lavorativi - Asl Lanusei
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Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare Università di Cagliari L’organizzazione delle strutture sanitarie per la corretta gestione dei rischi relativi alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori Campagna M LANUSEI 6 GIUGNO 2016 Convenzione Aggiornamento documento di valutazione dei rischi • ASL Lanusei • Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare - UNICA Agenda aggiornamento DVR • Programmazione 7/2015-7/2016 2015: – formazione RLS, dirigenti e preposti – aggiornamento DVR training on the job 2016: – applicazione interventi preventivi Movimentazione manuale pazienti DIREZIONE GENERALE AZIENDA Rischio Biologico Infortuni Lavorativi DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVO SIAN DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SISP SPRESAL SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Centro Screening Ambulatori Vaccinazioni Ambulatori Certificazioni SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Servizio specialistica ambulatoriale CUP e Ticket Poliambulatori Med. Base e PLS RETE TERRITORIALE SALUTE MENTALE Stress Lavoro Correlato Servizio delle cure primarie Guardia Med. Guardia Tur. Serv. Assist. Int Servizio Assistenza UVT, ADI, PUA Disabili, soggetti fragili SARP Consultori Farmacia Territoriale Emergenza 118 NPS Infantile Ambulatori Servizio di Salute Mentale Centro Diurno Casa Famiglia Amb. Ter. Farm. SPDC Settore Doppia Diagnosi Cons. Alcol Idoneità Guida Disturbi Comp. Aliment. Ser. D Prevenzione Dipendenze Psicoterapia indiv. E famil. Piano Emergenza ed Evacuazione Valutazione Rischio RETE OSPEDALIERA Incendio I vantaggi della Medicina del Lavoro Impresa I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Impresa I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Mansioni Impresa I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Mansioni Impresa Attività di lavoro I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Salute Mansioni Attività di lavoro Prodotto Impresa I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Salute lavoratori Mansioni Attività di lavoro Impiego del lavoratore Prodotto Impresa I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Salute lavoratori Mansioni Attività di lavoro Impiego del lavoratore Prodotto Impresa Produttività I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Salute lavoratori Mansioni Impiego del lavoratore Cura assistiti Salute popolazione Servizio Sanitario Regionale Qualità servizio erogato NORMATIVA Datore di lavoro Dirigenti Preposti Lavoratori Datore di lavoro Servizio di Prevenzione e Protezione Medici Competenti Dirigenti Preposti Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Lavoratori Consulenti CHI È ? È IL SOGGETTO TITOLARE DEL RAPPORTO DI LAVORO CON IL LAVORATORE (IL SOGGETTO PUÒ DIRSI RESPONSABILE DELL’IMPRESA O UNITÀ PRODUTTIVA SOLO SE E IN QUANTO ABBIA POTERI DECISIONALI E DI SPESA) • INDIVIDUARE E VALUTARE I RISCHI COSA DEVE FARE ? • ORGANIZZARE E GESTIRE LA PREVENZIONE IN AZIENDA • ADOTTARE LE NECESSARIE MISURE DI SICUREZZA TECNICHE, ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI • INFORMARE E FORMARE I LAVORATORI SUI RISCHI PRESENTI IN AZIENDA COLUI CHE: attua le direttive del datore di lavoro organizzando CHI È ? l’attività lavorativa e vigilando su di essa NELL’AMBITO DELLE COMPETENZE E DEI POTERI RICONOSCIUTIGLI COSA DEVE FARE ? • PREDISPORRE LE MISURE DI SICUREZZA IN SINTONIA CON IL DATORE DI LAVORO • IMPARTIRE ISTRUZIONI E ORDINI PRECISI PER LA MIGLIORE ESECUZIONE DEL LAVORO • VIGILARE AFFINCHE’ LE ISTRUZIONI VENGANO ESEGUITE • INCARICARE I PREPOSTI AFFINCHE’ SVOLGANO MANSIONI DI CONTROLLO E VIGILANZA Sovrintende alla attività lavorativa e garantisce CHI È ? l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa COSA DEVE FARE ? • SEGNALARE CARENZE O INEFFICIENZE DEI SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE • FAR OSSERVARE LE MISURE DI PREVENZIONE DISPOSTE DAL DATORE DI LAVORO E DAI DIRIGENTI • VIGILARE SUI LAVORATORI PERSONA CHE SVOLGE UN’ATTIVITÀ LAVORATIVA, CHI È ? INDIPENDENTEMENTE DALLA TIPOLOGIA DI CONTRATTO … ANCHE AL FINE DI APPRENDERE UN MESTIERE COSA DEVE FARE ? • OSSERVARE LE DISPOSIZIONI E LE ISTRUZIONI IMPARTITE DAL DATORE DI LAVORO • NON RIMUOVERE O MODIFICARE I DISPOSITIVI DI SICUREZZA, SEGNALAZIONE E CONTROLLO • NON COMPIERE DI PROPRIA INIZIATIVA OPERAZIONI PERICOLOSE PER LA PROPRIA O ALTRUI SICUREZZA • UTILIZZARE CORRETTAMENTE I DPI • SEGNALARE IMMEDIATAMENTE CONDIZIONI DI PERICOLO • SOTTOPORSI AI CONTROLLI SANITARI ASL Lanusei Aggiornamento Documento di Valutazione dei Rischi 2015-2016 Movimentazione manuale pazienti DIREZIONE GENERALE AZIENDA Rischio Biologico Infortuni Lavorativi DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVO SIAN DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SISP SPRESAL SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Centro Screening Ambulatori Vaccinazioni Ambulatori Certificazioni SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Servizio specialistica ambulatoriale CUP e Ticket Poliambulatori Med. Base e PLS RETE TERRITORIALE SALUTE MENTALE RETE OSPEDALIERA Stress Lavoro Correlato Servizio delle cure primarie Guardia Med. Guardia Tur. Serv. Assist. Int Servizio Assistenza UVT, ADI, PUA Disabili, soggetti fragili SARP Consultori Farmacia Territoriale Emergenza 118 NPS Infantile Ambulatori Servizio di Salute Mentale Centro Diurno Casa Famiglia Amb. Ter. Farm. SPDC Settore Doppia Diagnosi Cons. Alcol Idoneità Guida Disturbi Comp. Aliment. Ser. D Prevenzione Dipendenze Psicoterapia indiv. E famil. N. S. della Mercede Piano Emergenza ed Evacuazione Valutazione Rischio Incendio Movimentazione manuale pazienti DIREZIONE GENERALE AZIENDA Rischio Biologico Infortuni Lavorativi DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVO SIAN DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SISP SPRESAL SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Centro Screening Ambulatori Vaccinazioni Ambulatori Certificazioni SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Servizio specialistica ambulatoriale CUP e Ticket Poliambulatori Med. Base e PLS RETE TERRITORIALE SALUTE MENTALE RETE OSPEDALIERA Stress Lavoro Correlato Servizio delle cure primarie Guardia Med. Guardia Tur. Serv. Assist. Int Servizio Assistenza UVT, ADI, PUA Disabili, soggetti fragili SARP Consultori Farmacia Territoriale Emergenza 118 NPS Infantile Ambulatori Servizio di Salute Mentale Centro Diurno Casa Famiglia Amb. Ter. Farm. SPDC Settore Doppia Diagnosi Cons. Alcol Idoneità Guida Disturbi Comp. Aliment. Ser. D Prevenzione Dipendenze Psicoterapia indiv. E famil. N. S. della Mercede Piano Emergenza ed Evacuazione Valutazione Rischio Incendio Movimentazione manuale pazienti DIREZIONE GENERALE AZIENDA Rischio Biologico Infortuni Lavorativi DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVO SIAN DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SISP SPRESAL SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Centro Screening Ambulatori Vaccinazioni Ambulatori Certificazioni SSA SIAOA-Area B SIAPZ –Area C Servizio specialistica ambulatoriale CUP e Ticket Poliambulatori Med. Base e PLS RETE TERRITORIALE SALUTE MENTALE RETE OSPEDALIERA Stress Lavoro Correlato Servizio delle cure primarie Guardia Med. Guardia Tur. Serv. Assist. Int Servizio Assistenza UVT, ADI, PUA Disabili, soggetti fragili SARP Consultori Farmacia Territoriale Emergenza 118 NPS Infantile Ambulatori Servizio di Salute Mentale Centro Diurno Casa Famiglia Amb. Ter. Farm. SPDC Settore Doppia Diagnosi Cons. Alcol Idoneità Guida Disturbi Comp. Aliment. Ser. D Prevenzione Dipendenze Psicoterapia indiv. E famil. N. S. della Mercede Piano Emergenza ed Evacuazione Valutazione Rischio Incendio Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare IL RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI LANUSEI 6 GIUGNO 2016 Lombalgia “Low back Pain Syndrome” Popolazione generale Prevalenza 33 - 86 % nel corso della vita (Lorusso, 2007) Incidenza annuale intorno al 5%, ma variabilita’ (1-20%) a seconda della popolazione lavorativa indagata; Lavoratori TUTTI I SETTORI Rappresenta il disturbo più segnalato: 24.7% (Linee Guida SIMLII, 2008) OPERATORI SANITARI USA 38 % dei giorni di assenza per malattia a causa di LBP (Owen, 2001) ITALIA 30 % Infortuni correlati alla MMP e MMC (Inail, 2005) 30 DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI Costi diretti e indiretti • Costo annuale complessivo: • sino a 50 mld di dollari in USA • 3,5 mld di dollari in Svezia (Loisel, 2002) • Spesa pro-capite lombalgia 116-400€ all’anno (Dagenais, 2008) • USA Patologie professionali della colonna 33% costi totali di indennizzo (NIOSH USA, 1997) • Costi sociali: ~1,3 – 1,9 % di PIL in paesi europei (Van Tulder, 1995) 31 LOMBALGIA: FATTORI DI RISCHIO PSICOLOGICI LAVORATIVI Movimentazione manuale carichi Frequenti flessioni e torsioni Intenso carico lavorativo Postura statica Vibrazioni a tutto il corpo Stress mentale Insoddisfazione lavorativa Ritmo di lavoro Scarso supporto Scarso potere decisionale e lavoro monotono INDIVIDUALI Età Sesso Peso Altezza Fumo Sport Hoogendoorn et al,1999: EVIDENZE EPIDEMIOLOGICHE Azioni di sollevamento • MMC Forti evidenze RR/OR 1.5-3.1 (3HQ+, 1LQ-) • MMP Moderate evidenze RR/OR 1.7-2.7 (3LQ+) Flessioni e torsioni Forti evidenze RR/OR 8.1 (2HQ+) Posizioni in piedi fissa o prolungato cammino Nessuna evidenza Posizione seduta fissa Vibrazioni trasmesse a tutto il corpo Lavoro fisico pesante Attività sportiva Forti evidenze RR/OR 4.8 (3HQ+; 1LQ-) Moderate evidenze RR/OR 1.5-9.8 (4HQ-; 5LQ+) Nessuna evidenza Malattie professionali denunciate: ITALIA Anno 2012 Gestioni: Tutte le gestioni Definizioni: Tutte le denunciate Dati gentilmente forniti dal Dott. Carlo Manca, INAIL Cagliari Malattie professionali denunciate: SARDEGNA Anno 2013 Gestioni: Tutte le gestioni Definizioni: Tutte le denunciate 3.729 Totali 810 42400 ORISTANO 42330 OLBIA 42300 SASSARI 42200 NUORO 42130 CARBONIA 42100 CAGLIARI 65 231 321 373 1.925 Dati gentilmente forniti dal Dott. Carlo Manca, INAIL Cagliari SARDEGNA ANNO 2014 MP DEFINITE Tutti i Settori di Attività Totale n. 4.374 Dati gentilmente forniti dal Dott. Carlo Manca, INAIL Cagliari PROBLEMATICHE IN AMBITO SANITARIO • Assenteismo per malattia • Infortuni • Rilevante % di giudizi di idoneità con limitazioni/prescrizioni – Problematiche organizzative nella gestione del personale • Contenzioso • Responsabilità penali per Dirigenti, Preposti e Medici Competenti • riduzione della produttività – intesa come quota di lavoratori che possono adempiere al 100% delle loro funzioni 37 Prevalenza dei lavoratori con limitazioni per età e genere CAMPIONE: 49 Aziende sanitarie pubbliche, per un totale di 137.422 dipendenti, pari a oltre un quinto dei dipendenti del SSN. Le limitazioni più frequenti sono quelle relative alla movimentazione di carichi (MMC) e pazienti (49,5%), seguite dalle limitazioni riferite alle posture (12,6%) Università Bocconi, 2015 DISTRIBUZIONE NEGLI ANNI DEL PERSONALE OVER 45 ESEMPIO DI UN OSPEDALE ITALIANO I. Guardini et al. 2011 Proporzione di infermieri con limitazione alla MMC – MMP per classe di età I. Guardini et al. 2011 METODI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Metodi multidimensionali analizzano in maniera standardizzata più di un fattore di rischio e propongono un criterio di valutazione finale complessivo per la stima del rischio Metodi settoriali prevedono la stima del rischio biomeccanico attraverso la misura di parametri diversi (es. biomeccanici, fisici, fisiologici) Metodi di valutazione del rischio • • • • • • REBA ROYAL COLLEGE OF NURSING BIPP PATE SPOSO DINO • • • • • WARMING RADOVANOVIC E ALEXANDRE OSHA OWAS MAPO LINEE GUIDA SIMLII, 2008 41 METODI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO METODOLOGIA VDR: MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati) • Il metodo più diffuso nel territorio nazionale • Analizza in maniera standardizzata diversi fattori di rischio • Permette di calcolare un indice sintetico di esposizione • Buon rapporto costo/efficacia LINEE GUIDA SIMLII, 2008 42 INDICE SINTETICO MAPO = NC OP X PC FS + X FA OP X FC X Famb X FF Menoni, Battevi, Cairoli: Il metodo MAPO per l’analisi e la prevenzione del rischio da movimentazione dei pazienti. 2011 MAPO - Movimentazione assistenza pazienti ospedalizzati NC / OP x Fattore sollevatore Rapporto tra N° medio PAZIENTI totalmente non collaboranti ed OPERATORI presenti nelle 24 ore Adeguatezza ergonomica e numerica delle attrezzature (SOLLEVATORI) utili a sollevare pazienti NC + PC / OP x Fattore ausili minori x Fattore carrozzine x Fattore ambiente x Fattore formazione Rapporto tra N° medio PAZIENTI parzialmente collaboranti ed OPERATORI presenti nelle 24 ore Adeguatezza ergonomica e numerica delle attrezzature utili nello spostamento dei pazienti PC Adeguatezza ergonomica e numerica delle CARROZZINE e / o COMODE Adeguatezza ergonomica degli AMBIENTI utilizzati dai pazienti non autosufficienti per le diverse attività assistenziali (CAMERE DEGENZA, BAGNI, ETC) Adeguatezza della FORMAZIONE effettuata sul rischio specifico CARICO ASSISTENZIALE NC NA P C OP NC OP PC OP Paziente non collaborante si intende il paziente che nelle operazioni di movimentazione deve essere completamente sollevato. Paziente parzialmente collaborante, si intende il paziente che nelle operazioni di movimentazione viene solo parzialmente spostato o sollevato numero degli operatori addetti alla movimentazione dei pazienti sui tre turni NA= pazienti non autosufficienti, che comprende i non collaboranti e parzialmente collaboranti FATTORE SOLLEVATORE - FS 0,5 se i sollevatori sono adeguati e sufficienti numericamente 2 se sono presenti ma inadeguati o insufficienti 4 se sono assenti o inadeguati e insufficienti SUFFICIENZA NUMERICA* almeno 1 sollevatore ogni 8 pazienti totalmente NC; barelle regolabili in altezza almeno pari a 1 ogni 8 pazienti NC; letti regolabili in altezza e con 3 snodi pari a 100% dei letti del reparto. *Questa condizione può essere superata se tutte le operazioni che richiedono il sollevamento totale del paziente sono effettuate con attrezzature. ADEGUATEZZA 90% delle manovre di sollevamento totale del paziente risultano ausiliate. FATTORE AUSILI MINORI - FA Telo ad alto scorrimento, transfer disc, rullo/tavola, cintura ergonomica. 0,5 se presenti e adeguati e sufficienti 1 se assenti o inadeguati e insufficienti SUFFICIENZA NUMERICA* presenza di telo o tavola ad alto scorrimento + due altri ausili minori OPPURE presenza di telo o tavola ad alto scorrimento + 100% dei letti ergonomici *Questa condizione può essere superata se tutte le operazioni che richiedono il sollevamento parziale del paziente sono effettuate con attrezzature. ADEGUATEZZA 90% delle manovre di sollevamento totale del paziente risultano ausiliate. FATTORE CARROZZINE -FCFattore Carrozzine * 0 – 1,33 Punteggio medio (PM 1,34 – 2,66 2,67 - 4 carr) Sufficienza numerica NO SI NO SI NO SI 1 0,75 1,5 1,12 2 1,5 Fattore FC PUNTEGGIO MEDIO Ad ogni carrozzina viene assegnato un punteggio in base a requisiti di adeguatezza: Frenabile – Braccioli removili – Schienale ergonomico – Larghezza max Per ognuno di questi requisiti, se non rispettato si assegna il punteggio di 1 La somma dei punteggi di ogni carrozzina rapportato al numero di carrozzine ci fornisce un punteggio medio. SUFFICIENZA NUMERICA 1 Carrozzina ogni 2 pazienti non autosufficienti (NC e PC) * Media ponderata sulle carrozzine presenti FATTORE AMBIENTE -FambSomma punteggio medio dei tre AMBIENTI Fattore Famb a IGIENE PERSONALE PAZIENTE 0 – 5,8 5,9 – 11,6 11,7 – 17,5 0,75 1,25 1,5 spazio libero inadeguato all'utilizzo degli ausili (150cm) 2 porta di larghezza inferiore a 85cm 1 presenza ingombri non rimovibili 1 spazio libero scarso, non consente la rotazione della carrozzina (150 cm) b c BISOGNI CORPORALI altezza WC inadeguata (inf.50cm) PAZIENTE CAMERE DI DEGENZA 1 assenza maniglie laterali al WC 1 porta di larghezza inferiore a 85cm 1 spazio laterale al WC inferiore a 80Cm 1 entrambi gli spazi laterali dei letti inferiore a 90cm 2 spazio al fondo letto inferiore a 120cm 2 Letto inadeguato: necessita di sollevamento parziale 1 spazio tra letto e pavimento inferiore a 15cm o insufficiente all'uso del sollevatore *Somma delle medie ponderate di a+b+c 2 poltrone (per pazienti) di altezza inferiore a 50cm 2 0,5 FATTORE FORMAZIONE - FF 0,75 formazione tramite corso adeguato* non oltre due anni prima della valutazione del rischio e al 75% degli operatori del reparto; 0,75 formazione effettuata oltre due anni prima della valutazione del rischio al 75% degli operatori del reparto, con verifica di efficacia; 1 formazione tramite corso adeguato, effettuato non oltre due anni prima della valutazione del rischio e ad una percentuale di operatori compresa tra il 50% e il 75%; 1 se è stato effettuato solo l’addestramento (o distribuzione di materiale informativo dedicato) al 90% degli operatori degli operatori del reparto ed è stata effettuata la veridica di efficacia; 2 se non è stata effettuata o non vengono rispettate le condizioni citate prima. *FORMAZIONE ADEGUATA: corso teorico pratico della durata di 6 ore articolato in: una parte teorica su dati epidemiologici, rischi da MMP, ecc., e in una parte pratica di addestramento sul corretto utilizzo di attrezzature e sulle corrette tecniche di movimentazione Indice MAPO MAPO - Movimentazione assistenza pazienti ospedalizzati INDICE MAPO BLOCCO OPERATORIO BLOCCO OPERATORIO : LIVELLO DI ESPOSIZIONE Sono presenti NC o PC? Se si, sono utilizzati gli ausili? FATTORE ATTREZZATURE FATTORE BARELLE FATTORE AMBIENTE FATTORE FORMAZIONE LIVELLI INADEGUATEZZA: ASSENTE- TRASCURABILE – ALTO Menoni, Battevi, Cairoli: Il metodo MAPO per l’analisi e la prevenzione del rischio da movimentazione dei pazienti. 2011 52 INDICE MAPO SERVIZI SERVIZI: LIVELLO DI ESPOSIZIONE FATTORE ATTREZZATURE SOLL. TOT. FATTORE ATTREZZATURE SOLL. PARZ. FATTORE BARELLE/CARROZZINE FATTORE AMBIENTE FATTORE FORMAZIONE LIVELLI INADEGUATEZZA: ASSENTE-TRASCURABILE – MEDIOALTO Menoni, Battevi, Cairoli: Il metodo MAPO per l’analisi e la prevenzione del rischio da movimentazione dei pazienti. 2011 53 Indice MAPO MAPO - Movimentazione assistenza pazienti ospedalizzati Risultati VDR MAPO ASL di Lanusei PRESIDIO OSPEDALIERO LANUSEI – SETTEMBRE 2015 DEGENZA INDICE MAPO CHIRURGIA 2 CARDIOLOGIA 2,4 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 1,1 MEDICINA 15,7 PEDIATRIA 0,85 TERAPIA INTENSIVA 0,75 SERVIZI/BLOCCO/PS LIVELLO RADIOLOGIA ALTO BLOCCO OP TRASCURABILE PRONTO SOCCORSO MEDIO 57 PRINCIPALI FATTORI CHE INFLUENZANO I LIVELLI DI RISCHIO FORMAZIONE AUSILI MAGGIORI AUSILI MINORI • ASSENTE IN TUTTE LE UO • INSUFFICIENTI IN 7/9 UO • INADEGUATO 8/9 UO • INSUFFICIENTI IN 7/9 UO • INADEGUATO 7/9 UO 58 PRESIDIO OSPEDALIERO LANUSEI - GIUGNO 2016 DEGENZA INDICE MAPO FORMAZIONE CHIRURGIA 2 0,74 CARDIOLOGIA 2,4 0,91 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 1,1 0,4 MEDICINA 15,7 5,7 PEDIATRIA 0,85 0,32 TERAPIA INTENSIVA 0,75 0,56 SERVIZI/BLOCCO/PS LIVELLO FORMAZIONE RADIOLOGIA ALTO ALTO BLOCCO OP TRASCURABILE TRASCURABILE PRONTO SOCCORSO MEDIO MEDIO FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO OTTOBRE 2015 CIRCA 275/379 OP DI COMPARTO FORMATI (72%) 59 PRESIDIO OSPEDALIERO LANUSEI DEGENZA INDICE MAPO FORMAZIONE AUSILI MAGGIORI CHIRURGIA 2 0,74 0,75 CARDIOLOGIA 2,4 0,91 0,5 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 1,1 0,4 0,4 MEDICINA 15,7 5,7 3 PEDIATRIA 0,85 0,32 0,4 TERAPIA INTENSIVA 0,75 0,56 0,6 SERVIZI/BLOCCO/PS LIVELLO FORMAZIONE AUSILI MAGGIORI RADIOLOGIA ALTO ALTO MEDIO BLOCCO OP TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE PRONTO SOCCORSO MEDIO MEDIO TRASCURABILE IN PROGRAMMAZIONE LA DOTAZIONE DI UN NUMERO DI SOLLEVATORI SUFFICIENTI 61 PRESIDIO OSPEDALIERO LANUSEI DEGENZA INDICE MAPO FORMAZIONE AUSILI MAGGIORI AUSILI MINORI CHIRURGIA 2 0,75 0,75 0,3 CARDIOLOGIA 2,4 0,9 0,5 0,2 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 1,1 0,4 0,4 0,2 MEDICINA 15,7 5,7 3 0,8 PEDIATRIA 0,85 0,4 0,4 0,2 TERAPIA INTENSIVA 0,75 0,6 0,6 0,3 SERVIZI/BLOCCO/PS LIVELLO FORMAZIONE AUSILI MAGGIORI AUSILI MINORI RADIOLOGIA ALTO ALTO MEDIO TRASCURABILE BLOCCO OP TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE TRASCURABILE PRONTO SOCCORSO MEDIO MEDIO TRASCURABILE TRASCURABILE IN PROGRAMMAZIONE LA DOTAZIONE DI UN NUMERO DI AUSILI MINORI SUFFICIENTI SUCCESSIVAMENTE PROGRAMMARE LA VERIFICA DI EFFICIACIA E IL MONITORAGGIO CONTINUO 62 CONCLUSIONI BENEFICI ATTESI PER LE ORGANIZZAZIONI SANITARIE • Miglioramento salute e benessere dei lavoratori • infortuni e assenteismo per malattia • % operatori con limitazioni/prescrizioni • gestione del personale • contenzioso • ↑ produttività • Adesione obblighi legislativi • responsabilità penali per Direttori Generali, Sanitari e Preposti 63 64 65 Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavorocorrelato Gestione dello stress e dei rischi psicosociali sul lavoro La salute e la sicurezza sul lavoro riguardano tutti. Un bene per te. Un bene per l’azienda. OBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA VALUTAZIONE RISCHIO STRESS • Migliorare la comprensione dei rischi psicosociali e dello stress lavoro-correlato • Promuovere la gestione di tali rischi • Prevenirne gli effetti negativi OBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA VALUTAZIONE RISCHIO STRESS • Metodi oggettivi – indicatori aziendali Metodi soggettivi • test psicodiagnostici Valutazione e gestione rischio stress lavoro-correlato VALUTAZIONE PRELIMINARE LISTA DI CONTROLLO 1. EVENTI SENTINELLA (10 indicatori) Infortuni 2. AREA CONTENUTO DEL 3. AREA CONTESTO DEL LAVORO (4 indicatori) LAVORO (6 indicatori) Cultura organizzativa Assenza per malattia Ambiente di lavoro e attrezzature di lavoro Assenze dal lavoro Pianificazione dei compiti Ruolo nell’ambito dell’organizzazione Rotazione del personale Carico di lavoro/ ritmo di lavoro Sviluppo di carriera Turnover Orario di lavoro Procedimenti/sanzioni disciplinari Autonomia decisionale/controllo del lavoro Richieste visite straordinarie Rapporti interpersonali sul lavoro Sehnalazioni stress lavoro-correlato Conciliazione vita-lavoro Ferie non godute Istanze giudiziarie 69 Valutazione e gestione rischio stress lavoro-correlato VALUTAZIONE PRELIMINARE LISTA DI CONTROLLO 70 LISTA DI CONTROLLO – EVENTI SENTINELLA 71 LISTA DI CONTROLLO – CONTENUTO DEL LAVORO 72 LISTA DI CONTROLLO – CONTESTO DEL LAVORO 73 Tabella dei livelli di rischio (66 items) Livello di rischio Note RISCHIO NON RILEVANTE 25% (da 0 a 17) L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress lavorocorrelato. Note Livello di rischio RISCHIO MEDIO 25% o 50% (da 18 a 34) L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress lavoro-correlato; vanno adottate azioni correttive e la verifica successiva della loro efficacia. Nel caso di inefficacia si procede alla valutazione approfondita. Livello di rischio Note RISCHIO ALTO 50% (da 35 a 67) L’analisi degli indicatori evidenzia una situazione ad alto rischio di stress lavoro-correlato, tale da richiedere l’adozione di immediate azioni correttive corrispondenti alle criticità rilevate. Verifica successiva dell’efficacia degli interventi. Nel caso di inefficacia si procede alla valutazione approfondita. 74 OBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA VALUTAZIONE RISCHIO STRESS • Metodi oggettivi – indicatori aziendali • RISULTATI ASL DI LANUSEI –rischio medio trasversale OBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA VALUTAZIONE RISCHIO STRESS • Metodi oggettivi – indicatori aziendali Metodi soggettivi •test psicodiagnostici Riepilogo del modello Management Standards e dei relativi Condizioni ideali/Stati da conseguire Riepilogo del modello Management Standards e dei relativi Condizioni ideali/Stati da conseguire Riepilogo del modello Management Standards e dei relativi Condizioni ideali/Stati da conseguire Altri elementi indagati La Sindrome del burnout Esaurimento emotivo: rappresenta la componente centrale e più tipica del job burnout e consiste nella sensazione della persona di aver «bruciato» tutte le energie psicologiche; si sente svuotata e senza più risorse fisiche ed emozionali per affrontare l’attività lavorativa. L’esaurimento è la dimensione maggiormente legata allo stress e al benessere fisico, oltre che psicologico. Cinismo o spersonalizzazione : rappresenta la componente interpersonale del job burnout ed è caratterizzata da un esasperato distacco nella relazione con gli utenti/clienti attraverso un processo di deumanizzazione» che si esprime nel trattare gli altri come oggetti o numeri piuttosto che come persone. Dissonanza emotiva La dissonanza emotiva è relativa alla condizione in cui «al lavoratore viene richiesto di esprimere emozioni che non sono realmente e sinceramente sentite in quella particolare situazione». Conflitto lavoro-famiglia Il conflitto lavoro-famiglia può essere definito come la percezione di inconciliabilità tra la propria partecipazione,intesa come presenza fisica e psicologica, al lavoro e quella in famiglia. Cercare di rispondere alle aspettative in termini di tempo, comportamenti e impegno, provenienti da un contesto, interferisce con la possibilità, per l’individuo, di soddisfare le talora contrastanti aspettative dell’altro contesto, e genera la percezione di una riduzione delle risorse disponibili (29, 30). Aggressioni da parte dei pazienti Il Ministero della Salute e delle Politiche Sociali emana, una raccomandazione per la prevenzione di comportamenti aggressivi e la violenza a danno degli operatori sanitari in ambito di programmi nazionali per la gestione del rischio Le Risorse La Soddisfazione lavorativa La Motivazione lavorativa Il supporto emotivo da parte dei colleghi e del superiore Attaccamento al reparto (commitment affettivo) La qualità della comunicazione La percezione del mio livello di benessere generale Le azioni avranno una valenza di tipo preventivo nella riduzione del rischio ma anche di promozione della salute in ambito organizzativo nell’ottica del miglioramento continuo. Al termine del complesso processo di calcolo indicato nel capitolo precedente i risultati conseguiti vengono interpretati seguendo gli orientamenti suggeriti dalla pubblicazione “Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro-correlato. Manuale ad uso delle aziende in attuazione del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.” dell’ INAIL – Dipartimento Medicina del Lavoro – ex ISPESL del 2011, caratterizzati da un “codice colore”, secondo il classico schema di sintesi “del semaforo”: RISULTATI 580 QUESTIONARI DISTRIBUITI CON UNA PERCENTUALE DI RESTITUZIONE DEL 59% (332) LA COLLABORAZIONE, IL COORDINAMENTO E IL COINVOLGIMENTO DI TUTTE LE PARTI E’ FONDAMENTALE PER LA RIUSCITA SIA DELLA FASE DI RACCOLTA DEL DATO CHE NELLA FASE DI IMPLEMENTAZIONE DELLE STRATEGIE DI PROMOZIONE DI AMBIENTI DI LAVORO SANI. RISULTATI In questo senso i risultati vanno letti considerando la rappresentatività del campione. Il quadro che andremo a presentare è relativo quindi alla percezione di quel 60% di lavoratori che hanno risposto. E’ difficile ottenere un dato che copre il 100% dei lavoratori quando si parla di organizzazioni complesse e vaste come quelle sanitarie. Tuttavia, il dato è affidabile e ci restituisce un quadro abbastanza verosimile della realtà indagata. Gruppi omogenei 1. Amministrazione STRUMENTO QUESTIONARIO INAIL (HSE) Domanda Controllo Ruolo Media generale Standard a breve termine Media generale Standard a breve termine Media generale 3,1 <3,1 3,6 >3,7 4,3 Relazioni Standard a Standard a Media generale breve termine breve termine >4,3 1,8 <1,8 Altri fattori di rischio Conflitto lavorofamiglia Inciviltà da parte dei colleghi Media generale Standard a breve termine Media generale Standard a breve termine 2,6 <2,5 0,7 <0,2 Supporto dei colleghi Supporto del Management Cambiamento Media generale Standard a breve termine Media generale Standard a breve termine Media generale Standard a breve termine 3,9 >4,0 3,6 >3,8 3,5 >3,3 Amministrazione ALTRI FATTORI DI RISCHIO SPECIFICI PER IL COMPARTO SANITARIO Aggressioni Dissonanza emotiva Media generale Media generale Standard a breve termine 1. Sono stato oggetto di aggressioni fisiche come ad esempio venir colpito, preso a calci, afferrato, o spinto da un utente\paziente\familiare del paziente 0,03 2,9 < 3,0 2. Mi hanno lanciato un oggetto contro (penne, fogli, sedie, etc) 0,00 3. Gli utenti\pazienti\familiari dei pazienti si rivolgono a me con un tono aggressivo ( ad es.urlando, agitando le0,30 mani, zittendoti) 4. Mi hanno detto di essere un incompetente 0,20 5. Ho assistito ad episodi in cui uno dei miei colleghi subiva atti di violenza sul posto di lavoro 0,30 6. Ho sentito parlare uno dei miei colleghi di episodi di violenza accaduti a lavoro 0,60 0,20 0,40 7. Ho visto qualche collega venir minacciato di violenza fisica sul luogo di lavoro 8. Ho sentito parlare di colleghi minacciati di violenza fisica sul luogo di lavoro Amministrazione PERCEZIONE DEL PROPRIO STATO DI BENESSERE Burnout Stato di benessere Media generale Standard a breve termine 2,1 0,9 <2,0 <0,6 esaurimento emotivo cinismo Soddisfazione lavorativa Commitment affettivo Media generale Standard a breve termine Media generale Media generale 2,3 >2,5 4,0 4,1 RISORSE ORGANIZZATIVE ED INDIVIDUALI CONSIDERABILI COME POTENZIALI FATTORI “PROTETTIVI” Motivazione al lavoro Comunicazione Supporto emotivo da Supporto emotivo da parte dei colleghi parte dei superiori Media generale Standard a breve termine Media generale Standard a breve termine Media generale 4,7 >4,8 3,9 >4,0 3,6 Standard a Standard a Media generale breve termine breve termine >3,4 3,6 >3,6 INTERVENTI GENERALI - DVR specifico per ciascuna area secondo le linee guida dell’INAIL. - Indicazione di interventi specifici per ogni area omogenea (professioni e aree) - adozione di campagna ambienti di lavoro sani (Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro) • • • • • Guida alla campagna Dépliant Volantino sul Premio per le buone prassi Kit di strumenti online della campagna Materiale promozionale e articoli omaggio • • • • Relazioni Guide e strumenti pratici Film di Napo www.healthy-workplaces.eu INTERVENTI DOMANDA Quando si considerano le richieste lavorative, è importante non confondere i rischi psicosociali, come un carico di lavoro eccessivo, con condizioni stimolanti, sebbene talvolta impegnative, in cui esiste un ambiente di lavoro che dà sostegno e i lavoratori sono correttamente preparati e motivati a utilizzare al meglio le loro capacità. Condizioni ideali o stati da conseguire: - richieste aziendali conseguibili e realizzabili nell’orario di lavoro (adeguata pianificazione degli obiettivi di lavoro che siano chiari e raggiungibili in un determinato arco di tempo); - attività lavorativa concepita sulla base delle competenze del lavoratore (chiarezza degli obiettivi da raggiungere); - adeguata attenzione alla gestione dei problemi legati all’ambiente in cui i lavoratori svolgono la loro attività (il carico di lavoro fisivo, cognitivo ed emotivo potrebbe essere ridotto con una migliore organizzazione dei turni e con l’aumento del personale ausiliario negli orari più critici dell’attività del reparto, e/o con attrezzature disponibili per il corretto svolgimento delle attività). MISURE CORRETTIVE: a. Riprogettazione dei tempi e dei carichi di lavoro attraverso il coinvolgimento delle parti interessate. Alcuni esempi sono l’introduzione di un orario di lavoro flessibile, rotazione dei posti di lavoro e l’allargamento dei compiti; o RESPONSABILE DELL’AZIONE: DIRIGENTE \RESPONSABILE UO\COORDINATORI b. il fattore “domande” è in generale considerato come quanto una persona percepisce come adeguati alle proprie capacità e possibilità i compiti attribuiti. In questo senso azioni di formazione, sviluppo di competenze e aggiornamento continuo possono rivelarsi efficaci nel promuovere non solo la crescita professionale ma anche nel fornire al lavoratore strategie di coping più efficaci nel gestire le possibili fonti di stress. o RESPONSABILE DELL’AZIONE: ORGANIZZAZIONE-DIREZIONE DEL PERSONALE. INTERVENTI CONTROLLO Condizioni ideali o stati da conseguire (ove possibile): - controllo del lavoratore sui propri ritmi di lavoro e gestione delle pause (aumento della padronanza e autonomia del lavoro attraverso interventi formativi sulla gestione efficace del tempo); - stimolo al lavoratore a sviluppare nuove competenze (formazione continua e/o specifica per la gestione delle situazioni comuni tipiche del reparto [ad esempio la gestione del dolore e della morte in oncologia o in UTI, formazione per una migliore gestione delle emozioni nella relazione con il paziente per gli infermieri, formazione per aumentare la capacità di coping come fattore protettivo dello stress]); - consultazione dei lavoratori sui modelli di lavoro da adottare (promozione della partecipazione dei lavoratori attraverso incontri pianificati e continui). MISURE CORRETTIVE: a. Esiste evidenza empirica e grande supporto teorico nella considerazione del fattore “Controllo” come strettamente legato al fattore “Domande” (es. Bakker e Demerouti, 2014). In questo senso, le azioni correttive individuate per entrambi i fattori sono sovrapponibili e significativamente trasversali. Pertanto, azioni di formazione, sviluppo di competenze e aggiornamento continuo saranno efficaci nel promuovere non solo la crescita professionale ma anche nel fornire al lavoratore strategie di coping più efficaci nel gestire le possibili fonti di stress per entrambe le dimensioni DOMANDA e CONTROLLO. o RESPONSABILE DELL’AZIONE: ORGANIZZAZIONE-DIREZIONE DEL PERSONALE INTERVENTI SUPPORTO Condizioni ideali o stati da conseguire: - adozione di politiche aziendali a sostegno dei lavoratori (nel caso dei reparti di area critica, spesso i lavoratori sono sottoposti a una elevata e continua concentrazione, si suggerisce la possibilità di recupero dopo l’esecuzione dei compiti [debriefing dopo un’esperienza potenzialmente traumatica]); - feedback puntuale e costruttivo ai lavoratori (attraverso incontri quotidiani o settimanali per discutere delle condizioni dei pazienti, traferimenti di reparto, dei cambiamento dei piani terapeutici, etc., o incontri preoperatori, nel caso del blocco operatorio, finalizzati alla conoscenza delle caratteristiche del paziente e a un migliore coordinamento delle attività); Progettazione di un sistema di comunicazione della valutazione delle prestazioni favorisce un uso più efficace delle competenze e la soddisfazione lavorativa; - adeguata informazione ai lavoratori sul supporto che può essere loro fornito (supporto di tipo strumentale da parte dei colleghi [aiuto temporaneo e contestuale nei momenti di maggiore bisogno, di carico di lavoro intenso e imprevisto, o quando si è stati assenti per lungo tempo da lavoro] ed emotivo da parte di colleghi e diretti superiori [condivisione di esperienze e situazioni difficili come modello o best practice da adottare per la risoluzione di problemi quotidiani o imprevisti]). MISURE CORRETTIVE: a. Programmi di formazione di empowering delle competenze gestionali quali: leadership e comunicazione per il personale con incarico di coordinamento\respnsabilità di UO; b. Programmi di formazione di empowering delle competenze relazionali quali: coworking, teamworking, leadership e comunicazione; o RESPONSABILE DELL’AZIONE: ORGANIZZAZIONE-DIREZIONE DEL PERSONALE. o RESPONSABILE DELL’AZIONE: DIRIGENTE \RESPONSABILE UO\COORDINATORI INTERVENTI RELAZIONI Condizioni ideali o stati da conseguire: - promozione di comportamenti positivi per evitare conflitti e garantire comportamenti corretti sul lavoro (comunicazione e condivisione, attraverso incontri programmati, dei valori e mission dell’unità in modo da “educare” i propri lavoratori all’importanza di comportamenti di atruismo e cortesia verso i colleghi, e coscienziosità e sportività verso l’organizzazione in sè, imparando a non ingigantire i problemi e a trovare soluzioni quando questi si presentano); - possibilità di condivisione, da parte del lavoratore, di informazioni relative al proprio lavoro (vedi area del supporto: condivisione di esperienze e situazioni difficili come modello o best practice da adottare per la risoluzione di problemi quotidiani o imprevisti questo favorisce non solo una migliore gestione del proprio lavoro, ma anche il consolidarsi delle relazioni sociali e un migliore clima di lavoro); - promozione di sistemi che aiutano i lavoratori a segnalare l’insorgenza di comportamenti inaccettabili (definizione di un protocollo di comunicazione per quelle situazioni che potrebbero generare dei rischi in modo che siano portate a conoscenza del comitato di sicurezza per soluzioni tempestive; protocolli di comunicazione che definiscano chiaramente le figure [e gerarchie] a cui rivolgersi in caso di necessità per la risoluzione di problemi). MISURE CORRETTIVE 8valide anche il il fattore «INCIVILTÀ AL LAVORO»): a. Implementazione di un programma di “TOLLERANZA ZERO” per comportamenti aggressivi; b. Programmi di formazione di empowering delle competenze relazionali quali: coworking, teamworking, leadership e comunicazione; o RESPONSABILE DELL’AZIONE: ORGANIZZAZIONE-DIREZIONE DEL PERSONALE. o RESPONSABILE DELL’AZIONE: DIRIGENTE \RESPONSABILE UO\COORDINATORI INTERVENTI AGGRESSIONI (tra le cause di dissonanza emotiva, stress, burnout e insoddisfazione lavorativa) Episodi di violenza contro operatori sanitari sono considerati eventi sentinella in quanto segnali della presenza nell’ambiente di lavoro di situazioni di rischio o di vulnerabilità che richiedono l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori. Il Ministero della Salute e delle Politiche Sociali emana una raccomandazione per la prevenzione di comportamenti aggressivi e la violenza a danno degli operatori sanitari in ambito di programmi nazionali per la gestione del rischio. Le misure di prevenzione da attuare per limitare il rischio aggressione sono prevalentemente di tipo strutturale e di tipo organizzativo. Alcune misure di tipo strutturale possono essere, ad esempio: a. eliminare, per quanto possibile, oggetti o attrezzature che possono essere utilizzate come corpi contundenti o taglienti (ad es. tagliacarte, forbici, vasi, ecc…); b. dotare le postazioni a contatto con il pubblico di barriere fisiche; c. mantenere adeguati livelli di illuminazione artificiale nella struttura e nelle aree annesse (parcheggi, vie di transito esterne, ecc.) al fine di limitare il rischio di aggressioni; d. assicurare la presenza nei locali di telefoni e/o altri ausili per dare l’allarme in caso di bisogno. INTERVENTI RUOLO Condizioni ideali o stati da conseguire: - adeguate informazioni aziendali per consentire ai lavoratori di comprendere il proprio ruolo e responsabilità (definizione di un accordo collettivo per definire e chiarire il contenuto di tutte le funzioni e responsabilità); - garanzia che le richieste avanzate ai lavoratori siano chiare e compatibili con il proprio ruolo (accurata definizione e chiarezza dei compiti e degli obiettivi e raggiungibilità di essi in un dato arco di tempo). MISURE CORRETTIVE: a. Nell’ottica del miglioramento continuo si può operare nel verso di azioni di definizione di livelli sempre più chiari di compiti e ruoli all’interno del proprio ambito lavorativo. a. RESPONSABILE DELL’AZIONE: DIRIGENTE \RESPONSABILE UO\COORDINATORI INTERVENTI CAMBIAMENTO Condizioni ideali o stati da conseguire: - informazioni aziendali ai lavoratori sui cambiamenti proposti e sulle motivazioni all’origine dei cambiamenti (informare e comunicare in modo chiaro attraverso incontri e focus group quali saranno gli interventi migliorativi/correttivi da implementare, l’importanza di questi e l’impatto di questi sull’attività lavorativa], stimolando la partecipazione dei lavoratori alla condivisione di nuove proposte e suggerimenti concreti); - adeguata formazione ai lavoratori per affrontare meglio i cambiamenti (se i cambiamenti si riferiscono ad esempio all’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici e attrezzature, o se il cambiamento è di tipo procedulrale e amministrativo/organizzativo deve essere adeguatamente comunicato quali figure saranno coinvolte nel processo di cambiamento, come sarà attuato e le persone incaricate della sua attuazione); - garanzia di un supporto adeguato durante la fase di cambiamento (attraverso incontri bisettimanali o mensili in cui si discute se le misure attuate risultano adeguati ed efficaci o se le variazioni apportate determinano l’insorgenza di problematiche e la percezione di nuovi rischi). MISURE CORRETTIVE: a. Nell’ottica del miglioramento continuo si può operare nel verso di azioni di promozione ed implementazione\rafforzamento di sistemi di comunicazione e di feedback agendo su più livelli: bacheche, briefing e sistemi di posta\piattaforma intranet. b. Coinvolgimento del personale nei processi di decision making e di comunicazione e condivisione nei processi di cambiamento organizzativo; o RESPONSABILE DELL’AZIONE: DIRIGENTE \RESPONSABILE UO\COORDINATORI INTERVENTI CONFLITTO LAVORO-FAMIGLIA • • • • • CONDIZIONI IDEALI/STATI DA CONSEGUIRE: - richieste, da parte dell’azienda al lavoratore, conseguibili e realizzabili nell’orario di lavoro; - flessibilità nei turni lavorativi; - attività lavorativa concepita sulla base delle competenze del lavoratore; - adeguata attenzione alla gestione dei problemi legati alle differenze di genere, bisogni famigliari dei lavoratori; MISURE CORRETTIVE: a. Promozione di politiche di conciliazione lavoro-famiglia che considerino non soltanto aspetti quali maternità\paternità e lavoro, ma anche assistenza a parenti\genitori anziani; RESPONSABILE DELL’AZIONE: ORGANIZZAZIONE-DIREZIONE DEL PERSONALE. b. Dove possibile, istituzione della “Banca delle ore”: accantonamento, su un conto individuale, del numero delle ore prestate in eccedenza rispetto al normale orario di lavoro, la cui entità è definita dalla contrattazione. Il lavoratore/trice in questo modo può attingere al proprio conto di ore prestate per godere di riposi compensativi. RESPONSABILE DELL’AZIONE: ORGANIZZAZIONE-DIREZIONE DEL PERSONALE. INTERVENTI BURNOUT INTERVENTI • ADOZIONE DI POLITICHE «TOLLERANZA ZERO» PER LE AGGRESSIONI; • ISTITUIRE UN REGISTRO AGGRESSIONI PER TUTTI I CASI (ANCHE I NEAR MISS): sensibilizzare il personale per la segnalazione degli episodi di violenza subiti e per suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi (sistema di Incident Reporting); • PREVEDERE UN PERCORSO AZIENDALE DI GESTIONE DEGLI EPISODI DI VIOLENZA E L’ESPLICITAZIONE DEI SOGGETTI INTERESSATI (REFERENTE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO, MEDICINA LEGALE, ECC.); • ORGANIZZARE I SERVIZI A MAGGIORE PRESENZA DI PAZIENTI IN CONDIZIONE DI DISTRESS IN MODO DA RIDURRE IL RISCHIO DI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI DOVUTI A FRUSTRAZIONE, DOLORE, PAURA...(NON CREARE LE CONDIZIONI AMBIENTALI PER ATTIVARE LA SPIRALE DELLA VIOLENZA) • Fornire ai pazienti informazioni chiare sulle modalità e i tempi di erogazione delle prestazioni (es.: tempi di attesa); • assicurare che luoghi di attesa siano confortevoli e che il sistema favorisca l’accoglienza utenti; • FORMARE IL PERSONALE ALLA GESTIONE DELLA RELAZIONE CON PAZIENTI E PARENTI • metodi di riconoscimento di segnali di pericolo o di situazioni che possono condurre a episodi di violenza; •metodologie per la prevenzione e gestione degli stessi (es.: tecniche di de-escalation, protezione del contesto e degli altri utenti/operatori) Il rischio biologico Marcello Campagna Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Clinica e Molecolare Università di Cagliari RISCHIO BIOLOGICO E MEDICINA DEL LAVORO Legislazione D.Lgs. 626/9481/08, titolo X bis, Direttive U.E. Progressione conoscenze microbiologia, infettivologia, epidemiologia, medicina del lavoro Percezione del rischio lavoratori, datori di lavoro, medici competenti Numero esposti e settori lavorativi interessati Effetti sulla salute Dibattito scientifico Modello del Established Market Economies (EME), 1998 (ILO; 2002) CAUSE frazione attribuibile paesi EME (%) Decessi per classi di età Mortalità lavorocorrelata per classi di età PATOLOGIE INFETTIVE 8.8 127.000 11.176 NEOPLASIE MALIGNE 8.4 1.959.300 164.581 PATOLOGIE RESPIRATORIE 4.1 407.700 16.716 PATOLOGIE CARDIO-CIRCOLATORIE 12.4 617.700 76.595 PATOLOGIE NEUROPSICHIATRICHE 3.4 222.700 7.572 PATOLOGIE GASTROINTESTINALI 2.1 137.700 2.892 PATOLOGIE DELLE VIE URINARIE 1.3 141.000 1.833 100.0 16.170 16.710 INFORTUNI TOTALE 297.535 Patologie infettive nel mondo Circa 15 milioni (>25%) di 57 milioni decessi/anno nel mondo conseguenti a patologie infettive HBV: rischio attribuibile ad infortuni a rischio biologico percutanei: 37% (Schulte, 2005) HIV: Rischio attribuibile ad infortuni a rischio biologico percutanei: 4.4% (Schulte, 2005) HCV: Rischio attribuibile ad infortuni a rischio biologico percutanei : 39% (Schulte, 2005) DIRETTIVA 2000/54/CE – 18/9/2000 Protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti biologici durante il lavoro Campo di applicazione per qualsiasi attività a rischio di esposizione ad agenti biologici, determinare natura, grado, durata dell’esposizione, per valutare il rischio per la salute e sicurezza e determinare le misure da adottare per VdR: utilizzare tutte le informazioni disponibili (anche raccomandazioni di Autorità Competente) Informazione/formazione Sorveglianza sanitaria Vaccinazioni Valutazione del rischio Valutazione del rischio D.Lgs. 81/08 Titolo VIII - Protezione da agenti biologici Norme applicate a tutte le attività lavorative che comportano rischio di esposizione ad agenti biologici Agente biologico “qualsiasi microrganismo, anche geneticamente modificato, coltura cellulare, ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni” D.Lgs. 81/08 Classificazione degli agenti biologici 4 gruppi, in base a Infettività: capacità di sopravvivere alle difese dell’ospite e di moltiplicarsi in esso penetrazione e moltiplicazione Patogenicità: capacità di produrre malattia a seguito di infezione Trasmissibilità: capacità di essere trasmesso da un soggetto portatore o malato ad un soggetto non infetto contagio di soggetti suscettibili Neutralizzabilità: disponibilità di efficaci terapie, profilassi per prevenire la malattia WHO, UE, NIH, HC VALUTAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO 1. CLASSIFICAZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO 2. IDENTIFICAZIONE SORGENTE, EMISSIONE, modalità di TRASMISSIONE (variabili temporali) 3. SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI 4. SORVEGLIANZA DELLE ESPOSIZIONI ACCIDENTALI 5. INFORMAZIONI DALLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI ESPOSTI 6. VALUTAZIONE DI AMBIENTE DI LAVORO, PRESIDI, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE VALUTAZIONE DEL RISCHIO Sorveglianza delle infezioni SANITÀ monitoraggio delle diagnosi di dimissione per malattie infettive nei vari reparti raccolta di dati sull’isolamento di agenti biologici particolari Raccolta di dati sierologici-immunologici STIME DI PREVALENZA 8 7,2 7 6 5 4 3,3 2,5 3 2 1,3 0,8 1 0,1 0 HBV Pop.Generale HCV HIV Pop.Ospedalizz. ITALIA Nel 2013 3,608 nuove diagnosi di HIV, equivalenti ad una incidenza annuale del 6.0 per 100,000 residenti e a una prevalenza del 0.16%. Alta prevalenza di soggetti HCV positivi (5,2%) Prevalenza media di soggetti HBV positivi (1,4%) Prevalenza HCV in gruppi selezionati, USA hemophilia Drug users hemodialysis Sexually tr. diseases Adult general pop. HCW Pregnant women Soldiers 0 10 20 30 40 50 Percentuale media HCV+ 60 70 80 90 Rischio TB PROBLEMATICHE SOTTONOTIFICA • Marras V, Argiolas F, Porcu S, Senis G, Crasta MG, Santus S, Coppola RC, Steri GC. Definizione dell’incidenza della patologia tubercolare attraverso un sistema di data linkage Atti XIIConferenza Nazionale di Sanità Pubblica. Roma, 12-15 ottobre 2011 • METODI record linkage • Notifiche casi TBC • SDO • Farmaci specifici • RISULTATI • Incidenza ‘06-’10 11-13.1 casi /105 abitanti • CONCLUSIONI • incidenza > alla media nazionale • incidenza > rispetto ad aree a bassa endemia SIEROPREVALENZA R, M, V, P in SANITÀ ROSOLIA MORBILLO VARICELLA PAROTITE TRASMISSIONE NOSOCOMIALE R, M, V, P OUTBREAKS EU Baxi R e coll. Outbreak report: nosocomial transmission of MEASLES through an unvaccinated healthcare worker-implications for public health. J Public Health (Oxf). 2014 EU Botelho-Nevers E e coll MEASLES among healthcare workers: a potential for nosocomial outbreaks. Euro Surveill. 2011 EU Faogali JL. CHICKENPOX outbreak among the staff of a large, urban adult hospital: costs of monitoring and control. Am J Infect Control, 1995 JAP Hitomi S e coll. Nosocomial transmission of VARICELLA to a healthcare provider positive for anti-varicella zoster virus antibodies: nonprotective positivity with an immune adherence hemagglutination assay. J Infect Chemother. 2011 EU Fischer PR e coll. Nosocomial MUMPS: report of an outbreak and its control. Am J Infect Control 1996 EU Follin P e coll. Effective control measures limited MEASLES outbreak after extensive nosocomial exposures in January-February 2008 in Gothenburg, Sweden. Euro Surveill.2008 EU Heseltine PN e coll. Nosocomial RUBELLA consequences of an outbreak and efficacy of a mandatory immunization program. Infect Control, 1985 2014 • 1 caso indice di morbillo 5 diagnosi in Op Sanitari • 2 Medici (PS) • 2 Infermieri (PS) • 1 Tecnico di radiologia Medici: • polmonite da morbillo con insufficienza multiorgano e ricovero in terapia intensiva per 20 giorni • Encefalite da morbillo con postumi a un anno VALUTAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO 1. CLASSIFICAZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO 2. IDENTIFICAZIONE SORGENTE, EMISSIONE, modalità di TRASMISSIONE (variabili temporali) 3. SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI 4. SORVEGLIANZA DELLE ESPOSIZIONI ACCIDENTALI 5. INFORMAZIONI DALLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI ESPOSTI 6. VALUTAZIONE DI AMBIENTE DI LAVORO, PRESIDI, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE ANALISI INFORTUNI A RISCHIO BIOLOGICO ASL LANUSEI 2010 - 2015 • INFORTUNI A RISCHIO BIOLOGICO 86/277 (circa 31 %) infortunio prevalente • • • • 11 FERITE DA TAGLIENTI 20 CONTATTO ACCIDENTALE 54 PUNTURE ACCIDENTALI 1 ALTRO • 79% OCCORSO NEL PERSONALE DI COMPARTO; • LA MAGGIOR PARTE DEGLI INFORTUNI A RISCHIO BIOLOGICO SONO OCCORSI PRESSO «PRESIDIO»; • CIRCOSTANZE DELL’INFORTUNIO DI DIFFICILE ANALISI; • SCORRETTA COMPILAZIONE DEL REGISTRO INFORTUNISTICO 126 VALUTAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO 1. CLASSIFICAZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO 2. IDENTIFICAZIONE SORGENTE, EMISSIONE, modalità di TRASMISSIONE (variabili temporali) 3. SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI 4. SORVEGLIANZA DELLE ESPOSIZIONI ACCIDENTALI 5. INFORMAZIONI DALLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI ESPOSTI 6. VALUTAZIONE DI AMBIENTE DI LAVORO, PRESIDI, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE Vaccination policies and health surveillance of biological risk among health-care workers in Sardinian hospitals INTRODUZIONE Copertura Vaccinale per HBV degli operatori sanitari 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1 2 3 4 5 6 7 Rispondenti 14 presidi su 30 8 9 10 11 12 13 14 Media 76% Range 63-92% Vaccination policies and health surveillance of biological risk among health-care workers in Sardinian hospitals INTRODUZIONE La vaccinazione anti-influenzale degli Operatori Sanitari 9 N. Ospedali 8 3 2 1 0 <6 % 6 –10 % 11–15% 16–20 % 21-25% >25% Copertura Vaccinale 23 ospedali su 25 che hanno effettuato la campagna RISULTATI MONITORAGGIO STATO IMMUNITARIO IN TRE OSPEDALI DELLA SARDEGNA Tre ospedali Sardegna aerotrasmesse 120 Test N (247) + D (2) in donne in età fertile 100 80 60 40 20 Tot 259 Test N ( 56) + D (0) aree R vs terzi Dialisi, Oncologia, Anestesia e Rianimazione, Neonatologia Tot 56 0 ROSOLIA MORBILLOVARICELLAPAROTITE 35 30 25 20 15 10 5 0 ROSOLIA MORBILLO VARICELLA PAROTITE Test N (59)+ D (3) 30 aree a > R 20 Pronto Soccorso, radiodiagnostica 25 15 10 5 0 Tot 62 ROSOLIA MORBILLOVARICELLA PAROTITE RISULTATI VALUTAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO 1. CLASSIFICAZIONE DELL’AGENTE BIOLOGICO 2. IDENTIFICAZIONE SORGENTE, EMISSIONE, modalità di TRASMISSIONE (variabili temporali) 3. SORVEGLIANZA DELLE INFEZIONI 4. SORVEGLIANZA DELLE ESPOSIZIONI ACCIDENTALI 5. INFORMAZIONI DALLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI ESPOSTI 6. VALUTAZIONE DI AMBIENTE DI LAVORO, PRESIDI, DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE PROTEZIONE DALLE FERITE DA TAGLIO E DA PUNTA NEL SETTORE OSPEDALIERO E SANITARIO Titolo X-bis Dlgs n.19 19 febbraio 2014 Il datore di lavoro deve garantire che nella valutazione dei rischi venga definito il livello di rischio espositivo a malattie che possono essere contratte in relazione alle modalità lavorative, in maniera da coprire tutte le situazioni di rischio che comportano ferite e contatto con sangue o altro potenziale veicolo di infezione, RISCHIO BIOLOGICO Tutela dei lavoratori è tutela degli assistiti Le misure di prevenzione per la tutela del lavoratore incrementano il livello di protezione degli assistiti per ICPA Precauzioni standard Uso DPI-DPC Presidi sicuri Lavaggio mani CONCLUSIONI I vantaggi della Medicina del Lavoro Lavoratore Salute lavoratori Mansioni Impiego del lavoratore Cura assistiti Salute popolazione Servizio Sanitario Regionale Qualità servizio erogato