Nouvelles n°7 - Société de la Flore Valdôtaine

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Nouvelles n°7 - Société de la Flore Valdôtaine
ADMINISTRATION DE LA S.F.V.
Présidente:
Chantal Trèves
Président-adjoint:
Francesco Prinetti
Conseillers:
Davide Bolognini, Frédéric Bondaz, Maurizio Bovio, Ermanno Dal Molin,
Carlo Lyabel, Giovanni Maffei, Dario Margaroli, Rosanna Piervittori
Contrôleurs aux comptes:
Massimo Bocca, Ivo Lavoyer
Prud’hommes:
Erich Avondet, Francesco Simone
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NOUVELLES DE LA SOCIÉTÉ DE LA FLORE VALDÔTAINE
Nouvelles de la S.F.V. pubblica, in lingua italiana o francese, articoli a carattere divulgativo
riguardanti aspetti naturalistici di particolare interesse per la Valle d'Aosta, resoconti sulla attività della S.F.V., notizie dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre, dal Giardino
botanico alpino «Chanousia» e da altri giardini botanici, musei e parchi naturali, recensioni.
La collaborazione è aperta a tutti. La priorità sarà comunque data ai Soci della S.F.V. Il
Comitato di Redazione di Nouvelles de la S.F.V. si riserva il giudizio insindacabile sulla scelta
del materiale da pubblicare. Le opinioni esposte negli articoli firmati impegnano unicamente i
rispettivi autori. Gli articoli possono essere riprodotti solo se è citata la fonte. Le comunicazioni dovranno pervenire alla redazione di Nouvelles de la S.F.V. (3, rue J.-B. de Tillier - 11100
Aosta) entro il 30 settembre di ogni anno. Gli scritti di cui si richiede la pubblicazione dovranno pervenire memorizzati su CD o chiavetta USB e non dovranno superare le 4 cartelle.
SOCIÉTÉ DE LA FLORE VALDÔTAINE (S.F.V.)
Si trascrive il testo dell'art. 3 dello Statuto della S.F.V.
“Les buts spécifiques de la Société de la Flore Valdôtaine sont les suivants:
· étude et diffusion de la connaissance des sciences naturelles et de la géographie
physique;
· défense et conservation du milieu naturel et du paysage, sous toutes leurs formes et
sous tous leurs aspects;
· protection des espaces verts dans l’aménagement du territoire;
· association de toutes les personnes qui sont intéressées par ces buts”.
Modalità di rinnovo annuale dell'associazione alla S.F.V.
La quota annuale di Euro 25,00 (soci ordinari) o di Euro 10,00 (studenti) o di almeno Euro 50
(soci benefattori) può essere versata sia presso la sede della S.F.V. (3, rue de Tillier - Aoste) il
martedì ed il giovedì dalle ore 9 alle 12 ed il sabato dalle ore 9 alle 11, sia per posta sul c/c
11842119 intestato alla Société de la Flore Valdôtaine - via de Tillier, 3 - 11100 Aosta.
La S.F.V. pubblica annualmente un periodico a carattere scientifico (Revue Valdôtaine
d'Histoire Naturelle) ed uno a carattere divulgativo di informazione sulla vita societaria
(Nouvelles de la S.F.V.). Entrambe le pubblicazioni sono distribuite a tutti coloro che sono in
regola con la quota associativa.
Direttore responsabile della Revue d'Histoire Naturelle: Dr. Maurizio Bovio
Direttore responsabile di Nouvelles de la S.F.V.: Dr. Carlo Lyabel
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TABLE DES MATIÈRES · SOMMAIRE
Avant-Propos Chantal Trèves . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . page 4
Éditorial Carlo Lyabel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . page 7
ASSEMBLÉES GÉNÉRALES 2008
Procès-verbal de l'Assemblée Générale du 19 avril 2008. . . . . . . . . . . . . . . . . . page 8
Procès-verbal de l'Assemblée Générale du 13 décembre 2008 . . . . . . . . . . . . . . page 11
ACTIVITÉS DE LA SOCIÉTÉ PENDANT L’ANNÉE 2008
EXCURSIONS BOTANIQUES ET VOYAGES DE LA S.F.V.
26/27 luglio 2008 : Vallon du Fournel et Col du Lautaret Francesco Prinetti . . . . page 14
8 agosto 2008: L’Abbé Henry
e i licheni della Valpelline Francesco e Geneviève Prinetti . . . . . . . . . . . . . . . page 16
CONFÉRENCES
Presentazione del libro
“Guida alla Flora della Valle d’Aosta” Francesco Prinetti . . . . . . . . . . . . . . . .
Archeologia del paesaggio: l’approccio palinologico Chantal Trèves . . . . . . . . .
Flora e vegetazione della Val Ferret:
Biodiversità e conservazione Isabella Vanacore Falco . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Key-to-Nature: Nuovi strumenti per insegnare
ed imparare la biodiversità Rosanna Piervittori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vegetazione d’alta quota e ripristino delle piste di sci Chantal Trèves . . . . . . .
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MUSÉE, JARDINS BOTANIQUES, PARCS · MUSEO, GIARDINI BOTANICI, PARCHI
Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre, Attività 2008
Rosanna Piervittori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Chanousia: rapport sur la saison d’été 2008 Barbara Barisani . . . . . . . . . . . . .
Estate 2008 al Giardino Alpino Saussurea Isabella Vanacore Falco . . . . . . . . . . .
Parco Naturale Regionale Mont Avic: attività 2008 Massimo Bocca . . . . . . . . . .
Schede: Laura Poggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
THÈMES DE RÉFLEXION
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Assetto degli spazi verdi contigui a nuovi edifici abitativi Carlo Lyabel . . . . . . . . page 35
Souvenirs 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . page 36
À la découverte du milieu valdôtain:
il lichene Thamnolia vermicularis (Sw.) Schaer. Rosanna Piervittori . . . . . . . . page 39
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AVANT-PROPOS
Il 2008 è stato un anno molto importante per
la Société de la Flore Valdôtaine, che ha festeggiato i 150 anni dalla sua fondazione. Un
programma nutrito di eventi ed una produzione scientifica importante hanno segnato il
calendario per quasi tutti i mesi.
Gli obiettivi straordinari che erano stati prefissati sono stati raggiunti grazie al supporto
dell’Assessorato alla Istruzione e Cultura che,
con un finanziamento straordinario, ci ha permesso di sostenere un programma editoriale
molto impegnativo, e grazie alla Presidenza
del Consiglio regionale che ha garantito la
riuscita della cerimonia del 13 dicembre. Un
caloroso ringraziamento va quindi al
Presidente del Consiglio Albert Cerise e
all’Assessore Laurent Viérin per quanto hanno
fatto.
Tante sono le cose realizzate; questo numero
di Nouvelles ve ne darà una ampia sintesi.
Mi limiterò pertanto a ricordare qui solo due
momenti particolari.
Il 29 novembre, in occasione dell’assemblea
annuale dell’Accadémie Saint Anselme, il suo
Presidente Prof. Pier Giorgio Thiébat mi ha
invitata a tenere una allocuzione sulla
Société. Invito che ho accolto con grande piacere, tanto più che l’Académie Saint Anselme
potrebbe essere considerata come la sorella
maggiore della SFV, essendo stati i soci fondatori di questa membri dell’altra. Ho quindi
presentato ad un pubblico assai numeroso e –
mi è parso – molto attento, tra cui Monsignor
Anfossi, Vescovo di Aosta, una breve conversazione sulla storia della nostra Société, sviluppando come tema centrale quello dell’erbario e di quella vera e propria epopea scientifica concretizzatasi nella catalogazione
della flora della Valle d’Aosta.
Il secondo evento si riferisce alla cerimonia
del 150esimo anniversario della Société de la
Flore del 13 dicembre, che è stata organizzata in occasione dell’assemblea d’autunno,
presso il salone delle manifestazioni del
palazzo regionale. Hanno preso la parola per
un saluto il presidente della Regione, Augusto
Rollandin, il Vice presidente del Consiglio,
André Lanièce, in rappresentanza del
Presidente Albert Cerise – socio della SFV fin
dal 1971 ma impossibilitato ad essere presente – e l’Assessore dell’Agricoltura e Risorse
naturali Giuseppe Isabellon. L’Assessore alla
Istruzione e Cultura Laurent Viérin non ha
invece potuto partecipare a causa di impegni
precedentemente presi.
Sono intervenuti con affettuosi saluti anche i
presidenti delle Associazioni culturali valdostane vicine alla storia della SFV: l’ Académie
Saint Anselme con il suo presidente Giorgio
Thiébat, la Sezione di Aosta del Club Alpino
Italiano con Aldo Varda, la Société Valdôtaine
de Préhistoire et Archéologie con Damien
Daudry, e il Comité des Traditions Valdôtaines
con Enrico Tognan.
I soci ri-fondatori iscritti negli anni 1971-1972
e ancor oggi presenti nella SFV sono stati premiati con un omaggio ricevuto dalle mani
delle autorità presenti. Vogliamo ricordarne
qui i nomi: Vanna Dal Vesco, Carlo Lyabel,
Maria Francesca Riconda, Eric Avondet,
Francesco Simone, Emilia Brivio, Joseph
Rivolin, Paolo Castello. Un omaggio è stato
offerto nei giorni successivi anche al
Presidente Albert Cerise, anche lui pioniere
della ri-nata Société in quanto socio fin dal
1971.
La cerimonia si è conclusa con una conversazione di David Aeschimann sul gruppo di
Gentiana acaulis.
Al termine della mattinata un graditissimo
rinfresco offerto dalla Presidenza della
Regione ha allietato ancor più gli animi.
Voglio, in conclusione, ringraziare a nome
della SFV tutti coloro che si sono dedicati per
la buona riuscita dell’evento ed in particolare
Gabriella Viérin, Elisa Santelli e tutto il consiglio direttivo della SFV.
Un grazie particolare va poi allo staff della
Presidenza del Consiglio regionale che ci ha
supportato con grande competenza e simpatia.
Riporto in conclusione il testo del mio intervento in occasione della cerimonia dei 150
anni della SFV.
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les valdôtains eux-mêmes.
C’est pour cela que la SFV c’est engagée, pendant les longues années de son histoire, à
recueillir un herbier, à enrichir les connaissances sur la Flore de la Vallée d’Aoste - aventure pas encore conclue - à construire un jardin botanique de haute montagne – Chanousia
- et à en soutenir plusieurs autres, à réaliser
un Musée de sciences naturelles qui a été le
noyau de l’actuel Musée Régional de SaintPierre. Ce sont là des exploits qui ont vu la
SFV dans un rôle générateur, les ayant faits
naître et accompagnés pour un long bout de
leur parcours. Aujourd’hui, ils continuent à
évoluer de façon autonome grâce à l’intervention fondamentale de l’Administration
régionale.
La SFV continue de nos jours à contribuer
directement à l’épanouissement des sciences
naturelles dans notre pays. Sa revue scientifique, qui voit aujourd’hui la parution de son
62ème numéro, fête ses 106 ans de vie. Une
revue qui a eu l’honneur de la sixième place
dans l’inventaire des revues italiennes pour
nombre de articles sur la flore vasculaire
parus tout au long de son histoire et pour
laquelle nous vérifions aujourd’hui la possibilité de l’insérer dans les circuits internationaux des revues scientifiques reconnues.
Les conférences et les sorties que nous organisons chaque année ont pour but de faire
connaître, pas seulement à nos sociétaires
mais à tous ceux qui sont intéressés, l’actualité du débat scientifique dans les différents
domaines des sciences naturelles, comme
toute recherche scientifique en cours dans
notre vallée, racontée de la bouche même des
chercheurs qui sont engagés dans ce travail
dur mais passionnant.
Signor presidente della Regione
Signor presidente del Consiglio
Signori assessori e signori consiglieri
Cari soci e amici della SFV,
Sono lietissima di essere qui insieme a voi oggi
per celebrare i 150 anni di una istituzione che
ci è cara per tanti motivi.
Per le idee che ha rappresentato
Per i traguardi che è riuscita a raggiungere
Per la determinazione, la caparbietà di chi ci
ha preceduto nel mantenere vivo l’impegno,
nel raccogliere ancora una volta il testimone
quando tutto sembrava ormai perduto.
Il y a 150 ans, c’était le 1858, huit personnes
se sont rencontrées ici à côté – au Collège
Saint-Bénin. Au cours de cette réunion historique la Société Valdôtaine de Sciences
Naturelles fut fondée. Quelques années plus
tard, elle prendra le nom de Société de la
Flore Valdôtaine.
L’âme de la société fut le Chanoine Georges
Carrel, qui dans son « Introduction à la flore
valdotaine. Aux jeunes botanistes » de 1858,
la même année de la fondation de la SFV, écrivait : « Tous les pays voisins, l’Allemagne,
l’Autriche, la Suisse, le Piémont et la France,
ont leur flore, et la Vallée d’Aoste n’a pas
encore la sienne. Il est temps d’y mettre
main. Qu’il me soit permis, à cette fin, de
faire un appel à tous le Valdôtains, et de leur
indiquer les ouvrages qu’il peuvent consulter
pour former un herbier classique. »
C’est là un message capital qui encore aujourd’hui nous appartient : la connaissance de
notre flore, de notre territoire, des différents
aspects du milieux naturel de notre vallée
doit être avant tout un engagement pris par
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Se siamo ancora oggi presenti e attivi nel
panorama culturale della regione, un fondamentale grazie deve essere dato innanzitutto
all’Amministrazione regionale che ci ospita
oggi e ci garantisce ogni anno i fondi per poter
pubblicare le riviste della Société e organizzare tutta l’attività di divulgazione scientifica
attraverso le conferenze e le uscite in campo.
Essa inoltre ci coinvolge nella gestione del
Museo Regionale di Scienze Naturali e dei
Giardini alpini permettendoci così di continuare a vegliare su quanto i nostri predecessori hanno realizzato.
Un grazie in conclusione, ma non per questo
meno sentito, va anche a chi ha avuto il
coraggio di rifondare la SFV negli anni settanta del secolo scorso, portandola a nuova vita
dopo l’annientamento del periodo bellico,
facendola prosperare durante questi 37 anni
fino a raggiungere traguardi di cui non si può
che essere fieri. Un grazie quindi a tutti voi,
soci e sostenitori della Société. Un grazie
tutto particolare a quelli che c’erano nel 1971
e 72, agli inizi, e che ancora oggi sono qui con
noi.
E, soprattutto, un pensiero affettuoso e riconoscente a due grandi uomini: Efisio Noussan,
presidente e anima della SFV dal 1971 al 2001,
e Bruno Peyronel, che assicurò l’autorevolezza scientifica necessaria ai primi passi nella
nuova società.
Un settore del palco alla festa dei 150 anni della Société
La nostra Presidente Chantal Trèves
Rollande Mazollier, Maurizio Bovio e Rosanna Piervittori
Un settore del pubblico
La Presidente della S.F.V.
Chantal Trèves
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ÉDITORIAL
LE PRÉSENT ET LE FUTUR
DE LA SOCIÉTÉ DE LA FLORE VALDÔTAINE
La récente célébration du 150ème anniversaire
de la Société de la Flore Valdôtaine a eu pour
nous une grande importance, car elle a marqué une étape significative dans le parcours
et l’évolution de notre association. En même
temps, elle nous donne un élan vers un futur
qui se présente plein de problèmes pour la
sauvegarde de la nature et de l’environnement sous tous leurs aspects.
Cela veut dire aussi que nous aurons besoin de
la collaboration de tous les membres de l’association, dans les limites des possibilités de
chacun. En plus, nous avons la nécessité d’élargir et de diversifier sa composition.
Quant aux possibilités de collaboration, déjà
souhaitées dans l’éditorial du précédent
numéro de ce bulletin, qu’il soit bien clair
que la S.F.V. ne prétend pas de tous une préparation scientifique approfondie. Elle ne
demande que la mise à disposition, dans son
propre intérêt et surtout de celui de la collectivité, des capacités individuelles, qu’elles
soient modestes ou élevées.
Une façon efficace de collaborer personnellement à la sauvegarde du milieu tant naturel
qu’humanisé envers les dégradations provoquées par les activités humaines, pourrait
consister simplement dans la diffusion autour
de soi des connaissances et des considérations
faisant l’objet habituel de ce bulletin comme
de celui qui concerne l’Histoire Naturelle,
également édité par la S.F.V.
La Société de la Flore dans les jardins méditerranéens
(juin 2005)
Carlo Lyabel
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ASSEMBLÉE GÉNÉRALE DU 19 AVRIL 2008
Le 19 avril 2008 à 15h30 s'est tenue à la Bibliothèque régionale d'Aoste l'assemblée générale
de printemps de la Société de la Flore Valdôtaine, en seconde lecture, la première convocation n’ayant pas reçu le quorum.
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L'ORDRE DU JOUR ÉTAIT LE SUIVANT
Rapport moral de la Présidente
Bilan 2007 et budget 2008
Révision des statuts de la société
Revue Valdôtaine d'Histoire Naturelle et Nouvelles de la S.F.V.
Musée régional de Sciences Naturelles : situation et perspectives
Jardin botanique alpin Chanousia : programme d’été
Programme des excursions et conférences 2008
Programme des célébrations du 150ème anniversaire de la SFV (1858-2008)
Problèmes d’actualité, motions, propositions
1 RAPPORT MORAL DE LA PRÉSIDENTE
La présidente a ouvert la séance en saluant les membres présents, au nombre d’une trentaine
y compris les membres du conseil. 2007 a été une année d’essai pour le nouveau conseil de
direction. Elle récapitule ensuite brièvement les conférences qui se sont déroulées au cours
de l’année, à savoir : le bouquetin du Parc National du Grand Paradis, les S.I.C. (où la conférence a chaque fois été associée à une excursion sur le terrain), puis fait succinctement le
compte-rendu des excursions effectuées et signale que celle du vallon de Thuilette a été renvoyée à 2008. Dans le cadre de ses activités internes, la société a par ailleurs pourvu à réorganiser sa bibliothèque, convoqué des réunions préparatoires pour la célébration de l’anniversaire de ses 150 ans d’existence qui comporte un certain nombre de manifestations. Il faut également noter la nouvelle formule de distribution de la revue suite à l’augmentation des frais
postaux. Désormais, les revues ne seront plus envoyées par poste aux résidents à Aoste et communes limitrophes. Elles seront disponibles au siège de la société et devront être retirées
directement par les intéressés. La présidente constate que les excursions attirent plus de participants que les réunions théoriques. Toutefois certaines conférences obtiennent un succès
certain, comme celle tenue récemment par Elisabetta Brugiapaglia sur les pollens. Elle passe
ensuite à la présentation du bilan.
2 BILAN 2007 ET BUDGET 2008
Le trésorier n’ayant pu être présent à cette réunion pour raison professionnelle, la présidente
se charge de la lecture des bilan et budget. Outre le bilan, il est nécessaire de faire une déclaration de revenus. Pour l’heure, le bilan a été rédigé par Paul Creton. La présidente tient à
préciser que bilan et budget prévisionnel ainsi que les calculs détaillés sont accessibles à tous
les membres de l’assemblée et peuvent être consultés à la demande. Le bilan a été approuvé
par le conseil. Elle passe ensuite à la lecture du budget prévisionnel pour 2008 qui dénote des
frais élevés pour la célébration des 150 ans. Bilan et budget sont approuvés à l’unanimité des
membres présents à l’assemblée par vote à main levée.
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3 RÉVISION DES STATUTS DE LA SOCIÉTÉ
Afin de pouvoir réduire certains frais, et notamment les frais postaux, il serait nécessaire que
la société entre dans le cadre des Onlus. Cependant, le passage à Onlus nécessite un certain
nombre de procédures bureaucratiques complexes qui entraîneraient des frais supplémentaires, outre la révision des statuts. La présidence soumettra éventuellement à l’approbation de
l’Assemblée la demande de révision des statuts.
4 REVUE D’HISTOIRE NATURELLE ET NOUVELLES DE LA S.F.V.
M. Bovio prend ensuite la parole pour expliquer que la prochaine revue contiendra les articles
relatifs à un projet Interreg Alcotra Coordination et gestion des espaces Parc du Mont Avic et
Sic du mont Blanc ; à ce propos, la parole est donnée à Mme Tutino pour expliquer les buts de
ce projet. La revue accueillera une grande partie des travaux consacrés à cette initiative mise
en place par la Région et les organismes compétents. Les études ont eu pour but la récolte des
informations sur la mise à jour du plan de gestion du Parc Mont Avic, le plan de gestion des
Sic’s et l’étude des habitats sur les deux parcs. La présidente se félicite que la société puisse
gérer ces initiatives.
En ce qui concerne Nouvelles, F. Prinetti précise que pour l’instant la brochure sera publiée
sur le même modèle que l’année dernière, mais que sa présentation et son contenu seront ultérieurement modifiés. Il invite toujours à la collaboration au niveau des articles et explique les
problèmes de retard dus à l’imprimeur. Nouvelles est sous presse et sera disponible sous peu.
5 MUSÉE RÉGIONAL DE SCIENCES NATURELLES
R. Piervittori fait ensuite une présentation du projet de restructuration du musée et de la
structure qui l’abrite. Le projet définitif comprend une phase scientifique qui a été confiée à
deux groupes d’experts dans les diverses disciplines, le tout sous la houlette d’un coordinateur.
Elle rappelle les travaux de conclusion du projet Interreg auquel a participé le musée et les
publications qui en ont dérivé. Les opérations de déménagement des collections sont en cours.
Il s’agit de déplacer quelque 22.000 pièces. Cette tâche a été confiée à une entreprise de Turin
spécialisée en la matière pour le transport et la conservation. La deuxième phase sera le déplacement des livres qui seront stockés à Chavonne. Le musée est donc désormais fermé pour
toute la durée des travaux. Certaines pièces iront meubler une exposition temporaire au château d’Introd qui depuis l’année dernière est ouvert à la visite, et le musée assurera des initiatives itinérantes sur le territoire pendant sa fermeture.
6 JARDIN DE LA CHANOUSIA
La parole a été ensuite donnée à Barbara Barisani pour le compte-rendu des activités de la
Chanousia. Les prévisions pour l’été verront l’organisation d’un concert le 16 août par un trio
constitué d’une chanteuse, d’un pianiste et d’un flûtiste. En cas de mauvais temps, il sera
donné à l’hospice. Il est prévu également de refaire un dvd sur le jardin et de réaliser un ou
deux panneaux. L’ouverture est prévue pour la dernière semaine de juin en fonction des conditions météo.
Mme Tutino intervient pour informer qu’en ce qui concerne l’hospice, les nouvelles ne sont pas
brillantes. La situation semble bloquée. La fondation n’a pas l’intention de procéder à une
vente fragmentée et attend les décisions gouvernementales sur la destination de l’ensemble
des propriétés.
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7 PROGRAMME DES EXCURSIONS ET CONFÉRENCES 2008
En ce qui concerne le programme des activités 2008, celui-ci a été envoyé avec la convocation
à l’assemblée. La présidente donne brièvement la liste des conferences. La rencontre prévue
avec le Prof. Nimis pourrait déboucher sur la mise en place de cours de botanique. Mme Tutino
propose que soit envisagée - peut-être avec la Région - la mise en place de cours spécifiques.
Au niveau des sorties sur le terrain, la parole est laissée à F. Prinetti, qui donne quelques explications sur les diverses excursions qui seront faites au cours de l’été. Le Jardin du Lautaret
démarre le cycle de visites des jardins qui a été envisagé. Les programmes et descriptions des
excursions paraîtront sur le site internet de la Société pour consultation.
8 PROGRAMME DES CÉLÉBRATIONS DU 150ÈME ANNIVERSAIRE DE LA SOCIÉTÉ
La célébration proprement dite sera faite au moment de l’assemblée d’automne. Il s’agira
d’une demi-journée pendant laquelle seront organisés des colloques avec des personnalités qui
témoigneront de leurs travaux. En clôture, un rafraîchissement sera servi au cours duquel pourra être distribuée une copie anastatique de la carte que Carrel avait élaborée sur la Becca di
Nona.
9 PROBLÈMES D’ACTUALITÉ, MOTIONS, PROPOSITIONS
Aucune intervention n’ayant eu lieu, la présidente clôture la séance et donne la parole au Dr.
Achaz von Hardenberg qui présente, à l’aide d’un support multimédia, l’état des recherches
scientifiques conduites dans le Parc National du Grand Paradis.
L’ordre du jour étant épuisé et plus personne ne souhaitant prendre la parole, la séance est
levée à 17h30.
La Présidente
La Secrétaire de séance
Chantal Trèves
Rollande Mazollier
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ASSEMBLÉE GÉNÉRALE DU 13 DÉCEMBRE 2008
Le 13 décembre 2008 à 9h00 s'est tenue dans le salon des manifestations du Palais régional l'assemblée générale d’automne de la Société de la Flore Valdôtaine, en seconde lecture, la première convocation n’ayant pas reçu le quorum.
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L'ORDRE DU JOUR ÉTAIT LE SUIVANT
Rapport moral de la Présidente
Revue Valdôtaine d'Histoire Naturelle et Nouvelles de la S.F.V.
Musée régional de Sciences Naturelles : situation et perspectives
Jardin botanique alpin Chanousia : situation et programmes
Divers
1 RAPPORT MORAL DE LA PRÉSIDENTE
La présidente a ouvert la séance en saluant les membres présents, au nombre d’une vingtaine
y compris les membres du conseil. Cette année l’assemblée, qui se déroule dans le salon des
manifestations du Palais Régional, revêt un caractère différent étant liée aux célébrations du
150ème anniversaire de la fondation de la Société, qui commenceront à 10h00. Elle exprime à
ce propos le vœu que la participation soit plus concrète, compte tenu de la présence des personnalités du monde politique et scientifique et notamment celle du Président de la Junte
Régionale, Augusto Rollandin. Le rapport moral de la présidente, outre d’énumérer les diverses activités réalisées au cours de l’année 2008, comportera un historique de la S.F.V. et servira donc d’introduction à la cérémonie. Elle excuse les absents et lit les différents messages
reçus, notamment celui de Régine Bernard, présidente de la Société Murithienne. Cette dernière précise en outre dans sa missive qu’une excursion en commun avec les membres des deux
associations est en projet et sera organisée en 2010. L’autre message d’excuse émane du président de la Société de Sciences Naturelles de Haute-Savoie, Rolland Lo, qui réitère ses remerciements pour l’accueil reçu en 2003 lors de leur venue. Un autre absent aux célébrations, l’avocat Ferré de l’Ordre Mauricien qui s’occupe du jardin de la Chanousia et qui, dans sa lettre
d’excuse, exprime toute la considération qu’il porte aux activités. Les autres personnalités
importantes qui se sont excusées sont l’Assesseur à l’Éducation et à la Culture Laurent Viérin
engagé dans une autre manifestation, Walter Giuliano représentant de la Fédération Pro
Natura.
Elle passe ensuite la parole à Maurizio Bovio pour parler du numéro de la Revue qui vient de
sortir des presses de l’éditeur.
2 REVUE VALDÔTAINE D'HISTOIRE NATURELLE ET NOUVELLES DE LA S.F.V.
À 106 ans de sa fondation, ce volume, dont il invite les membres présents à retirer une copie,
est plus consistant que d’habitude car il rapporte les résultats des recherches effectuées sur
les sites Natura 2000 du mont Blanc et dans le Parc régional du mont Avic dans le cadre d’un
projet Interreg III A Alcotra COGEVA-VAHSA. Une trentaine de travaux de grande valeur scientifique relatifs à diverses disciplines telles que la botanique, la zoologie, la limnologie, la pédologie… Ces articles comportent de nombreuses études utiles à la rédaction des plans de gestion
territoriale et d’autres travaux dédiés aux actions de monitorage à effectuer sur les sites. Il
remercie le comité de rédaction de la revue pour le travail complexe effectué compte tenu de
la grande quantité de matériels reçus ainsi que le Service des Zones Protégées de l’Assessorat
de l’Agriculture et des Ressources Naturelle et Parc Naturel du Mont Avic qui ont apporté une
aide fondamentale dans la collecte et la vérification des articles, et les rapports avec les différents auteurs. Outre les travaux relatifs au Projet Interreg, la Revue développe une importante étude sur les chiroptères qui fait aussi le point sur les connaissances acquises jusqu’à pré12
sent sur ce groupe de mammifères. En plus des habituelles rubriques consacrées aux mentions
floristiques sur le territoire valdôtain, la Revue comporte un bref article-souvenir sur Bruno
Peyronel à l’occasion du 25ème anniversaire de sa disparition. Étant donné le caractère solennel de ce numéro spécial, il rappelle ensuite brièvement l’histoire de la Revue qui a été fondée en 1902 par J. Henry et L. Vaccari sous le nom de Bulletin de la Société de la Flore
Valdôtaine. Publié jusqu’en 1941, avec un total de 24 volumes, il cesse de paraître quand la
société est dissoute. Après 30 ans de silence, il réapparaît en 1971 quand la société renaît de
ses cendres grâce à Bruno Peyronel et Efisio Noussan, qui en seront aussi les directeurs. En
1975, il prend le nom actuel de Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle, plus adapté à une revue
qui présente des travaux ayant trait à toutes les disciplines scientifiques des sciences naturelles. Il atteint aujourd’hui sa 62ème édition. En 1999, la Revue voit la publication des index
généraux depuis 1902, par Giovanni Maffei. En 2002, la Revue a fêté ses 100 ans. Comme c’est
souvent le cas, la Revue a un impact plus important hors de nos frontières bien qu’elle ne soit
pas en vente. Distribuée gratuitement aux membres de la Société, elle est échangée avec les
revues à caractère similaire émanant d’organismes de renom tels que Universités, musées de
sciences, etc. d’une quinzaine de pays, y compris le Japon et le Canada. Ces échanges ont permis de constituer une bibliothèque scientifique d’un certain poids qui a élu domicile dans les
salles du Musée Régional de Sciences Naturelles. En 2005, un volume sur Lo stato delle conoscenze sulla flora vascolare d’Italia a été publié par le Ministère de l’Environnement en collaboration avec l’Université La Sapienza de Rome et la Société Botanique Italienne. Parmi les
annexes jointes à ce volume se trouve un CD qui comporte une bibliographie floristique d’environ 20.000 entrées relatives aux publications de valeur scientifique reconnue entre 1950 et
2005. Le volume contient aussi une classification des revues établie en fonction du nombre
d’articles scientifiques publiés. Dans cette classification, qui regroupe des publications de
prestige comme le Plant Biosystems, la Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle occupe la 6ème
place malgré ses trente longues années d’absence des scènes éditoriales.
3 MUSÉE RÉGIONAL DE SCIENCES NATURELLES
R. Piervittori fait ensuite une brève relation sur le Musée, qui est actuellement fermé pour les
travaux de restructuration.
En juillet s’est achevé le transfert des pièces du musée. En novembre, le déménagement des
meubles, des livres, etc. a été conclu. Le musée est "sorti" de ses murs pendant les mois d’été
avec une série d’initiatives qui ont été organisées à l’extérieur. Le conseil d’administration, avec
la nomination du nouveau directeur en la personne du Dr. Isabella Vanacore Falco, est donc désormais constitué.
4 JARDIN DE LA CHANOUSIA
La Dr. Barbara Barisani relate ensuite les divers événements du jardin de la Chanousia. Sa réouverture a eu lieu le 3 juillet en présence de la Rai régionale, qui a retransmis le reportage le
samedi successif. Le temps variable a été assez favorable et a permis de belles floraisons jusqu’aux premières neiges de septembre. Des ouvriers se sont occupés pendant quatre semaines
du nettoyage du jardin, des sentiers, du désherbage, de la préparation du compost et des
vasques du nouveau semencier destinées à des espèces de graminées. Un moment important a
été le concert du 16 août suivi d’un apéritif qui, encore cette année, a remporté un bon succès. Le prêtre de La Thuile est venu célébrer un service dans la chapelle ouverte tous les jours.
Les vidéos sont épuisés et les DVD ont pris le relais. Les visiteurs ont été plus nombreux (plus
de 2000) et le jardin a participé à l’initiative Passepartout organisée par la Stampa.
5 DIVERS
La présidente remercie les intervenants à l’assemblée et signale que mardi 16 décembre prochain à 17h00 à Saint Oyen aura lieu la présentation de l’Herbier des moines cisterciens. Elle
conclut ensuite la partie sur les activités directement réalisées par la société avant de passer
13
la parole à David Aeschimann Professeur au Conservatoire et Jardin Botaniques de Genève, qui
tiendra une causerie animée d’une projection de diapositives sur les Gentianes du groupe acaulis, spectaculaires pour le randonneur, passionnantes pour le botaniste, qui fera office d’interlude scientifique avant l’ouverture des cérémonies de la célébration du 150ème anniversaire de la fondation de la Société de la Flore Valdôtaine. Ces célébrations, rappelons-le, ont déjà
commencé le 12 décembre au soir à la Bibliothèque Régionale avec la conférence de M. Pier
Luigi Nimis, professeur ordinaire de Botanique à l’Université de Trieste, qui a entretenu le
public sur le thème de Key-to-Nature, nouveaux outils pour enseigner et apprendre la biodiversité, une approche moderne de l’identification des organismes végétaux et animaux par le
biais de divers programmes interactifs faciles développés pour des utilisateurs variés depuis les
spécialistes jusqu’aux amateurs. Key to Nature est un projet européen qui implique 14 partenaires de 11 pays différents et a comme objectif principal de produire des guides interactifs
pour l’identification de plantes, champignons et animaux afin d’enseigner et d’apprendre la
biodiversité.
La Présidente
La Secrétaire de séance
Chantal Trèves
Rollande Mazollier
Un settore del palco alla festa dei 150 anni della Société
La Prof. Vanna Dal Vesco e il Presidente della Regione
Augusto Rollandin
La Socia d’onore Maria Riconda e André Lanièce
Un momento del rinfresco
14
ACTIVITÉS DE LA SOCIÉTÉ PENDANT L’ANNÉE 2008
26/27 LUGLIO 2008: VALLON DU FOURNEL ET COL DU LAUTARET
Come da programma, abbiamo ripreso la grande tradizione delle uscite di più giorni, e, per
non perdere l’abitudine, ancora in Francia. Le
precedenti edizioni erano state le visite dei
Giardini di Francia nella storia e nell’arte
(2004), compreso il Potager du Roy a
Versailles, e la Provenza della lavanda e dei
profumi (2005), entrambe indimenticabili.
Invito i soci a rileggersi i piacevoli ed istruttivi resoconti redatti dal compianto consocio
Robert Saluard sui numeri 3 e 4 di Nouvelles.
Si è sperimentato per questa uscita il sistema,
adottato da molte associazioni consorelle, di
utilizzare le vetture dei soci, adeguatamente
riempite (covoiturage per i francesi che sono
all’avanguardia...). La fila di macchine, anche
grazie ai telefonini, si è tenuta soddisfacentemente unita per tutto il viaggio. Bisognerà
comunque inventare al più presto un sistema
pratico di interfono per poter dare in viaggio
le spiegazioni che si darebbero in pullman.
La meta del viaggio era localizzata nel bacino
della Durance, oltre il Colle del Monginevro
che si raggiunge da Torino attraverso la Bassa
e poi l’Alta Valle di Susa. Prevedeva due zone
Eryngium alpinum L. alla riserva del Fournel
di visita, la prima nel Vallon du Fournel a sud
di Briançon, la seconda, il giorno seguente, a
nord di Briançon sulla strada per Grenoble, al Col du Lautaret. Per i francesi, sono ancora les
Alpes du Sud, le Alpi provenzali dall’aria limpida inondate dal sole (pubblicità di Briançon: 300
jours d’ensoleillement par an!).
La scansione dei tempi previsti è stata perfettamente rispettata per tutto il viaggio. In tarda
mattinata, con i primi raggi di sole (ma anche gli ultimi: la giornata è poi finita con una pioggia torrenziale) ci è apparsa la testata del vallone del Fournel, singolare incisione valliva tra il
basamento cristallino e le falde dei depositi marini torbiditici, che disegnano enormi, fantastiche volute sulle pareti degli alti versanti rocciosi. L’obiettivo, pienamente centrato, era la
Riserva Naturale del Cardo Blu, la Reine des Alpes, l’Eryngium alpinum L. per i botanici.
Favorita anche dalla scarsa frequentazione turistica dei luoghi, questa grande e spettacolare
ombellifera colonizza densamente un’area prativa di fondovalle ora discretamente recintata
con una rustica staccionata lignea, oltre ad essere sporadicamente presente nei boschi radi
appena a valle. La fioritura era al suo culmine. Il sentierino di visita, quanto mai suggestivo,
ha permesso agli esperti di determinare anche alcune specie da noi poco frequenti, rare o
assenti. Fra i cardi blu gagliardamente spuntati nella rudimentale area attrezzata, nel generale buonumore è stato consumato il picnic che ciascuno aveva portato con sé.
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Con calma, nel primo pomeriggio e sotto nuvole minacciose ci siamo recati all’appuntamento
a metà vallone con la guida geologica per la visita delle storiche miniere che danno il nome al
Comune: l’Argentière. Il percorso sotterraneo è risultato vario ed interessante, spaziando dalle
foreste del Carbonifero alle spiagge fossili del Trias (230 milioni di anni fa, epoca dei primi
dinosauri), dalle monete argentee medievali ai lavori museali di ripristino e ricerca storica,
temi poi ripresi brevemente al museo minerario del villaggio. La sera, il tempo in via di rasserenamento ci ha concesso una visitina a piedi alla cittadella di Briançon, molto turistica, ricca
di bei palazzi e allegre gargouilles (oramai vi circola solo più acqua pulita, niente fogne...).
Il limpido sole mattutino ci ha accolto il giorno seguente al Giardino alpino del Col du Lautaret,
classico e storico passaggio fra il Delfinato e l’alta Provenza, fra Grenoble ed Embrun. Il luogo
è altresì celebre nella storia della scienza per aver dato le prime prove della mobilità di vasti
corpi rocciosi nei tempi geologici, presentando sulla cresta delle montagne una falda di terreni più antichi sovrascorsi su terreni più recenti.
Alla quota di 2100 metri, la fioritura strepitosa dilagava anche fuori dal recinto del Giardino
botanico, e rendeva ancor più cristalline le incombenti cime ghiacciate della Meije, culminanti a oltre 4000 metri. Una giovane e volenterosa guida ci ha accompagnato per un paio d’ore
in giro per il giardino, in uno sfavillio di colori, di acque ruscellanti, di ombreggiati megaforbieti, di luminosi panorami. Ci sono state fornite interessanti indicazioni relative alla gestione
ed alla ricerca scientifica. Qualche parallelo è stato abbozzato con il nostro giardino
Chanousia, grazie alla presenza fra noi della dottoressa Barisani. Il mercatino delle piante, dei
fiori e dei semi attirava in modo irresistibile. Sui prati lì intorno abbiamo poi sperimentato il
cestino picnic dell’albergo, non male.
Il pomeriggio era libero ed eventualmente destinato, per le vetture che lo desideravano, al
rientro più lungo ma senz’altro più spettacolare attraverso i tre colli del Galibier, dell’Iseran e
del Piccolo San Bernardo.
Il successo di questa gita ci sprona a metterne in cantiere un’altra per il 2009.
Francesco Prinetti
La Société au Jardin Botanique Alpin du Lautaret
16
8 AGOSTO 2008: L’ABBÉ HENRY E I LICHENI DELLA VALPELLINE
Una bella giornata (finalmente) ci è riservata per la prima uscita in Valle d’Aosta, dopo vari
tentativi andati a vuoto nelle precedenti escursioni in programma. Sotto la guida saggia e
discreta della nostra socia professoressa Piervittori, la Coumba Freide si è intiepidita e ha permesso alla quindicina di soci di ripercorrere passo passo il sentiero alto dalla diga di Place
Moulin (che allora non esisteva ancora) a Prarayé (che esisteva già) calpestato chissà quante
volte dall’Abbé Henry, nei quarantaquattro anni di vicariato in Valpelline. Nove punti di attenzione erano previsti, e nove stop sono stati effettuati per osservare vari tipi di licheni e le loro
modalità di colonizzazione e sviluppo. Tutti licheni già rilevati e determinati dal nostro illustre
predecessore nella prima metà del XX° secolo, che tra gli innumerevoli interessi naturalistici
ebbe anche quello per i licheni: “on trouve tout autant de satisfaction à ramasser des lichens
qu’à ramasser les fleurs. Les lichens montent même beaucoupo plus haut que les autres végétaux” e questo ben si conciliava con la sua grande passione per le ascensioni alpinistiche.
Si è iniziato con Letharia vulpina (per l’Abbé Chlorea vulpina), lichene fruticoso corticicolo e
velenoso dallo spettrale colore verde elettrico, per continuare con Peltigera aphthosa, lichene foglioso che predilige i morbidi muschi rispetto alla nuda terra, per poi soffermarsi sulle
curiose Cladonie, genere caratterizzato da una ricca gamma di specie con varie forme, spesso
aggregate a formare dei veri e propri lembi di tundra artica in miniatura. Si è passati poi al
grande capitolo del crostoso Rhizocarpon geographicum, grande amico delle rocce a silicati,
formato da un ipotallo nero che appare in finestra sotto lo strato giallo-verdastro che qualche
fantasioso studioso ha paragonato ad una cartina geografica, poi al foglioso Umbilicaria cylindrica (Gyrophora cylindrica per l’Henry) e all’utilizzo, nel passato, di alcuni licheni per tingere i tessuti. Con Xantoria elegans (per l’Abbé Placodium elegans) c’è l’oppotunità di soffermarsi su alcuni curiosi adattamenti correlati alle esigenze ecologiche dei licheni, per procedere poi con l’osservazione di tanti altri umili e variopinti mini-abitanti, “véritable eldorado”,
delle rocce, dei rami e dei terreni ma anche di tutte quelle superfici prodotte dall’attività dell’uomo.
Entusiasmante è stato lo scenografico esperimento di identificazione di alcuni licheni (es.
Xanthoria elegans) tramite reagenti come l’idrossido di potassio e l’ipoclorito di sodio (quest’ultimo detto volgarmente candeggina). Dopo averci ricordato alcune generalità necessarie,
ad esempio che i licheni sono una particolare e complessa simbiosi tra un fungo e una popolazione di alghe verdi e/o cianobatteri (questi ultimi una volta conosciuti come alghe azzurre),
che hanno un ruolo pionieristico e pedogenetico, e che, in certe condizioni, vengono utilizzati per datare il substrato, siamo poi stati introdotti nell’intimità dei licheni apprendendo che
il tallo, nelle fasi iniziali della colonizzazione di una superficie rocciosa, ha una forma circolare, la crescita prosegue poi in senso centrifugo alla velocità media di 0,1-1mm/anno (crescita
tutt’altro che regolare ma caratterizzata da lunghe pause, ciclicità, ecc.) che si riflette sulla
longevità, che risulta notevole nei licheni crostosi. Infatti questi ultimi sono molto più longevi
(talvolta plurisecolari) rispetto a quelli fogliosi e fruticosi che vivono mediamente 70-80 anni.
Tutti sopportano pazientemente condizioni di prolungata disidratazione reagendo con un forte
rallentamento delle loro più importanti funzioni vitali: una pausa paragonabile al letargo nel
mondo animale. Ora sappiamo che la loro presenza ci accompagna ovunque ma che “ils ne
dédaignent que la vie sous-marine mais nous pouvons néanmoins les trouver quelquefois sur des
roches immergées dans les torrents et les lacs”. Scopriamo anche che esistono licheni che
hanno un cianobatterio al posto dell’alga e così quando assorbono acqua assumono rapidamente un aspetto e una consistenza paroganabile alla gelatina (da qui il loro nome di gelatinosi). Originale è stato l’esperimento di verificare che cosa NON piace ai licheni: trovare una
roccia priva di licheni e spiegare perché. Il roccione prescelto era molto liscio e arrotondato,
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e anche molto rugginoso: ma alla fine anche lì qualche minuscolo lichene crostoso l’abbiamo
trovato, soprattutto lungo le fessure. Ottimo spunto per parlare degli adattamenti dei licheni
crostosi e delle preferenze nei confronti dei diversi tipi di rocce.
Il percorso è stato anche movimentato dal ritrovamento di un capriolo probabilmente spossato dalla fuga, per il quale è stata avvertita la Forestale; poi al rifugio ci aspettava il pranzo,
naturalmente a base di polenta. Nel generale buonumore si è chiusa la giornata, e nel ritorno
si è aperta la caccia ai buoni formaggi di Variney. Di questa lezione itinerante ci è comunque
rimasta una preziosa documentazione distribuita dalla professoressa Piervittori, concernente
gli studi e l’attività scientifica dell’Abbé Henry in Valpelline, le specie da lui riconosciute sul
percorso da noi scelto, le pubblicazioni e le carte redatte dal nostro eroe a proposito dei licheni di Bionaz, e un fascicoletto di una decina di pagine concernente le chiavi di riconoscimento
dei licheni.
Francesco e Geneviève Prinetti
Un “mosaico” di licheni su rocce granitiche (grandezza naturale)
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Il volume è in vendita al prezzo di 20 Euro ma è stato donato ai membri
della Société de la Flore Valdôtaine in occasione dei 150 anni della nostra associazione.
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO
“GUIDA ALLA FLORA DELLA VALLE D’AOSTA”
Aosta - Palazzo Regionale, 27 giugno 2008
Un altro importante avvenimento ha segnato l’anno delle celebrazioni del 150mo anniversario
della SFV. A fine giugno è stata infatti pubblicata la “Guida alla Flora della Valle d’Aosta”, edita
dalle Edizioni Blu di Torino con il contributo della Société de la Flore Valdôtaine e realizzata
dai nostri soci Maurizio Bovio, Maurizio Broglio e Laura Poggio. Un centinaio di persone ha assistito alla presentazione del volume, avvenuta ad Aosta nel salone delle manifestazioni del
Palazzo Regionale.
Questo manuale per il riconoscimento della flora vascolare della Valle d’Aosta, di 335 pagine e
di agevole trasporto nello zaino, è composto da 564 schede che descrivono altrettante specie,
anche se in totale quelle trattate sono circa 800, dato che spesso nella stessa scheda vengono
date utili informazioni su specie simili per evitare le possibili confusioni. Gli autori hanno dovuto fare una necessaria selezione delle specie da trattare, dato che la flora valdostana è composta da circa 2000 specie, ma nel volume viene considerato oltre un terzo delle piante superiori presenti nella regione e sicuramente la maggior parte di quelle che richiamano maggiormente l’attenzione dell’appassionato o del semplice escursionista.
Ciascuna scheda descrittiva riporta i nomi scientifico, italiano e francese della specie trattata
e la famiglia di appartenenza. Un box raccoglie sintetiche informazioni su longevità, dimensioni, periodo di fioritura, corologia, habitat preferenziale, frequenza nella regione, piani altitudinali e aree protette in cui è diffusa, nonché una piccola cartina con la distribuzione regionale. Nel testo della scheda vengono approfondite le informazioni distributive ed ecologiche a
livello regionale, sono fornite informazioni per l’identificazione e l’eventuale distinzione dalle
specie simili. Le splendide fotografie di Maurizio Broglio sono state realizzate con l’intento di
mettere in evidenza le caratteristiche più utili al riconoscimento, spesso con piccoli inserti che
evidenziano particolari importanti; altre volte gli inserti riportano le immagini delle specie
simili con cui potrebbe essere fatta confusione.
In appendice al volume compaiono un capitolo con gli elenchi delle specie tutelate in Valle
d’Aosta e un ricco glossario dei termini scientifici utilizzati nelle schede.
Francesco Prinetti
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ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO: L’APPROCCIO PALINOLOGICO
Conferenza del 14 marzo 2008 di Elisabetta Brugiapaglia
La Valle d’Aosta da un punto di vista fitogeografico presenta delle caratteristiche
estremamente interessanti, non solo per
la sua flora e vegetazione, ma anche per
le vicende paleovegetali che si sono succedute a partire dall’ultimo massimo glaciale (circa 15.000 anni fa). Per la sua
posizione geografica molte aree della
regione hanno cominciato a liberarsi dai
ghiacci molto presto, favorendo quindi la
formazione di una vegetazione erbacea
prima, arbustiva ed arborea poi. Alcuni
laghi e torbiere finora indagati attraverso i metodi della palinologia (pollini nei
Torbiera de La Palud al Col du Joux ora trasformata
sedimenti) e dei macroresti vegetali
in serbatoio per i cannoni da neve
(legni, frutti, semi nei sedimenti) hanno
consentito di stabilire che tra 12.000 e 10.700 BP (Before Present) nel settore orientale della
Valle tra 1.900 e 2.300 m d’altitudine era presente solo una vegetazione erbacea con alcuni
rari individui di betulla e larice. Nel periodo compreso tra 10.700 e 10.000 BP, il cosiddetto
Dryas recente ossia l’ultima oscillazione fredda del tardoglaciale, il paesaggio era costituito da
praterie steppiche fredde. A 10.000 BP iniziò una fase di generale miglioramento climatico in
cui prese ad espandersi il bosco dominato dal larice in un paesaggio vegetale formato da praterie e lande a ginepro e betulla. A partire da 9.000 BP è evidente un miglioramento delle condizioni climatiche e iniziò la differenziazione in piani altitudinali della vegetazione forestale:
a 1.900-2.000 m dominavano i larici e le betulle, mentre fino a 2.300 m si trovavano pini cembri e larici. Le differenze di vegetazione tra le diverse altitudini diventarono ancora più evidenti a partire da 8.000 BP: a 1.900-2.000 m si sviluppò un bosco di abete bianco, aumentarono le popolazioni di ontano mentre si ridussero quelle di larice. Questi eventi vegetali testimoniano di un aumento dell’umidità e del freddo che a 2.300-2.400 m portò anche allo sviluppo delle cembrete. A partire da 5.000 BP si cominciarono a evidenziare le attività umane sul
territorio: in particolare aumentarono le specie legate al pascolo (Graminaceae e
Cichorioideae) nei siti di altitudine che probabilmente venivano utilizzati per questa attività in
quanto rimanevano sgombri da neve e ghiaccio per lunghi periodi. Questo inaridimento climatico portò alla scomparsa dell’abete bianco ed alla riduzione delle cembrete, mentre per contro si diffusero il larice e l’abete rosso. Dopo 2.500 BP il territorio venne fortemente utilizzato e alle diverse altitudini venivano svolte specifiche attività: durante il periodo romano a
bassa altitudine iniziò la coltura del castagno e del noce. Nel Medioevo sulle sponde del lago
di Lod (La Magdaleine) venivano coltivati i cereali, le noci, il faggio e si lavorava la canapa.
Alla pastorizia erano destinate soprattutto le zone d’altitudine, ma questa si praticava anche
a 1.400-1.500 m.
Attraverso la palinologia e la ricerca dei macroresti vegetali si possono ricostruire la paleovegetazione e il paleoclima, nonché rilevare la presenza umana e valutare il suo impatto sulle
risorse naturali.
Chantal Trèves
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FLORA E VEGETAZIONE DELLA VAL FERRET:
BIODIVERSITÀ E CONSERVAZIONE
Conferenza del 28 maggio 2008 di Isabella Vanacore Falco
La conferenza svoltasi il 28 maggio 2008 presso la Biblioteca Regionale ha presentato il risultato degli studi botanici e vegetazionali condotti in Val Ferret nell’ambito del progetto Interreg
III "COGEVA VAHSA - Coopération, Gestion et Valorisation des espaces protégés de la Vallée
d'Aoste et de la Haute-Savoie", a cui hanno partecipato: l’Amministrazione regionale, il Parco
Naturale Mont Avic e i gestori delle riserve naturali dell’Alta Savoia.
L’attività di ricerca, effettuata nel corso delle stagioni estive 2004-2006, ha indagato in particolare il Sito d’Importanza Comunitaria “Talweg della Val Ferret” (SIC IT1204032 / Zona di
Protezione Speciale IT1204030).
L’indagine del sito ha comportato tre momenti di studio: il censimento floristico, la realizzazione della Carta degli habitat e l’approfondimento vegetazionale in alcune aree di saggio.
L’analisi floristica ha rilevato la ricchezza di questa vallata del massiccio del Monte Bianco; la
cartografia degli habitat ha illustrato le componenti ambientali; e l’interpretazione delle tipologie individuate con la loro successiva delimitazione cartografica ha permesso di rappresentare il paesaggio vegetale. Particolare attenzione è stata dedicata alla valutazione della variazione qualitativa e quantitativa del numero di specie rare degli ambienti umidi, nonché alla
valutazione delle tipologie vegetazionali.
Lo studio ha potuto misurare lo stato attuale di naturalità e antropizzazione del territorio, che
è soggetto ad una forte attività turistica e ad una riduzione delle attività agricole tradizionali. La ricerca era finalizzata al completamento delle conoscenze degli ambienti umidi della Val
Ferret portando ad una prima descrizione fitosociologica dell’area.
Isabella Vanacore Falco
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KEY-TO-NATURE: NUOVI STRUMENTI PER INSEGNARE ED
IMPARARE LA BIODIVERSITÀ
Conferenza del 12 dicembre 2008 di Pier Luigi Nimis
Le celebrazioni dei 150 anni della Société svoltesi il 13
dicembre (ampio resoconto in questo stesso numero di
Nouvelles) hanno preso l’avvio già nella serata di venerdì
12 presso la Biblioteca regionale di Aosta con una conferenza tenuta dal Prof. Pier Luigi Nimis, ordinario di
Botanica all’Università di Trieste, dal titolo KeyToNature:
nuovi strumenti per insegnare ed imparare la biodiversità.
L’illustre ospite, tra i fondatori e primo Presidente della
Società Lichenologica Italiana, ha catturato l’attenzione
dei presenti sviluppando un tema di grande interesse
didattico-divulgativo: la conoscenza e la valorizzazione
della biodiversità mediante un approccio moderno e intuitivo. L’identificazione degli organismi vegetali ed animali mediante i procedimenti tradizionali può risultare, infatti, ostica per i
non addetti ai lavori. Negli ultimi anni sono stati realizzati diversi programmi per la generazione di chiavi di identificazione interattive più facili ed intuitive, rispetto a quelle tradizionali prodotte per utenze diverse, da quella specialistica a quella amatoriale. Tali chiavi, infatti, possono essere adattate a diversi contesti educativi colmando uno dei principali problemi
nell’insegnamento della biodiversità: la mancanza di strumenti utilizzabili da una utenza non
specialistica.
KeyToNature è un progetto europeo, coordinato dal Prof. Nimis stesso, che coinvolge 14 partner di 11 Paesi e che ha come obiettivo principale quello di produrre guide interattive per l’identificazione di piante, funghi ed animali per insegnare ed imparare la biodiversità. Nella
parte conclusiva della conferenza il professore ha poi coinvolto il pubblico attivamente nelle
fasi di costruzione di una ipotetica chiave di identificazione degli alberi presenti nel capoluogo valdostano. Dalla simulazione alla realtà è stato l’invito conclusivo rivolto ai presenti affinché, attingendo da dati di base riferiti a peculiarità naturalistiche valdostane, sia poi possibile produrre chiavi interattive utilizzabili sul territorio regionale da diverse tipologie di fruitori.
Per saperne di più, accedendo al sito del Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre
(www.museoscienze.it), potete “cliccare” sul logo di KeyToNature che appare sulla videata iniziale. Da ottobre del 2008, infatti, il Museo è uno degli “Associate Members” del progetto
europeo.
Rosanna Piervittori
Nota della Redazione - Quando leggerete questo breve resoconto, nel sito del Museo sarà consultabile il primo
prodotto valdostano realizzato nell’ambito del progetto descritto: la chiave dei licheni epifiti della Regione.
Inoltre sono presenti le chiavi del S.I.C. Lago di Villa, che saranno sperimentate nel corso del 2009 dai soci stessi.
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VEGETAZIONE D’ALTA QUOTA E RIPRISTINO DELLE PISTE DA SCI
Conferenza del 26 novembre 2008 di Consolata Siniscalco e Giorgio Borreani
La sera di mercoledì 26 novembre, presso la
Biblioteca regionale, i Professori Consolata
Siniscalco e Giorgio Borreani ci hanno regalato
una interessantissima conferenza dal titolo
“Vegetazione d’alta quota e ripristino delle piste
di sci”.
Consolata Siniscalco è professore associato in
Ecologia vegetale presso la Facoltà di Scienze
dell’Università di Torino. La sua attività di ricerca riguarda principalmente l’ecologia vegetale e
in particolare i rapporti tra le piante e l’impatto
antropico, con studi sulla flora e sulla vegetazioInbuto di dissoluzione nei gessi
ne della fascia alpina e montana delle Alpi
sulle piste della Val Vény
Occidentali e dell’Appennino. Da oltre di 10 anni
conduce ricerche sulle aree disturbate di alta quota e sulle piste da sci in particolare.
Giorgio Borreani, professore associato in Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso la Facoltà di
Agraria, Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio dell’Università di
Torino, svolge la sua attività di ricerca nel campo della produzione e della conservazione dei
foraggi, dell’agrometeorologia e degli inerbimenti tecnici.
Durante la serata, si è parlato degli effetti della gestione del territorio nei comprensori turistici, alla luce delle trasformazioni attese conseguentemente al cambiamento climatico globale, argomento di grande attualità per chi si interessa ai temi collegati agli effetti dei cambiamenti climatici negli ambienti montani e alle implicazioni in termini di minimizzazione e adattamento.
Il turismo legato alle piste da sci nelle Alpi svolge un ruolo centrale per lo sviluppo socio-economico delle aree montane, ma i cambiamenti climatici in atto rendono sempre più complessa la realizzazione e la gestione delle piste da sci. Questo ha determinato un progressivo
aumento di quota dei territori sfruttati per gli sport invernali. Inoltre, la necessità di disporre
di un manto nevoso uniforme per lunghi periodi richiede il modellamento della superficie dei
pendii per la costruzione o il rinnovo delle piste da sci, delle infrastrutture e degli impianti di
innevamento artificiale. Tali operazioni alterano la copertura vegetale preesistente e di conseguenza vanno a ridurre la biodiversità vegetale. Questo fenomeno è ancora più evidente
quando le piste insistono su pascoli alpini, dove sono presenti specie vegetali di particolare
pregio e rarità.
Per cercare di ridurre gli impatti delle piste sulle popolazioni vegetali autoctone, negli ultimi
tempi sono state proposte tecniche agronomiche per il ripristino ed è stato messo a punto un
metodo di monitoraggio della copertura vegetale che può contribuire a evidenziare e, di conseguenza, a limitare i danni dovuti ad ulteriori interventi o all’uso invernale delle piste.
Durante la serata si è pertanto parlato in particolare dei diversi effetti della costruzione delle
piste alle diverse quote e delle possibilità di mitigare gli impatti sulla biodiversità e sul paesaggio montano.
Data la concretezza dell’approccio e la grande esperienza dei relatori, è stato davvero un peccato dover constatare la scarsa presenza di operatori del settore.
Chantal Trèves
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MUSÉE, JARDINS BOTANIQUES, PARCS
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI SAINT-PIERRE - ATTIVITÀ 2008
Per agevolare gli interventi di restauro conservativo e messa in sicurezza del monumento architettonico e, in una fase successiva, di rinnovo dell’allestimento museale, il Castello e il Museo
Regionale di Scienze Naturali, ospitato al suo interno, sono stati interessati, nel corso del 2008,
da due tipologie di trasloco:
· a fine luglio sono state completate le complesse e delicate operazioni di imballaggio e tra
sferimento degli oltre 22.000 reperti naturalistici in un deposito, gentilmente messo a
disposizione dall’amministrazione regionale, dove verranno accuratamente conservati;
· agli inizi di novembre si sono concluse le operazioni di un secondo importante trasloco,
dedicato alla biblioteca scientifica (oltre 3000 volumi), alle strutture del vecchio allestimento e agli arredi del castello.
Ragion per cui il Museo non ha potuto aprire i battenti al pubblico; ma per mantenere comunque viva l’attenzione sono stati organizzati alcuni eventi a carattere naturalistico extra-moenia. Si è trattato di una serie di appuntamenti a titolo gratuito, rivolti ai giovani e agli adulti,
turisti e residenti, e condotti da guide escursionistiche naturalistiche ed esperti, per ciascuna
tematica individuata, che si sono sviluppati dal Castello sul territorio comunale con aperture
verso Saint-Nicolas e il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Inoltre, con la realizzazione e collocazione di alcuni pannelli esplicativi esterni alla cinta muraria, si è inteso fornire una informazione chiara e corretta sulle motivazioni che per qualche tempo impediranno ai visitatori
l’accesso alle sale espositive del castello e nel contempo ad informarli sulle iniziative che
periodicamente verranno proposte dall’Ente, anche attraverso la consultazione del sito.
Nel mese di agosto sono state allestite due sale del Castello di Introd con l’esposizione di alcuni reperti del Museo e la realizzazione di pannelli esplicativi. La piccola esposizione che rimarrà
visitabile sino alla riapertura delle sale del Castello di Saint-Pierre vuole essere un ulteriore
punto informativo.
Sul fronte del programma di riqualificazione architettonica e museale, agli inizi di aprile i progettisti incaricati dall’Ente hanno consegnato il progetto definitivo.
Progetto INTERREG III A ALCOTRA France-Italie
Il Museo, in partenariato con il Centre de la Nature Montagnarde di Sallanches, ha concluso un
progetto di cooperazione transfrontaliera dal titolo “À la découverte des plus beaux paysages
géologiques du Pays du Mont Blanc (Val d’Aoste-Haute Savoie)” che ha avuto come obiettivo la
condivisione e il coordinamento delle risorse e delle conoscenze scientifiche sulla geologia e
geomorfologia dell’area del Monte Bianco.
A conclusione del progetto triennale il 27 marzo si è svolto a Chamonix un Convegno per la presentazione dei risultati ottenuti, tra cui anche alcuni prodotti divulgativi previsti nell’ambito
del programma:
· una pubblicazione in tre volumi su 100 paesaggi geologici e geomorfologici dell’area del
Monte Bianco, equamente ripartiti tra il versante valdostano e quello savoiardo.
Un originale prodotto rivolto ad un ampio pubblico composto sia dai professionisti del
settore sia dagli appassionati di montagna interessati ad approfondire l’argomento;
· nel mese di luglio i volumi sono stati presentati anche alle Guide escursionistiche naturalistiche della Valle d’Aosta nel corso di una serata presso la Biblioteca regionale di Aosta;
· due prodotti multimediali inerenti l’orogenesi delle Alpi e l’evoluzione della morfologia
alpina, che saranno utilizzati nel nuovo allestimento del museo valdostano.
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Ricerca scientifica
Il Museo ha affidato una ricerca finalizzata allo studio del Gufo reale (Bubo bubo) sul territorio regionale al fine di acquisire conoscenze sulla presenza del rapace in alcuni settori della
regione sino ad oggi poco o per nulla indagati. L’affidamento di ricerche inerenti l’ecologia di
questa specie è in linea con il protocollo di intesa tra Regione Autonoma Valle d’Aosta, Parco
Nazionale del Gran Paradiso, Parco Naturale Mont Avic e Museo per l’esecuzione di studi sulla
presenza del Gufo reale in Valle d’Aosta.
Convegni
Dall’11 al 13 settembre si è svolto a Cogne, presso la Sala Congressi “Maison Grivola”, il XXI
Convegno Nazionale della Società Lichenologica, che ha visto il Museo tra gli organizzatori con
il Parco Nazionale del Gran Paradiso e la Società Lichenologica stessa. L’evento scientifico è
stato realizzato anche grazie al contributo dell’Università degli Studi di Torino, della Banca di
Credito Cooperativo Valdostana e il patrocinio della Société de la Flore Valdôtaine e il
Dipartimento di Biologia Vegetale di Torino. All’incontro hanno partecipato numerosi studiosi
provenienti da diverse sedi accademiche italiane per confrontarsi sugli aspetti più recenti ed
innovativi della ricerca e della didattica lichenologica. Presenti, su invito, anche lichenologi di
chiara fama internazionale.
Didattica e divulgazione scientifica
Dal mese di ottobre il Museo è uno degli “Associate Members” del Progetto europeo
KeyToNature (vedi in questo stesso numero la conferenza del prof. Nimis), coordinato
dall’Università di Trieste e incentrato sulla produzione di guide interattive per l'identificazione di piante, funghi ed animali allo scopo di facilitare l'approccio all'insegnamento e all’apprendimento della biodiversità.
Rinnovo cariche istituzionali dell’Ente
Il Consiglio di Amministrazione dell’Ente ha concluso, con la legislatura regionale 2003/2008,
il suo mandato e il 5 dicembre 2008 la Giunta Regionale ha deliberato per il suo rinnovo. A
seguito della rinuncia da parte della Dott.ssa Ivana Grimod, per motivi strettamente personali, a proseguire nel ruolo ricoperto con impegno e competenza per diciotto anni, la Giunta
Regionale ha nominato la Dott.ssa Isabella Vanacore Falco quale direttore del Museo per il quinquennio 2008/2013. La neo-direttrice sarà coadiuvata dalla presidente Rosanna Piervittori
(nominata nel Consiglio in rappresentanza della Société de la Flore Valdôtaine) e dalla vice presidente Santa Tutino, responsabile del Servizio Aree Protette dell'Assessorato regionale
all'Agricoltura e Risorse Naturali, entrambe riconfermate nello stesso ruolo ricoperto nella precedente amministrazione dell'Ente. Nel consiglio del Museo sono inoltre stati riconfermati
Nathalie Dufour, designata del Comune di Saint-Pierre, e Davide Bolognini in rappresentanza
del Comitato Scientifico dell'Ente, mentre è alla sua prima nomina Francesco Framarin come
delegato delle associazioni ambientaliste.
Rosanna Piervittori
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JARDIN BOTANIQUE ALPIN CHANOUSIA
RAPPORT SUR LA SAISON D’ETE 2008
L’hiver 2007/2008 a apporté beaucoup de neige
sur le col du Petit-Saint-Bernard, les chutes
ayant été abondantes durant les mois d'hiver
jusqu'à la fin du printemps. A partir du 21 juin,
avec le début de l'été, le temps jusque-là frais et
pluvieux, est devenu chaud et sec. Les 10 derniers jours du mois ont suffi à faire fondre la
majeure partie de la neige.
L'ouverture a eu lieu le 3 juillet. Ce jour-là, une
équipe de la RAI Régionale (canal 3) de la Vallée
d’Aoste a réalisé des prises de vue du Jardin,
hélas dans le froid et sous la pluie, et interviewé
la responsable B.Barisani sur les spécificités et la
finalité de la Chanousia. Ce reportage a été tourné pour être intégré dans le cadre d'une émission sur les sites touristiques de la région, prévue pour le samedi 5 juillet en direct de
Gressoney.
Dans le musée, Stéphane Mele et un de ses collègues du Parc de la Vanoise ont installé une
petite exposition sur la distribution de la flore en milieu montagnard, les panneaux didactiques
ayant pour objectif de faire connaître et respecter la flore et les associations végétales.
L’exposition, très appréciée, a été mise gratuitement à disposition du Jardin et de ses visiteurs
pour toute la saison estivale.
Début juillet, à son ouverture, le Jardin était très fleuri grâce à un grand nombre de belles
espèces précoces, comme la Soldanelle alpine, le Renoncule des Pyrénées, le Renoncule thora,
de Kupfer, la Gagée fistuleuse, le Myosotis alpestre, la Violette calcaire, le Géranium cendré,
la Primevère du Piémont, le Callianthemum à feuille de coriandre. Dans la grande rocaille calcaire, une zone dépourvue de neige presque toute l’année, Primevère latifolia, Primevère glaucescens et Primevère marginata étaient déjà fleuries ainsi que beaucoup d’autres espèces.
Certaines espèces ont fleuri pour la première fois: Primula saxatilis (repiquée en été 2007),
Oxytropis halleri, Oxitropis foetida, Iris flavissima, Doronicum columnae, Ranunculus caucasicus, Globularia punctata, Leontopodium nivale, Viola labradorica, Allium sikkimensis, Papaver
atlanticum, Stachys officinalis, Dianthus seguieri, Hypericum orientale cv. ptarmiefolium,
Linum flavum, Digitalis grandiflora, Calceolaria biflora, Calceolaria falklandica…
L’Adonis des Pyrénées cultivé sur le cailloutis calcaire s’est disséminée spontanément dans la
rocaille voisine de la flore locale.
La première moitié du mois de juillet a été caractérisée par un temps très variable, avec des
journées froides et pluvieuses, d’autres claires mais fraîches, d’autres enfin alternant les orages et les éclaircies. Le mois d’août a compté de nombreuses journées de beau temps. Ceci a
favorisé l’affluence des touristes.
Durant tout le mois de juillet et la première quinzaine d’août, l’eau a toujours été abondante. De ce point de vue, nous n’avons pas eu de soucis de sécheresse. Excepté pour les transplants annuels, nous n’avons pas eu à arroser le jardin avec les tuyaux.
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Du 15 juillet au 11 août, deux ouvriers de la Coopérative “Les Relieurs” d’Aoste ont travaillé
au Jardin. Leurs tâches ont été :
· le retrait des herbes sèches ;
· le nettoyage des sentiers, notamment dans la partie du Jardin historique ;
· la taille de buissons ;
· le désherbage de quelques surfaces de Peucedanum, Petasites, etc.
· la préparation des terreaux et du compost ;
· la peinture des panneaux et d’autres équipements en bois ;
· le désherbage du nouveau semencier, et le semis de graines de quelques espèces
intéressantes d’un point de vue décoratif, comme Eryngium alpinum et Pulsatilla alpina
subsp. alpina ;
· le nettoyage des cours d’eaux ;
· quelques petites réparations ;
· le rebouchage des trous creusés par les marmottes ;
· la réfection des étiquettes pendant les jours de mauvais temps.
Près de 150 pots de jeunes plants ont été retirés de la pépinière de Gignod durant l'été, résultat des semis réalisés ces 2 et 3 dernières années, quelques unes déjà présentes au jardin mais
en peu d’exemplaires, d’autres réintroduites parce que mortes ou en disparition, d’autres
encore toutes nouvelles.
Durant sa permanence au Jardin, Guglielmo Lione a travaillé à la nouvelle pépinière, en ajoutant des espèces de graminées dans la zone qui leur est réservée.
Pour la deuxième année consécutive, le 16 août
s'est tenu le concert d'août avec la flûtiste Sara
D'Angelo et la pianiste Michelle Aymonod. Le concert, qui eut lieu dans la matinée et a été suivi
d'un apéritif, a connu un franc succès auprès du
public jeune. On espère qu'il sera à nouveau proposé les prochaines années. Les aficionados ont
déjà réservé !
La météorologie a été favorable, mais cette
chance doit probablement être attribuée à une
intervention extraordinaire de l'Abbé Chanoux,
puisqu'il neigea dans la soirée du 15 et que la
pluie est arrivée dans l'après midi du 16 !
Cette année, une collaboration fructueuse a été entreprise avec l'Accueil touristique de
l'Hospice, la Commune de La Thuile et celle de Séez, concernant l'échange de matériel et
d'informations.
Sur invitation de la paroisse et du conseil municipal de La Thuile, la Chanousia s'est chargée
d'ouvrir la chapelle au public tous les jours de 10h à 18h. L'initiative a été très appréciée par
les touristes du Col, qui l'ont visité en grand nombre. Une messe a été officiée dans la chapelle mardi le 12 août.
Les visites guidées ont bénéficié d'un réel succès, et le Jardin a reçu la visite de groupes importants, organisés par l'agence de voyage turinoise “Falcini Viaggi”.
Samedi 20 et dimanche 21 septembre, le jardin a été ouvert gratuitement au public à l'occasion des Journées du Patrimoine.
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La cassette vidéo étant un support à présent
épuisé, un DVD a été réalisé avec le film
“Chanousia, un jardin sans frontières”, présentant l'histoire et la visite guidée du Jardin en langues italienne et française (chaque DVD comprend le film en 2 langues).
Fin juillet – début août 2 étudiants en Sciences
Naturelles de l'Université de Turin ont séjourné
au Jardin. Ce sont les seules “nouvelles recrues”
de la saison. Pour l'année prochaine, nous comptons recevoir plus de demandes de stages de la
part des étudiants.
Sept autres volontaires ont été en stage à la
Chanousia. Il s’agit d’une jeune Française et de 6 Italiens, parmi lesquels 4 étudiants diplômés
en sciences naturelles, 2 étudiants en biologie et 1 étudiant en sciences forestières.
Heureusement, cette année nous avons pu disposer de quelques étudiants connaissant bien la
langue française, grâce auxquels les touristes français ont été accueillis et guidés correctement.
Au cours de l’été nous avons enregistré 2581 visiteurs (1874 payant le billet 2,00 €, 143 visiteurs payant le tarif réduit de 1,50 €, y compris les groupes, et 53 entrées gratuites), dont 511
enfants.
Barbara Barisani
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JARDIN BOTANIQUE SAUSSUREA
ESTATE 2008 AL GIARDINO ALPINO SAUSSUREA (PAVILLON DU MONT FRÉTY 2175)
L’11 giugno 2008 sono iniziati i lavori per l’apertura stagionale 2008. Lo scenario in cui si presentava il Pavillon du Mont Fréty era ancora invernale: la prima settimana di lavori è stata dedicata completamente alla spalatura della neve dalle roccere e dal perimetro del Giardino in
modo da poter montare la staccionata.
Solo dopo il 18 si è proceduto con le attività di sistemazione per l’apertura al pubblico: le pulizie dei locali rimasti chiusi durante la stagione invernale, il trasloco del materiale portato a
valle, il montaggio della nuova cartellonistica esterna, nonché il ripristino della rete idrica e
sentieristica. Si è quindi proseguito con la pulizia del secco dalle roccere e dagli ambienti naturali… e il 21 giugno è avvenuta l’apertura ufficiale del Giardino.
Nel corso della stagione estiva si è proceduto al consueto censimento delle specie presenti in
giardino, iniziando una catalogazione fotografica di tutte le roccere. Si è poi proseguito con i
lavori di manutenzione ordinaria: il diserbo delle roccere e degli ambienti naturali, la sistemazione dei sentieri e dei ruscelli. Particolare rilevanza si è data alla cura dei sentieri intorno
alle roccere che sono stati livellati e riempiti apportando nuova terra.
Sono state prelevate alcune specie autoctone nelle aree circostanti per poter iniziare il riempimento della nuova roccera delle specie medicinali valdostane situata nella parte posteriore
del giardino. Alla fine di settembre, in collaborazione con la Cave du Vin Blanc de Morgex et
de La Salle, vi si è sperimentalmente trapiantato un esemplare di vite autoctona di Morgex.
Inoltre sono stati portati in giardino circa 130 vasetti di piante prelevate dal Vivaio forestale
di Gignod, dove erano precedentemente stati seminati i semi prodotto dello scambio invernale con gli altri Giardini Alpini ed Orti Botanici.
La raccolta dei semi è iniziata già nel mese di agosto, ed è proseguita durante i mesi di settembre ed ottobre nelle valli circostanti. I semi raccolti sono stati determinati, essiccati e puliti, e si è arrivati così alla compilazione dell’Index seminum per l’anno 2008/2009 che conta
1065 semi.
Nel corso dei mesi estivi hanno visitato il Giardino 15.973 ospiti; e vi hanno prestato opera 7
collaboratori: alcuni studenti universitari appartenenti a diversi atenei italiani, altri studenti
di scuole superiori valdostane, ma anche semplici appassionati di coltivazione e giardinaggio.
Si è anche rinnovata la favorevole collaborazione con il Liceo Linguistico di Courmayeur che ci
ha permesso di ospitare uno stagista nel mese di agosto. Lo studente si è occupato prevalentemente dell’accoglienza dei visitatori e di dare loro le prime informazioni sulla visita e sul
giardino.
Nel corso dell’estate 2008 è stato rinnovato il sito internet del Giardino (www.saussurea.net)
con una nuova veste grafica e la possibilità di inserire periodicamente nuovi contenuti.
Il progetto che ha caratterizzato tutta la stagione estiva è stato il concorso fotografico
“Rivelazione Naturalistica Saussurea 2008”, alla sua prima edizione. Si tratta di un appuntamento per la scoperta e la promozione di artisti emergenti della fotografia. Con questo progetto ci si propone di selezionare un nuovo talento della fotografia italiana e di offrire una possibilità concreta di visibilità e promozione.
I vincitori verranno premiati anche con la partecipazione ad una mostra itinerante che si svolgerà nel corso dell’estate 2009. Una Menzione Speciale Gardenia selezionerà un talento fotografico di particolare interesse, che verrà pubblicato sulla rivista nell'arco del 2009 e un premio speciale Web Community E-Motion sarà assegnato in base alle votazioni espresse dagli
utenti web.
Nel corso dell’estate i seguenti appuntamenti o visite hanno coinvolto il Giardino:
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· Il 24 giugno la visita di una delegazione in rappresentanza degli albergatori di tutta la
Regione, e dei commercianti di Courmayeur, nell’ambito della giornata “Monte Bianco a
porte aperte”;
· Il 24 luglio e il 30 luglio, in collaborazione con le Funivie Monte Bianco, la presentazione
del Giardino e dell’Oasi Naturalistica del Pavillon du Mont Fréty, a Pré Saint Didier e a
Courmayeur;
· Il 29 luglio e il 6 agosto a Pré Saint Didier e a Courmayeur, in collaborazione con la
Farmacia del Verrand, la presentazione delle Piante Officinali della Valle d’Aosta e dei
loro utilizzi, con particolare riferimento a quelle del territorio della Valdigne;
· dal 20 agosto, per 2 settimane, il giardino è stato ospite della rubrica giornaliera del TGR
“Dal Giardino Saussurea… due specie al giorno”, tutti i giorni nel telegiornale delle 14.00.
A conclusione dei lavori della stagione sono stati raccolti tutti i semi delle specie ospitate in
Giardino, tagliata la parte aerea di tutte le piante nelle roccere, vuotato lo Chalet e smontato la staccionata… Saussurea si è così preparata al riposo invernale.
Isabella Vanacore Falco
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PARC NATUREL REGIONAL DU MONT AVIC - ATTIVITÀ 2008
Fra le attività di maggior rilievo dal punto di vista scientifico e conoscitivo realizzate nel corso
del 2008 vanno citate le ricerche condotte da tre borsisti del Fondo Sociale Europeo che si sono
occupati di aspetti faunistici (C. Bich) e dello studio di alcuni corsi d’acqua e torbiere del Parco
(M. Bozzo e C. Sedda). Grazie alla loro collaborazione, le banche dati naturalistiche dell’Ente
sono state in parte riorganizzate ed incrementate con nuovi set di dati.
Per quanto riguarda le torbiere, il lavoro è stato svolto in stretta collaborazione con
l’Università di Ferrara, incaricata dal Parco dell’effettuazione di uno studio di dettaglio; per i
corsi d’acqua l’Ente si è giovato della collaborazione dell’ARPA Valle d’Aosta. Grazie al lavoro
del personale dell’Ente ed alla collaborazione di alcuni stagisti, sono state realizzate operazioni di monitoraggio di animali e vegetali di particolare interesse gestionale; oltre alle specie
seguite ormai da numerosi anni, merita ricordare l’avvio di un monitoraggio dei siti riproduttivi della rana rossa e della salamandra gialla e nera. F. Frassy, ricercatore finanziato dal progetto “Alfieri” della fondazione CRT, ha avviato uno studio sulla cartografia della vegetazione
d’alta quota del Parco con l’ausilio di immagini multispettrali, lavoro che verrà concluso nel
2009.
Nel 2008 è stata inoltre completata la riorganizzazione della biblioteca dell’Ente, ospitata
presso la sala consiliare degli uffici siti in località Fabbrica di Champdepraz. Grazie alla collaborazione di G. Maffei e C. Christille, è stata realizzata la catalogazione di oltre 3.000 titoli
relativi ad argomenti specifici, di particolare attualità o di rilevante interesse per la gestione
del Parco, quali la pianificazione delle aree protette in ambito alpino/montano, i modelli di
valutazione e idoneità ambientale, le tecniche di studio, tutela e gestione delle torbiere, gli
effetti dei cambiamenti climatici.
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La biblioteca comprende volumi, periodici ed
estratti di pubblicazioni scientifiche; particolarmente numerosi sono i titoli riguardanti
parchi e riserve naturali, fauna, flora alpina,
nonché i manuali di riconoscimento relativi
alle scienze naturali. Il Consiglio di
Amministrazione ha approvato un regolamento per il funzionamento della struttura, utilizzabile previa domanda motivata da studenti, ricercatori e altri utenti interessanti
alle tematiche ambientali. Nel 2009 verrà
attivato il catalogo in linea della Biblioteca,
al quale si potrà accedere direttamente dal
sito Internet del Parco www.montavic.it; le
due consuete modalità di ricerca “semplice” e “avanzata” daranno rispettivamente la possibilità di ricercare i titoli per Autore o per Titolo o per Soggetto e di effettuare ricerche secondo
numerosi altri criteri, compresi i codici numerici della Classificazione Decimale Dewey (CDD),
adottata dalla quasi generalità delle biblioteche del mondo.
Merita infine un cenno la preziosa collaborazione fra il Servizio Aree Protette
dell’Amministrazione regionale, il Parco e la Société de la Flore Valdôtaine per la divulgazione
dei risultati delle ricerche realizzate nell’ambito del progetto “COGEVA-VAHSA” (Interreg III A
Alcotra), pubblicati sull’ultimo volume della Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle.
Massimo Bocca
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SCHEDE
LE PIANTE DEL GIARDINO BOTANICO PARADISIA
Eritrichium nanum (L.) Schrader
Famiglia:
Boraginaceae
Etimologia:
Il nome del genere deriva dal greco eri (= assai) e thrix (= pelo) per
l'abbondante presenza di peli su tutta la pianta; il nome specifico è
dovuto alle ridotte dimensioni della pianta
Nomi volgari:
Descrizione
morfologica:
Ecologia:
Distribuzione:
Curiosità:
It. Eritrichio nano
Fr. Eritriche nain
D. Himmelsherold
Pianta alta appena 1-4 cm, ha fusti ridotti, ramificati alla base a formare
un denso pulvino, da cui emergono brevissimi scapi. Le foglie hanno lamina
lanceolato-spatolata, con lunghi peli bianchi sul margine e sulla pagina
superiore, mentre all'apice sono riuniti a ciuffetto. Gli scapi portano da 2 a
5 fiori con corolla gamopetala a tubo biancastro e lembo diviso in 5 lobi
arrotondati di colore azzurro più o meno intenso e fauce gialla.
Vive sui detriti e sulle rupi, in situazioni esposte (creste ventose) e su
substrati silicei o più sovente su calcescisti. Fiorisce tra luglio ed agosto.
Specie Orofita SE-Europea, ovvero diffusa principalmente dalle Alpi ai
Carpazi, è rara e con distribuzione frammentata. In Valle d'Aosta è
localizzata intorno al massiccio del Gran Paradiso, sui monti meridionali
della Valpelline e nelle medie ed alti valli del Monte Rosa; sembra invece
mancare nel settore occidentale della regione. È specie del piano alpino e
nivale, che cresce da 2500 m, raramente più in basso, fino a 3700 m.
Questa pianta, di rara bellezza, è un evidente esempio della capacità della
flora alpina di adattarsi a vivere in ambienti ostili come l'alta montagna. La
tipica forma a cuscinetto e le ridotte dimensioni (nanismo), consentono alla
pianta di sfruttare al meglio il calore del sole e soprattutto di ridurre gli
effetti negativi del vento (azione meccanica e aumento della traspirazione)
anche la peluria, che ricopre l'intera pianta, consente di limitare l'eccessiva
traspirazione delle foglie creando un sottile strato di aria immobile.
L'eritrichio nano è specie protetta dalla L.R. 31 marzo 1977, n.17 (tutela
rigorosa) per la sua bellezza e per la distribuzione molto frammentata nella
regione.
Laura Poggio
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35
ASSETTO DEGLI SPAZI VERDI CONTIGUI A NUOVI EDIFICI ABITATIVI
Il mezzo secolo appena
trascorso è stato caratterizzato, nel mondo
occidentale, da una
forte ripresa economica successiva alla fine
del secondo conflitto
mondiale, e, nel contempo, da una intensa,
diffusa e multiforme
attività edilizia che ha
finito per incidere fortemente sull’assetto e
sull’aspetto del territorio.
Anche la nostra Valle
d’Aosta ha seguito tale
modello evolutivo, che
vi ha avuto tra l’altro,
Forte densità di alberi ad alto fusto fra abitazioni private in spazi esigui
e vi mantiene tuttora,
un evidente effetto di
modificazione dell’assetto urbanistico, in conseguenza dell’abbandono dei tradizionali canoni
costruttivi ed estetici propri della civiltà rurale in ambiente montano: ciò a seguito di nuove
esigenze abitative riflettentisi sulla pianificazione urbanistica, che risente, tra l’altro, anche
della diffusione delle cosiddette “seconde case” proprie del turismo stanziale.
Per quanto riguarda la tutela e la preservazione dell’aspetto tipico degli spazi naturali ed agricoli, sempre più compromesso, preme, a noi della S.F.V. sensibili a tale problema, mettere in
risalto anche un aspetto particolare: l’importanza della scelta e dell’impianto di specie vegetali presso le nuove costruzioni e nelle aree ad esse contigue. Tale scelta contribuisce ad armonizzare la nuova costruzione con l’ambiente circostante, in una con l’attenuazione dell’impatto sul paesaggio locale e generale. In sostanza, si tratta di coniugare la razionalizzazione dell’uso degli spazi esterni con la scelta e la disposizione dei vegetali ornamentali ad essi destinati. In concreto: cosa fare, ma anche cosa non fare.
Considerati i prezzi raggiunti dai terreni edificabili, gli spazi esterni agli edifici residenziali
sono in genere di dimensioni piuttosto ridotte: non è quindi consigliabile inserirvi un elevato
numero di piante, che non può che nuocere al loro futuro sviluppo, oltre a dare in seguito
un’impressione di densità eccessiva. Bisogna tener sempre presente che piante di piccole
dimensioni all’atto dell’impianto possono nel seguito diventare gigantesche, con tutti i rischi
connessi alla loro mole, e porre quindi il problema del loro abbattimento nel caso siano troppo vicine alle abitazioni o troppo protese verso l’esterno. Torna qui opportuno citare il caso di
Aosta, dove durante gli anni ’30 avvenne una notevole introduzione di conifere ascrivibili al
genere del Cedro: ottima scelta per quanto concerne i terreni dell’Ospedale, ampi e capienti,
ma pessima per quelli degli edifici privati di nuova costruzione, che nel tempo finirono per
essere occultati e quasi oppressi dall’invadenza di piante di tale mole.
Carlo Lyabel
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SOUVENIRS 2008
Eryngium alpinum L. nel Vallon du Fournel
(Hautes-Alpes, Francia)
Gigli selvatici al Jardin Alpin du Lautaret
Entrata alla miniera de L’Argentière
Fioritura al Jardin Alpin du Lautaret
Altro imbocco di galleria alla Miniera de L’Argentière
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Ont collaboré à la réalisation de ce numéro
Barbara Barisani
Massimo Bocca
Maurizio Bovio
Carlo Lyabel
Rollande Mazollier
Rosanna Piervittori
Laura Poggio
Francesco Prinetti
Chantal Trèves
Isabella Vanacore Falco
Photographies
Barbara Barisani
Maurizio Broglio
Giuseppe Bruno
Roberto Facchini
Luca Ganis
Rosanna Piervittori
Laura Poggio
Francesco Prinetti
Isabella Vanacore Falco
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Directeur responsable:
Carlo Lyabel
Comité de rédaction:
Dario Margaroli
Rosanna Piervittori
Francesco Prinetti
Coordination:
Francesco Prinetti
Rédaction:
3, rue J.-B. de Tillier - 11100 Aoste
[email protected] - www.sfv.it
Autorisation du Tribunal d'Aoste nº 8 du 20/05/2002
Conception graphique:
Ideographia.com · Franco e Joël Balan
Imprimerie:
Tipografia La Vallée (Aosta)
La publication de ce bulletin a été possible grâce à la contribution
de la Région Autonome Vallée d'Aoste.
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À LA DÉCOUVERTE DU MILIEU VALDÔTAIN
I LICHENI
Thamnolia vermicularis (Sw.) Schaer.
Descrizione
Lichene fruticoso caratterizzato da ramificazioni (lacinie) cilindriche o leggermente appiattite, cave all’interno, semplici o con brevi e più sottili ramificazioni secondarie. Il colore è bianco puro che, nei campioni essiccati, può, talvolta virare in un rosa molto pallido. Non si conoscono strutture riproduttive. I nuovi individui si formano per semplice frammentazione e
dispersione di parti del tallo (moltiplicazione vegetativa).
Dove
La specie, presente in Italia (Valle d’Aosta inclusa) con due uniche varietà (vermicularis e subuliformis) riconoscibili solo in base a test colorimetrici e chimici, cresce esclusivamente sul terreno (lichene terricolo).
Distribuzione
Il genere Thamnolia è presente nelle zone artico-alpine del mondo. In Italia è diffuso lungo
tutto l’arco alpino, oltre il limite degli alberi. Frequente sulle creste e sui pendii ventosi dove
dà origine a popolamenti molto caratteristici, unitamente a specie del genere Cetraria e
Cladonia. La formazione di cuscinetti compatti ed estesi può essere utilizzata come indice dell’intensità e della direzione del vento.
Curiosità
In alcune parti della Cina (provincia di Yunnan) T. vermicularis è utilizzata per la preparazione
del tè: circa 10 frammenti ogni due cucchiaini di foglie di tè verde. In America alcuni uccelli
come il piviere dorato (Pluvialis apricaria), utilizza i cuscinetti costituiti da questo genere per
nidificare.
Rosanna Piervittori
40
Thamnolia vermicularis (Sw.) Schaer.