IL MILK BAR ESPLODE, CONTINUA LA BATTAGLIA D` ALGERI

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IL MILK BAR ESPLODE, CONTINUA LA BATTAGLIA D` ALGERI
IL MILK BAR ESPLODE, CONTINUA LA BATTAGLIA D’ ALGERI
Il Milk Bar esiste ancora in pieno centro di Algeri, al 40 di rue Larbi Benmhidi, la via è
dedicata a chi ordinò allora la sua esplosione, ed è vicino alla Livrerie du Tiers Monde
dove quando posso compro libri . Ha tavolini all’ aperto che danno sulla piazza Emir
Abdelkader.
Milk Bar ad Algeri oggi
È un tardo pomeriggio del primo giorno di ottobre ed è ancora estate. Fa caldo. In una
spiaggia vicino a Bab el Oued, da dove vengo, c’è ancora gente che nuota a mare,
giovani che giocano e ragazze in costume in barba agli islamisti che ancora imperversano
in città e a volte la macchiano di sangue. Penso a quando il Fronte di Liberazione
Nazionale (FLN) lo fece esplodere durante la Battaglia d’ Algeri. Una battaglia persa, ma
che, come tutte quelle che si combattono in Algeria dal 1 novembre 1954 al !962
contribuisce alla sconfitta del colonialismo francese. Mi aiutano le immagini del film di
Gillo Pontecorvo che mi vengono in mente.
Sono le sei e mezza del tardo pomeriggio, quasi sera ,di domenica 30 settembre 1956,
quando una deflagrazione squassa il Milk Bar, mandandolo in frantumi. Il locale è affollato,
i morti sono tre ed i feriti una dozzina. La bomba che causa l’esplosione è deposta poco
prima da Zohra Drif una giovanissima militante, ha 22 anni, del Fronte di Liberazione
Nazionale.
In un’ intervista rilasciata in Marzo 2012 al giornalista Malik Ait Audia, del settimanale
francese Marianne racconta e spiega la sua azione di guerriglia urbana.
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Zohra Drift stringe la mano a Nasser
Perché l’ attentato?
Erano mesi che degli estremisti dell’Algeria francese mettevano bombe nei quartieri
francesi. Queste bombe che hanno fatto centinaia di morti, erano messe con la complicità
della polizia per terrorizzare il popolo algerino che sosteneva l’ FLN. Questa campagna di
bombe è culminata con l’attentato della Rue de Thèbes, in piena Casbah. Questa bomba
messa all’una del mattino durante il coprifuoco, fece una carneficina, molte case sono
crollate su coloro che le abitavano, si sono contati diverse decine di cadaveri. Fu evidente
che la polizia coloniale non fece nulla. Fuori Algeri, l’esercito francese distruggeva i
villaggi, se la prendeva con la popolazione civile che bombardava a tappeto, deportava
centinaia di migliaia di persone in campi appositi. L’ esercito conduceva una guerra totale
contro il popolo algerino. L’obiettivo chiaro era di terrorizzare il popolo algerino per fargli
perdere ogni fiducia nella capacità dell’FLN di lottare e di proteggerlo.
Perché mettere una bomba al Milk Bar?
Si. L’ obiettivo dell’ azione decisa dalla direzione dell’ FLN , era di portare d’ora in avanti
la guerra dentro le popolazioni civili europee che erano parte di questa guerra, esigendo di
proteggere l’ organizzazione con qualsiasi mezzo. Io l’ho fatto liberamente , tanto che
condividevo totalmente la lettura politica della mia direzione.
Era cosciente che se la prendeva con degli innocenti?
Non è a me che bisogna chiedere conto per questa bomba, ma ai poteri francesi che dal
1830 hanno schiavizzato il popolo francese utilizzando i metodi più barbari. Di che cosa
erano colpevoli i milioni di Algerini uccisi dal 1830? Di che cosa erano colpevoli gli abitanti
dei villaggi distrutti dal napalm? Di che cosa erano colpevoli le vittime di una guerra totale
fatta nelle nostre campagne con i mezzi del quarto esercito mondiale sostenuto dalla
NATO? Io non sono nata per uccidere, non ho avuto nessun piacere personale a mettere
quella bomba, ma eravamo in uno stato di guerra, una guerra stata che ci era stata
imposta dal 1830. Come ha dichiarato il grande Larbi Ben M’hidi al generale Bigeard dopo
il suo arresto e prima di essere assassinato: “ Avremmo volentieri anche fatto a pezzi le
nostre ceste contro gli arerei e i carri armati dell’esercito francese.”
Zhora Drif sentiva dell’odio?
Mai. Non eravamo stati cresciuti nella cultura dell’odio. Il Fronte di Liberazione Nazionale
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fin dal 1 Novembre 1954 aveva dichiarato che facevamo la guerra al colonialismo francese
e non al popolo francese. Alcuni francesi con molto coraggio ci hanno sostenuto perché
credevano essere loro diritto quello di rimanere fedeli agli ideali che hanno fondato la
Repubblica Francese.
La moujahidina Zhora Dtift, di 78 anni, spiega oggi con lucidità perché aveva fatto saltare
in aria il Milk Bar, un episodio non isolato
La battaglia d’ Algeri di cui l’esplosione del Milk Bar è un episodio, è la messa in atto di
una frase di Larbi Ben M’hdi, uno dei capi dell’insurrezione del 1 novembre 1954, la “
toussaint rouge” :
“ Mettez la revolution dans la rue, et vous la verrez reprise e portée par de milions
d’homme”
“
Portate la rivoluzione nella strada, e la vedrete ripresa e sostenuta da milioni di
persone”
Va detto che Algeri in quegli anni è una città doppia ma non nettamente divisa, come
per esempio Asmara, i bianchi da una parte ed i neri dall’altra, ma un mosaico complesso
di quartieri europei e mussulmani collegati tra loro. In alcuni casi si mescolano. La
Casbah,la parte alta della vecchia città araba, è un labirinto di stradine, in mezzo ai
quartieri europei costruiti nel xix e xx secolo, la Marina, Bab el Oued, Bab-Azoum,
Mustapha, El Biar, che alloro volta erano circondati ad quartieri mussulmani vicini al porto
o sulle colline: Belcourt, Clos Salambier, Climat de France. Qui vivevano anche europei
poveri i petites blanches . Un esempio è Albert Camus cresciuto a Belcourt. La
popolazione mussulmana a causa della maggior fecondità e dell’immigrazione interna
dalle campagne aumentava più rapidamente dei bianche ed si ammassava in alloggi stretti
ed insalubri, nelle baraccopoli e nei casermoni di edilizia popolare.
È questo il campo di battaglia della battaglia d’ Algeri, che secondo gli storici, Benjamin
Stora per esempio, inizia quando in gennaio del 1957 arrivano i paracadutisti di Massu per
normalizzare una situazione di guerriglia urbana permanente. Vale la pena ricordare che
dopo il ghigliottinamento il nella prigione Barberousse di due patrioti il 19 giugno 1956, dal
giorno dopo al 22 una cinquantina di colonialisti francesi sono giustiziati , uccisi o feriti, in
72 azioni di guerriglia urbana, con colpi di pistole o con granate.
Youcef Saadi
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Larbi Ben M’hidi
Quando il 25 settembre Youcef Saadi ha l’approvazione di Larbi Ben M’hidi, ha alcune
bombe artigianali, funzionanti e custodite nella Casbah. Yacef e Ben M’idhi avevano
individuati nel centro d’ Algeri: il Milk Bar, la Cafeteria e l’ufficio d’ Air France. L’idea di
impiegare tre giovani militanti è di Yaccef, che tra l’altro nel film di Gillo Pontecorvo
interpreta se stesso. Le ragazze oltre Zhora Drif sono Samia Lakhdari et Djamila
Bouhired. Sono belle, eleganti vengono da un’ambiente borghese e possono eludere
senza difficoltà i posti di blocco. È Youcef , che nel film di Pontecorvo interpreta se stesso,
che guida l’azione. Il 30 settembre le tre ragazze velate, indossano haiks bianchi lo
incontrano in una casa sicura di rue des Abdreames ed è lui che solo allora spiega cosa
devono fare ed il significato. Alle sei devono mettere 3 bombe in tre luoghi nel centro di
Algeri perché così ci faremo conoscere prendere su serio. Vedendo il loro stupore
racconta loro quello che ha visto il 10 agosto a rue des Thebes, le case crollate i bambini
morti ii feriti, i gemiti di dolore. Sicure di quello che devono fare per il bene della causa, si
tolgono l’hak. Djamila ha un vestito leggero, stampato, Zohra è in pantaloni con un
pullover e Samia ha un vestito molto semplice color azzurro. Tutte e tre hanno una borsa
da spiaggia. Dopo che Youcef da loro tre scatole in legno dove sono le bombe regolate a
esplodere alle 6,30, Kouache è il nome del tecnico che ha fissato l’orario, escono dalla
Casbah e s’incamminano verso i luoghi da far esplodere. Le scatole in legno di un certo
volume sono nascoste sotto un costume da bagno ed un asciugamano da spiaggia. I posti
di controllo, in tre differenti uscite dal quartiere arabo sono superati facilmente. Bastano
un sorriso ed una frase gentile ai soldati che controllano.
Zohra, Djamila, Samila ed una quarta militante del Fronte
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Quella domenica sera il Milk Bar dove si mangiano i migliori gelati d’ Algeri è affollato di
giovani di ritorno dalla spiaggia. Vi sono anche molti bambini accompagnati dai genitori.
Zohra è sola e si siede ad un tavolo al centro della sala. Gli uomini non possono fare
ameno di guardarla. È una bella ragazza. Anche Zohra non può fare a meno di guardare,
innanzitutto i bambini. Ma pensa alle parole di Saadi su quello che è accaduto a rue de
Thèbe, a quello che si sa sulle torture, ai villaggi massacrati. Dopo aver pagato il suo
gelato si alza ed esce con passo sicuro. La borsa con la bomba è lasciata sotto il tavolo.
Sono le 18.20.
Samia si fa accompagnare dalla madre, anche lei vestita all’europea. Al bar La Cafeteria,
in rue Michelet di fronte all’Università bevono in piedi al banco due coca cola. Samia lascia
scivolare ai piedi del banco la borsa ed escono. Sono le 18.29.
Il Milk Bar e La Cafeteria esplodono alle18.35. La bomba agli uffici Air France resta
intatta, Kouache che è alle prime armi come artificiere, sbaglia i collegamenti. Vanno in
frantumi muri, vetri, arredamenti e tavolini, ma è soprattutto pesante il bilancio di morti,
amputati e feriti.
Il Milk Bar dopo la bomba
In città si diffonde il panico ed il messaggio della resistenza algerina scritto con il sangue:
“Francesi, Algeri e l’Algeria non sono casa vostra”
Gli uomini del Fronte di Liberazione Nazionale percorrono le stradine oscure della Casbah
gridando. “ Siete stati vendicati. Il Fronte di Liberazione Nazionale a fatto pagare l’
attentato di rue de Tèbhes.Rimanete vigili. La attaglia non è che iniziata. Bisogna
che diate fiducia al Fronte di Liberazione Nazionale, questa sera avete avuto la
prova.”
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Festa dell’indipendenza ad Algeri
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