Nouvelles n°7 - Société de la Flore Valdôtaine
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Nouvelles n°7 - Société de la Flore Valdôtaine
ADMINISTRATION DE LA S.F.V. Présidente: Chantal Trèves Président-adjoint: Francesco Prinetti Conseillers: Davide Bolognini, Frédéric Bondaz, Maurizio Bovio, Ermanno Dal Molin, Carlo Lyabel, Giovanni Maffei, Dario Margaroli, Rosanna Piervittori Contrôleurs aux comptes: Massimo Bocca, Ivo Lavoyer Prud’hommes: Erich Avondet, Francesco Simone 2 NOUVELLES DE LA SOCIÉTÉ DE LA FLORE VALDÔTAINE Nouvelles de la S.F.V. pubblica, in lingua italiana o francese, articoli a carattere divulgativo riguardanti aspetti naturalistici di particolare interesse per la Valle d'Aosta, resoconti sulla attività della S.F.V., notizie dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre, dal Giardino botanico alpino «Chanousia» e da altri giardini botanici, musei e parchi naturali, recensioni. La collaborazione è aperta a tutti. La priorità sarà comunque data ai Soci della S.F.V. Il Comitato di Redazione di Nouvelles de la S.F.V. si riserva il giudizio insindacabile sulla scelta del materiale da pubblicare. Le opinioni esposte negli articoli firmati impegnano unicamente i rispettivi autori. Gli articoli possono essere riprodotti solo se è citata la fonte. Le comunicazioni dovranno pervenire alla redazione di Nouvelles de la S.F.V. (3, rue J.-B. de Tillier - 11100 Aosta) entro il 30 settembre di ogni anno. Gli scritti di cui si richiede la pubblicazione dovranno pervenire memorizzati su CD o chiavetta USB e non dovranno superare le 4 cartelle. SOCIÉTÉ DE LA FLORE VALDÔTAINE (S.F.V.) Si trascrive il testo dell'art. 3 dello Statuto della S.F.V. “Les buts spécifiques de la Société de la Flore Valdôtaine sont les suivants: · étude et diffusion de la connaissance des sciences naturelles et de la géographie physique; · défense et conservation du milieu naturel et du paysage, sous toutes leurs formes et sous tous leurs aspects; · protection des espaces verts dans l’aménagement du territoire; · association de toutes les personnes qui sont intéressées par ces buts”. Modalità di rinnovo annuale dell'associazione alla S.F.V. La quota annuale di Euro 25,00 (soci ordinari) o di Euro 10,00 (studenti) o di almeno Euro 50 (soci benefattori) può essere versata sia presso la sede della S.F.V. (3, rue de Tillier - Aoste) il martedì ed il giovedì dalle ore 9 alle 12 ed il sabato dalle ore 9 alle 11, sia per posta sul c/c 11842119 intestato alla Société de la Flore Valdôtaine - via de Tillier, 3 - 11100 Aosta. La S.F.V. pubblica annualmente un periodico a carattere scientifico (Revue Valdôtaine d'Histoire Naturelle) ed uno a carattere divulgativo di informazione sulla vita societaria (Nouvelles de la S.F.V.). Entrambe le pubblicazioni sono distribuite a tutti coloro che sono in regola con la quota associativa. Direttore responsabile della Revue d'Histoire Naturelle: Dr. Maurizio Bovio Direttore responsabile di Nouvelles de la S.F.V.: Dr. Carlo Lyabel 3 TABLE DES MATIÈRES · SOMMAIRE Avant-Propos Chantal Trèves . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . page 4 Éditorial Carlo Lyabel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . page 7 ASSEMBLÉES GÉNÉRALES 2008 Procès-verbal de l'Assemblée Générale du 19 avril 2008. . . . . . . . . . . . . . . . . . page 8 Procès-verbal de l'Assemblée Générale du 13 décembre 2008 . . . . . . . . . . . . . . page 11 ACTIVITÉS DE LA SOCIÉTÉ PENDANT L’ANNÉE 2008 EXCURSIONS BOTANIQUES ET VOYAGES DE LA S.F.V. 26/27 luglio 2008 : Vallon du Fournel et Col du Lautaret Francesco Prinetti . . . . page 14 8 agosto 2008: L’Abbé Henry e i licheni della Valpelline Francesco e Geneviève Prinetti . . . . . . . . . . . . . . . page 16 CONFÉRENCES Presentazione del libro “Guida alla Flora della Valle d’Aosta” Francesco Prinetti . . . . . . . . . . . . . . . . Archeologia del paesaggio: l’approccio palinologico Chantal Trèves . . . . . . . . . Flora e vegetazione della Val Ferret: Biodiversità e conservazione Isabella Vanacore Falco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Key-to-Nature: Nuovi strumenti per insegnare ed imparare la biodiversità Rosanna Piervittori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Vegetazione d’alta quota e ripristino delle piste di sci Chantal Trèves . . . . . . . page 19 page 20 page 21 page 22 page 23 MUSÉE, JARDINS BOTANIQUES, PARCS · MUSEO, GIARDINI BOTANICI, PARCHI Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre, Attività 2008 Rosanna Piervittori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Chanousia: rapport sur la saison d’été 2008 Barbara Barisani . . . . . . . . . . . . . Estate 2008 al Giardino Alpino Saussurea Isabella Vanacore Falco . . . . . . . . . . . Parco Naturale Regionale Mont Avic: attività 2008 Massimo Bocca . . . . . . . . . . Schede: Laura Poggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . THÈMES DE RÉFLEXION page page page page page 24 26 29 31 33 Assetto degli spazi verdi contigui a nuovi edifici abitativi Carlo Lyabel . . . . . . . . page 35 Souvenirs 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . page 36 À la découverte du milieu valdôtain: il lichene Thamnolia vermicularis (Sw.) Schaer. Rosanna Piervittori . . . . . . . . page 39 4 AVANT-PROPOS Il 2008 è stato un anno molto importante per la Société de la Flore Valdôtaine, che ha festeggiato i 150 anni dalla sua fondazione. Un programma nutrito di eventi ed una produzione scientifica importante hanno segnato il calendario per quasi tutti i mesi. Gli obiettivi straordinari che erano stati prefissati sono stati raggiunti grazie al supporto dell’Assessorato alla Istruzione e Cultura che, con un finanziamento straordinario, ci ha permesso di sostenere un programma editoriale molto impegnativo, e grazie alla Presidenza del Consiglio regionale che ha garantito la riuscita della cerimonia del 13 dicembre. Un caloroso ringraziamento va quindi al Presidente del Consiglio Albert Cerise e all’Assessore Laurent Viérin per quanto hanno fatto. Tante sono le cose realizzate; questo numero di Nouvelles ve ne darà una ampia sintesi. Mi limiterò pertanto a ricordare qui solo due momenti particolari. Il 29 novembre, in occasione dell’assemblea annuale dell’Accadémie Saint Anselme, il suo Presidente Prof. Pier Giorgio Thiébat mi ha invitata a tenere una allocuzione sulla Société. Invito che ho accolto con grande piacere, tanto più che l’Académie Saint Anselme potrebbe essere considerata come la sorella maggiore della SFV, essendo stati i soci fondatori di questa membri dell’altra. Ho quindi presentato ad un pubblico assai numeroso e – mi è parso – molto attento, tra cui Monsignor Anfossi, Vescovo di Aosta, una breve conversazione sulla storia della nostra Société, sviluppando come tema centrale quello dell’erbario e di quella vera e propria epopea scientifica concretizzatasi nella catalogazione della flora della Valle d’Aosta. Il secondo evento si riferisce alla cerimonia del 150esimo anniversario della Société de la Flore del 13 dicembre, che è stata organizzata in occasione dell’assemblea d’autunno, presso il salone delle manifestazioni del palazzo regionale. Hanno preso la parola per un saluto il presidente della Regione, Augusto Rollandin, il Vice presidente del Consiglio, André Lanièce, in rappresentanza del Presidente Albert Cerise – socio della SFV fin dal 1971 ma impossibilitato ad essere presente – e l’Assessore dell’Agricoltura e Risorse naturali Giuseppe Isabellon. L’Assessore alla Istruzione e Cultura Laurent Viérin non ha invece potuto partecipare a causa di impegni precedentemente presi. Sono intervenuti con affettuosi saluti anche i presidenti delle Associazioni culturali valdostane vicine alla storia della SFV: l’ Académie Saint Anselme con il suo presidente Giorgio Thiébat, la Sezione di Aosta del Club Alpino Italiano con Aldo Varda, la Société Valdôtaine de Préhistoire et Archéologie con Damien Daudry, e il Comité des Traditions Valdôtaines con Enrico Tognan. I soci ri-fondatori iscritti negli anni 1971-1972 e ancor oggi presenti nella SFV sono stati premiati con un omaggio ricevuto dalle mani delle autorità presenti. Vogliamo ricordarne qui i nomi: Vanna Dal Vesco, Carlo Lyabel, Maria Francesca Riconda, Eric Avondet, Francesco Simone, Emilia Brivio, Joseph Rivolin, Paolo Castello. Un omaggio è stato offerto nei giorni successivi anche al Presidente Albert Cerise, anche lui pioniere della ri-nata Société in quanto socio fin dal 1971. La cerimonia si è conclusa con una conversazione di David Aeschimann sul gruppo di Gentiana acaulis. Al termine della mattinata un graditissimo rinfresco offerto dalla Presidenza della Regione ha allietato ancor più gli animi. Voglio, in conclusione, ringraziare a nome della SFV tutti coloro che si sono dedicati per la buona riuscita dell’evento ed in particolare Gabriella Viérin, Elisa Santelli e tutto il consiglio direttivo della SFV. Un grazie particolare va poi allo staff della Presidenza del Consiglio regionale che ci ha supportato con grande competenza e simpatia. Riporto in conclusione il testo del mio intervento in occasione della cerimonia dei 150 anni della SFV. 5 les valdôtains eux-mêmes. C’est pour cela que la SFV c’est engagée, pendant les longues années de son histoire, à recueillir un herbier, à enrichir les connaissances sur la Flore de la Vallée d’Aoste - aventure pas encore conclue - à construire un jardin botanique de haute montagne – Chanousia - et à en soutenir plusieurs autres, à réaliser un Musée de sciences naturelles qui a été le noyau de l’actuel Musée Régional de SaintPierre. Ce sont là des exploits qui ont vu la SFV dans un rôle générateur, les ayant faits naître et accompagnés pour un long bout de leur parcours. Aujourd’hui, ils continuent à évoluer de façon autonome grâce à l’intervention fondamentale de l’Administration régionale. La SFV continue de nos jours à contribuer directement à l’épanouissement des sciences naturelles dans notre pays. Sa revue scientifique, qui voit aujourd’hui la parution de son 62ème numéro, fête ses 106 ans de vie. Une revue qui a eu l’honneur de la sixième place dans l’inventaire des revues italiennes pour nombre de articles sur la flore vasculaire parus tout au long de son histoire et pour laquelle nous vérifions aujourd’hui la possibilité de l’insérer dans les circuits internationaux des revues scientifiques reconnues. Les conférences et les sorties que nous organisons chaque année ont pour but de faire connaître, pas seulement à nos sociétaires mais à tous ceux qui sont intéressés, l’actualité du débat scientifique dans les différents domaines des sciences naturelles, comme toute recherche scientifique en cours dans notre vallée, racontée de la bouche même des chercheurs qui sont engagés dans ce travail dur mais passionnant. Signor presidente della Regione Signor presidente del Consiglio Signori assessori e signori consiglieri Cari soci e amici della SFV, Sono lietissima di essere qui insieme a voi oggi per celebrare i 150 anni di una istituzione che ci è cara per tanti motivi. Per le idee che ha rappresentato Per i traguardi che è riuscita a raggiungere Per la determinazione, la caparbietà di chi ci ha preceduto nel mantenere vivo l’impegno, nel raccogliere ancora una volta il testimone quando tutto sembrava ormai perduto. Il y a 150 ans, c’était le 1858, huit personnes se sont rencontrées ici à côté – au Collège Saint-Bénin. Au cours de cette réunion historique la Société Valdôtaine de Sciences Naturelles fut fondée. Quelques années plus tard, elle prendra le nom de Société de la Flore Valdôtaine. L’âme de la société fut le Chanoine Georges Carrel, qui dans son « Introduction à la flore valdotaine. Aux jeunes botanistes » de 1858, la même année de la fondation de la SFV, écrivait : « Tous les pays voisins, l’Allemagne, l’Autriche, la Suisse, le Piémont et la France, ont leur flore, et la Vallée d’Aoste n’a pas encore la sienne. Il est temps d’y mettre main. Qu’il me soit permis, à cette fin, de faire un appel à tous le Valdôtains, et de leur indiquer les ouvrages qu’il peuvent consulter pour former un herbier classique. » C’est là un message capital qui encore aujourd’hui nous appartient : la connaissance de notre flore, de notre territoire, des différents aspects du milieux naturel de notre vallée doit être avant tout un engagement pris par 6 Se siamo ancora oggi presenti e attivi nel panorama culturale della regione, un fondamentale grazie deve essere dato innanzitutto all’Amministrazione regionale che ci ospita oggi e ci garantisce ogni anno i fondi per poter pubblicare le riviste della Société e organizzare tutta l’attività di divulgazione scientifica attraverso le conferenze e le uscite in campo. Essa inoltre ci coinvolge nella gestione del Museo Regionale di Scienze Naturali e dei Giardini alpini permettendoci così di continuare a vegliare su quanto i nostri predecessori hanno realizzato. Un grazie in conclusione, ma non per questo meno sentito, va anche a chi ha avuto il coraggio di rifondare la SFV negli anni settanta del secolo scorso, portandola a nuova vita dopo l’annientamento del periodo bellico, facendola prosperare durante questi 37 anni fino a raggiungere traguardi di cui non si può che essere fieri. Un grazie quindi a tutti voi, soci e sostenitori della Société. Un grazie tutto particolare a quelli che c’erano nel 1971 e 72, agli inizi, e che ancora oggi sono qui con noi. E, soprattutto, un pensiero affettuoso e riconoscente a due grandi uomini: Efisio Noussan, presidente e anima della SFV dal 1971 al 2001, e Bruno Peyronel, che assicurò l’autorevolezza scientifica necessaria ai primi passi nella nuova società. Un settore del palco alla festa dei 150 anni della Société La nostra Presidente Chantal Trèves Rollande Mazollier, Maurizio Bovio e Rosanna Piervittori Un settore del pubblico La Presidente della S.F.V. Chantal Trèves 7 ÉDITORIAL LE PRÉSENT ET LE FUTUR DE LA SOCIÉTÉ DE LA FLORE VALDÔTAINE La récente célébration du 150ème anniversaire de la Société de la Flore Valdôtaine a eu pour nous une grande importance, car elle a marqué une étape significative dans le parcours et l’évolution de notre association. En même temps, elle nous donne un élan vers un futur qui se présente plein de problèmes pour la sauvegarde de la nature et de l’environnement sous tous leurs aspects. Cela veut dire aussi que nous aurons besoin de la collaboration de tous les membres de l’association, dans les limites des possibilités de chacun. En plus, nous avons la nécessité d’élargir et de diversifier sa composition. Quant aux possibilités de collaboration, déjà souhaitées dans l’éditorial du précédent numéro de ce bulletin, qu’il soit bien clair que la S.F.V. ne prétend pas de tous une préparation scientifique approfondie. Elle ne demande que la mise à disposition, dans son propre intérêt et surtout de celui de la collectivité, des capacités individuelles, qu’elles soient modestes ou élevées. Une façon efficace de collaborer personnellement à la sauvegarde du milieu tant naturel qu’humanisé envers les dégradations provoquées par les activités humaines, pourrait consister simplement dans la diffusion autour de soi des connaissances et des considérations faisant l’objet habituel de ce bulletin comme de celui qui concerne l’Histoire Naturelle, également édité par la S.F.V. La Société de la Flore dans les jardins méditerranéens (juin 2005) Carlo Lyabel 8 ASSEMBLÉE GÉNÉRALE DU 19 AVRIL 2008 Le 19 avril 2008 à 15h30 s'est tenue à la Bibliothèque régionale d'Aoste l'assemblée générale de printemps de la Société de la Flore Valdôtaine, en seconde lecture, la première convocation n’ayant pas reçu le quorum. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 L'ORDRE DU JOUR ÉTAIT LE SUIVANT Rapport moral de la Présidente Bilan 2007 et budget 2008 Révision des statuts de la société Revue Valdôtaine d'Histoire Naturelle et Nouvelles de la S.F.V. Musée régional de Sciences Naturelles : situation et perspectives Jardin botanique alpin Chanousia : programme d’été Programme des excursions et conférences 2008 Programme des célébrations du 150ème anniversaire de la SFV (1858-2008) Problèmes d’actualité, motions, propositions 1 RAPPORT MORAL DE LA PRÉSIDENTE La présidente a ouvert la séance en saluant les membres présents, au nombre d’une trentaine y compris les membres du conseil. 2007 a été une année d’essai pour le nouveau conseil de direction. Elle récapitule ensuite brièvement les conférences qui se sont déroulées au cours de l’année, à savoir : le bouquetin du Parc National du Grand Paradis, les S.I.C. (où la conférence a chaque fois été associée à une excursion sur le terrain), puis fait succinctement le compte-rendu des excursions effectuées et signale que celle du vallon de Thuilette a été renvoyée à 2008. Dans le cadre de ses activités internes, la société a par ailleurs pourvu à réorganiser sa bibliothèque, convoqué des réunions préparatoires pour la célébration de l’anniversaire de ses 150 ans d’existence qui comporte un certain nombre de manifestations. Il faut également noter la nouvelle formule de distribution de la revue suite à l’augmentation des frais postaux. Désormais, les revues ne seront plus envoyées par poste aux résidents à Aoste et communes limitrophes. Elles seront disponibles au siège de la société et devront être retirées directement par les intéressés. La présidente constate que les excursions attirent plus de participants que les réunions théoriques. Toutefois certaines conférences obtiennent un succès certain, comme celle tenue récemment par Elisabetta Brugiapaglia sur les pollens. Elle passe ensuite à la présentation du bilan. 2 BILAN 2007 ET BUDGET 2008 Le trésorier n’ayant pu être présent à cette réunion pour raison professionnelle, la présidente se charge de la lecture des bilan et budget. Outre le bilan, il est nécessaire de faire une déclaration de revenus. Pour l’heure, le bilan a été rédigé par Paul Creton. La présidente tient à préciser que bilan et budget prévisionnel ainsi que les calculs détaillés sont accessibles à tous les membres de l’assemblée et peuvent être consultés à la demande. Le bilan a été approuvé par le conseil. Elle passe ensuite à la lecture du budget prévisionnel pour 2008 qui dénote des frais élevés pour la célébration des 150 ans. Bilan et budget sont approuvés à l’unanimité des membres présents à l’assemblée par vote à main levée. 9 3 RÉVISION DES STATUTS DE LA SOCIÉTÉ Afin de pouvoir réduire certains frais, et notamment les frais postaux, il serait nécessaire que la société entre dans le cadre des Onlus. Cependant, le passage à Onlus nécessite un certain nombre de procédures bureaucratiques complexes qui entraîneraient des frais supplémentaires, outre la révision des statuts. La présidence soumettra éventuellement à l’approbation de l’Assemblée la demande de révision des statuts. 4 REVUE D’HISTOIRE NATURELLE ET NOUVELLES DE LA S.F.V. M. Bovio prend ensuite la parole pour expliquer que la prochaine revue contiendra les articles relatifs à un projet Interreg Alcotra Coordination et gestion des espaces Parc du Mont Avic et Sic du mont Blanc ; à ce propos, la parole est donnée à Mme Tutino pour expliquer les buts de ce projet. La revue accueillera une grande partie des travaux consacrés à cette initiative mise en place par la Région et les organismes compétents. Les études ont eu pour but la récolte des informations sur la mise à jour du plan de gestion du Parc Mont Avic, le plan de gestion des Sic’s et l’étude des habitats sur les deux parcs. La présidente se félicite que la société puisse gérer ces initiatives. En ce qui concerne Nouvelles, F. Prinetti précise que pour l’instant la brochure sera publiée sur le même modèle que l’année dernière, mais que sa présentation et son contenu seront ultérieurement modifiés. Il invite toujours à la collaboration au niveau des articles et explique les problèmes de retard dus à l’imprimeur. Nouvelles est sous presse et sera disponible sous peu. 5 MUSÉE RÉGIONAL DE SCIENCES NATURELLES R. Piervittori fait ensuite une présentation du projet de restructuration du musée et de la structure qui l’abrite. Le projet définitif comprend une phase scientifique qui a été confiée à deux groupes d’experts dans les diverses disciplines, le tout sous la houlette d’un coordinateur. Elle rappelle les travaux de conclusion du projet Interreg auquel a participé le musée et les publications qui en ont dérivé. Les opérations de déménagement des collections sont en cours. Il s’agit de déplacer quelque 22.000 pièces. Cette tâche a été confiée à une entreprise de Turin spécialisée en la matière pour le transport et la conservation. La deuxième phase sera le déplacement des livres qui seront stockés à Chavonne. Le musée est donc désormais fermé pour toute la durée des travaux. Certaines pièces iront meubler une exposition temporaire au château d’Introd qui depuis l’année dernière est ouvert à la visite, et le musée assurera des initiatives itinérantes sur le territoire pendant sa fermeture. 6 JARDIN DE LA CHANOUSIA La parole a été ensuite donnée à Barbara Barisani pour le compte-rendu des activités de la Chanousia. Les prévisions pour l’été verront l’organisation d’un concert le 16 août par un trio constitué d’une chanteuse, d’un pianiste et d’un flûtiste. En cas de mauvais temps, il sera donné à l’hospice. Il est prévu également de refaire un dvd sur le jardin et de réaliser un ou deux panneaux. L’ouverture est prévue pour la dernière semaine de juin en fonction des conditions météo. Mme Tutino intervient pour informer qu’en ce qui concerne l’hospice, les nouvelles ne sont pas brillantes. La situation semble bloquée. La fondation n’a pas l’intention de procéder à une vente fragmentée et attend les décisions gouvernementales sur la destination de l’ensemble des propriétés. 10 7 PROGRAMME DES EXCURSIONS ET CONFÉRENCES 2008 En ce qui concerne le programme des activités 2008, celui-ci a été envoyé avec la convocation à l’assemblée. La présidente donne brièvement la liste des conferences. La rencontre prévue avec le Prof. Nimis pourrait déboucher sur la mise en place de cours de botanique. Mme Tutino propose que soit envisagée - peut-être avec la Région - la mise en place de cours spécifiques. Au niveau des sorties sur le terrain, la parole est laissée à F. Prinetti, qui donne quelques explications sur les diverses excursions qui seront faites au cours de l’été. Le Jardin du Lautaret démarre le cycle de visites des jardins qui a été envisagé. Les programmes et descriptions des excursions paraîtront sur le site internet de la Société pour consultation. 8 PROGRAMME DES CÉLÉBRATIONS DU 150ÈME ANNIVERSAIRE DE LA SOCIÉTÉ La célébration proprement dite sera faite au moment de l’assemblée d’automne. Il s’agira d’une demi-journée pendant laquelle seront organisés des colloques avec des personnalités qui témoigneront de leurs travaux. En clôture, un rafraîchissement sera servi au cours duquel pourra être distribuée une copie anastatique de la carte que Carrel avait élaborée sur la Becca di Nona. 9 PROBLÈMES D’ACTUALITÉ, MOTIONS, PROPOSITIONS Aucune intervention n’ayant eu lieu, la présidente clôture la séance et donne la parole au Dr. Achaz von Hardenberg qui présente, à l’aide d’un support multimédia, l’état des recherches scientifiques conduites dans le Parc National du Grand Paradis. L’ordre du jour étant épuisé et plus personne ne souhaitant prendre la parole, la séance est levée à 17h30. La Présidente La Secrétaire de séance Chantal Trèves Rollande Mazollier 11 ASSEMBLÉE GÉNÉRALE DU 13 DÉCEMBRE 2008 Le 13 décembre 2008 à 9h00 s'est tenue dans le salon des manifestations du Palais régional l'assemblée générale d’automne de la Société de la Flore Valdôtaine, en seconde lecture, la première convocation n’ayant pas reçu le quorum. 1 2 3 4 5 L'ORDRE DU JOUR ÉTAIT LE SUIVANT Rapport moral de la Présidente Revue Valdôtaine d'Histoire Naturelle et Nouvelles de la S.F.V. Musée régional de Sciences Naturelles : situation et perspectives Jardin botanique alpin Chanousia : situation et programmes Divers 1 RAPPORT MORAL DE LA PRÉSIDENTE La présidente a ouvert la séance en saluant les membres présents, au nombre d’une vingtaine y compris les membres du conseil. Cette année l’assemblée, qui se déroule dans le salon des manifestations du Palais Régional, revêt un caractère différent étant liée aux célébrations du 150ème anniversaire de la fondation de la Société, qui commenceront à 10h00. Elle exprime à ce propos le vœu que la participation soit plus concrète, compte tenu de la présence des personnalités du monde politique et scientifique et notamment celle du Président de la Junte Régionale, Augusto Rollandin. Le rapport moral de la présidente, outre d’énumérer les diverses activités réalisées au cours de l’année 2008, comportera un historique de la S.F.V. et servira donc d’introduction à la cérémonie. Elle excuse les absents et lit les différents messages reçus, notamment celui de Régine Bernard, présidente de la Société Murithienne. Cette dernière précise en outre dans sa missive qu’une excursion en commun avec les membres des deux associations est en projet et sera organisée en 2010. L’autre message d’excuse émane du président de la Société de Sciences Naturelles de Haute-Savoie, Rolland Lo, qui réitère ses remerciements pour l’accueil reçu en 2003 lors de leur venue. Un autre absent aux célébrations, l’avocat Ferré de l’Ordre Mauricien qui s’occupe du jardin de la Chanousia et qui, dans sa lettre d’excuse, exprime toute la considération qu’il porte aux activités. Les autres personnalités importantes qui se sont excusées sont l’Assesseur à l’Éducation et à la Culture Laurent Viérin engagé dans une autre manifestation, Walter Giuliano représentant de la Fédération Pro Natura. Elle passe ensuite la parole à Maurizio Bovio pour parler du numéro de la Revue qui vient de sortir des presses de l’éditeur. 2 REVUE VALDÔTAINE D'HISTOIRE NATURELLE ET NOUVELLES DE LA S.F.V. À 106 ans de sa fondation, ce volume, dont il invite les membres présents à retirer une copie, est plus consistant que d’habitude car il rapporte les résultats des recherches effectuées sur les sites Natura 2000 du mont Blanc et dans le Parc régional du mont Avic dans le cadre d’un projet Interreg III A Alcotra COGEVA-VAHSA. Une trentaine de travaux de grande valeur scientifique relatifs à diverses disciplines telles que la botanique, la zoologie, la limnologie, la pédologie… Ces articles comportent de nombreuses études utiles à la rédaction des plans de gestion territoriale et d’autres travaux dédiés aux actions de monitorage à effectuer sur les sites. Il remercie le comité de rédaction de la revue pour le travail complexe effectué compte tenu de la grande quantité de matériels reçus ainsi que le Service des Zones Protégées de l’Assessorat de l’Agriculture et des Ressources Naturelle et Parc Naturel du Mont Avic qui ont apporté une aide fondamentale dans la collecte et la vérification des articles, et les rapports avec les différents auteurs. Outre les travaux relatifs au Projet Interreg, la Revue développe une importante étude sur les chiroptères qui fait aussi le point sur les connaissances acquises jusqu’à pré12 sent sur ce groupe de mammifères. En plus des habituelles rubriques consacrées aux mentions floristiques sur le territoire valdôtain, la Revue comporte un bref article-souvenir sur Bruno Peyronel à l’occasion du 25ème anniversaire de sa disparition. Étant donné le caractère solennel de ce numéro spécial, il rappelle ensuite brièvement l’histoire de la Revue qui a été fondée en 1902 par J. Henry et L. Vaccari sous le nom de Bulletin de la Société de la Flore Valdôtaine. Publié jusqu’en 1941, avec un total de 24 volumes, il cesse de paraître quand la société est dissoute. Après 30 ans de silence, il réapparaît en 1971 quand la société renaît de ses cendres grâce à Bruno Peyronel et Efisio Noussan, qui en seront aussi les directeurs. En 1975, il prend le nom actuel de Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle, plus adapté à une revue qui présente des travaux ayant trait à toutes les disciplines scientifiques des sciences naturelles. Il atteint aujourd’hui sa 62ème édition. En 1999, la Revue voit la publication des index généraux depuis 1902, par Giovanni Maffei. En 2002, la Revue a fêté ses 100 ans. Comme c’est souvent le cas, la Revue a un impact plus important hors de nos frontières bien qu’elle ne soit pas en vente. Distribuée gratuitement aux membres de la Société, elle est échangée avec les revues à caractère similaire émanant d’organismes de renom tels que Universités, musées de sciences, etc. d’une quinzaine de pays, y compris le Japon et le Canada. Ces échanges ont permis de constituer une bibliothèque scientifique d’un certain poids qui a élu domicile dans les salles du Musée Régional de Sciences Naturelles. En 2005, un volume sur Lo stato delle conoscenze sulla flora vascolare d’Italia a été publié par le Ministère de l’Environnement en collaboration avec l’Université La Sapienza de Rome et la Société Botanique Italienne. Parmi les annexes jointes à ce volume se trouve un CD qui comporte une bibliographie floristique d’environ 20.000 entrées relatives aux publications de valeur scientifique reconnue entre 1950 et 2005. Le volume contient aussi une classification des revues établie en fonction du nombre d’articles scientifiques publiés. Dans cette classification, qui regroupe des publications de prestige comme le Plant Biosystems, la Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle occupe la 6ème place malgré ses trente longues années d’absence des scènes éditoriales. 3 MUSÉE RÉGIONAL DE SCIENCES NATURELLES R. Piervittori fait ensuite une brève relation sur le Musée, qui est actuellement fermé pour les travaux de restructuration. En juillet s’est achevé le transfert des pièces du musée. En novembre, le déménagement des meubles, des livres, etc. a été conclu. Le musée est "sorti" de ses murs pendant les mois d’été avec une série d’initiatives qui ont été organisées à l’extérieur. Le conseil d’administration, avec la nomination du nouveau directeur en la personne du Dr. Isabella Vanacore Falco, est donc désormais constitué. 4 JARDIN DE LA CHANOUSIA La Dr. Barbara Barisani relate ensuite les divers événements du jardin de la Chanousia. Sa réouverture a eu lieu le 3 juillet en présence de la Rai régionale, qui a retransmis le reportage le samedi successif. Le temps variable a été assez favorable et a permis de belles floraisons jusqu’aux premières neiges de septembre. Des ouvriers se sont occupés pendant quatre semaines du nettoyage du jardin, des sentiers, du désherbage, de la préparation du compost et des vasques du nouveau semencier destinées à des espèces de graminées. Un moment important a été le concert du 16 août suivi d’un apéritif qui, encore cette année, a remporté un bon succès. Le prêtre de La Thuile est venu célébrer un service dans la chapelle ouverte tous les jours. Les vidéos sont épuisés et les DVD ont pris le relais. Les visiteurs ont été plus nombreux (plus de 2000) et le jardin a participé à l’initiative Passepartout organisée par la Stampa. 5 DIVERS La présidente remercie les intervenants à l’assemblée et signale que mardi 16 décembre prochain à 17h00 à Saint Oyen aura lieu la présentation de l’Herbier des moines cisterciens. Elle conclut ensuite la partie sur les activités directement réalisées par la société avant de passer 13 la parole à David Aeschimann Professeur au Conservatoire et Jardin Botaniques de Genève, qui tiendra une causerie animée d’une projection de diapositives sur les Gentianes du groupe acaulis, spectaculaires pour le randonneur, passionnantes pour le botaniste, qui fera office d’interlude scientifique avant l’ouverture des cérémonies de la célébration du 150ème anniversaire de la fondation de la Société de la Flore Valdôtaine. Ces célébrations, rappelons-le, ont déjà commencé le 12 décembre au soir à la Bibliothèque Régionale avec la conférence de M. Pier Luigi Nimis, professeur ordinaire de Botanique à l’Université de Trieste, qui a entretenu le public sur le thème de Key-to-Nature, nouveaux outils pour enseigner et apprendre la biodiversité, une approche moderne de l’identification des organismes végétaux et animaux par le biais de divers programmes interactifs faciles développés pour des utilisateurs variés depuis les spécialistes jusqu’aux amateurs. Key to Nature est un projet européen qui implique 14 partenaires de 11 pays différents et a comme objectif principal de produire des guides interactifs pour l’identification de plantes, champignons et animaux afin d’enseigner et d’apprendre la biodiversité. La Présidente La Secrétaire de séance Chantal Trèves Rollande Mazollier Un settore del palco alla festa dei 150 anni della Société La Prof. Vanna Dal Vesco e il Presidente della Regione Augusto Rollandin La Socia d’onore Maria Riconda e André Lanièce Un momento del rinfresco 14 ACTIVITÉS DE LA SOCIÉTÉ PENDANT L’ANNÉE 2008 26/27 LUGLIO 2008: VALLON DU FOURNEL ET COL DU LAUTARET Come da programma, abbiamo ripreso la grande tradizione delle uscite di più giorni, e, per non perdere l’abitudine, ancora in Francia. Le precedenti edizioni erano state le visite dei Giardini di Francia nella storia e nell’arte (2004), compreso il Potager du Roy a Versailles, e la Provenza della lavanda e dei profumi (2005), entrambe indimenticabili. Invito i soci a rileggersi i piacevoli ed istruttivi resoconti redatti dal compianto consocio Robert Saluard sui numeri 3 e 4 di Nouvelles. Si è sperimentato per questa uscita il sistema, adottato da molte associazioni consorelle, di utilizzare le vetture dei soci, adeguatamente riempite (covoiturage per i francesi che sono all’avanguardia...). La fila di macchine, anche grazie ai telefonini, si è tenuta soddisfacentemente unita per tutto il viaggio. Bisognerà comunque inventare al più presto un sistema pratico di interfono per poter dare in viaggio le spiegazioni che si darebbero in pullman. La meta del viaggio era localizzata nel bacino della Durance, oltre il Colle del Monginevro che si raggiunge da Torino attraverso la Bassa e poi l’Alta Valle di Susa. Prevedeva due zone Eryngium alpinum L. alla riserva del Fournel di visita, la prima nel Vallon du Fournel a sud di Briançon, la seconda, il giorno seguente, a nord di Briançon sulla strada per Grenoble, al Col du Lautaret. Per i francesi, sono ancora les Alpes du Sud, le Alpi provenzali dall’aria limpida inondate dal sole (pubblicità di Briançon: 300 jours d’ensoleillement par an!). La scansione dei tempi previsti è stata perfettamente rispettata per tutto il viaggio. In tarda mattinata, con i primi raggi di sole (ma anche gli ultimi: la giornata è poi finita con una pioggia torrenziale) ci è apparsa la testata del vallone del Fournel, singolare incisione valliva tra il basamento cristallino e le falde dei depositi marini torbiditici, che disegnano enormi, fantastiche volute sulle pareti degli alti versanti rocciosi. L’obiettivo, pienamente centrato, era la Riserva Naturale del Cardo Blu, la Reine des Alpes, l’Eryngium alpinum L. per i botanici. Favorita anche dalla scarsa frequentazione turistica dei luoghi, questa grande e spettacolare ombellifera colonizza densamente un’area prativa di fondovalle ora discretamente recintata con una rustica staccionata lignea, oltre ad essere sporadicamente presente nei boschi radi appena a valle. La fioritura era al suo culmine. Il sentierino di visita, quanto mai suggestivo, ha permesso agli esperti di determinare anche alcune specie da noi poco frequenti, rare o assenti. Fra i cardi blu gagliardamente spuntati nella rudimentale area attrezzata, nel generale buonumore è stato consumato il picnic che ciascuno aveva portato con sé. 15 Con calma, nel primo pomeriggio e sotto nuvole minacciose ci siamo recati all’appuntamento a metà vallone con la guida geologica per la visita delle storiche miniere che danno il nome al Comune: l’Argentière. Il percorso sotterraneo è risultato vario ed interessante, spaziando dalle foreste del Carbonifero alle spiagge fossili del Trias (230 milioni di anni fa, epoca dei primi dinosauri), dalle monete argentee medievali ai lavori museali di ripristino e ricerca storica, temi poi ripresi brevemente al museo minerario del villaggio. La sera, il tempo in via di rasserenamento ci ha concesso una visitina a piedi alla cittadella di Briançon, molto turistica, ricca di bei palazzi e allegre gargouilles (oramai vi circola solo più acqua pulita, niente fogne...). Il limpido sole mattutino ci ha accolto il giorno seguente al Giardino alpino del Col du Lautaret, classico e storico passaggio fra il Delfinato e l’alta Provenza, fra Grenoble ed Embrun. Il luogo è altresì celebre nella storia della scienza per aver dato le prime prove della mobilità di vasti corpi rocciosi nei tempi geologici, presentando sulla cresta delle montagne una falda di terreni più antichi sovrascorsi su terreni più recenti. Alla quota di 2100 metri, la fioritura strepitosa dilagava anche fuori dal recinto del Giardino botanico, e rendeva ancor più cristalline le incombenti cime ghiacciate della Meije, culminanti a oltre 4000 metri. Una giovane e volenterosa guida ci ha accompagnato per un paio d’ore in giro per il giardino, in uno sfavillio di colori, di acque ruscellanti, di ombreggiati megaforbieti, di luminosi panorami. Ci sono state fornite interessanti indicazioni relative alla gestione ed alla ricerca scientifica. Qualche parallelo è stato abbozzato con il nostro giardino Chanousia, grazie alla presenza fra noi della dottoressa Barisani. Il mercatino delle piante, dei fiori e dei semi attirava in modo irresistibile. Sui prati lì intorno abbiamo poi sperimentato il cestino picnic dell’albergo, non male. Il pomeriggio era libero ed eventualmente destinato, per le vetture che lo desideravano, al rientro più lungo ma senz’altro più spettacolare attraverso i tre colli del Galibier, dell’Iseran e del Piccolo San Bernardo. Il successo di questa gita ci sprona a metterne in cantiere un’altra per il 2009. Francesco Prinetti La Société au Jardin Botanique Alpin du Lautaret 16 8 AGOSTO 2008: L’ABBÉ HENRY E I LICHENI DELLA VALPELLINE Una bella giornata (finalmente) ci è riservata per la prima uscita in Valle d’Aosta, dopo vari tentativi andati a vuoto nelle precedenti escursioni in programma. Sotto la guida saggia e discreta della nostra socia professoressa Piervittori, la Coumba Freide si è intiepidita e ha permesso alla quindicina di soci di ripercorrere passo passo il sentiero alto dalla diga di Place Moulin (che allora non esisteva ancora) a Prarayé (che esisteva già) calpestato chissà quante volte dall’Abbé Henry, nei quarantaquattro anni di vicariato in Valpelline. Nove punti di attenzione erano previsti, e nove stop sono stati effettuati per osservare vari tipi di licheni e le loro modalità di colonizzazione e sviluppo. Tutti licheni già rilevati e determinati dal nostro illustre predecessore nella prima metà del XX° secolo, che tra gli innumerevoli interessi naturalistici ebbe anche quello per i licheni: “on trouve tout autant de satisfaction à ramasser des lichens qu’à ramasser les fleurs. Les lichens montent même beaucoupo plus haut que les autres végétaux” e questo ben si conciliava con la sua grande passione per le ascensioni alpinistiche. Si è iniziato con Letharia vulpina (per l’Abbé Chlorea vulpina), lichene fruticoso corticicolo e velenoso dallo spettrale colore verde elettrico, per continuare con Peltigera aphthosa, lichene foglioso che predilige i morbidi muschi rispetto alla nuda terra, per poi soffermarsi sulle curiose Cladonie, genere caratterizzato da una ricca gamma di specie con varie forme, spesso aggregate a formare dei veri e propri lembi di tundra artica in miniatura. Si è passati poi al grande capitolo del crostoso Rhizocarpon geographicum, grande amico delle rocce a silicati, formato da un ipotallo nero che appare in finestra sotto lo strato giallo-verdastro che qualche fantasioso studioso ha paragonato ad una cartina geografica, poi al foglioso Umbilicaria cylindrica (Gyrophora cylindrica per l’Henry) e all’utilizzo, nel passato, di alcuni licheni per tingere i tessuti. Con Xantoria elegans (per l’Abbé Placodium elegans) c’è l’oppotunità di soffermarsi su alcuni curiosi adattamenti correlati alle esigenze ecologiche dei licheni, per procedere poi con l’osservazione di tanti altri umili e variopinti mini-abitanti, “véritable eldorado”, delle rocce, dei rami e dei terreni ma anche di tutte quelle superfici prodotte dall’attività dell’uomo. Entusiasmante è stato lo scenografico esperimento di identificazione di alcuni licheni (es. Xanthoria elegans) tramite reagenti come l’idrossido di potassio e l’ipoclorito di sodio (quest’ultimo detto volgarmente candeggina). Dopo averci ricordato alcune generalità necessarie, ad esempio che i licheni sono una particolare e complessa simbiosi tra un fungo e una popolazione di alghe verdi e/o cianobatteri (questi ultimi una volta conosciuti come alghe azzurre), che hanno un ruolo pionieristico e pedogenetico, e che, in certe condizioni, vengono utilizzati per datare il substrato, siamo poi stati introdotti nell’intimità dei licheni apprendendo che il tallo, nelle fasi iniziali della colonizzazione di una superficie rocciosa, ha una forma circolare, la crescita prosegue poi in senso centrifugo alla velocità media di 0,1-1mm/anno (crescita tutt’altro che regolare ma caratterizzata da lunghe pause, ciclicità, ecc.) che si riflette sulla longevità, che risulta notevole nei licheni crostosi. Infatti questi ultimi sono molto più longevi (talvolta plurisecolari) rispetto a quelli fogliosi e fruticosi che vivono mediamente 70-80 anni. Tutti sopportano pazientemente condizioni di prolungata disidratazione reagendo con un forte rallentamento delle loro più importanti funzioni vitali: una pausa paragonabile al letargo nel mondo animale. Ora sappiamo che la loro presenza ci accompagna ovunque ma che “ils ne dédaignent que la vie sous-marine mais nous pouvons néanmoins les trouver quelquefois sur des roches immergées dans les torrents et les lacs”. Scopriamo anche che esistono licheni che hanno un cianobatterio al posto dell’alga e così quando assorbono acqua assumono rapidamente un aspetto e una consistenza paroganabile alla gelatina (da qui il loro nome di gelatinosi). Originale è stato l’esperimento di verificare che cosa NON piace ai licheni: trovare una roccia priva di licheni e spiegare perché. Il roccione prescelto era molto liscio e arrotondato, 17 e anche molto rugginoso: ma alla fine anche lì qualche minuscolo lichene crostoso l’abbiamo trovato, soprattutto lungo le fessure. Ottimo spunto per parlare degli adattamenti dei licheni crostosi e delle preferenze nei confronti dei diversi tipi di rocce. Il percorso è stato anche movimentato dal ritrovamento di un capriolo probabilmente spossato dalla fuga, per il quale è stata avvertita la Forestale; poi al rifugio ci aspettava il pranzo, naturalmente a base di polenta. Nel generale buonumore si è chiusa la giornata, e nel ritorno si è aperta la caccia ai buoni formaggi di Variney. Di questa lezione itinerante ci è comunque rimasta una preziosa documentazione distribuita dalla professoressa Piervittori, concernente gli studi e l’attività scientifica dell’Abbé Henry in Valpelline, le specie da lui riconosciute sul percorso da noi scelto, le pubblicazioni e le carte redatte dal nostro eroe a proposito dei licheni di Bionaz, e un fascicoletto di una decina di pagine concernente le chiavi di riconoscimento dei licheni. Francesco e Geneviève Prinetti Un “mosaico” di licheni su rocce granitiche (grandezza naturale) 18 Il volume è in vendita al prezzo di 20 Euro ma è stato donato ai membri della Société de la Flore Valdôtaine in occasione dei 150 anni della nostra associazione. 19 PRESENTAZIONE DEL LIBRO “GUIDA ALLA FLORA DELLA VALLE D’AOSTA” Aosta - Palazzo Regionale, 27 giugno 2008 Un altro importante avvenimento ha segnato l’anno delle celebrazioni del 150mo anniversario della SFV. A fine giugno è stata infatti pubblicata la “Guida alla Flora della Valle d’Aosta”, edita dalle Edizioni Blu di Torino con il contributo della Société de la Flore Valdôtaine e realizzata dai nostri soci Maurizio Bovio, Maurizio Broglio e Laura Poggio. Un centinaio di persone ha assistito alla presentazione del volume, avvenuta ad Aosta nel salone delle manifestazioni del Palazzo Regionale. Questo manuale per il riconoscimento della flora vascolare della Valle d’Aosta, di 335 pagine e di agevole trasporto nello zaino, è composto da 564 schede che descrivono altrettante specie, anche se in totale quelle trattate sono circa 800, dato che spesso nella stessa scheda vengono date utili informazioni su specie simili per evitare le possibili confusioni. Gli autori hanno dovuto fare una necessaria selezione delle specie da trattare, dato che la flora valdostana è composta da circa 2000 specie, ma nel volume viene considerato oltre un terzo delle piante superiori presenti nella regione e sicuramente la maggior parte di quelle che richiamano maggiormente l’attenzione dell’appassionato o del semplice escursionista. Ciascuna scheda descrittiva riporta i nomi scientifico, italiano e francese della specie trattata e la famiglia di appartenenza. Un box raccoglie sintetiche informazioni su longevità, dimensioni, periodo di fioritura, corologia, habitat preferenziale, frequenza nella regione, piani altitudinali e aree protette in cui è diffusa, nonché una piccola cartina con la distribuzione regionale. Nel testo della scheda vengono approfondite le informazioni distributive ed ecologiche a livello regionale, sono fornite informazioni per l’identificazione e l’eventuale distinzione dalle specie simili. Le splendide fotografie di Maurizio Broglio sono state realizzate con l’intento di mettere in evidenza le caratteristiche più utili al riconoscimento, spesso con piccoli inserti che evidenziano particolari importanti; altre volte gli inserti riportano le immagini delle specie simili con cui potrebbe essere fatta confusione. In appendice al volume compaiono un capitolo con gli elenchi delle specie tutelate in Valle d’Aosta e un ricco glossario dei termini scientifici utilizzati nelle schede. Francesco Prinetti 20 ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO: L’APPROCCIO PALINOLOGICO Conferenza del 14 marzo 2008 di Elisabetta Brugiapaglia La Valle d’Aosta da un punto di vista fitogeografico presenta delle caratteristiche estremamente interessanti, non solo per la sua flora e vegetazione, ma anche per le vicende paleovegetali che si sono succedute a partire dall’ultimo massimo glaciale (circa 15.000 anni fa). Per la sua posizione geografica molte aree della regione hanno cominciato a liberarsi dai ghiacci molto presto, favorendo quindi la formazione di una vegetazione erbacea prima, arbustiva ed arborea poi. Alcuni laghi e torbiere finora indagati attraverso i metodi della palinologia (pollini nei Torbiera de La Palud al Col du Joux ora trasformata sedimenti) e dei macroresti vegetali in serbatoio per i cannoni da neve (legni, frutti, semi nei sedimenti) hanno consentito di stabilire che tra 12.000 e 10.700 BP (Before Present) nel settore orientale della Valle tra 1.900 e 2.300 m d’altitudine era presente solo una vegetazione erbacea con alcuni rari individui di betulla e larice. Nel periodo compreso tra 10.700 e 10.000 BP, il cosiddetto Dryas recente ossia l’ultima oscillazione fredda del tardoglaciale, il paesaggio era costituito da praterie steppiche fredde. A 10.000 BP iniziò una fase di generale miglioramento climatico in cui prese ad espandersi il bosco dominato dal larice in un paesaggio vegetale formato da praterie e lande a ginepro e betulla. A partire da 9.000 BP è evidente un miglioramento delle condizioni climatiche e iniziò la differenziazione in piani altitudinali della vegetazione forestale: a 1.900-2.000 m dominavano i larici e le betulle, mentre fino a 2.300 m si trovavano pini cembri e larici. Le differenze di vegetazione tra le diverse altitudini diventarono ancora più evidenti a partire da 8.000 BP: a 1.900-2.000 m si sviluppò un bosco di abete bianco, aumentarono le popolazioni di ontano mentre si ridussero quelle di larice. Questi eventi vegetali testimoniano di un aumento dell’umidità e del freddo che a 2.300-2.400 m portò anche allo sviluppo delle cembrete. A partire da 5.000 BP si cominciarono a evidenziare le attività umane sul territorio: in particolare aumentarono le specie legate al pascolo (Graminaceae e Cichorioideae) nei siti di altitudine che probabilmente venivano utilizzati per questa attività in quanto rimanevano sgombri da neve e ghiaccio per lunghi periodi. Questo inaridimento climatico portò alla scomparsa dell’abete bianco ed alla riduzione delle cembrete, mentre per contro si diffusero il larice e l’abete rosso. Dopo 2.500 BP il territorio venne fortemente utilizzato e alle diverse altitudini venivano svolte specifiche attività: durante il periodo romano a bassa altitudine iniziò la coltura del castagno e del noce. Nel Medioevo sulle sponde del lago di Lod (La Magdaleine) venivano coltivati i cereali, le noci, il faggio e si lavorava la canapa. Alla pastorizia erano destinate soprattutto le zone d’altitudine, ma questa si praticava anche a 1.400-1.500 m. Attraverso la palinologia e la ricerca dei macroresti vegetali si possono ricostruire la paleovegetazione e il paleoclima, nonché rilevare la presenza umana e valutare il suo impatto sulle risorse naturali. Chantal Trèves 21 FLORA E VEGETAZIONE DELLA VAL FERRET: BIODIVERSITÀ E CONSERVAZIONE Conferenza del 28 maggio 2008 di Isabella Vanacore Falco La conferenza svoltasi il 28 maggio 2008 presso la Biblioteca Regionale ha presentato il risultato degli studi botanici e vegetazionali condotti in Val Ferret nell’ambito del progetto Interreg III "COGEVA VAHSA - Coopération, Gestion et Valorisation des espaces protégés de la Vallée d'Aoste et de la Haute-Savoie", a cui hanno partecipato: l’Amministrazione regionale, il Parco Naturale Mont Avic e i gestori delle riserve naturali dell’Alta Savoia. L’attività di ricerca, effettuata nel corso delle stagioni estive 2004-2006, ha indagato in particolare il Sito d’Importanza Comunitaria “Talweg della Val Ferret” (SIC IT1204032 / Zona di Protezione Speciale IT1204030). L’indagine del sito ha comportato tre momenti di studio: il censimento floristico, la realizzazione della Carta degli habitat e l’approfondimento vegetazionale in alcune aree di saggio. L’analisi floristica ha rilevato la ricchezza di questa vallata del massiccio del Monte Bianco; la cartografia degli habitat ha illustrato le componenti ambientali; e l’interpretazione delle tipologie individuate con la loro successiva delimitazione cartografica ha permesso di rappresentare il paesaggio vegetale. Particolare attenzione è stata dedicata alla valutazione della variazione qualitativa e quantitativa del numero di specie rare degli ambienti umidi, nonché alla valutazione delle tipologie vegetazionali. Lo studio ha potuto misurare lo stato attuale di naturalità e antropizzazione del territorio, che è soggetto ad una forte attività turistica e ad una riduzione delle attività agricole tradizionali. La ricerca era finalizzata al completamento delle conoscenze degli ambienti umidi della Val Ferret portando ad una prima descrizione fitosociologica dell’area. Isabella Vanacore Falco 22 KEY-TO-NATURE: NUOVI STRUMENTI PER INSEGNARE ED IMPARARE LA BIODIVERSITÀ Conferenza del 12 dicembre 2008 di Pier Luigi Nimis Le celebrazioni dei 150 anni della Société svoltesi il 13 dicembre (ampio resoconto in questo stesso numero di Nouvelles) hanno preso l’avvio già nella serata di venerdì 12 presso la Biblioteca regionale di Aosta con una conferenza tenuta dal Prof. Pier Luigi Nimis, ordinario di Botanica all’Università di Trieste, dal titolo KeyToNature: nuovi strumenti per insegnare ed imparare la biodiversità. L’illustre ospite, tra i fondatori e primo Presidente della Società Lichenologica Italiana, ha catturato l’attenzione dei presenti sviluppando un tema di grande interesse didattico-divulgativo: la conoscenza e la valorizzazione della biodiversità mediante un approccio moderno e intuitivo. L’identificazione degli organismi vegetali ed animali mediante i procedimenti tradizionali può risultare, infatti, ostica per i non addetti ai lavori. Negli ultimi anni sono stati realizzati diversi programmi per la generazione di chiavi di identificazione interattive più facili ed intuitive, rispetto a quelle tradizionali prodotte per utenze diverse, da quella specialistica a quella amatoriale. Tali chiavi, infatti, possono essere adattate a diversi contesti educativi colmando uno dei principali problemi nell’insegnamento della biodiversità: la mancanza di strumenti utilizzabili da una utenza non specialistica. KeyToNature è un progetto europeo, coordinato dal Prof. Nimis stesso, che coinvolge 14 partner di 11 Paesi e che ha come obiettivo principale quello di produrre guide interattive per l’identificazione di piante, funghi ed animali per insegnare ed imparare la biodiversità. Nella parte conclusiva della conferenza il professore ha poi coinvolto il pubblico attivamente nelle fasi di costruzione di una ipotetica chiave di identificazione degli alberi presenti nel capoluogo valdostano. Dalla simulazione alla realtà è stato l’invito conclusivo rivolto ai presenti affinché, attingendo da dati di base riferiti a peculiarità naturalistiche valdostane, sia poi possibile produrre chiavi interattive utilizzabili sul territorio regionale da diverse tipologie di fruitori. Per saperne di più, accedendo al sito del Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre (www.museoscienze.it), potete “cliccare” sul logo di KeyToNature che appare sulla videata iniziale. Da ottobre del 2008, infatti, il Museo è uno degli “Associate Members” del progetto europeo. Rosanna Piervittori Nota della Redazione - Quando leggerete questo breve resoconto, nel sito del Museo sarà consultabile il primo prodotto valdostano realizzato nell’ambito del progetto descritto: la chiave dei licheni epifiti della Regione. Inoltre sono presenti le chiavi del S.I.C. Lago di Villa, che saranno sperimentate nel corso del 2009 dai soci stessi. 23 VEGETAZIONE D’ALTA QUOTA E RIPRISTINO DELLE PISTE DA SCI Conferenza del 26 novembre 2008 di Consolata Siniscalco e Giorgio Borreani La sera di mercoledì 26 novembre, presso la Biblioteca regionale, i Professori Consolata Siniscalco e Giorgio Borreani ci hanno regalato una interessantissima conferenza dal titolo “Vegetazione d’alta quota e ripristino delle piste di sci”. Consolata Siniscalco è professore associato in Ecologia vegetale presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Torino. La sua attività di ricerca riguarda principalmente l’ecologia vegetale e in particolare i rapporti tra le piante e l’impatto antropico, con studi sulla flora e sulla vegetazioInbuto di dissoluzione nei gessi ne della fascia alpina e montana delle Alpi sulle piste della Val Vény Occidentali e dell’Appennino. Da oltre di 10 anni conduce ricerche sulle aree disturbate di alta quota e sulle piste da sci in particolare. Giorgio Borreani, professore associato in Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso la Facoltà di Agraria, Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio dell’Università di Torino, svolge la sua attività di ricerca nel campo della produzione e della conservazione dei foraggi, dell’agrometeorologia e degli inerbimenti tecnici. Durante la serata, si è parlato degli effetti della gestione del territorio nei comprensori turistici, alla luce delle trasformazioni attese conseguentemente al cambiamento climatico globale, argomento di grande attualità per chi si interessa ai temi collegati agli effetti dei cambiamenti climatici negli ambienti montani e alle implicazioni in termini di minimizzazione e adattamento. Il turismo legato alle piste da sci nelle Alpi svolge un ruolo centrale per lo sviluppo socio-economico delle aree montane, ma i cambiamenti climatici in atto rendono sempre più complessa la realizzazione e la gestione delle piste da sci. Questo ha determinato un progressivo aumento di quota dei territori sfruttati per gli sport invernali. Inoltre, la necessità di disporre di un manto nevoso uniforme per lunghi periodi richiede il modellamento della superficie dei pendii per la costruzione o il rinnovo delle piste da sci, delle infrastrutture e degli impianti di innevamento artificiale. Tali operazioni alterano la copertura vegetale preesistente e di conseguenza vanno a ridurre la biodiversità vegetale. Questo fenomeno è ancora più evidente quando le piste insistono su pascoli alpini, dove sono presenti specie vegetali di particolare pregio e rarità. Per cercare di ridurre gli impatti delle piste sulle popolazioni vegetali autoctone, negli ultimi tempi sono state proposte tecniche agronomiche per il ripristino ed è stato messo a punto un metodo di monitoraggio della copertura vegetale che può contribuire a evidenziare e, di conseguenza, a limitare i danni dovuti ad ulteriori interventi o all’uso invernale delle piste. Durante la serata si è pertanto parlato in particolare dei diversi effetti della costruzione delle piste alle diverse quote e delle possibilità di mitigare gli impatti sulla biodiversità e sul paesaggio montano. Data la concretezza dell’approccio e la grande esperienza dei relatori, è stato davvero un peccato dover constatare la scarsa presenza di operatori del settore. Chantal Trèves 24 MUSÉE, JARDINS BOTANIQUES, PARCS MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI SAINT-PIERRE - ATTIVITÀ 2008 Per agevolare gli interventi di restauro conservativo e messa in sicurezza del monumento architettonico e, in una fase successiva, di rinnovo dell’allestimento museale, il Castello e il Museo Regionale di Scienze Naturali, ospitato al suo interno, sono stati interessati, nel corso del 2008, da due tipologie di trasloco: · a fine luglio sono state completate le complesse e delicate operazioni di imballaggio e tra sferimento degli oltre 22.000 reperti naturalistici in un deposito, gentilmente messo a disposizione dall’amministrazione regionale, dove verranno accuratamente conservati; · agli inizi di novembre si sono concluse le operazioni di un secondo importante trasloco, dedicato alla biblioteca scientifica (oltre 3000 volumi), alle strutture del vecchio allestimento e agli arredi del castello. Ragion per cui il Museo non ha potuto aprire i battenti al pubblico; ma per mantenere comunque viva l’attenzione sono stati organizzati alcuni eventi a carattere naturalistico extra-moenia. Si è trattato di una serie di appuntamenti a titolo gratuito, rivolti ai giovani e agli adulti, turisti e residenti, e condotti da guide escursionistiche naturalistiche ed esperti, per ciascuna tematica individuata, che si sono sviluppati dal Castello sul territorio comunale con aperture verso Saint-Nicolas e il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Inoltre, con la realizzazione e collocazione di alcuni pannelli esplicativi esterni alla cinta muraria, si è inteso fornire una informazione chiara e corretta sulle motivazioni che per qualche tempo impediranno ai visitatori l’accesso alle sale espositive del castello e nel contempo ad informarli sulle iniziative che periodicamente verranno proposte dall’Ente, anche attraverso la consultazione del sito. Nel mese di agosto sono state allestite due sale del Castello di Introd con l’esposizione di alcuni reperti del Museo e la realizzazione di pannelli esplicativi. La piccola esposizione che rimarrà visitabile sino alla riapertura delle sale del Castello di Saint-Pierre vuole essere un ulteriore punto informativo. Sul fronte del programma di riqualificazione architettonica e museale, agli inizi di aprile i progettisti incaricati dall’Ente hanno consegnato il progetto definitivo. Progetto INTERREG III A ALCOTRA France-Italie Il Museo, in partenariato con il Centre de la Nature Montagnarde di Sallanches, ha concluso un progetto di cooperazione transfrontaliera dal titolo “À la découverte des plus beaux paysages géologiques du Pays du Mont Blanc (Val d’Aoste-Haute Savoie)” che ha avuto come obiettivo la condivisione e il coordinamento delle risorse e delle conoscenze scientifiche sulla geologia e geomorfologia dell’area del Monte Bianco. A conclusione del progetto triennale il 27 marzo si è svolto a Chamonix un Convegno per la presentazione dei risultati ottenuti, tra cui anche alcuni prodotti divulgativi previsti nell’ambito del programma: · una pubblicazione in tre volumi su 100 paesaggi geologici e geomorfologici dell’area del Monte Bianco, equamente ripartiti tra il versante valdostano e quello savoiardo. Un originale prodotto rivolto ad un ampio pubblico composto sia dai professionisti del settore sia dagli appassionati di montagna interessati ad approfondire l’argomento; · nel mese di luglio i volumi sono stati presentati anche alle Guide escursionistiche naturalistiche della Valle d’Aosta nel corso di una serata presso la Biblioteca regionale di Aosta; · due prodotti multimediali inerenti l’orogenesi delle Alpi e l’evoluzione della morfologia alpina, che saranno utilizzati nel nuovo allestimento del museo valdostano. 25 Ricerca scientifica Il Museo ha affidato una ricerca finalizzata allo studio del Gufo reale (Bubo bubo) sul territorio regionale al fine di acquisire conoscenze sulla presenza del rapace in alcuni settori della regione sino ad oggi poco o per nulla indagati. L’affidamento di ricerche inerenti l’ecologia di questa specie è in linea con il protocollo di intesa tra Regione Autonoma Valle d’Aosta, Parco Nazionale del Gran Paradiso, Parco Naturale Mont Avic e Museo per l’esecuzione di studi sulla presenza del Gufo reale in Valle d’Aosta. Convegni Dall’11 al 13 settembre si è svolto a Cogne, presso la Sala Congressi “Maison Grivola”, il XXI Convegno Nazionale della Società Lichenologica, che ha visto il Museo tra gli organizzatori con il Parco Nazionale del Gran Paradiso e la Società Lichenologica stessa. L’evento scientifico è stato realizzato anche grazie al contributo dell’Università degli Studi di Torino, della Banca di Credito Cooperativo Valdostana e il patrocinio della Société de la Flore Valdôtaine e il Dipartimento di Biologia Vegetale di Torino. All’incontro hanno partecipato numerosi studiosi provenienti da diverse sedi accademiche italiane per confrontarsi sugli aspetti più recenti ed innovativi della ricerca e della didattica lichenologica. Presenti, su invito, anche lichenologi di chiara fama internazionale. Didattica e divulgazione scientifica Dal mese di ottobre il Museo è uno degli “Associate Members” del Progetto europeo KeyToNature (vedi in questo stesso numero la conferenza del prof. Nimis), coordinato dall’Università di Trieste e incentrato sulla produzione di guide interattive per l'identificazione di piante, funghi ed animali allo scopo di facilitare l'approccio all'insegnamento e all’apprendimento della biodiversità. Rinnovo cariche istituzionali dell’Ente Il Consiglio di Amministrazione dell’Ente ha concluso, con la legislatura regionale 2003/2008, il suo mandato e il 5 dicembre 2008 la Giunta Regionale ha deliberato per il suo rinnovo. A seguito della rinuncia da parte della Dott.ssa Ivana Grimod, per motivi strettamente personali, a proseguire nel ruolo ricoperto con impegno e competenza per diciotto anni, la Giunta Regionale ha nominato la Dott.ssa Isabella Vanacore Falco quale direttore del Museo per il quinquennio 2008/2013. La neo-direttrice sarà coadiuvata dalla presidente Rosanna Piervittori (nominata nel Consiglio in rappresentanza della Société de la Flore Valdôtaine) e dalla vice presidente Santa Tutino, responsabile del Servizio Aree Protette dell'Assessorato regionale all'Agricoltura e Risorse Naturali, entrambe riconfermate nello stesso ruolo ricoperto nella precedente amministrazione dell'Ente. Nel consiglio del Museo sono inoltre stati riconfermati Nathalie Dufour, designata del Comune di Saint-Pierre, e Davide Bolognini in rappresentanza del Comitato Scientifico dell'Ente, mentre è alla sua prima nomina Francesco Framarin come delegato delle associazioni ambientaliste. Rosanna Piervittori 26 JARDIN BOTANIQUE ALPIN CHANOUSIA RAPPORT SUR LA SAISON D’ETE 2008 L’hiver 2007/2008 a apporté beaucoup de neige sur le col du Petit-Saint-Bernard, les chutes ayant été abondantes durant les mois d'hiver jusqu'à la fin du printemps. A partir du 21 juin, avec le début de l'été, le temps jusque-là frais et pluvieux, est devenu chaud et sec. Les 10 derniers jours du mois ont suffi à faire fondre la majeure partie de la neige. L'ouverture a eu lieu le 3 juillet. Ce jour-là, une équipe de la RAI Régionale (canal 3) de la Vallée d’Aoste a réalisé des prises de vue du Jardin, hélas dans le froid et sous la pluie, et interviewé la responsable B.Barisani sur les spécificités et la finalité de la Chanousia. Ce reportage a été tourné pour être intégré dans le cadre d'une émission sur les sites touristiques de la région, prévue pour le samedi 5 juillet en direct de Gressoney. Dans le musée, Stéphane Mele et un de ses collègues du Parc de la Vanoise ont installé une petite exposition sur la distribution de la flore en milieu montagnard, les panneaux didactiques ayant pour objectif de faire connaître et respecter la flore et les associations végétales. L’exposition, très appréciée, a été mise gratuitement à disposition du Jardin et de ses visiteurs pour toute la saison estivale. Début juillet, à son ouverture, le Jardin était très fleuri grâce à un grand nombre de belles espèces précoces, comme la Soldanelle alpine, le Renoncule des Pyrénées, le Renoncule thora, de Kupfer, la Gagée fistuleuse, le Myosotis alpestre, la Violette calcaire, le Géranium cendré, la Primevère du Piémont, le Callianthemum à feuille de coriandre. Dans la grande rocaille calcaire, une zone dépourvue de neige presque toute l’année, Primevère latifolia, Primevère glaucescens et Primevère marginata étaient déjà fleuries ainsi que beaucoup d’autres espèces. Certaines espèces ont fleuri pour la première fois: Primula saxatilis (repiquée en été 2007), Oxytropis halleri, Oxitropis foetida, Iris flavissima, Doronicum columnae, Ranunculus caucasicus, Globularia punctata, Leontopodium nivale, Viola labradorica, Allium sikkimensis, Papaver atlanticum, Stachys officinalis, Dianthus seguieri, Hypericum orientale cv. ptarmiefolium, Linum flavum, Digitalis grandiflora, Calceolaria biflora, Calceolaria falklandica… L’Adonis des Pyrénées cultivé sur le cailloutis calcaire s’est disséminée spontanément dans la rocaille voisine de la flore locale. La première moitié du mois de juillet a été caractérisée par un temps très variable, avec des journées froides et pluvieuses, d’autres claires mais fraîches, d’autres enfin alternant les orages et les éclaircies. Le mois d’août a compté de nombreuses journées de beau temps. Ceci a favorisé l’affluence des touristes. Durant tout le mois de juillet et la première quinzaine d’août, l’eau a toujours été abondante. De ce point de vue, nous n’avons pas eu de soucis de sécheresse. Excepté pour les transplants annuels, nous n’avons pas eu à arroser le jardin avec les tuyaux. 27 Du 15 juillet au 11 août, deux ouvriers de la Coopérative “Les Relieurs” d’Aoste ont travaillé au Jardin. Leurs tâches ont été : · le retrait des herbes sèches ; · le nettoyage des sentiers, notamment dans la partie du Jardin historique ; · la taille de buissons ; · le désherbage de quelques surfaces de Peucedanum, Petasites, etc. · la préparation des terreaux et du compost ; · la peinture des panneaux et d’autres équipements en bois ; · le désherbage du nouveau semencier, et le semis de graines de quelques espèces intéressantes d’un point de vue décoratif, comme Eryngium alpinum et Pulsatilla alpina subsp. alpina ; · le nettoyage des cours d’eaux ; · quelques petites réparations ; · le rebouchage des trous creusés par les marmottes ; · la réfection des étiquettes pendant les jours de mauvais temps. Près de 150 pots de jeunes plants ont été retirés de la pépinière de Gignod durant l'été, résultat des semis réalisés ces 2 et 3 dernières années, quelques unes déjà présentes au jardin mais en peu d’exemplaires, d’autres réintroduites parce que mortes ou en disparition, d’autres encore toutes nouvelles. Durant sa permanence au Jardin, Guglielmo Lione a travaillé à la nouvelle pépinière, en ajoutant des espèces de graminées dans la zone qui leur est réservée. Pour la deuxième année consécutive, le 16 août s'est tenu le concert d'août avec la flûtiste Sara D'Angelo et la pianiste Michelle Aymonod. Le concert, qui eut lieu dans la matinée et a été suivi d'un apéritif, a connu un franc succès auprès du public jeune. On espère qu'il sera à nouveau proposé les prochaines années. Les aficionados ont déjà réservé ! La météorologie a été favorable, mais cette chance doit probablement être attribuée à une intervention extraordinaire de l'Abbé Chanoux, puisqu'il neigea dans la soirée du 15 et que la pluie est arrivée dans l'après midi du 16 ! Cette année, une collaboration fructueuse a été entreprise avec l'Accueil touristique de l'Hospice, la Commune de La Thuile et celle de Séez, concernant l'échange de matériel et d'informations. Sur invitation de la paroisse et du conseil municipal de La Thuile, la Chanousia s'est chargée d'ouvrir la chapelle au public tous les jours de 10h à 18h. L'initiative a été très appréciée par les touristes du Col, qui l'ont visité en grand nombre. Une messe a été officiée dans la chapelle mardi le 12 août. Les visites guidées ont bénéficié d'un réel succès, et le Jardin a reçu la visite de groupes importants, organisés par l'agence de voyage turinoise “Falcini Viaggi”. Samedi 20 et dimanche 21 septembre, le jardin a été ouvert gratuitement au public à l'occasion des Journées du Patrimoine. 28 La cassette vidéo étant un support à présent épuisé, un DVD a été réalisé avec le film “Chanousia, un jardin sans frontières”, présentant l'histoire et la visite guidée du Jardin en langues italienne et française (chaque DVD comprend le film en 2 langues). Fin juillet – début août 2 étudiants en Sciences Naturelles de l'Université de Turin ont séjourné au Jardin. Ce sont les seules “nouvelles recrues” de la saison. Pour l'année prochaine, nous comptons recevoir plus de demandes de stages de la part des étudiants. Sept autres volontaires ont été en stage à la Chanousia. Il s’agit d’une jeune Française et de 6 Italiens, parmi lesquels 4 étudiants diplômés en sciences naturelles, 2 étudiants en biologie et 1 étudiant en sciences forestières. Heureusement, cette année nous avons pu disposer de quelques étudiants connaissant bien la langue française, grâce auxquels les touristes français ont été accueillis et guidés correctement. Au cours de l’été nous avons enregistré 2581 visiteurs (1874 payant le billet 2,00 €, 143 visiteurs payant le tarif réduit de 1,50 €, y compris les groupes, et 53 entrées gratuites), dont 511 enfants. Barbara Barisani 29 JARDIN BOTANIQUE SAUSSUREA ESTATE 2008 AL GIARDINO ALPINO SAUSSUREA (PAVILLON DU MONT FRÉTY 2175) L’11 giugno 2008 sono iniziati i lavori per l’apertura stagionale 2008. Lo scenario in cui si presentava il Pavillon du Mont Fréty era ancora invernale: la prima settimana di lavori è stata dedicata completamente alla spalatura della neve dalle roccere e dal perimetro del Giardino in modo da poter montare la staccionata. Solo dopo il 18 si è proceduto con le attività di sistemazione per l’apertura al pubblico: le pulizie dei locali rimasti chiusi durante la stagione invernale, il trasloco del materiale portato a valle, il montaggio della nuova cartellonistica esterna, nonché il ripristino della rete idrica e sentieristica. Si è quindi proseguito con la pulizia del secco dalle roccere e dagli ambienti naturali… e il 21 giugno è avvenuta l’apertura ufficiale del Giardino. Nel corso della stagione estiva si è proceduto al consueto censimento delle specie presenti in giardino, iniziando una catalogazione fotografica di tutte le roccere. Si è poi proseguito con i lavori di manutenzione ordinaria: il diserbo delle roccere e degli ambienti naturali, la sistemazione dei sentieri e dei ruscelli. Particolare rilevanza si è data alla cura dei sentieri intorno alle roccere che sono stati livellati e riempiti apportando nuova terra. Sono state prelevate alcune specie autoctone nelle aree circostanti per poter iniziare il riempimento della nuova roccera delle specie medicinali valdostane situata nella parte posteriore del giardino. Alla fine di settembre, in collaborazione con la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, vi si è sperimentalmente trapiantato un esemplare di vite autoctona di Morgex. Inoltre sono stati portati in giardino circa 130 vasetti di piante prelevate dal Vivaio forestale di Gignod, dove erano precedentemente stati seminati i semi prodotto dello scambio invernale con gli altri Giardini Alpini ed Orti Botanici. La raccolta dei semi è iniziata già nel mese di agosto, ed è proseguita durante i mesi di settembre ed ottobre nelle valli circostanti. I semi raccolti sono stati determinati, essiccati e puliti, e si è arrivati così alla compilazione dell’Index seminum per l’anno 2008/2009 che conta 1065 semi. Nel corso dei mesi estivi hanno visitato il Giardino 15.973 ospiti; e vi hanno prestato opera 7 collaboratori: alcuni studenti universitari appartenenti a diversi atenei italiani, altri studenti di scuole superiori valdostane, ma anche semplici appassionati di coltivazione e giardinaggio. Si è anche rinnovata la favorevole collaborazione con il Liceo Linguistico di Courmayeur che ci ha permesso di ospitare uno stagista nel mese di agosto. Lo studente si è occupato prevalentemente dell’accoglienza dei visitatori e di dare loro le prime informazioni sulla visita e sul giardino. Nel corso dell’estate 2008 è stato rinnovato il sito internet del Giardino (www.saussurea.net) con una nuova veste grafica e la possibilità di inserire periodicamente nuovi contenuti. Il progetto che ha caratterizzato tutta la stagione estiva è stato il concorso fotografico “Rivelazione Naturalistica Saussurea 2008”, alla sua prima edizione. Si tratta di un appuntamento per la scoperta e la promozione di artisti emergenti della fotografia. Con questo progetto ci si propone di selezionare un nuovo talento della fotografia italiana e di offrire una possibilità concreta di visibilità e promozione. I vincitori verranno premiati anche con la partecipazione ad una mostra itinerante che si svolgerà nel corso dell’estate 2009. Una Menzione Speciale Gardenia selezionerà un talento fotografico di particolare interesse, che verrà pubblicato sulla rivista nell'arco del 2009 e un premio speciale Web Community E-Motion sarà assegnato in base alle votazioni espresse dagli utenti web. Nel corso dell’estate i seguenti appuntamenti o visite hanno coinvolto il Giardino: 30 · Il 24 giugno la visita di una delegazione in rappresentanza degli albergatori di tutta la Regione, e dei commercianti di Courmayeur, nell’ambito della giornata “Monte Bianco a porte aperte”; · Il 24 luglio e il 30 luglio, in collaborazione con le Funivie Monte Bianco, la presentazione del Giardino e dell’Oasi Naturalistica del Pavillon du Mont Fréty, a Pré Saint Didier e a Courmayeur; · Il 29 luglio e il 6 agosto a Pré Saint Didier e a Courmayeur, in collaborazione con la Farmacia del Verrand, la presentazione delle Piante Officinali della Valle d’Aosta e dei loro utilizzi, con particolare riferimento a quelle del territorio della Valdigne; · dal 20 agosto, per 2 settimane, il giardino è stato ospite della rubrica giornaliera del TGR “Dal Giardino Saussurea… due specie al giorno”, tutti i giorni nel telegiornale delle 14.00. A conclusione dei lavori della stagione sono stati raccolti tutti i semi delle specie ospitate in Giardino, tagliata la parte aerea di tutte le piante nelle roccere, vuotato lo Chalet e smontato la staccionata… Saussurea si è così preparata al riposo invernale. Isabella Vanacore Falco 31 PARC NATUREL REGIONAL DU MONT AVIC - ATTIVITÀ 2008 Fra le attività di maggior rilievo dal punto di vista scientifico e conoscitivo realizzate nel corso del 2008 vanno citate le ricerche condotte da tre borsisti del Fondo Sociale Europeo che si sono occupati di aspetti faunistici (C. Bich) e dello studio di alcuni corsi d’acqua e torbiere del Parco (M. Bozzo e C. Sedda). Grazie alla loro collaborazione, le banche dati naturalistiche dell’Ente sono state in parte riorganizzate ed incrementate con nuovi set di dati. Per quanto riguarda le torbiere, il lavoro è stato svolto in stretta collaborazione con l’Università di Ferrara, incaricata dal Parco dell’effettuazione di uno studio di dettaglio; per i corsi d’acqua l’Ente si è giovato della collaborazione dell’ARPA Valle d’Aosta. Grazie al lavoro del personale dell’Ente ed alla collaborazione di alcuni stagisti, sono state realizzate operazioni di monitoraggio di animali e vegetali di particolare interesse gestionale; oltre alle specie seguite ormai da numerosi anni, merita ricordare l’avvio di un monitoraggio dei siti riproduttivi della rana rossa e della salamandra gialla e nera. F. Frassy, ricercatore finanziato dal progetto “Alfieri” della fondazione CRT, ha avviato uno studio sulla cartografia della vegetazione d’alta quota del Parco con l’ausilio di immagini multispettrali, lavoro che verrà concluso nel 2009. Nel 2008 è stata inoltre completata la riorganizzazione della biblioteca dell’Ente, ospitata presso la sala consiliare degli uffici siti in località Fabbrica di Champdepraz. Grazie alla collaborazione di G. Maffei e C. Christille, è stata realizzata la catalogazione di oltre 3.000 titoli relativi ad argomenti specifici, di particolare attualità o di rilevante interesse per la gestione del Parco, quali la pianificazione delle aree protette in ambito alpino/montano, i modelli di valutazione e idoneità ambientale, le tecniche di studio, tutela e gestione delle torbiere, gli effetti dei cambiamenti climatici. 32 La biblioteca comprende volumi, periodici ed estratti di pubblicazioni scientifiche; particolarmente numerosi sono i titoli riguardanti parchi e riserve naturali, fauna, flora alpina, nonché i manuali di riconoscimento relativi alle scienze naturali. Il Consiglio di Amministrazione ha approvato un regolamento per il funzionamento della struttura, utilizzabile previa domanda motivata da studenti, ricercatori e altri utenti interessanti alle tematiche ambientali. Nel 2009 verrà attivato il catalogo in linea della Biblioteca, al quale si potrà accedere direttamente dal sito Internet del Parco www.montavic.it; le due consuete modalità di ricerca “semplice” e “avanzata” daranno rispettivamente la possibilità di ricercare i titoli per Autore o per Titolo o per Soggetto e di effettuare ricerche secondo numerosi altri criteri, compresi i codici numerici della Classificazione Decimale Dewey (CDD), adottata dalla quasi generalità delle biblioteche del mondo. Merita infine un cenno la preziosa collaborazione fra il Servizio Aree Protette dell’Amministrazione regionale, il Parco e la Société de la Flore Valdôtaine per la divulgazione dei risultati delle ricerche realizzate nell’ambito del progetto “COGEVA-VAHSA” (Interreg III A Alcotra), pubblicati sull’ultimo volume della Revue Valdôtaine d’Histoire Naturelle. Massimo Bocca 33 SCHEDE LE PIANTE DEL GIARDINO BOTANICO PARADISIA Eritrichium nanum (L.) Schrader Famiglia: Boraginaceae Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco eri (= assai) e thrix (= pelo) per l'abbondante presenza di peli su tutta la pianta; il nome specifico è dovuto alle ridotte dimensioni della pianta Nomi volgari: Descrizione morfologica: Ecologia: Distribuzione: Curiosità: It. Eritrichio nano Fr. Eritriche nain D. Himmelsherold Pianta alta appena 1-4 cm, ha fusti ridotti, ramificati alla base a formare un denso pulvino, da cui emergono brevissimi scapi. Le foglie hanno lamina lanceolato-spatolata, con lunghi peli bianchi sul margine e sulla pagina superiore, mentre all'apice sono riuniti a ciuffetto. Gli scapi portano da 2 a 5 fiori con corolla gamopetala a tubo biancastro e lembo diviso in 5 lobi arrotondati di colore azzurro più o meno intenso e fauce gialla. Vive sui detriti e sulle rupi, in situazioni esposte (creste ventose) e su substrati silicei o più sovente su calcescisti. Fiorisce tra luglio ed agosto. Specie Orofita SE-Europea, ovvero diffusa principalmente dalle Alpi ai Carpazi, è rara e con distribuzione frammentata. In Valle d'Aosta è localizzata intorno al massiccio del Gran Paradiso, sui monti meridionali della Valpelline e nelle medie ed alti valli del Monte Rosa; sembra invece mancare nel settore occidentale della regione. È specie del piano alpino e nivale, che cresce da 2500 m, raramente più in basso, fino a 3700 m. Questa pianta, di rara bellezza, è un evidente esempio della capacità della flora alpina di adattarsi a vivere in ambienti ostili come l'alta montagna. La tipica forma a cuscinetto e le ridotte dimensioni (nanismo), consentono alla pianta di sfruttare al meglio il calore del sole e soprattutto di ridurre gli effetti negativi del vento (azione meccanica e aumento della traspirazione) anche la peluria, che ricopre l'intera pianta, consente di limitare l'eccessiva traspirazione delle foglie creando un sottile strato di aria immobile. L'eritrichio nano è specie protetta dalla L.R. 31 marzo 1977, n.17 (tutela rigorosa) per la sua bellezza e per la distribuzione molto frammentata nella regione. Laura Poggio 34 35 ASSETTO DEGLI SPAZI VERDI CONTIGUI A NUOVI EDIFICI ABITATIVI Il mezzo secolo appena trascorso è stato caratterizzato, nel mondo occidentale, da una forte ripresa economica successiva alla fine del secondo conflitto mondiale, e, nel contempo, da una intensa, diffusa e multiforme attività edilizia che ha finito per incidere fortemente sull’assetto e sull’aspetto del territorio. Anche la nostra Valle d’Aosta ha seguito tale modello evolutivo, che vi ha avuto tra l’altro, Forte densità di alberi ad alto fusto fra abitazioni private in spazi esigui e vi mantiene tuttora, un evidente effetto di modificazione dell’assetto urbanistico, in conseguenza dell’abbandono dei tradizionali canoni costruttivi ed estetici propri della civiltà rurale in ambiente montano: ciò a seguito di nuove esigenze abitative riflettentisi sulla pianificazione urbanistica, che risente, tra l’altro, anche della diffusione delle cosiddette “seconde case” proprie del turismo stanziale. Per quanto riguarda la tutela e la preservazione dell’aspetto tipico degli spazi naturali ed agricoli, sempre più compromesso, preme, a noi della S.F.V. sensibili a tale problema, mettere in risalto anche un aspetto particolare: l’importanza della scelta e dell’impianto di specie vegetali presso le nuove costruzioni e nelle aree ad esse contigue. Tale scelta contribuisce ad armonizzare la nuova costruzione con l’ambiente circostante, in una con l’attenuazione dell’impatto sul paesaggio locale e generale. In sostanza, si tratta di coniugare la razionalizzazione dell’uso degli spazi esterni con la scelta e la disposizione dei vegetali ornamentali ad essi destinati. In concreto: cosa fare, ma anche cosa non fare. Considerati i prezzi raggiunti dai terreni edificabili, gli spazi esterni agli edifici residenziali sono in genere di dimensioni piuttosto ridotte: non è quindi consigliabile inserirvi un elevato numero di piante, che non può che nuocere al loro futuro sviluppo, oltre a dare in seguito un’impressione di densità eccessiva. Bisogna tener sempre presente che piante di piccole dimensioni all’atto dell’impianto possono nel seguito diventare gigantesche, con tutti i rischi connessi alla loro mole, e porre quindi il problema del loro abbattimento nel caso siano troppo vicine alle abitazioni o troppo protese verso l’esterno. Torna qui opportuno citare il caso di Aosta, dove durante gli anni ’30 avvenne una notevole introduzione di conifere ascrivibili al genere del Cedro: ottima scelta per quanto concerne i terreni dell’Ospedale, ampi e capienti, ma pessima per quelli degli edifici privati di nuova costruzione, che nel tempo finirono per essere occultati e quasi oppressi dall’invadenza di piante di tale mole. Carlo Lyabel 36 SOUVENIRS 2008 Eryngium alpinum L. nel Vallon du Fournel (Hautes-Alpes, Francia) Gigli selvatici al Jardin Alpin du Lautaret Entrata alla miniera de L’Argentière Fioritura al Jardin Alpin du Lautaret Altro imbocco di galleria alla Miniera de L’Argentière 37 Ont collaboré à la réalisation de ce numéro Barbara Barisani Massimo Bocca Maurizio Bovio Carlo Lyabel Rollande Mazollier Rosanna Piervittori Laura Poggio Francesco Prinetti Chantal Trèves Isabella Vanacore Falco Photographies Barbara Barisani Maurizio Broglio Giuseppe Bruno Roberto Facchini Luca Ganis Rosanna Piervittori Laura Poggio Francesco Prinetti Isabella Vanacore Falco 38 Directeur responsable: Carlo Lyabel Comité de rédaction: Dario Margaroli Rosanna Piervittori Francesco Prinetti Coordination: Francesco Prinetti Rédaction: 3, rue J.-B. de Tillier - 11100 Aoste [email protected] - www.sfv.it Autorisation du Tribunal d'Aoste nº 8 du 20/05/2002 Conception graphique: Ideographia.com · Franco e Joël Balan Imprimerie: Tipografia La Vallée (Aosta) La publication de ce bulletin a été possible grâce à la contribution de la Région Autonome Vallée d'Aoste. 39 À LA DÉCOUVERTE DU MILIEU VALDÔTAIN I LICHENI Thamnolia vermicularis (Sw.) Schaer. Descrizione Lichene fruticoso caratterizzato da ramificazioni (lacinie) cilindriche o leggermente appiattite, cave all’interno, semplici o con brevi e più sottili ramificazioni secondarie. Il colore è bianco puro che, nei campioni essiccati, può, talvolta virare in un rosa molto pallido. Non si conoscono strutture riproduttive. I nuovi individui si formano per semplice frammentazione e dispersione di parti del tallo (moltiplicazione vegetativa). Dove La specie, presente in Italia (Valle d’Aosta inclusa) con due uniche varietà (vermicularis e subuliformis) riconoscibili solo in base a test colorimetrici e chimici, cresce esclusivamente sul terreno (lichene terricolo). Distribuzione Il genere Thamnolia è presente nelle zone artico-alpine del mondo. In Italia è diffuso lungo tutto l’arco alpino, oltre il limite degli alberi. Frequente sulle creste e sui pendii ventosi dove dà origine a popolamenti molto caratteristici, unitamente a specie del genere Cetraria e Cladonia. La formazione di cuscinetti compatti ed estesi può essere utilizzata come indice dell’intensità e della direzione del vento. Curiosità In alcune parti della Cina (provincia di Yunnan) T. vermicularis è utilizzata per la preparazione del tè: circa 10 frammenti ogni due cucchiaini di foglie di tè verde. In America alcuni uccelli come il piviere dorato (Pluvialis apricaria), utilizza i cuscinetti costituiti da questo genere per nidificare. Rosanna Piervittori 40 Thamnolia vermicularis (Sw.) Schaer.