Libero - 20 Ottobre 2016 - 23-10-2016
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Libero - 20 Ottobre 2016 - 23-10-2016
771591 042007 61020 Giovedì 20 ottobre 2016 9 DIRETTORE VITTORIO FELTRI ANNO LI NUMERO 290 EURO 1,50* E i lettori non si fidano Dopo i contanti, assalto ai gioielli di famiglia Igiornalistiitaliani disinformano perché sono di sinistra Lo Stato ci ruba anche la catenina della nonna di ANTONIO SOCCI «Se non hai letto il giornale, sei disinformato. Se l’hai letto, sei male informato». Questa di Mark Twain è solo una delle tante battute che circolano sulla stampa e sui giornalisti. A tutte le latitudini i media sono guardati con diffidenza, ma in Italia pare che i giornali godano di un discredito tutto speciale. Hanno provato a studiare il fenomeno e a cercarne le cause Luigi Curini, professore di Scienza politica all’Università di Milano, e Sergio Splendore, ricercatore della stessa Università dove insegna “Communication Research” e “Comunicazione pubblica”. Su un sito autorevole, lavoce.info, che certo non è sospettabile di simpatie per il centrodestra (ci scrivono - per dire - Tito Boeri, Francesco Giavazzi e Tommaso Nannicini, docente della Bocconi e attualmente membro del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica presso la presidenza del Consiglio), i due professori, (...) Governo scatenato: per racimolare soldi entra perfino nelle cassette di sicurezza e nei materassi dei contribuenti, convinto che siano tutti dei frodatori del Fisco di VITTORIO FELTRI Questa storia dei soldi in contanti da tassare al 35 per cento sta diventando tragicomica. Ma chi l’ha detto che le banconote sono frutto di evasione fiscale? Dove sta scritto che chi le possiede e le conserva in cassette di sicurezza o in casa propria è un ladro o qualcosa di simile? Il valsente non è dello Stato bensì di chi lo ha in tasca, non è un bottino ma, fino a prova contraria, (...) L’ossessione del Pd Boccia vede evasori anche sotto il letto segue a pagina 6 I trucchi della tv schierata segue a pagina 2 Al funerale di Dario Fo solo quattro gatti spacciatiper una folla FRANCESCO DE DOMINICIS a pagina 3 La sonda spaziale Ue Perfino su Marte l’Europa ha seri problemi di RENATO FARINA Dario Fo ci avrebbe riso, sicuro. A dire il vero non lo so, ma so che bisogna sempre cominciare così le commemorazioni conformiste su Dario Fo. Bisogna dire che avrebbe riso e fatto ridere, se ci fosse stato, specie ai suoi funerali. Io invece dico - oso sperare - che si sarebbe un tantino incazzato. Non perché c’era poca gente, ma perché gli hanno fatto il torto di trattarlo come un divo adorato dalle masse, e invece funzionava solo per la crème, più o meno rossa, ma la élite. La congrega rossa, stavolta si è tacitamente accordata con quella grillina, e persino renziana e murdocchiana della Rai, di Mediaset, di Sky, perfettamente in linea con i mandolinari dei giornaloni tipo Repubblica e Corriere. (...) di FAUSTO CARIOTI Come sempre, quando getti uno sguardo dentro al Partito democratico, ti accorgi che il vero punto di forza di Matteo Renzi sono i suoi oppositori interni. I Bersani, i D’Alema, gli Speranza. I Boccia. E ti chiedi se davvero non ci sia un’intesa nascosta, un patto segreto siglato col sangue tra tutti costoro e il loro nemico, qualcosa di inconfessabile che fa sì che si sforzino di essere comunque peggiori (...) segue a pagina 6 FRANCESCO SPECCHIA segue a pagina 3 a pagina 7 di GIULIANO ZULIN Denuncia di un imprenditore «L’università chiede la stecca per segnalarmi chi assumere» di ATTILIO BARBIERI Giovanni Bonati, 41 anni, imprenditore, è amministratore delegato della Globo Srl, società con sede a Treviolo, in provincia di Bergamo. Da quasi vent’annisi occupa di digitalizzazio- ne della pubblica amministrazione. Dunque ha una certa mano con la burocrazia, i cavilli e le infinite perdite di tempo. Eppure non manca di meravigliarsi ogni volta gli capita di interloquire con le università. (...) segue a pagina 20 Sfogarsi col figlio costa 30mila euro Tutti a sfruttare Fabrizio Supermulta alla mamma che parla male di papà I cattivi allievi che fanno i bulletti con Corona di MATTIAS MAINIERO di FILIPPO FACCI Tra moglie e marito non si mette il dito. Oggi più che mai si mettono solo le sentenze. Tribunale di Roma prima sezione civile, presidente dottoressa Franca Mangano, sentenza numero 18799/2016. In estrema sintesi e chiedendo scusa per l’inevitabile approssimazione: cara mamma nonché ex moglie, (...) Tutti sapevano chi era Fabrizio Corona, tutti sapevano che “Fabrizio” era fatto così e così, un malato, un inguaribile, uno che ti fotte, ti intorta, si fa pagare ma non ti paga, tutti sapevano e ora lo spiegano su giornali e tv: lo sapevano i collaboratori e le collaboratrici, le schiave e le serve, le mogli, le amanti, gli amanti, (...) segue a pagina 14 segue a pagina 14 * Con: "I 100 CAPOLAVORI DEL JAZZ" - CD nr. 4 - € 6,00. Che figuraccia spaziale. L’Europa non riesce nemmeno ad atterrare su Marte. A cinquanta secondi dall’atterraggio la sonda dell’agenzia spaziale europea non ha più dato segnali. E così tutte le televisioni che volevano immortalare lo storico evento sono rimaste fregate. Interrotti i collegamenti anche con il ministro Stefania Giannini, (...) segue a pagina 5 ANDREA CAPPELLI a pagina 5 Prezzo all’estero: CH - Fr 3.70 / MC & F - € 2.50 / SLO - € 2.80 / HR - HRK 21.00 2 PRIMO PIANO __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ i nostri soldi È COMPITO DELLA GIUSTIZIA Uno Stato appena decente prima di accusare un cittadino fa delle verifiche. E dopo aver raccolto prove, procede nelle aule giudiziarie LA BANDA DEL BUCO Ci scippano la catenina della nonna Il governo ha preso di mira le cassette di sicurezza: chi ha contanti e gioielli di famiglia è un evasore ::: segue dalla prima VITTORIO FELTRI (...) proprietà privata, la cui legittimità è garantita dalla Costituzione. Non riesco a capire con quale diritto i signori del governo mettano le mani sulla ricchezza cartacea dei cittadini che l’hanno accumulata senza commettere reati né scorrettezze accertate. Siamo di fronte a un sopruso ingiustificabile. Solamente dei brutti ceffi possono venire a rovistare nel mio appartamento alla ricerca di palanche che ho guadagnato lavorando sodo. E spiego perché. Se io ho uno stipendio mensile di 4 mila euro e ne spendo la metà per sopravvivere, ovvio che l’altra metà me la gestisca come mi pare; la posso depositare in banca, se mi fido (improbabile) della banca stessa, oppure nasconderla in cantina sperando che nessuno me la rubi. Dopo un anno che risparmio 2 mila euro al mese, va da sé che avrò accumulato 24 mila euro. E dopo dieci anni, il mio gruzzolo ammonterà a 240 mila euro. Dov’è lo scandalo? Dov’è l’illecito? Non esiste nulla di tutto ciò. Mettere da parte contante non è di per sé un delitto e sarebbe assurdo perseguirlo come tale. E, invece, da quel che trapela dalle cronache che riferiscono i contenutidella manovra dell’esecutivo, si tenderebbe a criminalizzare coloro che amano ammonticchiare quattrini nel proprio alloggio. Che male fanno? In cosa consiste il loro errore? O si pretende che la gente si rassegni a depositare le proprie sostanze in istituti di credito, la maggior parte dei quali si è ampiamente sputtanata fregando i clienti o addirittura riducendoli in miseria? Dopo quello che recentemente è accaduto in Veneto e in Toscana nel settore creditizio, anche solo pensare che la gente si rivolga alle banche affinché custodiscano i loro averi, di norma sudati, significa essere stolti. È naturale che le persone di buon senso cerchino di occultare il denaro in luoghi dove i furfanti non siano travestiti da ligi funzionari che fingano di fare gli interessi del malcapitato popolo. Uno Stato appena decente non si sogna neanche di accusare preventivamente di evasione fiscale (come invece fa impunemente Boc- cia, parlamentare del Pd) coloro che ficcano bigliettoni nel materasso. Semmai compie delle verifiche e, soltanto dopo avere raccolto le prove della frode, procede sotto il profilo giudiziario. Non è il possessore del contante a dover dimostrare la propria onestà ma il giudice a dimostrare il contrario. Altrimenti che giustizia è? Non è finita. Risulta che anche i gioielli della nonna, che lei ha lasciato in eredità spontanea e non formale ai nipoti, saranno soggetti a imposta di successione se non annotati nel testamento. Roba da chiodi arrugginiti. Come si fa a perseguitare in questo modo i contribuenti, sottoponendoli a indagini invasive e violente quanto quelle descritte? Avanti così ci troveremo gli esattori delle tasse anche sotto il tavolo del mitico tinello. Una deriva del genere non ce la aspettavamo, ma è probabile che non sia solamente una ipotesi. Ci toccherà rifiutare anche le catenine d’oro e gli anellini delle vecchie zie dalle quali Longanesisi attendeva la nostra salvezza. Caro Boccia ma vai a scopare il mare. © RIPRODUZIONE RISERVATA ::: LA SCHEDA LA VOLUNTARY DOMESTICA La voluntary disclosure bis, ovvero la riedizione della procedura di rientro volontario dei capitali detenuti illegalmente all’estero, ha già suscitato un vespaio di polemiche. Oggetto del contendere è la parte relativa all’emersione del contante nascosto nelle cassette di sicurezza o addirittura sotto il materasso, la cosiddettà “voluntary domestica”. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan [LaPresse] I GIOIELLI DI FAMIGLIA Il Documento programmatico di bilancio inviato all’Ue recita: «Proroga per tutto il 2017 dei termini per la presentazione delle istanze di “voluntary disclosure” sui redditi e patrimoni detenuti all’estero e ampliamento della platea, tramite la possibilità di optare per un prelievo forfetario, a titolo di imposte, interessi, sanzioni e contributi. Ulteriori misure saranno previste nel caso in cui la collaborazione volontaria abbia ad oggetto denaro in contanti, valori al portatore e altri valori». Gli «altri valori» non sono altro che i gioielli. INVESTIMENTI Si pone quindi il problema di come trattare, per esempio, gioielli di notevole valore o diamanti che sono stati aquistati come investimento, per importi considerevoli ma che non sono rappresentati da banconote o titoli. I lingotti, invece, sono pacificamente considerati all’interno della voluntary. La nuova «voluntary disclosure» Premiato chi ha il nero all’estero Per soldi e preziosi tenuti in Italia si pagherà il 35%. Il 15% se sono oltrefrontiera ■■■ La caccia al contante da parte del governo di Matteo Renzi prende forma ed è subito polemica: pagherà una tassa una tantum del 35% chi si autodenuncerà al fisco, dichiarando diavere - a casa o in cassette di sicurezza - gruzzoletti cash. Un prelievo assai più pesante rispetto a chi, invece, sfrutterà la riapertura della cosiddetta voluntary disclosure, rivelando all’amministrazione finanziaria la titolarità di somme detenute all’estero: in questo caso l’aliquota dovrebbe essere fissata al 15%. Per il governo si tratta di un invito a mettere in regola i risparmi nascosti, pagando tasse e interessi. La parola condono non piace a palazzo Chigi e al Tesoro, ma la sostanza è proprio quella. I dettagli di quella che dai suoi detrattori è stata ribattezzata «norma Corona», ancora non sono ufficiali, ma l’ipotesi accreditata è quella di far pagare a chi dichiara somme prima nascoste al fisco un forfait (al massimo del 35%): non è escluso, tuttavia, che che ci siano aliquote diverse distinguendo i vari casi. Un intervento più appetibile di quello tentato lo scorso anno con il primo round del rientro dei capitali, che consenta, nell’ambito della voluntary bis (che dovrebbe valere per i capitali occultati nei paradisi fiscali fino a tutto il 2015) di fare emergere davvero anche il denaro contante, nascosto a casa o nelle cassette di sicurezza. Molti, anche nelle file della maggioranza, a cominciare dalpresidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), sono contrari. Difficile dire se il governo correggerà fin da subito l’impianto della misura anche se di certo ancora si sta ragionando sul perimetro cui applicarla (e qualcuno spingerebbe per rivedere fin da subito anche l’aliquota). Le riunioni tecniche per mettere a punto i testi proseguirano forse anche questa mattina ed è assai probabile che il decreto sul condono e il ddl ilancio arrivino in Parlamento con qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza fissata dalla riforma del bilancio per oggi 20 ottobre. C’è chi scommette che arriveranno addirittura dopo il weekend, lunedì 24. La polemica riguarda soprattutto il cash. Eccome come funziona il condono? Hai occultato al fisco e ti tieni in casa 100 mila euro in contanti, che quindi con le attuali misure del tetto al contante non potrai utilizzare se non a tranche di 3mila euro? Se vuoi, per tutto il 2017 puoi aderire al rientro dei capitali, autodenunciandoti al fisco, fornendo le prove che quei 100mila euro derivino da evasione fiscale (e non ad esempio da riciclaggio) e pagando una cifra forfettaria di 35 mila euro (il 35%). E stop. Una misura che, insieme alla voluntary sui capitali occultati all’estero (per i quali potrebbe essere stabilita un’aliquota doppia: 15% sul cash e 35% sulle somme versate) dovrebbe portare nelle casse dello Stato, a parziale copertura della legge di bilancio, 2 miliardi di euro il prossimo anno. Ma ci sono anche altri casi. Vediamo alcune potenziali situazioni concrete, dai conti all’estero alle cassette di sicurezza, ecco tutti i rischi e i vantaggi della manovra del governo. Pagherà solo il 4% (0,5% a partire dal 2009 fino al 2017), sfruttando l’impianto della vecchia voluntary, chi riuscirà a dimostrare, denunciando di avere contante all’estero, di aver prelevato la stessa cifra dal suo conto corrente. Quei soldi, per il fisco, sono risparmi e non reddito: di qui il prelievo soft. Su 2 milioni di euro ne versa appena 8mila e sta tranquillo. Chi, invece, ha una cassetta in una banca italiana dove ha «nascosto» un tesoretto (ipotizziamo 200mila euro) deve versarne ben 70mila (il 35%) all’erario. L’agenzia delle Entrate potrebbe opporsi e, qualora accertasse che la somma è frutto di reddito, scatterebbe il prelievo di contributi e Irpef (in tutto l’80%). Niente paura, invece, per chi ha gioielli frutto di eredità regolarmente denunciata e custoditi in cassette in banca (senza documenti, invece, di fronte a una falsa dichiarazione scatta la reclusione fino a sei anni). Torniamo all’estero: una imprenditrice che ha un conto estero dal quale ha prelevato 100mila euro cash e dimostra di averli impiegati per spese personali, con tanto di ricevute, non deve pagare nulla. Altrimenti, opta per il forfait del 15% e chiue la partia con appena 15mila euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate [LaPresse] LA BCE LE STAMPERÀ FINO AL 2018 Nel mirino pure le banconote da 500 euro In gergo la chiamano Bin Laden perché è quasi introvabile anche se in giro ce ne sono parecchie. Si tratta della banconota da 500 euro, finito nel mirino della Banca centrale europea perché ritenuta la preferita da spacciatori, trafficanti di aremi e riciclatori. Mario Draghi l’ha messa al bando ma sarà stampata per altri due anni, fino alla fine del 2018. Il bigliettone violetto rappresenta appena il 3% degli scambi ma un'enormità, in termini di valore: quasi 300 miliardi di euro, il 30% del tutto il contante in circolazione. I più strenui difensori di «Bin Laden» sono stati i tedeschi che si sono opposti fino all’ultimo alla sua messa al bando. 3 PRIMO PIANO __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ i nostri soldi RICORSI Il governo teme una marea di ricorsi da parte degli automobilisti: in molti Comuni , infatti, sarebbe impossibile beneficiare degli effetti della nuova legge CASINO EQUITALIA E sulle multe da rottamare il governo rischia l’autogol Impossibile bloccare le contravvenzioni affidate alle agenzie di riscossione private. Così potrebbero sopravvivere tutte ::: FRANCESCO DE DOMINICIS ■■■ Il governo deve «solo» tro- L’ossessione del Pd Salvateci dalle manie di Boccia Vede gli evasori anche sotto il letto ::: segue dalla prima FAUSTO CARIOTI (...) del segretario del Pd. Riuscendoci ogni volta. Anche se è noto soprattutto per avere sposato la forzista Nunzia De Girolamo, il quarantottenne Francesco Boccia da Bisceglie,protagonista di questa storia, politicamente parlando non è l’ultimo arrivato. È stato consigliere economico di Enrico Letta, per un pelo non strappò a Nichi Vendola la candidatura alle regionali pugliesi del 2005. Ci riprovò cinque anni dopo e ne uscì triturato, ma è caduto comunque in piedi e dall’inizio di questa legislatura fa il presidente della commissione Bilancio della Camera, la più importante. Dopo essere stato lettiano è stato vicino a Renzi e ora non lo è più. Si definisce «un liberale di sinistra» e quasi gli credi: occhialini, aria educata, nel curriculum un master alla Bocconi e quattro anni di ricerca alla London School of Economics. Funziona finché non apre bocca, come gli è successo ieri con l’Huffington Post, e dice che «non esiste un tetto accettabile» per i contanti che uno tiene dentro casa. «Normalmente», spiega, i soldi «nel controsoffitto e nel materasso» sono «evasi al fisco e allora tu gli fai pagare i soldi che devono pagare, con la sanzione, e poi discuti, al limite, se metterli in carcere o meno». Con lui, insomma, siamo oltre la presunzione di colpevolezza. A questa provvede il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che chiede agli italiani una tassa del 35% per «regolarizzare» il contante e i preziosi che tengono in casa e nelle cassette di sicurezza. Il presidente della Commissione Bilancio nonché «liberale disinistra» si spinge più in là: fissa il principio per cui ogni banconota conservata in casa è figlia di traffici oscuri, accusa Padoan di volere fare un «condono» e dunque di essere oggettivamente complice di «evasori e ricettatori», auspica l’arresto per i reprobi. E pazienza se questi, anziché imprenditori in nero o spacciatori di cocaina, sono risparmiatori che tengono i soldi lontani dai conti correnti perché nell’epoca del bail-in hanno deciso di non fidarsi delle banche, o perché si sono accorti che, tra tassi prossimi allo zero, spese di mantenimento e bolli, il rendimento è negativo. Come si faceva in commissione Bilancio ai bei tempi della prima repubblica, il vietcong Boccia promette guerriglia. «Se la norma la fanno così, inevitabilmente il Parlamento la cambia», avverte. Vuole mettere un tetto al contante che si potrà fare emergere, attorno a quota 20-30mila euro, e soprattutto pretende che l’aliquota da pagare sia più alta di quel 35% fissato da Padoan, che già supera di venti punti percentuali il “prezzo” fissato dal governo per regolarizzare i prelievi dai conti esteri non ancora sanati. Ma ridurre la base e alzare l’aliquota significherebbe rendere inefficace il provvedimento, da cui Renzi e il suo ministro sperano di ottenere 2 miliardi di euro: Boccia, col suo master alla Bocconi, non può non saperlo. Finirà che il premier blinderà la norma con la fiducia, per chiudere l’ennesima faida interna al Pd giocata sulle tasche degli italiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA vare un accordo politico coi sindaci d’Italia, ma non ha bisogno di reperire coperture finanziarie specifiche. Lo spazio per inserire anche le multe per violazione del codice della strada nel piano volto alla rottamazione delle cartelle esattoriali essiste. Tuttavia, al Tesoro si contrappongono due visioni opposte. E non è ancora chiaro se il condono fiscale sarà esteso anche alle sanzioni degli automobilisti. Il colpo di spugna dovrebbe essere infilato nel decreto legge collegato alla legge di bilancio, col quale sarà formlamente abolita Equitalia. Si tratta di un piano - annunciato sabato dal presidente del consiglio, Matteo Renzi - che rientra nell’ambito di un ampio riassetto dell’intero sistema della riscossione delle imposte.La scelta dei«veicoli» normativi, in realtà, non è ancora stata presa: la riforma di Equitalia e il condono, infatti, potrebbero confluire nel ddl bilancio (e dunque diventare operativi solo a gennaio 2017), mentre il proveddimento d’urgenza (in vigore subito) verrebbe riservato alla riapertura della voluntary disclosure: la mossa consentirebbe di dare il via immeditamente al rientro dei capitali dall’estero e alla sanatoria dei contanti frutto di evasione. Il tutto con benefici istantanei per le finanze pubbliche perché all’autodenuncia segue il versamento dell’obolo all’erario. Per ora la questione «multe» resta un rebus. Che sarà risolto solo quando il testo definitivo del decreto verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficialeo quello del ddl presentato in Parlamento (possibile uno slittamento a lunedì 24). I tecnici hanno chiarito al governo che il condono sulle multe è possibile perché nei conti degli enti locali sono riportati i soli importi delle gabelle stradali,mentre le sanzioni e gli interessi di mora - cumulati nelle cartelle Equitalia - sono esclusi. Ne consegue che l’azzeramento degli oneri «extra», così come dovrebbe essere previsto dalla manovra sui conti pubblici per il 2017, non crea un buco di bilancio e non comporta, come accennato, il reperimento di fondi ad hoc nel bilancio dello Stato. Resta qualche problema tecnico, semmai, per quanto riguarda i comuni che non affidano a Equitalia (spa controllata da Inps e agenzia Entrate) l’attività di riscossione dei tributi locali. Proprio queste differenze impongono la massima attenzione nella stesura definitiva dei testi normativi. Né è immaginabile condonare solo una fetta delle multe, escludendo a priori gli abitanti di alcune città: la norma, a quel punto, sarebbe incostituzionale perché violerebbe il principio di parità di trattamento tra i contribuenti sancito dalla Legge fondamentale dello Stato. E proprio Equitalia - oggetto sistematico delle ire dei contribuenti, ma in realtà mera esecutrice di ordini impartiti da un’amministrazione finanziaria non di rado incapace, spesso distratta - è destinata a finire in soffitta. Gli esattori dovrebbero traslocare in una nuova struttura dentro le Entrate, ma vanno approfinditi alcuni aspetti relativi a retribuzioni e inquadramenti contrattuali. Il rapporto di lavoro degli 8mila dipendenti della spa che aveva rilevato le esattore dagli istituti di credito è sostanzial- mente quello dei bancari, assai più oneroso rispetto a quello del pubblico impiego applicato ai funzionari dell’agenzia diretta da Rossella Orlandi. In ogni caso, come ha chiarito martedì il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, «qualcuno deve riscuotere». All’accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria (o di qualsiasi altro ente impositore) deve gioco forza seguire un’altra fase, quella appunto svolta dall’esattore. Costui non sparisce. Semmai, farà un banalissimo cambio di casacca. Ma continuerà a spedire cartelle, pignorare stipendi, bloccare auto e conti correnti. C’è solo da sperare che, stando sotto lo stesso tetto, gli uffici del fisco comincino a scambiarsi informazioni. Una fase essenziale che oggi quasi non esiste. twitter@DeDominicisF © RIPRODUZIONE RISERVATA GRILLO SULL’ANTICIPO PENSIONISTICO «L’Ape è un derivato tossico» «La pensione anticipata attraverso il prestito implica che il cittadino venga messo nelle condizioni di scommettere sulla propria morte: il derivato più tossico che sia mai stato inventato». È l’accusa mossa da Beppe Grillo sul suo blog, con un post dove punta dritto contro il cosiddetto Ape ma avverte: «I pensionati avranno anche pochi soldi in tasca ma non sono rincoglioniti» [LaPresse]. 4 PRIMO PIANO __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ il viaggio negli Usa PIANO B In caso di vittoria del No, Mattarella vorrebbe che Matteo restasse a Palazzo Chigi per modificare la legge elettorale e poi andare al voto nella primavera 2017 Il marine Renzi spara sulla Ue «Multate glialtri,non noi» Oggi il Consiglio europeo. E il premier usa lo spot di Obama per evitare sanzioni sulla manovra: «Le diano a chi non prende i profughi come aveva promesso» ::: ELISA CALESSI ■■■ Fra un mese si vedrà se il viaggio americano è servito o no a Matteo Renzi per vincere il referendum costituzionale. Nel frattempo, il premier intende utilizzarlo per un’altra battaglia. Non meno complicata. Quella con l’Europa. Dove i fronti aperti sono due: legge di bilancio e migranti. Questo, almeno, è il piano di Renzi, che nella notte è volato da Washington a Bruxelles per partecipare, oggi e domani, al consiglio europeo. Un vertice importante per due motivi. Intanto perché è quello successivo a Bratislava, dove l’Italia non ottenne nulla su nessun piano. Poi perché sul governo italiano pende l’incognita di una procedura di infrazione per la legge di stabilità che non rispetta i patti concordati. Qui l’obiettivo di Renzi è evitare l’infrazione, ma soprattutto spostare il giudizio a dopo il 4 dicembre. Così ieri, all’ambasciata italiana a Washington, Renzi ha lanciato l’ennesimo guanto di sfida a Bruxelles: «Se aspettiamo la procedura europea? Sì, ma per quei Paesi che hanno promesso di fare la ricollocazione dei migranti e non hanno mantenuto la promessa». Come dire: ci provino. Ha poi rivendicato che «questa legge di stabilità rispetta totalmente le regole europee. Poi se la Ue vuole darci dei suggerimenti, siamo pronti ad ascoltare». Ma sia chiaro che «abbiamo fatto una manovra molto seria, strategica, non puntata su bonus. Porta miliardi veri nell’economia». In realtà, non arrivano affatto segnali rassicuranti dalla Commissione Ue. L’ipotesi migliore è che al governo italiano sia chiesto di ridurre il deficit dal 2,3% al 2,2%. Una possibilità che a via XX Settembre si sta già prendendo in considerazione. Ma Renzi coi suoi si dice ottimista anche su questo: si tratterebbe di recuperare un miliardo e mezzo. Ed è convinto di poterlo fare utilizzando i fondi della presidenza del Consiglio. L’importante, in ogni caso, è che l’eventuale richiesta dicorrezione sia spostata a dopo il referendum. Cosa, però, non scontata, perché secondo la tabella di marcia il verdetto deve arrivare a fine novembre. Renzi, intanto, si mette sul- Il premier Matteo Renzi a Washington [LaPresse] la scia di Obama, avvertendo che il suo governo è un pilastro strategico dell’Europa, in quanto argine nei confronti dei partiti anti-Ue: «L’elemento chiave del colloquio con Obama», ha detto ieri, « è l’Eu- IL COMICO: «IO RESTO QUI A COLTIVARE L’ORTO DI MICHELLE» Show di Benigni alla Casa Bianca col cavolo nero ::: ROMA ■■■ Via libera del Senato, con la spinta della fiducia, alla conversione in legge del decreto sull’efficienza degli uffici giudiziari. I voti a favore sono stati 159,24 quelli contrari, uno solo l’astenuto. Il decreto, già esaminato dalla Camera, adesso diventa legge. Ma l’Associazione nazionale magistrati, già sul piede di guerra sulla riforma del processo penale, non ci sta e attacca l’esecutivo. Per l’Anm il testo licenziato da Palazzo Madama rappresenta un «grande passo indietro per la giustizia». Il provvedimento è «affrettato nel metodo e inidoneo, nel merito, a raggiungere le finalità che si era prefissato». Il sindacato delle toghe, presieduto da Piercamillo Davigo, denuncia l’«incostituzionalità» del provvedimento. Nel mirino dell’Anm c’è so- Show doveva essere e show è stato. Roberto Benigni lascia il segno sulla cena di gala offerta dalla Casa Bianca alla delegazione italiana guidata da Matteo Renzi. Clima subito dei migliori («Una delle figlie di Obama mi ha detto di avere visto venti volte La vita è bella») e il comico si scatena: «Io resto qui», ha detto a fine serata, «sto cercando una casetta nell'orto di Michelle, le ho consigliato il cavolo nero perché lei non capisce molto di cavolo. Siccome io sono di origini contadine le ho consigliato il cavolo nero che cresce in Toscana». [Foto Reuters] ropa: la speranza contro l’odio, la crescita contro l’austerità». E dopo aver assistito all’arrivo su Marte della sonda russaeuropeo, ha lanciato un’altra frecciata: «Oltre che andare su Marte, l’Europa deve andare anche nelle periferie,nelle sacche di resistenza sociale che pure ci sono con l’austerity che ha fatto dei danni…». Perché, «il populismo non nasce per il terrorismo, ma per la crisi economica in Europa». Intanto, nei Palazzi, si ragiona su possibili piani B, nel caso di vittoria dei No al referendum. Uno di questi è che Sergio Mattarella, in caso di sconfitta del Sì, possa chiedere a Renzi di restare per un po’ alla guida di un governo di larghe intese. Pochi mesi, giusto il tempo di modificare la legge elettorale. Per poi andare a votare nella primavera del 2017. Ragionamenti che, ieri, sono stati rilanciati dall’agenzia americana Bloomberg, che citava due fonti riservate all’interno del Pd. Una possibilità che, però, i più vicini al premier smentiscono. «Se vince il No, Renzi non accetterà mai di restare. Tanto meno per guidare un altro governo». A meno che, si vocifera nel Pd, la sconfitta non sia di misura. «Dipende da come si perde», dice un’altra fonte,«se i Sì perdono 49 a 51 è un conto, se 40 a 60 è un altro». Nel caso di una sconfitta di misura, Renzi potrebbe convincersi a restare. Ma giusto qualche mese, per modificare l’Italicum. E alla guida dello stesso governo. Scenari che, però, per ora non si vuole nemmeno considerare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Passa in Senato il ddl sul quale il governo pone l’ennesima fiducia Sì alla legge sulle pensioni dei giudici. Che si infuriano prattutto la norma sul cosiddetto «trattenimento in servizio» dei magistrati in funzioni apicali e direttive. In vista, avvertono le toghe, ci sono i «ricorsi che saranno presentati dai colleghi discriminati dalla norma che ha prorogato l’età pensionabile solo per pochi». «Benché avessimo chiesto di rinviare la discussione sul provvedimento all’esito dell’incontro fissato per lunedì 24 con il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia», prosegue la nota dell’Anm, «dobbiamo nostro malgrado registrare che non solo non si è tenuto conto del fatto che tra i temi della riunione vi era proprio il provvedimento divenuto legge, ma appena cinque giorni prima della riunione il graffio Sciupafemmine alla Casa Bianca L’Enquirer, il settimanale scandalistico americano per eccellenza, pubblica le «Confessioni di un personaggio vicino aiClinton:come ho combinato tresche per Hillary con uomini e donne». Da queste e altre testimonianze emerge l’unica certezza delle elezioni 2016: che sia Donald o Hillary, al prossimo presidente piace molto la gnocca. il decreto è stato frettolosamente convertito senza discussione parlamentare». C’è voluto il ricorso alla fiducia da parte del governo far passare a Palazzo Madama, senza intoppi, il decreto. Esecutivo e maggioranza cui si è nuovamente aggiunto il gruppo di Alleanza liberalpopolare - non si sono fidati di consegnare il cammino del provvedimento alle procedure ordinarie, anche per via delle resistenze manifestate dagli esponenti della minoranza del Pd. A favore della fiducia hanno votato 106 senatori del Pd, 12 senatori delle Autonomie, 24 senatori di Area popolare, 2 senatori del gruppo Misto (i senatori che nel Misto sono di Sinistra Italiana sono usciti dall’aula mentre in senatori di Sel Uras e Stefàno hanno votato contro) e due senatori di Gal (il sottosegretario D’Onghia e il sentore Naccarato), mentre il resto del gruppo era contrario alla fiducia. A loro si sono aggiunti, appunto, tredici voti di Ala. Ad astenersi è stato l’ex grillino Marino Mastrangelo, ora nel gruppo Misto. I 24 voti contrari sono nove senatori della Lega, tre esponenti deiConservatori Riformisti, sette senatori del gruppo Misto, due di Gal (Giovanardi e Quagliariello), uno del senatore Roberto Cotti (M5S), mentre il resto dei grillini non ha partecipato al voto. A questi si sono aggiunti i «no» del senatore Claudio Zin (Autonomie) e del senatore Cosimo Sibilia (Forza Italia), mentre il resto degli azzurri non ha partecipato al voto. T.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 PRIMO PIANO __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ MEZZO SUCCESSO Per il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston «la missione è un successo, anche se al momento solo parziale» Europa a pezzi L’Europa non funziona neanche su Marte La festa per lo sbarco sul pianeta rosso era pronta ma si trasforma in giallo: a pochi minuti dall’atterraggio si sono persi i contatti con la sonda. Singolare metafora dell’Unione che riesce sempre a lasciare le cose a metà ::: segue dalla prima GIULIANO ZULIN (...) pronta a festeggiare la conquista del pianeta rosso. Con lei c’erano i big dell’industria pesante italiana, che sono stati protagonisti nella costruzione della sonda. Alle 16.48 sono scattati i sorrisi,gli abbracci, quasi quasi partivano i trenini: ci siamo, conquisteremo l’universo... Alle 18 doveva arrivare la conferma. Schiaparelli, così si chiama la navicella, avrebbe dovuto assaggiare la superficie marziana.Schiaparelli... Schiaparelli... Schiaparelliiiii... Pronto?... Non prende. Non c’era più campo, come un telefonino qualsiasi. E allora il ridere è finito quasi in piangere: facce tirate, parole di circostanza. «Comunque era un esperimento», «non abbiamo perso le speranze», «aspettiamo perché nella notte potremo recuperare il segnale». Ma cosa potrà mai essere successo? Le ipotesi ovviamente sono le più disparate, anche perchè parliamo di qualcosa che sta succedendo a 56 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. La peggiore, ha spiegato Parolo Ferri, responsabile delle operazioni di volo dell’Agenzia spaziale europea, è il mancato funzionamento dei retrorazzi: in questo caso il veicolo avrebbe avuto un impatto violento sul suolo marziano. L’ipotesi invece ottimistica è che nelle ultime fasi dell’arrivo su Marte Schiaparelli abbia avuto un problema nel cambio di antenna, che era previsto dalla missione. Ma dai... quello che abbiamo visto ieri sera è proprio la metafora del Vecchio Continente: fa le cose a metà e quando le conclude non sempre riescono bene. Anzi. L’Europa ha creato l’euro senza chiedere il parere ai cittadini. Poi quando è scoppiata la crisi di uno Stato dell’eurozona, gli stessi fautori della moneta unica, cioè Francia e Germania, hanno fatto il gesto dell’ombrello. E l’Unione si è scoperta disunita. L’Europa prima si è lamentata con l’Italia perchè non schedava gli immigrati: se non li registrate non possiamo sopportarli anche noi. Poi quando abbiamo iniziato a mettere un timbro su chi sbarca sulle nostre coste, la cara vecchia Unione ci ha gentilmente spernacchiato. L’Europa ha voluto applicare le sanzioni contro la Russia, perché ce l’ha ordinato Barack Obama, però la Merkel alla fine tratta per conto suo con Vladimir Putin. Risultato: l’Italia resta fuoridalla porta e intanto si ritrova con 32 miliardi di commesse bloccate da Mosca. Ma non esisteva un responsabile unico della politica europea? Ecco, la Ue esiste solo quando fa comodo a qualcuno. C’è ma non si vede. La stessa cosa della sonda Schiaparelli. È su Marte ma non dà segni di vita. Non si conoscono le sue condizioni. Sì, magari la sonda si ripiglia, come ogni volta che succede un casino nell’Unione - vedi la Brexit - e allora tutti a dire, come a Ventotene, che bisogna cambiare marcia. Ma poi si torna nell’atmosfera irrespirabile come quella del pianeta rosso fino alla prossima crisi. E se Schiaparelli si fosse distrutta? Ah, non c’è problema: basta dire che è colpa di Marte. In Europa chi sbaglia non paga: se la Germania è riuscita a far scappare gli inglesi, dovrebbe almeno chiedere scusa. No, invece chiede ancora più sacrifici per conservare il suo benessere. Ecco la frase tipica di Bruxelles. «La missione è un successo, anche se al momento solo parziale», fa sapere Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana in riferimento alla scomparsa della sonda. Non è colpa sua, è che ormai l’europeite ha contagiato tutti. Al Palaexpo di Roma, dove era stato organizzato l’evento per l’atterraggio su Marte, si sono spente le luci. Ma non demoralizziamoci: i marziani veri li vediamo già tutti giorni. Sono i capi di questa Unione Europea. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le operazioni a 56 milioni di chilometri di distanza L’obiettivo è studiare il suolo del pianeta in vista della prossima missione del 2020 ::: ANDREA EMMANUELE CAPPELLI ■■■ L’Europa non è mai stata così vicina a Marte: ieri sera il lander Schiaparelli è entrato nell’orbita del Pianeta Rosso, come da programma per la prima fase della missione «ExoMars», che vede l’Agenzia spaziale europea (Esa) cooperare con l’agenzia russa Roscomos dallo lo scorso marzo.Purtroppo, il segnale del lander si è perso un minuto prima che il veicolo toccasse il suolo. «Le speranze di ristabilire le comunicazioni non sono perdute, siamo fiduciosi» comunica il direttore delle operazioni dell’Esa Paolo Ferri. Le comunicazioni più attese erano quelle della sonda Mars Express, ma anche quest’ultima ha confermato la perdita di segnale, che si è interrotto all’improvviso pochi istanti prima dell’arrivo. «Siamo delusi e preoccupati, ma le notizie che abbiamo finora - continua Ferri - non vogliono dire nulla sull’esito dell’atterraggio; potrebbe essere successo di tutto». L’ipotesi peggiore riguarda il mancato funzionamento dei retrorazzi: questo significherebbe che il veicolo ha subito un impatto violento, schiantandosial suolo.L’avventura è comunque senza precedenti e l’Italia ricopre un ruolo di primo piano, con l’Asi (Agenzia spaziale italiana) nelle vesti di leader della missione e responsabile di tutti gli elementi, dallo sviluppo della sonda Schiaparelli (che prende il nome dal grande astronomo italiano dell’800 Giovanni Virginio ::: IL PROGETTO IL NOME La sonda prende il nome dal grande astronomo italiano dell’800 Giovanni Virginio Schiaparelli, pioniere nel campo delle osservazioni su Marte ITALIA LEADER L’Italia ricopre un ruolo di primo piano nella misione «ExoMars» con l’Asi nelle vesti di leader e responsabile di tutti gli elementi, dallo sviluppo della sonda alla trivella che scandaglierà il sottosuolo per il prelievo di campioni IL PROSSIMO PASSO Il prossimo passo è previsto nel 2020 con l’obiettivo di portare sul pianeta un rover capace di muoversi e in grado di trivellare e analizzare il suolo Schiaparelli, pioniere nel campo delle osservazioni su Marte) fino alla trivella incaricata di scandagliare il suolo per il prelievo di campioni. Il prossimo passo ci sarà nel 2020, con l’obiettivo di portare sul pianeta un rover capace di muoversi e dotato della strumentazione necessaria a trivellare e analizzare il suolo. Scopo dell’impresa è indagare sulle tracce di vita, sulle caratteristiche dell’ambiente marziano e i suoi aspetti geofisici, sondando anche i futuri rischi per missioni umane. Le operazioni si svolgono a ben 56 milioni di chilometri dalla terra e i veicoli spaziali operano in modo autonomo. Domenica Schiaparelli si era staccato LA GRANDE ATTESA In alto, l’evento organizzato dall’Asi a Roma per l’atterraggio su Marte della sonda italiana. Era presente anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini [LaPresse] dal modulo orbitante di ExoMars, il Tgo (Trace Gas Orbiter), iniziando la discesa verso l’atmosfera marziana. La sonda imbarcava anche una piccola stazione meteorologica, denominata Dreams. Mentre l’atterraggio potrebbe essere fallito, si è conclusa con successo invece la manovra di ingresso in orbita attorno al Pianeta Rosso del Tgo che ora si trova a 400 km dalla superficie. Distanza dalla quale condurrà la mappatura dell’atmosfera di Marte, per studiarne il metano presente. Resterà in funzione fino al 2020,quando farà da supporto alle comunicazioni per la missione «ExoMars 2020». © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 ITALIA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: MEDIA E POLITICA ::: segue dalla prima RENATO FARINA (...) Il pensiero unico, il politically correct, ha invaso tolitariamente anche il presunto campione della sua demolizione. La mediocrità quotidiana ha esercitato compatta il suo potere forte dall’alito cattivo. Così, in mancanza di meglio da fare, si è divertita a falsificare, occultare, mascherare, sopire, troncare uno scampoletto minuscolo di realtà. Non per baciare i piedi a un morto (i morti non contano niente) ma onde fare un piacere a se Le immagini censurate La folla al funerale di Fo? Era un tarocco Il Nobel non era adorato dalle masse, ma da una élite. E la cerimonia d’addio lo ha confermato: c’erano quattro gatti stessi,al salamelecco cosmico che ha accompagnato alla tomba il Giullare. Noi questo torto non glielo facciamo. Ai funerali di Dario Fo c’era Che Guevara, anche se dipinto, ma mancava il popolo, mancavano le folle di compagni. I giornali hanno scritto (anche l’Ansa, che dovrebbe dare notizie e non panegirici) che erano migliaia e migliaia le persone accorse in piazza Duomo ed erano state tantissime anche alla camera ardente. Migliaia e migliaia: ma non hanno specificato quante migliaia (lo si fa sempre: gli organizzatori dicono tot, la questura dice un quarto di tot). A dire il vero, chi non si è recato sotto la Madonnina sabato scorso non lo sa, poiché nessuno l’ha detto. Lo sanno quelli che c’erano, ma non lo fanno sapere.Nessuno ha osato mostrarlo. Quasi fosse lesa maestà, un’offesa alla memoria. Le tivù non hanno mostrato la panoramica dipiazza delDuomo, non ci sono immagini dall’alto. Le agenzie non hanno distribuito foto compromettenti, come se fossero ingiurie cattive, un brut- to viatico alla gloria. Ce n’è in giro una sola e si vede che oltre le transenne, piazzate quasi per impedire fanatismi come alle esequie di Stalin e Khomeini, le file degli ombrelli non superano la dozzina. E perché mai la verità andrebbe taciuta? Il mondo è fatto di irriconoscenti, e se di sabato mattina piove, anche le folle preferiscono rimpannucciarsisotto le coperte. Così è stato. Ma non è questo il punto dolens. Ci sono giganti che sono morti soli e seppelliti in una fossa comune. Mozart, ad esempio. Ma lo sappiamo, è stato fatto sapere. Stavolta ha prevalso la censura. Com’è cambiato il mondo. Negli anni ’60, Dario Fo è stato censurato dalla Rai. Ci è stato suggerito Opinione pubblica e opinione pubblicata Giornalisti di sinistra. E i lettori non si fidano Uno studio dell’Università di Milano spiega perché gli italiani lasciano i giornali nelle edicole e s’informano sul web ::: segue dalla prima ANTONIO SOCCI (...) Curini e Splendore, hanno pubblicato uno studio dal titolo provocatorio: “Ma i giornalisti sono troppo di sinistra?”. Il punto di partenza si trova nei datidei sondaggi periodici di Eurobarometro, dove si rileva la scarsa fiducia degli italiani verso la stampa: negli ultimi 15 anni un cittadino su due dà un giudizio negativo. Il livello di fiducia verso la stampa si attesta sul 43 per cento ovvero quattro punti percentuali meno del resto d’Europa, nel medesimo periodo. Perché? Le ragioni possono essere tante. Ma ce n’è una particolare che Curini e Splendore hanno voluto indagare,riprendendo un’ipotesi formulata venti anni fa da Thomas E. Patterson e Wolfgang Donsbagh, nel saggio “New decisions: Journalists as partisan actors”, uscito su Political Communication. In quello studio si evidenziavano «le conseguenze relative alla possibile “discrasia” tra credenze politiche e ideologiche dei giornalisti rispetto ai loro lettori». Ebbene, Curini e Splendore sono andati a verificare i dati relativi al nostro Paese per capire se questa “discrasia” poteva essere la causa della sfiducia degli italiani nei confronti della stampa. In effetti - utilizzando fonti omogenee sul posizionamento politico dei giornalisti rispetto ai cittadini - hanno scoperto che l’autocollocazione ideologica «dei giornalisti italiani appare marcatamente posizionata più a sinistra rispetto a quella degli italiani in generale». L’EREDITÀ DEGLI ANNI ’60 Del resto lo si è sempre empiricamente saputo, già dagli anni Settanta: bastava confrontare il panorama della stampa con il voto degli elettori. Praticamente “l’eskimo in redazione” continua a dominare anche oggi, pur standosene sotto abiti più borghesi. Diciamo che quel capo d’abbigliamento sessantottardo non avvolge più i corpi invecchiati, ma le menti dei giornalisti e dei direttori. Ecco perché - di conseguenza la “narrazione” dei giornali italiani è così lontana dai veri sentimenti e dai veri interessi della gente comune ed ecco perché i nostri concittadini in media hanno meno fiducia nella stampa degli altri europei. Ma allora perché i giornali, in tempi altamente competitivi come questi, non cercano di avvicinare la loro “narrazione” e i loro “narratori” al famoso Paese reale? La risposta dei due studiosi è questa: «I dati dell’Eurobarometro ci mostrano che i lettori più assidui dei giornali sono anche quelli che hanno una posizione ideologica in media più prossima ai giornalisti. Il che potrebbe condurre a un circolo che si auto-riproduce e si auto-rinforza: ovvero lo iato ideologico con gli italiani in senso lato (e la conseguente crisi di fiducia) non risulta alla fin fine davvero rilevante per il mondo editoriale, perché dopotutto chi legge (e compra) i giornali ha la stessa visione del mondo che ha chi ci scrive, e così via. Un apparente paradosso, con esiti complessivi facilmente prevedibili». IL POPOLO DISPREZZATO Si potrebbe aggiungere anche un’altra spiegazione: i giornali non vogliono raccontare ed esprimere la “pancia” del Paese reale perché lodisprezzano, perché la casta intellettuale italiana ha sempre considerato il nostro popolo come “minorenne”, immaturo, volgare, a volte corrotto e perfino razzista. Quindi il ceto che fa i giornali ha sempre altezzosamente pensato di avere un ruolo pedagogico, di “riforma” della mentalità di questo popolo di levantini e ignoranti. Lo si vede ancora oggi su certi temi sensibili: l’abissale distanza tra l’indottrinamento della stampa e il pensiero popolare è risultata clamorosa, per esempio, nella lunga diatriba sulle “unioni gay” così come sul tema degli immigrati. Oggi però i cittadini che non si sentono rappresentati dalla stampa hanno un modo straordinario per mandare al diavolo i tromboni dei giornali ed è quello che probabilmente sta assestando il colpo di maglio alla carta stampata: internet. Sempre sulla voce.info,Luigi Curini ha pubblicato, con Andrea Ceron (ricercatore all’Università di Milano), un altro studio dove si fo- tografa questa svolta. Titolo: “L’informazione attendibile? Per gli italiani è in rete”. Sempre dai dati Eurobarometro relativi all’opinione pubblica di 34 paesi, i due studiosi sottolineano che «con un 58,2 per cento di cittadini che considerano il web come una credibile fonte di informazione, l’Italia si colloca in cima (sesto posto complessivo) alla classifica europea di chi esprime fiducia nei confronti della rete, addirittura prima tra i grandi paesi. Il dato è considerevole ed è di quasi 10 punti superiore alla media europea (49,1 per cento), di 18 punti rispetto alla Spagna, di 23 rispetto alla Germania e di quasi 30 rispetto a Gran Bretagna e Francia». Peraltro la ricerca mette in rilievo che si tratta in prevalenza di uomini in età attiva, interessati alla politica e di ceto medio-alto. Spesso anche lettori di giornali, ma con un giudizio negativo sulla stampa. Quindi il dato sulla fiducia nella rete e sulla poca credibilità della carta stampata, non fotografa le idee degli outsider, delle fasce marginali, ma evidenzia il giudizio dell’opinione pubblica. UN ESEMPIO RECENTE Un caso recentissimo ha messo in luce questo fenomeno. Riguarda la figura di papa Bergoglio che la quasi totalità dei giornali ormai celebra in maniera acritica fino a sfiorare il culto della personalità. Nella società, invece, nei suoi confronti è andato crescendo un dissenso che è diventato forte opposizione,anzitutto sui temi dell’emigrazione e dell’Islam, ma anche (per i cattolici) sui temi più attinenti alla fede. Questo fenomeno è dilagato quasi totalmente nella rete, perché i giornali non hanno mai voluto dar voce alle perplessità e ai dissensi. È stato un fenomeno fino ad ora ignorato dalla stampa, che non riconosce legittimità ad altre posizioni. Ma essendosi fatto oggi troppo vasto è entrato nel mirino dei media che non sono interessati a esplorarlo giornalisticamente e a 7 ITALIA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: MEDIA E POLITICA L’unica foto che riprende il funerale di Fo dall’alto: Piazza Duomo non è piena ed è stato ripetuto in tutte le rievocazioni della vita di Fo: Ettore Bernabei, fanfaniano, non gli aveva perdonato certe esibizioni irrispettose verso le Alte Autorità dello Stato, e lo cacciò dagli schermi. Oggi, 50 e passa anni dopo, è Dario Fo ad essere un Altissimo Papavero, naturalmente rosso, un Nobel gigantesco, e il mondo della comunicazione (che coincide con il mondo) si è gonfiato come una immensa dorata mongolfiera con la sua faccia sopra, e ha inondato l’universo con parole-coriandoli sul e del Giullare, i telegrammi di Mattarella, sacrosanti, un monumento. Ehi, si fa così con i morti, non quelli che sappiamo essere vivi. Dario da perseguitato, ma vivo, è divenuto modello supremo, ma molto morto. Meritevole addirittura di una censura della realtà per non offenderlo, come si faceva una volta quando si radunavano i dorotei. Anche Striscia la notizia, si è adeguata. Merita tutto Dario Fo, ma la solidarietà del Gabibbo è troppo. © RIPRODUZIONE RISERVATA In ballo 2 miliardi CONTESTATO IL DIRETTORE DEL TG1 In Aula è scontro Orfeo-M5S La7 e Radio 24 vogliono prendersi il canone Rai Il governo rinvia il rinnovo della concessione a Viale Mazzini E i privati si preparano a rivendicare il ruolo di servizio pubblico ::: FRANCESCO SPECCHIA Bisticcio in Commissione di Vigilanza Rai tra il capogruppo M5S Alberto Airola e il direttore del Tg1, Mario Orfeo, che stava tenendo un’audizione. «Lei, da Vespa, voleva far prendere a schiaffi una parlamentare del mio schieramento», ha attaccato Airola. «È un falso», ha detto Orfeo. «È stato Vespa che le ha proposto di prenderla a schiaffi», ha ammesso quindi il parlamentare. Alcuni minuti dopo Airola è andato via dall’aula sbattendo la porta. raccontarne le ragioni, ma pretendono di delegittimarlo, come se fosse “a priori” inammissibile avere un punto di vista critico su Bergoglio. È il caso clamoroso di un lunghissimo servizio uscito domenica scorsa sulla Stampa (due pagine intere con partenza in prima): più che un’inchiesta è parso una messa all’indice dei dissidenti, una specie di lista di proscrizione, quasi a far pensare a un’inquisizione bergogliana. Peraltro i vaticanisti che hanno firmato il servizio sono due dei tanti giornalisti del portale Vatican Insider che la Stampa di Torino ha totalmente dedicato al Vaticano e che, però, non sembra godere del- la fiducia di molti lettori. Se infatti si fa una visita alla pagina Facebook di Vatican Insider si ha la sensazione di un villaggio abbandonato, con articoli che hanno 10 oppure 15 “mi piace”, senza commenti. Mentre sui blog e sulle pagine Facebook dei “dissidenti”, dei critici di Bergoglio, i frequentatori sono decine di migliaia e ogni giorno cliccano migliaia di “mi piace” sugli articoli e in tantissimi lasciano commenti. È un caso esemplare di informazione negata, che trova nella rete il suo spazio di libera circolazione di notizie e idee. www.antoniosocci.com © RIPRODUZIONE RISERVATA ■■■ Disservizio pubblico sul servizio pubblico. Pare che, nel silenzio dei media, nel nuovo decreto legge sull’editoria sia previsto lo slittamento del termine della scadenza per il rinnovo delle concessioni radiotelevisive con lo Stato. Ancora una volta, la proroga. La prima scadenza era in aprile, poi spostata a novembre e ora trascinata, di tre mesi, al 31 gennaio 2017 (non è ancora in Gazzetta Ufficiale, per quello è ignoto ai più) giusto il tempo di vedere se dietro la vittoria del “Si” o del “No” al referendum si possa celare l’apocalisse politica del renzismo. Il governo si divincola, diciamo, nell’imbarazzo. La suddetta notizia sulle concessioni con lo Stato è assai importante. Il rinnovo delle concessioni prevede, per chi ne ha l’esercizio, l’esclusiva riscossione del canone; si parla di 1,7 miliardi. Anzi, oggi, col canone in bolletta la cifra si aggira su 2 miliardi- 2 miliardi e mezzo secodo le stime del Ministero dell’Economia. Dalla notte dei tempi la Rai ne è stata unico benificiaro. Finora, per consuetudine, viale Mazzini si vedeva la concessione attribuita sulla fiducia, per diritto divino; ma oggi siritrova altri concorrenti che,legittimamente, invocano l’accesso a quel tesoretto. Concorrenti che, dati e programmi alla mano, fanno servizio pubblico come e più della vecchia signora di viale Mazzini. «Non esiste l’assioma che il servizio pubblico deve essere svolto da un’azienda pubblica, noi lo sviolgiamo tutti i giorni, ad esempio», afferma Marco Ghigliani amministratore delegato de La7 «oggi dobbiamo pensare che il canone almeno andrebbe ripartito su più soggetti che dimostrino di avere i requisti per accedervi. Oppure, in subordine, agire almeno sulla raccolta pubblicitaria concorrenziele della Rai - che ora fa dumping - e fare come, per esempio, in Francia dove sulle reti pubbliche vige ildivieto di spot in prima serata...». Ghigliani ha ragione. La7 nei primi mesi del 2016 ha proposto 2300 ore d’informazione, «il 30% in più delle pro- ::: LA VICENDA CHE COS’È IL CANONE Il canone televisivo è una imposta che è tenuto a pagare chiunque detenga un apparecchio atto (o adattabile) a ricevere il segnale televisivo. È stato introdotto per la prima volta sotto il fascismo, nel 1938. SERVIZIO PUBBLICO Le entrate dell’imposta finiscono alla Rai, in quanto trasmette i programmi del servizio pubblico. LA CONCESSIONE Nel nuovo decreto sull’editoria dovrebbe essere previsto lo slittamento del termine della scadenza per il rinnovo delle concessioni radiotelevisive con lo Stato. Il rinnovo delle concessioni prevede l’esclusiva riscossione del canone, in quanto l’azienda concessionaria (finora sempre la Rai) fa servizio pubblico. LE CRITICHE DEI PRIVATI La 7 di Urbano Cairo e il canale satellitare Reteconomy si sono rivolti ad avvocati per vedere riconosciuto il loro diritto al canone. «Facciamo servizio pubblico», ha detto Cairo. Anche Radio 24 starebbe pensando all’azione legale. posta totale delle reti generaliste e quasi il 20% sopra Raiuno che si coloca al secondo posto». Tradotto: non sta scritto da nessuna parte, esplicitamente, che la Rai si pappi tutto il canone. Un po’ anche anoi, please. È una vecchia battaglia di Giovanni Minoli, combattuta ossessivamente su Radio24 e dalle colonne del Sole 24Ore:«A livello di governo, rimandano e non riescono a risolvere strutturalmente il problema», afferma Minoli: «Perché, mi chiedo, i quasi 400 milioni di euro che si dovrebbero recuperare dall’evasione col canone in bolletta non li mettono a bando tra Rai,radio e televisioni private, destinandoli a programmi che fanno davvero servizio pubblico? ». La domanda di Minoli è corretta. E non è rimasta inascoltata. Tanto che anche Reteconomy, canale satellitare denso di programmi di servizio pubblico (sul 512 di Sky) in chiave economica, si è decisa a spuntare almeno una parte delle succitate concessioni. Afferma Andrea Baracco, amministratore delegato di Reteconomy: «Noi spieghiamo alla gente ilfisco e l’industria delle start up, le smart cities e il terzo settore, lo storytelling degli artigiani, l’economia dello sport e il mondo del legal, con una redazione e servizi di prim’ordine, sfido chiunque a dire che non facciamo servizio pubblico». E se si pensa che la stessa tv pugliese TeleNorba è quella che in assoluto, sul singolo evento (il disastro del treno in provincia di Bari) ha bruciato nell’informazione i tg nazionali; be’, allora l’esclusività del canone alla Rai diventa un ipotesi sempre più rarefatta. Non è un caso che sia La7 sia Reteconomy abbiamo, segretamente, messo la pratica in mano ai propri avvocati (Reteconomy allo studio milanese La Scala, La7 non si sbottona); allo studio è l’attivazione della procedura migliore per arrivare al canone. E non è un caso che anche Radio24 sembra abbia aperto un fascicolo interno sulla faccenda, e ci stia facendo un serio pensierino. E suppongo non sia un caso che lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Antonio Calenda sia lamentato - proprio in un faccia a faccia con Minoli - sul fatto che dalla Rai «non ci hanno presentato ancora un piano editoriale, dobbiamo davvero verificare e discutere su tutto...». Di ’sti tempi la beneficenza non è di moda, diciamo. In soldoni, la Rai si trova proiettata in un mondo nuovo. Per evitare che sulle concessioni mettano mano anche i concorrenti, deve dimostrare di saper fare servizio pubblico, senza fare dell’audience il suo profeta. Deve tagliare i costi delle produzioni esterne (il 70%) e degli agenti. Deve tagliare almeno 5000 dipendenti stratificati in decenni di lottizzazioni geologiche. Deve spiegare perché Carlo Conti e l’Annunziata - per dire - sono servizio pubblico e Crozza e la Gruber no. Deve destrutturare i palinsesti e adattarli alla rivoluzione delle piattaforme della «cultura convergente», come direbbe il sociologo Jenkins. Tra qualche mese, occhio all’arrembaggio... © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 ITALIA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: GIUSTIZIA E POLITICA Una storia infinita ::: SALVATORE GARZILLO ■■■ Torniamo indietro di sei anni. Era la sera del 27 maggio 2010, la 17enne Karima El Mahroug è sospettata di furto e finisce nella questura di Milano per essere identificata. Non ha i documenti ma una telefonata dell’allora premier Silvio Berlusconi avverte ilcapo di gabinetto che quella minorenne è la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak e quindi, per evitare un incidente diplomatico, chiede di affidarla al consigliere regionale Pdl Nicole Minetti. Quella sera inizia un capitolo della storia italiana segnato da un nome di quattro lettere: Ruby. Il nome d’arte della marocchina diventa il riferimento di una vicenda giudiziaria che ora è arrivato al suo terzo processo e ieri ha visto il rinvio a giudizio della protagonista. «Il rinvio a giudizio era atteso, automatico, in un procedimento con 45 faldoni era impensabile che ci fosse un proscioglimento già in udienza preliminare», ha dichiarato il suo avvocato Paola Boccardi. Il legale ha anche detto che la sua assistita «non lavora, vive a Genova con sua figlia e rimane spesso indietro con l’affitto»,smentendo cosìchi l’accusa di aver usato imilioni ricevuti da Berlusconi per comprare un hotel-ristorante in Messico (Casa Sofia, a Playa del Carmen, in società con Luca Risso, ex fidanzato e padre di sua figlia) e proprietà immo- Silvio è assolto, non c’è reato ma ne processano 23 per Ruby Il proscioglimento definitivo di Berlusconi non basta. Ora vengono rinviati a giudizio Karima, Mariarosaria Rossi, Carlo Rossella e diverse olgettine ::: LA VICENDA I PROTAGONISTI Ieri il gup di Milano Laura Marchiondelli ha rinviato a giudizio Ruby e altre 22 persone, tra cui il suo ex compagno Luca Risso, il suo ex avvocato Luca Giuliante, il giornalista Carlo Rossella, la senatrice Maria Rosaria Rossi (gli ultimi due accusati per falsa testimonianza), Giorgio Puricelli (ex massaggiatore del Milan) e parecchie «olgettine» (tra cui Iris Berardi, Barbara Guerra, Barbara Faggioli, le gemelle De Vivo, Marysthell Polanco, Alessandra Sorcinelli, Lisa Barizonte). L’ACCUSA Secondo l’accusa Berlusconi avrebbe speso 10 milioni per comprare il silenzio delle persone che hanno partecipato alle «cene eleganti» ad Arcore. Sette sarebbero andati proprio a Ruby. biliari a Dubai. Le sue presunte ristrettezze economiche mal si conciliano, inoltre, col risultato della perquisizione nell’appartamento genovese ordinata dai pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano: sono state trovate banconote da 500 euro, quattro borse Chanel, una Gucci, una Dior, una Celine, un porta- Karima El Mahroug, detta «Ruby Rubacuori», è nata il 1 novembre 1992 in Marocco [Fotog] foglio Louis Vuitton, anelli, bracciali, collane. Secondo l’accusa Berlusconi avrebbe speso 10 milioni per comprare ilsilenzio delle persone che hanno partecipato alle «cene eleganti» ad Arcore, sette sarebbero andati proprio a Ruby. Oltre alla marocchina, il gup diMilano Laura Marchion- delli ha rinviato a giudizio altre 22 persone, tra cui il suo ex compagno Luca Risso, il suo ex avvocato Luca Giuliante,ilgiornalista Carlo Rossella, la senatrice Mariarosaria Rossi (gliultimi due accusati per falsa testimonianza), Giorgio Puricelli (ex massaggiatore del Milan ed ex consigliere regionale del Pdl), e parecchie «olgettine», tra cui Iris Berardi, Barbara Guerra, Barbara Faggioli, le gemelle De Vivo, Marysthell Polanco,Alessandra Sorcinelli, Lisa Barizonte. Per loro il dibattimento inizierà l’11 gennaio. Le accuse a vario titolo sono corruzione in atti giudiziari e falsa testimo- nianza. L’ipotesi è che alcuni imputati abbiano mentito oppure omesso fatti durante ilprimo processo Ruby (da cui Berlusconi è stato assolto in via definitiva nel marzo 2015) e in un procedimento parallelo per Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. Il silenzio, per la procura, sarebbe stato appunto ripagato con soldi, tanti soldi. La posizione di presunto corruttore dell’ex premier è stata stralciata lo scorso 3 ottobre dal giudice a causa dei problemi di salute avvertiti durante un viaggio negli Stati Uniti. Per lui l’udienza preliminare sarà il 15 dicembre, giorno in cuibisognerà sciogliere il nodo sulla compatibilità o meno a decidere le sorti del Cav del gup Marchiondelli. Dal canto suo, Berlusconi ha sempre ripetuto di versare denaro alle ragazze tempo prima dell’inizio delprocesso come «risarcimento per i danni di immagine causati dall’esposizione mediatica negativa provocata dalla vicenda». Nessun doppio fine, dunque, come ha raccontato anche in una lettera inviata il 29 dicembre 2013 alle avvenenti ospiti delle serate.Nella lettera ha precisato di dover interrompere «ilsostegno economico mensile, perché si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale (...) Mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare». Sono aperte le iscrizioni al corso di laurea in Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione. Interdisciplinare, all’avanguardia quanto a didattica e metodologia di studio, orientato a fornire i giusti strumenti per la gestione e l’amministrazione di realtà pubbliche e private, con particolare riferimento alle aziende sanitarie regionali e locali. SCOPRI LA NOSTRA OFFERTA SU ZZZXQLVDQUDDHOHJRYLWQXRYRFRUVR © RIPRODUZIONE RISERVATA 9 ITALIA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: LE SFIDE DEL CENTRODESTRA Mentre la Lega invita i 5 Stelle Il centrodestra va in piazza. E cambia i volti tv Vertice Berlusconi-Meloni-Salvini: a fine novembre comizio unitario. Nei dibattiti televisivi spazio ai dirigenti più giovani ::: MATTEO PANDINI ■■■ Per la fine di novembre ilcentrodestra unito - Berlusconi, Meloni, Salvini - scenderà in piazza per dire «No» alle riforme in vista del referendum del 4 dicembre. È quanto hanno deciso i tre leader ieri mattina, quando si sono incontrati a Palazzo Grazioli, Roma, per tastare il polso alla coalizione. La Lega, che aveva già in programma un corteo a Firenze il 12 novembre, ha invitato gli alleati a partecipare («soprattutto gli amministratori locali», ha detto Salvini) ma la novità è che il Carroccio spera di trascinare nel capoluogo toscano anche qualche esponente dei 5 Stelle. Gli ambasciatori sono al lavoro: si attende risposta grillina, ma è noto che ad Arcore i seguaci del Beppe nazionale non siano apprezzati e viceversa. Nell’incontro a tre, è emerso un Cavaliere deciso a sposare la linea anti-renziana, tanto da definire «pericoloso» il premier. Anche perché «sta occupando giornali e tv». Salvini gli hanno fatto notare che pure Mediaset sta srotolando tappeti rossi al capo del governo, ma Berlusconi ha garantito che ora scenderà in campo personalmente. Il presidente azzurro vuole impegnarsi in una lunga serie di interviste su giornali e riviste, radio e tv. E Renato Brunetta esulta: Berlusconi «può spostare il 4-5% a favore del No». A dirla tutta, il centrodestra vuole lanciare nei talk show alcuni volti giovani e possibilmente nuovi, anche per non dare l’idea che ai «freschi» Maria Elena Boschi o Matteo Renzi si oppongano solo i Massimo D’Alema (classe 1949) o i Gustavo Zagrebelsky (nato nel 1943). Circolano già alcuni profili: tra gli azzurri si scaldano Mara Carfagna, il sindaco di Gubbio Claudio Ricci, Mariastella Gelmini, Lara Comi, Laura Ravetto,Licia Ronzulli. In pole pure Giovanni Toti,anche se ultimamente sembra andare più d’accordo con Salvini e Meloni che con Berlusconi. Tra i leghisti sono pronti a piazzarsi davanti alle telecamere gli esordienti Alessandro Canelli (sindaco di Novara), Daisy Pirovano (Misano Gera d’Adda, Bergamo), Massimo Bergamin (Rovigo), Susanna Ceccardi (Cascina, Pisa) oltre all’assessore lombardo Claudia Terzi e la bolognese Lucia Borgonzoni. Mentre il coordinatore dei Giovani Padani, Andrea Crippa, si sta facendo le ossa con le prime apparizioni su Telelombardia e Antenna 3. Tra i Fratelli d’Italia, oltre alla Meloni sono pronti a entrare in scena Giovanni Donzelli, Carlo Fidanza, Walter Rizzetto. Alla fine del vertice, i tre leader hanno firmato un comunicato ufficiale. Toni duri. E in cui si dà per scontato il successo dei «No». Nella nota si ricorda che Renzi «è il terzo premier consecutivo non eletto» e che «cerca una legittimazione che non merita, visti i fallimenti del suo governo in ogni settore». Musica, per la Meloni e Salvini, che sotto sotto temono l’eccessiva mollezza degli azzurri. Nei prossimi giorni, quando partiranno altre «iniziative coordinate» per spiegare la contrarietà alla riforma, si capirà se il Cavaliere ha davvero intenzione di sfidare frontalmente l’esecutivo. Per ora, resta agli atti la promessa del centrodestra di lavorare a una nuova proposta di Costituzione. Tre stelle polari: elezione diretta del Capo dello Stato, vero federalismo, dimezzamento del numero dei parlamentari e del loro costo. Ma un altro interrogativo divide la coalizione. In caso di successo dei «No», cosa succederà? Salvini e Meloni sognano il voto anticipato, mentre in Forza Italia potrebbero preferire un governo di compromesso per cambiare l’Italicum. Fatto sta che, a incontro finito, il clima diapparente concordia è stato incrinato da una dichiarazione delleader lumbard che nel frattempo era piombato in Friuli. Incalzato dai giornalisti con la domanda: chi è il leader della coalizione?, Salvini ha risposto pronto: «Io!», ricordando che i sondaggi attribuiscono alla Lega più consenso, anche rispetto a Forza Italia.Non solo. Stefano Parisi, incaricato da Berlusconi di rilanciare gli azzurri, per Salvini è solo «un buon consigliere comunale a Milano», altro che politico nazionale. Risultato: polemiche in quantità. Gelmini (FI) sbotta: «Tutti sanno che il leader è Berlusconi», ma perfino Umberto Bossi pizzica il suo successore: «Pensi alle alleanze e non a questioni personali». Però Salvini tira dritto, ed è così convinto di guidare la truppa verso Palazzo Chigi che fa il nome di Luca Zaia: se vinciamo, «lui avrà un ruolo nel governo». IL M5S SUGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI «Paga dimezzata per legge» Riforme costituzionali E Parisi lancia «un referendum propositivo» ::: TOMMASO MONTESANO ■■■ Un referendum «propositivo», da ab- «Dimezziamo gli stipendi dei parlamentari». Recita così il tweet di Beppe Grillo che lancia la sfida al partito guidato da Matteo Renzi con l’hashtag #PdFaiComeNoi. Il cinguettio del cofondatore del M5S rimanda a un post pubblicato sul suo blog e accompagnato da un video della deputata Roberta Lombardi, prima firmataria della proposta di legge sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, ora all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera, che approderà in Aula lunedì prossimo, 24 ottobre. «Chiediamo», spiega la Lombardi [foto Olycom], «che venga applicato a tutti i parlamentari lo stesso trattamento che il M5S applica ai suoi». binare alle elezioni per la futura assemblea costituente, per «chiedere direttamente agli italiani quale modello di riforma preferiscono». Stefano Parisi traccia la sua road map per il dopo voto in caso di vittoria dei No. Intervistato da Giancarlo Loquenzi per Zapping, su RadioUno, l’uomo al quale Silvio Berlusconi ha affidato il rilancio di Forza Italia ribadisce il suo «No ottimista» in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. L’ex candidato sindaco del centrodestra a Milano nega di essere, sotto sotto, a favore del Sì: «Sono tutte dietrologie, sono convintamente per il No». Affermazione cui fa seguire una serie di critiche alla riforma Renzi-Boschi. «Genererà molta confusione istituzionale e instabilità» a causa soprattutto della prevedibile conflittualità «tra Stato e Regioni» e dell’accantonamento del «federalismo fiscale». Contrapposto al democratico Roberto Giachetti, anche lui ex candidato sindaco (a Roma), Parisi ha accusato i sostenitori del Sì di essere a favore di un «Sì pessimista». Il riferimento è alla tesi che va per la maggiore, secondo cui «è meglio una cattiva riforma che nessuna riforma». Sbagliato, ribatte Parisi, «meglio un assetto istituzionale che funziona male, ma che già conosciamo,di un disordine che genererà solo instabilità». Fatto sta che per smarcarsi dal partito dell’immobilismo, Mister Chili tv elenca i quattro punti di cui dovrebbe occuparsi l’assemblea costituente: «Rafforzamento dei poteri del governo; eliminazione definitiva del bicameralismo; federalismo fiscale; riforma della giustizia». Della riforma attualmente in discussione, Parisi salva soltanto «la cancellazione del Cnel». In ogni caso, il fondatore di Energie per l’Italia non condivide i toni apocalittici che stanno facendo da sfondo alla campagna elettorale: «Votiamo Sì o No con serenità». Parisi si è poi scagliato contro la legge sul caporalato approvata l’altro ieri, dopo quindici mesi di lavoro, dalla Camera. «È una vergogna», ha detto Mister Chili, noncurante del fatto che il provvedimento è stato licenziato anche con l’astensione benevola di Lega e Forza Italia. «Io sono un uomo libero», ha ribattuto Parisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Venduta la concessione nazionale Accuse al deputato Bernini Rtl 102,5 compra Radio Padania La Lega incassa più di 2 milioni «Cacciato perché mangio carne» L’annuncio di Emma Bonino: Ex assistente denuncia i grillini il tumore? Credo sia andato via ■■■ Rtl 102,5 ha acquistato la concessione nazionale di Radio Padania Libera, pagandola poco più di 2 milioni di euro. L’emittente leghista non chiuderà i battenti - assicurano dal quartier generale di via Bellerio - ma trasmetterà solo su frequenze locali. Per tirare avanti dovrà sperare nelle donazioni private e nei ricavi pubblicitari. A seguire l’operazione è stato l’imprenditore calabrese Lorenzo Suraci, già direttore di Rtl 102,5. Negli ultimi anni, per problemi economici il Carroccio è stato costretto a chiudere sia TelePadania che il quotidiano la Padania. Attualmente, la radio è diretta da Alessandro Morelli ed è molto utilizzata da Matteo Salvini, che così può tastare il polso dei militanti. Sul tavolo resta anche l’ipotesi che la Lega venda l’edificio che ospita la sede, in via Bellerio. ■■■ Cacciato dal Movimento 5 Stelle «perché non sono vegano». È la denuncia di Lorenzo Andraghetti, ex assistente parlamentare del deputato bolognese Paolo Bernini (quello che aveva dichiarato che in America vengono inseriti microchip nel corpo umano per tenere sotto controllo la popolazione). «Mi ha detto che non ero vegano come lui e che per questo avrei perso il posto», racconta allibito Andraghetti. Il quale è stato uno dei primi attivisti felsinei dei Cinquestelle, tanto da essere chiamato come assistente parlamentare nel 2013. Tutto fila liscio per circa due anni, ma poi perde il posto. E nel dicembre del 2015 viene addirittura espulso dal Movimento. Ora racconta: «Bernini mi ha detto, a voce, che mi licenziava perché aveva bisogno di collaboratori che perorassero la sua causa animalista». L’ex ministro degli Esteri ■■■ Ancora alcuniaccertamenti da fare,ma «credo che questo antipaticissimo signore denominato tumore, anche molto maleducato perché io non è che lo avessi invitato ad abitare con me, ma credo che, se ho capito bene, se ne sia anche andato».Così Emma Bonino, intervistata da Enrico Lucci nella puntata di Nemo - Nessuno Escluso andata in onda su Rai2. Nel corso della registrazione l’ex ministro degli Esteri ha aggiunto che però «questo è un tipo di malattia, dicono i miei medici, da cui non si guarisce, ci si impara a convivere». Emma Bonino aveva annunciato pubblicamente di essere affetta da un tumore al polmone il 12 gennaio 2015, su Radio Radicale. «Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica», aveva confidato, «ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso». 10 ITALIA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: ALLARME INVASIONE MIGRANTI DI LUSSO Requisito un hotel a 4 stelle Via i clienti, dentro i rifugiati Decisione del prefetto. Annullate le prenotazioni ai visitatori di FieraCavalli Intanto Verona regala le bici agli extracomunitari: quelle rubate agli italiani ::: ALESSANDRO GONZATO CASTEL D’AZZANO (VR) ■■■ Albergo requisito, serve agli immigrati. La prefettura di Verona, con un provvedimento di «pubblica utilità», ha espropriato l’hotel Cristallo di Castel d’Azzano, a otto chilometri dall’Arena. Per tre mesi, dal 30 ottobre al 31 gennaio, tutte e novantatré le stanze saranno a disposizione dei richiedenti asilo. Per ora non si sa quanti ne arriveranno, ma dal momento che è stato requisito l’intero albergo è prevedibile che saranno almeno un centinaio. L’hotel ha quattro stelle. Ci sono sale per le conferenze, c’è il servizio wifi gratuito, ogni stanza ha il suo televisore e i pavimenti delle camere sono in lucido parquet. Dista appena cinque minuti in macchina dalla Fiera, e infatti per i giorni diFieracavalli, la più importante manifestazione del settore in programma dal 10 al 13 novembre - era tutto prenotato. Lo è ancora, solo che cambierà la tipologia dei clienti. I quali, rimanendo qui non più per tre giorni - quanto durerà la manifestazione - ma per tre mesi, considerando i 35 euro al giorno che lo Stato offre per l’accoglienza degli immigrati contribuiranno a rimpinguare le casse dell’hotel, oltre a quelle della cooperativa di turno. Gliospiti che avevano prenotato per la Fiera dovranno arrangiarsi a trovare un’altra sistemazione. I PROPRIETARI I titolari dell’albergo, di proprietà della famiglia Poiani, non vogliono parlare. Si sa però che in un altro loro albergo poco distante, l’hotel Monaco (ne hanno poi altri due), già da febbraio ospitano cento immigrati. Per avere maggiori detta- Continuano ad arrivare le vostre adesioni all’iniziativa lanciata da Libero: vogliamo anche noi, come in Gran Bretagna, un referendum sulla permanenza del nostro Paese nell’Ue e nell’euro. Potete inviarci il tagliando che trovate in pagina (compilato in stampatello) o scrivere il vostro nome e cognome all’indirizzo [email protected]. Aderisco con piacere a questa iniziativa. Solo il ritorno alle sovranità nazionali e l’abolizione delle democrazie delegate, per passare a una gli ci siamo rivolti allo studio dell’avvocato della famiglia Poiani, ma ieri pomeriggio il professionista era sempre in riunione.Quindi ci siamo finti potenziali clienti dell’hotel e dalla reception ci hanno chiesto di inviare una mail con la richiesta di prenotazione. Un paio d’ore dopo abbiamo telefonato di nuovo, questa volta qualificandoci, ma nessuno sapeva nulla. Il sindaco di Castel d’Azzano, Antonello Panuccio - eletto in una lista civica di centrodestra - è infuriato: «È assurdo», dice a Libero. «Non ci avevano avvertiti. È una decisone calata con forza dall’alto. Le requisizioni appartenevano ai tempi di guerra. Cosa faranno domani? Ci requisiranno anche le seconde case? E poi», continua, «chi ce lo dice che la requisizione dell’hotel non ver- RAPPORTO CARITAS Emilia-Romagna La regione rossa non ama i rifugiati L’Emilia-Romagna è maglia nera nell’accoglienza dei profughi. È la denuncia del rapporto CaritasMigrantes. «In Emilia-Romagna», ha detto monsignor Gian Carlo Perego, direttore di Cei-Migrantes, «sono state accolte in tutto 10mila persone, circa due ogni mille abitanti. È la Regione con il più basso rapporto fra accoglienza e popolazione, anche l’Emilia-Romagna è la Regione con la più alta percentuale di stranieri sulla popolazione». rà prorogata? Può servire anche un anno e mezzo per smaltire le pratiche dirichiesta d’asilo.E perché,con tutte le strutture che si sono nella zona, è stato scelto proprio un hotel a 4 stelle? Queste persone, che hanno tutte lo smartphone» ha concluso il sindaco «diranno a parenti e amici che sono ospitati in un hotel elegante con tutti i comfort, descrivendo l’Italia come il paese di Bengodi». Come dargli torto? LADRI DI BICICLETTE Nel frattempo il Comune di Verona, guidato dall’ex leghista Flavio Tosi, ha deciso di regalare ventotto biciclette abbandonate sulle rastrelliere della città - quindi è molto probabile che si tratti di bici rubate -ad altrettantirichiedenti asilo ospitati in alcuni centri d’accoglienza. Le prime dieci sono state consegnate con una cerimonia in pompa magna di fronte al municipio. A Verona sono in parecchi a chiedersi se le stesse biciclette, dicuimagari ilegittimi proprietari non ne avevano denunciato il furto per le scarse se non nulle speranze che le forze dell’ordine le ritrovassero,non potessero essere messe a disposizione della cittadinanza: qualora nessuno ne avesse reclamato la proprietà, l’amministrazione avrebbe potuto regalarle alle famiglie più indigenti. «È vergognoso», dice il consigliere comunale Vittorio Di Dio, che pure al momento fa ancora parte della maggioranza. «Per una foto sui giornali ora fanno pure i regali a dei potenziali clandestini. E non sono bici da pochi soldi, glielo garantisco.Abbiamo un sacco di veronesi in difficoltà economiche, ma certa gente se ne sbatte le palle di tutto e di tutti». © RIPRODUZIONE RISERVATA ::: LA SCHEDA L’ALBERGO La prefettura di Verona, con un provvedimento di «pubblica utilità», ha espropriato l’hotel Cristallo di Castel d’Azzano, a otto chilometri dall’Arena. Per tre mesi, dal 30 ottobre al 31 gennaio, tutte e novantatré le stanze saranno a disposizione dei richiedenti asilo. GLI ALTRI I titolari del Cristallo possiedono albergo poco distante, l’hotel Monaco (ne hanno poi altri due), già da febbraio ospitano cento immigrati. LE BICI Il Comune di Verona, guidato dall’ex leghista Flavio Tosi, ha deciso di regalare 28 biciclette abbandonate sulle rastrelliere della città - quindi è molto probabile che si tratti di bici rubate - ad altrettanti richiedenti asilo ospitati in alcuni centri d’accoglienza. Da gennaio 800 aggressioni contro gli immigrati Il «capolavoro» della Merkel: l’apertura ha rivitalizzato i nazisti ::: CARLO NICOLATO ■■■ L’invasione degli immigrati voluta dalla Merkel è una pillola troppo amara per i tedeschi. Lo hanno dimostrato le batoste elettorali incassate dalla Cancelliera nei mesi scorsi, ma lo dimostrano anche i dati ufficiali diffusi ieri dal Bundeskriminalamt, la polizia federale tedesca, secondo cui dall’inizio dell’anno ci sono stati in Germania 797 attacchi ai centri d’accoglienza spuntati a migliaia in tutto il Paese dal 2015 in poi. Almeno 740 di questi attacchi, dicono le fonti di polizia, sono riconducibili a motiva- zioni xenofobe, solo 47 hanno invece altre origini non meglio specificate. Dal 2013 questo tipo di crimini sono passati da appena 69 casi ai 1029 dello scorso anno, e si prevede che il dato di quello in corso sia ancora più elevato. Il primo attacco del 2016 si è registrato proprio a capodanno, a Ruppertshofen nel Baden-Württemberg dove un centro di accoglienza è stato distrutto da un incendio doloso. L’ultimo qualche settimana fa con un ordigno fatto esplodere nella moschea di Dresda. Entrambi non hanno provocato vittime. Amnesty International è scesa in campo, accusando Berlino di non proteggere adeguatamente i rifugiati. Incendi, raid, distruzioni, risse, ma anche tentati omicidi che i media tedeschi hanno subito liquidato come attacchipoliticamente ben connotati associandoli peraltro a un’altra tragica notizia di ieri, la sparatoria avvenuta a Georgensgmund, in Baviera, in cui un neonazista del gruppo «Cittadini del Reich» (che rivendicano le frontiere del 1937, si rifiutano di pagare le tasse al governo federale e ammirano Anders Breivik, il massacratore di Utoya) ha ucciso un poliziotto e ferito La nostra iniziativa «Basta con la democrazia delegata, torniamo alla sovranità nazionale» democrazia diretta, con l’immediata uscita da Europa,euro e integrazioni forzate, si tornerà a crescere fiduciosi nelle proprie capacità. Lino Duriavig Cividale del Friuli (Ud) Fuori noi dall’Europa e fuori gli immigrati dall’Italia. Il nostro è un Paese meraviglioso che stiamo lasciando nelle mani di ignoranti, corrotti, vigliacchi e incapaci. La colpa è soprattutto nostra che ci lamentiamo ma non reagiamo. Siamo come loro attaccati alnostro piccolo orto. La paura di perdere anche il poco che abbiamo cista paralizzando. Dobbiamo fargli capire che la devono smettere. A ogni costo. Alessia Bernabei e.mail HANNO ADERITO ANCHE Giuliana Andreotti e.mail Carmen Ansi e.mail Adriano Aprile e.mail Armo Argenta e.mail Alberto Azzolin e.mail Maria Angela Baldiraghi e.mail Claudio Beltrame Fonte (Tv) Gianfranco Benetollo Verona Angelo Bocchioli e.mail Matteo Bompani Sassuolo (Mo) Irene Bonatto e.mail Diego Bonini Pietrasanta (Lu) Paolo Brandalese e.mail Federica Brescia e.mail Pancrazio Cacopardo e.mail Carlo Alberto Canovi e.mail Cristina Carpi e.mail Mario Carraro e.mail Mauro Casalini e.mail Rosalba Castellano e.mail Roberto Clemente Ronchi dei Legionari (Go) Elisa Coco Genova Andrea Draghi e.mail Francesco Draghi e.mail Emanuela Faglia e.mail Umberto Favaro e.mail 11 ITALIA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ ::: ALLARME INVASIONE TRUFFA DEI BABY PROFUGHI I minorenni accolti hanno già le rughe Londra ammette: il 65% dei ragazzi accettati si scopre poi che sono adulti. Ma è vietato fare controlli ::: NICK FARRELL ■■■ Sono molto furbi, infor- Due immagini degli interni dell’albergo a quattro stelle (sale conferenze, wifi, pavimenti in legno) di Castel d’Azzano (provincia di Verona) requisito dal prefetto per 3 mesi per alloggiare i richiedenti asilo gravemente un altro;gli agenti stavano perquisendo la sua casa piena di armi. Nei giorni scorsi il ministero degli Interni, interrogato da alcuni deputati, aveva svelato che fino a ottobre 2016 i neonazisti si sono resi colpevoli di almeno 11 tentati omicidi (senza contare quello di ieri) perlopiù ai danni di rifugiati o immigrati in genere, il doppio rispetto all’anno precedente. Ma lo scontento verso la politica migratoria non è solo dei nazi. Solo 180 dei quasi 800 attacchi ai profughi sono riconducibili a elementi di estrema destra. © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesco Ferrara e.mail Diego Forte e.mail Bruno Franchini matissimi, completamente senza vergogna. E ci prendono in giro in tanti modi. L’ultima truffa a saltare fuori, questa volta a Calais, funziona così: uomini di 30 anni si fingono non solo profughi ma anche ragazzini per raggiungere la Terra promessa: la Gran Bretagna. Non hanno documenti mica scemi - ma basterebbe controllare i loro denti per capire quanti anni hanno. Ma nessuno lo fa perché sarebbe «invadente» - un invasione della loro privacy, ovvero dei loro diritti umani. Così, da domenica scorsa gli inglesi sono stati costretti allibiti e incazzati - a guardare ai telegiornali le immagini di questi «bambini» mentre arrivano sorridenti e sotto scorta a Dover. Hanno delle zampe di gallina intorno agli occhi e dei peli della barba come la carta vetrata.Sono di stazza considerevole. Provengono dalla baraccopoli abusiva di Calais, detta La Giungla, dove circa 10mila migranti condividono una sola missione: raggiungere l’El Dorado inglese dove, a differenza che in Francia, lavoro e welfare ci sono in abbondanza. L’obbligo legale di accoglierli ce l’avrebbero Francia, Italia o Grecia. Ma nel caso di profughi non accompagnati sotto i 18 anni che sitrovano in un Paese dell’Ue ma che hanno famiglia in Gran Bretagna, si può chiedere il ricongiungimento. Certo, devono essere veri profughi con veri parenti stretti oltremanica. E devono essere anche in possesso di una richiesta d’asilo approvata. Bene. Ora, il governo inglese ha deciso di accettare tutti i «bambini» con quei requisiti presenti nella Giungla - circa 400 - che hanno fatto richiesta d’asilo. Ha fatto così perché il presidente francese François Hollande lo scorso mese ha deciso finalmente - cisono elezionipresidenziali la prossima pri- e.mail Germano Franchini e.mail Giambattista Frigoli Lodi mavera - di demolire la Giungla entro le fine dell’anno e trasferire i suoi migranti in 164 centri d’accoglienza altrove. Chiaramente, quando ci entreranno le ruspe e la polizia (si parla di mille uomini) ci sarà un bel casino che metterà in pericolo i bambini. Ed ecco perché il governo inglese si è mosso. Ma basta andare nella Giungla come ho fatto io l’al- tro giorno per beccare uno finto bambino-profugo. Sono entrato in un capanno di legno, con sopra la scritta «Welcome Restaurant», gestito da afghani, e ho incontrato Imran She- dì, a Tremblay-en-France (Seine-Saint-Denis), a nord di Parigi, una preside è stata picchiata davanti al liceo Hélène-Boucher, dopo aver cercato invano di calmare gli animi di un gruppo di 80 giovani che ha attaccato l’istituto con bottiglie Molotov. Sempre lunedì, a Argenteuil (Val-d’Oise), nella banlieue parigina, un professore di 50 anni è stato attaccato da due giovani che lo hanno accusato di razzismo per aver redarguito due dei suoi allievi, e al grido di «Allah è il solo maestro» lo hanno spinto a terra, preso a pugni e mandato all’ospedale. E le violenze non si limitano soltanto alla regione parigina. Uno studente di un liceo professionale di Calais ha attaccato il suo professore nel corso della lezione, rompendogli la mascella e alcuni denti davanti agli occhi dei suoi compagni di classe. erzad. Era fra una decina di afghani ed etiopi seduti davanti a un enorme televisore, alimentato da un generatore, a guadare una partita di cricket. Faceva già buio e hanno acceso una candela. Essendo un locale musulmano non vendeva l’alcol ma una birra in lattina me l’hanno trovata per 5 euro. Imran diceva di avere 16 anni e di venire dall’Afghanistan. A me sembrava un uomo di 30. I suoi genitori gli hanno dato 8mila euro per finanziare il suo pellegrinaggio alla Terra Promessa ed è arrivato alla Giungla quattro mesi fa. Gli ho chiesto: Sei sposato?. «Sì». Quanti anni ha sua moglie?. «18». Figli?. «Sì, uno». Quanti anni ha? «Un anno». Documenti? «Niente». Chiaramente, non aveva meno di 18 anni. Ma almeno era un profugo, no? «No, non lo sono», ha ammesso. «Ma ho bisogno di aiuto». Aveva richiesto l’asilo in Francia? «Sì». Ma così non puoi richiederlo in Inghilterra. «No, va tutto bene. Sono un bambino e ho un parente in Inghilterra. Uno zio che ha un supermercato». Già. Avevo dimenticato. Sono tanti i bambini nella Giungla, tutti con uno zio a Birmingham. Nel frattempo a Londra gli ultimi dati sui profughi «bambini» che hanno richiesto asilo in Inghilterra dimostrano bene che c’è in atto una truffa studiata a tavolino. Cioè: nel 2015, fino al mese di settembre,i funzionari dell’Home Office (Ministero dell’Interno) hanno scoperto che il 65% dei «bambini» richiedenti asilo in Inghilterra ai quali è stata contestata l’età hanno mentito ed erano adulti. Come mi diceva un’infermiera in un pub a Dover la sera prima di prendere il traghetto a Calais: «Vengono in tanti al nostro ambulatorio dicendo di avere 16 anni. Non è vero niente. Hanno tutti i denti del giudizio». Ma controllare i denti non si può. Troppo invadente. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Tre dei «minorenni» ospiti della Giungla di Calais che sono stati accolti in Gran Bretagna Il fallimento del multiculturalismo Botte al prof: «Solo Allah è maestro» Il disastro della scuola francese ::: MAURO ZANON ■■■ «È vero, nella Seine-Saint-Denis e nel Val-d’Oise, da qualche giorno, c’è un aumento delle violenze ai danni dei funzionari, poliziotti, insegnanti e presidi, che comincia a essere preoccupante. Bisogna assolutamente condannare ognuno di questi atti». Non si era mai sentita una Najat Vallaud-Belkacem così inquieta per la situazione della scuola repubblicana. Fino a ieri la ministra dell’Istruzione francese, anche quando nel gennaio 2015 si verificarono diversi episodi di ribellione da parte di studenti musulmani contro il minuto di silenzio per commemorare le vittime di Charlie Hebdo, aveva sempre cercato di minimizzare. Ma la realtà, ora, è lì davanti agli occhi di tutti e anche la Belkacem ammette che la situazione sta sfuggendo di mano. Lune- Maria Teresa Galantin Paese (Tv) Algredo Giorgi Averardi e.mail Elisa Grober Borgosesia (Vc) Federico Kantz Genova Maurizio Lombardi Terni Domenico Lombardo e.mail Giuliano Marchetti Roma Mauro Meschini e.mail Carlo Moras Conegliano (Tv) Luigi Patrone Nebbiuno (No) Denis Pecile e.mail Michele Pregnolato Paese (Tv) Maria Patrizia Pristipino e.mail Giuseppe Rinciari e.mail Fabio Salà Zevio (Vr) Massimo Sbardella e.mail Ida Scotti e.mail Maura Sherlock Genova Beniamino Timpano e.mail Alberto Traverso e.mail 12 ATTUALITÀ __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Tragedia a Catania No del medico obiettore: muore coi gemelli Deceduta al quinto mese di gravidanza. Aperta un’inchiesta: il dottore si sarebbe rifiutato di estrarre il feto in difficoltà ::: ROBERTA CATANIA ■■■ Sarebbe morta per il manca- to intervento di un medico obiettore. Ecco l’atroce sospetto della famiglia di Valentina Milluzzo, la giovane donna di 32 anni morta domenica scorsa all’ospedale di Catania. Valentina, che da sempre desiderava diventare mamma, non si è mai arresa di fronte alle difficoltà e finalmente era rimasta incinta. In estate la scoperta che la procreazione assistita era andata a buon fine, a settembre la felicità di scoprire che aspettava due gemelli, un maschiet- to e una femminuccia, il 29 settembre le prime complicazioni e la corsa in ospedale. La donna ha una dilatazione dell’utero anticipata e i medici decidono di «allettare» Valentina, tenendola in osservazione nel reparto di Ostetricia - Ginecologia del Cannizzaro di Catania. Il suo quadro clinico non sembrava grave, ma vista la difficoltà ad avere figli, i medici avevano deciso di non farla tornare a casa. Valentina era serena, forte - raccontano - aveva la tenacia di una mamma tigre, che già combatteva per quelle due creature che le stavano crescendo in grembo da cinque mesi. Il 15 ottobre, però, la situazione è diventata preoccupante. Improvvisamente la donna ha la febbre altissima, forse la spia di un’infezione, mormoreranno dopo, ma la temperatura eccessiva è curata solo con antipiretico.Valentina ha collassie dolorilancinanti. Di sorpresa, poi, la temperatura corporea crolla a 34 gradi, insieme alla pressione arteriosa sempre più bassa. Ed ecco il momento decisivo:dai monitoraggi fetali- racconta la famiglia - si scopre che uno dei feti respira male e che bisognerebbe intervenire. Qualcuno sugge- risce un cesareo d’urgenza per «rimuovere» il feto che sta morendo e permettere a Valentina di sopravvivere e tentare di portare avanti la gestazione dell’altro fratellino. Ma il medico di turno, riferiscono i familiari presenti all’avvocato, «si sarebbe rifiutato perché obiettore: “fino a che è vivo io non intervengo”, avrebbe detto loro». Quel medico, secondo la denuncia presentata in procura, «si sarebbe rifiutato di estrarre il feto che aveva gravi difficoltà respiratore fino a quando fosse rimasto vivo perché obiettore di coscienza». Parole, spiega l’avvoca- to Salvatore Catania Milluzzo, che rappresenta la famiglia di Valentina, che sarebbero state udite anche da un altro dottore, pronto a testimoniare. La procura di Catania ha già aperto un fascicolo affidato al pm Fabio Saponara. Per ora il caso non ha ipotesi di reato né indagati. Ma la famiglia vuole andare fino in fondo, perché ciò che doveva essere una grande gioia - questa gravidanza tanto sospirata - si è trasformata in una grande tragedia: domenica sono morti in tre, Valentina e i suoi due bambini. L’avvocato Milluzzo nell’esposto è stato chiaro:«Se ci siano state negligenze, o imprudenze, imperizie diagnostiche o terapeutiche dei sanitari che hanno avuto in carico la paziente», si dovrà scoprire e procedere di conseguenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA La morte dell’ex insegnante UN UOMO SVIZZERO Trovato un nuovo coltello Svolta nel delitto di Seriate Fermato il cognato della donna uccisa nel bosco a Como Una testimone racconta che sarebbe stato rinvenuto in una siepe dieci giorni fa a 400 metri dalla casa di Gianna del Gaudio. Potrebbe essere l’arma del delitto ::: CRISTIANA LODI ■■■ Il vicino che racconta delle urla e di un litigio pochi minuti prima dell’omicidio. Il rapporto coniugale turbolento e i referti del pronto soccorso che a intermittenza fotografano ossa rotte, traumi alla faccia, ferite a una gamba, ma che stando alla paziente sarebbero l’epilogo di «incidenti domestici». Poi la gelosia dell’indagato nei confronti della moglie, ultimamente infuocata dalla presenza costante di un collega di lei. Un professore del quale Gianna aveva parlato allo stesso marito come di un «caro amico». Si frequentavano per motivi di lavoro. IL MARITO È INDAGATO Nella foto grande Gianna Del Gaudio, la professoressa di 63 anni uccisa nella sua villetta a Seriate (provincia di Bergamo) lo scorso 26 agosto. Sotto, il marito della donna, Antonio Tizzani, 68 anni, unico indagato (a piede libero) nell’inchiesta: l’uomo si è sempre dichiarato innocente L’INCAPPUCCIATO Infine, nel cosiddetto giallo di Seriate, ci sarebbe quell’incappucciato (per chi indaga improbabile) sorpreso a frugare nella borsetta della signora, dopo averla sgozzata. Senza però rubare niente e riuscendo a entrare e uscire dalla casa del delitto indisturbato. E lungo la via di fuga indicata dal testimone: ossia il capostazione in pensione Antonio Tizzani di anni 68, indagato per l’omicidio della consorte. Lei, Gianna Del Gaudio di 63, era una insegnante di lettere. Lui ripete di essere innocente e resta a piede libero nella casa del figlio Paolo. Il nucleo investigativo di Bergamo guidato dal procuratore Massimo Mapelli, infatti non gli credono. E parlano di «incongruenze» fra quanto raccontato da Antonio Tizzani e ciò che invece sarebbe accaduto nella villetta di via Madone Delle Nevi a Seriate (Bergamo). Gianna che muore con un taglio alla gola mentre il marito (a suo dire) annaffia le piante a cinque metri da lei. Lui insiste nel dire di non essere stato e giura di avere sorpreso l’assassino in casa senza però riuscire a fermarlo. Dato che questi sarebbe scappato dal vialetto che corre sul retro, sfuggendo anche alle telecamere. I carabinieri non credono alla versione del marito, stando al quale, il carnefice ladro si sarebbe portato via anche l’arma del delitto. Un coltello di almeno trenta centimetri che i militari cercano da quasi due mesi. Da quel 27 agosto, di lame sospette ne sono stati trovate e sequestrate in gran quantità: a casa dell’indagato e della vittima dov’è accaduto il fatto. Nell’abitazione del figlio di questi e anche in un marsupio del ferroviere sospettato. Nessuna diqueste è però risul- tata compatibile. Gli esami dei carabinieri del Ris (cominciati da pochissimi giorni) nelle ultime ore sono tutti diretti su un nuovo coltello. IL NUOVO COLTELLO È spuntato dieci giorni fa da una siepe a ridosso della villetta del delitto. Lo ha visto un uomo che passeggiava da quelle parti. Una lama vecchia, arrugginita. Il procuratore Mapelli spiega che i carabinieri la stanno esaminando. Se è l’arma del delitto, presto si saprà. Intanto in Procura si vocifera dell’intenzione di stringere sull’indagato. Non tanto sulla base degli esami scientifici, ma alla luce sia del ::: LA SCHEDA L’OMICIDIO Poco dopo la mezzanotte del 26 agosto scorso, a Seriate, in provincia di Bergamo, Gianna Del Gaudio, ex insegnante di 63 anni, viene accoltellata in cucina mentre il coniuge, Antonio Tizzani, 68 anni e unico indagato per l’omicidio, era impegnato (dice lui) ad innaffiare piante e fiori. L’ARMA A sgozzarla sarebbe stato un uomo incappucciato sorpreso a rovistare nella bnorsetta di Gianna, dirà il marito. Una decina di giorni fa è stato ritrovato un coltello in una siepe. Si è pensato che possa essere l’arma del delitto. Ora il coltello è al vaglio dei Ris. suo racconto, sia di quanto riferito da testimoni che descrivono liti frequenti fra Antonio e Gianna. A verbale ci sono le parole di una collega della professoressa. La signora Fioretta. «Gianna veniva spesso a scuola con qualche botta.Una volta arrivò con una gamba fasciata, disse che la ferita se l’era fatta in casa, ma nessuno le aveva creduto». «Gianna», aggiunge Fioretta,«parlava spesso della gelosia delmarito, e l’assurdo è che la giustificava perché la faceva sentire come il primo giorno che si erano fidanzati». Alla luce di quanto accaduto, i referti e ilracconto deitestimoni diventano elementi rilevanti in questa inchiesta costellata da indizi.Basteranno per incarcerare l’ex ferroviere? L’uomo ha consegnato vestitipuliti, anche i braccialetti e gli anelli che aveva la notte del delitto, sono immacolati. Tizzani ha anche il conforto dei figli Paolo e Mario: questila sera dell’omicidio era a cena proprio dai genitori. Mario racconta di una serata uguale a tante altre. Nei giorni scorsi, Elena Foresti, coniuge di Paolo, se n’è invece andata di casa. La signora, che ospita ilsuocero indagato, aveva messo a verbale di un uomo incappucciato che nelle notti precedenti l’omicidio la tormentava suonando al citofono. Salvo poiritrattare: «Ho inventato questa storia per attirare l’attenzione di mio marito quando la notte mi lasciava a casa da sola ad accudite i bambini». Uccisa in casa, forse strangolata, e poi gettata nei boschi dal cognato. È questa la ricostruzione fatta dagli inquirenti comaschi che da tre giorni indagano sul caso di Nadia Arcuri. Così nella notte tra martedì e mercoledì, la polizia Cantonale di Chiasso, a ridosso della dogana di Gaggiolo, lo ha arrestato per la morte della giovane maestra, il cui corpo era stato trovato nei boschi di Rodero (Como) nel pomeriggio di domenica 16 ottobre. I carabinieri di Como hanno confermato come l’uomo sottoposto a fermo sia effettivamente il cognato della vittima. Si tratta di un uomo di 42 anni, svizzero, marito della sorella di Nadia, che vive a Coldrerio e lavora in una scuola universitaria in Canton Ticino. Lunedì era entrato in Italia per ragioni personali, quindi non era in fuga, e martedì sera stava rientrando in Svizzera quando è stato intercettato e fermato dagli investigatori. Tenuto sotto controllo dai carabinieri di Como, il presunto omicida è arrivato al valico italo-svizzero del Gaggiolo, proprio vicino al luogo del ritrovamento del cadavere dove è stato arrestato dalla polizia elvetica. Interrogato dagli inquirenti, avrebbe ammesso di avere trasportato il cadavere a Rodero, ma non di essere l’autore dell’omicidio. Restano pertanto molti aspetti da chiarire, tra cui il movente e il tipo di rapporti che intercorrevano tra vittima e presunto carnefice. Secondo gli investigatori svizzeri la donna sarebbe stata uccisa nella sua casa di Stabio tra il tardo pomeriggio e la serata di venerdì. © RIPRODUZIONE RISERVATA GI.SPA. LA COLLEGA 13 ATTUALITÀ __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Revisione della sentenza Caso Alpi, Hassan assolto dopo 16 anni di galera Il tribunale di Perugia ha annullato le indagini e i processi romani, l’unico accusato è stato riconosciuto innocente ::: ROBERTA CATANIA ■■■ Non ci sono colpevoli per l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. La Corte d’appello di Perugia ieri ha assolto il somalo Hasci Omar Hassan, unico accusato di avere partecipato all’agguato in cui il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, morirono la giornalista del Tg3 di 28 anni e l’operatore tv di 45. La sentenza è arrivata al termine di un processo di revisione, avviato in seguito all’intervista in esclusiva del super testimone Ahmed Ali Rage, soprannominato Gelle, prima grande accusatore di Hassan e poi sparito nel nulla, tanto da non presentarsi al processo. Nonostante l’assenza in aula del supertestimone, la sua accusa resa al pubblico ministero romano fu considerata sufficiente e per Hassan arrivò una condanna definitiva a 26 anni di carcere. Da 17 anni (dal carcere) il somalo continuava inutilmente a professarsi innocente, ma nove mesi fa, per sua fortuna,“Chi l’ha visto?” aveva scovato all’estero Gelle, che alle telecamere della tramissione Rai aveva spiegato di«essere stato pagato dagli italiani per accusare un somalo qualunque e aiutare a chiudere in fretta il processo». La roulette russa girò nella mente di Ahmed Ali Rage, che scelse di fare il nome di Hassan. Da quel momento, la procura di Roma non ha più abbandonato quella pista. Il 12 gennaio 1998 Hassan viene arrestato per concorso in duplice omicidio volontario, indicato quale componente del commando di sette persone che affiancò l’auto dei giornalisti e uccise Alpi e Hrovatin. Il 20 luglio 1999 Hassan era stato assolto in primo grado, ma il 24 novembre 2000 la Corte d’assise aveva capovolto il verdetto indicando l’ergastolo, ridotto a 26 anni in Cassazione, il 26 giugno 2002, dopo altri rimbalzi giudiziari. I genitori di Ilaria Alpi, che da sempre si sono battuti alla ricerca della verità, si erano da subito mostrati scettici sulla condanna di Hassan, definito dalla famiglia della giornalista «un capro espiatorio». Il papà di Ilaria è morto da sei anni, senza vedere che fosse fatta giustizia per la sua unica figlia. Invece la moglie anche ieri era in aula, a Perugia, ad assistere alla sen- ::: CLAUDIA OSMETTI ::: Commento Fiasco all’italiana e bufala somala Che figuraccia per i pm ::: MARCO GORRA nessuno è riuscito a porre fine alle troppe bugie, ai troppi depistaggi che hanno caratterizzato questa vicenda». Alla revisione di ieri si è arrivati esclusivamente per il lavoro giornalistico dell’inviata di “Chi l’ha visto?” Chiara Gazzanica. Il commento della conduttrice del programma, Federica Sciarelli, è stato molto aspro: «Dopo questa brutta pagina di giustizia italiana, ora confido che vengano riaperte le indagini. Ora bisogna individuare i mandanti e i colpevoli». Oltre ai responsabili, non è ancora stato trovato il movente del duplice omicidio . I due giornalisti erano impegnati a seguire la missione Onu «Restore Hope», ma in molti credono che in verità la Alpi avesse scovato un presunto traffico diarmi effettuato dai pescherecci di una società italo-somala. Un mistero lungo 22 anni, sul quale poco si è lavorato e che forse non finirà mai. ■■■ «Sono contenta per lui». Se a pronunciare queste parole è la madre della vittima riferendole al presunto assassino della figlia fresco di scagionatura da parte del tribunale, i casi sono due: o la signora è in preda al deliquio oppure la vicenda giudiziaria in questione denota un tasso di grottesco eccessivo anche per gli standard - pure non esattamente draconiani - della giustizia italiana. Non sussistendo elementi per ritenere Luciana Alpi meno che presente a se stessa, se ne deduce che il caso esatto è il secondo: la storia del somalo Hashi Omar Hassan - condannato a 26 anni per l’omicidio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin ed assolto ieri con tante scuse dopo averne scontati 17 in carcere ed uno ai servizi sociali - grida vendetta a Dio. Lo fa perché racchiude in sé una stringata quanto formidabile antologia dei mali del nostro sistema: il super-testimone chiave che spunta fuori dal nulla e produce un’accusa sensazionale senza mai presentarsiin un’aula di giustizia e dando adito a più di un dubbio in merito alla propria genuinità; i magistrati che prendono la cosa per oro colato e - non facendo nulla per allontanare da sé il sospetto di volere arrivare ad una condanna purché sia - procedono ad ingabbiare il disgraziato tirato in ballo dal teste; il caso che pare chiuso e che invece si riapre grazie a una trasmissione tv (perché le vie del circo mediaticogiudiziario sono infinite) che intervista il super-teste ilquale ammette candidamente di essersi inventato tutto; la magistratura che riapre il caso a furor di tubo catodico e fa tardiva ammenda della cantonata presa. Una figura barbina oltre ogni dire, in forza della quale l’accertamento della verità sul caso Alpi si ritrova fermo allo stesso punto di ventidue anni fa, e cioè a zero. «Adesso», dice ancora la signora Luciana, «è come se Ilaria e Miran fossero morti per il caldo che faceva a Mogadiscio». Sperando soltanto che a nessun giudice venga in mente di indagare qualche meteorologo somalo. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «FINALMENTE LIBERO» Sopra, Omar Hashi Hassan, indicato dal supertestimone Gelle come uno dei sette somali del commando che il 20 marzo del 1994 uccise la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, nella foto a destra, e l’operatore Miran Hrovatin. Ieri Hassan, nel processo di revisione, è stato prosciolto, dopo 16 anni di carcere e uno di affidamento ai servizi sociali. tenza che ha rimandato gambe all’aria l’inchiesta, lasciando impuniti gli assassini. «Sono molto contenta per Omar Hashi Hassan che da oggi è finalmente libero», è stato il primo commento di Luciana Alpi, che ha spiegato: «Anche noi come parte civile ci siamo battuti perchè venisse riconosciuta la sua innocen- za. Tuttavia, se è una grande giornata per lui, da parte mia devo dire che sono molto amareggiata e depressa. Ormai sono convinta», ha proseguito la donna, «che sulla morte di mia figlia e di Miran Hrovatin non è stato fatto nulla a livello di indagine. Sul caso si sono alternatiin 22 anni ben cinque magistrati e tre procuratori. Eppure, AL CONVEGNO SULLA LUDOPATIA Pippo Franco: «No a nuove sale slot» Pippo Franco, da tempo impegnato nella battaglia contro il gioco d’azzardo, scende in campo contro il progetto del governo di portare a 10mila il numero delle sale gioco. «L'Italia non deve diventare una nuova Las Vegas. Che cosa fanno le istituzioni per contrastare la ludopatia?»,si è chiesto ieri alla tavola rotonda organizzata ieri a Roma dall’Agcai, l’associazione dei gestori e dei costruttori di apparecchi di intrattenimento (Agcai), presieduta da Benedetto Palese. «Ciò che sta per accadere è incomprensibile - denuncia Palese - si consentirà l'apertura di veri e propri casinò urbani, ovunque ci sia una sala riservata al gioco, senza tener conto della distanza da scuole, strutture sportive, parrocchie e ospedali». È accusato di «cooperazione colposa» ■■■ Omicidio colposo e violazio- Italiani uccisi in Libia, indagato dirigente dell’azienda ne della tutela delle condizioni di lavoro.Sono le due accuse che pendono sul capo di Dennis Morson, operation manager della Bonatti, la ditta di Parma in cui lavoravano Fausto Piano e Salvatore Failla, i due italianisequestrati e uccisi in Libia l'anno scorso da alcuni gruppi armati. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta condotta dal pm Sergio Colaiocco e nei giorni scorsi i carabinieri del Ros hanno effettuato una serie di perquisizioni nei locali dell’azienda. Gli inquirenti non ci vanno tanto per il sottile: secondo la Procura, infatti, Morson non avrebbe adottato tutte le misure necessarie per tutelare l’incolumità dei due lavoratori. Parte della responsabilità della tra- gedia, insomma, sarebbe sua, an- no stati rapiti assieme ai colleghi Fi- è finito, in particolare,il trasferimenche a causa di una serie di «omissio- lippo Calcagno e Gino Pollicardo to dei quattro italiani dal nostro Paenicolpose» riferibili alla Bonatti. Co- (che, invece, sono stati fortunata- se al compound della Mellitah oil sì gli uomini delle forze and gas: i magistrati dell’ordine hanno setacstanno cercando di caciato archivi e stanze pire come mai in quell' della ditta per acquisire occasione itecnici italiatutta la documentazioni raggiunsero la città line necessaria a far luce bica di Mellitah via tersulla vicenda ed, evenra, passando da Djerba tualmente, identificare in Tunisia, e a bordo di la responsabilità delle un auto guidata da un personale dei soggetti autista libico, invece coinvolti. che, come di consuetuTanto per essere chia- Salvatore Failla e Fausto Piano, uccisi il 2 marzo in Libia dine, via mare. ri:le indaginisi prefiggoProprio su questo no lo scopo di ricostruire analitica- mente liberati nel marzo scorso e aspetto si era espresso Morson nel mente le circostanze di quel tragico sono tornati in Italia a riabbracciare corso di una deposizione lo scorso luglio 2015 in cui Falilla e Piano so- le proprie famiglie). Sotto inchiesta marzo, e aveva spiegato alla polizia che quel viaggio era dettato dall'urgenza di raggiungere una terza località, a 700 chilometri di distanza. L’avvocato di Failla, per tutta risposta, aveva chiesto che «fossero accertate le responsabilità sulla mancata sicurezza». E dire che a pochi giorni dal sequestro qualche gola profonda aveva iniziato a puntare il dito contro l’azienda tricolore che gestisce appalti con le grandicompagnie petrolifere del mondo: una «qualificata fonte di Intelligence» raccontava già allora a Repubblica che il nodo del problema era «l’incredibile leggerezza con cui aziende italiane strategiche impegnate in un quadrante di mondo dove l'Italia non ha più un ambasciata e dove i protocolli di sicurezza devono essere stringenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 ATTUALITÀ __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Tutti a sfruttare Fabrizio VIA LIBERA DALLA CAMERA Telecamere negli asili e nei centri per anziani Via libera dell’Aula della Camera, ieri, alla proposta di legge che consente l’installazione di telecamere a circuito chiuso negli asili e nelle strutture socio assistenziali per anziani, sia per centri pubblici che privati, con l’obiettivo di contrastare gli abusi sulle persone più indifese della società. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 279 voti a favore, 22 contrari e 69 astenuti, ed ora passa al Senato. Sinistra Italiana ha votato contro. Il M5S si è astenuto. Non ci sarà nessuna delle misure osteggiate dal Pd e dal M5S, nessuna app per controllare a distanza, soltanto norme utili per regolamentare quanto alcuni asili privati già fanno e soprattutto per velocizzare le indagini in caso di segnalazione di reato. ::: segue dalla prima FILIPPO FACCI Una sentenza storica Parla male del papà ai figli Multata di 30 mila euro Giudice donna condanna una madre che criticava l’ex davanti ai ragazzi E la minaccia di modificare le condizioni dell’affido se non la smette ::: segue dalla prima MATTIAS MAINIERO (...) non parlare male del tuo ex marito, non screditarne l’immagine agli occhi dei figli. Se lo fai o se i giudici ritengono che tu l’abbia fatto, paghi. Per la precisione, 30.000 euro che un ricca ereditiera romana dovrà versare all’ex marito, imprenditore con un brillante passato sportivo. La storia, come tutte quelle che emulano la “Guerra dei Roses”, è complicata e non spetta a noidire chidebba appendersi al lampadario e chi chiedere scusa. Non siamo Danny De Vito (è il regista del film, lo ricordate?) e neppure Warren Adler (autore del libro da cui la pellicola è tratta). Semplici cronisti alle prese con una storia che potrebbe costituire un precedente giuridico di non poco conto. Care mamme, voi che spesso vi lagnate degli ex mariti, voi che spiegate ai figli nei minimi dettagli perché il padre non merita questo e quello, perché ha sbagliato, da oggi in poi contate fino a tre prima di parlare. Anche fino a trenta. La sentenza è in agguato, e potrebbe scrivere, come nel nostro caso: non opponetevi al fatto che il figlio frequenti il padre, rispettate il ruolo genitoriale dell’ex coniuge, astenetevi «da ogni condotta negativa e denigratoria».Per favore, nessun rancore. Fatelo ::: IL FATTO LA MAMMA Mai parlare male dell’ex marito. Ora lo sa bene una signora romana che ad uno dei suoi figli non ha fatto altro che parlare male del padre. IL PADRE Il papà, con un passato da atleta, stufo di queste “ingerenze” si è rivolto alla giustizia per chiedere i danni per aver screditato la sua immagine di padre. IL TRIBUNALE Il Tribunale civile di Roma, preso atto che la madre nulla ha fatto per creare un rapporto con il padre, l’ha multata per 30mila euro. I cattivi allievi che fanno i bulletti con Corona per il bene dei figli. Non sono separato e non intendo separarmi. Però plaudo: e che miseria, il padre capro espiatorio (sentenza del tribunale civile di Roma a parte) è un classico delle famiglie sfasciate italiane. Si sa, la mamma è la mamma. Il papà, spesso, è “nu piezz’ ‘e fetente” (anche non a Napoli). E i figli ci rimettono le penne. Nel caso specifico, poi, il figlio (terzo ditre) ha anche qualche problemino, così riassunto dai giudici: «bassa statura, ginocchio valgo, piedi piatti, scoliosi (…), tutte manifestazioni che pur non destando Orrore a Pescara Bimbo di un anno e mezzo muore sbranato da un cane ■■■ Un bimbo di un anno e mezzo, Ferdinando Di Rocco, è morto ieri sera poco dopo essere stato azzannato da uno o più cani in una contrada di Cepagatti, nel pescarese. Il cane che avrebbe aggredito il bimbo sarebbe un animale di famiglia, ma nessuno sa dove fosse il bambino al momento della tragedia e perché l’animale gli si sia scagliato contro.Il piccolo Ferdinando appartiene a una famiglia rom, che lasciava abitualmente il piccolo libero di girovagare nell’area di fronte all’accampamento. Non ci sono testimoni dell’accaduto, a parte i genitori che non si danno pace e sono sotto choc. Poco dopo l’aggressione, sul posto era arrivato un elicottero del 118 ma, a quanto appreso, i genitori avrebbero tentato una corsa disperata all’ospedale più vicino, quello di Chieti. Al pronto soccorso i sanitari hanno tentato di rianimare il piccolo, ma non c’è stato nulla da fare. Sul corpo ci sono evidenti morsi al cranio. Indagano i Carabinieri, che nelle prime ore non sono riusciti a parlare con i genitori di Ferdinando, straziati dal dolore. allarme a livello clinico inequivocabilmente pesano sul processo di accettazione del sé e sulla formazione della personalità che caratterizza l’età adolescenziale…». Riassumo: il figlio non è il prototipo dell’atleta, il padre è un ex atleta, il figlio, forse, risente delle sue difficoltà e del confronto. E il tritacarne familiare (non importa da chi azionato) lo macella. Al giudice girano le scatole, e arriva la sentenza: affidamento congiunto ad entrambi i genitori «con collocazione residenziale presso la madre e facoltà per il padre di vedere e tenerlo con sé quando vorrà», ovviamente previo accordo. Con un monito: se la mamma non cambia atteggiamento, rischia la modifica delle condizioni di affido. Traduzione: fate i genitori, aiutate i bambini. Litigate pure, ma non gettatevi i figli in faccia. E se non ci riuscite, ricordatevi: una volta andavate d’accordo. Rispettate anche la vostra storia. Saggia sentenza. E forse, visto come vanno le cose, ce ne vorrebbe una simile anche per tante famiglie italiane non sfasciate. Voi che abitate nel “Mulino Bianco”, pace, amore e gioia infinita, quante volte avete sentito la mamma prendersela con il padre? Ed è anche giusto, noi siamo “piezz’ ‘e fetenti”,ma oggi ci sentiamo più tutelati. © RIPRODUZIONE RISERVATA (...) i giornalisti, i conduttori tv,le Iene,Don Mazzi, le portinaie di Civitavecchia, i magistrati che l’hanno liberato, tutti: ma si sono fatti fottere lo stesso. Era già stato in galera per anni, su di lui era già uscito di tutto, dunque lo sapevano anche i gestori delle discoteche, delle pizzerie, delle tabaccherie, persino delle cartolerie, e i tatuatori, i commercianti, gli organizzatori di feste dell’8 marzo, soprattutto le amiche e gli amici che sino a ieri si facevano camminare sulla faccia; doveva saperlo, perciò, anche quella moltitudine di italioti che nell’ultimo anno ha favorito le sue ospitate giornaliere (il famoso milione e sette nascosto nel soffitto) e che soprattutto, per venire incontro alla sensibilità di Fabrizio, ha accettato di pagarlo ogni volta in nero, in rotoli di contanti: contribuendo a un’economia sommersa di 205 miliardi, il 13% del Pil. LE FREGATURE Ora si potrebbe supporre che Corona nuotasse in un oceano miserello, che tutto sommato meritava le fregature che lui tirava a tutti, e che le bastonate al cane che affoga, ora, rientrino con coerenza in un certo mondo e in un certo Paese: quello dei Corona’s, un mondo dove lemuri e zabette da angiporto prima gli gironzolavano attorno, sperando che cadesse qualche spicciolo, e ora gli tirano pietre per vigliaccheria e delusione. Già questa però è un’anamnesi sofisticata: forse basterebbe dire «ve lo meritate, Fabrizio Corona» anche se l’elenco dei meritori sarebbe lunghissimo. Non c’è solo l’esercito degli ingrati, delle banderuole, i mostri col pantalone alla caviglia stile acqua in casa, i tamarri con la camicia aperta e il mocassino giallo sgargiante, i coattisenza calzinianche in inverno, ilneoproletariato che corre in tabaccheria con la maglietta “si puede” solo perché passerà Corona. C’è un intero sistema mediatico e culturale che si nutre dei Corona al punto da ribattezzare “legge Corona” una norma allo studio delGoverno, ma gli attori sono anche altri. Facciamo quattro esempi molto diversi tra loro. Uno è Don Antonio Mazzi: è coerente che a occuparsi della “riabilitazione di Corona” sia stato uno come lui lui, presbitero ultra-presenzialista che vanta una perfetta continuità tra la sua comunità Exodus da 450mila euro al mese (l’ha detto lui) e le tremila interviste che in questi giorni ha rilasciato su Corona. Sul tema ha detto, e dice, tutto e il suo contrario: per esempio che imagistratihanno sbagliato, che non dovevano dargli l’affidamento ai servizi sociali, che Corona l’ha preso per il sedere, che non si più fatto vivo, che gli hanno dato troppa libertà, che non lo riprenderebbe in comunità, che va curato, che si può riabilitarlo, certo, però “questo qua si riabilita vent’anni dopo che è morto”. A suo modo, Don Mazzi ora si scaglia contro di lui. Ilsecondo esempio è la magistratura: ma qui non stiamo ad approfondire. Limitiamoci a dire che la magistratura ha dimostrato ancora una volta di poter fare ciò che vuole. Benché colpevole di alcuni reati (certo non tutti), Corona si prese una pena spropositata per puro arbitrio. Poi un altro giudice si accorse che il caso gridava vendetta e allora si inventò un cappello giuridico per scarcerarlo, adducendo un’improbabile dipendenza da cocaina.Con la stesso margine di discrezionalità Corona fu “liberato” dopo quattro mesi passati ai servizi sociali. Rimetterlo in galera,nell’insieme, è stata la cosa più facile. Nei crismi della legge, anche la magistratura è tornata a scagliarsicontro dilui. Alnulla cosmico del non-giornalismo italiano, poi, appartiene il terzo esempio: la non-giornalista Selvaggia Lucarelli, che in questo periodo ha attaccato Corona con necrofora virulenza anche se, a suo tempo, lo ospitò (pagato) nel suo programma gossiparo su Sky e poi lo baciò in bocca davanti alle telecamere, salvo chiedergli 10mila euro al mese per dirigere il settimanale Corona star’s. Corona rifiutò. Oggi lei si scaglia contro di lui. Nuotano nella stessa acqua. Sono perfetti. ULTIMO ESEMPIO Il terzo esempio sono io, che parlo e moraleggio ma sono qui ancora a scrivere di Corona, e perchè? Essenzialmente perché mi pagano per farlo. Poi, certo, sono indulgente con me stesso. Anch’io sapevo chi era Fabrizio Corona, anche se, forse, sono tra i pochi che da lui ha preso soldi e non viceversa. Fu nel decennio scorso: affittò casa mia come location pubblicitaria per delle foto di biancheria intima indossata da sua moglie (Nina Moric) e insomma mi pagò affinché avessi Nina Moric mezza nuda per casa. L’unico inconveniente fu che decine di alunni di una scuola araba che c’era di fronte a casa mia (la mitica scuola araba di Lambrate) videro entrare la Moric e poco dopo mi invasero urlanti il soggiorno, roba che l’Isis in confronto era Amnesty International. Ho rivisto Corona pochi mesi fa perché accettai di presentare un suo libro (pure bello) in una libreria di Piazza Duomo; decisi di non farmi pagare,disconoscendo la sua lezione di vita. Ma oggi sono qui che ne scrivo, e, anche se non mi scaglio contro di lui, a mio modo lo sfrutto. Ne parlo. Benché di sfioro, faccio parte dello stesso circo e dello stesso Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA SPECIALI __Giovedì 20 ottobre 2016__ 15 16 SPECIALI __Giovedì 20ottobre2016__ Motori MOTORI IN SALSA FRANCESE GLI SPECIALI DI Se i numeri sono in leggero calo rispetto all’edizione di due anni fa, sono in crescita i visitatori giovani, le donne e coloro che hanno visitato il Salone per la prima volta A cura di System 24 SALONE DELL’AUTO DI PARIGI 2016 Sempre più interconnesse guardando all’elettrico: ecco le novità tra gli stand Attesi tra fine anno e il prossimo i nuovi modelli di automobili in ogni segmento HITECH Apple contro Google sulle auto La nuova frontiera della battaglia tra Google e Apple sembra passare dagli smartphone alle auto. E tra gli stand O ltre un milione di visitatori nei 16 giorni di apertura del Salone di Parigi 2016, un numero che colloca la manifestazione motoristica parigina tra le più visitate al mondo, anche se nasconde un calo di circa il 14% rispetto all’edizione di due anni fa, in linea però con il trend delle manifestazioni fieristiche nel mondo nel 2016. Di contro, crescono le presenze di donne (1 su 4) e di giovani (1 su 3 ha meno di 35 anni). E crescono anche i visitatori da fuori l’area parigina: 45% rispetto al 40% della scorsa edizione. Tra gli stand, novità da vedere ce ne sono state tante, sia di modelli pronti da qui alla fine dell’anno sia attesi entro la primavera del prossimo o anche visioni del futuro da parte delle Case che mettono in mostra i concept su cui stanno lavorando in fase progettuale. Dalle piccole compatte citycar ai mastodontici fuoristrada e Suv, diverse sono le proposte, alcune in anteprima mondiale o europea con diversi restyling che non si fermano I NUMERI DEL SALONE 1.066.439 visitatori 140 novità tra gli stand 16 giorni di apertura solamente all’aspetto esteriore dell’automobile: novità tra le francesi che giocano in casa e ci tengono a mantenere alto il prestigio transalpino, i marchi tedeschi Bmw, Mercedes, Opel e Volkswagen, anche sospinti da “indicazioni” politiche, puntano a svelare le mosse nel campo delle auto del futuro, tra elettrico, ibrido e guida autonoma. Il gruppo Fca riscopre nomi e stili vintage per andare incontro a una clientela sempre più esigente con diverse tipologie di carrozzeria, mentre non si ferma l’avanzata delle orientali: i forti marchi giapponesi che si caratterizzano per innovazio- DISCOVERY 5: IL LUSSO ALLTERRAIN Finalmente si è alzato il sipario sulla nuova Discovery e, senza deludere le attese, Land Rover ha inaugurato la quinta generazione del fuoristrada per eccellenza. Ma, come da tradizione, non si accontenta di un’unica etichetta e per questa rivoluzionaria edizione mette in campo una nutrita “banda” di ingegneri, designer, tester e... le loro famiglie (compreso il simpatico golden retriver Sammy). Assetto deciso, elegante, perfetto mix di versatilità in chiave “all-terrain” e lusso “on-road” per gli appassionati che non devono più chiedere di più: la nuova Discovery è più lunga, più stretta e più bassa rispetto alla precedente, ma con un passo maggiorato che conferisce uno spazio maggiore all’interno dell’abitacolo. Sette i posti su tre file di sedili (tutti full-size e, grazie al Remote Intelligent Seat Fold configurabili, anche via smartphone). Comoda l’apertura elettrica del portellone posteriore. Unica la capacità di carico (fino a 2.500 litri nella configurazione a 5 posti). Mai vista la capacità di traino: fino a 3.500 kg. Sotto sotto, una monoscocca per l’85% in alluminio che alleggerisce non poco la sua precorritrice (480 kg in meno). Chiavi in mano a partire da 52.700 euro. NUOVA DISCOVERY. L’innovazione Land Rover per una First Edition senza precedenti ne nel campo delle motorizzazioni ibride come Toyota, mentre Mitsubishi continua la ricerca e il design nel mondo dei Suv. C’è poi il compatto duo sudcoreano Hyundai e Kia, che guadagna sempre più mercato in Europa ed è pronto a sferrare l’offensiva sull’ibrido con Ioniq e Niro. Tra i padiglioni alla Porte de Versaille anche realtà locali e una pista su cui testare le novità proposte dalle case. A questo punto non resta che dare appuntamento a Ginevra nel marzo 2017 e, prima di ritornare alla fiera di Parigi nel 2018, tappa a Francoforte nell’autunno del 2017. di Parigi numerosi produttori hanno presentato cruscotti con l’integrazione di Google Android Auto e Apple Car Play, le due piattaforme strettamente collegate ai sistemi operativi di telefonia dei due colossi della Silicon Valley. Si entra in auto, si connette il proprio telefonino e sullo schermo dell’abitacolo ecco comparire funzionalità e interfaccia che già si ha sul proprio device. Per ora molti produttori sembrano far convivere l’una e l’altra piattaforma, anche per evitare che una posizione più radicale possa compromettere la scelta in fase di acquisto. NUOVA 5008: SUV AMBITION touchscreen capacitivo da Irrompe nel settore dei grandi Suv, 8 pollici. La lunghezza lasciandosi alle spalle l’ortotale del veicolo è tra mai stretto abito della le più contenute del segmonovolume. E mira mento ma le dimensioni a diventare leader del abitabili sono generose. segmento C, puntando Rigorosamente di ultisu dimensioni contenuma generazione sono gli te, ampi spazi interni e PEUGEOT 5008. Addio Advanced Driver Assistance funzionalità intelligenti. È la nuova Peugeot 5008 che, monovolume: in Europa il Leone Systems e il meglio della connettività permanente si train anteprima a Parigi, ha francese punta al segmento C duce negli equipaggiamenti fatto bella mostra di sé esprimendo la migliore sintesi del futuro secondo la come Mirror Screen o Connected Navigation Casa del Leone. L’esperienza comincia al po- 3D. Le motorizzazioni Euro 6.1, benzina e diesto di guida, con l’ergonomia triangolare del sel, fanno della 5008 un’offerta di riferimento progetto iCockpit che integra volante ridotto sul mercato europeo dei grandi Suv: non a (il più piccolo del mercato e di tutti i segmen- caso, infatti, sono “best in class” in questo merti), quadro strumenti Head Up Digital Display cato, nella rispettiva categoria di potenza. In da 12,3 pollici in posizione rialzata e ampio concessionaria a primavera 2017. SPECIALI __Giovedì 20 ottobre 2016__ 17 18 SPECIALI __Giovedì 20ottobre2016__ Motori CITROËN C3. Completamente nuova nel design, riprende in parte le linee stilistiche della C4 Cactus HYUNDAI I30. La media del costruttore sudcoreano GIULIETTA VELOCE. Restyling per la media di casa Alfa Romeo, con la versione “Veloce”, che richiama per inserti stilistici la sorella maggiore Giulia Restyling completi o variazioni a tema: la parola al design L e reali anteprime mondiali a Parigi si sono viste soprattutto tra le nuove generazioni di auto già in gamma nei listini dei principali costruttori. Ci soffermiamo qui sulle novità che si sono viste tra le compatte e le medie, che rivestono in assoluto la fetta di mercato più importante. È il caso per esempio della Citroën C3, presentata allo stand del produttore francese con un design di rottura rispetto al modello precedente e che si rifà alle linee della C4 Cactus, l’originale media che ha saputo portare sul mercato concetti innovativi quali Airbumps sulle fiancate. La C3 è attesa anche al rientro nel mondiale rally con la versione Wrc. Nel gruppo Fca spicca il lavoro fatto sulla gamma Alfa Romeo - Giulia, Giulietta e Mito - con la presentazione della versione “Veloce” che coniuga sportività e design. La nuova Giulietta Veloce è caratterizzata da alcuni elementi estetici, come i paraurti specifici e le mostrine delle porte in nero lucido, sia per alcuni contenuti più sportivi quali l’estrattore posteriore che integra il doppio terminale di scarico o i cerchi in lega da 19”. Tra le piccole da sottolineare il lavoro dal punto di vista estetico che è stato fatto sulla Nissan Micra, giunta alla quinta generazione, completamente rivista secondo le nuove linee di design del concept Sway: dimenticatevi l’auto di “Paperino” di qualche anno fa, qui ci troviamo davanti a una compatta citycar dalle linee aggressive e piena di contenuti tecnologici, come prevenzione di cambio corsia involontario e Around View Monitor che non è semplice trovare nel segmento NOVITÀ TRA LE ELETTRICHE SUPERCAR E CONCEPT ATTIRANO SEMPRE L’ATTENZIONE AGLI STAND OPEL AMPERA-E. Record nell’autonomia, fino a 500 km, grazie alla batteria capiente. Arriva nella primavera del 2017 CITROËN CXPERIENCE. Anteprima mondiale per la visione della Casa francese nel segmento alto delle auto di lusso del futuro LAFERRARI APERTA. Già sold-out i 200 esemplari del mostro di Maranello, direttamente derivato dagli sviluppi della Formula1 ra gli stand di Parigi non si può non non rimanere colpiti da quelle che sono le proposte delle Case nel campo delle auto da sogno, supercar inarrivabili, per costi o semplicemente perché sono dei concept, esemplari unici nati dalle penne dei designer e dalla mente degli ingegneri, che hanno come scopo primario quello di presentare al mondo i futuri sviluppi delle auto del gruppo. Così a richiamare l’attenzione allo stand Ferrari non poteva che essere la splendida LaFerrari, la prima ibrida di Maranello, che per l’occasione si è presentata nella versione “Aperta”, frutto degli sviluppi e dell’esperienza derivata dal campionato di Formula1: 2,1 milioni di euro di supercar, già sold out nei 200 esemplari in produzione. Allo stand Citroën invece il concept CXperience, presentato in anteprima mondiale, rende noti i dettami stilistici dell’alto di gamma della casa francese, e anticipa quella che potrebbe essere la nuova C5, un rilancio in grande stile anche nel segmento di mercato in cui la competizione con i brand tedeschi si fa sempre più serrata. Progettata dai Team Stile Citroën al centro Design di Vélizy, la CXexperience si ispira al mondo hightech, con proporzioni imponenti, le porte che si aprono “ad armadio” e lasciano intravedere interni lussuosi e un’abitabilità ricercata nei minimi particolari. Sotto al cofano si trova un motore ibrido plug-in che permette di viaggiare a emissioni zero utilizzando il motore elettrico fino a 60 km, ma senza la preoccupazione dell’autonomia grazie al motore a benzina. Tra le altre novità si possono citare il concept Suv Ux di Lexus che porta ancora più in evidenza le linne squadrate che identificano il marchio di lusso di Toyota, mentre direttamente dall’esperienza della FormulaE giunge il concept di casa Renault TrEZor, che in mancanza di porte, evidenzia l’accesso all’abitacolo con la scocca superiore che di alza completamente. Da Porsche arriva invece la GT3 Cup, pensata esclusivamente per scaricare cavalli in pista mentre Toyota è pronta a riportare la Yaris nel mondiale rally con la Yaris Wrc. @BITTON Per sognare e immaginare il futuro dell’automobile T B. Tra i motori abbiamo il 3 cilindri benzina 900 cc turbo IG-T da 90 cv; del 3 cilindri benzina 1.000 cc aspirato da 73 cv o il 4 cilindri diesel 1.500 cc dCi da 90 cv, attesa sul mercato da fine anno. Chiudiamo con la novità in casa Hyundai con la nuova i30. Design rinnovato con fari Led anteriori e posteriori e nuova generazione di motori tutti Euro 6, anche in versione Turbo benzina da 186 cv. Disponibile con cambio a doppia frizione con 7 rapporti (7DCT), assicura una significativa riduzione di consumi ed emissioni. Volkswagen Golf e le altre medie europee sono avvisate. LACOMBE LE NOVITÀ TRA LE COMPATTE E LE MEDIE LE SMART SI ELETTRIZZANO. Le nuove versioni della ForTwo e ForFour sono disponibili anche in elettrico Se uno degli elementi che più frenano la diffusione dell’elettrico è “l’ansia da autonomia”, al Salone di Parigi almeno in due interessanti presentazioni questo timore è stato superato. Stiamo parlando dei 500 km di Opel con l’Ampera-e, attesa sul mercato dalla prossima primavera e dei 400 km della nuova Renault Zoe, già disponibile da fine anno. Vero è che questi valori sono calcolati con l’ottimistico ciclo Nedc, ma un’autonomia da oltre 300 km nell’utilizzo reale, senza spendere i soldi per una Tesla, è ora alla portata di chi vuole fare un salto nell’elettrico. Tra le novità anche la rinnovata gamma Smart, sia sulla tradizionale ForTwo a due posti e sulla ForFour più capiente quattro posti. Coloratissime e innovative, si prestano a diventare le city car elettriche per eccellenza. Guardando in casa tedesca, tutti i principali gruppi Bmw, Mercedes e Volkswagen hanno presentato visioni di come potrebbe essere l’auto elettrica del futuro, ma per ora, non ci resta che attendere. LACOMBE NISSAN MICRA. Giunta alla quinta generazione, la compatta giapponese è completamente trasformata sia dentro sia fuori RENAULT ZOE. Raggiunge ora i 400 km di autonomia SPECIALI __Giovedì 20 ottobre 2016__ TRAZIONE INTEGRALE AWD JAGUAR L’ISTINTO DEL CONTROLLO. Scopri la trazione integrale AWD Jaguar su XF. Nelle performance più difficili, la tecnica è tutto. Ma è l’istinto a fare la differenza. Per questo abbiamo creato All Wheel Drive Jaguar. In ogni istante, i sensori AWD Jaguar riconoscono la superficie su cui stai guidando per adattarsi alle sue caratteristiche e passare dalla trazione posteriore a quella integrale. E darti le performance Jaguar, in ogni condizione. Fino al 30 novembre, la trazione integrale è allo stesso prezzo della posteriore. jaguar.it Consumi Ciclo Combinato da 4,9 a 8,6 l/km. Emissioni CO2 da 129 a 204 g/km. Scopri le soluzioni d’acquisto personalizzate di JAGUAR FINANCIAL SERVICES. Jaguar consiglia Castrol Edge Professional. 19 2 1 0 8 6 4 2 Gli indici 1 Borsa Milano-FTSE Mib 0 0 0 0 0 0 0 ::: Panino e listino Il mito di Be continua Per la sorpresa chiedere a Chl ::: BUDDY FOX ■■■ Reflazione, chi è costei? Sotto lo spie- ghiamo, prima pensiamo alle belle notizie. Gran balzo dei prezzi in Gran Bretagna, salgono anche in Usa e persino in Europa. Bentornata inflazione? Le risalite dei prezzi al consumo vengono accolte da sentimenti contrastanti: c’è chi è felice vedendo la ripresa, e c’è chi, lavorando sui soldi in prestito, si fa scuro. Il denaro presto costerà di più. Ma c’è il partito degli scettici (leggi pessimisti): siamo in una deflazione secolare, questi rialzi sono solo illusioni. Altri contestano dicendo che senza occupazione non si può avere inflazione. Vero, con pochi consumatori in campo la risalita dei prezzi è difficile. Peccato che da anni il Giappone sia in piena occupazione e nonostante questo sia impantanato nella deflazione da più di 20 anni. Molti si aggrappano al petrolio, ma dopo il 2008 il barile non è più una minaccia né una miccia per i prezzi. In verità quello che manca è una variabile, importantissima, ed è la fiducia, aleatoria e sfuggente ma è l’unico olio capace di lubrificare gli ingranaggi dell’economia. Quarantanni fa (un’altra era), il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta considerò un grande successo aver fermato i prezzi al 16%. Già perché a quei tempi il problema era la troppa crescita. Difficile da credere ma era così. Sembrava una misera vittoria, si rivelò con il tempo una marcia trionfale. Da una base bisogna pur sempre partire. Cos’è dunque la reflazione? Nel linguaggio economico, moderata nuova inflazione successiva alla deflazione innescata dalla iniezione di una maggior quantità di moneta. Questo è il tentativo messo in atto dalle banche centrali, e se le attività finanziarie riprenderanno slancio, la fiducia ritrovata aggiunta alla crescita economica, porterà al boom dei prezzi. Titoli di Stato caveat emptor. Stia in guardia il compratore. PIAZZA AFFARI: basta aver pazienza, ora inizia il conto alla rovescia per il lancio, ovvero l’accelerazione. Obiettivo 19.000, e lì ci sarà la battaglia finale. CHL: il ritorno dei morti viventi? Sopra 0,025 vola, ma se veramente riparte anche lei, è il segno che il trenino della goduria è già in viaggio. ALERION: l’Opa «fuffa» è stata sgamata. Ora comanda Edison, ma per quanto? Io punto sul rilancio e dovete farlo anche voi, perché male che vada si cade sui 2,46. Dove cadi, cadi bene. MPS: il messaggio sembra chiaro, è Passera l’eletto. E vi risparmio le altre battute su Passera e sui Medici. È successo anche a luglio prima degli stress test: sulle voci di Passera il titolo era salito e sulle smentite era caduto. Due indizi fanno una prova? Sopra questi livelli, se sfondati, si galoppa! BE: Affari & Finanza ha dedicato al nostyro gioiellino una pagina intera. Il mito si espande. Il rialzo continua. È la sua natura. IT WAY: un po’ dimenticato, ma è la nostra bella tecnologia. Entra nella mia lista. RETELIT: accumulare sulle correzioni, non ho nulla da aggiungere. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 17.044,34 Borsa Londra-FTSE 10 2 5 2 0 1 5 7.021,92 +0,46% 1 0 5 Borsa Parigi-CAC 40 2 5 2 0 1 5 +0,25% 0 0 5 2 5 0 -0,13% 1 2 +0,31% 1 Euro/Dollaro 4.520,3 1 5 1 0 0 8 0 1 2 6 4 1,0979 $ 5 2 0 Un business inconfessabile «L’università mi chiede soldi per segnalarmi chi assumere» La denuncia di Giovanni Bonati, imprenditore bergamasco alla ricerca di giovani neolaureati da ingaggiare: «Ho pagato anche 1.500 euro per accedere agli elenchi» ::: segue dalla prima ATTILIO BARBIERI (...) Quando si tratta di cercare giovanineolaureati e neodiplomati da assumere in azienda. A ricostruire la vicenda è il quotidiano online Bergamonews. La storia in parte coincide con centinaia di altre simili. La Globo è un’azienda giovane, votata all’innovazione. L’età media è bassa: i 25 dipendenti hanno fra i 30 e i 35 anni. «Siamo in cerca di nuove figure professionali», giovani preferibilmente neodiplomati o neolaureati, racconta Bonati, «offriamo loro un contratto a tempo indeterminato, eppure fatichiamo a trovarne». Con la disoccupazione fra gli under 29 arrivata al 38 per cento ti aspetteresti che ci sia la fila in viale Europa 17, a Treviolo. Il civico della Globo. Eppure non è così. A ostacolarte l’impresa bergamasca nella ricerca di nuovi talenti è soprattutto la burocrazia. Che si mette di mezzo al momento di contattare gli istituti superiori e le università. «A gennaio», racconta l’imprenditore,«abbiamo chiesto a un noto istituto superiore di Bergamo l’elenco dei migliori studenti per valutare un’assunzione a tempo indeterminato. La risposta formale che abbiamo ricevuto è stata quella di inviare due lettere su carta intestata della ditta richiedente, da cui sia possibile individuare chiaramente l’identità, il fax e obbligatoriamente l’email. Le missive andavano spedite per posta o fax, niente email, con firma e timbro del richiedente. Ma “ questa, documenti alla mano, e-mail gli elenchi dei diplomaè solo la prima parte ti». di un iter lungo e Ma c’è di peggio. complicato. Infine, Molto peggio.Oltre almi è stato detto, che la burocrazia spuntaal ricevimento delle no le richieste di denalettere compilate, ro. «Una delle più im■ Alla fine chi ci una commissione portanti università di avrebbe vaglierà la ri- Giovanni Bonati Milano, alla quale abrimette davvero chiesta e, in caso di biamo chiesto di posono i ragazzi accoglimento,autorizzato la se- ter accedere aidatabase con l’egretaria didattica ad inviare via lenco dei migliori neolaureati, mettendo sempre ben in chiaro la prospettiva di assunzioni a tempo indeterminato», racSU MANDATO DELLA CONSOB conta Bonati a Bergamonews, «prevede per questo genere di servizi il pagamento di una quota pari a 1.000 euro più iva. Praticamente una tangente». Un servizio che oltretutto passa per «esclusivo» visto che è riservato «solo a imprese fino a 50 dipendenti e con almeno 10 milioni di euro di fatturato». Chissà perché. Dunque i canali ufficiali deputati ad agevolare domanda e offerta di lavoro sono a pagamento. Raggiungiamo telefonicamente Bonati per sapere di più su queste università che si fanno pagare per segnalare gli studenti meritevoli. E scopriamo che si tratta in realtà di una pratica diffusa. «Mi è capitato anche di pagare 1.500 euro. Non c’è nulla di illegale, intendiamoci, ma nessuno ha il coraggio di dirlo», puntualizza Bonati, «ho pagato regolarLa Consob ha spedito la Guardia di Finanza negli uffici mente le università per accededel Sole 24 Ore (nella foto LaPresse l’amministratore dere alle loro banche dati». Dunlegato Gabriele Del Torchio). La casa editrice ha chiuso que non è la prima volta che il primo semestre con una perdita record di 50 milioni. I accade? «Assolutamente no. E responsabili dell’azienda si sono resi immediatamente dispiace perché, alla fine, ad disponibili: «Siamo un libro aperto». Sulla crisi sta indaandarci di mezzo sono i giovagando anche la Procura di Milano. ni». La Finanza entra al «Sole» © RIPRODUZIONE RISERVATA La cessione di Premium «Niente accordo amichevole». Vivendi allo scontro con Mediaset ■■■ Chi aveva sperato in una riconciliazione resterà deluso. Finisce, ancora prima di incominciare, il matrimonio tra Vivendi e Mediaset per il futuro di Premium. Dopo un’estate di furtivi abboccamenti sono i francesi a imporre lo stop: «Vivendi al momento non è più intenzionata a cercare una soluzione amichevole e si riserva tutte le azioni necessarie a difendere i suoi interessi e quelli degli azionisti». Fine delle trasmissioni. Una scelta drastica che arriva dopo settimane di tentativi di riallacciare i rapporti con Mediaset che invece, assieme a Fininvest, ha diffuso «dichiarazioni pubbliche aggressive». Inoltre ha avviato «una serie di azioni legali» nonostante «l’approccio costruttivo» di Vivendi . Da Mediaset replicano che non ci sono stati contatti e che il prossimo appuntamento sarà in tribunale. Il gruppo guidato da Vincent Bollorè non risparmia le sciabolate. La più sanguinosa è questa: il piano industriale di Premium «era basato su ipotesi irrealistiche». Nel mirino c’è il break even stimato per il 2018, mentre per i francesi non arriverà prima del 2020. Altrettanto tagliente la risposta del Biscione. «I reiterati riferimenti contenuti anche in quest’ultimo comunicato pubblico a “business plan irrealistici” - che nulla hanno a che fare con l’analisi dei risultati di Premium ov- viamente avvenuta prima della firma - costituiscono ingerenze inappropriate sulle attività di un rilevante asset industriale di una società quotata. E provocano ulteriori danni non solo di reputazione, turbando il corso del relativo titolo». Adesso cosa succederà? Dura dire se alla fine le famiglia Bolloré e Berlusconi si riavvicineranno. Per uscire dall’impasse, l’unica alternativa possibile per Mediaset è riallacciare i rapporti con Sky. Al gruppo di Murdoch interessano soprattutto i diritti della Champions League. N. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA 21 __Giovedì 20 ottobre 2016__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it Pirelli torna in Borsa nel 2018, forse non a Milano ■■■ Pirelliriorganizza la struttura di co- mando e anticipa il rientro in Borsa. Sono questi alcuni dei punti fondamentali del piano industriale 2016-2019. Una nota spiega che le procedure per il rientro del titolo sul listino inizieranno già l’anno prossimo e il debutto è previsto per il 2018. Non è stato ancora deciso il listino visto che, dopo l’ingresso dei cinesi l’azienda ha accentuato le caratteristiche di multinazionale. Milano resta in “pole position” come ha più volte ripetuto Marco Tronchetti Provera. La riunione del consiglio d’amministrazione è servita anche a riorganizzare il vertice del gruppo con la promozione di Paolo Dal Pino (attuale responsabile del Sudamerica), che diventa di fatto il numero due dell’azienda in qualità di chief executive officer di Pirelli Industrial. Viene costituita la direzione digital, affidata a Luigi Taccoli, e l’aggregazione di tutte le strutture tecniche e primo equipaggiamento sotto la responsabilità del direttore generale technology, Maurizio Boiocchi. Investimento da due milioni Maglioni tutti made in Italy Bentornati a casa Benetton L’azienda avvia nella storica fabbrica veneta di Castrette una nuova linea senza cuciture. E la famiglia va a caccia di soci per le autostrade ::: UGO BERTONE ■■■ Castrette diVillorba, anti- ca stazione di posta ai tempi di Napoleone, sta alla storia Benetton come la Bicocca a quella di Pirelli o il Lingotto alla Fiat. È qui che, nel 1965 cominciò la produzione dei maglioni che hanno segnato una piccola grande rivoluzione: invece di usare lane di colori diversi, i quattro fratelli di Treviso iniziarono a lavorare la lana grezza da tingere in un secondo momento secondo le esigenze della moda, con un forte risparmio sui tempi delle collezioni. Lo stabilimento di Castrette, nei primi anni Ottanta è stato il palcoscenico di un nuovo balzo in avanti: qui la United Colors decise di stabilire il cervello del sistema,secondo modalità assolutamente innovative per l’industria italiana: un centro logistico responsabile degli acquisti,responsabile della produzione ai terzisti,da cui dipendevano il magazzino dei prodotti finiti, i controlli di qualità e lo smistamento dei prodotti realizzati dai terzisti. Non poteva partire che da qui l’onda della riscossa, il “reshoring” come si usa nel gergo dell’economia globale che sta indicare il “ritorno a casa” di produzioni già emigrate in Paesi dal costo del lavoro ridotto. Da inizio agosto, infatti, a Castrette sono tornati in funzione le macchine. Niente di paragonabile ai vecchi telai anni Settanta, agli albori dell’elettronica: 50 dipendenti azionano 36 macchine da maglieria della giapponese Shima Seiko che, lavorando senza soste per tutte le 24 ore con turni di 6 ore per addetto, sfornano 700 capi al giorno, ovvero un’ora a macchina per realizzare un singolo capo, 200 mila in un anno. E non si tratta di maglioni qualsiasi: i pullover battezzati 31100 (il codice postale di Treviso, tanto per sottolineare l’origine) sono tutti di un pezzo perché, a differenza delle maglie tradizionali che vengono prodotte a pezzi, non ci sono cuciture: il gomitolo di lana merinos e ca- chemire entra nel “telaio 4.0”, figlio dell’economia digitale per uscire sotto forma di maglione finito, senza una sola cucitura. Viene così eliminato un passaggio produttivo che rendeva troppo costoso produrre in Italia. Al contrario, la possibilità di avvicinare la produzione al cuore dell’azienda permette numerosi vantaggi: «Avere le macchine qui - commenta l’ad Airoldi - significa avere la possibilità di provare e riprovare, sbagliare, creare prototipi». «Vogliamo dar vita ad un reshoring della conoscenza - aggiunge il presidente Francesco Gori - non della semplice produzione: Treviso 31100. Con soli due milioni di investimento è qualcosa di più di una linea di maglioni». Già, con questa iniziativa il gruppo Benetton ha ritrovato la formula di casa. Quella in cui per tanti anni si sono incrociati creatività, comunicazione ma anche eccellenza nel manufacturing. Un ritorno reso possibile dalla tecnologia ovvero dalla convinzione che l’industria può tornare ad essere, se collegata alla conoscenza una buona fornte di profitti in grado di competere con i servizi, il business prediletto dal gruppo in questi anni.Ma Atlantia, che ieri ha annunciato investimenti e cedole record, è ormai un busines così grosso che richiede anche nuovi azionisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA MERCATINO PREZZO Dopo il profit warning Ryanair taglia i prezzi del 15% Go Internet, società quotata al segmento Aim di Borsa italiana, annuncia la nuova connessione fissa e mobile ad alta velocità “Instant fiber” che offre la stessa velocità della fibra ottica. Il collegamento avviene via radio a una velocità fino a 300 megabit al secondo. Il servizio è l’ideale nelle aree escluse dalla banda larga. Ryanair taglierà i prezzi dei propri voli del 12-15% dopo il profit warning annunciato dalla compagnia low cost irlandese. Lo ha confermato il fondatore e azionista della compagnia Micheal O’Leary a margine dell’inaugurazione del nuovo hangar della società all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. VAR% A ACEA ACOTEL GROUP ACSM-AGAM ADIDAS AG AEDES AEFFE AEGON AEROPORTO MARCONI BO. AGEAS AHOLD DEL AIR LIQUIDE AIRBUS GROUP ALBA ALCATEL-LUCENT ALERION ALLIANZ AMBIENTHESIS AMPLIFON ANHEUSER-BUSCH ANIMA HOLDING ANSALDO STS ASCOPIAVE ASML HOLDING ASTALDI ASTM ATLANTIA AUTOGRILL AUTOS MERIDIONALI AXA AZIMUT A2A B B CARIGE B CARIGE RSP B DESIO BRIA RNC B DESIO E BRIANZA B IFIS B INTERMOBILIARE B M.PASCHI SIENA B P DI SONDRIO B P EMILIA ROMAGNA B POP ETRURIA E LAZIO B POP MILANO B POP SPOLETO B PROFILO B SANTANDER B SARDEGNA RSP B SISTEMA BANCA GENERALI BANCO POPOLARE BANZAI BASF BASICNET BASTOGI BAYER BB BIOTECH B&C SPEAKERS BCA FINNAT BCA MEDIOLANUM BE BEGHELLI BEIERSDORF AG BENI STABILI BEST UNION COMPANY BIALETTI INDUSTRIE BIANCAMANO BIESSE BIOERA BMW BNP PARIBAS BOERO BON FERRARESI BORGOSESIA BORGOSESIA RSP BREMBO BRIOSCHI BRUNELLO CUCINELLI BUZZI UNICEM BUZZI UNICEM RSP C CAD IT CAIRO COMMUNICATION CALEFFI CALTAGIRONE CALTAGIRONE EDITORE CAMPARI CARRARO CARREFOUR CATTOLICA ASSICURAZIONI CEMBRE CEMENTIR HOLDING CENTRALE DEL LATTE D’ITALIA CERVED INFORMATION SOL CHL CIA CICCOLELLA CIR CLASS EDITORI CNH INDUSTRIAL COFIDE COIMA RES COMMERZBANK CONAFI PRESTITO’ CONTINENTAL AG CR VALTELLINESE CREDEM CREDIT AGRICOLE CSP INTERNATIONAL CTI BIOPHARMA D DADA DAIMLER DAMIANI D’AMICO DANIELI & C DANIELI & C RSP DANONE DATALOGIC DEA CAPITAL DE’LONGHI DEUTSCHE BANK DEUTSCHE BORSE AG DEUTSCHE LUFTHANSA AG DEUTSCHE POST AG DEUTSCHE TELEKOM DIASORIN DIGITAL BROS DMAIL GROUP E EDISON RSP EEMS EI TOWERS EL EN ELICA EMAK ENAV ENEL ENERVIT ENGIE ENI E.ON ERG ERGYCAPITAL ESPRESSO ESPRINET ESSILOR INTL EUKEDOS EUROTECH EVONIK INDUSTRIES AG EXOR EXPRIVIA FALCK RENEWABLES FERRARI FIAT CHRYSLER FIDIA FIERA MILANO FILA FINCANTIERI FINECOBANK FNM FRESENIUS M CARE AG FRESENIUS SE & CO. KGAA FULLSIX G GABETTI GAS PLUS GEFRAN GENERALI GEOX GEQUITY GRUPPO WASTE ITALIA H -18,45 -42,91 -0,19 -34,3 -26,86 -27,72 54,02 -23,09 8,03 -11,53 -3,48 3,42 -15,01 -18,64 14,82 -48,38 6,38 22,71 -37,7 -17,92 -7,92 -14,29 -4,27 -19,22 -34,82 1,04 0,309 62,5 1,691 1,726 24,68 1,37 0,2094 2,952 4,258 0,583 0,421 1,794 0,185 4,198 5,7 2,402 18,7 2,646 3,23 79,15 3,4 1,021 90,5 45,81 7,195 0,3278 6,18 0,66 0,3623 82,1 0,519 2,47 0,3535 0,15 16,19 0,2059 78,35 50 17,94 18,55 0,2799 0,3425 53,1 0,0465 17,9 18,03 9,69 1,15 -1,5 -1,11 1,61 26,62 7,16 6,19 4,77 -0,12 5,71 2,39 -2,56 1,35 2,24 0,38 1,25 0,32 1,98 -0,06 0,24 2,35 1,45 -0,56 0,92 -0,98 0,29 -1,81 -3,78 0,25 1,23 1,62 1,32 0,06 -0,54 0,95 0,22 0,22 -0,77 -1,12 0,3102 62,675 1,6919 1,7146 24,4101 1,2277 0,2086 2,8788 4,1691 0,5883 0,4194 1,7955 0,1789 4,1376 5,7 2,4206 18,4674 2,6288 3,2176 78,974 3,3823 1,0215 90,3219 45,9084 7,1477 0,328 6,1974 0,658 0,3635 82,1 0,5215 2,4852 0,3537 0,1509 16,0247 0,2049 78,0261 49,7481 17,94 18,6468 0,2799 0,3425 52,9323 0,0467 17,8536 18,0865 9,677 -75,52 -25,33 -33,16 -37,64 -14,39 -38,51 -83 -28,9 -39,52 -54,29 -31,46 -9,33 -31,03 -38,19 -35,92 -72,16 -27,42 11,64 -29,9 -35,38 -22,65 -15,45 -6,8 -24,16 -15,46 27,78 -24,19 -25,7 2,92 -6,48 -46,62 1,7 -43,82 -20,01 -4,76 -19,55 -2,06 -3,48 -12,18 18,85 -47,1 9,68 8,61 -4,91 3,498 3,78 1,29 2,046 0,7 9,65 1,206 24,61 5,505 12,72 4,454 2,792 7,35 0,0251 0,1762 0,2413 0,979 0,2926 7,01 0,3693 6,99 5,94 0,2426 173,4 0,4239 5,12 9,36 1,055 0,348 0,52 1,83 3,78 2,1 -0,64 0,57 0,5 6,44 0,09 -0,63 1,41 1,16 2,58 2,45 -1,07 1,03 0,86 0,36 0,63 -0,07 2,59 -2,92 0,76 7,59 -0,29 -0,32 0,38 0,69 3,4752 3,7572 1,2669 2,0111 0,6922 9,555 1,2083 23,9752 5,5122 12,8508 4,4412 2,7915 7,262 0,0254 0,1761 0,2416 0,9753 0,2916 6,9676 0,3683 6,8847 5,9439 0,2488 173,4 0,4118 5,1261 9,3373 1,0539 0,3494 -15,1 -17,29 29 -13,31 -30 20,63 -37,38 -9,36 -25 -8,49 -24,57 -16,11 -4,55 -25,74 -23,56 0,93 -57,9 10,57 -11,23 -21,62 -61,15 -25,31 -14,21 -0,66 -69,9 2,084 65,3 0,954 0,314 17,25 12,05 63,3 19,1 1,077 22,08 12,57 67,6 10,42 27,82 14,43 57,3 10 1,154 -0,57 1,48 0,1 0,41 0,42 -1,02 0,37 -0,92 -0,14 1,05 0,37 0,48 -0,89 -1,21 0,5 -2,94 2,0866 65,1628 0,954 0,3171 17,2323 12,0482 63,345 19,0201 1,0779 22,0679 12,5196 67,5542 10,42 27,82 14,4359 57,286 9,9962 1,1681 -3,16 -16,23 -20,17 -54,72 -1,99 -8,37 0,64 16,46 -16,27 -20,2 -44,45 -13,12 18,27 34,59 -42,01 0,727 0,0911 43,9 22,75 1,846 0,796 3,456 3,922 2,63 13,27 13,59 6,805 10,23 0,0495 0,72 6,6 111,6 0,978 1,258 28,45 37,03 0,6485 2,04 0,7218 0,66 0,0931 0,46 43,6583 4,07 22,537 -0,32 1,8481 0,06 0,8064 1,11 3,4545 0,31 3,9114 0,08 2,6293 -0,15 13,276 0,3 13,5774 0,67 6,7324 2,2 10,1567 1,43 0,0487 -0,07 0,7264 0,61 6,5787 - 111,4025 -0,71 0,9782 0,56 1,2718 - 28,5169 -0,91 37,0416 0,23 0,6428 0,55 -8,53 -26,28 126,37 -7 3,44 0,77 -7,13 -19,72 -1,52 -24,14 -10,13 -36,94 -28,85 -22,44 -8 -21,86 -12,02 -14,61 0,813 47,76 5,755 5,41 1,573 13,9 0,4312 5,195 0,41 75,3 69 1,403 -0,73 0,59 0,7 -0,46 0,32 -0,57 2,18 0,39 -0,49 - -26,49 -32,42 -15,2 -32,14 28,11 7,72 -31,87 -15,11 -20,69 U 0,4761 -2,04 0,4801 -42,6 2,43 -1,3 2,4378 -32,69 2,98 2,9 2,9547 72,75 11,92 0,42 11,8463 -29,55 1,998 -1,28 2,0058 -51,05 0,0316 5,33 0,0299 -66,13 0,135 13,45 0,1312 -81,38 V 86,3 0,12 85,7185 118,5 - 118,6777 2,26 -0,09 2,2608 HEIDELBERGER CEMENT AG HENKEL KGAA VZ HERA I BOT BOT 31.10.2016 (185) BOT 14.11.2016 (367) BOT 14.12.2016 (366) BOT 13.01.2017 (365) BOT 31.01.2017 (186) BOT 14.02.2017 (368) BOT 28.02.2017 (181) BOT 13.04.2017 (364) BOT 12.05.2017 (364) BOT 14.06.2017 (365) BOT 14.07.2017 (365) BOT 14.09.2017 (365) 100,017 100,023 100,059 100,083 100,09 100,104 100,11 100,144 100,172 100,186 100,205 100,242 BTP BTP 15.11.2016 2,75% BTP 15.12.2016 1,5% BTP 01.02.2017 4% BTP 01.05.2017 4,75% BTP 15.05.2017 1.15% BTP 01.06.2017 4,75% 100,222 100,254 101,209 102,677 100,83 103,111 Titolo BTP 1.8.2017 5,25% BTP 01.11.2017 3,50% BTP 15.1.2018 0,75% BTP 01.02.2018 4,5% BTP 15.05.2018 0,25% BTP 01.06.2018 3,5% BTP 01.08.2018 4,5% BTP 15.10.2018 0,3% BTP 01.12.2018 3,5% BTP 1.2.2019 4,25% BTP 01.03.2019 4,5% BTP 15.04.2019 0,1% BTP 01.05.2019 2,5% BTP 1.8.2019 1,5% BTP 01.09.2019 4,25% BTP 15.10.2019 0.05% BTP 01.12.2019 1,05% BTP 1.2.2020 4,5% BTP 01.03.2020 4,25% BTP 01.05.2020 0,7% Ultima rilev. 104,274 103,812 101,096 105,916 100,52 105,73 108,051 100,652 107,48 109,61 110,59 100,12 106,19 103,95 111,88 99,86 102,98 114,27 113,8 101,96 Titolo BTP 01.09.2020 4% BTP 01.11.2020 0,65% BTP 01.03.2021 3,75% BTP 01.05.2021 3,75% BTP 01.06.2021 0,45% BTP 1.8.2021 3,75% BTP 01.09.2021 4,75% BTP 01.11.2021 0,35% BTP 15.12.2021 2,15% BTP 01.03.2022 5% BTP 15.04.2022 1,35% BTP 01.09.2022 5,5% BTP 15.09.2022 1,45% BTP 01.11.2022 5,5% BTP 15.03.2023 0,95% BTP 01.05.2023 4,5% BTP 01.08.2023 4,75% BTP 15.09.2023 2,6% BTP 15.10.2023 0,65% BTP 1.11.2023 9% Ultima rilev. 114,6 101,8 115,07 115,3 100,4 116,01 121 99,61 108,53 123,61 104,26 128,2 104,7 128,45 101,27 123,75 126,19 118,25 98,57 155,4 Titolo BTP 01.03.2024 4,5% BTP 01.09.2024 3,75% BTP 01.12.2024 2,5% BTP 01.03.2025 5% BTP 01.06.2025 1,5% BTP 01.12.2025 2% BTP 01.03.2026 4,5% BTP 01.06.2026 1,6% BTP 1.11.2026 7,25% BTP 01.12.2026 1,25% BTP 1.11.2027 6,5% BTP 01.09.2028 4,75% BTP 1.11.2029 5,25 BTP 01.03.2030 3,50% BTP 01.05.2031 6% BTP 01.03.2032 1,65% BTP 1.2.2033 5,75% BTP 01.08.2034 5% BTP 01.09.2036 2,25% BTP 1.2.37 4% BTP 01.08.2039 5% Ultima rilev. 124,99 119,96 110,57 130,58 102,39 105,98 127,74 102,02 154,79 98,24 150,66 133,97 141,86 121,39 153,88 98,2 154,05 145 102,66 130,64 148,63 Titolo Ultima rilev. BTP 01.09.2040 5% EUR BTP 15.09.2041 2,55% BTP 01.09.2044 4,75% BTP 01.09.2046 3,25% BTP 01.03.2047 2,7% BTP 1.3.2067 2,8% 149,16 131,43 147,35 117,1 105,06 97,27 CCT CCT 1.03.2017 100,12 CCT-EU 15.06.2017 101,693 CCT-EU 15.10.2017 100,77 CCT-EU 15.04.2018 101,349 CCT-EU 01.11.2018 103,43 CCT-EU 15.11.2019 103,1 CCT-EU 15.12.2020 EUR6M+0,8 102,25 CCT-EU 15.06.2022 EUR6M+0,55 100,92 CCT-EU 15.12.2022 EUR6M+0,7 101,33 CCT-EU 15.07.2023 EUR6M+0,7 100,96 CTZ CTZ ZC 27.02.2017 100,105 Titolo CTZ 30.08.2017 CTZ 28.03.2018 BTP INDICIZZATI BTP IT 22.10.2016 BTP IT 22.04.2017 BTPI 15.9.2017 2,10% BTP IT 12.11.2017 BTPI 15.09.2018 1,7% BTPI 15.09.2019 2,35% BTP IT 23.04.2020 BTP IT 27.10.2020 BTPI 15.9.2021 2,1% BTPI 15.05.2022 0,1% BTP IT 20.04.2023 BTP IT 11.04.2024 BTPI 15.09.2024 2,35% BTP IT 24.10.2024 BTPI 15.9.2026 3,1% BTPI 15.09.2032 1,25% BTPI 15.9.2035 2,35% Ultima rilev 100,21 100,124 99,444 100,553 103,2 101,794 104,769 108,98 104,86 104,11 111,84 101,29 101,85 100,7 116,3 100 125,92 107,62 127,24 Titolo 360 -7,76 0,998 0,91 0,9899 10,89 0,6945 4,04 0,6872 -21,66 0,3301 -2,05 0,3421 -48,82 57,8 0,43 57,4678 20,44 0,3884 0,91 0,3888 -17,01 0,1177 -1,92 0,1198 -60,5 16,02 -0,06 16,056 11,67 1,21 11,5842 -7,23 - I GRANDI VIAGGI IGD IL SOLE 24 ORE IMA IMMSI INDUSTRIA E INNOVAZIONE INFINEON TECHNOLOGIES AG ING GROEP INNOVA ITALY 1 21 Dati aggiornati al 18/10 365 Titolo 360 365 1 SETT. -0.38 -0.385 3 MESI -0.311 -0.315 2 SETT. -0.373 -0.378 6 MESI -0.204 -0.207 1 MESE -0.371 -0.376 9 MESI -0.132 -0.134 2 MESI -0.338 -0.343 12 MESI -0.071 -0.072 Cambi Titolo Dollaro USA Yen Dollaro Canadese Dollaro Australiano Franco Svizzero Sterlina Corona Svedese Corona Danese Corona Norvegese Corona Ceca Fiorino Ungherese INTEK GROUP INTEK GROUP RSP INTERPUMP INTESA SANPAOLO INTESA SANPAOLO RSP INWIT IRCE IREN ISAGRO ISAGRO AZIONI SVILUPPO IT WAY ITALIAONLINE ITALIAONLINE RSP ITALMOBILIARE IVS GROUP 1,22 11,4952 0,41 4,8366 0,44 1,6079 0,38 158,8923 0,77 0,3434 5,73 1,0648 0,42 3,7964 0,48 9,3889 - 33,2138 1,92 20,7138 93,5 - 53,6833 - 2,686 - 3,4978 -0,08 2,484 0,36 139,012 -0,03 0,367 - 9,1368 3,62 117,3484 1,22 4,0972 0,86 10,4834 0,22 2,6718 97,5 1,57 3,482 -1,2 9,5294 -0,18 22,5546 0,87 7,5483 0,47 17,0231 -0,53 20,3232 1,69 14,8792 0,56 1,2629 0,8171 47,5616 5,7473 5,4169 1,5661 14 0,4298 5,1815 0,4129 75,4 69 1,3992 Domanda Offerta 1,0979 113,4900 1,4361 1,4298 1,0854 0,8934 9,6980 7,4409 8,9585 27,0210 307,0800 1,0993 114,3700 1,4382 1,4332 1,0886 0,8957 9,7025 7,4407 8,9565 27,0210 306,9300 PREZZO VAR% PREZZO VAR% PR. UF. CHIUSURA SU PR. RIF.MED. PON. DAL 30/12/15 11,58 4,89 1,597 158,6 0,3413 1,089 3,802 9,395 33,28 20,72 93,5 53,85 2,686 3,494 2,482 139,3 0,3661 9,18 117,3 4,14 10,5 2,68 97,5 3,498 9,48 22,56 7,56 17,03 20,51 15,03 1,267 Euribor Ultima rilev. AZIONI PREZZO VAR% PR. UF. CHIUSURA SU PR. RIF.MED. PON. DAL 30/12/15 F Nuovo servizio Go Internet Il web ad alta velocità via radio Titoli di stato Titolo Mercato Azionario AZIONI J JUVENTUS FC K KERING K.R.ENERGY K+S AG L LA DORIA LANDI RENZO LAZIO S.S. LEONARDO - FINMECCANICA LINDE AG L’OREAL LUXOTTICA GROUP LVENTURE GROUP LVMH M MAIRE TECNIMONT MARR MASSIMO ZANETTI BEVERAGE M&C MEDIACONTECH MEDIASET MEDIOBANCA MERCK KGAA MERIDIE MID INDUSTRY CAPITAL MITTEL MOLESKINE MOLMED MONCLER MONDADORI MONDO TV MONRIF MUNICH RE MUTUIONLINE N NICE NOKIA CORPORATION NOVA RE O OLIDATA OPENJOBMETIS ORANGE OVS P PANARIAGROUP PARMALAT PHILIPS PIAGGIO PIERREL PININFARINA PIQUADRO POLIGRAFICA S.FAUSTINO POLIGRAFICI EDITORIALE POSTE ITALIANE PRELIOS PREMUDA PRIMA INDUSTRIE PROSIEBENSAT.1 MEDIA SE PRYSMIAN R RAI WAY RATTI RCS MEDIAGROUP RECORDATI RENAULT RENO DE MEDICI REPLY RETELIT RICCHETTI RISANAMENTO ROMA A.S. ROSSS RWE S SABAF SAES GETTERS SAES GETTERS RSP SAFILO GROUP SAFRAN SAINT-GOBAIN SAIPEM SAIPEM RCV SALINI IMPREGILO SALINI IMPREGILO RSP SALVATORE FERRAGAMO SANOFI SAP SARAS SAVE SCHNEIDER ELECTRIC SERVIZI ITALIA SESA SIAS SIEMENS SINTESI SNAI SNAM SOCIETE GENERALE SOGEFI SOL SPACE2 STEFANEL STEFANEL RSP STMICROELECTRONICS T TAMBURI TAS TECHNOGYM TECNOINVESTIMENTI TELECOM ITALIA TELECOM ITALIA RSP TELEFONICA TENARIS TERNA TERNIENERGIA TESMEC THYSSENKRUPP AG TISCALI TOD’S TOSCANA AEROPORTI TOTAL TREVI TXT E-SOLUTIONS UBI BANCA UNIBAIL-RODAMCO UNICREDIT UNICREDIT RSP UNILEVER UNIPER UNIPOL UNIPOLSAI VALSOIA VIANINI VINCI SA VITTORIA ASS VIVENDI VOLKSWAGEN AG VZ. VONOVIA SE W WAR AMBROMOBIL 17 WAR CDR ADVANCE CAPITAL 2017 WAR ENERTRONICA 13-18 WAR ERGYCAPIT 16 WAR FIRST CAPITAL 2016 WAR SAFE BAG 13-16 WAR TE WIND 18 WARR AEDES 2015-20 WARR AGRONOMIA 2014-2017 WARR BIO ON 14-17 WARR BRIDGE MGMT 18 WARR CALEFFI 20 WARR CAPFORPROG1 17 WARR CLABO 18 WARR DOMINION HOSTING HOLD 21 WARR ELETTRA INV 17 WARR ENERGICA M 18 WARR EXPERTSYSTE 18 WARR GEQUITY 2016-2019 WARR GLENFOOD 20 WARR INNOVATEC 17 WARR ISI 2 21 WARR IWB WARR LUVE WARR SITI-B&T 21 WARR SMRE 19 WARR SPACE2 17 WARR TECH-VALUE 2014-2017 WARR TIP 20 WARR VETRYA 2016-19 WARR ZEPHYRO WARR 4AIM SICAF 2016-19 Y YOOX NET-A-PORTER GROUP Z ZIGNAGO VETRO ZUCCHI ZUCCHI RSP 0,2097 5,64 0,2043 -33,72 0,3618 1,23 0,3621 -24,84 15,23 -0,26 15,2446 6,35 2,07 0,68 2,0635 -32,97 1,928 0,73 1,9294 -31,97 4,3 1,8 4,2859 -14,68 1,764 0,06 1,7511 -17,34 1,579 0,19 1,5788 5,97 1,218 1,08 1,2235 -18,8 1,057 4,97 1,048 1,73 1,663 1,34 1,629 3,29 2,078 0,78 2,0785 -32,97 320 320 9,33 44,67 -0,22 44,3948 6,1 8,495 -0,06 8,4634 -3,47 0,3009 190,1 0,4621 17,29 - 0,2978 15,73 - 190,1 18,07 0,85 0,4708 -31,13 - 17,29 - 7,62 -0,65 7,6548 -41,61 0,3961 0,76 0,3943 -46,8 0,506 -0,3 0,5034 -1,75 10,9 0,28 10,8736 -15,5 153,1 - 152,9216 166,6 - 166,5181 5,78 42,79 0,56 42,4959 -29,16 0,4959 2,25 0,4959 -24,84 167,7 1,02 167,2354 13,46 2,19 17,1 7,11 0,1646 1 2,712 6,61 95,3 0,103 4,1 1,412 2,432 0,4187 15,58 0,8935 4,432 0,198 173,8 7,82 0,46 0,71 0,14 -0,06 0,05 0,07 3,12 -2,55 -5,27 -0,76 -2,14 -0,4 0,1 0,12 0,26 2,1861 17,0292 7,1047 0,1623 0,9911 2,6964 6,5144 95,3 0,103 4,1 1,4065 2,4351 0,428 15,6183 0,9054 4,4513 0,1975 173,7 7,8212 -12,75 -10,38 -25,2 22,29 20,85 -29,23 -25,6 -10,51 2,5 -9,66 42,89 14,52 20,59 -14 -25,82 -25,03 -4,82 -2,19 2,48 0,08 2,4758 1,06 4,52 -0,75 4,5252 -31,52 0,231 - 0,231 -58,3 0,154 6,77 0,52 14,05 4,998 -0,04 0,1552 -18,09 6,6997 -7,26 14,0455 -9,94 5,0017 -22,15 3,034 2,394 26,33 1,644 0,2661 1,404 1,065 6 0,1641 6,065 0,0878 0,048 14 36,6 22,99 0,53 0,67 -1,2 -0,36 0,8 -1,13 -1,3 1,1 -3,47 1,68 0,92 -1,44 0,72 -0,78 3,0308 2,398 26,4391 1,6335 0,2635 1,4067 1,0672 6,0731 0,1651 6,0468 0,0875 0,0482 14,0313 37,892 22,8517 -13,81 0,17 9,71 -29,32 -51,53 -62,05 -20,34 1,18 -35,37 -14,58 -67,41 -74,41 -5,53 13,47 3,598 1,999 0,9555 27,16 77,55 0,2779 117,2 0,909 0,1645 0,05 0,431 0,554 14,18 0,73 3,5885 -0,55 1,9696 -0,62 0,9549 0,18 26,9771 1,77 77,2227 -0,39 0,2765 1,82 116,4945 -1,52 0,914 1,29 0,1627 -1,96 0,0499 0,58 0,4297 -3,48 0,5442 -1,25 14,2264 -23,74 -15,65 53,99 12,74 -17,59 -24,46 -6,91 50 -31 -60,19 -11,82 -41,68 21,09 8,93 12,58 9,28 9,88 66,7 38,02 0,4308 5,9 2,654 7,55 22,38 68,6 80 1,502 17,9 62,6 3,726 15,5 8,265 105,1 0,0154 1,288 4,858 34,2 1,778 7,82 10 0,1573 145 7,51 0,34 -0,16 0,87 1,02 4,06 3,75 1,27 -0,44 0,13 -0,5 -0,16 0,76 -0,26 -0,3 -0,28 5,48 2,55 -0,41 0,74 -0,73 0,19 0,54 8,9555 12,5 9,2325 9,8625 66,7 38,02 0,4271 5,9 2,6278 7,55 22,2624 68,5997 80 1,4984 17,878 62,55 3,7267 15,5472 8,2983 105,1 0,0154 1,2938 4,8618 34,0341 1,7766 7,8202 9,975 0,1561 145 7,5353 -21,32 -2,56 -6,78 -7,75 -54,31 1,25 -33,82 -20,61 2,9 -14,2 9,97 -15,81 37,69 -1,95 -0,77 -15,66 17,43 -56 44,31 0,58 -21,05 -17,91 -5,33 1,01 -34,07 19,87 3,678 0,99 4,36 4,37 0,7565 0,619 8,885 13,42 4,464 0,7755 0,496 21,99 0,0435 50,55 14,63 43,97 1,32 7,79 0,05 -0,8 0,6 -0,13 -0,24 0,17 0,98 -0,67 -1,4 0,2 0,6 -0,81 -0,29 1,07 - 3,6662 1,0351 4,3864 4,3964 0,7556 0,619 8,885 13,3154 4,4537 0,784 0,4947 21,5712 0,0434 50,6741 14,63 43,97 1,3198 7,7337 8,56 133,49 40,01 -35,62 -34,91 -15,3 22,67 -6,14 -50,98 -23,69 -24,61 -30,8 -1,35 5,75 -27,87 -4,18 2,42 1,85 2,406 -60,97 226,6 1,48 226,6 2,236 1,08 2,2155 -56,46 5,2 - 5,2186 -36,27 39,11 -0,66 39,1433 -3,91 11 0,27 11,2128 2,696 2,12 2,6675 -43,41 1,637 1,05 1,6342 -30,64 17,19 0,23 17,1899 -16,25 1,136 0,53 1,1458 -6,04 67,6 - 67,6904 9,625 -0,05 9,585 -4,13 18,32 - 18,3553 -7,05 121,5 0,41 121,3103 34,04 - 34,04 0,0559 0,066 0,7385 0,0014 0,002 0,1 0,1 0,035 0,0084 5,1 0,015 0,37 0,03 0,7 0,176 0,3299 0,11 0,0021 0,048 1,6 1 0,0875 0,46 0,2624 - 21,52 34,69 27,27 -20 0,57 3,06 5,23 10 -4,55 4,55 - 0,039 0,0375 0,6902 0,0013 0,002 0,1 0,1081 0,0355 0,0084 5,1046 0,015 0,37 0,03 0,7 0,1356 0,3135 0,1 0,0021 0,048 1,6 0,9999 0,0874 0,431 0,2514 - -68,75 -17,4 -13,07 -78,79 -90,2 -16,67 -35,28 -32,3 -42,47 -93,99 236,36 -77,78 -14,98 11,11 0,69 12,33 - 27,68 -0,25 27,6555 -19,88 5,545 -0,09 5,5624 -8,57 0,019 -1,55 0,0193 -52,74 0,1422 - 0,1422 23,65 22 __Giovedì 20 ottobre 2016__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it A tu per tu di MATTIAS MAINIERO ::: lelettere [email protected] Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere“. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano, via fax al n. 02.999.66.264. IMMIGRATI/1 sposto a farsi invadere, mi permetto di proporre la seguente riflessione: se una persona non si adopera per mantenersi forte il più a lungo possibile, è destinata ad indebolirsi in breve tempo. Conseguentemente, non sarà più in grado di aiutare nessuno e a sua volta andrà ad aumentare il numero di coloro che hanno bisogno d’aiuto. Dunque, se vogliamo (giustamente) continuare ad aiutare a lungo i deboli, dobbiamo farlo in modo da mantenerci a lungo forti. Il modo in cui il governo italiano sta operando verso l’immigrazione illegale serve solo ad aumentare le debolezze (già tante) delpopolo italiano e impossibilitarlo a portare aiuto a lungo. Una falla mostruosa I permessi della professoressa Landini Dottor Mainiero, secondo lei se gli insegnanti dovessero dire che devono assentarsi per un viaggio all’estero come fa spesso Agnese Renzi come risponderebbero i presidi? Ma alla Signora Premier è concesso tutto? Valentino Castriota e.mail *** Non essendo un preside e neppure un insegnante, non so che dirle. Materia sconosciuta. Immagino comunque che la signora Agnese Landini usufruisca di regolari permessi e che i suoi viaggi siano compatibili con la sua attività di insegnante. Ragion per cui, i dirigenti dell’istituto non possono che concedere il via libera. Detto questo, però, vorrei aggiungere che se fossi nei panni di Matteo Renzi avrei chiesto a mia moglie di abbandonare l’insegnamento per il periodo della presidenza del Consiglio, anche per evitare dubbi e domande del genere da parte degli italiani. Purtroppo, quando si rivestono ruoli particolari, o si è al fianco di chi li riveste, non si può condurre una vita com pletam ente normale, a partire dalle ovvie misure di sicurezza che devono accompagnare la vita della moglie di un premier. Disse Agnese Landini Renzi: «Non farò mai la first lady. Non siamo in America, dove le mogli dei politici fanno discorsi in pubblico. Vi prego, prendete atto che d’ora in poi io non esisto». Lodevole. Era il 22 febbraio del 2014, giorno in cui Matteo Renzi giurò al Quirinale. Passati un po’ di anni, Agnese Landini inevitabilmente ha dovuto indossare quei panni che non le piacevano, anche perché il presidente della Repubblica, Mattarella, è vedovo, e una rappresentante femminile, ai vertici delle istituzioni, voglia o non voglia la signora Landini, ci deve pur essere. Tutto nella norma. E poi, caro Castriota, parliamo di pubblici dipendenti: in tanti sono gran lavoratori, presenti tutti i giorni. Alcuni, però, sono andati a timbrare in mutande. Altri timbravano, e timbrano, per i colleghi assenti. Altri ancora se ne stanno a casa con motivazioni abbastanza discutibili. Almeno la signora Landini ha una giustificazione istituzionale. Nel Paese dei furbetti del cartellino non mi sembra roba da poco. [LaPresse] [email protected] segui la rubrica anche su www. Anni fa mi trovavo a veleggiare su una piccola barca, quando, attraverso una piccola fessura, la barca ha incominciato a imbarcare acqua. A nessuno degli occupanti è venuto in mente diinterrogarsi sulle cause dell’inconveniente; ci siamo preoccupati di tappare la falla e solo dopo abbiamo individuato la causa. Mi viene di paragonare l’Italia a quella barchetta. Nella barca Italia c’è una falla mostruosa che si chiama immigrazione. I fenomeni che ci governano conoscono le cause, come no, sono da attribuire al disagio di un numero infinito di umani. Benissimo. In attesa che si ponga rimedio a tale stato, vogliamo preoccuparci della falla e tapparla rapidamente? Gastone Bertuetti e.mail Guglielmo Fiore e.mail CARITAS Il rapporto non mi sorprende IMMIGRATI/2 Priorità da rispettare Troppi italiani vivono oramai in povertà mentre il governo è concentrato sugli aiuti ai clandestini. È ora di urlare un forte: prima gli italiani! Dopo, gli immigrati, cristiani, non musulmani e africani che nulla hanno a che spartire con i nostri usi, religione e modo di comportarsi. Angelo Boschi e.mail Il rapporto della Caritas sugli italiani poverinon mi sorprende, come non mi sorprende come i politici ignorino questo triste problema perché non riguarda le loro poltrone. Noi anziani abbiamo imparato dal buon esempio dei nostri genitori e dei nostri nonni il senso del sacrificio con il quale abbiamo affrontato la vita. Ma questi poveri giovani senza lavoro e senza futuro purtroppo con conoscono nemmeno la parola sacrificio per- so con Equitalia che le contengono integralmente. Quindi se,come probabile,la rottamazione riguarderà solo i ruoliappena affidati e le cartelle in attesa di definizione, vi sarà una gravissima disparità di trattamento tra chi deve ancora definire il debito e pagarlo e chi lo ha definito e ne ha in corso il pagamento, innescando così un sicuro contenzioso, e, dove possibile, una sospensione della riscossione delle rate. Se invece dovesse riguardare anche i piani di pagamento in corso - cosa che pare si possa escludere - salterebbe il relativo gettito per le sanzioni connesse a detti piani, già concordati con il contribuente. ché non più di moda. Siccome non tutti mi capiranno dico almeno alla parte più volonterosa dei giovani: ritornate a coltivare la terra come i vostri avi! Il lavoro è durissimo ma dà molte più soddisfazioni del giocare tutto il giorno con i vari smartphone o tablet. Pietro Rohrmann Roma FORZA ITALIA Deluso da Berlusconi Sono molto deluso dal mio partito (Forza Italia) e in particolare da Berlusconi. Questi ha invitato i suoi elettori a votare no al referendum ma io voterò sì in quanto le riforme vanno fatte altrimenti questa povera Italia non si risolleverà mai. Non era Berlusconi che, quando era al governo, si lamentava sempre che in questo nostro Paese non si riesce mai a governare per i troppi lacci che bloccano sempre le riforme? Non posso credere che Berlusconi voti no come Bersani e D’Alema! Emilio de Santis Bologna BELPAESE/1 Gli italiani si devono arrangiare Se in Italia la povertà colpisce di più gli italiani che gli stranieri non c’è da meravigliarsi: i Comuni per farsi belli davanti al governo aiutano soprattutto gli immigrati e, da parte sua, il governo per fare bella figura con l’Unione Europea dimostra di avere un grande cuore con chi sbarca da noi. E gli italiani che hanno veramente bisogno si devono arrangiare. Aldo Maccagnoni e.mail EQUITALIA E chi sta già pagando? Se alla base della rottamazione delle cartelle sta l’eccessiva onerosità delle sanzioni, sarà da ridere per coloro che hanno piani di pagamento in cor- Nicoletta Piazzi e.mail BELPAESE/2 La Nazione non c’è IMMIGRATI/3 Vorrei rispondere alla lettera inviata dal sig. Francesco Cantoni. È spiacevole constatare il perdurare dell’uso inesatto dell’aggettivo “nazionale” per quanto concerne l’Inno di Mameli. I guasti ed i guai del Paese Italia continueranno fino a che non si porrà rimedio alla finzione che dura dal 1861. È indubbio che l’Italia sia uno Stato ma che sia anche una Nazione. Qualsiasi dizionario definisce “nazione” una comunità di individui che hanno la stessa storia, lingua e le stesse tradizioni, usi e costumi. In base a ciò sono evidenti le differenze tra un veneto ed un calabrese pur nel rispetto delle rispettive culture. Sarebbe quindi saggio riprendere quanto avevano proposto illu- Carità a domicilio Secondo la Caritas alle mense Caritas si presentano più italiani che migranti. La cosa è logica. I migranti sono ospitati negli alberghi. I poveri italiani devono recarsi alle mense della Caritas mentre i migranti aspettano comodamente pranzo e cena negli alberghi. Ricevono la carità a domicilio. Estrazione del 19 ottobre 2016 23 34 51 52 62 87 Rudi Vido e.mail IMMIGRATI/4 Forza e debolezza Al Papa, circa la non “cristianità” di chi non è (semplifico) di- DIRETTORE Vittorio Feltri DIRETTORE RESPONSABILE Pietro Senaldi VICE DIRETTORI Franco Bechis - Fausto Carioti - Giuliano Zulin DIRETTORE GENERALE Stefano Cecchetti REDAZIONE MILANO e AMMINISTRAZIONE Viale L. Majno, 42 - 20129 Telefono: 02.999.666 - Fax: 999.66.264 QUOTE • All’unico “6” vanno € 291.150,47 • Ai 27 “5” vanno € 1.138,62 • Ai 664 “4” vanno € 111,66 • Ai 6.849 “3” vanno € 40,92 • Ai 40.476 “2” vanno € 5,62 REDAZIONE ROMA Via Trinità dei Pellegrini, 12 - 00186 Telefono: 06.999.333 - Fax: 06.999.33.443 EDITORIALE LIBERO S.r.l. SEDE LEGALE: Viale Luigi Majno, 42 - 20129 Milano DISTRIBUTORE PER L’ITALIA E L’ESTERO PRESS-DI Distribuzione Stampa e Multimedia Srl STAMPA LITOSUD SRL - Via Aldo Moro 2- Pessano con Bornago (MI) LITOSUD SRL - Via Carlo Pesenti 130 - Roma L’UNIONE SARDA S.p.A. Centro stampa - Via Omodeo, 5 - 09030 Elmas (CA) S.t.s. S.p.A. - Strada V zona industriale, 35 - Catania CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE: Arnaldo Rossi CONSIGLIERI: Claudio Santini - Stefano Cecchetti TESTATA: Opinioni nuove - Libero Quotidiano Contributi diretti legge 7 agosto 1990 n. 250 nº 290 anno LI Registrazione nº 8/64 del 22/12/1964 - Tribunale di Bolzano ISSN (Testo Stampato): 1591-0420 CERTIFICATO N. 8166 DEL 06/04/2016 ISSN 1591-0423 La tiratura di giovedì 20 ottobre 2016 è di 106.153 copie 23 __Giovedì 20 ottobre 2016__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it Su Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi. Posta prioritaria DI FAUSTO CARIOTI Il sostegno di Obama è controproducente All’ultima cena di Stato il presidente Barack Obama non ha risparmiato complimenti e lodi al nostro Renzi. Apprezzamento per il suo operato e attestazione di stima e amicizia personale. Anche la lunga amicizia tra Usa e Italia è stata con l’occasione ricordata e celebrata e questo è un dato sicuramente positivo e confortante per tutti noi. A mio sommesso avviso risulta invece poco conveniente, se non inopportuna, la posizione platealmente assunta da Obama a favore del Sì nelle nostre prossime consultazioni referendarie, e parimenti poco opportuno il “tifo” perché Renzi possa in ogni minati unitaristi risorgimentali che ritenevano che il futuro Stato italiano doveva avere un assetto federale. Mimmo Mastracchio – Pavia Barack Obama della riforma istituzionale italiana sa quello che deve sapere: l’essenziale, le poche righe di sintesi che gli hanno inviato dall’ambasciata di via Veneto prima dell’incontro con Matteo Renzi, come è prassi in questi casi. Il suo è un giudizio le centrale termoelettrica a gas a ciclo combinato, che però non costa 6,6 per 20 anni, cioè 132 miliardi, come il Fv, bensì, una tantum, 2,5 miliardi, se da 1.500 MW, e che dà, a differenza del Fv, un’energia continua e affidabile. Ovvero con il Fv si ha il danno e pure la beffa. Rodolfo Piva e.mail ENERGIA Fotovoltaico: il danno e la beffa Forse non tutti sanno che il Fotovoltaico (Fv) - oltre a costarci per i super-incentivi 6,6 miliardi annui per 20 anni, con interessi del 20% sul capitale (50% straniero) investito - non serve neppure per diminuire la CO2 immessa in atmosfera nel produrre elettricità. Questo perché i pannelli del Fv sono per lo più made in Cina e quindi - a causa della bassa efficienza energetica e dell’uso massiccio del carbone dell’industria cinese - 1 kWh di elettricità proveniente da Fv in questo caso non “emette” 60 grammi di CO2 - che sono legati all’energia necessaria soprattutto per costruirli - come accadrebbe se iltutto fosse made in Italy, ma circa 400 grammi,a livello cioè di una norma- caso restare “al timone”. Il referendum popolare e la scelta del capo di governo del nostro Paese sono affari interni per definizione e nel caso di specie occorre anche ricordare che Renzi non ha mai avuto conforto del suo mandato nella sovranità popolare, non essendo membro eletto del Parlamento. Mi domando poicome possa il presidente Obama qualificare come “giuste” le riforme proposte con i quesiti referendari, posto che permangono grandi dissensi interpretativi anche tra i più insigni costituzionalisti italiani. Ho apprezzato molto ed apprezzo ancora il presidente Obama, ma mi aspettavo una maggior cautela nei nostri affari interni. Carlo Cerofolini e.mail LAVORO Il vero incentivo È ormai più che assodato che gli incentivi all’assunzione servono per lo più ai furbacchioni che sfruttano gli incapaci; l’imprenditore onesto che intende assumere una persona in gamba usa ben altri sistemi, premianti per entrambi. Il vero incentivo, che provocherebbe il boom del mercato del lavoro (e di riflesso valanga di introiti per Fisco e Inps), sarebbe smettere di tartassare le imprese, eliminare la stragrande maggioranza dai vincoli e degli adempimenti e fare un serio e costante controllo contro i falsi, l’import scadente e dan- politico sul premier, non certo di merito sul nuovo testo della Costituzione, ma anche io, caro Mastracchio, mi aspettavo maggiore cautela da parte del presidente degli Stati Uniti. Non per ragioni di rispetto nei confronti degli elettori italiani, alle quali i nostri amici a stelle e strisce non sono mai stati troppo attenti (l’“endorsement” del presidente statunitense arriva un mese dopo quello dell’ambasciatore a Roma, John Phillips, e l’elenco delle precedenti “ingerenze” occuperebbe qualche pagina). Bensì per ragioni di convenienza: crediamo davvero che spostino qualche voto le parole del presidente di una nazione straniera, fosse pure il nostro più importante alleato? La mia convinzione è che non solo certi interventi non siano utili alla causa, ma si rivelino persino controproducenti per chi li fa. Conosce qualcuno disposto a votare in un certo modo perché glielo ha detto il capo di un altro Paese? Io no. Però ne conosco tanti pronti a votare al contrario di come costui vorrebbe che facessero. Un saluto. noso, le imprese schiaviste e gli abusivi. Moreno Sgarallino e.mail EUROPA risulta insufficiente a evitarle. Gianfranco Nìbale e.mail TV La Gabanelli in breve Il bidone di Bruxelles Viva la Gabanelli! Nel mentre siamo preoccupati per i delinquenti che si approfittano dell’ingenuità dei nostri anziani, dobbiamo sentire il ministro Alfano dire che l’Europa ci ha tirato un bidone. Conseguenze non trascurabili a parte, è evidente che lo abbiano tirato a lui e ai suoi parigrado che stanno al governo. Mauro Tombesi e.mail PUBBLICITÀ Molestie telefoniche Sono frequenti le chiamate telefoniche moleste, per marketing, pubblicità, promozioni di vendita e altro. La legge deve vietarle e sanzionarle severamente. Disturbano la privacy e la serenità. L’iscrizione al “Registro delle opposizioni” NORD: Diffuso maltempo con piogge in pianura e neve sulle Alpi orientali fino a 1400 m, miglioramento su tutte le regioni tra pomeriggio e sera. Temperature in calo, massime tra 10 e 15 gradi. CENTRO: Instabile con piogge e rovesci su Toscana, Umbria e Marche, maggiore variabilità su Lazio e Abruzzo. Temperature in lieve calo, massime tra 14 e 19 gradi. SUD: Nuvolosità irregolare sulle regioni tirreniche con qualche isolata pioggia specie la sera, maggiori aperture sullo Ionio. Temperature stazionarie, massime tra 17 e 22 gradi. NORD: Tempo in netto miglioramento su tutte le regioni con cieli in prevalenza sereni o parzialmente nuvolosi. Temperature senza grosse variazioni. CENTRO: Instabilità diffusa su tutte le regioni centrali con piogge e rovesci sparsi. Migliora nel pomeriggio sulla Sardegna. Mari da poco mossi a localmente mossi. SUD: Ancora una giornata caratterizzata da maltempo con piogge e rovesci. Peggiora nel pomeriggio con aumento dell’instabilità. Meglio su bassa Puglia. Fernando Mastursi e.mail CALCIO La caratteristica dell’Inter Mi devo scusare con Ranocchia. Gli avevo attribuito tutte le colpe per gli insuccessi dell’Inter. Ma dopo le ultime partite devo riconoscere che lui c’entrava solo in minima parte. Nell’Inter c’è una caratteristica. Chi arriva diventa un brocco, da qualunque posizione sia partito. Succede il contrario alla Juve dove chi arriva assorbe la voglia di vincere e lo spirito della squadra. Come può uscire la squadra nerazzurra da questo disastro? Mettendosi la maglia bianconera. Giordano Citterio e.mail NORD: Ancora una giornata con cieli prevalentemente soleggiati o par zialmente nuvolosi. Maggiori annuvolamenti su Liguria ed Emilia. Temperature stabili. CENTRO: Tempo in deciso miglioramento con cieli in prevalenza soleggiati. Annuvolamenti sparsi su interne e rilievi. Temperature senza grosse variazioni. SUD: Migliora al sud con cieli sereni o parzialmente nuvolosi. Maggiore instabilità su messinese con possibili piogge. Meglio altrove. Mari calmi o poco mossi. Temperature previste oggi PUBBLICITÀ NAZIONALE Direzione Generale: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel. 02.3022 1/3837/3820 - Fax 02.30223214 e-mail: [email protected] Per le filiali di competenza territoriale: www. system24. ilsole24ore.com PUBBLICITÀ LOCALE Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 20090 Assago (Milano) Tel. 02. 57577.605/640 - [email protected] PUBBLICITÀ ONLINE Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel. 02 30223003 - Fax 02 30223058 e-mail: [email protected] www. websystem. ilsole24ore . com Abbonamenti nazionali ● 12 mesi: 7 giorni ● 6 mesi: 7 giorni ● 3 mesi: 7 giorni ● 12 mesi: 6 giorni ● 6 mesi: 6 giorni ● 3 mesi: 6 giorni ● 12 mesi: 5 giorni ● 6 mesi: 5 giorni ● 3 mesi: 5 giorni .....................................€ 330 .....................................€ 175 .....................................€ 95 .....................................€ 290 .....................................€ 155 .....................................€ 85 .....................................€ 250 .....................................€ 130 .....................................€ 70 Il versamento dovrà essere intestato a: Editoriale Libero S.r.l. 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Majno, 42 20129 Milano CAGLIARI CAMPOBASSO FIRENZE GENOVA L'AQUILA MILANO 14 3 16 9 15 11 11 13 6 11 20 16 22 14 21 16 17 18 16 16 MIN MAX NAPOLI PALERMO PERUGIA POTENZA PRATO ROMA FIUMICINO TORINO TRENTO TRIESTE VENEZIA 16 17 13 10 11 14 14 5 11 9 21 21 16 17 17 19 19 13 14 13 24 __Giovedì 20 ottobre 2016__ A maggio uscirà l’inedito di Tolkien «Beren and Lúthien» Scomparso Thom Jones, maestro americano del racconto breve Uscirà nel maggio 2017 da HarperCollins, a cura del figlio Christopher e illustrato da Alan Lee, un romanzo inedito dello scrittore inglese J. R. R. Tolkien: è la storia d’amore ambientata nella Terra di Mezzo tra l’umano mortale Beren e l’elfa immortale Lúthien, scritta e modificata più volte dall’autore de Il Signore degli Anelli, ma da lui abbandonata nel 1918. Le varie versioni della love story fantasy saranno al centro del libro intitolato Beren and Lúthien. Lo scrittore Thom Jones, autore di culto per i suoi racconti brevi, è morto a Washington a 71 anni. In Italia i suoi racconti sono stati pubblicati da minimum fax: Sonny Liston era mio amico (2000), Il pugile a riposo (2001) e Ondata di freddo (2003). Jones aveva già vissuto molte vite (marine, pugile dilettante per 30 anni, copywriter, bidello) prima di iniziare, nel 1992, quella di scrittore, con un racconto battuto a macchina nel giro di una sola giornata e accolto sul New Yorker. Tramontate le «convergenze parallele» Dal latinorum siamo caduti nell’inglesorum Con la fine degli anni Novanta si è passati sempre più a una neolingua ricalcata su una sorta di simil-inglese da azienda. Un volume di Antonelli spiega l’italiano dei social e della pubblicità ::: RICCARDO PARADISI ::: ■■■ La governance e il core business, la policy e la spending review, il quantitative easing, la balance of power e il jobs act naturalmente, perché «riforma del mercato del lavoro» suonava provinciale. È da almeno 20 anni che la politica italiana ha cominciato a virare dal lessico dell’antico politichese, che generò nel suo climax le «convergenze parallele» di Aldo Moro, alla neolingua aziendalese che, dal primo ministro all’ultimo dei peones, viene parlata con naturalezza disarmante. Perché il registro della comunicazione aziendale e l’inglese commerciale porterebbero con sé – almeno secondo la vulgata autoreferenziale di chi usa questo gergo - un’aura di efficienza e di dinamismo. E così sono entrate nel parlare comune l’implementazione e la sinergia, il valore aggiunto e la proattività, participiaggettivali come “qualificato”, “ottimizzato”, “finalizzato”, mentre gli ostacoli sono diventate le criticità, l’azione si è mutuata in implementazione e una risposta si trasforma come per magia sempre in un feedback,la riunione immancabilmente in un briefing o in un brainstorming. Un esempio tipico è Sergio Marchionne, manager Fiat di successo planetario, abruzzese di corpo ma canadese di spirito, che in qualsiasi discorso para-istituzionale fa prevalere l’inglesismo in qualunque costruzione sintattica. Idem per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, la cui lingua è spesso regolata sul vocabolario di Bruxelles. Allo stesso modo i problemi diventano, nel fluire del discorso di un politico medio, «quelle che sono le problematiche», dove la ridondanza dell’aggettivo dimostrativo ha la sola ragione, prelinguistica, di consentire al parlante in difficoltà di prendere tempo e darsi respiro, intanto rivelando di non essere più nemmeno in grado dipronunciare un discorso compiuto in italiano. I nostri politici ormai parlano come Salvatore, il monaco eretico del Nome della Rosa di Umberto Eco: il loro eloquio è una commistione furiosa, e mostruosa, di neoaziendalese, inglese improvvisato e di un italiano paurosamente impoverito al frasario del taglia e incolla. La politica delresto -come spiega benissimo Giuseppe Antonelli ne L’italiano nella socie- La polemica Il femminismo linguistico può generare solo aborti ::: LUCIO D’ARCANGELO ■■■ I nostri politici non hanno mai brillato per COMUNICATORI Il monarchico Antonio La Trippa (Totò) alla finestra nel film «Gli onorevoli» (1963) di Sergio Corbucci. A sin., dall’alto: Aldo Moro, la copertina del libro di Antonelli e Sergio Marchionne tà della comunicazione 2.0 (Il Mulino, pp. 270, euro 15), dove questi esempi e altri sono riportati in gran numero - ha cominciato a liberarsi della cura per la lingua dagli anni Novanta, con la fine della Prima Repubblica. Ed è in quel tornante storico che la politica, adeguandosi alla fretta di scrollarsi di dosso le fumisterie con cui si era espressa per decenni e con cui veniva ormai identificata da un’opinione pubblica affamata di rinnovamento e semplificazione, è passata dal paradigma della superiorità al paradigma del rispecchiamento. Dal votami perché sono migliore di te, insomma, al votami perché sono come te: sbaglio anch’io i congiuntivi e non disdegno di usare il turpiloquio, proprio come fai tu, uomo qualunque. La Prima Repubblica risultò ufficialmente archiviata quando Umberto Bossi disse che la Lega ad Arnaldo Forlani gli avrebbe fatto diventare azzurri i capelli con un rutto. Una volgarità talmen- te abissale da risultare ancora fiabesca.L’argine era ormai rotto: «Se prima si puntava a impressionare l’uditorio facendo pesare la propria superiorità culturale», spiega Antonelli, «ora si prediligono forme espressive immediatamente comprensibili». E certo «i ragionamendi» di Ciriaco De Mita erano sopravvivenze grottesche del lungo tramonto del Novecento già nell’Italia anni ’90, ma erano tuttavia, seppure lambiccati e ambigui, almeno dei ragionamenti. Tanto più che la comunicazione politica che ne è seguita, pesantemente condizionata, come si è visto, dal gergo aziendalistico, dal parlato comune e da un inglese maccheronico, non ha affatto dismesso i trucchi retorici con cui il linguaggio del potere si è sempre ammantato. Anzi, oggi la politica, nel suo codice comunicativo ultra semplificato e dunque più immediato, ricorre con maggiore spregiudicatezza sia al trucco retorico dell’invettiva personale sia a quello degli accorati richiami ai valori più largamente e genericamente condivisi. Dal latinorum si è passati insomma all’inglesorum, dai ventagli di possibilità dei democristiani della Prima Repubblica s’è passati ai gufi di Renzi, alla ruspa di Salvini ai Vaffanculo di Grillo. Che sia un’evoluzione, è quanto meno discutibile... attaccamento alla lingua nazionale. Spesso i loro discorsi vengono infiorettati da espressioni dialettali (chi non ricorda l’“inciucio” di D’Alema e il “che ci azzecca?” di Di Pietro? ) e da inutili anglicismi più o meno truffaldini: question time, job act, e via dicendo. Tuttavia costoro non hanno mai preteso di riformare la lingua. Negli ultimi tempi, invece, con l’ingresso delle donne al potere, è rispuntato il femminismo linguistico, che risale agli anni ’80 ed ebbe la sua bibbia nelle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, curate da Alma Sabatini e indirizzate, ahimé, alla scuola e all’editoria scolastica. L’errore fondamentale, alla base di questa ideologia, consiste nel confondere il genere sessuale con quello grammaticale: diciamo, ad esempio, «la sentinella» e non «il sentinello» e nessun militare si è mai risentito per questo.Il termine, infatti, come tanti altri dello stesso genere, indica una funzione, non il sesso della persona che la ricopre. L’ideologia femminista, invece, figlia del politicamente corretto, confonde le due cose e, facendo violenza alla lingua, impone «ministra» e «sindaca», come se il genere, grammaticalmente inteso, si potesse attribuire a piacimento, e potessimo dire, ad esempio, “il guardio” invece che “la guardia” o “la medica” invece che “il medico”. La lingua non è un materiale plasticabile a volontà, diceva Giovanni Nencioni, e quando si infrangono certe regole, ne nascono aborti come quelli in circolazione negli ultimi anni. “Ministra” è una parola che rischia il ridicolo per la sua assonanza con “minestra” e “sindaca” è non meno brutta e cacofonica. Entrambe sarebbero degne di figurare in quel Lessico dell’infima e corrotta italianità compilato nel 1890 da Pietro Fanfani e Costantino Arlìa. Un’altra parola che risponde allo stesso, si fa per dire, criterio è “femminicidio”, un neologismo che nasce da un evidente malinteso. Quando il codice parla di omicidio non intende ovviamente solo gli uomini. La parola ha perduto, come spesso capita, il senso etimologico e nessuno, quando sente parlare di omicidio, ne trae la conclusione che trattasi di “uomo”. “Femminicidio” quindi è un’inutile, e goffa, ridondanza, anche perché il contrario di uomo non è femmina, ma donna! Seguitando su una strada così accidentata è facile fare capitomboli. L’ultimo consiste nella proposta di volgere al femminile una parola come “presidente” commutando la “e” finale con la “a” a imitazione dello spagnolo - che però ha anche profesora-: un femminile improponibile nella nostra lingua oltre che inutile, che si risolve in un errore manifesto. In italiano infatti la desinenza in “e” è sessualmente neutrale: si dice “il supplente”, ma anche “la supplente”, “il preside” e “la preside”, non certo “la presida”. Per sfortuna dei nostri incauti riformatori, la grammatica non è un’opinione... © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 CULTURA __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ Il nuovo album di duetti Fausto Leali canta con una sola donna: «Mina unica regina» C’era un tempo in cui il piccolo schermo aveva la forza di stupire, di incollare, senza l’angosciante morbosità odierna, visi su visi di milioni di italiani riuniti, in silenzio liturgico, davanti a quella magia fatta di immagini e suoni che solo tubo catodico poteva rendere possibile. In quel tempo, a zampate decise, Anna Mazzini s’era conquistata il posto fisso nei salotti di tutte le case italiane. Portavoce e «contenuto», al tempo stesso, dello strumento delle masse del- la cultura pop per eccellenza. Ne è trascorso di tempo dai quei Sabato Sera, ma noi, davanti a quella Tigre, ci emozioniamo ancora. E si emozionano anche i compagni di una vita, i colleghi di jukebox ai quali le sue canzoni «passano ancora per la testa». «Quando ho deciso di incidere un disco di duetti, non ho avuto altro obiettivo se non chiamare Mina. Ho pensato: se Mina mi dice di sì, voglio che sia l’unica donna, la sola regina nel mio disco», racconta Fau- sto Leali presentando Non solo Leali (Universal), ultima fatica discografica del cantautore bresciano in uscita domani e anticipato dal singolo A chi mi dice, cantato «a quattro mani» con la stessa Mazzini. Dieci brani interpretati da Leali insieme ad alcuni dei più grandi artisti della canzone italiana e non solo, da Claudio Baglioni ad Alex Britti, e ancora Tony Hadley, Massimo Ranieri e Umberto Tozzi. FABRIZIA MIRABELLA «I MEDICI» SUPERSTAR Il Rinascimento fa il boom in tv Il ritorno della Rai di Bernabei La serie sui Signori di Firenze firmata dalla Lux dello scomparso manager supera il 30% di share. I pro e i contro di uno «sceneggiatone» moderno ::: FRANCESCO SPECCHIA ■■■Medici di famiglia,è il ca- so di dirlo.Sulla clamorosa vittoria della fiction Medici: Masters of Florence di Raiuno nella gara degli ascolti (7.143.000 spettatori e 31.08% di share, dati rari, da finale di Champions, oramai), mi suggeriscono un titolo infiammabile: «La vecchia Rai di Bernabei batte la nuova Rai di Campo Dall’Orto». E un po’ ci sta. La Lux Vide del compianto Ettore - storico patron della Rai dei miracoli - è infatti, con Big Light Productions e Wil Bunch, il produttore del sontuoso sceneggiatone firmato da Frank Spotnitz e Nicholas Meyer che ha avviluppato le famiglie davanti al piccolo schermo e che sta ridando ossigeno, attraverso la narrazione del nostro Rinascimento, a una tv di Stato sempre più in imbarazzo di spesa e di audience. L’operazione Medici è stato un colpo di lombi ciclopico degno delle migliori produzioni Sky, specie dal punto di vista del marketing. Presentazione luccicante a Palazzo Vecchio; cast internazionale con Dustin Hoffman/Giovanni de’ Medici come testimonial pregiato; Renzi che fa la guest star insufflando il dubbio che anche i signori di Firenze, in fondo, avrebbero votato Sì alreferendum.Il risultato ha premiato l’imponente sforzo produttivo: e cosìilpubblico ha recuperato le radici del nostro romanzo storico, e dalsettimo piano di viale Maz- zini, dopo le ultime estenauanti défaillance (vedi Veltroni, e Politics) finalmente sboccia qualche sorriso. Qualcuno afferma che, da questo momento, la Rai che ha inforcato il modello narrativo delle grandi produzioni internazionali non sarà più la stessa. Forse è un tantinello esagerato. Per tre motivi. Primo: perché alla grandi produzioni esportabili all’estero (vedi la Bibbia), e specie ai polpettoni del cuore e dello spirito, la Lux c’è abbastanza abituata. Secondo: il modello narrativo qui, si diceva, non è Downtown Abbey o Il Trono di spade, anche se il protagonista Richard Madden/Cosimo è lo stesso e in alcune espressioni ti sembra di vedere lo sguardo intenso e gonfio di mascara di Robb Stark. No. Il modello narrativo qui, appunto, è quello degli «sceneggiatoni» dei tempi Rai di Bernabei, come I fratelli Karamazov, La Frec- cia Nera, La Cittadella, Il Mulino del Po. E cioè: regia solida ma senza sprazzi sperimentativi (l’inquadratura più ardita è quella a piombo che parte dal buco della cupola del Brunelleschi e s’inerpica verso il cielo alla fine del secondo episodio). Ma pure dialoghi classici magari senza scintille e un po’ appesantiti dal tempo: quello tra Cosimo e il padre Giovanni sul destino del figlio deciso dal padre, o quello di Cosimo sulla bellezza con l’amante Myriam Leone. E poi una sceneggiatura sicuramente scor- Auditel e tweet da record Battuta persino la Juve in Champions ■■■ Confermato tanto dai dati Auditel quanto dal fermento social, la nuova fiction diRaiuno I Medici - Masters of Florence ha debuttato col botto. Otto milioni i telespettatori che hanno seguito la puntata d’esordio facendo gridare al record per la serie con Dustin Hoffman e Miriam Leone. Nel dettaglio, il primo episodio «Il Peccato Originale» è stato visto da 8.037.000 spettatori (28.9%) e il secondo «La Cupola e la Dimora», ha sbancato con 7.143.000 e 31.1% di share. La fiction ha, inoltre, registrato il dato più alto mai ottenuto per una serie tv da quando è stato lanciato Social Content Ratings in Italia, risultando la serie più twittata del 2016. Il dramma in costume ha avuto la meglio anche su Lione-Juventus trasmessa in diretta tv in chiaro su Canale 5. La partita di Champions è, infatti, stata seguita da 5.5 milioni di tifosi-spettatori. CORTEO A CAVALLO Particolare della parete est della cappella dei Magi: il corteo è guidato da Lorenzo il Magnifico, seguito dal padre Piero e dal nonno Cosimo il Vecchio. In questa pagina, da sinistra: una scena della serie tv; Dustin Hoffman e Richard Madden; la copertina del romanzo di Strukul revole, ma al tal punto che talora inciampa in qualche buco:quando, ad esempio, Filippo Brunelleschi interviene,comicamente, dal nulla a sbeffeggiare il nugulo d’architetti che s’accapigliano al capezzale della cupola della cattedrale come nella canzone di Edoardo Bennato Dotti, medici e sapienti. O quando il cardinale Orsini lascia aperta, giusto sul chiostro e allo sguardo di Cosimo, la porta della propria camera da letto, mentre il suo ragazzotto-amante sta rimettendosi a posto la patta: e quale occasione migliore per ricattare l’alto prelato in sede di Conclave? «Penso a una cosa cattiva per ottenerne una buona...», dice Cosimo, astutissimo, ma con la morte nel cuore, al fratello Lorenzo. E dunque, con una struttura narrativa ditalguisa, arriviamo al terzo motivo per il quale non esiste una vera e pro- pria rupture coi modelli del passato, ma semmai un’adesione assai filologica all’agiografia medicea, a cominciare dallibro diMatteo Strukul.Anzi, qui il «modello italiano» si mangia tutte le innovazioni drammaturgiche che siamo abituati a sciropparci negli ultimi dieci anni di serie americane. Gli unici esprit sperimentali nei Medici sono il ricorso continuo ai flashback -«vent’anni prima»- e le tette di Myriam Leone, l’uno e le altre apprezzabili a fasi alterne. Ciò detto, non è affatto acclarato che tutto questo sia un male. Anche chi - come il sottoscritto - è avvezzo allo sguardo critico dell’insieme, deve ammettere che, alla fine delle puntate, ti vien voglia di sapere se la nuora di Cosimo morirà per aver ingollato per sbaglio un vinello alla cicuta; o se ilPapa reclamerà un compenso per aver fermato la guerra tra Firenze e Milano; o se l’operaio caduto dall’impalcatura della Cattedrale ha davvero la peste nera o s’era fatto di qualcosa e la sua piaga sotto l’orecchio è il lascito di un tatuatore ubriaco. Intanto e nonostante tutto, godiamoci un successo della Rai... © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 CULTURA La docu-serie «Marte» Cosa accadrebbe se il Pianeta rosso venisse colonizzato? __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ I primi ad atterrare su Marte non saranno la sonda Schiaparelli o l’equipaggio della missione ExoMars, ma National Geographic Channel: l’ammartaggio del canale 403 di Sky è fissato per il 15 novembre alle ore 20.55, quando verrà mandata in onda, in contemporanea in 171 Paesi, la serie Marte. Il progetto, realizzato da Ron Howard e Brian Grazer, si annuncia come il più costoso mai prodotto dai canali National Geographic: protagonisti, i membri (immagina- ri) della prima missione umana su Marte. La loro storia viene raccontata alternando due piani temporali, ossia il 2016 e il 2033: una trovata che, oltre a dare dinamicità al racconto, permette di inserire anche materiali (reali) di repertorio, come le interviste agli scienziati di SpaceX, Nasa e compagni di avventure galattiche. Il tono utilizzato è da epopea in stile Star Trek: «Abbiamo solcato i mari, conquistato i cieli e ora che le sfide sulla Terra sono finite, ci siamo lanciati verso le stelle», recita la voce fuori campo. Per la verità, fin dal primo episodio, presentato ieri in anteprima a Roma, si intuisce che più di un astronauta ci lascerà le penne. Il rischio però è calcolato: i protagonisti non sono animati solo dal desiderio di conoscenza. A spingerli su Marte è la consapevolezza che bisogna dare vita a «una civiltà spaziale errante, perché abitare su due pianeti azzera il rischio di estinzione della razza umana». FRANCESCA D’ANGELO ::: Pillole distoria Kennan, gran stratega della «Guerra Fredda» tradito dall’arroganza ::: SERGIO DE BENEDETTI ■■■ Il complesso di avvenimenti internazio- La saga di Cosimo, Lorenzo e Caterina Sesso e sangue per l’ascesa al potere La trilogia romanzesca di Strukul mette in scena le appassionanti vicende della famiglia più influente del ’400-’500, dai prestiti al Papa fino alla conquista del trono di Francia ::: BRUNA MAGI ■■■ Voglia di un succoso romanzone storico? Ma scritto con un linguaggio privo di tabù, ricco di immagini forti, in linea con i tempi? Il testo è servito, titolo I Medici. Una dinastia al potere (Newton Compton, pp. 382, euro 9,90), autore il padovano Matteo Strukul, appena uscito in libreria. È il primo volume di una trilogia dedicata alla più potente famiglia del Rinascimento e inizia nel 1429 con la morte del capostipite Giovanni, figlio di un mercante di lana, Giovanni di Bicci de’ Medici, per continuare con la narrazione dell’ascesa al potere delprimogenito Cosimo e del fratello Lorenzo, quando già in molte città italiane esistevano filiali del loro primo Banco, che aveva sede a Roma, inizio di una fortuna accumulata attraverso i prestiti al Vaticano e la raccolta delle decime per il Papa. Il secondo romanzo si occuperà del loro nipote, un altro Lorenzo, il Magnifico, titolo Un uomo al potere, raccontando anche il suo amore per la poesia («Quant’è bella giovinezza…», non per niente la madre era poetessa) e quello per Lucrezia Donati, in parallelo con la crescita del mecenatismo a Firenze e quindi del rapporto con gli artisti, da Leonardo da Vinci a Filippino Lippi. Per culminare nella Congiura dei Pazzi, dove avrebbe trovato la morte il fratello Giuliano. Il terzo volume, Una regina al potere, racconterà infine la signora in nero della dinastia, Caterina de’ Medici, che divenne regina di Francia sposando Enrico II. Rimasta vedova, fu reggente in nome dei tre figli. A lei si attribuisce la decisione dell’eccidio del- la notte di San Bartolomeo, fu la regina italiana a dare quell’ordine degno dell’inferno, la notte del 24 agosto 1572, quando a Parigi la Senna si fece rossa del sangue degli ugonotti pugnalati a morte in nome del potere cattolico. Passò alla storia quasi come una strega, fu magnificamente interpretata da Virna Lisi ne La reine Margot, che con quel ruolo vinse la Palma d’oro nel 1994 al Festival di Cannes. Curiosità: Caterina è ricordata anche per le ricette toscane importate alla corte di Parigi, delle quali poi i francesi si appropriarono, come la zuppa di cipolle (soupe à l’oignon) e l’anatra all’arancia (canard à l’orange). Ma altre donne di casa Medici hanno fatto notizia, ispirando libri, come Isabella, figlia di Cosimo I, protagonista di una biografia di Caroline P.Murphy (Il Saggiatore, 2011): intelligente e trasgressiva, vivace animatrice culturale, finì uccisa dal marito Paolo Orsini. Tornando al primo romanzo di Strukul, dire che è intessuto con un fil rouge non è soltanto un’espressione retorica, perché il colore rosso guizza reale e costante tra le righe e domina la scena in tutte le sue sfumature, da quelle del sangue che scorre a fiumi alla seta dei sontuosi abiti delle dame, ai rubini dei gioielli, al colore fulvo delle loro capigliature e alla labbra carnose, ai damaschi degli arazzi, alle sei palle dello stemma mediceo (la leggenda le attribuiva al segno dei colpi inferti dalla clava del gigante Mugello contro lo scudo del fondatore della dinastia, Averardo). Già nel primo capitolo gli elementi costanti si intravvedono: il potere del denaro, le passioni, amori e sesso, appe- titi senza freni, inclusa l’attrazione per l’arte, quasi una componente fisica. Intanto Giovanni muore, affiora nei figli il sospetto che sia stato avvelenato, si veleggia tra i personaggi storici (tratteggiati con incisiva abilità, l’autore precisa di aver analizzato a lungo le Istorie fiorentine di Niccolò Machiavelli e La storia d’Italia di Francesco Guicciardini) e quelli fittizi per esigenze romanziere. C’è una donna irresistibile dai profondi occhi verdi, Laura Ricci, una profumiera che conosce l’arte di mescolare le erbe. Ed è contemporaneamente l’amante di due nemici irriducibili dei Medici, il mercenario svizzero Reinhardt Schwartz e Rinaldo degli Albizzi, una delle più potenti famiglie fiorentine,invelenito dall’odio per i loro guadagni e perché Giovanni aveva fatto varare il catasto dei beni immobili contro i nobili evasori di tasse. Rinaldo userà ogni mezzo contro di loro, dal veleno alla spada e all’alleanza con Francesco Sforza, condottiero mercenario delle truppe milanesi di Filippo Maria Visconti. Infine l’Albizzi riesce a farli processare e condannare all’esilio, un dolore terribile per Contessina, bellissima moglie di Cosimo (è tra le protagoniste de Le donne di Casa Medici di Marcello Vannucci(Newton Compton,2011). Particolarmente intrigante, al limite dell’hard, la descrizione di una loro notte di passione. Ma l’esilio non sarà la fine, anzi solo l’inizio di un’altra storia, quella della rivincita. E poi, ancora, il massacro della battaglia di Anghiari. Che Leonardo illustrò, quasi fosse un reportage d’epoca: niente clic, solo la sua tavolozza. © RIPRODUZIONE RISERVATA nali caratterizzato dall’antagonismo tra Usa e Urss dopo il 1945 venne comunemente chiamato «Guerra Fredda». L’egemonia sovietica in Europa orientale e l’appoggio alla Cina di Mao in contrapposizione all’isola di Formosa di Cian Kai Sheck sfociata nella Guerra di Corea furono gli esempi più concreti di questa politica di scontro verbale, cui seguirono i fatti d’Ungheria, il Muro di Berlino, la crisi di Cuba e gli avvenimenti nella Cecoslovacchia di Dubcek. Tra gli strateghi di questo particolare momento storico spicca il nome di George Frost Kennan, nato a Milwaukee, Wisconsin, il 16 febbraio 1904. Dopo gli studi presso l’Accademia militare di Saint John a Delafield, si iscrisse a Princeton, ma la mancanza di un adeguato sostegno finanziario lo costrinse all’abbandono. George partecipò allora a un concorso indetto dal ministero degli Affari Esteri e, tra oltre duemila concorrenti, risultò primo. Di colpo, timidezza e introversità sparirono per far posto a una iperconvinzione di sé che a lungo andare gli risulterà fatale. Portato per le lingue, in pochi anni imparò fluentemente francese, tedesco, polacco, spagnolo, portoghese e soprattutto si concentrò sul russo, arrivando a livelli tali da poter comprendere anche le minime sfumature della lingua. Vicecapo della Divisione per gli Affari nell’Europa dell' Est nel 1929, dopo l’elezione nel 1932 di Franklin Delano Roosevelt accompagnò a Mosca il primo ambasciatore americano (William Christian Bullitt) dopo la Rivoluzione dell’ottobre 1917. Gradito a Stalin per la profonda conoscenza della cultura sovietica, Kennan rimase a Mosca fino al 1939, quando,scoppiata la guerra, venne inviato precipitosamente a Berlino. Ma nell’aprile 1941,con gli Stati Uniti ancora neutrali, George rilasciò non richiesto sorprendenti considerazioni positive sulla Germania hitleriana, cosa che gli procurò critiche da parte dei suoi compatrioti, ma che non gli impedì comunque di essere internato per sei mesi dopo che il suo Paese era entrato in guerra. Dal luglio 1944 all’aprile 1946 rientrò a Mosca quale capo della Delegazione americana e da questo periodo trascorso in Russia Kennan trasse il proprio convincimento che la crescente ostilità di Stalin altro non fosse che la paura di apparire debole al proprio interno. Anche in questo caso, George fornì una spiegazione personale riguardo l’inevitabilità dimantenere in Unione Sovietica una dittatura comunista. Come d’abitudine ormai, considerava la sua teoria l’unica possibile, incontrando stavolta il favore del segretario alla Marina, James Vincent Forrestal, e del segretario di Stato George Catlet Marshall. Con la presidenza di “Ike” Eisenhower la sua stella sembrò affievolirsi a causa dell'ostracismo dei fratelli Dulles, John Foster segretario di Stato ed Allen Welsh direttore della Cia, mentre nel 1961, con John Kennedy, ci fu un piccolo sussulto quale ambasciatore nella Jugoslavia di Tito fino al 1963 e al tempo di Lyndon Johnson nell’aprile del 1967 con l’incarico di incontrare in Svizzera la figlia di Stalin, Svetlana Alliluyeva, convincendola a rifugiarsi negli Usa. Si spense ultra centenario a Princeton il 17 marzo 2005. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 PALINSESTI __Giovedì 20ottobre2016__ RAI UNO RAI DUE RAI TRE CANALE 5 ITALIA UNO RETE QUATTRO LA 7 6.45 8.25 8.00 Agorà 10.00 Mi manda Raitre 11.00 Elisir “Dieta mediterranea” 11.10 Tutta salute “Pelle: la mappatura dei nei” 11.55 Meteo 3 - TG3 12.25 Chi l’ha visto? 12,25 12.45 Quante Storie “I valori della destra, oggi” 13.15 Rai Cultura - Il tempo e la Storia 13.40 TG3 Fuori TG 14.00 TG Regione - Meteo 14.20 TG3 - Meteo 3 14.50 TGR Leonardo 15.05 TG3 L.I.S 15.10 TGR Piazza Affari 15.15 Il Commissario Rex 16.00 Aspettando Geo 16.40 Geo 18.55 Meteo 3 19.00 TG3 19.30 TG Regione - Meteo 20.00 Blob 20.05 Gazebo Social News. Condotto da Diego Bianchi 20.30 Prova pulsante... Quasi Quasi Rischiatutto. Condotto da Fazio e Ludovico Peregrini 20.40 Prima tv Un posto al sole 21.15 Il mio nome è Bond Casino Royale (Azione, 2006) con Daniel Craig, Eva Green, Mads Mikkelsen. Regia di Martin Campbell. 0.00 TG3 Linea notte TG Regione (all’interno) 1.00 Meteo 3 8.00 8.45 8.30 Supercar 10.30 Person of Interest 12.25 Studio Aperto Meteo.it 13.00 Grande Fratello VIP. Condotto da Ilary Blasi 13.20 Sport Mediaset 13.55 I Simpson 14.25 Prima tv I Simpson 14.50 Prima tv free The Big Bang Theory “La riverberazione del tormentone” 15.25 2 Broke Girls “E un ragazzo da mollare (aka E la fine di un amore)” 15.50 Due uomini e mezzo “Solo tre parole” 16.20 Prima tv free Baby Daddy “Il ragazzo giusto” 16.50 How I Met Your Mother “Nostalgia di casa” “Amicizia e privilegi” 17.40 Friends “Promesse e ricordi” 18.05 Grande Fratello VIP. Condotto da Ilary Blasi 18.30 Studio Aperto Meteo.it 19.25 C.S.I. NY “Incidente di percorso” “Un caso diplomatico” 21.10 Colorado 2016 “Quinta puntata”. Condotto da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu 0.15 Animal House (Comico, 1978) con Tim Matheson, John Vernon, Verna Bloom. Regia di John Landis. 2.25 Studio Aperto - La Giornata 8.30 9.30 7.55 9.40 10.00 11.05 11.50 13.30 14.00 15.15 16.30 16.40 16.50 18.45 20.00 20.35 21.25 23.30 0.55 1.30 2.00 Unomattina. Condotto da Francesca Fialdini e Franco Di Mare Storie Vere Tempo & Denaro. Condotto da Elisa Isoardi La prova del cuoco. Condotto da Antonella Clerici TG1 La vita in diretta. Condotto da Marco Liorni e Cristina Parodi Torto o ragione? Il verdetto finale. Condotto da Monica Leofreddi TG1 TG1 Economia - Che tempo fa La vita in diretta L’eredità TG1 Dal Teatro delle Vittorie Affari tuoi. Condotto da Flavio Insinna Prima tv Un medico in famiglia 10 “Operazione cupido” “Barattoli di birra disperata”. Con Lino Banfi, Giulio Scarpati Petrolio “Giochi di potere”. Condotto da Duilio Giammaria TG1 Notte - Che tempo fa Cinematografo “Speciale Festival Internazionale del Film di Roma” Una Notte con il Cinema italiano L’uomo nero (Commedia, 2009) con Valeria Golino, Margherita Buy. Regia di S. Rubini. 10.00 10.55 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 16.00 17.15 18.00 18.15 18.30 18.50 19.40 20.30 21.10 21.20 22.40 23.35 1.50 Homicide Hills - Un commissario in campagna TG2 Lavori in corso TG2 Flash I Fatti Vostri. Condotto da Giancarlo Magalli, Adriana Volpe TG2 Giorno TG2 Tutto il bello che c’è Estate TG2 Medicina 33 Detto fatto “L’oroscopo di Melissa P.” Question Time (Dir.) Prima tv Madam Secretary “La via di mezzo” con Tea Leoni Rai Parlamento Telegiornale TG2 TG Sport - Meteo 2 Blue Bloods “Ragazzi da salvare” con Donnie Wahlberg N.C.I.S. “Uccidete Ari - seconda parte” con Mark Harmon TG2 - 20.30 Lol;-) con Réal Bossé Prima tv Rai Criminal Minds “Legami di sangue” “Ostaggi” con Thomas Gibson Criminal Minds “X” con Thomas Gibson Prima tv American Gothic “Libertà dalla paura” “Madame X” “Madri” con Juliet Rylance Più leggero non basta (Drammatico, 1998) con Stefano Accorsi, Sergio Abelli Regia di Elisabetta Lodoli. 10.55 11.00 13.00 13.40 14.10 14.45 16.10 16.20 17.10 18.45 19.55 20.00 20.40 21.15 23.30 1.35 2.20 2.50 5.00 5.15 TG5 Mattina Mattino Cinque. Condotto da Federica Panicucci e Francesco Vecchi TG5 - Ore 10 Forum. Condotto da Barbara Palombelli TG5 - Meteo.it Beautiful Una vita Uomini e Donne Grande Fratello VIP. Condotto da Ilary Blasi Il segreto Pomeriggio Cinque. Condotto da Barbara d’Urso Caduta libera. Condotto da Gerry Scotti TG5 Prima Pagina TG5 - Meteo.it Striscia la Notizia - La voce dell’impudenza. Condotto da Michelle Hunziker ed Ezio Greggio Prima tv Il segreto “Alla ricerca di Bosco” con Maria Bouzas, Carlota Baro, Alex Gadea, Sandra Cervera, Ramon Ibarra L’intervista TG5 Notte Meteo.it Striscia la Notizia - La voce dell’impudenza. Condotto da Michelle Hunziker ed Ezio Greggio (Repl.) Uomini e Donne (Repl.) Media shopping TG5 - Meteo.it SATELLITI SPORT TELEFILM 19.25 La sposa promessa Fill the Void SCU Con Hadas Yaron 19.30 Mune - Il guardiano SCF della luna SCF 21.00 Home - A casa 21.00 The Wedding Party SCP Con Kirsten Dunst 21.00 Knockout - Resa dei conti SCM Con Gina Carano 21.00 The Iron Lady SCU Con Meryl Streep 21.00 Ricomincio da tre Con Massimo Troisi SCC 21.15 Hancock SC1 Con Will Smith 21.15 Black Sea Con Jude Law SCH 22.30 Golden Gate SCP Con Matt Dillon 22.40 Scrivilo sui muri SCF Con C. Capotondi 22.40 The Boondock Saints 2 - Il giorno di Ognissanti SCM Con Julie Benz 22.50 Dio esiste e vive a Bruxelles SCU Con B. Poelvoorde 22.55 The Reach - Caccia all’uomo Con Michael Douglas SC1 22.55 Scusate se esisto! Con Paola Cortellesi SCC 23.15 Il Talento di Mr. Ripley Con Matt Damon SCH 0.10 Whitney SCP Con Yaya DaCosta 0.15 Dubitando di Thomas: bugie e spie SCF Con Forrest Landis SC1 0.35 Inside Out 12.30 Golf, PGA European Tour Portugal Masters: 1a giornata. 1a parte SP2 (Diretta) 14.00 Ciclismo, Abu Dhabi Tour 2016 Madinat Zayed (1a tappa) ES (Diretta) 16.00 Golf, PGA European Tour Portugal Masters: 1a giornata. 2a parte SP2 (Diretta) 19.00 Calcio, Uefa Europa League Inter - SouthamSP1 pton (Diretta) 19.00 Calcio, Uefa Europa League Liberec - FiorenSP3 tina (Diretta) 19.30 Ciclismo, Campionati Europei su pista 2016 2a giornata, da St. Quentin, Francia (Diretta) ES 21.00 WWE Domestic Raw SP2 21.05 Calcio, Uefa Europa League Roma - Austria SP1 Vienna (Diretta) 21.05 Calcio, Uefa Europa League Rapid Vienna SP3 Sassuolo (Diretta) 21.00 I maghi di Waverly DY 21.00 Prima tv Candice Renoir “La verità è spesso conFC traffatta” 21.00 The Big Bang Theory “L’interruzione della locoF mozione” 21.00 Rizzoli & Isles “StupraFL tore seriale” 21.15 Mad Men “Disastro SKA aereo” NCK 21.20 Game Shakers 21.25 The Big Bang Theory “La soluzione del profesF sore associato” 21.30 I maghi di Waverly DY NCK 21.45 I Thunderman 21.50 Chuck “Chuck vs i servizi F segreti” 21.55 Zack e Cody sul ponte DY di comando 22.00 Rizzoli & Isles “La ragazza dagli occhi scuri” FL 22.05 Prima tv Candice Renoir “Non è come sembra” FC NCK 22.10 I Thunderman 22.10 Mad Men “Il benefatSKA tore” DY 22.25 Violetta LEGENDA C - CN Cult - Cartoon Network SKM Sky Mondiali HD D Discovery Chan. 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TG4 Night News Media shopping NGC National Geo.HD SC1 - SCU Cinema 1 HD - Cult SCC Cinema Comedy HD SCF Cinema Family HD SCH - SCM Cinema Hits HD-Max HD SF1 Sky Formula 1 HD SCP Cinema Passion HD SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD SKU Sky Uno THC The History Channel Rai 4 Rai 5 21.10 Prima tv Scorpion “Robots” con Elyes Gabel 22.00 Prima tv Scorpion “Super Fun Guys” con Elyes Gabel 22.45 Prima tv Braindead - Alieni a Washington 20.30 Concerto di inaugurazione della stagione sinfonica 2016-2017 dell’OSN RAI “In scaletta musiche di Schubert e Mahler” (Dir.) 22.45 Annie Lennox - An Evening of Nostalgia “American collection” Rai Storia 21.10 A.C.d.C. - Le civiltà del passato 23.00 Rai Cultura - Il tempo e la Storia 23.35 Il giorno e la storia Rai Movie 21.10 Quel mostro di suocera (Commedia, 2005) con Jennifer Lopez. Regia di Robert Luketic. 22.55 Roma daily 23.10 Hector e la ricerca della felicità (Avventura, 2014) con Simon Pegg, Rosamund Pike. Regia di Peter Chelsom. Cielo 21.15 La prima missione (Azione, 1985) con Jackie Chan. Regia di Sammo Hung. 23.00 L’amante di Lady Chatterley (Erotico, 1989) con Malù. 11.00 13.30 14.00 14.20 16.15 17.05 18.00 20.00 20.35 21.10 0.00 0.10 0.45 2.50 Omnibus (Dir.) Coffee Break. Condotto da Andrea Pancani (Dir.) L’aria che tira. Condotto da Myrta Merlino (Dir.) TG La7 TG La7 Cronache. Condotto da Bianca Caterina Bizzarri Tagadà. Condotto da Tiziana Panella (Dir.) L’Ispettore Tibbs “Non voltarti quando corri - prima parte” con Howard Rollins L’Ispettore Tibbs “Non voltarti quando corri - seconda parte” con Howard Rollins Joséphine, ange gardien “Il beneficio del dubbio” con Mimie Mathy TG La7 Otto e mezzo. Condotto da Lilli Gruber (Diretta) Piazzapulita. Condotto da Corrado Formigli (Diretta) TG La7 Otto e mezzo. Condotto da Lilli Gruber (Repl.) L’aria che tira. Condotto da Myrta Merlino (Repl.) Adorabili bugiarde (Commedia, 1958) con Nino Manfredi, Roberto Risso, Eloisa Cianni. Regia di Nunzio Malasomma. CLASS TV Class Cnbc (Canale 507 di Sky) 18.00 Report - Il TG della Finanza 21.00 Partita Doppia Global Fashion Summit 22.00 Linea Mercati Notte 22.30 Italia Oggi TG Class Horse (Canale 221 di Sky) 17.00 Cowboy tv 19.10 Highlights FEI Classics 2016: Burghley Iris Class TV Moda 21.00 North Country - Storia di Josey (Drammatico, 2005) con Charlize Theron. Regia di Niki Caro. 23.35 Adesso cinema! 0.00 The Resident (Drammatico, 2010) con Hilary Swank 19.00 Ladies 21.00 Models New York Il reality della moda 23.30 Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi stilisti (Canale 180 di Sky) CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE Joi Action Premium Stories 20.25 New Girl “Le luci di Natale” “Festa di compleanno” 21.15 Prima tv The Goldbergs 22.05 L’uomo di casa “Miracolo di Natale” “Eve contro tutti” con Tim Allen 23.05 The Big Bang Theory “L’incognita della convention” 20.25 Chicago Fire “La testuggine” con Jesse Spencer 21.15 Prima tv Containment “Nothing Gold Can Stay” “Yes Is the Only Living Thing” “Path to Paradise” con David Gyasi 23.35 Action Magazine 23.50 Agent X “Sulla via del ritorno” 20.20 Covert Affairs “Escursione in Bielorussia” con Piper Perabo 21.15 Shameless “Non dormire più” “La famiglia nonostante i Gallagher” con William H. Macy 23.20 Heartbeat “Una cura sperimentale” con Don Hany 0.05 X-Style Premium Cinema Studio Universal Premium Sport 21.15 Prima tv Premium Cake (Drammatico, 2014) con Jennifer Aniston, Anna Kendrick, Britt Robertson. Regia di Daniel Barnz. 23.05 La casa sul lago del tempo (Drammatico, 2005) con Keanu Reeves, Sandra Bullock. Regia di Alejandro Agresti. 21.15 Aracnofobia (Thriller, 1990) con Harley Jane Kozak, Jeff Daniels, John Goodman. Regia di Frank Marshall. 23.15 Essi vivono (Fantascienza, 1988) con Roddy Piper, Keith David, Meg Foster. Regia di John Carpenter. 19.30 YouPremium 21.00 Premium Champions League 22.30 Serie A Emotion 23.00 Premium Sport News 0.30 Premium Champions League 1.53 NFL Gameday 2016 2.20 NFL Green Bay Packers Chicago Bears (Diretta) 29 SPETTACOLI __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ cinema ::: Criticando di GIACOMO FERRARI Dario Fo e il cinema, un appuntamento sempre mancato ■■■ Dario Fo è scomparso da pochi giorni e i giornali hanno dedicato pagine e pagine all’uomo, all’attore,al regista, all’autore teatrale, ma nessuno all’attività cinematografica e qualcuno ci chiede perché. Eppure ha recitato in 7 film, metà dei quali portano firme anche illustri (Lattuada, Lizzani, Pietrangeli). Il fatto è che sullo schermo Fo non ha mai sfondato, anche se due volte è stato protagonista (Lo svitato, Musica per vecchi animali). Eppure come interprete (non come autore per carità) Fo è stato fra i nostri grandissimi. Solo sul palcoscenico però.Come accadde a un altro mito, Gilberto Govi,la sua comicità non spaccava lo schermo. Per partire alla grande doveva sentire (o immaginare di sentire) il calore del pubblico vicino. Il cinema che spesso è un medium freddo lo annichiliva. Dario era stato per i suoi sketch alla radio, uno dei miei idoli di bambino, ma quando lo vidi arrancare confuso nello Svitato, ingroppii. E siccome agli idoli infantili è duro rinunciare, attribuii la colpa a Lizzani, un regista che con l’umorismo ebbe sempre poco a spartire. Colpa di entrambi probabilmente. E colpa anche del PCI che allora amava mettere insieme i propri attivisti, senza capire bene se erano compatibili o meno. E non andò meglio in Musica per vecchi animali, con un altro compagno di strada Stefano Benni, che di umorismo ne ha da vendere, ma capacità di fare cinema zero. © RIPRODUZIONE RISERVATA Da vedere Da evitare Jack Reacher 2 I Babysitter Regia: Edward Zwick Cast: Tom Cruise, Cobie Smulders, Lee Child Genere: azione Durata: ore 2 Regia: Giovanni Bognetti Cast: Diego Abatantuono Genere: commedia Durata: ore 1.24 ●● ●●● LA TRAMA Jack Rea- cher ex ufficiale della polizia militare, torna in azione quando viene a sapere che una sua collega è nel mirino di una cosca di militari implicati nel traffico di droga. La cerca e la trova. E tra un inseguimento e una scazzottata scopre di essere (forse) il padre di una polposa adolescente. PIACERÀ A chiva in cerca dei film d’azione di Tom Cruise, convinto (a ragione) che avrà una robusta razione di suspense e di movimento. Il secondo Reacher (Punto di non ritorno) non delude, anche se come trama e personaggi non offre apprezzabili novità. Ma è una bella chance per Cobie Smulders, brunetta sexy finora relegata a tappezzeria negli Avengers. American Pastoral Regia: Ewan McGregor Cast: Ewan McGregor, Dakota Fanning Genere: drammatico Durata: ore 1.30 ●●● LA TRAMA Negli anni 60 un americano-tipo che dalla vita ha avuto tutto (successo, agiatezza, bella famiglia) vede improvvisamente crollare il proprio mondo quando scopre che la figlia è una terrorista e pure assassina. PIACERÀ A patto di non imbarcarsi in confronti col romanzo di Philip Roth vincitore delPulitzer.Il libro voleva essere riuscendoci il ritratto di un paese che negli anni del Vietnam e della contestazione scopriva di non esser più la terra promessa dell’umanità. McGregor non ha un respiro di narratore paragonabile a quello di Roth, ma riesce ad andare al sodo, cioè a rappresentare le ferite (mai rimarginate) degli adulti di 50 anni fa. Una scena di «Io, Daniel Blake», pellicola drammatica di Ken Loach vincitore della Palma d’oro allo scorso Festival di Cannes CINEPRIME/«Io, Daniel Blake» SFIGATO DA PALMARÈS Il film dell’80enne Ken Loach e vincitore a Cannes commuove con il racconto di una vittima della crisi ::: GIORGIO CARBONE ■■■ Il Daniel Blake del titolo è un falegname di Newcastle non ancora sessantenne. Troppo giovane per andare in pensione. Troppo malconcio per continuare a lavorare. È la diagnosi (spietata ma esatta) del suo medico. Dopo un severo infarto, Daniel non è più in grado di reggere un’occupazione continuativa. Pazienza (molta pazienza, Daniel era bravissimo come carpentiere, e innamorato del suo lavoro). Chiederà una pensione d’invalidità. Ma l’operatore sanitario gliela nega. Non ha abbastanza punti, spiega (ma che diavolo sono questi punti?). L’unica è arrivare a un’età pensionabile, e arrancare con l’assegno di disoccupazione. Ma anche lì la burocrazia mette i paletti. Se vuoi l’assegno devi dimostrare di star cercando, devi, assurdamente, lavorare (ma come fa ormai Daniel col suo cuore matto?). E intanto deve riempire moduli. Una parola per Blake che non ha mai imparato a usare il computer (qui lo vediamo affannarsi sull’online, e la cosa è di un disperato divertimento). Morale, Daniel si è trovato da un giorno all’altro nella categoria dei nuovi poveri. Il che vuol dire sopravvivere alla giornata, fare la fila dove danno un pasto gratis, sottoporsi a umiliazioni che nell’800 toccavano ai reietti degli slums. Ma un giorno Daniel fa l’incontro che gli rischiara la vita. Nella folla dei disperati incontra una ragazza molto più giovane. La fiamma del sesso, da tempo sopita (Daniel è vedovo di una donna psicotica) si riaccende. Se la società non vuole più nulla da Daniel, lui può dare qualcosa a questa ragazza maltrattata più di lui dall’esistenza (è una single con due figli che ha perso il lavoro e ha dovuto lasciare Londra). Il messaggio del film è chiaro. La società ti ha tolto la dignità, ma tu puoi riprendertela proteggen- Io, Daniel Blake do chi la dignità (cioè il lavoro, cioè l’autostima) l’ha smarrita prima di te. PIACERÀ E molto. A patto che riusciate a rimontare (noi l’abbiamo fatto) le molte pregiudiziali politiche che Ken Loach, in una carriera più che cinquantennale ha sempre messo nelle sue opere. Oggi come mezzo secolo fa, la lotta di classe è sempre al centro delle sue opere. Da vecchio comunista (mai pentito) ha sempre sparato, ogni volta che poteva, persino sul Welfare britannico (che quando Ken era giovane era additato a modello in tutto il mondo). Figuriamoci se non spara oggi, che il Welfare è palesemente inadeguato e non tutela più, come si diceva una volta il cittadino «dalla culla alla bara». Mettendo in scena un REGIA Ken Loach CAST Hayley Squires, Dave Johns, Natalie Ann Jamieson GENERE drammatico DURATA ore 1.40 VOTO ● ● ● diseredato che alla bara non ci può nemmeno arrivare serenamente, Loach ha indubbiamente buon gioco (di Daniel Blake s’è riempita l’Europa). Ma a questo punto è il caso di dire che il gioco alla sua veneranda età (80 compiuti) Ken lo sa condurre in modo magistrale (meritata, eccome la Palma d’oro a Cannes). È più bravo ora che da giovane. Guida gli attori da maestro, costringe lo spettatore a calarsi nei panni di Blake e della sua ragazza, anche se non ha ancora l’età di Daniel e fortunamente i suoi problemi. E nei cento minuti riesce a darci sequenze indimenticabili. Come il colloquio iniziale (qualcuno lo ha definito,volutamente kafkiano, ebbene sì nel tempo degli esodati siamo tornati ai tempi di Kafka). Ma il top del pathos Ken lo raggiunge (e lo fa raggiungere alla sua attrice, Hayley Squires) nella scena del banco alimentare, quando la ragazza perde ogni remora, e addenta famelica un pacco di fagioli e subito dopo piange a dirotto sulla propria dignità perduta. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA TRAMA Per arruffianarsi il proprio capo, un giovane avvocato accetta anche compiti ancillari, come far da sitter al suo pestifero baby. Che sarebbe già arduo tenere a bada.Figuriamoci quando in casa del capo piombano gli amici del giovane, decisi a festeggiare lì il suo compleanno. Per la piccola peste la presenza degli estranei equivale a una licenza di uccidere. SPIACERÀ A chi sta imparando a diffidare di certe commedie nostrane remake di (troppo) recenti successi francesi(nelcaso specifico Babysitting di Bemamou e Lacheau). Perché il confronto è sempre a nostro sfavore. I comici di Colorado (Ruffini, Pisani) ai colleghi francesi (Jugnot, Desagnat) non gliallacciano neanche i mocassini. Pay the Ghost Regia: Uli Edel Cast: Nicolas Cage, Veronica Ferres Genere: horror Durata: ore 1.34 ●● LA TRAMA Un prof troppo preso dalla carriera universitaria per essere un buon padre, cerca di rimediare portando il figlioletto alla parata di Halloween a New York. Ma è proprio nel gran bailamme che il bambino scompare.Un anno dopo, sempre a Halloween il prof non s’è ancora rassegnato alla perdita e anzi s’è convinto dell’esistenza di un fantasma che rapisce bambini proprio nella notte di Ognissanti. SPIACERÀ A chi date le premesse (la regia del tedesco Edel, un trailer decisamente promettente)s’aspettava un robusto prodotto di suspense. Ma Pay the Ghost è solo gonfio, un pastrocchio che mette molta carne al fuoco, ma tutta di seconda scelta. Samp, Pradè responsabile area tecnica Lippi vicinissimo alla nazionale cinese Basket, Milano fa visita al Darussafaka Daniele Pradè è il nuovo responsabile dell’area tecnica della Sampdoria. L’ex dirigente di Fiorentina e Roma era già stato vicino all'arrivo alla Samp in estate, in sostituzione del direttore sportivo, Carlo Osti. Per il momento, invece, sembra che i due conviveranno nel quadro dirigenziale della società blucerchiata. Marcello Lippi è vicinissimo al ritorno in Cina. Stavolta però ad aspettarlo è la nazionale di calcio: nella prossima settimana, l’ex ct azzurro vedrà la controparte cinese per trovare l’accordo. Lippi avrà il compito di risollevare una nazionale che, nei quattro match della 2ª fase delle qualificazioni ai Mondiali 2018, ha ottenuto solo 1 punto a fronte di 3 sconfitte. Nella seconda giornata di Eurolega l’EA7 Milano sarà di scena a Istanbul contro il Darussafaka. La formazione turca, allenata dall’ex Cleveland e Maccabi David Blatt, potrebbe essere la sorpresa dell’anno: «Ci aspetta una partita simile a quella che abbiamo giocato con il Maccabi - avvisa coach Repesa - Per noi sarà importante limitare gli errori». Champions League: al San Paolo ko 2-3 con il Besiktas Che ciucci! Il Napoli recupera il doppio svantaggio (Mertens-Gabbiadini) e sbaglia un rigore (Insigne). Al 41’ i turchi riaprono il girone ::: CARLO MARIA AUDINO Pagelle Disastro Jorginho Zielinski in palla Papere di Reina NAPOLI (4-3-3) Reina 4.5: festeggia le 150 presenze in Europa con una pessima prestazione. Gravi errori sul secondo e terzo gol del Besiktas. Maggio 5.5: non chiude la diagonale sul gol di Adriano. Cerca di riscattarsi in attacco, ma non ciriesce più di tanto. Chiriches 6: non è Albiol, ma fa meglio di Maksimovic contro la Roma. Koulibaly 6: stavolta non commette errori gravi, ma si vede che non gioca in sicurezza. Ghoulam 5.5: buon primo tempo, ma cala nella ripresa. Zielinski 6.5: Corsa, grinta e tanti suggerimenti. In palla fino a che rimane in campo (dal 37’ st Allan sv). Jorginho 5: altro errore clamoroso che regala il 2-1 ai turchi. È la seconda volta consecutiva in Champions (dal 25’ st Diawara 5.5: non incide). Hamsik 6: cerca di tenere su la baracca, ma non riesce a dare la scossa alla squadra quando c’è bisogno di cambiare il corso del match. Mancano le sue proiezioni offensive e la velocità che riesce a dare con le sue giocate. Grande lancio per Callejon in occasione della rete di Mertens. Callejon 6: sembra aver perso lo smalto di inizio stagione. Qualche bella galoppata sulla fascia e l’assist per il gol di Mertens. Mertens 7: riesce a fare gol al quarto tentativo. I primi tre se li divora e fa disperare il San Paolo che poi esulta quando mette a segno la sua terza rete stagionale in Champions. Si procura i due rigori assegnati al Napoli. Insigne 5: non entra mai in partita. Sbaglia troppi passaggi e inoltre calcia in malo modo il rigore del possibile 2-2 (dal 20’ st Gabbiadini 6.5: appena entrato si assume la pesante responsabilità di calciare il secondo rigore. E non fallisce). BESIKTAS (4-2-3-1) Fabri 6.5, Beck 6, Marcelo 5.5, Tosic 6, Erkin 6; Uysal 6.5(44’ st Talisca sv), Hutchinson 6; Quaresma 6.5, Arslan 6 (30’ st Tosun sv), Adriano 7 (26’ st Inler sv); Aboubakar 7.5. G.DEC. © RIPRODUZIONE RISERVATA ■■■ Quando il Napoli è in campo le emozioni non mancano mai. Peccato che gli azzurri abbiano fatto tutto con le loro mani, buttando via una ghiotta occasione per chiudere (o quasi) il discorso qualificazione. La sconfitta per 3-2 in casa contro il Besiktas mette in evidenza tutti i pregi ma anche tutti i difetti dei partenopei. Alla fine Sarri ha scelto di rinunciare alla prima punta, schierando Mertens come falso nueve, relegando un Gabbiadini alquanto deluso in panchina. Le occasioni ovviamente non sono mancate, ma la mancanza di un centravanti di peso si è fatta sentire. Il Napoli ha avuto il pallino del gioco per tutta la partita ma, allo stesso tempo, ha commesso delle ingenuità clamorose che hanno permesso al Besiktas di bucare per ben due volte Reina. Koulibaly, Maggio (schierato titolare a un mese dalla sua ultima apparizione, in campionato contro il Chievo), ma anche Jorginho e lo stesso Reina hanno fatto vedere quanto gli azzurri siano vulnerabili dietro anche contro una squadra che, obiettvamente, si presenta al quanto attendista.I due gol degliavversari infatti arrivano da due distrazioni colossali della retroguardia napoletana: prima è Maggio a non coprire sul taglio da destra di Adriano, liberissimo di insaccare sull’assist al bacio di Quaresma; poi è Jorginho a regalare il pallone ad Aboubakar con un retropassaggio sciagurato che mette l’attaccante davanti a un Reina tutt’altro che impeccabile. Proprio per questo sembra che la miglior difesa per gli uomini di Sarri sia tenere il possesso palla perché, quando il Napoli fa il Napoli, ha poche rivali: netta supremazia territoriale e un possesso palla quasi schiacciante. Infatti basta un lampo, un taglio eseguito alla perfezione da Callejon che ha portato Fabbri al doppio errore, prima con una ribattuta goffa e poi atterrando Mertens e causando il rigore. Peccato che l’esecuzione sia lo specchio della crisi mistica che sta attraversando Insigne con l’estremo difensore dei turchi che respinge la sua battuta, rischiando di condannare il Napoli. E allora, da quel momento, lo psicodramma diventa collettivo, anche perché negli azzurri si fa sentire anche la stanchezza di un match giocato costantemente a mille all’ora. Allora Sarri si gioca la carta, inserisce quel tanto criticato e contestato Manolo Gabbiadini. Neanche a dirlo e, vuoi il destino, vuoi la caparbietà degli azzurri, arriva un altro calcio di rigore conquistato ancora da Mertens, abbracciato e atterrato dalla meteora interista Caner Erkin. Chi si prende la responsabilità? Ovviamente Gabbia- dini, e ovviamente segna, rigenerando tutto l’ambiente. Dopo neanche 5 minuti è ancora Gabbiadini a insaccare con una bellissima rovesciata, peccato solo che il guardalinee abbia la bandierina alzata. E da lì alla fine il tormentone è sempre lo stesso con il Napoli che crea e distrugge da solo. E, infatti, frantuma per l’ennesima volta quanto fatto di buono: ancora un assist di Quaresma raccolto da Aboubakar che sfrutta l’incertezza da principiante di Reina per chiudere il match. La squadra di Sarri ora deve sì pensare alla qualificazione (e sarà indispensabile fare risultato a Istanbul vista la vittoria del Benfica sul campo della Dynamo Kiev per 2-0), ma deve soprattutto pensare a ritrovarsi e capire cosa vuol fare del suo futuro: se quella travolgente di inizio stagione, o questa versione opaca che sembra aver smarrito il suo faro e sta imbarcando acqua da tutte le parti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le altre: show di Bayern e Arsenal Pure Guardiola va in Barça City ko 4-0 (tripletta Messi e Neymar), blaugrana e Atletico a punteggio pieno come il Leicester ::: FRANCESCO PERUGINI ■■■ Favola Leicester, capitolo secondo. Mentre in Premier la stella delle Foxes sembra tramontata dopo l’incredibile cavalcata 2015, la squadra di Ranieri continua però a far sognare i propri tifosi stavolta sul palcoscenico inedito della Champions League: nove punti in tre partite grazie alla vittoria interna per 1-0 con il Copenaghen, che ha bissato quella con ilPorto e il successo all’esordio in casa del Club Brugge (0-3). Da record il portiere Kasper Schmeichel, ancora a zero reti incassate (come lui solo super Buffon e Oblak dell’Atletico), a differenza di quanto avvenuto finora in campionato con ben 14 gol presi in otto giornate. Finora in patria il Leicester ha raccolto appena otto punti e con il 13esimo posto è molto più vicino alla lotta salvezza che al vertice della classifica. E sembra dare ragione ai broker che, in estate, davano come più probabile la retrocessione piuttosto che il titolo bis. «Siamo SOGNO PROIBITO A sinistra Ranieri (64 anni) tecnico del Leicester che martedì ha battuto il Copenaghen. A destra Messi (29) [LaP] tornati con i piedi per terra», si era rassegnato persino Ranieri a inizio ottobre.«Sono orgoglioso per la vittoria, ma arrabbiato per quanto stiamo facendo in Premier», ha corretto il tiro allenatore italiano. In fondo, per comprendere l’incongruenza tra le prestazioniin casa e quelle in coppa, basta guardare ai numeri dell’eroe del match contro i danesi, Mahrez: tre gol in Europa in 259’, appena uno in 602’ in Inghilterra. A punteggio pieno a metà dei gironi come il Leicester, ci sono l’Atletico Madrid – che supera a fatica il Rostov con una perla di Carrasco – e il Barcellona (gruppo C). Guardiola deve arrendersi ancora al Camp Nou: a condannare Pep e il suo Manchester City è la tripletta di un Messi straordinario e il gol nel finale di Neymar, che cancellano anche la paura per i ko nel primo tempo di Piqué e Alba (gli inglesi ora sono tallonati a una sola lunghezza dal Borussia Moenchengladbach, trionfatore in casa del Celtic). Tiene il passo dei colchoneros, nel gruppo D, il Bayern, dominatore contro il Psv: nemmeno la rete di Narsingh riesce a rovinare lo show dei bavaresi coronato da Muller, Kimmich, Lewandowski e Robben (4-1). In un girone A senza storia, guidano a quota 7 l’Arsenal – 6-0 al Ludogorets (tris di Ozil) – e il Psg, che supera 3-0 il Basilea (Di Maria, Lucas e Cavani). © RIPRODUZIONE RISERVATA 31 SPORT NAPOLI - BESIKTAS __Giovedì 20 ottobre 2016__ commenta su www.liberoquotidiano.it @ 2-3 RETI: 13’ pt Adriano, 30’ pt Mertens, 38’ pt e 41 st Aboubakar, 24’ st Gabbiadini. NAPOLI (4-3-3): Reina; Maggio, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam; Zielinski (37’ st Allan), Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne (20’ st Gabbiadini). All. Sarri BESIKTAS (4-2-3-1): Fabri, Beck, Marcelo, Tosic, Erkin; Uysal (44’ st Talisca), Hutchinson; Quaresma, Arslan, Adriano (26’ st Inler); Aboubakar. All. Gunes. ARBITRO: Karasev (Russia). NOTE: ammoniti Adriano, Maggio, Erkin. Mistero Bonucci «Voleva venire a Manchester» ■■■ Dopo il lungo corteggiamento estivo del Chelsea, emerge un nuovo retroscena su Leonardo Bonucci. A svelarlo ai microfoni di Radio Catalunya è l’amministratore delegato del City Ferran Soriano: «Ci sono molti giocatori che vogliono venire a giocare da noi ed essere allenati da Guardiola. Tra questi, c’è anche Bonucci che ci ha chiamato per trasferirsi a Manchester. Ho par- lato con il ds della Juve Paratici: mi ha risposto che non lo vendono». Soriano ha parlato anche delle recenti voci che supponevano un’offerta del City per i campioni del Barcellona: «Non abbiamo mai fatto offerte per Iniesta, Busquets o Neymar. Quello che dicono i procuratori è falso. Messi? Se vuole venire, le porte sono aperte». CMA L’ELISIR DI GIGI Il segreto di Buffon è saper invecchiare Cambio di stile in funzione all’età: per questo è ancora il n˚1 E a differenza di altri saprà dire basta al momento giusto ::: CLAUDIO SAVELLI ■■■ Sarebbe stato naturale, La disperazione di Dries Mertens (29 anni), autore di una rete nel 2-3 del Napoli contro il Besiktas [LaP] 6 0 3 0 Arsenal PSG Basilea Ludogorets 7 7 1 1 2 3 0 2 Napoli Besiktas Benfica Dinamo Kiev 6 5 4 1 0 2 4 0 Barcellona Man City M’gladbach Celtic 9 4 3 1 0 1 4 1 Atletico M. Bayern M. PSV Rostov 9 6 1 1 quasi banale, esultare dopo quelle tre parate. Il cui valore, in fondo, è lo stesso di un gol segnato, e quindi motivo di celebrazioni. Invece, Gigi Buffon non ha esultato dopo gli interventi su Fekir e Tolisso - che hanno ribaltato il destino di una partita, quella di Lione, che sembrava condannare la Juventus -, concedendosi solo un pugno levato al cielo dopo il rigore parato a Lacazette. Si è rialzato composto ogni volta, il portiere bianconero, calibrando ogni movimento del corpo. Perché, come dirà dopo la partita, «l’esultanza è sempre un’energia che sprechi», ma soprattutto perché la grandezza di un campione risiede nello spostare i riflettori da sé alla squadra. E poi lo sguardo, che è il riflesso della forza d’animo. Ed è quello che colpisce in Buffon. Prima, durante e dopo una partita, i suoi occhi sono imperturbabili e consapevoli, eppure emotivi, quasi stanchi. Ma di una stanchezza sana, di chi ha vissuto una vita tanto intensa quanto gradita, a tal punto da volerla prolungare ilpiù possibile. Solo quelli così possono reggere la crudeltà del calcio, uno sport senza riconoscenza, che a 38 anni può toglierti tutto quello che ti ha dato. Ma essere forti non significa non avere paura. Buffon ne ha, ma anziché respingerla, questa paura, l’accarezza, la fa sua, la modella elevandola a virtù. Lo scorso marzo, in un’intervista rilasciata a So Foot, disse: «Nonostante l’età, ho ancora paura quando gioco. E la cosa che mi piace di più è proprio la consapevolezza di essere spaventato, ma di voler affrontare la paura». Eccola l’essenza di Buffon, il suo segreto. La paura di fare il proprio mestiere, di sbagliare, di non essere all’altezza supera la consapevolezza di aver già fatto abbastanza, di essersi guadagnato un credito pressoché illimitato. Per Gigi,ilglorioso passato non ha alcuna importanza senza un futuro all’altezza. Dunque, Buffon ha una perenne voglia di sfidare il logorio del tempo. Ma lo fa in maniera saggia,cioè cambiando stile,approccio e tecnica di parata. Per- ché con gli anni che passano la forza e l’esplosività progressivamente svaniscono e a quel punto c’è solo l’essenza, la tecnica del portiere. Buffon l’ha capito per tempo, e nella capacità di plasmare il suo modo di parare è il migliore al mondo. Lo è soprattutto per quello, più che per il palmares, per il record dei 973’ di imbattibilità in A, per i 357 clean sheets su 66 partite con un club, i 56 su 112 partite con l’Italia. I numeri aiutano a definire la grandezza del portiere, ma non saranno mai in grado di delinearla del tutto. Perché è Buffon stesso a imporre la misura, essendo condannato ad essere sempre meglio del migliore, e quindi di se stesso. Una croce, ma anche un obiettivo costante, che spinge al miglioramento, finché il corpo risponde. Ecco perché, nelle dichiarazioni post-Lione («Qualcuno mi ha fatto il funerale, ma non troveranno nessuno» ) Gigi rivendica il diritto, sacrosanto, di essere l’unico artefice della propria fine sportiva, lasciando cadere nel vuoto le critiche dopo gli errori contro Spagna e Udinese. È la condizione propria del numero 1, di nome e di fatto, che vuole terminare esattamente come ha iniziato in quelParmaMilan del 19 novembre 1995: solo, con una porta da difendere alle proprie spalle. © RIPRODUZIONE RISERVATA Europa League: in campo anche Rapid-Sassuolo e Slovan-Fiorentina De Boer in bilico ripesca Brozovic Chance per il croato contro il Southampton. A Roma incubo ultrà austriaci, Totti vuole il 100˚ gol ■■■ Ora o mai più. Almeno in Europa League è questo il motto dell’Inter. Dopo le due sconfitte iniziali, i nerazzurri, ancora fermi a 0 in classifica, ricevono il Southampton (alle 19) e vanno alla ricerca di punti e di certezze. «Se mi sento in discussione? Questo è un progetto, mi sento come un pilota di Formula 1 che deve guidare una nuova macchina e che deve prendere confidenza», afferma De Boer, «io continuo ad avere fiducia in questa squadra. Serve tempo e non si può pensare che arrivi qualcuno e stravolga tutto». La saggezza non gli manca, ma ora devono arrivare anche i risultati perché un’altra sconfitta verrebbe mal digerita da tutto l’ambiente. Per questo verranno confermati 7 degli 11 uomini che sono scesi in campo con il Cagliari: oltre al modulo (probabile il 4-3-3), le novità saranno Nagatomo in difesa, Gnoukouri in mediana, Eder al posto di Perisic e soprattutto il probabile ritorno di Brozovic. Il croato sembra aver convinto il tecnico a dargli una chance a un mese dall’ultima apparizione con l’Hapoel. Davantiancora Icardi che proverà a mettersi alle spalle tutta la vicenda con la curva e rispondere in campo alle polemiche a suon di gol. La Roma di Spalletti, all’Olimpico, attende l’Austria Vienna (in diretta in chiaro su Tv8 alle 21.05, ospite in studio la tifosissima giallorossa Cristiana Capotondi). Più che il match, a preoccupare nella Capitale sono i quasi 2000 ultrà austriaci attesi in città, già noti per gli scontri in Italia (nel 2009 a Parma) e forti del gemellaggo con i tifosi della Lazio. Quasi sciolti tutti i dubbi di formazione: in porta ci sarà Alisson, Gerson a centrocampo (Strootman non ha ancora i 90’ nelle gambe) e la coppia Iturbe-Totti a sostituire Salah e Dzeko, con il capitano giallorosso che cerca il 100esimo gol con Spal- letti. La Fiorentina, in casa dello Slovan Liberec (ore 19), va alla ricerca del gol perduto: la vittoria manca dal 29 settembre (5-1 con il Qarabag) con, in mezzo, una sconfitta a Torino e il pari senza reti con l’Atalanta. In campo potrebbe rivedersi Ilicic (out in campionato per un problema alla caviglia), e ci sarà ampio spazio per chi ha giocato meno sinora. Il Sassuolo, invece, cerca la vittoria a Vienna contro il Rapid (ore 21.05) per continuare il sogno europeo. Il forfait di Letschert, oltre alle defezioni di Berardi e Missiroli, costringe Di Francesco a chiedere gli straordinari, con Acerbi che giocherà la terza gara consecutiva. Il probabile turno di riposo per Ricci lancia in attacco Politano e Ragusa con, in mezzo, il possibile ritorno di Matri (in ballottaggio con Defrel). CMA © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 __Giovedì 20 ottobre 2016__ IN VIA SANT’ANTONIO Terrazza «abusiva» in centro Il Tar dà ragione a Ferrante jr servizio a pagina 34 SULLA SCIA DI EXPO I NUMERI DI IERI ::: 15 Borseggi ::: 22 Scippi ::: 18 Rapine ::: 28 Truffe ::: 17 Furti in appartamenti e negozi ::: 6 Furti di autovetture ::: 21 Furti a bordo di autovetture ::: 7 Arresti Ecco i sei alberghi di lusso che verranno aperti a Milano Servizio a pagina 37 Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]. Pubblicità: SpeeD Società pubblicità editoriale e Digitale, Viale Milanofiori Strada 3, Palazzo B10 - 20090 Assago (Milano); tel. 02.57577.605/640 ::: Commento IlPapainperiferia manonconsegnilecase aisolitiimmigrati ::: ROBERTO POLETTI ■■■ Il prossimo 25 marzo, dunque, Papa Francesco farà visita a Milano. Per l’occasione, il cardinale uscente Angelo Scola, ha annunciato una bella iniziativa: la ristrutturazione di 55 appartamenti che andranno alle persone povere. La sistemazione delle case, che si trovano tutte nella difficile periferia della nostra città, sarà fatta dalla fondazione San Carlo, grazie al contributo dell’8 per mille. Negli alloggi, assegnatidal Comune e sistemati dalla fondazione, verranno inserite persone che hanno diritto all’accesso alla casa. Probabilmente sarà proprio il pontefice che consegnerà la chiavi degli appartamenti a chi ne ha bisogno, questa almeno la proposta di Scola. Resterà da vedere, vista la ruggine che cova tra i due uomini di Chiesa, se Francesco si presterà al gioco e se lo stesso Scola, che si ritirerà a brevissimo a vita privata, sarà ammesso a fare da maestro di cerimonia. Va sottolineato un fatto: una volta di più la Chiesa di Milano arriva dove l’amministrazione pubblica non funziona.Non si capisce per quale strano motivo, infatti, il sindaco Giuseppe Sala non faccia anche lui la stessa cosa: prendere un po’ di appartamenti malconci (che poi sono i suoi, quelli gestiti dal Comune), sistemarli e darli a chi ha davvero bisogno. Tra queste persone che hanno perso tutto, mi permetto di ricordare sommessamente, sia a quelli con la tonaca che a quelli senza, che ci sono anche le famiglie italiane. Non vorrei che il 25 marzo o quando sarà, si assistesse alla solita cerimonia a favore dei poveri immigrati e basta. C’è peraltro un precedente che riguarda proprio il cardinale Angelo Scola che avrebbe creato molta irritazione nei corridoi vaticani. Lo scorso anno,a Cinisello Balsamo, la parrocchia ospitò nove richiedenti asilo pakistani, lasciando al freddo, tra gli altri, un cinquantenne italiano, Marco, che dormiva da cinque anni nel parcheggio di un supermercato vicino. Il poveretto morì dentro la sua auto, dimenticato da tutti. Attendiamo fiduciosi la lista degli ammessi agli appartamenti rilevati dalla diocesi. Aiutare gli italiani non fa tendenza e non regala buona stampa. Ma è pur sempre un atto di carità cristiana. No? Anche Scola ammette: gli italiani non sono razzisti, hanno paura Sala regala ai profughi anche i nostri ex ospedali Tra i papabili l’ex San Gerardo di Monza. Un caso la rissa in Centrale: «Scene da terzo mondo» UNA MOSTRA E UNA SETTIMANA DI WORKSHOP Il Lego diventa arte ed entra in azienda ■■■ A Milano la gestione degli immigrati è diventata un problema serio, al quale va posto rimedio quanto prima: la drastica presa d’atto non arriva dalla Lega, bensì dal sindaco Beppe Sala: «Il cuore di Milano è grandissimo, ma ora stiamo lavorando con il Prefetto perché la situazione deve essere sbloccata. Serve un impegno maggiore anche da parte del governo per la disponibilità di spazi. Secondo indiscrezioni i futuri centri saranno nell’hinterland. servizio a pagina 35 LA PROVOCAZIONE «Venite a Rogoredo l’iper della droga» ::: MASSIMO SANVITO ■■■ Un volantinaggio ironi- co da parte dei residenti di Rogoredo, per denunciare il degrado della zona. Vicino alla stazione c’è la più grande piazza di spaccio della regione a pagina 35 ::: ALESSIA ALBERTIN ■■■ È il mattoncino più famoso del mondo. Ci hanno giocato milioni di bambini e ora è anche arte e strumento di lavoro per le aziende. L’arte è quella dell’artista americano Nathan Sawaya, che ha portato a Milano una delle «dieci mostre da vedere al mondo». Lo strumento di lavoro invece è quello del sistema di consulenza aziendale Lego Serious Play che permette di utilizzare il capitale umano attraverso il gioco.(...) segue a pagina 39 Sono 5mila a Milano: «Non è la nostra guida» I buddisti indifferenti al Dalai Lama ■■■ Nel bel mezzo del caso diplomatico legato all’arrivo del Dalai Lama in città, c’è una parte della Milano buddhista che rimane quasi indifferente di fronte al leader spirituale del buddhismo tibetano. È la Soka Gakkai, l’associazione che riunisce quanti seguono e praticano gli insegnamenti del maestro giapponese Nichiren Daishonin. © RIPRODUZIONE RISERVATA ILARIA PEDRALI a pagina 34 La ricerca del San Raffaele Scoperte le staminali che riparano il cervello dopo l’ictus ::: MASSIMO SANVITO ■■■ Il trapianto dicellule stami- nali neurali accelera il recupero delle funzioni cerebrali compromesse dopo un ictus. A svelarlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Unità di Neuroimmunologia dell’Ospedale San Raffaele, coordinati dal direttore scientifico Gianvito Martino, dopo test su cavie da laboratorio. La ricerca, pubblicata sul Journal of Neuroscience, ha dimostrato come le cellule staminali neurali, somministrate tramite un’iniezione del sangue, siano capaci di raggiungere l’area del cervello danneggiata e di produrre una proteina chiamata «fattore dicrescita».Questa frena glieffettineurotossici dell’ictus e promuove la plasticità cerebrale, grazie alla quale le aree sane circostanti si adattano per supplire alle funzioni perse. Il trapianto delle cellule ha maggiore efficacia se operato appena dopo l’ictus, quando l’area cerebrale attorno alla parte colpita mostra maggiore plasticità. Non solo ictus, ma anche altri disturbi neurologici. «A seconda del tipo di malattia, le staminalineurali entrano in azione in modo diverso, secondo il meccanismo della plasticità terapeutica», ha spiegato il professor Martino. © RIPRODUZIONE RISERVATA ASSESSORE REGIONALE Appalto sospetto Il leghista Garavaglia rinviato a giudizio CLAUDIA OSMETTI a pagina 34 34 CRONACA __Giovedì 20 ottobre 2016__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it Via Sant’Antonio Casa abusiva in centro Il Tar salva il terrazzo del figlio di Ferrante ::: MASSIMO COSTA andrà. E probabilmente nemmeno gli altri appartenenti alla comunità. Non per una particolare avversione ma per il semplice fatto che non ne riconoscono ilruolo diguida spirituale, non essendo previsto nel buddhismo un capo unico a cui fare riferimento. Per intenderci, nel buddhismo non esiste per definizione l’equivalente del Papa. «Il Dalai Lama l’ho visto una volta sola, per curiosità, quando qualche anno fa è venuto a Milano», afferma Jeran, «e non ho trovato una grande affinità spirituale con lui, pur riconoscendogli la statura di leader politico». I vertici dell’associazione ci tengono a non essere messi in contrapposizione agli altri buddhisti, dato che sono un’unica famiglia e a livello europeo fanno parte della medesima Unione Buddhista. In Italia le cose vanno diversamente, principalmente per una questione di numeri, ci dicono, e l’Unione Buddhista Italiana e la Soka Gakkai sono due realtà distinte. La prima venne riconosciuta come Ente religioso nel 1991 e poi firmò un’intesa con lo Stato italiano nel 2012. La seconda, dopo un periodo in cui dal 1997 era stata inclusa nel rapporto della Direzione centrale polizia diprevenzione «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia», è stata riconosciuta come Ente religioso nel 2000 e solo lo scorso anno ha firmato l’intesa con lo Stato italiano. Anche la Soka Gakkai, dal prossimo anno, come l’Unione Buddhista Italiana potrà beneficiare dell’8 per mille. ■■■ Il Comune gli ha intimato a giugno di demolire l’ampliamento del suo terrazzo al terzo piano di via Sant’Antonio 2 perché realizzato «abusivamente» e senza i necessari permessi edilizi. Ma Mauro Ferrante, figlio dell’ex prefetto di Milano Bruno che si candidò sindaco per il centrosinistra nel 2006, vince il primo round contro Palazzo Marino davanti ai giudici amministrativi: il Tar di Milano, nella sentenza pubblicata il 4 ottobre scorso, ha infatti accolto la domanda di sospensione cautelare avanzata da Ferrante Jr. Il nuovo terrazzo chiuso, affacciato sulla via che collega la sede storica della Statale a via Larga, resta dov’è. Almeno fino al 16 novembre 2017, data dell’udienza nella quale verrà discusso il merito. «Si ravvisa un pregiudizio grave e irreparabile dall’ingiunta demolizione della struttura oggetto del contendere» scrive il collegio dei giudici presieduto da Mario Mosconi. L’ampliamento incriminato delle volumetrie risale ad alcuni anni fa: prima il terrazzo era aperto, ora è chiuso aumentando le volumetrie dell’appartamento. Il contenzioso va avanti da alcuni mesi ed è sfociato nella costituzione in giudizio contro Mauro Ferrante approvata dalla giunta Sala il 14 ottobre. Quest’ultimo atto ripercorre anche le tappe della vicenda. Il settore Sportello unico per l’Edilizia del Comune di Milano, il 23 giugno, ha emesso un provvedimento di demolizione «delle opere realizzate abusivamente»: il figlio dell’ex prefetto - secondo Palazzo Marino - non avrebbe richiesto nessuna autorizzazione edilizia per intervenire sull’immobile di sua proprietà (peraltro vincolato). Contestualmente, il Comune ha effettuato una comunicazione di reato alla Procura della Repubblica. Ferrante jr, da parte sua, sostiene che il manufatto realizzato è soltanto una «tettoia» e non un ampliamento dell’appartamento; inoltre, sottolinea di aver ottenuto comunque l’autorizzazione paesistica (la 216/210) per realizzare tale struttura. Opposta la versione di Palazzo Marino: l’intervento «si configura come un ampliamento della superficie dell’appartamento e non è una semplice tettoia, come si evince dal sopralluogo del tecnico comunale in data 24 maggio». Di conseguenza, prosegue la giunta, «la struttura abusiva risulta difforme anche a quanto autorizzato». Il primo round, grazie al sì alla sospensiva, è andato al proprietario di via Sant’Antonio. Appuntamento tra 13 mesi davanti ai giudici amministrativi. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Oggi il Dalai Lama atterra a Milano, e verrà premiato agli Arcimboldi con la cittadinanza onoraria [Ftg] Oggi a Linate l’incontro tra il sindaco e il leader In città 5mila buddisti ignorano il Dalai Lama Sono i membridella Soka Gakkai:«Non è la nostra guida spirituale» ::: ILARIA PEDRALI ■■■ Nel bel mezzo del caso diplomatico legato all’arrivo delDalai Lama in città, c’è una parte della Milano buddhista che rimane quasi indifferente di fronte al leader spirituale del buddhismo tibetano. È la Soka Gakkai,l’associazione che riunisce quanti seguono e praticano gli insegnamenti del maestro giapponese Nichiren Daishonin. E mentre la comunità cinese scende in piazza per manifestare contro la consegna delle chiavi della città al Dalai Lama, mentre il sindaco Sala cerca di districarsi dall’impasse diplomatico incontrandolo al suo arrivo in aeroporto a Linate, e mentre il cardinale Scola lo riceverà al palazzo vescovile, i buddhisti milanesi della Soka Gakkai si lasciano scivolare l’evento continuando la loro pratica della preghiera. In tutto in Italia sono 85mila, probabilmente la comunità più numerosa se si considera che i buddhisti in totale sul territorio italiano iscritti ai vari templi e centri sono circa 170mila. Un numero, però, che non tiene conto dei simpatizzanti non iscritti, dei frequentatori occasionali e delle comunità locali frut- ::: CLAUDIA OSMETTI ::: LA VICENDA SOKA GAKKAI È un’associazione buddista che riunisce quanti seguono e praticano gli insegnamenti del maestro giapponese Nichiren Daishonin I NUMERI È la comunità buddista più numerosa in Italia. Sono 85 mila, senza contare i simpatizzanti non iscritti e i frequentatori occasionali. In Lombardia sono circa 10 mila, la metà dei quali a Milano RHO Al grande incontro di Rho in programma sabato 22 sono previste almeno 13 mila persone, ma gli appartenenti alla Soka Gakkai non ci saranno perché non ne riconoscono l’autorità spirituale to dell’immigrazione asiatica che non si riescono a quantificare non essendoci un registro. Nel caso specifico di Milano i buddhisti italiani se non si contano gli iscritti alla Soka Gakkai - sono circa 15 mila, divisi nelle tre grandi tradizioni: quella tibetana, la più numerosa con circa 5mila praticanti, quella zen, che conta 4/5mila persone, e la theravada, che è espressione del buddhismo più antico praticato per lo più nella zona dello Sri Lanka e che a Milano raccoglie la comunità cingalese e qualche italiano. A ciascuna di queste scuole corrisponde una serie di centri e templi dove si praticano gli insegnamenti della scuola di appartenenza. L’incontro di Rho con il Dalai Lama è stato organizzato dal Ghe Pel Ling, che è il più importante centro di buddhismo tibetano a Milano.In Lombardia i buddhisti laicidella Soka Gakkai - movimento nato negli anni ’30 in Giappone e attivo in Italia dalla fine degli anni ’70, che annovera tra i suoi seguaci molti vip, tra cui Roberto Baggio, Carmen Consoli e Sabina Guzzanti - sono circa 10mila, la metà dei quali a Milano. Qui sorge il loro centro più grande d’Europa, in una ex cascina sul Naviglio Grande. Lo si riconosce per l’imponenza dell’edificio tutto d’oro luccicante che si vede dalla tangenziale. A parlare di indifferenza verso l’autorità spirituale del Dalai Lama è Romano Jeran, uno degli esponenti del centro milanese. Dice che al grande incontro di Rho in programma persabato 22 ottobre, dove si prevede parteciperanno almeno 13mila persone, compresi i monaci di tutte le tradizioni buddhiste, lui non ci Assessore regionale leghista al Bilancio ■■■ Massimo Garavaglia, assessore Appalto sospetto, Garavaglia rinviato a giudizio all’Economia di Regione Lombardia, è stato rinviato a giudizio. L’accusa di turbativa d’asta trascinerà l’uomo della giunta Maroni davanti a un giudice della IV sezione penale il prossimo 5 dicembre. Lo ha decretato il tribunale di Milano: per la verità il provvedimento era atteso già venerdìscorso,ma la decisone finale è arrivata solo ieri a mezzogiorno. Parola del gup meneghino Gennaro Mastrangelo. Per Garavaglia, e per altre dodici persone, cioè,si apre ufficialmente il processo su una serie di presunti appalti pilotati. Stando a quanto sostengono gli inquirenti ci sarebbe anche lui dietro al bando da 11 milioni «per l'affidamento del servizio di trasporto di soggetti dializzati» che sarebbe stato inquinato da «una penetrante turbativa con- dotta dal principale responsabile» della Asl 1 di Milano, Giorgio Scivoletto. Altro nome, manco a dirlo, finito sotto inchiesta perché «ha agito ottemperando alle specifiche disposizioni degli assessori Mantovani e Garavaglia», dicono i pm. Già. Quando un anno fa sono finiti sotto i riflettori i vertici del Pirellone, nei fascicoli della Procura era spuntato anche il nome di Mario Mantovani, ex assessore regionale alla Sanità e numero due dell’ente di via Filzi: Mantovani sta seguendo un procedimento parallelo rispetto al filone di Garavaglia. Nei mesi scorsi ha chiesto, e ottenuto, il rito immediato: niente udienza preliminare, insomma, per l'ex senatore di Forza Italia e sindaco di Arconate. La prossima Massimo Garavaglia [Ftg] udienza che lo vede alla sbarra è già fissata per il 2 novembre. Nelfrattempo imagistrati della Madonnina provano a mettere assieme i pezzi di tutta quella articolata vicenda e parlano di «collusione» del presidente «di una delle associazioni che avevano gestito il servizio in alcuni territori». Il riferimento è a Giovanni Tomasini, che all’epoca dei fatti guidava la Croce Azzurra Ticina onlus e oggi figura nella folta schiera dei rinviati a giudizio. Mantovani e Garavaglia, sostengono i pm del caso, si sarebbero rivolti impropriamente a Scivoletto «il quale ha programmato di vanificare gli esiti del bando», e - appunto - la gara in questione non ha più visto luce. Garavaglia da sempre nega ogni addebito: qualche giorno fa ha commentato che «non mi sono maiinteressato di gare nel settore della Sanità, non rientra nelle mie competenze, si tratta evidentemente di un errore». Assieme a Garavaglia, Scivoletto e Tomasini anche Giacomo di Capua (ex assistente di Mantovani) dovrà presentarsi in via Freguglia il prossimo dicembre. Così come gli architetti Gianluca Parotti e Gianluca Peluffo, alcuni amministratori delle società di Mantovani e il suo contabile, Antonio Pisano. Ha invece già patteggiato 3 anni l’ex ingegnere del Provveditorato delle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Angelo Bianchi, arrestato nel 2015. A maggio Bianchi aveva rilasciato delle dichiarazioni sulla conoscenza di Mantovani rispetto al suo trascorso giudiziario: nel 2008, infatti, era finito nei guai per un’altra storia di tangenti e appalti poco chiari al tribunale di Sondrio, in Valtellina. Nonostante questo, ha raccontato Bianchi ai magistrati milanesi, il vice di Maroni lo aveva voluto al Provveditorato. © RIPRODUZIONE RISERVATA CRONACA __Giovedì 20 ottobre 2016__ 35 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Scola: «Gli italiani non sono razzisti, hanno paura» Sala regala ai profughi anche gli ex ospedali In lizza l’ex San Gerardo e Garbagnate. E sulla rissa davanti alla Centrale monta la protesta: «Scene da terzo mondo» ::: ANDREA E. CAPPELLI ■■■ A Milano la gestione degli immigrati è diventata un problema serio, al quale va posto rimedio quanto prima: la drastica presa d’atto non arriva dalla Lega, bensì dal sindaco Beppe Sala: «Il cuore di Milano è grandissimo, ma ora stiamo lavorando con il Prefetto perché la situazione deve essere sbloccata. Serve un impegno maggiore anche da parte del governo per la disponibilità di spazi: se andiamo a vedere quanti sono gli ospedali e le caserme chiuse nel nostro territorio capiamo che gli spazi ci sono, ma ci vuole una precisa volontà di utilizzarli senza creare disturbo ai cittadini e dando a chi ha bisogno uno spazio adeguato», dichiara agli organi di stampa. Quindi il primo cittadino sta cercando con urgenza nuovilocali in cui ospitare queste masse di sfollati. Secondo indiscrezioni i futuricentri diaccoglienza saranno ubicati nell’hinterland: si parla degli ex ospedali di Garbagnate milanese e del San Gerardo di Monza, entrambi dismessi, che si aggiungerebbero alle già note caserme Montello e Mancini e all’hub di via Sammartini (che dopo l’emergenza igienico-sanitaria dovuta alla presenza di 700 persone al suo interno, in questi giorni sta tornando a una situazione più stabile). Difatti, oltre al numero di stranieri previsti dai piani del governo, Milano deve fare i conti con ondate di arrivi spontanei e imprevedibili. Basta fare un giro dalle parti della Stazione Centrale,dove bivaccano centinaia di extracomunitari. Proprio ieri Luca Lepore (assessore alla sicurezza del Municipio 2) ha documentato con un video lo scoppio di una rissa in piazza Duca d’Aosta, con successivo inseguimento tra persone in mezzo alla strada e la rocambolesca fuga di uno dei protagonisti in bicicletta, contromano,nel traffico fra via Galvani e via Vittor Pisani. «In Stazione Centrale basta un nulla per accendere la miccia nella LA SEQUENZA DEL VIDEO Da sinistra a destra la sequenza della rissa tra immigrati scoppiata ieri in piazza Duca d’Aosta e filmata dal leghista Luca Lepore: il capannello di gente, la fuga di un uomo in sella a una bicicletta e il contromano in mezzo al traffico di via Vitruvio polveriera e catapultare nel far west la città di Milano» afferma Lepore, che aggiunge: «Ho scritto all’assessore Rozza, invitandola a fare una passeggiata in Stazione Centrale e proseguire in via Padova, in modo da poter constatare in quale stato versa la nostra città. Una passeggiata all’aria aperta vale molto più di una giornata chiusa nelle stanze patinate di Palazzo Marino. Forse rendendosi conto della situazione potrà convenire con me che i militari,invece di mandarli a difendere i confini dell’Europa contro lo Stato russo sarebbe opportuno richiamarli a presidiare le ::: MASSIMO SANVITO ■■■ «Il megastore della droga più grande della Lombardia». «Prezzi da sballo a Rogoredo tutto l’anno». «Vieni a farti a Rogoredo». L’hanno buttata sulridere i residentidella «zona, forse, più pericolosa della città», come l’ha definita l’assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza, durante il consiglio straordinario del Municipio 4 tenuto nei giorni scorsi. Rogoredo, infatti, è la piazza di spaccio più grande della regione. Il boschetto adiacente ai binari della ferrovia si è trasformato da tempo in un vero e proprio supermercato della droga, dove arrivano tossicodipendenti da ogni parte del nord Italia. Ieri, la «rivolta» dei cittadini. Ilquartiere si è svegliato tappezzato di volantini, confezionati e appesi dagli stessi residenti, ormai esasperati per una situazione che definire fuori controllo è nostre città». Dal canto suo, Sala non risparmia critiche al premier Renzi: «Serve un piano diverso da parte del governo, che si deve concentrare sulla modalità di prima accoglienza. Non credo che funzioni il fatto di accoglierli e riversarli subito sulle regioni. Inoltre, vorrei sottolineare la necessità di ripensare il sistema con cui si decide se dare o no a un migrante lo status di rifugiato:è impensabile che servano due o tre annicon tre livelli di giudizio». I dati ufficiali indicano che il tetto massimo di richiedenti asilo a Milano tocca le 3800 unità (nella stima so- no inclusi tutti i livelli di accoglienza, primaria e secondaria). Da sei mesi a questa parte si è passati a una condizione di stanzialità: qui arrivano e qui restano, senza fissa dimora. I leghisti, però, non vedono dibuon occhio ilpiano dell’amministrazione comunale, che vorrebbe riempire altri ex ospedali e caserme del territorio milanese: «Finalmente il sindaco ammette che a Milano la situazione degli immigrati è fuori controllo e che è sbagliata la politica del governo di far entrare tutti (senza distinguere tra profughi e clandestini) spedendoli subito sui territori senza fare selezione. Meglio tardi che mai, ma è troppo facile protestare nelle interviste e poi tacere ogni volta in cui Renzi viene quia Milano» affermano ileghistiPaolo Grimoldi e Davide Boni. Sulla questione interviene anche Mariastella Gelmini (coordinatrice lombarda Forza Ita- lia):«L’emergenza immigrazione che Milano sta vivendo è il risultato delle politiche fallimentari della giunta Sala e del governo Renzi, peccato che a farne le spese siano i milanesi. Serve un piano di accoglienza serio, che permetta solo a chi ha diritto di entrare nel nostro paese». L’emergenza è tutt’altro che risolta, e il piano del Pd sembra essere quello di riempire sempre più spazi inutilizzati, anche fuori Milano. Ieri sul tema è intervenuto anche il cadinale Angelo Scola: «L’immigrazione non è un’emergenza, ma un problema che ci troveremo davanti per 30-40 anni. Le nostre burocrazie impediscono l’inserimento lavorativo di queste persone, questo per me è inaccettabile. È inutile lamentarsi che il nostro popolo, che non è razzista ma ha paura, reagisca come reagisce». © RIPRODUZIONE RISERVATA I manifesti polemici dei residenti «Benvenuti all’iper della droga». La rivolta di Rogoredo Il volantino di Rogoredo [Ftg] poco. Una serie di volantini simili a quelli che si trovano nei supermercati o nei negozi di elettrodomestici, con tanto di offerte ben segnalate: «Eroina 10 euro», «Cocaina 20 euro». «Ci siamo riuniti in gruppo e abbiamo deciso di combattere a modo nostro. La cosa assurda è che, tra la stazione del treno e quella della metro gialla, noi mettevamo icartelli e i tossici li staccavano», spiegano i residenti, aggiungendo che «ci sentiamo ostaggio di tossici e trafficanti e le autorità tardano a intervenire». Proprio, ieri, però l’assessore Rozza ha fatto un sopralluogo sul posto insieme ai Carabinieri, alla Polizia Locale e al sindaco di San Donato, Andrea Checchi. Gran parte della bonifica decisa ad agosto in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza è stata portata a termine da Ferrovie dello Stato e Autostrade per l’Italia per le zone di loro competenza,«ma resta ancora una zona boschiva della quale sarà però necessario accertare la proprietà e non escludo che sia del Comune», ha spiegato Rozza. «Continueremo a lavorare per fermare lo spaccio in tutta la zona. Non sarà un lavoro facile e la situazione non si risolverà in poco tempo, perché abbiamo di fronte una superficie enorme, considerato che l’area ferroviaria è impossibile da chiudere. Faremo anche accertamenti sui numerosi palazzi abbandonati». Oggi, intanto, è in programma una manifestazione dei cittadini davanti alla stazione, a dimostrazione del fatto che chi abita qui si sente sempre ::: IL CASO AFFOLLAMENTO I centri di accoglienza per i profughi continuano ad essere sovraffollati: ieri il sindaco Beppe Sala ha chiesto al governo un piano nazionale, invocando l’utilizzo di ex ospedali e caserme abbandonate per ospitare gli immigrati in arrivo a Milano SAMMARTINI Resta critica la situazione all’hub di via Sammartini, dove nei giorni scorsi gli ufficiali sanitari dell’Ats (ex Asl) hanno rilevato criticità riguardanti il numero eccessivo di ospiti con l’alto rischio di malattie NUOVI LUOGHI Tra le ulteriori strutture per ospitare i profughi in Lombardia si pensa all’ex ospedale di Garbagnate e all’ex San Gerardo di Monza. Potrebbero aggiungersi alla caserma Montello e all’ex Cie di via Corelli più abbandonato. «Sotto ilprofilo della sicurezza e del contrasto al fenomeno dello spaccio ad oggi i risultati sono insufficienti. Occorre fare di più, perché chi a Rogoredo vive e lavora non capisce come sia possibile che centinaia di persone frequentino ogni giorno il loro quartiere per comprare e consumare droga senza che cisia una reazione da parte delle autorità», attacca Paolo Bassi (Lega Nord), presidente del Municipio 4, che a inizio settembre aveva deciso di chiudere le fontanelle dei giardini di Rogoredo per evitare che le usassero i tossici. Qualcosa si è mosso già a partire da ieri sera, «con un servizio di pattugliamento notturno nell’area di Santa Giulia, in aggiunta al servizio diurno già garantito dalla Polizia Locale presso i giardini di via Rogoredo», come ha reso noto l’assessore Rozza dopo il sopralluogo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 __Giovedì 20 ottobre 2016__ CRONACA __Giovedì 20 ottobre 2016__ 37 @ commenta su www.liberoquotidiano.it La mappa delle strutture in arrivo Via al noleggio delle Mini Milano conquista turisti E arrivano 6 nuovi hotel Per il car sharing targato Bmw già 25mila iscritti Da Garibaldia via Novara boom diinaugurazionisulla scia diExpo ::: MASSIMO DE ANGELIS ■■■ Il mercato alberghiero è in continuo fermento a Milano, tanto da risultare una delle mete più ambite da investitori e operatori del settore, con oltre mille nuove camere in cantiere nei prossimi due anni. La stima, forse per difetto, giunge da un report della società EY presentato nei giorni scorsi durante un convegno a Villa d’Este, sul lago di Como. L’effetto Expo, sostiene l’analisi, ha fatto registrare nel 2015 un incremento del 14% delle presenze nelle strutture ricettive meneghine, mentre per l’esercizio in corso si prevede un assestamento delle performance. Le aree del capoluogo lombardo verso cui la clientela dimostra maggior interesse sono il centro, la zona stazione Centrale e il quartiere Porta Nuova-Garibaldi. Entrando nello specifico della mappa aggiornata, riscontrando una quasi totalità di hotel di fascia alta, tra 4, 5 stelle o categoria business. Intraprendenti appaiono le catene internazionali, sempre alla ricerca di opportunità, con il gruppo Leonardo molto attivo sul territorio, grazie a due inaugurazioni in programma. Un albergo da 300 camere in piazza IV novembre e un resort lusso da 150 stanze in via Bonnet, due passi da corso Como. A poca distanza, in via Galvani, si attende l’opening di un hotel gestito dalla realtà spagnola Sol Melià con 140 stanze e oltre 50 appartamenti da locare, seguendo una tendenza ben affermata nel continente americano. Da ricordare inoltre l’ex Hotel Brun di via Caldera, vicino San Siro, che dopo un’importante ristrutturazione proporrà agli ospiti 300 camere, mentre in via Bramante inaugurerà l’albergo «The View» con 160 stanze a disposizione della clientela. Chicca finale la struttura 5 stelle da realizzare nello storico Palazzo Broggi di piazza Cordusio dotata di 120 raffinate suite: in questo caso alcuni addetti ai lavori propendono per la griffe Dolce&Gabbana e altri indicano il nome della celebre compagnia Kempinsky. Di fronte a tale effervescenza, abbiamo chiesto un commento a Maurizio Naro, presidente Apam, Associazione Albergatori Milano. Ebbene ne viene fuori un quadro positivo per il movimento in essere, ma allo stesso tempo un invito a evitare l’eccessiva euforia. «A Milano» afferma il dottor Naro, «attualmente segnaliamo il 65% di occupazione alberghiera e dobbiamo fare uno sforzo per raggiungere il superiore livello registrato da competitor europei, tipo Amsterdam o Monaco di Baviera». Sembra doveroso studiare iniziative per aumentare l'attrattività, soprattutto all'estero, del capoluogo lombardo, considerando che «si registrano alcuni periodi, come le festività natalizie e agosto, gravati da un minore flusso turistico, nei quali dovremmo inserire eventi di livello assoluto. Penso sia quindi utile incentivare i rapporti con le Istituzioni e l’ente Fiera per migliorare,e ottimizzare, il calendario degli appuntamenti spalmandoli in maniera profittevole durante l'anno». Non poteva mancare un giudizio finale sulle prossime inaugurazioni dihotel in città:«Ritengo opportune le aperture di strutture ricettive quando l’occupazione annuale delle camere sfiora l’80%, anche se capisco che le grandi catene internazionali devono comunque essere presenti a Milano per fidelizzare il proprio pubblico». E l’orizzonte globale tende ad allargarsi, attendibili indiscrezioni vogliono infatti diverse società asiatiche alla ricerca di hotel in città: del resto l'acquisizione da parte di gruppi cinesi di società come Inter, Milan e Pirelli ha sicuramente fatto crescere l'appeal del capoluogo lombardo nelle lontane terre di Pechino e Shanghai. © RIPRODUZIONE RISERVATA ■■■ Si amplia il ventaglio del car sharing a Milano, con un prodotto diverso dagli altri (per qualità e prezzi). «DriveNow»(servizio di car sharing targato BMW, in joint venture con Sixt SE), è stato presentato ieri alla Fonderia Napoleonica di viale Thaon di Revel, e ad oggi è il sesto operatore in città. Presente il sindaco Sala (con l’assessore alla Mobilità Granelli) giunto sul posto a bordo di una Bmw decappottabile: «Se ci fanno un po’ di sconto la affittiamo», scherza con i presenti. In effetti, i prezzi sono più alti del solito (la tariffa base al minuto va da 31 a 34 centesimi e comprende benzina, assicurazione, parcheggio su strisce blu e gialle, ingresso nella zona a traffico limitato del centro e Area C) ma la qualità delle vetture giustifica il costo: si tratta di 480 auto BMW e Mini alle quali entro fine anno si aggiungeranno 20 Bmw i3 elettriche. Lasciare l’auto in modalità parcheggio costerà 20 centesimi al minuto, ma sarà gratis da mezzanotte alle 6. «In due settimane (raccontano i vertici dell’azienda) si sono iscritti al servizio più di 25mila milanesi». D’altro canto «il car sharing oggi è parte della mobilità del futuro, che sta cambiando in maniera forte. La strategia di un gruppo auto deve saper intercettare questi cambiamenti» dichiara Sergio Solero, ad di BMW Italia. Entusiasta anche il sindaco Sala: «Bisogna privilegiare forme diverse di mobilità; fra 10 anni ci saranno meno macchine e Milano ha più abbonati ai servizi di car sharing di Londra, Parigi e Berlino; i cittadinihan voglia di sperimentare nuove abitudini». Con i nuovi arrivi il capoluogo lombardo conta 2500 vetture in condivisione tra i vari servizi. Per utilizzare DriveNow occorre aprire l’app e selezionare ora e luogo in cui si vorrebbe noleggiare l’auto. La vettura resterà a disposizione per 15 minuti senza costi di prenotazione e, una volta raggiunta, sarà possibile aprirla tramite Card DriveNow o app. A. E. CAP. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 CRONACA __Giovedì 20 ottobre 2016__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it TuttoMilano ■ ROMBON - Via Rombon - zona 3 ■ SAN MARCO - Via San Marco - zona 1 ■ SEGNERI - Via Segneri-Via Reccaro - zona 6 ■ TONEZZA - Via Tonezza - zona 7 ■ TRAVERSI - Via F.lli Antona Traversi - zona 8 ■ UNGHERIA - Viale Ungheria - zona 4 ■ VAL MAIRA - Via Val Maira - zona 9 Mercati Oggi ■ AMPERE - Via Ampère - zona 3 ■ CALATAFIMI - Via Calatafimi - zona 1 ■ CALVI - Via Melloni - zona 4 ■ CESARIANO - Viale Elvezia - zona 1 Domani ■ DE PREDIS - Via J. da Tradate - zona 8 ■ BENACO - Via Benaco - zona 4 ■ BONOLA - Via Cechov - zona 8 ■ CANALETTO - Via Canaletto - zona 3 ■ CATONE - Via Catone - zona 9 ■ DI RUDINì - Via Antonio di Rudinì - zona 6 ■ ORBETELLO - Via Orbetello - zona 3 ■ OSOPPO - Via Osoppo - zona 7 ::: le lettere ■ CITTADINI-ARSIA - V. Arsia - zona 8 ■ CREMA - Via Crema - zona 5 ■ CURIEL - Via Curiel - zona 6 ■ DEI GUARNIERI - Via Dei Guarnieri - zona 5 ■ FRATELLI DI DIO - Via F. di Dio - zona 7 ■ GRATOSOGLIO NORD - Via Baroni - zona 5 ■ MARCO AURELIO - Via M. Aurelio - zona 2 ■ NEERA - Via Neera - zona 5 ■ PAGANO - Largo V Alpini - zona 1 ■ PISTOIA - Via Pistoia - zona 7 ■ STRESA - Via Stresa - zona 2 Chiusura al traffico: Via Lorenteggio: fra Via Tito Vignoli e Via Leone Tolstoi strada chiusa al traffico causa cantieri in direzione Centro Città - Lavori M4 Termine lavori previsto: 31 dicembre 2016. Corso Plebisciti: strada chiusa al traffico causa cantieri - Lavori M4 Termine previsto: 31 dicembre 2017. Via Brera: fra Via del Carmine e Via Melone strada chiusa al traffico causa cantieri. Via Foppa: fra Piazza Simone Bolivar e Via Giorgio Washington: strada chiusa al traffico causa cantieri: Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi VIA SAMMARTINI Troppi allarmi bomba Rossana M. e.mail Commenta anche su Fb e Twitter @liberomilano ELISEO MULTISALA VIA TORINO 64 - TEL. 0272008219-899678903 ANTEO SPAZIOCINEMA VIA MILAZZO, 9 - TEL. 026597732 Frantz 15.30-17.50-20.10 Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi 22.30 Café Society 14.50-16.45-18.40-20.35-22.30 Neruda 15.30-20.15-22.30 Qualcosa di nuovo 15.00-16.50-18.40-20.30-22.30 APOLLO SPAZIOCINEMA GALL. DE CRISTOFORIS 3 - TEL. 02780390 American Pastoral 13.00-15.30-17.50-20.00-22.00 La verità sta in cielo 13.00-15.30-17.50-20.00-22.00 La vita possibile 13.00 Café Society 15.30-17.50-20.00-22.10 Quando hai 17 anni 13.00-15.00-17.20-19.40-22.00 Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi 13.00 Lettere da Berlino 15.30-17.50-20.00-22.00 ARCOBALENO FILMCENTER VIALE TUNISIA 11 - TEL. 199208002 I Babysitter Pets - Vita da animali Café Society Neruda Kiki & I Segreti del Sesso 15.00-17.30-19.40-21.30 15.15-17.30 19.40-21.30 15.00-17.10-19.20 21.30 ARIOSTO SPAZIOCINEMA VIA ARIOSTO, 16 - TEL. 0287085730 Indivisibili Frantz 15.10-19.15-21.15 17.10 ARLECCHINO VIA S. PIETRO ALL’ORTO, 9 - TEL. 0276001214-899678903 Neruda 15.30-17.50-20.10-22.30 BELTRADE Le ultime cose Laurence Anyways Liberami Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi La teoria svedese dell’amore Il fiume ha sempre ragione 12.00 13.40 16.40 18.20-V.O.SOTT. 20.20 21.40 CENTRALE MULTISALA Inferno V.O. Frantz 14.30-17.00-19.30-22.00 14.30-17.00-19.30-22.00 CINETEATRO SAN CARLO - MIMAT. VIA ENRICO MOROZZO DELLA ROCCA, 12 - TEL. 02 48199689 Riposo COLOSSEO V.LE MONTE NERO, 84 - TEL. 0259901361-899678903 15.00-17.30-20.00-22.30 15.00-16.50-18.40 20.30-22.30 15.30-17.30-18.45-20.30-22.30 15.00-16.50-18.40-20.30-22.30 15.00-16.50-18.40-20.30-22.30 PIAZZA NAPOLI 27 - TEL. 199208002 Piuma American Pastoral Qualcosa di nuovo Piuma Pets - Vita da animali Piuma Café Society I Babysitter CORSO VERCELLI 18 - TEL. 0248008908 Pets - Vita da animali Café Society Inferno MEXICO 15.10-17.30-19.50 21.45 15.10-17.30-19.55-22.15 VIA SAVONA, 57 - TEL. 0248951802 Trafficanti 15.30-18.15-21.30-V.O. ODEON - THE SPACE CINEMA VIA SANTA RADEGONDA, 8 - TEL. 892111 Inferno 13.10-16.10-19.10-21.40-22.10 Pets - Vita da animali 14.10-16.25 Jack Reacher - Punto di non ritorno 19.00 Bad Moms - Mamme Molto Cattive 12.30 Jack Reacher - Punto di non ritorno 11.50-14.25-17.05-19.45-22.25 Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O. 21.00 Cicogne in missione 12.40-14.55-17.15-19.30 Bridget Jones’s Baby 21.45 Pets - Vita da animali 12.30-14.40-17.00-19.20-21.50 Qualcosa di nuovo 12.20-14.40-17.20-19.40-22.00 Piuma 15.10-17.35-20.00 Mine 12.30-22.30 I Babysitter 12.40-15.05-17.30-19.55-22.20 Alla ricerca di Dory 12.15-14.35 Mine 17.00 Bad Moms - Mamme Molto Cattive 19.30-21.55 VIALE CONI ZUGNA, 50 - TEL. 0289403039 Pets - Vita da animali Café Society Inferno Jack Reacher - Punto di non ritorno PALESTRINA 14,50-16.45-18.40 20.35-22.30 15.00-17.30-20.00-22.30 15.00-17.30-20.00-22.30 VIA PALESTRINA, 7 - TEL. 0287241925 Irrational Man VIA TORINO 30/32 - TEL. 02874826 DUCALE MULTISALA GLORIA MULTISALA 17.50-22.30 15.15-20.10 15.30-17.50-20.30-22.30 15.30-17.50-20.10-22.30 15.30-17.50-20.20-22.30 ORFEO MULTISALA VIA OXILIA, 10 - TEL. 0226820592 Inferno Cicogne in missione Café Society Pets - Vita da animali Qualcosa di nuovo Piuma La verità sta in cielo Quando hai 17 anni Café Society American Pastoral Lettere da Berlino 15.00 17.10-19.20-21.30 15.15-19.40-21.30 17.30 15.15-17.30 19.30 21.30 15.00-17.30-19.40-21.30 PLINIUS MULTISALA 16.00-18.30-21.00 VIALE ABRUZZI, 28/30 - TEL. 0229531103 Inferno American Pastoral Pets - Vita da animali Cicogne in missione Café Society Jack Reacher - Punto di non ritorno I Babysitter UCI CINEMAS BICOCCA 20.00-22.30 15.30-17.50-20.20-22.30 15.00-17.00-19.00-21.00 15.30-17.30-19.30 21.30 15.00-17.30-20.00-22.30 15.30-17.50-20.20-22.30 Deepwater - Inferno sull’Oceano Pay The Ghost Pets - Vita da animali Inferno Piuma Cicogne in missione Inferno I Babysitter Pets - Vita da animali Jack Reacher - Punto di non ritorno American Pastoral Café Society Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi Cicogne in missione 19.35 Il Missionario 17.30-20.00 Pets - Vita da animali 15.35 Qualcosa di nuovo 17.45-20.05-22.20 Bad Moms - Mamme Molto Cattive 17.30-20.10-22.40 I Babysitter 22.40 L’era glaciale: In rotta di collisione 15.10 Alla ricerca di Dory 15.10-17.30 American Pastoral 19.55-22.20 Inferno 14.20-15.10-17.05-18.05-21.00 Piuma 20.00 Deepwater - Inferno sull’Oceano 19.15 Mata Hari 14.45-17.00-21.40 Cicogne in missione 18.15 Inferno 15.40 Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O. 20.15 Pay The Ghost 22.45 Cicogne in missione 15.10-17.20 I Babysitter 21.55 Qualcosa di nuovo 15.20 Pets - Vita da animali 14.20-16.40-19.00 Jack Reacher - Punto di non ritorno 21.20-22.35 Mine 14.35-22.25 Pets - Vita da animali 17.55-20.10 Alla ricerca di Dory 14.25-16.50 Bridget Jones’s Baby 22.00 Jack Reacher - Punto di non ritorno 19.10 UCI CINEMAS CERTOSA VIA STEPHENSON, 29 - TEL. 892960 Jack Reacher - Punto di non ritorno Inferno Inferno I Babysitter Jack Reacher - Punto di non ritorno Pets - Vita da animali Inferno Pets - Vita da animali American Pastoral Piuma Cicogne in missione I Babysitter American Pastoral Cicogne in missione Bad Moms - Mamme Molto Cattive Qualcosa di nuovo Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O. 17.10 19.50-22.35 17.00-22.15 17.30 20.00-22.40 17.10-22.15 19.35 17.30-19.40 19.40 22.20 17.20 20.30-22.40 17.00 19.45 22.30 17.15 20.30 SPAZIO OBERDAN CINETECA ITALIA VIALE VITTORIO VENETO 2 - TEL. 0277406300 Racconto crudele della giovinezza 17.00-V.O.SOTT. The Space in Between: Marina Abramovic and Brazil 19.00 Indro - L’uomo che scriveva sull’acqua 21.15 CINEWANTED VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960 22.40 20.30 16.00-18.15 19.50-22.35 15.00-17.30-22.20 14.25-16.40 19.00-21.55 15.15-17.35-20.00 22.15 14.20-17.05-19.50 14.50-17.20 20.15 22.30 Turno notturno (dalle ore 21 alle ore 8,30) p.za Clotilde, 1; p.za Cinque Giornate, 6; c.so S. Gottardo, 1; v.le Zara, 38; v. R. Di Lauria, 22. Aperte 24h: Via Boccaccio, 26; V.le Famagosta, 36; Stazione Garibaldi (P.za S, Freud); p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45; v.le Lucania, 6; Corso Magenta, 96; v.le Testi, 90 Troublemakers: The Story of Land Art Mr. Gaga Jheronimus Bosch - Unto dal diavolo 18.00 19.30 21.30 HINTERLAND UCI CINEMAS MILANOFIORI VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960 I Babysitter Jack Reacher - Punto di non ritorno Mine Qualcosa di nuovo 17.40-20.10-22.20 17.20-20.00-22.35 17.45 20.10-22.20 Le opere di Marras alla Triennale EVENTO Oggi dalle 18 alle 21, per i Giovedì di Gustorotondo, nel consueto contesto raffinato e piacevolmente amicale di via Boccaccio 14, sarà protagonista il cioccolato di Giraudi, esempio di artigianalità piemontese eccellente, insieme al titolare di questo celebre brand Made in Italy, Giacomo Boidi, nipote di Battista Giraudi, maestro cioccolatiere che ha saputo valorizzare una lunga tradizione familiare con creazioni apprezzate in tutto il mondo. Fra le realizzazioni maggiormente degne di nota che si potranno degustare durante la serata vi sono sia prodotti tipici della tradizione cioccolatiera piemontese, che prelibatezze che mostrano una vena particolarmente creativa. Oggi, dalle 18 alle 21 Ingresso libero Badd Moms - Mamme Mollto Cattive Piuma Inferno Pets - Vita da animali Inferno American Pastoral Inferno Bad Moms - Mamme Molto Cattive Bridget Jones’s Baby Cicogne in missione Mine Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O. Inferno Pets - Vita da animali 22.40 18.20-20.30 21.45 17.30-19.40 17.30-22.35 20.10-22.40 17.00-20.00 17.40-20.00 22.20 17.40 22.20 19.45 19.30 17.00-22.15 BELLINZAGO LOMBARDO C.C. LA CORTE LOMBARDA - TEL. 02954164445 Bad Moms - Mamme Molto Cattive Jack Reacher - Punto di non ritorno Cicogne in missione Pets - Vita da animali Inferno Alla ricerca di Dory Qualcosa di nuovo American Pastoral I Babysitter Piuma ARCADIA 20.30-22.50 17.20-20.00-22.30 17.10-19.55 17.30-18.20-20.10-22.15 17.00-19.50-21.10-22.20 18.10 18.00-21.00 17.40-20.05-22.25 17.50-20.20-22.40 17.15-20.15-22.35 CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE VIA TURATI, 62 - TEL. 892111 Inferno Cicogne in missione Bridget Jones’s Baby Pets - Vita da animali Qualcosa di nuovo American Pastoral Mine Cicogne in missione Inferno Jack Reacher - Punto di non ritorno Piuma I Babysitter Bad Moms - Mamme Molto Cattive Pets - Vita da animali Alla ricerca di Dory Mine MELZO I Babysitter Cicogne in missione Qualcosa di nuovo Jack Reacher - Punto di non ritorno Pets - Vita da animali Inferno | Atmos VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250 Jack Reacher - Punto di non ritorno Bad Moms - Mamme Molto Cattive Piuma Cicogne in missione Inferno Pets - Vita da animali Pay The Ghost Bridget Jones’s Baby Alla ricerca di Dory I Babysitter Deepwater - Inferno sull’Oceano Mine CULTURA Domani, alle ore 11.30, Triennale Design Museum presenta «Antonio Marras: Nulla dies sine linea», una mostra antologica diopere d’arte, realizzate negli ultimi vent’anni, che racconta il percorso visivo di Antonio Marras, aperta al pubblico dal 22 ottobre 2016 al 21 gennaio 2017. In mostra più di cinquecento disegni e dipinti, realizzati nelcorso deglianni da Antonio Marras in un allestimento di grandi installazioni, esso stesso un’opera d’arte, che si estende per più di 1.200 metri quadrati. Molti gli incontri e le relazioni che Marras ha voluto testimoniare, come l’incontro con Maria Laie CarolRama,due figure che hanno per prime sollecitato Marras a esporre opere tenute segrete. Domani, ore 11,30 Ingresso libero Pets - Vita da animalli American Pastoral Inferno 16.30-18.30-20.30-22.30 17.00-19.10-21.20 16.40-19.10-21.40 PIOLTELLO UCI CINEMAS PIOLTELLO VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960 Mine 17.00-22.40 Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O. 20.00 Qualcosa di nuovo 17.30-19.50-22.10 Inferno 19.10-22.00 Pets - Vita da animali 16.50 Inferno | Imax 18.00-21.00 Pets - Vita da animali 17.00-17.30-19.50-22.10 Bridget Jones’s Baby 22.00 Cicogne in missione 17.30-19.45 Inferno 17.00-19.45-22.30 Pay The Ghost 20.00-22.20 Bad Moms - Mamme Molto Cattive 17.15-19.45-22.15 Jack Reacher - Punto di non ritorno 17.00-19.45-22.30 I Babysitter 17.30-20.00-22.20 Piuma 17.15-19.40-22.10 American Pastoral 17.25-20.00-22.35 Cicogne in missione 17.00 Mata Hari 19.50-22.10 ROZZANO THE SPACE CINEMA ROZZANO C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111 Jack Reacher - Punto di non ritorno 15.40-18.30-21.20 Alla ricerca di Dory 16.45 Mine 19.20-21.50 Pets - Vita da animali 15.00-17.20-19.40 Jack Reacher - Punto di non ritorno 22.10 Cicogne in missione 16.15-18.25-21.00 I Babysitter 15.20-17.25-19.35-21.50 Pay The Ghost 15.10-17.30-19.55-22.20 Qualcosa di nuovo 14.55-17.10-22.30 Jack Reacher - Punto di non ritorno V.O. 19.45 Bad Moms - Mamme Molto Cattive 16.40-19.15-21.45 Piuma 15.15-17.35-20.00-22.25 American Pastoral 16.10-19.00-21.40 Inferno 19.30-22.15 Cicogne in missione 15.05-17.15 Pets - Vita da animali 16.20-18.50-21.15 Inferno 15.50-18.40-21.30 16.15-19.15-22.15 16.40-19.10 21.40 16.25-18.50-21.15 16.45-19.10-21.45 16.10-21.40 18.55 16.35-18.55 21.15 16.30-19.25-22.05 17.00-19.30-22.05 17.00-19.20-21.30 16.50-19.35-22.10 17.20 19.50 22.20 S.S. 9 VIA EMILIA, ANGOLO VIA TOLSTOJ - TEL. 899 552578 (PREN.) SAN GIULIANO MILANESE MOVIE PLANET 17.50-20.30-22.30 17.10-20.00 22.25 17.40-19.50-22.20 17.30-19.50-22.10 17.20-21.00 Jack Reacher - Punto di non ritorno Pets - Vita da animali Inferno Cicogne in missione Qualcosa di nuovo I Babysitter Inferno Pets - Vita da animali 17.00-19.40-22.10 17.10-20.00 22.10 17.20-19.55 22.10 17.15-20.05-22.10 17.10-19.40 22.10 ARCADIA MULTIPLEX VIA MARTIRI DELLA LIBERTA` - TEL. 0295416444 PADERNO DUGNANO VIA TERTULLIANO, 68 - TEL. 334 6763643 ASSAGO ■ CENTRO v. Orefici, 2; v. San Calimero, 1; c.so Garibaldi, 49; v. San Vittore, 12. ■ NORD v.le Certosa, 121; v. Murat, 5; v.le Affori, 10; v. Palanzone, 33; v. E. De Marchi, 45; v. Fabio Filzi, 10. ■ SUD v.le Lucania, 10; v. Val di Sole, 22; c.so San Gottardo, 1; v.le Famagosta, 36. ■ EST c.so Buenos Aires, 39; v.le Monza, 177; v. E. Lussu, 1; V. Denti, 2; v. Casoretto, 37; v. Nino Bixio, 1; v. Amadeo, 40; v. Cadore, 29; v. Toscolano, 1. ■ OVEST p.za Bolivar, 11; v. Giambellino, 131; v. delle Forze Armate, 212; v. Rembrandt, 22; v. E. Kant, 8; v. Silva, 39; v. Pier della Francesca, 3. L’arte del cioccolato in via Boccaccio ARTE Dal 21 ottobre 2016 al 19 febbraio 2017, al centro studi per l’arte modernae contemporanea GAMManzoni, la mostra «Anima bianca. La neve da De Nittis a Morbelli», curata da Francesco Luigi Maspes e Enzo Savoia, con un contributo critico di Elisabetta Chiodini, documenterà, attraverso 25 opere di artisti quali Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Carlo Fornara, Gerolamo Induno, Angelo Morbelli, Telemaco Signorini e altri, quanto la neve sia stata elemento di forte suggestione per orientare la ricerca formale dei maestri della pittura italiana dell’Ottocento. La mostra milanese rappresenta una prima assoluta. Il tema della neve non era mai stato così approfondito. Da domani fino al 19/02 Ingresso 6 euro Non è bastato il sopralluogo dell’Ats, non sono bastate le denunce di alcuni politici locali. L’hub di via Sammartini continua ad accogliere profughi. Anche se all’interno del centro di accoglienza c’è il rischio che si propaghino epidemie di malattie infettivie, come scabbia e varicella. Questa è accoglienza? Far «convivere» centinaia di profughi in spazi ristretti, con pochi bagni, quando non sono addirittura largamente sopra il numero consentito, può rivelarsi pericoloso. Il Comune non ha minimamente preso in considerazione l’idea di chiudere il centro, forse perché non sa dove metterli, dato che anche gli altri hub della città sono stracolmi. Alla Montello ne verranno distribuiti altri trecento, è stata riaperta una biblioteca per ovviare al problema.Quando tutto sarà pieno e non ci sarà più posto, vorrei vedere dove si troverà lo spazio fisico per questa presunta accoglienza. Anche il governo,in questa situazione,non sta facendo nulla per risolvere i problemi. Milano non può sobbarcarsi quest’emergenza interamente da sola. La situazione è ormai al collasso e rischia di esplodere con pesanti conseguenze. Giuliano N. e.mail MILANO Termine lavori: fine 2017. Via Vincenzo Foppa fra Via Montevideo e Viale Coni Zugna: lavori fino alle 20:00 del 31 dicembre 2016 Via Ascanio Sforza: fra Via Scoglio di Quarto e Via Conchetta divieto di transito fino alle 03:00 del 31 ottobre 2016. Traffico difficoltoso in: Viale Bianca Maria: fra Via Mayr Giovanni e Via Vincenzo Bellini restringimento di carreggiata causa cantieri in direzione Piazza 5 Giornate. Termine: oggi 20 Ottobre 2016. Mostra sulla neve al GAMManzoni Continua l’emergenza profughi Ormai non passa giorno senza che sui mezzi pubblici della città non ci siano allarmi bomba o presunti tali. Per fortuna, nella grande maggioranza dei casi si tratta di zainetti o altri oggetti personali dimenticati da viaggiatori distratti, però l’ansia e la paura non possono che crescere. Quindi faccio un appello a chi prende i mezzi: evitate di dimenticare oggetti che possano gettare nel panico migliaia di persone. Con tutti i disagi che ne derivano, con la sospensione della circolazione. Ormai sta diventando un’abitudine, ma non è per niente bella. Turno diurno (dalle ore 8,30 alle ore 21,00) ::: appuntamenti Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected] Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42, 20129 Milano. PAURA SUI MEZZI Farmacie LE GIRAFFE 16.20-18.50-21.15 16.30-18.40-20.45-22.50 16.20-18.30-20.40-22.45 16.40-18.40-20.40-22.40 17.40-20.20-22.45 17.30-19.30 21.30 19.00-21.15 16.30 17.00-18.50-20.40-22.30 17.10-19.15-21.20 17.00-19.00-21.00 SESTO SAN GIOVANNI C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547 SKYLINE MULTIPLEX American Pastoral 15.00-17.30-20.00-22.30 Qualcosa di nuovo 15.30-18.15-20.15-22.20 Piuma 15.15-17.40-20.20-22.30 Pets - Vita da animali 15.40-17.40-19.40 Cicogne in missione 15.20-17.30-20.10 Inferno 22.10 Inferno 15.30-18.30-21.30 Alla ricerca di Dory 15.30-17.45-20.00 Bad Moms - Mamme Molto Cattive 22.40 I Babysitter 15.30-18.30-20.30-22.35 Jack Reacher - Punto di non ritorno 15.00-17.30-20.00-21.30-22.30 Inferno | Imax 15.00-17.30-20.00-22.30 CRONACA __Giovedì 20 ottobre 2016__ 39 @ commenta su www.liberoquotidiano.it E a Milano inizia la mostra di Nathan Sawaya Fermata a Malpensa Mattoncini per produrre meglio Adesso il Lego entra in azienda Peruviana di undici anni fa il corriere della droga In valigia 2 chili di coca stweb, Roche farmaceutica Svizzera e Boeing Europa. Dal 2010 il modello è diventato open source, creando la necessità di salvaguardare qualità e metodologie originarie. Nascono così le associazioni di Master Trainiers, le uniche certificate per formare i facilitatori Lego SP, consulenti che disegnano workshop specifici a seconda delle imprese. Ci sono solo 8 persone al mondo che possono rilasciare la vera certificazione LSP e l’argentino Lucio Margulis è l’unico che tiene i training in italiano. Collabora con l’associazione Cocoon Projects che ha organizzato la prima Lego Serious Play Fest al mondo a Milano (fino al 23 ottobre 2016). «La metodologia non permette di mentire perché ciò che disegniamo dice la verità su quello che pensiamo - racconta Lucio Margulis. Le decisioni vengono prese dopo aver ascoltato tutti i punti di vista, per questo il sistema Lego funziona con le culture aziendali aperte e democratiche», conclude il trainer argentino. Da ieri il capoluogo ospita anche la mostra “The Art of The Brick” di Nathan Sawaya. Più di 100 opere d’arte, come la Gioconda, la Venere di Milo e la Ragazza con l’orecchino di Perla, realizzate con un milione dei famosi mattoncini saranno esposte alla Fabbrica del Vapore fino al 29 gennaio 2017. ■■■ Trasportava due chili di cocaina nella valigia la bambina di appena 11 anni che, ieri, è stata fermata all’aeroporto di Malpensa dagli uomini della Guardia di finanza. Già, a insospettire i militari italiani mentre stavano controllando le liste di volo relative alle tratte considerate maggiormente a rischio per il traffico di sostanze stupefacenti è stato proprio il fatto che la piccola viaggiasse sola. Senza mamma e papà, e fino a Lima,in Perù, con addirittura uno scalo tecnico a Madrid. Così le Fiamme gialle hanno cercato di vederci un po’ più chiaro. Per non turbare la minore hanno recuperato i due borsoni che aveva imbarcato (prendendoli dal nastro trasportatore) e lo zainetto usato dalla ragazzina come bagaglio a mano. Alla presenza dei colleghi dell’Agenzia delle dogane li hanno aperti e dentro ci hanno trovato ben dodici oggetti di artigianato locale peruviano: pieni zeppa di cocaina, però. C’erano quattro monili in legno, sette quadri di stoffa che raffiguravano immagini sacre e pure una madonnina di ceramica. La droga superava i due chili di peso ed è stata immediatamente sequestrata. La madre della bambina (che,quindi, è stata usata come corriere dello spaccio internazionale) stava aspettando la figlia nella sala degli arrivi, ma ha dovuto attendere parecchio: prima di decidere di affidarle la piccola, infatti,il pm del tribunale dei minori di Milano, Mario Saracino, ha controllato che non avesse carichi penali pendenti. «Un caso singolare», commenta il tenente colonnello Giuseppe Bua della Guardia di finanza milanese, «normalmente non c’è un utilizzo sistematico dei bambini per trasportare la droga: è rarissimo il ricorso ai minori. Ma in questo caso i borsoni erano troppo grossi e grandi per una ragazzina». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Aiuta a studiare strategie e risolvere problemi, 8 guru nel mondo. «Conta l’idea non la gerarchia» ::: segue dalla prima ALESSIA ALBERTIN (...) «Il mondo è cambiato - racconta Lucio Margulis, uno dei soli otto trainer certificati al mondo - Le ditte non capiscono che oggi, soprattutto i giovani, se ne fregano della gerarchia, non è più importante. Nel mondo digitale quello che conta è condividere le informazioni. In una riunione di solito partecipano quelli che comandano. Il metodo Lego sibasa sul presupposto che l’idea migliore potrebbe arrivare dall’ultimo. Ad esempio la Pixar è nata dall’idea di un dipendente della Disney di fare un film digitale, ma l’azienda non l’ha ascoltato e lui ha trovato un finanziatore, Steve Jobs, per fondare una sua impresa. E dopo il successo di Toy Story, la Disney ha acquistato la Pixar». Grazie alla metodologia ideata da Robert Rasmussen, responsabile di prodotto della Lego presso il laboratorio delMIT, i mattoncini facilitano il pensiero, la comunicazione e l’analisi profonda per la soluzione di problemi complessi, sia a livello individuale che di team. Il modello può essere applicato in variambiti. Può sviluppare una strategia operativa in tempo reale, una leadership, una cultura condivisa in fasi di avvio o fusione di aziende, ma anche promuovere l’uguaglianza digenere ed esplorare scenari fu- Un esempio del metodo Lego Serious Play turi.«Gli strumenti aziendali di solito non sfruttano i pensieri profondi e irrazionali - spiegano Claudia Pellicori e Stelio Verzera, membri fondatori di Cocoon Projects e facilitatori certificati nella metodologia Lego Serious Play - invece questo metodo permette di conoscere a fondo quello che ciascuno pensa e sente su un tema e diutilizzare al massimo le capacità e le idee di ognuno. Il Lego SP è l’unico modo per inte- grare il sapere dell’ultimo arrivato con quello dell’ad perché tutti sono sullo stesso livello. Inoltre non si parla delle persone ma del modello costruito dai partecipanti e questo aiuta a dare feedback ai capi in modo non invasivo». A partire dagli anni’90 la metodologia Lego SP si è diffusa in tutto il mondo ed è stata utilizzata da organizzazioni come la Nasa, la Commissione Europea, Microsoft, Fa- __Giovedì 20 ottobre 2016__