Led anteriori e posteriori e
nuova generazione di motori
tutti Euro 6, anche in versione Turbo benzina da 186 cv.
Disponibile con cambio a
doppia frizione con 7 rapporti (7DCT), assicura una significativa riduzione di consumi
ed emissioni.
Volkswagen Golf e le altre
medie europee sono avvisate.
LACOMBE
LE NOVITÀ TRA LE COMPATTE E LE MEDIE
LE SMART SI
ELETTRIZZANO.
Le nuove versioni
della ForTwo
e ForFour sono
disponibili anche
in elettrico
Se uno degli elementi che più frenano la diffusione dell’elettrico è “l’ansia da autonomia”, al Salone di Parigi almeno in
due interessanti presentazioni questo timore è stato superato.
Stiamo parlando dei 500 km di Opel con l’Ampera-e, attesa sul mercato dalla prossima primavera e dei 400 km della
nuova Renault Zoe, già disponibile da fine anno. Vero è che
questi valori sono calcolati con l’ottimistico ciclo Nedc, ma
un’autonomia da oltre 300 km nell’utilizzo reale, senza spendere i soldi per una Tesla, è ora alla portata di chi vuole fare
un salto nell’elettrico.
Tra le novità anche la rinnovata gamma Smart, sia sulla tradizionale ForTwo a due posti e sulla ForFour più capiente
quattro posti. Coloratissime e innovative, si prestano a diventare le city car elettriche per eccellenza. Guardando in casa
tedesca, tutti i principali gruppi Bmw, Mercedes e Volkswagen hanno presentato visioni di come potrebbe essere l’auto
elettrica del futuro, ma per ora, non ci resta che attendere.
LACOMBE
NISSAN MICRA. Giunta alla quinta generazione, la
compatta giapponese è completamente trasformata
sia dentro sia fuori
RENAULT ZOE.
Raggiunge ora
i 400 km di
autonomia
SPECIALI
__Giovedì 20 ottobre 2016__
TRAZIONE INTEGRALE AWD JAGUAR
L’ISTINTO
DEL CONTROLLO.
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Nelle performance più difficili, la tecnica è tutto.
Ma è l’istinto a fare la differenza.
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jaguar.it
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Panino e listino
Il mito di Be continua
Per la sorpresa
chiedere a Chl
::: BUDDY FOX
■■■ Reflazione, chi è costei? Sotto lo spie-
ghiamo, prima pensiamo alle belle notizie.
Gran balzo dei prezzi in Gran Bretagna, salgono anche in Usa e persino in Europa.
Bentornata inflazione? Le risalite dei prezzi
al consumo vengono accolte da sentimenti contrastanti: c’è chi è felice vedendo la
ripresa, e c’è chi, lavorando sui soldi in prestito, si fa scuro. Il denaro presto costerà di
più.
Ma c’è il partito degli scettici (leggi pessimisti): siamo in una deflazione secolare,
questi rialzi sono solo illusioni. Altri contestano dicendo che senza occupazione non
si può avere inflazione. Vero, con pochi
consumatori in campo la risalita dei prezzi
è difficile. Peccato che da anni il Giappone
sia in piena occupazione e nonostante questo sia impantanato nella deflazione da più
di 20 anni. Molti si aggrappano al petrolio,
ma dopo il 2008 il barile non è più una minaccia né una miccia per i prezzi. In verità
quello che manca è una variabile, importantissima, ed è la fiducia, aleatoria e sfuggente ma è l’unico olio capace di lubrificare gli ingranaggi dell’economia.
Quarantanni fa (un’altra era), il ministro
del Tesoro Beniamino Andreatta considerò un grande successo aver fermato i prezzi
al 16%. Già perché a quei tempi il problema era la troppa crescita. Difficile da credere ma era così. Sembrava una misera vittoria, si rivelò con il tempo una marcia trionfale. Da una base bisogna pur sempre partire.
Cos’è dunque la reflazione? Nel linguaggio economico, moderata nuova inflazione successiva alla deflazione innescata dalla iniezione di una maggior quantità di moneta. Questo è il tentativo messo in atto dalle banche centrali, e se le attività finanziarie
riprenderanno slancio, la fiducia ritrovata
aggiunta alla crescita economica, porterà
al boom dei prezzi. Titoli di Stato caveat
emptor. Stia in guardia il compratore.
PIAZZA AFFARI: basta aver pazienza,
ora inizia il conto alla rovescia per il lancio,
ovvero l’accelerazione. Obiettivo 19.000, e
lì ci sarà la battaglia finale.
CHL: il ritorno dei morti viventi? Sopra
0,025 vola, ma se veramente riparte anche
lei, è il segno che il trenino della goduria è
già in viaggio.
ALERION: l’Opa «fuffa» è stata sgamata.
Ora comanda Edison, ma per quanto? Io
punto sul rilancio e dovete farlo anche voi,
perché male che vada si cade sui 2,46. Dove cadi, cadi bene.
MPS: il messaggio sembra chiaro, è Passera l’eletto. E vi risparmio le altre battute
su Passera e sui Medici. È successo anche a
luglio prima degli stress test: sulle voci di
Passera il titolo era salito e sulle smentite
era caduto. Due indizi fanno una prova?
Sopra questi livelli, se sfondati, si galoppa!
BE: Affari & Finanza ha dedicato al nostyro gioiellino una pagina intera. Il mito si
espande. Il rialzo continua. È la sua natura.
IT WAY: un po’ dimenticato, ma è la nostra bella tecnologia. Entra nella mia lista.
RETELIT: accumulare sulle correzioni,
non ho nulla da aggiungere.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Un business inconfessabile
«L’università mi chiede soldi
per segnalarmi chi assumere»
La denuncia di Giovanni Bonati, imprenditore bergamasco alla ricerca di giovani
neolaureati da ingaggiare: «Ho pagato anche 1.500 euro per accedere agli elenchi»
::: segue dalla prima
ATTILIO BARBIERI
(...) Quando si tratta di cercare
giovanineolaureati e neodiplomati da assumere in azienda.
A ricostruire la vicenda è il quotidiano online Bergamonews.
La storia in parte coincide
con centinaia di altre simili. La
Globo è un’azienda giovane,
votata all’innovazione. L’età
media è bassa: i 25 dipendenti
hanno fra i 30 e i 35 anni. «Siamo in cerca di nuove figure
professionali», giovani preferibilmente neodiplomati o neolaureati, racconta Bonati, «offriamo loro un contratto a tempo indeterminato, eppure fatichiamo a trovarne». Con la disoccupazione fra gli under 29
arrivata al 38 per cento ti aspetteresti che ci sia la fila in viale
Europa 17, a Treviolo. Il civico
della Globo. Eppure non è così.
A ostacolarte l’impresa bergamasca nella ricerca di nuovi
talenti è soprattutto la burocrazia. Che si mette di mezzo al
momento di contattare gli istituti superiori e le università. «A
gennaio», racconta l’imprenditore,«abbiamo chiesto a un noto istituto superiore di Bergamo l’elenco dei migliori studenti per valutare un’assunzione a tempo indeterminato. La
risposta formale che abbiamo
ricevuto è stata quella di inviare due lettere su carta intestata
della ditta richiedente, da cui
sia possibile individuare chiaramente l’identità, il fax e obbligatoriamente l’email. Le missive andavano spedite per posta
o fax, niente email, con firma e
timbro del richiedente. Ma
“
questa, documenti alla mano, e-mail gli elenchi dei diplomaè solo la prima parte
ti».
di un iter lungo e
Ma c’è di peggio.
complicato. Infine,
Molto peggio.Oltre almi è stato detto, che
la burocrazia spuntaal ricevimento delle
no le richieste di denalettere
compilate,
ro. «Una delle più im■ Alla fine chi ci
una commissione
portanti università di
avrebbe vaglierà la ri- Giovanni Bonati
Milano, alla quale abrimette davvero
chiesta
e,
in
caso
di
biamo chiesto di posono i ragazzi
accoglimento,autorizzato la se- ter accedere aidatabase con l’egretaria didattica ad inviare via lenco dei migliori neolaureati,
mettendo sempre ben in chiaro la prospettiva di assunzioni
a tempo indeterminato», racSU MANDATO DELLA CONSOB
conta Bonati a Bergamonews,
«prevede per questo genere di
servizi il pagamento di una
quota pari a 1.000 euro più iva.
Praticamente una tangente».
Un servizio che oltretutto passa per «esclusivo» visto che è
riservato «solo a imprese fino a
50 dipendenti e con almeno 10
milioni di euro di fatturato».
Chissà perché.
Dunque i canali ufficiali deputati ad agevolare domanda
e offerta di lavoro sono a pagamento. Raggiungiamo telefonicamente Bonati per sapere di
più su queste università che si
fanno pagare per segnalare gli
studenti meritevoli. E scopriamo che si tratta in realtà di una
pratica diffusa. «Mi è capitato
anche di pagare 1.500 euro.
Non c’è nulla di illegale, intendiamoci, ma nessuno ha il coraggio di dirlo», puntualizza
Bonati, «ho pagato regolarLa Consob ha spedito la Guardia di Finanza negli uffici
mente le università per accededel Sole 24 Ore (nella foto LaPresse l’amministratore dere alle loro banche dati». Dunlegato Gabriele Del Torchio). La casa editrice ha chiuso
que non è la prima volta che
il primo semestre con una perdita record di 50 milioni. I
accade? «Assolutamente no. E
responsabili dell’azienda si sono resi immediatamente
dispiace perché, alla fine, ad
disponibili: «Siamo un libro aperto». Sulla crisi sta indaandarci di mezzo sono i giovagando anche la Procura di Milano.
ni».
La Finanza entra al «Sole»
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La cessione di Premium
«Niente accordo amichevole». Vivendi allo scontro con Mediaset
■■■ Chi aveva sperato in una riconciliazione resterà deluso. Finisce, ancora prima di
incominciare, il matrimonio tra Vivendi e
Mediaset per il futuro di Premium. Dopo
un’estate di furtivi abboccamenti sono i francesi a imporre lo stop: «Vivendi al momento
non è più intenzionata a cercare una soluzione amichevole e si riserva tutte le azioni necessarie a difendere i suoi interessi e quelli
degli azionisti». Fine delle trasmissioni.
Una scelta drastica che arriva dopo settimane di tentativi di riallacciare i rapporti
con Mediaset che invece, assieme a Fininvest, ha diffuso «dichiarazioni pubbliche aggressive». Inoltre ha avviato «una serie di
azioni legali» nonostante «l’approccio costruttivo» di Vivendi . Da Mediaset replicano
che non ci sono stati contatti e che il prossimo appuntamento sarà in tribunale. Il gruppo guidato da Vincent Bollorè non risparmia le sciabolate. La più sanguinosa è questa: il piano industriale di Premium «era basato su ipotesi irrealistiche». Nel mirino c’è il
break even stimato per il 2018, mentre per i
francesi non arriverà prima del 2020.
Altrettanto tagliente la risposta del Biscione. «I reiterati riferimenti contenuti anche in
quest’ultimo comunicato pubblico a “business plan irrealistici” - che nulla hanno a che
fare con l’analisi dei risultati di Premium ov-
viamente avvenuta prima della firma - costituiscono ingerenze inappropriate sulle attività di un rilevante asset industriale di una società quotata. E provocano ulteriori danni
non solo di reputazione, turbando il corso
del relativo titolo».
Adesso cosa succederà? Dura dire se alla
fine le famiglia Bolloré e Berlusconi si riavvicineranno. Per uscire dall’impasse, l’unica
alternativa possibile per Mediaset è riallacciare i rapporti con Sky. Al gruppo di Murdoch interessano soprattutto i diritti della
Champions League.
N. S.
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21
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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Pirelli torna in Borsa nel 2018, forse non a Milano
■■■ Pirelliriorganizza la struttura di co-
mando e anticipa il rientro in Borsa. Sono questi alcuni dei punti fondamentali
del piano industriale 2016-2019. Una nota spiega che le procedure per il rientro
del titolo sul listino inizieranno già l’anno prossimo e il debutto è previsto per il
2018. Non è stato ancora deciso il listino
visto che, dopo l’ingresso dei cinesi l’azienda ha accentuato le caratteristiche
di multinazionale. Milano resta in “pole
position” come ha più volte ripetuto
Marco Tronchetti Provera.
La riunione del consiglio d’amministrazione è servita anche a riorganizzare
il vertice del gruppo con la promozione
di Paolo Dal Pino (attuale responsabile
del Sudamerica), che diventa di fatto il
numero due dell’azienda in qualità di
chief executive officer di Pirelli Industrial. Viene costituita la direzione digital, affidata a Luigi Taccoli, e l’aggregazione di tutte le strutture tecniche e primo equipaggiamento sotto la responsabilità del direttore generale technology,
Maurizio Boiocchi.
Investimento da due milioni
Maglioni tutti made in Italy
Bentornati a casa Benetton
L’azienda avvia nella storica fabbrica veneta di Castrette una nuova
linea senza cuciture. E la famiglia va a caccia di soci per le autostrade
::: UGO BERTONE
■■■ Castrette diVillorba, anti-
ca stazione di posta ai tempi di
Napoleone, sta alla storia Benetton come la Bicocca a quella di Pirelli o il Lingotto alla
Fiat. È qui che, nel 1965 cominciò la produzione dei maglioni
che hanno segnato una piccola grande rivoluzione: invece di
usare lane di colori diversi, i
quattro fratelli di Treviso iniziarono a lavorare la lana grezza
da tingere in un secondo momento secondo le esigenze della moda, con un forte risparmio sui tempi delle collezioni.
Lo stabilimento di Castrette,
nei primi anni Ottanta è stato il
palcoscenico di un nuovo balzo in avanti: qui la United Colors decise di stabilire il cervello del sistema,secondo modalità assolutamente innovative
per l’industria italiana: un centro logistico responsabile degli
acquisti,responsabile della produzione ai terzisti,da cui dipendevano il magazzino dei prodotti finiti, i controlli di qualità
e lo smistamento dei prodotti
realizzati dai terzisti.
Non poteva partire che da
qui l’onda della riscossa, il “reshoring” come si usa nel gergo
dell’economia globale che sta
indicare il “ritorno a casa” di
produzioni già emigrate in Paesi dal costo del lavoro ridotto.
Da inizio agosto, infatti, a Castrette sono tornati in funzione
le macchine. Niente di paragonabile ai vecchi telai anni Settanta, agli albori dell’elettronica: 50 dipendenti azionano 36
macchine da maglieria della
giapponese Shima Seiko che,
lavorando senza soste per tutte
le 24 ore con turni di 6 ore per
addetto, sfornano 700 capi al
giorno, ovvero un’ora a macchina per realizzare un singolo
capo, 200 mila in un anno. E
non si tratta di maglioni qualsiasi: i pullover battezzati 31100
(il codice postale di Treviso,
tanto per sottolineare l’origine)
sono tutti di un pezzo perché, a
differenza delle maglie tradizionali che vengono prodotte a
pezzi, non ci sono cuciture: il
gomitolo di lana merinos e ca-
chemire entra nel “telaio 4.0”,
figlio dell’economia digitale
per uscire sotto forma di maglione finito, senza una sola cucitura.
Viene così eliminato un passaggio produttivo che rendeva
troppo costoso produrre in Italia. Al contrario, la possibilità di
avvicinare la produzione al
cuore dell’azienda permette
numerosi vantaggi: «Avere le
macchine qui - commenta l’ad
Airoldi - significa avere la possibilità di provare e riprovare,
sbagliare, creare prototipi».
«Vogliamo dar vita ad un reshoring della conoscenza - aggiunge il presidente Francesco Gori
- non della semplice produzione: Treviso 31100. Con soli due
milioni di investimento è qualcosa di più di una linea di maglioni».
Già, con questa iniziativa il
gruppo Benetton ha ritrovato
la formula di casa. Quella in cui
per tanti anni si sono incrociati
creatività, comunicazione ma
anche eccellenza nel manufacturing. Un ritorno reso possibile dalla tecnologia ovvero dalla
convinzione che l’industria
può tornare ad essere, se collegata alla conoscenza una buona fornte di profitti in grado di
competere con i servizi, il business prediletto dal gruppo in
questi anni.Ma Atlantia, che ieri ha annunciato investimenti
e cedole record, è ormai un busines così grosso che richiede
anche nuovi azionisti.
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MERCATINO
PREZZO
Dopo il profit warning
Ryanair taglia i prezzi del 15%
Go Internet, società quotata al segmento Aim di Borsa italiana, annuncia la nuova connessione fissa e mobile ad alta velocità “Instant fiber” che
offre la stessa velocità della fibra ottica. Il collegamento avviene via radio
a una velocità fino a 300 megabit al
secondo. Il servizio è l’ideale nelle
aree escluse dalla banda larga.
Ryanair taglierà i prezzi dei propri voli del 12-15% dopo il profit warning
annunciato dalla compagnia low
cost irlandese. Lo ha confermato il
fondatore e azionista della compagnia Micheal O’Leary a margine dell’inaugurazione del nuovo hangar della società all’aeroporto bergamasco
di Orio al Serio.
VAR%
A
ACEA
ACOTEL GROUP
ACSM-AGAM
ADIDAS AG
AEDES
AEFFE
AEGON
AEROPORTO MARCONI BO.
AGEAS
AHOLD DEL
AIR LIQUIDE
AIRBUS GROUP
ALBA
ALCATEL-LUCENT
ALERION
ALLIANZ
AMBIENTHESIS
AMPLIFON
ANHEUSER-BUSCH
ANIMA HOLDING
ANSALDO STS
ASCOPIAVE
ASML HOLDING
ASTALDI
ASTM
ATLANTIA
AUTOGRILL
AUTOS MERIDIONALI
AXA
AZIMUT
A2A
B
B CARIGE
B CARIGE RSP
B DESIO BRIA RNC
B DESIO E BRIANZA
B IFIS
B INTERMOBILIARE
B M.PASCHI SIENA
B P DI SONDRIO
B P EMILIA ROMAGNA
B POP ETRURIA E LAZIO
B POP MILANO
B POP SPOLETO
B PROFILO
B SANTANDER
B SARDEGNA RSP
B SISTEMA
BANCA GENERALI
BANCO POPOLARE
BANZAI
BASF
BASICNET
BASTOGI
BAYER
BB BIOTECH
B&C SPEAKERS
BCA FINNAT
BCA MEDIOLANUM
BE
BEGHELLI
BEIERSDORF AG
BENI STABILI
BEST UNION COMPANY
BIALETTI INDUSTRIE
BIANCAMANO
BIESSE
BIOERA
BMW
BNP PARIBAS
BOERO
BON FERRARESI
BORGOSESIA
BORGOSESIA RSP
BREMBO
BRIOSCHI
BRUNELLO CUCINELLI
BUZZI UNICEM
BUZZI UNICEM RSP
C
CAD IT
CAIRO COMMUNICATION
CALEFFI
CALTAGIRONE
CALTAGIRONE EDITORE
CAMPARI
CARRARO
CARREFOUR
CATTOLICA ASSICURAZIONI
CEMBRE
CEMENTIR HOLDING
CENTRALE DEL LATTE D’ITALIA
CERVED INFORMATION SOL
CHL
CIA
CICCOLELLA
CIR
CLASS EDITORI
CNH INDUSTRIAL
COFIDE
COIMA RES
COMMERZBANK
CONAFI PRESTITO’
CONTINENTAL AG
CR VALTELLINESE
CREDEM
CREDIT AGRICOLE
CSP INTERNATIONAL
CTI BIOPHARMA
D
DADA
DAIMLER
DAMIANI
D’AMICO
DANIELI & C
DANIELI & C RSP
DANONE
DATALOGIC
DEA CAPITAL
DE’LONGHI
DEUTSCHE BANK
DEUTSCHE BORSE AG
DEUTSCHE LUFTHANSA AG
DEUTSCHE POST AG
DEUTSCHE TELEKOM
DIASORIN
DIGITAL BROS
DMAIL GROUP
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EDISON RSP
EEMS
EI TOWERS
EL EN
ELICA
EMAK
ENAV
ENEL
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ENGIE
ENI
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ERG
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ESSILOR INTL
EUKEDOS
EUROTECH
EVONIK INDUSTRIES AG
EXOR
EXPRIVIA
FALCK RENEWABLES
FERRARI
FIAT CHRYSLER
FIDIA
FIERA MILANO
FILA
FINCANTIERI
FINECOBANK
FNM
FRESENIUS M CARE AG
FRESENIUS SE & CO. KGAA
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G
GABETTI
GAS PLUS
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GRUPPO WASTE ITALIA
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-18,45
-42,91
-0,19
-34,3
-26,86
-27,72
54,02
-23,09
8,03
-11,53
-3,48
3,42
-15,01
-18,64
14,82
-48,38
6,38
22,71
-37,7
-17,92
-7,92
-14,29
-4,27
-19,22
-34,82
1,04
0,309
62,5
1,691
1,726
24,68
1,37
0,2094
2,952
4,258
0,583
0,421
1,794
0,185
4,198
5,7
2,402
18,7
2,646
3,23
79,15
3,4
1,021
90,5
45,81
7,195
0,3278
6,18
0,66
0,3623
82,1
0,519
2,47
0,3535
0,15
16,19
0,2059
78,35
50
17,94
18,55
0,2799
0,3425
53,1
0,0465
17,9
18,03
9,69
1,15
-1,5
-1,11
1,61
26,62
7,16
6,19
4,77
-0,12
5,71
2,39
-2,56
1,35
2,24
0,38
1,25
0,32
1,98
-0,06
0,24
2,35
1,45
-0,56
0,92
-0,98
0,29
-1,81
-3,78
0,25
1,23
1,62
1,32
0,06
-0,54
0,95
0,22
0,22
-0,77
-1,12
0,3102
62,675
1,6919
1,7146
24,4101
1,2277
0,2086
2,8788
4,1691
0,5883
0,4194
1,7955
0,1789
4,1376
5,7
2,4206
18,4674
2,6288
3,2176
78,974
3,3823
1,0215
90,3219
45,9084
7,1477
0,328
6,1974
0,658
0,3635
82,1
0,5215
2,4852
0,3537
0,1509
16,0247
0,2049
78,0261
49,7481
17,94
18,6468
0,2799
0,3425
52,9323
0,0467
17,8536
18,0865
9,677
-75,52
-25,33
-33,16
-37,64
-14,39
-38,51
-83
-28,9
-39,52
-54,29
-31,46
-9,33
-31,03
-38,19
-35,92
-72,16
-27,42
11,64
-29,9
-35,38
-22,65
-15,45
-6,8
-24,16
-15,46
27,78
-24,19
-25,7
2,92
-6,48
-46,62
1,7
-43,82
-20,01
-4,76
-19,55
-2,06
-3,48
-12,18
18,85
-47,1
9,68
8,61
-4,91
3,498
3,78
1,29
2,046
0,7
9,65
1,206
24,61
5,505
12,72
4,454
2,792
7,35
0,0251
0,1762
0,2413
0,979
0,2926
7,01
0,3693
6,99
5,94
0,2426
173,4
0,4239
5,12
9,36
1,055
0,348
0,52
1,83
3,78
2,1
-0,64
0,57
0,5
6,44
0,09
-0,63
1,41
1,16
2,58
2,45
-1,07
1,03
0,86
0,36
0,63
-0,07
2,59
-2,92
0,76
7,59
-0,29
-0,32
0,38
0,69
3,4752
3,7572
1,2669
2,0111
0,6922
9,555
1,2083
23,9752
5,5122
12,8508
4,4412
2,7915
7,262
0,0254
0,1761
0,2416
0,9753
0,2916
6,9676
0,3683
6,8847
5,9439
0,2488
173,4
0,4118
5,1261
9,3373
1,0539
0,3494
-15,1
-17,29
29
-13,31
-30
20,63
-37,38
-9,36
-25
-8,49
-24,57
-16,11
-4,55
-25,74
-23,56
0,93
-57,9
10,57
-11,23
-21,62
-61,15
-25,31
-14,21
-0,66
-69,9
2,084
65,3
0,954
0,314
17,25
12,05
63,3
19,1
1,077
22,08
12,57
67,6
10,42
27,82
14,43
57,3
10
1,154
-0,57
1,48
0,1
0,41
0,42
-1,02
0,37
-0,92
-0,14
1,05
0,37
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-0,89
-1,21
0,5
-2,94
2,0866
65,1628
0,954
0,3171
17,2323
12,0482
63,345
19,0201
1,0779
22,0679
12,5196
67,5542
10,42
27,82
14,4359
57,286
9,9962
1,1681
-3,16
-16,23
-20,17
-54,72
-1,99
-8,37
0,64
16,46
-16,27
-20,2
-44,45
-13,12
18,27
34,59
-42,01
0,727
0,0911
43,9
22,75
1,846
0,796
3,456
3,922
2,63
13,27
13,59
6,805
10,23
0,0495
0,72
6,6
111,6
0,978
1,258
28,45
37,03
0,6485
2,04 0,7218
0,66 0,0931
0,46 43,6583
4,07 22,537
-0,32 1,8481
0,06 0,8064
1,11 3,4545
0,31 3,9114
0,08 2,6293
-0,15 13,276
0,3 13,5774
0,67 6,7324
2,2 10,1567
1,43 0,0487
-0,07 0,7264
0,61 6,5787
- 111,4025
-0,71 0,9782
0,56 1,2718
- 28,5169
-0,91 37,0416
0,23 0,6428
0,55
-8,53
-26,28
126,37
-7
3,44
0,77
-7,13
-19,72
-1,52
-24,14
-10,13
-36,94
-28,85
-22,44
-8
-21,86
-12,02
-14,61
0,813
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5,755
5,41
1,573
13,9
0,4312
5,195
0,41
75,3
69
1,403
-0,73
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0,39
-0,49
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-26,49
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2,43 -1,3 2,4378 -32,69
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1,998 -1,28 2,0058 -51,05
0,0316 5,33 0,0299 -66,13
0,135 13,45 0,1312 -81,38
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BOT 14.11.2016 (367)
BOT 14.12.2016 (366)
BOT 13.01.2017 (365)
BOT 31.01.2017 (186)
BOT 14.02.2017 (368)
BOT 28.02.2017 (181)
BOT 13.04.2017 (364)
BOT 12.05.2017 (364)
BOT 14.06.2017 (365)
BOT 14.07.2017 (365)
BOT 14.09.2017 (365)
100,017
100,023
100,059
100,083
100,09
100,104
100,11
100,144
100,172
100,186
100,205
100,242
BTP
BTP 15.11.2016 2,75%
BTP 15.12.2016 1,5%
BTP 01.02.2017 4%
BTP 01.05.2017 4,75%
BTP 15.05.2017 1.15%
BTP 01.06.2017 4,75%
100,222
100,254
101,209
102,677
100,83
103,111
Titolo
BTP 1.8.2017 5,25%
BTP 01.11.2017 3,50%
BTP 15.1.2018 0,75%
BTP 01.02.2018 4,5%
BTP 15.05.2018 0,25%
BTP 01.06.2018 3,5%
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BTP 15.10.2018 0,3%
BTP 01.12.2018 3,5%
BTP 1.2.2019 4,25%
BTP 01.03.2019 4,5%
BTP 15.04.2019 0,1%
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BTP 1.8.2019 1,5%
BTP 01.09.2019 4,25%
BTP 15.10.2019 0.05%
BTP 01.12.2019 1,05%
BTP 1.2.2020 4,5%
BTP 01.03.2020 4,25%
BTP 01.05.2020 0,7%
Ultima rilev.
104,274
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101,96
Titolo
BTP 01.09.2020 4%
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BTP 01.11.2022 5,5%
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Ultima rilev.
114,6
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100,4
116,01
121
99,61
108,53
123,61
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104,7
128,45
101,27
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98,57
155,4
Titolo
BTP 01.03.2024 4,5%
BTP 01.09.2024 3,75%
BTP 01.12.2024 2,5%
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BTP 01.03.2030 3,50%
BTP 01.05.2031 6%
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Ultima rilev.
124,99
119,96
110,57
130,58
102,39
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102,02
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141,86
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98,2
154,05
145
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130,64
148,63
Titolo
Ultima rilev.
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149,16
131,43
147,35
117,1
105,06
97,27
CCT
CCT 1.03.2017
100,12
CCT-EU 15.06.2017
101,693
CCT-EU 15.10.2017
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101,349
CCT-EU 01.11.2018
103,43
CCT-EU 15.11.2019
103,1
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CCT-EU 15.06.2022 EUR6M+0,55 100,92
CCT-EU 15.12.2022 EUR6M+0,7 101,33
CCT-EU 15.07.2023 EUR6M+0,7 100,96
CTZ
CTZ ZC 27.02.2017
100,105
Titolo
CTZ 30.08.2017
CTZ 28.03.2018
BTP INDICIZZATI
BTP IT 22.10.2016
BTP IT 22.04.2017
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BTP IT 12.11.2017
BTPI 15.09.2018 1,7%
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BTP IT 23.04.2020
BTP IT 27.10.2020
BTPI 15.9.2021 2,1%
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BTP IT 20.04.2023
BTP IT 11.04.2024
BTPI 15.09.2024 2,35%
BTP IT 24.10.2024
BTPI 15.9.2026 3,1%
BTPI 15.09.2032 1,25%
BTPI 15.9.2035 2,35%
Ultima rilev
100,21
100,124
99,444
100,553
103,2
101,794
104,769
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104,86
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111,84
101,29
101,85
100,7
116,3
100
125,92
107,62
127,24
Titolo
360
-7,76
0,998 0,91 0,9899 10,89
0,6945 4,04 0,6872 -21,66
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16,02 -0,06 16,056
11,67 1,21 11,5842 -7,23
-
I GRANDI VIAGGI
IGD
IL SOLE 24 ORE
IMA
IMMSI
INDUSTRIA E INNOVAZIONE
INFINEON TECHNOLOGIES AG
ING GROEP
INNOVA ITALY 1 21
Dati aggiornati al 18/10
365
Titolo
360
365
1 SETT.
-0.38 -0.385
3 MESI
-0.311 -0.315
2 SETT.
-0.373 -0.378
6 MESI
-0.204 -0.207
1 MESE
-0.371 -0.376
9 MESI
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2 MESI
-0.338 -0.343
12 MESI -0.071 -0.072
Cambi
Titolo
Dollaro USA
Yen
Dollaro Canadese
Dollaro Australiano
Franco Svizzero
Sterlina
Corona Svedese
Corona Danese
Corona Norvegese
Corona Ceca
Fiorino Ungherese
INTEK GROUP
INTEK GROUP RSP
INTERPUMP
INTESA SANPAOLO
INTESA SANPAOLO RSP
INWIT
IRCE
IREN
ISAGRO
ISAGRO AZIONI SVILUPPO
IT WAY
ITALIAONLINE
ITALIAONLINE RSP
ITALMOBILIARE
IVS GROUP
1,22 11,4952
0,41 4,8366
0,44 1,6079
0,38 158,8923
0,77 0,3434
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- 33,2138
1,92 20,7138
93,5
- 53,6833
- 2,686
- 3,4978
-0,08 2,484
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3,62 117,3484
1,22 4,0972
0,86 10,4834
0,22 2,6718
97,5
1,57 3,482
-1,2 9,5294
-0,18 22,5546
0,87 7,5483
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1,69 14,8792
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0,8171
47,5616
5,7473
5,4169
1,5661
14
0,4298
5,1815
0,4129
75,4
69
1,3992
Domanda
Offerta
1,0979
113,4900
1,4361
1,4298
1,0854
0,8934
9,6980
7,4409
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27,0210
307,0800
1,0993
114,3700
1,4382
1,4332
1,0886
0,8957
9,7025
7,4407
8,9565
27,0210
306,9300
PREZZO
VAR%
PREZZO VAR% PR. UF.
CHIUSURA SU PR. RIF.MED. PON. DAL 30/12/15
11,58
4,89
1,597
158,6
0,3413
1,089
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9,395
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20,72
93,5
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2,686
3,494
2,482
139,3
0,3661
9,18
117,3
4,14
10,5
2,68
97,5
3,498
9,48
22,56
7,56
17,03
20,51
15,03
1,267
Euribor
Ultima rilev.
AZIONI
PREZZO VAR% PR. UF.
CHIUSURA SU PR. RIF.MED. PON. DAL 30/12/15
F
Nuovo servizio Go Internet
Il web ad alta velocità via radio
Titoli di stato
Titolo
Mercato Azionario
AZIONI
J
JUVENTUS FC
K
KERING
K.R.ENERGY
K+S AG
L
LA DORIA
LANDI RENZO
LAZIO S.S.
LEONARDO - FINMECCANICA
LINDE AG
L’OREAL
LUXOTTICA GROUP
LVENTURE GROUP
LVMH
M
MAIRE TECNIMONT
MARR
MASSIMO ZANETTI BEVERAGE
M&C
MEDIACONTECH
MEDIASET
MEDIOBANCA
MERCK KGAA
MERIDIE
MID INDUSTRY CAPITAL
MITTEL
MOLESKINE
MOLMED
MONCLER
MONDADORI
MONDO TV
MONRIF
MUNICH RE
MUTUIONLINE
N
NICE
NOKIA CORPORATION
NOVA RE
O
OLIDATA
OPENJOBMETIS
ORANGE
OVS
P
PANARIAGROUP
PARMALAT
PHILIPS
PIAGGIO
PIERREL
PININFARINA
PIQUADRO
POLIGRAFICA S.FAUSTINO
POLIGRAFICI EDITORIALE
POSTE ITALIANE
PRELIOS
PREMUDA
PRIMA INDUSTRIE
PROSIEBENSAT.1 MEDIA SE
PRYSMIAN
R
RAI WAY
RATTI
RCS MEDIAGROUP
RECORDATI
RENAULT
RENO DE MEDICI
REPLY
RETELIT
RICCHETTI
RISANAMENTO
ROMA A.S.
ROSSS
RWE
S
SABAF
SAES GETTERS
SAES GETTERS RSP
SAFILO GROUP
SAFRAN
SAINT-GOBAIN
SAIPEM
SAIPEM RCV
SALINI IMPREGILO
SALINI IMPREGILO RSP
SALVATORE FERRAGAMO
SANOFI
SAP
SARAS
SAVE
SCHNEIDER ELECTRIC
SERVIZI ITALIA
SESA
SIAS
SIEMENS
SINTESI
SNAI
SNAM
SOCIETE GENERALE
SOGEFI
SOL
SPACE2
STEFANEL
STEFANEL RSP
STMICROELECTRONICS
T
TAMBURI
TAS
TECHNOGYM
TECNOINVESTIMENTI
TELECOM ITALIA
TELECOM ITALIA RSP
TELEFONICA
TENARIS
TERNA
TERNIENERGIA
TESMEC
THYSSENKRUPP AG
TISCALI
TOD’S
TOSCANA AEROPORTI
TOTAL
TREVI
TXT E-SOLUTIONS
UBI BANCA
UNIBAIL-RODAMCO
UNICREDIT
UNICREDIT RSP
UNILEVER
UNIPER
UNIPOL
UNIPOLSAI
VALSOIA
VIANINI
VINCI SA
VITTORIA ASS
VIVENDI
VOLKSWAGEN AG VZ.
VONOVIA SE
W
WAR AMBROMOBIL 17
WAR CDR ADVANCE CAPITAL 2017
WAR ENERTRONICA 13-18
WAR ERGYCAPIT 16
WAR FIRST CAPITAL 2016
WAR SAFE BAG 13-16
WAR TE WIND 18
WARR AEDES 2015-20
WARR AGRONOMIA 2014-2017
WARR BIO ON 14-17
WARR BRIDGE MGMT 18
WARR CALEFFI 20
WARR CAPFORPROG1 17
WARR CLABO 18
WARR DOMINION HOSTING HOLD 21
WARR ELETTRA INV 17
WARR ENERGICA M 18
WARR EXPERTSYSTE 18
WARR GEQUITY 2016-2019
WARR GLENFOOD 20
WARR INNOVATEC 17
WARR ISI 2 21
WARR IWB
WARR LUVE
WARR SITI-B&T 21
WARR SMRE 19
WARR SPACE2 17
WARR TECH-VALUE 2014-2017
WARR TIP 20
WARR VETRYA 2016-19
WARR ZEPHYRO
WARR 4AIM SICAF 2016-19
Y
YOOX NET-A-PORTER GROUP
Z
ZIGNAGO VETRO
ZUCCHI
ZUCCHI RSP
0,2097 5,64 0,2043 -33,72
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4,3
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1,579 0,19 1,5788 5,97
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1,057 4,97 1,048 1,73
1,663 1,34 1,629 3,29
2,078 0,78 2,0785 -32,97
320
320 9,33
44,67 -0,22 44,3948
6,1
8,495 -0,06 8,4634 -3,47
0,3009
190,1
0,4621
17,29
- 0,2978
15,73
- 190,1 18,07
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- 17,29
-
7,62 -0,65 7,6548 -41,61
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153,1
- 152,9216
166,6
- 166,5181 5,78
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2,19
17,1
7,11
0,1646
1
2,712
6,61
95,3
0,103
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1,412
2,432
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15,58
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173,8
7,82
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17,0292
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1,4065
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0,428
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0,9054
4,4513
0,1975
173,7
7,8212
-12,75
-10,38
-25,2
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20,85
-29,23
-25,6
-10,51
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-9,66
42,89
14,52
20,59
-14
-25,82
-25,03
-4,82
-2,19
2,48 0,08 2,4758 1,06
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0,231
- 0,231 -58,3
0,154
6,77 0,52
14,05
4,998 -0,04
0,1552 -18,09
6,6997 -7,26
14,0455 -9,94
5,0017 -22,15
3,034
2,394
26,33
1,644
0,2661
1,404
1,065
6
0,1641
6,065
0,0878
0,048
14
36,6
22,99
0,53
0,67
-1,2
-0,36
0,8
-1,13
-1,3
1,1
-3,47
1,68
0,92
-1,44
0,72
-0,78
3,0308
2,398
26,4391
1,6335
0,2635
1,4067
1,0672
6,0731
0,1651
6,0468
0,0875
0,0482
14,0313
37,892
22,8517
-13,81
0,17
9,71
-29,32
-51,53
-62,05
-20,34
1,18
-35,37
-14,58
-67,41
-74,41
-5,53
13,47
3,598
1,999
0,9555
27,16
77,55
0,2779
117,2
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0,73 3,5885
-0,55 1,9696
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1,77 77,2227
-0,39 0,2765
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1,29 0,1627
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-1,25 14,2264
-23,74
-15,65
53,99
12,74
-17,59
-24,46
-6,91
50
-31
-60,19
-11,82
-41,68
21,09
8,93
12,58
9,28
9,88
66,7
38,02
0,4308
5,9
2,654
7,55
22,38
68,6
80
1,502
17,9
62,6
3,726
15,5
8,265
105,1
0,0154
1,288
4,858
34,2
1,778
7,82
10
0,1573
145
7,51
0,34
-0,16
0,87
1,02
4,06
3,75
1,27
-0,44
0,13
-0,5
-0,16
0,76
-0,26
-0,3
-0,28
5,48
2,55
-0,41
0,74
-0,73
0,19
0,54
8,9555
12,5
9,2325
9,8625
66,7
38,02
0,4271
5,9
2,6278
7,55
22,2624
68,5997
80
1,4984
17,878
62,55
3,7267
15,5472
8,2983
105,1
0,0154
1,2938
4,8618
34,0341
1,7766
7,8202
9,975
0,1561
145
7,5353
-21,32
-2,56
-6,78
-7,75
-54,31
1,25
-33,82
-20,61
2,9
-14,2
9,97
-15,81
37,69
-1,95
-0,77
-15,66
17,43
-56
44,31
0,58
-21,05
-17,91
-5,33
1,01
-34,07
19,87
3,678
0,99
4,36
4,37
0,7565
0,619
8,885
13,42
4,464
0,7755
0,496
21,99
0,0435
50,55
14,63
43,97
1,32
7,79
0,05
-0,8
0,6
-0,13
-0,24
0,17
0,98
-0,67
-1,4
0,2
0,6
-0,81
-0,29
1,07
-
3,6662
1,0351
4,3864
4,3964
0,7556
0,619
8,885
13,3154
4,4537
0,784
0,4947
21,5712
0,0434
50,6741
14,63
43,97
1,3198
7,7337
8,56
133,49
40,01
-35,62
-34,91
-15,3
22,67
-6,14
-50,98
-23,69
-24,61
-30,8
-1,35
5,75
-27,87
-4,18
2,42 1,85 2,406 -60,97
226,6 1,48 226,6
2,236 1,08 2,2155 -56,46
5,2
- 5,2186 -36,27
39,11 -0,66 39,1433 -3,91
11 0,27 11,2128
2,696 2,12 2,6675 -43,41
1,637 1,05 1,6342 -30,64
17,19 0,23 17,1899 -16,25
1,136 0,53 1,1458 -6,04
67,6
- 67,6904
9,625 -0,05 9,585 -4,13
18,32
- 18,3553 -7,05
121,5 0,41 121,3103
34,04
- 34,04
0,0559
0,066
0,7385
0,0014
0,002
0,1
0,1
0,035
0,0084
5,1
0,015
0,37
0,03
0,7
0,176
0,3299
0,11
0,0021
0,048
1,6
1
0,0875
0,46
0,2624
-
21,52
34,69
27,27
-20
0,57
3,06
5,23
10
-4,55
4,55
-
0,039
0,0375
0,6902
0,0013
0,002
0,1
0,1081
0,0355
0,0084
5,1046
0,015
0,37
0,03
0,7
0,1356
0,3135
0,1
0,0021
0,048
1,6
0,9999
0,0874
0,431
0,2514
-
-68,75
-17,4
-13,07
-78,79
-90,2
-16,67
-35,28
-32,3
-42,47
-93,99
236,36
-77,78
-14,98
11,11
0,69
12,33
-
27,68 -0,25 27,6555 -19,88
5,545 -0,09 5,5624 -8,57
0,019 -1,55 0,0193 -52,74
0,1422
- 0,1422 23,65
22
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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A tu per tu
di MATTIAS MAINIERO
::: lelettere
[email protected]
Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere“. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano, via fax al n. 02.999.66.264.
IMMIGRATI/1
sposto a farsi invadere, mi permetto di proporre la seguente
riflessione: se una persona
non si adopera per mantenersi forte il più a lungo possibile,
è destinata ad indebolirsi in
breve tempo. Conseguentemente, non sarà più in grado
di aiutare nessuno e a sua volta andrà ad aumentare il numero di coloro che hanno bisogno d’aiuto. Dunque, se vogliamo (giustamente) continuare ad aiutare a lungo i deboli, dobbiamo farlo in modo
da mantenerci a lungo forti. Il
modo in cui il governo italiano
sta operando verso l’immigrazione illegale serve solo ad aumentare le debolezze (già tante) delpopolo italiano e impossibilitarlo a portare aiuto a lungo.
Una falla
mostruosa
I permessi
della professoressa
Landini
Dottor Mainiero, secondo lei se gli
insegnanti dovessero dire che devono assentarsi per un viaggio all’estero come fa spesso Agnese Renzi come risponderebbero i presidi? Ma alla Signora Premier è concesso tutto?
Valentino Castriota
e.mail
***
Non essendo un preside e neppure un insegnante, non so che dirle.
Materia sconosciuta. Immagino
comunque che la signora Agnese
Landini usufruisca di regolari permessi e che i suoi viaggi siano compatibili con la sua attività di insegnante. Ragion per cui, i dirigenti
dell’istituto non possono che concedere il via libera. Detto questo,
però, vorrei aggiungere che se fossi nei panni di Matteo Renzi avrei
chiesto a mia moglie di abbandonare l’insegnamento per il periodo della presidenza del Consiglio,
anche per evitare dubbi e domande del genere da
parte degli italiani.
Purtroppo, quando si rivestono ruoli particolari, o si è
al fianco di chi li riveste, non si può
condurre una vita
com pletam ente
normale, a partire
dalle ovvie misure
di sicurezza che devono accompagnare la vita della moglie di un
premier. Disse Agnese Landini
Renzi: «Non farò mai la first lady.
Non siamo in America, dove le mogli dei politici fanno discorsi in
pubblico. Vi prego, prendete atto
che d’ora in poi io non esisto». Lodevole. Era il 22 febbraio del 2014,
giorno in cui Matteo Renzi giurò
al Quirinale. Passati un po’ di anni, Agnese Landini inevitabilmente ha dovuto indossare quei panni
che non le piacevano, anche perché il presidente della Repubblica, Mattarella, è vedovo, e una rappresentante femminile, ai vertici
delle istituzioni, voglia o non voglia la signora Landini, ci deve pur
essere. Tutto nella norma. E poi,
caro Castriota, parliamo di pubblici dipendenti: in tanti sono gran
lavoratori, presenti tutti i giorni.
Alcuni, però, sono andati a timbrare in mutande. Altri timbravano, e
timbrano, per i colleghi assenti. Altri ancora se ne stanno a casa con
motivazioni abbastanza discutibili. Almeno la signora Landini ha
una giustificazione istituzionale.
Nel Paese dei furbetti del cartellino non mi sembra roba da poco.
[LaPresse]
[email protected]
segui la rubrica anche su
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Anni fa mi trovavo a veleggiare su una piccola barca, quando, attraverso una piccola fessura, la barca ha incominciato
a imbarcare acqua. A nessuno
degli occupanti è venuto in
mente diinterrogarsi sulle cause dell’inconveniente; ci siamo preoccupati di tappare la
falla e solo dopo abbiamo individuato la causa. Mi viene di
paragonare l’Italia a quella barchetta. Nella barca Italia c’è
una falla mostruosa che si
chiama immigrazione. I fenomeni che ci governano conoscono le cause, come no, sono
da attribuire al disagio di un
numero infinito di umani. Benissimo. In attesa che si ponga
rimedio a tale stato, vogliamo
preoccuparci della falla e tapparla rapidamente?
Gastone Bertuetti
e.mail
Guglielmo Fiore
e.mail
CARITAS
Il rapporto
non mi sorprende
IMMIGRATI/2
Priorità
da rispettare
Troppi italiani vivono oramai
in povertà mentre il governo è
concentrato sugli aiuti ai clandestini. È ora di urlare un forte: prima gli italiani! Dopo, gli
immigrati, cristiani, non musulmani e africani che nulla
hanno a che spartire con i nostri usi, religione e modo di
comportarsi.
Angelo Boschi
e.mail
Il rapporto della Caritas sugli
italiani poverinon mi sorprende, come non mi sorprende
come i politici ignorino questo
triste problema perché non riguarda le loro poltrone. Noi
anziani abbiamo imparato
dal buon esempio dei nostri
genitori e dei nostri nonni il
senso del sacrificio con il quale abbiamo affrontato la vita.
Ma questi poveri giovani senza lavoro e senza futuro purtroppo con conoscono nemmeno la parola sacrificio per-
so con Equitalia che le contengono integralmente. Quindi
se,come probabile,la rottamazione riguarderà solo i ruoliappena affidati e le cartelle in attesa di definizione, vi sarà una
gravissima disparità di trattamento tra chi deve ancora definire il debito e pagarlo e chi lo
ha definito e ne ha in corso il
pagamento, innescando così
un sicuro contenzioso, e, dove
possibile, una sospensione
della riscossione delle rate. Se
invece dovesse riguardare anche i piani di pagamento in
corso - cosa che pare si possa
escludere - salterebbe il relativo gettito per le sanzioni connesse a detti piani, già concordati con il contribuente.
ché non più di moda. Siccome
non tutti mi capiranno dico almeno alla parte più volonterosa dei giovani: ritornate a coltivare la terra come i vostri avi! Il
lavoro è durissimo ma dà molte più soddisfazioni del giocare tutto il giorno con i vari
smartphone o tablet.
Pietro Rohrmann
Roma
FORZA ITALIA
Deluso
da Berlusconi
Sono molto deluso dal mio
partito (Forza Italia) e in particolare da Berlusconi. Questi
ha invitato i suoi elettori a votare no al referendum ma io voterò sì in quanto le riforme vanno fatte altrimenti questa povera Italia non si risolleverà
mai. Non era Berlusconi che,
quando era al governo, si lamentava sempre che in questo nostro Paese non si riesce
mai a governare per i troppi
lacci che bloccano sempre le
riforme? Non posso credere
che Berlusconi voti no come
Bersani e D’Alema!
Emilio de Santis
Bologna
BELPAESE/1
Gli italiani
si devono arrangiare
Se in Italia la povertà colpisce
di più gli italiani che gli stranieri non c’è da meravigliarsi: i
Comuni per farsi belli davanti
al governo aiutano soprattutto
gli immigrati e, da parte sua, il
governo per fare bella figura
con l’Unione Europea dimostra di avere un grande cuore
con chi sbarca da noi. E gli italiani che hanno veramente bisogno si devono arrangiare.
Aldo Maccagnoni
e.mail
EQUITALIA
E chi sta già
pagando?
Se alla base della rottamazione delle cartelle sta l’eccessiva
onerosità delle sanzioni, sarà
da ridere per coloro che hanno piani di pagamento in cor-
Nicoletta Piazzi
e.mail
BELPAESE/2
La Nazione
non c’è
IMMIGRATI/3
Vorrei rispondere alla lettera
inviata dal sig. Francesco Cantoni. È spiacevole constatare il
perdurare dell’uso inesatto
dell’aggettivo “nazionale” per
quanto concerne l’Inno di Mameli. I guasti ed i guai del Paese Italia continueranno fino a
che non si porrà rimedio alla
finzione che dura dal 1861. È
indubbio che l’Italia sia uno
Stato ma che sia anche una
Nazione. Qualsiasi dizionario
definisce “nazione” una comunità di individui che hanno la stessa storia, lingua e le
stesse tradizioni, usi e costumi. In base a ciò sono evidenti
le differenze tra un veneto ed
un calabrese pur nel rispetto
delle rispettive culture. Sarebbe quindi saggio riprendere
quanto avevano proposto illu-
Carità
a domicilio
Secondo la Caritas alle mense
Caritas si presentano più italiani che migranti. La cosa è logica. I migranti sono ospitati negli alberghi. I poveri italiani devono recarsi alle mense della
Caritas mentre i migranti
aspettano
comodamente
pranzo e cena negli alberghi.
Ricevono la carità a domicilio.
Estrazione del 19 ottobre 2016
23 34 51 52 62 87
Rudi Vido
e.mail
IMMIGRATI/4
Forza
e debolezza
Al Papa, circa la non “cristianità” di chi non è (semplifico) di-
DIRETTORE
Vittorio Feltri
DIRETTORE RESPONSABILE
Pietro Senaldi
VICE DIRETTORI
Franco Bechis - Fausto Carioti - Giuliano Zulin
DIRETTORE GENERALE
Stefano Cecchetti
REDAZIONE MILANO e AMMINISTRAZIONE
Viale L. Majno, 42 - 20129
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nº 290 anno LI
Registrazione nº 8/64 del 22/12/1964 - Tribunale di Bolzano
ISSN (Testo Stampato): 1591-0420
CERTIFICATO N. 8166
DEL 06/04/2016
ISSN 1591-0423
La tiratura di giovedì 20 ottobre 2016
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23
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
Posta prioritaria
DI FAUSTO CARIOTI
Il sostegno di Obama è controproducente
All’ultima cena di Stato il presidente Barack
Obama non ha risparmiato complimenti e lodi al nostro Renzi. Apprezzamento per il suo
operato e attestazione di stima e amicizia personale. Anche la lunga amicizia tra Usa e Italia
è stata con l’occasione ricordata e celebrata e
questo è un dato sicuramente positivo e confortante per tutti noi. A mio sommesso avviso
risulta invece poco conveniente, se non inopportuna, la posizione platealmente assunta da
Obama a favore del Sì nelle nostre prossime
consultazioni referendarie, e parimenti poco
opportuno il “tifo” perché Renzi possa in ogni
minati unitaristi risorgimentali che ritenevano che il futuro
Stato italiano doveva avere un
assetto federale.
Mimmo Mastracchio – Pavia
Barack Obama della riforma istituzionale
italiana sa quello che deve sapere: l’essenziale, le poche righe di sintesi che gli hanno
inviato dall’ambasciata di via Veneto prima dell’incontro con Matteo Renzi, come è
prassi in questi casi. Il suo è un giudizio
le centrale termoelettrica a gas
a ciclo combinato, che però
non costa 6,6 per 20 anni, cioè
132 miliardi, come il Fv, bensì,
una tantum, 2,5 miliardi, se da
1.500 MW, e che dà, a differenza del Fv, un’energia continua
e affidabile. Ovvero con il Fv si
ha il danno e pure la beffa.
Rodolfo Piva
e.mail
ENERGIA
Fotovoltaico:
il danno e la beffa
Forse non tutti sanno che il Fotovoltaico (Fv) - oltre a costarci per i super-incentivi 6,6 miliardi annui per 20 anni, con
interessi del 20% sul capitale
(50% straniero) investito - non
serve neppure per diminuire
la CO2 immessa in atmosfera
nel produrre elettricità. Questo perché i pannelli del Fv sono per lo più made in Cina e
quindi - a causa della bassa efficienza energetica e dell’uso
massiccio del carbone dell’industria cinese - 1 kWh di elettricità proveniente da Fv in
questo caso non “emette” 60
grammi di CO2 - che sono legati all’energia necessaria soprattutto per costruirli - come
accadrebbe se iltutto fosse made in Italy, ma circa 400 grammi,a livello cioè di una norma-
caso restare “al timone”. Il referendum popolare e la scelta del capo di governo del nostro
Paese sono affari interni per definizione e nel
caso di specie occorre anche ricordare che
Renzi non ha mai avuto conforto del suo mandato nella sovranità popolare, non essendo
membro eletto del Parlamento. Mi domando
poicome possa il presidente Obama qualificare come “giuste” le riforme proposte con i quesiti referendari, posto che permangono grandi
dissensi interpretativi anche tra i più insigni
costituzionalisti italiani. Ho apprezzato molto
ed apprezzo ancora il presidente Obama, ma
mi aspettavo una maggior cautela nei nostri
affari interni.
Carlo Cerofolini
e.mail
LAVORO
Il vero
incentivo
È ormai più che assodato che
gli incentivi all’assunzione servono per lo più ai furbacchioni che sfruttano gli incapaci;
l’imprenditore onesto che intende assumere una persona
in gamba usa ben altri sistemi,
premianti per entrambi. Il vero incentivo, che provocherebbe il boom del mercato del lavoro (e di riflesso valanga di introiti per Fisco e Inps), sarebbe smettere di tartassare le imprese, eliminare la stragrande
maggioranza dai vincoli e degli adempimenti e fare un serio e costante controllo contro
i falsi, l’import scadente e dan-
politico sul premier, non certo di merito
sul nuovo testo della Costituzione, ma anche io, caro Mastracchio, mi aspettavo
maggiore cautela da parte del presidente
degli Stati Uniti. Non per ragioni di rispetto
nei confronti degli elettori italiani, alle quali i nostri amici a stelle e strisce non sono
mai stati troppo attenti (l’“endorsement”
del presidente statunitense arriva un mese
dopo quello dell’ambasciatore a Roma,
John Phillips, e l’elenco delle precedenti
“ingerenze” occuperebbe qualche pagina). Bensì per ragioni di convenienza: crediamo davvero che spostino qualche voto
le parole del presidente di una nazione straniera, fosse pure il nostro più importante
alleato? La mia convinzione è che non solo
certi interventi non siano utili alla causa,
ma si rivelino persino controproducenti
per chi li fa. Conosce qualcuno disposto a
votare in un certo modo perché glielo ha
detto il capo di un altro Paese? Io no. Però
ne conosco tanti pronti a votare al contrario di come costui vorrebbe che facessero.
Un saluto.
noso, le imprese schiaviste e
gli abusivi.
Moreno Sgarallino
e.mail
EUROPA
risulta insufficiente a evitarle.
Gianfranco Nìbale
e.mail
TV
La Gabanelli
in breve
Il bidone
di Bruxelles
Viva la Gabanelli!
Nel mentre siamo preoccupati per i delinquenti che si approfittano dell’ingenuità dei
nostri anziani, dobbiamo sentire il ministro Alfano dire che
l’Europa ci ha tirato un bidone. Conseguenze non trascurabili a parte, è evidente che lo
abbiano tirato a lui e ai suoi parigrado che stanno al governo.
Mauro Tombesi
e.mail
PUBBLICITÀ
Molestie
telefoniche
Sono frequenti le chiamate telefoniche moleste, per marketing, pubblicità, promozioni
di vendita e altro. La legge deve vietarle e sanzionarle severamente. Disturbano la privacy e la serenità. L’iscrizione
al “Registro delle opposizioni”
NORD: Diffuso maltempo con piogge in pianura e neve sulle Alpi orientali fino a 1400 m, miglioramento su tutte le regioni tra pomeriggio e sera. Temperature in calo, massime tra 10 e 15 gradi.
CENTRO: Instabile con piogge e rovesci su Toscana, Umbria e Marche,
maggiore variabilità su Lazio e Abruzzo. Temperature in lieve calo, massime tra 14 e 19 gradi.
SUD: Nuvolosità irregolare sulle regioni tirreniche con qualche isolata
pioggia specie la sera, maggiori aperture sullo Ionio. Temperature stazionarie, massime tra 17 e 22 gradi.
NORD: Tempo in netto miglioramento su tutte le regioni con cieli in prevalenza sereni o parzialmente nuvolosi. Temperature senza grosse variazioni.
CENTRO: Instabilità diffusa su tutte le regioni centrali con piogge e rovesci sparsi. Migliora nel pomeriggio sulla Sardegna. Mari da poco mossi a
localmente mossi.
SUD: Ancora una giornata caratterizzata da maltempo con piogge e rovesci. Peggiora nel pomeriggio con aumento dell’instabilità. Meglio su
bassa Puglia.
Fernando Mastursi
e.mail
CALCIO
La caratteristica
dell’Inter
Mi devo scusare con Ranocchia. Gli avevo attribuito tutte
le colpe per gli insuccessi dell’Inter. Ma dopo le ultime partite devo riconoscere che lui
c’entrava solo in minima parte. Nell’Inter c’è una caratteristica. Chi arriva diventa un
brocco, da qualunque posizione sia partito. Succede il contrario alla Juve dove chi arriva
assorbe la voglia di vincere e lo
spirito della squadra. Come
può uscire la squadra nerazzurra da questo disastro? Mettendosi la maglia bianconera.
Giordano Citterio
e.mail
NORD: Ancora una giornata con cieli prevalentemente soleggiati o par
zialmente nuvolosi. Maggiori annuvolamenti su Liguria ed Emilia. Temperature stabili.
CENTRO: Tempo in deciso miglioramento con cieli in prevalenza soleggiati. Annuvolamenti sparsi su interne e rilievi. Temperature senza grosse
variazioni.
SUD: Migliora al sud con cieli sereni o parzialmente nuvolosi. Maggiore
instabilità su messinese con possibili piogge. Meglio altrove. Mari calmi
o poco mossi.
Temperature previste oggi
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__Giovedì 20 ottobre 2016__
A maggio uscirà l’inedito di Tolkien «Beren and Lúthien»
Scomparso Thom Jones, maestro americano del racconto breve
Uscirà nel maggio 2017 da HarperCollins, a cura del figlio Christopher e illustrato da Alan
Lee, un romanzo inedito dello scrittore inglese J. R. R. Tolkien: è la storia d’amore ambientata
nella Terra di Mezzo tra l’umano mortale Beren e l’elfa immortale Lúthien, scritta e modificata più volte dall’autore de Il Signore degli Anelli, ma da lui abbandonata nel 1918. Le varie
versioni della love story fantasy saranno al centro del libro intitolato Beren and Lúthien.
Lo scrittore Thom Jones, autore di culto per i suoi racconti brevi, è morto a Washington a 71 anni.
In Italia i suoi racconti sono stati pubblicati da minimum fax: Sonny Liston era mio amico (2000), Il
pugile a riposo (2001) e Ondata di freddo (2003). Jones aveva già vissuto molte vite (marine, pugile
dilettante per 30 anni, copywriter, bidello) prima di iniziare, nel 1992, quella di scrittore, con un
racconto battuto a macchina nel giro di una sola giornata e accolto sul New Yorker.
Tramontate le «convergenze parallele»
Dal latinorum siamo caduti nell’inglesorum
Con la fine degli anni Novanta si è passati sempre più a una neolingua ricalcata su una sorta
di simil-inglese da azienda. Un volume di Antonelli spiega l’italiano dei social e della pubblicità
::: RICCARDO PARADISI
:::
■■■ La governance e il core
business, la policy e la spending
review, il quantitative easing,
la balance of power e il jobs act
naturalmente, perché «riforma
del mercato del lavoro» suonava provinciale. È da almeno 20
anni che la politica italiana ha
cominciato a virare dal lessico
dell’antico politichese, che generò nel suo climax le «convergenze parallele» di Aldo Moro,
alla neolingua aziendalese che,
dal primo ministro all’ultimo
dei peones, viene parlata con
naturalezza disarmante. Perché il registro della comunicazione aziendale e l’inglese commerciale porterebbero con sé –
almeno secondo la vulgata autoreferenziale di chi usa questo
gergo - un’aura di efficienza e
di dinamismo. E così sono entrate nel parlare comune l’implementazione e la sinergia, il
valore aggiunto e la proattività,
participiaggettivali come “qualificato”, “ottimizzato”, “finalizzato”, mentre gli ostacoli sono
diventate le criticità, l’azione si
è mutuata in implementazione e una risposta si trasforma
come per magia sempre in un
feedback,la riunione immancabilmente in un briefing o in un
brainstorming.
Un esempio tipico è Sergio
Marchionne, manager Fiat di
successo planetario, abruzzese
di corpo ma canadese di spirito, che in qualsiasi discorso para-istituzionale fa prevalere l’inglesismo in qualunque costruzione sintattica. Idem per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, la cui lingua è spesso regolata sul vocabolario di
Bruxelles. Allo stesso modo i
problemi diventano, nel fluire
del discorso di un politico medio, «quelle che sono le problematiche», dove la ridondanza
dell’aggettivo dimostrativo ha
la sola ragione, prelinguistica,
di consentire al parlante in difficoltà di prendere tempo e darsi
respiro, intanto rivelando di
non essere più nemmeno in
grado dipronunciare un discorso compiuto in italiano.
I nostri politici ormai parlano come Salvatore, il monaco
eretico del Nome della Rosa di
Umberto Eco: il loro eloquio è
una commistione furiosa, e
mostruosa, di neoaziendalese,
inglese improvvisato e di un italiano paurosamente impoverito al frasario del taglia e incolla.
La politica delresto -come spiega benissimo Giuseppe Antonelli ne L’italiano nella socie-
La polemica
Il femminismo linguistico
può generare solo aborti
::: LUCIO D’ARCANGELO
■■■ I nostri politici non hanno mai brillato per
COMUNICATORI
Il monarchico Antonio
La Trippa (Totò) alla
finestra nel film «Gli
onorevoli» (1963) di Sergio
Corbucci. A sin., dall’alto:
Aldo Moro, la copertina
del libro di Antonelli
e Sergio Marchionne
tà della comunicazione 2.0
(Il Mulino, pp. 270, euro 15),
dove questi esempi e altri sono
riportati in gran numero - ha
cominciato a liberarsi della cura per la lingua dagli anni Novanta, con la fine della Prima
Repubblica. Ed è in quel tornante storico che la politica,
adeguandosi alla fretta di scrollarsi di dosso le fumisterie con
cui si era espressa per decenni
e con cui veniva ormai identificata da un’opinione pubblica
affamata di rinnovamento e
semplificazione, è passata dal
paradigma della superiorità al
paradigma del rispecchiamento.
Dal votami perché sono migliore di te, insomma, al votami perché sono come te: sbaglio anch’io i congiuntivi e non
disdegno di usare il turpiloquio, proprio come fai tu, uomo qualunque. La Prima Repubblica risultò ufficialmente
archiviata quando Umberto
Bossi disse che la Lega ad Arnaldo Forlani gli avrebbe fatto
diventare azzurri i capelli con
un rutto. Una volgarità talmen-
te abissale da risultare ancora
fiabesca.L’argine era ormai rotto: «Se prima si puntava a impressionare l’uditorio facendo
pesare la propria superiorità
culturale», spiega Antonelli,
«ora si prediligono forme
espressive immediatamente
comprensibili». E certo «i ragionamendi» di Ciriaco De Mita
erano sopravvivenze grottesche del lungo tramonto del
Novecento già nell’Italia anni
’90, ma erano tuttavia, seppure
lambiccati e ambigui, almeno
dei ragionamenti. Tanto più
che la comunicazione politica
che ne è seguita, pesantemente condizionata, come si è visto, dal gergo aziendalistico,
dal parlato comune e da un inglese maccheronico, non ha affatto dismesso i trucchi retorici
con cui il linguaggio del potere
si è sempre ammantato.
Anzi, oggi la politica, nel suo
codice comunicativo ultra semplificato e dunque più immediato, ricorre con maggiore
spregiudicatezza sia al trucco
retorico dell’invettiva personale sia a quello degli accorati richiami ai valori più largamente
e genericamente condivisi. Dal
latinorum si è passati insomma all’inglesorum, dai ventagli
di possibilità dei democristiani
della Prima Repubblica s’è passati ai gufi di Renzi, alla ruspa
di Salvini ai Vaffanculo di Grillo. Che sia un’evoluzione, è
quanto meno discutibile...
attaccamento alla lingua nazionale. Spesso i loro
discorsi vengono infiorettati da espressioni dialettali (chi non ricorda l’“inciucio” di D’Alema e il
“che ci azzecca?” di Di Pietro? ) e da inutili anglicismi più o meno truffaldini: question time, job act,
e via dicendo. Tuttavia costoro non hanno mai
preteso di riformare la lingua. Negli ultimi tempi,
invece, con l’ingresso delle donne al potere, è rispuntato il femminismo linguistico, che risale agli
anni ’80 ed ebbe la sua bibbia nelle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana,
curate da Alma Sabatini e indirizzate, ahimé, alla
scuola e all’editoria scolastica. L’errore fondamentale, alla base di questa ideologia, consiste nel confondere il genere sessuale con quello grammaticale: diciamo, ad esempio, «la sentinella» e non «il
sentinello» e nessun militare si è mai risentito per
questo.Il termine, infatti, come tanti altri dello stesso genere, indica una funzione, non il sesso della
persona che la ricopre. L’ideologia femminista, invece, figlia del politicamente corretto, confonde le
due cose e, facendo violenza alla lingua, impone
«ministra» e «sindaca», come se il genere, grammaticalmente inteso, si potesse attribuire a piacimento, e potessimo dire, ad esempio, “il guardio”
invece che “la guardia” o “la medica” invece che
“il medico”.
La lingua non è un materiale plasticabile a volontà, diceva Giovanni Nencioni, e quando si infrangono certe regole, ne nascono aborti come
quelli in circolazione negli ultimi anni. “Ministra”
è una parola che rischia il ridicolo per la sua assonanza con “minestra” e “sindaca” è non meno
brutta e cacofonica. Entrambe sarebbero degne di
figurare in quel Lessico dell’infima e corrotta
italianità compilato nel 1890 da Pietro Fanfani e
Costantino Arlìa.
Un’altra parola che risponde allo stesso, si fa per
dire, criterio è “femminicidio”, un neologismo che
nasce da un evidente malinteso. Quando il codice
parla di omicidio non intende ovviamente solo gli
uomini. La parola ha perduto, come spesso capita, il senso etimologico e nessuno, quando sente
parlare di omicidio, ne trae la conclusione che trattasi di “uomo”. “Femminicidio” quindi è un’inutile, e goffa, ridondanza, anche perché il contrario
di uomo non è femmina, ma donna!
Seguitando su una strada così accidentata è facile fare capitomboli. L’ultimo consiste nella proposta di volgere al femminile una parola come “presidente” commutando la “e” finale con la “a” a imitazione dello spagnolo - che però ha anche profesora-: un femminile improponibile nella nostra
lingua oltre che inutile, che si risolve in un errore
manifesto. In italiano infatti la desinenza in “e” è
sessualmente neutrale: si dice “il supplente”, ma
anche “la supplente”, “il preside” e “la preside”,
non certo “la presida”. Per sfortuna dei nostri incauti riformatori, la grammatica non è un’opinione...
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CULTURA
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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Il nuovo album di duetti
Fausto Leali canta
con una sola donna:
«Mina unica regina»
C’era un tempo in cui il piccolo schermo
aveva la forza di stupire, di incollare, senza
l’angosciante morbosità odierna, visi su visi di milioni di italiani riuniti, in silenzio
liturgico, davanti a quella magia fatta di immagini e suoni che solo tubo catodico poteva rendere possibile. In quel tempo, a zampate decise, Anna Mazzini s’era conquistata il posto fisso nei salotti di tutte le case
italiane. Portavoce e «contenuto», al tempo stesso, dello strumento delle masse del-
la cultura pop per eccellenza. Ne è trascorso di tempo dai quei Sabato Sera, ma noi,
davanti a quella Tigre, ci emozioniamo ancora. E si emozionano anche i compagni di
una vita, i colleghi di jukebox ai quali le
sue canzoni «passano ancora per la testa».
«Quando ho deciso di incidere un disco di
duetti, non ho avuto altro obiettivo se non
chiamare Mina. Ho pensato: se Mina mi
dice di sì, voglio che sia l’unica donna, la
sola regina nel mio disco», racconta Fau-
sto Leali presentando Non solo Leali (Universal), ultima fatica discografica del cantautore bresciano in uscita domani e anticipato dal singolo A chi mi dice, cantato «a
quattro mani» con la stessa Mazzini. Dieci
brani interpretati da Leali insieme ad alcuni dei più grandi artisti della canzone italiana e non solo, da Claudio Baglioni ad Alex
Britti, e ancora Tony Hadley, Massimo Ranieri e Umberto Tozzi.
FABRIZIA MIRABELLA
«I MEDICI» SUPERSTAR
Il Rinascimento fa il boom in tv
Il ritorno della Rai di Bernabei
La serie sui Signori di Firenze firmata dalla Lux dello scomparso manager
supera il 30% di share. I pro e i contro di uno «sceneggiatone» moderno
::: FRANCESCO SPECCHIA
■■■Medici di famiglia,è il ca-
so di dirlo.Sulla clamorosa vittoria della fiction Medici: Masters of Florence di Raiuno
nella gara degli ascolti
(7.143.000 spettatori e 31.08%
di share, dati rari, da finale di
Champions, oramai), mi suggeriscono un titolo infiammabile: «La vecchia Rai di Bernabei batte la nuova Rai di Campo Dall’Orto». E un po’ ci sta.
La Lux Vide del compianto
Ettore - storico patron della
Rai dei miracoli - è infatti, con
Big Light Productions e Wil
Bunch, il produttore del sontuoso sceneggiatone firmato
da Frank Spotnitz e Nicholas
Meyer che ha avviluppato le
famiglie davanti al piccolo
schermo e che sta ridando ossigeno, attraverso la narrazione del nostro Rinascimento, a
una tv di Stato sempre più in
imbarazzo di spesa e di audience.
L’operazione Medici è stato
un colpo di lombi ciclopico
degno delle migliori produzioni Sky, specie dal punto di vista del marketing. Presentazione luccicante a Palazzo
Vecchio; cast internazionale
con Dustin Hoffman/Giovanni de’ Medici come testimonial pregiato; Renzi che fa la
guest star insufflando il dubbio che anche i signori di Firenze, in fondo, avrebbero votato Sì alreferendum.Il risultato ha premiato l’imponente
sforzo produttivo: e cosìilpubblico ha recuperato le radici
del nostro romanzo storico, e
dalsettimo piano di viale Maz-
zini, dopo le ultime estenauanti défaillance (vedi Veltroni, e Politics) finalmente
sboccia qualche sorriso. Qualcuno afferma che, da questo
momento, la Rai che ha inforcato il modello narrativo delle
grandi produzioni internazionali non sarà più la stessa.
Forse è un tantinello esagerato. Per tre motivi. Primo:
perché alla grandi produzioni
esportabili all’estero (vedi la
Bibbia), e specie ai polpettoni
del cuore e dello spirito, la Lux
c’è abbastanza abituata. Secondo: il modello narrativo
qui, si diceva, non è Downtown Abbey o Il Trono di spade, anche se il protagonista Richard Madden/Cosimo è lo
stesso e in alcune espressioni
ti sembra di vedere lo sguardo
intenso e gonfio di mascara di
Robb Stark. No. Il modello
narrativo qui, appunto, è quello degli «sceneggiatoni» dei
tempi Rai di Bernabei, come I
fratelli Karamazov, La Frec-
cia Nera, La Cittadella, Il Mulino del Po. E cioè: regia solida
ma senza sprazzi sperimentativi (l’inquadratura più ardita
è quella a piombo che parte
dal buco della cupola del Brunelleschi e s’inerpica verso il
cielo alla fine del secondo episodio).
Ma pure dialoghi classici
magari senza scintille e un po’
appesantiti dal tempo: quello
tra Cosimo e il padre Giovanni sul destino del figlio deciso
dal padre, o quello di Cosimo
sulla bellezza con l’amante
Myriam Leone. E poi una sceneggiatura sicuramente scor-
Auditel e tweet da record
Battuta persino la Juve in Champions
■■■ Confermato tanto dai dati Auditel
quanto dal fermento social, la nuova fiction diRaiuno I Medici - Masters of Florence ha debuttato col botto. Otto milioni i
telespettatori che hanno seguito la puntata d’esordio facendo gridare al record per
la serie con Dustin Hoffman e Miriam Leone. Nel dettaglio, il primo episodio «Il
Peccato Originale» è stato visto da
8.037.000 spettatori (28.9%) e il secondo
«La Cupola e la Dimora», ha sbancato
con 7.143.000 e 31.1% di share.
La fiction ha, inoltre, registrato il dato
più alto mai ottenuto per una serie tv da
quando è stato lanciato Social Content Ratings in Italia, risultando la serie più twittata del 2016.
Il dramma in costume ha avuto la meglio anche su Lione-Juventus trasmessa
in diretta tv in chiaro su Canale 5. La partita di Champions è, infatti, stata seguita da
5.5 milioni di tifosi-spettatori.
CORTEO A CAVALLO
Particolare della parete
est della cappella dei
Magi: il corteo è guidato
da Lorenzo il Magnifico,
seguito dal padre Piero
e dal nonno Cosimo il
Vecchio. In questa pagina,
da sinistra: una scena
della serie tv; Dustin
Hoffman e Richard
Madden; la copertina
del romanzo di Strukul
revole, ma al tal punto che talora inciampa in qualche buco:quando, ad esempio, Filippo Brunelleschi interviene,comicamente, dal nulla a sbeffeggiare il nugulo d’architetti
che s’accapigliano al capezzale della cupola della cattedrale come nella canzone di Edoardo Bennato Dotti, medici e
sapienti. O quando il cardinale Orsini lascia aperta, giusto
sul chiostro e allo sguardo di
Cosimo, la porta della propria
camera da letto, mentre il suo
ragazzotto-amante sta rimettendosi a posto la patta: e quale occasione migliore per ricattare l’alto prelato in sede di
Conclave? «Penso a una cosa
cattiva per ottenerne una buona...», dice Cosimo, astutissimo, ma con la morte nel cuore, al fratello Lorenzo.
E dunque, con una struttura narrativa ditalguisa, arriviamo al terzo motivo per il quale non esiste una vera e pro-
pria rupture coi modelli del
passato, ma semmai un’adesione assai filologica all’agiografia medicea, a cominciare
dallibro diMatteo Strukul.Anzi, qui il «modello italiano» si
mangia tutte le innovazioni
drammaturgiche che siamo
abituati a sciropparci negli ultimi dieci anni di serie americane. Gli unici esprit sperimentali nei Medici sono il ricorso continuo ai flashback
-«vent’anni prima»- e le tette
di Myriam Leone, l’uno e le altre apprezzabili a fasi alterne.
Ciò detto, non è affatto acclarato che tutto questo sia un
male.
Anche chi - come il sottoscritto - è avvezzo allo sguardo critico dell’insieme, deve
ammettere che, alla fine delle
puntate, ti vien voglia di sapere se la nuora di Cosimo morirà per aver ingollato per sbaglio un vinello alla cicuta; o se
ilPapa reclamerà un compenso per aver fermato la guerra
tra Firenze e Milano; o se l’operaio caduto dall’impalcatura della Cattedrale ha davvero
la peste nera o s’era fatto di
qualcosa e la sua piaga sotto
l’orecchio è il lascito di un tatuatore ubriaco. Intanto e nonostante tutto, godiamoci un
successo della Rai...
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CULTURA
La docu-serie «Marte»
Cosa accadrebbe
se il Pianeta rosso
venisse colonizzato?
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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I primi ad atterrare su Marte non saranno la
sonda Schiaparelli o l’equipaggio della missione ExoMars, ma National Geographic
Channel: l’ammartaggio del canale 403 di
Sky è fissato per il 15 novembre alle ore
20.55, quando verrà mandata in onda, in contemporanea in 171 Paesi, la serie Marte.
Il progetto, realizzato da Ron Howard e
Brian Grazer, si annuncia come il più costoso mai prodotto dai canali National Geographic: protagonisti, i membri (immagina-
ri) della prima missione umana su Marte. La
loro storia viene raccontata alternando due
piani temporali, ossia il 2016 e il 2033: una
trovata che, oltre a dare dinamicità al racconto, permette di inserire anche materiali (reali) di repertorio, come le interviste agli scienziati di SpaceX, Nasa e compagni di avventure galattiche. Il tono utilizzato è da epopea in
stile Star Trek: «Abbiamo solcato i mari, conquistato i cieli e ora che le sfide sulla Terra
sono finite, ci siamo lanciati verso le stelle»,
recita la voce fuori campo. Per la verità, fin
dal primo episodio, presentato ieri in anteprima a Roma, si intuisce che più di un astronauta ci lascerà le penne.
Il rischio però è calcolato: i protagonisti non
sono animati solo dal desiderio di conoscenza. A spingerli su Marte è la consapevolezza
che bisogna dare vita a «una civiltà spaziale
errante, perché abitare su due pianeti azzera
il rischio di estinzione della razza umana».
FRANCESCA D’ANGELO
:::
Pillole distoria
Kennan, gran stratega
della «Guerra Fredda»
tradito dall’arroganza
::: SERGIO DE BENEDETTI
■■■ Il complesso di avvenimenti internazio-
La saga di Cosimo, Lorenzo e Caterina
Sesso e sangue per l’ascesa al potere
La trilogia romanzesca di Strukul mette in scena le appassionanti vicende della famiglia
più influente del ’400-’500, dai prestiti al Papa fino alla conquista del trono di Francia
::: BRUNA MAGI
■■■ Voglia di un succoso romanzone storico? Ma scritto con un linguaggio privo di
tabù, ricco di immagini forti, in linea con i
tempi? Il testo è servito, titolo I Medici. Una
dinastia al potere (Newton Compton,
pp. 382, euro 9,90), autore il padovano
Matteo Strukul, appena uscito in libreria.
È il primo volume di una trilogia dedicata
alla più potente famiglia del Rinascimento
e inizia nel 1429 con la morte del capostipite Giovanni, figlio di un mercante di lana,
Giovanni di Bicci de’ Medici, per continuare con la narrazione dell’ascesa al potere
delprimogenito Cosimo e del fratello Lorenzo, quando già in molte città italiane esistevano filiali del loro primo Banco, che aveva
sede a Roma, inizio di una fortuna accumulata attraverso i prestiti al Vaticano e la raccolta delle decime per il Papa.
Il secondo romanzo si occuperà del loro
nipote, un altro Lorenzo, il Magnifico, titolo
Un uomo al potere, raccontando anche il
suo amore per la poesia («Quant’è bella giovinezza…», non per niente la madre era poetessa) e quello per Lucrezia Donati, in parallelo con la crescita del mecenatismo a Firenze e quindi del rapporto con gli artisti,
da Leonardo da Vinci a Filippino Lippi. Per
culminare nella Congiura dei Pazzi, dove
avrebbe trovato la morte il fratello Giuliano.
Il terzo volume, Una regina al potere, racconterà infine la signora in nero della dinastia, Caterina de’ Medici, che divenne regina di Francia sposando Enrico II. Rimasta
vedova, fu reggente in nome dei tre figli. A
lei si attribuisce la decisione dell’eccidio del-
la notte di San Bartolomeo, fu la regina italiana a dare quell’ordine degno dell’inferno, la notte del 24 agosto 1572, quando a
Parigi la Senna si fece rossa del sangue degli
ugonotti pugnalati a morte in nome del potere cattolico. Passò alla storia quasi come
una strega, fu magnificamente interpretata
da Virna Lisi ne La reine Margot, che con
quel ruolo vinse la Palma d’oro nel 1994 al
Festival di Cannes. Curiosità: Caterina è ricordata anche per le ricette toscane importate alla corte di Parigi, delle quali poi i francesi si appropriarono, come la zuppa di cipolle (soupe à l’oignon) e l’anatra all’arancia (canard à l’orange).
Ma altre donne di casa Medici hanno fatto notizia, ispirando libri, come Isabella, figlia di Cosimo I, protagonista di una biografia di Caroline P.Murphy (Il Saggiatore,
2011): intelligente e trasgressiva, vivace animatrice culturale, finì uccisa dal marito Paolo Orsini.
Tornando al primo romanzo di Strukul,
dire che è intessuto con un fil rouge non è
soltanto un’espressione retorica, perché il
colore rosso guizza reale e costante tra le
righe e domina la scena in tutte le sue sfumature, da quelle del sangue che scorre a
fiumi alla seta dei sontuosi abiti delle dame,
ai rubini dei gioielli, al colore fulvo delle loro
capigliature e alla labbra carnose, ai damaschi degli arazzi, alle sei palle dello stemma
mediceo (la leggenda le attribuiva al segno
dei colpi inferti dalla clava del gigante Mugello contro lo scudo del fondatore della dinastia, Averardo). Già nel primo capitolo gli
elementi costanti si intravvedono: il potere
del denaro, le passioni, amori e sesso, appe-
titi senza freni, inclusa l’attrazione per l’arte,
quasi una componente fisica. Intanto Giovanni muore, affiora nei figli il sospetto che
sia stato avvelenato, si veleggia tra i personaggi storici (tratteggiati con incisiva abilità,
l’autore precisa di aver analizzato a lungo le
Istorie fiorentine di Niccolò Machiavelli e
La storia d’Italia di Francesco Guicciardini) e quelli fittizi per esigenze romanziere.
C’è una donna irresistibile dai profondi
occhi verdi, Laura Ricci, una profumiera
che conosce l’arte di mescolare le erbe. Ed è
contemporaneamente l’amante di due nemici irriducibili dei Medici, il mercenario
svizzero Reinhardt Schwartz e Rinaldo degli Albizzi, una delle più potenti famiglie fiorentine,invelenito dall’odio per i loro guadagni e perché Giovanni aveva fatto varare il
catasto dei beni immobili contro i nobili
evasori di tasse. Rinaldo userà ogni mezzo
contro di loro, dal veleno alla spada e all’alleanza con Francesco Sforza, condottiero
mercenario delle truppe milanesi di Filippo
Maria Visconti. Infine l’Albizzi riesce a farli
processare e condannare all’esilio, un dolore terribile per Contessina, bellissima moglie di Cosimo (è tra le protagoniste de Le
donne di Casa Medici di Marcello Vannucci(Newton Compton,2011). Particolarmente intrigante, al limite dell’hard, la descrizione di una loro notte di passione.
Ma l’esilio non sarà la fine, anzi solo l’inizio di un’altra storia, quella della rivincita. E
poi, ancora, il massacro della battaglia di
Anghiari. Che Leonardo illustrò, quasi fosse
un reportage d’epoca: niente clic, solo la
sua tavolozza.
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nali caratterizzato dall’antagonismo tra Usa e
Urss dopo il 1945 venne comunemente chiamato «Guerra Fredda». L’egemonia sovietica
in Europa orientale e l’appoggio alla Cina di
Mao in contrapposizione all’isola di Formosa di Cian Kai Sheck sfociata nella Guerra di
Corea furono gli esempi più concreti di questa politica di scontro verbale, cui seguirono i
fatti d’Ungheria, il Muro di Berlino, la crisi di
Cuba e gli avvenimenti nella Cecoslovacchia
di Dubcek. Tra gli strateghi di questo particolare momento storico spicca il nome di George Frost Kennan, nato a Milwaukee, Wisconsin, il 16 febbraio 1904.
Dopo gli studi presso l’Accademia militare
di Saint John a Delafield, si iscrisse a Princeton, ma la mancanza di un adeguato sostegno finanziario lo costrinse all’abbandono.
George partecipò allora a un concorso indetto dal ministero degli Affari Esteri e, tra oltre
duemila concorrenti, risultò primo. Di colpo,
timidezza e introversità sparirono per far posto a una iperconvinzione di sé che a lungo
andare gli risulterà fatale. Portato per le lingue, in pochi anni imparò fluentemente francese, tedesco, polacco, spagnolo, portoghese
e soprattutto si concentrò sul russo, arrivando a livelli tali da poter comprendere anche
le minime sfumature della lingua. Vicecapo
della Divisione per gli Affari nell’Europa dell'
Est nel 1929, dopo l’elezione nel 1932 di
Franklin Delano Roosevelt accompagnò a
Mosca il primo ambasciatore americano
(William Christian Bullitt) dopo la Rivoluzione dell’ottobre 1917. Gradito a Stalin per la
profonda conoscenza della cultura sovietica,
Kennan rimase a Mosca fino al 1939, quando,scoppiata la guerra, venne inviato precipitosamente a Berlino.
Ma nell’aprile 1941,con gli Stati Uniti ancora neutrali, George rilasciò non richiesto sorprendenti considerazioni positive sulla Germania hitleriana, cosa che gli procurò critiche da parte dei suoi compatrioti, ma che
non gli impedì comunque di essere internato
per sei mesi dopo che il suo Paese era entrato
in guerra. Dal luglio 1944 all’aprile 1946 rientrò a Mosca quale capo della Delegazione
americana e da questo periodo trascorso in
Russia Kennan trasse il proprio convincimento che la crescente ostilità di Stalin altro non
fosse che la paura di apparire debole al proprio interno. Anche in questo caso, George
fornì una spiegazione personale riguardo
l’inevitabilità dimantenere in Unione Sovietica una dittatura comunista. Come d’abitudine ormai, considerava la sua teoria l’unica
possibile, incontrando stavolta il favore del
segretario alla Marina, James Vincent Forrestal, e del segretario di Stato George Catlet
Marshall. Con la presidenza di “Ike” Eisenhower la sua stella sembrò affievolirsi a
causa dell'ostracismo dei fratelli Dulles, John
Foster segretario di Stato ed Allen Welsh direttore della Cia, mentre nel 1961, con John Kennedy, ci fu un piccolo sussulto quale ambasciatore nella Jugoslavia di Tito fino al 1963 e
al tempo di Lyndon Johnson nell’aprile del
1967 con l’incarico di incontrare in Svizzera
la figlia di Stalin, Svetlana Alliluyeva, convincendola a rifugiarsi negli Usa. Si spense ultra
centenario a Princeton il 17 marzo 2005.
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PALINSESTI
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RAI UNO
RAI DUE
RAI TRE
CANALE 5
ITALIA UNO
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LA 7
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8.25
8.00 Agorà
10.00 Mi manda Raitre
11.00 Elisir “Dieta mediterranea”
11.10 Tutta salute “Pelle: la
mappatura dei nei”
11.55 Meteo 3 - TG3
12.25 Chi l’ha visto? 12,25
12.45 Quante Storie “I valori
della destra, oggi”
13.15 Rai Cultura - Il tempo
e la Storia
13.40 TG3 Fuori TG
14.00 TG Regione - Meteo
14.20 TG3 - Meteo 3
14.50 TGR Leonardo
15.05 TG3 L.I.S
15.10 TGR Piazza Affari
15.15 Il Commissario Rex
16.00 Aspettando Geo
16.40 Geo
18.55 Meteo 3
19.00 TG3
19.30 TG Regione - Meteo
20.00 Blob
20.05 Gazebo Social News.
Condotto da Diego
Bianchi
20.30 Prova pulsante...
Quasi Quasi Rischiatutto. Condotto da
Fazio e Ludovico Peregrini
20.40 Prima tv Un posto al
sole
21.15 Il mio nome è Bond
Casino Royale (Azione,
2006) con Daniel
Craig, Eva Green,
Mads Mikkelsen.
Regia di Martin Campbell.
0.00 TG3 Linea notte
TG Regione (all’interno)
1.00 Meteo 3
8.00
8.45
8.30 Supercar
10.30 Person of Interest
12.25 Studio Aperto Meteo.it
13.00 Grande Fratello VIP.
Condotto da Ilary Blasi
13.20 Sport Mediaset
13.55 I Simpson
14.25 Prima tv I Simpson
14.50 Prima tv free The Big
Bang Theory “La riverberazione del tormentone”
15.25 2 Broke Girls “E un ragazzo da mollare (aka
E la fine di un amore)”
15.50 Due uomini e mezzo
“Solo tre parole”
16.20 Prima tv free Baby
Daddy “Il ragazzo giusto”
16.50 How I Met Your Mother “Nostalgia di
casa” “Amicizia e privilegi”
17.40 Friends “Promesse e
ricordi”
18.05 Grande Fratello VIP.
Condotto da Ilary Blasi
18.30 Studio Aperto Meteo.it
19.25 C.S.I. NY “Incidente di
percorso” “Un caso diplomatico”
21.10 Colorado 2016
“Quinta puntata”.
Condotto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu
0.15 Animal House (Comico, 1978) con Tim
Matheson, John Vernon, Verna Bloom.
Regia di John Landis.
2.25 Studio Aperto - La
Giornata
8.30
9.30
7.55
9.40
10.00
11.05
11.50
13.30
14.00
15.15
16.30
16.40
16.50
18.45
20.00
20.35
21.25
23.30
0.55
1.30
2.00
Unomattina. Condotto
da Francesca Fialdini e
Franco Di Mare
Storie Vere
Tempo & Denaro. Condotto da Elisa Isoardi
La prova del cuoco.
Condotto da Antonella
Clerici
TG1
La vita in diretta. Condotto da Marco Liorni
e Cristina Parodi
Torto o ragione? Il verdetto finale. Condotto
da Monica Leofreddi
TG1
TG1 Economia - Che
tempo fa
La vita in diretta
L’eredità
TG1
Dal Teatro delle Vittorie Affari tuoi. Condotto da Flavio Insinna
Prima tv Un medico in
famiglia 10 “Operazione cupido” “Barattoli di birra disperata”.
Con Lino Banfi, Giulio
Scarpati
Petrolio “Giochi di potere”. Condotto da
Duilio Giammaria
TG1 Notte - Che
tempo fa
Cinematografo “Speciale Festival Internazionale del Film di
Roma”
Una Notte con il Cinema italiano L’uomo
nero (Commedia,
2009) con Valeria Golino, Margherita Buy.
Regia di S. Rubini.
10.00
10.55
11.00
13.00
13.30
13.50
14.00
16.00
17.15
18.00
18.15
18.30
18.50
19.40
20.30
21.10
21.20
22.40
23.35
1.50
Homicide Hills - Un
commissario in campagna
TG2 Lavori in corso
TG2 Flash
I Fatti Vostri. Condotto
da Giancarlo Magalli,
Adriana Volpe
TG2 Giorno
TG2 Tutto il bello che
c’è Estate
TG2 Medicina 33
Detto fatto “L’oroscopo di Melissa P.”
Question Time (Dir.)
Prima tv Madam Secretary “La via di
mezzo” con Tea Leoni
Rai Parlamento Telegiornale
TG2
TG Sport - Meteo 2
Blue Bloods “Ragazzi
da salvare” con Donnie Wahlberg
N.C.I.S. “Uccidete Ari
- seconda parte” con
Mark Harmon
TG2 - 20.30
Lol;-) con Réal Bossé
Prima tv Rai Criminal
Minds “Legami di sangue” “Ostaggi” con
Thomas Gibson
Criminal Minds “X”
con Thomas Gibson
Prima tv American Gothic “Libertà dalla
paura” “Madame X”
“Madri” con Juliet Rylance
Più leggero non basta
(Drammatico, 1998)
con Stefano Accorsi,
Sergio Abelli Regia di
Elisabetta Lodoli.
10.55
11.00
13.00
13.40
14.10
14.45
16.10
16.20
17.10
18.45
19.55
20.00
20.40
21.15
23.30
1.35
2.20
2.50
5.00
5.15
TG5 Mattina
Mattino Cinque. Condotto da Federica Panicucci e Francesco
Vecchi
TG5 - Ore 10
Forum. Condotto da
Barbara Palombelli
TG5 - Meteo.it
Beautiful
Una vita
Uomini e
Donne
Grande Fratello VIP.
Condotto da Ilary Blasi
Il segreto
Pomeriggio
Cinque. Condotto da
Barbara d’Urso
Caduta libera. Condotto da Gerry Scotti
TG5 Prima Pagina
TG5 - Meteo.it
Striscia la Notizia - La
voce dell’impudenza.
Condotto da Michelle
Hunziker ed Ezio Greggio
Prima tv
Il segreto “Alla ricerca
di Bosco” con Maria
Bouzas, Carlota Baro,
Alex Gadea, Sandra
Cervera, Ramon Ibarra
L’intervista
TG5 Notte Meteo.it
Striscia la Notizia - La
voce dell’impudenza.
Condotto da Michelle
Hunziker ed Ezio Greggio (Repl.)
Uomini e Donne
(Repl.)
Media shopping
TG5 - Meteo.it
SATELLITI
SPORT
TELEFILM
19.25 La sposa promessa Fill the Void
SCU
Con Hadas Yaron
19.30 Mune - Il guardiano
SCF
della luna
SCF
21.00 Home - A casa
21.00 The Wedding Party
SCP
Con Kirsten Dunst
21.00 Knockout - Resa dei
conti
SCM
Con Gina Carano
21.00 The Iron Lady
SCU
Con Meryl Streep
21.00 Ricomincio da tre
Con Massimo Troisi SCC
21.15 Hancock
SC1
Con Will Smith
21.15 Black Sea
Con Jude Law
SCH
22.30 Golden Gate
SCP
Con Matt Dillon
22.40 Scrivilo sui muri
SCF
Con C. Capotondi
22.40 The Boondock Saints
2 - Il giorno di Ognissanti
SCM
Con Julie Benz
22.50 Dio esiste e vive a
Bruxelles
SCU
Con B. Poelvoorde
22.55 The Reach - Caccia
all’uomo
Con Michael Douglas SC1
22.55 Scusate se esisto!
Con Paola Cortellesi SCC
23.15 Il Talento di
Mr. Ripley
Con Matt Damon
SCH
0.10 Whitney
SCP
Con Yaya DaCosta
0.15 Dubitando di Thomas:
bugie e spie
SCF
Con Forrest Landis
SC1
0.35 Inside Out
12.30 Golf, PGA European Tour
Portugal Masters: 1a
giornata. 1a parte
SP2
(Diretta)
14.00 Ciclismo, Abu Dhabi Tour
2016 Madinat Zayed
(1a tappa)
ES
(Diretta)
16.00 Golf, PGA European Tour
Portugal Masters: 1a
giornata. 2a parte
SP2
(Diretta)
19.00 Calcio, Uefa Europa League Inter - SouthamSP1
pton (Diretta)
19.00 Calcio, Uefa Europa League Liberec - FiorenSP3
tina (Diretta)
19.30 Ciclismo, Campionati Europei su pista 2016 2a
giornata, da St. Quentin, Francia (Diretta) ES
21.00 WWE Domestic Raw SP2
21.05 Calcio, Uefa Europa League Roma - Austria
SP1
Vienna (Diretta)
21.05 Calcio, Uefa Europa League Rapid Vienna SP3
Sassuolo (Diretta)
21.00 I maghi di Waverly DY
21.00 Prima tv Candice Renoir
“La verità è spesso conFC
traffatta”
21.00 The Big Bang Theory
“L’interruzione della locoF
mozione”
21.00 Rizzoli & Isles “StupraFL
tore seriale”
21.15 Mad Men “Disastro
SKA
aereo”
NCK
21.20 Game Shakers
21.25 The Big Bang Theory
“La soluzione del profesF
sore associato”
21.30 I maghi di Waverly DY
NCK
21.45 I Thunderman
21.50 Chuck “Chuck vs i servizi
F
segreti”
21.55 Zack e Cody sul ponte
DY
di comando
22.00 Rizzoli & Isles “La ragazza dagli occhi scuri” FL
22.05 Prima tv Candice Renoir
“Non è come sembra” FC
NCK
22.10 I Thunderman
22.10 Mad Men “Il benefatSKA
tore”
DY
22.25 Violetta
LEGENDA
C - CN Cult - Cartoon Network
SKM Sky Mondiali HD
D
Discovery Chan. HD
ES
Eurosport HD
DY Disney Channel
DOCUMENTARI
RAGAZZI
20.55 Gli ultimi giorni del
NGC
nazismo
21.00 Prima tv Affari di famiTHC
glia
D
21.00 Come è Fatto
21.25 Prima tv Affari
di
famiglia: I doni di NaTHC
tale
D
21.25 Come è Fatto
21.50 Roma, la città invisiTHC
bile
21.55 Gli ultimi giorni del
NGC
nazismo
18.50
19.15
19.40
20.05
20.30
20.55
21.20
21.45
22.10
22.20
22.35
23.00
Yokay Watch
NEXO Knights
Teen Titans Go!
Adventure Time
Adventure Time
Adventure Time
Teen Titans Go!
Teen Titans Go!
Clarence
Disney Topolino
Clarence
Lo straordinario
mondo di Gumball
CN
CN
CN
CN
CN
CN
CN
CN
CN
DY
CN
CN
Canale disponibile anche in alta definizione
F
Fox HD FC-FL Fox Crime HD Fox Life
SKA Sky Atlantic
MGM Metro Goldwyn Mayer
NCK Nickelodeon
13.00
14.00
15.30
16.35
18.55
19.35
19.55
20.30
21.15
23.40
23.45
1.45
2.05
CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE
FILM
HD
10.40
11.30
12.00
Cuore Ribelle
I Cesaroni 2 “Vuoi
ballare con me?”. Con
Claudio Amendola,
Elena Sofia Ricci
Ricette all’italiana
TG4 - Meteo.it
Un detective in corsia
“Il premio” con Dick
Van Dyke
La signora in giallo
“Chi ha visto Peter
Kerry?”
Lo sportello di Forum.
Condotto da Barbara
Palombelli
Flikken - Coppia in
giallo “Vecchi e nuovi
rancori”
Merletto di mezzanotte (Giallo, 1960)
con Rex Harrison,
Doris Day, Myrna Loy.
Regia di David Miller.
TG4
Dentro la Notizia Meteo.it
Tempesta d’amore
Dalla vostra parte.
Condotto da Maurizio
Belpietro
... Continuavano a
chiamarlo Trinità (Western, 1971) con Terence Hill, Bud
Spencer, Yanti Somer.
Regia di Enzo Barboni.
I bellissimi di R4
I signori della truffa
(Azione, 1992) con
Robert Redford, Sidney Poitier, David
Strathairn. Regia di
Phil Alden Robinson.
TG4 Night News
Media shopping
NGC National Geo.HD
SC1 - SCU Cinema 1 HD - Cult
SCC Cinema Comedy HD
SCF Cinema Family HD
SCH - SCM Cinema Hits HD-Max HD
SF1 Sky Formula 1 HD
SCP Cinema Passion HD
SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD
SKU Sky Uno
THC The History Channel
Rai 4
Rai 5
21.10 Prima tv Scorpion “Robots” con Elyes Gabel
22.00 Prima tv Scorpion “Super
Fun Guys” con Elyes Gabel
22.45 Prima tv Braindead - Alieni
a Washington
20.30 Concerto di inaugurazione
della stagione sinfonica
2016-2017 dell’OSN RAI
“In scaletta musiche di
Schubert e Mahler” (Dir.)
22.45 Annie Lennox - An Evening
of Nostalgia “American
collection”
Rai Storia
21.10 A.C.d.C. - Le civiltà del
passato
23.00 Rai Cultura - Il tempo e la
Storia
23.35 Il giorno e la storia
Rai Movie
21.10 Quel mostro di suocera
(Commedia, 2005) con
Jennifer Lopez. Regia di
Robert Luketic.
22.55 Roma daily
23.10 Hector e la ricerca della felicità (Avventura, 2014)
con Simon Pegg, Rosamund Pike. Regia di Peter
Chelsom.
Cielo
21.15 La prima missione (Azione,
1985) con Jackie Chan.
Regia di Sammo Hung.
23.00 L’amante di Lady Chatterley (Erotico, 1989) con
Malù.
11.00
13.30
14.00
14.20
16.15
17.05
18.00
20.00
20.35
21.10
0.00
0.10
0.45
2.50
Omnibus (Dir.)
Coffee Break. Condotto da Andrea Pancani (Dir.)
L’aria che tira. Condotto da Myrta Merlino (Dir.)
TG La7
TG La7 Cronache.
Condotto da Bianca
Caterina Bizzarri
Tagadà. Condotto da
Tiziana Panella (Dir.)
L’Ispettore Tibbs
“Non voltarti quando
corri - prima parte”
con Howard Rollins
L’Ispettore Tibbs
“Non voltarti quando
corri - seconda parte”
con Howard Rollins
Joséphine, ange gardien “Il beneficio del
dubbio” con Mimie
Mathy
TG La7
Otto e mezzo.
Condotto da Lilli Gruber (Diretta)
Piazzapulita. Condotto
da Corrado Formigli
(Diretta)
TG La7
Otto e mezzo.
Condotto da Lilli Gruber (Repl.)
L’aria che tira. Condotto da Myrta Merlino (Repl.)
Adorabili bugiarde
(Commedia, 1958)
con Nino Manfredi,
Roberto Risso,
Eloisa Cianni.
Regia di Nunzio
Malasomma.
CLASS TV
Class Cnbc
(Canale 507 di Sky)
18.00 Report - Il TG della
Finanza
21.00 Partita Doppia Global
Fashion Summit
22.00 Linea Mercati
Notte
22.30 Italia Oggi TG
Class Horse
(Canale 221 di Sky)
17.00 Cowboy tv
19.10 Highlights FEI Classics
2016: Burghley
Iris
Class TV Moda
21.00 North Country - Storia di
Josey (Drammatico, 2005)
con Charlize Theron. Regia
di Niki Caro.
23.35 Adesso cinema!
0.00 The Resident (Drammatico,
2010) con Hilary Swank
19.00 Ladies
21.00 Models New York Il reality della moda
23.30 Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi
stilisti
(Canale 180 di Sky)
CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE
Joi
Action
Premium Stories
20.25 New Girl “Le luci di Natale” “Festa di compleanno”
21.15 Prima tv The Goldbergs
22.05 L’uomo di casa “Miracolo
di Natale” “Eve contro
tutti” con Tim Allen
23.05 The Big Bang Theory
“L’incognita della convention”
20.25 Chicago Fire “La testuggine” con Jesse Spencer
21.15 Prima tv Containment
“Nothing Gold Can Stay”
“Yes Is the Only Living
Thing” “Path to Paradise” con David Gyasi
23.35 Action Magazine
23.50 Agent X “Sulla via del ritorno”
20.20 Covert Affairs “Escursione in Bielorussia” con
Piper Perabo
21.15 Shameless “Non dormire
più” “La famiglia nonostante i Gallagher” con
William H. Macy
23.20 Heartbeat “Una cura sperimentale” con Don Hany
0.05 X-Style
Premium Cinema
Studio Universal
Premium Sport
21.15 Prima tv Premium Cake
(Drammatico, 2014) con
Jennifer Aniston, Anna
Kendrick, Britt Robertson.
Regia di Daniel Barnz.
23.05 La casa sul lago del
tempo (Drammatico,
2005) con Keanu Reeves,
Sandra Bullock. Regia di
Alejandro Agresti.
21.15 Aracnofobia (Thriller,
1990) con Harley Jane
Kozak, Jeff Daniels, John
Goodman. Regia di Frank
Marshall.
23.15 Essi vivono (Fantascienza,
1988) con Roddy Piper,
Keith David, Meg Foster.
Regia di John
Carpenter.
19.30 YouPremium
21.00 Premium Champions League
22.30 Serie A Emotion
23.00 Premium Sport News
0.30 Premium Champions League
1.53 NFL Gameday 2016
2.20 NFL Green Bay Packers Chicago Bears (Diretta)
29
SPETTACOLI
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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cinema
::: Criticando
di GIACOMO FERRARI
Dario Fo e il cinema, un appuntamento sempre mancato
■■■ Dario Fo è scomparso da pochi giorni e i giornali hanno
dedicato pagine e pagine all’uomo, all’attore,al regista, all’autore teatrale, ma nessuno all’attività cinematografica e qualcuno
ci chiede perché. Eppure ha recitato in 7 film, metà dei quali
portano firme anche illustri (Lattuada, Lizzani, Pietrangeli).
Il fatto è che sullo schermo Fo non ha mai sfondato, anche
se due volte è stato protagonista (Lo svitato, Musica per vecchi
animali). Eppure come interprete (non come autore per carità) Fo è stato fra i nostri grandissimi. Solo sul palcoscenico
però.Come accadde a un altro mito, Gilberto Govi,la sua comicità non spaccava lo schermo. Per partire alla grande doveva
sentire (o immaginare di sentire) il calore del pubblico vicino.
Il cinema che spesso è un medium freddo lo annichiliva.
Dario era stato per i suoi sketch alla radio, uno dei miei idoli
di bambino, ma quando lo vidi arrancare confuso nello Svitato, ingroppii. E siccome agli idoli infantili è duro rinunciare,
attribuii la colpa a Lizzani, un regista che con l’umorismo ebbe
sempre poco a spartire. Colpa di entrambi probabilmente. E
colpa anche del PCI che allora amava mettere insieme i propri
attivisti, senza capire bene se erano compatibili o meno.
E non andò meglio in Musica per vecchi animali, con un
altro compagno di strada Stefano Benni, che di umorismo ne
ha da vendere, ma capacità di fare cinema zero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Da vedere
Da evitare
Jack Reacher 2
I Babysitter
Regia: Edward Zwick
Cast: Tom Cruise, Cobie
Smulders, Lee Child
Genere: azione
Durata: ore 2
Regia: Giovanni Bognetti
Cast: Diego Abatantuono
Genere: commedia
Durata: ore 1.24
●●
●●●
LA TRAMA Jack Rea-
cher ex ufficiale della
polizia militare, torna
in azione quando viene a sapere che una
sua collega è nel mirino di una cosca di militari implicati nel traffico di droga. La cerca e
la trova. E tra un inseguimento e una scazzottata scopre di essere
(forse) il padre di una
polposa adolescente.
PIACERÀ A chiva in cerca dei film d’azione di
Tom Cruise, convinto
(a ragione) che avrà
una robusta razione di
suspense e di movimento. Il secondo Reacher (Punto di non ritorno) non delude, anche se come trama e
personaggi non offre
apprezzabili
novità.
Ma è una bella chance
per Cobie Smulders,
brunetta sexy finora relegata a tappezzeria negli Avengers.
American
Pastoral
Regia: Ewan McGregor
Cast: Ewan McGregor,
Dakota Fanning
Genere: drammatico
Durata: ore 1.30
●●●
LA TRAMA Negli anni
60 un americano-tipo
che dalla vita ha avuto
tutto (successo, agiatezza, bella famiglia) vede
improvvisamente crollare il proprio mondo
quando scopre che la figlia è una terrorista e
pure assassina.
PIACERÀ A patto di
non imbarcarsi in confronti col romanzo di
Philip Roth vincitore
delPulitzer.Il libro voleva essere riuscendoci il
ritratto di un paese che
negli anni del Vietnam
e della contestazione
scopriva di non esser
più la terra promessa
dell’umanità. McGregor non ha un respiro
di narratore paragonabile a quello di Roth,
ma riesce ad andare al
sodo, cioè a rappresentare le ferite (mai rimarginate) degli adulti di
50 anni fa.
Una scena di «Io, Daniel Blake», pellicola drammatica di Ken Loach vincitore della Palma d’oro allo scorso Festival di Cannes
CINEPRIME/«Io, Daniel Blake»
SFIGATO DA PALMARÈS
Il film dell’80enne Ken Loach e vincitore a Cannes
commuove con il racconto di una vittima della crisi
::: GIORGIO CARBONE
■■■ Il Daniel Blake del titolo
è un falegname di Newcastle
non ancora sessantenne.
Troppo giovane per andare
in pensione. Troppo malconcio per continuare a lavorare.
È la diagnosi (spietata ma
esatta) del suo medico. Dopo
un severo infarto, Daniel non
è più in grado di reggere
un’occupazione continuativa.
Pazienza (molta pazienza,
Daniel era bravissimo come
carpentiere, e innamorato
del suo lavoro). Chiederà una
pensione d’invalidità. Ma l’operatore sanitario gliela nega.
Non ha abbastanza punti,
spiega (ma che diavolo sono
questi punti?). L’unica è arrivare a un’età pensionabile, e
arrancare con l’assegno di disoccupazione. Ma anche lì la
burocrazia mette i paletti. Se
vuoi l’assegno devi dimostrare di star cercando, devi, assurdamente, lavorare (ma come fa ormai Daniel col suo
cuore matto?). E intanto deve
riempire moduli. Una parola
per Blake che non ha mai imparato a usare il computer
(qui lo vediamo affannarsi
sull’online, e la cosa è di un
disperato divertimento).
Morale, Daniel si è trovato
da un giorno all’altro nella categoria dei nuovi poveri. Il
che vuol dire sopravvivere alla giornata, fare la fila dove
danno un pasto gratis, sottoporsi a umiliazioni che nell’800 toccavano ai reietti degli
slums. Ma un giorno Daniel
fa l’incontro che gli rischiara
la vita. Nella folla dei disperati
incontra una ragazza molto
più giovane. La fiamma del
sesso, da tempo sopita (Daniel è vedovo di una donna
psicotica) si riaccende. Se la
società non vuole più nulla
da Daniel, lui può dare qualcosa a questa ragazza maltrattata più di lui dall’esistenza (è
una single con due figli che
ha perso il lavoro e ha dovuto
lasciare Londra). Il messaggio del film è chiaro. La società ti ha tolto la dignità, ma tu
puoi riprendertela proteggen-
Io, Daniel Blake
do chi la dignità (cioè il lavoro, cioè l’autostima) l’ha
smarrita prima di te.
PIACERÀ
E molto. A patto che riusciate a rimontare (noi l’abbiamo
fatto) le molte pregiudiziali
politiche che Ken Loach, in
una carriera più che cinquantennale ha sempre messo nelle sue opere. Oggi come mezzo secolo fa, la lotta di classe è
sempre al centro delle sue
opere. Da vecchio comunista
(mai pentito) ha sempre sparato, ogni volta che poteva,
persino sul Welfare britannico (che quando Ken era giovane era additato a modello
in tutto il mondo).
Figuriamoci se non spara
oggi, che il Welfare è palesemente inadeguato e non tutela più, come si diceva una volta il cittadino «dalla culla alla
bara». Mettendo in scena un
REGIA Ken Loach
CAST Hayley Squires, Dave Johns, Natalie Ann Jamieson
GENERE drammatico
DURATA ore 1.40
VOTO ● ● ●
diseredato che alla bara non
ci può nemmeno arrivare serenamente, Loach ha indubbiamente buon gioco (di Daniel Blake s’è riempita l’Europa). Ma a questo punto è il caso di dire che il gioco alla sua
veneranda età (80 compiuti)
Ken lo sa condurre in modo
magistrale (meritata, eccome
la Palma d’oro a Cannes). È
più bravo ora che da giovane.
Guida gli attori da maestro,
costringe lo spettatore a calarsi nei panni di Blake e della
sua ragazza, anche se non ha
ancora l’età di Daniel e fortunamente i suoi problemi.
E nei cento minuti riesce a
darci sequenze indimenticabili. Come il colloquio iniziale
(qualcuno lo ha definito,volutamente kafkiano, ebbene sì
nel tempo degli esodati siamo tornati ai tempi di Kafka).
Ma il top del pathos Ken lo
raggiunge (e lo fa raggiungere
alla sua attrice, Hayley Squires) nella scena del banco alimentare, quando la ragazza
perde ogni remora, e addenta famelica un pacco di fagioli
e subito dopo piange a dirotto sulla propria dignità perduta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA TRAMA Per arruffianarsi il proprio capo,
un giovane avvocato accetta anche compiti ancillari, come far da sitter al suo pestifero baby. Che sarebbe già arduo tenere a bada.Figuriamoci quando in casa del capo piombano
gli amici del giovane,
decisi a festeggiare lì il
suo compleanno. Per
la piccola peste la presenza degli estranei
equivale a una licenza
di uccidere.
SPIACERÀ A chi sta imparando a diffidare di
certe commedie nostrane remake di (troppo)
recenti successi francesi(nelcaso specifico Babysitting di Bemamou
e Lacheau). Perché il
confronto è sempre a
nostro sfavore. I comici
di Colorado (Ruffini, Pisani) ai colleghi francesi (Jugnot, Desagnat)
non gliallacciano neanche i mocassini.
Pay the Ghost
Regia: Uli Edel
Cast: Nicolas Cage,
Veronica Ferres
Genere: horror
Durata: ore 1.34
●●
LA TRAMA Un prof
troppo preso dalla carriera universitaria per
essere un buon padre,
cerca di rimediare portando il figlioletto alla
parata di Halloween a
New York. Ma è proprio nel gran bailamme che il bambino
scompare.Un anno dopo, sempre a Halloween il prof non s’è ancora rassegnato alla perdita e anzi s’è convinto
dell’esistenza di un fantasma che rapisce bambini proprio nella notte
di Ognissanti.
SPIACERÀ A chi date le
premesse (la regia del
tedesco Edel, un trailer
decisamente promettente)s’aspettava un robusto prodotto di suspense. Ma Pay the
Ghost è solo gonfio, un
pastrocchio che mette
molta carne al fuoco,
ma tutta di seconda
scelta.
Samp, Pradè responsabile area tecnica
Lippi vicinissimo alla nazionale cinese
Basket, Milano fa visita al Darussafaka
Daniele Pradè è il nuovo responsabile dell’area tecnica della Sampdoria. L’ex dirigente di Fiorentina e Roma era già stato vicino all'arrivo alla Samp in estate, in sostituzione del direttore sportivo, Carlo
Osti. Per il momento, invece, sembra che i due conviveranno nel
quadro dirigenziale della società blucerchiata.
Marcello Lippi è vicinissimo al ritorno in Cina. Stavolta però ad aspettarlo è la nazionale di calcio: nella prossima settimana, l’ex ct azzurro vedrà
la controparte cinese per trovare l’accordo. Lippi avrà il compito di risollevare una nazionale che, nei quattro match della 2ª fase delle qualificazioni ai Mondiali 2018, ha ottenuto solo 1 punto a fronte di 3 sconfitte.
Nella seconda giornata di Eurolega l’EA7 Milano sarà di scena a Istanbul contro il Darussafaka. La formazione turca, allenata dall’ex Cleveland e Maccabi David Blatt, potrebbe essere la sorpresa dell’anno: «Ci
aspetta una partita simile a quella che abbiamo giocato con il Maccabi - avvisa coach Repesa - Per noi sarà importante limitare gli errori».
Champions League: al San Paolo ko 2-3 con il Besiktas
Che ciucci!
Il Napoli recupera il doppio svantaggio (Mertens-Gabbiadini)
e sbaglia un rigore (Insigne). Al 41’ i turchi riaprono il girone
::: CARLO MARIA AUDINO
Pagelle
Disastro Jorginho
Zielinski in palla
Papere di Reina
NAPOLI (4-3-3)
Reina 4.5: festeggia le 150 presenze in Europa con una pessima prestazione. Gravi errori sul secondo
e terzo gol del Besiktas.
Maggio 5.5: non chiude la diagonale sul gol di Adriano. Cerca di
riscattarsi in attacco, ma non ciriesce più di tanto.
Chiriches 6: non è Albiol, ma fa
meglio di Maksimovic contro la
Roma.
Koulibaly 6: stavolta non commette errori gravi, ma si vede che
non gioca in sicurezza.
Ghoulam 5.5: buon primo tempo, ma cala nella ripresa.
Zielinski 6.5: Corsa, grinta e tanti suggerimenti. In palla fino a che
rimane in campo (dal 37’ st Allan
sv).
Jorginho 5: altro errore clamoroso che regala il 2-1 ai turchi. È la
seconda volta consecutiva in
Champions (dal 25’ st Diawara
5.5: non incide).
Hamsik 6: cerca di tenere su la
baracca, ma non riesce a dare la
scossa alla squadra quando c’è bisogno di cambiare il corso del match. Mancano le sue proiezioni offensive e la velocità che riesce a dare con le sue giocate. Grande lancio per Callejon in occasione della
rete di Mertens.
Callejon 6: sembra aver perso lo
smalto di inizio stagione. Qualche
bella galoppata sulla fascia e l’assist per il gol di Mertens.
Mertens 7: riesce a fare gol al
quarto tentativo. I primi tre se li divora e fa disperare il San Paolo che
poi esulta quando mette a segno
la sua terza rete stagionale in
Champions. Si procura i due rigori
assegnati al Napoli.
Insigne 5: non entra mai in partita. Sbaglia troppi passaggi e inoltre
calcia in malo modo il rigore del
possibile 2-2 (dal 20’ st Gabbiadini 6.5: appena entrato si assume
la pesante responsabilità di calciare il secondo rigore. E non fallisce).
BESIKTAS (4-2-3-1)
Fabri 6.5, Beck 6, Marcelo 5.5, Tosic 6, Erkin 6; Uysal 6.5(44’ st Talisca sv), Hutchinson 6; Quaresma
6.5, Arslan 6 (30’ st Tosun sv),
Adriano 7 (26’ st Inler sv); Aboubakar 7.5.
G.DEC.
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■■■ Quando il Napoli è in campo le
emozioni non mancano mai. Peccato che gli azzurri abbiano fatto tutto
con le loro mani, buttando via una
ghiotta occasione per chiudere (o
quasi) il discorso qualificazione. La
sconfitta per 3-2 in casa contro il Besiktas mette in evidenza tutti i pregi
ma anche tutti i difetti dei partenopei.
Alla fine Sarri ha scelto di rinunciare alla prima punta, schierando Mertens come falso nueve, relegando un
Gabbiadini alquanto deluso in panchina. Le occasioni ovviamente non
sono mancate, ma la mancanza di
un centravanti di peso si è fatta sentire. Il Napoli ha avuto il pallino del gioco per tutta la partita ma, allo stesso
tempo, ha commesso delle ingenuità
clamorose che hanno permesso al
Besiktas di bucare per ben due volte
Reina. Koulibaly, Maggio (schierato
titolare a un mese dalla sua ultima
apparizione, in campionato contro il
Chievo), ma anche Jorginho e lo stesso Reina hanno fatto vedere quanto
gli azzurri siano vulnerabili dietro anche contro una squadra che, obiettvamente, si presenta al quanto attendista.I due gol degliavversari infatti arrivano da due distrazioni colossali della retroguardia napoletana: prima è
Maggio a non coprire sul taglio da destra di Adriano, liberissimo di insaccare sull’assist al bacio di Quaresma;
poi è Jorginho a regalare il pallone ad
Aboubakar con un retropassaggio
sciagurato che mette l’attaccante davanti a un Reina tutt’altro che impeccabile. Proprio per questo sembra
che la miglior difesa per gli uomini di
Sarri sia tenere il possesso palla perché, quando il Napoli fa il Napoli, ha
poche rivali: netta supremazia territoriale e un possesso palla quasi schiacciante. Infatti basta un lampo, un taglio eseguito alla perfezione da Callejon che ha portato Fabbri al doppio
errore, prima con una ribattuta goffa
e poi atterrando Mertens e causando
il rigore. Peccato che l’esecuzione sia
lo specchio della crisi mistica che sta
attraversando Insigne con l’estremo
difensore dei turchi che respinge la
sua battuta, rischiando di condannare il Napoli.
E allora, da quel momento, lo psicodramma diventa collettivo, anche
perché negli azzurri si fa sentire anche la stanchezza di un match giocato costantemente a mille all’ora. Allora Sarri si gioca la carta, inserisce quel
tanto criticato e contestato Manolo
Gabbiadini. Neanche a dirlo e, vuoi il
destino, vuoi la caparbietà degli azzurri, arriva un altro calcio di rigore
conquistato ancora da Mertens, abbracciato e atterrato dalla meteora interista Caner Erkin. Chi si prende la
responsabilità? Ovviamente Gabbia-
dini, e ovviamente segna, rigenerando tutto l’ambiente. Dopo neanche 5
minuti è ancora Gabbiadini a insaccare con una bellissima rovesciata,
peccato solo che il guardalinee abbia
la bandierina alzata. E da lì alla fine il
tormentone è sempre lo stesso con il
Napoli che crea e distrugge da solo.
E, infatti, frantuma per l’ennesima
volta quanto fatto di buono: ancora
un assist di Quaresma raccolto da
Aboubakar che sfrutta l’incertezza da
principiante di Reina per chiudere il
match.
La squadra di Sarri ora deve sì pensare alla qualificazione (e sarà indispensabile fare risultato a Istanbul vista la vittoria del Benfica sul campo
della Dynamo Kiev per 2-0), ma deve
soprattutto pensare a ritrovarsi e capire cosa vuol fare del suo futuro: se
quella travolgente di inizio stagione,
o questa versione opaca che sembra
aver smarrito il suo faro e sta imbarcando acqua da tutte le parti.
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Le altre: show di Bayern e Arsenal
Pure Guardiola va in Barça
City ko 4-0 (tripletta Messi e Neymar), blaugrana e Atletico a punteggio pieno come il Leicester
::: FRANCESCO PERUGINI
■■■ Favola Leicester, capitolo
secondo. Mentre in Premier la
stella delle Foxes sembra tramontata dopo l’incredibile cavalcata
2015, la squadra di Ranieri continua però a far sognare i
propri tifosi stavolta sul
palcoscenico inedito
della Champions League: nove punti in tre
partite grazie alla vittoria interna per 1-0 con
il Copenaghen, che ha
bissato quella con ilPorto e il successo all’esordio in casa del Club
Brugge (0-3). Da record il portiere Kasper
Schmeichel, ancora a
zero reti incassate (come lui solo super Buffon e Oblak dell’Atletico), a differenza di quanto avvenuto finora
in campionato con ben 14 gol presi in otto giornate. Finora in patria il Leicester ha raccolto appena otto punti e con il 13esimo posto è molto più vicino alla lotta salvezza che al vertice della classifica. E sembra dare ragione ai broker che, in estate, davano come
più probabile la retrocessione
piuttosto che il titolo bis. «Siamo
SOGNO PROIBITO
A sinistra Ranieri (64
anni) tecnico del
Leicester che martedì ha
battuto il Copenaghen. A
destra Messi (29) [LaP]
tornati con i piedi per terra», si
era rassegnato persino Ranieri a
inizio ottobre.«Sono orgoglioso
per la vittoria, ma arrabbiato per
quanto stiamo facendo in Premier», ha corretto il tiro allenatore italiano. In fondo, per comprendere l’incongruenza tra le
prestazioniin casa e quelle in coppa, basta guardare ai numeri dell’eroe del match contro i danesi,
Mahrez: tre gol in Europa in 259’,
appena uno in 602’ in Inghilterra.
A punteggio pieno a metà dei
gironi come il Leicester, ci sono
l’Atletico Madrid – che supera a
fatica il Rostov con una perla di
Carrasco – e il Barcellona (gruppo C). Guardiola deve arrendersi
ancora al Camp Nou: a
condannare Pep e il
suo Manchester City è
la tripletta di un Messi
straordinario e il gol nel
finale di Neymar, che
cancellano anche la paura per i ko nel primo
tempo di Piqué e Alba
(gli inglesi ora sono tallonati a una sola lunghezza dal Borussia
Moenchengladbach,
trionfatore in casa del
Celtic). Tiene il passo
dei colchoneros, nel
gruppo D, il Bayern, dominatore
contro il Psv: nemmeno la rete di
Narsingh riesce a rovinare lo
show dei bavaresi coronato da
Muller, Kimmich, Lewandowski
e Robben (4-1). In un girone A
senza storia, guidano a quota 7
l’Arsenal – 6-0 al Ludogorets (tris
di Ozil) – e il Psg, che supera 3-0 il
Basilea (Di Maria, Lucas e Cavani).
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31
SPORT
NAPOLI - BESIKTAS
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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@
2-3
RETI: 13’ pt Adriano, 30’ pt Mertens, 38’ pt e 41 st Aboubakar, 24’ st Gabbiadini.
NAPOLI (4-3-3): Reina; Maggio, Chiriches, Koulibaly,
Ghoulam; Zielinski (37’ st Allan), Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne (20’ st
Gabbiadini). All. Sarri
BESIKTAS (4-2-3-1): Fabri, Beck, Marcelo, Tosic, Erkin; Uysal (44’ st Talisca), Hutchinson; Quaresma, Arslan, Adriano (26’ st Inler); Aboubakar.
All. Gunes.
ARBITRO: Karasev (Russia).
NOTE: ammoniti Adriano, Maggio, Erkin.
Mistero Bonucci «Voleva venire a Manchester»
■■■ Dopo il lungo corteggiamento estivo del
Chelsea, emerge un nuovo retroscena su Leonardo Bonucci. A svelarlo ai microfoni di Radio Catalunya è l’amministratore delegato del City Ferran Soriano: «Ci sono molti giocatori che vogliono venire a giocare da noi ed essere allenati da
Guardiola. Tra questi, c’è anche Bonucci che ci
ha chiamato per trasferirsi a Manchester. Ho par-
lato con il ds della Juve Paratici: mi ha risposto
che non lo vendono». Soriano ha parlato anche
delle recenti voci che supponevano un’offerta
del City per i campioni del Barcellona: «Non abbiamo mai fatto offerte per Iniesta, Busquets o
Neymar. Quello che dicono i procuratori è falso.
Messi? Se vuole venire, le porte sono aperte».
CMA
L’ELISIR DI GIGI
Il segreto di Buffon
è saper invecchiare
Cambio di stile in funzione all’età: per questo è ancora il n˚1
E a differenza di altri saprà dire basta al momento giusto
::: CLAUDIO SAVELLI
■■■ Sarebbe stato naturale,
La disperazione di
Dries Mertens (29
anni), autore di una
rete nel 2-3 del Napoli
contro il Besiktas [LaP]
6
0
3
0
Arsenal
PSG
Basilea
Ludogorets
7
7
1
1
2
3
0
2
Napoli
Besiktas
Benfica
Dinamo Kiev
6
5
4
1
0
2
4
0
Barcellona
Man City
M’gladbach
Celtic
9
4
3
1
0
1
4
1
Atletico M.
Bayern M.
PSV
Rostov
9
6
1
1
quasi banale, esultare dopo
quelle tre parate. Il cui valore,
in fondo, è lo stesso di un gol
segnato, e quindi motivo di celebrazioni. Invece, Gigi Buffon
non ha esultato dopo gli interventi su Fekir e Tolisso - che
hanno ribaltato il destino di
una partita, quella di Lione, che
sembrava condannare la Juventus -, concedendosi solo un pugno levato al cielo dopo il rigore
parato a Lacazette. Si è rialzato
composto ogni volta, il portiere
bianconero, calibrando ogni
movimento del corpo. Perché,
come dirà dopo la partita, «l’esultanza è sempre un’energia
che sprechi», ma soprattutto
perché la grandezza di un campione risiede nello spostare i riflettori da sé alla squadra.
E poi lo sguardo, che è il riflesso della forza d’animo. Ed è
quello che colpisce in Buffon.
Prima, durante e dopo una partita, i suoi occhi sono imperturbabili e consapevoli, eppure
emotivi, quasi stanchi. Ma di
una stanchezza sana, di chi ha
vissuto una vita tanto intensa
quanto gradita, a tal punto da
volerla prolungare ilpiù possibile. Solo quelli così possono reggere la crudeltà del calcio, uno
sport senza riconoscenza, che a
38 anni può toglierti tutto quello che ti ha dato.
Ma essere forti non significa
non avere paura. Buffon ne ha,
ma anziché respingerla, questa
paura, l’accarezza, la fa sua, la
modella elevandola a virtù. Lo
scorso marzo, in un’intervista rilasciata a So Foot, disse: «Nonostante l’età, ho ancora paura
quando gioco. E la cosa che mi
piace di più è proprio la consapevolezza di essere spaventato,
ma di voler affrontare la paura». Eccola l’essenza di Buffon,
il suo segreto. La paura di fare il
proprio mestiere, di sbagliare,
di non essere all’altezza supera
la consapevolezza di aver già
fatto abbastanza, di essersi guadagnato un credito pressoché illimitato. Per Gigi,ilglorioso passato non ha alcuna importanza
senza un futuro all’altezza.
Dunque, Buffon ha una perenne voglia di sfidare il logorio
del tempo. Ma lo fa in maniera
saggia,cioè cambiando stile,approccio e tecnica di parata. Per-
ché con gli anni che passano la
forza e l’esplosività progressivamente svaniscono e a quel punto c’è solo l’essenza, la tecnica
del portiere. Buffon l’ha capito
per tempo, e nella capacità di
plasmare il suo modo di parare
è il migliore al mondo. Lo è soprattutto per quello, più che
per il palmares, per il record dei
973’ di imbattibilità in A, per i
357 clean sheets su 66 partite
con un club, i 56 su 112 partite
con l’Italia.
I numeri aiutano a definire la
grandezza del portiere, ma non
saranno mai in grado di delinearla del tutto. Perché è Buffon
stesso a imporre la misura, essendo condannato ad essere
sempre meglio del migliore, e
quindi di se stesso. Una croce,
ma anche un obiettivo costante, che spinge al miglioramento, finché il corpo risponde. Ecco perché, nelle dichiarazioni
post-Lione («Qualcuno mi ha
fatto il funerale, ma non troveranno nessuno» ) Gigi rivendica il diritto, sacrosanto, di essere l’unico artefice della propria
fine sportiva, lasciando cadere
nel vuoto le critiche dopo gli errori contro Spagna e Udinese. È
la condizione propria del numero 1, di nome e di fatto, che
vuole terminare esattamente
come ha iniziato in quelParmaMilan del 19 novembre 1995:
solo, con una porta da difendere alle proprie spalle.
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Europa League: in campo anche Rapid-Sassuolo e Slovan-Fiorentina
De Boer in bilico ripesca Brozovic
Chance per il croato contro il Southampton. A Roma incubo ultrà austriaci, Totti vuole il 100˚ gol
■■■ Ora o mai più. Almeno in Europa
League è questo il motto dell’Inter. Dopo le due sconfitte iniziali, i nerazzurri,
ancora fermi a 0 in classifica, ricevono il
Southampton (alle 19) e vanno alla ricerca di punti e di certezze. «Se mi sento in
discussione? Questo è un progetto, mi
sento come un pilota di Formula 1 che
deve guidare una nuova macchina e
che deve prendere confidenza», afferma De Boer, «io continuo ad avere fiducia in questa squadra. Serve tempo e
non si può pensare che arrivi qualcuno
e stravolga tutto».
La saggezza non gli manca, ma ora
devono arrivare anche i risultati perché
un’altra sconfitta verrebbe mal digerita
da tutto l’ambiente. Per questo verranno confermati 7 degli 11 uomini che sono scesi in campo con il Cagliari: oltre al
modulo (probabile il 4-3-3), le novità saranno Nagatomo in difesa, Gnoukouri
in mediana, Eder al posto di Perisic e
soprattutto il probabile ritorno di Brozovic. Il croato sembra aver convinto il tecnico a dargli una chance a un mese dall’ultima apparizione con l’Hapoel. Davantiancora Icardi che proverà a mettersi alle spalle tutta la vicenda con la curva
e rispondere in campo alle polemiche a
suon di gol.
La Roma di Spalletti, all’Olimpico, attende l’Austria Vienna (in diretta in chiaro su Tv8 alle 21.05, ospite in studio la
tifosissima giallorossa Cristiana Capotondi). Più che il match, a preoccupare
nella Capitale sono i quasi 2000 ultrà austriaci attesi in città, già noti per gli scontri in Italia (nel 2009 a Parma) e forti del
gemellaggo con i tifosi della Lazio. Quasi
sciolti tutti i dubbi di formazione: in porta ci sarà Alisson, Gerson a centrocampo (Strootman non ha ancora i 90’ nelle
gambe) e la coppia Iturbe-Totti a sostituire Salah e Dzeko, con il capitano giallorosso che cerca il 100esimo gol con Spal-
letti.
La Fiorentina, in casa dello Slovan Liberec (ore 19), va alla ricerca del gol perduto: la vittoria manca dal 29 settembre
(5-1 con il Qarabag) con, in mezzo, una
sconfitta a Torino e il pari senza reti con
l’Atalanta. In campo potrebbe rivedersi
Ilicic (out in campionato per un problema alla caviglia), e ci sarà ampio spazio
per chi ha giocato meno sinora.
Il Sassuolo, invece, cerca la vittoria a
Vienna contro il Rapid (ore 21.05) per
continuare il sogno europeo. Il forfait di
Letschert, oltre alle defezioni di Berardi
e Missiroli, costringe Di Francesco a
chiedere gli straordinari, con Acerbi che
giocherà la terza gara consecutiva. Il probabile turno di riposo per Ricci lancia in
attacco Politano e Ragusa con, in mezzo, il possibile ritorno di Matri (in ballottaggio con Defrel).
CMA
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32
__Giovedì 20 ottobre 2016__
IN VIA SANT’ANTONIO
Terrazza «abusiva» in centro
Il Tar dà ragione a Ferrante jr
servizio a pagina 34
SULLA SCIA DI EXPO
I NUMERI DI IERI
::: 15 Borseggi
::: 22 Scippi
::: 18 Rapine
::: 28 Truffe
::: 17 Furti in appartamenti e negozi
::: 6 Furti di autovetture
::: 21 Furti a bordo di autovetture
::: 7 Arresti
Ecco i sei alberghi di lusso
che verranno aperti a Milano
Servizio a pagina 37
Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]. Pubblicità: SpeeD Società pubblicità editoriale e Digitale, Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 - 20090 Assago (Milano); tel. 02.57577.605/640
:::
Commento
IlPapainperiferia
manonconsegnilecase
aisolitiimmigrati
::: ROBERTO POLETTI
■■■ Il prossimo 25 marzo, dunque, Papa
Francesco farà visita a Milano. Per l’occasione, il cardinale uscente Angelo Scola, ha
annunciato una bella iniziativa: la ristrutturazione di 55 appartamenti che andranno
alle persone povere. La sistemazione delle
case, che si trovano tutte nella difficile periferia della nostra città, sarà fatta dalla fondazione San Carlo, grazie al contributo dell’8
per mille. Negli alloggi, assegnatidal Comune e sistemati dalla fondazione, verranno
inserite persone che hanno diritto all’accesso alla casa.
Probabilmente sarà proprio il pontefice
che consegnerà la chiavi degli appartamenti a chi ne ha bisogno, questa almeno la
proposta di Scola. Resterà da vedere, vista
la ruggine che cova tra i due uomini di Chiesa, se Francesco si presterà al gioco e se lo
stesso Scola, che si ritirerà a brevissimo a
vita privata, sarà ammesso a fare da maestro di cerimonia. Va sottolineato un fatto:
una volta di più la Chiesa di Milano arriva
dove l’amministrazione pubblica non funziona.Non si capisce per quale strano motivo, infatti, il sindaco Giuseppe Sala non faccia anche lui la stessa cosa: prendere un
po’ di appartamenti malconci (che poi sono i suoi, quelli gestiti dal Comune), sistemarli e darli a chi ha davvero bisogno.
Tra queste persone che hanno perso tutto, mi permetto di ricordare sommessamente, sia a quelli con la tonaca che a quelli senza, che ci sono anche le famiglie italiane. Non vorrei che il 25 marzo o quando
sarà, si assistesse alla solita cerimonia a favore dei poveri immigrati e basta. C’è peraltro un precedente che riguarda proprio il
cardinale Angelo Scola che avrebbe creato
molta irritazione nei corridoi vaticani. Lo
scorso anno,a Cinisello Balsamo, la parrocchia ospitò nove richiedenti asilo pakistani, lasciando al freddo, tra gli altri, un cinquantenne italiano, Marco, che dormiva
da cinque anni nel parcheggio di un supermercato vicino. Il poveretto morì dentro la
sua auto, dimenticato da tutti. Attendiamo
fiduciosi la lista degli ammessi agli appartamenti rilevati dalla diocesi. Aiutare gli italiani non fa tendenza e non regala buona
stampa. Ma è pur sempre un atto di carità
cristiana. No?
Anche Scola ammette: gli italiani non sono razzisti, hanno paura
Sala regala ai profughi
anche i nostri ex ospedali
Tra i papabili l’ex San Gerardo di Monza. Un caso la rissa in Centrale: «Scene da terzo mondo»
UNA MOSTRA E UNA SETTIMANA DI WORKSHOP
Il Lego diventa arte ed entra in azienda
■■■ A Milano la gestione degli immigrati è diventata un
problema serio, al quale va
posto rimedio quanto prima:
la drastica presa d’atto non arriva dalla Lega, bensì dal sindaco Beppe Sala: «Il cuore di
Milano è grandissimo, ma
ora stiamo lavorando con il
Prefetto perché la situazione
deve essere sbloccata. Serve
un impegno maggiore anche
da parte del governo per la disponibilità di spazi. Secondo
indiscrezioni i futuri centri saranno nell’hinterland.
servizio a pagina 35
LA PROVOCAZIONE
«Venite a Rogoredo
l’iper della droga»
::: MASSIMO SANVITO
■■■ Un volantinaggio ironi-
co da parte dei residenti di Rogoredo, per denunciare il degrado della zona. Vicino alla
stazione c’è la più grande piazza di spaccio della regione
a pagina 35
::: ALESSIA ALBERTIN
■■■ È il mattoncino più famoso del
mondo. Ci hanno giocato milioni di
bambini e ora è anche arte e strumento di lavoro per le aziende. L’arte è quella dell’artista americano Nathan Sawaya, che ha portato a Milano una delle «dieci mostre da vedere
al mondo». Lo strumento di lavoro
invece è quello del sistema di consulenza aziendale Lego Serious Play
che permette di utilizzare il capitale
umano attraverso il gioco.(...)
segue a pagina 39
Sono 5mila a Milano: «Non è la nostra guida»
I buddisti indifferenti al Dalai Lama
■■■ Nel bel mezzo del caso diplomatico legato all’arrivo del Dalai Lama in città, c’è una
parte della Milano buddhista che rimane quasi indifferente di fronte al leader spirituale del
buddhismo tibetano. È la Soka Gakkai, l’associazione che riunisce quanti seguono e praticano gli insegnamenti del maestro giapponese Nichiren Daishonin.
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ILARIA PEDRALI a pagina 34
La ricerca del San Raffaele
Scoperte le staminali che riparano il cervello dopo l’ictus
::: MASSIMO SANVITO
■■■ Il trapianto dicellule stami-
nali neurali accelera il recupero
delle funzioni cerebrali compromesse dopo un ictus. A svelarlo
è stato un gruppo di ricercatori
dell’Unità di Neuroimmunologia dell’Ospedale San Raffaele,
coordinati dal direttore scientifico Gianvito Martino, dopo test
su cavie da laboratorio. La ricerca, pubblicata sul Journal of
Neuroscience, ha dimostrato come le cellule staminali neurali,
somministrate tramite un’iniezione del sangue, siano capaci
di raggiungere l’area del cervello
danneggiata e di produrre una
proteina chiamata «fattore dicrescita».Questa frena glieffettineurotossici dell’ictus e promuove
la plasticità cerebrale, grazie alla
quale le aree sane circostanti si
adattano per supplire alle funzioni perse. Il trapianto delle cellule
ha maggiore efficacia se operato
appena dopo l’ictus, quando l’area cerebrale attorno alla parte
colpita
mostra
maggiore
plasticità. Non solo ictus, ma anche altri disturbi neurologici. «A
seconda del tipo di malattia, le
staminalineurali entrano in azione in modo diverso, secondo il
meccanismo della plasticità terapeutica», ha spiegato il professor
Martino.
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ASSESSORE REGIONALE
Appalto sospetto
Il leghista Garavaglia
rinviato a giudizio
CLAUDIA OSMETTI a pagina 34
34
CRONACA
__Giovedì 20 ottobre 2016__
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
Via Sant’Antonio
Casa abusiva in centro
Il Tar salva il terrazzo
del figlio di Ferrante
::: MASSIMO COSTA
andrà. E probabilmente nemmeno
gli altri appartenenti alla comunità.
Non per una particolare avversione ma per il semplice fatto che non
ne riconoscono ilruolo diguida spirituale, non essendo previsto nel
buddhismo un capo unico a cui fare riferimento. Per intenderci, nel
buddhismo non esiste per definizione l’equivalente del Papa.
«Il Dalai Lama l’ho visto una volta sola, per curiosità, quando qualche anno fa è venuto a Milano», afferma Jeran, «e non ho trovato una
grande affinità spirituale con lui,
pur riconoscendogli la statura di
leader politico». I vertici dell’associazione ci tengono a non essere
messi in contrapposizione agli altri
buddhisti, dato che sono un’unica
famiglia e a livello europeo fanno
parte della medesima Unione Buddhista. In Italia le cose vanno diversamente, principalmente per una
questione di numeri, ci dicono, e
l’Unione Buddhista Italiana e la Soka Gakkai sono due realtà distinte.
La prima venne riconosciuta come
Ente religioso nel 1991 e poi firmò
un’intesa con lo Stato italiano nel
2012. La seconda, dopo un periodo
in cui dal 1997 era stata inclusa nel
rapporto della Direzione centrale
polizia diprevenzione «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia», è stata riconosciuta come Ente
religioso nel 2000 e solo lo scorso
anno ha firmato l’intesa con lo Stato italiano. Anche la Soka Gakkai,
dal prossimo anno, come l’Unione
Buddhista Italiana potrà beneficiare dell’8 per mille.
■■■ Il Comune gli ha intimato a giugno
di demolire l’ampliamento del suo terrazzo al terzo piano di via Sant’Antonio 2 perché realizzato «abusivamente» e senza i
necessari permessi edilizi. Ma Mauro Ferrante, figlio dell’ex prefetto di Milano Bruno che si candidò sindaco per il centrosinistra nel 2006, vince il primo round contro
Palazzo Marino davanti ai giudici amministrativi: il Tar di Milano, nella sentenza
pubblicata il 4 ottobre scorso, ha infatti accolto la domanda di sospensione cautelare avanzata da Ferrante Jr.
Il nuovo terrazzo chiuso, affacciato sulla via che collega la sede storica della Statale a via Larga, resta dov’è. Almeno fino al
16 novembre 2017, data dell’udienza nella quale verrà discusso il merito. «Si ravvisa un pregiudizio grave e irreparabile dall’ingiunta demolizione della struttura oggetto del contendere» scrive il collegio dei
giudici presieduto da Mario Mosconi.
L’ampliamento incriminato delle volumetrie risale ad alcuni anni fa: prima il terrazzo era aperto, ora è chiuso aumentando
le volumetrie dell’appartamento. Il contenzioso va avanti da alcuni mesi ed è sfociato nella costituzione in giudizio contro
Mauro Ferrante approvata dalla giunta Sala il 14 ottobre.
Quest’ultimo atto ripercorre anche le
tappe della vicenda. Il settore Sportello
unico per l’Edilizia del Comune di Milano, il 23 giugno, ha emesso un provvedimento di demolizione «delle opere realizzate abusivamente»: il figlio dell’ex prefetto - secondo Palazzo Marino - non avrebbe richiesto nessuna autorizzazione edilizia per intervenire sull’immobile di sua
proprietà (peraltro vincolato). Contestualmente, il Comune ha effettuato una comunicazione di reato alla Procura della
Repubblica.
Ferrante jr, da parte sua, sostiene che il
manufatto realizzato è soltanto una «tettoia» e non un ampliamento dell’appartamento; inoltre, sottolinea di aver ottenuto
comunque l’autorizzazione paesistica (la
216/210) per realizzare tale struttura. Opposta la versione di Palazzo Marino: l’intervento «si configura come un ampliamento della superficie dell’appartamento
e non è una semplice tettoia, come si evince dal sopralluogo del tecnico comunale
in data 24 maggio». Di conseguenza, prosegue la giunta, «la struttura abusiva risulta difforme anche a quanto autorizzato».
Il primo round, grazie al sì alla sospensiva, è andato al proprietario di via Sant’Antonio. Appuntamento tra 13 mesi davanti
ai giudici amministrativi.
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Oggi il Dalai Lama atterra a Milano, e verrà premiato agli Arcimboldi con la cittadinanza onoraria [Ftg]
Oggi a Linate l’incontro tra il sindaco e il leader
In città 5mila buddisti
ignorano il Dalai Lama
Sono i membridella Soka Gakkai:«Non è la nostra guida spirituale»
::: ILARIA PEDRALI
■■■ Nel bel mezzo del caso diplomatico legato all’arrivo delDalai Lama in città, c’è una parte della Milano buddhista che rimane quasi indifferente di fronte al leader spirituale del buddhismo tibetano. È la
Soka Gakkai,l’associazione che riunisce quanti seguono e praticano
gli insegnamenti del maestro giapponese Nichiren Daishonin. E
mentre la comunità cinese scende
in piazza per manifestare contro la
consegna delle chiavi della città al
Dalai Lama, mentre il sindaco Sala
cerca di districarsi dall’impasse diplomatico incontrandolo al suo arrivo in aeroporto a Linate, e mentre
il cardinale Scola lo riceverà al palazzo vescovile, i buddhisti milanesi della Soka Gakkai si lasciano scivolare l’evento continuando la loro
pratica della preghiera.
In tutto in Italia sono 85mila, probabilmente la comunità più numerosa se si considera che i buddhisti
in totale sul territorio italiano iscritti
ai vari templi e centri sono circa
170mila. Un numero, però, che
non tiene conto dei simpatizzanti
non iscritti, dei frequentatori occasionali e delle comunità locali frut-
::: CLAUDIA OSMETTI
::: LA VICENDA
SOKA GAKKAI
È un’associazione buddista che riunisce quanti seguono e praticano
gli insegnamenti del maestro giapponese Nichiren Daishonin
I NUMERI
È la comunità buddista più numerosa in Italia. Sono 85 mila, senza contare i simpatizzanti non iscritti e i
frequentatori occasionali. In Lombardia sono circa 10 mila, la metà
dei quali a Milano
RHO
Al grande incontro di Rho in programma sabato 22 sono previste almeno 13 mila persone, ma gli appartenenti alla Soka Gakkai non ci
saranno perché non ne riconoscono l’autorità spirituale
to dell’immigrazione asiatica che
non si riescono a quantificare non
essendoci un registro. Nel caso specifico di Milano i buddhisti italiani se non si contano gli iscritti alla Soka Gakkai - sono circa 15 mila, divisi nelle tre grandi tradizioni: quella
tibetana, la più numerosa con circa
5mila praticanti, quella zen, che
conta 4/5mila persone, e la theravada, che è espressione del buddhismo più antico praticato per lo più
nella zona dello Sri Lanka e che a
Milano raccoglie la comunità cingalese e qualche italiano. A ciascuna
di queste scuole corrisponde una
serie di centri e templi dove si praticano gli insegnamenti della scuola
di appartenenza. L’incontro di Rho
con il Dalai Lama è stato organizzato dal Ghe Pel Ling, che è il più importante centro di buddhismo tibetano a Milano.In Lombardia i buddhisti laicidella Soka Gakkai - movimento nato negli anni ’30 in Giappone e attivo in Italia dalla fine degli anni ’70, che annovera tra i suoi
seguaci molti vip, tra cui Roberto
Baggio, Carmen Consoli e Sabina
Guzzanti - sono circa 10mila, la metà dei quali a Milano. Qui sorge il
loro centro più grande d’Europa, in
una ex cascina sul Naviglio Grande. Lo si riconosce per l’imponenza
dell’edificio tutto d’oro luccicante
che si vede dalla tangenziale. A parlare di indifferenza verso l’autorità
spirituale del Dalai Lama è Romano Jeran, uno degli esponenti del
centro milanese. Dice che al grande incontro di Rho in programma
persabato 22 ottobre, dove si prevede parteciperanno almeno 13mila
persone, compresi i monaci di tutte
le tradizioni buddhiste, lui non ci
Assessore regionale leghista al Bilancio
■■■ Massimo Garavaglia, assessore
Appalto sospetto, Garavaglia rinviato a giudizio
all’Economia di Regione Lombardia,
è stato rinviato a giudizio. L’accusa di
turbativa d’asta trascinerà l’uomo
della giunta Maroni davanti a un giudice della IV sezione penale il prossimo 5 dicembre. Lo ha decretato il tribunale di Milano: per la verità il provvedimento era atteso già venerdìscorso,ma la decisone finale è arrivata solo ieri a mezzogiorno. Parola del gup
meneghino Gennaro Mastrangelo.
Per Garavaglia, e per altre dodici persone, cioè,si apre ufficialmente il processo su una serie di presunti appalti
pilotati.
Stando a quanto sostengono gli inquirenti ci sarebbe anche lui dietro al
bando da 11 milioni «per l'affidamento del servizio di trasporto di soggetti
dializzati» che sarebbe stato inquinato da «una penetrante turbativa con-
dotta dal principale responsabile»
della Asl 1 di Milano, Giorgio Scivoletto. Altro nome, manco a dirlo, finito
sotto inchiesta perché «ha agito ottemperando alle specifiche disposizioni degli assessori Mantovani e Garavaglia», dicono i pm.
Già. Quando un anno fa sono finiti
sotto i riflettori i vertici del Pirellone,
nei fascicoli della Procura era spuntato anche il nome di Mario Mantovani, ex assessore regionale alla Sanità
e numero due dell’ente di via Filzi:
Mantovani sta seguendo un procedimento parallelo rispetto al filone di
Garavaglia. Nei mesi scorsi ha chiesto, e ottenuto, il rito immediato:
niente udienza preliminare, insomma, per l'ex senatore di Forza Italia e
sindaco di Arconate. La prossima
Massimo Garavaglia [Ftg]
udienza che lo vede alla sbarra è già
fissata per il 2 novembre.
Nelfrattempo imagistrati della Madonnina provano a mettere assieme
i pezzi di tutta quella articolata vicenda e parlano di «collusione» del presidente «di una delle associazioni che
avevano gestito il servizio in alcuni
territori». Il riferimento è a Giovanni
Tomasini, che all’epoca dei fatti guidava la Croce Azzurra Ticina onlus e
oggi figura nella folta schiera dei rinviati a giudizio. Mantovani e Garavaglia, sostengono i pm del caso, si sarebbero rivolti impropriamente a Scivoletto «il quale ha programmato di
vanificare gli esiti del bando», e - appunto - la gara in questione non ha
più visto luce. Garavaglia da sempre
nega ogni addebito: qualche giorno
fa ha commentato che «non mi sono
maiinteressato di gare nel settore della Sanità, non rientra nelle mie competenze, si tratta evidentemente di
un errore». Assieme a Garavaglia, Scivoletto e Tomasini anche Giacomo
di Capua (ex assistente di Mantovani) dovrà presentarsi in via Freguglia
il prossimo dicembre. Così come gli
architetti Gianluca Parotti e Gianluca
Peluffo, alcuni amministratori delle
società di Mantovani e il suo contabile, Antonio Pisano. Ha invece già patteggiato 3 anni l’ex ingegnere del
Provveditorato delle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Angelo Bianchi, arrestato nel 2015. A
maggio Bianchi aveva rilasciato delle
dichiarazioni sulla conoscenza di
Mantovani rispetto al suo trascorso
giudiziario: nel 2008, infatti, era finito
nei guai per un’altra storia di tangenti
e appalti poco chiari al tribunale di
Sondrio, in Valtellina. Nonostante
questo, ha raccontato Bianchi ai magistrati milanesi, il vice di Maroni lo
aveva voluto al Provveditorato.
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CRONACA
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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Scola: «Gli italiani non sono razzisti, hanno paura»
Sala regala ai profughi anche gli ex ospedali
In lizza l’ex San Gerardo e Garbagnate. E sulla rissa davanti alla Centrale monta la protesta: «Scene da terzo mondo»
::: ANDREA E. CAPPELLI
■■■ A Milano la gestione degli immigrati è diventata un
problema serio, al quale va posto rimedio quanto prima: la
drastica presa d’atto non arriva
dalla Lega, bensì dal sindaco
Beppe Sala: «Il cuore di Milano
è grandissimo, ma ora stiamo
lavorando con il Prefetto perché la situazione deve essere
sbloccata. Serve un impegno
maggiore anche da parte del
governo per la disponibilità di
spazi: se andiamo a vedere
quanti sono gli ospedali e le caserme chiuse nel nostro territorio capiamo che gli spazi ci sono, ma ci vuole una precisa volontà di utilizzarli senza creare
disturbo ai cittadini e dando a
chi ha bisogno uno spazio adeguato», dichiara agli organi di
stampa.
Quindi il primo cittadino sta
cercando con urgenza nuovilocali in cui ospitare queste masse di sfollati. Secondo indiscrezioni i futuricentri diaccoglienza saranno ubicati nell’hinterland: si parla degli ex ospedali
di Garbagnate milanese e del
San Gerardo di Monza, entrambi dismessi, che si aggiungerebbero alle già note caserme Montello e Mancini e all’hub di via Sammartini (che
dopo l’emergenza igienico-sanitaria dovuta alla presenza di
700 persone al suo interno, in
questi giorni sta tornando a
una situazione più stabile). Difatti, oltre al numero di stranieri previsti dai piani del governo, Milano deve fare i conti
con ondate di arrivi spontanei
e imprevedibili. Basta fare un
giro dalle parti della Stazione
Centrale,dove bivaccano centinaia di extracomunitari. Proprio ieri Luca Lepore (assessore alla sicurezza del Municipio
2) ha documentato con un video lo scoppio di una rissa in
piazza Duca d’Aosta, con successivo inseguimento tra persone in mezzo alla strada e la rocambolesca fuga di uno dei
protagonisti in bicicletta, contromano,nel traffico fra via Galvani e via Vittor Pisani. «In Stazione Centrale basta un nulla
per accendere la miccia nella
LA SEQUENZA DEL VIDEO
Da sinistra a destra la sequenza della rissa tra
immigrati scoppiata ieri in piazza Duca d’Aosta e
filmata dal leghista Luca Lepore: il capannello di
gente, la fuga di un uomo in sella a una bicicletta e il
contromano in mezzo al traffico di via Vitruvio
polveriera e catapultare nel far
west la città di Milano» afferma
Lepore, che aggiunge: «Ho
scritto all’assessore Rozza, invitandola a fare una passeggiata
in Stazione Centrale e proseguire in via Padova, in modo da
poter constatare in quale stato
versa la nostra città. Una passeggiata all’aria aperta vale
molto più di una giornata chiusa nelle stanze patinate di Palazzo Marino. Forse rendendosi conto della situazione potrà
convenire con me che i militari,invece di mandarli a difendere i confini dell’Europa contro
lo Stato russo sarebbe opportuno richiamarli a presidiare le
::: MASSIMO SANVITO
■■■ «Il megastore della droga più
grande della Lombardia». «Prezzi da
sballo a Rogoredo tutto l’anno». «Vieni a farti a Rogoredo». L’hanno buttata sulridere i residentidella «zona, forse, più pericolosa della città», come
l’ha definita l’assessore alla Sicurezza,
Carmela Rozza, durante il consiglio
straordinario del Municipio 4 tenuto
nei giorni scorsi. Rogoredo, infatti, è
la piazza di spaccio più grande della
regione. Il boschetto adiacente ai binari della ferrovia si è trasformato da
tempo in un vero e proprio supermercato della droga, dove arrivano tossicodipendenti da ogni parte del nord
Italia.
Ieri, la «rivolta» dei cittadini. Ilquartiere si è svegliato tappezzato di volantini, confezionati e appesi dagli stessi
residenti, ormai esasperati per una situazione che definire fuori controllo è
nostre città».
Dal canto suo, Sala non risparmia critiche al premier
Renzi: «Serve un piano diverso
da parte del governo, che si deve concentrare sulla modalità
di prima accoglienza. Non credo che funzioni il fatto di accoglierli e riversarli subito sulle regioni. Inoltre, vorrei sottolineare la necessità di ripensare il sistema con cui si decide se dare
o no a un migrante lo status di
rifugiato:è impensabile che servano due o tre annicon tre livelli di giudizio». I dati ufficiali indicano che il tetto massimo di
richiedenti asilo a Milano tocca le 3800 unità (nella stima so-
no inclusi tutti i livelli di accoglienza, primaria e secondaria). Da sei mesi a questa parte
si è passati a una condizione di
stanzialità: qui arrivano e qui
restano, senza fissa dimora.
I leghisti, però, non vedono
dibuon occhio ilpiano dell’amministrazione comunale, che
vorrebbe riempire altri ex ospedali e caserme del territorio milanese: «Finalmente il sindaco
ammette che a Milano la situazione degli immigrati è fuori
controllo e che è sbagliata la politica del governo di far entrare
tutti (senza distinguere tra profughi e clandestini) spedendoli
subito sui territori senza fare selezione. Meglio tardi che mai,
ma è troppo facile protestare
nelle interviste e poi tacere
ogni volta in cui Renzi viene
quia Milano» affermano ileghistiPaolo Grimoldi e Davide Boni. Sulla questione interviene
anche Mariastella Gelmini (coordinatrice lombarda Forza Ita-
lia):«L’emergenza immigrazione che Milano sta vivendo è il
risultato delle politiche fallimentari della giunta Sala e del
governo Renzi, peccato che a
farne le spese siano i milanesi.
Serve un piano di accoglienza
serio, che permetta solo a chi
ha diritto di entrare nel nostro
paese».
L’emergenza è tutt’altro che
risolta, e il piano del Pd sembra
essere quello di riempire sempre più spazi inutilizzati, anche
fuori Milano. Ieri sul tema è intervenuto anche il cadinale Angelo Scola: «L’immigrazione
non è un’emergenza, ma un
problema che ci troveremo davanti per 30-40 anni. Le nostre
burocrazie impediscono l’inserimento lavorativo di queste
persone, questo per me è inaccettabile. È inutile lamentarsi
che il nostro popolo, che non è
razzista ma ha paura, reagisca
come reagisce».
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I manifesti polemici dei residenti
«Benvenuti all’iper della droga». La rivolta di Rogoredo
Il volantino di Rogoredo [Ftg]
poco. Una serie di volantini simili a
quelli che si trovano nei supermercati
o nei negozi di elettrodomestici, con
tanto di offerte ben segnalate: «Eroina
10 euro», «Cocaina 20 euro». «Ci siamo riuniti in gruppo e abbiamo deciso di combattere a modo nostro. La
cosa assurda è che, tra la stazione del
treno e quella della metro gialla, noi
mettevamo icartelli e i tossici li staccavano», spiegano i residenti, aggiungendo che «ci sentiamo ostaggio di
tossici e trafficanti e le autorità tardano a intervenire». Proprio, ieri, però
l’assessore Rozza ha fatto un sopralluogo sul posto insieme ai Carabinieri, alla Polizia Locale e al sindaco di
San Donato, Andrea Checchi. Gran
parte della bonifica decisa ad agosto
in sede di Comitato per l’Ordine e la
Sicurezza è stata portata a termine da
Ferrovie dello Stato e Autostrade per
l’Italia per le zone di loro competenza,«ma resta ancora una zona boschiva della quale sarà però necessario accertare la proprietà e non escludo che
sia del Comune», ha spiegato Rozza.
«Continueremo a lavorare per fermare lo spaccio in tutta la zona. Non sarà
un lavoro facile e la situazione non si
risolverà in poco tempo, perché abbiamo di fronte una superficie enorme, considerato che l’area ferroviaria
è impossibile da chiudere. Faremo
anche accertamenti sui numerosi palazzi abbandonati».
Oggi, intanto, è in programma una
manifestazione dei cittadini davanti
alla stazione, a dimostrazione del fatto che chi abita qui si sente sempre
::: IL CASO
AFFOLLAMENTO
I centri di accoglienza per i
profughi continuano ad essere sovraffollati: ieri il sindaco Beppe Sala ha chiesto
al governo un piano nazionale, invocando l’utilizzo di ex
ospedali e caserme abbandonate per ospitare gli immigrati in arrivo a Milano
SAMMARTINI
Resta critica la situazione all’hub di via Sammartini, dove nei giorni scorsi gli ufficiali sanitari dell’Ats (ex
Asl) hanno rilevato criticità
riguardanti il numero eccessivo di ospiti con l’alto rischio di malattie
NUOVI LUOGHI
Tra le ulteriori strutture per
ospitare i profughi in Lombardia si pensa all’ex ospedale di Garbagnate e all’ex
San Gerardo di Monza. Potrebbero aggiungersi alla caserma Montello e all’ex Cie
di via Corelli
più abbandonato. «Sotto ilprofilo della sicurezza e del contrasto al fenomeno dello spaccio ad oggi i risultati sono insufficienti. Occorre fare di più,
perché chi a Rogoredo vive e lavora
non capisce come sia possibile che
centinaia di persone frequentino
ogni giorno il loro quartiere per comprare e consumare droga senza che
cisia una reazione da parte delle autorità», attacca Paolo Bassi (Lega Nord),
presidente del Municipio 4, che a inizio settembre aveva deciso di chiudere le fontanelle dei giardini di Rogoredo per evitare che le usassero i tossici.
Qualcosa si è mosso già a partire da
ieri sera, «con un servizio di pattugliamento notturno nell’area di Santa
Giulia, in aggiunta al servizio diurno
già garantito dalla Polizia Locale presso i giardini di via Rogoredo», come
ha reso noto l’assessore Rozza dopo il
sopralluogo.
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CRONACA
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La mappa delle strutture in arrivo
Via al noleggio delle Mini
Milano conquista turisti
E arrivano 6 nuovi hotel
Per il car sharing
targato Bmw
già 25mila iscritti
Da Garibaldia via Novara boom diinaugurazionisulla scia diExpo
::: MASSIMO DE ANGELIS
■■■ Il mercato alberghiero è in
continuo fermento a Milano, tanto da risultare una delle mete più
ambite da investitori e operatori
del settore, con oltre mille nuove
camere in cantiere nei prossimi
due anni.
La stima, forse per difetto,
giunge da un report della società
EY presentato nei giorni scorsi
durante un convegno a Villa d’Este, sul lago di Como. L’effetto
Expo, sostiene l’analisi, ha fatto
registrare nel 2015 un incremento del 14% delle presenze nelle
strutture ricettive meneghine,
mentre per l’esercizio in corso si
prevede un assestamento delle
performance. Le aree del capoluogo lombardo verso cui la
clientela dimostra maggior interesse sono il centro, la zona stazione Centrale e il quartiere Porta Nuova-Garibaldi. Entrando
nello specifico della mappa aggiornata, riscontrando una quasi totalità di hotel di fascia alta,
tra 4, 5 stelle o categoria business. Intraprendenti appaiono
le catene internazionali, sempre
alla ricerca di opportunità, con il
gruppo Leonardo molto attivo
sul territorio, grazie a due inaugurazioni in programma. Un albergo da 300 camere in piazza
IV novembre e un resort lusso
da 150 stanze in via Bonnet, due
passi da corso Como. A poca distanza, in via Galvani, si attende
l’opening di un hotel gestito dalla realtà spagnola Sol Melià con
140 stanze e oltre 50 appartamenti da locare, seguendo una
tendenza ben affermata nel continente americano. Da ricordare
inoltre l’ex Hotel Brun di via Caldera, vicino San Siro, che dopo
un’importante ristrutturazione
proporrà agli ospiti 300 camere,
mentre in via Bramante inaugurerà l’albergo «The View» con
160 stanze a disposizione della
clientela. Chicca finale la struttura 5 stelle da realizzare nello storico Palazzo Broggi di piazza Cordusio dotata di 120 raffinate suite: in questo caso alcuni addetti
ai lavori propendono per la griffe
Dolce&Gabbana e altri indicano
il nome della celebre compagnia Kempinsky.
Di fronte a tale effervescenza,
abbiamo chiesto un commento
a Maurizio Naro, presidente
Apam, Associazione Albergatori
Milano. Ebbene ne viene fuori
un quadro positivo per il movimento in essere, ma allo stesso
tempo un invito a evitare l’eccessiva euforia. «A Milano» afferma
il dottor Naro, «attualmente segnaliamo il 65% di occupazione
alberghiera e dobbiamo fare
uno sforzo per raggiungere il superiore livello registrato da competitor europei, tipo Amsterdam
o Monaco di Baviera».
Sembra doveroso studiare iniziative
per
aumentare
l'attrattività, soprattutto all'estero, del capoluogo lombardo,
considerando che «si registrano
alcuni periodi, come le festività
natalizie e agosto, gravati da un
minore flusso turistico, nei quali
dovremmo inserire eventi di livello assoluto. Penso sia quindi
utile incentivare i rapporti con le
Istituzioni e l’ente Fiera per migliorare,e ottimizzare, il calendario degli appuntamenti spalmandoli in maniera profittevole durante l'anno». Non poteva mancare un giudizio finale sulle prossime inaugurazioni dihotel in città:«Ritengo opportune le aperture di strutture ricettive quando
l’occupazione annuale delle camere sfiora l’80%, anche se capisco che le grandi catene internazionali devono comunque essere presenti a Milano per fidelizzare il proprio pubblico». E l’orizzonte globale tende ad allargarsi, attendibili indiscrezioni vogliono infatti diverse società asiatiche alla ricerca di hotel in città:
del resto l'acquisizione da parte
di gruppi cinesi di società come
Inter, Milan e Pirelli ha sicuramente fatto crescere l'appeal del
capoluogo lombardo nelle lontane terre di Pechino e Shanghai.
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■■■ Si amplia il ventaglio del car sharing a
Milano, con un prodotto diverso dagli altri
(per qualità e prezzi). «DriveNow»(servizio di
car sharing targato BMW, in joint venture con
Sixt SE), è stato presentato ieri alla Fonderia
Napoleonica di viale Thaon di Revel, e ad oggi
è il sesto operatore in città. Presente il sindaco
Sala (con l’assessore alla Mobilità Granelli)
giunto sul posto a bordo di una Bmw decappottabile: «Se ci fanno un po’ di sconto la affittiamo», scherza con i presenti. In effetti, i prezzi sono più alti del solito (la tariffa base al minuto va da 31 a 34 centesimi e comprende
benzina, assicurazione, parcheggio su strisce
blu e gialle, ingresso nella zona a traffico limitato del centro e Area C) ma la qualità delle
vetture giustifica il costo: si tratta di 480 auto
BMW e Mini alle quali entro fine anno si aggiungeranno 20 Bmw i3 elettriche.
Lasciare l’auto in modalità parcheggio costerà 20 centesimi al minuto, ma sarà gratis
da mezzanotte alle 6. «In due settimane (raccontano i vertici dell’azienda) si sono iscritti al
servizio più di 25mila milanesi». D’altro canto
«il car sharing oggi è parte della mobilità del
futuro, che sta cambiando in maniera forte.
La strategia di un gruppo auto deve saper intercettare questi cambiamenti» dichiara Sergio Solero, ad di BMW Italia. Entusiasta anche
il sindaco Sala: «Bisogna privilegiare forme diverse di mobilità; fra 10 anni ci saranno meno
macchine e Milano ha più abbonati ai servizi
di car sharing di Londra, Parigi e Berlino; i cittadinihan voglia di sperimentare nuove abitudini». Con i nuovi arrivi il capoluogo lombardo conta 2500 vetture in condivisione tra i vari
servizi. Per utilizzare DriveNow occorre aprire l’app e selezionare ora e luogo in cui si vorrebbe noleggiare l’auto. La vettura resterà a
disposizione per 15 minuti senza costi di prenotazione e, una volta raggiunta, sarà possibile aprirla tramite Card DriveNow o app.
A. E. CAP.
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CRONACA
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VIA S. PIETRO ALL’ORTO, 9 - TEL. 0276001214-899678903
Neruda
15.30-17.50-20.10-22.30
BELTRADE
Le ultime cose
Laurence Anyways
Liberami
Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi
La teoria svedese dell’amore
Il fiume ha sempre ragione
12.00
13.40
16.40
18.20-V.O.SOTT.
20.20
21.40
CENTRALE MULTISALA
Inferno V.O.
Frantz
14.30-17.00-19.30-22.00
14.30-17.00-19.30-22.00
CINETEATRO SAN CARLO - MIMAT.
VIA ENRICO MOROZZO DELLA ROCCA, 12 - TEL. 02 48199689
Riposo
COLOSSEO
V.LE MONTE NERO, 84 - TEL. 0259901361-899678903
15.00-17.30-20.00-22.30
15.00-16.50-18.40
20.30-22.30
15.30-17.30-18.45-20.30-22.30
15.00-16.50-18.40-20.30-22.30
15.00-16.50-18.40-20.30-22.30
PIAZZA NAPOLI 27 - TEL. 199208002
Piuma
American Pastoral
Qualcosa di nuovo
Piuma
Pets - Vita da animali
Piuma
Café Society
I Babysitter
CORSO VERCELLI 18 - TEL. 0248008908
Pets - Vita da animali
Café Society
Inferno
MEXICO
15.10-17.30-19.50
21.45
15.10-17.30-19.55-22.15
VIA SAVONA, 57 - TEL. 0248951802
Trafficanti
15.30-18.15-21.30-V.O.
ODEON - THE SPACE CINEMA
VIA SANTA RADEGONDA, 8 - TEL. 892111
Inferno
13.10-16.10-19.10-21.40-22.10
Pets - Vita da animali
14.10-16.25
Jack Reacher - Punto di non ritorno
19.00
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
12.30
Jack Reacher - Punto di non ritorno 11.50-14.25-17.05-19.45-22.25
Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O.
21.00
Cicogne in missione
12.40-14.55-17.15-19.30
Bridget Jones’s Baby
21.45
Pets - Vita da animali
12.30-14.40-17.00-19.20-21.50
Qualcosa di nuovo
12.20-14.40-17.20-19.40-22.00
Piuma
15.10-17.35-20.00
Mine
12.30-22.30
I Babysitter
12.40-15.05-17.30-19.55-22.20
Alla ricerca di Dory
12.15-14.35
Mine
17.00
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
19.30-21.55
VIALE CONI ZUGNA, 50 - TEL. 0289403039
Pets - Vita da animali
Café Society
Inferno
Jack Reacher - Punto di non ritorno
PALESTRINA
14,50-16.45-18.40
20.35-22.30
15.00-17.30-20.00-22.30
15.00-17.30-20.00-22.30
VIA PALESTRINA, 7 - TEL. 0287241925
Irrational Man
VIA TORINO 30/32 - TEL. 02874826
DUCALE MULTISALA
GLORIA MULTISALA
17.50-22.30
15.15-20.10
15.30-17.50-20.30-22.30
15.30-17.50-20.10-22.30
15.30-17.50-20.20-22.30
ORFEO MULTISALA
VIA OXILIA, 10 - TEL. 0226820592
Inferno
Cicogne in missione
Café Society
Pets - Vita da animali
Qualcosa di nuovo
Piuma
La verità sta in cielo
Quando hai 17 anni
Café Society
American Pastoral
Lettere da Berlino
15.00
17.10-19.20-21.30
15.15-19.40-21.30
17.30
15.15-17.30
19.30
21.30
15.00-17.30-19.40-21.30
PLINIUS MULTISALA
16.00-18.30-21.00
VIALE ABRUZZI, 28/30 - TEL. 0229531103
Inferno
American Pastoral
Pets - Vita da animali
Cicogne in missione
Café Society
Jack Reacher - Punto di non ritorno
I Babysitter
UCI CINEMAS BICOCCA
20.00-22.30
15.30-17.50-20.20-22.30
15.00-17.00-19.00-21.00
15.30-17.30-19.30
21.30
15.00-17.30-20.00-22.30
15.30-17.50-20.20-22.30
Deepwater - Inferno sull’Oceano
Pay The Ghost
Pets - Vita da animali
Inferno
Piuma
Cicogne in missione
Inferno
I Babysitter
Pets - Vita da animali
Jack Reacher - Punto di non ritorno
American Pastoral
Café Society
Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi
Cicogne in missione
19.35
Il Missionario
17.30-20.00
Pets - Vita da animali
15.35
Qualcosa di nuovo
17.45-20.05-22.20
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
17.30-20.10-22.40
I Babysitter
22.40
L’era glaciale: In rotta di collisione
15.10
Alla ricerca di Dory
15.10-17.30
American Pastoral
19.55-22.20
Inferno
14.20-15.10-17.05-18.05-21.00
Piuma
20.00
Deepwater - Inferno sull’Oceano
19.15
Mata Hari
14.45-17.00-21.40
Cicogne in missione
18.15
Inferno
15.40
Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O.
20.15
Pay The Ghost
22.45
Cicogne in missione
15.10-17.20
I Babysitter
21.55
Qualcosa di nuovo
15.20
Pets - Vita da animali
14.20-16.40-19.00
Jack Reacher - Punto di non ritorno
21.20-22.35
Mine
14.35-22.25
Pets - Vita da animali
17.55-20.10
Alla ricerca di Dory
14.25-16.50
Bridget Jones’s Baby
22.00
Jack Reacher - Punto di non ritorno
19.10
UCI CINEMAS CERTOSA
VIA STEPHENSON, 29 - TEL. 892960
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Inferno
Inferno
I Babysitter
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Pets - Vita da animali
Inferno
Pets - Vita da animali
American Pastoral
Piuma
Cicogne in missione
I Babysitter
American Pastoral
Cicogne in missione
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
Qualcosa di nuovo
Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O.
17.10
19.50-22.35
17.00-22.15
17.30
20.00-22.40
17.10-22.15
19.35
17.30-19.40
19.40
22.20
17.20
20.30-22.40
17.00
19.45
22.30
17.15
20.30
SPAZIO OBERDAN CINETECA ITALIA
VIALE VITTORIO VENETO 2 - TEL. 0277406300
Racconto crudele della giovinezza
17.00-V.O.SOTT.
The Space in Between: Marina Abramovic and Brazil
19.00
Indro - L’uomo che scriveva sull’acqua
21.15
CINEWANTED
VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960
22.40
20.30
16.00-18.15
19.50-22.35
15.00-17.30-22.20
14.25-16.40
19.00-21.55
15.15-17.35-20.00
22.15
14.20-17.05-19.50
14.50-17.20
20.15
22.30
Turno notturno
(dalle ore 21 alle ore 8,30)
p.za Clotilde, 1; p.za Cinque Giornate, 6; c.so S. Gottardo, 1; v.le Zara, 38;
v. R. Di Lauria, 22.
Aperte 24h: Via Boccaccio, 26; V.le Famagosta, 36; Stazione Garibaldi (P.za S,
Freud); p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45; v.le Lucania,
6; Corso Magenta, 96; v.le Testi, 90
Troublemakers: The Story of Land Art
Mr. Gaga
Jheronimus Bosch - Unto dal diavolo
18.00
19.30
21.30
HINTERLAND
UCI CINEMAS MILANOFIORI
VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960
I Babysitter
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Mine
Qualcosa di nuovo
17.40-20.10-22.20
17.20-20.00-22.35
17.45
20.10-22.20
Le opere di Marras
alla Triennale
EVENTO Oggi dalle 18 alle 21, per i Giovedì di Gustorotondo, nel consueto
contesto raffinato e piacevolmente amicale di via
Boccaccio 14, sarà protagonista il cioccolato di Giraudi,
esempio
di
artigianalità piemontese
eccellente, insieme al titolare di questo celebre
brand Made in Italy, Giacomo Boidi, nipote di Battista Giraudi, maestro
cioccolatiere che ha saputo valorizzare una lunga
tradizione familiare con
creazioni apprezzate in
tutto il mondo. Fra le realizzazioni maggiormente
degne di nota che si potranno degustare durante
la serata vi sono sia prodotti tipici della tradizione cioccolatiera piemontese, che prelibatezze che
mostrano una vena particolarmente creativa.
Oggi, dalle 18 alle 21
Ingresso libero
Badd Moms - Mamme Mollto Cattive
Piuma
Inferno
Pets - Vita da animali
Inferno
American Pastoral
Inferno
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
Bridget Jones’s Baby
Cicogne in missione
Mine
Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O.
Inferno
Pets - Vita da animali
22.40
18.20-20.30
21.45
17.30-19.40
17.30-22.35
20.10-22.40
17.00-20.00
17.40-20.00
22.20
17.40
22.20
19.45
19.30
17.00-22.15
BELLINZAGO LOMBARDO
C.C. LA CORTE LOMBARDA - TEL. 02954164445
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Cicogne in missione
Pets - Vita da animali
Inferno
Alla ricerca di Dory
Qualcosa di nuovo
American Pastoral
I Babysitter
Piuma
ARCADIA
20.30-22.50
17.20-20.00-22.30
17.10-19.55
17.30-18.20-20.10-22.15
17.00-19.50-21.10-22.20
18.10
18.00-21.00
17.40-20.05-22.25
17.50-20.20-22.40
17.15-20.15-22.35
CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE
VIA TURATI, 62 - TEL. 892111
Inferno
Cicogne in missione
Bridget Jones’s Baby
Pets - Vita da animali
Qualcosa di nuovo
American Pastoral
Mine
Cicogne in missione
Inferno
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Piuma
I Babysitter
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
Pets - Vita da animali
Alla ricerca di Dory
Mine
MELZO
I Babysitter
Cicogne in missione
Qualcosa di nuovo
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Pets - Vita da animali
Inferno | Atmos
VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
Piuma
Cicogne in missione
Inferno
Pets - Vita da animali
Pay The Ghost
Bridget Jones’s Baby
Alla ricerca di Dory
I Babysitter
Deepwater - Inferno sull’Oceano
Mine
CULTURA Domani, alle
ore 11.30, Triennale Design Museum presenta «Antonio Marras: Nulla dies sine linea», una mostra antologica diopere d’arte, realizzate negli ultimi vent’anni, che racconta il percorso visivo di Antonio
Marras, aperta al pubblico dal 22 ottobre 2016 al
21 gennaio 2017. In mostra più di cinquecento disegni e dipinti, realizzati
nelcorso deglianni da Antonio Marras in un allestimento di grandi installazioni, esso stesso un’opera d’arte, che si estende
per più di 1.200 metri quadrati. Molti gli incontri e le
relazioni che Marras ha
voluto testimoniare, come l’incontro con Maria
Laie CarolRama,due figure che hanno per prime
sollecitato Marras a esporre opere tenute segrete.
Domani, ore 11,30
Ingresso libero
Pets - Vita da animalli
American Pastoral
Inferno
16.30-18.30-20.30-22.30
17.00-19.10-21.20
16.40-19.10-21.40
PIOLTELLO
UCI CINEMAS PIOLTELLO
VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960
Mine
17.00-22.40
Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O.
20.00
Qualcosa di nuovo
17.30-19.50-22.10
Inferno
19.10-22.00
Pets - Vita da animali
16.50
Inferno | Imax
18.00-21.00
Pets - Vita da animali
17.00-17.30-19.50-22.10
Bridget Jones’s Baby
22.00
Cicogne in missione
17.30-19.45
Inferno
17.00-19.45-22.30
Pay The Ghost
20.00-22.20
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
17.15-19.45-22.15
Jack Reacher - Punto di non ritorno
17.00-19.45-22.30
I Babysitter
17.30-20.00-22.20
Piuma
17.15-19.40-22.10
American Pastoral
17.25-20.00-22.35
Cicogne in missione
17.00
Mata Hari
19.50-22.10
ROZZANO
THE SPACE CINEMA ROZZANO
C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111
Jack Reacher - Punto di non ritorno
15.40-18.30-21.20
Alla ricerca di Dory
16.45
Mine
19.20-21.50
Pets - Vita da animali
15.00-17.20-19.40
Jack Reacher - Punto di non ritorno
22.10
Cicogne in missione
16.15-18.25-21.00
I Babysitter
15.20-17.25-19.35-21.50
Pay The Ghost
15.10-17.30-19.55-22.20
Qualcosa di nuovo
14.55-17.10-22.30
Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O.
19.45
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
16.40-19.15-21.45
Piuma
15.15-17.35-20.00-22.25
American Pastoral
16.10-19.00-21.40
Inferno
19.30-22.15
Cicogne in missione
15.05-17.15
Pets - Vita da animali
16.20-18.50-21.15
Inferno
15.50-18.40-21.30
16.15-19.15-22.15
16.40-19.10
21.40
16.25-18.50-21.15
16.45-19.10-21.45
16.10-21.40
18.55
16.35-18.55
21.15
16.30-19.25-22.05
17.00-19.30-22.05
17.00-19.20-21.30
16.50-19.35-22.10
17.20
19.50
22.20
S.S. 9 VIA EMILIA, ANGOLO VIA TOLSTOJ - TEL. 899 552578 (PREN.)
SAN GIULIANO MILANESE
MOVIE PLANET
17.50-20.30-22.30
17.10-20.00
22.25
17.40-19.50-22.20
17.30-19.50-22.10
17.20-21.00
Jack Reacher - Punto di non ritorno
Pets - Vita da animali
Inferno
Cicogne in missione
Qualcosa di nuovo
I Babysitter
Inferno
Pets - Vita da animali
17.00-19.40-22.10
17.10-20.00
22.10
17.20-19.55
22.10
17.15-20.05-22.10
17.10-19.40
22.10
ARCADIA MULTIPLEX
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA` - TEL. 0295416444
PADERNO DUGNANO
VIA TERTULLIANO, 68 - TEL. 334 6763643
ASSAGO
■ CENTRO v. Orefici, 2; v. San Calimero, 1; c.so Garibaldi, 49; v. San
Vittore, 12. ■ NORD v.le Certosa, 121; v. Murat, 5; v.le Affori, 10; v. Palanzone, 33; v. E. De Marchi, 45; v. Fabio Filzi, 10. ■ SUD v.le Lucania, 10;
v. Val di Sole, 22; c.so San Gottardo, 1; v.le Famagosta, 36. ■ EST c.so Buenos Aires, 39; v.le Monza, 177; v. E. Lussu, 1; V. Denti, 2; v. Casoretto, 37; v.
Nino Bixio, 1; v. Amadeo, 40; v. Cadore, 29; v. Toscolano, 1. ■ OVEST p.za
Bolivar, 11; v. Giambellino, 131; v. delle Forze Armate, 212; v. Rembrandt,
22; v. E. Kant, 8; v. Silva, 39; v. Pier della Francesca, 3.
L’arte del cioccolato
in via Boccaccio
ARTE Dal 21 ottobre 2016
al 19 febbraio 2017, al centro studi per l’arte modernae contemporanea GAMManzoni, la mostra «Anima bianca. La neve da De
Nittis a Morbelli», curata
da Francesco Luigi Maspes e Enzo Savoia, con un
contributo critico di Elisabetta Chiodini, documenterà, attraverso 25 opere di
artisti quali Giovanni Segantini, Emilio Longoni,
Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Carlo Fornara, Gerolamo Induno, Angelo Morbelli, Telemaco Signorini e altri, quanto la neve sia stata elemento di forte suggestione per orientare la ricerca formale dei
maestri della pittura italiana dell’Ottocento. La mostra milanese rappresenta
una prima assoluta. Il tema della neve non era mai
stato così approfondito.
Da domani fino al 19/02
Ingresso 6 euro
Non è bastato il sopralluogo dell’Ats, non
sono bastate le denunce di alcuni politici
locali. L’hub di via Sammartini continua
ad accogliere profughi. Anche se all’interno del centro di accoglienza c’è il rischio
che si propaghino epidemie di malattie
infettivie, come scabbia e varicella. Questa è accoglienza? Far «convivere» centinaia di profughi in spazi ristretti, con pochi bagni, quando non sono addirittura
largamente sopra il numero consentito,
può rivelarsi pericoloso. Il Comune non
ha minimamente preso in considerazione l’idea di chiudere il centro, forse perché non sa dove metterli, dato che anche
gli altri hub della città sono stracolmi. Alla Montello ne verranno distribuiti altri
trecento, è stata riaperta una biblioteca
per ovviare al problema.Quando tutto sarà pieno e non ci sarà più posto, vorrei
vedere dove si troverà lo spazio fisico per
questa presunta accoglienza. Anche il governo,in questa situazione,non sta facendo nulla per risolvere i problemi. Milano
non può sobbarcarsi quest’emergenza
interamente da sola. La situazione è ormai al collasso e rischia di esplodere con
pesanti conseguenze.
Giuliano N.
e.mail
MILANO
Termine lavori: fine 2017. Via Vincenzo
Foppa fra Via Montevideo e Viale
Coni Zugna: lavori fino alle 20:00 del
31 dicembre 2016 Via Ascanio Sforza:
fra Via Scoglio di Quarto e Via
Conchetta divieto di transito fino alle
03:00 del 31 ottobre 2016.
Traffico difficoltoso in: Viale Bianca
Maria: fra Via Mayr Giovanni e Via
Vincenzo Bellini restringimento di carreggiata causa cantieri in direzione
Piazza 5 Giornate. Termine: oggi 20
Ottobre 2016.
Mostra sulla neve
al GAMManzoni
Continua l’emergenza profughi
Ormai non passa giorno senza che sui
mezzi pubblici della città non ci siano allarmi bomba o presunti tali. Per fortuna,
nella grande maggioranza dei casi si tratta di zainetti o altri oggetti personali dimenticati da viaggiatori distratti, però
l’ansia e la paura non possono che crescere. Quindi faccio un appello a chi prende
i mezzi: evitate di dimenticare oggetti che
possano gettare nel panico migliaia di
persone. Con tutti i disagi che ne derivano, con la sospensione della circolazione. Ormai sta diventando un’abitudine,
ma non è per niente bella.
Turno diurno
(dalle ore 8,30 alle ore 21,00)
::: appuntamenti
Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected]
Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42, 20129 Milano.
PAURA SUI MEZZI
Farmacie
LE GIRAFFE
16.20-18.50-21.15
16.30-18.40-20.45-22.50
16.20-18.30-20.40-22.45
16.40-18.40-20.40-22.40
17.40-20.20-22.45
17.30-19.30
21.30
19.00-21.15
16.30
17.00-18.50-20.40-22.30
17.10-19.15-21.20
17.00-19.00-21.00
SESTO SAN GIOVANNI
C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547
SKYLINE MULTIPLEX
American Pastoral
15.00-17.30-20.00-22.30
Qualcosa di nuovo
15.30-18.15-20.15-22.20
Piuma
15.15-17.40-20.20-22.30
Pets - Vita da animali
15.40-17.40-19.40
Cicogne in missione
15.20-17.30-20.10
Inferno
22.10
Inferno
15.30-18.30-21.30
Alla ricerca di Dory
15.30-17.45-20.00
Bad Moms - Mamme Molto Cattive
22.40
I Babysitter
15.30-18.30-20.30-22.35
Jack Reacher - Punto di non ritorno 15.00-17.30-20.00-21.30-22.30
Inferno | Imax
15.00-17.30-20.00-22.30
CRONACA
__Giovedì 20 ottobre 2016__
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E a Milano inizia la mostra di Nathan Sawaya
Fermata a Malpensa
Mattoncini per produrre meglio
Adesso il Lego entra in azienda
Peruviana di undici anni
fa il corriere della droga
In valigia 2 chili di coca
stweb, Roche farmaceutica Svizzera e Boeing Europa. Dal 2010 il modello è diventato open source, creando la necessità di salvaguardare
qualità e metodologie originarie.
Nascono così le associazioni di Master Trainiers, le uniche certificate
per formare i facilitatori Lego SP,
consulenti
che
disegnano
workshop specifici a seconda delle
imprese. Ci sono solo 8 persone al
mondo che possono rilasciare la vera certificazione LSP e l’argentino
Lucio Margulis è l’unico che tiene i
training in italiano. Collabora con
l’associazione Cocoon Projects che
ha organizzato la prima Lego Serious Play Fest al mondo a Milano
(fino al 23 ottobre 2016). «La metodologia non permette di mentire
perché ciò che disegniamo dice la
verità su quello che pensiamo - racconta Lucio Margulis. Le decisioni
vengono prese dopo aver ascoltato
tutti i punti di vista, per questo il sistema Lego funziona con le culture
aziendali aperte e democratiche»,
conclude il trainer argentino. Da ieri il capoluogo ospita anche la mostra “The Art of The Brick” di Nathan Sawaya. Più di 100 opere d’arte, come la Gioconda, la Venere di
Milo e la Ragazza con l’orecchino
di Perla, realizzate con un milione
dei famosi mattoncini saranno
esposte alla Fabbrica del Vapore fino al 29 gennaio 2017.
■■■ Trasportava due chili di cocaina nella valigia la bambina di appena 11 anni
che, ieri, è stata fermata all’aeroporto di
Malpensa dagli uomini della Guardia di finanza.
Già, a insospettire i militari italiani mentre stavano controllando le liste di volo relative alle tratte considerate maggiormente a
rischio per il traffico di sostanze stupefacenti è stato proprio il fatto che la piccola viaggiasse sola. Senza mamma e papà, e fino a
Lima,in Perù, con addirittura uno scalo tecnico a Madrid. Così le Fiamme gialle hanno cercato di vederci un po’ più chiaro. Per
non turbare la minore hanno recuperato i
due borsoni che aveva imbarcato (prendendoli dal nastro trasportatore) e lo zainetto usato dalla ragazzina come bagaglio a
mano.
Alla presenza dei colleghi dell’Agenzia
delle dogane li hanno aperti e dentro ci
hanno trovato ben dodici oggetti di artigianato locale peruviano: pieni zeppa di cocaina, però. C’erano quattro monili in legno,
sette quadri di stoffa che raffiguravano immagini sacre e pure una madonnina di ceramica. La droga superava i due chili di peso ed è stata immediatamente sequestrata.
La madre della bambina (che,quindi, è stata usata come corriere dello spaccio internazionale) stava aspettando la figlia nella
sala degli arrivi, ma ha dovuto attendere
parecchio: prima di decidere di affidarle la
piccola, infatti,il pm del tribunale dei minori di Milano, Mario Saracino, ha controllato
che non avesse carichi penali pendenti.
«Un caso singolare», commenta il tenente colonnello Giuseppe Bua della Guardia
di finanza milanese, «normalmente non
c’è un utilizzo sistematico dei bambini per
trasportare la droga: è rarissimo il ricorso ai
minori. Ma in questo caso i borsoni erano
troppo grossi e grandi per una ragazzina».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Aiuta a studiare strategie e risolvere problemi, 8 guru nel mondo. «Conta l’idea non la gerarchia»
::: segue dalla prima
ALESSIA ALBERTIN
(...) «Il mondo è cambiato - racconta Lucio Margulis, uno dei soli otto
trainer certificati al mondo - Le ditte non capiscono che oggi, soprattutto i giovani, se ne fregano della
gerarchia, non è più importante.
Nel mondo digitale quello che conta è condividere le informazioni. In
una riunione di solito partecipano
quelli che comandano. Il metodo
Lego sibasa sul presupposto che l’idea migliore potrebbe arrivare dall’ultimo. Ad esempio la Pixar è nata
dall’idea di un dipendente della Disney di fare un film digitale, ma l’azienda non l’ha ascoltato e lui ha
trovato un finanziatore, Steve Jobs,
per fondare una sua impresa. E dopo il successo di Toy Story, la Disney ha acquistato la Pixar».
Grazie alla metodologia ideata
da Robert Rasmussen, responsabile di prodotto della Lego presso il
laboratorio delMIT, i mattoncini facilitano il pensiero, la comunicazione e l’analisi profonda per la soluzione di problemi complessi, sia a
livello individuale che di team. Il
modello può essere applicato in variambiti. Può sviluppare una strategia operativa in tempo reale, una
leadership, una cultura condivisa
in fasi di avvio o fusione di aziende,
ma anche promuovere l’uguaglianza digenere ed esplorare scenari fu-
Un esempio del metodo Lego Serious Play
turi.«Gli strumenti aziendali di solito non sfruttano i pensieri profondi
e irrazionali - spiegano Claudia Pellicori e Stelio Verzera, membri fondatori di Cocoon Projects e facilitatori certificati nella metodologia Lego Serious Play - invece questo metodo permette di conoscere a fondo quello che ciascuno pensa e sente su un tema e diutilizzare al massimo le capacità e le idee di ognuno.
Il Lego SP è l’unico modo per inte-
grare il sapere dell’ultimo arrivato
con quello dell’ad perché tutti sono
sullo stesso livello. Inoltre non si
parla delle persone ma del modello
costruito dai partecipanti e questo
aiuta a dare feedback ai capi in modo non invasivo».
A partire dagli anni’90 la metodologia Lego SP si è diffusa in tutto il
mondo ed è stata utilizzata da organizzazioni come la Nasa, la Commissione Europea, Microsoft, Fa-
__Giovedì 20 ottobre 2016__